Strada del lago d`Iseo chiusa la domenica
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Strada del lago d`Iseo chiusa la domenica
43 L’ECO DI BERGAMO MARTEDÌ 25 AGOSTO 2015 Lago d’Iseo e Valli La strada del lago chiusa la domenica Tre paesi ci provano. Ma (forse) nel 2016 Il progetto. L’idea di Riva di Solto, Castro e Solto Collina per vietare le auto dopo i successi della Sarnico-Lovere Run I sindaci: la proposta è sul tavolo, appello alla Provincia. Intanto però salta anche l’ipotesi di chiudere il 6 settembre SEBINO GIUSEPPE ARRIGHETTI Trasformare una delle più affascinanti strade d’Italia («È un viaggio di straordinaria bellezza tra strette rocce sospese sopra il lago» copyright Lonely Planet) in una arena sportiva a cielo aperto ma chiusa ai motori. Sono in tanti a sognare la strada rivierasca fra Castro e Riva di Solto percorsa solo da podisti e ciclisti, da patiti del running o dei rollerblade, da nonni e bambini, da uomini, donne e pure cani al guinzaglio. Ma l’estate sta per finire e il risveglio sarà brusco: l’idea sembra essere sfumata anche quest’anno. È stata la Sarnico-Lovere Run, la corsa che in appena cinque edizioni ha saputo imporsi con i suoi oltre tremila iscritti come la seconda manifestazione regionale dopo la Stra-Milano, a rivelare che una strada scavata nella roccia, ispiratrice forse di Leonardo da Vinci, può essere uno straordinario richiamo turistico e sportivo (al netto dei pericoli derivanti dagli smottamenti e dai distacchi di massi più o meno grandi). Così gli amministratori di Castro, Solto Collina e Riva di Solto, sollecitati anche dal successo che riscuote, proprio di fronte al loro territorio, la pista ciclopedonale Vello-Toline tra Pisogne e Marone, hanno iniziato a valutare la chiusura della strada nel tratto relativo ai loro tre paesi. Sei chilometri di curve e efJfznfTvwELO++qGhXUlVZ1ZI+4BDIKse4gzXPLAn0= controcurve che attraversano le località Gré e Bögn offrendo viste mozzafiato sul Sebino e sull’intera valle Camonica fino alla cima dell’Adamello. Quelle che erano veloci battute fra i sindaci Mariano Foresti (Castro), Maurizio Esti (Solto Collina) e Nadia Carrara (Riva di Solto) si erano concretizzate ai primi dell’estate in un incontro ufficiale al termine del quale i tre amministratori si erano lasciati con la promessa di ritrovarsi accompagnati da proposte più concrete per l’attuazione del sogno. Magari con l’ipotesi di vietare ai veicoli a motore il tratto dalla piazza di Castro al bivio in uscita di Riva di Solto, solo una domenica al mese per un totale di quattro da giugno a settembre. Poi, finora, non se n’è fatto più nulla. A tirare il freno è stato Solto Collina. «È vero – ammette il vicesindaco Tino Consoli – siamo stati noi a porre dei paletti sull’ipotesi della chiusura della strada da mattina a sera tutte le domeniche d’estate. Il rischio era di penalizzare l’attività commerciale del Gré (Sportaction, ndr) proprio in mezzo alla strada chiusa. Abbiamo quindi suggerito di chiudere solo tre ore la domenica mattina, ma poi non se n’è fatto più nulla». «Di fronte a quest’obiezione di Solto Collina – spiega Nadia Carrara, primo cittadino di Riva di Solto – ci siamo tutti raffreddati, in effetti. A Riva ci siamo quindi li- Il tratto dell’Orrido di Castro della strada litoranea del lago: sul tavolo la proposta di tre paesi per chiuderla al traffico la domenica Sportaction La base al Gré «Un’ottima idea per tutti» Max Barro si dedica a tempo pieno alla sua attività professionale e all’associazione «Sportaction» con base in Gré a Solto Collina. Promuove iniziative a basso impatto ambientale con la vela, il windsurf, il kitesurfing e la canoa, per rendere l’Alto Sebino il più simile possibile a Riva del Garda e Torbole, dove, grazie a questi sport, gli operatori turistici vivono tutto l’anno del loro lavoro. «Saremo sempre favorevoli alla chiusura della rivierasca – spiega –, una decisione nella direzione che noi abbiamo sempre indicato: meno motori e più silenzio, più benessere per tutti». Ma Barro è anche consapevole che i suoi 500 soci, perlopiù provenienti da Bergamo, Milano e Brescia, in qualche modo devono arrivare in Gré: «A noi basta una finestra di un’ora a metà giornata: per