Maggio - Voli - Vallecamonica On Line
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18º anno - n. 182 - maggio 2009 “... incisioni eseguite con una punta su una superficie dura, per lo più mettendo allo scoperto un sottostante strato di colore diverso...” Direzione, Redazione, Amministrazione: Darfo Boario Terme, vicolo Oglio - Direttore responsabile: Tullio Clementi - Autorizz. Tribunale di Brescia n.3/92 del 10.01.92 - Spedizione in abbonamento postale, art. 2 comma 20/d legge 662/96 - Filiale Bs - Ciclostilato in proprio, Darfo Boario Terme. Ue, si vota! Il 6 e 7 giugno si vota per rinnovare le amministrazioni di 27 Comuni della Valcamonica (nell’inserto le “istruzioni per l’uso”, paese per paese). Si vota per le elezioni provinciali (sempre nell’inserto tutti i nomi dei candidati nei nostri collegi). E si sarebbe potuto votare pure per il Referendum elettorale, se solo la Lega, terrorizzata dalla volontà popolare, non avesse avuto la grande idea di sprecare qualche centinaio di milioni rinviando la consultazione di due settimane. Comunque, il 6 e 7 giugno si vota anche per le elezioni europee. Come sempre in campagna elettorale di Europa si parlerà un gran poco; anche per questo l’Associazione Graffiti ha voluto organizzare una serata di confronto tra quattro autorevoli candidati del centrosinistra (a Breno, il 29 maggio). Ma se i temi europei saranno poco trattati è anche perché la tornata elettorale di giugno ha indubbiamente una valenza politica nazionale. Dopo poco più di un anno dal trionfo della destra, abbiamo la possibilità di ridare vigore all’opposizione. Per questo ci sono buone ragioni per votare il Partito Democratico, che nonostante gli incidenti di percorso continua a rappresentare per moltissimi elettori la speranza di una politica rinnovata, nei metodi e nei contenuti, e grazie al piglio del Compagno Franceschini si è fatto negli ultimi mesi più vivace e deciso. Peraltro attraverso le preferenze sarà possibile premiare i candidati dell’area “laica” del partito, anticipando almeno in parte questioni che al Congresso autunnale non potranno più essere rimandate. Senz’altro non ha tentennamenti sulla laicità il partito di Ferrero. Anche per questo ci sono buone ragioni per votare Rifondazione Comunista che in questa tornata agsegue a pagina 3 «... Fermo restando il nesso tra giustizia e libertà, è ormai maturo il tempo per procedere verso l’eguaglianza delle condizioni di partenza tra i ceti, le etnie, i generi, gli individui. Condizione che necessariamente comporta una profonda redistribuzione dei redditi e della ricchezza tra paesi opulenti, paesi emergenti, paesi poveri e all’interno d’ogni nazione tra sacche di arretratezza e sacche di privilegio». (Eugenio Scalfari) ECONOMIA, IMPRESA E VALORE SOCIALE: “SI PUÒ” quelli che hanno scelto il disagio di Bruno Bonafini Sarebbero già cavalieri del lavoro, Franca Martinelli e Vittorio Ongaro, se vivessimo in un Paese che, nell’assegnare onori, guardasse solo o soprattutto all’esemplarità della dedizione e dell’intelligenza con cui si opera nel proprio lavoro, allo spirito di iniziativa e insieme al valore sociale che in tale lavoro si esprime e si concretizza. È la considerazione più naturale, a lettura conclusa, in chi s’imbatte, come a me è capitato, nella bozza di relazione con cui Franca Martinelli intende chiudere la sua presidenza della Cooperativa Si può. (Non un abbandono, ma una turnazione prefissata, dopo due tornate alla massima carica di responsabilità della cooperativa, dopo averla fondata e fatta crescere insieme a Vittorio Ongaro che dal ’98 a 2002 ne è stato il primo presidente.) Il documento è un congedo un po’ commosso e giustamente orgoglioso. E insieme un lungo flash back che ripercorre i 12 anni di un’impresa audace e pionieristica in Valle. Quella che ha portato un gruppo di volenterosi (ora sono una équipe di preziose professionalità) ad occuparsi sistematicamente del disagio LA FESTA DEI LAVORATORI A CIVIDATE CAMUNO un Primo Maggio di... meditazione psichico nella sua fase post acuta o non ancora acuta, quella delicatissima, extraospedaliera, nella quale la ricostruzione di un equilibrio psichico ed esistenziale si gioca su un ambiente accogliente, sull’offerta di relazioni umane e dinamiche positive, su occupazioni capaci di ricreare la fiducia di sè con la voglia e la capacità di autonomia. E sul discreto e sapiente accompagnamento umano di chi tutto questo ha a cuore. Franca e