metodi e strumenti per la partecipazione degli abitanti
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metodi e strumenti per la partecipazione degli abitanti
METODI E STRUMENTI PER LA PARTECIPAZIONE DEGLI ABITANTI Contributo teorico per la discussione nei workshop del seminario di Roma “Metodi e strumenti per la partecipazione degli abitanti” (rielaborazione dal testo di Mauro Giusti “Modelli partecipativi di interpretazione del territorio”, in A. Magnaghi, a cura di, Rappresentare i luoghi. Metodi e tecniche, Alinea, Fi, 2001) Quali metodi e strumenti per una partecipazione attiva e consapevole dei cittadini? Se il coinvolgimento degli abitanti nei processi di partecipazione non si deve ridurre né alla forma della difesa di interessi di parte, né alla forma di modalità strumentale di cattura del consenso su scelte già definite, ma deve favorire la messa in discussione di posizioni consolidate e la costruzione di conoscenza collettiva, è necessario scegliere metodi e strumenti adeguati allo scopo. Questo deve avvenire in maniera il più possibile consapevole (ad un passo dal poter dire “scientifica”); il facilitatore deve conoscere le tecniche, adattarle al contesto, combinarle creativamente in sequenze attraverso l’interazione con gli abitanti, considerando questo un momento importante della produzione collettiva di conoscenza, portare saperi specifici all’interno del processo (per ampliare e complessificare le spettro delle possibilità), ed essere disposto a metterli in discussione. Da questo deriva l’importanza di un certo livello di strutturazione dei processi per garantire la produzione di conoscenza locale e una reale messa in gioco di tutti i punti di vista, evitando da un lato la reificazione delle tecniche e dall’altro l’idea diffusa che basti “mettere i partecipanti intorno ad un tavolo”, “farli esprimere per raccoglierne i bisogni”, per dire di avere fatto un progetto partecipato. Conoscenza e progetto sono fortemente interconnessi: le modalità di conoscenza dei luoghi utilizzate con gli abitanti sono modalità di progettazione e le tecniche di progettazione partecipata producono conoscenza locale. Non esiste “il” metodo della progettazione partecipata come non esiste “un” metodo in assoluto e in astratto migliore di altri. Ciò che rende impossibile definire a priori un percorso generale del processo partecipativo è la rilevante specificità di ogni situazione locale. CARATTERISTICHE DEGLI STRUMENTI E DELLE TECNICHE UTILIZZATE NEI PROCESSI PARTECIPATIVI Esistono molti strumenti di coinvolgimento degli abitanti, nessuno di questi è sempre e ovunque il più adeguato. Ciascun contesto specifico guida la scelta del migliore mix di tecniche, decide dell’adeguatezza di ciascuna , così come delle sue particolari modalità d’applicazione. Spesso si usano versioni semplificate (meno rigide, più comprensibili per gli abitanti) di strumenti tradizionali di ricerca (survey, osservazione sul campo, mapping, ….) in setting non convenzionali e con soggetti non esperti. Ciò modifica profondamente obiettivi, modalità di utilizzo e risultati. Si possono individuare alcune caratteristiche generali che assumono i metodi e le tecniche utilizzati nei processi partecipativi, che sono contemporaneamente strumenti di conoscenza e di progettazione: 1. Contestualità della conoscenza L’attenzione nei processi partecipativi è alla specificità della conoscenza prodotta, al suo effettivo e profondo legame con il contesto locale e non alla generalizzabilità e riproducibilità dei risultati. 2. Centralità dell’interazione. La scelta degli strumenti e dei metodi deve essere fatta anch’essa in maniera partecipata attraverso l’interazione tra il ricercatore e gli abitanti. Il processo di costruzione e gestione dello strumento diventa un importante momento di produzione di conoscenza, in alcuni casi più importante dei risultati prodotti dalla sua applicazione. 3. Orientamento ai problemi Le tecniche non sono valide in sé, ma rispetto alla loro adattabilità al contesto locale e alla specificità del processo. La flessibilità metodologica (possibilità di piegare uno strumento alle esigenze locali) è una caratteristica indispensabile in un contesto interattivo. 4. Maneggevolezza degli strumenti Gli strumenti devono essere comprensibili da tutti, avere un aspetto amichevole, essere semplici da utilizzare, coinvolgenti e al limite anche divertenti. 