For Magazine Roma, giugno 2011
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For Magazine Roma, giugno 2011
For magazine DOSSIER di Elena e Michela Martignoni Borgia contro Borgia: in autunno in Tv due fiction su questa grande e discussa famiglia. È scoppiata la Borgiamania Due sorelle milanesi che hanno pubblicato in Italia e Spagna tre romanzi sulla terribile famiglia catalana, ci raccontano che cosa vedremo in Tv e perché le vicende storiche di questi personaggi affascinano e appassionano ancora oggi Ciclicamente rispuntano i Borgia. Come la cometa di Halley, si presentano alla ribalta dell’interesse mondiale con la loro scia di crudeltà, trasgressione e fascino. Mai come questa volta però la cometa Borgia è stata così luminosa e vicina: in autunno verranno presentate ben due megaproduzioni Tv estere in una sfida che ricorda un duello rinascimentale. Vediamole nel dettaglio. Sky ha acquistato I Borgia, serie prodotta da una cordata franco-tedesco-cecoslovacca (girata nei dintorni di Praga), scritta da Tom Fontana (sceneggiatore americano, famoso per Oz, scritto per Hbo), che sembra avere toni alquanto spregiudicati. Lo slogan è: prima della mafia c’erano i Borgia. La regia è di Oliver Hirschebiegel e il papa Borgia è interpretato da John Doman. Su La7 (ma attenzione, sembra si stia inserendo Mediaset), invece, vedremo The Borgias, prodotto da Showtime (la stessa che due anni fa produsse I Tudors) con la regia del premio Oscar Neil Jordan; protagonista è Jeremy Irons nelle vesti di papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia). The Borgias negli Stati Uniti ha riscosso un tale successo da autorizzare la messa in produzione della seconda serie. Abbiamo visto le prime puntate della versione di Jordan e ve ne parliamo: la somiglianza dell’attore protagonista con i ritratti esistenti del papa Borgia più famoso è inesistente. Jeremy Irons, anglosassone nei tratti e così poco spanish, non assomiglia per nulla al pontefice catalano, ma è un grande attore e riesce a colmare questa lacuna con un’interpretazione intensa. L’immagine psicologica di Rodrigo che emerge dai saggi storici ci sembra venga rispettata nella versione di Jordan, pur con notevoli “licenze poetiche”. È invece più difficile trovare somiglianze tra l’immagine che la Storia ci ha tramandato di Cesare Borgia (del quale però non esiste un ritratto certo) e l’attore François Arnaud che interpreta lo 50 For Magazine spietato duca Valentino: più che il multiforme e impenetrabile Principe ideale del Machiavelli sembra un bravo ragazzo canadese! Così come lascia stupiti la scelta dell’attore che impersona il Savonarola (di cui invece abbiamo numerosi e conformi ritratti) che appare ben in carne rispetto all’asceta Savonarola, e quella dell’interprete di Ludovico il Moro, che sarebbe molto più in parte come motociclista ubriaco su una Harley-Davidson che come alias del sottilmente perfido e raffinato duca di Milano. In quanto a Lucrezia, Holliday Granger, francamente ha un viso poco rinascimentale e molto americano. La sceneggiatura per il momento ne fa una tredicenne dei giorni nostri, anche un po’ stupidella. Sappiamo invece che Lucrezia già a quell’età parlava e scriveva un perfetto latino (una rarità per le donne del tempo) e che si occupava anche di questioni di governo. Queste due serie verranno trasmesse anche Rodrigo Borgia divenne papa col nome di Alessandro VI ed è il protagonista delle due fiction I Borgia (sopra, interpretato da John Dolman) e The Borgias (a fianco, Jeremy Irons con Francois Arnaud che è Cesare Borgia). 51 For Magazine In alto, Lotte Verbeek (Giulia Farnese in The Borgias). Qui sopra, a sinistra Tom Fontana con Dolman sul set durante una pausa della fiction I Borgia. Sempre per The Borgias, sopra la bionda Hollyday Grainger (Lucrezia Borgia), a fianco David Oakes e Joanna Whalley (Giovanni Borgia e Vannozza dei Cattanei). 