Sua Ecc. Möns. Luigi Boccadoro
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Sua Ecc. Möns. Luigi Boccadoro
4 N N O XIV - N . 6 - Giugno 1981 PENSIERO DEL MESE DOVERE ALLA VITA DIRITTO ALLA VITA «Dio li benedisse dicendo: crescete e moltiplicatevi, e riempite la terra». L'amore è feconda per natura. Una volta, ¡fidanzati parlavano spesso e volentieri dei figli che avrebbero avuto da sposati. Ho domandato a più di un centinaio di ragazze tra i 15 e i 19 anni, molte più o meno fidanzate, se avevano mai pensato alla loro missione di maternità. Nessuna ha detto di si. Eppure sanno tutto su contraccettivi ed aborto. Il matrimonio, l'amore, è per la vita? Con buona pace dei difensori di una vita «laica», ripetiamo che l'amore è per natura fecondo. Tutto cominciò con un certo Maltus. Disse che quando l'umanità sarebbe arrivata a tre miliardi e mezzo, per mangiare avremmo dovuto sbranarci a vicenda. Questa baggianata fu presa come verità «scientifica», ma siamo ben oltre quel numero ed ancora non ci sbraniamo per fame; semmai, lo facciamo per altri motivi. Ancora una volta si dimostra quanto siano vere le affermazioni dei senza Dìo. La natalità non aumenta la fame. La fame viene dalla cattiva distribuzione delle ricchezze tra le nazioni (anche quelle «socialiste»), e dalle spese pazze che si fanno. Sembra che se tutte le nazioni dessero il 15% di un anno dì spese militari, investendo bene, la fame scomparirebbe nel mondo. Il solo bacino de! Rio delle Amazzoni potrebbe sfamare tutta l'umanità. Il problema allora è un altro. È questione dì egoismo. È questione di voler ridurre sempre di più l'amore al sesso animate. È soprattutto sfiducia nella Provvidenza, che opera sempre in chi si fida di Dio. È perdita del senso della vita, e delle vite. Per ¡popoli antichi, i figli erano una ricchezza ed una benedizione di Dio. Oggi sono un peso. Prima si cercavano (anche in maniera sciocca) mezzi per aumentare la fecondità. Oggi la si evita a tutti i costi. Prima, di una famiglia numerosa si diceva: che bella famiglia. Oggi, davanti a qualche raro caso di famiglia numerosa: che incoscienti! Colpevole è colui che ha rispettato la legge di natura, che è legge di Dio. Siamo in pieno rovesciamento di valori. Si è esaltato tanto l'amore fisico della coppia, ma si è dimenticato che questo può essere fecondo. L'amore infecondo, sarà vero amore? Ho detto PUÒ essere fecondo, non DEVE esserlo a tutti i costi. Nessurio ha il diritto di sentenziare sul numero dei figli. Una coppia si trova oggi nella necessità di limitare i figli che può avere, e loro solo debbono decidere. Ad alcune condizioni: 1) che si sappia accettare con fiducia ogni concepimento: la vita è sacra. 2) che si rispetti sempre la natura usando (per evitare concepimenti) solo il metodo che la natura stessa prevede: l'astensione nei giorni di possibile fecondità delta donna. 3) che la limitazione non avvenga per puro egoismo (= dopo occorre lavorare di più, i figli sono preoccupazioni, io voglio la mia libertà, ecc.), ma per ragioni sufficientemente serie. Questo, per coloro che hanno fatto decesso il valore assoluto, fino a giustificare l'omosessualità, è arabo; anzi è peggio: è oscurantismo retrogrado, schiavitù della donna, inciviltà, essere reazionari. Ma che belle e sapientoni parole! Chi per egoismo rifiuta la fecondità del matrimonio, rifiuta la benedizione di Dio: Li benedisse dicendo: Crescete. La benedizione di Dio sta nella fecondità. Chi non accetta Dio, beh, si accontenti di essere non un uomo fatto a Sua immagine e somiglianza, ma una bestiola. Ancora con buona pace... Don Virginio Manzi V i a T r e n t o 4 - T e l . 86050 - M o n t e f i a s c o n e - S u p p . di S . M. N u o v a . S p e d , in abb. p o s t . G r . Ill - N. 144 DA 30 ANNI VESCOVO DI MONTEFIASCONE Sua Ecc. Möns. Luigi Boccadoro 1915 - 14 GIUGNO - 1981 È d a l l o n t a n o 1951 c h e M o n s . B o c c a d o r o è V e s c o v o di M o n t e f i a s c o n e e A c q u a p e n d e n t e . L o e l e v a v a alla d i g n i t à e p i s c o p a l e S u a S a n t i t à Pio XII. Il 25 g i u g n o 1951 l ' O s s e r v a t o r e R o m a n o p u b b l i c a v a : « L a S a n t i t à di N o s t r o S i g n o r e si è b e n i g n a m e n t e d e g n a t a di p r o m u o v e r e alla C h i e s a C a t t e d r a l e di M o n t e f i a s c o n e ed a q u e l l a di A c q u a p e n d e n t e u n i t e in p e r s o n a m , l ' i l l u s t r i s s i m o e R e v e r e n d i s s i m o M o n s i g n o r e L u i g i B o c c a d o r o , P r e v o s t o di S. S i r o in S a n r e m o in d i o c e s i di V e n t i m i g l i a » . « A p r i le t u e p o r t e o c i t t à f a l i s c a , r a d d r i z z a le t u e s t r a d e , a c c e n d i le t u e luci al n o v e l l o P a s t o r e c h e v i e n e a t e coi m i g l i o r i a u s p i c i . A l t r a v o l t a , n e l l ' o t t o b r e 1687, q u a n d o eri t u r r i t a e s o l i t a r i a , v e n n e a t e l ' e m i n e n t e B a r b a r i g o , fig l i o di D o g i e di c o n q u i s t a t o r i ; v e n n e d a l l a l a g u n a v e n e t a a d e b e l l a r e l ' i g n a v i a , l ' e r e s i a , il g e r m e p r o t e s t a n t e , e a l l ' o m b r a della s u a p o r p o r a ti p o p o l a s t i (Segue a pag. 11/ Renato Belardi è il nuovo Sindaco Riteniamo opportuno presentare brevemente ai c o n c i t t a d i n i il n u o v o s i n d a c o , p e r c h è c r e d i a m o c h e n o n sia c o n o s c i u t o d a t u t t i i m o n t e f i a s c o n e s i , a n c h e se r i s i e d e n e l l a n o s t r a c i t t à d a v a r i a n n i . R e n a t o B e l a r d i h a d a p o c o c o m p i u t o 37 a n n i , e s s e n d o n a t o a T e s s e n n a n o il 14 d i c e m b r e 1943. È v i s s u t o a M o n t e f i a s c o n e d a g l i u n d i c i ai q u a t t o r d i - ci a n n i , a v e n d o f r e q u e n t a t o la l o c a l e S c u o l a M e d i a « M a n z o n i » . Si è s p o s a t o c o n la s i g n o r a A d r i a n a G a t t e l l a , figlia d e l l ' e x d i r i g e n t e d e l l a n o s t r a s t a z i o n e f e r r o v i a r i a , ed h a u n a b a m b i n a di n o m e Francesca. È impiegato presso l'Amministrazione Provinciale e da oltre tre anni è segretario politico della locale sezione della D . C . In q u e s t a carica h a (Segue a pag. 3) Festa del Corpus Domini Domenica 21 giugno E la celebrazione cittadina alla quale partecipano tutte le cinque parrocchie con i propri parroci, nonché le Autorità Civili e Miitari della città. E la manifestazione più viva e più sentita perchè Gesù Eucarestìa verrà portato in mezzo al suo popolo. Parteciparci, con fede e devozione, è segno di cristianesimo sentito e manifestato pubblicamente. PROGRAMMA Ore 10,00 Ore 10,45 S. Messa nella Chiesa Cattedrale. Celebra il Vescovo. P R O C E S S I O N E per Via Trento - Rocca - Piave - Piazza - Bixio - Garibaldi - Butinale - Cavour - S. Lucia - Cattedrale. Al termine: Benedizione Eucaristica e S. Messa. pag. 2 LA V O C E LA VOCE DEI LETTORI Pompe funebri... contestate! Necrologi Carissimo e Reverendissimo Direttore, Egregio Direttore, i vostri collaboratori, che su «La Voce» a volte mettono cose inutili, non trattano di cose importanti e di dominio pubblico. Vorrei accennare al trasporto dei nostri cari defunti. Da anni i nostri politici da strapazzo sono legati a questa mafia che può liberamente chiedere prezzi da capogiro, più che a Roma o Milano. Non passa mese che non si assise a un diverbio tra due ditte (se non erro recentemente c'erano dei carabinieri e un nostro politico comunale per mettere fine a una lite sorta tra le parti). È possibile che una persona non possa disporre come vuole nei riguardi di un proprio defunto? Tutti ne parliamo e ne sappiamo tante ma nessuno, dico nessuno, vuol mettere riparo a questo vergognosissimo affare... Queste sono cose da far sapere ài cittadino, perchè prima o poi siamo tutti soggetti. Sono un operaio e mi corregga i miei errori. La saluto. Zunelli Pietro Dio sa se intendo muovere critiche alla Voce per i necrologi che sovente vi appaiono! Sol mi si dia licenza, viste altre lettere, di dar pubblica seppur bonaria... tiratina d'orecchie, a un suo collabpratore, che anni addietro scrisse due necrologi su parallele colonne del periodico. In uno, riferendosi al compianto Cesare Cagnucci, cosi si espresse: «...alla Messa amava essere come il pubblicano in fondo al tempio...» Riferendosi ad Alessandro Bartoleschi: «...alla Messa era sempre in prima fila...». Orbene, se nel primo necrologio la definizione «pubblicano» è esplicita, nel secondo la definizione «fariseo» parrebbe sottintesa. Voglio augurarmi sia stato solo una... distrazione del necrologista perchè Alessandro Bartoleschi era tutt'altro che un fariseo. Ho voluto «puntualizzare» essendo figlio della pignoleria, ma farlo mi è stato anche gradito perchè ho potuto cosi ricordare due care persone che avevo in gran stima, in suffragio delle quali invito gli amici ad una affettuosa preghiera. Lettera firmata. Come stanno esattamente le cose non lo sappiamo. Bisognerebbe andare a vedere il capitolato d'appalto in Comune. Se si vuole cassa di lusso , fiori ecc. per forza vengono fuori prezzi da capogiro... che, credo siano tali anche fuori di Montefiascone. Oggi non è permesso neanche... morire! Mi scusi se ho lasciato le altre parti della sua lettera, erano accuse gratuite che non avevano a che fare con il merito della questione. Alla preghiera si associa di buon grado anche La Voce! Cambia indirizzo! • L'astigmatismo Egr. Dottore, sono andato alcuni giorni fa da un oculista per farmi visitare gli occhi; effettuato il controllo mi ha detto che ho bisogno di portare gli occhiali perché ho un problema in un occhio: sarei astigmatico. Vorrei saperne qualcosa di più. Grazie. Lettera firmata Caro signore, il suo problema è una situazione ottica posseduta da diverse persone; fa parte del gruppo dei difetti di vista e peratnto può essere risolto solo con l'uso di lenti correttive. L'astigmatismo comporta la incapacità di mettere a fuoco esattamente le immagini, gli oggetti vengono veduti più o meno deformati a seconda della gravità del difetto; in pratica è dovuto al fatto che la cornea, che è la prima lente dell'occhio, non presenta lo stesso raggio di curvatura su tutti i meridiani, come dovrebbe, per cui si può dire che è stata costruita male con la conseguenza, come dicevo prima, che le immagini non possono essere messe esattamente a fuoco sulla retina. Per concludere diciamo ancora che tale difetto di vista è presente sin dalla nascita e tale rimane per tutta la vita. È molto importante correggerlo sin dai primi anni di vita in modo che l'occhio abbia la possibilità di vedere bene subito. DOTT. FILIPPO MOCINI Oculista LA VOCE È GRATA Al SUOI SOSTENITORI: Scarpulla Antonio, Angeli Antonio, Perelli Cesare, Perelli Giampaolo, Piergiovanni Vittorio, Baiardo Ida, Carelli Mario, Sanducci Maria, Cignini Settimia, Limiti Maria, Limiti Attilio, Crocetti Margherita, Carelli Bernardino, Lanzi Nicola, Manzi Bruna, Ricco Massimo, Maiucci Anna, Orlandi Francesco, Gianvincenzi Carlo, Marsiglioni Ida, De Matteis Marilena, Brachetti Anna e Italo, Cicoria Giuseppe, Bacchiarri Giuseppe, Morleschi Checchino, Trapè T o n i n o , Ceccarelli P i e t r o , Danti A n n a , Ramaglioni-Ciuchi, Salmistrato Piero, Baglioni Astorre, Del Vecchio Rosita, Peppetti Giuseppe, Stecconi Bruno, Zuattrami Adelio. BENEMERITI: Porroni Eugenio, Commentucci Clara, Sermini Agata, Zerbini Fabio, Chiatti Roberto, Bonelli Rita, Bondini Angelina, Manzi Tommaso, Sartini Rosa, Angeloni Flaviano, Maffei Marisa, Bertollini Iride, Crocetti Catteruccia Rita, Presciuttini Domenico, Fiorentini Marina, Marinelli Emilio, Marinelli Giampaolo, Trapè Carmelo, D. Severi Domenico, Menghini Giuseppe, Lanzi