heaven to hell lachapelle
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“Dopo il Diluvio” di David LaChapelle a Roma: tra provocazione e postpop 25 May 2015 Brigida Ranieri L’esposizione ospita anche filmati di backstage che illustrano il complesso processo di realizzazione dei suoi set fotografici e i videoclip più noti realizzati da LaChapelle come videomaker musicale di fama mondiale. Sulle note di Hallelujah di Leonard Cohen, dissacrante e commovente è il set fotografico della Pietà di Kurt Cobain e Courtney Love: i cubi disposti dal bambino-cherubino compongono fatalmente la frase Heaven to Hell, mentre il cantante giace, la consunzione fisica è bene in vista, tra le braccia della compagna, sensualissima ma infinitamente triste. Self Portrait as a House, 2013 Dal 30 aprile al 13 settembre 2015 il Palazzo delle Esposizioni ha aperto le porte a una mostra sensazionale, provocatoria e postpop: David LaChapelle, Dopo il Diluvio. La mostra, curata da Gianni Mercurio, è una delle più importanti retrospettive dedicate allo straordinario artista e fotografo americano. Più di 150 opere, alcune notissime e molte altre inedite, altre in dimensioni gigantesche (oltre sette metri per due) per la prima volta presentate nella suggestiva cornice del Palazzo delle Esposizioni di Roma. La capitale ha rappresentato uno snodo importantissimo nella carriera artistica di LaChapelle. Durante un soggiorno romano nel 2006, l’artista ha occasione di visitare privatamente la Cappella Sistina; la sua sensibilità è sconvolta dalla potenza dell’arte michelangiolesca e, più in generale, romana, tanto da creare nel suo animo il desiderio e la necessità di un cambiamento di rotta. La mostra si concentra sulle opere di LaChapelle realizzate proprio a partire dal 2006, anno di produzione della maestosa serie The Deluge, che rappresenta una svolta significativa nella sua poetica. The Deluge prende le mosse dall’affresco di Michelangelo nella Cappella Sistina per realizzare un’opera destinata alla sola fruizione museale e galleristica. Fino a quel momento LaChapelle ha quasi esclusivamente pubblicato su riviste di moda e cataloghi senza testi. Da questo momento, i lavori del fotografo e artista americano si aprono a nuove poetiche estetiche e concettuali. Ad una preponderante presenza umana delle opere precedenti, si contrappone la scomparsa pressoché totale dell’elemento umano. Le serie fotografiche Car Crash, Negative Currencies, Hearth Laughs in Flowers, Gas Stations, Land Scape e Aristocracy mostrano con evidenza il cambiamento formale e sostanziale: la materialità è sostituita dalla trascendente immanenza dello spazio. Accanto al nuovissimo LaChapelle, la mostra offre un excursus completo dell’opera del fotografo e della sua poetica dissoluta, provocatoria, irridente e postmoderna. Sorprendenti Nature Morte che ritraggono, scomposte e decomposte, le celebrità del panorama musicale e cinematografico; rielaborazioni viziose di temi dall’elevata sacralità; riletture di scene memorabile dell’arte e del cinema. E non manca la solitudine, incarnata negli scatti delle stazioni di rifornimento, resti architettonici e spaziali di un mondo scomparso: l’artista, soprannominato il Fellini della fotografia, ha creato uno stile postpop, surrealista, dissacrante e travolgente, che lo rende unico. Non esprime giudizi di valore, ma parla per immagini: la possibilità dell’esistenza. INFO Dopo il diluvio, David LaChapelle Fino al 13 settembre Palazzo delle Esposizioni, Via Nazionale, 194, Roma Martedì, mercoledì, giovedì: 10.00 – 20.00 Venerdì, sabato: 10.00 – 22.30 Domenica: 10.00 – 20.00 L’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura
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