Primo Capitolo - Economia aziendale
Transcript
Primo Capitolo - Economia aziendale
PARTE PRIMA L’AZIENDA CAPITOLO PRIMO L’OGGETTO E I SOGGETTI DELL’AZIENDA 1.1. L’OGGETTO DELL’AZIENDA: AZIENDA DI EROGAZIONE E AZIENDA DI PRODUZIONE. L’IMPRESA ........................................ 4 1.2. I SOGGETTI DELL’AZIENDA ............................................................. 8 1.2.1. IL SOGGETTO GIURIDICO ........................................................ 9 1.2.2. IL SOGGETTO ECONOMICO .................................................. 12 1.3. AZIENDA PUBBLICA E AZIENDA PRIVATA. I GRUPPI AZIENDALI ......................................................................................... 17 PAROLE CHIAVE .............................................................................................. 22 OGGETTO E OBIETTIVI L’azienda è un fenomeno complesso, per capire il quale bisogna rispondere a numerosi interrogativi: a quale scopo si crea un’azienda? Chi la governa? Le aziende sono tutte uguali? E l’impresa, cosè? Muovendo da questi interrogativi, nel capitolo si illustrano i motivi per i quali un’azienda nasce e si sviluppa e i soggetti che vi partecipano sia da un punto di vista economico, determinandone le scelte di fondo, sia da un punto di vista giuridico, assumendosi la responsabilità delle azioni compiute attraverso l’azienda. L’AZIENDA 4 Obiettivo del capitolo è quello di evidenziare come gli aspetti «soggettivi» possono condizionare la struttura e il funzionamento dell’azienda. 1.1. L’OGGETTO DELL’AZIENDA: AZIENDA DI EROGAZIONE E AZIENDA DI PRODUZIONE. L’IMPRESA L’uomo, durante la sua vita, avverte bisogni di vario genere. Per soddisfare tali bisogni, egli deve consumare quelli che, per semplicità, chiameremo beni. Mentre alcuni beni sono largamente e immediatamente disponibili, molti altri non lo sono; essi devono essere prodotti per poterli consumare. La produzione e il consumo di beni sono, dunque, funzioni essenziali e integrate per il soddisfacimento dei bisogni umani. Mentre i bisogni sono innumerevoli, le risorse necessarie per soddisfarli sono, nella gran parte dei casi, limitate. Pertanto, le attività di produzione e consumo devono essere svolte in modo economico. Il termine «economico» è complesso. In prima approssimazione può essere inteso nella sua accezione più immediata, così come viene usato nel linguaggio di tutti i giorni in espressioni del tipo: economizzare le energie ecc. Economico, cioè, fa riferimento all’ottimizzazione delle risorse, alla riduzione degli sprechi, mantenendo, ovviamente, la capacità di soddisfare i bisogni. L’agire economico Per rispondere alle suaccennate esigenze sorge l’azienda, la quale rappresenta lo strumento di cui l’uomo si serve per svolgere, in modo economico, attività di produzione e consumo di beni atti a soddisfare i suoi bisogni. L’azienda Nel corso del tempo i bisogni umani sono diventati sempre più numerosi e complessi. Come naturale conseguenza, è sorta la necessità di specializzare le attività di produzione e consumo, separando le une dalle altre. Una stessa azienda, infatti, non può svolgere, in modo economico, le attività di consumo e, al L’OGGETTO E I SOGGETTI DELL’AZIENDA 5 contempo, di produzione di tutti i beni necessari per il consumo. Si viene, così, a porre una prima distinzione fra: aziende di produzione o imprese; aziende di consumo o aziende di erogazione.1 Per fare due esempi banali ma immediati, la Fiat è un’impresa, la famiglia è un’azienda di erogazione. Le aziende di erogazione, in quanto incentrate sul consumo, sono direttamente rivolte alla soddisfazione dei bisogni umani. Esse hanno come obiettivo immediato l’appagamento dei bisogni di determinati soggetti direttamente beneficiari della loro attività. Anche le imprese mirano a soddisfare bisogni umani. Esse, però, li soddisfano in maniera indiretta. L’attività dell’impresa, infatti, è quella di rendere disponibili al consumo i beni prodotti. Questi beni perverranno ai soggetti terzi mediante lo scambio di mercato. Da qui, la definizione più ampia di aziende di produzione