Benedetto, Patrizi Oretta, Zelli Angelo, Marani Annibale, Mezzetti Felice, Bertuccini Luigi, Pezzato Angelo, Fiorucci Paris, Ceccarelli Nicola, Gianlorenzo Antonio, Catasca Irene, Gianlorenzo Rosa, Scoponi Florido, Fetoni Duilio, Onofri Giuseppe, Femminella Maria Luisa, Grassitelli Clara, Frigerio Maria. Egregio Direttore, sono la signora Irma Bellacima, sposata a Franco Ovidi e abito in via Cassia nuova al numero 15. Da qualche tempo sono perseguitata da telefonate e pettegolezzi perchè c'è a Zepponami una donna che si chiama come me e di cui si sono interessati recentemente i giornali e la legge. Io non so di preciso che cosa abbia fatto questa signora, so" soltanto che sono stata investita da un'ondata di interessamenti strani. Qualche sera, AMICI: Carlaccini Agostino, Franchi Sante, come dice mio figlio, il telefono scotta a furia di Moscetti Annella, Ranucci Tommaso, Carelli Piefarlo squillare. tro, Iacoponi Agata e Rita, Purifica Pasquale, Perfino alle dieci e mezza di notte c'è stato chi Cricco Angelo. mi ha telefonato per sapere se avevo emesso assegni falsi. Ho provato a fare una rettifica sul «Tempo». Ci hanno scritto che la Signora Irma Bellacima aveva una omonima (che sarei io) sposata Ovidi. La genAMICI DELLA CATTEDRALE te non ha capito la parola omonima, però ha capito bene il cognome di mio marito e tutti hanno Sono entrati a far parte degli «Amici della Catdetto: «Hai visto se era lei? È perfino OMONItedrale»: Sartini Rosa, L.V., Danti Anna, sposi MA, chissà che reato è?» Cosi il telefono è andato Luigi Zampetta - Rosella Pigliavento; la famiglia in bollore. in suffragio di Anna Crocetti, Dante Vanni. La prego di pubblicare questa mia lettera e speriamo che chiarisca le cose. Altrimenti mi toccherà andare in giro con un OFFICINA cartellone scritto: «Attenzione io sono quell'altra Irma Bellacima». La ringrazio. Cara signora, volentieri pubblico la sua lettera. Alessandro Magno aveva nel suo esercito un soldato che si chiamava come lui. Siccome non si portava troppo bene, gli disse «Cambia nome!» Ma lui era un Re, signora mia, e certe cose le poteva fare. Spero che la sua lettera possa dire all'attenzione della gente «Cambia indirizzo!» LUE Corte J#. + LAVORAZIONE INFISSI IN ALLUMINIO ANODIZZATO E FERRO + MASSIMA PUNTUALITÀ' E PRECISIONE Via Cassia Km. 94 - Tel. 84163 MONTEFIASCONE pag. 3 LA VOCE RENATO BELARDI GLI INCARICHI ALLA NUOVA GIUNTA è il nuovo Sindaco (Seguito da pag. 1) messo in mostra doti notevoli di capacità, di moderazione e di equilibrio, che gli hanno consentito di dominare situazioni difficili e talora scabrose e di attirarsi la stima degli esponenti e della base del partito dello Scudo crociato. Con la scelta della sua persona si è risolta finalmente la crisi comunale, tirata troppo per le Costituito il Comitato Provinciale della Lega Italiana per la lotta contro i tumori Domenica 3 maggio, nell'Aula Magna della Scuola Elementare Statale del Capoluogo, si sono riuniti i soci fondatori, benemeriti ed ordinari della Sezione provinciale di Viterbo della Lega per la lotta contro i Tumori. Hanno preso parte alla-votazione 163 soci. Il seggio elettorale era costituito dai sigg. Rocchi, Bracoloni e Mocini; fungeva da segretario il sig. Cardoni. Al termine delle votazioni, sono risultate valide 162 schede, nulle 1. Sono risultati eletti membri del Comitato provinciale i sigg.: prof. Antelio Ficari con voti 161, prof. Pietro Volpini con voti 152, prof. Alessandro Fioretti co voti 150, prof.ssa Angela Maria Tamburini con voti 149, dr. Antonio Liberati con voti 147, p.a. Marsiantonio Franco con voti 145, dr. Gastone Valeri con voti 143 e sig. Ercoli Salvatore con voti 142. A revisore dei conti è stato eletto il sign. Casentini Marcello con voti 146. I membri eletti dal Comitato, integrati con i membri di diritto, si riuniranno quanto prima per procedere all'elezione del Presidente ed iniziare lo svolgimento del programma di attività già stabilito. PERSONAGGIO DEL MESE SfM/QA/O "J7 LEGA/O, /l formo è ill suo reg-vc lunghe da rivalità eccessivamente accese; si sono imposti all'attenzione dei consiglieri del gruppo di maggioranza l'energia, il buon senso e l'equilibrio, che contraddistinguono l'operato di Renato Belardi. A lui manca forse l'esperienza, essendo passato direttamente da neo-consigliere a primo cittadino, ma l'impegno e l'entusiasmo con cui si è messo al lavoro sin dal primo giorno sono ampia garanzia per il successo del suo mandato. Di lui dobbiamo segnalare un'iniziativa veramente valida: il fatto cioè di stare a disposizione della cittadinanza dalle ore 9 alle 13 di ogni lunedi, mercoledì e sabato. Questo contatto diretto con il pubblico gli permetterà di conoscere a fondo i problemi individuali e collettivi dei cittadini e di risolverli nei limiti del possibile con tempestività. Al Sindaco Belardi non mancheranno difficoltà e forse queste non verranno soltanto dallo schieramento dell'opposizione comunista, socialista e missina. Ma la sua intelligenza, la sua serenità, il suo buon senso, la sua abnegazione e la sua onestà pensiamo che siano tali da metterlo in condizione di fargli superare ogni ostacolo e di fargli conseguire con la collaborazione della Giunta, della maggioranza consiliare (e, perchè no?, della minoranza se saprà ben operare) e di tutta la popolazione quegli obiettivi che è interesse della cittadinanza raggiungere. Al neo-sindaco Belardi «La Voce» rivolge perciò le sue felicitazioni e formula fervidi auguri di buon lavoro a beneficio della nostra Montefiascone. Festa di S. Margherita La festa patronale di Montefiascone si avvicina. Mentre i festeggiamenti religiosi non danno pensiero sul piano economico, i festeggiamenti civili terminano ogni anno con un grosso deficit. Lo scorso anno il deficit è stato di L. 700.000. Vorremmo sperare che quest'anno la popolazione comprenda che non è più possibile fare le feste dando le 500 o le 1000 lire. Vanno bene per comprare «bruscoline» non per organizzare festeggiamenti degni della Patrona e di Montefiascone. La festa è nostra, se la vogliamo degna della nostra città basta essere un po' più generosi. Diversamente... dobbiamo accontentarci di poco! Nuova L a n u o v a G i u n t a c o m u n a l e di M o n t e f i a scone si è riunita per la p r i m a volta al fine di assegnare la varie deleghe degli assessori. Questi gli incarichi a f f i d a t i dal sindaco Ren a t o Belardi ai c o m p o n e n t i della G i u n t a m o nocolore DC: Maurizio Minciotti: Vice Sindaco - A f f a r i generali - P u b b l i c a Istruzione - Sanità e Assistenza - Polizia U r b a n a e Nettezza U r b a n a . Mario Moc.ini: A g r i c o l t u r a - Servizi di C a m p a g n a - Frazioni - Strade rurali - Caccia e Pesca - C o m i t a t i di q u a r t i e r e . Augusto Angeloni: Servizi tecnici - A c q u a - M a t t a t o i o - Servizi veterinari - C i m i t e r o Patrimonio. Pietro Scoponi: Lavori Pubblici. Ottaviani Angeli: Personale - Bilancio e Finanze - C o m m e r c i o , Industria e Artigianat o - T r a s p o r t i -Polizia a m m i n i s t r a t i v a . Luciano Femminella: Urbanistica - Luce Sport e t u r i s m o . Il Sindaco Belardi è a disposizione in C o m u n e , dalle 9 alle 13 di lunedi, mercoledì e s a b a t o m e n t r e il Vice Sindaco Minciotti è presente, con lo stesso orario il m a r t e d ì , giovedì e venerdì. Approvata la variante generale al piano regolatore generale Con deliberazione della Giunta Regionale 25 novembre 1980, n. 5215 è stata approvata la variante generale al piano regolatore del territorio del nostro Comune. La Commissione di controllo sull'amministrazione regionale ha consentito l'ulteriore corso in relazione alla deliberazione della Giunta regionale n. 121/81 nella seduta del 25 febbraio 1981. ANAGRAFE CITTADINA N A T I : Marziantonio Benedetta di Rinaldo e Cappuccini Carla; Paolo Micheletti di F e r n a n d o e Scoparo Sandra; Maurizio Nencione di Massimo e Pannucci Fernanda; Francesco Lanzi di Vincenzo e Luzzi Silvia; Danilo Cevolo di G i a n f r a n c o e Trapè Giuseppina; Manuela Zieo di Alvaro e Concelli maria Assunta; Guido Ferruzzi di Ferruccio e O n o f r i Maria Pia. MORTI: Giralico Paolina, 48 - Vanni Dante, 60 - Galli Iolanda, 75 - Mocini A n n a Felice, 80 - Castellani Cesare, 81 - Crocetti A n n a , 81. MATRIMONI: Bellacima Virgilio - Menghini Maria Gianvincenzi Carlo - Bartolozzi Rosanna Pagliaccia Roberto - Pigliavento Laura Lozzi T o m m a s o - Starnini Fabiola Ambrosi Giovanni - Capoccia Margherita Z a m p e t t a Luigi - Pigliavento Rosella Ribeca Roberto - Martini Livia Danti Vincenzo - Bonelli Rita. Officina Meccanica (Già Officina - Garage GIUSTI) DI P E R I C L E NAPOLI e G I U S E P P E MENGHINI AUTORIZZATA FIAT E LANCIA Riparazione di qualsiasi automezzo V i a A n d r e a Z e r b i n , 4 - Tel. 86.000 Disegno di ZELINDO GIANI.ORENZO MONTEFIASCONE LA VOCE pag. 4 Un'ospedale poco... ospitale Un medico, al quale avevo fatto notare che la stampa non si poteva continuamente occupare dei problemi ospedalieri, è uscito con questa affermazione, per certi versi sconcertante ma realistica: «Bene o male, per Montefiascone, L'Ospedale è l'unica industria». È questa una constatazione piuttosto amara, ma che rispecchia, fondamentalmente, la verità. Infatti a Montefiascone, uno dei maggiori centri della provincia, non esiste una realtà produttiva o di servizi che dia lavoro a centinaia di persone e che, allo stesso tempo, sia al centro di interessi politici, sociali, sindacali come, in effetti, è l'Ospedale. Non passa giorno, d'altra parte, che medici, infermieri, operai che operano all'interno dell'Ospedale falisco, non denuncino a chiare note, i più svariati problemi che attanagliano la struttura sanitaria locale, sia dal punto di vista logistico che funzionale in genere. L'ultima denuncia viene dal reparto di radiologia dove gli addetti, dal primario al tecnico, sono costretti ad operare in locali inadatti e con strumentazioni fatiscenti e carenti. Una sola macchina per le rilevazioni radiologiche è tutt'ora in funzione nel reparto con le conseguenze facilmente intuibili: lentezza, imprecisione, ripetizioni, blocchi improvvisi e via di questo passo. A soffrire di questo stato di cose è, come al solito, l'assistito il quale — il più delle volte — deve subire una lunga lista d'attesa sia prima che dopo i raggi e se avesse urgenza di una cura conseguente alla diagnosi radiologica, il suo male deve «pazientare». Anche l'organico del reparto radiologico non è certo soddisfacente, poiché i pochi addetti debbono sobbarcarsi da doppi turni ed essere, comunque, sempre disponibili di modo che il loro lavoro è diventato stressante. Il reparto di radiologia è ubicato al piano terreno del vecchio edificio ospedaliero, dove l'umidità e la muffa sgretolano le pareti e la salute degli operatori. Il reparto medicina è da lungo tempo «sotto-sopra» per lavori di ristrutturazione e la sua capacità ricettiva ne risente pesantemente. Più oltre troviamo la divisione di chirurgia (se Sparta piange, Atene non ride), problemi logistici ce ne sono eccome nel reparto di ostetricia e ginegologia e anche la struttura operatoria non è che possa ritenersi altamente attrezzata e nel pieno dele sue possibilità. Se poi volgiamo lo sguardo alla nuova ala dell'Ospedale allora dobbiamo rilevare la miopia e l'imperizia di chi ha condotto in porto un lavoro «senza testa»: basti dire che la nuova ala è separata dalla vecchia e che le due strutture non sono intercomunicanti. Malapenna L'AZZURRO SI ADDICE ALLA FIAMMA ALTO LAZIO Dal 1976 al 1979 la Fiamma Alto Lazio di Montefiascone ha dominato le scene dell'atletica leggera nazionale categoria «ragazze», ma mai era riuscita, benché l'avesse tentato più volte, ad arrivare oltre confine. Dal 1979 l'altetica era andata in ribasso, ma subito, al