Fotostorica n. 23/24 - Fast

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Fotostorica n. 23/24 - Fast
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A CURA DI ITALO
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GLI ARCHIVI DELLA FOTOGRAFIA l GrUGNO 2003 l N" 23724 ,- €
Periodu.:o Trimestralc
So m m ari o
2/3
4
Editoriali
Il "Cylindrographe" di Moessard
Louis 0/atiz
14
L' ultima buona azione della fotografia
Sara Filippin
18
22
Un l i b ro , un fotografo Pietro Betetto
Don Francesco Pascotto fotografo
Paolo Zovatto
26
Un prem io in memoria di Paolo Constanti ni
28
Un i nedito per '' Fotostorica "
30
Olatiz al Metropolitan d i New York
/taio Zannier
34
Piccolo giallo nel mio archivio
Alfredo Camisa
39
Come volevasi d i mostrare
Mario Trevisan
42
Ugo M u l a s , u n ann iversa rio
Adriana Sca/ise
Rubriche
46
LA FOTOGRAFIA ALL'UNIVERSITÀ
Breve storia di internet e del WEB
Federica Via
L' immagine d i Venezia n e l l 'ed itoria fotografica
Filippo Leonardi
52
l CONTEMPORANEI CONSERVANO
Pino Dal Gal
Luigi Gariglio
Livio Seniga l l iesi
Piermario Ciani
42
Simone Schiesani
Paolo Guolo
Andrea Negretto
60
LIBRI
Dossier
63
G l i a rchivi fotografici del Veneto
Massimo Cane/la
Adriano Favara
Itala Zannier
80
F.A.S.T. NOTIZIE
Il fondo Ettore Bragaggia
Fiammetta De Salvo
Archivi ed emigrazione in Canada
Michele Rigo
Il Premio Aldo Nascimben
94
MERCATO E COLLEZIONISMO
a cura di Giuseppe Vanzella
63
Ed itori ali
I l lu ngo percorso d i FOTOSTOR ICA. Storia d i u n a anomalia.
on rara lungi m i ra nza n e l l ' a n no 1995 la Provincia d i Treviso
C autorizzò la nascita di questo periodico titolato Fotostorica.
Si c o n s i deri che t a l e attività non rie ntrava tra i com piti
s pecifi c i d i u n ' Ente Loca l e e che ta l e sce lta e a nc o r prima
quella d i i stitu i re u n a rch ivio fotografico storico fi n a l izzato a d
o p e ra re n e l proprio territo rio d i com petenza , poteva n o
c o m p i e r s i s o l o per l a profonda com pren s i o n e , da pa rte degl i
a m m i n i stratori e d i rigenti , d e l l a va le nza c u ltura l e
d e l l ' opera z i o n e , com p i e n d o a nc h e u n o sforzo d i
i nterpreta z i o n e d e l l e n o r m e .
U n a Provincia c h e edita una rivista nazionale sulla fotografia
storica è i nfatti una a n om a l i a , ammettiamolo, più u nica che rara
nel panorama desertico dell 'editoria periodica in q uesto settore.
D a l 1995 ad oggi la fortu na vo l l e che al governo di q uesto
E nte si s i a s ucceduti a m m i n i stratori atte nti a l la sa lvaguard ia
d e i b e n i c u lt u ra l i , d e i quali l a fotografia storica fa p a rte , m a
a nche c o n u n occh i o d i rigua rd o agl i as petti sto rici e d
etnografici e d e l l a tra d iz i o n e loca l e .
Fo rtu n a vo l l e , c o m e n o n d i rl o , c h e fossero presenti a nche l e
r i s o rse u m a n e d i operatori cu ltu ra l i , adatte a fa r decol l a re
q uesto progett o .
N a sce d a q u esto i ns ieme d i fattori l a s p i nta ad u n a
o peraz i o n e ed itoriale che ancora c o nt i n u a e che s i è d i ffu sa
o ltre i confi n i a m m i n i strativi d e l l a p rovi n c i a di riferi mento .
Sce lta opportuna fu q u e l l a d i c o n d ividere con u n ed itore
p rivato l ' o ne re di coed itare Fotostorica: senza l'i ntervento
i m po rta nte d e l l e E d i z i o n i C a n ova pri m a , e d e l l a Società
Veneta E d itrice po i , n o n avre m m o potuto co ntare s u l l o
s pessore raggi u nto da q uesta rivista .
S u l l a n ostra strada a b b i a m o poi i n contrato partners
i m po rtanti , come la Regione Veneto , che ha s pesso cond iviso
in q u esti u lt i m i a n n i il percorso della rivista : un ra ppo rto che
potrebbe e dovrebbe rafforza r s i secondo le i nte n z i o n i
de l l ' a m m i n i stratore d i rife r i mento .
I l percorso s i n q u i tratteggiato per la verità avrebbe d ovuto
a p r i r s i con una p remessa: ovvero che tutto ciò è potuto
avve n i re grazie a l l a a n nosa " p redicaz i o n e " u n ivers ita ria ed
e d itori a l e del Prof. Ita l a Z a n n i e r, che non a caso conti n u a ad
essere a n i m a e motore d i q u esta i n iziativa editori a l e .
Con q uesta sto ria a l le s p a l l e Fotosto rica ha potuto a prirsi a
c o l l a bo ra z i o n i extra-prov i n c i a l i , ad u n a d i ffu s io n e p r i m a
regio n a l e , p o i nazio n a l e , u n n u mero sem pre maggio re d i
a b b o n at i , d i a ppass i onati , d i c o l l a b o rato r i , d i a m i c i , c i segue,
c i sti m o l a e s o l l ec ita s u q u esta strada l u ngo l a q u a l e
a b b i a m o racco lto a m p i e s o d d i sfaz i o n i , ma a volte , i n evita b i l e ,
a n c h e d e l u s io n i , i n u n percorso u m a n o e p rofess i o n a l e , c h e
c h i scrive s i a ug u ra a nc o ra profi c u o .
Lu ngo u n percorso d i a n n i , Fotostorica s i è a n c h e
trasformata e d a l s e m p l i ce b o l lett i n o degl i esord i ,
a m p l i ficatore d e l l ' attività d e l l ' archivio fotografico sto rico d i
rife r i m e nt o , è d iven uta u n a rivi sta come q u e l l a attu a l e , con
u n a s u a riconosci uta e pec u l i a re a utonom i a , autorevol ezza ,
ovv i a m e nte grazie agl i i m po rta nti contri b uti di a utori ita l ia n i
e d esteri m a a n c h e a l riconosci uto r u o l o d i vo l a n o c u lt u r a l e
da pa rte d e l l a Reg i o n e Veneto .
Fotosto rica ha i n s o m m a ragg i u nto u n a s u a " matu rità " che ci
si a u g u ra a p p rezzata d a i letto r i anzitutto , ma a n c h e d a l l e
i stituz i o n i c u l tu ra l i naziona l i , d e l l e q u a l i s i a u s p i ca n o
co l l a b o ra z i o n e , pa rtec i pa z i o n e , sostegn o , per u n a i n i z i ativa
anche e c o n o m i c a m ente non fac i l e .
Adriano Favaro
Direttore Responsabile
Pietro Poppi
La fontana delle Sirene (part.)
Bologna, Esposizione 1888,
Collezioni d'Arte,
Cassa di Risparmio, Bologna
l n q uesti ultimi tem p i , pare che anche in Ita l ia si stia awiando i l
col lezionismo del la fotografi a , d e l q u a l e in p i ù occasioni , e
s istematicamente, si occupa " Foto storica " , nel l a convinzione che
ciò sia utile per attivare maggiormente un'editoria scientifica, che
sia attend i b i l e sia dal punto di vista storico che tecnico.
Soltanto così il col lezion ista può avere qua lche garanzia e un
indi rizzo in più per gli acq u i sti , che non può essere soltanto
q u e l l o economico nei "mercatini " , ma deve com prendere
soprattutto autori , che rappresentano la storia di questo mezzo
espressivo, che ha caratterizzato addi rittura il nostro tempo, che
io chiamo " Era d e l l ' lconi s m o " .
La confusione nel settore, che pure sta gonfiando s i , è comunque
tota le; s i sfogliano i cataloghi delle aste straniere, Parigi-Lond ra­
New York, e i prezzi indicati tolgono il respiro; molti non
capiscono perché una fotografia ( " m a è soltanto una fotografia . . !,
si d ice , e si chiedono l u m i . . . ), può costare tanti m i l ioni di vecchie
l i re , centinaia di m igliaia di Euro , ecc . ; i record si rincorrono.
Ma che fotografie cercano i nostri col lezionisti , spesso
i m prowisati e assistiti , non sempre da competenti?
In pri m i s , la "fotografia d ' arte " ; Pao l o Gioii specialmente, e Luigi
G h i rri, Luca Pate l l a , Franco Fontana e pochi a ltri . Mario Giacomelli
rimane un mito, è stato i l primo ital iano (e l ' unico ; persino
Friedlander conosceva soltanto G iacomel l i , tra i fotografi ital iani e
ignorava Ugo M u las, che pure gl i aveva ded icato un l i b ro!), a
entrare nel l ' elenco delle grandi case d 'asta .
Ora c'è, in America a l le aste, anche Mimmo Jodice,
finalmente, e Mario De Biasi e Berengo-Gardin e Ol ivo
Ba rbieri (e Guido G u i d i , che si aspetta?) . . . ; tra i
giovan i , Campigotto, Zanta, Biasiucci . . .
Gabriele Basil ico h a sorpreso con una vendita
p l u r i m i liona ria ; magnifico, è rimasto sorpreso
pure l u i .
M a che cos'è q uesta "fotografia artistica "
della quale continuiamo a parlare da un
seco lo e più a questa parte?
E l"' a ltra " fotografia , che cosa è, se
intendiamo quella
" d ocumentari a " , che però in
effetti è la " più fotografica " fra
tutte le tipologie?
Si cerca , tra queste, l 'anomal i a ,
la situazione singolare, e in effetti la
"vignetta " , la " scena di genere"
indigeno , ma quanto a l l 'Arte si passa sopra .
Il pittorialismo impera ancora ; si vuole una fotografia in
sospetto di pittura, di "manualità " , che in tal modo
sembra garantire la sua " unicità"; ma le fotografie
sono sempre poche e addirittura " uniche" ,
certamente più uniche delle incisioni e delle
litografie, la cui stampa awiene
simultaneamente per tutta la tiratura.
La Fotografia è la Fotografia; i l
Col lezionista deve fidarsi della
Fotografi a , ma ha necessità d i una
cultu ra specifica, non raccattata dai
sol iti " storici dell 'arte " , che mettono in
crisi sia l a cosiddetta " pittura " , che la
Fotografia, cercando connessioni ,
inquinament i , " scambi tra le a rti " ,
inevita b i l i ma spesso ambigu i ,
mentre la Fotografia pura è
Fotografia e basta. Che cosa
s i vuole di p i ù .
ltalo Zannier
IL " CYLINDRO GRAPHE " DI Mo:EssARD
LOUIS 0LATIZ
L'ansia di cogliere " tutto " in un colpo d'occhio
( un " clin d'oeil " , scriveva Tiphaigne De La
Roche, nel 1760), probabilmente è parte della
nostra curiosità animale, anche come tentativo
di difesa nell'ambiente, più o meno ostile, se
sconosciuto.
L'immagine " globale " , per l'uomo ( e anche per
le a p i? o le rondini? . . ), è come un giro di valzer
a 360°, durante il quale si esplora velocemente
!' " intorno " , vicino e lontano, mentre noi siamo
al centro, siamo il fulcro che i romantici come
Fussli definivano addirittura divino.
Il " Panorama " , in fotografia, è così definito da
Luigi Gioppi, nel suo "Dizionario Fotografico "
(Hoepli, Milano 1892, p. 398):
è "La riproduzione di vedute p anoramiche, tali che
a bbracciano angoli grandissimi, oltre a i 9 0°
occorrendo si eseguisce tanto cogli apparecchi comuni
riproducendo una dopo l 'a ltra le diverse parti delle
vedute e raccordandole poi con ogni cura a l momento
della stampa, quanto cogli apparecchi speciali
panoramici come il cilindrografo Moessard, o quelli
Liesegang, Johnson ed Harrison, Benoist, Damoizeau,
ecc . "
Ma l 'idea del Panorama è precedente alla invenzione
della fotografia; il termine Panorama precisa Silvia
Bordini, che h a scritto una esaustiva " Storia del
Panorama "1, "venne coniato intorno al 1 79 0, unendo
due etimi greci, pan e orao, tradotti come 'veduta
della totalità"'.
Nel Panorama - che era dipinto con speciali vernici,
su enormi tele, anche di centocinquanta metri di
lunghezza e cinque di altezza, disposte in modo
circolare in a mbienti appositamente costruiti -, "si
compendiavano alcune delle caratteristiche
fondamentali, quali la veduta topografica, l'effetto
illuministico di un nuovo tipo di immagine
pittorica . . . " , osservava un critico d'arte francese,
E.F. Miei, come ricorda la Bordini2•
4
L. ]ansche e Karl Post
Panorama di Vienna
1806
Francesco Bona/di
Panoramica di Udine
1860 ca. (Udine, Musei Civici)
5
P. Moiissard
Parigi
1888
fotografia a 140•,
ripresa con il "Cylindrographe"
P. Moiissard
Dintorni di Parigi
1888
fotografia a 140',
ripresa con il "Cylindrograpbe"
6
7
Si trattava non soltanto di " u n nuovo tipo di immagine
pittoric a " , ma di un nuovo modo di vedere e percepire
più velocemente il territorio, di " vedere il mondo " , avviato
proprio dalla modernità tecnologica, locomotive e mongolfiere
complici.
Già Cana letto o Bellotto avevano adattato l 'uso della "camera
ottica " proprio a questo scopo , can un occhio persino
scandalosamente moderno (secondo Ruskin, che non
apprezzava troppo quelle " cartoline" giganti ) , pur senza
arrivare al panorama globale, ma certamente ampliando il
campo visivo, offrendo allo sguardo un'idea nuova di spazio,
infine metafisica p iuttosto che realistico; basti ricordare la
veduta del bacino San Marco a Venezia, da Punta della
D ogana, all'incirca di 1 2 0°.
La veduta a 3 6 0°, ossia il massimo della panoramicità, venne
comunque brevettata il 1 9 giugno 1 78 7 a Londra, dal pittore
Robert Barker di Edimburgo, con il termine, poi ribattezzato in
" Panoprama " , "Nature à coup d'oeil "3•
Con l'avvento della fotografia, la possibilità di ottenere immagini
non soltanto estese e prospetticamente corrette, come era già
possibile con la "camera ottica ", bensì nitide nei particolari e
ancor più verosimili (si pensi ai "Panoramas" di Langlois e poi ai
" Dioramas" di Bouton-Daguerre, i primi nel 1822, visibili al Bois
de Boulogne, per pochi centesimi di franco), sollecitò anche la
connessione topografica, a quel tempo soprattutto per la
cartografia militare avviata in Francia dal colonnello Laussedat,
nel 1850.
In Italia, il primo a realizzare una fotogrammetria terrestre ad
ampio arco, fu l'ingegnere Pio Paganini, che per conto
dell'Istituto Geografico Militare, ottenne un'immagine della Cava
delle Colonnate sulle Alpi Apuane, nel 1878, nell'estensione di
nove chilometri alla scala di 1/25000.
Non si trattava certamente di una prospettiva "curiosa ", come
osserva Manlio Brusatin, ossia di " una anamorfosi che deformava
volutamente i soggetti rappresentati per ricomporre le immagini
riconoscibili secondo un punto di vista preciso e orientato•, ma di
un insieme illusoriamente documentale, simile al "vero " , se si
considera l'immobilità dell'occhio e del punto vista, che l'uomo
però non sopporta fisiologicamente quindi esclude.
Problemi di percezione visiva, di codici di percezione, senza i
quali l ' uomo non riuscirebbe neppure a orientarsi, e perciò la
fotografia sembra addirittura risolutiva; ma anche la Fotografia,
invece, ha un suo codice.
"Il disagio provocato dall'effetto delle vedute ad ampio raggio­
scrive Gombrich -, indica tuttavia che noi desideriamo
qualcos'altro. Vogliamo che le rappresentazioni prospettiche
condividano con le mappe determinate caratteristiche. In altre
parole, non vogliamo che esse funzionino soltanto in scatole
d'osservazione predisposte per uno sguardo monoculare da un
punto fisso, ma che, molto similmente alle mappe, comunichino
la loro informazione anche ad un occhio mobile ed
esaminatore "'.
La differenza tra una fotografia ripresa al grandangolare o con un
obiettivo normale, continua Gombrich, "è una differenza
psicologica "'; il cittadino, commenta inoltre Renzo Dubbini nel
panorama si trova il centro ottico-geometrico della città\ e ciò
provvisoriamente gli basta.
La fotografia incentivò le ricerche sulla percezione delle
immagini, già avviate prima, basti ricordare lo "stereoscopio",
per la visione tridimensionale, o tutti i marchingegni del
precinema, riadattati con la fotografia stessa, che offrì nuove
illusioni di realtà, nell'ipotesi fantascientifica di poter istituire il
"doppio" della realtà stessa, come oggi illude la realtà virtuale e
non sappiamo ciò che ci attende, nella nostra esaltante Era
dell 'Iconismo.
Tra le invenzioni più significative nella storia della fotografia del
XIX secolo, con l o scopo di ottenere immagini panoramiche
unitarie e non composte a mosaico, in successione di vedute, c'è
senz'altro il " Cylindrographe photographique" di Pau! Moessard,
strumento di ripresa contemporaneo pressappoco al
" Cylindrographe topographique" , sempre del Moessard, al
" Cyclographe" di Damoizeau, alla "Plachette photographique"
del Chevalier, e anche al " Photorama" dei Lumière, che
comprendeva ben dodici o biettivi rotanti, con cui i geniali fratelli
di Lione, intendevano ottenere pellicole cinematografiche con
effetto panoramico totale.
Dalla prima panoramica dagherrotipica di Frederic von Martens
(3 e 3/4 x 12 e 112 pollici) , una veduta della Senna dal Louvre,
che è del 1846, a questi sofisticati risultati fin de siécle, c'è tutta
la storia della tecnica fotografica della seconda metà del XIX
secolo.
Presentiamo quindi ai nostri lettori, in fac-simile, alcune pagine
del raro volume di Moessard (Le Cylindrographe, Appareil
Panoramique, Gauthier-Villars et Fils, Paris 1889), conservato
nella biblioteca di !taio Zannier, con le singolari e in parte inedite
illustrazioni, che in originale sono stampate in collotipia.
•
Note
' S. Bordini, Storia del panorama, O fficina, Roma 1984, p. 9
' Idem, p. 13
' Idem p. 13
• M. Brusarin, Storia delle immagini, Einaudi, Torino 1989, p. 75
' E.H. Gombrich, L 'immagine e l'occhio, Einaudi, Torino 1985, p. 245
' Idem, p. 246
' R . Dubbi n i, Geografie dello sguardo, Einaudi, Torino 1994, p. 63
8
'nii3LIOTllÈQUE PllOTOGRÀPHIQUE.
AVANT-PROPOS.
CYLINDROGRAPHE
APPAREIL PANORAMIQUE,
Ce petit Ouvrage est divisé en deux Parties.
1'.\11
P. MOESSARD,
Commandant tlU Génle lmHnlC, atlaché au Senlce Réogl'nph!flOO
D�ns la première, intitulée
:Le cylindrographe
plwtographique, l'appareil est étudié spéciale­
dc I'Arméo.
ment au point de vue pittoresque et photogra­
phique. C'est là qn'on trouvera exposés le principe
PREMIÈRE P ARTill.
théorique sur lequel il est fondé, sa descriptiou
LE CYLINDROGRAPHE PHOTOGRAPHIQUE.
GHA!'ItDRE
UNIVERSELT.E
PAYSAGES
l'OU!l
ET
PORTRAJTS,
détaillée, son mode d'emploi, ]es applications
GROOPES,
variées auxquelles il se prete selon qu'on veut
. !
'PANORA:\IAS.
tirer un panorama complet, une vue d'étendue
'
quelconque, des groupes ou d es portraits séparés;
la mesure du temps de pose et la manière de le
·
PARIS,
d\un mème cliché; la possibilité de réduire la pose
GA UTHIER-VILLARS ET FILS, IMPRIMEURS-LlBRAIR ES,
'ÉDITRURS DE
55,
faire varierà volonté en deux points quelconques
· à une fraction minime de seconde (,:, et au­
L,\ B!DLIOTliÙQUE I'lTOTOGRAPIIIQUE:
Qun.i des Grands-Augustins.
dessous) pour avoir des instantanées de toutes
dimensions, sans rien changer
1889
à la
chamhre et
sans employer d'ohtnrateurs plus ou moins com-
(Tous ùruiiJtr!S'!n�s.)
M. - ru PARTlE.
AVANT-PROPOS.
AVAN"T-PRO'POS.
pliqués et plus ou moins pratiques; enfìn quelques
pose tout levé, au relèvement età la mise cn pl ace
exemples curieux de� résultats que l'on obtient
des détails; et là encore on prouve, par la compa­
eu inclinant ou en renversant l'axe de l'apparci!.
raison de résultats typiques fourois par
Cette première Partie se termine par la descrip­
éaphie piane et
tion cles divers modèles de cylindrographes.
combien ces derniers sont supérieurs, plus ''rais,
La seconde Partie, sous le titre : Le cylindro­
plus conformesàl'impression que donne la nature,
graphe topographique, est consacrée aux appli­
cations de l'appareil
plus aisés à mettre en ceuvre età interpréter géo­
aux levés topographiques
et aux mesures de préci'sion en général. Après le­
rappel succinct cles princi.pes fondamentaux sur
lesquels reposent toutes !es opérations topogra­
phiques, et des essais divers qui ont déjàété te"ntés
pour appliquer la Photographie à ces opérations,
l'auteur signale les inconvénients pratiques que
métriquemenl.
l
l
i
présente, dans cet ordre d'idées, la perspective
piane, inconvénients qui disparaissent dès qu'à ce
genre dc perspective on suhstitue la perspective
cylindrique, telle qne la donne le cylindrographe.
Suit la description des dispositifs simples dont
l'adjonction suffit à transformer en apparci! de
mesure d'une grande précision la chambre décrit� :--�
en détail dans la première Partie. La méthode de
construction dn canevas d'un levé et de calcul des
cotes de proche en proche une fois exposée, on
passe à la seconde série de travaux dont se com-
la Photo-.
par la Photographie cylindriqtie,
l
. La façon de comhiner l es renseignements pbo­
to�ra'phiques avec les croquis pris sur le terrain,
de contruler et de compléter les uns par les autres,
poor arriver à un levé in·éprocbahle, sert de con­
cluslon
à l'Ouvrage.
LE
CYLINDROGRAPHE
PHOTOGRAPHIQUE.
Le cylindrographe est une chambre photogra­
'·
phiqoe portative qui, mise en station an point O
(fig.
·'.
1), donne l'image de tous !es objets situés
Fig. r.
A
dans le secteur AOB, de 170" d'ouverture, de telle
., : ...
sorte que le panorama complet du point O n'exige
. . que deux clichés (r) et ( 2) égaux et une frac­
tion (3) de 20° de champ environ.
�rincipe de l'instrument.
Rappel de quelques propriétés des lentilles
épaisses (fig. 2).
10
LE
CfLTNDROGnAPHE PHOTOGRAPHrQUE.
.
ti lles, telle qo'un obj ec tif photograph.ique, peut,
donnée ( théorie cles lentilles épaisses de Gauss).
Cette lentille sera complètement ùéfinie par ses
Tonte combinaison de len-
JlfiJNCJPE DE
H
1
L lNSTRU�ENT.
respondant, parallèle à IH-'; !es deux points
sontle; points nodattX,
an point de vue théorique, etre représentée par
dont la position
n
et n'
sor l'axe
. ne varie pas tant que l'angle d'incidence des rayons
une lentille unique, produisant sur !es rayons
lumineux !es memes effets que la combinaison
-
,
r
l�mineux
i1'est pas trop grand. Donc, quaud nn
rayon ·incident passe, réellement ou virtuellement,
par le point nodal d'incidence
'
n,
le rayon
émer-
Fig. 3 ..
Fig. 2.
F'
deux plans focaux principaux F, F' (fig.
2)
et
par ses denx points nodanx n et n'.
1° Tout pinceau de rayons para1lèles tomhant
sur une lentille forme son foyer sur le planfocal
principal, et inversement tout pinceau isso d'un
point du plan foca! principal donne naissance
à un faisceau émergent de rayons parallèles.
2° Soient une lentille (fig.
3), OR et O' R' deux
rayons de coorbure parallèles, C le centre optique,
IR'
un
rayon incident, RE le rayon émergent cor-
gent, auqnel
et pass�,
il
dQnne naissance, lui est parallèle
réellement ou virtnellement, par le point
nodal d'émergence
1!.
Tous les objets de la nature compris dans un
.
angle An'B (fig. 4), dont le sommet est le point
3°
uodal d'incide·nce d'une lentille nn', donnent nais­
sance à cles images réelles renversées, comprises
dans l'angle anb formé par nb parallèle à Bn1 et
na parallèle à An1; l'image
m
d'un point quel­
conque M se trom•e sur nm parallèle à Mn1•
l
LIÌ Cl'LINDROGRAPHE
Donc n
point
PHOTOGRAPHIQUE.
on a la relatiòn fondamentale
la
perspec- ·
.
tive amb; c'est en n qu'il convient d_e placer l'ccir
est le
de vue de
13
L1JNSTI\U>IENT.
DE
. l'RINCIVE
12
11
Dd=cp'.
Si clone D=]�
quand on regarde l'image amb, pour obtenir la
x w,
l
Donc, quand D sera égal à
Fig. q.
10
'distance focale, d sera égal à
A
j; ... (• -;··
L -
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fois,
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y-·· -:'i.
"'
on aura d=-'-·
à
100
+,
fois la
de celte
m eme distance; et D croissant, d deviendra rapi­
dement négligeable, étant donné surtont que l'ob­
·.;
que l'on
jectif
emploie aura t�ujours une profou­
deur de foyer supérieure à cette petite lon gueur .
à
B
restitution parfaite de la nature AMJ3, telle qu'elle
apparait du point
vu� conjugués.
n'.
'
n
n et
son.t !es po in ts de
r
Ain'si, pour 'P=
l mm
1 5'm
et D= 15m 1 d sera égal
, 5, bien inférieur à la profondeur de foyer
. qui est toujours de 3mm à 4'"'" au moins.
Nous admettrons clone, dans tout ce qui va
suivre, que cette distance d est nulle, et que
Fig. 5.
l'image m se forme en F, foyer pri�cipal de l'ob­
j ec ti f .
Pour l es memes raisons, nous pourrons admettre
s�ns erreur sensible que l'image d'Lm point T, si
l'angle Mn'T n'est pas trop grand, se forme en
tel que
T
nt == nF = 'f'·
t,
C�Lte hypothèse est d'au­
tant plus proche de la vérité que le lieu cles fo)'ers
des. faisceaux de'l·ayons incidents parallèles n'est
4" Soient'f'ladistance f ocaleprincipalenF=n'F'
(fig. 5),
D et d les distances MF' et mF qui sé­
pas en. réalité une ligne droite, et que le soi-disant
plan foca! principal n'est pas un plan, mais bien
parent l'objet et son i m age cles foyers principaux;
14
LE
C Y LIND R OGRAPli E
PJIOTOGI\APHlQUE.
concave par rapport au point
Ceci posé, soit nn objectif
n.
sur l' arc de cercle ab, de centre n et de ray on 'i'· Si
·
n,
poin t
de
l 'i mage ab re s te immobile, puisque le
mcsnee
objets situés entre
B, C, D, E,
que
l'objectif,
su cc essivem ent former leur
se
.
.
et pat'
déplacc, les
. vi enn en t
image sur l'are de
cercle bcde, im age qui reste de meme immo­
je suppose que cet ohjectif tonrne ho-rizontale!Jlent
autour d'un axe vertical passanl par le poinL
plus en direction·. A
cons�quent l'angle dc ch a mp An' B,
nn' (fig. 6) à champ
limi té , An'B: l' image de ce sectenr An'B se formera
jèj
PRINC.IPE nR J.'INSTRUAIRNT.
une su rface SS' de forme variable, mais toujours
bile pendant la rotati an; et, quand l'objectif
a
a'ccom p l i une demi-révolutio� à peu près, tout ce
qui est s·itué dans le demi -tou r d'horizon ABCDE
�
Fig. 6.
�
for1';1'\ son image sur abcde et cetle image,
touj o urs immobile, a subsisté d'autant plus long-
temps que la vitesse dc rolation a été moindre.
Si l'on ramènc p ar un m o uvemen t inverse l'ob­
j e cti f à
duira,
so n point de déparl, le m l: me
l'image
fai t se repro­
se formera sur edcba identique­
mentla m è me que précédemment, et ceLte seconde
impression lumineuse se superp oscra exaclement
à
E
ne bouge _pas et que, le déplacement de n'
étant n.égligeable par rapport à la distance de<�
objets A, B, les ray ons
première; et cela a u t an t de
fois
que l ' an
. Si m�intenaot je s u ppo se enroulée sur le dcmi­
{ù
vue n
la
recom menccra la meme m an ccu vre .
D
}s s us de n ne varient·p as non
cylìndre de révolution de base abccle une pelli-·
cule ph ot og ra phi q u e
sensible,
ces im pr ession s
lumineuses eogendreront une fìg·ure qui sera la
perspectiPe
ABCDE.
CJ'lindrique du demi-tour d' hori::,on
;C'est là le principe du
cylindrographe.
16
LE
CYLINOROGIL\.PHE
DESCRIPT10N DE
JlHOTOGRAPHIQUE.
tran sport (fig. 7);
elles se montent sur un pied de cam­
replient l'une sur J'alltre pour le
Le cylindrographe se compose essentiellement
·pour la pose,
pagne; deux croche ts c (fig.
dedeux demi-cercles en bois, égaux et ho ri zont aux,
Fig.
assemblées à charniè re , se
·Ces trois pièces,
Description de l'appareil.
'
L APPAREIL.
8)
les fìxent dans la
position voulue; une tringle de laiton t, ré uni s­
7·
s�nt à l ' arri ère le plafond
·
solidité d e l 'ensemble .
le
et
pla ncher , assure l a
L'objectif, suspen du au · centre du cadre, est
porté p ar
un
a.xe de rotation vertical R, qui est
- actiom;té par une manivelle m horizontale, p lacée
le planchei· P ·et le plajond P',
au-dessus du plafond, munic de d eux pinnules
verticales donnanL le
champ de l ' app ar eil el réunie
à l'axe par une charnière. La planchette porte­
objectif et l'axe de rotation ne sont reliés que
par quatre vis de réglage à L ete carrée, qui per­
mettent de faire avancer ou reculer l ' objectif
sur
l'axe.
Pour ton t e
posi ti.on de la maniv el le , l'espace
et en Jargeur par le regard
dirigé par ·les deux pinnules représente le secteur
cmbrassé en h aut eur
An'B(fig.
6), le champ momentané de l'apparci!,
c' es t- à-dire tonte l'étendue dont l'image se forme
à c�t instant. en ab sur la pel licule seosible.
Cet axe et l'objectif
diamètre par nn cadre verticaJ en bois G(fig. 7 et 8)..
18.
LE
C\'LINDROGRAPH&
PIIOTOGRAP!IIQUE.
l' aide de crans et d'un
fìxés à diverses hauteurs à
à décentrer l 'i mage et à
verrou d' arr et , de façon
han t ou vers le bas.
o-agner dn t er rain vers le
"
ue, fait d'un e dou bl e
opaq
r
i
no
voile
le
Un amp
cepte le jour entre le
étoffe caoutchoutée, inter
g er les mo uveme nts de
cadre et l'objectif, sans en
ce der ni er .
certains modèlcs,
qu 'il
porte peuvent, dans
ètre mon tés ou descendus
RÉG(..J\G t1;
DU
19
Cl"LINDROGRAPHE.
!!L ll e�i bi�s , le rideau de po;e r e t le rideau de
joftd f;· deux ou trois pièces de laiton mince l
ma i ntien nent en dessous
l' é c artem ent
des deux
longs còtés d n rectangle; l es rideaux glissent dans
. des coulisses pratiquées dans la fa ce interne du ree­
. ta o gle.
Un
crochet double d, d on t l'axe traverse
l.� monture du cbassis, ferme !es deux rideaux
enserr: bl e.
Pig. g.
et
2.
