Corso di pesca Tra ami e inneschi Riccardo
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Corso di pesca Tra ami e inneschi Riccardo
Corso di pesca Tra ami e inneschi di Riccardo Zago S embrerà strano che da un oggetto così piccolo come un amo dipenda la gran parte del nostro risultato di pesca, eppure è proprio l’amo ad agganciare il pesce e a tenercelo in canna durante il combattimento. Così come è l’amo, che può avere forme e dimensioni anche molto diverse, a trattenere la nostra esca. E, proprio a proposito di bocconi, questa volta ci soffermiamo sulla sardina, l’esca forse più duttile e usata per moltissimi pesci ma anche una delle più delicate sulla mangiata. Ecco due buoni argomenti da approfondire in queste pagine: la scelta dell’amo e un paio di sistemi per migliorare i nostri inneschi con la sardina. Questione di misura ma anche di forma Decidere quale uncino montare non è semplice come sembra e prova ne sono i cataloghi delle grandi marche, in cui troviamo un’infinità di modelli: grossi, piccoli, lunghi o corti, con occhiello e senza, con ardiglione o meno e via dicendo, per tutte le tecniche e... anche di più. Spesso si rimane disorientati e la scelta di un amo al posto di un altro, magari proprio quello giusto, è frutto della confusione. Per il bolentino dalla barca, però, occorrono ami specifici da scegliere in base alla profondità in cui si agisce. Nel sottocosta ci vogliono uncini a paletta, a filo sottile, dal gambo lungo e la curva stretta, prerogative che li rendono adatti all’innesco di vermi come i “coreani” e i “muriddu”. L’amo a paletta è comune a tutti i tipi di bolentino, a parte quello di profondità, ma il gambo lungo facilita l’innesco dei vermi e, nel caso di pesci dai denti affilati, evita che il nylon si tronchi. La curva stretta, infine, agevola la ferrata dei piccoli pesci di fondo. La misura standard degli ami per il bolentino sottocosta è n. 12-10. Se, invece, cerchiamo tanute, saraghi o pagelli, si va sul medio fondale: gli ami cambiano e diventano a filo medio, con gambo lungo e curva tonda. Il filo, cioè lo spessore dell’acciaio, è consistente e rende l’amo adatto a pesci un po’ più robusti di quelli del sottocosta, mentre la curva è quella migliore per penetrare in bocche grandi ma dal palato non troppo duro. Calamaro e gambero sono le esche principali che vanno piazzate su ami del n. 10-8. Nel bolentino di profondità il discorso cambia, perché possono presentarsi all’appuntamento prede di taglia media e grande, ma anche veri colossi. Quindi vanno scelti ami dal filo grosso, in acciaio, dotati di occhiello e dalla curva tonda: spesso sono del tipo “beack”, ovvero a becco d’aquila, e sono molto robusti. Nelle profondità, con pesci di taglia, l’occhiello e l’acciaio ci danno maggiore Un secchio di sarde fresche, niente di meglio per le nostre esche maggio-giugno 2016 49 Corso di pesca Dopo avere “cucito” il filetto che abbiamo ricavato dalla sarda sull’amo, avvolgiamolo con un filo elastico fino a compattarlo del tutto sicurezza nel combattimento mentre il filo grosso ci permette di avere ragione anche di prede pesanti impedendo che riescano a romperlo o a raddrizzarlo. La curvatura rotonda e la punta beack garantiscono ferrate sicure anche nei palati più duri. Misure ideali, da 2 a 7/0 per l’innesco di sardine intere o a pezzi, calamari e pesci morti in genere. La scala Redding è il metodo universale che stabilisce la misurazione degli ami a gambo sia corto sia lungo. I numeri partono dal 28 e arrivano all’1: le numerazioni più alte si riferiscono agli ami piccoli, le basse ai più grossi. Dal n. 1 si passa al n. 1/0, fino al n. 10/0… un amo enorme, adatto a innescare anche un blocco di carne per squali. Scegliere la forma del gambo è importante per i vari inneschi: corto è adatto a pane, bigattini e a qualche esca naturale come il granchio; il gambo lungo è per esche che devono essere spinte lungo la curva per poter essere innescate. 50 maggio-giugno 2016 Migliorare gli inneschi spesso s’innesca una sardina con la sardina intera, ma la si può mettere La sardina, si sa, è un’ottima sull’amo anche in filetti legati esca ma la sua carne non è con il filo elastico: in particomolto soda: per renderla più lare, qualora in pastura enconsistente possiamo ricorrere trassero pesci piccoli a rovinare a un piccolo trucco tenendo le esche intere, in questo modo presente, comunque, che la non riusciranno a distruggere sua conservazione non si procompletamente il filetto legato, trae per più di un giorno. Nel che resterà così appetibile per pomeriggio precedente l’uscita, le prede più grosse. Per innedopo aver eliminato la testa e scare un filetto di sardina, bile interiora, dobbiamo aprire sogna assicurarlo bene all’amo le sarde a libro. In un contecon un sottile filo elastico di nitore largo metteremo uno colore neutro, che non metta strato di sale grosso su cui in allarme il pesce. È un sistema adagiare una parte dei pesci. molto utile, perché compatta Formeremo vari strati, alterl’esca impedendo che venga nando sale grosso e sardine, disfatta dall’attacco della miper poi mettere il tutto in frinutaglia. Per tagliare la sardina gorifero. Il sale favorirà l’espuloccorre uno sfilettatore. Si sione dell’acqua dai pesci e taglia quindi la testa della sarper questo, ogni tanto, occordina all’altezza delle branchie, rerà eliminarla dal contenitore. poi eliminiamo anche la coda, La mattina seguente, una volta uno o due centimetri sotto asciugate con un panno, le l’apice, apriamo a libro il pesce sardine avranno carne più separandone i filetti e tagliansoda e consistente e staranno done uno a metà per il lungo. sull’amo alla perfezione, sopInfiliamo l’amo ad un centiportando anche i lanci più metro delle due estremità del impegnativi. filetto e, facendone uscire la Quello descritto sin qui non punta, trapassiamo di nuovo è l’unico sistema per migliorare la polpa più in basso. le “prestazioni” della sardina. Il pesce azzurro, infatti, è un’esca ideale per il bolentino sul fondo ma anche per il drifting leggero in superficie o a mezz’acqua, alla ricerca di sgombri e palamite. Per quest’ultiLa scelta dell’amo è un fattore determinante nella pesca a mo sistema, bolentino. Nella foto, un bel pagello “allamato”