IL SOMMERGIBILE “ SCIRE` “

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IL SOMMERGIBILE “ SCIRE` “
IL SOMMERGIBILE “ SCIRE’ “
ANTEFATTO.
Normalmente in un evento storico troviamo personaggi di spicco, uomini di grande valore politico o
militare. Più raro invece trovare entità storiche di rilevante importanza che, pur non essendo esseri
viventi, si sono ugualmente coperti di gloria, assumendo così un elevato valore epico. Una di tali
figure è il sommergibile “ Scirè “, famoso per aver partecipato alle imprese dei nostri incursori
subacquei nella 2^ G.M.
DATI TECNICI ED IMPRESE.
Varato il 6.1.1938 nei Cantieri del Muggiano di La Spezia, faceva parte della Classe “ Adua “ di
tipo “600” costiero e dislocava tonn. 697 in superficie e 856 in immersione. A basso pescaggio
( solo m. 4,66 ), poteva sviluppare una velocità di 14 nodi. Inizialmente il suo comandante fu il T.V.
Adriano Pini. Nella prima parte della sua breve ma intensa attività ( 1940- 42 ) operò come gli altri
mezzi della sua categoria nell’ Alto Tirreno. Venne poi prescelto per l’ “avvicinamento “ dei mezzi
della X Flottiglia MAS ( i cosiddetti siluri a lenta corsa - SLC ) e si provvide alla sua conversione,
eliminando il pezzo prodiero da 100 mm., due tubi lanciasiluri ed altro materiale superfluo, e
montando in sostituzione tre grossi cassoni a tenuta stagna , uno a proravia della torretta e gli altri
due, affiancati, a poppa per il trasporto di tre SLC. Caratteristica la sua nuova verniciatura esterna
(verdolina) giudicata più adatta a confonderlo nel cielo notturno, nonché il camuffamento ottico –
con una speciale vernice – col disegno di un peschereccio che navigava in direzione opposta. Al
comando del sommergibile fu destinato il C.C. Junio Valerio Borghese.Molte furono le operazioni
d’assalto svolte dallo Scirè tra il 1940 ed il ’41 ; non tutte fortunate quelle contro la base inglese di
Gibilterra, ma vittoriose – invece – quelle contro la base navale di Alessandria d’Egitto e per le
quali lo Scirè divenne non solo famoso in Italia ma diventò l’incubo della Royal Navy, per via del
danneggiamento che mise fuori uso per oltre un anno e mezzo le corazzate Valiant e Queen
Elizabeth, oltre al caccia Jervis ed alla nave-cisterna Sagona. Ciò costrinse il Comando navale del
Mediterraneo a decentrare l’intera flotta in porti minori e nel Mar Rosso. Tutti gli incursori
ricevettero successivamente la Medaglia d’Oro, oltre al Comandante Borghese ed alla Bandiera di
guerra dello stesso Scirè. Onore questo ancor più grande, in quanto soltanto altre due unità della
R.Marina avevano ricevuto tale alto riconoscimento. Borghese prese il comando dell’intera X^
Flottiglia ed il comando dello Scirè passò al TV. Bruno Zelik.
Fig. 1 = Il varo dello Scirè a La Spezia il
6.1.1938.
Fig. 2 = Lo Scirè convertito per le operazioni
d’ “ avvicinamento “ dei S.L.C.
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LA MISSIONE SUICIDA DI HAIFA.
Nel Luglio del 1942 venne pianificata l’operazione “SL.1” cioè l’attacco al porto palestinese di
Haifa dove si erano rifugiate parecchie unità della R.N. Il 27 luglio ’42 lo Scirè lasciò La Spezia ed
il 2 agosto giunse a Lero ( Dodecaneso ) per rifornirsi e ne ripartì il 6 agosto con destinazione Haifa.
A bordo vi erano 60 uomini, di cui 49 membri dell’equipaggio ed 11 incursori con tre SLC. I
ricognitori tedeschi sorvolarono Haifa e confermarono la presenza di almeno sei ottime prede ivi
ancorate. Poi dal 10 agosto 1942 lo Scirè non diede più notizie di sé. Il 31 agosto l’unità fu
dichiarata “ scomparsa in mare in azione di guerra” ed i suoi marinai “ dispersi in mare”.
LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA.
Solo a distanza di anni fu possibile accertare la sorte toccata all’unità subacquea, mediante l’accesso
agli archivi alleati ed all’interrogatorio del personale addetto al porto palestinese. Tutto nacque dal
fatto che gli inglesi del Gruppo di decifrazione guidato dal noto Alan Turing erano riusciti da tempo
a decrittare il codice tedesco ENIGMA, per cui “ leggevano “ chiaramente, all’insaputa dei
germanici, i messaggi trasmessi con tale macchinario. Essi avevano così scoperto che Haifa stava
per essere attaccata da un sommergibile d’assalto italiano, avendo decifrato i messaggi dei
ricognitori della Luftwaffe che avevano sorvolato il porto palestinese. Attesero al varco l’ignaro
Scirè e quando lo “ sentirono “ entrare in rada, lo inondarono di bombe di profondità e di cannonate
con le batterie a terra. Colpito più volte, lo Scirè affondò di prua nelle basse acque ( 35 m. ) della
rada. Equipaggio ed incursori si spostarono verso poppa cercando di avvicinarsi ai portelli poppieri
delle uscite d’ emergenza. Evidentemente non vi riuscirono in tempo, e lo Scirè racchiuse come in
un sepolcro tutti i suoi marinai. Aveva compiuto 14 missioni di guerra, percorrendo 14.375 miglia
in superficie e 1.590 in immersione. Ecco le cifre dei Caduti :
Grado
Equipaggio Incursori
Ufficiali
7
2
Sottufficiali
15
4
Sottocapi
19
2
Marò
8
3
====
===
49
11 ; in totale 60.