Vittorio “a cuore” l’hanno avuto. Ed hanno il merito umano e imprenditoriale di averne predisposto struttura/e, professionalità e condizioni, tra i primi in Valle e partendo da zero, senza nulla togliere ai tanti che fin dall’inizio li hanno accompagnati o che nel percorso non facile li hanno poi seguiti, a vario titolo, dagli operatori ai volontari, dalle segue a pagina 4 dalle Primarie alle Elezioni vere (Michele Cotti Cottini, pag. 2) il Circolo culturale Ghislandi in mezzo al guado (Redazione, pag. 4) conversazione con due ex... comunisti (Redazione, pag. 5) di Tullio Clementi La contestazione era annunciata fin dalla vigilia, tramite il tam tam telematico: un volantino in cui un non meglio specificato “Comitato difesa dei lavoratori”, dopo aver ricordato che il Primo Maggio «quest’anno sarà caratterizzato nelle grandi città dallo slogan “La vostra crisi non la pagheremo noi”», aggiungeva che in Valcamonica «pare proprio si voglia viaggiare in controtensegue a pagina 8 l’etica in municipio: Braone, per esempio (Redazione, pag. 6) Inserto sulle elezioni provinciali e comunali (pag. I - IV) maggio 2009 - graffiti 2 ALLA RICERCA DI UN MIGLIORE EQUILIBRIO TRA LA CULTURA E IL SOCIALE l’Etica e l’Estetica di Tullio Clementi L’assessore alla cultura della Comunità montana di Valle Camonica, Giancarlo Maculotti, ci concederà, ne siamo certi, di prendere in prestito (anche perché lo facciamo senza alcun intento polemico) il titolo di una delle più interessanti manifestazioni culturali camune nate sotto il segno della pubblica amministrazione valligiana: “Del Bene e del Bello”, che è un po’ come dire dell’Etica e dell’Estetica. Lo prendiamo in prestito e cerchiamo di interpretarlo attraverso un esempio mirato, attenendoci all’ambito camuno, dove l’Estetica (il “Bello”) potrebbe essere ben rappresentata dall’arte del Romanino (ma anche dal neonato “CaMus” di Breno e da tante altre belle cose...), mentre l’Etica (il “Bene”) si troverebbe perfettamente a suo agio nella “Carovana dei diritti” o nel “Commercio equo e solidale” (o magari in una delle tante cooperative sociali che stanno crescendo sul territorio, animate tanto dal bisogno dell’utenza quanto dallo spirito di volontariato che le gestisce...). Ciò premesso, quindi, va da sé che un assessorato alla cultura sia inevitabilmente portato a “sbilanciarsi” sul versante del “Bello”: è il suo ruolo naturale. Per altro verso, però, chiunque voglia prestare maggiore attenzione ai temi del “Bene” rischierà di trovarsi sempre più... spiazzato nell’ambito istituzionale. Le conseguenze non saranno necessariamente quelle già conosciute nella Firenze medievale, con le due “virtù” portate agli eccessi opposti nella splendida corte dei medici e nelle squallide piazze del Savonarola, tuttavia, nella misura in cui viene a mancare la necessaria armonia fra il “Bene” ed il “Bello”, questi tenderanno ad essere sempre più centrifugati verso gli estremi, lasciando nel mezzo un vuoto deprimente. Anche per evitare questo rischio, credo, si stanno muovendo le varie associazioni culturali e sociali operanti sul territorio camuno. Così come in tal senso vanno alcuni propositi contenuti nella relazione del presidente del Circolo culturale Ghislandi, Pier Luigi Milani, di cui pubblichiamo alcuni stralci in queste stesse pagine. D’altra parte, anzi sempre in tema di “Bello”, il 24 aprile scorso ha visto sul nostro territo- rio la quasi contemporaneità di due iniziative: l’inaugurazione della “Città della cultura” a Capodiponte e l’apertura del nuovo Centro civico culturale di Lovere. Due eventi la cui quasi contestualità rende allettante un confronto diretto, che vorremmo poter esercitare senza alcun intento irriverente. Per un verso, a Capodiponte, nonostante gli apprezzabili sforzi di... umanizzazione da parte degli addetti all’accoglienza, c’era essenzialmente la grisaglia di circostanza, mitigata solo in parte dalla presenza quasi timida di qualche giovane, per altro verso, a Lovere, il colore e la curiosità della gente (più numerosa, ma non è tanto questo che fa la differenza) entravano in perfetta simbiosi con i colori dell’ar- AVANTI GRAN PARTITO! chitettura ambientale. Il Palazzo e “la gente”! Diversità di... vedute che si colgono già nel taglio inaugurale, dove il contrasto tra l’ufficialità delle forbici offerte su di un cuscino ricamato per tagliare il nastro tricolore e la strappo del velo bianco che copre le grandi vetrate per accogliere la gente assieme