suo posto, (a soli 10 giorni dalla sconfitta di Bari) era andata la «Ginnastica Artistica» aggiudicandosi il titolo nazionale per la categoria «Allieve» (4/11/1979). Nel 1980 ben poco si è sentito parlare della Società biancoverde, poi, all'improvviso, il colpo grosso: la Fiamma Alto Lazio è la squadra italiana destinata a partecipare al Festival internazionale Ginevrino di Ginnastica Artistica 1981. E cosi è stato! Il 12 maggio le ragazze di Montefiascone hanno lasciato i colori della Società, si sono vestite di «azzurro» e sono partite per la Svizzera. Otto ragazze di Montefiascone, otto ragazzine tra 11 e 15 anni che abbiamo visto crescere sotto i nostri occhi giorno dopo giorno, hanno rappresentato, in terra straniera, la ginnastica artistica italiana. Un onore che tocca a pochi! Ma le nostre ragazze hanno saputo essere all'altezza della situazione! Consapevoli di non poter battere avversarie di rango come: Suzanne Amann, Angelika Schult e Martina Kaiser, hanno lavorato per mesi in silenzio, tenendo fede al motto virgiliano: «Labor omnia vincit improbus» ed, al momento decisivo, hanno saputo reggere il confronto! Hanno perso, è vero, ma hanno saputo perdere a testa alta, fra gli applausi dello sportivissimo pubblico elvetico che non ha lesinato manifestazioni di simpatia nei loro confronti. Le stesse ginnaste rossocrociate hanno stretto con le nostre «Azzurrine» un'amicizia che è andata oltre le mura della palestra, quell'amicizia che nasce dalla reciproca stima, dal comune sacrificio per lo sport e che non conosce i confini delle nazioni. Ma veniamo ai dati tecnici: la nostra Squadra è sempre stata battuta, ma le nostre ragazze hanno saputo, in ogni occasione, dare il meglio di loro e difendere con orgoglio i colori italiani. Vediamo ora qual è stato il miglior risultato ottenuto da ogni ragazza ad ogni attrezzo ed il miglior punteggio complessivo nelle tre gare: Silvia Chiovelli Teresa Fossati Gigliola Giraldo Katia Lo Giudice M. Rosaria Lo Giudice Cinzia Ovidi Daniela Scarponi Rita Scarponi Suolo 6,90 7,70 7,35 6,85 infortunata 7,00 7,50 7,25 Cavallo 6,90 6,80 6,90 6,40 Trave 7,00 7,05 7,00 6,20 Parallele 6,80 7,05 6,55 6,90 Compless. 27,00 28,55 27,60 26,30 6,35 6,80 6,20 6,50 6,70 6,40 6,40 6,70 6,50 26,40 27,60 26,10 Punteggi che possono apparire bassi, ma si deve considerare che non sono dati in base agli esercizi obbligatori dei Giochi della Gioventù, o di una gara regionale, ma ad esercizi di libera composizione che dovevano contenere difficoltà di un certo livello e che venivano giudicati in base al Codice di punteggio internazionale, quello stesso che si usa alle Olimpiadi con il quale solo ginnaste come la Korbut e la Comaneci raggiungono la media del 9 e qualche volta... neanche loro. Le nostre ragazze non sono certo al livello di simili campionesse, ne hanno la loro esperienza in gare internazionali; poi, se si pensa agli attrezzi su cui si sono allenate, alla mancanza dei tappeti e degli altri sussidi necessari per l'assistenza all'acrobatica sia agli attrezzi che al suolo beh! allora non possiamo dir loro che «bravissime» per essere riuscite a limitare al minimo la sconfitta contro ginnaste di notevole livello tecnico, di grande esperienza internazionale e che hanno a disposizione per la loro preparazione impianti ed attrezzi FAVOLOSI. È stata la prima esperienza, da tutti giudicata positiva, ciò ci autorizza a pensare ed a dire: «L'azzurro si addice alla Fiamma Alto Lazio!». Ora altri impegni internazionali attendono le nostre ragazze: primo fra tutti quello che porterà le Svizzere in Italia. L'incontro dovrebbe svolgersi il 15 aprile 1982, a rigor di logica, a Montefiascone, ma se la nostra Città non fosse in grado di offrire alle nostre ospiti un impianto almeno decente, la Direzione Tecnica della Società bianco-verde chiederà l'autorizzazione a svolgere altrove l'incontro. È un po' il momento della verità; vedremo ora, infatti, se son vere le promesse delle autorità comunali, se veramente intendono dotare Montefiascone di veri impianti sportivi (quale migliore occasione per cominciare?) o se sono le solite promesse fatte «troppo grosse» per non poterle mantenere. Sportivetto Licenziato dalla USL il Prof. Garinei È una decisione definitiva? Il Prof. Renato Garinei, primario chirurgo e direttore sanitario dell'Ospedale di Montefiascone, è stato sollevato dagli incarichi dal Comitato di Gestione della USL VT/1, con una decisione «a sorpresa» dopo che lo stesso sanitario aveva scelto — a richiesta della USL — di rimanere al suo posto oltre i limiti d'età. La lettera di licenziamento è giunta al Prof. Garinei del tutto inattesa, stante appunto, certi accordi intercorsi tra lui e la struttura sanitaria, nei quali era chiaramente prevista la sua permanenza presso l'ospedale falisco per molti altri anni ancora. Lo stesso illustre clinico che, sia detto solo per amore di verità, gode una gran fama di valente chirurgo oltre i ristretti confini comunali e provinciali (molti pazienti vengono da Roma per farsi operare dal prof. Garinei nell'Ospedale di Montefiascone), è restato a dir poco sorpreso dalla decisione della USL VT/1. Il licenziamento non era previsto dall'interessato, tanto che il medesimo, in questi ultimi tempi e avvicinandosi all'età della pensione, aveva rifiutato prestigiosi incarichi offertigli da cliniche private, proprio per aver scelto di rimanere nella struttura pubblica. La notizia dell'allontanamento del prof. Garinei dall'Ospedale di Montefiascone non mancherà di suscitare sorpresa e disapprovazione da parte di coloro, e purtroppo sono tanti, che hanno beneficiato dei suoi interventi o erano in attesa di essere da lui operati. Non sappiamo se la decisione della USL VT/1 che, peraltro riteniamo dettata dalla legge o comunque da una autorevole sua interpretazione, sia definitiva o lasci qualche spiraglio ad un ripensamento. Certo non è fatto positivo per la popolazione del comprensorio, rinunciare alla provata professionalità del prof. Garinei, che è ancora nel pieno delle sue posibilità operative, soltanto perchè un «cavillo burocratico» gli impedisce di continuare nella sua opera gratuita per l'utenza e di prestigio per l'ospedale. Umberto G. Ricci NOTA - Proprio in concomitanza con la notizia del licenziamento del prof. Garinei, la famiglia Balestra ci prega di ringraziare pubblicamente l'illustre chirurgo per le cure prestate al proprio congiunto geom. Girolamo Balestra, papà del nostro ((fotoreporter» Goffredo. Il Sig. Balestra, molto deluso della situazione di tutti gli ospedali romani, ha preferito venire a Montefiascone per farsi operare dal prof. Garinei. Da noi ha trovato oltre alla bravura anche il tratto umano di tutta l'èquipe chirurgica medica e paramedica. pag. 5 LA VOCE 'L cassone p 'aggelà la ciccia di GIZER Maria - Eh me ne frego che me dite! Rosa - E manco sò parabbele queste che v'aricconto! M - '1 ferro pe' stirà l'ha fatto? R - O Madonna e che dite: nache ce n'ha tre... M - Tutte lètreche? R - Tutte lètreche! Ve l'ho ditto: lièe si nun adè robba lètraca nu' la fa. Pure la guperta mal letto adè lètraca, e pure la scopetta pe' lucità le scarpe, e pure la spazzolina pe' spurà le dente. M - Quella pòe adè 'na zozzaria. Diteme 'n pò voe: che sarèbbe a strefolà le dente co' quell'onguento bianco ch'adora de mentuccia. La prima volta che le comprettono le mie, io credìo eh'adera robba pe' magnà e le mese sul pane. Al primo mozzoco me s'arivultaca lo stomaco che anco' caccio fora. Pe' spurà le dente le sapete che ce vòle? La saliva! R - V'ete raggione da venna. Loedè mal letto: ci hanno la tilisione e l'aradio. Anseppite 'n bottone scappa su la tilisione, anseppite 'n antro bottone scappa su l'aradio. Anseppite 'n antro bottone s'anguattono tutt'a due e nu' le vedete più. La porta 'nco' l'oprono co' la cúrrente co' 'n bottone da su a casa. E p'arisponna man cheduno che sona jò a la porta, adanno '1 telefono. E pe' scopa la casa adanno un barlozzetto co' le rote, lètroco, che suga tutte le zozzarie che sò la per terra. E ete da sta' coll'occhie belle sbarre che si ve passa vecino angollisce pure ma voe. M - la màgana pe' cuci, ce l'ha? R - Ce l'ha, avoja si ce l'ha. Quella anco va co la cúrrente. E pe' lavà le piatte lièe le mano nu' le logra perchè ete da fa' conto che ci ha la serva. M - La serva? R - Si, ci ha come 'na cristialleretta do' ce serra piatte, stufarole, ansomma tutta la robba sporca e doppo 'n pò l'oprite e 'sta robba adè lavata che ve ce potete specchià. Pure quella va co' l'aletraca. M - Me dole la capoccia a sentivve di 'sti cose! E diteme 'n pò donqua va tutto co' la Lètraca? R - Tutto. Anfinanta al rasoro pe' fa' la barba de lui, e un barattolo che solfia l'aria calla de lièe che ciasciutta le capelle e un pitale che mette su la capoccia pe' fa' le ricce. M - E doppo che ci ha più? R - La màgana pe' lavà le linzola e l'altre panne. M - Lètraca? R - Lètraca! E doppo '1 forno, la maghenetta pe' le rocchie, '1 cucchiaro pe' sbatta l'òo mal fijo, le mojette pe' spaccà la noce, tutto lètroco, tutto lètroco! E pòe mo quanno faranno scoppià le bomme atoneme jó a Montalto, che lièe nun vede l'ora perchè de lètraca ce sarà pe' subbonnà '1 monno, vò fa' '1 pianatoro 'nco'. M - E ch'adè 'sto pianatoro? R - Adè come un casaletto che voe ce pianate drento e acagno de pianà, dimo, la scalata, v'annorca e ve straporta mal piano di sopra senza mòa piede. M - E que addaero nu' l'io anteso mae. O che te pije 'na paralese mal maghetto, mo pure '1 pianatoro! R - E si nònne! Lièe dice che nun ce l'ha gnuno apposta le vòle fa'. Lièe, nu' le sapete, vòle essa la sopriora de tutte le cose. M - Loedè, si ria a fallo lièe 'sto pianatoro, volete scommetta che doppo le fanno tutte? Abbasta che prencipia uno che tutte jè currono dirèto come le pecure. '1 monno adè accosi. R - Io, presempio, èsso se fa pe' discurra, io mica ce starèbbe sapè man quela casa, arèbbe paura... M - Paura de chè? R - Arèbbe paura de mori. Voe ete da veda quanno che c'è un temporale che sfiaccolate là per casa, pare la sea de le fòche de Santa Margherita! M - Santa Barbara benedetta! R - Capirete con tutte qui file e tutte qui maghenarie, si casca 'n trono mellì vecino, robba Diocioguarde che s'ancennarisciarebbono pure le mure! Le sapete che manco le sorce ce sónno più manco le mosche e le ragne, nache sò morte tutte fulmenate... M - Diteme 'n pò: si presempio jè va via la lètraca come fanno? R - Sò ruinate! Jè se férma tutta la casa come 'n cristiano che iè presa 'na paralese. Quanno '1 vento sdradichètte le passone, jè tocchètte sta' tutto '1 tempo che nun c'era la lètraca, ma la grotte de la Marianna, col fòco appiccio a magnà la robba ma le scatele e a bubbolà, che bastà 'n antro giorno ch'aderono morte tutte, quant'è vero che c'è 'sto Sagro Core ampiccato mal muro! M - Troppe fregne, troppe fregne in oie! Ma le sapete ch'adè che le fa sollazzà? Le quatrine! Capirete: tra '1 vecchio, la vecchia e quello giuenotto nache pijono diece o undece pensione, mo dice che pure lièe ha fatto dimanna de pensione pe' le nerbe. E jele danno, sapè, che ormae hanno tròo '1 furo... R - Benanche ch'adà trent'anne jè le danno listesso, che me pare de veda che in oie sò più le gioene a pijalla che le vecchie. Apposta ma però '1 guerno fallisce, butta là le quatrine a bracciate come quanno se da' la papara mal porco! M - E allora lue: fa '1 muratore e pija nache sessantamila lire al giorno, donqua diteme voe si se le pònno cavà tutte le sfrenate voje! R - Propio! E mo jè manca de fa' le dente lètreche e poe ci hanno nnicosa. Giusto m'ero scordata del casone... M - Chène? R - Si vedete hanno fatto 'n casone p'aggelà la ciccia che tiene quante 'na tina! Mica '1 frigorifoco, sapè, quello ce l'hanno da mo! Que adè un cassone e mellì la ciccia s'aggela che dienta tosta