A. CUCCHIARA, T. MANNONI, A. MAZZUCOTELLI, Analisi
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A. CUCCHIARA, T. MANNONI, A. MAZZUCOTELLI, Analisi
ANALISI DEGLI SCARTI DI PRODUZIONE Lo scavo dell'area 9000 esterna alle mura, ha fornito numerosi dati archeologici, anche se a prima vista possono sembrare resti troppo semplici per ricostruire il funzionamento di un impianto produttivo, ma lo scavo ha anche fornito, sia pure in piccole quantità, scarti e rifiuti di produzione che contengono essi stessi informazioni molto importanti sul ciclo, o sui cicli, di lavorazione dei metalli. Scarti analoghi, anche in quantità maggiori, sono usciti da stratigrafie scavate all'interno del borgo arroccato (aree 2000, 3000, 6000, 8000), anche se per ora, in assenza di paleosuoli di forni metallurgici e di arnesi adatti alla produzione, sono stati affrontati solo in parte, per confronti. Le analisi di laboratorio degli scarti e dei rifiuti nel loro complesso (minerali macinati, minerali arrostiti, scorie di vari stadi o tipi di lavorazione, carboni) devono fornire appunto quelle informazioni naturalistiche e tecnologiche in essi contenute che, assemblate con i dati archeologici (stratigrafie, sincronicità o diacronicità e resti strutturali), possono permettere attendibili ricostruzioni ed eventuali trasformazioni delle attività metallurgiche legate alla Rocca di San Silvestro. Descrizione macroscopica dei reperti 8. Scoria bollosa, molto leggera, di colore bruno; proveniente dal cassero (RS 84.7C). 9. Minerale compatto pesante, microcristallino, di colore nero; proveniente dal cassero (RS 84.7C). 14. Scoria pesante, poco bollosa solo in superficie, di colore bruno con chiazze verdi; proveniente dall'area industriale interna alle mura (US 2120). 15. Scoria mediamente bollosa, di colore bruno; proveniente da uno strato coevo alla prima suola del forno esterno alle mura (US 9049). 16. Scoria bollosa, abbastanza leggera, di colore bruno; proveniente da una piccola area a fianco alla suola del forno esterno alle mura (US 9042). 28. Aggregato compatto di minerale cotto, di colore rosso-bruno, con piccoli inclusi lamellari; proveniente da una lente superiore sul bordo della suola del forno esterno alle mura (US 9045). 29. Terra fine di colore grigio con inclusi granulari; proveniente dal livello di abbandono del forno esterno alle mura (US 9023). 30. Aggregato compatto di minerale crudo, di colore giallo-rosso, con inclusi lamellari; proveniente da una lente inferiore sul bordo della suola del forno esterno alle mura (US 9048). 31. Minerali in polvere finissima, di colore nero-rossastro, con lamelle brillanti; proveniente da una piccola area di fianco alla suola del forno esterno alle mura (US 9042). 53. Scoria poco bollosa, pesante, di colore bruno con alterazioni superficiali biancastre; proveniente dall'abitato (US 8515). 54. Scoria piatta e pesante, priva di bollosità, di colore nero, e struttura fibrosa; proveniente dalla zona industriale (US 2091). 55. Scoria piatta e pesante, priva di bollosità, di colore grigio; proveniente dall'area signorile di fianco alla chiesa (US 6015). 57. Scoria molto bollosa e leggera, di colore bruno; proveniente dall'abitato (US 3314). Risultati delle analisi Sono stati usati cinque metodi analitici. 1) Analisi mineralogiche con il metodo delle polveri su diffrattometro a raggi X Siemens, presso l'Istituto di Mineralogia dell'Università di Genova (Sezione di Mineralogia Applicata all'Archeologia) (tabella I). 2/3) Analisi mineralogiche in sezione sottile e in sezione lucida in microscopia petrografica e metallografica, presso lo stesso Istituto (tabella II). 4) Analisi chimiche con spettroscopia ad emissione atomica in plasma indotto a radiofrequenza, presso l'Istituto di Chimica dell'Università di Genova (tabella III). 