per lo scambio di mercato. Lo scambio, oneroso, è finalizzato a conseguire un guadagno grazie al quale coloro che hanno istituito l’impresa, e nel cui interesse questa è condotta, possono approvvigionarsi dei beni necessari per soddisfare le proprie esigenze di consumo. L’impresa, dunque, da un lato, appaga direttamente i bisogni di coloro che acquistano, per finalità di consumo, i beni da essa prodotti; dall’altro, soddisfa indirettamente i bisogni di coloro 1 Nell’ambito delle aziende di erogazione si opera, tradizionalmente, una distinzione fra: corporazioni; fondazioni. Nelle corporazioni prevale l’elemento personale rispetto a quello patrimoniale. Rientrano in questa categoria le associazioni culturali, benefiche, sportive e simili. Queste in genere, attraverso la raccolta dei contributi degli associati e di terzi, perseguono il soddisfacimento dei bisogni degli stessi associati. Nelle fondazioni, invece, l’elemento patrimoniale predomina su quello personale. Si tratta, infatti, di aziende che sorgono grazie a lasciti, donazioni, destinazioni particolari di patrimoni o di beni. Tali aziende hanno la finalità di rendere disponibili beni che consentono di soddisfare i bisogni di determinati soggetti. Le aziende di erogazione Le imprese L’AZIENDA 6 che la promuovono, fornendogli i mezzi monetari con i quali procacciarsi i beni da consumare (TAVOLA 1.1). TAVOLA 1.1 - La classificazione delle aziende di produzione o impresa produzione di beni per lo scambio di mercato soddisfazione indiretta dei bisogni umani di erogazione consumo di beni soddisfazione diretta dei bisogni umani AZIENDA Anche le imprese, comunque, consumano, ma non per soddisfare i bisogni dei propri soggetti, bensì per produrre. Analogamente, le aziende erogative possono produrre, ma non per lo scambio di mercato, bensì per il consumo interno.2 Fra le due tipologie di aziende esistono, dunque, strette relazioni di complementarità: ogni impresa produce per una moltitudine di aziende erogative che ne costituiscono il mercato; di contro, ogni azienda erogativa si rivolge a una pluralità di imprese per soddisfare le sue diverse esigenze di consumo. Fra imprese e aziende erogative si sviluppano, così, intensi flussi reali (beni e servizi) e finanziari (scambi di moneta), in assenza dei quali né le une né le altre potrebbero esistere e funzionare. La distinzione fra imprese e aziende erogative non è fine a se stessa. Infatti, le strutture, i comportamenti e le problematiche delle due tipologie aziendali presentano alcune rilevanti differenze. È importante, quindi, stabilire di quali aziende ci si occupa. 2 In alcuni casi, le attività di erogazione e di produzione sono tra loro così intimamente unite, nell’ambito della stessa entità economica, da configurare l’azienda come composta o mista. Esempi di aziende composte si ritrovano negli enti territoriali (Stato, Province, Comuni). Le relazioni fra aziende di erogazione e imprese L’OGGETTO E I SOGGETTI DELL’AZIENDA 7 In questo senso, ancorché in buona parte valide per entrambe le tipologie di aziende, le osservazioni che seguiranno avranno come precipuo oggetto di riferimento l’impresa.3 Il termine impresa, ossia azienda di produzione, ha comunque un significato ampio; moltissime sono le attività aziendali che rientrano in questo universo. Per una più chiara messa a fuoco del termine si impongono, allora, alcune schematiche classificazioni. La prima, e per certi aspetti più importante, è quella che distingue tra imprese di: produzione diretta; produzione indiretta; servizi. La prima categoria comprende tutte quelle imprese la cui produzione si esprime attraverso processi di trasformazione fisico-tecnica della materia. Una fabbrica di scarpe, evidentemente, trasforma il cuoio in calzature, lavorandolo e modificandolo in maniera opportuna. Alla seconda categoria, invece, appartengono imprese la cui produzione non comporta alcuna trasformazione visibile della materia. Un’impresa di commercio all’ingrosso di frutta, ad esempio, si limita ad acquistare i prodotti agricoli e a rivenderli sui mercati, ma realizza comunque una produzione di utilità: essa trasferisce nello spazio e nel tempo la frutta, rendendola disponibile ai bisogni del consumo. Le imprese della terza categoria, infine, non producono beni, ma servizi. Esse, cioè, rendono disponibili condizioni che facilitano lo svolgimento di altre attività. Un’impresa di assicurazione o di trasporto, ad esempio, non produce alcun bene materiale, bensì facilitazioni allo svolgimento di atti produttivi diretti o indiretti svolti da altri (TAVOLA 1.2). 