52 For Magazine in Italia, ma non ha avuto la stessa fortuna una produzione italo-spagnola piuttosto recente (2006) dal titolo Los Borgia, prodotta da Antena3 e dai fratelli De Angelis. In Spagna è stata proiettata prima nelle sale cinematografiche con discreto successo e poi è passata anche in televisione. In Italia non l’abbiamo mai vista. La regia era di Antonio Hernandez e il cast di tutto rispetto (Lluis Homar nei panni del papa, Angela Molina, Maria Valverde, Paz Vega, Sergio Muniz). L’inizio di questo film e quello di Jordan sono simili: il conclave che elesse papa Rodrigo Borgia nel 1492, intercalando l’elezione con scene di violenze e scontri dei figli del Borgia con i nobili romani. Anche la fiction di Jordan non ci risparmia nulla: ci sono scene di sesso del papa con Giulia Farnese (che all’epoca aveva sedici anni, mentre nella fiction sembra una consumata signora) e violenza e sangue non mancano. Gli argomenti sono sempre gli stessi quando si tratta di Borgia: incesti, intrighi, sesso sotto la cupola di San Pietro e via discorrendo. Tom Fontana, autore della serie che vedremo su Sky, in un’intervista ha dichiarato di voler soddisfare i “si dice” e l’immaginario collettivo. Poco conta che la fiction riporti fatti reali, l’importante è soddisfare le aspettative del pubblico. E non pare vero dipingere le vicende che arrivano dall’Italia con questi foschi colori… Inutile cercare di difenderci dicendo che i Borgia erano catalani: è qui da noi che si svolse la loro azione politica e la madre dei quattro rampolli Borgia (Cesare, Juan, Lucrezia e Joffrè) era di Mantova. A proposito della madre: nelle prime puntate della serie diretta da Jordan, Vannozza Cattanei vive in Vaticano e si occupa dei figli come se quella del papa fosse una normale famiglia. C’è anche una scenata di gelosia (modello Sophia Loren con le mani sui fianchi) che Vannozza fa al papa in presenza dei cardinali. La scena lascia molto perplessi: intanto Vannozza non viveva nel palazzo vaticano e non si occupò dell’educazione dei figli di Rodrigo che furono affidati ad Adriana Mila Orsini (cugina di Rodrigo e suocera della sua amante, Giulia Farnese); inoltre, allora, l’etichetta e il cerimoniale venivano sempre rispettati, nonostante i comportamenti amorali, in totale e imperturbabile ipocrisia. Sorprende che lo sceneggiatore, che dà l’idea di essersi documentato seriamente anche sui dettagli meno noti (ad esempio la tendenza di Rodrigo Borgia allo svenimento), trascuri questo particolare come anche il fatto che gli alti ecclesiastici non giravano mai per le strade da soli e vivevano circondati da stuoli di chierici. Nella fiction invece i personaggi si muovono in libertà e solitudine. 53 For Magazine Si sa che Jordan è da sempre appassionato dell’argomento e quindi senza dubbio si sarà documentato con serietà, affidandosi anche a storici esperti. Che poi nella sceneggiatura ci abbia messo del “suo” stravolgendo alcuni fatti veri non ci scandalizza più di tanto. È così da sempre per quel che riguarda i film storici ed è inutile sollevare l’annoso dilemma della liceità del romanzo o del film storico. A nostro avviso la funzione importante di romanzi e film è quella di avvicinare il pubblico alla Storia e stuzzicarne la curiosità. Chi non conosce o non ricorda nulla della storia dei Borgia deve però sapere che esistono centinaia di testi per approfondire l’argomento. Si sa che chi si occupa di fiction e di romanzi - noi stesse siamo romanziere e non storiche - deve cercare di catturare l’interesse del pubblico e soprattutto non annoiarlo. Questo però può e deve essere fatto senza violentare la Storia. Nei nostri romanzi abbiamo cercato, nei limiti del possibile, di non stravolgere gli avvenimenti, di metterci anche fantasia e immaginazione nel descrivere i dialoghi, di inserire personaggi inventati ma credibili, restando però nell’ambito del verosimile. È così suggestiva e appassionante la verità che non serve, in questo caso, inventare molto. Per gli americani tutto ciò che viene dall’Italia For magazine Le borgia sister Da circa 20 anni mangiamo pane e Borgia fino a meritarci questo bizzarro epiteto. Per scrivere una trilogia di romanzi storici sulla celebre famiglia abbiamo letto tutto quanto siamo riuscite a trovare su di loro divorando bibliografie, visitando archivi storici (un mondo sommerso meraviglioso!) e visitando i luoghi dell’epopea borgiana. Siamo state anche a Jativa, luogo natale di Rodrigo, dove esiste un museo borgiano; abbiamo persino assaggiato il vino corposo che si produce nelle vigne del Castello di Magione (proprietà dei Cavalieri di Malta che ci hanno gentilmente dato l’opportunità di visitarlo) in cui si svolse una congiura descritta in due importanti testi di Machiavelli (Le Legazioni e La descrizione del modo tenuto dal duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo…) . Abbiamo insomma cercato di farci un’idea chiara dei motivi per i quali questa diabolica famiglia non smette di