Nascita e sviluppo delle politiche per l`apprendimento - Je-LKS
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Communications Nascita e sviluppo delle politiche per l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, il ruolo dell’e-learning e i suoi programmi Chiara Mellini Lte, Università di Firenze [email protected] Abstract La presente rassegna tratta il tema dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita nelle politiche formative e dell’istruzione della Unione Europea negli ultimi quindici anni. Obiettivo del documento è fornire una chiave di lettura degli sviluppi e delle scelte comunitarie che hanno condotto alla creazione di un piano d’azione per la formazione permanente e verificare gli intrecci fra il Lifelong Learning e l’utilizzo delle Nuove Tecnologie. Fanno da sfondo la Strategia di Lisbona del 2000 e il programma e-learning. Nel corso del tempo, nei documenti e nelle azioni della Unione Europea, hanno progressivamente acquisito rilevanza i contesti informali dell’apprendimento e le ICT (Information Communication Technology). Parallelamente è emersa una maggiore sensibilità verso le implicazioni sociali e il tema della partecipazione e della cittadinanza attiva si è intrecciato con il valore della formazione e dell’apprendimento. 1 Introduzione Negli ultimi quindici anni, l’interesse per il Lifelong Learning e per le sue implicazioni economiche e sociali è stato al centro delle politiche europee della formazione e istruzione. Le tappe fondamentali che hanno condotto alla formulazione di una strategia per l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita sono segnate dalla pubblicazione, nel triennio 1993-95, di tre Libri Bianchi dedicati al tema. Nel primo, curato da Jacques Delors e intitolato “Crescita, competitività, occupazione - Le sfide e le vie da percorrere per entrare nel XXI secolo” (Commissione Europea, 1993), è presente il concetto di educazione permanente; nel secondo, intitolato “La politica Sociale Europea nel 1994” e pubblicato nel 1994, viene disegnato il ruolo del terzo settore quale agente di promozione della formazione informale e infine nel Libro Bianco del 1995, dal titolo “Insegnare e apprendere, verso una società conoscitiva”, la formazione continua viene Je-LKS Journal of e-Learning and Knowledge Society — Vol. 4, n. 1, febbraio 2008 (pp. 111 - 119 ) Je-LKS — Communications - Vol. 4, n. 1, febbraio 2008 indicata come la chiave di volta per la futura creazione di una Società della Conoscenza in Europa. Oltre ai documenti di consultazione comunitaria, la Strategia di Lisbona del 2000 ha segnato un passaggio fondamentale per il ruolo assegnato alle ICT negli interventi innovativi di formazione e per la definizione dei Programmi Quadro quali strumenti di programmazione di lunga durata. Il Consiglio di Lisbona ha raccolto le indicazioni dei Libri Bianchi e ha definito l’indirizzo comunitario in ambito di formazione e apprendimento fino al 2010. All’interno di questa cornice, l’esperienza del Programma Quadro dedicato alla formazione a distanza (e-Learning 2004 - 2006), quale iniziativa a favore di un apprendimento trasversale e aperto, è stata la premessa per la formulazione del programma per l’Istruzione (2007 - 2013), in cui la formazione permanente occupa un ruolo centrale, influenzando trasversalmente ogni sottoprogramma del piano d’azione comunitario per il Lifelong Learning (LLL). Nel proseguo entreremo nel merito dei documenti e dei programmi citati, cercando di illustrarne gli intenti e di mostrare come all’interno delle politiche comunitarie sul LLL abbiano progressivamente assunto centralità i contesti informali e le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC). 