3 Nel corso della trattazione, tuttavia, i termini azienda e impresa verranno usati come sinonimi. La produzione diretta… …indiretta… …e di servizi L’AZIENDA 8 TAVOLA 1.2 - Tipologie di produzione PRODUZIONE diretta con trasformazione fisico-tecnica della materia indiretta con trasformazione dei beni nello spazio e nel tempo servizi produzione di condizioni che facilitano lo svolgimento di altre attività Ciascuna delle classi di imprese menzionate può essere ulteriormente ripartita secondo diversi punti di vista. Così, le imprese di produzione diretta si possono distinguere in: agricole, minerarie, manifatturiere ecc. Queste ultime, a loro volta, si suddividono in: metallurgiche, meccaniche, chimiche ecc. Queste semplici classificazioni indicano che il termine produzione, riferito all’impresa, non va inteso in senso fisico, ma economico, ossia come processo di creazione di utilità rivolte a soddisfare bisogni umani. Emerge, inoltre, che l’ambito delle imprese è variegato e composito. Tuttavia, esistono notevoli uniformità di struttura e di comportamento che accomunano tutte le unità aziendali di produzione, indipendentemente da quale sia, in concreto, l’oggetto della loro attività. Nei successivi capitoli, è su queste uniformità che concentreremo la nostra attenzione. 1.2. I SOGGETTI DELL’AZIENDA Oltre che sotto un profilo oggettivo, quale strumento dell’uomo per svolgere, in modo economico, un’attività avente La produzione in senso economico L’OGGETTO E I SOGGETTI DELL’AZIENDA 9 per oggetto la produzione o il consumo di beni, l’azienda va considerata sotto un profilo soggettivo, guardando alle persone che «stanno dietro» a essa, ai soggetti che la istituiscono e la impiegano per soddisfare bisogni. In questa prospettiva, emergono due figure fondamentali: soggetto giuridico; soggetto economico. 1.2.1. IL SOGGETTO GIURIDICO Svolgere un’attività economica comporta una serie di azioni che determinano rapporti con altri soggetti al di fuori dell’azienda. Moltissime azioni producono effetti giuridici, fanno, cioè, sorgere diritti, ma soprattutto obblighi per chi le compie. La responsabilità giuridica dell’azienda In questo quadro, il soggetto giuridico si configura come il soggetto a cui fanno capo gli effetti giuridici conseguenti allo svolgimento dell’attività aziendale. Il soggetto giuridico non è l’azienda stessa. Il nostro Codice Civile, infatti, non riconosce allo strumento azienda soggettività giuridica. Esso, allora, va ricercato altrove e, in particolare, nel titolare, ossia nel proprietario dell’azienda. La questione diventa dunque: chi può essere titolare di un’impresa? Evitando di sollevare delicate questioni giuridiche, il titolare può essere una (TAVOLA 1.3): persona fisica; società. Nel caso in cui l’impresa appartenga ad una singola persona fisica si parla di azienda individuale. Si tratta di una forma giuridica largamente diffusa nel nostro sistema economico, che si caratterizza per la responsabilità illimitata del titolare; il proprietario dell’azienda risponde, cioè, delle obbligazioni contratte nell’esercizio dell’azienda con tutto il suo patrimonio personale, indipendentemente da quanta parte di tale patrimonio ha, nell’azienda, effettivamente investito. Le aziende individuali L’AZIENDA 10 Nel secondo caso siamo di fronte a una azienda collettiva o societaria. La società è regolata dal nostro Codice Civile all’art. 2247 che recita: «Con il contratto di società, due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili». Elementi chiave della società sono, di regola, i seguenti: presenza