G, BELLEZZA nero OK - Corriere della Sera
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G, BELLEZZA nero OK - Corriere della Sera
Giovanni Simeone / Sime La Val d’Orcia, tra Siena e Grosseto, è stata inserita quest’anno dall’Unesco tra i siti Patrimonio mondiale come icona del paesaggio rinascimentale. COSTUME: NATURA ED ESTETICA Il vero relax? Un panorama mozzafiato. Sempre più italiani si dedicano a questa passione: in vacanza, nei weekend, da soli o con la famiglia. E i migliori colpi d’occhio, secondo l’Unesco, sono i nostri. In Toscana, Liguria, Campania e Valle d’Aosta. Ecco le finestre da dove scoprirli. In autunno 80 Voglia di Bello 81 1 VAL D’ORCIA I 82 1. Il ristorante Boccon Di Vino, nei pressi di Montalcino, dove gustare antiche ricette della cucina toscana rivisitate. 2. Campagna nei dintorni di Siena, Toscana, Italia (43°19’N - 11°19’E) è una delle 120 immagini del fotoreporter Yann Arthus-Bertrand esposte nella mostra La Terra vista dal cielo, a Milano fino al 14 novembre. Per saperne di più sul suo progetto per l’ambiente, si può consultare il sito www.yannarthusbertrand.org. 3 4 Fotografie di Guido Cozzi / Atlantide / DOVE 2 Yann Arthus-Bertrand l libro più atteso? Storia della bellezza di Umberto Eco. Il premio più ambito? L’inserimento della Val d’Orcia, quest’estate, fra i siti Patrimonio mondiale dell’Umanità da parte dell’Unesco. E ancora: per la prima volta nella storia della Repubblica, il Codice Urbani ha riconosciuto il paesaggio italiano come un bene culturale. Panorami sublimi, preziosi come quadri e “quei belvedere accessibili al pubblico dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze”. Persino la scienza riconosce il piacere estetico come un bisogno imprescindibile: secondo l’American Journal of Preventive Medicine, il contatto con le meraviglie naturali aumenta le capacità dell’organismo di difendersi dalle malattie. Tanto che in Toscana sono stati realizzati “paesaggi terapeutici” per accelerare i processi di guarigione. E in Val d’Orcia, come in tante altre regioni italiane, non mancano torri, poggi, terrazze sulla campagna o sul mare, alberghi dove aprire le finestre e restare incantati da uno scorcio, soprattutto in autunno quando i colori più caldi e sfumati invitano alla contemplazione. Guardare il bello è un godimento per gli occhi e per lo spirito, dunque. Non a caso in questo anno nero del turismo, l’unico aumento sensibile è quello dei visitatori nella città-capolavoro italia- 3-4. Una stanza e il panorama dal Castello di Velona, che domina la Val d’Orcia con la sua piscina sulla terrazza. Circondato da 32 ettari di viti e ulivi, il maniero risale all’XI secolo. Diventato villa residenziale nel Quattrocento, ora è un resort lussuoso con 22 suite e due camere doppie, nei pressi di Montalcino. 83 ne. E non a caso il grande filosofo e psicanalista James Hillman, nel recente saggio L’anima dei luoghi, incita a un atto corale di fede nella bellezza “che sola può restituire un senso all’architettura, alle città e alla nostra stessa vita”. Scendono in campo per difendere il Bello anche maestri del pensiero, come il sociologo Francesco Morace che ha intrapreso il progetto internazionale Genius Loci per rivalutare l’anima dei luoghi. “Il paesaggio ideale è fatto di piccole cose, racchiude in sé un’armonia visiva e materiale. Esprime non solo la natura pura e grandiosa, come nei parchi americani, ma anche la storia. In Italia rappresenta la normalità straordinaria. La nostra natura è cultura.” E pensare che fino a qualche anno fa “ci si vergognava di usare la parola bellezza, considerata aristocratica”, denuncia l’urbanista di Italia Nostra Vezio de Lucia. Mentre oggi è tornato a essere un termine democratico. Si parla di bellezza nei Consigli comunali, fra i cittadini che protestano contro gli scempi del Belpaese. E Vittorio Sgarbi, fondatore del partito della bellezza, invoca il ritorno di una figura medievale. Quella degli “uffiziali dell’ornato”, autorità preposte a reprimere ogni iniziativa che potesse turbare l’armonia di città e palazzi. Gli edifici danneggiati andavano ricostruiti 1 1. Una camera della piccola locanda L’Olmo, una casa di campagna del Seicento, nei dintorni di Monticchiello e Pienza, arredata con pezzi di antiquariato toscano. 