2 Il contributo dei Libri Bianchi nella nascita e nello sviluppo delle politiche per l’apprendimento permanente A partire dalla prima metà degli anni Novanta, la strategia comunitaria in ambito di formazione e istruzione ha subito dei profondi cambiamenti. Il primo, di carattere politico-strategico, è rappresentato dall’importanza attribuita alle politiche formative per lo sviluppo economico dei paesi UE. Tale aspetto, delineato per la prima volta nel Libro Bianco del 1993, rappresenta uno degli elementi fondamentali a garanzia della crescita occupazionale europea. L’istruzione acquisisce un’importanza centrale, perché motore di conoscenza e perché non può più essere relegata ai soli organi istituzionali e a quelle fasi della vita in cui ne viene riconosciuto il valore di “obbligo” educativo e deve andare a far parte di un intervento combinato in cui le politiche del lavoro, quelle sociali e quelle dell’Istruzione/Formazione rappresentano l’approccio integrato che l’Europa deve offrire ai propri cittadini/e. In quest’ottica, si parla per la prima volta di educazione permanente obbligatoria, richiamando il diritto all’istruzione come elemento strategico per il dialogo sociale europeo (Commissione Europea, 1993, p. 17). I problemi legati alla scarsità di occupazione vengono letti e analizzati come parte integrante del processo educativo. L’istruzione deve essere sempre più flessibile in termini temporali e facilmente adattabile ai continui cambiamenti che l’economia globalizzata richiede. Le competenze digitali sono sempre più richieste nel mercato del lavoro e rappresentano un ulteriore fattore di cambiamento nel quadro delle professionalità e conseguentemente delle politiche per la formazione e l’istruzione. Si parla di disoccupazione tecnologica (ibid., p. 24) della nuova Era e gli specifici programmi di familiarizzazione tecnologica (ibid., p. 22) degli anni intorno al 1993 raccolgono le scelte della Commissione Europea di avvicinare le strategie economiche e di sviluppo alle scelte per l’educazione e l’istruzione. L’importanza dell’approccio integrato, sottolineata da Delors, trova eco nel succes- 112 Chiara Mellini - Nascita e sviluppo delle politiche per l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita sivo Libro Bianco del 1994 (Commissione Europea, 1994), dove si parla di approccio integrato fra gli attori e gli agenti che operano nel contesto della formazione e istruzione permanente. Si legge che il terzo settore rappresenta uno degli attori principali per la promozione della formazione continua (ibid., p. 15) e si sottolinea che l’istruzione deve aprirsi alle istituzioni educative/formative non obbligatorie e informali al fine di favorire l’accesso all’apprendimento in ogni fase della vita degli individui. Parallelamente la Commissione Europea fornisce gli strumenti utili affinché le istituzioni sia pubbliche che private, impegnate nell’istruzione, siano in grado di promuovere progetti di formazione a favore di beneficiari specifici e di problematiche centrali per lo sviluppo. Nascono in questi anni i programmi del Fondo Sociale Europeo (FSE), che rappresentano uno strumento operativo di supporto alla formazione, aggiornamento e mobilità dei cittadini e le indicazioni del Libro Bianco del 1993 vengono accolte e attuate nelle misure destinate alla formazione permanente. Nel 1995 viene pubblicato un terzo Libro Bianco interamente dedicato al tema della formazione continua e alla sua funzione strategica (Commissione Europea, 1995). In questo testo vengono ripresi gli spunti offerti dal documento del 1993 e vengono indicate le priorità su cui la Commissione Europea intende procedere per garantire lo sviluppo e la crescita degli Stati membri. La definizione dell’espressione formazione permanente incorpora un esplicito riferimento a valori di natura sociale: gli elementi di crescita e cambiamento, individuati nel lavoro del 1993, subiscono nel presente documento una ulteriore evoluzione che non vede l’ambito della formazione e del mondo del lavoro unicamente collegati allo sviluppo economico di un paese; la formazione continua assume qui la funzione di promuovere consapevolezza, capacità critica e di analisi lungo l’intero arco di vita delle persone (ibid., p. 3). L’apprendimento permanente rappresenta un elemento di promozione della cittadinanza attiva, concetto che diverrà fondamentale nelle politiche comunitarie dal Consiglio di Lisbona del 2000 ad oggi. Ad esso si lega anche la riflessione intorno al tema delle competenze di base, già affrontato in questa chiave nel Libro Bianco del 1995: garantire lo sviluppo