come 'n sasso. Allora, famo conto, alleono le pollastre e quanno so' rie l'ammazzono tutte assieme, le peleno e le metteno jò ma 'sto cassone pe' magnalle quano jè pare. M - Pòre bestie, apposta '1 pollaro nnitanto adè vóto. Ecco perhè '1 gallo nun se sente cantà più, donqua jànno leato la scròzzala! Ma sa che dico: nun sarèbbe mejo si le magnassono uno a la volta fresche? R - È quello che dico pur io. Ma noe nache starno zitte che dicono che nun capimo! M - Ma però sento che la fija cicina 'sti giorne cerca '1 gatto, «micio, micio» e '1 micio nun se vedia più. E dò adè e dò nu' adè, pe' falla curta chisà come fusse, '1 pòro micio lo troèttono stinchito drento a 'sto cassone, coll'occhie di fora ampietrite, verde come '1 ramato, che pe' sdiggelallo jè ce volse da tenello mal sole 'na sittimana. R - Ma chè...jè s'arinvioli? M - Ma me cojonate che 'na donna vecchia come voe sa da fa' sti dimanne! Ve dico ch'adèra un candelotto de gelo, poarino, come la fontana de piazza al mese de gennaro. Quela fijetta, pòra d u ca, anco' piagne... M - M'arincresce pel gatto, pòra bestiola, c'iono da cascà loro a crocche ritte jò drento ancagno del gatto, almeno s'arifrescaono '1 ciarvello che a forza de contà le quatrine jè frie come 'na padellata de patate! Gizer NOTA DI AGRICOLTURA I fitofarmaci S e m b r a che il 4 0 % di p r o d u z i o n e agricola sarebbe conteso dalle erbe infestanti, dalle malattie crittogame e dagli insetti. P e r rimediare a ciò, la scienza viene i n c o n t r o a noi agricoltori, con diversi p r o d o t t i chimici. Infatti nei negozi che v e n d o n o p r o d o t t i per l'agricoltura, t r o v i a m o f i t o r m o n i , biostimolanti, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, nelle f u n z i o n i sistemiche e selettive. .Ma attenzione! Queste diavolerie si c h i a m a n o Fit o f a r m a c i cioè medicine delle piante: quindi ci vuole il d o t t o r e che p r i m a visita le piante, poi prescrive le medicine e d à indicazioni di c o m e v a n n o usate e quindi l'agricoltore esegue la c u r a . P e r ò bisogna r i g o r o s a m e n t e rispettare le dosi perchè per uccidere u n a m o sca, basta un pitolo n o n u n a c a n n o n a t a ! Q u a n d o noi s t i a m o male ed il medico ci prescrive u n a scatoletta di pillole, s a p p i a m o che d o b b i a m o prenderle u n a alla volta e non sog n a m o n e p p u r e di prenderle tutte insieme per ottenere, m a g a r i , maggior e f f e t t o . Cosi quando adoperiamo i fitofarmaci, dobbiamo avere e s a t t a m e n t e le stesse precauzioni, ris p e t t a n d o a n c h e le indicazioni e avvertenze scritte in m o d o evidente sulle confezioni. Altra cosa necessaria è rispettare il p e r i o d o di carenza. Per esempio un o r t o l a n o che ha i « p u r c i o n i » sulle fave, n o n impiegherà mai fit o f a r m a c i sui p r o d o t t i che p o r t e r à al m e r c a t o il g i o r n o d o p o o d o p o d u e o tre giorni. Vuol dire avvelenare la gente! I cacciatori si l a m e n t a n o della distruzione della selvaggina per o p e r a dei f i t o f a r m a c i , m a la colpa maggiore è di chi li a d o p e r a in m o d o e r r a t o ; e se il cacciatore è agricoltore, p u ò darsi che il d a n n o l ' a b b i a f a t t o lui stesso se n o n h a a d o p e r a t o i f i t o f a r m a c i con la dov u t a c o m p e t e n z a ed a t t e n z i o n e . Chi usa tali p r o d o t t i deve, per legge, aver s o s t e n u t o positivamente un esame sui presidi sanitari, aff i n c h è possa applicarli con c a p a c i t à , responsabilità ed accortezza. Ricordiamoci sempre che le piante s o n o esseri viventi e v a n n o trattate con rispetto insieme agli animali utili grossi e piccoli che le f r e q u e n t a n o , perchè sono vita per le piante stesse, lanche l'agricolt o r e deve tenere sempre presente l'ecologia la quale n o n è altro che la convivenza di tutti gli esseri viventi, l ' u o m o per p r i m o , con l ' a m biente che li c i r c o n d a . E l'agricoltore è il maggior ecologo, quindi deve sempre aiutare le piante, n o n forzarle nè violentarle ed anche ucciderle, od avvelenare i f r u t t i che sar a n n o mangiati da adulti e b a m b i n i . Eseguire u n a lotta guidata e solamente nei periodi stagionali e nelle ore del giorno a d a t t i . A g e n d o cosi a v r e m o s e n z ' a l t r o dei vantaggi pratici ed economici e n o n m e t t e r e m o a repentaglio la vita di nessuno, n o s t r a c o m p r e s a . N o n per niente sui p r o d o t t i di I a classe è impresso un teschio in m o d o ben visibile! M a a n c h e un p r o d o t t o di 4 a classe se d a t o in dose eccessiva p u ò diventare di I a classe! Sempre a Vostra disposizione t e l e f o n a n d o nel pomeriggio dalle 17 alle 19 al n . 222330 (ventidueventitre-trenta). Gi m beri o LA VOCE pag. 6 » Set. REFERENDUM N. 1 REFERENDUM N. 2 REFERENDUM N. 3 REFERENDUM N. 4 REFERENDUM N. 5 Ordine pubblico Ergastolo Porto d'armi Aborto «Radicali» Aborto «Movimento per la vita» SI NO Bianc. Nul. SI NO Bian. SI Nul. - NO Bian. Nul. SI NO Nul. SI NO Bian. Nul. 1 61 424 64 18 58 439 58 12 58 441 53 15 43 439 71 14 245 251 50 21 2 74 457 38 21 60 471 43 16 55 472 44 19 45 475 49 21 267 269 40 14 3 43 333 21 6 46 333 20 4 39 338 21 5 25 345 28 5 161 213 13 16 4 83 480 43 20 83 488 39 16 70 504 37 15 49 512 44 21 189 380 32 25 5 62 362 34 8 55 370 31 10 42 379 . 38 7 45 364 46 11 143 279 33 II 6 36 482 29 20 68 454 30 15 37 486 30 14 29 486 37 15 88 441 26 12 7 38 365 44 11 58 352 38 10 45 361 39 13 41 360 44 3 82 318 42 16 8 49 287 48 15 35 301 47 16 28 307 50 14 33 295 65 15 97 237 52 13 9 67 401 54 21 51 424 47 21 47 428 49 19 32 423 58 15 114 361 50 18 10 50 460 27 19 49 463 26 18 39 479 19 19 32 476 25 22 109 398 21 28 II 69 409 26 11 69 415 17 14 58 431 19 7 49 432 23 11 167 317 10 21 12 77 392 33 18 59 421 23 17 52 429 24 15 36 434 31 19 133 341 28 18 13 63 409 36 ' 27 65 409 39 22 42 431 41 21 49 399 58 29 88 374 46 27 14 67 250 58 26 47 267 65 22 51 259 68 23 39 267 74 21 101 218 55 27 15 49 403 24 13 52 402 24 11 41 415 22 11 37 405 27 19 119 331 20 19 16 26 274 45 II 35 270 42 9 38 269 39 10 32 272 41 11 62 250 36 8 17 45 330 27 27 25 352 28 24 22 355 31 21 32 336 34 27 55 314 30 30 18 45 393 32 17 61 381 30 15 60 390 24 13 39 401 16 31 137 304 26 20 1004 6911 683 309 976 7012 647 271 824 7174 648 261 687 7126 726 330 2357 5596 610 344 To(. IL C O R P O E L E T T O R A L E F A L I S C O SI È ESPRESSO P E R IL « N O » C O N M A G G I O R VIGORIA D E L L ' E L E T T O R A T O N A Z I O N A L E . CE LO D I M O S T R A IL S E G U E N T E PROSPETTO: Elettorato Nazionale Elettorato falisco Referendum NO SI NO SI 1) 2) 3) 4) 5) Bian. Ordine pubblico Ergastolo Porto d"armi Aborto (radicali) Aborto (Mov. per la Vita) 12,68% 12,21% 10,30% 8,79% 29,64% 87,32% 87,79% 89,79% 91,21% 70,36% 14,8% 22,7% 22,7% 11,5% 32,1 85,2% 77,3% 77,3% 88,5% 67,9% L o scarto maggiore si presenta nel 2° r e f e r e n d u m ((abolizione dell'ergastolo) in cui la d i f f e r e n z a tra la percentuale nazionale e quella ocale è di oltre 10 p u n t i . Lo scarto m i n o r e si t r o v a nel 1° r e f e r e n d u m (abrogazione della legge Cossiga sull'ordine pubblico): la d i f f e r e n z a è di a p p e n a il 2 , 1 2 % . Troppi voti non validi L'altissimo numero delle schede bianche (oltre 600 per ogni referendum) dimostra chiaramente il disorientamento di tanti elettori falisci; addirittura nel 4° referendum (aborto proposto dai radicali) il numero delle schede bianche (726) ha superato di 39 quello dei SI. Il notevole numero delle schede nulle (una media di 300 a referendum) denota la disinformazione di molti elettori, che non si sono saputi districare tra tutte quelle schede di colori diversi. Ne ha subito le conseguenze soprattutto il 5° referendum (quello sull'aborto proposto dal Movimento per la Vita), le cui schede oltre tutto erano di un colore che proprio verde non si può dire, specialmente alla luce delle lampade. Quanti hanno votato Gli elettori falisci erano 10.049, di cui 4896 maschi e 5153 femmine. Hanno votato 8907 (88,63%), di cui 4412 maschi (90,11) e 4495 femmine (87,95). È stata cosi superata di ben 9 punti la media nazionale. AMAREZZA E SERENITÀ Scrivendo queste brevi note di commento ai risultati dei referendum, ci sentiamo pervasi da un senso di amarezza. N o n siamo riusciti infatti a far comprendere a tanti nostri lettori il valore primario della vita e la gravità di quella piaga sociale che è l'aborto, che il Movimento per la Vita voleva ridurre in termini accettabili, non certo ricacciare nella clandestinità. Dunque la legge 194 rimane, ma un elettore su tre ha espresso con il suo voto la necessità che lo Stato intervenga seriamente per non consentire che l'aborto diventi un semplice strumento di contraccezione. A prescindere dal risultato del referendum, l'aborto era e rimane una tragedia. Ma all'amarezza si accompagna la tranquillità della nostra coscienza. Questo giornale, in coerenza con le proprie idee, ha combattuto onestamente la sua battaglia. Il successo non ci ha arriso, ma la soddisfazione di aver lottato per una causa giusta ed umana, a difesa di un essere innocente ed indifeso, lenisce la nostra amarezza per la sconfitta e ci fa sentire sereni. D'ora in poi i cattolici veri, non quelli tali solo all'anagrafe, sono ancor più impegnati nel sostenere una cultura per la vita. LA VOCE pag. 7 9 MAGGIO 1971- 10 MAGGIO 1981 20 MAGGIO 1971 - 7 GIUGNO 1981 Intervista all'allenatore sul prossimo futuro della S.S. Tutto Sport Pallavolo Montefiascone. Da circa un mese c'è stata la Prima comunione. A voi il Signore non ha chiesto il sangue. Ma la viFesta, grossa festa. ta si! Santa Margherita pareva una serra, tanti erano i Una vita spesa nel bene, pura da ogni peccato. fiori. Era una bellezza. Una difesa forte della Fede, con l'esempio contiFoto, tante, fino a disturbare. nuo di vivere quello che dicevate di credere. Poi pranzi. Alcuni familiari, fatti in casa in una E soprattutto, un attaccamento eroico alla Verità bella e gioiosa intimità. Bravi! che ci viene da Pietro, anche quando la cultura laica Altri nei ristoranti, dove sono corsi fiumi di dena- cerca di imbaccuccarvi con idee mortifere, allontaro. Qualche pranzo deve aver superato il milione. nandovi dalla Parola eterna con falsi e poveri ragioLa cosa più bella e commovente, era la presenza di namenti, mettendo in voi il disprezzo alla parola del trenta meravigliosi fiori, sparsi per i banchi della Papa. Cattedrale. Erano più belli della nostra bellissima Carissimi, un atto di coraggiosa autocritica: siete chiesa; più preziosi di tutte le chiese del mondo. Testimoni di Cristo, o dei Giuda? Trenta visetti puliti e sorridenti, trenta bambini anPer voi, come per quelli che dieci anni fa hanno ricora innocenti. Trenta rose appena sbocciate, che cevuto per la prima volta il Signore, una giornata per Gesù ha profumato con la sua presenza. rivivere i vostri impegni di cristiani. Quasi tutti i bambini hanno avuto un incontro col Il 7 giugno, Pentecoste, compleanno della Chiesa, Signore molto sentito. alle 11 celebreremo una S. Messa in Santa MargheriC'erano anche i loro genitori. Molti si sono prepa- ta; ed il 5 alle 8 serali c'è una piccola preparazione rati a quel gran giorno, e forse per alcuni è stata co- nella Chiesa di Sant'Andrea. me una nuova e bella Prima Comunione. Sarà per ricominciare daccapo se ce ne fosse bisoMentre guardavo quei bambini innocenti, la mia gno; o per rinovare l'entusiasmo di essere cristiani, se mente andava lontana nel futuro. Che sarà di loro la Fede non è scomparsa ma solo un po' malaticcia. tra dieci anni? Dio voglia che troviate la forza per vivere da adulti Saranno ancora cosi puliti e spontanei, senza malila vostra Fede. zia? E Dio voglia che le Prime