alla luce (virtuale, perché è ormai sera) del lago fa da spartiacque fra due diversi mondi. Un mondo rimasto orfano della cultura contadina senza aver avuto il tempo di maturare e fare propria quella operaia e, quindi, una classe dirigente ed intellettuale – fatta salva qualche lodevole eccezione – imbevuta di... natura segue nella pagina accanto (a cura di Michele Cotti Cottini) dalle Primarie alle Elezioni vere 5 Peli parte dal trionfo in Valcamonica. È partita dalla nostra Valle la campagna elettorale di Diego Peli, candidato presidente della Provincia del Pd. D’altra parte, in occasione delle Primarie di inizio aprile, è stata proprio la Valcamonica ad essersi rivelata il fortino dell’ex sindaco di Concesio: oltre il 70% dei 777 elettori camuni ha votato per lui. Peli a livello provinciale si è imposto sugli altri candidati con il 42%, superando quindi di un soffio la soglia del 40%, sotto la quale il regolamento prevedeva un ballottaggio in Assemblea provinciale. En plein a Piancamuno, dove a Peli sono andati 19 voti su 19; percentuali più che bulgare anche a Gianico (94%), ad Angolo (90%), in Val Grigna (94%) e a Breno (82%). Il secondo classificato Fogliata (15% in Valcamonica, 30% a livello provinciale) ha ottenuto i suoi migliori risultati ad Artogne (44%), Malonno (36%), Darfo e Edolo (25%). 5 Primarie: ha votato uno su cinque. I dirigenti provinciali si sono dichiarati entusiasti per il dato della partecipazione. Il 5 aprile hanno votato 10.333 bresciani: il doppio degli attuali iscritti al partito; circa due terzi dei partecipanti alla costituzione dei Circoli del 27 gennaio 2008 (15.093); il 22% dei votanti alle Primarie nazionali del 14 ottobre 2007 (45.936). In Valcamonica il dato registrato il 5 aprile corrisponde circa al 20% di coloro che avevano fondato i Circoli locali (3.803) e di coloro che avevano votato il segretario nazionale (3.918). 5 Lanzini torna in campo. Definiti i candidati di collegio della Margher… pardon, del Pd. A Edolo il consigliere provinciale uscente Pierluigi Mottinelli (candidato per sicurezza anche in città). A Breno Alfredo Moratti, professore di religione e consigliere comunale. A Darfo Grazioso Pedersoli, portavoce di Circolo e già esponente delle Nuove Arche. A Pisogne l’ex-sindaco Giacomo Lanzini, risarcito così dal vergognoso trattamento di qualche mese fa, quand’era in lizza per la carica di coordinatore di zona. Quattro candidature con un buon appeal, che rappresentano il mix “possibile” tra esperienza e rinnovamento. 5 Ferrari e Galperti compagni di spiaggia? Se in molti dei nostri Comuni sono le elezioni comunali ad agitare le acque nel Pd, a livello nazionale – a partire dai parlamentari bresciani – gli occhi sono puntati anche sul Referendum del 21 giugno. Il sen. Galperti si vanta di essere stato tra i 5 contrari a votare in Direzione nazionale contro la posizione proposta da Franceschini (Pd schierato per il Sì): «Si può essere per il modello tedesco e contemporaneamente per una legge maggioritaria che assegna ad un raggruppamento-partito un premio che lo porta dal 30% al 55%? E perché Berlusconi, una volta così modificata la legge elettorale, anziché servirsene dovrebbe essere persuaso a cambiarla, per di più contro la volontà popolare espressa dalla consultazione referendaria? Di tatticismo si può anche morire». Gli fa eco l’on. Ferrari, già volpe dalemiana, annunciando: «Il 21 giugno, se appena posso, andrò certamente al mare. Abbiamo scelto di fare la parte del rimorchiatore che porta al largo il transatlantico del Cavaliere. Non è così – mi dicono i più astuti – a noi conviene dire Sì per non metterci contro i referendari, ma non dobbiamo impegnarci più di tanto. È importante – mi dicono anche – che il referendum si tenga nel giorno dei ballottaggi per tenere i leghisti lontano dai seggi. Mah… troppo astuti. La politica italiana ha visto tante volpi finire in pellicceria. Io avrei detto: No, perchè la vittoria del Sì è la vittoria di Berlusconi. Quella definitiva. Punto». Il dibattito, forse fuori tempo massimo, è aperto. graffiti - maggio 2009 dalla pagina precedente morta, a fronte di quella che Mino Bonomelli, in quasi perfetta sintonia con le parole usate dal “pretaccio” Andrea Gallo per l’estremo saluto al Console dei camalli genovesi («Contadino, operaio, artista, cristiano, comunista, intellettuale che si è fatto da solo, libertario, insofferente ai dogmi, uomo autoironico, appassionato e razionale e