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Percorso dello Spirito
per Celebrare
il Giubileo della Misericordia
nel Sacro Ritiro
“SAN FRANCESCO”
di Bellegra
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Quando questo opuscolo sarà tra le tue mani, avrai attraversato la
Porta Santa di questo Sacro Ritiro: ti accingi a celebrare il Giubileo!!!
Troverai ancora e sempre Misericordia dal Signore!!!
Ti proponiamo un percorso in questa chiesa convetuale, che non è una
visita turistica tra le sue opere d’arti, ma di spiritualità, attraverso il quale,
tappa dopo tappa, potrai sperimentare quanto è buono il Signore, la sua
paterna e infinita misericordia. Qui troverai la forza per essere misericordioso
come il Padre, annunciatore e testimone di quella misericordia di cui tu stai
facendo esperienza.
Fratello e sorella che ti accingi a percorrere la via dello Spirito, possa
riscoprire la grazia del Battesimo che ti ha salvato, lo Spirito che
continuamente ti rinnova, l’Eucaristia che ti sostiene nel cammino della vita e
la Riconciliazione che sempre ti abbraccia e fa di te una creatura nuova.
Allora buon pellegrinaggio!!!
Il Signore accompagni la tua intenzione di celebrare con gioia questo
giubileo.
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PRESSO L’ALTARE MAGGIORE…
Questi testi sono qui proposti per la tua
adorazione
personale
perché
possa
comprendere quanto è necessario l’infinità
misericordia del Padre.
«Abbiamo sempre bisogno di contemplare il
mistero della misericordia. È fonte di gioia, di
serenità e di pace. È condizione della nostra
salvezza. Misericordia: è la parola che rivela
il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è
l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci
viene incontro. Misericordia: è la legge
fondamentale che abita nel cuore di ogni
persona quando guarda con occhi sinceri il
fratello che incontra nel cammino della vita.
Misericordia: è la via che unisce Dio e
l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di
essere amati per sempre nonostante il limite
del nostro peccato» (Papa Francesco, Misericordiae vultus, 2).
Da libro del profeta Isaia
Esulta, o sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia,
tu che non hai provato i dolori, perché più numerosi sono i figli dell'abbandonata
che i figli della maritata, dice il Signore.
Allarga lo spazio della tua tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio,
allunga le cordicelle, rinforza i tuoi paletti,
poiché ti allargherai a destra e a sinistra
e la tua discendenza possederà le nazioni, popolerà le città un tempo deserte.
Non temere, perché non dovrai più arrossire;
non vergognarti, perché non sarai più disonorata;
anzi, dimenticherai la vergogna della tua giovinezza
e non ricorderai più il disonore della tua vedovanza.
Poiché tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome;
tuo redentore è il Santo d'Israele, è chiamato Dio di tutta la terra.
Come una donna abbandonata e con l'animo afflitto, ti ha richiamata il Signore.
Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù? - dice il tuo Dio.
Per un breve istante ti ho abbandonata,
ma ti raccoglierò con immenso amore.
In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto;
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5)
Perdonare le offese
Nel Padre Nostro diciamo: "rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo
ai nostri debitori" e il Signore stesso chiarisce: «se voi infatti perdonerete agli
altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi
non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe»(Mt.
6, 14-15).
Perdonare le offese significa superare la vendetta e il risentimento. Significa
anche trattare con amabilità chi ci ha offeso.
Il migliore esempio di perdono nell'Antico Testamento è quello di Giuseppe,
che perdonò i suoi fratelli che avevano cercato di ucciderlo e poi di venderlo.
«Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché
Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita.» (Gen. 45, 5)
E il perdono più grande del Nuovo Testamento è quello di Gesù in croce, che ci
insegna che dobbiamo perdonare tutto e sempre: «Padre, perdona loro, perché
non sanno quello che fanno» (Lc. 23, 34).
6)
Sopportare pazientemente le persone moleste
La pazienza di fronte ai difetti altrui è una virtù e un'opera di misericordia.
Tuttavia, c'è un consiglio molto utile: quando sopportare questi difetti fa più
danno che bene, con molta carità e dolcezza, si deve dare un avvertimento.