Le chassis, pour la pose, se loge dans une
"bure
cop>prise, a u bord du plafoncl
entre la bande
rai­
et du p l ancher,
dc cuivre qui cercle ces deux pièces
et un bourrelet en bois in t ér ieu r b
de
t cm
de
sa ll li e, pa ral lèle à ce lte bande; le hout fermé dtl
chassis s'appuic dans un logement pratiqué dans
En avan t
de l'objectif,
et
mon t é
à f rot te me nt
monture, s� place llU
dur età ba'ionnette sur sa
l, de 4'm à 5'm de
solei
para
dit
tube en laiton p,
lle on glisse
laqne
dans
fente
J'une
]ono.
" ' munì
antérieurs,
es
u·agm
diapl
dits
s,
e
des dia p h ra g m
plus loin le
rons
étudie
s
u
o
n
t
don
,
de forme variée
role important (voir p.
Le
23,
3o et
33).
chassis porte-pellicule (fig.
g) est
formé
que, fermé dessus
d'un rectangle en matière élasti
né·!ì, opa qu es
carton
ux
ridea
x
u
e
d
par
et dessous
le m0 nt ant de droi te dtl cadre; l'extr émi té li bre
du rid e au de pose traverse une fente h pratiqué e
.
dans l'aatre montan t du cadr e, et peut étre saisie
et tirée du dehors.
sous sa
Dans cetre position,
le chassis,
f�rme cylindrique, ferme her rn ét iq u em ent
la �hambre ·entre le c adre, le plafond et le plancher.
Réglage du cylindrographe.
Régler le cylindrographe, c'est amener le poi n t
nodal d'émerge�ce
de
l'objectif sur
l'axe de rota-·
-70En tenninant, nous émettons un vceu : c'est
que toute photographie porte l'indication de
l� distance du point de vue exact ainsi que de
la tolérimce relative à la position de l'rei]; ces
TABLE DES MATlÈRES.
nombres peuvent etre calculés facilement dans
chaque cas par les formules ou les Tableaux
ci-dessus. Ce renseignernenl serait précieux, so it
pour l'examen direct du positif, soit pour la
détermioalion des erreurs commises et le réla­
PRBFACE,'. ' ....
AYANT-PROPUF.
CHAPITRE I.
blissement de la perspective exacte.
. -Perspective géométl'ique et restitutìon dans l'espace
·dans le cas d'un objectif simple.
Formation de la
f,erspective
de vue exact ... : . . .
géome'trique et poi11t
Jnconvénients d1une mauvaise position de l'a!il ....
1•
r ur sur
E re
la distancc..
Variation de la distancc de l'objet. .
.
Variation de la distance du point de vue exact..
Variation de la distance de vision . . .
FIN.
12
16
20
Expression dc l'allongemenl et duraccourcissemeut
prove11ant de l'erreur sur la distan ce...
·
21
23
2• Eneur aogulaire..
Conditions de la vision dlslin.cle..
1S
Tolérance de position de·l'ceil...
'l"}
CHAPIT RE l I.
�erspective géométrique et restitution dans le cas
d'un objectif composé.
Combi.Jtaiso'n convergente à ùnage rcnver!ée .
34
Combinaison. convergente-divergente.........
/j'l
38
Combinaison con.vergenle à image redres!ée. .
'• .
--�72CHAPITRE III.
Application des principes précédents
. ·- ·
·
PnfieS.
lJistance Jocale et format ....
Tableau.x d,erreurs sur la di.stance.
Tableau. dJallongement et de raccourcissemelli.
Tabl(!au, d,erreu.r angu.laire ...
'
·Moycns de ramener les ne"gatifs et les positifs à une
fJY
47
5o
52
perspective exacte ..
Amplirìcalion du clicluL ...
' '·
, .·
t· .
11.:
. '
··:·•
t
Am plification d u p osi i f par projection ..
Vue au moyen de la ]oupe .....
CHAPITRE IV.
Inftueoce des details et des telotes.
Visibilité des détails.
Formation des teintes . . .
InOuence de l'objet ...
lnliuence de l'objec�if..
lnfluence de la surface sensibl e .: ..
Inlluence d� ·la pose et du développemeot...
i.nnuence du tira se du po_sitif...
-CONCLUSION •
-.
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62
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64
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L'ULTIMA BUONA AZIONE
DELLA FOTOGRAFIA
SARA FILIPPIN
Un salvataggio fortuito, e casuale purtroppo, ha
consentito di donare al Centro di ricerca sulla
tradizione manoscritta di autori moderni e
contemporanei dell'Università di Pavia,
l'archivio documentale di una poetessa e
tragediografa di origine abruzzese, Fernanda
Regàlia Fassy, vissuta a Treviso per quasi un
ventennio1• Un nome conosciuto qui solo ai
pochi che le furono vicini in quegli ultimi anni
della sua vita passati nella casa-albergo Salce, e
ancora la ricordano: «Gran signora . . . era
bellissima . . . ». Raccontano del "salotto
culturale " dell'istituto di cui era una delle più
vivaci animatrici, e delle frequenti schermaglie
verbali con Gino Cavalieri, che occupava una
stanza attigua alla sua e tentava di imitarne i
modi ricercati e la gestualità, affascinato e
invidioso di lei, che lo sdegnava delusa che «un
uomo di tanto talento avesse atteggiamenti così
rOZZI».
Attrice cinematografica fin dal 19 15, poi di
teatro (per citare qualche nome, lavorò con
Ettore Petrolini, Odoardo Spadaro, Ruggero
Ruggeri, Paola Borboni) raccontava di sé ­
trasfigurando il ricordo con l'invenzione
letteraria - che, giovanissima, i genitori vollero
investire sulla sua bellezza per risollevare le sorti
economiche famigliari, e nei giorni di festa, la
agghindavano con gli abiti migliori e la
" esponevano " alla vista dei nobili e facoltosi
ospiti di quella casa, finché non giunse colui che la
impalmò con tutta la pompa e la ricchezza che la
situazione richiedeva. Frequentatrice quindi dei
circoli culturali e mondani, vincitrice di parecchi
premi letterari, presente in alcune antologie, i suoi
versi furono tradotti in varie lingue, perfino il russo
e il greco, ed ebbe pubblicate le sue opere persino
ad Haiti. Di lei parlarono i critici allora più noti
affiancandola a Saffo, Vittoria Colonna, Gaspara
Stampa, Veronica Gambara, ed a Emily Dickinson,
alla Woolf, alla Mansfield.
I documenti ritrovati, raccolti e ordinati da lei
stessa e da un amico devoto, con la cura minuziosa
che la nostalgia può a volte suggerire - manoscritti,
lettere, traduzioni, una dettagliata rassegna di
recensioni letterarie - ci danno una visione, se non
dei fermenti poetici più innovativi, di una maniera
letteraria vitale ancora negli anni '60 ai '70, che
concepiva la poesia e l'arte come "realismo lirico " ,
purificazione, ma n o n travisamento della realtà;
maniera praticata dalla Fassy in forma sintetica e
incisiva e, per giudizio unanime, con una qualità
tecnica elevata.
Boa luminosa di questo salvataggio è stata un
piccolo nucleo fotografico che ci ha spinto a
curiosare su questa figura misteriosa: alcune stampe
positive, un'autochrome e alcuni negativi, tutti
ritratti di lei, nonché pochi altri positivi di
cerimonie delle quali è stata protagonista. Questi
ultimi ( formato 18x24), riguardano avvenimenti
degli anni '50 e furono realizzati in parte dalla
Publifoto, e in parte da un'altra meno nota Agenzia
Bozzato Photo Service di Giulio Salaroli, ambedue
di Milano. Anonimi e senza data i quattro negativi
(uno di formato 18x24, tre di formato 1 3x18) , tre
Giulio
Sa/aro/i
Premio Madonnina. Medaglia d'oro a F. Regàlia Fassy.
Agenzia Bozzato Photo Service, Milano
Stampa positiva. Formato dell'originale: 18x24 cm
14
Mario Castagneri
Fot. Baccarini
Ritratto di Fernanda Regàlia Fassy
Milano - Formato dell'originale: 1 8x24 cm
Ritratto di Fernanda Regàlia Fassy
Milano - Formato dell'originale: 18x24 cm
dei sei ritratti positivi, e l'autochrome ( 1 3xl8), tutti in ottime
condizioni di conservazione e realizzati con grande cura e
maestria da uno o più studi fotografici che, a giudicare dagli
arredi e dai fondali, dovevano essere rinomati e servire una
clientela di alto rango. In due dei negativi e in un bell'ovale virato
seppia, lei ritratta a mezzo busto, recita un atteggiamento dolce e
remissivo, con un occhio a certe eroine ottocentesche; un terzo
negativo - definito "collo Pierrette" in un appunto manoscritto cura essenzialmente valori formali e luministici; cerimonia
d'ambiente in due ritratti positivi a figura intera (di uno è
presente anche il negativo) ricchi di mezzi toni, che ci mostrano la
Fassy in costume " Stuarda ", e con velluti e piume di struzzo, in
studi dagli arredi molto raffinati. In un positivo, il fotografo
Baccarin? gioca con i riflessi, le sfocature appena accennate, e un
effetto di mosso che colloquia con la trasparenza del tulle (suo è
anche uno dei due ritratti precedenti ), e interpreta così
l'impertinenza dello sguardo del suo soggetto. La stampa all'olio
firmata da Mario Castagneri è ( naturalmente) sulla scia
pittorialista, forse un ritratto in costume di scena, con dei
morbidissimi toni bruni. Infine, l'autochrome, uno dei pezzi più
interessanti, collocabile cronologicamente verso la metà degli anni
dieci. È splendidamente eseguita, cromaticamente molto
equilibrata, anche nella resa dell'incarnato, e di ottima
trasparenza ( qualità non pienamente apprezzabili in stampa). Il
tempo di posa non brevissimo ha consigliato l'uso di un sostegno
per il braccio, ma ha anche consentito la scelta del leggerissimo
effetto di movimento nel tamburello, scelta cosciente che rimanda
ad alcuni tentativi delle avanguardie artistiche e fotografiche del
periodo.
Anche qui si è indotti a pensare ad un ottimo fotografo, un
16
Autore non indicato
Ritratto di Fernanda Regàlia Fassy
(detto "collo Pierrette")
Inversione digitale da negativo su vetro
Formato dell'originale: 1 3x18 cm
provetto " autocromista " .
Sfogliando le riviste dell'epoca è
facile, infatti, rendersi conto che
almeno agli inizi • • • ottenere dei
buoni resultati diventava
proprio un giUoco
d'azzardo . . >>3• Era fondamentale
seguire scrupolosamente le
istruzioni fornite dal produttore,
determinare con precisione il
tempo di posa e la qualità della
luce che impressionava la lastra;
e ciò richiedeva esperienza e
professionalità, pena
l'ottenimento di immagini con
colori non reali, bluastre, oppure
scure e opache.
Ci piace chiudere con una
citazione di Edoardo Benone di
Sambuy, dalla Fotografia
Artistica, che evoca tutto il
fascino esercitato allora dalle
autochromes e insieme anche un
gusto e un ambiente che ci pare
di avere intravisto tra i vecchi
fogli e le splendide fotografie
della Fassy: . car, en y voyant
le vrai avec ses couleurs, nos
prétentions augmentent, et nous
en exigeons davantage. L'on agit
de meme avec une ma!tresse dès
qu'elle vous accorde quelques
petites faveurs: cela rentre dans
la nature humaine »4•
<<
.
«
. .
•
Note
' Fernanda Regàlia Fassy, al secolo
Fernanda Pollonara, era nata a Roma, da
famiglia abruzzese, i l 27.09.1898; morì a
Treviso il
2
25.06. 1991.
Si tratta, molto plausibilmente, dello
stesso Baccarini, milanese, che due decenni
dopo illustrerà, con Vender, Veronesi e
Galimberti, il libro di Altredo Ornano Il
ritratto in fotografia, Milano, Poligono,
1 94 5 .
H. Kiihn, Appunti sulla tecnica del
processo autocromo, in Bullettino della
Società Fotografica Italiana, Anno 1 907,
3
pag. 3 6 1 .
' E. d e Sambuy, Notes sur l'usage des
plaques autochromes, in La Fotografia
Artistica, n. l, Anno 1 908, pag. 8.
17
UN LIBRO , UN FOTOGRAFO
PIETRO BETETTO
PIETRO BETETTO ( 1871-1942)
FOTOGRAFO A SALZANO
A cura di: Quirino Bortolato, Fabrizio Masiero,
Ivane Venturini
Introduzione di Itala Zannier
Elaborati grafici di Nicola Barbiera
Amministrazione Comunale di Salzano
-
2002
Il "potentissimo" Pietro Betetto, come si definisce
ironicamente in uno dei suoi autoritratti, si sarebbe
certamente compiaciuto di essere il protagonista di
una pubblicazione che a Salzano (Venezia) è stata
dedicata alle sue fotografie, scattate fra il 1907 ed il
1909. Il suo carattere esuberante, unito ad una
robusta dose di semplicità, ne avevano fatto uno dei
personaggi più conosciuti e rispettati in un paese di
campagna come tanti altri, dove ogni novità era
accolta con un misto di mistero, stupore e sospetto.
Sta di fatto che il nostro simpatico personaggio,
il " Si6r Pièro " per antonomasia, grazie alle
discrete disponibilità economiche derivanti dalle
rendite di vasti terreni ed alla sua cultura
superiore alla media, poteva esibire con orgoglio
il magico fonografo, il pianoforte, il violoncello,
la moto veloce e scintillante, l'esotico cavallo
turco, il ricercato abbigliamento da caccia e,
come se tutto ciò non bastasse . . . l'ultima
stupefacente meraviglia della tecnica: la
macchina fotografica ! Manovrando con sapiente
cognizione la sua Kodak Brownie n. 2, prima
vera macchina fotografica "popolare", Pietro Betetto si
rendeva conto di suscitare il massimo dello stupore e della
curiosità nei tanti compaesani che egli non si limitava solo a
ritrarre, ma induceva anche ad improvvisare spettacolari
scene di delitti, o improbabili navigazioni con la "mastela
sotospina" durante una inondazione.
Circa settanta fotografie di Pietro Betetto, complete di
didascalie autografe, sono state recuperare a Salzano grazie
alla disponibilità di molte persone, consentendo così la
pubblicazione di un libro che risulta molto gradevole da
sfogliare ed altrettanto interessante dal punto di vista storico
per la grande quantità di informazioni che uno sguardo
attento può cogliere nelle vive immagini o fra le annotazioni
dell'autore.
Pietro Betetto ci presenta così lo "storico paese di Salzano"
proponendo i luoghi ed i personaggi che un secolo fa
caratterizzavano la vita dei nostri nonni: la grande filanda
degli ebrei Romanin Jacur voluta anche dal vecchio parroco
di Salzano don Giuseppe Sarto, il papa Pio X regnante
proprio negli anni di cui stiamo scrivendo, la benedizione
delle case da parte del parroco mons. Eugenio Bacchion, la
"celebre" sagra di san Bartolomeo con l'unica giosu·a e le
18
La copertina del volume
dedicato a Pietro Betetto
tipiche bancarelle, gli edifici più importanti del paese, i primi treni sulla
linea della Valsugana in costruzione. . . Dimostrando una vera
attitudine documentarista, il nostro fotoamatore salzanese provvedeva
scrupolosamente a corredare le sue foto con didascalie molto
dettagliate, fino ad indicare l'ora dello scatto con la precisione di Lm
quarto d'ora. n suo modo di descrivere le immagini è il vero ritratto
del fotografo stesso, lasciando trasparire allo stesso tempo ironia e
cultura, autocompiacimento ed autentico amore per il proprio paese.
n libro, pubblicato nell'ambito delle attività dell'Associazione Culturale
19
"Tempo e Memoria" , contiene alcuni saggi introduttivi ed ampie note
storiche a cura di Quirino Bortolato, Fabrizio Masiero ed lvone
Venturini, con una ricostruzione grafica del centro storico di Salzano
agli inizi del '900 preparata da Nicola Barbiera.
n successo di questa operazione culturale a Salzano conferma
l'interesse attuale del pubblico per le immagini d'epoca, ma testimonia
anche l'attrazione esercitata da un personaggio intelligente e bizzarro
allo stesso tempo che ha voluto !asciarci le migliori testimonianze del
" bel tempo perduto" . .
.
•
Jl - � o -z.z J. d e- 1\ a. n\. -a. > 5 c r i a d �1 5 i �n . f1 ct ro }etett.o
n �11 a, V a f C.l. . }a �in,�1 ra. a: _J. e ttra: t1c.tt
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b tt o l eh\. be.. v
.) ca.1c1\o l 1 r m a Lac àu:U a ) n1 4.l' � h � r 1 \ a. O r'\ l , _�n fe.. . ; n
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t d t't k r r d > i lc
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1 7 m n ggio
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dd pa l a zzo d e l � i g 1 1 o t· P i c l ro llel c l lo i n o n d a t a . Un a mastela sollosp i ­
ua
-;c r v
•
a l t ra�iwrlo d e l l e p rso u e. 27 olt. '1 907, fra le 1 0 c 1 1 au.
21
D ON FRANCESCO PASCOTTO FOTOGRAFO
PAOLO ZOVATTO
Come fotografo don Francesco era un
autodidatta, aveva coltivato da sé questa
passione e aveva immesso in essa il suo genio di
inventore, di costruttore di congegni, elettrici o
meccanici che fossero . Questa competenza era
nota alle autorità ecclesiastiche, ed era
apprezzata se nel 1928 il vescovo della diocesi di
Concordia si rivolse a lui per un incarico
importante, lungo e oneroso: fotografare tutte le
opere d'arte della diocesi.
Questo lavoro era stato ordinato "Per obbedire
alle disposizioni della Santa Sede e del Concilio
Provinciale del Veneto . . . " affinché " con la
massima possibile sollecitudine si dia opera alla
compilazione dei cataloghi e alle fotografie di
tutte le opere d'arte, nelle singole chiese, per il
Museo Diocesano. Le spese necessarie all'uopo
sono obbligatoriamente a carico delle
Fabbricerie " ; così decretava la curia vescovile.
Pertanto veniva comunicato ai reverendi parroci
di " Preparare tutti gli oggetti quali che possano
essere - che meritino di essere elencati " .
Lo scopo era evidentemente quello di
inventariare il patrimonio artistico ecclesiastico
al fine della sua valorizzazione e conservazione,
è quasi impossibile recuperare un'opera sottratta
ad una chiesa se non esiste una documentazione
fotografica di quell'opera, così come è difficile
accedere ai beni artistici da parte di appassionati
e studiosi in mancanza di un archivio o di una
banca dati disponibili. Solo a partire dagli anni '70 e ' 8 0
anche lo Stato italiano e l e Regioni hanno istituito Uffici
di catalogazione e restauro.
Poche diocesi diedero seguito alle disposizioni canoniche: era
un lavoro enorme, richiedeva personale, competente e mezzi
finanziari, oltre che tanto tempo. Tra queste vi fu la diocesi di
Concordia, ma solo perché qui c'era una figura del calibro e
della competenza di don Francesco Pascotto, il quale svolse
in cinque anni il lavoro e se ne assunse anche il peso
economico, infatti, nonostante il decreto del Vescovo in forza
del quale avrebbero dovuto essere le singole parrocchie a
sostenere la spesa, queste a quei tempi erano in maggioranza
povere parrocchie di montagna o eli campagna, per cui solo
in parte pervenne un contributo. Dall'archivio diocesano
risulta una lettera scritta dal Vescovo ai Fabbriceri in cui si
scrive "Il lavoro del Reverendo Pascotto, a giudizio di tutti, è
riuscito perfetto quanto umanamente era possibile ottenere.
Don Pascotto vi ha lavorato con il miglior senso d'arte, con
zelo. Vi ha speso anche, e tanto. Ora è doveroso non
Maniago, porta centrale e rosone
22
Gaio (Spilimbergo) Pilacorte
Porta centrale
Porcia
Chiesa parrocchiale: dettaglio della cantoria, '400-'500
ricompensarlo del lavoro fatto - buono com'è ha fatto per il decoro
della Diocesi, per la maggior gloria di Dio - ma risarcirlo almeno delle
spese" .
n Pascotto, i n obbedienza al vescovo, diede inizio al compito
affidatogli, lo portò a termine senza rientrare delle spese sostenute, con
delle attrezzature che si era costruito (acquistava solo gli obiettivi e i
vetrini per i negativi), con l'aiuto di un giovane che in cambio imparò
dal fotografo i rudimenti dell'arte fotografica e dell'ottica ed ebbe
come liquidazione le apparecchiature usate. Questo giovane si
chiamava Enea Carniello e, finito il lungo stage con don Francesco,
aveva imparato tanto da aprire un rinomato negozio di ottico e
fotografo in quel di Sacile.
A bordo della Fiat 509 di colore blu, stipata di attrezzature: una
gigantesca macchina fotografica, il treppiedi, le scatole con le lastre
sensibili, i sali per sviluppare e fissare le lastre e le foto, le bacinelle per
gli sviluppi, i fissaggi e i lavaggi dei negativi e delle stampe e le
apparecchiature per stampare a contatto e per gli ingrandimenti, don
Francesco e il suo assistente percorsero in lungo e in largo la diocesi
per più di due anni, lavorando dal lunedì al sabato. Si era costruito
anche l'impianto per l'illuminazione a luce naturale, convogliando la
luce del sole nella camera oscura per mezzo di un tubo di legno,
cosicché per poter stampare e fare gli ingrandimenti doveva lavorare
solo nelle giornate di sole. Gli interni delle chiese erano ripresi di sera
per evitare effetti di controluce con conseguente allungamento dei
tempi di posa, che potevano arrivare a una o due ore. Finita la ripresa
effettuava subito lo sviluppo e se il risultato non lo soddisfaceva
ripeteva la posa. Quando il cattivo tempo non consentiva le riprese
esterne era necessario ritornare successivamente nello stesso posto.
A conclusione di questa fase del lavoro vennero selezionati ben 2500
negativi, di tre formati diversi, a seconda dell'ampiezza del soggetto: vi
erano lastre di cm 1 8x24, di cm 13x18 e di cm 1 0x15. Furono
stampate in triplice copia nei formati 24x30 o 30x40, le fotografie
furono suddivise per parrocchia ed incollate in grossi album, realizzati
dallo stesso Pascotto e utilizzando colla fatta in casa con la farina di
frumento, e corredate ognuna di una didascalia appropriata, infine
pressati con una pressa (naturalmente costruita dall'industrioso
sacerdote). Questa parte del lavoro fu realizzata anche con l'aiuto dei
giovani della parrocchia, tra cui i seminaristi Paolo, Lino, Osvaldo e
Marco, che scrissero a macchina le note esplicative alle foto. n tutto si
protrasse per tre anni, sicché nel 1 933 il Pascotto poteva completare il
24
Aviano
Battistero del '500
poderoso lavoro e consegnare al vescovo e alle
parrocchie le riproduzioni fotografiche delle
migliaia di quadri, statue, pale, bassorilievi,
paramenti, argenterie, affreschi e chiese della
diocesi di Concordia.
Le parrocchie furono invitate a ritirare gli album
particolari presso dei recapiti prefissati e a versare
la quota prevista, ma, nonostante le dilazioni
accordate e i solleciti inviati dalla Commissione
Diocesana d'Arte Sacra, non tutte le chiese
ritirarono gli album e tra quelle che lo fecero non
tutte poi pagarono.
I negativi furono per lungo tempo conservati dal
fratello di don Francesco, Giacomo, la cui
famiglia poi li donò all'archivio diocesano, dove si
trovano tuttora insieme agli album fotografici.
Una preziosa testimonianza di questa esperienza la
dobbiamo all'unico protagonista ancora in vita di
quella straordinaria avventura: il giovane
assistente di allora, Enea Carniello, aveva 16 anni
quando intraprese questa collaborazione e la
terminò quando ne aveva 21 ed era pronto per la
chiamata alle armi: "Ho imparato tante cose che
mi sono servite per la vita e ho sempre avuto la
convinzione di aver contribuito con don
Francesco ad un servizio prezioso per la cultura e
per l'arte e la loro salvaguardia".
È singolare che di tutte le chiese immortalate dal
Pascotto, non vi fosse proprio la piccola chiesa di
Loncon, non esiste una documentazione
fotografica né degli esterni né degli interni della
"sua" chiesa, l'unica foto scattata in quei tempi
ritrae il gruppo dell'Azione Cattolica con lo stesso
don Francesco.
Successivamente, quando entrò a far parte dei
Padri Sacramentini, usò assai raramente la
macchina fotografica, tuttavia non tralasciò di
esprimere il suo genio inventivo, allorché si
trattava di realizzare qualche opera utile alla
Congregazione. Per il Seminario dei Sacramentini
di S. Benedetto del Tronto, dove rimase per alcuni
anni, Padre Pascotto progettò e realizzò
personalmente un grande orologio che scandiva
con segnali acustici diversi i vari momenti della
giornata della comunità, funzionante
elettricamente e a batteria. "Un'opera molto
ammirata e studiata" .
Un'altra conferma della genialità e dell'intelligenza
di questo personaggio straordinario. •
25
UN PREMIO IN MEMORIA DI PAOLO CONSTANTINI
All'Università " Cà Foscari "
di Venezia, un Premio per
'lr +39·41·522 8328
Paolo Costantini 'Venezia
una Tesi di Laurea sulla
a\11 1 /7/97
0 1 2: 1 6
['; 1 /2
Fotografia Italiana.
Anche quest'anno è stato
assegnato il Premio per una
tesi di Laurea in Fotografia,
valuto e sovvenzionato dalla
Signora Susannah Wilshire­
C aro !t aio,
Torem, americana a Parigi,
grande fotografa di moda
son o ormai a f',� i lano d a p i ù d i u r1 a d e ci n a d i gi orni, e p rovo a ved e re se si p ll Ò
fax, d ato che i l fi ato rico m i n c i a solo Lln p o'· alla volta a tornare . . .
negli Anni Quaranta­
Cinquanta.
Susannah ama Venezia e la
co m Lt
n i c ar e via
D op o l' a p e rtu ra d e lla B i e n nale, e d op o che d siamo v i st i al wnvegno su S e lvati c o, h o avuto
Fotografia, e da alcuni anni
u. n p eggi orame nbJ d e lla situ az i o n e, p i u ttosto rap id o, d ovu.to a p rob l e m i d i resp i razi o n e . P are
ha promosso un Premio per
c h e la m alattia eserciti u. n a pressi one sul cuore, i m p ed e nd ogli d i esp a nd e rsi com e d ovllto. I l
cuore eh e n e l fratte m p o, m iste ri d e l corpo u m an o, s i e ad attato a u. n a n u.ova sed e . S e l'azione
una Tesi su questa disciplina
all' Università di Venezia,
dedicandolo al compianto
d e i farm aci fLt nzi ona, il cLt ore si m L1.ove l i b e ram e nte, altr i m e nt i su b e ntrano 'l lleste d ifficolta d i
ti p o " m e cc an i c o " . S i am o allora ven uti- a M i la n o, d ove h an n o d e ciso a l w n e mcx:l ifi c h e ai m i e i
trattam e nti, e sop rattutto d i te n e rm i sotto controllo.
Paolo Costantini,
indimenticabile ed
insostituibile studioso di
rilievo internazianale.
Quest'anno il Premio è stato
assegnato alla dottoressa
B eatrice Rossetto, che è anche
In rPalta.mLp..ar.e...ar.a..d.Lstare wglia, rp1 esti ultimigiowi la ce.spJr.azi.one....e...aru movimenti
com i n c i a n o a m igliorare; ho fatto d e lle a p p l i t:azioni d i rad i oterap i a, ch e conti n u. e ra p e r Lt rl
p o', sab1o com p l i cazi o n i P e r i l m om e nto va b e n e e asp etti amo. L a cosa p are lu n:;a.
rl osa t se m p re in su. p e r m ovi m e nt1J (tra Ve n ezia, f'll i lan o e ora gli esam i p e r l ' U n iversita a
Tori n o) e su p e r affann n o. S i e sobb arcata tutta la p re p araz i o n e d e i p acchi p e r i concorsi,
d.bitntaild 1). letter.alm e nte m atta pe r. le m i e e su. e f.ot1)copJe e /1).p.u..bblicazioni. etc.E
collaboratrice di
"Fotostorica ", per una tesi
dal titolo: "Alois B eer, attività
di un fotografo austriaco,
nella seconda metà dell'800",
relatore il pro(. /taio Zannier,
correlatore il pro(. Nico
Stringa; la tesi è stata valutata
----rt,eTaTrrP.nteo::..au:..ta; e po.rt10ppo;data la:..ituoziurre;-rrorrpu:...:..o e.:...:..eredi neS!-atramto. Spero
d i ri p re nd e rm i in fretta e p rovare a p e nsare a q Lt alche giorno d i b e n ed etta vacanza ... (te r m i n e
orm ai q u asi d e l tLttto p rivo d i signifi cat1) p e r n oi).
l miei m e d ici se m b rano fid ll ci osi, e soggettivame nte le cose van n o rnigliorand o. App roffittero
p e r leggere, ri p osare, e cercare d i ri p re nd e re un p o ' d i peso.
l p acch i p e r i con corsi son o stati com u. n q u. e i nv i ati; q u. and o r i e ntrero a Venezia, oltre alla
dalla Commissione con punti
fanwsa cena c h e ab b i a m o i n sosp eso d a t e m p o, le c h i e d e ro q u. al ch e consigli o su. lle eventu. ali
Lode.
q u e ll o d i storia d e ll' arch itettu. ra i ntorn o a l q u ale p are d sia nwlta tension e, a Ve neLi a wm e
una informazione importante
fatto d op o,
1 1 O su 1 1 O e l'aggiunta della
Nel dare questa notizia (ma è
p erché si tratta della prima
attribuzione in Italia di un
Premio per una Tesi sulla
Fotografia, che a Venezia è
alla sua terza edizione), si
"strategi e " d a add .ottare (come se nto d ire d a con c1xrenti d egli altri raggru p p a m e nti, s p e c i e
a lt rove) ; a ch i m and are i titoli, chi contattare d i retta m e nte, ch e cosa aggiunge re d i q u e llo
etc. N e i
giorni d i
B i e n n ale h o conosci u.to rapid a m e nte, grazie a S p ezzaferro, la
f'.� essi n a e la B ord i n i . M i p are d i cap i r e ch e ci s i a t e m p o, anche se forse sara m egli o m e tte rsi
i n contatto su.b ito, o com u n q u e d op o l ' e state?
Sptro du:... ne.l.fratt.tmp.o.. a.bb.ia..a:o.w�it.te.ll .catalog:o diJ!.'..ar.gl:u:Ul..-.(at=tr=t.t
---- ----·
R o b e rta L 1) m b ard o d e ll'Uffi ci o Stam p a? l) i n caso d a f'M: scola d i rettam e nte d all'Assessorato d i
M e stre) . D a i com m e nti se ntiti, tra i giovan i i lavori d i C am p igotto e Zanta son o m olto
coglie l'occasione per
a p p rezzati, sop rattutto d a m olti stra n i e ri . Du.e o tre a m e ri ca n i, collezi onisti a n c h e i m p ,)rtanti,
pubblicare ["'ultima",
h an n o p e rsi n 1) gia acqu istati) fotografi e d i C am p ig1)tt•' viste in nwstra!
struggente lettera di Paolo
Costantini, inviata a ltalo
Zannier 1'1 1 luglio 1 99 7.
•
26
2
Lo sp azi o d e lla m ostra p u rtrop p o e p i u ttosto i nf e li ce e trop p a costretta
(e
cam b i ato rip etute
volte fìtw a d LI. e gi orn i p ri m a p e r rid u rsì alla fi n e d rasti came nte r isp etto alle p rom e sse
i n iz i al i ..•), ma s i a mo alle solite n e i wnfwnti d e lla fotografia risp etto al gigantism o (u.n p o'
g rat ll. ito) d e l la m o...<;tra d i O p p e n h e i m, a l q t�. a l e (e a C e lant) il C a m u ne n on h a n egato rm lla,
anzi. P e r non p a r la re p oi d e i p mb le m i d ì c om tt n ì ca.z ì on e e q u e lli d e i t ras p orti (vap oretti,
segn aletka),
a
d e gli ìsterismì d e ll ' u. lt i rn o rnorm nto d e ì fotografi itali ani (alcuni, i n re alta
alq u anto d e lu d e nti) ...
[1,\ i p i ac e re b b e s ap e re l a su a op i n i on e . l p are ri, a p artire d a q u e lli d i ft,\ a_:,s i m o [ a cci ari,
SLI.
q u esto d ' accord o con f�\ ossetto, se m b rano com u n q u e m olto p osit i vi , an che a q Ll anto mi d i ce
M .e scola. V ed �e m O-se il p.wgetto-d dl'A�·�hi•�o- j)')t�a. a11d.ar.e aJtantir ch-e sar.e bb.e la Gl)Sa p.ili,
i m p ortan te , al d ì la d e lle m ostre fatte all ' u lt i m a) m om e nto .