di più persone fisiche (da cui il concetto di azienda collettiva);4 conferimento di una ricchezza iniziale. TAVOLA 1.3 - Il soggetto giuridico azienda individuale il titolare (persona fisica) SOGGETTO GIURIDICO di persone i soci (persone fisiche) di capitali la società (persona giuridica) società Il conferimento della ricchezza ha una duplice funzione: fornire una dotazione di capitale per l’avvio dell’attività; costituire una garanzia patrimoniale per le obbligazioni assunte dall’azienda in seguito allo svolgimento di tale attività. Esistono diversi tipi o forme di società. La distinzione fondamentale è fra:5 società di persone; società di capitali. 4 Occorre, tuttavia, segnalare che, per le società di capitali, si può presentare il caso di S.p.A. e S.r.L unipersonali, così come stabilito dal Codice Civile agli articoli 2328 e seguenti, 2362 e seguenti. 5 Per un migliore inquadramento giuridico del problema, si consiglia la lettura di un testo di diritto privato o commerciale. L’OGGETTO E I SOGGETTI DELL’AZIENDA 11 Le principali società di persone sono rappresentate da: società in nome collettivo (S.n.C.); società in accomandita semplice (S.a.S.). Nelle società di persone, le obbligazioni assunte dall’azienda, che fa capo alla società, trovano copertura nel patrimonio sociale. Tuttavia, se questo non è sufficiente per far fronte a tali obbligazioni, i soci sono chiamati a rispondere con il loro patrimonio personale. La responsabilità che lega i soci è illimitata, come nel caso dell’azienda individuale, ma anche solidale. Ogni socio, cioè, risponde delle obbligazioni contratte nell’esercizio dell’impresa con tutto quanto possiede personalmente, salvo poi rivalersi sugli altri soci per la parte da essi dovuta.6 Nel caso delle società di persone, è dunque evidente la prevalenza dell’elemento personale su quello patrimoniale. La società rappresenta un «diaframma» molto fragile fra i soci e i terzi. Le società di persone Aziende collettive o società Per questo, di fatto, il soggetto giuridico dell’azienda, nel caso questa abbia la veste giuridica di una società di persone, è rappresentato dai soci. Le principali società di capitali, invece, sono: società a responsabilità limitata (S.r.L.); società per azioni (S.p.A.); società in accomandita per azioni (S.a.p.A.). Le società di capitali sono persone giuridiche. La persona giuridica è un organismo unitario che viene considerato dall’ordinamento giuridico come soggetto di diritto, come 6 Nella società in accomandita semplice, le cose sono un po’ diverse. I soci, infatti, sono di due ordini: accomandanti; accomandatari. I primi sono responsabili solo nei limiti del capitale sottoscritto e non partecipano all’amministrazione della società. I secondi sono responsabili illimitatamente e solidalmente delle obbligazioni sociali e ad essi è riservata l’amministrazione sociale. Le società di capitali La persona giuridica L’AZIENDA 12 un’entità, cioè, fornita di capacità giuridica propria e distinta dalle persone che concorrono a formarla. La persona giuridica si fonda sui seguenti elementi essenziali: persone fisiche; patrimonio; scopo; riconoscimento da parte dello Stato. Vi è, dunque, una base sostanziale (persone, patrimonio, scopo) e un’attribuzione formale (il riconoscimento da parte dell’ordinamento giuridico). La società come tale, quindi, è titolare dell’azienda e ne rappresenta il soggetto giuridico. Essa risponde delle obbligazioni contratte nell’esercizio dell’impresa con il suo patrimonio. I soci, a differenza delle società di persone (e salvo casi particolari), hanno responsabilità limitata al patrimonio apportato nella società. Ciò spiega perché la legge prescriva dei limiti minimi per il patrimonio di cui deve essere dotata la società di capitali: 120.000 Euro per S.p.A. e S.a.p.A., 10.000 Euro per S.r.L. ESEMPIO Nel fallimento di Parmalat S.p.A., trattandosi di una società di capitali, i creditori, per recuperare quanto da loro vantato, possono rivalersi esclusivamente sul patrimonio detenuto dalla società. Se la liquidità derivante dalla vendita di questo complesso di beni non è sufficiente ad assicurare l’integrale soddisfacimento delle obbligazioni assunte dalla società, i creditori rimangono, in parte, «a bocca asciutta». Il patrimonio personale dei soci, anche se di cospicue dimensioni, potrà essere attaccato solo nel caso in cui sia accertato un loro concorso nel reato di frode messo in atto ai danni degli stessi creditori sociali. 