La seconda vita delle Terme di Boario Con l`elitaxi in 50 minuti si

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La seconda vita delle Terme di Boario Con l`elitaxi in 50 minuti si
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Sabato 26 Aprile 2014 Corriere della Sera
BS
Economia
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I giorni che mancano all’inaugurazione di Expo
2015, l’evento dedicato all’alimentazione
che si terrà nell’area di Rho, a nord di Milano
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Le nazioni che finora hanno ufficialmente
confermato la propria partecipazione.
L’esposizione universale durerà sei mesi
Turismo «La Valcamonica non offre attrazioni per i big spender? Noi li portiamo in via Montenapoleone»
La seconda vita delle Terme di Boario
Con l’elitaxi in 50 minuti si vola a Milano
La presidente Vielmi: puntiamo su lusso e spa in vista di Expo 2015
Si accorciano le distanza tra
Darfo Boario e Rho. La sede del
polo fieristico milanese non è
poi così lontana dalla Valle Camonica grazie a un’iniziativa
delle Terme di Boario. In vista
di Expo 2015 la direzione del
parco termale ha pensato a un
pacchetto soggiorno per attirare i turisti in visita all’esposizione universale.
Si tratta di un servizio di elitaxi con decollo da Boario e atterraggio all’eliporto di Bollate
a soli dieci chilometri da Rho.
Lì, ad attendere i visitatori in
trasferta camuna, un minivan
che li porterà davanti all’ingresso della fiera. Tutto in 50
minuti. «Sono partita dal ragionamento che se un turista
viene un paio di giorni in visita
a Expo di certo non viene anche
a fare un salto alle Terme di Boario quindi perché non dare
l’opportunità di fare le due cose
Nuove professioni
insieme: trascorrere la giornata
in fiera e poi la sera rilassarsi
con un soggiorno terapeutico
all’interno della nostra struttura». Michela Vielmi, presidente
delle Terme di Boario, non è rimasta con le mani in mano ad
attendere le iniziative di rilancio pro Expo .
Si è guardata in giro e ha fatto da sola, memore anche dell’esperienza maturata con alcuni clienti molto esigenti. «Capita spesso che alcuni clienti delle Terme, soprattutto russi, mi
chiedano di poter andare a fare
shopping a Milano e in altre
grandi città e, grazie alla collaborazione con la società aeronautica Elimast, posso soddisfare questo genere di richieste». Si, perché nelle vicinanze
delle terme di possibilità di girare per negozi non ce ne sono
molte. «Come Terme paghiamo
questa mancanza — prosegue
Sinergie logistiche
Le terme si appoggiano a
una società aeronautica,
l’Elimast, che ha un
proprio eliporto a Bollate
Restyling totale
Dopo aver ristrutturato
le terme, ora i nuovi
gestori rinnoveranno
il Grand Hotel
la Vielmi —. La stessa cosa succede per esempio a Ponte di Legno, credo sia per questo motivo che alcune bellissime località non riescono a decollare». E
di decolli Michela Vielmi se ne
intende visto che nel 2008 ha
acquistato (e rilanciato) la Terme di Boario Spa che controlla
anche il 100% dell’Hotel Rizzi &
Spa Line e del Grand Hotel Boario Terme.
L’intervento di restyling della struttura è stato totale. «All’epoca dell’acquisto le terme
sembravano un vecchio ospedale degradato». Buttati dalla
finestra i macchinari obsoleti e
ristrutturati tutti i locali, si è
deciso di aggiungere l’area spa
e wellness che si è rivelata la
carta vincente. «Il termale inteso nella maniera tradizionale
non può più funzionare, così
abbiamo aggiunto il wellness
ed è successa una cosa inaspet-
tata: chi viene nella nostra spa
scopre l’importanza del termale e chi viene per il termale il
piacere della spa. Termalismo e
benessere alle Terme di Boario
vanno di pari passo e l’uno ha
fatto da rilancio dell’altra e viceversa».
Dopo avere ampliato anche
l’Hotel Rizzi, ora il prossimo
progetto riguarda il Grand Hotel. «Ho in mente una ristrutturazione improntata sullo sport
e il benessere».