Comunioni e le Cresime Saranno degli innamorati di Gesù, fedeli a Lui, non siano più un'abbuffata, ma impegni seri per tutesempio di vita cristiana, o dei poveri Giuda quando ta la vita. diventeranno giovanotti e ragazze? Su un ricordino di Prima Comunione del 1971, Allora mi è venuta alla mente un'altra Prima Couna bambina scrisse: beato chi ama il Signore, e munione, quella del 9 maggio 1971. Anche allora cammina nelle sue vie, ed in Lui si rifugia. erano trenta visetti senza malizia. Eccoli: Andreani Rifugiati nel Signore. Lui non ti darà disillusioni, Luciano, Biancalana Stefano, Coldori Roberto, Caperchè per te è morto in croce. relli Stefano, Carini Maurizio, Chicchirichì Duilio, D. Virginio Manzi Danti Consalvo, Delle Monache Marco, Macchioni Roberto, Marignoli Mauro, Menghini Domenico, Monanni Massimo, Patrizi Angelo, Panichi Massimo, Pecugi Armando, Radicati Gianpaolo, Tassoni Giovanni, Valdannini Pietro, Zucchetti Carlo, Ugolini Romano, Pistoni Gennaro, Brachino Angela, Carelli Giuseppina, Crocetti M. Grazia, Mocini Alessandra, Olimpieri M. Gabriella, Presciuttini Rosella, Radicati Stefania, Saleppichi Alessandra, Zerbini Marina, Camicia Giuseppina. Apprendiamo con vivo piacere che il Liceo ArCome sono oggi? Cari giovanotti, care ragazze del 9 maggio, come tistico «TUSCIA» di Viterbo (legalmente riconosciuto) è stato arricchito, a partire dall'inizio del siete oggi? prossimo anno scolastico 1981/82, di un corso reContinuate a nutrirvi del Corpo di Cristo? Vi ricordate delle Parole di Vita che vi feci ripetere golare di Liceo Linguistico che funzionerà con fino alla noia: «chi mangia il mio Corpo vive, chi turno pomeridiano. non lo mangia non vive»? La direzione del «TUSCIA» è pervenuta a queVivete? sta decisione per assecondare le numerose pressanSiete «cristiani», cioè di Gesù? ti richieste avanzate da molte famiglie della ProDice il Signore: chi ama, osserva i miei comandavincia, anche in considerazione del fatto che il già menti. Li osservate, o almeno cercate di osservarli? esistente Liceo Linguistico, operante a Viterbo da Siete persone vive della sua Famiglia che è la Chiesa, o di questa Chiesa (che siete voi) non fate che dir diversi anni, è aperto esclusivamente alle ragazze e non riesce a soddisfare l'enorme domanda di iscrimale, disprezzando la parola dei suoi pastori? Quanto sarebbe bello ritrovare l'innocenza di un zioni. tempo! la richiesta per questo tipo di scuola, che fino ad Provateci, ricominciando a purificarvi nel Sangue oggi non trova equivalente nella scuola statale, è di Cristo con una buona confessione, ed alimentan- infatti in continuo aumento in tutta Italia. Ciò è dovi tutte le domeniche col suo Corpo. Ma dieci anni fa c'è stata anche una cresima. Era il determinato dal fatto che si tratta di un liceo (quinquennale) in cui, accanto ad una solidissima 20 maggio. Eravate pochi nel 1971. Ecco anche i vostri nomi: base di cultura generale, viene sviluppato, a fonIovenitti Susanna, Viola Lauretta, Andreani Lucia- do, lo studio di tre lingue, oltre la propria, costino, Cimarello Luciano, Cimarello Augusto, Grassi tuisce un'enorme ricchezza per lo studente che doLuciano, Mocini Giuseppe, Mezzetti Giampiero, vrà affrontare la vita sempre più ricca e varia di Lanzi Massimo, Pistoni Gennaro. scambi e di relazioni a livello culturale internazioVoi da dieci anni avete ricevuto la pienezza dello nale. Spirito Santo. Per tutte le informazioni rivolgersi a: Liceo LinVói avete promesso a Gesù, ed alla sua Famiglia, guistico «TUSCIA» via Genova, 15 - Tel. 32.735 di essere eroi nella Fede. Quella fede per la quale Margherita, Flaviano, Fe- - Viterbo. licita, Pancrazio, hanno saputo versare il sangue. GIO Era da tempo che meditavamo una cosa del genere, e cosi sapendo che lui ora allena la «S.S. tutto Sport» Montefiascone ho preso la palla al balzo. Tutti lo conoscerete, anch'io, ma non certi particolari. Cosi lo sono andato a trovare e ne abbiamo parlato. La prima cosa che gli ho chiesto è stata quella di parlarmi di lui, insomma una specie di autobiografia riassunto. Ecco quello che ho saputo: Marsilio Fjocchetti, nato a Avezzano il 7/8/1946 è insegnante presso la scuola media di Montefiascone Alessandro Manzoni dal 1971. Mi racconta di aver effettuato un corso di specializzazione per la pallavolo nel 1976 a Senigallia, organizzato dal Ministero per la Pubblica Istruzione. Ha iniziato con la pallavolo nella scuola media, anzi ha portato la pallavolo nella scuola media per precisare, e la squadra è arrivata alle fasi regionali nel 1975; in seguito ha allenato la squadra di pallavolo dell'Assicurazioni Universo. Ora è l'allenatore della «S.S. Tutto Sport». Le mie domande ora riguardano proprio la sua attività di allenatore in questa squadra. D. Il campionato si è concluso, come, bene o maR. 11 campionato di pallavolo ha avuto un risultato positivo perchè è stata la prima volta che al mio seguito ho avuto ragazzi volenterosi e una società seria; infatti non mi è mai accaduto di dover rimandare una partita evitando disguidi con la Federazione Provinciale. Il fatto positivo è proprio questo perchè nelle giovani società succede di rinunciare ai buoni propositi a causa dell'insufficiente organizzazione, e per quanto mi riguarda posso dire che questo campionato si è concluso positivamente. D. Quali sono ora le prospettive per il prossimo campionato? R. Spero che nel prossimo campionato riusciremo a far meglio facendo tesoro dell'esperienza avuta. D. Ha notato delle carenze circa la preparazione atletica? R. All'inizio l'entusiasmo li ha portati ad impegnarsi a fondo, poi il prolungamento del campionato ha causato un rallentamento nella fase di preparazione di qualche giocatore. D. E per quanto riguarda le carenze tecniche? R. Carenze tecniche ce ne sono molte e c'è molto da lavorare perchè i giocatori che abbiamo avuto a disposizione per questo campionato non saranno più tali nel prossimo; quindi dovremo trovare altri schemi, altre prospettive per far giocare la squadra sempre allo stesso modo e al completo. D. Dove vi allenate? R. Teniamo gli allenamenti nella palestra della scuola media Alessandro Manzoni, anche perchè è l'unica. D. La considera idonea? R. Come potrei, dato che non ha misure regolamentari nè in altezza nè in ampiezza? D. Ma non dovreste avere una palestra? R. Ha detto bene, dovremmo, e certamente la squadra ne trarrebbe un enorme vantaggio in quanto siamo costretti al allenarci in una mini-palestra e giocare poi su un campo regolamentare. D. L'Amministrazione Comunale dimostra interesse per la vostra iniziativa? R. L'Amministrazione Comunale dice che saranno risolti ben presto questi problemi con la costruzione di impianti sportivi. D. Potrei parlare di scarso interesse? R. Io non direi di parlare di scarso interesse, perchè il problema sport è destinato ad essere subordinato a problemi apparentemente più gravi, però credo che il problema sport in un paese dovrebbe essere non dico prioritario, ma uno fra i primi si. D. In un prossimo futuro tenterete di ottenere una palestra? R. Io spero, anzi mi auguro di poter disporre di una buona palestra per il prossimo campionato. Al liceo «Tuscia» di Viterbo oltre all'arte le lingue I. M. A. COSTRUZIONI DI Infissi Metallici Alluminio VERANDE PER BALCONI - RAMPE di VERZELLI ALBANO TRAMEZZATURE INTERNE Via Cannelle *5f Montefiascone PER SCALE - CANCELLI PER CIMITERO - VETRINE - PORTONI - LA VOCE pag. 8 ANGOLO DELLE MUSE qual angelo del ciel ti ci ha portato a ritrovare la tua cara madre». Ed io piangendo e con viso bagnato ripresi a dire: «Gli angeli leggiadre in un tratto mi presero al terreno e mi condussero qui come un baleno Mater dolorosa Cosi ti ho vista, ai piedi di un altare, tesa a infrangere i pensieri al volo di una segreta preghiera che come doglia ti preme il seno e le labbra. Nell'ora impietosa, ogni cosa d'intorno remota e presente si fa tua creatura, come il mondo nel vibrare nascosto d'un palpito, si leva al grido che lacera il tempo. Se la vita fosse amore, ritroverei ne! tuo sguardo la luce d'un primo mattino, a raccogliere nel trepido grembo l'intatto profumo dei tuoi fiori dispersi. rivolti a sommo e lei mi strinse a senQ dicendo a me «caro figliolo amato da quando vi lasciai sopra il terreno sempre la Madonna e Iddio ho pregato col viso e gli occhi di lacrime pieno pensando che a voi cinque vi ho lasciato insieme al caro padre poveretto che alla morte mi stava accanto al letto. di darmi ascolto beato mio angioletto fammi trovare la suprema gioia dimmi de! caro padre e il caro affetto come restato al mondo con gran noia quando io partimmi dal suo dolce aspetto se la pena del cuore gli si toglia nel lasciarlo soletto e abbandonato Laura Benedetti Esposito con tutto quanto il caro peso amato». La poesia della nostra collaboratrice è ispirata al Tutto mia mamma ti sia raccontato d r a m m a della famiglia Incardona, le cui bambine Silvia per questo venne qui il tuo figliolo e Micol sono state rilasciate d o p o molti mesi di prigionia le parole che tu al mondo avesti dato dai loro sequestratori. son tutti vivi e questo ti consolo chi pianse il pane e chi quel latte amato ma levati da! cuor l'acerbo duolo con l'aiuto di Dio e il buon consiglio ecco che grandicello vive ogni figlio. • SCOGLIO Desto dal sonno e net batter de! ciglio lontano mi trovai all'improvviso avvolto ne! pensier del tuo consiglio sognando mi trovai bagnato il viso, mamma diletta il tuo caro Duilio è venuto a trovarti in paradiso termino i versi miei con amore e zelo ti lascio mamma alla gloria del cielo Aspetto che sorga il sole rannicchiato nella mia notte sono quasi felice nell'attesa il sole non ha mai mancato un 'appuntamento. Fetoni Duilio di anni 64 Claudio Amarante FIORETTI Paolo Automobili nuove italiane ed estere Tutte le migliori marche: FIAT ALFA ROMEO - LANCIA - AUTOBIANCHI - RENAULT - FORD VOLKSWAGEN ecc. • OTTIMO TRATTAMENTO Via C a s s i a V e c c h i a , n. 4-10 (discesa Mimmi) M o n t e f i a s c o n e - tel. 0761/86575 (dietro AGIP) Prima d'andare incontro al Suo destino delle più atroci sofferenze umane, benedice, solleva, spezza il pane; innalza al cielo il calice del vino AUTOSALONE • GELSOMINI Telefono 86778 Quando la sala di silenzio è piena, verso il Signore l'attenzione è molta: è magro, stanco, ed ha la barba incolta; sembra porti nel cuore una gran pena. E di un tratto mi sento abbracciato «come tu sei fra le celeste squadre I lavori di restauro e consolidamento della milenaria Basilica di S. Flaviano in Montefiascone, sono ormai fermi da alcuni mesi e purtroppo le prospettive di una pronta ripresa non appaiono, allo stato delle cose, troppo probabili. La Soprintendenza ai Monumenti del Lazio, al fine di debellare una volta per tutte le infiltrazioni delle acque sia nelle mura che nel pavimento della Basilica, aveva dato inizio all'opera di «difesa» nel marzo dello scorso anno. Finalità ultima di detti lavori è quella di salvaguardare i magnifici affreschi di scuola Giottesca, Toscana e Umbra che vanno dal sec. XIII al XV e che adornano le pareti della chiesa. L'umidità, salita dal pavimento, attraverso le pareti, ha purtroppo già compromesso in buona parte il ricco patrimonio e messo in serio pericolo la stabilità e la conservazione degli affreschi esistenti. Sotto il pavimento della Basilica sono venute alla luce centinaia di tombe, piccole e grandi, piene di cadaveri. Si tratta di fosse comuni e sepolture familiari, ognuna delle quali conteneva fino a 35 salme. Complessivamente sono state rimosse e tumulate nel cimitero comunale circa 3000 salme: moltissime di giovani, alcune di bambini. II Parroco di S. Flaviano, Don Biagio Governatori, cui si deve la meritoria opera di aver convinto la Soprintendenza ad intervenire per salvare la Basilica romanica che data dal sec. XI, per fugare