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Pregare Dio per i vivi e per i morti
San Paolo raccomanda di pregare per tutti, senza distinzione, anche per i
governanti e per quelli che stanno al potere, perché "egli vuole che tutti gli
uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità"(cfr. 1Tim 2, 1-4).
I defunti che si trovano in purgatorio dipendono dalle nostre preghiere. È
un'opera buona pregare per loro perché siano liberati dai loro peccati. (cfr. 2Mac
12, 46)
Papa Francesco chiede spesso a tutti i cristiani e alle persone di buona volontà
di pregare in modo particolare per i cristiani perseguitati. Possiamo esaminarci
su come assecondiamo questo desiderio del Papa, perché i nostri fratelli nella
fede sentano il conforto della nostra preghiera.
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umano? Perché il corpo umano è stato dimora dello Spirito Santo. Siamo "tempi
dello Spirito Santo" (1Cor 6,19).
Le opere di misericordia spirituale: breve spiegazione
1)
Consigliare i dubbiosi
Uno dei doni dello Spirito Santo è il dono del Consiglio. Perciò, chi vuole dare
un buon consiglio deve, prima di tutto, essere in sintonia con Dio, perché non si
tratta di dare opinioni personali, ma di consigliare bene chi ha bisogno di una
guida.
2)
Insegnare agli ignoranti
Consiste nell'insegnare all'ignorante in qualsiasi materia: anche in temi religiosi.
Questo insegnamento può avvenire attraverso gli scritti o la parola, per mezzo di
qualunque mezzo di comunicazione o direttamente.
Come dice il libro di Daniele, "coloro che avranno indotto molti alla giustizia
risplenderanno come le stelle per sempre" (Dn 12, 3b).
3)
Ammonire i peccatori
La correzione fraterna è spiegata da Gesù stesso nel Vangelo di Matteo: «Se il
tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui
solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello» (Mt 18, 15-17).
Dobbiamo correggere il nostro prossimo con mitezza ed umiltà. Molte volte
sarà difficile farlo, però in quei momenti possiamo ricordarci di quello che dice
l'apostolo Giacomo alla fine della sua lettera: «Chi riconduce un peccatore dalla
sua via di errore lo salverà dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati» (Gc
5,20).
4)
Consolare gli afflitti
Consolare gli afflitti, chi soffre qualche difficoltà, è un'altra opera di
misericordia spirituale.
Molte volte comprenderà anche il dare un buon consiglio, che aiuti a superare
quella situazione di dolore o di tristezza. Essere vicini ai nostri fratelli in ogni
momento, ma soprattutto in quelli più difficili, mette in pratica il comportamento
di Gesù che aveva compassione del dolore altrui. Un esempio si trova nel
Vangelo di Luca. Si tratta della resurrezione del figlio della vedova di Naim:
"Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un
morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era
con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse:
«Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono.
Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a
parlare. Ed egli lo restituì a sua madre". (Lc 7, 12-15)
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ma con affetto perenne ho avuto pietà di te, dice il tuo redentore, il Signore.
Ora è per me come ai giorni di Noè, quando giurai che non avrei più riversato
le acque di Noè sulla terra; così ora giuro di non più adirarmi con te
e di non più minacciarti.
Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero,
non si allontanerebbe da te il mio affetto,
né vacillerebbe la mia alleanza di pace,
dice il Signore che ti usa misericordia.
PAZIENTE E MISERICORDIOSO È IL SIGNORE
«“Paziente e misericordioso” è il binomio che ricorre spesso nell’Antico
Testamento per descrivere la natura di Dio. Il suo essere misericordioso trova
riscontro concreto in tante azioni della storia della salvezza dove la sua bontà
prevale sulla punizione e la distruzione. I Salmi, in modo particolare, fanno
emergere questa grandezza dell’agire divino: «Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e
misericordia» (103,3-4). In modo ancora più esplicito, un altro Salmo attesta i
segni concreti della misericordia: «Il Signore libera i prigionieri, il Signore
ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il
Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le
vie dei malvagi» (146,7-9). E da ultimo, ecco altre espressioni del Salmista: «[Il
Signore] risana i cuori affranti e fascia le loro ferite. … Il Signore sostiene i
poveri, ma abbassa fino a terra i malvagi» (147,3.6). Insomma, la misericordia di
Dio non è un’idea astratta, ma una realtà concreta con cui Egli rivela il suo
amore come quello di un padre e di una madre che si commuovono fino dal
profondo delle viscere per il proprio figlio. È veramente il caso di dire che è un
amore “viscerale”. Proviene dall’intimo come un sentimento profondo, naturale,
fatto di tenerezza e di compassione, di indulgenza e di perdono». (MV, 6)
5
quanto riporta il Vangelo di San Luca, raccomanda: «Chi ha due tuniche ne dia a
chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto» (Lc 3, 11).