5. Utilizzare le competenze locali Le tecniche devono sollecitare e favorire le diverse modalità di espressione dei partecipanti (parola, vista, disegno, manualità, e così via) ed evitare di privilegiare un’abilità rispetto alle altre. PROCEDIMENTI EMPIRICI PER LA SELEZIONE DEGLI STRUMENTI Nella fase di avvio di un processo è importante conoscere il contesto locale e costruire la situazione problematica per potere scegliere gli approcci complessivi, selezionare e combinare le tecniche. Le specificità del contesto che influenzano tali criteri di scelta sono: Tipo di partecipanti: soggetti organizzati, soggetti marginali, gente comune, esperti locali, attori pubblici o privati. Sono importanti le caratteristiche demografiche, le condizioni socio-economiche, la provenienza territoriale, ecc. Numero atteso di partecipanti: ci sono evidenti vantaggi nel lavorare con un grande numero di persone (legittimazione e apertura del processo), ma ce ne sono altri nel coinvolgere un numero relativamente ridotto di soggetti locali (possibilità di andare in profondità nella mobilitazione delle conoscenze e delle competenze progettuali locali) Caratteristiche dell’area: le dimensioni del luogo (estensione, forme di urbanizzazione, composizione sociale, storia, ambiente, paesaggio, ecc) influenzano la scelta delle tecniche. 2 Oggetto del lavoro: le tecniche selezionate terranno conto del fatto che l’intervento sia una ricerca, un progetto preliminare o esecutivo, un piano, una politica di settore oppure integrata, un intervento diretto (es. autocostruzione) Obiettivi generali dell’interazione: si possono privilegiare punti di vista specifici rispetto a diversi tipi di obiettivi: - stabilire o conservare la legittimità del processo (punto di vista della responsabilità dei promotori) - individuare problemi e soluzioni facendo conoscenza di tutte parti interessate (punto di vista della qualità del processo) - operare una mediazione tra interessi conflittuali per una soluzione condivisa (punto di vista dell’efficacia) Posta in gioco: l’interazione deve mettere in luce i motivi per cui ciascun soggetto entra in gioco Livello e caratteristiche della conflittualità locale: Individuazione del sistema di relazione tra soggetti locali, costruzione della geografia degli attori in base alle relazioni di concorrenza/coalizione che essi stabiliscono tra loro. Promotore dell’intervento: gli strumenti cambiano se l’intervento è promosso dall’alto (es. pubblica amministrazione,) o dal basso (es. comitato di cittadini); nel primo caso verrà privilegiato verosimilmente l’uso di tecniche più strutturate, nel secondo più comprensive. Tempi: alcune tecniche si prestano meglio a processi definiti, brevi e compatti, altre valorizzano processi di più ampio respiro e meno definiti temporalmente. 3 FAMIGLIE DI STRUMENTI Si possono individuare alcune famiglie di strumenti simili e tentare di descriverne le caratteristiche. Caratteristica comune è sempre il loro carattere locale: non è solo possibile ma anche necessario reinterpretare e forse reinventare in ogni condizione specifica la sequenza dei passi da compiere nella loro applicazione. In questa breve descrizione delle tecniche di partecipazione orientate a produrre conoscenza e progettualità, non compaiono i momenti di incontro e discussione informale (feste, eventi, momenti conviviali, interventi di artisti, ecc.), dei quali si è da più parti sottolineata l’importanza e che sono stati ampiamente trattati nei precedenti seminari di Bruxelles e Roma su “Comunicazione e formazione degli attori”. TECNICHE DI DISCUSSIONE STRUTTURATA Si tratta di tecniche formalizzate, basate generalmente sulla modalità workshop: es. MICROPLANNING, ACTION PLANNING, ECC. Serie ordinata di discussioni strutturate con obiettivi specifici: problemi/opportunità, strategie di approccio, soluzioni opzionali, implementazione delle opzioni prioritarie, controllo dei risultati conseguiti. Ha come obiettivo la costruzione di un’immagine progettuale sintetica e il più possibile condivisa della situazione problematica Contribuisce alla destrutturazione delle immagini individuali basate su bisogni indotti Ha un grado elevato di replicabilità, e arriva più esplicitamente di altri strumenti ad un risultato definito. Favorisce il ridimensionamento dei rischi di prevaricazione da parte delle persone più abituate ad esprimersi in pubblico Tende a limitare la partecipazione agli abitanti già coinvolti e più interessati (gli incontri sono molto impegnativi), Frammenta la partecipazione degli abitanti in piccoli gruppi La sua legittimazione è basata su ragioni di carattere scientifico dovuta al largo utilizzo di tecniche sperimentate TECNICHE DI VISUALIZZAZIONE IMMEDIATA DEL PROGETTO PLANNING FOR REAL Metodologia partecipata di trattamento dei problemi delimitata nel tempo (può svolgersi in un unico incontro anche se della durata di diverse ore), caratterizzata da un’elevata strutturazione dell’interazione e dal coinvolgimento di un numero elevato di abitanti e dalla centralità dell’azione (gesto) rispetto alla parola (discussione); ciò permettere anche a chi non si sa esprimere in pubblico di manifestare le proprie opinioni, spersonalizza e “sdrammatizza” le indicazioni (carattere ludico). PATTERN LANGUAGE Metodo di progettazione partecipata centrato sulla individuazione di un abaco di tipologie di spazi pubblici(basati sul lavoro di analisi dello spazio pubblico di Alexander) che aiutano gli abitanti nella visualizzazione delle trasformazioni possibili. MAPPE DI USO SOCIALE DEL TERRITORIO Fase preliminare di consultazione degli abitanti e ricognizione sul territorio, incontri pubblici. 