delle competenze di base rappresenta una delle strategie fondamentali per fornire una formazione egualitaria fra uomini e donne, promuovere percorsi di aggiornamento delle competenze acquisite nel momento dell’istruzione obbligatoria, superare il concetto di formazione finalizzata all’ambito occupazionale e favorire la formazione come sviluppo di conoscenza (ibid., p. 5). Le indicazioni offerte dal Libro Bianco del 1995 hanno portato alla riunione del Consiglio e del Parlamento Europeo a Madrid, in occasione della quale l’anno 1996 è stato proclamato “Anno europeo dell’istruzione e della formazione lungo tutto l’arco della vita”1 e dove viene ribadita la centralità della formazione permanente per le politiche comunitarie. A questo proposito risulta particolarmente utile per una chiara lettura dei risultati raggiunti a livello comunitario, negli anni che vanno dal 1996 al 2000, il Memorandum sull’Istruzione e la formazione permanente dell’Ottobre 2000 (Commissione Europea, 2000). Come lo stesso titolo evidenzia, formazione obbligatoria e formazione continua vanno considerate congiuntamente; in particolare, il documento recita che la “premessa essenziale per la promozione di una continuità dell’apprendimento è una istruzione di base di qualità per tutti” (ibid., p. 8). Una buona istruzione di base, tuttavia, si raggiunge non solo attraverso modalità di apprendimento formale, ma anche grazie a 1 Gazzetta ufficiale n. L 256 del 26/10/1995 p. 45 - 48 113 Je-LKS — Communications - Vol. 4, n. 1, febbraio 2008 canali non formali e informali, intendendo con queste espressioni quanto segue: • apprendimento formale: si svolge negli istituti d’istruzione e di formazione e porta all’ottenimento di diplomi e di qualifiche riconosciuti; • apprendimento non formale: si attua al di fuori delle principali strutture d’istruzione e di formazione (ad es. sul luogo di lavoro, oppure nel quadro di attività di organizzazioni o gruppi della società civile ecc.) e, di solito, non porta a certificati ufficiali; • apprendimento informale: non è necessariamente intenzionale e può pertanto non essere riconosciuto, a volte dallo stesso interessato, come crescita in termini di conoscenze e competenze. Mentre l’apprendimento formale e non formale portano (o possono portare) a certificazioni e riconoscimenti di acquisizione di competenze, quello informale viene definito come “il corollario naturale della vita quotidiana” (ibid., p. 9) e rappresenta per la formazione continua un ambito sottostimato, ma di strategica importanza. La visione congiunta di questi tre contesti di apprendimento evidenzia come la formazione di un individuo debba essere promossa in ogni contesto, sia esso istituzionale e non, e porta alla formulazione del neologismo lifewide learning (istruzione e formazione che abbraccia tutti gli aspetti della vita), sottolineando l’estensione orizzontale e il carattere aperto dell’ambiente formativo degli individui2. 3 Il Lifelong Learning nella Strategia di Lisbona La Strategia di Lisbona del 2000 raccoglie le indicazioni dei Libri Bianchi dei primi anni ’90 e evidenzia alcuni aspetti strategici nell’ambito della formazione, sottolineando il ruolo della formazione permanente quale elemento di garanzia per aggiornare e migliorare le competenze e le capacità della cittadinanza europea rispetto ai temi che determinano lo sviluppo europeo. Gli obiettivi principali della Strategia di Lisbona del 2000 toccano questioni di carattere sia economico che sociale, come si evince dai cosiddetti “tre pilastri” definiti dal Consiglio Europeo, ovvero: • un'economia e una società basate sulla conoscenza; • una politica sociale attiva che investe nelle persone e combatte l'esclusione sociale; • una visione “policy mix” macroeconomica coerente con il Trattato (Consiglio Europeo, 2000, p. 23). Il primo pilastro ruota intorno al concetto di Società della Conoscenza e sottolinea il ruolo della ricerca e dell’innovazione per lo sviluppo dell’ambito economico e produttivo dell’Europa. Il secondo pilastro rappresenta l’ambito in cui l’apprendimento e le strategie per l’educazione trovano la loro applicazione. Tale collocazione