Dal libro del profeta Osea (11,1-9)
Quando Israele era fanciullo, io l'ho amato e dall'Egitto ho chiamato mio figlio.
Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me;
immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi.
A Èfraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano,
ma essi non compresero che avevo cura di loro.
Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d'amore, ero per loro
come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui
per dargli da mangiare.
Non ritornerà al paese d'Egitto, ma Assur sarà il suo re,
perché non hanno voluto convertirsi. La spada farà strage nelle loro città,
spaccherà la spranga di difesa, l'annienterà al di là dei loro progetti.
Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto,
nessuno sa sollevare lo sguardo.
Come potrei abbandonarti, Èfraim, come consegnarti ad altri, Israele?
Come potrei trattarti al pari di Adma,ridurti allo stato di Seboìm?
Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione.
Non darò sfogo all'ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim,
perché sono Dio e non uomo;
sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira.
Dalla Bolla Misericordiae vultus di Papa Francesco (n. 21)
Se Dio si fermasse alla giustizia cesserebbe di essere Dio, sarebbe come tutti gli
uomini che invocano il rispetto della legge. La giustizia da sola non basta, e
l’esperienza insegna che appellarsi solo ad essa rischia di distruggerla. Per
questo Dio va oltre la giustizia con la misericordia e il perdono. Ciò non
significa svalutare la giustizia o renderla superflua, al contrario. Chi sbaglia
dovrà scontare la pena. Solo che questo non è il fine, ma l’inizio della
conversione, perché si sperimenta la tenerezza del perdono. Dio non rifiuta la
giustizia. Egli la ingloba e supera in un evento superiore dove si sperimenta
l’amore che è a fondamento di una vera giustizia. Dobbiamo prestare molta
attenzione a quanto scrive Paolo per non cadere nello stesso errore che
l’Apostolo rimproverava ai Giudei suoi contemporanei: « Ignorando la giustizia
di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di
Dio. Ora, il termine della Legge è Cristo, perché la giustizia sia data a chiunque
crede » (Rm 10,3-4). Questa giustizia di Dio è la misericordia concessa a tutti
come grazia in forza della morte e risurrezione di Gesù Cristo. La Croce di
Cristo, dunque, è il giudizio di Dio su tutti noi e sul mondo, perché ci offre la
certezza dell’amore e della vita nuova.
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3)
Vestire gli ignudi
Quest'opera di misericordia è diretta a rispondere ad un'altra necessità
fondamentale: il vestito. Molte volte viene facilitata dalle raccolte di abiti che si
fanno nelle parrocchie o in altri centri. Al momento di donare il nostro vestiario
ci farà bene pensare che possiamo dare quello che ci avanza o che non ci serve
più, ma che possiamo dare anche qualcosa di quello che ci serve.
Nella lettera di Giacomo siamo incoraggiati ad essere generosi: «Se un fratello o
una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice
loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il
necessario per il corpo, a che cosa serve?» (Gc 2, 15-16).
4)
Alloggiare i pellegrini
Anticamente ospitare i pellegrini era una questione di vita o di morte, per le
difficoltà e i rischi dei viaggi; oggi in genere non è più così. Potrebbe però
toccarci di accogliere qualcuno nella nostra casa, non per pura ospitalità di
amicizia o di famiglia, ma per qualche vera necessità.
5)
Visitare gli infermi
Si tratta di una vera attenzione ai malati e agli anziani, sia dal punto di vista
fisico, che nel fare loro un po' di compagnia.
Il miglior esempio della Sacra Scrittura è la parabola del Buon Samaritano, che
curò il ferito e, non potendo continuare ad occuparsene direttamente, affidò le
cure necessarie ad un altro, offrendogli di pagarle (cfr. Lc 10, 30-37).