1.2.2. IL SOGGETTO ECONOMICO Il secondo, fondamentale, profilo soggettivo dell’azienda è rappresentato dal soggetto economico. L’OGGETTO E I SOGGETTI DELL’AZIENDA 13 Con questo termine si vuole indicare chi ha il controllo dell’impresa, ossia chi ne determina le scelte di fondo. In prima battuta, il soggetto economico può essere individuato nel soggetto che risponde, con il proprio capitale, delle obbligazioni derivanti dall’attività aziendale. Il rischio patrimoniale lo legittima a essere colui a cui spettano le scelte di fondo concernenti l’attività dell’impresa. Ragionando in questi termini, il soggetto economico dell’azienda individuale si può identificare col titolare stesso. Salvo casi particolari, quindi, nelle aziende individuali, soggetto giuridico e soggetto economico coincidono.7 Guardando alle società, invece, il soggetto economico, in prima approssimazione, è individuabile nel complesso dei soci. Sono i soci, infatti, che conferiscono la base patrimoniale della società e che, pertanto, risentono immediatamente dei risultati, positivi o negativi, dell’attività aziendale. Nel caso delle società di persone si ripresenta, dunque, una sostanziale coincidenza fra soggetto economico e giuridico. Non così per le società di capitali. Per queste, infatti, il soggetto giuridico è sempre espresso dalla società in quanto persona giuridica e, come tale, si differenzia dai soci (TAVOLA 1.4). Sempre pensando alle società, se è vero che i soci rappresentano il soggetto economico in senso ampio, è altrettanto vero che non tutti i soci hanno lo stesso «peso» nel controllare la 7 Talvolta, però, questa coincidenza fra soggetto giuridico ed economico non si ha, vuoi per cause fisiologiche vuoi per motivi patologici. Qualora il titolare dell’impresa sia un minore o un interdetto, ad esempio, siamo di fronte a casi «fisiologici» nei quali il titolare dell’azienda, ferma restando la sua capacità giuridica, ha ridotta o annullata la capacità di agire. Egli, dunque, non può svolgere quella superiore funzione di comando che lo qualifica come soggetto economico. Situazioni «patologiche» di separazione tra soggetto giuridico ed economico si possono avere nel caso di impresa controllata da un soggetto, ad esempio un fallito, al quale sia stato precluso l’esercizio dell’impresa. Volendo continuare a svolgere l’attività imprenditoriale, il fallito può costituire un’azienda intestandola a un prestanome, il quale funge da parafulmine giuridico, senza aver nessun reale peso economico nella vita dell’impresa. Il soggetto economico nell’azienda individuale e nelle società L’AZIENDA 14 società. Alcuni, infatti, possono aver conferito una quota di capitale maggiore degli altri. Si propone, allora, il concetto di soggetto economico «in senso stretto» che è individuabile nel capitale di maggioranza. Il capitale di maggioranza Il problema accennato assume particolare risalto nelle società di capitali. Nelle società di persone, infatti, «salvo diversa pattuizione, l’amministrazione della società spetta a ciascuno dei soci disgiuntamente dagli altri».8 TAVOLA 1.4 - Il soggetto economico SOGGETTO ECONOMICO azienda individuale titolare società di persone soci capitale di maggioranza società di capitali capitale di comando manager (public company) Nelle società per azioni, però, specie se a larga base sociale, molto spesso la gran parte dei soci è «distante», per motivi 8 Il periodo fra virgolette è tratto dall’art. 2257 del Codice Civile. Lo stesso articolo così prosegue: «Se l’amministrazione spetta disgiuntamente a più soci, ciascun socio amministratore ha diritto di opporsi all’operazione che un altro voglia compiere, prima che sia compiuta. La