2. Il colpo d’occhio da una suite. Doppia b&b: da 160 €. Fotografie di Guido Cozzi / Atlantide / DOVE 2 84 85 1 tali e quali e ogni modifica doveva ottenere il beneplacito della “magistratura per il bello”. Oggi i tesori italiani costituiscono oltre la metà del patrimonio artistico e culturale del pianeta. Come ha ricordato pochi mesi fa il direttore della Normale di Pisa, Salvatore Settis, in un’intervista a Rai Tre, lanciando un appello per la loro salvaguardia. Per anni, infatti, si è badato più al soldo che al Bello, si sono alterati, se non distrutti, paesaggi e monumenti, come è testimoniato nel libro denuncia Un Paese sfigurato di Vittorio Sgarbi. “Si rifanno piazze tutte uguali, con il centro commerciale per lo shopping, opere senza storia”, lamenta il filosofo della scienza Giulio Giorello, per il quale chi deturpa il paesaggio “è peggio di un terrorista, perché colpisce natura e cultura, le nostre radici della memoria. La bellezza è data proprio dalla fusione perfetta di natura, scienza e cultura. Ne è un esempio meraviglioso l’equilibrio del paesaggio umbro-toscano, così come le Langhe”. Oppure il Museo archeologico di Siena scavato nel tufo, elogiato da Vittorio Sgarbi. Il ritorno della bellezza e il nuovo bisogno di contemplazione segnano un’inversione di tendenza? Speriamo. Perché il vero relax è ozio e quiete davanti a un panorama mozzafiato. “E non esiste al mondo paesaggio più vario di quello italiano. Basta pensare al Veneto con i suoi scorci dalla montagna al mare, da Cortina a Venezia, o alle Cinque Terre”, enfatizza Stefano Zecchi, docente di Estetica all’Università di Milano. In Italia ogni filosofo, intellettuale, esteta, cittadino comune ha il suo angolo di bellezza da amare. Proteggere. E condividere: è stato proprio questo il messaggio dell’ultima campagna del Fondo per l’ambiente italiano I luoghi del cuore, che invitava a segnalare posti splendidi e 1. Aperitivo con vista dalla Casa del Pescatore, una nuova locanda sull’isola di Palmarola, di fronte a Portovenere. Solo tre camere dal panorama mozzafiato. 2. Il ristorante Le Bocche a Portovenere. 3. Uno scorcio della chiesa di San Pietro, nel borgo spezzino. 3 Stefano Lunardi / Archivio DOVE Fotografie di Patrizia Lanna / DOVE 2 CINQUE TERRE 86 87 MONTE BIANCO 1 segreti, che rischiano di essere cancellati per disinteresse. Così, Dove ha selezionato quattro località con paesaggi di rara suggestione, seguendo proprio i consigli dell’Unesco, Italia Nostra e Fai: Val d’Orcia, Portovenere con le Cinque Terre, Monte Bianco e Cilento. E ha trovato alberghi o locande dai quali ammirare paesaggi impareggiabili. Lo spettacolo di natura e cultura. 1. Il lago Combal, in Val Veny: in alcuni periodi sulle sue acque galleggiano piccoli iceberg che danno l’impressione di trovarsi nel Grande Nord. 2. Il ristorante dell’Auberge de la Maison, dove servono fonduta e polenta con selvaggina. 2 VAL D’ORCIA “L e immagini della Val d’Orcia hanno profondamente influenzato lo sviluppo di una cultura del paesaggio mondiale.” Con queste parole gli emissari dell’Unesco hanno acceso i riflettori sulla zona tra Siena e Grosseto già molto amata dai turisti e celebrata in tutte le arti. Fotografia compresa: è proprio la gigantografia della campagna senese a calamitare l’attenzione nella mostra La terra vista dal cielo di Yann ArthusBertrand, carrellata di foto spettacolari, approdate a Milano dopo due anni a Londra e 10 mesi a New York (via Dante, fino al 14 novembre). Vi sono luoghi della Val d’Orcia, infatti, dove sembra si entrare da protagonisti in un quadro di Scuola senese. Come il Castello di Velona dell’XI secolo, diventato villa residenziale nel Quattrocento. Si staglia su una collina a pochi chilometri da Montalcino e dall’alto si ammirano poderi, stradine di campagna e una parte della via Clodia romana. Rinato nel 2002 dopo cinque an- 88 89 2 Laura Civinini 1 1. La terrazza dell’Auberge de la Maison, a Entrèves, è il miglior belvedere sulla catena del monte Bianco. 