6)
Visitare i carcerati
Quest'opera di misericordia consiste nell'andare a trovare i carcerati e prestare
loro non solo aiuto materiale ma anche un'assistenza spirituale che serva loro per
migliorare come persone, correggersi, imparare un lavoro che possa essere loro
utile quando termini la pena, ecc.
Significa anche riscattare gli innocenti e i sequestrati. Nell'antichità i cristiani
pagavano per liberare gli schiavi e si scambiavano con prigionieri innocenti.
7)
Seppellire i morti
Cristo non aveva posto in cui riposare. Un amico, Giuseppe di Arimatea, gli
cedette la sua tomba. Non solo, ma ebbe anche il coraggio di presentarsi davanti
a Pilato e chiedergli il corpo di Gesù. Anche Nicodemo aiutò a seppellirlo. (Gv
19, 38-42)
Seppellire i morti sembra un comandamento superfluo, perché -di fatto- tutti
vengono sepolti. Tuttavia, per esempio in tempo di guerra, può essere una
comando molto esigente. Perché è importante dare degna sepoltura al corpo
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Ma cosa sono le opere di Misericordia?
Le opere di misericordia sono azioni caritatevoli con le quali soccorriamo il
nostro prossimo nelle sue necessità corporali e spirituali. Istruire, consigliare,
consolare, confortare sono opere di misericordia spirituale, come pure
perdonare e sopportare con pazienza. Le opere di misericordia corporale
consistono segnatamente nel dare da mangiare a chi ha fame, nell'ospitare i
senza tetto, nel vestire chi ha bisogno di indumenti, nel visitare gli ammalati e i
prigionieri, nel seppellire i morti. Tra queste opere, fare l'elemosina ai poveri è
una delle principali testimonianze della carità fraterna: è pure una pratica di
giustizia che piace a Dio. (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2447)
Le opere di misericordia corporale: breve spiegazione
San Matteo riporta il racconto del Giudizio Finale (Mt 25,31-46): «Quando il
Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono
della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli
uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla
sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua
destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato
per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da
mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto,
nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a
trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto
affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere?
Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo
vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a
visitarti?". E il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che avete
fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Poi dirà
anche a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco
eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non
mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero
straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere
e non mi avete visitato". Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti
abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non
ti abbiamo servito?". Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto
quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a
me". E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita
eterna».
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Dar da mangiare agli affamati e 2) Dar da bere agli assetati
Queste due prime opere di misericordia si complementano a vicenda e si
riferiscono all'aiuto che dobbiamo procurare in cibo e altri beni ai più bisognosi,
a quelli che non hanno l'indispensabile per mangiare ogni giorno. Gesù, secondo
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SIATE MISERICORDIOSI COME IL PADRE VOSTRO
«”Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36). È un
programma di vita tanto impegnativo quanto ricco di gioia e di pace.
L’imperativo di Gesù è rivolto a quanti ascoltano la sua voce (cfr Lc 6,27). Per
essere capaci di misericordia, quindi, dobbiamo in primo luogo porci in ascolto
della Parola di Dio. Ciò significa recuperare il valore del silenzio per meditare la
Parola che ci viene rivolta. In questo modo è possibile contemplare la
misericordia di Dio e assumerlo come proprio stile di vita» (MV 13).
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,27-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “A voi che ascoltate, io dico: Amate
i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi
maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla
guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da’
a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli
uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che
merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro
che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E
se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i
peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece
i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio
sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e
i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non
giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati;
perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata,
scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui
misurate, sarà misurato a voi in cambio”.
Dalla Bolla Misericordiae vultus di Papa Francesco (n. 14)
[Il Signore] Dice anzitutto di non giudicare e di non condannare. Se non si vuole
incorrere nel giudizio di Dio, nessuno può diventare giudice del proprio fratello.
Gli uomini, infatti, con il loro giudizio si fermano alla superficie, mentre il Padre
guarda nell’intimo. Quanto male fanno le parole quando sono mosse da
sentimenti di gelosia e invidia! Parlare male del fratello in sua assenza equivale a
porlo in cattiva luce, a compromettere la sua reputazione e lasciarlo in balia della
chiacchiera. Non giudicare e non condannare significa, in positivo, saper
cogliere ciò che di buono c’è in ogni persona e non permettere che abbia a
soffrire per il nostro giudizio parziale e la nostra presunzione di sapere tutto. Ma
questo non è ancora sufficiente per esprimere la misericordia. Gesù chiede anche
di perdonare e di donare. Essere strumenti del perdono, perché noi per primi lo
abbiamo ottenuto da Dio. Essere generosi nei confronti di tutti, sapendo che
anche Dio elargisce la sua benevolenza su di noi con grande magnanimità.