Ho ri cew.to u n m e.:.saggi o d a .St e p h e n S h ore, Ga)ntentì.:.sì m o d ì ven ire a lavorare an CI)ra in
Italia n e l worksh op sp i l i rn b e rgh ese con G u ìd a) d ì fi n e m ese. S p e ro p roprio d i p ot erl a)
i n contrare. A S p i li m b e rgo si p otre b b e w svi lt�. p p are b e n e q t1. estì p r oge tti e far arrivare au.torì
d i q u esto ti p o: ch e p rosp e ttive ci son o'? Le p ot e nzi alita son o s e m p re i m rrwtate, e sono m olte,
a n c h e p e r ch� mi p are non accad a n u lla i t1 giro. I m p ortante, p roprio p e r q u esto, sare b b e
p rovare a d are Ll. n a forma p i ù d efinita al C r af, ai rapp orti con l'U niversitiì., e a i vari p rog e tti a
cui p otre b b e fare rife r i m e nto, con conti rw.itiì., a n ch e a livello e tt rope a. In Italia contirlll.a a
mancare Ltn v e ra p u nto d i rife ri m e nto; S p i li m b e rgo, carne d ' alt rond e p e nsi am o d a te m p o,
sa re b b e p e rfetto. E' u n p e ccato che p a.:.sino gli a n n i . . .
N e l caso, p u o m and arm i fax a Venezi a, che in q u a lc h e m od o mi ve ngono r e c ap i t ati q u i a
P.\ilano. Alm e n o fin che n on ri p re nd o fiato p e r q u alch e chì acche rata.
Un caro saluto a L au r a
t:
a p resto.
27
UN INEDITO
PER " FOTOSTORICA "
Autore non indicato
Sul tetto di una casa, si fotografa il padre
di Maurice Bucquet padre del futuro
presidente del Photo-Ciub de Paris
Parigi, 1860 ca.
(Coli. Olatiz, Parigi)
28
29
0LATIZ AL METROPOLITAN DI NEW Y ORK
ITALO ZANNIER
Alfred Stieglitz soffrì assai per la delusione,
quando la nuova direzione del Metropolitan
Museum of Art di New York, rifiutò di
accogliere e di esporre, com'era stato
promesso, però solo verbalmente, le
fotografie della sua collezione, che
comprendeva i capolavori del " Photo
Secession " ( " La N uova Scuola Americana " ) ,
rientrati in America, dopo l ' Esposizione di
Torino del 1902 .
L a Collezione di Stieglitz aveva ricevuto a
Torino ben cinque diplomi d ' onore, due
medaglie d ' oro, quattro d ' argento , otto
segnalazioni; un grande
successo, ma nel frattempo il generale D i
Cesnola, direttore d e l Metropolitan
scomparve e il successore non accettò subito
l ' acquisizione, che avvenne però nel 19 1 1,
con 4 18 stampe datate 1894 - 19 1 1 (cfr P.
C ostantini, L' Esposizione Internazionale di
fotografia artistica, in AA. VV. , Torino 1902 .
Le Arti D ecorative Internazionali dei Nuovo
Secolo, Fabbri, Milano 1994) .
Questo patrimonio è tuttora il fiore
all ' occhiello dell'Archivio fotografico del
Metropolitan che comprende inoltre , tra i
molti incunaboli, l ' Al b um di disegni
fotogenici " The Bertoloni Album" ( 18391840), un insieme di fotografie inviate da
Talbot in altra copia, anche a Giambattista
Amici di Modena, e tuttora conservate alla Biblioteca
Estense di Modena, già oggetto di uno studio di Italo
Zannier e di un catalogo edito da Lanfranco Colombo.
Louis Olatiz è stato accolto con gentilezza, e assistito
durante la permanenza, dalla curatrice Nora Kennedy
e da Mia Fineman, Research Associate del Department
o f Photographs, giunto a New Yor k per esaminare gli
originali fotografici conservati al Museo, specialmente
quelli di autore o di soggetto italiano .
Le s orprese sono state molte; innanzitutto la serie d i
venticinque carte salate da calotipo, d e l fotografo
Luigi Pesce, eseguite in Persia e in particolare a
Teheran tra il 1 8 5 8 e il l 8 5 9 .
Immagini di grande bellezza, n o n soltanto
iconografica e documentaria, che sollecitano l'avvio di
uno studio approfondito su questo autore, invece
poco conosciuto in Italia.
Lo storico francese, in visita all'Archivio anche su
indicazione di " Fotostorica " , ha inoltre esaminato il
singolare Album, "Vedute di Pola. Con Oggetti
dell'I.R. Marina " di Luigi Mioni, fotografo (e
farmacista) di origine friulana, eseguito nel 1 8 8 0 ca.
Il padovano Giacomo Caneva, è presente con quattro
stampe salate, di grande freschezza, tutte di soggetto
romano, che si trovano collocate accanto ad una serie
di altre ca lotipie eseguite a Roma, però di autore
sconosciuto, che meritereb bero a loro volta uno
studio e una ricerca; si tratta forse di Calvert-Jones, o
di altro fotografo-archeologo inglese, ma è
un'illazione.
Antonio Beato viene elencato anche in questa
collezione, tra gli " italiani " , ma in effetti ( come i
fratelli Felix e Maria Matilde) proveniva
probabilmente da Corfu o da qualche altra isola con
sopravvivenze "venezian e " .
Altri italiani presenti, tra i fotografi dei X I X secolo:
Guigoni & Bossi, Alinari, Duroni & Murer, Floriani,
lnterguglielmi, Paolo Lombardi, Giovanni Morotti
( 1 8 6 0 ) , Giulio Rossi, Carlo Ponti, Carlo Naya.
Vanno aggiunti gli autori stranieri in Italia, da
Bernoud a Frith, da Braun a Mayer & Person, ecc .,
ma spesso si tratta di raccolte spurie. Eccezionale una
" piccola " fotografia origina le del Conte Primoli,
" Ca mpagna romana " , del 1 8 8 9 .
O latiz, prima di lasciare l e accoglienti e attrezzate
stanze dell'Archivio del Metropolitan, h a chiesto di
vedere una fotodinamica conservata nel settore
contemporaneo, " Cambio di posizione" del 1 9 1 1 ; una
rarissima stampa a ll 'albumina, di formato 2 0x25 cm
30
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CONSERVATION
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AJC, 11li K Srreet NW, Suire 200, Washingwn, D.C. 20006
Tcl. 1202) 451-9545; fax: (101) 452·9328;
info@ajç.fajçorr· �
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lP!, Rochesrer lnsrirure of Technology, 70 Lomb M
emoria
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Rochesrcr, NY 14623·5604
Tel. !716) 475·5199; fxc 1716) 475-nJo;
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. , ltlliU�Ut)
.\•ncn.:u.. lf!.l"'·ltt"l 'ic.>lr'J ,\Uk ""'"'""""""� /�W..
Pl..u -prw.l>o•wlllu<>ftr\4.:.�""" F....... I<Nit�U7.l0<
Th
u•nn F..ol.,..,
t'rtl,.o..,,... ,\nl>l {>irt....•..., . /-....Jv>,t �a.. IUJ.O�poo
'""' K..bd C.t-Bco.�..�� fttum� Gm -" Will»crr Rubd iLI'ii97.J�.lh
�l'.,.,..u ii.JtJu....._ ISdhpu'"'$-'�
h..
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Th< !Wh<t t:ttl!e.'l>l>l<. Pu.-,-hat.c, Lab .
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T<TI<t'h>ijm<>odn..... ti. I.C'<'onJ lA. .\.n......
Rinemhaler, Mary Lynn, et al. Archives attd ManliSCTipt.s:
twd.
FrY: �rQlk,..
AdministTation o{ Photographit: CoJlections.
L•h,, l'f'I"'IIW"'lU.Hi
Basic
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St:rits. Chiago: Sodtry of American Art:hivists, 1984.
Wilhdm, Htnry, with Cuoi Srower. Tlte Pumammu and Care
o{ Color
Pho:ographs: Traditio�ra/ ond Digitai Color Print.s,
Color Ncgatives, Slides. a11d Motio11 Piaurcs, Grinnell,
lowa:
Preser�'ation Publishing Comp:my, 1993.
The Mc:tropoliran Mus.:um rhanks The Andrc:w W. Mdlon
Foundarion and the Sherman Fairchild foundarion, lnc, for their
generous suppon of phorograph conscrvation at:tivities.
Wolb�
"""' �IDI-1�82\ G,.,...,po>(l!m.,.. OII�.:<
•il>ot P<"" fr<>ttl
t'btjpo�.,, n..q_;, !1U
.......
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ltolvrr t:. lo.o•>l<utlO.u- !8�l \l"'-�nw .\. Hr-•tt \brn< f'un;fl.,.,. f<lftli. \Uno<><
olrl>t1J:'"" H""'"'- H.,.• o/
"""
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t!:IU.i1116..l!
f.....,. IA�ncnc-..,. 1'103·1'-st. C.....t llon4
il"'*",l.$�.1>-U•;pi.n-><t
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IT"
.Jion
u,......,., ..,.,...on,.w., t-I>U>u,
I'.IH filn,n'lt'UW. il'�!l<CI' EnMNd!""'• 1"-1
.d•·cr ,vtM
m.t.tl •
l'o. MCOI
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..,. ,...
•...
Uboto.nlt'"'b
l'•nl ÙIJ(t'� Jr. · �PlellUII. IS'It-1'1'')' n... C:..I fH nrud:m. "-l. J9l9
C.or1"" 1""'!- Fll<dMO(I)f� Lu!l<ct>on. t..uurl>ortl \l"""' '""'l'·""'.u>J
JulmC. W...J.ld� J,�-,191!:'-IIOO.l'J
\m� w�•llwnllcnn �"' T�!lwjflttlu.h. l�·t•· _.,od �><<>lu.o llntl>l;'lfWI
Ou!do, iflll-1��81
Ul�h 'i..ohcJ I"J'<"F'"U"I,_,I"•I"'r
""'t'"'o. r
..m...n r.,.... c,...,J»>I. �
Jh.�bU/Jw-.
The Mu�um·s rollectlon of photographs :md rhe holdings of rhe
joyçe F. Menschd Pilmogmphy Library are avai/ab/e ro studems,
researt:hers, :tnd scholan in thc Study Room for Phmogrnphs.
Cali {212) 650·2113 to schedule an .:tppointmem. Youcan also
visit us online a t WWWm«
mus
r
u
mo
rp,
This brochure is rTUde possible rhrough rhe generou.s support
of the Henry NW Found;uion, lne.
The Merropo!itan Museum of An
1000 Fifth Avcnue
Ncw York, NY 10028
T H E M E T R O P O L I TA N M U S E U M O F A R T
ca., proveniente da un collezionista americano; in Italia è
p articamente impossibile avere una simile occasione.
Olatiz ha suggerito alla Conservatrice d i aggiungere a l nome
Anton Giulio, anche quello del fratello Arturo, con il quale
vennero realizzate le storiche fotodinamiche ( anzi, il
" fotografo " fu proprio Arturo, mentre Anton Giulio, come si
sa, fu l' ideologo; m a è dall'insieme che nacque il
fotodi n amismo ) .
I l Metropolitan conta naturàlmente anche s u un l aboratorio di
restauro, del quale si occupa i n particalare Nora Kennedy;
p u b blichiamo i n formato ridotto, il pieghevole di
presentazione. •
31
I•HCYJ OG!(.\I'H
CO:'\'II·.R\ATIO:'\ .'\1 T li E \!f-TROPOI
n Ai' .\·I L � E t .\t Of -\R
l
I'RJNCli'Al I'HOTO G R A P H I C
I'ROCESSES, A R R A N G E O
Thc mos1 common trnrmmts: for photot�raphs are ph)'SICal-­
mrndrns a tear, rtluar.g .1 crc::uc, or surfacc dcarung. Omn.ical
paper sensitud
i
witb 5ilvu ula,
sun!ight n
i dil'C'CI conract
wi1h a papcr or{lcss frcqucntly)
glass neptive and fixcd. Cbar.Kteriud
by a vd••ery matte surfacc; variations in
chemistf)' yicldcd prinrsof varying huts.
Uscd in Europc through thr mid·lSSOs;:
LlScd ]eu frequcncly in America.
ll'eabTICfllli IO fn'i� fadcd or staiJml lfni8CS are ccncra!J} l'·oidcd,
sincc 1be)· are cxpenmenlll, unprtdictablt, aod irrcl-nlolbh:.
Wnnm, phorop-aphK, ancl analytK...al ducumcmatiUII �re ahurs
an csscnnal part of rhe trcatmmt: pnxcu, and profasional
conscrvaton follo"' rhc Code o{ EJhia tmd CmJdmcs {or
Prilctiu csrablnhcd lr.· thc Amuican lmrrtutc !or Coruervation.
primcd m
A compLete tccllnrcal uA<k-rsta.ndu'tl of pholosraphic procc:ssa,
from tbc eariy dague� to the CO!'Itftnpota.ry lnk·jft pnnr,
rhc- hlROI)" or 1tSlbfi:tia of ia rime u wdl u Wltbm ao individuai
amst's arccr.
Photosraphs, whlch hav�r for 160 ytaD so
maJia!ly r«<«<� our
worK!, are dcltate obt«H, aub)CCt tO handh"' dlm.�gc, efll"ltOn­
mcnral dcgradaoon, and fla•-s- in thcir own chetnmr)'. Anyonc
'A-bo hu pullcd 1 famaly pboto album or box of �pshoa ftom
a dusty anic or a damp bascmcnt is likt:l)· co ha� found ladcd
IJJlaJn, washcd-out color prinu, 01" pcures fraycd, I:!Mt,
:scntchcd, rom, suincd from ape 01" J,luc, or C'\"Ctl milckwcd.
Bcausc fine an phorop'l.phs are abo Sl.lb,ea tO thew ills, Tbc
Muropolitan Museum of An ha.s esublishecl a S'l:ate-of·thC·lln
faciiry
l cfcv.otN ro rbc cxamin.aoon, an.Jiysn, prncrvanon, and
trc::uJMnl of irs phc:xosraphic collcmon, onc of thc finnt in thc
world. Tbc nn>.· cigh1 thousand-squarc·foor Shcrman Fa.ircl\i
ld
Ctnttt fot '\l'orks on Proper and Phe�:�pb Conscrvarion includes
a darkroom, cbnn.IStt� laboratof)", phomsraphic documcmarion
and infran=d-camen room, miaoscopy b.bontory, I'ICUum
tabln, ueatmcnt Jinlu, and tcchnical nsa
i -umenauon for dlarcd
usc by papcr and phoroçaph comtn'ators u wd\ as a libraf1·,
semiru�r room, and rnafrinl and framil'l& snMbo. Hcrc, phorosraph
consernton care for rhc MUlCUm's phorograpiUc hokbnp,
specific prous.ses.
...,..,_ .
......, ,_..
Dagut:rrtOl}� Ont-of..a-kind pbotognph on 1 highty polishe<.l,
silvtr-p.latcd shcct o! coppa; dcvclopcd ovcr mcrcury fumes.
Ch:atll.."'ltri:tm by a mirrorlikc surfacc and anoni1hing deuiL
Thc first pho10grap!Uc proc:ess Ul'c:aled 10 the public, n
i 1839;
enjo)·cd widespread populariry in Europe, cspedally France, n
i
thc 18105 and n
i Amaiot through 1M 18SOs.
Papcr nqpative.. The carliesr rype: of neptil·t, made: of fiiX writ.ing
papcr scnsitiud \\.;th sih-er mlrs, cxposed in a camera, developcd,
and fixcd; often waxcd or rreatcd fllf" addcd transparmcy. P111per
ncg.1ri•·cs gcncrally impan a sfiJhdy fibrous tcxru� 10 d1e prim
and a:a�tt comraru of light and duk.. lnvoncd by Hcnry
Talbot rn 18-40 and modrfied by
many phocographcrs. Popular
in Brimin inrbt- I8405aoclin
Europc fromthc late 18o40s
rhrough thr mid·I850s; r.ucly
used in Anlt.Tia. iAiso ca.lkd
;.-CII.Iotypc negative" ar
•TaJixx}-pc negativc.�)
undcnakc racarch, duscmmatc informarion, m-in fururc
Charactcrizcd by a modcrately 1hiny
surface and fìnc dctaii. Comrnercially
prtpucd a!bumtn papcr was .naibblc
bcginning in the mid-l850s and
mnaincd popu!:u- rhrough thr 1890!.
Thc most common photographic printing
pwc;cs$afthc nincu-e:uh cemury.
Gl;ass nt&ative (dry plate:).
Ctlmmtreblly pttpa� sias.s plare:
coated witb a selarin bioder and scnsiriud wirb sih·n- sahs. Far
mot"e convcnicnt than thc .,..'Cf platc, which it rapidlr rcplat"Cd n
i
tht 18801. Panchrom:nìc dry pl1tcs, sensiti,·c 10 ali colors of thc
specrrum, n
i troduccd in 1906. CommonJy ulcd inro tbc 1.9201;
availabk today but uscd only for spttialiud applications.
Pl:uinum ptint. Pb()tograph on p;�pcr scnsitizcd with a solurion
of iron 1nd pbrinum sal[J; processcd to yield a plarinum ìmage.
Usulll)' printcd in dircct comact wirh a nq;ativc. Charaaerizcd by
pcrmancncy, widc IOUil tangc wi1h subtk gradarlons, and marre
surface. ln\·cntcd in 1873; gaincd popubriry n
i thc late J880s.
Searciry ofplatinum during World War l led 10 the subsnrunon
of tih·ct'·platinum and p.1lladium papers. Undcrgoing rtYÌval
sincc thc 1970s among anists usingcommercial and hènd-coatcd
plarinum papcrs.
conservauxs, and aclvana: thc fidd of photopaph con�ervation.
Spcdalisrs in corucrvanon, Kimtc, an hist�; 1nd re!at«i
Photognt}lb 011
papcr roatrd with cgg whitc and
5eOiiri%cd with Silvcrsalts; mon oftcn
U5Cd to print glass ncgativcs.
Albumn1 lilu:r pl'iut.
cnabln lhe conKn-ator to comiòcr a pbotosraph's plao: widun
l'M Sbenn.lnl Fai.rduld Cencn- mcludcs a dukrvom
equippnl ro rt-cJU�tc tbc full ranp: of hlllOI'K proccsacs, en.1blins
consenrators and studcna 10 p.in a dn.ùcd tedJM:al undrr·
standltll of oldtr worlu in rbc collco
cri n. Expt-rimcntal sampk:s
proOuced ben an: a.iso uscd in analyrica l studiC5 and tn accdcntttd
asini tcm to lni"Htiptc me makcup and lona·rcrm snbiliry of
C H R O N O L O G I C A L LY
So.lt� p:.pn- print. Phowgraph on
ftelds
collaborare 10 achle\'C: a fullcr undcnundina of thc compluit)
and bcaury of the: works of an in rhrir cart. and to prescn•c
thcm
for fu�rt �nrions.
Pbotosnph conseTVJton not on!y rrcat da� �od dercnOfllrrd
worb but aho cxanunc:, doc:umcm, ancl analyu rMm, m:ommcnd
propcr stonae and bouJin& and momwr cm'UOJUIICflta! condirions,
such u ll&hr, tcmpcrarurc, rtlarivc humidit); and arr qu.1lrry, rhar
.1ffcct thc hcalrb of thc co.Uc«ion.
The scmtnar room for clasxs, mcctinp, and worlubops. housn a
library of techn�e�l ùnm.turc on photography and c:onscrvation
nudr collcct•on of pborograpbic samples. The Cc:nrcr
mamt.1ins an onaoms pf'Oil'lll'l o! intcmslups, ft.llowships, •nd
special prGJ«tS for srudcna and nCMCC conscrvaron from .11'0\lD<I
!be warld. Thr Ccnter •Iso hosu confuencn, worksbopi, ancl
�
t ining SCUIO!l$ in which professiona.ls in �latcd fidds can
uchangc infonnation, praent resrarch, and funbt.r the under­
.mrnding of rhe manr issua invoh-cd tn prcKfVIUon.
and 1
Glass negative jwrt piluc:}. Glass pla1e: coa1cd wirh a
layt.r of
colloclion (cellulose niu:.rr dissolvrd in r�her) and scns.itized in
.1 sulution of silvcr salrs. Record� far grcater dctail than papcr
10 roat tbc pla1c
nq;.anvcs but rcquircd thc photographcr
imn.ediatdy bclort usc and 10 dewlop tbc cxposcd
be:forc tbc collodion dried.
negati\•e
Publishcd in 1851; gaincd populariry
throug.hout che 18SOs, almosr cnrirely rt.placi.ng rhe papcr ncgarh-c
by 1860. Renuincd in usc unti! about 1880, wbcn ..dry platcs"
wcre inmxluccd. {Also c.11led "wet collodion" process.}
32
Photogravure. Photogr•phic m
i age. printed n
i ink from an ctdtcd
c:oppcr pbu:. Ch��n�ctcrized by rich inky blaclu; tht "whites• are
thc bòlrt papcr. Onc of thc fines1 means for reproducing 1 photo­
�ph in largc numbers. Popular witb artisa: 11 1hc turn of thc
rwmueth ccnrury.
8 HtC CI:IDFr l � E S FOR l HE
PRESE.I\V\TIO� or PHOTOGR \P H :t
OTHER TER.\.1�
Gum dìdlroJUAII.. print. Pb� on papa ('O.ltrd \1.1th a
kmltlttd pm IO!uo.on conmnill8 pgottm; prin� in wnhglu
tn dtr«1 C'OnfKI .,;,h a negati� aftd �-cloped 1n "':aftE.
a..� br bro<d """" hq;h ""'""" onJ �.>« or dml\
gutn prin11 ofrcn mm�l* paìnri� pam:ls, or c:ha�l draWU�p.
Popular am011; PKtonaltM pboc:ographm ci tht 18901 and
1� rwrdy used tocb)'. (Abo called "aum btchromalt' print.")
Carbotr lr.ltl�!tt pnnt. Phorograph made b!' cont.xt prinull! 1
arbon UUut {�OICIIsfll1:rd, ripnn�ttd �bdn 011 thm �pc:r).,
tu.Mf�rring a to �pe.r. :.nd del·dopinfl; itin Y,'Jitr. Oarac:ttnud
by urrr� pMI'I:I� fint. pin. "'nd oonrinoous tonr. Carbon
COtn�IJf avatbhtt \!tgumlllJ fn 186-4, V!Uh
fiftttn a»ort a,'Jtbbk by 1893, moid)' shadt5ol rtddldl lJroy,-n,
esr,plant. and bladt; usa:! ,.iJdr foc- an rt'pi'OdlX'tiOn and
tnmct. Wt�
com�mal applk:uions..
l thn n.:�am�. S.mU..r ro tht glam: ocgativt:, caprurra; an imap
.,,ft, li!,hr«nsfnn 51h""tt s:tks m a gdatift bukkt. Uscs a plaiUC
5Uf'PO" dat, unlikr gian, i:l lrght'ft<t:ight, nonbmkabk. fbibk,
and can lx rotkd, so that many � tu lx nudt an onc
�tn&th o( film. FkliJ'bk no:ptM- suppom .,'t.rt 11111oduad by
Eal(man Kodak ComiWlr m tbc bit' l S80L 1M earir tuppOn,
cdlulòst nìmtt, w;u �illty rqtla«d by nnttiCS of cdlulow
amatt and pol)-ntu btpnntng m tbc 19J0s. l( DOC sttft'd propnty,
nitn1c:s and cdlulose acttates ha"' mbtttnt S!:Jbihrr problt:ms..
Carbro pnnt. E.x-ctpnonaUy pam&ntnl fu�J.,cok,r phOUJSr.lphK'
ìm� JNtfk. by IJ'IIMfttring rrAow, cyan, ami �u. bym of
al r«:lih1n&. �. \Md primarily fot portratlurt
ptpnrnt to a fin
and n
i 11d,--mism& frttm d\r 1.92:0s ro thr J.9SOs.
Printed-out pOnt. PhOfotrapl'l.c: pont (.,.hether ultcd pa�
albumC'!l stlves. gebrin llhW, or othcrl thar darkens snchalfr
duringlong eJ�"posure w hshr t� a ntgarivc; rh� itlver f:lhs
�;ç- pruu. Tht most comm<J��t rrJIC' ol tolor pholosnph,
print«< from :1 d\romQcnric oo&or nrpti\'C COMIItS oC dyes: withln
gdatin laym on a pbsuc-cNkd paptr bue:. Sub;cct to fading
and color-dnfn: ut dm � ami on rxhibruon. lk1� an
tht 1.9<l05 IJ an ou�·rh of chromosmit color ll'Jnspllm'ICJts
IKodilchrome, m,·mttd in l,li), Ukd by amartt�n and amst5
alike. IAbo callcd "C-pnm· or rtknul m by \'òlrious bn.nd mtmcLl
O,'C tr:a.nsl« pnnt. Cokw pboto(tnpb m:�dc b)' tn.nsftrring t0
papc:r �·. cy2n, and �ta d)U from color scpar2tions ol
an imagc. Procns pamft� prcài;c ('()flnol oftrtU;SC coJ.x I.Jx.d for
finrartot-adl�prirus from dw: l:11e 1940s to rhc eart)· 1990s..
photograph. The compkx proctu., fint dcscribed b,• Edwin land
in 1947, has b«n popuLn amoug amarturs and anUts .�ince tht
utl1' l.960s. {Aiso allcd ..in5t3nt color print'" or rckrml to br
thf Product n:�mcs "Pobo:Qb"' or �-70."l
\ifwr d}'\" bkadJ pnnt. Dy�imagc m Jjebrin on a pbsnc or
plastK'-coattd paptr OOst, m:aU'd from a po�th"t trll'llp3mK'}'
n1bcr tban a MJ:Iti'"C. Unti! ttttndr, .1vailabk onl� wi1h a
ht&hly ;b.sy J\llhcr. ��� su.bk tlun chromogmK prinu.
ln1roducal in I.Ki. (Abo rdtmd rn h)· thc old brand n:�.me
�ab.chromc."l
lnl..--tn pnnt. Photograpb produooi b)· a compultr pnmer rrom
a dignal fik using w':ltu-b:l� dro or ptgmn�tJ on paprr or
01:bc .surron. IAbo rdtrmi ro by tht bnnd namo: •tns pnn1�
w "'Gidk-print.'"')
33
E.xhibit: ot srore phorogr.1phs m l00 pm:t:nt � v.·md<lw m;n: or
fol&n or in polreHcr or pol,-trh:.'kl� pbsuc .il�''t'i. A''Oid U5Ùl8
any udhHì•� (qpe, robhcr ttmenl, "'itìrc- clut) in dir«t c:onrxt
sunlighr. Gencrally w.um '" color unltJs mncd.
hold 1 phol:ugnapb m plxc on an �Jbvm page or "1rhtn a m.at•
�of;uerials listro as h.a\ÌIII possed rht �:�phic A.:tivìry Test
(l'Al) art r«<mmended.
some C3rly·l\\o'mnfih�tury
.....
--
Srtm phomsr.Jpftl m il cool, dry, <..k.ah, and mblc: ennronmem
w� thtrc :ll't' no dr-amane thtfrs .n temptnrure or hum.JÌ:)'. n.e
aro. shotdd tu.l'C sood air filtr.mon -and bt � ftum aouras ol
duR, dirr. and aìr poltur&ms (5ulfus- horn car exh:msr, otonc iron1
��PICS tTom pillnB. :Idhesuu. :11....! �
tion �ttriJkl A1'0id h:angin& pboo�_r:�ph$ O\"er �nng vena or
firtpl:�cts. 116r '1\'lndo"-.. •nd in odw:r unsubk '""'ironm.mTS.
mmdormcd mro rnmUic sd\'Cf' p:utides by the acrion of lilbr
3lon� wirhout chtmka! dr1'clopcrs. .\lost nmct«nth<mrury and
;1rc
l:h-r di V\!(Hl tr.\1\.(ft.r prnn (l'obf'Oid). Stlf-dc-\'C'Ioptnlcolor
Cd.un "'�tr prmt. Pho«JSnph on pa� or pl:Htlciztd plptr
C'Olted wìrh an nnubtOn o( ùgbt-snuilh-c tlhrr salii �
ift gclarin, printed out ar �klptd oot., a.nd fix-td. Came uno
�ral usc in tbt 1880$; the �� ,·aritty rnnam� the
�nodard bbc:k-4nd-whltt phorogr.lpluc procm.
Conua prou. Pnm malk by plaafC �pluo: p.aptr n
i
dirtetcont:la Wlrh tbt nrpun; in a JIW frame and t.XJ)C)SÙII
it to ligbr \\-i:hout thr aid of an mbrger; nq;oui1.-e :�nd prin1 al\"
dnu rhe samc titt.. Ncarlr ali phorocr:�phs INide: pn� m �
UIS<k "-"tte contw: prìnted.
�r.aphs weff "pnnrN out"' in
�� pruu. l'hotograph�e pnnr nude br brief ��
lighr rhrough. a nq;am't co <."fe:U
: a larcnt: 'INF tbat 11 rhcn
tn1nsiomwl mn> mct,J,tlit- iihw and nuJc ,·5jble br dlcrnal dt:\-d·
OptTrlll. B.ricfl)' \l5N in tbc 11501 for .:omn�i:JJ phOUlSf'&pftit
pubù5bing; trinaodua:d in tht ia�tt runetttnfh ce:nrury -.1 dominam
in tht 0\'Cnticth. Qncrally axll or nNtUI IA roiof unks rootd.
Ali btadr:,:md·whirc rq:u:n-a 3rt.llmibrly dcvdopcd.
ro
Tònin.g. Ckmic::l! au.tmeN of .a pboc01rapbìc pnnt dun"'
fì!clng. Geattalty u� m alcrr d� color o! tbc prirtt for
aestheric reasons or tO ÙJa\"ut thc ptonanence o( me UMSC­
or aftcr
lndude$ gole! or pbrinum � o( prin«d-ouc lt1QP and
sulfur Ol scleruum ronin3 of dn�.(MU imaga..
\inu,c- pnn1. Pnm nudt dosi: 10 tbc Ome of he
t ncpti\\; �·hdl
most oftcn I'Cpit:Stl'ttf rhc amR's origiful 1Mcntion.. � is no
hllrd·anJ·f:.st rult rcprdìn& how soon afrrr me qative a prinr
must be ma� in ordtr 10 be COttircd
ide 'rinttge; " ha1 ìs more
impotr.�nt is th�r :hc msterial� rcchniqut, and ideou rcm1ìn
coosìsm1t \vUh tbc :�mnS odsìnsl concqxion.
wlth tht phO«"'gr<tph. Good quality pbot�n; m:ay bt uied
to
.\Jl t)'J'tl of licbt .ltt danuc;ina m pl\otnar.aphs. no nmrer 'l'lbar
pnguòons art r:�kcn, 2nd light danu:ge- to Otpftlc ma�tt�als is
i�. !1.a-e!wt. tf�mrd ptw,tovo�phs w.,u � huns ;... :�R'n
oi knrr lìcht: and awar rfom dtl"«t swUigbt. Ue a:lm or �Ire
\\idi a bufk..w ulm:•ioid fìhtor far :addtd p«Mrction.. Whm poui�.
rotate ptcruro; oo Tlt'W m reduc..� the � ol cxpostm" to lt&hr.
Co«x pbou:tsuphl are R�actpnbk to f#dinc m both rhe ha:ht and
dte dari.:. Mafly 1rwin.atiofK use c:old-stOnlf: TJUia ro prcsm.�
totor phomcr:tpM.
T3ke pxxl are o( �dvcs u �'tll u f'O'Ìt"'f!l: ,( 'A>dl maintamed,
nq;:ui•u an be � to 1nake n.:w prims.
Do noc: uy ro ck01n or repair a photQCr;tph on }'OIIt O'o\'1\; k'ek
thc ad�U o( a proi.eWonal COOkn'atoc- (�t'C "Con.o;avariorJ
Rcsoul'l.--a" bdowJ.
PICCOLO GIALLO NEL MIO ARCHIVIO
ALFREDO CAMISA
Tra i più significativi fo tografi del dopoguerra - in particolare, con Mario
Giacomelli e Piergiorgio Branzi, tutti membri del "Gruppo MISA ", voluto
da Giuseppe Cavalli come giovanile "prolungamento " del Gruppo "La
Bussola " -, A lfredo Camisa (Bologna, 1 92 7) è oltretutto, tra gli
intellettuali che in quegli anni si sono o ccupati di Fotografia (ricordo tra
tutti l'indimenticabile A n tonio A rcari), uno tra i più lucidi e impegnati
nello studio delle problematiche culturali della "nuova immagine ", con
saggi tuttora validi filologicamente e ideologicamente.