ogni dubbio in proposito ha precisato che non si tratta nè di tombe etrusche nè romane, ma solo cristiane e perciò prive di corredi funerari come vasi, oro, bronzi, o monete. Anche la lapide del nobile tedesco Giovanni Defuk che mori per una sbornia di Est! Est! Est! rendendo questo vino famoso nel mondo, è stata rimossa. In un piccolo sarcofago in terra cotta, all'interno della tomba, erano conservate delle ossa, con la scritta: Resti mortali di J. Defugger (Defuk)». C'è da augurarsi che i lavori, lasciati a metà, con il pavimento smantellato, riprendano al più presto e siano condotti a termine entro l'anno prossimo come era stato preventivato. Umberto G. Ricci V i a Cassia, 50 MONTEFIASCONE Con la sua voce limpida e serena Gesù chiama gli apostoli a raccolta, per invitarli in una volta a quella che sarà l'ultima cena. Preso dal sonno entrai ne! paradiso dove tante alme stanno li a pregare alzai la testa e vidi un nome inciso, intento a quello mi misi a guardare appena l'ebbi io bene conquiso ad alta voce mi misi a chiamare il nome che mi fu a me, dettato sempre ne! cuore mio l'ò incatenato. Sospesi I lavori in S. Flavlano elettronica In memoria di me Una visione in sogno DIFFICOLTÀ PER I FINANZIAMENTI e dice a quanti sono a Lui vicino: «Offro questo mio sangue, che rimane, per le future civiltà cristiane, il sacrificio mio più genuino». «Bevete tutti», dice il buon Gesù, «il sangue della mia terrena storia. Farete sempre questo in mia memoria, quando tra voi io non sarò più. Sarò col Padre mio, che sta lassù, tra gli splendori dell'eterna gloria, e il perdono sarà la mia vittoria sull'uomo e i suoi peccati di quaggiù». Fabio Ligas CONCESSIONARIO IN ESCLUSIVA • TV-RADIO SINUDYNE • TUTTO PER L'ELETTRONICA • TV COLOR SYNUDINE HI-FI da 18'la 27" 100 canali con teTecompiuter • HI-FI • AUTORADIO - RADIO • TV BIANCO NERO 24" e PORTATILI COMPONENTI ELETTRONICI • MATERIALE ELETTRICO • ELETTROCASALINGHI RIPARAZIONE - ASSISTENZA TECNICA DEI NOSTRI PRODOTTI CON GARANZIA LA VOCE pag. 9 Amici miei, i tempi sono caltivi. Dice che la droga ha ripreso la sua strada qui, nel nostro paese. Dicono che si tratta di droga «leggera». Roba da fumare «che non fa male» — dicono — invece fa male: toglie la volontà, la salute, rincoglionisce e fa morire. Le righe che scrivo sembreranno, come al solito, allegre e scanzonate, ma credetemi, le scrivo con la disperazione dentro di me. La disperazione di vedere alcuni giovani ripiegarsi su se stessi e distruggersi. Le sigarette drogate sono un buon affare per quegli assassini che le smerciano. Loro hanno interesse a presentarle come roba innocua. Dicono che la droga è un momento filosofico di vita: l'evasione. C'è chi crede. E si uccide. Amici miei, forse a nessuna generazione di giovani hanno fatto mai violenza come alla vostra. Resistete! Altrimenti dovrete rassegnarvi a vedere i vostri figli morire, come succede in America; morire di droga, uno su quattro! . Oggi molti di voi possono pensare che lo spinello può rappresentare una piccola soddisfazione, ma domani? Quando vostra figlia lo fumerà e si darà alla prostituzione per farsi i quattrini? Quando vostro figlio lo fumerà e per rimediare i soldi andrà a scassinare la casa di qualche vecchietto? Ho conosciuto dei drogati. Gli voglio bene e li rispetto. Ma non posso rinnegare la verità. E la verità è che essi muoiono: dentro e fuori. In genere hanno cominciato come il biondo, l'eroe a rovescio di questa piccola storia. IO ME DROGO, TU TE DROGHE, QUESTORO SE DROGANO «Io me drogo e me ne vanto! Tu no?» Lo diceva un freschetto biondo-paglia che non lo vedevi se non gli alzavi una bracciata di capelli col forcone. «Io me drogo, fumo l'erba e sniffo». Hai capito? Lui sniffa. Che vuol dire? Vuol dire che lui prende un po' di polvere, se la mette sulla mano, nell'incavo della pelle fra il pollice e l'indice, porta la mano sotto il naso e tira SU. Sniffa. Poi esce alla luce del sole che gli da fastidio, mette un par d'occhiali erti tre dita e barcolla come se tutto il baricentro del mondo avesse perso l'umicione. Ma quello che resta del naso, affogato dagli occhiali, punta sempre con fare aggressivo, il piccolo mondo borghese, ristretto e meschino, fatto di gente che lavora, si sposa, risparmia e regge la baracca sulla quale lui, il biondo sniffone, sputicchia e ridacchia. E fu cosi che lo pregarono di fumare l'erba con loro. Come specialista. Erano piccoli buzzurri che lo ammiravano perchè lui veniva da una cultura superiore. Cosi gli prepararono l'erba per fumare. Presero del cuculestro secco, della cresta di gallo e un po' di basilico per dare l'aroma. Uno ci mise anche un po' di vitabbia tritata per quel pizzico d'esotico che... non si sa mai. Ne prepararono alcuni fascetti al sole di giugno e, quando tutto fu arido, invitarono il fantastico biondone a fumare. Lui scese in campagna con degnazione, diede un'attastata alle erbe tritate e sbuffò: «non ne avevo sentita mai erba cosi!» Poi insegnò ai contadinotti i misteri dello spinello, (perchè contadinotti? Non per disprezzo, ma perchè la faccenda potrebbe essere successa qui; fatevi conto a Zepponami). Glieli insegnò col cartone e tutto. Allora si misero tutti n posa con l'aria degli antichi sacerdoti esoterici quando stavano per scannare il capretto sacrificale. Il biondo scafato sussultò. Ci aveva gli occhi a palla di tennis. «Un'erba cosi non l'avevo assaggiata mai», disse. «È bona?» muggì il capobranco, tutti ansioso. «Buona proprio... non sò.. è... strana» disse il biondo tutt'impastato e balzò in piedi e cominciò a vomitare come una cassetta del cesso. Anche gli altri vomitavano. «È una droga potente?» disse il ragazzinotto che stava tirando fuori pure gli occhi. «Che effetto, ragazzi!» disse un altro torcendosi attorno alle budella spastiche, «È bello drogarsi». E svenne. Il ragazzo esperto, quando ebbe l'interno vuoto, cercò un residuo di fiato per dire: «Ma che cavolo ci avete messo?». Glielo dissero e lui li seppellì sotto il fiume del suo disprezzo e sotto un vagone di parolacce. Poi spiegò che l'erba veniva dall'oriente e non dal canepule di qualunque saettone. E se ne andò a sbalzi; tanto che la gente normale pensò che quella sera era drogato a brutto muso. Il giorno dopo gli chiesero scusa e lo pregarono d'insegnar loro l'arte della droga. «Bene — disse lui — prenderemo il Libanese puro al novantotto per cento. Andremo alla discoteca «Nanda». Li ci ho un par d'amiche che me ne passeranno una cer- ta dose. Però ci vogliono i quattrini. Ventimila a testa e passa la paura». Promisero i soldi per il giorno dopo. E, la sera, qualcuno ruppe il cipignolo, qualcuno li rubò e qualcun'altro se li procurò in modi eterogeni. Si rividero il giorno dopo. Il biondo raccolse le lire. Bastavano. Cosi andarono alla discoteca «Nanda». Fecero la fila per entrare e si trovarono subito in mezzo a un gran fregando. Luci, lampi e buio pesto; piedi che acciaccavano da tutte le parti e gomitate nel fegato fin che volevi. Il fumo era nero e fitto come il fumo. Ogni tanto un par di polmoni uscivano fuori dalla bocca per pregare il proprietario: «Portaci fuori dieci minuti sennò entriamo in sciopero!» Il biondo urlò che si prendessero per mano, ma, con tutta quella trita di rumori, nessuno capi. Allora li recuperò, uno per uno, e li guidò dentro l'arcobaleno d'urla, fino all'angolo del buio. Gli andarono dietro e intrupparono quasi tutti quelli ohe c'erano. I fiotti non furono pochi. Per fortuna che il biondo s'era raccomandato di non farsi notare perchè avrebbe potuto esserci qualche carabiniere in borghese. Infatti, il buzzurro in testa, andò a zuccare contro un giovanotto baffuto che non gradi e si mise a guardarlo brutto. Il buzzurro fra uno strillo e l'altro dei dischi gli domandò se per caso era un carabiniere in borghese. «lo, carabiniere, io? Per chi mi pigli?» E gli disse una parola cifrata che richiamava quella roba che va via quando tiri la catena. «Bene» — disse il buzzurro e lo fece nero come la fulina. Quando tutto il cerume delle orecchie si fu squagliato dal rumore, arrivarono due ragazzette, serpeggiarono, mezze acciaccate, con i capelli ricci che pareva che avessero messo le dita dentro la presa della corrente a duecentoventi. «Ciao, biondo — disse una —- che ti si scioglie?» «Voglio la roba» fece lui, tutto selvaticone. «Roba? Che roba?» squittì lei e sbirciò il branchetto dei bifolchi. «Sono amici — disse lui — ti puoi fidare». A si? — gorgogliò lei da mezzo soprano — non è che «strippano eh?» «No, non strippano» e il biondo guardò malamente uno del mucchio perchè si era tastato la pancia, non conoscendo il gergo. «Bene copritemi!» E tutti si misero attorno alla ragazza che sedette sulla panchetta dell'angolo e si sfilò uno stivale. «Capo — sborbottò il saettone più anziano al biondo — che questa mette la roba nelle fette?» «Zitto ignorante» Il biondo era su di giri. «Ma capo, se a quella le fette gli puzzano? La roba ce la fumiamo noi!» «Basta» Urlò il biondotto. La ragazza fini di cavare lo stivaletto. Sopra le dita del piede, attaccato con un cerotto, aveva un pacchettino. «Duecentomila — chiese — sull'unghia!» E il biondo glie le contò. Poi prese il pacchettino e si cavò la scarpa. Il buzzurro di prima si risenti «adesso anche le tue di fette? Che fumano: '1 gorgonzola?» Ma gli dettero un'accoratoro nel fianco e dovette star zitto per forza. Uscirono a zuccate. Fuori del «Nanda», dietro la prima fratta, il biondo ricavò la scarpa e sfece giù il pacchetto. «Questo è libanese purissimo!» disse con religione. «Pare dado da brodo Liebig» scappò detto a uno dei cafoni. Il biondo, con una guardataccia lo gelò: «Che vorresti dire? «Niente, solo che rassomiglia a un dado da brodo». «Mi hai dato un'idea. Trucchiamo il Libanese! Fu! zompa a casa, sfai giù il dado più grosso che trovi e porta la carta.» Fu fatto. Allora il biondo incartò la roba con devozione e disse: «Chi la porta a casa e la mimetizza? Domani dopopranzo ci si rivede e si fuma». Chi più, chi meno trepidarono tutti. Uno disse: «A casa ce la porta Peppe! Peppe disse che non se la sentiva, che lui era un analfabeta, che qui, che là. Macché, gli appiopparono il finto dado e se lo dovette portare a casa. Entrò, magone magone e mise la roba nella credenza, con gli altri dadi, in fondo, fra quelli stantivi che sua madre avrebbe buttato via al tempo di Pasqua, per la sfulinatura. Andò a dormire e sognò che dal piatto della stracciatella usciva fuori il biondo vestito da bajadera e faceva la danza del ventre. Voi lo sapete quant'è lunga la notte della prima droga? None? Embè, andatelo a domandare a Peppe. Il mattino dopo il sole si alzò con le fresche e ci mise un secolo e mezzo ad arrivare alle quattro del dopopranzo. Peppe ripescò il dado e parti. Dietro la pagliaressa il biondo scartò, tritò la roba, la mescolò al tabacco. Fecero su le sigarette con le cartine, l'infilzarono delle trombette di cartone. Accesero. Il fumo dello spinello entrò dolciastro dentro di loro, li penetrò, li scombussolò, li pervase, li annichili. E vomitarono, un'altra volta, pure la corata. Il biondo singhiozzò: «Ci hanno fregato». E non disse più niente perchè i saettonacci lo stesero e gli fecero terra nera addosso. Il giorno dopo la madre di Peppe si riprese all'Ospedale. «Dove 'r mi marito? Do' sò li 'mi fiji?» Fiottò. «Di sotto, in sala di rianimazione! Ma che v'è successo?» chiese l'infermiera. «E che v'ho da di. Appena avemo mangiato la minestra ce sò prese le convurzione e io nun ho capito più gnente. Accidente a me! Pe' risparmià ho preso 'r dado da brodo più stantivo. Quello sott'a tutte. Sarà stato da du' mese ch'era li. Se vede che era annato a male. Un saporaccio...!!!» Lumacone LA VOCE pag. 10 QUESTA PAGINA VIENE "PREPARATA DALL'» ETRUSCA BASEBALL » A PROPRIE SPESE DIFFUSA TRAMITE «LA VOCE» ALLO* Ì