maggioranza dei soci, determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili, decide sull’opposizione». Una maggioranza, dunque, si afferma anche in seno alle società di persone. La parte di utili attribuita a ciascun socio, infatti, si presume proporzionale ai conferimenti (cfr. art. 2263 C.C.). Il ruolo della maggioranza emerge con più evidenza laddove, ai sensi dell’art. 2258, l’amministrazione della società spetti congiuntamente a più soci. Capitale di comando L’OGGETTO E I SOGGETTI DELL’AZIENDA 15 economici e tecnici, dalla vita dell’azienda. Una porzione, anche limitata, di capitale può, allora, consentire di ottenere, di fatto, il controllo dell’azienda. Da qui, la nozione di capitale di comando. ESEMPIO Il capitale sociale di Fiat S.p.A. è di grandi dimensioni e ciò ha favorito la sua ripartizione fra molti soci. «Fette» di capitale sono in mano a soggetti italiani e stranieri interessati, più che al controllo della società, al rendimento delle loro azioni. Ciò consente alla famiglia Agnelli di governare le decisioni sociali con un capitale di comando relativamente basso (il 30,46%).9 Altri azionisti 15 % Investitori esteri 15 % Banche ed altre persone giuridiche 20 % Famiglia Agnelli 30 % Investitori Italiani 10 % In una situazione ancora più avanzata, peraltro frequente nei Paesi a elevato grado di sviluppo economico, il controllo dell’azienda è totalmente affidato a «tecnici» della gestione, i manager. Si pensi, ad esempio, alle grandi imprese statunitensi, il cui capitale sociale è frazionato fra un gran numero di soci, ognuno dei quali ne possiede una quota irrilevante. Tanto irrilevante che, non «appartenendo» a nessuno in particolare, l’impresa è, di fatto, di tutti. Da qui, l’espressione public company. 9 Fonte: Bilancio d’esercizio 2005. L’AZIENDA 16 In questi casi, i soci «contano» molto poco; la società è nelle mani dei manager, ossia dei dirigenti, che diventano il vero soggetto economico dell’impresa. I manager, infatti, nelle imprese grandi e complesse, sono gli unici a possedere le competenze necessarie per governare effettivamente l’impresa. Si manifesta, così, una separazione fra proprietà e controllo: chi di fatto controlla l’azienda può non essere proprietario di alcuna quota del capitale sociale.10 ESEMPIO L’americana General Electric, fra le più grandi società del mondo, è considerata una public company. Nel corso degli anni, i soci fondatori hanno via via lasciato posto a investitori nazionali e stranieri. Ciò è successo anche in molte società italiane. Diversamente da queste ultime, tuttavia, General Electric è andata oltre nel momento in cui il capitale di comando è stato ulteriormente ripartito fra altri investitori. Ad oggi, il capitale della società risulta privo di un «nocciolo duro» che ne decide le sorti. Queste sono affidate in toto al gruppo manageriale. Individuare il soggetto giuridico e il soggetto economico dell’azienda è molto importante a fini pratici. Conoscere il soggetto giuridico, ossia chi risponde delle obbligazioni contratte dall’azienda, è essenziale per tutti coloro che con questa vengono in contatto. Si pensi, ad esempio, a un potenziale finanziatore il quale, prima di affidare i propri capitali all’azienda, deve opportunamente valutare le garanzie, personali e/o patrimoniali, che questa, stante la sua veste giuridica, è in grado di offrirgli. La veste giuridica, peraltro, ha conseguenze anche extragiuridiche. Come vedremo più avanti, ogni impresa, per 10 Si potrebbe obiettare che, comunque, i manager sono nominati dal gruppo dei soci. In realtà però, laddove la public company si sviluppa, la base sociale, staccata dalla conduzione dell’azienda, finisce per perdere anche gli elementi di giudizio necessari per la scelta dei manager. Saranno, quindi, i manager in carica a designare i loro successori o, quanto meno, a creare le situazioni aziendali interne da cui scaturirà la soluzione al problema del cambiamento dei vertici. Tale fenomeno è stato indicato come autogenesi dei capi. Manager e public company L’OGGETTO E I SOGGETTI DELL’AZIENDA 17 