Silvia Ghilardi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
In Europa il metodo di apprendimento nato in Giappone sessant’anni fa dall’educatore Toru Kumon ormai impazza: lo utilizzano oltre 4 milioni di studenti
Luisa, la «kumonista» italiana
che allena i futuri matematici
È l’unica istruttrice attiva nel nostro paese
«Istruttrice di Kumon». Che in
tempi di post fordismo fosse necessario inventarsi lavori particolari
già lo si sapeva ma nemmeno la rete
professionale Linkedin, quando in
tempi recenti ha stilato la classifica
dei lavori dei figli sconosciuti ai genitori, aveva pensato di inserire il
«kumonista». Eppure questo lavoro
c’è e, anzi, è bresciana l’unica istruttrice italiana abilitata. Lei è Luisa
Baggi, 44 anni, mamma di un ragazzo di 18 anni, un diploma scientifico
e una decina di esami di Ingegneria
alle spalle, che in tempi recenti ha
deciso di abbandonare il suo lavoro
di impiegata per dedicarsi a tempo
pieno al Kumon.
Ha aperto la partita Iva, per il momento ha una rete di una ventina di
studenti ma conta di estenderla in
tempi rapidi, grazie anche al sito internet (matematicakumon.it) che
ha battezzato da pochi giorni. Pratica sconosciuta o quasi in Italia, il
Kumon è un programma che ha
l’obiettivo di sviluppare appieno le
potenzialità degli studenti in campo
matematico e di renderli self-learner, senza qualcuno insomma che
gli tenga la mano ad ogni passo. Na-
Questione di livelli
«Il Kumon è calcolo, nulla
più. Si parte da somme
e sottrazioni e si arriva
ai differenziali in venti livelli»
Cos’è
Lo strumento
Il metodo Kumon, sviluppato
dall’educatore giapponese Toru
Kumon (1914-1995), è un sistema
educativo per la matematica
e il linguaggio
I fondamentali
Si basa sui concetti di ripetitività
e facilità. Fu concepito da Toru
in seguito al mancato superamento
di un esame di matematica da parte
del figlio Hiroshi Kumon
to in Giappone una sessantina di
anni fa per iniziativa dell’educatore
Toru Kumon, il metodo si è sviluppato non solo in Asia ma da tempo
ha iniziato a prendere piede anche
in Europa. In Gran Bretagna ci sono
oltre 700 centri Kumon, e centinaia
sono quelli in Francia, Germania,
paesi scandinavi, Spagna e, da qualche anno, anche in Grecia.
Il Kumon è calcolo, nulla più, si
parte con le somme e le sottrazioni e
si arriva ai differenziali. In tutto 20
livelli, da superare con costanza,
impegno e concentrazione. Nulla di
creativo, può anche essere noioso
ma come dice Giulia, una delle giovani studentesse bresciane che
stanno seguendo il percorso di apprendimento, «il Kumon è più facile
che fare i compiti perché le operazioni si ripetono sempre».
L’età non conta, ma di solito si
inizia da piccoli, e molto variabile è
anche il livello di competenze iniziali. Luisa Baggi non è insegnante,
è istruttrice e tiene i contatti con i
suoi studenti (e i genitori) via
L’allieva e l’insegnante
Luisa Baggi al lavoro
nel suo studio di Brescia
e, a destra, il giapponese
Toru Kumon (1914-1995)
skype, al telefono, o tramite posta
elettronica. La sua passione per il
Kumon nasce dal caso. «Nel 2000 ho
letto un articolo sul Kumon, mi sono incuriosita, ho preso contatto
con la sede europea di Londra, e dopo un periodo di formazione di oltre
un anno ho ottenuto l’abilitazione».
Per Luisa il Kumon è non solo
un’opportunità professionale, ma
anche un modo per «conciliare
tempi di vita e di lavoro» dal momento che l’attività si presta a essere flessibile negli orari. In Italia è sola, ma all’estero il Kumon impazza,
al punto che in questo momento sono oltre 4 milioni gli studenti che
utilizzano questo metodo per affinare le loro competenze di calcolo.
«In testa c’è la Gran Bretagna, dove
nelle materie scientifiche da anni i
bambini asiatici e indiani surclassano quelli inglesi nei risultati». Che
sia la strada anche per gli italiani?
Luisa Baggi si limita a osservare che
«anche il cervello ha bisogno di fare
ginnastica». Un po’ come la passeggiata del mattino: dieci minuti al
giorno e i risultati si vedono.
Thomas Bendinelli
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