evidenzia l’importanza che la Commissione Europea attribuisce all’insegnamento e all’ambito della formazione (formale e informale). Il terzo pilastro pone l’accento sul concetto di approccio integrato, già introdotto da Delors nel 1993, e lo amplia in una prospettiva economica. Attraverso la Strategia di Lisbona le ICT assumono un ruolo strategico in riferimento allo sviluppo di formule innovative di insegnamento, all’importanza di fornire un apprendimento permanente il più possibile vicino agli utenti e di garantire un accesso universale 2 Cfr. Agenzia Nazionale dell’Educazione, Lifelong Learning and Lifewide Learning, Stoccolma, Gennaio 2000. 114 Chiara Mellini - Nascita e sviluppo delle politiche per l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e permanente all’istruzione e alla formazione. Le ICT rappresentano uno strumento su cui la Commissione Europea indirizza molti dei suoi programmi di finanziamento negli anni che vanno dal 2004 al 2006, periodo nel quale l’obiettivo di sviluppo e crescita europea è sintetizzato dalla definizione di Società della Conoscenza. In questo contesto si inserisce e inizia a farsi spazio nei programmi dell’UE il termine e-learning quale metodologia, strumento e ambiente di apprendimento in grado di rispondere alle esigenze tracciate negli studi e nelle ricerche sulla formazione permanente pubblicati negli anni precedenti e successivi al 2000. 4 L’esperienza dell’iniziativa e-learning Con la Strategia di Lisbona, la Commissione Europea dà inizio a una programmazione di interventi Quadro che determinano un profondo cambiamento nel suo operato. Con essi, la Commissione si pone degli obiettivi a lunga scadenza da perseguire attraverso un approccio multidisciplinare. In questo contesto, il programma e-learning, lanciato nel Dicembre 20033 dopo una fase di iniziative preparatorie (dal 2000 al 2003), ha costituito indubbiamente uno degli interventi strategici di maggior rilevanza, nel quale la formazione permanente, basata sull’uso delle ICT, è affrontata secondo modalità e approcci diversificati. Il programma si compone di quattro ambiti di intervento che riguardano: • il miglioramento delle infrastrutture negli ambienti di apprendimento formale e non formale (obbligo e agenzie formative) attraverso la creazione di partnership fra soggetti pubblici e privati; • la formazione ad ogni livello attraverso programmi specifici destinati al miglioramento dei metodi di insegnamento e conseguentemente ai professionisti dell’istruzione attraverso iniziative di aggiornamento, scambio e mobilità; • il livello qualitativo dei prodotti di insegnamento nella formazione permanente a distanza per i quali si deve tenere conto del continuo evolversi degli aspetti tecnici e di contenuto; • lo sviluppo e la promozione di reti fra soggetti che operano nell’istruzione. Le reti non dovranno essere limitate alla “vicinanza” territoriale, ma dovranno sfruttare il concetto stesso di network per attuarsi in campus virtuali (Decisione n° 2318/2003/ CE pp. 8 -10). Più specificamente, le linee d’azione del programma comprendono l’alfabetizzazione digitale, la promozione dei campus virtuali europei e la creazioni di rapporti di gemellaggio fra Istituti scolastici. Il programma, rimasto in vigore fino a maggio 20064, ha prodotto alcuni risultati pubblicati nelle pagine di archivio della Commissione Europea5 dove è possibile verificare le buone pratiche e i progetti di formazione a distanza a favore dei temi dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Attualmente la Direzione Generale Istruzione 3 Cfr. Commissione Europea, (2003), Decisione del Parlamento e del Consiglio Europeo n° 2318/2003/CE recante adozione di un programma pluriennale (2004-2006) per l’effettiva integrazione delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (TIC) nei sistemi di istruzione e formazione in Europa (programma e-learning), Bruxelles. 4 Cfr. Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea, III (Informazioni) EACEA/01/06 (2006/C 75/11) 28.3.2006. 