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TESTIMONI CREDIBILI DELLA MISERICORDIA
«La misericordia nella Sacra Scrittura è la parola-chiave per indicare l’agire di
Dio verso di noi. Egli non si limita ad affermare il suo amore, ma lo rende
visibile e tangibile. L’amore, d’altronde, non potrebbe mai essere una parola
astratta. Per sua stessa natura è vita concreta: intenzioni, atteggiamenti,
comportamenti che si verificano nell’agire quotidiano. La misericordia di Dio è
la sua responsabilità per noi. Lui si sente responsabile, cioè desidera il nostro
bene e vuole vederci felici, colmi di gioia e sereni. È sulla stessa lunghezza
d’onda che si deve orientare l’amore misericordioso dei cristiani. Come ama il
Padre così amano i figli. Come è misericordioso Lui, così siamo chiamati ad
essere misericordiosi noi, gli uni verso gli altri» (MV, 9).
Dal Vangelo secondo Matteo (18,21-35)
Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe
contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli
rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi
servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che
gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il
padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e
così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo:
«Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa». Il padrone ebbe compassione
di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo
trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e
lo soffocava, dicendo: «Restituisci quello che devi!». Il suo compagno, prostrato
a terra, lo pregava dicendo: «Abbi pazienza con me e ti restituirò». Ma egli non
volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono
a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare
quell'uomo e gli disse: «Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito
perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così
come io ho avuto pietà di te?». Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli
aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio
celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Amo e coltivo la purezza di cuore, di pensieri e di azioni?
Medito vendette, nutro rancori? Sono mite, umile, costruttore di pace?
È tempo di sperimentare l’amore di Dio per te. Lui non giudica, ma ama. Lui
non condanna, ma perdona. Lui non schiaccia, ma rialza.
Accostati al sacerdote, lui ti mostrerà la misericordia di Dio. Non temere e non
fermarti alla sua umanità, il Padre lo ha scelto perché potesse attualizzare
nella tua vita, proprio ora, la sua misericordia.
CONFESSIONE SACRAMENTALE
Dopo la confessione, ringrazia il Signore per il perdono ricevuto, prega
secondo le intenzioni del Santo Padre Francesco (Pater, Ave e Gloria).
Partecipa con attenzione e devozione grande alla Santa Messa per nutrirti di
Gesù cibo dell’anima e farmaco di immortalità.
In questo Sacro Ritiro gli orari della
Celebrazione Eucaristica sono:
Feriali: ore 7:30
Festivo: ore 8:00 - 11:00 - 16:30
Dalla Bolla Misericordiae vultus di Papa Francesco (n. 10)
L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Tutto della sua
azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai
credenti; nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo può
essere privo di misericordia. La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada
dell’amore misericordioso e compassionevole. La Chiesa «vive un desiderio
Ora sei rinvigorito nello Spirito, sei pronto per annunciare l’infinita
misericordia di Dio soprattutto nella famiglia, a scuola, tra gli amici, a
lavoro…
Il modo migliore è fare opere di misericordia corporale e spirituali!!!
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PRESSO LA CAPPELLA DI SAN
FRANCESCO...
Ti proponiamo un breve tempo per interrogare
la tua coscienza, prendere consapevolezza del
tuo peccato che ti ha allontanato da Dio.
L’esame di coscienza consiste nell’interrogarsi
sul male commesso e il bene omesso: verso
Dio, il prossimo e se stessi.
Nei confronti di Dio
Mi rivolgo a Dio solo nel bisogno?
Partecipo alla Messa la domenica e le feste di
precetto?
Comincio e chiudo la giornata con la preghiera?
Ho nominato invano Dio, la Vergine, i Santi?
Mi sono vergognato di dimostrarmi cristiano?
Cosa faccio per crescere spiritualmente? Come? Quando?
Mi ribello davanti ai disegni di Dio?