noi sarebbe ottimale chiudere la strada verso le 9, riaprirla tra le 12 e le 13 o tra le 13 e le 14, e poi richiuderla. Minimo il disagio e per l’Alto Sebino un richiamo irresistibile». mitati a chiudere il tratto di lungolago sul porto e devo dire che, nonostante le diffidenze iniziali dei commercianti, l’esperimento è riuscito e ha migliorato la vivibilità del nostro paese offrendo in particolare ai turisti l’occasione di godersi in pieno il lago. Spero che di chiudere tutto il tratto fino a Castro se ne torni a parlare al più presto». Già domenica, in occasione del Triathlon di Lovere, tutta la strada del Sebino è rimasta chiusa dalle 8 alle 14 fra Lovere e Sarnico, ma i tre sindaci potrebbero cercare di archiviare l’estate 2015 con una «loro» chiusura: «Stiamo ragionando – conclude Mariano Foresti, sindaco di Castro, il primo a portare sul tavolo questa proposta –, ma anche l’idea di chiudere la strada domenica 6 settembre è saltata. Se ne riparlerà nel 2016: ricordiamo che stiamo parlando di una strada provinciale e quindi ogni decisione va presa in sintonia con Via Tasso, ma sono convinto che sia anche una opportunità che non ci dobbiamo lasciare sfuggire. Ormai c’è la sensibilità giusta nei confronti di una iniziativa simile che solleverebbe anche tanti consensi e apprezzamenti. Se non sarà quest’anno, l’impegno è studiare la cosa per l’anno venturo». ©RIPRODUZIONE RISERVATA LA STORIA A piedi insieme a Santiago E a fine «Camino», le nozze MARGARY FRASSI Luca Giudici, di Sarnico, e Raffaella Bellini, di Vigolo, hanno coronato il loro amore nella celebre cattedrale spagnola. N on condividono solo la classe anagrafica - hanno entrambi 38 anni - ma anche la passione per le lunghe camminate, lunghissime. Più che camminate, Luca Giudici, di Sarnico, e Raffaella Bellini, di Vigolo, sono runner il primo con la Freezone di Franciacorta, la seconda con l’Atletica Sarnico. Nel 2011 hanno percorso il «Camino primitivo», nel 2013 quello «Portoghese» e quest’anno il «Sanabrese»: 400 chilometri in 13 tappe da Granja, zona Siviglia, fino a Santiago de Compostela. E poi, una volta arrivati alla meta, zaino in spalla, pochi invitati e alcuni amici incontrati lungo il «Camino», si sono giurati amore e fedeltà nella celebre cattedrale. «Ci eravamo già sposati civilmente lo scorso anno in Toscana – racconta Luca, responsabile qualità nella ditta Fp-Fratelli Paris di Castelli Calepio –, ma avevano già deciso che avremmo benedetto il nostro matrimonio in chiesa. Così abbiamo chiesto il benestare del nostro vescovo e di quello del- la diocesi di Santiago. Poi siamo partiti: avevamo già percorso due dei diversi Cammini che portano nella città di San Giacomo, questa volta abbiamo scelto quello che dall’Andalusia arriva alla meta attraversando l’Estremadura: 13 tappe da circa 35-37 chilometri al giorno, in cui come nelle altre due occasioni abbiamo incontrato persone splendide. Io avevo deciso che lungo questo pellegrinaggio straordinario, avrei scelto il mio testimone di nozze. Quindi, se per mia moglie c’era la sua mamma arrivata in aereo con i miei genitori, io ho chiesto a un compagno di viaggio, Chema, spagnolo, con cui abbiamo condiviso diverse tappe di cammino. Luca Giudici e Raffaella Bellini, di Credaro, il giorno delle nozze nella cattedrale di Santiago in Spagna Lui ha accettato con sorpresa e grande disponibilità: alla fine, di fatto, a partecipare alla celebrazione delle nostre nozze c’erano diversi amici incontrati lungo il cammino: anche una splendida signora di 72 anni». Perché Santiago de Compostela? «Abbiamo sempre amato la storia di San Giacomo, morto in Palestina dove predicava, e il leggendario ritrovamento delle sue spoglie in Spagna dove venne poi avviata la costruzione della grande cattedrale. E così abbiamo fatto questa scelta. molto emozionante e indimenticabile. Ad aiutarci nelle cose da fare e nei documenti da avere per poter celebrare le nozze a Santiago ci siamo rivolti all’infor- matissimo “sposipellegrini.altervista.org”. Ed è andato tutto bene». Luca e Raffaella (che lavora alla Seval di Villongo), non si fermano a Credaro, dove abitano: per il prossimo anno, altra super camminata sul Cammino degli 88 templi in Giappone.