5) Analisi dendrocronologiche sui carboni presso il laboratorio dell'Istituto di Storia della Cultura Materiale. Una comparazione dei dati analitici permette alcune conclusioni che vengono discusse per ogni tipo di reperto. Il minerale macinato, ma ancora crudo, del forno esterno alle mura (campione n. 31) è costituito esclusivamente da ematite che, per le sue [110] caratteristiche cristalline si deve ritenere di provenienza dalle miniere della vicina Isola d'Elba: questo tipo di minerale ha alimentato dalla Protostoria al secolo XIX quasi tutte le ferriere delle coste tirreniche1. Anche il minerale in pezzatura del cassero (campione n. 9) è costituito da ematite; anche se più compatta e con piccole quantità di ganga quarzifera è da ritenersi anch'esso di provenienza elbana. La presenza di goethite con ganga di quarzo in un minerale del forno dell'area 9000 (campione n. 30) indica un tipico cappellaccio, o alterazione superficiale, di filoni a solfuri contenenti ferro (calcopirite, pirite), anche se le tracce di magnetite sono più difficilmente spiegabili (raramente presente nei giacimenti a solfuri); difficile da spiegare d'altra parte la permanenza di idrossido se la magnetite è frutto di un inizio di riduzione nel forno. L'aggregato semicotto proveniente sempre dal forno (campione n. 28) presenta valori un po' alti di zolfo e rame per non pensare che contenesse anche limonite di cappellaccio dei solfuri; è evidente inoltre uno stadio di parziale riduzione con: tracce dell'ematite di partenza; abbondante magnetite di prima riduzione e wustite di seconda riduzione; ma ancora assenza di ferro metallico e presenza notevole di quarzo cristallino non ancora scorificato. Uno stadio un po' più avanzato di riduzione, con abbondanza di wustite, ma ancora con presenza consistente di quarzo cristallino e calcite (probabile fondente aggiunto sotto forma di locale calcare marmoreo) è presente nella scoria del cassero (campione n. 8). Le scorie presentano tutte abbondanza di fayalite, silicato di ferro di neoformazione che indica come, qualunque fosse la metallurgia svoltasi nella Rocca di San Silvestro (rame, piombo argentifero), il ferro era sempre presente nel minerale di partenza, probabilmente sotto forma di solfuro semplice o misto (pirite, calcopirite). Una delle scorie dell'area 9000 (campione n. 15) presenta residui di quarzo e di calcite non fusi e tracce di wustite, segno evidente che la riduzione del ferro non è stata completata; i bassi tenori di piombo, zinco e rame, la fanno classificare come scoria siderurgica, anche se sono rari tenori così alti di fosforo e magnesio2. Lo stesso si può dire dell'altra [111] scoria (campione n. 16) che presenta però un grado più spinto di riduzione del ferro e di fusione della silice. Le due scorie dell'area industriale 2000 (campioni nn. 14 e 54) hanno tracce di minerali di alterazione superficiale del rame (malachite, calcantite). Si tratta di metallo presente in gocce non ben separate dalla scoria, visto che all'analisi chimica del vetro il suo tenore è assai basso, mentre è più elevato quello del piombo i cui solfuri sono quasi sempre associati a quelli di rame. Il secondo neosilicato tipico di queste scorie è inoltre costituito da pigeonite. Le due scorie delle aree 6000 e 8000 (campioni nn. 53 e 55) presentano invece come secondo neosilicato la fassaite, con tenori molto bassi di piombo, zinco e rame, e piuttosto altri in ferro. È un po' difficile per ora asserire a quale metallurgia appartengano. Ancora più anomala è la scoria dell'area 3000 (campione n. 57), priva di fayalite, ancora ricca di quarzo, e con diversi neosilicati: oltre alla pigeonite riscontrata nelle scorie di rame, sono presenti la labradorite e la morticellite. I carboni provenienti da una piccola area di fianco alla suola del forno esterno alle mura (US 9042), studiati da Severino Fossati del Laboratorio dell'ISCUM, sono risultati appartenenti a Quercus sp. La terra grigia di copertura del forno abbandonato (campione n. 29) è ricca di quarzo, 1 M. CALEGARI, Il bassofuoco alla genovese (secc. XIII-XVIII “Quaderni” del Centro di studio sulla storia della tecnica, I (1977), pp. 1-20. 2 R. F. TYLECOTE, Metallurgy in Archaeology, Londra 1962, pp. 180-310. G. SPERL, Vergleichende Untersuchungen an frühgeschichtlichen Eisenschlacken, “Berg- und Huttenmannische Monatshefte”, 124 (1979), pp. 79-84. minerali argillosi e pochi feldspati: probabile alterazione dei filoni porfirici esistenti nella zona, ma certamente non proveniente dai calcari marmorei della collina. [113] ANTONIO CUCCHIARA - TIZIANO MANNONI - AMBROGIO MAZZUCOTELLI [112] n° 8 14 15 28 55 SiO2 Al2O3 CaO MgO Fe2O3 Mn Pb Cu Zn 28.80 5.41 6.80 3.15 37.08 0.75 0.70 0.35 36.02 12.00 4.21 1.80 24.00 0.86 2.00 0.21 30.20 6.00 4.15 6.10 37.92 1.00 0.65 0.86 42.00 7.15 3.28 4.21 35.60 0.38 0.85 1.05 26.56 14.10 3.50 4.36 42.66 2.00 0.86 0.34 Tab. III - Analisi chimiche in spettrografia ad emissione atomica. [113] P 0.36 0.61 0.28 0.50 0.43 S 0.90 0.51 2.45 2.30 1.15 1.35 5.76 0.21 7.15 1.10