Regali sotto l`albero

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Regali sotto l`albero
Natale 2012
Regali sotto l’albero
Quest’anno sotto l’albero mi piacerebbe trovare il pettorale di Oscar Pistorius che, al
termine della semifinale dei 400 metri, ha voluto scambiare con Kiriani James perché lo sport
è innanzitutto amicizia e incontro, non scontro o battaglia.
Mi piacerebbe trovare anche la Ferrari di Alonso, che ci ha provato fino all’ultimo giro
dell’ultimo Gran Premio, dimostrando che lo sport è fatto per sognare ma il “vincitore” è un
sognatore che non ha smesso di lottare.
Non vorrei mancasse la standing ovation che è stata riservata a Del Piero nella sua ultima
partita da juventino, perché a dispetto dell’età la classe e la maturità umana abbattono le
barriere di ogni tifoso.
Come rinunciare alle pagaiate di Josefa Idem e al suo quinto posto di Londra 2012, perché a
48 anni e con 43 medaglie al collo non ha avuto paura di provarci ancora senza “paura di
perdere dopo aver vinto tanto”.
Stringere tra le mani la medaglia di bronzo del nostro Volley maschile e risentire le parole del
ct Berruto che ricorda “non è importante quando si cade, è come ti rialzi che conta”.
L’immagine di Klose, centravanti della Lazio che ammette di aver toccato con la mano quella
palla che è appena entrata in rete, sperando che sia l’ultima volta che ci stupiamo nel vedere
un atleta fare la cosa giusta.
Matteo, ragazzo cieco, che da anni va allo stadio per sentire il rumore del pubblico e il
racconto della partita attraverso le parole del suo papà, mi ricorda che lo sport è
un’emozione che si vede soprattutto con il cuore.
Quell’incredibile rigore di Pirlo contro l’Inghilterra agli Europei mi ha fatto trattenere il
respiro in attesa di un’esplosione di gioia che altre volte assomigliava a singhiozzi e lacrime.
In confezione d’orata anche Giuseppe, papà di Giovanni, che pur sapendo che suo figlio non
sarebbe mai diventato un campione tutti i giorni ha accompagnato suo figlio agli allenamenti
per non privarlo della gioia di provarci.
Tania Cagnotto tra le braccia del suo papà Giorgio dopo aver perso per 20 centesimi di punto
la medaglia olimpica è l’immagine che vorremmo sempre vedere a bordo di ogni campo,
soprattutto dove si divertono i più piccoli.
E poi mi piacerebbe trovare un pallone da calciare contro il muro di ogni razzismo,
pregiudizio e divisione; delle scarpe da regalare ad ogni uomo perché possa correre verso un
futuro diverso ma certamente possibile; delle magliette da far indossare a tanti bambini
perché non smettano mai di sognare; e infine un cronometro per fermare il tempo e
riconoscere quanto sarebbe bello se Natale non fosse solo per un giorno ma per un anno
intero.
don Alessio Albertini
Cons. Eccl. Naz.le CSI