funzionare, ha bisogno di un certo quantitativo di capitale monetario che ben difficilmente può essere interamente conferito dal titolare o dai soci. Esso viene raccolto ricorrendo anche a fonti diverse; alcune di esse sono utilizzabili solo se l’impresa presenta una determinata veste giuridica.11 Anche mettere a fuoco il soggetto economico è di cruciale importanza, in quanto esso rappresenta, per così dire, il «cervello» dell’impresa, il supremo centro decisionale che ne determina i comportamenti. Se, dunque, si vogliono comprendere le logiche che muovono l’azione di un’impresa non si può prescindere dall’identificazione del suo soggetto economico. 1.3. AZIENDA PUBBLICA E AZIENDA PRIVATA. I GRUPPI AZIENDALI I concetti di soggetto giuridico ed economico offrono il riferimento essenziale per operare alcune importanti distinzioni fra le aziende. Di notevole rilievo, in questa prospettiva, è la distinzione fra azienda privata e pubblica. Sotto un profilo giuridico, l’azienda è pubblica quando il suo soggetto giuridico è pubblico. È questo il caso delle persone giuridiche di diritto pubblico, ossia di persone giuridiche distinte dallo Stato, ma che perseguono scopi di interesse pubblico, che sono, cioè, attive nell’interesse dello Stato come, ad esempio, Regioni, Province, Comuni. Le aziende espressione di persone giuridiche di diritto pubblico operano tipicamente nella gestione di servizi pubblici come acqua, rifiuti ecc. Oggi, tuttavia, sono sempre meno diffuse in seguito alle privatizzazioni realizzate nel nostro Paese. Un’azienda, comunque, può essere considerata pubblica anche in relazione al suo soggetto economico. 11 Si pensi, ad esempio, ai prestiti obbligazionari: solo le società di capitali possono emetterli. L’azienda pubblica L’AZIENDA 18 In tal senso, si guardi al fenomeno, anch’esso al centro di un profondo ripensamento critico, dell’azionariato di Stato. Lo Stato, cioè, è «socio» di imprese che sono persone giuridiche di diritto privato. In questi casi, il soggetto giuridico resta privato, ma il controllo sull’impresa è pubblico. ESEMPIO Il parco archeologico di Populonia è gestito da una società per azioni denominata Parchi Val di Cornia S.p.A., fondata nel 1997. L’85,77% del capitale è in mano a enti pubblici, mentre la restante parte è posseduta da privati. Comune di Piombino Comune di Campiglia M.ma Comune di San Vincenzo Comune di Suvereto Comune di Sassetta Provincia di Livorno CCIAA Livorno Imprese private Quota detenuta (€) 684.465,80 332.006,20 128.711,80 38.892,45 774,75 83.982,90 1.033,00 210.684,58 Quota detenuta (%) 46,23% 22,43% 8,69% 2,63% 0,05% 5,67% 0,07% 14,23% Questa azienda, dunque, presenta una forma giuridica di diritto privato. Di fatto, però, si tratta di un’impresa pubblica a tutti gli effetti, in quanto diretta da soggetti pubblici, che perseguono finalità di ordine pubblico. I concetti di soggetto giuridico e soggetto economico si rivelano, inoltre, utili strumenti per mettere a fuoco i fenomeni di aggregazione fra imprese. L’economia contemporanea, come noto, è caratterizzata dalla presenza dei gruppi aziendali. Con questo termine si fa riferimento a più aziende che, pur conservando la loro autonoma identità giuridica, fanno tutte capo ad una «società madre» detta, appunto, capogruppo o holding. Nel gruppo, dunque, troviamo più imprese, ciascuna con un proprio soggetto giuridico, ma governate da un solo soggetto economico comune, ravvisabile nella società capogruppo. I gruppi di imprese L’OGGETTO E I SOGGETTI DELL’AZIENDA 19 Il controllo esercitato dalla capogruppo può essere diretto o indiretto (TAVOLA 1.5). Nel primo caso, la capogruppo A possiede direttamente il «capitale di comando» delle società B, C, D ecc; nel secondo caso, la capogruppo possiede il capitale di comando della società B, la quale, a sua volta, possiede il capitale di comando della società C, e così via. Controllo indiretto si può avere anche nel caso in cui A possieda il capitale di comando di B e una quota del capitale di C. Se anche B possiede una quota del capitale di C che sommata a quella