5 Si veda in Internet: http://ec.europa.eu/education/archive/elearning/programme_en.html. 115 Je-LKS — Communications - Vol. 4, n. 1, febbraio 2008 e Educazione per il settore della formazione a distanza è impegnata nella redazione e cura di un portale sull’ e-learning6, responsabile della rivista online elearningpapers, in cui vengono ospitati i lavori dei maggiori esperti sul tema dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita attraverso l’uso delle ICT. 5 Verso il Programma di Apprendimento Permanente 2007 – 2013 Veniamo ora alla situazione attuale e alle prospettive future: quali sono i nuovi indirizzi e programmi dell’UE in materia di Lifelong Learning? Con l’avvio della seconda fase di programmazione comunitaria (2007-2013) la Commissione Europea ha dato vita a un nuovo programma di apprendimento preceduto da una serie di studi e ricerche che hanno monitorato i progressi raggiunti, successivamente alla Strategia di Lisbona, dei progetti e delle iniziative di formazione e apprendimento. I rapporti curati dal gruppo di lavoro della Commissione Europea sono stati pubblicati negli anni dal 2004 al 2006 e hanno focalizzato la propria analisi sulle possibili strategie per migliorare la qualità dell’istruzione evidenziando il ruolo della formazione lungo tutto l’arco della vita. Gli obiettivi del rapporto 2006 raccolgono le indicazioni del secondo pilastro della Strategia Europea di Lisbona in tema di apprendimento ed educazione e annunciano le finalità del programma quadro LLL, ovvero: • migliorare la qualità e l’efficacia dei sistemi di apprendimento e formazione; • facilitare l’accesso alla formazione e all’apprendimento per tutti/e i/le cittadini/e; • aprire il contesto della formazione e dell’apprendimento – mobilità e riconoscimento dei crediti e valutazioni scolastiche (Commissione Europea, 2006a, p. 63). Tali obiettivi toccano alcuni dei temi centrali nella strategia di LLL perché sottolineano l’importanza dell’aggiornamento e della valutazione delle competenze di chi opera nell’istruzione, evidenziano la necessità di rendere facilmente accessibili i percorsi formativi offerti e rilevano il valore di riconoscere i percorsi di apprendimento e formazione che ogni cittadino europeo ha compiuto nel corso della sua vita. Tali aspetti anticipano le finalità del programma quadro per il LLL. Il programma quadro per il Lifelong Learning nella nuova strategia comunitaria (2007-2013) prende il posto del precedente programma per l’Istruzione e l’educazione denominato Socrates. Il programma Socrates aveva come obiettivo la promozione di una formazione in base rivolta ai target specifici individuati dalla Commissione Europea. La formazione era stata a sua volta suddivisa in tematiche specifiche, come la formazione degli adulti, la formazione universitaria, la formazione professionalizzante, la formazione in L2 e la formazione finalizzata alla costituzione di reti fra istituti di apprendimento. All’interno di queste macroazioni, vi erano alcune linee trasversali che miravano a rafforzare la transnazionalità dei progetti o l’utilizzo delle nuove tecnologie. Il programma attuale di formazione e apprendimento ha modificato sostanzialmente il suo obiettivo specifico, prevedendo un asse trasversale e strategico rappresentato dalla formazione permanente. Le macroazioni sopra citate sono state rafforzate dal concetto di apprendimento lungo tutto l’arco della vita attraverso alcuni temi specifici collegati al Lifelong Learning, come il ruolo assegnato ai network fra soggetti pubblici e privati, le 6 Si veda in Internet: http://elearningeuropa.info. 116 Chiara Mellini - Nascita e sviluppo delle politiche per l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita azioni di formazione per adulti caratterizzate dall’introduzione di momenti di apprendimento spontaneo e, infine, la formazione/aggiornamento degli operatori e degli insegnanti attraverso lo scambio di buone pratiche. Sono inoltre state definite le competenze chiave che ogni giovane dovrebbe possedere al termine del proprio periodo di apprendimento iniziale, al fine di procedere con la fase successiva di formazione permanente (Commissione Europea, 2006b). All’interno del programma LLL, le misure trasversali occupano un ruolo importante facendo proprio il