È
sufficiente ricordare la articolata prefazione all'annuario della rivista
"Fotografia " di Ezio Croci, del 1 958, dove Camisa ha illustrato le varie
tendenze della fotografia italiana, dal neoreaiismo al pittorialismo residuo,
dal fotogiornalismo all'amatorismo, anche nel confronto internazionale,
cercando di sistematizzare il coacervo di ricerche e di entusiasmi di quella
ammiratori e tanto meno seguaci. Rimasi praticamente
senza copie. Ma della cosa non mi resi como, perché
accadeva nel periodo del mio "grande silenzio"
fotografico, durato circa 40 anni.
Alcuni mesi fa decisi di fare qualche ristampa. Sono
quindi partito a colpo sicuro alla ricerca del negativo
(ricordavo bene luogo, anno e mese dello scatto). E,
invece, la ricerca è stata stranamente infruttuosa. A
questo punto non mi restava che affontare il problema in
forma razionale, ricostruendo cioé la cronistoria delle
mie riprese di allora. Ma 40 anni di intervallo non sono
proprio uno scherzo, e, a volte, ci vorrebbe il miracolo
per dare una mano . . .
stagione fotografica.
Recentemente A lfredo Camisa, che aveva smesso di o ccuparsi di fotografia
STRANEZZA W l
nel 1 96 1 , sta rivivendo il suo archivio che in effetti rappresenta un ampio
arco della sua vita, della sua passione, del suo impegno d'artista.
Presentiamo in queste pagine un suo breve racconto collegato a una delle
sue più famose fotografie, "La Falce ", sintesi di una lunga sequenza, che
dimostra la sua attenzione semiologica, l'intensità della ricerca, il desiderio
della perfezione.
I.Z.
( D a miei appunti abbozzati negli anm '60 e
ritrovati in questi giorni) .
Una delle mie foto più note, pubblicate e
premiate ( ':· ) negli anni '50 è certamente " La
Falce" (Titolo originario: " La Vecchia " ) .
Ricordo che ne stampai pochissime copie; la
maggior parte sono rimaste nelle mani di
redazioni di Riviste, organizzatori di Mostre,
editori, ecc.
Era una foto molto " coraggiosa " per quegli
anni, ancora intrisi dai dogmi cavalliani de "La
Bussola " : usciva completamente dagli schemi
tradizionali, ispirandosi semmai allo stile
" subjektive " che in Italia, con la eccezione di
Monti e di Donzelli, non aveva ancora
Del soggetto furono eseguiti in totale 26 scatti, differenti
per piccole o piccolissime varianti (presenza di gabbietta,
o bilancia, o di imbuto, falce rivolta verso destra o verso
sinistra, ecc . ) . Le foto, pur essendo la donna
incredibilmente abbigliata in modo del tutto IDENTICO,
sono state certissimamente scattate a distanza di un anno
fra un gruppo ( 1 4 fotogrammi) e l ' altro ( 1 2
fotogrammi ) . Più precisamente, 1 4 fotogrammi
nell'agosto 1955 (film no 56 e 57) e 12 fotogrammi
nell' agosto 1 95 6 (film no 2 0 8 ) . Un minuzioso esame dei
frammenti di vetro dei bordi della finestra conferma
questa affermazione.
STRANEZZA No 2
Il fotogramma da me selezionato per la stampa
apparteneva al film no 56, scattato nel 1 955. Il film era
composto da 9 fotogrammi: 7 del soggetto " Falci" e 2 da
ritratti di famiglia.
Sul provino originale corrispondente al no 56, figurano
infatti le 7 foto "La Falce" e due altri fotogrammi, qui
omessi in quanto non avevano alcuna attinenza di data o
di luogo con l 'argomento della finestra e della vecchia
contadina.
Ma nell'ambito dei 7 fotogrammi c'è una grande
"anomalia " . Infatti, mentre 4 di essi risultano scatti
originali del soggetto (anche se, tra di essi, non compare
il fotogramma poi utilizzato per la stampa), gli altri tre
sembrerebbero fotografie di fotografie (vedi tracce di
nastro adesivo ai bordi, ingrandimenti diversi fra i tre
fotogrammi, ecc.). Come è possibile che
contemporaneamente sul medesimo negativo compaia sia
la ripresa originale che una sua copia (duplicato ) ?
34
Archivio A. CAMISA
Provin i da lastre
n ° 56 bis e ter .
( ?) lastre, e credo che, malgrado questi chiarimenti, la vecchia con
la falce si sia portata con sè i misteri di questa fotografia. Le
remote vicende de "La Falce" restano avvolte nel mistero.
FINE
E invece no, c'è un finale a sorpresa! Che non risolve le stranezze
ed i misteri di questa storia, ma porta qualche elemento
chiarificatore della vicenda.
GENNAIO 2003
STRANEZZA W 3
In Archivio, nel "file " corrispondente, ho trovato, al posto del
negativo Rollei, due lastre di vetro formato 5,5x7,5 con la
riproduzione della foto. Fatte da chi, come, quando e perché? E
dove sono il negativo originale ed il relativo provino ?
STRANEZZA No 4
In cantina ho ritrovato, un pò danneggiata dall'umidità e dalla
muffa, una riproduzione gigante della foto originaria ( formato
60x100) stampata impropriamente su una carta inadatta (mat) che
non avrebbe mai potuto rendere i toni catramosi da me voluti
nella foto, assolutamente mai stampata nè fatta stampare da me.
Chi la ha stampata, quando, dove e perché?
CONCLUSIONI
Purtroppo non ci sono conclusioni. Mi tengo bene al sicuro le mie
Ci sentiamo telefonicamente, per scambiarci gli auguri fra vecchi
reduci della fotografia italiana della "golden age " , con l' amico
Zannier (curatore di questa Rivista ) . Da discorso a discorso,
l' argomento scivola sulle Mostre degli anni '50, e plana, chissà
perché, su quella di Salsomaggiore (Settembre 1 95 6 ) .
A proposito d i questa Mostra, molto importante da u n punto di
vista "storico " , Zannier rammenta di aver spedito alcune foto, di
aver ricevuto un premio, ed infine ricorda che gli richiesero il
negativo, per fare delle gigantografie per movimentare
l' esposizione.
Ebbe di ritorno il negativo della fotografia premiata, "Donna
Carnica " , con un vistoso sfregio, e basta.
Al termine di questa nostalgica rievocazione (Giacomelli, la
Niccolai, Donzelli, ecc.), si è accesa la lampadina della mia
memoria. A quella Mostra avevo partecipato anch' io, con ben
cinque foto esposte ed una premiata.
Ma, allora .. ? Sì, era successa la medesima cosa anche a me, ma
con la "variante" delle lastre: in cambio della mia stampa e del
negativo originale, mi vennero inviati due negativi di diversa
gradazione, su lastra 5,5x7,5, e la gigantografia che ho da poco
ritrovato, che mi è costata un patrimonio di restauro.
Queste "gigantografie" (si fa per dire) poi inviate agli Autori, si
intravedono nelle foto commemorative fatte il giorno della
premiazione/inaugurazione (in alto, nell'angolo, "Tabacco" di
Mario Giacomelli e, sul lato destro, "Bambini ad Harlem" della
vincitrice Giulia Niccolai).
E nel mio diligente quadernino di carico/scarico delle foto di
quell'anno, ora tornato agli onori della cronaca, risultano - come
molto spesso allora succedeva - come "non ritornate" le 5 foto
esposte.
Sino a che esisteranno delle "memorie storiche" della Fotografia
Italiana degli anni '50, queste ricostruzioni - forse inutili
divertimenti per gli addetti ai la vori e per i nostalgici come noi saranno ancora possibili.
Per me resta poi sempre il mistero di come una pellicola
impressionata da un certo soggetto possa contemporaneamente
contenere una immagine di se stessa. •
36
Archivio A. CAMISA
FILM
'
.
56
N°
.
Archivio A. CAM!SA
FIL M
•.
57
N°
l
l
.' l
:
•.
l
l·
f.
·
Note bibliografiche
( * ) Pubblicata in:
- Photography Year Book,
- "Fotografia"
- t'Ferrania"
Esposta e premiata alla Mostra Nazionale di Salsomaggiore ( 1956)
Esposta a varie Mostre/Concorso e Mostre Personali:
- III ' Internazionale di Venezia, Cà Giustinian ( 1 95 6 )
- Pescara, Palazzo Pomponi ( 1957)
- Senigallia, Expo-Ex, Giardini della Rocca ( 19 9 1 )
- Milano, Spazio Foto S a n Fedele, "Immagini" ( 1995)
- Rimini, "Realismi" (2001)
38
C OME VOLEVASI DIMOSTRARE
MARIO TREVISAN
Avevamo dedicato una parte dell' articolo
apparso sul numero precedente, dove si
spiegavano i meccanismi di un'asta, alla
vendita Sotheby's di novembre ad Amsterdam
s egnalando le stime quanto meno inadeguate
della quasi totalità delle fotografie messe
all'incanto convinti che ciò non fosse dovuto
ad un errore di valutazione da parte
dell ' esperto ma ad un preciso disegno della
casa d ' a ste per attirare più gente p o ssibile. Si
era preso poi in esame i pro e i contro di tale
sistema di pubblicità . L' asta ovviamente è
andata benissimo raggiungendo una
p ercentuale di venduto incredibile ma non
certo per questi sotterfugi o piccoli trucchi
che incantano ormai ben pochi, ma al
semplice fatto che le riserve erano molto
basse. Guardando, dopo asta, i valori di
aggiudicazione si vede che tutti i lotti o quasi
hanno raggiunto un valore di vendita
a deguato ai valori di mercato a meno di una
ovvia percentuale di variazione.
Facciamo solo qualche esemp i o :
- lotto n . 6 0 I . Penn : " nudo " da loro stimato
2 . 200-3.200 euro e da noi stimato invece ,
nell ' a rticolo precedente, 15 .000-20. 000 h a
fatto 14 . 500 euro ai quali va aggiunta la
commissione della casa d ' a ste raggiungendo
così 18. 000 (e noi non siamo degli indovini
ma ci siamo basati sui valori semplici di
39
mercato e delle altre aste internazionali );
- Lotto n . 72 M . Giacomelli: " Scann o " stimato 9001 . 200 h a ottenuto 2.400 ( 2 . 9 00 circa contando il
valore finale);
- Lotto n . 6 9 R . Bernhard: " nudo " stimato 6 5 0-8 5 0
h a raggiunto 7.500 euro, circa dieci volte d i più i l
valore di stima;
- Lotto n. 1 6 0 S . Salgado: " Etiopia " stimato 8 0 0 1 .2 0 0 h a raggiunto 6 . 5 0 0 .
O r a questo catalogo, come è stato detto, creerà solo
confusione e sconcerto in un mercato non ancora del
tutto consolidato, mercato che h a bisogno di tutto
tranne che di queste cose.
Forse si è dedicato anche troppo spazio a questa asta
ma è stato importante sottolineare queste cose.
Passando a consultare le varie case d'asta europee
nell'annata passata si a ssiste a degli a ndamenti
decisamente concordi.
La crisi economica europea si è fatta sentire in modo
evidente sul mercato dell'arte in generale e quindi
anche su quello della fotografia.Tutto il mercato
dell'arte è stato influenzato da questa crisi ma
maggiormente colpita è stata l a fascia media.
La fascia alta del grande collezionismo è rimasta
intatta, anzi i valori delle opere sono a volte lievitati,
soltanto che percentualmente tale fascia incide poco in
quanto non ci sono più tanti capolavori sul mercato.
Il mercato medio ha avuto invece un calo
considerevole.
La percentuale degli invenduti è stata a b b a stanza
pesante.
Ovviamente il mercato della fotografia procede in
p arallelo con gli altri . In Italia le due aste Farsetti,
quella Sotheby's Italia più due aste Finarte-Semenzato
non specifiche ma con molti lotti di fotografie, sono
andate in complesso a b b astanza bene. Sono talmente
poche che non possono far testo ed essere prese come
termometro della situazione economica attuale.
L'Inghilterra h a sempre l'appoggio del mercato
americano ( anche se anche loro hanno qualche
problemino economico ) .
L e aste sono andate, a detta degli operatori,
mediamente a b b a stanza bene nonostante che la
situazione del paese sia forse tra le più pesanti i n
Europ a .
Resta d i fatto c h e nonostante l e loro affermazioni
l 'aria che si respirava in sala, soprattutto nel secondo
semestre, non era brillante e frizzante come gli anni
scors1.
Ruth Bemhard
Nudo
1 950 ca.
In Germania invece la crisi del p aese che sta attraversando
una non lieve crisi economica ha segnato a b bastanza
nettamente i risultati le aste del secondo semestre del 2 0 0 2 .
M o l t i invenduti rispetto la media degli ultimi anni, molta
fatica a vendere i n particolare a Berlino.
Qualche bel risultato solo con cose importanti.
Bisogna anche pur dire che q uesti cataloghi non erano poi
all' altezza dei precedenti ma questo potre bbe essere l'effetto e
non la causa di quanto detto . Stesso discorso in Francia dove
l'esperta di una nota casa d 'aste parigina ha detto al telefono
due giorni prima dell'asta : " Mario, moltissimo interesse ma
non c'è " argent de poche " .
Ruberemo all'amica parigina l a frase per sintetizzare l'annata
2 0 0 2 . I cataloghi della prossima stagione devono ancora
ess � re stampati. Gli operatori delle varie case d'asta stanno
raccogliendo con il solito entusiasmo per l e aste di primavera
che speriamo interessanti. Di q uesto parleremo nel prossimo
numero.
•
40
UGO MULAS, UN ANNIVERSARIO
ADRIANA SCALISE
Artista "mancato" , aspirante poeta, fotografo
impegnato, ma solo a metà. Questo il profilo che
Ugo Mulas ha tracciato di se stesso, eppure, sotto
questo profilo modesto, appena abbozzato, emerge,
in tutta la sua semplicità e luminosità, la figura di
uno fra i più grandi e meno consapevoli di esserlo,
maestri di cui possa vantare la storia della
fotografia. L'arte di Mulas oltrepassa l'estetica del
linguaggio fotografico autoreferenziale e fine a se
stesso, la sua grandezza consiste nell'avere dato un
contributo assolutamente originale alla storia
dell'arte contemporanea, scrivendo, ma questa volta
con la "luce" , una delle pagine di critica d'arte più
genuine e più comprensibili che si siano mai lette,
nel più puro spirito di diffusione e di divulgazione,
proprio del mezzo fotografico.
Il rapporto di Ugo Mulas con gli artisti comincia
al Bar Giamaica, a Milano e finisce a New York
fra gli artisti della Pop Art, passando per la
Biennale di Venezia, dove fu presente dal 1954
al 1970 e dove scattò circa 20.000 fotogrammi,
che costituiscono il più affascinante documento
storico-critico che rimane dell'Istituzione
veneziana, oltre ad essere la testimonianza di un
ventennio di storia dell'arte contemporanea
raccontata attraverso le immagini. Nel 1974, un
anno dopo la sua prematura morte, la Biennale
gli dedica una retrospettiva, allestita presso i
Magazzini del Sale, curata da Tommaso Trini e
Nini Mulas: " Le Verifiche" e la storia delle
Biennali, che costituisce, con le sue 282 foto, un
doveroso omaggio a colui che ha inteso le Biennali
d'Arte di Venezia come un evento artistico imperituro,
fatto di uomini e donne, protagonisti, operai, semplici
spettatori, ma tutti in grado, con la loro presenza, di
animare e valicare il manufatto artistico. La forza
comunicativa di Mulas si estrinseca attraverso alcune
memorabili "sequenze" qui di seguito esemplificate.
sono stati versati fiumi d'inchiostro per spiegare la filosofia
che sottende ai "tagli" di Lucio Fontana, ma solo Mulas,
con una breve sequenza di fotogrammi ci fa capire quanta
tensione, emozione e attesa c'è dietro ad un semplice gesto,
risultato freddo ed estremo di un desiderio di conrrollare la
propria forza fisica e istintiva. Mulas dice che "nulla è meno
fotografico di una cosa che si muove", eppure, nessuno
meglio di lui è riuscito a renderei il significato dei mobiles di
Calder, fotografato assieme alle sue creature in
atteggiamento scherzoso, mentre agita in maniera buffa le
braccia e le gambe simulando il movimento delle sue opere.
E se il premio alla Biennale di Venezia giunge inaspettato,
come si evince dall'espressione sorpresa e felice di Alberto
Giacometti, che Mulas ha saputo cogliere con esrrema
sagacia, questo certamente aruibuisce valore emozionale alle
statue, allampanate ed enigmatiche dello scultore.
L'obiettivo di Mulas enrrando negli srudi degli artisti
americani della Pop Art, ci mosrra, col fine gusto del
reportage artistico-documentario quei magazzini industriali
dismessi, meglio noti come factories, che gli artisti, all'epoca,
affittavano per pochi soldi e utilizzavano, in molti casi,
anche come dimora. Quello di Rauschenberg, ad esempio,
era una specie di "caos organizzato", proprio come le sue
opere, e in quello di Andy Warhol rutto era portato
all'eccesso, esrremizzato, dal via vai continuo degli amici, alle
feste che finivano con l'intervento della polizia. La parabola
ascensionale di questo artista, formatosi con la pratica del
lavoro e con la passione, si conclude, nella vita professionale,
come in quella umana, con una riflessione profonda sulla
storia della fotografia e sul mezzo che l'ha prodotta. n
risultato di questa riflessione è costituito dalle "Verifiche",
intense fotografie concettuali che di volta in volta vogliono
essere omaggio a chi la fotografia l'ha inventata (Nièpce),
usata (Lee Friedlander) o commercializzata (Alinari), oppure
spiegazione pragmatica e insieme filosofica delle potenzialità
che questo srrurnento ci offre. n ciclo delle "Verifiche" si
chiude con la foto dedicata a Duchamp, artista del quale
Mulas è stato profondo ammiratore e di cui ci ha lasciato
alcuni ritratti superbi ed esplicativi di quell'atteggiamento di
negazione che fu alla base dello spirito di questo grande
esponente della corrente Dada. Figura di spicco, tanto per il
42
Antonia Mulas
Ritratto di Ugo Mulas
Tutti i dj ritti riservati
Copyrigbt
© Anronia Mulas
Per gentile concessione
mondo dell'Arte che per quello della
Fotografia, a trent'mmi dalla sua morte
i reportage artistici di Ugo Mulas
rimangono ancora per la vitalità che li
antina, insuperati e di grande attualità.
BIOGRAFIA
Ugo Mulas nasce a Pozzolengo (Brescia)
il 28 agosto 1 928. Dopo la maturità
classica si iscrive alla facoltà si
giurisprudenza che abbandonerà per
seguire i corsi all'Accademia di Belle Arti
di Brera. A Milano frequenta il Bar
Giamaica, luogo d'incontro di artisti ed
intellettuali. Nel 1 954 inizia la sua
attività professionale di fotografo, lavora
per alcune importanti riviste quali:
Illustrazione Italiana, Domus, Art
International, e collabora con Giorgio
Strehler al Piccolo Teatro di Milano. Nel
1 962 fotograta David Smith nel suo
atelier a Voltri, Alexander Calder a
Spoleto e Saché in Touraine, dello stesso
anno sono le belle foto che
accompagnano la raccolta di poesie
"Ossi di Seppia " di Eugenio Montale.
Nel 1 964 alla Biennale di Venezia
conosce la Pop Art americana e insieme
ad Alan Solomon realizza il più
importante libro dedicato a questa
corrente artistica: New York: Arte e
Persone (1 967). Escono poi i libri
monografici su Alik Cavaliere (1967), su
Alexander Ca/der (1971) e quelli
fotografici Con Marianne Moore (1 968)
e Allegria di Ungaretti (1969).
Per la regia di Puecher realizza le
scenografie teatrali delle opere di
Benjamin Britten "The Turn of the
Screw" e di Alban Berg "Woyzeck ".
Negli anni settanta inizia la serie di "Le
Verifiche", dodici fotografie sperimentali,
ognuna accompagnata da un testo, nel
quale ripercorre il suo essere fotografo e
il suo "mestiere di uomo". Il libro
Fotografare l'arte e la propria antologia
Ugo Mulas l la Fotografia, usciranno
postumi ne/ 1 973. Mulas muore a
Milano i/ 2 marzo del 1 973.
•
43
44
Ugo Mulas
Alberto Burri
1963
Tutti i diritti riservati
© Eredi Ugo Mulas
Copyright
Per gentile concessione
Ugo Mulas
11 trasporto delle opere di Robert
Rauschenberg ai Giardini della
Biennale
Venezia, 1 966
Tutti i diritti riservati
Copyright © Eredi Ugo Mulas
Per gentile concessione
Ugo Mulas
Enrico Castellani nella sua sala con
Beatrice Mnnti, Biennale
Venezia, 1 966
Tutti i diritti riservati
Copyright © Eredi Ugo Mulas
Per gentile concessione
Ugo Mulas
James Rosenquist
New York, 1 965
Tutti i d iritti riservati
Copyright
© Eredi Ugo Mulas
Per gentile concessione
45
L a fo t o g r a f i a
a l l ' U n i ve r s ità
Breve storia di i nternet e del WEB
Fede rica V i o
Federica Via si è lauretata all'Università "Cà Foscari" di Venezia, con
La medesima idea fu elaborata da Joseph Lickl ider, che ebbe il
110 e lode, nel giugno 2002, con una tesi su//'"Analisi e
merito di coinvolgere in questi progetti grandi centri di ricerca e
progettazione di siti web per un fotografo", relatore prof. l. Zan n ier,
della quale presentiamo una breve sintesi.
fuori degli ambienti m i litari.
1 a costruzione di siti web sottintende la conoscenza di internet
Ld elle potenzial ità e delle problematiche di rete, oltre ad una
precisa gestione degli elementi costituenti le web pages ed un
attento studio in cui analisi e progettazione siano l 'adeguato
preludio a l la prototipazione e collaudo del sito stesso. Frutto di
un'accurata ricerca, la tesi m i ra ad approfondire quesiti e d ifficoltà
incontrate da un artista nel momento in cui decida di conquistare
una visibilità globale. Grazie ad un mirato studio sui siti fotografici,
l ' indagine si è poi focal izzata sugli impedimenti grafico-struttura l i di
questo tipo di ipertesti , sono perciò stati proposti servizi atti a
rendere usabile, coerente e navigabile il sito di un ipotetico
fotografo. A questo fine, sono state costruite delle schermate­
prototipo che riassumessero alcune idee, nate dal convincimento
che gl i storici del l ' a rte siano le figure più qual ificate per progettare e
creare questo tipo di contenuti .
L
a storia di Internet ebbe inizio il 4 ottobre 1957 quando i russi
mandarono nello spazio lo Sputnik, i l primo satellite artificiale.
Colpiti nel loro orgoglio, gli Stati Uniti decisero di ristabi l i re la loro
supremazia tecnologica . Nel 1958 infatti, nonostante la fortissima
resistenza da parte delle alte gerarchie militari, fu fondata l 'ARPA,
un'agenzia per i progetti di ricerca avanzata che nel 1969 creò
Arpanet, il primo embrione di ciò che diventò Internet. L'ARPA, nel
mezzo della Guerra Fredda, cercò di rispondere concretamente al
timore che un attacco nucleare, facendo saltare la rete di
comunicazione, avrebbe messo in ginocchio tutta la nazione.
L'agenzia cercò di creare una struttura di col legamento che
consentisse ai computer di continuare a comunicare tra loro, anche
nel caso una parte di essi venisse distrutta , o resa inutilizzabile, a
causa di attacchi nemici . Erano perciò fondamentali il
decentramento e l ' indipendenza dei computer facenti parte della
rete.
Nel 1960 q ueste idee furono elaborate da Paul Barand, uno
studioso che lavorava alla commutazione di pacchetto. Per i suoi
studi sulle reti di trasmissione dati, egli si ispirò al funzionamento
del cervello umano, le cui funzioni, anche se in parte danneggiate,
possono ven i re rimpiazzate da nuove connessioni di neuroni rimasti
intatti . Barand ebbe anche la rivoluzionaria idea di frazionare i
messaggi in unità elementari di informazione, ciascuna in grado di
seguire un differente percorso a l l ' i nterno della rete e di
riassemblarsi infine nel messaggio originario.
La commutazione di pacchetto cercava di dare la possibil ità ad un
vasto insieme di utenti di trasmettere dati digitali e di usare e
condividere la stessa linea di comunicazione.
prestigiose università , dando modo ad Arpanet di svilupparsi al di
In seguito, Larry Roberts e Wesley Clark cercarono di risolvere i
problemi di incomunicabilità esistenti fra i vari computer. Clark
suggerì di util izzare una sottorete di computer tutti uguali e
compatibi l i , dedicati esclusivamente alle funzioni di trasmissione e
ricezione dei dati. Vennero costruiti così gli I M P (lnterface Message
Processar).
Nel 1966 un finanziamento di un milione di dollari diede vita al
progetto ARPA di rete distribu ita che nel 1969 prese awio grazie agli
iniziali quattro nodi situati in prestigiose università.
Nel 1973-74 fu inventato il protocollo TCP/IP che permette il
trasferimento di dati tra differenti tipi di reti . Esso ha reso possibile
lo svi luppo dell'attuale rete internazionale, in quanto garantisce
comunicazioni esenti da problemi .
Sempre nel 1973 fu inventato I ' FTP. un a ltro importante protocol l o
c h e permette l ' i nvio di messaggi personali e che h a posto le basi
del servizio di posta elettronica, l 'e-mail (che nascerà ufficialmente
nel 1977).
Negli anni Ottanta , I nternet si espanse con una velocità eccezionale:
migliaia di enti di ricerca , università e agenzie governative iniziarono
a connettersi alla rete, mettendo liberamente a disposizione le
proprie risorse.
l meccanismi per i l trasferimento di files, il collegamento, l ' i nvio e la
ricezione di posta elettronica, erano però ancora troppo complicati
per gli utenti inesperti.
Fu cosi che, a l la fine degl i anni ottanta, un gruppo di fisici del CERN
di Ginevra , coord inati da Tim Berners-Lee, allo scopo di poter
facilmente scambiare articoli scientifici e risultati di esperimenti,
creò il World Wide Web.
Il web è un sistema capace di semplificare l'approccio ad internet,
grazie ad un nuovo l inguaggio che permette una navigazione facile
ed intu itiva , adatta al grande pubblico. Inoltre , tramite gli ipertesti si
possono finalmente trasmettere anche immagini e files
m u ltimediali.
Per leggere le pagine web sono nati i browser: strumenti grafici
come il programma Mosaic, a cui presto sono seguiti i famosi
Netscape Navigator ed Internet Explorer.
La fase piu esplosiva nello sviluppo della rete è awenuta negl i anni
Novanta con il commercio eletronico. Ciò ha fornito opportunità di
business non solo a chi util izza internet per affari (e-commerce,
trading on l ine, home banking), ma anche ai produttori di hardware e
software, ai gestori di linee telefoniche ed ai fornitori di servizi
internet.
•
46
Paul Parand
Joseph Licklider
l progettisti deii ' I M P
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l primi quattro nodi della rete
La rete americana
47
I l primo Message Processor
La fotograf i a
a l l ' U n i v e rs ità
L' i m magi ne di Venezia nell' editoria fotografica
Fi l i ppo Leo n a rd i
Lfotografica ha lo scopo di fornire una panoramica di tutte
a ricerca dal titolo L' i mmagine d i Venezia nel l ' editoria
quelle pubbl icazioni che hanno uti l izzato le fotografie della città in
modo particola rmente incis ivo o innovativo da Lerebours, 1841,
a i giorni nostri . Q uesto studio mette in l uce un sostanziale
cambiamento del l ' i m magi ne della Serenissima che, come
osserva M ichel Levey, " è cambiata meno del modo di tradurla in
immagi n i "1.
La pa rte introduttiva d e l l a ricerca è dedicata a l l ' iconografia d i
Venezia prima del l ' invenzione d e l l a fotografia .
L'architettura è i l soggetto d e l l e prime fotografie, soprattutto a
causa di un l i m ite tecnico, che i m pedisce di fissare soggetti in
movimento; e come poter guardare alla città se non da un u n ico,
obbl igatorio, punto d i vista , dal quale registrare l ' immagine?
Emergono così le principa l i d ifferenze tra pittura e fotografia: la
creatività della prima è soggetta solo ai vincoli i m posti dal
pittore, mentre la seconda è l i m itata dalla tecnologi a . La fantasia
del pittore può volare ovu nque, i l fotografo no, deve scegliere un
punto d i vista fisico.
I l punto d i passaggio fra la pittura e l a fotografia è segnato d a l l e
Excursions Daguerriennes, pubblicate a dispense tra i l 1841 e i l
1843 dall'editore francese M . P. Lerebours. Si tratta delle prime
i mmagin i di Venezi a , incise dal dagherrotipo, ad apparire in un
l i b ro .
Nelle Excursions Daguerriennes l a fotografia è comunque ancora
legata a l l a pittu ra , ne fa praticamente il verso. l figuranti,
inventati dalla mano del d isegnatore , apportano un tocco di
rea l ismo a l l ' immagine della città , secondo i canoni del tempo. A
poco a poco la fotografia d iverrà invece lo strumento della
pittura, a lcuni artisti arriveranno a d i pingere guardando o
lucidando le fotografie, il punto di vista gradualmente si sposta
fino ad identificarsi con quello del fotografo.
Le carto l i n e , stampate da tutti gli atelier, contribuiscono a creare
l ' icona di Venezia che tutti conosciamo. Suggeriscono un' idea
romantica della città , util izzando stereotipi che ancora oggi
resistono. Di pari passo vi è una cu ltura fotografica " a i i 'Ai inari " ,
che pretende i m magi ni con l inee sempre ortogonal i , mai
"cadenti", dove tutto è rigorosamente a fuoco e dove niente è
nascosto d a l l ' ombra.
Accanto a l l e ormai classiche guide nascono gli a l bu m , i Souve n i r
de Venise p e r i turist i , u n a sorta di sintesi p e r immagin i d e l l a
città attraverso i suoi luoghi più celebrati . Nello stesso tempo,
l 'esigenza degli studiosi di reperire fotografie arch itettoniche e la
necessità degli atelier d i fornire queste i mmagin i , s'incontrano
nel l a rea l izzazione dei cata logh i . Si tratta d i piccol i l i b ri nei q u a l i
poter recu perare l ' i mmagine desiderata, attraverso un codice
numerico corredato da una descrizione del l ' inquadratura: Piazza
San Marco vista dall 'ala Napoleonica , Piazza San M a rco vista
dalla Piazzetta Dei Leoncini, ecc.
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FcRD. Onçitn ! R - CD!TOf\.€
1 8 90 - 9J
48
In segu ito , nel l ' u ltimo quarto di secol o ed oltre, l ' editore
Ferd inando Onga n i a , grazie a l la tecnica di stampa el iotipica ,
riesce a fare di Venezia l' " oggetto di speciali pubblicazi o n i " 2 •
A l l ' i n izio del novecento i l progresso tecnologico, attraverso i l
perfezionamento d i tecniche d i stam pa q u a l i l a zincografia ,
l ' h e l i ogravure ( rotoca lco) e l 'offset, s i prepara a l l a forte
accelerazione che l ' editoria fotografica subirà nel l a seconda metà
del XX secol o .
È dal dopoguerra i n poi c h e a Venezia s i comincia a guardare in
modo d iverso a l l a fotografia . Per la prima volta Leiss inclina la
macchina fotografica seguendo scopi non documentari, come lo
erano i nvece q u e l l i d i Ruski n , che considerava le immagi ni veri e
propri a ppunti visivi privi di q ualsiasi valore estetico.
Nel 1953 Ferruccio Leiss pubblica I mmagini d i Venezia, primo
fotol ibro sulla città lagunare. È l ' i n izio d i una nuova epoca della
fotografi a . La soggettività diventerà i l fil o conduttore dei più
celebri l i bri s u Venezia , quel l i di Leiss, Roiter, Haas, Berengo
49
Gard i n e Bru no. Ma anche l i bri meno conosciuti di autori come
Monti , Fontana, Gent i l i e Campigotto , percorrono la strada di una
visione soggettiva della città . M olti di questi autori non
tra lasciano di attingere alla storia per restitui rei una propria
visione della realtà . Roiter, ad esem pio, si ispira ai poetici ch iari
di luna di Naya , Berengo Gard i n a l l a panoramica del Rewick del
1492.
Nel XX secolo si notano diverse variazioni nel l ' approccio
fotografico a l la città che ci mostrano dettagl i di Venezia sempre
più picco l i e divers i , Venezia in controluce, affol lata , ferita dopo i l
disastro d e l ' 6 6 e a ltro ancora.
Le innovazioni tecnologiche hanno contribuito anch'esse a
modificare l ' i mmagine della città. l teleobiettivi , ad esempio,
schiacciano gli edifici l ' u no s u l l ' a ltro creando i rrea l i vicinanze. La
leggerezza delle moderne attrezzature e il miglioramento delle
pell icole, consentono a l fotografo d i muoversi ra pidamente e di
poter fissare sulla pel l icola soggetti in movimento per real izzare
i m magin i m olto d i n a m iche. Ecco che, grazie ai nuovi strumenti,
Berengo Gard i n riesce a congelare in un fotogramma i l volo del
gabbiano , che ved iamo sulla copertina a colori d i Ven ise de
Saisons del 1964.