Pretendo che egli compia la mia volontà?
inesauribile di offrire misericordia» (EG, 24). Forse per tanto tempo abbiamo
dimenticato di indicare e di vivere la via della misericordia. La tentazione, da
una parte, di pretendere sempre e solo la giustizia ha fatto dimenticare che
questa è il primo passo, necessario e indispensabile, ma la Chiesa ha bisogno di
andare oltre per raggiungere una meta più alta e più significativa. Dall’altra
parte, è triste dover vedere come l’esperienza del perdono nella nostra cultura si
faccia sempre più diradata. Perfino la parola stessa in alcuni momenti sembra
svanire. Senza la testimonianza del perdono, tuttavia, rimane solo una vita
infeconda e sterile, come se si vivesse in un deserto desolato. È giunto di nuovo
per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono. È il
tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà
dei nostri fratelli. Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il
coraggio per guardare al futuro con speranza.
Nei confronti del prossimo
So perdonare, compatire, aiutare il prossimo?
Ho calunniato, rubato, disprezzato i piccoli e gli indifesi?
Sono invidioso, collerico, parziale?
Ho cura dei poveri e dei malati?
Mi vergogno della carne di mio fratello, della mia sorella?
Sono onesto e giusto con tutti o alimento la “cultura dello scarto”?
Ho istigato altri a fare il male?
Osservo la morale coniugale e familiare insegnata dal Vangelo?
Come vivo le responsabilità educative verso i figli?
Onoro e rispetto i miei genitori?
Ho rifiutato la vita appena concepita?
Ho spento il dono della vita?
Ho aiutato a farlo? Rispetto l’ambiente?
Nei confronti di sé
Sono un po’ mondano e un po’ credente?
Esagero nel mangiare, bere, fumare, divertirmi?
Mi preoccupo troppo della salute fisica, dei miei beni?
Come uso il mio tempo? Sono pigro?
Voglio essere servito?
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PRESSO LA CAPPELLA DI SAN TOMMASO DA CORI
Terminato il tempo di Adorazione, recati ora
presso la cappella di San Tommaso da Cori, a Lui
rivolgi il tuo pensiero e il tuo cuore chiedendo la
sua potente intercessione:
Preghiera . O Dio, che hai ispirato a san Tommaso da Cori,
di cercarti nella solitudine
e di nutrire una squisita
carità verso il prossimo,
concedi a noi, sul suo esempio,
di essere protesi
nella contemplazione dei beni del cielo,
così da restare attenti alle necessità dei fratelli.
Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Amen.
PREGHIERA DEL GIUBILEO
Signore Gesù Cristo,
tu ci hai insegnato a essere
misericordiosi come il Padre celeste,
e ci hai detto che chi vede te vede Lui.
Mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Il tuo sguardo pieno di amore
liberò Zaccheo e Matteo
dalla schiavitù del denaro;
l'adultera e la Maddalena dal porre
la felicità solo in una creatura;
fece piangere Pietro dopo il tradimento,
e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.
Fa' che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola
che dicesti alla samaritana:
Se tu conoscessi il dono di Dio!
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,
del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto
con il perdono e la misericordia:
fa' che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, suo Signore,
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risorto e nella gloria.
Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch'essi rivestiti di debolezza
per sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore;
fa' che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso,
amato e perdonato da Dio.
Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione
perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore
e la sua Chiesa con rinnovato entusiasmo
possa portare ai poveri il lieto messaggio,
proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà e ai ciechi restituire la vista.
Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia a te
che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
Amen
PRESSO LA CAPPELLA DEL BEATI DIEGO ODDI
E MARIANO DI ROCCACASALE
Chiedi a loro aiuto e sostegno nel cammino di vita
cristiana
Signore Dio nostro tu ha chiamato i Beati
Diego Oddi e Mariano di Roccacasale
a lasciare prontamente casa, famiglia e campi
per seguire Gesù nell’umile vita del ritiro e
annunciare ai fratelli,
con semplicità e letizia il tuo amore di Padre.
Concedi anche a noi di non anteporre nulla al tuo
servizio e donaci di seguire il loro esempio
ascoltando, meditando e contemplando la tua parola
per testimoniare al mondo il tuo amore che salva.
Te lo chiediamo per Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore.
Amen
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