catturare l’interesse di pubblico e storici. Lo studio dei Borgia si è trasformato per noi in un’interessante avventura nella storia e nella natura umana che ci ha arricchite di conoscenze e di amicizie. Ora che questa fetta di storia sta per trasformarsi in un fenomeno mediatico, vogliamo far presente che esiste un mondo di studiosi che si occupa dei Borgia in modo serio e che non analizza solo le tematiche morbo- 54 For Magazine se e piccanti della loro vicenda in Italia. All’uscita in Spagna del film Los Borgia, grazie alla nostra Casa Editrice spagnola Algaida Historica, siamo entrate in contatto con la produzione del film con la quale abbiamo co-promosso le reciproche opere sui Borgia. Abbiamo girato la Spagna insieme con l’attore Sergio Muniz, che nel film interpretava Juan Borgia, il protagonista del nostro primo romanzo. Speravamo di poter diffondere la storia dei Borgia anche in Italia grazie a quel film, ma come abbiamo già detto, il film non è mai passato per le sale cinematografiche italiane. L’ultimo nostro romanzo s’intitola Autunno rosso porpora (Corbaccio) e sembra evocare il prossimo autunno in cui le due fiction sulla famiglia catalana si affronteranno sui teleschermi. Il romanzo sta per essere pubblicato anche in Spagna. Da esso, insieme con il regista Paolo Olgiati, abbiamo scritto una sceneggiatura per una fiction televisiva, in esame presso alcune produzioni italiane. o è mafia o è spaghetti e mandolino. Anche i Borgia? Le notizie e i blog dicono che la fiction di Jordan (ma come abbiamo detto anche quella di Fontana sposa la teoria Borgia uguale mafia) si ispira a un romanzo di Mario Puzo, l’autore del Padrino, dal titolo La Famiglia, che però Puzo non riuscì a finire e che, dopo la morte dello scrittore, portò a termine la sua compagna Carol Gino. In questo romanzo la tesi è che i Borgia furono la prima famiglia mafiosa della storia e la figura di Rodrigo Borgia viene assimilata a quella di Vito Corleone. Innegabile che Rodrigo possieda alcune delle caratteristiche del “capo-mafia”: carisma, sguardo magnetico, passioni violente, brama di potere, nepotismo. Innegabile anche che esistessero tra i Borgia legami di sangue forti e vincolanti, ma francamente questa definizione di Puzo non convince, anzi ci sembra poco pertinente e anacronistica. La caratteristica che rende ancora più morboso l’interesse che si è creato nei secoli intorno a questa famiglia, è che Rodrigo non era solo un “capo-banda” o un “capo-famiglia”, ma era il Papa. La preparazione giuridica di Rodrigo Borgia - uno dei maggiori esperti del suo tempo in materia di diritto ecclesiastico - le sue visioni politiche, non solo affaristiche o mafiose, non ultima la sua indiscutibile fede cristiana, fanno sì che una certa storiografia ne stia rivalutando la figura. È indubbio che gli spunti cinematografici offerti dalla tesi di Puzo siano interessanti, ma ci sentiamo di affermare che l’analisi del papa Borgia più famoso deve necessariamente allargarsi a un orizzonte più vasto di quello “mafioso”. Come italiani, però, dobbiamo rifiutare questo banale riferimento: ciò che proviene dal nostro Paese non è solo e sempre riconducibile alla mafia! In ambito politico ad esempio la storia dei Borgia rappresenta un primo tentativo di realizzare in Italia uno stato nazionale sotto l’egida della Chiesa. Con metodi e mezzi criticabili (ricordiamo però che i Borgia vissero alla fine del 1400, periodo in cui anche gli altri potentati agivano nello stesso modo) essi cercarono di unificare il nostro paese, trecentosettanta anni prima di Cavour. Di sicuro, da cinque secoli questa famiglia interessa storici e gente comune. Perché? I Borgia furono personaggi estremi, e l’estremo è sempre sorprendente. Cattivi veri, non a metà. Malvagi fino in fondo, depravati, incestuosi, assassini, fratricidi e infanticidi. Insomma, i protagonisti ideali di romanzi, film e fiction! Nella pagina a fianco, le Borgia Sister, cioè le scrittrici che ci hanno regalato questo articolo, Michela ed Elena Martignoni. Con loro, Sergio Muniz, che non ha vinto solo l’Isola dei famosi, ma è un apprezzato attore e ha interpretatao un film in Spagna sempre sui Borgia, putroppo mai uscito in Italia. Sempre nell’altra pagina, Michel Muller e Colm Feore, re Carlo VIII e il cardinale Giuliano della Rovere in The Borgias. Qui sopra, altre scene delle due fiction. 55 For Magazine
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