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Percorso dello Spirito per Celebrare il Giubileo della Misericordia nel Sacro Ritiro “SAN FRANCESCO” di Bellegra 20 2 19 Quando questo opuscolo sarà tra le tue mani, avrai attraversato la Porta Santa di questo Sacro Ritiro: ti accingi a celebrare il Giubileo!!! Troverai ancora e sempre Misericordia dal Signore!!! Ti proponiamo un percorso in questa chiesa convetuale, che non è una visita turistica tra le sue opere d’arti, ma di spiritualità, attraverso il quale, tappa dopo tappa, potrai sperimentare quanto è buono il Signore, la sua paterna e infinita misericordia. Qui troverai la forza per essere misericordioso come il Padre, annunciatore e testimone di quella misericordia di cui tu stai facendo esperienza. Fratello e sorella che ti accingi a percorrere la via dello Spirito, possa riscoprire la grazia del Battesimo che ti ha salvato, lo Spirito che continuamente ti rinnova, l’Eucaristia che ti sostiene nel cammino della vita e la Riconciliazione che sempre ti abbraccia e fa di te una creatura nuova. Allora buon pellegrinaggio!!! Il Signore accompagni la tua intenzione di celebrare con gioia questo giubileo. 18 3 PRESSO L’ALTARE MAGGIORE… Questi testi sono qui proposti per la tua adorazione personale perché possa comprendere quanto è necessario l’infinità misericordia del Padre. «Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato» (Papa Francesco, Misericordiae vultus, 2). Da libro del profeta Isaia Esulta, o sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori, perché più numerosi sono i figli dell'abbandonata che i figli della maritata, dice il Signore. Allarga lo spazio della tua tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio, allunga le cordicelle, rinforza i tuoi paletti, poiché ti allargherai a destra e a sinistra e la tua discendenza possederà le nazioni, popolerà le città un tempo deserte. Non temere, perché non dovrai più arrossire; non vergognarti, perché non sarai più disonorata; anzi, dimenticherai la vergogna della tua giovinezza e non ricorderai più il disonore della tua vedovanza. Poiché tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuo redentore è il Santo d'Israele, è chiamato Dio di tutta la terra. Come una donna abbandonata e con l'animo afflitto, ti ha richiamata il Signore. Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù? - dice il tuo Dio. Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti raccoglierò con immenso amore. In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto; 4 5) Perdonare le offese Nel Padre Nostro diciamo: "rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori" e il Signore stesso chiarisce: «se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe»(Mt. 6, 14-15). Perdonare le offese significa superare la vendetta e il risentimento. Significa anche trattare con amabilità chi ci ha offeso. Il migliore esempio di perdono nell'Antico Testamento è quello di Giuseppe, che perdonò i suoi fratelli che avevano cercato di ucciderlo e poi di venderlo. «Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita.» (Gen. 45, 5) E il perdono più grande del Nuovo Testamento è quello di Gesù in croce, che ci insegna che dobbiamo perdonare tutto e sempre: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Lc. 23, 34). 6) Sopportare pazientemente le persone moleste La pazienza di fronte ai difetti altrui è una virtù e un'opera di misericordia. Tuttavia, c'è un consiglio molto utile: quando sopportare questi difetti fa più danno che bene, con molta carità e dolcezza, si deve dare un avvertimento. 7) Pregare Dio per i vivi e per i morti San Paolo raccomanda di pregare per tutti, senza distinzione, anche per i governanti e per quelli che stanno al potere, perché "egli vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità"(cfr. 1Tim 2, 1-4). I defunti che si trovano in purgatorio dipendono dalle nostre preghiere. È un'opera buona pregare per loro perché siano liberati dai loro peccati. (cfr. 2Mac 12, 46) Papa Francesco chiede spesso a tutti i cristiani e alle persone di buona volontà di pregare in modo particolare per i cristiani perseguitati. Possiamo esaminarci su come assecondiamo questo desiderio del Papa, perché i nostri fratelli nella fede sentano il conforto della nostra preghiera. 17 umano? Perché il corpo umano è stato dimora dello Spirito Santo. Siamo "tempi dello Spirito Santo" (1Cor 6,19). Le opere di misericordia spirituale: breve spiegazione 1) Consigliare i dubbiosi Uno dei doni dello Spirito Santo è il dono del Consiglio. Perciò, chi vuole dare un buon consiglio deve, prima di tutto, essere in sintonia con Dio, perché non si tratta di dare opinioni personali, ma di consigliare bene chi ha bisogno di una guida. 