2. Ottima cucina valdostana al rifugio Bertone, sul Mont de la Saxe. 90 ni di restauro, è un relais della catena Exclusive Hotels of Italy. Una strada privata porta alla grande terrazza con piscina panoramica. A pianoterra gli eleganti saloni, la biblioteca e il ristorante Le Colonne; ai piani superiori le 22 suite e le 2 doppie arredate con pezzi d’antiquariato e tappeti pregiati. Ciò che rende unico un soggiorno al Castello di Velona è proprio la strepitosa vista sulla valle che si gode da ogni camera (in particolare la 18 per il suo balcone-belvedere). L’atmosfera e l’ospitalità attraggono molti stranieri, che qui trovano anche 32 ettari di terreno colti- vati a orti, vigne e olivi (quindi la possibilità di acquistare un ottimo olio biologico). Sempre per buongustai e amanti del Bello, a pochi centinaia di metri da Montalcino, il ristorante Boccon Di Vino propone vecchie ricette toscane personalizzate. Un esempio? La carabaccia, antichissima zuppa di cipolle, oggi quasi introvabile, famosa fin dal Cinquecento. Ingredienti del territorio anche per la pasta fatta in casa, per il pane e le marmellate da assaporare sulla terrazza contemplando una delle valli più belle del mondo. In alternativa, ci si può spostare a Monticchiello, borgo medievale a pochi chilometri da Pienza, in una casa di campagna costruita nel Seicento. È L’Olmo, piccola locanda dal panorama grandioso sul contado e sui borghi circostanti. Un colpo d’occhio mozzafiato soprattutto dalle suite, piacevoli per i pezzi d’antiquariato e di artigianato toscano, e dal giardino con piscina. E se il vino favorisce la meditazione, si può lasciar scorrere il tempo sulla terrazza dell’osteria-enoteca La Porta, all’entrata di Monticchiello, dove la vista spazia su Pienza e il monte Amiata: buona cucina e 250 etichette selezionate in cantina. CINQUE TERRE U n braccio di mare chiamato Le Bocche separa Palmaria dal borgo medievale di Portovenere, in provincia di La Spezia. Un altro luogo italiano inserito nel 1997 dall’Unesco nel Patrimonio mondiale, insieme alle Cinque Terre e Portovenere. L’isola è un paradiso naturalistico di due chilometri e mezzo di diametro da visitare a piedi lungo i sentieri che si snodano nella macchia mediterranea. O da godere all’ombra di pini e ginestre, accarezzati dalla brezza di mare, da91 1 4 Andrea Getuli / Archivio DOVE CILENTO 3 Fabrizia Postiglione / DOVE 2 92 vanti a un panorama di rara suggestione come quello che offre la Casa del Pescatore, bed & breakfast con servizio di mototaxi, sulla punta dell’isola. Locanda di lupi di mare nel Cinquecento, è oggi un indirizzo di charme con tre sole camere. La vista dalla terrazza è irripetibile: sul promontorio, la chiesa di San Pietro (gotico genovese), poi le case colorate che si allineano strette le une alle altre dando vita a un panorama unico per l’armonia architettonica. Chi si ferma sull’isola qualche giorno, può visitare le vecchie cave di Portoro, pregiato marmo locale grigio con striature dorate o anche le grotte: da quella dei Colombi che si raggiunge calandosi con una corda a quella Azzurra, profonda una quindicina di metri e alta circa 20. Per cenare si può rimanere a Palmaria: alla Locanda Lorena il colpo d’occhio sul golfo è sublime come i piatti a base di pesce. Oppure si salpa verso il borgo spezzino, dove è stato appena aperto il ristorante Le Bocche, consigliato anche per l’aperitivo, in