La tecnologia del fotografo conti nua ad andare di pari passo con
quella del grafico e dello stam patore, che a volte uti l izza colori
talmente puri da far sembrare i rrea l i le immagi ni e talora la l oro
d igitalizzazione e sovrapposizione crea realtà estetica, come i n
Viaggio nelle Venezie, edito da Biblos, n e l 1999.
Negli u l ti m i decenni del novecento i l i bri hanno mostrato
particolari soggetti , come già Ongania aveva fatto nel 1889
pubblicando Vere da Pozzo, e non solo particolari periodi storici o
i soliti , canon ici, percors i . Venezia M i nore , Venezia e la sua
Gondola , Cannaregi o , Pavi menti a l l a Veneziana, I l Ghetto di
Venezia, G iard i n i Segreti di Venezia, sono solo a l c u n i esempi di
questi l ibri, dove spesso la fotografia assume u n ' i m portanza
m aggiore del testo. •
Note
1 A. Corboz, "Profilo per un'iconografia Veneziana " , in AAW a cura di D. Succi, l. Reale,
Luca Carlevarijs e la veduta veneziana del Settecento, Electa, Milano, 1984, p. 34.
' s . i . a . , Raccolta delle vere da pozzo in Venezia , F. Ongania, Venezia, 1989, in P.
Costantin i , "Ferdinando Ongania Editore veneziano e l'illustrazione della Basilica di
San Marco", in AAW a cura di l. Zannier, Fotologia 1, Belborgo, Ferrara, 1984, p. 5.
50
U' VENISE
51
l c o n te m po ra n e i
Un ritratto dì
Pino Dal Gal
c o n s e rva n o
P i n o Da l Gal
Verona 4 febbra io 2003
Caro Professore,
Lei mi fa una domanda che, le confesso, mi ossessiona da
sempre: come organ izzare l ' a rchivio e conservare i negativi .
In tutti questi a n n i , ho fatto e disfatto l ' a rchivio varie volte a l l a
ricerca d i u n modo " pratico e veloce " , p e r ritrovare le immagi n i . . .
ma h o dovuto prendere atto che l a perfezione non esiste!
Poi non sapendo come uscirne, ad un certo punto della mia vita
fotografica , ho pensato che a m massando anno dopo anno
negativi , avrei fi n ito per lasciare u n a eredità "troppo pesante"
e q u indi ho deciso che avrei " lasciato in eredità alla storia " , solo
u n numero di foto che io ritenevo degne di tale futuro.
Così ho buttato molti negativi e stampe "vi ntage " .
Dopo quel falò sentivo i l peso del l ' arch ivio (effettivamente) più
leggero.
Aver previsto che tutto quanto è vecchio d iventa bello! ! !
Per ciò che riguarda l a conservazione anch ' i o faccio parte del la
vecchia scuola delle " scato l e " .
Ne ho di tutte le m i s u re e provenienze , e n dentro c'è tutta la m i a
vita fotografica . Speriamo c h e sia un b u o n sistema e comunque
credo che i
restau ratori d i
negativi avranno un
gran lavoro i n futuro!
N o i , autori della
vecchia squadra ,
scattavamo per
amo re : non
pensavamo a cosa
sarebbe successo nei
50 a n n i a veni re.
Per quanto mi riguarda la ricerca va avanti come succede ad u n
qualsiasi artista e penso c h e la qual ità d e l l a produzione debba
m igliora re con la matu rità e le esperienze vissute.
Ora m i sono organ izzato per gli ulti m i lavori con nuove scatole!
Le i nvio carissimi sa l uti .
•
Pino Dal Gal, vive e lavora a Verona , dove nasce nel 1936. I nizia
a fotografare negli a n n i '50 e giovan issimo vince prestigiosi premi
nazion a l i . La sua fotografia s i esprime nel l a " narrazione"
attraverso cui descrive e racconta aspetti della condizione
umana, fi no a l le cruenti storie d i denuncia, in metafora , a
chi usura degli a n n i ' 70 ; mentre gli a n n i '80 sono caratterizzati
dalla ricerca analitica di forme a ntropomorfe di rocce e n u d i .
Molto apprezzato dallo storico H . Gernsheim c h e acquista per
I ' U n iversity of Texas in Austin molti suoi lavori e lo scegl ie nel '95
per rappresentare l ' Ita l i a nel la Selezione I nternazionale di
H i ldesheim e (unico ital iano) per i n augurare l o spazio espositivo
Guggenbeim a Venezia . Sue i m magin i sono parte di prestigiose
col lezio n i m usea l i in Italia e a l l ' estero e collezioni private.
Nudo
Capo Testa 1977
b/n silver print
52
Lu igi Gariglio
Prof. lta lo Zannier,
i nnanzi tutto vorrei ringraziarLa per l ' attenzione prestatam i e le
parole spese per il m i o lavoro " persons in prisons " .
Le scrivo dopo u n po' d i tempo perchè Le am metto che i l
compito affidato m i d i scrivere delle brevi note s u l l a
conservazione , m i ha p e r u n momento fatto sentire d i sorientato e
un po' confuso. Non che fosse una richiesta a rdua o toppo
complessa , piuttosto forse la mia situazione per certi versi non
fac i l e , e g l i i m pegn i , non m i facevano trovare il fi lo di u n i potetico
d iscorso che desideravo proporLe. N u ove prospettive ed
entu s i a s m i hanno prodotto la poca cosa che mi permetto di
i nviarLe .
Devo a m mettere che anche se opero nel settore della fotografia
professionale da quasi q u i ndici a n n i , q uesto a rgomento ha
attirato la m i a attenzione solo in tem pi relativamente recenti ,
forse perchè non sono mai riuscito fi no in fondo a credere che
conservare le mie i m magin i potesse avere un qualche tipo di
senso. H o scoperto i nvece i l valore cu lturale della conservazione
q uando nel 2000 H ri psime Visser, curatrice della fotografia a l l o
Stedelijk Museum d i Amsterd a m , n e l propormi l ' acquisto d i tre
opere per la col lezione del m u seo sottol ineò la necessità che le
i mmagi n i fossero di qual ità museale proprio dal pu nto di vista
della conservazione. Adesso cerco di curare il mio a rchivio a
dovere, e la d igita lizzazione delle i mmagi n i e la gestione dei dati
i nformatizzata mi è di grande a u s i l i o , a nche se continuo a
pensare a l la fotografia p i ù come l i nguaggio che come opera e
credo che come ci dicevamo spesso con M a rco, i l m i o m igliore
a m ico prematu ramente scomparso, la fotografia sia
princi pa l m ente u n fatto di sguardi soggettivi .
•
Un ritratto di
Luigi Gariglio
53
Luigi Gariglio nasce a Torino nel 1968, dove vive e lavora.
Da l l ' anno accademico 2001/2002 col labora con la Cattedra d i
Sociologia d e l l a Comun icazione a l l ' interno della q u a l e tiene u n
m o d u l o d i Sociologia Visuale.
Vincitore del Premio Marangoni per un progetto fotografico.
Dal 1995 conduce una ricerca fotografica a l l ' interno del le carceri
ita l iane ed olandesi .
Le principa l i mostre collettive a cui ha partecipato sono :
- 1995, Venti fotografi italiani, (a cura d i Paolo Costant i n i ) ,
Castello d e l Pio Carp i ;
- 1996, Turin L a nuit, Istituto ita l iano d i cu ltura, Lione, Francia;
- 199 7 , Archivio dello spazio 198 7/1997, Palazzo dell<,l Triennale,
M i lano;
- 2001, Selection from the n e w adquisition, Stedelijk M useu m ,
Amsterd a m , Olanda;
- 200 2 , Passaggio d i testimone, (a c u ra di Fi l i ppo Magga),
Pad iglione Ita l i a , G iard i n i di Castello, Venezia;
- 2001, Vl lnternationale Fototage Herten , Herte n , Germa n i a .
S u e foto s o n o col l ezionate nel Museo d i arte contemporanea d i
Amsterd a m , Stedelijk M useu m .
l co n te m po ra n e i
c o n s e rva n o
Livio Sen igalliesi
Tra tradizione e modernità
Come archivio le mie fotografie. Poco si sposa con l 'era digitale la mia
passione sacra per la materialità del negativo e delle tradizionali
stampe in bianco e nero. Già in passato - forzato da 'cause di
servizio' - passai dal mondo dei grigi alle infinite tonalità del colore, e
col tempo ne apprezzai l'efficacia, come nel caso della fotografia qui a
fianco, divenuta quasi un'icona del mio decennale lavoro nei Balcani.
Raccolgo con pazienza certosina negativi e diacolor frutto di tanti
viaggi e di tanti reportage divenuti poi pezzi di storia.
Paral lelamente, da qualche anno, ho iniziato a digitalizzare il mio
archivio per salvaguardare la qualità delle immagini e rendere agile e
veloce il loro utilizzo. L'uso del computer è divenuto - mio malgrado indispensabile e sono giunto a poco a poco ad apprezzare i vantaggi
della tecnologia digitale, non fosse altro per la comodità ed
immediatezza della trasmissione delle immagini a migliaia di
chilometri di distanza i n pochi secondi. Mediazione tra tradizione e
modernità, qualità e velocità sono - a mio awiso - la scelta vincente.
Fotografie
Entri in una casa appena svaligiata , razziata da qualche gruppo di
soldati di passaggio. È una casa senza lusso, persa in una cittadina
delle tante guerre balcaniche. Lì , tra gli effetti personali sparsi per
terra, fra i giocattoli mutilati dei bambin i , vedi le fotografie. O meglio,
non sei tu che le vedi, ma loro che intrappolano il tuo sguardo. Piccole
istantanee di vite senza storia, senza pretesa di bellezza , eppure così
importanti. Sono immagini di matrimoni o di compleanni e
rappresentano ormai l'ultima traccia della gente che ha abitato quella
casa . Cerchi di pensare al lavoro che devi fare, ma loro ti parlano di
momenti che sono stati anche i tuoi, di persone travolte dalla bufera
della guerra e trascinate via. Quando esci dalla casa ti accorgi di altre
fotografie cadute per terra. Hanno la leggerezza dei fantasmi e i volti
ritratti sono stati in parte cancellati dalla pioggia insieme ai momenti
di festa. Allora ti vengono in mente tutte le fotografie che non hai
scattato, ma che hai visto sul tuo cammino mentre attraversavi la
guerra. L'immagine di Tito nel fango; le istantanee che volavano come
foglie secche nel vento di Petrinja in una giornata così grigia che
sembrava pesarti addosso come un sudario. Oppure quelle che hai
calpestato scendendo da uno dei condomini di Grbavica a Sarajevo,
mentre i serbi scappavano portandosi via anche i morti dai cimiteri . E
ancora le fototessere strappate dai passaporti che lastricavano un
sentiero sulle montagne del Kosovo. Allora, quando ti vengono in
mente tutte queste fotografie, che di solito non finiscono nei libri,
capisci. È questione di un istante, ma comprendi dawero come la
guerra divori la memoria degli uomini e perché sei n. •
Brano tratto da "Balkan" Ed. Ken Damy
testimonianza e l'attenzione ai fatti storici di questi ultimi anni l ' hanno
portato su fronti caldi come il Medio-Oriente ed il Kurdistan, durante la
guerra del Golfo, nella Berlino della divisione e della riunificazione, a
Mosca durante i giorni del golpe che sancirono la fine dell' Unione
Sovietica e infine nella ex-Jugoslavia. Ha seguito tutte la fasi del
conflitto dal '91 e dalla fine delle ostilità in Bosnia ha iniziato un
ampio lavoro di documentazione sui problemi del dopoguerra: un
viaggio lungo i nuovi confini sanciti dagli accordi di Dayton, dove
continua la tensione tra le varie etnie e dove si portano avanti tra
mille difficoltà i progetti di ricostruzione. Col labora con i l Photo-desk
dei i 'UNHCR di Ginevra, con l 'Ufficio della Cooperazione Italiana di
Sarajevo e con numerose Ong (organizzazioni non governative). Ha
lavorato, in qualità di fotografo di scena, sul set del primo film
bosniaco del dopoguerra, "Perfect Circle " , del regista Ademir Kenovic,
presentato alla rassegna cinematografica di Cannes del '97 e dove ha
riscosso un notevole successo di critica e pubblico.
l drammatici reportage dal Kosovo, frutto di una lunga e rischiosa
permanenza nella tormentata regione balcanica, sono valsi all'autore
la nomination per il prestigioso " Bayeux War Corrispondent Award '98"
(www. prixbayeux.org/nomines98.htm). Nella primavera del 1999 Livio
Seniga l l iesi ha anche lavorato come volontario nei campi profughi
della Macedonia per conto deii 'Ong Cesvi. Recentemente ha
pubblicato ampi reportage su Palestina, Cipro, Afghanistan, Sudan.
È autore di numerosi libri e di una mostra fotografica itinerante dal
titolo 'Oltre il muro' - 120 immagini dedicate alla memoria dei conflitti
conseguenti alla caduta del Muro di Berlino.
Livio Senigalliesi ha recentemente esposto a: Brescia, Museo Ken
Damy di fotografia contemporanea - Mantova, Casa del Rigoletto ­
Salerno, Sala della Provincia - Sesto San Giovanni, Sala degli Affreschi
Villa Visconti d'Aragona - Napoli, Maschio Angioino - Verona, Scavi
Scaligeri - Brescia, Sala Vanvitelli Piazza della Loggia - Milano, Centro
San Fedele - Parigi, Istituto Ita liano di Cultura - Rovereto, Museo di
Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.
Livio Senigalliesi, nato a Monza nel 1956, è giornalista dall'81 e
lavora da più di dieci anni come reporter di guerra per le maggiori
testate nazionali ed estere. La passione per la fotografia intesa come
L'ultimo giorno di guerra
SarajevojBosnia 18 marzo 1996
54
Pierm a rio C i a n i
Un ritratto
di
Piermario Ciani
Negativi o diapositive, bianconero o colore, piccolo o medio formato,
da almeno mezzo secolo sono i primi parametri di riferimento per tutti
i fotografi che si pongono il problema del l'archiviazione di immagin i .
Negli ultimi tempi l e cose stanno radicalmente cambiando a causa
della fotografia digitale che mette in soffitta gli acetati spalmati di
gelatina sensibile.
Dalla fotocamera si scaricano le immagini direttamente nel computer
e si archiviano su Hard Disk, Dat, Zip, CD-Rom, DVD . . . ma,
considerata la rapida obsolescenza delle tecnologie elettroniche, forse
l'immediato futuro sarà un continuo riversare gli archivi sui sempre più
nuovi supporti che la tecnologia ci metterà a disposizione. Non più
lastre o negativi capaci di attraversare i secoli ma memorie
microscopiche istantanee che durano solo qualche anno e il cui
contenuto deve essere periodicamente trasferito per poter essere
fruito attraverso nuovi hardware e software.
Piermario Ciani è nato il 19 G i ugno 1951 a Bertiolo (Ud). È stato
a l l ievo di Luther Blissett alla Psichogeogra ph ical Art School of
London.
Ha real izzato immagini con proced imenti manua l i , fotochimici,
elettrostatici e d igita l i . Pubbl ica ed espone le sue opere dal
1976: prima dipinti , poi fotografie, xerografie , mai l-art,
installazioni m u ltimedia e adesivi. Predil ige i supporti cartacei ma
spesso le sue opere sono immateri a l i e s i percepiscono ai confin i
tra l a telepatica e la telematica.
•
e
.
.
.
.
.
Autoritrntti autocallanti
•
.
.
.
.
.
Piermario Cfillni 2001
Bolli 2001
Autoritratto 01.02.03
Autoritratto 08.02.03
55
l c o n te m p o ra n e i
Un ritratto di
Simone Schiesani
c o n s e rva n o
Si mone Sch iesa n i
Scatole nomadi. E buste. Scatole e buste, custodi un tempo di
vergini materie. Proteggono ospiti a ncora giova n i cambiando
spesso stanze, città , case. Van n o stratificandosi delle percezio n i
accadute e altri b e n med itati pensieri e tutto conservano n e l
prezioso meta l l o , riempiendosi d i fogl ie, m u r i , volti , cieli , l uoghi e
gatt i , sedimenti da i nterrogare c i rca le mie ere fotografiche.
Le tengo al buio, da dove sono venute; stampe dalla croccante
su perficie e negativi (anti-acido protetti garantiti), che attendono
d i essere scrutati e spiat i , controluce architettando che fare di
umili gregari a l soldo del fotogramma ben
i nquadratoespostosvi l u ppato.
Le scatole nomadi hanno un collaboratore, nomade. G l i è
riservata la parte p i ù meritevole delle percezioni e dei pensieri ,
presentati in l u m i n os i d iscendenti elettronici . Difesi da un n uovo
supporto dalla memoria capace e rapida, incurante di polvere e
u m idità , intoccab i l e anche volendo usare tutte le precauzioni . Ma
non conserva veramente, mostra soltanto, sono a ltri i luoghi del
vero Archivio, che racchiude ciò che non deve sva n i re.
Perciò le tengo a l b u i o , da dove sono venute.
Simone Schiesari, nato a Rovigo il 5 giugno 1974, si occupa d i
fotografia dal 1997 grazie a l l a frequentazione e a l l ' in segnamento
di Paolo G i o i i e Roberta Va ltorta .
Nel 1998 ha prodotto i pri m i lavori: Margi n i , Elementi Paralleli,
n e l l o stesso anno ha partecipato ad un sem inario o rganizzato da
Fabrica e tenuto da Lewis Baltz.
Tra il 2000-2001 ha realizzato la serie "Volti " e nel 2001 ha
frequentato un corso s u l l ' uso di Photoshop presso il C . F. P.
R iccardo Bauer d i M i l a n o . N e l 2002 h a parteci pato a l seminario
" Dentro l a Città E u ropa" svoltosi presso La Triennale di M i lano a
c u ra di M u ltiplicity, con la presenza di Lewis Ba ltz, Gabriele
Basil ico, Francesco Jodice e Arm i n Linke.
Attua lmente vive e lavora a Milano come assistente fotografo.
•
Volti 1
56
Volti 3
Volti 2
57
Francesco Moretti
l c o n te m p o ra n e i
Un ritratto di Paolo Guolo
c o n s e rv a n o
Paolo Guolo
I l solo pensare a l mio archivio fotografico m i getta in un crescendo
di emozioni che oscillano fra ricordo e nostalgia, turbamento e
frenesi a . Questi sentimenti, diventano poi ancora più acuti , allorche
m i accingo a mettere fisicamente le mani sull'archivio. Passare in
rassegna le mie foto, indiscriminatamente, sia quelle realizzate su
commissione, sia que l le person a l i , significa per me affondare nel la
memoria e da essa trarre stimolo per il lavoro futuro.
Ciononostante, la stessa operazione suscita in me un desiderio
forte di riordino e di ammodernamento del l'archivio, che spesso
sfocia nell 'ansia, generata dal la consapevolezza di non riuscire a
trovare i l tempo sufficiente per real izzare questo desiderio.
Il mio archivio si potrebbe, concettualmente, dividere in due
momenti:
Archivio attuale: costituito da negativi, divisi in b/n e colore,
brevemente descritti, datati e numerati progressivamente;
diapositive conservate per lo piu in scatole di plastica con
caricatore; positivi contenuti in cassettiere corredate di
documentazione e schede in cui riporto la data , il titolo e l'autore.
Se la foto è anonima e priva di soggetto, cerco comunque di
descriverla (questi accorgimenti sono riferiti alle fotografie
del l 'Ottocento, di cui sono modesto, ma appassionato col lezionista).
Archivio ideale: è l 'archivio a cui tendo, con smania quasi
fanciu llesca, è un archivio i nformatizzato, in cui tutte le informazioni
siano contenute in una base di dati specifica, faci lmente
consultabile. Tuttavia, alla real izzazione di questa idea si frappone
un ostacolo di duplice natura; l ' una legata al fattore tempo, sempre
mancante quando si tratta di affrontare operazioni di riordino, l 'altra
al fattore costi, comunque ancora elevati se si vuole acquistare e
mantenere una strumentazione informatica adeguata. •
Noname 1
Paolo Guolo (1944), scultore e fotograto, vive e lavora a Treviso. Ha
incominciato ad interessarsi alla fotografia nel 1965. Dal 1977 al
1990 ha tenuto corsi di tecnica e storia della fotografia presso il Liceo
Artistico, dove ha pure insegnato per molti anni figura e ornato
modellato. È stato cofondatore del gruppo "Magnum 70" con A.
Dorigo, M . Grespan, W. Fenuccio, e G . Coppola, che ha animato la
scena culturale fotografica trevigiana degli anni ' 70 e curatore delle
esposizioni fotografiche nella galleria "Foto-grafia " dal 1981 al 1995.
Mostre personali: Teatro& Teatro, presso la Fondazione Bevilacqua La
Masa (VE), 1971; Paris, presso la Libreria Einaudi (TV), 1976; 5x 70
Momenti Quotidiani, presso la galleria Nuova Fotografia (TV), 1981;
5x70, presso la Galleria Arcimboldo (TV), 1984; Polaroids [19762002], presso lo Spazio Antonino Paraggi (TV), fino al 3 novembre
2002.
[comprende una selezione di polaroids a colori scelte dall 'ampia serie
che Guolo va realizzando come propria personale ricerca, dal 1976.
Esposte insieme a cinque terrecotte di recente produzione, le
polaroids di Guolo sono testimonianza di una complessa personalità
artistica capace di apportare all'immagine fotografica una tensione
plastica d'ombre e luci spiccatamente scultoree]
Mostre Collettive:
l o Salon Européen d'Art Photographique (Orléan), 197 2 ; Religione
S.p.A., Studio Martini (TV), 1972.
Sue immagini sono pubblicate, oltre che in diversi cataloghi di scultura
e pittura, i n : Bettin i , L'ultima metafora di A. Viani, Ed. N. Pozza, 1969;
Dalla Costa, Volti e luoghi della resistenza , 1979; Bianchin, Treviso
negli anni del degrado, Ed. Matteo, 1981; D. Dal Pos, Burattini e
marionette a Castelfranco e nella Marca trevigiana, Ed . Corbo&Fiore,
1984.
Noname 2
58
Andrea Negretto
« l " n u ovi stra n ieri " , m a rocch i n i , senegales i , nigeri a n i , ecc. ci
passa no a fanco nelle strade, sono in fi la con noi al
supermercato, sono nella cronaca dei giorn a l i .
Ma troppo spesso questi volti n o n l i ved iamo veramente: la loro
d iversità cu lturale ed etnica ci spinge al sospetto, a l la diffidenza
e a considera r l i in maniera molto sbrigativa ma non per questo
p i ù rassicurante, come una sorta di numero statistico, di entità
astratta , di potenziale pericolo.
Da quest' idea , nasce la volontà d i restituire a queste persone
una visibil ità concreta , il riconoscimento cioè, di una loro
presenza rea l e , di u n a l oro dign ità umana . "
•
Andrea Negretto, nato a Treviso n e l 1970, s i awicina a l la
fotografia durante una permanenza giovanile di due a n n i a
Londra . Deciso ad approfondire le potenzial ità espressive del
mezzo fotografico, è tornato in Italia per frequentare la scuola
fotografica " R . Bauer" d i M i lano.
Proprio a Milano i nizia l a sua attività professionale entrando in
contatto con agenzie fotogiornal istiche con cui collabora per tre
a n n i nei qual i , lavorando tra cronaca ed attual ità m i lanese, trova
il suo " senso fotografico " soprattutto nelle tematiche social i .
Tornato a Treviso nel l ' aprile '99, oltre a d i n iziare nuove
collabo razioni con agenzie fotogiornal istiche loca l i , i n izia un
progetto fotografico riguardante il fenomeno del l ' i m m igrazione nel
Veneto, ed in particolare in Treviso, con l 'obiettivo di "vedere" chi
sono e come vivono i nostri vic i n i .
Negretto-Rulottopoli
59
ì
Segnalazione
L i b ri
a c u ra d i lta l o Za n n i e r
AA. W , Thomas Struth, 1977-2002, The Metropol itan Museum of
Art, New York 2003.
Edito in collaborazione con il Dallas Museum of Art, il M useum of
Contemporary Art d i Las Angeles e i l M useum of Contemporary
Art di Chicago, questo monumentale volu me è il catalogo della
mostra antologica ina ugurata in febbraio a New York, nelle
maestose sale del Metropolita n , che ospita la Fotografia con la
stessa d ignità delle a ltre Arti. Dovremmo i m parare! Dovremmo
a nche noi poter contare su studiosi attenti alla contemporaneità,
carne Maria Morris H a m bo u rg, curatrice del Dipartimento di
Fotografia del grande M useo americano!
Thomas Struth ( 1954) è un noto fotografo tedesco, che si è
ded icato soprattutto al paesaggio urbano e n o , ma anche a l
ritratto e a l l o sti l i l ife.
In questo catalogo-libro , sono trascritte, con eccezionale
raffi natezza grafica, le sue spettacolari gigantografie , tra le quali
a lcune di " i ntern i " ita l i a n i : la Ch iesa dei Frari con L"'Assunta " del
Tiziano, o una sala dell 'Accademia d i Venezia, con il Veronese a
fare da sfondo; i visitatori fotografati nel l ' interno, penetra no
nel l ' i m magi ne globale, s i " schiacciano " e si i ntegrano nella
scenografi a , determ i na ndo u n " quadro" n uovo. Chi guarda queste
gigantografie (quella dell 'Accademia veneziana è di 184,5 x
228,3 cm) vi si trova coinvolto, entra nel l ' immagine, quasi come
accade con " Las Meninas" di Velasquez.
Ma, soprattutto , l ' i ngigantimento sembra guasi sempre legittimo,
ossia progettato sul vetro smerigl iato 20x25 c m , e non soltanto
una operazione tecn ica , oltretutto costosa, di laboratorio . I n
quelle d imensioni si rivelano dettagl i a ltrimenti i rrileva nti , che
invitano a una lettura attenta del l ' immagine, per scoprire a l suo
interno tante " altre fotografi e " , quasi come i n u n montaggio a
mosaico. Pare che queste fotografie abbiano trovato col l ezionisti
e musei disposti a paga rle o ltre mezzo m i l iardo delle vecch ie l i re!
I l l ibro è Made i n ltaly: Verona.
R . Bonavog/ia , Venezia. Suggestioni e colori, Comune d i Venezia,
2002.
L' ennesimo vol u me su Venezia, con i soliti l uoghi com u n i
(carnevale, nebbie, a rch itetture . . . ) , ma spesso riscattate dalla
qual ità delle i m magini di Rosario Bonavoglia, "dilettante i n
fotografia " , però c o n i l talento d e l profession ista.
Il l i b ro contiene anche due brevi testi di Woody Allen e Gore V i d a l ,
c h e impreziosiscono la pubbl icazione, stampata c o n la sol ita cura
dalle Arti Grafiche Pizz i .
A. Modonesi, Fogliò, Centro Studi Va lle I magna , Bergamo 2002 .
fotografia nel 1960, nel pieno del di battito "an photography" ,
mentre il neorea l ismo era a l canto del cigno. La sua fotografi a ,
data l 'epoca legitti mamente in bianco-nero (e n o n p e r certo
snobismo nostrano, di chi ritiene che i l b/n sia più " a rtistico" del
colore . . . ) , si ntetizza i l gusto e le tipologie degli anni ' 60-' 70 , e
specialmente la ricerca , quasi nostalgica, del " buon tempo
antico " , che nei due vol u m i appare accattivante, come nell 'opera
magistra le di un altro bergamasco, Pepi Merisio.
l vol u m i sono efficacemente presentati da Cesare Colombo, con
introduzione d i Alessandro Ubertazz i .
L e fotografie origi nali s o n o depositate presso l ' a rchivio
fotografico del Centro Stu d i Va l le I m agna .
AA. W , Looking on , Accademia di Belle Arti di Ravenna l Linea di
Confine, Rubiera, 2002 .
AA. W , Nice to see you, IUAV 1 FDA 1 clasAV, Venezia - Linea di
Confine, Rubiera , 200 2 .
Ancora due sign ificative pubbl icazioni d i Linea d i Confin e , nel
sol ito formato ad "albu m " , con la grafica raffinata di Camuffo;
una collana che documenta sistematicamente la ricerca , spesso
trasgressiva , della " n uova " fotografia ita l iana, connotata
comunque d a l magistrale Guido G u i d i , che si awerte presente i n
pri m o p i a n o anche nelle opere d e i suoi a l l iev i , i n q uesto caso
q uel l i dell 'Accademia di Belle Arti di Ravenna e del Laboratorio
presso I ' I UAV, dove G u i d i riflette con i ntensità la sua filosofia.
Grazie.
M . Tonon, Gesti da Museo, Editrice Compositori , Bologna 2002 .
I l vol ume, cu rato da M a rco Tono n , d irettore del Museo Civico d i
Scienze Natu ra l i di Brescia , con l ' i ntervento di Lau ra Santarossa
e Vittorio Turozzi , raccogl ie " u na documentazione iconografica d i
gesti compi uti d a l l ' u o m o " , nella vita di montagna, con lo scopo d i
i l l ustrare anche metodologie di lavoro ormai quasi obsolete, che
alcuni piccol i musei hanno però proweduto a " conservare"
perlomeno nelle i mmagi n i .
Com ' è i l caso delle sequenze fotografiche rea lizzate quasi dieci
anni orsono da Giannanto n i o Battistel l a , autore tra i più colti e
avanzati della nostra giovane fotografia , e attua lmente docente di
questa d isciplina a l l ' U n iversità d i Udine.
I l suo racconto s u l " lavoro di montagn a " (fienagione, a rtigianato,
coltivazione, trasporto . . . , realizzato a suo tempo per il M useo
Casa Clautana di Claut in Valce l l ina) è un ecce l lente esempio di
a ppl icazione della fotografia , cadenzata in alcune sign ificative
serie di i mmagi n i ; "fi l ms a scatti " cadenzati nel tempo
d e l l ' azione, quasi con un criterio cronofotografico.
A. Modonesi, Chelò, Centro Studi Va l l e I magn a , Bergamo 2001.
Due vol umi del l 'ormai sol ito "grande formato" , raccolgono e
fanno conoscere l ' opera di uno tra i nostri più im pegnati fotografi
del dopoguerra, Alfonso Modonesi ( Berga mo, 1941), awiatosi a l la
G. Obici, Racconti metropolitan i , G rafo, Brescia 2001.
Il vol u me raccogl ie u n ampio e d iacron ico reportage s u l "segno
urbano " , di G i u l i o Obici (Venezia, 1934), un "flaneur dei nostri
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giorn i " , lo defi n isce G razia Neri nel l ' i ntrod uzione. Dettagl i di
paesaggio, spesso "giocati " con i l trompe l ' oe i l , l 'accostamento
del naturale con l ' a rtificiale (man ifest i , manichini . . . ), con a l l usioni
o n i riche, d 'atmosfera su rreale, anche nel ricordo ( i nconscio ?) di
un Atget, o d i Luigi G h i rri q u i in bianco-nero.
G. Rivecchio, Dizionario delle scoperte scientifiche e delle
invenzioni, B U R , M i lano 2001.
U n utile d izionario delle scoperte e delle invenzioni , da tenere a
portata di mano come una grande enciclopedi a ; peccato che per
la Fotografia ci siano alcune i mprecisi o n i ; ad esempio, non è i l
19 agosto 1839 c h e viene presentata la Dagherrotipia , bensì i l 7
gen n a i o , da Arago-Biot-H u mbolt, a l l ' Accademia di Francia . Il 19
genn a i o , ci fu invece la comun icazione definitiva anche del
procedimento (e l ' i ndomani Daguerre pubbl icò i l "manuale") in
una emblematica seduta comune dell 'Accademia parigina delle
Scienze e d i quella delle Belle Arti con i l famoso " discorso" di
Arago. E poi , Daguerre non aveva "acqu i stato" da N iépce il
" metod o " , m a d i Nicéphore N iépce era stato socio dal 1829 al
1833, quando q uesti morì . Ancora : Tal bot brevetta la calotipia nel
1841 , m a già nel 1839, pochi giorni dopo Daguerre, presenta i
suoi " d i segni fotogenic i " , con i l sistema negativo-positivo, già
sperimentato con successo nel 1835 (si veda " Latticed Wi ndow
with the Camera Obscura " , August 1835, Col i . Royal Society,
Londra).
N iente d i grave , ma certamente crea , perlomeno a m e , qua lche
i ncertezza .
G. Palazzi, Immagini fra poesia e neorealismo, G rafo, Brescia
2002.