2) Insegnare agli ignoranti Consiste nell'insegnare all'ignorante in qualsiasi materia: anche in temi religiosi. Questo insegnamento può avvenire attraverso gli scritti o la parola, per mezzo di qualunque mezzo di comunicazione o direttamente. Come dice il libro di Daniele, "coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre" (Dn 12, 3b). 3) Ammonire i peccatori La correzione fraterna è spiegata da Gesù stesso nel Vangelo di Matteo: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello» (Mt 18, 15-17). Dobbiamo correggere il nostro prossimo con mitezza ed umiltà. Molte volte sarà difficile farlo, però in quei momenti possiamo ricordarci di quello che dice l'apostolo Giacomo alla fine della sua lettera: «Chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore lo salverà dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati» (Gc 5,20). 4) Consolare gli afflitti Consolare gli afflitti, chi soffre qualche difficoltà, è un'altra opera di misericordia spirituale. Molte volte comprenderà anche il dare un buon consiglio, che aiuti a superare quella situazione di dolore o di tristezza. Essere vicini ai nostri fratelli in ogni momento, ma soprattutto in quelli più difficili, mette in pratica il comportamento di Gesù che aveva compassione del dolore altrui. Un esempio si trova nel Vangelo di Luca. Si tratta della resurrezione del figlio della vedova di Naim: "Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre". (Lc 7, 12-15) 16 ma con affetto perenne ho avuto pietà di te, dice il tuo redentore, il Signore. Ora è per me come ai giorni di Noè, quando giurai che non avrei più riversato le acque di Noè sulla terra; così ora giuro di non più adirarmi con te e di non più minacciarti. Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace, dice il Signore che ti usa misericordia. PAZIENTE E MISERICORDIOSO È IL SIGNORE «“Paziente e misericordioso” è il binomio che ricorre spesso nell’Antico Testamento per descrivere la natura di Dio. Il suo essere misericordioso trova riscontro concreto in tante azioni della storia della salvezza dove la sua bontà prevale sulla punizione e la distruzione. I Salmi, in modo particolare, fanno emergere questa grandezza dell’agire divino: «Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia» (103,3-4). In modo ancora più esplicito, un altro Salmo attesta i segni concreti della misericordia: «Il Signore libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi» (146,7-9). E da ultimo, ecco altre espressioni del Salmista: «[Il Signore] risana i cuori affranti e fascia le loro ferite. … Il Signore sostiene i poveri, ma abbassa fino a terra i malvagi» (147,3.6). Insomma, la misericordia di Dio non è un’idea astratta, ma una realtà concreta con cui Egli rivela il suo amore come quello di un padre e di una madre che si commuovono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio. È veramente il caso di dire che è un amore “viscerale”. Proviene dall’intimo come un sentimento profondo, naturale, fatto di tenerezza e di compassione, di indulgenza e di perdono». (MV, 6) 5 quanto riporta il Vangelo di San Luca, raccomanda: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto» (Lc 3, 11). Dal libro del profeta Osea (11,1-9) Quando Israele era fanciullo, io l'ho amato e dall'Egitto ho chiamato mio figlio. Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi. A Èfraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d'amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. Non ritornerà al paese d'Egitto, ma Assur sarà il suo re, perché non hanno voluto convertirsi. La spada farà strage nelle loro città, spaccherà la spranga di difesa, l'annienterà al di là dei loro progetti. Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo. Come potrei abbandonarti, Èfraim, come consegnarti ad altri, Israele? Come potrei trattarti al pari di Adma,ridurti allo stato di Seboìm? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non darò sfogo all'ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira. Dalla Bolla Misericordiae vultus di Papa Francesco (n. 21) Se Dio si fermasse alla giustizia cesserebbe di essere Dio, sarebbe come tutti gli uomini che invocano il rispetto della legge. La giustizia da sola non basta, e l’esperienza insegna che appellarsi solo ad essa rischia di distruggerla. Per questo Dio va oltre la giustizia con la misericordia e il perdono. Ciò non significa svalutare la giustizia o renderla superflua, al contrario. Chi sbaglia dovrà scontare la pena. Solo che questo non è il fine, ma l’inizio della conversione, perché si sperimenta la tenerezza del perdono. Dio non rifiuta la giustizia. Egli la ingloba e supera in un evento superiore dove si sperimenta l’amore che è a fondamento di una vera giustizia. Dobbiamo prestare molta attenzione a quanto scrive Paolo per non cadere nello stesso errore che l’Apostolo rimproverava ai Giudei suoi contemporanei: « Ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio. Ora, il termine della Legge è Cristo, perché la giustizia sia data a chiunque crede » (Rm 10,3-4). Questa giustizia di Dio è la misericordia concessa a tutti come grazia in forza della morte e risurrezione di Gesù Cristo. La Croce di Cristo, dunque, è il giudizio di Dio su tutti noi e sul mondo, perché ci offre la certezza dell’amore e della vita nuova. 6 3) Vestire gli ignudi Quest'opera di misericordia è diretta a rispondere ad un'altra necessità fondamentale: il vestito. Molte volte viene facilitata dalle raccolte di abiti che si fanno nelle parrocchie o in altri centri. Al momento di donare il nostro vestiario ci farà bene pensare che possiamo dare quello che ci avanza o che non ci serve più, ma che possiamo dare anche qualcosa di quello che ci serve. Nella lettera di Giacomo siamo incoraggiati ad essere generosi: «Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve?» (Gc 2, 15-16). 4) Alloggiare i pellegrini Anticamente ospitare i pellegrini era una questione di vita o di morte, per le difficoltà e i rischi dei viaggi; oggi in genere non è più così. Potrebbe però toccarci di accogliere qualcuno nella nostra casa, non per pura ospitalità di amicizia o di famiglia, ma per qualche vera necessità. 5) Visitare gli infermi Si tratta di una vera attenzione ai malati e agli anziani, sia dal punto di vista fisico, che nel fare loro un po' di compagnia. Il miglior esempio della Sacra Scrittura è la parabola del Buon Samaritano, che curò il ferito e, non potendo continuare ad occuparsene direttamente, affidò le cure necessarie ad un altro, offrendogli di pagarle (cfr. Lc 10, 30-37). 6) Visitare i carcerati Quest'opera di misericordia consiste nell'andare a trovare i carcerati e prestare loro non solo aiuto materiale ma anche un'assistenza spirituale che serva loro per migliorare come persone, correggersi, imparare un lavoro che possa essere loro utile quando termini la pena, ecc. Significa anche riscattare gli innocenti e i sequestrati. Nell'antichità i cristiani pagavano per liberare gli schiavi e si scambiavano con prigionieri innocenti. 7) Seppellire i morti Cristo non aveva posto in cui riposare. Un amico, Giuseppe di Arimatea, gli cedette la sua tomba. Non solo, ma ebbe anche il coraggio di presentarsi davanti a Pilato e chiedergli il corpo di Gesù. Anche Nicodemo aiutò a seppellirlo. (Gv 19, 38-42) Seppellire i morti sembra un comandamento superfluo, perché -di fatto- tutti vengono sepolti. Tuttavia, per esempio in tempo di guerra, può essere una comando molto esigente. Perché è importante dare degna sepoltura al corpo 15 Ma cosa sono le opere di Misericordia? Le opere di misericordia sono azioni caritatevoli con le quali soccorriamo il nostro prossimo nelle sue necessità corporali e spirituali. Istruire, consigliare, consolare, confortare sono opere di misericordia spirituale, come pure perdonare e sopportare con pazienza. Le opere di misericordia corporale consistono segnatamente nel dare da mangiare a chi ha fame, nell'ospitare i senza tetto, nel vestire chi ha bisogno di indumenti, nel visitare gli ammalati e i prigionieri, nel seppellire i morti. Tra queste opere, fare l'elemosina ai poveri è una delle principali testimonianze della carità fraterna: è pure una pratica di giustizia che piace a Dio. (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2447) Le opere di misericordia corporale: breve spiegazione San Matteo riporta il racconto del Giudizio Finale (Mt 25,31-46): «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?". E il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato". Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?". Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me". E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». 1) Dar da mangiare agli affamati e 2) Dar da bere agli assetati Queste due prime opere di misericordia si complementano a vicenda e si riferiscono all'aiuto che dobbiamo procurare in cibo e altri beni ai più bisognosi, a quelli che non hanno l'indispensabile per mangiare ogni giorno. Gesù, secondo 14 SIATE MISERICORDIOSI COME IL PADRE VOSTRO «”Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36). È un programma di vita tanto impegnativo quanto ricco di gioia e di pace. L’imperativo di Gesù è rivolto a quanti ascoltano la sua voce (cfr Lc 6,27). Per essere capaci di misericordia, quindi, dobbiamo in primo luogo porci in ascolto della Parola di Dio. Ciò significa recuperare il valore del silenzio per meditare la Parola che ci viene rivolta. In questo modo è possibile contemplare la misericordia di Dio e assumerlo come proprio stile di vita» (MV 13). Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,27-38) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da’ a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”. Dalla Bolla Misericordiae vultus di Papa Francesco (n. 14) [Il Signore] Dice anzitutto di non giudicare e di non condannare. Se non si vuole incorrere nel giudizio di Dio, nessuno può diventare giudice del proprio fratello. Gli uomini, infatti, con il loro giudizio si fermano alla superficie, mentre il Padre guarda nell’intimo. Quanto male fanno le parole quando sono mosse da sentimenti di gelosia e invidia! Parlare male del fratello in sua assenza equivale a porlo in cattiva luce, a compromettere la sua reputazione e lasciarlo in balia della chiacchiera. Non giudicare e non condannare significa, in positivo, saper cogliere ciò che di buono c’è in ogni persona e non permettere che abbia a soffrire per il nostro giudizio parziale e la nostra presunzione di sapere tutto. Ma questo non è ancora sufficiente per esprimere la misericordia. Gesù chiede anche di perdonare e di donare. Essere strumenti del perdono, perché noi per primi lo abbiamo ottenuto da Dio. Essere generosi nei confronti di tutti, sapendo che anche Dio elargisce la sua benevolenza su di noi con grande magnanimità. 7 TESTIMONI CREDIBILI DELLA MISERICORDIA «La misericordia nella Sacra Scrittura è la parola-chiave per indicare l’agire di Dio verso di noi. Egli non si limita ad affermare il suo amore, ma lo rende visibile e tangibile. L’amore, d’altronde, non potrebbe mai essere una parola astratta. Per sua stessa natura è vita concreta: intenzioni, atteggiamenti, comportamenti che si verificano nell’agire quotidiano. La misericordia di Dio è la sua responsabilità per noi. Lui si sente responsabile, cioè desidera il nostro bene e vuole vederci felici, colmi di gioia e sereni. È sulla stessa lunghezza d’onda che si deve orientare l’amore misericordioso dei cristiani. Come ama il Padre così amano i figli. Come è misericordioso Lui, così siamo chiamati ad essere misericordiosi noi, gli uni verso gli altri» (MV, 9). Dal Vangelo secondo Matteo (18,21-35) Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: «Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa». Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: «Restituisci quello che devi!». Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: «Abbi pazienza con me e ti restituirò». Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: «Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?». Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Amo e coltivo la purezza di cuore, di pensieri e di azioni? Medito vendette, nutro rancori? Sono mite, umile, costruttore di pace? È tempo di sperimentare l’amore di Dio per te. Lui non giudica, ma ama. Lui non condanna, ma perdona. Lui non schiaccia, ma rialza. Accostati al sacerdote, lui ti mostrerà la misericordia di Dio. Non temere e non fermarti alla sua umanità, il Padre lo ha scelto perché potesse attualizzare nella tua vita, proprio ora, la sua misericordia. CONFESSIONE SACRAMENTALE Dopo la confessione, ringrazia il Signore per il perdono ricevuto, prega secondo le intenzioni del Santo Padre Francesco (Pater, Ave e Gloria). Partecipa con attenzione e devozione grande alla Santa Messa per nutrirti di Gesù cibo dell’anima e farmaco di immortalità. In questo Sacro Ritiro gli orari della Celebrazione Eucaristica sono: Feriali: ore 7:30 Festivo: ore 8:00 - 11:00 - 16:30 Dalla Bolla Misericordiae vultus di Papa Francesco (n. 10) L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Tutto della sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti; nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo può essere privo di misericordia. La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole. La Chiesa «vive un desiderio Ora sei rinvigorito nello Spirito, sei pronto per annunciare l’infinita misericordia di Dio soprattutto nella famiglia, a scuola, tra gli amici, a lavoro… Il modo migliore è fare opere di misericordia corporale e spirituali!!! 