un ambiente dal design mini- malista. Con panorama mozzafiato, naturalmente. Per trovare vedute altrettanto spettacolari bisogna inoltrarsi verso le Cinque Terre. Da Manarola in 20 minuti a piedi si sale a Volastra, borgo rurale chiamato in origine vicus oleaster, borgo degli ulivi. Qui l’albergo Luna di marzo, sul mare, è un osservatorio privilegiato per l’estasi contemplativa: circondato da uliveti e vigne, dispone di 10 camere tutte affacciate sul golfo. Lo sguardo spazia da est a ovest anche lungo la Via dei Santuari, passeggiata di una decina di chilometri che inizia sopra Riomaggiore, poco dopo La Spezia, e si snoda in quota fino a Monterosso. Il primo santuario sul percorso è quello di Nostra Signora di Montenero. Fondato da profughi greci nel XIII secolo è raggiungibile a piedi, a cavallo o con la monorotaia che parte da Riomaggiore e in 15 minuti arriva a circa 340 metri d’altezza sul mare. Dal suo ampio piazzale si ammira uno dei più suggestivi paesaggi della riviera di Levante e per questo, pur essendo spartano, il ristorante Locanda di Montenero, all’interno del santua- 1. Punta Licosa, uno degli angoli più belli del Cilento. Qui il mare limpido è stato premiato per sette anni con la Bandiera blu. 2. La Certosa di Padula (1305), che presto diventerà un museo. 3-4. Una veduta dall’alto e una camera del secentesco palazzo Belmonte, a Santa Maria di Castellabate. 93 MONTE BIANCO C on i suoi 4810 metri, il monte Bianco incombe come un gigante. Poco più a sud, le lame di roccia dell’Aiguille Noire e dell’Aiguille Blanche de Peutérey. Accanto, il ghiacciaio della Brenva, uno dei più impressionanti dell’intero massiccio, con le masse glaciali e gli impervi canaloni solcati dai crepacci. Spostando lo sguardo più a nord, ecco il maestoso Dente del Gigante, tra le guglie più celebri della catena del Bianco, che tocca i 4013 metri e, voltandosi verso est, la grandiosa catena delle Grandes Jorasses, con le sue ripide pareti di roccia granitica, il ghiaccio e le creste perennemente innevate. Questo è il panorama che si ammira dalle finestre dell’Auberge de la Maison, nel cuore di Entrèves, pochi chilometri a nord di Courmayeur. Un tre stelle in stile valdostano, accogliente e curato. L’architettura ricorda quella di una baita di montagna in pietra e legno. All’interno, l’arredamento è di gusto: pavimenti in larice e mobili artigianali di abete realizzati su misura. Al pianterreno c’è una raccolta saletta per la lettura, con pareti di legno scuro e mobili provenienti da un alpeggio settecentesco. Scendendo di un piano, si apre una vasta sala da pranzo, dove servono polenta, selvaggina e fonduta alla bourguignonne, con terrazza-belvedere sul versante meridionale della catena del Bianco. La vista migliore, però, si gode dalle camere. Su 33 stanze dell’hotel, tutte diverse, una decina ha portefinestre affacciate su terrazzini fioriti, da cui osservare le cime più note dell’intero arco alpino. L’Auberge de la Maison è una base per trekking adatti a tutti, alla scoperta del Bianco. Il villaggio di Entrèves, infatti, si trova nel punto in cui confluiscono le due valli di Courmayeur: la Val Ferret e la Val Veny. Luoghi spettacolari per la varietà degli ambienti naturali, tanto che Italia Nostra ha proposto di trasformare l’intero massiccio del monte Bianco in una riserva protetta. Tra gli itinerari più suggestivi per il panorama in vetta e la possibilità di osservare aquile reali e stambecchi, c’è il sentiero Giuditta, raggiungibile con la funivia del Monte Bianco, che parte dal paese e sale fino al Pavillon; oppure il sentiero che porta al rifugio Bertone sul Mont de la Saxe e poi ridiscende attraverso boschi e alpeggi verso la Val Sapin. Aperto nei mesi estivi e a ottobre e novembre su prenotazione, il Bertone accoglie i visitatori con polente saporite e altre specialità della valle. In alternativa c’è il rifugio Lavachey, nel