Strada del lago d`Iseo chiusa la domenica

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Strada del lago d`Iseo chiusa la domenica
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L’ECO DI BERGAMO
MARTEDÌ 25 AGOSTO 2015
Lago d’Iseo e Valli
La strada del lago chiusa la domenica
Tre paesi ci provano. Ma (forse) nel 2016
Il progetto. L’idea di Riva di Solto, Castro e Solto Collina per vietare le auto dopo i successi della Sarnico-Lovere Run
I sindaci: la proposta è sul tavolo, appello alla Provincia. Intanto però salta anche l’ipotesi di chiudere il 6 settembre
SEBINO
GIUSEPPE ARRIGHETTI
Trasformare una delle più affascinanti strade d’Italia («È un viaggio di straordinaria bellezza tra strette rocce
sospese sopra il lago» copyright Lonely Planet) in una arena sportiva a cielo aperto ma
chiusa ai motori. Sono in tanti
a sognare la strada rivierasca
fra Castro e Riva di Solto
percorsa solo da podisti e ciclisti, da patiti del running o dei
rollerblade, da nonni e bambini, da uomini, donne e pure cani al guinzaglio. Ma l’estate sta
per finire e il risveglio sarà
brusco: l’idea sembra essere
sfumata anche quest’anno.
È stata la Sarnico-Lovere
Run, la corsa che in appena
cinque edizioni ha saputo imporsi con i suoi oltre tremila
iscritti come la seconda manifestazione regionale dopo la
Stra-Milano, a rivelare che
una strada scavata nella roccia, ispiratrice forse di Leonardo da Vinci, può essere uno
straordinario richiamo turistico e sportivo (al netto dei
pericoli derivanti dagli smottamenti e dai distacchi di massi più o meno grandi). Così gli
amministratori di Castro, Solto Collina e Riva di Solto, sollecitati anche dal successo che
riscuote, proprio di fronte al
loro territorio, la pista ciclopedonale Vello-Toline tra Pisogne e Marone, hanno iniziato a
valutare la chiusura della strada nel tratto relativo ai loro tre
paesi. Sei chilometri di curve e
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controcurve che attraversano
le località Gré e Bögn offrendo
viste mozzafiato sul Sebino e
sull’intera valle Camonica fino alla cima dell’Adamello.
Quelle che erano veloci battute fra i sindaci Mariano Foresti (Castro), Maurizio Esti
(Solto Collina) e Nadia Carrara (Riva di Solto) si erano concretizzate ai primi dell’estate
in un incontro ufficiale al termine del quale i tre amministratori si erano lasciati con la
promessa di ritrovarsi accompagnati da proposte più concrete per l’attuazione del sogno. Magari con l’ipotesi di
vietare ai veicoli a motore il
tratto dalla piazza di Castro al
bivio in uscita di Riva di Solto,
solo una domenica al mese per
un totale di quattro da giugno a
settembre. Poi, finora, non se
n’è fatto più nulla.
A tirare il freno è stato Solto
Collina. «È vero – ammette il
vicesindaco Tino Consoli –
siamo stati noi a porre dei paletti sull’ipotesi della chiusura
della strada da mattina a sera
tutte le domeniche d’estate. Il
rischio era di penalizzare l’attività commerciale del Gré
(Sportaction, ndr) proprio in
mezzo alla strada chiusa. Abbiamo quindi suggerito di
chiudere solo tre ore la domenica mattina, ma poi non se n’è
fatto più nulla». «Di fronte a
quest’obiezione di Solto Collina – spiega Nadia Carrara, primo cittadino di Riva di Solto –
ci siamo tutti raffreddati, in effetti. A Riva ci siamo quindi li-
Il tratto dell’Orrido di Castro della strada litoranea del lago: sul tavolo la proposta di tre paesi per chiuderla al traffico la domenica
Sportaction
La base al Gré
«Un’ottima
idea per tutti»
Max Barro si dedica a tempo pieno
alla sua attività professionale e
all’associazione «Sportaction» con
base in Gré a Solto Collina. Promuove iniziative a basso impatto
ambientale con la vela, il windsurf,
il kitesurfing e la canoa, per rendere l’Alto Sebino il più simile possibile a Riva del Garda e Torbole, dove,
grazie a questi sport, gli operatori
turistici vivono tutto l’anno del
loro lavoro. «Saremo sempre
favorevoli alla chiusura della
rivierasca – spiega –, una decisione
nella direzione che noi abbiamo
sempre indicato: meno motori e
più silenzio, più benessere per
tutti». Ma Barro è anche consapevole che i suoi 500 soci, perlopiù
provenienti da Bergamo, Milano e
Brescia, in qualche modo devono
arrivare in Gré: «A noi basta una
finestra di un’ora a metà giornata:
per noi sarebbe ottimale chiudere
la strada verso le 9, riaprirla tra le
12 e le 13 o tra le 13 e le 14, e poi
richiuderla. Minimo il disagio e per
l’Alto Sebino un richiamo irresistibile».
mitati a chiudere il tratto di
lungolago sul porto e devo dire
che, nonostante le diffidenze
iniziali dei commercianti,
l’esperimento è riuscito e ha
migliorato la vivibilità del nostro paese offrendo in particolare ai turisti l’occasione di godersi in pieno il lago. Spero che
di chiudere tutto il tratto fino a
Castro se ne torni a parlare al
più presto».