posseduta da A configura un capitale di comando, A controlla di fatto C. Controllo diretto e indiretto TAVOLA 1.5 - Il controllo diretto e indiretto controllo diretto controllo indiretto controllo indiretto A A A 80 % 60 % B C 100 % 100 % B B 60 % 35 % 60 % C 25 % C In relazione all’attività produttiva esercitata dalle imprese che vi partecipano, il gruppo può essere: industriale; finanziario. Nel gruppo industriale, le varie imprese che ne fanno parte operano tutte nello stesso settore produttivo o in settori fra loro collegati da rapporti di complementarietà tecnico-produttiva. La costituzione del gruppo parte sovente dalla volontà della società Gruppo industriale e integrazione L’AZIENDA 20 madre di integrare, a monte e/o a valle, la propria attività produttiva. Un semplice esempio è quello di un’impresa che produce scarpe la quale controlla, a monte del proprio processo produttivo, un’impresa conciaria e, a valle, una catena di negozi per la distribuzione al dettaglio delle scarpe. L’integrazione, oltre che in senso verticale, quale quella descritta, si può sviluppare in senso orizzontale. Ritornando all’esempio del calzaturificio, questi potrebbe voler acquisire il comando di altre imprese concorrenti, così da accrescere la propria forza competitiva nel settore. Nel gruppo finanziario, invece, non necessariamente esistono collegamenti tecnico-produttivi fra le imprese che a esso partecipano. Queste operano nei più diversi campi di attività. Così concepito, il gruppo consente di svolgere complessivamente un’attività d’impresa riducendone il rischio. Infatti, la diversificazione, che il gruppo permette di ottenere, fa sì che eventuali condizioni «di magra» in un settore vengano controbilanciate da condizioni favorevoli in altri. ESEMPIO Il 30,46% del capitale di Fiat S.p.A. non si trova, in realtà, direttamente nelle mani della famiglia Agnelli, ma risulta in possesso di un’altra società, Ifil Investments S.p.A. Tuttavia, possedendo il 63,68% del capitale di quest’ultima società, la famiglia Agnelli, di fatto, controlla Fiat.12 A sua volta, Fiat S.p.A. è a capo di un gruppo molto ramificato e diversificato di imprese. Accanto a società possedute per realizzare il business della costruzione dei veicoli (Ferrari S.p.A. è posseduta al 56% e, a sua volta, detiene l’intero capitale di Ferrari G.E.D. S.p.A.), si ritrovano aziende che operano in altri campi (Itedi-Italiana Edizioni S.p.A. è controllata al 100% e opera nel settore dell’editoria e delle comunicazioni).13 Siamo, quindi, di fronte a un gruppo sia finanziario che industriale. I legami di controllo diretto fra le varie società consentono alla holding, che in ultima battuta è Ifil S.p.A., di comandare l’intera catena del gruppo. 12 Fonte: Consob, giugno 2006. 13 Fonte: Bilancio consolidato 2005 del Gruppo Fiat. Il gruppo finanziario L’OGGETTO E I SOGGETTI DELL’AZIENDA 21 IFIL INVESTMENTS SPA 30,46 % FIAT SPA 56 % FERRARI SPA 100 % ITEDI-ITALIANA EDIZIONI SPA 100 % FERRARI GED SPA Il gruppo, comunque, non va confuso con l’azienda divisa. L’azienda divisa, come il gruppo, consta di più unità produttive elementari. A differenza del gruppo, però, tutte le unità elementari dell’azienda divisa mantengono lo stesso soggetto giuridico oltre che lo stesso soggetto economico. ESEMPIO La Banca di Roma si suddivide in tante filiali e agenzie, ognuna delle quali di fatto è un’impresa, ossia un’unità di produzione, a sé stante. Il soggetto giuridico delle diverse unità resta sempre la persona giuridica Banca di Roma S.p.A. e il soggetto economico va individuato in chi detiene il capitale di comando di tale società. L’azienda divisa PAROLE CHIAVE Azienda Azienda collettiva Azienda di erogazione Azienda divisa Azienda individuale Azienda pubblica Capitale di comando Capitale di maggioranza Capogruppo Controllo diretto Controllo indiretto Diversificazione Gruppi aziendali Gruppo finanziario Gruppo industriale Impresa Integrazione orizzontale Integrazione verticale Persona giuridica Società Società di capitali Società di persone Soggetto economico Soggetto giuridico