G i useppe Palazzi ( B rescia 1895-1994) è stato un fotografo assai
noto , specialmente n e l l 'Ita l i a del dopoguerra, presente nelle
maggiori esposizi o n i , con i mmagi n i che si pongono, come
sottol i nea il titolo del volume, "fra poesia e neorea l ismo " ,
secondo una ricerca formale a ncorata però a una lettura
romantica d e l l ' a mbiente sociale.
Che M a ri o G iacomelli gli sia stato maestro, l o rivelano molte
i mmagi n i di questo catalogo, c u rate da G i u l io Obici, Eros
Fiammetti e V incenzo Lottine l l i per l ' a ssociazione bresciana " i l
Bianco e Nero" e i l Comune d i Bergamo.
U n doveroso ricordo del fatografo Pa lazzi, che i ntegra util mente la
nostra storia della fotografia .
A . Gigli, Passanti, Charta, M i l a n o 2002.
Attilio G igl i (Pesaro , 1934) , delicato fotografo, dopo una laurea i n
Lettere a l l ' U n iversità d i Roma , ha raccolto in questo l i bro u na
serie di immagi n i real izzate tra il 1993 e il 1996, che solo in
parte sono già conosci ute . Ha " i n seguito" i passanti nel loro
itinera ri o quotid iano, cogl iendone i gesti di strada, spesso
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sfuggenti, in accattivanti istantanee. Lo presenta brevemente
Roberta Valtorta, che defi n i sce il lavoro di Gigl i , " Piccol i sogni
imposs i bl i " .
R . Bertasi, La ragazza con l a valigia, Desenzano 2003.
Dal l ' instancabile Renzo Bertasi ricevo d i tanto in tanto vari l i b r i ,
c h e rivelano non soltanto una sua i nesauribile passione per l a
fotografia , ma una cu ltu ra fotografica ricca di motivazioni
semantiche e sociologiche.
Immagi n i "di donne" , in questa occasione, di varia tipologia (dal
pri missimo piano, a l la " posa" a m bientata) , che però non
coincidono con il titolo, " La ragazza con la valigi a " e neppure
sono un racconto sistematico s u l l a "condizione fem m i n i l e " , come
suggerisce nella prefazione Mauro Corradi n i ; ogni immagine, ogni
donna , ha u na sua storia, in questo l ibro che forse pretendeva
una d iversa, più funzionale i m pagi nazione.
L. Bussulati, AKH. Verso la luce, Charta , Milano 2002 .
Ancora un megavolume, con suggestive im magi n i di paesaggi
"fantastici " - natura l i e strutturati -, ripresi con luci spettra l i .
notturne, artificia l i , sospese nel m i stero della lettura fotografica.
Luigi Bussolati (1963) è un convincente fotografo di Parma, q u i
presentato da A l d o Carotenuto .
AA. VV. , Piermario Ciani, Dal G reat Complotto a Luther Blisset,
AAA Edizioni e J u l iet Art Magazine, Bertiolo (Ud i ne) 2000.
AAA (Artisti Autobiografici Affamati) è l ' editrice d i questo si ngolare
volume, veramente "da collezione" (cercatelo!), che ha per
protagon ista Piermario C i a n i , un a utore difficile da defin ire, "tra
fotografia e grafica " , l inguaggi comunque sempre i ntesi in modo
"trasgressivo " .
Piermario Ciani è stato presentato (scoperto?) come fotograto nel
primo n umero della rivista " Fetologia " , nel l 'orma i lontano giugno
1984, pubbl icando una serie di provocatorie "Colorxerox " , dai
colori acidi in fotocopia.
Ciani ha proseguito nel suo l ucido percorso interdisciplinare,
pionieristicamente awiato con le n uove tecnologie d ' immagine; ci
soffermeremo sul suo lavoro in u n prossimo numero d i
" Fotostorica " .
•
FACILE DA MONTARE
E SMONTARE
REGIONE VENETO
PROVINCIA DI TREVISO
Assessorato alle Politiche
Assessorato
per l a Cultura e l'Identità Veneta
ai Beni Culturali
La Regi o n e Ve n eto e gl i arc h ivi de l l a fotografi a
Mass imo Canel la
D i rezi o n e C u ltu ra Regi o n e Ve neto
S i s a c h e va ntagg i o e l i m i te d e l l ' età m atu ra
è c h e le n u ove s i t u a z i o n i fa n n o scatta re i n
ge n e re r i c o rd i : e n u m e ro s i r i c o rd i l egati a l
s e rv i z i o i n R eg i o n e m i s u s c i ta l ' a rgo m e nto ­
g l i a rc h i v i fotografi c i ve n eti - s u c u i Ad ri a n o
Fava ro m i h a c h i e sto u n a p p u nto , i n
o c ca s i o n e d e l l a p u b b l i c a z i o n e d i u n d o s s i e r
i s p i rato a u n a r i c e rc a reg i o n a l e i n m e r ito .
La c o n s a pevo l ezza d e l l e tem ati c h e re l at ive a l
b e n e c u lt u ra l e fotografi c o , m o strata u n p o '
d i s c o n t i n u a m e nte m a c o n p re c o c ità d a l l a
R e g i o n e Ve n eto , h a u n n e s s o c o n l a
c o n te m p o ra n e a i stitu z i o n e a I l ' l U AV ( I st ituto
U n i v e r s ita r i o d i Arch i tettu ra - Ve n e z i a ) d e l l a
p r i m a catted ra d i Sto r i a d e l l a Fotografi a
n e l l a sto r i a u n i v e r s i ta r i a ita l i a n a . l p ri m i a n n i
Otta nta s o n o stati u n m o m e nto d i fo rte
c o l l a b o ra z i o n e fra l a Regi o n e e l e U n ive rs ità
ve n ete , n e l l a p rogetta z i o n e , s e c o n d o l a
m e nta l ità d e l l ' e p oc a d e l l a p rogra m m a z i o n e
e c o n o m i c a e s o p ratt u tto d e l l a
p rogra m m a z i o n e te r r i to ri a l e . C i ò h a po rtato
a l l ' e l a bo ra z i o n e d i n u m e ro s i st u d i e a n c h e
a l l a p rod u z i o n e d i i m p o rt a n t i vo l u m i c u rati d a
staff d i d o c e nti , c o n i n ev i ta b i l e atte n z i o n e
a l l ' a s petto i c o n ografi c o , s pe s s o c u rato d a
l ta l o Za n n i e r. E Za n n i e r, d o c e nte a p p u nto d i
Sto r i a d e l l a Fotografi a , m etteva s e m p re u n a
p u nta d ' atte n z i o n e p e d a go g i c a n e l
p re s e nta re q u e st ' u lt i m a n o n s o l o c o m e
mezzo d i documentazione e non tanto come riflesso
della rea ltà oggettiva , q u a nto pi uttosto come
eserc i z i o d i u n ' a rte e d i u n a tec n ica con u n a forte
capacità di proporre o di i nfl u e n za re la percezione e
l ' i nterpretazione d e l l a rea ltà : l ' attività d e l produttore
di i m magine ven iva n o n n ascosta , ma p i uttosto
messa in evidenza n e l l a s u a natu ra di evento e
sto ric izzata . U g u a l me nte c o l l egata con lo stu d i o d e l
territor i o è l ' i m po rtante racco lta d i foto , soprattutto
a e re e , p rodotte in re l a z i o n e a l la prod u z i o n e d e l l a
Ca rta Tecn ica Regi o n a l e .
N e l l o stesso a rco d i tem po fu m m o i nformati d e l l a
serie d i attività che s i a n dava no svi l u ppando n e l
c a m p o d e l l a fotografia stor i c a : g l i Arch ivi A l i n a ri d i
F i renze, l ' e s perienza d e l l 'Archivio Fotografico Toscano
d i Prato con l a sua b e l l a rivi sta ; l a mostra s u
M a u r i z i o Lotze a Veron a ; la va l orizzazione
d e l l ' a rc h iv i o fotografico Ferretto - Fini da pa rte d e l l a
B i b l i oteca C i v i c a d i Trevi s o , le attività d i Pal azzo
Fortuny. La produzione dei fotografi ottocenteschi
venez i a n i fu oggetto a quel tem po anche d e l l e
atte n z i o n i d i a ut o ri c o m e Alberto Moravia ( p e r la
fotografia popu l i sta o d i genere) o u n m o lto gi ova ne
V ittor i o Sga rb i ( pe r l a docu mentazione storico
a rt i stica ) ; me ntre , in a m b ie nti d ivers i , ven iva
v a l orizzata l a pro d u z i o n e avente come soggetto l a
Venezia i n d u stri a l e , c u i l avorava g i à a l l ' e po c a , fra g l i
a ltri , D a n i e l e Res i n i . Da profa n i , com i nc i a m m o a
c a p i re la c o m p le s s ità d e l l ' a p procci o che b i sogna
riservare al bene fotografico, come fonte
docum entaria e i n s i e m e come prod uzione s i a
a rt i st i c a , s i a tecn ico - co m m e rc ia l e : da u n l ato l a
fotografia d e i Venet i , d a l l ' a ltro , per cita re i l tito l o d i
u n b e l l i b ro d i Z a n n ie r, i l Veneto d e i fotografi .
Q u esta p resa d i coscienza , che è stata p ropria deg l i
a m m i n i stratori d e l t e m p o p r i m a c h e d i n o i fu nzion a ri
o d i rige nt i , si è poi trad otta , a l di là d e l l ' a p poggio a
m a n ifesta z i o n i este r n e , i n d u e i n iz i ative d i u n certo
r i l iev o .
L a prima è stata la catal ogazi o n e , nel l ' a m b ito d i
c o l l aborazi o n e c o n l a Sopri ntendenza p e r i B e n i
Artistici Stor i c i e Demoet no a ntro pologi c i , d i 7 700
negativi fotografici s u l a stre a l l a ge lati na del fo ndo
d e l fotografo ve neziano Tom m a so F i l i p p i , l a s ciato i n
eredità a i ' I R E d a l l a vedova E l v i r a . S i tratta d i u n
fondo d a l l a storia e d a l l a struttura c o m p l e s s e , c h e
contiene u n a vera m i n i e ra d i i m magi n i s u l astra ,
positivi , c a rto l i ne d i vari auto r i , desti n a z i o n i e
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period i , uti l e per i ricercato ri , per la pro m oz i o n e t u r i stica , per
i n i z iative e d i to ri a l i d i vario genere . Le schede i nformatizzate
costitu i s c o n o i l p r i m o n u c l e o del settore s u i b e n i fotografici
d e l Cata l ogo regi o n a l e d e i b e n i c u lt u ra l i .
La seconda è stato l ' accog l i m ento d e l l a p roposta d i Z a n n i e r,
e d e l c o m p ia nto Pa o l o C o stant i n i , d i u n a so rta d i cen s i m e nto
d e l l e rea l tà di fotografia storica n e l Veneto. Q u e sto l avoro ,
effettu ato con la c o l l a b o razione d i u n gru ppo d i gi ova n i
stu d i o s i , h a po rtato a l l a redazione d i 2 3 0 schede d i v i s e i n
d u e a ree d i ricerc a : a rc h i v i e a l b u m . V i s o n o contenuti a nzi
tutto i dati a n agrafici d i ogni archivio e i l n o m e d e l s u o
res p o n s a b i le , e l e i nfo rmazi o n i s u l l e t i p o / ogie dei m ateri a l i
fotografi c i c o n s e rvati e s u a l b u m , soggetti e d a utori . A l l a fi ne
degli a n n i N ova nta esso è stato ri preso per p rocedere al
necessario agg i o rn a me nto : delle 2 3 0 rea ltà cens ite nel 1 9 9 1
h a n n o r i s posto i n c i n q u a n t a , d i c u i 2 6 h a n n o a uto rizzato l a
d i ffu s i o n e p u b b l ica d e i dati attrave rso i l s ito I nternet
www. regi o n e .veneto . itj c u ltu ra , d ove essi sono attu a l m ente
reperi b i l i . Approfitto d e l l ' occa s i o n e per i nvita re c h i non ha
a n co ra riten uto di a d e r i re a q u est ' i n iziativa a fa r l o o ra , o a
segn a l a re eventu a l i i n esattezze: essa ce rca d i a s s i c u ra re u n
servizio c h e v u o l e fac i l ita re i perco rsi d i ricerca (costru i b i l i a
part i re s i a d a l fo n d o , s i a d a l l ' a uto re , s i a d a l soggetto) , e
sti m o l a re m agari i n iziative u lterio ri .
Consa pevo le d e l l a v a l i d ità di q u esta i n i z i ativa , credo
ugu a l m e nte che a b b i a avuto ragi o n e l ' a ssessore regi o n a l e
Se rrajotto n e l d i re , a l l a p resentazione trevigi a n a del 7
feb b ra i o d i q u est ' a n n o d e l d o s s i e r d i Fotosto rica s u l le foto
d e l la G ra n d e G u e rra , che si è trattato di " va l ide i n iziative che
n o n s o n o a rrivate a d a s s u m e re l a v a l enza d i u n p rogetto
reg i o n a l e d i l a rgo res p i ro " . U n a funzione i m portante, c h e ha
s u p e rato sotto certi r i s petti il vincolo che l a lega
o rga n i c a m e nte al s u o territo r i o , va r i c o n o s c i uta a l l a P rovi ncia ·
d i Trev i so , che c o l FAST ( Foto Arch ivio Storico Trevigia n o ) ha
sa puto d i a l oga re a nche con le a m m i n i stra z i o n i locali per
conse rvare e v a l orizz a re i m o lti prezi o s i fo n d i fotografici
presenti a nche n e i pi cco l i centri , rigu a rd a nti t e m i forti
de l l ' i d e ntità v e neta come le trad izi o n i , l e a rc h itetture r u ra l i , i l
paesagg i o - e n a t u r a l me nte q u e l l ' evento così dete r m i na nte
per l e p o p o l a z i o n i di qua e di là del P i ave che è stata la
G ra nde G ue rra . Ed è proprio a qu esto riguardo e con l a
co l l a b o ra z i o n e d e l FAST c h e l a Regione h a fatto q u a l c h e
p a s s o s u u n a v i a p o c o e s p l o rata ; l a v a l orizzazione d e i fo n d i
fotografici uti l i zzati o depos itati presso i m u s e i , l e
b i b l i oteche e g l i a rch ivi d i ente l o c a l e o d i i nteresse l o ca l e , i l
c u i o rd i na m ento rientra fra le s u e com petenze. S i sono
dovute aff i d a re l a scelta delle m o d a l ità d i r i l evazione
65
cata l ografica , p re n d e n d o atto della d i vers ità d e i s i ste m i
adottati a l l ' interno d e i b e n i a rtistici e dei b e n i l i b ra r i e d e l l a
n o n u n ivoc ità d e l l e i nterpreta z i o n i d e l l e n o rme d i ogn u n o dei
s i ste m i , e l ' accertame nto della titola rità dei d i ritti , c o l l egata
con l ' i n d iv i d u a z i o n e d e l l e vicende dei fo nd i ; ci si è resi conto
che le esigenze d e l l a sa lvaguard i a d e l l a q u ota magg i o re
poss i b i le d i patri m o n i o fotografico i m porrà spesso i n futuro
di accontenta r s i in un p r i m o m omento de l l ' i nventa riazione e
di descri z i o n i s o m m a r i e . Ma p i ù i m portante a nc o ra d i q ueste
attività mi s o n o s e m b rate le forme di c o l l a bora z i o n e , c u i ha
parteci pato a n c h e il Ce ntro Prov i n c i a l e di Servizio per le
b i b l i otec h e , per prom uovere u na coscienza d e l l a n a t u ra del
bene fotografico n e l l e strutture d i conservazi o n e con d iverse
fi n a l ità e senza sez i o n i s pec i a l i stiche: attività fo rmative e d i
aggiorna m ento p e r b i b l i oteca ri e a rch ivisti c h e desse ro l o ro
le com petenze n o n catal ografi c h e , ma tecn ico - fotografiche
m i n i me per fa r fronte a l l a conservazione dei patri m o n i l o ro
affi d a t i , a parer m io da cont i n u a re ed este ndere .
Sem pre a l te m a d e l l a G ra nde G u e rra è col legata
l ' acq u i s iz i o n e del n u c l eo p i ù s ign ificativo d e l l a sez i o n e
"fototeca " d e l l a M e d i ateca d e l l a Regione Veneto , o ra
osp itata n e l l a V i l l a Sette m b r i n i d i Mestre: un gru ppo di c i rca
3 . 600 riproduz i o n i , a c q u i s ite c o i relativi d i ritti , di foto
prove n i enti d a l M u seo del R i sorgi mento ospitato n e l
V ittor i a n o d i R o m a . L' uti l izzo d i q u este i m magi n i n o n è stato
fino ra m o lto i ntens o , a n che se va n n o ricordate a l c u n e b e l l e
i n i z i ative espos itive ed editoria l i a n i m ate d a l gruppo d i Ponte
di Pi ave di E u ge n i o Bucci o / . M a , se tutto a n d rà b e n e , esse
presto s a ra n n o d i s po n i b i l i , a s s i e m e a l l e a ltre i m magi n i
fotografiche o a u d i ov i s u a l i d e l l a M ed iatec a , i n u n a rete
telematica attivata fra la M e d i ateca stessa e le s a l e
m u lti m e d i a / i da a l c u n e b i b l i otec h e venete fi n a n z iata d a l lo
Stato n e l l ' a m b ito d e l progetto M e d iateca 2000 a v a l e re s u i
proventi d e l l a ve n d ita d e l l e conces s i o n i d e l le freq ue nze p e r i
telefo n i n i d i u lt i m a genera z i o n e . Se tutto a n d rà ben e , gra n d i
pos s i b i l ità s i a p r i r a n n o c o n l ' este n s i o n e d i q u esta rete , p e r
la tutela e l a va / o rizzazione d e i n ostri patr i m o n i d i i m m agi n i .
I n q u este cose bi sogna sapersi rendere d ispo n i b i l i a l n u ovo
senza i ne rzie o riserve: perché è vero, come d icevo a l l ' i n iz i o ,
che l ' e s pe rienza è i n d i s pe n s a b i l e , ma è a n c h e vero q u e l c h e
d iceva Wittgenste i n , che " b isogna s a per buttare l a s c a l a che
s i è u sata per s a l i re " , ed a n d a re ava n t i . •
Gli Arc h ivi Fotografi c i del Ve n eto
Ad ri a n o Fava ro
C o n q u e sto n u m e ro Foto sto r i c a a p re u n a
fi n e stra d e d i c a ta a g l i a rc h i v i fotografi c i d e l
Ve n eto : n e l l e n o st re i n te nz i o n i q u e sto
D o s s i e r ed i s u cc e s s i v i c h e s e g u i ra n n o s u
q u e sto s p e c i f i c o te m a , d ovre b b e ro
p e rm ette re d i p re s e nta re p rogre s s i va m e nte
l e va r i e re a ltà a rc h i v i sti c h e d i fotografi a
sto r i c a p re s e n ti n e l l a n o stra regi o n e .
Foto sto r i c a i nfatt i , o ltre a d effett u a re vo lta a
vo lta u n ' a n a l i s i d i te m i tec n i c i e s pe c i a l i st i c i
d e l l a fotografi a sto r i ca , i n u n a v i s i o n e
n a z i o n a l e , h a o p e rato a n c h e e
p ri n c i pa l m e nte p e r l a d i ffu s i o n e e l a
c o n o s c e n z a d e l l a c u l t u ra regi o n a l e p e r i l
tra m ite d e l l a fotografi a , c o n u n a o pe ra z i o n e
c h e , n e l l ' u l t i m o d e c e n n i o , è stata re s a
p o s s i b i l e gra z i e a d u n a n u ova s e n s i b i l i tà p e r
l a s a lvagu a rd i a d e l l a m e m o ri a e d e l l e
t ra d i z i o n i l o c a l i .
Q u e sta s e n s i b i l ità h a p o rtato a d u n s e m p re
p i ù va sto i nte rve nto d eg l i E nti Loca l i
fi n a l i zzato a l l a ra cco lta d i i m m a g i n i
fotogra fi c h e p rove n i e n t i d a l l e p i ù d i s pa rate
fo nti , a i fi n i d i u n a l o ro tute l a ed u s o
s u u n a rchivio fotografico operante da ben 1 2 a n n i ed ha
finanziato a più riprese, spesso con il sostegno del la
Regione Veneto, specifici interventi nel campo della
fotografia storica per diffonderli poi attraverso le pagine
di questa rivista.
Altre rea ltà di i n iz iativa nel campo d e l l a fotografia s i
s o n o p o i affacci ate a l l a riba lta a Ve nez i a , Padova ,
Vero n a , ed in tanti com u n i del te rritorio trevigi a n o , a
P i eve d i S o l igo , a Castelfra nco, a S . Po l o di Piave, a
V ittorio Ven eto , a Ponte di P iave , ecc.
D u n q u e l ' i ntervento degl i Enti Loc a l i veneti ha
fre q u e ntemente permesso u n a va l o rizzazione d e l l e
raccolte d i fotografie storica conse rvate presso l e p i ù
d i s pa rate rea ltà d e l l a reg i o n e , q u a l i m u se i ,
b i b l i otec h e , a rc h i v i , associazi o n i , i n d ustri e , red az i on i ,
osped a l i , u n ivers ità , forze a rmate, i stituti scolast i c i ,
co l lez i o n i sti privati ecc . : s i tratta d i l uogh i i n c u i
s o n o d i s pon i b i l i significative i nformazi o n i s u l la storia
d e l l e più d iverse attività u m a n e , l a cui t i p o l ogia varia
a seconda delle fi n a l ità per c u i queste racco lte s o n o
state costitu ite , perm ette n d o s pesso u n l o ro u s o
a n c h e q u a l i fo nti d i n uovi dati etna-a ntro pologici da
pa rte d i d iverse d i s c i p l i n e sto riografiche. Va
sotto l i neato come n e l l o svolgersi degl i i nterventi d i
sa lvaguard ia d i detti archivi s i s i a n o s pesso palesate
d iffi c i l i condizi o n i di conservazi o n e , u n a
cata l ogazi o n e effettuata a volte con meto d i s o m m a r i
e n o n i d o n e i c o m u n q u e a l tratta mento d i m ateri a l e
fotografico sto r i c o , u n a ri prod uzione d i ta l i i m magi n i
concessa a l l ' ute n za , ma effettuata i n certi casi
se nza l e d ovute preca u z i o n i per quel che attiene
l ' osse rva nza d i vi ncol i n o rm ativi (p rivacy, copyright,
ect . ) , evidentemente pes a n d o la c a renza d i s pec ifica
fo rmazione degli o peratori stess i .
È u n campo d ' i ntervento dove mo lto vi è a n cora d a
costru i re e n e l q u a l e trova u n suo specifico ruolo
q uesta rivista , fi n a l izzata a pp u nto a com u n icare e
d ivu lga re la cu ltura d e l l a fotografica sto rica , i n
q u esto caso po rta n d o a l l a l uce su q u este pagi ne l a
vasta realtà degl i a rch ivi d e l l a fotografia veneta .
•
c u lt u ra l e p u b b l i c o .
È
u n a o p e ra z i o n e n e l l a q u a l e g l i e nt i
t e r r i to ri a l i d e l Ve n eto h a n n o p e r c e rt i a s petti
a nt i c i p ato u n a p o l i t i c a n az i o n a l e in rita rdo
ri s p etto a i b i s ogn i c u l t u ra l i d e l t e r r i to r i o : a
Trev i s o l a P rov i n c i a p u ò co nta re a d e s e m p i o
66
C o m e i nte rve n i re s ugl i Arc h ivi de l l a Fotografi a :
i nd i ca z i o n i o pe rative
lta l o Za n n i e r
Sca l etta o pe rativa per u n pri m o i nte rve nto
sci e ntifico s u g l i a rch ivi d e l l a fotografi a :
- ritrova m e nto
- i n d iv i d u a z i o n e
- pri mo soccorso
- tra sfe r i m e nto
- r i p ro d u z i o n e
- cata l oga z i o n e
- a rc h iviaz i o n e
- con s e rva z i o n e
- resta u ro
- ve i c o l a z i o n e
1. " Ritrovare-individuare . . " ; " scopri re " s i gn ifi ca
.
o ltretutto ca p i re l ' i m po rta nza d e l l ' a rc h ivi o ,
a n c h e s e p i cc o l o e fa m ig l i a re , come p u ò essere
u n A l b u m c o n servato i n u n cassetto ; m a per c i ò
è n ecessa rio conoscere l a fotografi a n e i s u o i
e l e m e nti sto rici essenzi a l i , a ltrimenti c i s i
riferisce so lta nto a l l ' i m po rta nza iconografica ,
s e m pre c h e a nche q uesta s i a " riconosci uta " ;
i nso m m a , è n ecessa ria u na " c u ltu ra d e l l a
fotografi a " e se q u esta n o n c ' è b i sogn a
affi d a rs i a l l ' esperto , m a c h e s i a ve ra m e nte ta l e .
2 . " Primo soccorso " ; n o n s posta re gl i oggetti
fotografi c i ritrovati , o p e r l o m e n o n o n
sco nvo lgerne l ' assetto , regi stra rne l a l o ro
co l l ocaz i o n e , re l a z i o n e e seq u e nza , fotografa re
l ' i n s i e m e , i n modo d i pote r " ricostr u i re " l a
s itua z i o n e d e l ritrova m e nto , c h e a vo lte può
67
essere sign ificativa d e l lavoro e delle intenzioni del
collezionista , dello studioso, del conservatore, per i più
vari motivi, che non sempre sono importanti , ma che
a l l ' occorrenza debbono essere rintracciab i l i . I n sintesi ,
non i nterve n i re è già u n va l ido "soccorso" .
3 . " Trasferimento " ; l 'Archivio ritrovato andrà
probab i lmente "trasferito" ed è quindi necessario fare
un " progetto " , i n nanzitutto relativo al " l uogo " , anche
dello stesso edificio, dove l e fotografie - in lastra di
meta l l o , vetro, cel l u loide o i n positivo su carta , che
necessitano di una d iversa delicatezza d i trattamento -,
andranno collocate, sia pure prowisoriamente. E senza
tra u m i ambienta l i di temperatura e di umidità ,
verificando la situazione in precedenza (megl io in una
stanza i nterna e senza riscaldamento, ecc . , i n a rmadi di
meta l l o verniciato a fuoco, ecc . , in scatole d i cartone a
ph neutro, ecc. ) ; se il trasporto è fatto su strada (o i n
barca, s e awiene i n laguna), si tenga conto delle
vibrazio n i e anche dei rischi di im prowisi nubifragi ecc . ,
sistemando in contenitori impermeabi l i , oltre che
ammortizzati .
4. " Riproduzione " ; ogni s i ngola immagine va subito
fotografata , megl i o se con pel l icola diapositiva a colori,
accoppiandola a un test cromatico; è sufficiente il
formato 24x36, econom ico oltretutto , e che i n seguito
consentirà molte a ltre operazioni e uti lizzazion i , anche
mediante "dupl icati " : per l ' editoria, la didattica, lo studio
iconografico, ecc . ; se si tratta di negativi in b/n , ricavare
le " i mpronte" a contatto.
5. " Catalogazione " ; le immagini andranno col locate
secondo schede omologhe d igital izzate, che si spera
vengano presto definite (e " i m poste " ) a l ivel l o globa le,
m a , per o ra , sarà sufficiente affidarsi a uno schema
semplice, elementare, dove si i ndica soltanto: il nome
del l 'autore del l ' im magine (se c'è o , a ltrimenti , si scriva
"non i n d icato " o "non identificato" ) , il soggetto, con un
titolo origi nale oppure attribuito, la data (o s . d . senza
data o ca . , ossia c i rca), la tecnica (del positivo e, se
conosci uta , del negativo), le dimensioni (a ltezza x base,
i n m i l l i metri) , lo stato d i conservazione, la fonte e la
comm ittenza (se si conosce , ed è un dato i m po rtante),
l ' eventuale bibliografia , ecc . , lasciando a l futuro , i n una
seconda parte della sched a , la descrizione iconografica ,
che i nveste m o lte d iscipl ine, non sempre conosciute dal
catalogatore.
6. "Archiviazione " ; le immagini origi n a l i , sia in negativo
che in positivo, vanno sistemate secondo le regole
convenzion a l i in un ambiente dal m icroclima a bassa o
media u m id ità (60% circa) e temperatura (20/24°C), ma
senza " d ra m m i " , se i dati osci l l a n o un poco; la consultazione
degli origi nali dovrebbe essere consentita soltanto
eccezional mente, perché l ' i m magi n e , perlomeno nella sua
iconografia , sarà resa nel contempo leggi bile i n altro modo, nella
d i a positiva, o in u n CD Rom, ecc . ; è però necessaria una verifica
dello stato di conservazione, per campione, almeno ogni anno.
7 . "Conservazione " ; le lastre d i vetro, a l collodio, a l l a gelatina,
ecc. , andrebbero sistemate verticalmente i n speciali contenitori ,
ma in mancanza è preferibile !asciarle nelle eventua l i scatole
origi n a l i , semmai isolandole una d a l l ' a ltra con un fogl ietto d i
ca rta a ph neutro; i negativi su pel l icola di cel l u l oide, come è
noto, van n o d ivisi e a l l o ntanati, se si tratta di supporti " a ntichi "
a l nitrato d i cel l u losa oppure p i ù recenti a l l 'acetato, perché i pri m i
sono autoi nfiammabi l i , ecc . ; i positiv i , soprattutto quelli del
secolo scorso, van n o sistemati "in orizzontale" , nelle scatole di
cartone a ph neutro, ma non i n n u mero eccessivo, ossia circa
venti fotografie per scatola, per evitare, oltre al peso,
u n ' eccessiva opera d i " ritrovamento " . Per i dagherrotipi , i calotipi
e a ltre i m magi n i ottenute con rare e delicate alch imie
fotografiche, l ' isolamento e l a sistemazione debbono essere più
attentamente curati .
8. " Restauro " ; meglio n o n i nterven i re , se non si è in grado di
affidare l 'operazione a chi è veramente com petente, ma i n ogni
caso è megl io " d iffidare" e comunque procedere " otticamente" (o
via computer, ecc . ) , e comunque, salvo casi conclamati , non
procedere ch i m i camente e neppure con "sempl ici " lavaggi in
acq u a ; l ' i m magine originale, a mio awiso, deve conservare la sua
"vecch iaia " , anche lo sbiadi mento , perché quella è la sua vita.
Se s i vuole individuare megl i o gli elementi iconografici, ciò è oggi
possi b i l e , entro un certo l i m ite , con mezzi video-elettro n i c i . l
trad izionali i nterventi c h i m i c i , fortunatamente i n parte
abbandonati , snatura n o al sol ito l ' i m magine; come in altre
metodologie di restauro ( pittura , a rch itettura . . . ) , il problema è
" ideo l ogico " .
9. " Veicolazione " ; s ' i ntende la d iffusione d e l l e immagi n i
fotografiche, c h e n e l l a maggior pa rte awiene per v i a editoriale ed
espositiva, o per proiezione e per trasmissione video, I nternet,
ecc. Da lla " matrice" di riproduzione 24x36 i n izial mente ottenuta
d a l l ' originale, è possibi l e offrire i m magi n i sia per la stampa
editoriale (monocromatica, bicromatica o a colori), sia per la
d idattica (con la proiezione dei d iacolor, ecc . ) , sia per la
trascrizione elettron ica i n CD Rom o la veicolazione televisiva e
I nternet.
Per la esposizione " i n mostra " , è necessario distinguere tra le
rassegne iconografiche " a tem a " , e quelle invece specificamente
"fotografiche" .
Nel pri mo caso è lecito trasferire l ' im magine su qualsiasi
su pporto e dimensione, indi pendentemente d a l l "' originale " ,
funzionale alla esposizione, m a awertendo i l visitatore che si
tratta d i una "trascrizione" (al sol ito si d ice " riproduzione"),
ind icandone però gl i estremi nella d idasca l i a ; se si tratta di una
rassegna "specifica" (ossia " s u l l a fotografi a " ) , le i mmagi n i
andranno sistemate i n cornici assol utamente senza l ' uso di
adesivi , ma sistemando del icatamente (nel trattamento è
d'obbligo l ' uso di leggeri guanti di fi lo bianco) le i mmagi n i su di
u n su pporto di cartone neutro, con gli " ango l i n i " appl icati in
precedenza secondo le misure della fotografia ; sono accettabili
a nche q u e l l i d i cel lophan che s i trovano i n cartoleria.
Sopra va sistemato il passepa rtout, con la "fi nestra" ritagliata
possibil mente a 45°; così l ' i m magine viene distanziata dal vetro
o dal perspex d i protezione.
E, per fi n ire, la l uce generale del l 'ambiente dovrebbe essere
i nferiore ai 150 lux, ma per i dagherrotipi e i caloti pi ed a ltre
del icate i m magi n i antiche, i l massimo, a m i o awiso, è 50 lux, la
c u i d u rata di i l l u m inazione è regolabile con un timer comandato
con un pulsante dal visitatore, con c u i si evita che le i m magi n i
s i a n o costantemente i nfluenzate d a l fl usso l u minoso. I l tempo d i
lettura potrà essere d i circa 1 0 secon d i .