cuore della Val Ferret: la sistemazione è spartana, ma la posizione (al centro della pista da fondo) e l’ottimo ristorante regionale, valgono la sosta. Da non perdere infine l’escursione ai laghi del Mia- 94 ge e del Combal in Val Veny. Offrono emozioni da Grande Nord, per gli iceberg che in certi periodi galleggiano sulle sue acque blu. Uno scenario indimenticabile. CILENTO A ltro gioiello italiano, altro riconoscimento dell’Unesco (in tutto sono 39): il Cilento, Patrimonio mondiale dal 1998 per le sue bellezze naturali e soprattutto per la sua storia. Nei momenti chiave dello sviluppo mediterraneo, il Cilento è stato un importante anello di comunicazione tra Adriatico e Tirreno. Rappresentava un crocevia tra le colonie della Magna Grecia e i popoli indigeni di allora, etruschi e lucani. Oggi, protetto come Parco nazionale, un centinaio di chilometri a sud di Napoli, conserva le vestigia delle due più importanti città classiche: Paestum e Velia. Dunque non ci sono solo le bandierine Andrea Getuli / Archivio DOVE rio, è ben frequentato. Propone piatti a base di pesce abbinati a squisiti vini locali, come lo Sciacchetrà che è possibile acquistare in loco. blu a premiare per ben sette anni le acque limpide del Cilento: il panorama culturale è grandioso come quello ambientale. Una sensazione evidente per chi riesce a varcare i cancelli di palazzo Belmonte, protetto da alte mura nel cuore di Santa Maria di Castellabate, quasi fosse una cittadella fortificata, ma aperto sul mare con scorci, terrazze, balconi dove lo sguardo spazia fino all’orizzonte e nei giorni più limpidi incontra la sagoma di Capri che si erge nel blu come a dare un limite all’infinito. Un’ala del palazzo è ancora abitata dal principe di Belmonte, i cui avi, nel XVII secolo, ospitavano re di Spagna e d’Italia per battute di caccia al cinghiale. Gli appartamenti per gli ospiti sono nel corpo centrale e le camere dal soffitto a volta conservano le caratteristiche di una dimora del Seicento. Sale di ricevimento, stanze e suite si susseguono Il tempio di Cerere a Paestum. È una delle principali aree archeologiche del Cilento insieme a Velia, l’antica Elea greca. 95 I luoghi della bellezza: gli indirizzi VAL D’ORCIA Dove dormire Castello di Velona Indirizzo: loc. Velona, Montalcino (Si), tel. 0577.80.01.01, www.castellodivelona.it. Chiusura stagionale: 1° dicembre-10/15 febbraio. Prezzi: doppia b&b da 205 €, junior suite 420 €. Pacchetto Romantic getaway, per due persone: junior suite b&b con 1 cena e 1 bottiglia di champagne: 660 € a settembre e ottobre, 450 € a novembre. C/credito: le principali. L’Olmo Indirizzo: Podere Ommio 29, Monticchiello di Pienza (Si), tel. 0578.75.51.33, www.olmopienza.it. Prezzi: doppia b&b da 160 €. Chiusura stagionale: 15 novembrePasqua. C/credito: le principali. Dove mangiare Boccon Di Vino Indirizzo: loc. Colombaio Tozzi 201, Montalcino (Si), tel. 0577.84.82.33. Orari: 12.30-14.30, 19.30-22 (chiuso mar.). Prezzi: da 30 €. C/credito: MC, Visa. Osteria La Porta Indirizzo: via del Piano 1, Monticchiello di Pienza (Si), tel. e fax: 0578.75.51.63. Prezzi: da 25 €. Orari: 12.30-15.30, 19.30- 22.30 (chiuso gio. e 15-30 gennaio). C/credito: MC, Visa. CINQUE TERRE Dove dormire La Casa del Pescatore Indirizzo: loc. Secco, isola Palmaria (Sp), tel. e fax: 0187.79.11.41, cell.: 320-03.26.937, www.palmariaisland.com. Chiusura stagionale: dal 31/10 all’1/3. Prezzi: doppia b&b 120 €. C/credito: tutte. Luna di marzo Indirizzo: via Montello 387-C, Volastra (Sp), tel. e fax: 0187.92.05.30, www.lunadimarzo.com. Prezzi: doppia b&b da 90 a 100 €. Chiusura stagionale: novembre. C/credito: le principali. Aperto da marzo a novembre, solo su prenotazione. Indirizzo: Santuario di Nostra Signora di Montenero (Sp), tel. 0187.76.05.28. Prezzi: da 20 €. Orari: 12.30-14.30, 19.30-21.30 (mai chiuso). C/credito: no. MONTE BIANCO settembre. In doppia senza