C O P O DI DIFFONDERE LA CONOSCENZA DI QUESTO GIOCO. Ed è subito ETRUSCA! L'Etnisca, anche se zoppicando un po', è partita col piede giusto. Piede giusto, ma... ginocchio sbagliato, è il caso di dire, visto che è stato-proprio un ginocchio, quello di Giuseppe Viola per la precisione, a dare maggiori pensieri a Massimo Fortunati che alla vigilia dell'inizio di campionato si è trovato il lanciatore migliore inabilitato a scendere in campo per una malaugurata caduta. Ginocchio gonfio, dunque, e «Furia» ha dovuto rinunciare alle prime tre partite di campionato. Fuori Viola è salito in cattedra, pardon, in pedana di lancio, Pietro Carletti che ha guidato senza troppi problemi l'Etnisca nella sua azione di rullo-compressore, ruolo che ricopre molto bene, a quanto sembra, quest'anno, dopo il brillante e vincente pre-campionato. Tele-Viterbo e il Baseball Il baseball a livello nazionale sta assumendo ormai una discreta popolarità e ad ogni partita si registrano incrementi di pubblico. Nonostante ciò quotidiani e televisione di Stato snobbano irriverentemente questo sport. Alla diffusione di esso intervengono però le TV private (ve ne sono molte in tutta Italia) e tra questa c'è TeleViterbo al quale va un grosso grazie per aver offerto ad appassionati e non di questo bellissimo sport l'opportunità di vedere le gesta dei campioni nazionali e del favoloso baseball statunitense. E chi non è un «addetto ai lavori» provi lo stesso a guardare le partite della serie nazionale: capirà perchè questo sport ci piace tanto! Il programma di TeleViterbo si chiama «Appuntamento col diamante» e va in onda ogni giovedì alle ore 18,30. Vi sarà una sintesi di un'ora di una partita del campionato di serie nazionale di baseball o softball oltre notizie e risultati che saranno trasmesse anche nei notiziari sportivi con particolare riguardo per le squadre della nostra provincia. Buon divertimento, dunque, e non perdete l'appuntamento con Tele Viterbo. PRE-ALLIEVI Il campionato pre-allievi ha preso il via assieme a quello maggior della serie C, anche se i nostri ragazzi non hanno la possibilità di poter figurare come la propria squadra. Tale mancanza di competitività è dovuta spprattutto alla bassa età media dei giocatori e la pressoché inesistente esperienza di molti di essi, per la prima volta in campo, e si sa quanto sia importante età ed esperienza specie a questi livelli. Ebbene questi ragazzi si trovano di fronte squadre fornite di molti elementi al limite d'età e che giocano da molto insieme, quindi non è possibile chiedere troppo. Nonostante ciò i nostri non hanno sfigurato, vincendo una partita e perdendone due, di cui una di strettissima misura. Questi i risultati: AciliarEtrusca 7/6, Etruscarizak 17/3, Etrusca-San Cleto 7/13. Qualche problema comunque si è presentato lo stesso e proprio nel punto pili delicato, e cioè in attacco dove le «mazze» montefiasconesi non hanno fornito prove eclatanti. Niente da eccepire invece per quel che riguarda la difesa che ha sempre fornito prestazioni molto valide. A confortare, comunque, le speranze dei nostri a riguardo l'esito del campionato sono stati due fatti: il primo è stato la vittoria esterna sull'Ascoli, che sembrava fosse con l'Arezzo il più temibile avversario, il secondo è che proprio l'Arezzo è stato sconfitto molto nettamente dagli stessi ascolani che hanno indirettamente favorito l'Etnisca. Ma vediamo come sono adatte le cose partita perpartita. Il 26 aprile si aprivano le ostilità al campo di Zepponami eoa l'incontro Etrusca-Endas Sigillo Ancona. Nonostante le ire di Giove Pluvio che ha tentato con un vero e proprio diluvio di non far disputare la partita, una provvidenziale schiarita ha permesso di giocare regolarmente anche se su un campo molto scivoloso. Dopo un incerto inizio, al terzo inning l'Etnisca chiudeva perentoriamente il discorso sulla vittoria mettendo a segno sei punti e piegando la debole resistenza degli avversari. Risultato finale 14-1. Il 13 maggio invece, ben più importante era la festa per i nostri. Contro l'Ascoli è stata dura: avversari agguerriti, partita equilibratissima, tutte componenti che rendono più belio il successo. La partita si è decisa all'ultimo inning quando, sul punteggio di 1 a 1, un perfetto «bunt sorpresa» di Pietro Carletti permetteva a Mancini di segnare il punto della vittoria che può anche significare l'intero campionato. Validissima in questa occasione la prestazione difensiva dell'etnisca mentre si è manifestata una certa mancanza di incisività offensiva. Problema questo che si riproponeva sette giorni dopo a Perugia in maniera più evidente, data la pochezza del lanciatore avversario. La squadra, priva di tre titolari, era scesa in campo fin troppo sicura di avere il risultato in tasca, avendo facilmente battuto gli avversari in precedenza, ed oltre a non fornire una bella prova in attacco, manifestava una certa rilassatezza in difesa, concedendo agli avversari 5 punti. Punteggio finale 13 a 5 per l'Etrusca. Mentre starete leggendo queste righe sarà già terminato il girone d'andata e forse l'Etrusca avrà fatto qualche altro passo verso la serie B. ECCO LA CLASSIFICA Partite giocate vinte perse ETRUSCA ASCOLI AREZZO PERUGIA NOCERA UMBRA ENDAS SIGILLO TOLENTINO % 3 3 2 2 3 2 1 1 0 1 1 1 1000 667 500 500 2 2 0 0 0 0 2 2 0 0 0 0 SOFTBALL Il campionato di serie B di Softball è giunto alla quarta giornata. Si tratta di un campionato molto equilibrato e di buon livello tecnico, senz'altro migliore di quelli affrontati in precedenza dall'Etrusca, per il semplice fatto che varie giocatrici di serie A e Nazionale per motivi di lavoro hanno preferito disputare un campionato meno impegnativo. È il caso del Latina che ha tra le sue file una ex-lanciatrice di Serie Nazionale. Tra le favorite vanno ricordate il Latina, appunto, prima in classifica, e il S. Saba Aventina. Per quanto riguarda l'Etrusca c'è da dire che possiede elementi che non sfigurerebbero neanche nelle serie superiori ma purtroppo non ha un vivaio sufficiente e sufficientemente grande di età (oltre alle più esperte Monica, Silvia e Maria Vittoria Porroni, Rossella Lodesani, Romana e Roberta Stefanoni e Roberta Mocini, tutte le altre hanno età sui 10/11 anni) per poter competere, soprattutto fisicamente, con le avversarie. Questo problema deriva dal fatto che le ragazze di Montefiascone non aderiscono a questo sport, nonostante la propaganda svolta da Giancarlo Mangini per conto della FIBS, e che d'altro canto ha trovato e trova tuttora terreno fertile in campo maschile. Non si possono altresì avanzare motivi di lontananza del campo di Zepponami. È soltanto una questione di mentalità, radicata un po' in tutta Italia, nei confronti dello sport in generale, sul fatto che «mascolinizza» le ragazze; è un discorso che dovrebbe essere affrontato alla base e cioè sin dai primi anni della scuola dell'obbligo, ma si sa che da questo orecchio i ministri addetti e gli insegnanti non ci sentono. Un'ultima cosa: qualche tempo fa si scrisse su queste colonne che l'allenatore Pino Lodesani aveva intenzione di abbandonare la direzione della squadra; ebbene ciò non è assolutamente vero, anzi l'interessato ci tiene a dire che nell'ambiente dell'Etnisca si trova bene, elogiando dirigenti e giocatrici per impegno e serenità. Soltanto spera che a Montefiascone nasca una mentalità più sportiva per portare in alto il softball montefiasconese. Ma vediamo come sono andate le cose nelle prime quattro partite. L'Etrusca Softball recatasi nella prima giornata di campionato a Latina non ha potuto disputare l'incontro in quanto la società locale non aveva l'autorizzazione a giocare nel campo designato e quindi presumibilmente la Federazione darà partita vinta all'Etnisca, ma ancora non è giunta alcuna notizia ufficiale. Nella seconda partita contro il Cali XIII, avversario anche nello scorso campionato, la squadra falisca si è imposta a Zepponami per 10 a 9 dopo una combattuta partita tutta in rimonta dalle montefiasconesi. La terza partita il S. Saba Aventina vedeva l'Etrusca sconfitta per 15 a 12, dopo che le nostre ragazze avevano rimontato un pesante passivo. Nella quarta partita ancora l'Etrusca aveva la peggio e veniva sconfitta per 7 a 1 dall'AS Roma XII. La sconfitta è stata molto meno netta di quanto dica il punteggio se si pensa che al penultimo inning il punteggio era ancora sul 2 a I. Le avversarie sono riuscite nel corso dell'ultima ripresa a segnare cinque punti contenendo poi gli attacchi delle ragazze dell'Etnisca in virtù di una lanciatrice molto veloce. LA VOCE pag. 11 DA 30 ANNI VESCOVO DI MONTEFIASCONE SUA ECC.ZA MONS. LUIGI BOCCADORO 1915 • 14 GIUGNO - 1981 (Seguilo da pag. 1) di chiese, di scuole, di Istituti, di opere pie e benefiche e nella sua scia luminosa assorgesti a fama non dubbia tra le Diocesi finitime. Ed ora il 23 settembre 1951, dall'altra sponda italica, da Savona, anch'essa marinara, vieni tu, Boccadoro, in questa città oggi aperta e protesa nel lavoro dei suoi colli aprichi e della sua valle ubertosa, rivestito d'una nobiltà nuova che è apprezzata e più consona col mondo odierno, il mondo operaio. Tu, scelto ed eletto da Roma, sarai nostro Maestro e Guida nel travaglio spirituale ed economico dell'ora che volge. Se il Barbagio fu l'uomo della provvidenza che salvò la città e la Diocesi dal lungo letargo e dalle insidie della letteratura luterana, a Te l'impresa, a Te il vanto di operare il salvataggio della fede avita, armonizzandola con gli impellenti diritti e doveri del lavoro. Da Te e per Te la pace e la tranquilità che derivano, come frutti dall'albero, dal benessere spirituale e materiale dei popoli. Vieni e non più tardare; previsto come stella polare, amato senza essere ancora conosciuto. Vieni e ti sia salutare vivere con noi e per noi». Vicario Capitolare Mons. Latino Salotti. Quanti anni sono passati da quel lontano 1951! Quante cose sono cambiate. La sua stessa opera episcopale s'è allargata, abbracciando ora quasi tutto l'Alto Lazio. Noi, però, ricorderemo solo ciò che Mons. Boccadoro ha operato in favore della diocesi di Montefiascone, non dimenticando la sua opera instancabile a prò delle Diocesi di cui è attualmente Vescovo. H Clero è stato e rimane la sua primaria sollecitudine. Basti ricordare la sua Presenza assidua ai ritiri mensili, la sua presenza costante tra gli alunni del Seminario. L'organizzazione dei laici — in primo luogo l'A.C.I. — è la sua seconda costante opera di apostolato. Negli anni passati c'era e c'è ancora l'Opera dei Ritiri di perseveranza, incoraggiata sostenuta dal suo zelo episcopale. I congressi catechistici parrocchiali, conclusi con quello diocesano. L'opera più bella è: «Le lettere Pastorali» raccolte in un elegante e consistente volume da Mons. Belardi in occasione del suo 25° di episcopato; le sue «Omelie» sempre attuali ed efficaci e che risentono delle parole degli apostoli. «Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e aI ministero della parola (Atti 6, 4)». Le opere materiali compiute da Lui sono numerose e tutte importanti. Basti ricordare: il consolidamento e la decorazione della Basilica Cattedrale; il ripristino del Santuario di S. Lucia Filippini, con il monumentale altare e il bellissimo fonte battesimale; i vari lavori di rinnovamente e di riparazione del Seminario diocesano; la «Scuola Arti e Mestieri Card. Salotti», insigne per opere murarie realizzate e so- prattutto per la formazione professionale di tanti giovani; la costruzione di nuove Chiese, Case Canoniche, Asili, Ricreatori e Campi sportivi; la realizzazione della Colonia marina «Gli Oleandri» ecc. In occasione del 25° di episcopato cosi scriveva: Eccovi cinque pensieri, per un itinerario di fede; «Amo solo che si preghi per me perchè sento tutta ve li offro con sopprannaturale affezione. la insufficienza umana a sostenere quest'arduo e sempre più difficile servizio. + LUIGI, Vescovo // segno liturgico è che il Vescovo proceda dietro la Permetterà, Eccellenza, al suo primitivo gregge croce e non vi siano altre scelte; e la croce allunga ormai la sua ombra ad avvolgere tutta la mia umile e di stringersi al suo fianco per amarLo, ringraziarmodesta persona. Si avvicina e mi è sempre presente Lo di quanto ha fatto, per renderGli omaggio e l'incontro definitivo con Dio che ha avallato, senza stima; ma soprattutto per pregare il Signore permiei meriti, con la Sua misericordia e potenza, l'ope- chè Lei possa continuare ancora a lungo, in pienezza di forze e di amore a donarci la Parola di ra pastorale. Ho presente tutti i collaboratori, Sacerdoti, morti Dio, a farci crescere nella fede, nella speranza e e viventi; i Religiosi e le Religiose; i laici che l'hanno nella carità. sostenuta in tutti, i momenti, gioiosi o difficili, del nostro comune andare verso la meta eterna. Ricordo i fanciulli, i malati, i poveri incontrati a schiere nelle visite pastorali. Ricordo i miei tre predecessori, Giovanni, Adelchi, Luigi, dai quali ebbi la successione apostolica. Ricordo i Sommi Pontefici, Pio, Giovanni, Paolo, 1 giugno Mese del S. Cuore nella Chiesa di che me la conferirono o confermarono, concedendoS. Francesco. Ogni sera alle ore mi e manifestandomi, incontri indimenticabili, il loro 19: Coroncina del S. Cuore e S. affetto. Messa. Ricordo mio padre e mia madre, i loro esempi e 7 giugno Domenica di Pentecoste. virtù incomparabili. Il «Vedrò il Signore» è ormai il Festa della Madonna delle Grazie canto dell'anima, il desiderio acuto del cuore. In Lui Lega di perseveranza uomini. ritroverò e vedrò tutti. 