SVILUPPI SUCCESSIVI.
Lo Scirè ( quasi spezzato in due ) ebbe una seconda vita negli anni a seguire, di natura – come
dire – sottomarina. Infatti dopo la costituzione dello Stato di Israele, venne utilizzato dagli incursori
della Marina israeliana quale “ bersaglio “ di esercitazioni d’assalto subacqueo. Poi il governo
italiano sottoscrisse con quello di Tel Aviv un accordo per il recupero di scafo e salme, ed a tale
scopo la nave -appoggio “ Anteo “ operò in quella rada dal 2 al 28 settembre 1984, recuperando
parecchie parti minori dell’unità e 42 scheletri. I reperti vennero suddivisi fra il Museo navale di
Augusta, gli Arsenali Navali di La Spezie e di Venezia, mentre alcuni pezzi minori sono oggi
custoditi al Vittoriano di Roma, nel Sacrario delle bandiere. I Caduti furono consegnati alle
rispettive famiglie.
Nel 2002 la nave USA “ Apache” per un errore di manovra, gettando le sue ancore danneggiò
ulteriormente lo scafo sommerso, per cui – col permesso di Israele – i sommozzatori della Marina
italiana provvidero a sigillare il relitto, impedendo anche ad occasionali subacquei di penetrare
all’ interno. Lo Scirè resterà quindi in futuro a 35 m. di profondità nella quiete del mare.
ULTIME NOVITA’.
Arriviamo così al recente colpo di scena. Alcuni mesi fa una spedizione di archeologia subacquea,
mista italo- israeliana, guidata dall’archeologo Ehud Galili e dal ricercatore italiano Fabio Roberti,
ha trovato quasi sotto lo Scirè i resti di un rudimentale radar sottomarino britannico, che fu la vera
causa dell’affondamento dell’unità italiana. Il resoconto di tale spedizione è stato pubblicato proprio
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in questi giorni ( Aprile 2015 ) sulla Rivista “ Cathedra “ dell’Istituto Ben-Zvi di Gerusalemme.
Ecco in breve il riassunto : gli archeologi marini hanno trovato in loco alcuni grossi tubi metallici
marcati “ Siemens London “ ( la Ditta tedesca aveva un grande stabilimento sul Tamigi fino
all’inizio del 2° conflitto mondiale ) contenenti fili metallici. In pratica gli inglesi avevano costruito
in maniera artigianale un rudimentale “ radar “ sottomarino capace di captare il segnale del
passaggio di grossi battelli nelle vicinanze e di comunicare a bassa frequenza il segnale stesso ad un
centro di monitoraggio posizionato a terra. Fu così che nella realtà i britannici avevano “ sentito “ lo
Scirè entrare in rada, facendolo poi inondare di proiettili dalle batterie costiere e di bombe di
profondità da parte del caccia “Islay “ della R.N. L’affondamento dell’unità e la morte dei 60
marinai avvenne esattamente alle 15.50 del 10 agosto 1942. Ecco la vera fine dello “ Scirè “ incubo
della marina reale britannica. Ci piace concludere con una strofa tratta dalla suggestiva “ Preghiera
del sommergibilista “ di Giovanni Di Mauro : “ Palombaro, lasciateli dove sono ; nel battello non
sono soli : è con Loro Chi li ha accolti nel suo Regno “ !
DOCUMENTAZIONE TEMATICA.
Purtroppo è oltremodo difficile, direi impossibile, reperire supporti postali relativi allo Scirè, che è
diventato ormai oggetto di cult da parte degli appassionati di reperti marinari. La rete è piena di
inserzioni di fans che cercano – appunto – specifici cimeli, ma invano. Possiamo quindi solo
presentare qui appresso una cartolina illustrata del 1940, edita dall’Uff. Propaganda del PNF. , con
l’immagine di un “ Sommergibile che ritorna da una missione vittoriosa”, come scritto sul fondo,
ma non viaggiata ; ed un’altra cartolina ill. anni ’30, questa volta viaggiata, con fronte e retro della
medesima, il cui spazio è interamente occupato dallo scritto del sommergibilista mittente;
presumibilmente era contenuta in una busta affrancata :
Fig. 3 = Cartolina illustrata del 1940 di chiara
propaganda bellica ; non viaggiata .
Fig. 4 = Lettera anni ’30 di un marò
sommergibilista alla sua ragazza.
Concludiamo infine con due pezzi riferiti alla X^ Flottiglia Mas, da cui lo Scirè dipendeva :
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Fig. 5 = Lettera viaggiata, con bollo di censura di un
Marò della X^ MAS per Firenze .
Fig. 6 = Mostrina da braccio degli
appartenenti alla X^ Flottiglia MAS.
(Testi- base : Sergio Nesi : Lo Scirè.Storia di un sommergibile e degli uomini che lo resero famoso.
Ediz.Lo Scarabeo- Bologna, 2007; ed articolo de La Stampa di Torino del 21.4.15 : Così finì lo
Scirè, incubo degli inglesi ).
Alberto Caminiti
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