4 SEQUENZE MOLTO LOCALI DI TECNICHE Oltre alla scelta delle tecniche è importante la loro combinazione, il mix e la sequenza. Esistono metodologie di progettazione partecipata basate su una combinazione di tecniche diverse, più o meno strutturate in sequenze codificate; tra le più conosciute ricordiamo l’EASW(European Awareness Scenario Workshop). I vantaggi nell’uso di queste metodologie codificate risiede nell’alto livello di formalizzazione del processo a cui corrisponde un alto grado di legittimazione dello stesso. Tuttavia non esiste un metodo in assoluto migliore di altri, bisogna costruire sequenze di tecniche adatte al contesto. Famiglie di tecniche e tecniche specifiche, come abbiamo visto, vengono scelte di volta in volta e variamente combinate, in relazione ad una serie di parametri che dipendono dalle condizioni particolari in cui avviene il processo. Si riporta di seguito un esempio elaborato con gli abitanti, tratto da una ricerca-intervento svolta a supporto della redazione del PRG di Seregno, condotta dall’Area Politiche Urbane dell’IRS di Milano STRUMENTI A COSA SERVONO VANTAGGI Analisi di documenti disponibili raccolta ed analisi di informazioni già prodotte sul tema recuperare e ordinare la conoscenza già accumulata Osservazione diretta analisi delle relazioni tra luoghi e comportamenti; analisi dei problemi nei loro elementi visualizzabili; analisi di comportamenti analisi in profondità ricchezza di informazioni studio dei comportamenti nei loro ambienti naturali Osservazione partecipante analisi di comportamenti ed attività mentre si stanno svolgendo Shadowing analisi di ambienti e comportamenti rispetto ai quali si è totalmente estranei (dei quali non si ha nessuna conoscenza) Inchiesta attraverso questionario verificare ipotesi precise (sondaggio di opinione) analisi di ampio respiro (survey) su fasce di popolazione Interviste Assemblee pubbliche Brainstorming raccolta di informazioni su un tema specifico (interviste a testimoni privilegiati); analisi dettagliate delle opinioni delle persone, delle loro immagini dei problemi, delle motivazioni; analisi in profondità analisi di comportamenti verbali e non verbali l’osservatore è calato nella situazione analisi in profondità analisi dei comportamenti verbali e non verbali dati quantificabili dati generalizzabili si raggiunge un gran numero di persone si possono fare comparazioni analisi approfondite ricchezza di informazioni incontri pubblici aperti a tutti gli interessati: utili per presentare la ricerca o per illustrare e discutere i risultati ampia partecipazione visibilità incontri aperti a persone interessate o esperte di un tema in cui ognuno dice liberamente tutto ciò che sa in merito: utili per impostare il lavoro utile a generare idee e a metterle in comune le conoscenze e le informazioni SVANTAGGI dati e informazioni raccolti per altri scopi, quindi non sempre utilizzabili così come sono dati non quantificabili dati non generalizzabili non sempre è possibile l’accesso ai luoghi che si vogliono osservare dati non quantificabili dati non generalizzabili dati non quantificabili dati non generalizzabili possibili resistenze da parte degli osservati dati sommari non sono possibili analisi in profondità non si presta all’analisi di casi specifici alti costi in termini di tempo dati non quantificabili né generalizzabili (in senso statistico) parla solo chi è già abituato a farlo non consente analisi in profondità non consente un reale confronto tra le diverse posizioni i dati non hanno sistematicità i dati non sono verificabili 6 Workshop Charrette discussione strutturata aperta ad un numero limitato di partecipanti su un tema preciso competizione pubblica di idee diverse aperto a tutti gli interessati analisi approfondite facilita la partecipazione diretta di ciascuno favorisce l’emergere di posizioni condivise(adatto quindi quando esistono conflitti o posizioni contrapposte) semplifica e riduce la complessità delle informazioni e la molteplicità dei punti di vista utile quando si tratta di selezionare e scegliere tra preferenze già espresse adatta a ricerche orientate in senso progettuale o quando si devono prendere decisioni; meno adatta come strumento per aumentare la conoscenza di un tema 7