13 giugno S. Antonio di Padova. In attesa, Dio mi conceda, per i meriti del Signore Santa Messa nella Chiesa di S. Gesù e di Maria, di fedelmente servire, fino alla preAndrea. vista scadenza del mandato, coloro che amo...» 21 giugno FESTA DEL CORPUS DOMICosì scrive sull'Annuario del Seminario del NI. (vedi programma in prima 1980/81: pagina). Sarà presente il Vesco— IL SIGNORE, con la Sua divina grazia, nella vo. quale mi sono sforzato di vivere, mi ha sorretto 26 giugno SACRATISSIMO CUORE DI sempre; per essa ebbi certezza che Dio era con me GESÙ a supplire la mia insufficienza; Sante Messe nella chiesa di S. — IL POPOLO che Egli mi ha affidato e che ho Francesco. intensamente amato, mi ha arricchito della sua 28 giugno DOMENICA - Giornata di presaggezza; ghiera e di offerte per il Papa. — L'EUCARISTIA mi donò la forza di restare 29 giugno S.S. Pietro e Paolo fedele: il pensiero di dover andare ogni giorno ver5 luglio Prima domenica del mese so un altare o un tabernacolo, mi ha dato sollievo Lega di perseveranza uomini. grande e gioia immensa; — MARIA cui ricorsi in ogni difficoltà, intervenne materna e sollecita; — L'ETERNITÀ da cui non mi riusci di distoPRO DEFUNCTIS gliere lo sguardo e verso la quale vado, mi ha costretto a essere paziente e misericordioso con tutti, 12 giugno: Maria Ricci per avere certezza che avrei trovato misericordia al 13 giugno: Francesca De Luca Cesari 19 giugno: Anna (Nina) Crocetti traguardo. A voi trent'anni sembrano tanti, ma per 20 giugno: Dante Vanni quell'«Andate» del Signore, che non ha consenti- 26 giugno: Anna Felice Mocini 27 giugno: Maria Bartolozzi to noia, sono stati un soffio. CALENDARIO PARROCCHIALE LA VOCE pag. 12 re. Cosi è stato della signora Nina Anna Crocetti. Passata al Signore alla età di anni 81. Silenziosa, fattiva, donna di chiesa lascia due figlie e diversi nipoti che, speriamo, seguano le sue orme. 50° di vestizione CRUWHM Promozioni nell'Arma C.C. Apprendiamo con piacere che Francesco Pinto, Maresciallo Comandante la locale Stazione C.C. è stato elevato al grado di Maresciallo in seconda, mentre il Brigadiere Giorgio Todini del Nucleo Operativo è stato promosso al grado di Maresciallo in Prima. La Voce esprime ai due solerti sottufficiali le più vive felicitazioni e gli auguri più cordiali Riapre la tabaccheria Castellani In via S. Lucia Filippini ha riaperto i battenti il negozio di sale e tabacchi Castellani, gestito da Gabriele, figlio del mai dimenticato Sor Angelo. Il negozio, istituzione del Sor Nicola Castellani, ebbe i natali nel 1820. Forse è il più antico di Montefiascone. Auguri. Un ricordo doveroso Il 12 giugno ricorre il 2° anniversario della tragica fine della signora Francesca De Luca Cesarei e della ventiduenne figlia Carla. L'incidente che portò alla fine madre e figlia avvenne sull'Aurelia. Francesca era la figlia più grande (aveva 52 anni) del compianto senatore Carlo De Luca. Madre esemplare, sposa affezionata, cristiana tutta d'un pezzo, semplice nei modi e nel tratto, è ancora da ricordare e da portare all'attenzione di quanti la conobbero e l'apprezzarono. Ci vogliano scusare i suoi famigliari se solo ora ne abbiamo fatto un breve accenno. In ritardo, si, ma con tanto amore e tanta stima. Siamo vicini allo sposo, alla figlia Vincenzina, ai fratelli e alla sorella Chiara che vive presso la «Pro Civitate» di Assisi consacrata al servizio di Dio e dei fratelli. Un'anima di Dio Scompaiono silenziosamente come sono vissute, ma lasciano dietro di sè una traccia da seguire e da imita- Il 1° maggio ha celebrato il 50° di vestizione Sr. Maria Agresti, figlia della Carità. Si consacrò al Signore il 1 ° maggio 1931 nella casa di Siena. Da allora 50 anni trascorsi negli ospedali a servizio dei fratelli! La lieta circostanza ci viene a ricordare il lavoro silenzioso e utile che per tanti anni le Figlie della carità hanno svolto nel nostro ospedale di Montefiascone. Per fortuna ancora le abbiamo, anche se ridotte di numero e impegnate in un lavoro più nascosto anche se altamente meritorio. Un grazie di cuore da parte di tutta la cittadinanza a Sr. Maria ed alle sue consorelle. Il premio lo riceveranno dall'Alto. Il nuovo Direttore dell'Istituto Villa S. Margherita Tutti conoscono la dedizione messa per far funzionare bene il centro di Villa S. Margherita da parte di P. Ludovico Polat. Il Centro raccoglie numerosi bambini spastici che sono seguiti con amore e dedizione" oltre che dai padri Concezionisti dalle persone che vi lavorano. Nel 1980 c'è stato il normale cambio di guardia. P. Ludovico ha lasciato l'incarico di Direttore al religioso laico P. Rolando Sebastiani, di circa 40 anni e proveniente da Milano. Saremmo grati al nuovo Direttore se volesse segnalarci le prospettive future dell'Ente. Mentre ci congratuliamo con il nuovo Direttore, non possiamo fare a meno di dire il nostro grazie sincero a P. Ludovico, che continua la sua opera silenziosa a beneficio dell'Ente, alla quale aggiunge un'attività operosa nella parrocchia di S. Flaviano. Carlo Focarelli all'Aquila Il giovanissimo pittore Carlo Focarelli ha esposto le sue opere presso l'Officina Cultura '77 de L'Aquila dal 16 al 29 maggio u.s. con un successo di critica e di pubblico davvero notevole. La Galleria d'arte abruzzese è diretta dal prof. Nino Gagliardi docente all'Accademia di Belle Arti «Lorenzo da Viterbo» presso la quale il pittore Focarelli si sta laureando. Al nostro valente concittadino giungano gli auguri del nostro giornale per sempre maggiori successi. Sposi Il 26 aprile si sono sposati il sig. Carlo Gianvincenzi e la sig.na Rosanna Bartolozzi. Tutti e due in gamba, formati sul piano umano e cristiano. Nel fare loro gli auguri più belli, che saranno coronati da eredi maschi... e femmine, ci permettiamo complimentarci anche con le due famiglie degli sposi, più leggeri... ma soddisfatti! Ezio Mecali e Antonella Lombardi, il 21 giugno prossimo si uniranno in matrimonio nella romantica chiesina della Scuola Salotti. Il nostro augurio più sincero è che possano raccogliere tanti momenti di felicità per quante sono le spighe di grano che, in questo mese, issano la bionda testina verso il cielo! Nascite S o l l o all'Ospedale si continua a scaricare i rifiuti malgrado le nostre segnalazioni e gli sporadici interventi del Comune. La parola dovrebbe passare ora alle autorità sanitarie... o alla Magistratura. (Foio di G. Balestra) Paolo è il secondogenito di Rossella Genovesi e Marroni Mauro. Nato a Viterbo il 7 marzo è venuto a far compagnia alla sorellina Chiara. Non solo non si combatte più con i genitori, ma neppure con i nonni, specialmente con il nonno Eliseo! Congratulazioni! VIAGGIO IN JUGOSLAVIA ROMANIA/BULGARIA 18 agosto 19 agosto 20 agosto 21 agosto 22 agosto 23 agosto 24 agosto 25 agosto 26 agosto 27 agosto Ore 6 partenza da Montefiascone per Pescara. Imbarco sul traghetto Adriatica in partenza alle ore 12,30 per Split. Pranzo libero a bordo. Sbarco a Split alle ore 19. Partenza per Mostar, pittoresca città sul fiume Neretva. Nel pomeriggio partenza per Sarajevo, partenza e visita di Belgrado (con guida) Partenza per la Romania. Alle ore 11 incontro con la guida e visita di Tmisoara. Pranzo e partenza per Deva (visita e sosta). Partenza per Sibiu con visita della città e del museo Brukental. Poi a Brasov con visita della città e della Chiesa Nera. Escursione al Castello di Bran e a Poiana Brasov, con pranzo tipico al «Capannone dei Daci». Partenza per Bucarest lungo la strada a Sinaia visita del Monastero. Bucarest: visita della città e del Museo del Villaggio. Partenza per Tulcea. Tulcea. Visita del Museo del Delta. Escursione di una giornata in battello nel Delta del Danubio, con pranzo tipico a Crisan. Partenza per Costanza (giro della città) e Neptun. Pomeriggio a disposizione per attività balneari. Partenza per \ ama costeggiando il Mar Nero. Visita della Foresta Pietrificata. Proseguimento per Tarnovo. 28 agosto Giro orientativo della città di Tarnovo ed escursione con visita al Monastero della Trasfigurazione di Preajenie. partenza per Sipka (sosta per la visita della Chiesa Russa) e Plovdin 29 Agosto Plovdin: visita della città: vecchio museo turco. Moschea turca Imaret, Moschea del Mercato, partenza per il monastero di Rila, il più famoso della Bulgaria. Proseguimento per Sofia. 30 agosto Sofia: visita della città con guida. 31 agosto Partenza per la Jugoslavia. Skopje (pranzo). Nel pomeriggio a Ivangrad. 1 settembre Partenza per Dubrovnik. Nel pomeriggio a Split: cena e alle ore 22 partenza con il traghetto Adriatica diretto a Pescara. Cabine riservate. 2 settembre Sbarco a Pescara alle ore 7. Proseguimento per Montefiascone ove si arriva alle ore 13. Per spiegazioni - iscrizioni rivolgersi a D. AGOSTINO BALLAROTTO o a PERUGINI GESUALDO Onomastici Il 21 e 29 c.m., ricorrono gli onomastici dei nostri cari amici Luigino Mari, solerte Segretario di Redazione, e dell'attivo prof. Pietro Volpini. Agli ottimi e costanti collaboratori «La Voce» esprime i più fervidi voti augurali di Vita, Vita, Vita e di ogni bene. LA V O C E Mensile di Montefiascone Di questi cancelli sul lago ne abbiamo fotografati a decine. Tutti buttati la a caso, di tutte le forme e dimensioni. Passi più o meno carrabili che si aprono sulla strada comunale o provinciale. Ma davvero la riva del lago è «ter- Il litorale falisco del Lago di Bolsena peggiora di anno in anno. C'è di tutto: rifiuti, carretti abbandonati, montagne di tufi, alberi abbattuti. Pare che non mancano esempi di «edilizia sommersa». Chi da le autorizzazioni? Scommettiamo che nessuno sa niente? (Foto di G. Ba- ra di n e s s u n o » ? ( F o t o G . Balestra) lestra) Direttore AGOSTINO BALLAROTTO Responsabile ANGELO GARGIULI Direzione, Redazione, Amministrazione: 01027 Montefiascone, Via Trento, 4 Telef. 86050 - c.c.p. 12158010 intestato a: Parrocchia di S. Margherita 01027 Montefiascone - Viterbo. Suppl. a S. Maria Nuova Reg. Trib. VT n. 153 del 30-10-1967. Tip. Quatrini Archimede & Figli s.n.c. Viale Trieste 133 - Viterbo - Tel. 32895
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