Chi ha maggiore cu riosità e i nteresse, p u ò sempre i m p rimere u n
n u ovo ordine a l l ' i nterruttore.
Nel prossi m o futuro, com unque, dovremo abituarci a vedere le
fotografie soltanto in riproduzione, per evita rne la progressiva
d istruzione. Ma si dovrebbe sempre esporre un " ca mpione"
origi nale, per assecondare l ' i nteresse scientifico del visitatore e
offrire una misura di va l utazione; la fotografia è i m magine
particolarmente del icata , forse non p i ù d i altre tipologie grafiche,
ma nasce dalla luce e nella l uce può anche morire .
•
Da " Gli archivi della Fotografia. Problematiche" di l . Zannier i n
Fotostorica n . 1-1998
68
L' A rc h ivi o Fotografi co della B i bli oteca Com u n ale
di Bassa no
Deno m i nazione
Comune
CAP
I n d i rizzo
Telefono
Fax
S ito WEB
E-m a i l
Museo
·
Biblioteca
·
Archivio
Bassano del Grappa
36061
Via Museo 12
0424 522235-36
0424 523914
http:/;www.x-land.it;museobassano
[email protected]
I l M us e o Civico d i Bassano con serva al s u o i nterno n u merosi
ed i nteressanti mate r i a l i fotografici storic i :
·
Fon d o Fa so l i : n . 3 9 negativi a tec n i ca c a l ot i pica d e l 1853
- Racco lta d i n. 1360 i m m agi n i i ne renti vie e p iazze d i
B a s s a n o risa l enti a l periodo tra i l 1 9 1 0 e i l 2000
- Serie di a l b u m e fotografie s c i o lte ( c o m p less ivam ente n .
900 tra o rigi n a l i e ri produzi o n i ) rigu ardanti l a prima guerra
mondiale
- La s c ito Agosti n e l l i , n . 630 i m m a g i n i d iverse
- Do n o Eredi G. Cecch i n , n. 1070 fotografie e n . 500
d i a pos itive 2 4x36 m m , i nerenti l a prima guerra m o n d i a l e
·
I m m a g i n i d iverse per c o m p l essivi n . 5 . 000 esem p l a ri
Di A n d rea Fa s o l i ( 183 1-1904), fu tra i p i o n i e r i d e l l a fotografia
nel Ve neto , il M useo di Bassano c o nserva d iversi n egativi a
tecn i c a c a l oti p i c a , q u i pervenuti per l a s c ito d e l l a vedova e
c o m p re s i i n u n a racco lta di 39 ri prese i ntitolata i n a utografo
" P r i m i e s p e r i m e nti con o b iettivo s e m p l ice e ca m e ra di m i a
fab b r i caz i o n e , c o m e p u re la ca rta cerat a , e a l b u m i nata . l
p re p a rati c h i m i c i q u a s i tutti fa bbricati da m e " e segnata i n
copertina " N egative i n ca rta cerata . 1853 " .
Le i m m a g i n i r i p re n d o n o vari a s petti d e l l a città d i B a s sa n o , le
rive d e l B renta , il C a ste l l o , l e piazze d e l Centro Sto r i c o .
•
Autore non identificato
Biplano in volo
1915-1918
Andrea Faso/i
La piazza di San Francesco, verso nord-est
Bassano,
1853
Calotipo
69
l Fo ndi Fotografi c i dell' Arc h ivio Sto rico Co m u n ale
d i Ve n e z i a
Da n i e l e Res i n i
Denom i nazione
Comune
CAP
Indi rizzo
Telefono
Fax
E.mail
Sito W E B
Archivio Storico Comunale
Venezia
30124
Campo della Celestia - Castello n. 2737 /F
041.5289261
041.5239312
celestia @comune. venezia . it
http:/jwww.comune.venezia.itjurbanistica
L'Arch ivio Storico Comunale di Venezia custodisce principalmente
la documentazione cartacea di atti, del i bere, carteggi , lettere,
delle M u n i ci pal ità di Venezia dal 1806 e di M urano, Pellestrina e
Burano fino al 1926, data del loro sciogl i mento e a nnessione a l
Comune d i Venezia. L'Arch ivio ha a nche giacenti vari fondi - o
raccolte di materia l i fotografici - con ca ratteristiche e consistenze
d iverse. Essi sono il prodotto di acq u isizioni o provengono dal
patrimonio stesso d e l l 'Archivio.
Negl i u ltimi a n n i è stata real izzata u n ' am pia opera d i
catalogazione d i d iversi fon d i , uti l izzando, prima a l ivel lo
sperimenta l e la scheda FT dei i ' ICCD, poi , con la pubbl icazione del
primo catalogo del fondo Giacomel l i , la definitiva scheda F.
Possiamo defi ni re q u attro categorie d ifferenti d i giacenze:
- il Fondo G iacomel l i , un vero e proprio fondo fotografico
proveniente d a l l 'acqu isto, effettuato d a l Comune di Venezia , nel
1995, d e l l 'archivio dello Studio G iacomel l i , com prendente circa
180.000 negativi databili preva lentemente fra il 1920 e il 1970,
d i cui una parte consistente su lastre i n vetro alla gelatina
bromuro d ' a rgento.
I l Fondo è stato inventariato e sono state catalogate, con
l ' acquisizione digita le del l ' im magi ne e
la scheda ICCD, oltre 9 . 000 fra lastre e pel l icole,
prevalentemente riferite agl i anni trenta.
Nel novero delle i mmagi n i G iacomel l i , vanno inseriti numerosi
positivi provenienti da raccolte e a rchivi privat i .
- a ltri fondi o raccolte d i negativi acq uisiti da varie fonti (per
mezzo d i compravendita e per cessione). È i l caso d i una
consistente quantità - circa 1 . 500 - d i negativi facenti pa rte
d e l l ' arch ivio dello studio Ferruzzi, uno studio cittadino
affermatosi dagl i anni venti del Novecento e, anche se meno
importante d i G iacome l l i , titolare d i n u merose commesse d i enti
e i m portanti industrie. L'archivio è andato disperso in n u merose
operazioni di vendita a vari col lezionisti e speculatori . Di questo
fondo , sono stati recu perati spezzoni tematici importanti , come
quelli riguardanti la documentazione su a lcune aziende
industri a l i di Portomarghera e del porto di Venezia. In questo
u ltimo contesto, l 'Autorità portuale di Venezi a , dopo aver
finanziato la catalogazione e il ricondizionameno delle immagini
sul Porto del fondo Giacomel l i , d i quelle del l 'archivio Ferruzzi già
conservate a l l a Celestia , ha depositato presso l ' Archivio Storico
Comunale anche i negativi (in gran parte ancora di Ferruzzi) e i
positivi proven ienti dal suo archivio.
- fondi o raccolte d i positivi original i acquisite da varie fonti. Fra
esse , molti positivi provenienti da stam pe di negativi Ferruzz i . I n
tal modo, come per G iacom e l l i , si sta tentando di ricostruire, i l
più possibile, la consistenza originaria di ta l i fondi, danneggiata
da d istruzioni ejo a l ienazion i .
Altri , provengono d a acqu isti (come u n album sulla prima guerra
mondiale) o cessioni e trasferimenti: è il caso di c i rca 3 . 000
positivi - acquisiti per donazione - sull ' i ndustria d i
Portom a rghera , d i vari pezzi storici proven ienti da raccolte d i
famiglia, o di altre centinaia d i positivi s u l la struttura
u rbanistica di Venezia e del territorio , sulle istituzioni comuna l i ,
s u lavori pubblici, trasferiti d a assessorati n o n competenti .
- Positivi origina l i a l l egati a l l a documentazione cartacea. Tale
giacenza , in costante evo l uzione per i contin u i ritrovamenti ,
comprende oltre un m igliaio di esemplari , fra cui numerose
stampe a l l 'albumina di grande formato. Si tratta del le fotografie
che accompagnano le "carte" come veri e propri documenti
a l legati a l le pratiche. Tale consuetudine, iniziata nella seconda
metà d e l l ' Ottocento, si è via via estesa fi no a costituire una
sorta di documentazione paral lela prodotta preva lentemente in
occasione di richieste di licenze edi l izie, permessi d i
edificazione o trasformazioni d i stabi l i .
N o n mancano i mmagi n i d i cerimonie, eventi , o d iversissime
occasione in cui la testimonianza visiva era probante per le
istituzioni coinvolte. Fra queste , il funera l e dei fratelli Bandiera,
nel 1866, l a scomparsa chiesa di San Paternia n , nel 1874, le
gondole funebri nel 1870, la serie delle " nuove" d ivise delle
guardie e degli ufficia l i Comun a l i .
I n varie occasion i , i n oltre, sono state real izzate riproduzion i , su
pel l icola di grande formato, di positivi origin a l i
temporaneamente i n possesso dell'a rchivio ma p o i riconsegnati
ai proprietari .
•
G. Janhovich
Venezia, La scomparsa chiesa di San Paternian
23 agosto 1873
Reale Fotografia Giacomelli
Venezia, La chiesa di San Giovanni e Paolo
fine
70
'800
L ' A rc h ivi o p rivato Aldo Ross i presso
l ' Arc h iv i o di Stato di R ovigo
Denomi nazione
Comune
CAP
I n d i rizzo
telefono
Fax
S ito WEB
E-m a i l
Archivio d i Stato d i Rovigo
Rovigo
45100
via Sichirollo 9
0425.24051
0425.25613
http:/1archivi.beniculturali.it:SOOOlASRO/index.html
081@ rpv. beniculturali.it
L'A rc h iv i o di Stato di Rovigo , i stitu ito n e l 1964, è ospitato fi n
d a l l a s u a apertura , n e l 1 9 6 7 , n e l l ' ex sede d e l Sem i n a ri o
vescov i l e i n v i a S i c h i ro l l o , u n com plesso m o n u menta l e
p restigioso progettato d a l l ' a rch itetto vicenti n o D o m e n i co
Ce rato i ntorno a l 1 7 7 7- 1 7 7 8 .
Tra i tanti a rch ivi c u stod iti a l l ' i nterno d i q uesta i stitu z i o n e , e
d i n otevo l e i nteresse per lo stud i o s o d i fotografi a , vi è
l 'Arc h iv i o privato d i Ado lfo R o s s i (1857-1 9 2 1 ) , gra nde
giorn a l ista d i scepo l o s p i ri t u a l e d i Alberto Mario, d i plomatico,
m i n i stro p l e n i pote n z i a r i o i n Pa raguay ed infine C o n s o l e
gen e ra l e i n Argenti n a . P u r m od e sto q u a ntitativa m ente ( 1 1
b uste ) , i l s u o a rc h i v i o , costitu ito preva l e ntemente d i ritag l i d i
g i o rna l i , fotografie , a rt i co l i , l i b r i , c i m e l i , s i rivela i nteres­
s a nti s s i m o per l a ricch ezza e vari età di i n fo r m a z i o n i che
spaz i a n o d a l l a gue rra d 'A b i s s i n i a alle vicende pol itiche e u ro­
pee, d a l l e c o n d i z i o n i di vita d e l conta d i n o p a l e s a n o a q u e l l e
degl i e m igrati negl i Stati U n iti e n e l Sud America .
M a l ' Arch iv i o d i Stato d i Rovigo c o n s e rva ovvi a me nte a l s u o
i nterno a l t r i i m portanti s s i m i fo n d i a rchivistici q u a l i a d es.
l 'A rch i v i o N ota r i l e c h e , con le s u e varie s e r i e , costit u i sce in
certo qual modo l ' ossatura d e l l a d o c u menta z i o n e rodigi n a ,
c o n i s u o i s e i seco l i d i storia i n i nterrotta e le s u e 2 . 000
u n ità tra p rotoco l l i , o rigi n a l i , m i n ute e i n d i c i .
V i s o n o po i c o n s e rvati g l i archivi d e l l e I stitu z i o n i mona­
sti c h e , d e i primi C o n sorzi d i b o n ifi c a , i vari a rch ivi d i uffic i
p u b b l i c i c h e affo n d a n o le proprie rad i c i n e l periodo d e l l a
gra nde rivo l uz i o n e a m m i n i strativa na poleon ica ad e s . q u e l l i
d e l l a G i ud i catu ra d i pace ( 1806-1813) e d e l Tri b u n a l e (18071950); gli a rc h i v i d e l l o Stato civile ( 1806-1815) e d e l l a
C a m e ra d i C o m m e rc i o ( 1801-1944) , q u est' u ltimo
particola rmente s i g n i ficativo per l a conoscenza dello svi l u ppo
econ o m ico d e l territorio tra ' 800 e ' 900 e i successivi uffici
g i u d i z i a ri ( P retu re e G i ud iz i o pol itico) e la Delegaz i o n e
Provi n c i a l e .
Con l ' avvento d e l Regno d ' I ta l i a e l a ridefi n iz i o n e globale d i
tutto l ' a p pa rato b u ro c ratico d e l regno , s i a s s i ste a l l a
i stituzione d e g l i a rch ivi d i n u ovi uffi ci p u b b l i c i , come q u e l l o
d e l l a P rov i n c i a ( 1867-1928).
Va n n o p o i m e nz i o nati gl i a rch ivi degl i antichi I stituti d i benefi­
cenza e di c u ra rod ig i n i q u a l i Lazza retto ( 1506 ) , "Zite l l e "
( 1 6 1 5 ) e " O rfa n i " ( 1 6 1 7 ) n e l l a p i ù recente Congregazione d i
ca rità e i nfine negl i I stituti R i u n iti d i Assistenza S o c i a l e
( 1506-19 6 7 ) . N o n meno i nteressa nte i l materi a l e · a ntico
confl u ito n e l fon d o de l l ' I nten denza di F i n a nza ( 18 6 7-194 2 ) ,
i n c u i s o n conservat i , fra gl i a ltri , ca rteggi relativi a g l i antichi
b e n i feu d a l i ed ecc l e s i a sti c i .
Tra g l i archivi n ati d o po l ' U n ità pa rti colarmente i m portante s i
d i m ostra nei vari c a m p i d i ricerca sto rica q u e l l o d e l l a
Prefettu ra e d e l l a Quest u ra ( 1901-1949 ) , p r i m a fra le q u a l i i l
Case l l a r i o pol itico centra l e ( 1 894-198 6 ) , fonte p r i m a r i a per
la sto ria della d i ss i d enza pol itica n e l n ovece nto , a l l ' i nte rno
d e l l a q u a l e s p i cca il nome di G i acomo M atteotti .
U n cenno a pa rte fra i tanti fondi a rch ivistici m e rita
s i c u ra m e nte l ' Arc h ivio Sto rico del Comune di R ovigo ( 18001930 ca . ) , depos itato u n a q u i n d i c i n a di a n n i o r sono presso
l ' Arc h iv i o di Stato, e che è fonte privi legiata per i n n u m e revo l i
i n dagi n i sto r i c h e , da q u e l l e sto rico-arch itetto n i che
(consu ltatiss i m i i ca rteggi " d ' O rn ato " ) a quelle u rb a n i stiche,
b i ografiche (uti l i s s i m i i 58 registri de l l ' a n agrafe a u striaca ) , a
q u e l l e i nfine relative a i vari settori d e l l a vita rod igina tra
' 800 e ' 9 0 0 , d a l l a p u b b l ica i struzi o n e a l l a Fiera , d a l l e attività
c o m m e rc i a l i a l l e prime attività i n d u stria l i . •
Aldo Rossi
"Provincia di Santa Fè, 1912"
Argentina (?)
73
I l Fo ndo Fotografi co del M u seo dell' Auto m o b i l e
En ri co B e rn a rd i de ll' U n ivers ità d i Padova
Denomi nazione
Comune
CAP
I n d i rizzo
Telefono
Fax
Sito WEB
Museo Enrico Bernardi
Padova
35131
via Venezia, 1
049.8276775
049.8276785
http:/jwww. unipd. itjmainjstoria.htm
L'istituzione del Museo Bernardi presso l'Istituto di Macchine
dell ' Università di Padova, ebbe luogo nel 1941, in occasione del
centenario della nascita del professore Enrico Bernardi, pioniere
ital iano dell'automobilismo: quando a seguito di un lascito degli
eredi fu possibile raccogliere materiali di interesse storico e
scientifico che testimoniano il genio inventivo e precursore del
Bernardi e costituiscono un punto di riferimento per gli studiosi
del l'evoluzione tecnologica nelle costruzioni motoristiche.
Il Museo ebbe una prima organica sistemazione ad opera del prof.
Mario Medici, allora direttore dell'Istituto di Macchine, ha ora sede
presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, del quale Istituto di
Macchine fa parte.
Il Bernardi (Verona 1841-Torino 1919) cominciò ad occuparsi di
motori a combustione interna intorno al 1870.
Uomo poliedrico, il Bernardi aveva molteplici interessi in vari settori
della tecnologia del suo tempo: tra queste passioni va sicuramente
annoverata la fotografia: operava in un laboratorio fotografico dove
effettuava applicazioni e sperimentazioni fotografiche; possedeva
diversi apparecchi fotografici folding e per fotografia stereoscopica.
Sono custodite presso il museo numerose scatole di lastre
fotografiche negative, pellicole, autocromie che documentano
soprattutto i numerosi brevetti in campo automobilistico. •
Enrico Bernardi
Giardini a Padova
primo '900
Enrico Bernardi
Il sig. io in carrozzino da 1 -1/2 HP
nel cortile della Scuola d'applicazione
Padova, giugno 1900
L'Ing. Enrico Bernardi nel suo studio
primo '900
74
L' Arc h ivi o Fotografi co della B i bli oteca
U n ive rs ita ri a di Padova
a n n i Ottanta del Novecento da Sergio Nave , studioso delle
Denominazione
Comune
CAP
I n d i rizzo
Telefono
Fax
E . mai l
S ito WEB
vicende citta d i n e ed appassionato ricercatore; u n a spec i a l e
i m portanza vi h a n n o le i m magi n i , i n b u o n a parte i ned ite e
Biblioteca Universitaria
Padova
acquistate presso a rc h ivi m i l i ari a merica n i ed i ngles i , delle
d i struzioni operate dai bombarda menti d e l 1943-4 5 .
35121
via S. Biagio 7
049.8240211
049.8762711
[email protected]
http/junipd.itjbibliotecauniversitaria
L' a rc h ivio fotografico d e l l a B i b l i oteca U n ivers ita ria di Pad ova
com prende o ltre 3600 i m magi n i pos itive e c i rca 1500
i m m agi n i negative (tra queste u lt i m e 9 la stre a l l a gelat i na ) .
S i tratta n e l l a gra n d e magg i o ra nza d i i m m a gi n i rel ative a l
pro prio patrim o n i o b i b l i ografi co ra ro e d i pregi o : negl i u lti m i
a n n i s o n o state
real izzate
d o c u m enta z i o n i
fotografic h e presso c h é
c o m p lete relative a l l e
m i n i at u re p resenti n e i
m a n o scritti e negl i
i nc u n a bo l i , n o n c h é a i
m a n oscritti datati f i n o
a l l ' a n n o 1500.
Parte d e l l a
documentazione
riguarda l a sede d e l l a
b i b l i oteca ( s i a q u e l l a
attuale s i a la
precedente , l a S a l a dei
G iganti a l Liv i a n o , i n
fu nzione f i n o a l 1 9 1 2 )
e la protezione
antiaerea attuata
d u ra nte l a seconda
guerra m o n d i a l e .
Partic o l a rm ente
notevole u n a c o l l ezione
d i 2 6 4 foto che
i l l ustra no vari a spetti
d e l l a Padova
novecentesca e del s u o
territo rio, d o nata n eg l i
È i n fase d i acq u i s izione u n a serie d i 7 0 0 d i apos itive
rel ative a l l e legatu re medieva l i presenti in b i b l i otec a ,
r i c h i este a l l ' I stituto centra l e per l a pato l ogia d e l l i bro che le
det i e n e .
L' a rc h iv i o è c o n s u l ta b i l e n e l l ' ora r i o d i a pertu ra d e l l a
b i b l i oteca ( l uned i-venerdi 8 . 30-1 9 . 3 0 , sa bato 8 . 30-13 .30) ; l e
r i c h i este va n n o presentate i n s a l a manoscritti ( 8 . 30-1 3 . 0 0 ,
1 4 . 30-18 . 3 0 ) , dove sono poste d i retta me nte a d i s posizione
d e l p u b b l i c o , ord i nate i n a l bu m , le foto delle m i n i ature e dei
m a noscritti datati . A rich iesta e nel ris petto d e l l a n o rmativa
vigente sono poss i b i l i riproduz i o n i .
•
La chiesa degli Eremitani di Padova
dopo il bombardamento dell'11 marzo 1944
(Arch. Fot. 230)
75
I l Foto Arc h iv i o Stori co Trevigi a n o
Denominazione
Comune
CAP
I n d irizzo
Te lefono
Fax
Sito WEB
E-m a i l
F.A.S.T. - Foto Archivio Storico Trevigiano
Treviso
31100
via S. Liberale 8
0422. 656139
0422.410749
http://www.fotostorica.it
[email protected]
Le oltre 200 . 000 i m magi n i conservate presso l ' Archivio
Fotografico Storico della Provincia di Treviso consentono d i
studiare l ' a rte e la storia d e l Veneto, permettendo di esplorare e
anal izzare nei dettagl i ogni aspetto della vita quotidiana, dei
costu m i , delle trad izio n i , dell 'evoluzione del territorio, dei centri
abitati, del l 'edi l izia rurale, d e l l ' a rcheologia industriale, dal 1860
fino agli a n n i sessanta di questo secolo .
Patrimonio di i mmagi n i :
- Fondo Fotografico G i useppe Fi n i : n . 1 7 . 000 lastre fotografiche
- Fondo Fotografico G iuseppe Mazzotti : n. 120.000 i mmagini
- Fondo Fotografico G iova n n i Marino:
n . 300 positivi a stampa
- Fondo Fotografico G i useppe Gnocato:
n. 2 0. 000 positivi e negativi
- Fondo Fotografico Istituto J. Riccati:
n . 3 .000 diapositive
- Fondo Fotografico G iovanni Paggiaro:
n . 4 .000 lastre fotografiche e le
attrezzature dello studio
- Fondo Nicola Perusi n i : n . 400
immagini
- Fonfo Fotografico Ettore Bragaggia n.
6500 i mmagin i
- Fondo Fotografico Ferd inando e
Bruna Forlati : n. 10.000 im magi n i
Nei diversi fondi fotografici qui custoditi vi sono oltre cento a n n i
d i storia e d i costume veneto sistematicamente documentati
d a l l 'occhio della fotocamera e i nterpretati da maestri
del l ' immagine come Ferretto, Fin i , Mazzotti , Gnocato e altri .
L' util izzo del patrimonio di immagi n i conservato nell'Archivio
Fotografico Storico, coi nvolge utenti divers i : istituti un iversita ri,
editori, storici , a rch itetti , enti pubbl ici , studenti, case di
produzione cinematografica ecc.
L'Amm i n istrazione Provinciale ha dotato l 'Archivio Fotografico d i
un avanzato sistema i nformatico c h e permette l ' acquisizione, l a
memorizzazione , l a gestione e la stampa d e l l e i mmagi n i e delle
relative schede d i cata logazione.
L'Archivio Fotografico Storico i n questi anni ha o rganizzato
d iverse i m portanti mostre fotografiche, spesso in col l a borazione
con Enti Loca l i e associazion i del territorio: " L'Arte Ferita " ,
"Conegl iano . . . a i bei tem p i " , " I l Progetto d i restauro e
ricostruzione del chiostro d e l l ' a bbazia cistercense Santa Ma ria di
Fol l ina dell'architetto G i useppe Torres - 1897" , " La Grande
Guerra nel trevigiano " , " Be p i Fini nel FAST" , " L' e m igrazione
trevigiana e veneta nel mond o " , " Fotografare la G rande Guerra " ,
ecc.
•
Studio Ferretto
Gelatai a Porta S. Tomaso
Treviso, primo '900
FAST - Fondo G. Fini
76
I l Fo ndo Fotografi co V itto ri o Va ra l e
de l l a B i b l i oteca C iv i ca d i Be l l u n o
Denominazione
Comune
CAP
I n d i rizzo
Telefono
Fax
S ito WEB
E-m a i l
Biblioteca civica del Comune di Belluno
Belluno
32100
Palazzo Crepadona Via Ripa, 3
0437-25727
0437-941051
http://biblioteca.comune.belluno.itjstoria.html·
[email protected]
La B i b l i oteca Civica di B e l l u no conserva al suo i nte rno, o ltre ad
una raccolta d i 2 13 fotografie i nerenti la storia d i B e l l u no e
provi ncia data b i l i d a l l a fine d e l l '800 ai pri m i a n n i '50 del
novecento, anche l ' im portante fondo fotografico Vara l e .
I l Fondo consiste i n oltre 1000 fotografie n o n a ncora
i nventa riate re lative a c i c l i s m o , a l p i n ismo, sport vari , d a l l a fine
d e l l ' 800 fino a l 1973 a n no d e l l a morte d e l giornal ista V ittorio
Va ra l e .
Egl i nacque a P i e ' d i Monte d 'Ai ive ( C E) n e l 1891 da gen itori
piemonte s i . Scrisse l u i stesso in u n ' autobi ografia desti nata ad
un ed itore : "A 10 a n n i sono ritornato al n o rd . U n ico sostegno
d e l l a fam ig l i a , a 17 a n n i tronco g l i stud i , mi i m p iego i n
u n ' i m presa d i costruzion i , m i o compagno d ' ufficio è u n giova ne
ragi o n i e re , che è stato i n Svizzera e i n Inghi lterra a i m parare le
l i ngue, s i chiama Vittorio Pozzo ." N e l 1909 il nome d i Vara r e
appare s u l l a Gazzetta d e l l o Sport, a utore d e l l a bi ografia d i
G iova n n i G e rb i , i l p i ù popo l a re campione c i c l i sta d e l l ' epoca . È
l ' i n iz i o di q u e l l a carri e ra che cesserà soltanto negl i ultimi a n n i
d e l l a s u a esistenza . Collaborò con l e p i ù prestigiose testate:
Gazzetta d e l l o Sport, Corriere d e l l o S port, La Sta m p a , Il Secolo
I l l ustrato, Tem p o , Gazzetta d ' Ita l i a , Il Resto d e l Carl i n o , sono
a l c u ne testate che l o ebbero come collaboratore . Nel
giorna l is m o fece d i tutto, " i l redattore , i l redattore capo , il
d i rettore , l ' i nviato s pec i a l e , il corrispondente pol itico, il
trombettiere d e l l a sta m p a , il correttore d i bozze, l ' a rch ivista , il
cro n i sta sportivo, i l corrispondente d i guerra " . Come giornal ista
s portivo si ded icò principa l m e nte al cicl ismo e a l l ' a l pi n i s m o , fu
cro n i sta in 20 G i ri di Fra n c i a , 30 G i ri d ' Ita l i a , a ltrettante e forse
più M i la n o-Sa n rem o , G i ri di Lom bard i a , e tante altre corse i n
l inea e a tappe . Degli a n n i 40 scrisse: " de i giorn a l i sti che
segu ivano l e corse cicl istiche d e i prim i dece n n i del seco l o , due
fin i ro n o i n sa natorio, la loro professione li obbl igava a m a ngiare
i l polverone s o l l evato d a i cicl isti e d a l l e automob i l i al segu ito , a
q u e i tempi l ' i nviato speciale doveva fare tutto da sé, non vi
e ra n o i m ezzi m odern i come telefax ecc. Ven iva no sped ite l e
n otizie a n c o r p r i m a
d i lavarsi la faccia da q u e l l a patina d i polvere e fango, egl i
red igeva il servizio in condizio n i sempre di sagiate in una sa la d i
te legrafo fra i l v i a va i d e l l a gente, oppure a l tavolo d i u n b a r tra
avventori spesso avvinazzati , poi affrontava il supplizio di
trasmette rlo per telefono su l inee i nfa m i , esposte agl i sbalzi
perché aeree, dettato alla cieca da Catanzaro o da Bordeaux
sgolandosi nel m i c rofono e s i l labando le paro l e una per una
per avere la certezza che d a l l ' altro capo del fi lo l o stenografo le
raccogl iesse con approssi mativa fedeltà . I m portanti furono
anche i due vo l u m i " Binda il n u ovo campioniss i m o " , del 1927 e
" Learco G uerra n e l suo tempo" del 193 2 . Per l 'A l p i n i s m o ,
condiviso c o n la mogl i e Mery, f u ardente e polemico scrittore.
Ricevette per la d u p l ice attività di scrittore e giorn a l i sta d ivers i
pre m i : P i rel l i , USS I , Bancare l l a Sport, Estense, oltre a due
pre m i l etterari C O N I per i l ibri d i A l pì n ismo, nel 1969 ottenne
anche i l pre m i o S a i nt V i ncent per l ' a ppass ionata attività d i
giornal ista svolta d u rante mezzo secol o . Di mostrò a ppieno la
pre d isposizio n e a l l 'a n a l i s i docu mentari sta mossa da spi rito
battagl iero. Sarà a l l ' a l p i n ismo, a c u i giu nse per merito del la
mogl i e Mery forte sestograd ista , che dedicherà dagli a n n i
sessa nta a l l a m o rte la maggior parte della s u a attività d i
scrittore, " La Battagl ia d e l Sesto grado" è per davvero u n l ibro
di verità e di amore per l o sport di a rram picamento , nel quale
Va ra l e è riuscìto ad operare la s i ntesi d i u n ' e poca attraverso la
sua esperienza d i uomo acuto e d i i ntell igente osservatore.
Persona l ità sch iva e di poche paro l e , la sua vita è anche la
storia di una a pe rta ribe l l io n e al fascismo e a ogn i forma d i
confo r m i s m o , d i acqu iscenza, d i supina accettazione a l l e
i m posizioni a ltrui . M o rì a Bordìghera n e l 1 9 7 3 a otta ntadue
anni.
•
Vittorio Vara/e
Arrivo del 1' Giro d'Italia
all'arena di Milano
Milano, 1909
Fondo Vara le
79
FOTO ARCHIVIO STORICO
TREVI GIANO
NOTIZIE
IL FONDO FOTO GRAFICO
ETTORE BRAGAGGIA
di Fiammetta D e Salvo
Ettore Bragaggia h a almeno due grandi
passioni, la vita politica, intesa come im­
pegno sociale, e la fotografia.
Nel 1 9 3 9 inizia a lavorare per lo studio
fotografico Paggiaro a Treviso e v i rimane per cm q ue ann1.
Durante la guerra si unisce prima alla
Divisione Nanetti della Brigata Mazzini e
poi al Battaglione Treviso, formazione
repubblicana guidata da Toto Tessari.
L'esperienza p artigiana é stata molto
forte ed h a segnato tutta la sua vita con­
tribuendo a caratterizzare uno spirito vi­
vo, poco incline a i compromessi.
Dopo il 1 945 torna allo studio Paggiaro
per rendersi conto che non gli è possibile,
i n quel luogo, una crescita professionale
autonoma e, nel 1 949, decide di emigrare
i n Argentina.
Nel 1 9 5 1 si sposa per procura con la si­
gnora Elda che i n seguito lo raggiunge in
Sud America e che sarà compagna di vita
e di lavoro. A Buenos Aires si impiega per
alcuni anni presso lo studio del fotografo
inglese Fred S . Shiffer conosciuto e sti­
mato soprattutto per la ritrattistica e
membro della Reale Fotografia di Lon­
dra.
Collabora anche con altri fotografi ma,
nell'Aprile del 1 954 cede alla nostalgia e
decide di ritornare in patria e di aprire
assieme a sua moglie lo studio in Via
Bianchetti.
Qui intende dedicarsi soprattutto al ritratto,
aspetto della fotografia che lo aveva parti­
colarmente affascinato, ma le richieste mag­
giori gli vengono da ditte e aziende che si
rivolgono a lui per immagini pubblicitarie e
cataloghi. Questa doppia anima del lavoro
di Ettore Bragaggia é testimoniata anche dal
suo timbro anni '60: Ettore Bragaggia - Ri­
tratti d'arte - Lavori commerciali e indu­
striali.
.
.
Abbe Lane e Cugat
nei camerini del Teatro Garibaldi
Treviso, anni '70
80
Area del Pra, viale Nino Bixio
Fasi finali della costruzione del condominio
sulla curva dello stadio (Condominio Treviso 64)
Treviso, 1965
Veduta del Sile da Ponte Dante
Treviso, anni '70
81
Strada S. Bartolomeo allagata
Chiodo
Treviso, ottobre 1 966
Pantalin, Piazza S.Vito
Treviso, 1969
Casa sventrata
Treviso, primi anni '60
82
Lavanderia e stircria trevigiana
di Frassetto e Scatto) in
1 965
c c ({
..