8 13 PRESSO LA CAPPELLA DI SAN FRANCESCO... Ti proponiamo un breve tempo per interrogare la tua coscienza, prendere consapevolezza del tuo peccato che ti ha allontanato da Dio. L’esame di coscienza consiste nell’interrogarsi sul male commesso e il bene omesso: verso Dio, il prossimo e se stessi. Nei confronti di Dio Mi rivolgo a Dio solo nel bisogno? Partecipo alla Messa la domenica e le feste di precetto? Comincio e chiudo la giornata con la preghiera? Ho nominato invano Dio, la Vergine, i Santi? Mi sono vergognato di dimostrarmi cristiano? Cosa faccio per crescere spiritualmente? Come? Quando? Mi ribello davanti ai disegni di Dio? Pretendo che egli compia la mia volontà? inesauribile di offrire misericordia» (EG, 24). Forse per tanto tempo abbiamo dimenticato di indicare e di vivere la via della misericordia. La tentazione, da una parte, di pretendere sempre e solo la giustizia ha fatto dimenticare che questa è il primo passo, necessario e indispensabile, ma la Chiesa ha bisogno di andare oltre per raggiungere una meta più alta e più significativa. Dall’altra parte, è triste dover vedere come l’esperienza del perdono nella nostra cultura si faccia sempre più diradata. Perfino la parola stessa in alcuni momenti sembra svanire. Senza la testimonianza del perdono, tuttavia, rimane solo una vita infeconda e sterile, come se si vivesse in un deserto desolato. È giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono. È il tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli. Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza. Nei confronti del prossimo So perdonare, compatire, aiutare il prossimo? Ho calunniato, rubato, disprezzato i piccoli e gli indifesi? Sono invidioso, collerico, parziale? Ho cura dei poveri e dei malati? Mi vergogno della carne di mio fratello, della mia sorella? Sono onesto e giusto con tutti o alimento la “cultura dello scarto”? Ho istigato altri a fare il male? Osservo la morale coniugale e familiare insegnata dal Vangelo? Come vivo le responsabilità educative verso i figli? Onoro e rispetto i miei genitori? Ho rifiutato la vita appena concepita? Ho spento il dono della vita? Ho aiutato a farlo? Rispetto l’ambiente? Nei confronti di sé Sono un po’ mondano e un po’ credente? Esagero nel mangiare, bere, fumare, divertirmi? Mi preoccupo troppo della salute fisica, dei miei beni? Come uso il mio tempo? Sono pigro? Voglio essere servito? 12 9 PRESSO LA CAPPELLA DI SAN TOMMASO DA CORI Terminato il tempo di Adorazione, recati ora presso la cappella di San Tommaso da Cori, a Lui rivolgi il tuo pensiero e il tuo cuore chiedendo la sua potente intercessione: Preghiera . O Dio, che hai ispirato a san Tommaso da Cori, di cercarti nella solitudine e di nutrire una squisita carità verso il prossimo, concedi a noi, sul suo esempio, di essere protesi nella contemplazione dei beni del cielo, così da restare attenti alle necessità dei fratelli. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen. PREGHIERA DEL GIUBILEO Signore Gesù Cristo, tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste, e ci hai detto che chi vede te vede Lui. Mostraci il tuo volto e saremo salvi. Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro; l'adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura; fece piangere Pietro dopo il tradimento, e assicurò il Paradiso al ladrone pentito. Fa' che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana: Se tu conoscessi il dono di Dio! Tu sei il volto visibile del Padre invisibile, del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia: fa' che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, suo Signore, 10 risorto e nella gloria. Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch'essi rivestiti di debolezza per sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore; fa' che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio. Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore e la sua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare ai poveri il lieto messaggio, proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà e ai ciechi restituire la vista. Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen PRESSO LA CAPPELLA DEL BEATI DIEGO ODDI E MARIANO DI ROCCACASALE Chiedi a loro aiuto e sostegno nel cammino di vita cristiana Signore Dio nostro tu ha chiamato i Beati Diego Oddi e Mariano di Roccacasale a lasciare prontamente casa, famiglia e campi per seguire Gesù nell’umile vita del ritiro e annunciare ai fratelli, con semplicità e letizia il tuo amore di Padre. Concedi anche a noi di non anteporre nulla al tuo servizio e donaci di seguire il loro esempio ascoltando, meditando e contemplando la tua parola per testimoniare al mondo il tuo amore che salva. Te lo chiediamo per Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore. Amen 11