bagno 1/2 pensione 50 € a persona. Indirizzo: loc. Lavachey, Val Ferret, Courmayeur (Ao), tel. 0165.86.97.23. Prezzi: menu 15-17 €. Orari: 12.30-14.30; 19.30-20.30 (mai chiuso). C/credito: no. CILENTO Dove dormire Dove dormire Auberge de La Maison Palazzo Belmonte Indirizzo: frazione di Entrèves, Courmayeur (Ao), tel. 0165.86.98.11, www.aubergemaison.it. Prezzi: doppia b&b da 110 €; doppia 1/2 pensione da 165 €. Doppia deluxe (con vista monte Bianco) b&b da 120 €; 1/2 pensione da 175 €. C/credito: tutte. (piccoli) Indirizzo: Santa Maria di Castellabate (Sa), tel: 0974.96.02.11, www.palazzobelmonte.com. Prezzi: doppia da 260 €, permanenza minima 3 notti. A ottobre promozione Weekend romantico: 2 notti e cena a lume di candela a 520 €. Chiusura: aperto dal 1° maggio al 30 ottobre. C/credito: tutte. Dove mangiare Rifugio Bertone Dove mangiare Locanda Lorena Indirizzo: via Cavour 4, isola Palmaria (Sp), tel. 0187.79.23.70. Prezzi: da 40 €. Orari: 12-14.30, 19.30-10.30 (chiuso mer.). C/credito: tutte. Le Bocche Indirizzo: Calata Doria 102, Portovenere (Sp), tel. 0187.79.06.22. Prezzi: da 100 €; aperitivo da 10 €. Orari: 12.30-14.30, 19.3022.30 (chiuso mar.). C/credito: tutte. su tre piani, collegate da ampi corridoi ideati per dare luce agli interni: lunghe fughe davanti a finestre panoramiche offrono scorci di cielo e mare. Camere e suite, una cinquantina, sono disposte anche nella dépendance costruita nel parco di due ettari, con la piscina e i sentieri che si snodano tra pini marittimi, magnolie, gelsomini, ibiscus e buganvillee fino al mare. Questa stagione, l’autunno, è ideale per apprezzare le luci dorate del Cilento e abbandonarsi all’estasi contemplativa da una dormeuse di palazzo Belmonte. Dal ristorante, che non a caso si chiama Belvedere, si può godere lo spettacolo delle luci della Costiera amalfitana con indimenticabili tramonti e degustare un menu regionale con prevalenza di pesce. A palazzo si organizzano escursioni in barca lungo la costa e alla vicina Punta Licosa oppure via terra nel Parco nazionale del Cilento. Anche la famosa Certosa di Padula, che ospita mostre d’arte contemporanea, fa 96 Locanda di Montenero Aperto da giugno a settembre; su prenotazione anche a ottobre e novembre. Ha anche una cinquantina di posti letto in camera da 4 (50 € a persona con 1/2 pensione) o dormitorio (38€). Indirizzo: loc. Pré Mont de la Saxe, Courmayeur (Ao), tel. 0165.84.46.12, www.rifugiobertone.it. Prezzi: menu da 15 €. Orari: 1215; cena alle 19.30 (mai chiuso). C/credito: no. Rifugio Lavachey Molto spartano, ma in ottima posizione. Aperto da giugno a Dove mangiare Lyceo Mediterraneo Indirizzo: contrada Cenito, San Marco di Castellabate (Sa), tel. 0974.96.61.30. Prezzi: da 30 €. Orari: dalle 20 a notte fonda. Da ottobre ad aprile anche dalle 13 alle 15.30 (mai chiuso). C/credito: Visa. La Taverna del Pescatore Indirizzo: via Lamia, Santa Maria di Castellabate (Sa), tel. 0974.96.82.93. Prezzi: da 40 €. Orari: 13.30-14.30, 20-22 (chiuso lun.). C/credito: tutte. parte degli itinerari, con le grotte di Pertosa e Palinuro. Da non perdere, il Parco archeologico di Paestum, con i suoi templi perfettamente conservati, da quello di Nettuno a quello di Cerere, e il suo interessante museo. Oppure una passeggiata all’antica Elea, oggi Velia, che domina da un promontorio; di una bellezza struggente la Porta Rosa. Lungo il percorso archeologico ci si può fermare a San Marco di Castellabate, per gustare la zuppa di patate, peperoni e vongole o la crostata di ricotta di bufala al Lyceo Mediterraneo, ristorante nel giardino del relais Giacaranda. In alternativa, rientrando a Santa Maria di Castellabate, ci si può far tentare da sapori veraci, pesce freschissimo e paste fatte in casa alla Taverna del Pescatore. Susanna Lavazza Hanno collaborato Francesco Bani, Margherita Barberis Canonico, Maria Broletti Dal Lago, Laura Civinini 97