..
Poco tempo dopo l'apertura della sede vi­
cina a l Calmaggiore apre un secondo ne­
gozio appena fuori della Porta Carlo
Alberto con un' a ttività che impegna
direttamente i due coniugi e fino a cinque
dipendenti .
Contemporaneamente Bragaggia si attiva
per organizzare i fotografi trevigiani in
u n gruppo d i s c a m b i o che potesse
diventare u n nucleo di aggregazione per
la discussione riguardante i listini prezzi,
gli orari e le p olitiche di acquisto.
Nel 1 95 6 fonda l 'Associazione Artigiani
Fotografi superando le diffidenze reci­
proche, le divergenze politiche e sindacali
e proponendo le riunioni in territorio
neutro, ovvero i n osteria.
Si impegna inoltre, per più di venticinque
anni, nella programmazione del servizio
di assistenza comunale ECA e diventa,
..
prima Consigliere di Circoscrizione e in
seguito Consigliere Comunale di Treviso
per il partito Repubblicano.
Collabora da diversi anni a titolo volontario
con il quotidiano TI Gazzettino fornendo le
immagini per la rubrica Treviso da promuo­
vere e da bocciare.
Proprio l'amore per la sua città natale e il
suo forte senso civico l ' hanno p ortato
negli anni a compiere numerose b attaglie
per una cura più attenta dell 'arredo
urbano e dei corsi d'acqua e a denunciare
ogni a buso in tal senso.
Tra gli anni '70 e ' 8 0 , con la diffusione su
larga scala del colore e con l 'incremento
delle sviluppatrici continue a utomatiche,
molti fotografi artigiani di Treviso hanno
chiuso i battenti. La crisi si é accentuata
con l a concorrenza dei l a bora tori a
pronta consegna nei centri commerciali e
Ragazze che intrecciano cesti
Primi anni '50
83
Manifestazione dei coltivatori diretti in occasione
dei 40 anni della CISL
Treviso, 1 9 58?
anche l'attività Bragaggia ha accusato il
colpo. In un primo tempo é stato chiuso
il negozio in via Bianchetti.
Nel 2000, quando Bragaggia ha deciso di
lasciare l 'attività, sperava che un giovane
raccogliesse la sua eredità continuando il
lavoro di fotografo a cui lui ha dedicato
tutta la vita. Era anche pronto a lasciare i
locali cedendo gratuitamente l'avvia­
mento purché si mantenesse una continui­
tà. Ma i tempi paiono essere poco propizi
per i negozi di fotografia tradizionali e
nessuno ha colto l'occasione tanto che nel
Natale del 2 0 0 0 lo studio Bragaggia, do­
po quasi cinquant'anni di storia, ha defi­
nitivamente chiuso.
Al termine dell'attività Ettore Bragaggia
h a deciso di lasciare una p arte consi­
stente del suo archivio e alcuni pezzi
della sua attrezzatura anni '60 al Foto
Archivio Storico della Provincia di Trevi-
84
so affinché diventassero un patrimonio
accessibile al pubblico.
Il fondo Bragaggia é composto da
immagini della tipologia più varia: molte
foto industriali, moltissime testimonianze
che documentano l o sviluppo urbanistico
della città, tante immagini relative a
feste, riunioni e momenti pubblici im­
portanti ma anche foto in studio per ri­
tratti o servizi matrimoniali.
L'aspetto più interessante del fondo risiede
85
Walter Chiari
foto dedicata a Ettore Bragaggia
Barba il cacciatore
in posa per Ettore Bragaggia
Bomboniera - Gelateria Dolomiti
in Calmaggiore
Treviso, primi anni '60
Signora che lavora ad uncinetto,
Sottoportico dei Buranelli
Treviso, anni '60
Via Pescheria
Treviso, anni '60?
proprio nel fatto che ai lavori su commis­
sione si affiancano molte immagini che
Bragaggia ha voluto scattare per suo
personale interesse e per testimoniare degli
aspetti significativi della città che tanto
ama. L'impegno civile dell'autore si é con­
cretizzato anche nel suo lavoro e l'occhio
del fotografo é l ' occhio del cittadino.
Il Fondo Bragaggia s i trova oggi presso il
F.A . S .T che conserva gli originali nel suo
archivio climatizzato. È composto da
quasi 6 5 0 0 immagini la cui catalogazione
é stata portata a termine con un sistema
informatico ad atto a l la ricerca per
soggetto. L'intervento di digitalizzazione
delle stesse sta per essere concluso a l fine
di rendere disponibile le immagini nei
formati più agevoli alla consultazione
dell'utenza e per permettere una piena
valorizzazione di q uesto importante
patrimonio iconografico.
86
Bragaggia vive ancora a Treviso e non ha
mai smesso di fotografare, ancor oggi é
possibile incontrare il Signor Ettore che
" pattuglia " la città in bicicletta con la
macchina fotografica al collo pronto a
fissare in un istante gli aspetti di una città
che cambia.
•
ARCI-llVI FOTOGRAFICI ED
IMMIGRAZIONE ITALIANA IN
CANADA
di Michele Rigo
Sulla scia della grande mostra documentale
"I.:emigrazione trevigiana e veneta nel mon­
do" presentata dalla Provincia di Treviso nel
dicembre 2000 e tuttora visitabile sul sito
http://www.fotostorica.it, sono stati recente­
mente acquisiti due fondi fotografici.
n primo è una piccola raccolta di episodi legati
alla diaspora familiare dell'autore che ha visto
via via parenti stretti e lontani prendere le vie
del mondo e sulle cui polveri egli stesso si è
messo in cammino. Questo foto-archivio
familiare, pur se di modesta entità, riveste
tuttavia motivi di interesse e di riflessione di
carattere generale che andremo però a
sviluppare in altra occasione.
n secondo, più ampio e strutturato e di cui si
tratterà, è una miscellanea tratta dell'archivio
fotografico del giornalista Ray Culos messo a
disposizione dall'Italian Cultura! Center di
Vancouver B.C. (Canada), e rappresenta un
significativo contributo allo studio della storia
della nostra emigrazione in quel continente.
Ray, i cui genitori, Phyllis e Marino originari
di Casarsa della Delizia (PN), furono tra i
personaggi di spicco della comunità italiana
per oltre un ventennio, si dedica alla ricerca e
raccolta testimoniale della storia dei nostri
emigrati pubblicando articoli e libri, l'ultimo
dei quali ( l ) presentato lo scorso aprile. Ed è
grazie ad uomini come lui se l'oblio non
ricopre questi sprazzi di storia minuta.
Complessivamente si tratta di una cinquantina
di fotografie che temporalmente spaziano dal
1900 al 1 972 circa e che documentano so­
prattutto alcuni momenti importanti della vita
della comunità italiana nel lontano ovest
canadese, comunità che ha avuto origine at­
torno al 1 850 quando i primi italiani arri­
varono attratti dall'epopea della "Corsa al­
l'Oro". Il prin1o grande impulso migratorio
venne a partire dal 1 867, anno in cui il
Canada, divenuto Dominion indipendente,
accelera la modernizzazione del paese met­
tendo in cantiere la realizzazione delle grandi
infrastrutture, quali ferrovie, porti, industria
del legno, distretti minerari.
Nel momento in cui le prime comunità di
immigrati si sono riconosciute e strutturate
come una unica comunità nazionale, si originò
la nascita delle società italiane di mutuo
soccorso, la più antica delle quali fu quella dei
"Figli di Italia" fondata a Vancouver nel 1905.
Fu una tappa importante in quanto fece da
coagulo alle numerose colonie di italiani ormai
sparse per tutto il Paese. Queste società
provvedevano a supportare materialmente e
solo grazie a i successi economici, sociali e
politici dei nostri connazionali, essa testimonia
anche i momenti cruciali determinati da eventi
storici epocali. I.:avvento del fascismo in Italia
e la successiva entrata in guerra a fianco della
Germania, determinarono tra i nostri conna­
zionali divisioni e ripercussioni non di poco
conto.
A fronte di una parte della comunità che sentì
la necessità di schierarsi apertamente con il
paese che li accoglieva vi fu Lm consistente
numero di simpatizzanti ed iscritti al Partito
Fascista, molti dei quali, a seguito della ap­
provazione del Regolamento per la Difesa del
spiritualmente i lavoratori e le loro famiglie
specialmente in caso di malattia, irLfortuni o
decessi.
Nel 1 9 1 1 sempre a Vancouver viene fondata la
"Società Veneta" che, assieme alla "Fameie
Furlane", fu una delle prime associazioni di
stampo "regionalistico" .
S e l a documentazione dell'archivio d i Ray Cu­
los evidenzia innanzitutto la nascita di queste
Associazioni e il loro sviluppo soprattutto in
rapporto all'inserimento della comunità ita­
liana in seno alla società canadese, avvenuto
Canada nel 1 939 che diede al governo
canadese pieni poteri in tempo di guerra,
furono internati e sorvegliati in quanto
sospettati di minare gli sforzi bellici. Le
comunità italiane furono sconvolte da questa
"attenzione" particolare, come quella in Nova
Scoria che vide numerosi membri, in odor di
fascismo, internati senza processo in Ontario
nel campo di Petawana. O nella provincia
dello Saskatchewan dove le famiglie contadine
furono oggetto di persecuzioni da parte dei
7000 Veterani della Prima Guerra Mondiale
Il banchetto per il festeggiamento del 25'
anniversario della Società veneta
Canada, 1 93 6
87
Associazione !taio-canadese
dei vigilanti di guerra
Canada, 1 93 9
inquadrati nel Corpo di Sicurezza Civile
"Veterani dello Saskatchewan" autorizzato ad
"estirpare i sovversivi alla radice" . Molti
italiani riuscirono a sfuggire alla persecuzione
solo perché dichiaratisi, nel corso dei
censimenti della popolazione degli anni
precedenti, "irlandesi" sia per sfuggire alla
marcata xenofobia anti italiana di inizio secolo
sia perché essi facevano riferimento alle uniche
comunità cattoliche esistenti, al di fuori del
Quebèc, che erano appunto irlandesi.
n dramma della comunità italiana ebbe il suo
epilogo nell'arruolamento nelle file del­
l'esercito canadese di figli di immigrati, magari
internati, che furono mandati a combattere e a
morire in Italia anche nei luoghi di origine
familiare .
n dopoguerra, con la pacificazione,
vede
88
arrivare l a seconda e più grande ondata di
immigrazione italiana , ondata che si esaurisce
verso il 1 970 e che vede la presenza italiana
nell'industria delle costruzione e nel
commercio e che si inserisce appieno nella
nuova comunità nazionale in tutti i campi fino
a guadagnare riconoscimenti a livello
nazionale. Esemplificativo il caso di Giuliano
Zaccardelli figlio di italiani ora comandante
generale delle leggendarie Giubbe Rosse
(RCMP).
Il merito di Ray è quello di aver operato con
lungimiranza andando a raccogliere l a
documentazione relativa a l l a comunità
italiana nel corso di decenni. La
testimonianza del fenomeno della nostra
emigrazione non è del tutto agevole dato
che essa infatti è disseminata in mille rivoli.
È reperibile sia presso i grandi archivi
fotografici come il National Film Board of
Canada,
il
Canadian
Museum
of
Civilization, la National Library of Canada
sia i musei e le biblioteche locali. Purtroppo
le comunità italiane, per problemi di
carattere sia finanziario sia culturale, non
sono in grado di affrontare coerentemente
la salvaguardia della "Memori a " . Spesso si
è assistito ignari alla dispersione di
patrimoni come nel caso di uno dei più
antichi giornali italiani a Vancouver che,
alla cessazione dell'attività e alla morte del
proprietario, ha visto l 'erede vendere
l'intero archivio fotografico per pochi cent a
pezzo.
È culturale ancora il limite che dimostrano i
consigli direttivi delle varie associazioni
italiane più tesi alla tutela di interessi
spiccioli della comunità piuttosto che ad
allargare gli orizzonti del proprio operato
che invece dovrebbe spingersi, sia nei
confronti delle giovani generazioni che delle
altre comunità nazionali, a salvaguardare,
condividere e rendere fruibile la propria
"Storia " . Le nuove tecnologie, in parti­
colare Internet, pur molto presenti nel­
l'intero panorama pubblico, sono ancora la
cenerentola: basti pensare che la digitaliz­
zazione del fondo di Culos è stato eseguito
solo ed in funzione del suo trasferimento in
Italia.
Per trovare una delle poche realtà
modernamente organizzate bisogna andare
a New York, al Garibaldi-Meucci Museum.
Ed è un peccato perché esistono molte altre
realtà in cui la forte presenza della comunità
italiana ha dato contributi notevoli alla
crescita economica e sociale di interi
distretti. È il caso di Trai! ( British
Columbia) dove peraltro esiste un museo
ben strutturato, il Colombo Lodge Archives
gestito dal centro italiano, ma che non
essendo in rete e distante centinaia di
chilometri da Vancouver, risulta di difficile
accesso.
Nel quadro del rinnovato interesse che la
politica nazionale sta dimostrando per le
proprie comunità all'estero, dovrebbe
trovare spazio proprio la salvaguardia e la
valorizzazione del patrimonio documentale,
e non solo fotografico, anche in funzione
di una ricucitura storica, sociale, politica, e
perché no anche economica, dei frammenti
di italianità sparsi nel mondo. E le
amministrazioni locali, dato i forti legami
con i paesi di origine che i nostri emigranti
hanno sempre avuto, sono quelle che meglio
di altre possono favorire questo processo.
NOTE
( l) Raymond Culos
Vancouver's Society of Italians, Volume two
INDIRIZZI
RAY CULOS
[email protected]
MICHELE RIGO
[email protected]
COLOMBO LODGET MUSEUM
5 84 Rossland Avenue
Trai!, B.C. Canada
Recapito Postale: 830 Bel! Piace, Trai!, B.C.
V l R 3Kl
Canada
GARIBALDI- MEUCCI MUSEUM
www. garibaldimeucci.org
www. garibaldimeuccimuseum.org
CANADIAN MUSEUM OF
CIVILIZATION
Library and Archives
www. civilization.ca/cmc/biblo
NATIONAL LIBRARY OF CANADA
www. nlc. bnc.ca
ARCHIVES ASSOCIATION OF BRITISH
COLUMBIA
www.aabc.bc.ca/aabc
89
PREMIO DI FoTOGRAFIA
ALDO NASCIMBEN
V EDIZIONE - ANNO 2003
Elenco dei partecipanti
Under 25
lo PREMIO
Buso Alberto, Treviso
Titolo: Ombre senza tempo
Titolo: Architetture instabili
Titolo: Pareti sonore
Autori segnalati Under 25
Pillon Emanuele - Treviso
Saccarola Tommaso - Scaltenigo (Ve)
Saretta Sibilla - Montebelluna (Tv)
Sestito Andrea - Senigallia (An)
Spadari Nicole - Fagarè (Tv)
Autori esposti Under 25
Bedin Alessandra - Pederobba (Tv)
Bracci Diego - Bagracavallo (Ra)
Ferro Francesca - Taormina (Me)
Garzon Jenni - Castelfranco V. (Tv)
Giorgi Elena - Cesena (Fo)
Thomas Fabio - Pieve d'Alpago (Bl)
Valdini Enrico - Silea (Tv)
Altri partecipanti Uder 25
Battistin Dario - Treviso
Bottacin Enrico - Silea (Tv)
Calzavara Fabio - Treviso
Casucci Cristiana - Fiorenzuola d'Arda (Pc)
Ceoldo Francesco - Vigonza (Pd)
Checchin Stefania - Loreggia (Pd)
Ciotola Giulia - Castelfranco V. (Tv)
De Chirico Angela - Treviso
De Wolanski Federico - Treviso
Di Torna Nicolò - Treviso
Fadelli Kanti - Salgareda (Tv)
Glavina Vanja - Trieste
Luciani Pietro - Treviso
Mattiuzzo Michele - Treviso
Miatto Alessio - Dosson (Tv)
Morpurgo Giada - Treviso
Paronetto Angela - Treviso
Pavan Alessandro - Treviso
Previato Tommaso - Quinto (Tv)
Romanato Valentina - Treviso
Scuderi Emiliana - Preganziol (Tv)
Scuderi Giuseppe - Frescada (Tv)
Alberto Buso
Architetture instabili
Susan Enrica - Maser (Tv)
Torresan Valentina - Treviso
Trentin Alberto - Vascon (Tv)
Over 25
l o Premio
Fasolo
Titolo:
2002"
Titolo:
2000"
Titolo:
2002 "
Ferdinando, Padova
Da I muri ci raccontano: Cracovia
"
Da "I muri ci raccontano: Padova
Da "I muri ci raccontano: Venezia
2" Premio
Patacca Enrico, Verona
Titolo: Verona - Piazza Brà 2002
Titolo: Verona - Piazza Erbe 2002
Titolo: Verona - Piazza Dante 2002
3° Premio
Montini Giulio, Casnate (CO)
Titolo: Momenti di riposo
Titolo: Bimba rumena
Titolo: Un uomo e la sua vita
Autoril segnalato Over 2 5
Dalle Carbonare Bruno - Thiene (Vi)
Martini Pietro - Piovene (Vi)
Mazzon Gianni - Meolo (Ve )
90
Tassitano Angelo - Mestre (Ve)
Auori esposti Over 25
Ambroggio Davide - Ponzano V. (Tv)
Barie Laura (Tv)
Bostiancich Riccardo - Udine
Brighente Giovanni - Monteforte d 'Alpone
(Vr)
Caon Italo - Resana (Tv)
Castorina Vincenzo - Giardini Naxos (Me)
Contro Giovanni - Mogliano V. (Tv)
Corbetti Renato - Spinea (Ve)
Durisotti Igino - Torreano di Martignacco
(Ud)
Ferdinando Faso/o
I muri ci raccontano: Cracovia
Finotto Maurizio - Lentate sul Seveso (Mi)
Guzzi Raffaele - Genova
Mangiarotti Antonio - Mede (Pv)
Minotto Mauro - Cadoneghe (Pd)
Quoco Alberto - Udine
Reggiani Roberta - Mirandola (Mo)
Romagnosi Giampaolo - Piove di Sacco (Pd)
Tomaello Tiziana - Mirano (Ve)
Valdini Giocondo - Silea (Tv)
Zagolin Sandra - Piove di Sacco (Pd)
Zanella Patrizia - Noale (Ve)
Zuliani Queiroz Alessandro - Dolo (Ve)
Altri partecipanti Over 25
Almari Mario - Monteforete d'Alpone (Vr)
Bacciocchi Giorgio - Vigevano (Pv)
Balanza Paolo - Treviso
Baldacci Paola - Cesena (Fo)
Baldo Adriana - Treviso
Bernar Paolo - S. Giorgio delle Pertiche (Pd)
Bianchi Roberto - Villafranca (Vr)
Billio Francesco - Porcellengo (Tv)
Biral Mauro - Ponzano V. (Tv)
Bisconcin Nadia - Meolo (Ve)
Bon Ennio - Campofomido (Ud)
91
Eoni Elisabetta - Treviso
Borgo Valter - Grumolo Pedemonte (Vi)
Bortolon Luca - Castelfranco V. (Tv)
Bottini Giorgio - Arcore (Mi)
Bruno Antonio - Treviso
Buschetta Alessandro - Giardini Naxos
(Me)
Caiani Silvia - Paese (Tv)
Caiani Tino - Paese (Tv)
Campalani Ermanno - Sesto S. Giovanni
(Mi)
Campeol Daniela - Badoere (Tv)
Alberto Buso
Ombre senza tempo
Campeol Graziella - Paese (Tv)
Carmignotto Fausto - Castelfranco V. (Tv)
Carrer Elena - Treviso
Cattai Giovanni Battista - Treviso
Cavallin Lara - Volpago (Tv)
Cecere Marco Claudio - Treviso
Chiarini Gianfranco - Consandalo (Fe)
Colletti Alessandro - Treviso
Conte Guido - Treviso
Cortez Alberto - Vigodarzere (Pd)
Cortiana Bruno - Thiene (Vi)
Crosato Luciana - Montebelluna (Tv)
Cunico Antonio - Vicenza
D ' Arsiè Antonio - VittorioV. (Tv)
Dassogno Daniele - Cermenate (Co)
De Gobbi Claudio - Casier (Tv)
De Luca Michele - Cison di V. (Tv)
De Martin Giuliano - Paese (Tv)
Donati Lucio Pietro - Cesena (Fo)
Durigon Daniele - Dosson (Tv)
Favara Alberto - Mogliano V. (Tv)
Favera Adriano - Legnaro (Pd)
Favera Maurizio - Musano (Tv)
Ferro Andrea - Venezia
Foffano Giuseppe - Treviso
Gabbana Aldo - Mira (Ve)
Gabriele Maria Letizia - Padova
Gasparini Tommaso - Altivole (Tv)
Gigone Roberto - Campoformido (Ud)
Gobbo Eugenio - Vazzola (Tv)
Granziera Francesco - Ponte di Piave (Tv)
Grassi Giuseppe - Vicenza
Gravina Sandra - Treviso
Guarini Giulio - Istrana (Tv)
Gumier Dario - Zero Branco (Tv)
Lazzari Lorenzo - Ponzano V. (Tv)
Lissoni Eliana - Nova Milanese (Mi)
Lorenzon Danilo - Roncade (Tv)
Maran Bruno - Padova
Marcon Claudio - Treviso
Martini Antonio - Ponzano V. (Tv)
Marton Gianfranco - Treviso
Matteazzi Antonio - Vicenza
Mattiuzzo Mario - Treviso
Mazzola Renzo - Concei (Tn)
Mereghetti Giovanni - Casorezzo (Mi)
Miatto Alessandro - Dosson (Tv)
Monelli Vanni - S. Giacomo Roncole (Mo)
Moras Angelo - Campoformido (Ud)
92
Morelli Abramo - Cesano Maderno (Mi)
Maretto Massimo - Treviso
Morson Alfio - Villorba (Tv)
Nardin Antonio - Quinto (Tv)
Niglia Davide - Solbiate Arno (Va )
Novaga Arianna - Venezia
Pandolfo Giorgio - Saccolongo (Pd)
Pantani Luciana - Cesenatico (Fo)
Paronetto Mario - Treviso
Pellegrinotti Renato - Pieve d ' Aipago (BI)
Pillon Vilma - Treviso
Piovesan Antonio - Istrana (Tv)
Pomello Ameo - Castagnole (Tv)
Restelli Franco - Albizzate (Va )
Rizzini Alberto - Monteforte d 'Alpone (Vr)
Rugger Silvano - Quarto d'Altino (Ve)
Salvini Luciano - Badoere (Tv)
Santin Andrea - Schio (Vi)
Sartori Sergio - Marostica (Vi)
Savoca Angelo - Giardini Naxos (Me)
Scomparin Igor - S. Elena di Silea (Tv)
Sestito Marco - Senigallia (An)
Sottana Lucia - Musano (Tv)
Soverchia Giuseppe - Osimo (An)
Spinelli Aurelio - Sesto S. Giovanni (Mi)
Stefan Ennio - Marcon (Ve)
Taddioli Domenico - Osimo (An)
Tandelli Donatella - Trieste
Terrin Lucio - Piove di Sacco (Pd)
Tucci Caselli Wanda - Milano
Turetta Marco - Pontelongo (Pd)
Turiaco Maurizio - Saonara (Pd)
Ulliana Domenico - Pero di Breda (Tv)
Vardanega Luigi - Possagno (Tv)
Vecchia Zardet Stefania - Treviso
Venzo Mirco - Treviso
Vianello Luca - Noale (Ve)
Vicini Werther - Cesena (Fo)
Vodarich Maria - Cesenatico (Fo)
Zanella Laura - Musano (Tv) •
Enrico Patacca
Verona, Piazza Dante
Giulio Monti>ti
Momenti di riposo
93
M e rc a t o e
collezionismo
Mercato e co l l ezion ismo
a c u ra d i G i u s e p pe Va nze l l a
Noack: Pegl i , vi l l a Pa l lavicini i n­
gresso della grotta - 1880 c i rca .
Questo fotografo , nativo di Dresda (18331896), fa parte della nutrita schiera di
professionisti calati dalla Germania per
spargersi su tutto il territorio fi n da prima
della nascita del nuovo stato ita l i a n o . S u l le
tracce d e l daghe rrot i p i sta iti n e ra nte
Ferd i nando Brosy, i vari Giorgio Sommer
Alfred
(con studio a Napoli), M ichele Mang a
Roma (anche Ufer e Behles), Lotze e Kaiser
(Verona), Lorent a Venezia , Engel a Trieste
(tutti giunti d a l la Germania) fin dagli anni
' 50 si affermarono tra i massimi a utori. Tra
questi non si può assol utamente trascu­
rare il nome di Alfred Noack il quale, giunto
a Genova attorno al 1860 , attraversò tutta
la seconda metà del secolo i n una attento ,
Altred Noack
Pegli, villa Pallavicini ingresso della
grotta
1880 circa
stampa al l 'albumina
94
quanto i mponente, lavoro di documenta­
zione dei pol iedrici aspetti del paesaggio
l igure. Alcune sue im magini raggiungono u n
l ivel l o di eccelsa qual ità estetica , anche se,
soprattutto nei periodi del suo massimo
successo commerciale (attorno agl i a n n i
' 8 0 ) , la q u a l ità c h i m ica d e l l a s i n go l a
stam pa lascia spesso a desiderare , cosa
evidenziata d a l l e n u merose a l b u m i n e
giu nte ai nostri giorni in pessimo stato d i
conservazione. Quando invece la conserva­
zione del l ' i m magine è perfetta , come nella
fotografia qui p u b b l icata , è poss i b i l e
a pprezzare a l m a s s i m o l ' otti m o tagl i o
com positivo e la resa tonale voluta dal
fotografo: il gioco tra luci ed ombre d i segna
un i ntrecci o ta l m e nte complesso da
spi ngere lo sguardo fino ai l i m iti della figu­
razione. Noack è presente in abbondanza
sul mercato della fotografia del l ' Ottocento
e si può acq u i stare a partire da 50 euro,
m a le i m magi n i perfette ed i m portanti si
possono trovare solo da una base di
almeno 750 euro.
Paolo Monti: I l pittore Bisanzio - 1955
Originario della val d ' Ossola, Paolo Monti
( 1908-1982) è uno dei massimi rappresen­
tanti della fotografia ital iana del Novecento,
non solo grazie a l le sue straord inarie
immagi n i , ma anche per i l suo ruolo di guida
cultura l e per tutta la generazione di fotografi
formata s i
nel
secondo
dopoguerra .
Cofondatore del c i rcolo fotografico " La
Gondol a " di Venezia e successivamente
i n segna nte
di
Tec nica
ed
Estetica
del l ' immagine, Paolo Monti seppe ritagl iars i
u n o spazio d i assoluto r i l i evo tra le
persona l ità artistiche del nostro paese .
Questa immagine scelta per rappresentare il
suo lavoro, a ppartenente ad una serie di
ritratti d ' a rtisti, è costruita su d i una parti­
colare e sapiente composizione di carattere
metafisica: il rincorrersi di singolari elementi
iconografici d ilata l ' attenzione fino al suo
spingersi al di là del l ' immagine stessa, nella
ricerca di profonde ed inaccessibili risposte.
A nulla i mporta che il " pittore Bisanzio" sia
u n ' a rtista sconosci uto, di cui la storia
del l ' a rte non ha conservato le tracce, grazie
a l l ' intuizione di un grande fotografo ed
i nte l l ettua l e come Pao l o Monti , con­
serveremo per sempre il senso dell a sua
profonda angoscia legata a l l ' esistenza.
Le immagi n i di Paolo Monti si reperiscono
sul mercato a partire dai 2 . 000 euro, mentre
i suoi capolavori si possono spingere fino
(ed oltre) la quotazione di 5 .000 euro.
•
Paolo Monti
Il pittore Bisanzio
1955
gelatina-bromuro
95
Le G rafi c h e Zoppe l l i
Ce ntoc i n q u a nt ' a n n i m o lto ben portati
Era i l 1995 e N icholas Negroponte , guru d e l l a
d igita l izzazio n e , vatic i n ava d i u n terzo m i l le n n i o
segnato d a l la scomparsa d e l l a carta sta m pata e
d a l m o n o po l io degl i schermi ad a lta defi n izione
dei com pute r. Da a l l o ra la digita l izzazione ha
ri solto prob l e m i e otti m izzato proce d i menti ,
a rriva n d o a sostitu i re l a fase d i presta m pa , ma
non l e sensaz i o n i che la carta sta m pata sa dare .
So l o i l profu mo d e l l a sta m pa , i l fru scio d e l l e
pagi ne sfogl iate , l a consistenza d i sconti n u a d e l l a
carta , la sensazione estetica trasmessa d a i
ca ratte ri , i l sa pore a m a ro del l ' i nch iostro fresco
s a n n o a n co ra co l pi re i sensi in modo i nten so e
d u ratu ro , d o n a ndo u n piacere vera m ente
i n i m ita b i l e .
I l Veneto era ancora sotto
il dominio degl i Asburgo
q uando i l primo
Zoppe l l i sentì la
prima, fata le,
attrazione per la
stampa. Dopo
centoci nquant' a n n i
l ' omonima azienda
grafica e la Casa
Editrice Canova , nata
da u n a sua costola nel
1944, sono a ncora oggi un
punto d i riferimento, produttivo e
c u lturale, per la società trevigiana (e non solo).
La notorietà del le I n d u strie Grafiche Zoppe l l i e della
Casa Editrice ha ampiamente val icato i confi n i della
Marca Trevigiana, fornendo ad aziende ed editori ita l i a n i
e stran ieri la propria esperienza di stampatori e a d u n
vasto pubblico d i studenti e lettori qual ificate edizion i :
s u i corsi scolastici del Rubrichi (latino e greco) , del
Michetti (chi m i ca e fisica ) , del Polo ( inglese) si sono
formate più generazioni di giova n i .
La passione p e r l a carta stampata g l i eredi Zoppe l l i ce
l ' hanno nel sangue, tramandata di padre in figlio i n
n i pote. A partire d a Luigi, classe 1833, (nella fotografia
a fianco) fondatore nel 1853 della Ti pografia Editrice che
porta ancora il suo nome, cinque generazioni di Zoppe l l i
s i sono dedicati c o n passione, entusiasmo e spi rito
i n novatore a l l ' a rte ti pografica.
Il passato, per la Zoppe l l i , non è mai passato del tutto,
ma resta sempre presente: nel pensare, nel fare,
soprattutto nel progred ire. Nel l 'organizzazione, negli
sta b i l imenti, nei progetti e, natura l mente, in ogni
prodotto delle Industrie Grafiche Zoppe l l i è i mpressa i n
modo i ndelebile la memoria di u n mestiere c h e n o n può
prescindere dalle sue rad ici artigiana l i , che conti n uano a
fornire l infa vitale al suo svi l u ppo.
Tanto amore e tanta attenzione per il passato non
portano a scordare il presente, che è per le G rafiche
Zoppe l l i molto ben definito. Dalla progettazione alla
ri legatu ra , passando per tutte le fas i di prestampa e
stampa, i l ciclo produttivo si svolge i ntegra lmente
a l l ' i nterno d e l l ' aziend a , fornendo le garanzie d i qual ità
che solo un processo che comincia e fin i sce sotto l a
supervisione d e l l e stesse maestranze riesce a d
assicurare.
Sopra:
Alcune immagini del passato
Sotto:
La nuova realtà produttiva
l piedi nell'oggi, gli occhi al domani
che garantisce la qualità del prodotto finale e il rispetto dei tempi
di consegna.
Se si parla di tecnologie, le Grafiche Zoppelli hanno già un piede
La produzione della Zoppelli si caratterizza per la sua flessibilità
nel futuro: il nostro parco macchine viene aggiornato senza sosta
"a misura di cliente" e per l'alto grado di personalizzazione. Dove
per rispettare gli standard tecnologici più elevati, la fase di
per flessibilità si intende la capacità di passare dalle produzioni
prestampa si awale sia di sistemi digitali avanzati, che coniugano
di stampati commerciali su vasta scala alle stampe ad alta resa
all'efficienza un'alta qualità di produzione, sia di sistemi più
qualitativa, quella dei preziosi volumi fotografici o d'arte, o
tradizionali, che garantiscono comunque piena affidabilità.
ancora ai volumi di testo, mantenendo intatti gli standard
La fase seguente, quella della stampa, è affidata ad una
qualitativi. Dove con personalizzazione si intende la volontà di
struttura produttiva all'avanguardia e gestita da
soddisfare richieste anche complesse, come le realizzazioni
un'organizzazione che ne controlla meticolosamente ogni singola
cartotecniche, oppure specifiche, come quelle inerenti le
fase. Il processo si completa in una legataria interna attrezzata
pubblicazioni settoriali.