Già domenica, in occasione
del Triathlon di Lovere, tutta
la strada del Sebino è rimasta
chiusa dalle 8 alle 14 fra Lovere
e Sarnico, ma i tre sindaci potrebbero cercare di archiviare
l’estate 2015 con una «loro»
chiusura: «Stiamo ragionando
– conclude Mariano Foresti,
sindaco di Castro, il primo a
portare sul tavolo questa proposta –, ma anche l’idea di
chiudere la strada domenica 6
settembre è saltata. Se ne riparlerà nel 2016: ricordiamo
che stiamo parlando di una
strada provinciale e quindi
ogni decisione va presa in sintonia con Via Tasso, ma sono
convinto che sia anche una opportunità che non ci dobbiamo lasciare sfuggire. Ormai c’è
la sensibilità giusta nei confronti di una iniziativa simile
che solleverebbe anche tanti
consensi e apprezzamenti. Se
non sarà quest’anno, l’impegno è studiare la cosa per l’anno venturo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
LA STORIA
A piedi insieme a Santiago
E a fine «Camino», le nozze
MARGARY FRASSI
Luca Giudici, di Sarnico, e
Raffaella Bellini, di Vigolo,
hanno coronato il loro
amore nella celebre cattedrale spagnola.
N
on condividono solo la classe anagrafica - hanno entrambi 38 anni - ma
anche la passione per le lunghe camminate, lunghissime.
Più che camminate, Luca Giudici, di Sarnico, e Raffaella
Bellini, di Vigolo, sono runner
il primo con la Freezone di
Franciacorta, la seconda con
l’Atletica Sarnico. Nel 2011
hanno percorso il «Camino primitivo», nel 2013 quello «Portoghese» e quest’anno il «Sanabrese»: 400 chilometri in 13 tappe da
Granja, zona Siviglia, fino a Santiago de Compostela. E poi, una
volta arrivati alla meta, zaino in
spalla, pochi invitati e alcuni amici incontrati lungo il «Camino»,
si sono giurati amore e fedeltà
nella celebre cattedrale.
«Ci eravamo già sposati civilmente lo scorso anno in Toscana –
racconta Luca, responsabile qualità nella ditta Fp-Fratelli Paris di
Castelli Calepio –, ma avevano già
deciso che avremmo benedetto
il nostro matrimonio in chiesa.
Così abbiamo chiesto il benestare
del nostro vescovo e di quello del-
la diocesi di Santiago. Poi siamo
partiti: avevamo già percorso due
dei diversi Cammini che portano
nella città di San Giacomo, questa
volta abbiamo scelto quello che
dall’Andalusia arriva alla meta
attraversando l’Estremadura: 13
tappe da circa 35-37 chilometri
al giorno, in cui come nelle altre
due occasioni abbiamo incontrato persone splendide. Io avevo
deciso che lungo questo pellegrinaggio straordinario, avrei scelto
il mio testimone di nozze. Quindi,
se per mia moglie c’era la sua
mamma arrivata in aereo con i
miei genitori, io ho chiesto a un
compagno di viaggio, Chema,
spagnolo, con cui abbiamo condiviso diverse tappe di cammino.
Luca Giudici e Raffaella Bellini, di Credaro, il giorno delle nozze nella cattedrale di Santiago in Spagna
Lui ha accettato con sorpresa e
grande disponibilità: alla fine, di
fatto, a partecipare alla celebrazione delle nostre nozze c’erano
diversi amici incontrati lungo il
cammino: anche una splendida
signora di 72 anni». Perché Santiago de Compostela? «Abbiamo
sempre amato la storia di San
Giacomo, morto in Palestina dove
predicava, e il leggendario ritrovamento delle sue spoglie in Spagna dove venne poi avviata la costruzione della grande cattedrale.
E così abbiamo fatto questa scelta. molto emozionante e indimenticabile. Ad aiutarci nelle cose da fare e nei documenti da avere per poter celebrare le nozze a
Santiago ci siamo rivolti all’infor-
matissimo “sposipellegrini.altervista.org”. Ed è andato
tutto bene».
Luca e Raffaella (che lavora
alla Seval di Villongo), non si
fermano a Credaro, dove abitano: per il prossimo anno,
altra super camminata sul
Cammino degli 88 templi in
Giappone.