principio dell’approccio integrato, introdotto da Delors. Le priorità trasversali del programma LLL riguardano la cooperazione e le innovazioni politiche, le lingue e le ICT. In merito all’ultimo punto si osserva che le ICT vengono introdotte quali “catalizzatori dell’innovazione e dell’evoluzione sociale ed educativa” e quali “strumenti di arricchimento dell’ambiente e dei metodi dell’apprendere (ad esempio, simulazioni, apprendimento per scoperta, ri-motivazione dei giovani che hanno abbandonato la scuola, apprendimento al di fuori dell’ambito scolastico, apprendimento flessibile permanente per colmare la lacuna digitale)” (ibid., p. 32). La formazione nel nuovo programma per il Lifelong Learning viene definita un processo sociale in cui le nuove tecnologie e, in particolare, gli strumenti di comunicazione come il WEB 2.0 “offrono il potenziale per consentire il (ri)collegamento di tali gruppi (quali migranti, reti di istituti scolastici, comunità di cittadini/e) ai servizi pubblici, all’apprendimento e alla partecipazione civica.” (ibid.). Si accenna quindi anche al tema dell’inclusione sociale, raccogliendo i frutti dei programmi che nella fase precedente hanno analizzato i nuovi fattori di cambiamento alle strategie comunitarie, come l’allargamento ai nuovi Stati membri e il dialogo con i popoli confinanti con l’Europa. Conclusioni Il termine Lifelong Learning, dai primordi alla fase attuale, ha ricevuto una costante e crescente attenzione nelle politiche europee, venendo anche ad assumere connotazioni differenti rispetto alle visioni ideologiche sottese alle politiche di promozione della formazione continua. Da un contesto prettamente economico e collegato allo sviluppo produttivo del paese, si è passati a una caratterizzazione più sensibile ai temi della cittadinanza attiva e della promozione di conoscenza diffusa. In questa fase le ICT entrano a far parte del settore dell’apprendimento quale strumento di disseminazione di contenuti didattici e promozione di principi etici e sociali a favore della popolazione europea. Le nuove tecnologie e i programmi di finanziamento ad esse dedicati, come ad esempio il programma e-learning, hanno posto l’accento sulle differenze culturali e sociali dei cittadini europei, enfatizzando il diritto alle competenze digitali per tutti/e. In tale contesto e a conclusione della presente rassegna è doveroso segnalare la comunicazione della Commissione Europea ai propri organi sulla nuova iniziativa intitolata “i2010 - Partecipare alla Società dell’Informazione”7 che sembra raccogliere gli indirizzi degli specifici programmi sull’apprendimento e i risultati delle iniziative nell’ambito della formazione permanente e delle competenze di base. La formazione e l’istruzione rappresentano l’asse trasversale dell’intera comunicazione a sancire il valore dell’apprendimento per la 7 Cfr. Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni, Iniziativa europea i2010 sull’e-inclusione , “Partecipare alla società dell’informazione”, Bruxelles, 2007. 117 Je-LKS — Communications - Vol. 4, n. 1, febbraio 2008 promozione di una partecipazione attiva ed ugualitaria per tutti/e. Si apre così un nuovo capitolo dell’azione europea sui temi della formazione e delle tecnologie, molto attenta alle tematiche relative all’inclusione e alla coesione sociale. BIBLIOGRAFIA Agenzia Nazionale dell’Educazione (2000), Lifelong Learning and Lifewide Learning, Liber Publikationstjänst, Stoccolma. Commissione Europea (1993), Libro bianco - Crescita, competitività, occupazione - Le sfide e le vie da percorrere per entrare nel XXI secolo, URL http://europa. eu/bulletin/it/9606/i1003.htm (verificato in data 10.2.08). Commissione Europea (1994), Libro bianco - La politica sociale europea - uno strumento di progresso per l’Unione, URL: http://ec.europa.eu/communication_ white_paper/doc/white_paper_en.pdf (verificato in data 10.2.08). Commissione Europea (1995), Verso la società conoscitiva, documento conosciuto come“Libro bianco di Jacques Delors”. URL: http://europa.eu/documents/comm/ white_papers/index_it.htm (verificato in data 10.2.08). 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