intelligente di una intelligenza antica. Arrivederci, caro Paride, arrivederci bandiera rossa»), parlando della cittadina loverese, la definisce come l’ultima enclave della cultura operaia. D’altra parte, non sarà un caso neppure il fatto che Lovere rappresenta forse l’unico esempio sociale in cui i presidenti delle varie società pubbliche (“L’Ora”, “Solicor”, “Tadini”, “Rsa”...) in cui i presidenti non percepiscono alcun compenso, mentre alla Valcamonica viene riconosciuto l’ingombrante «record di società partecipate nella provincia di Brescia» (Bresciaoggi, 26 aprile 2009), quasi tutte con più o meno ricche prebende per gli amministratori... Una delle ultime enclavi della cultura operaia, diremmo noi, perché con Lovere si vorrebbe poter continuare a mettere nel conto anche storiche realtà camune e lacustri come Pisogne, Malegno, Bienno e, perché no?, Cividate Camuno, Breno, Esine... Cultura operaia che altrove, anche dove aveva potuto radicarsi nel corso dei decenni (Darfo e Cogno in primis) è stata fagocitata, forse irrimediabilmente, dall’avventurismo leghista o dal disinvolto «pragmatismo senza principi», per dirla ancora una volta con le parole di Bruno Trentin, della sinistra (o, forse, dalla devastante sinergia fra entrambe le cose). 3 PROFONDO NORD (di Monica Andreucci) un palazzetto per soli... comizi? «Si, ci sono andato a vederlo il progetto in Comune. Già ho fatto fatica benchè fosse giusto il periodo di “pubblicazione” (quando ogni idea di trasformazione del territorio viene resa disponibile alla popolazione per eventuali osservazioni) e me l’hanno fatto vedere solo perchè sono responsabile di una Associazione culturale di Darfo. Poi, quando mi sono accorto che non avevano affatto tenuto conto dell’eventualità di concerti musicali – insonorizzazione, riverbero, logistica etc. – gliel’ho timidamente fatto presente. Beh, i tecnici mi hanno liquidato dicendo che le poltroncine erano a scomparsa e tanto bastava, altro che acustica o scelta di materiali idonei!». Quanto il Palacongressi di Boario non fosse affatto idoneo per un uso che si scostasse appena appena dai convegni e riunioni, ce n’eravamo accorti tutti subito. Quindi la location del concerto dedicato a De André, che tanto gradimento ha ottenuto la vigilia di Pasqua, nelle considerazioni di chi non è riuscito ad inzepparsi nella sala blu è solo all’ennesima conferma. La battuta di cui prima l’ha ascoltata chi scrive dal Maestro Vittorio Alberti, direttore storico della Banda Darfense, quando eravamo colleghi insegnanti una dozzina d’anni fa. Era il momento del grande progetto per il grande rilancio della illustre frazione di Boario Terme, firmato dal grande architetto; alle sue perplessità sull’accortezza che le sale avrebbero potuto avere nei confronti di eventuali spettacoli da svolgervisi («Mica solo conferenze ci faranno!», diceva) avevo risposto che poteva togliersi la curiosità andando a vedere i progetti, proprio in quei giorni teoricamente disponibili al pubblico. Quanto aveva ragione l’amico musicista... ora, per ogni iniziativa non congressuale affollata, o si usano gli spazi aperti urbani o ciccia. Quasi quasi sarebbe stato meglio l’orrido telone aggiunto all’esterno della prestigiosa struttura costruita, ormai fissa superfetazione che dovrebbe essere visionata dall’architetto autore, Vittorio Gregotti. E Darfo non ha ancora un luogo degno per partecipate rappresentazioni teatrali o concertistiche. dalla prima pagina Ue, si vota! grega nello storico simbolo con falce e martello anche i Comunisti Italiani e altre formazioni minori che si riconoscono nel gruppo della Sinistra Europea. La linea è chiara e determinata: la batosta delle scorse elezioni impone di ripartire dalla base e dalle case del popolo, sempre dalla parte dei lavoratori e degli emarginati, contro le istituzioni capitalistiche e finanziarie colpevoli di questa crisi tremenda. L’altra formazione a sinistra del PD mette insieme i movimenti di Fava e Vendola con i Verdi e i Socialisti: ci sono buone ragioni per votare Sinistra e libertà, una formazione composta da chi sente la necessità di mettersi profondamente in discussione, fondando su basi originali una nuova sinistra con ambizioni di governo. Plurale, attenta ai temi ambienAMBIENTE & DINTORNI (di Guido Cenini) tali ed etici, come al sapere e alla lotta alle mafie. Queste europee saranno il vero banco di prova per il progetto che la lista rappresenta. E infine Di Pietro: ci sono buone ragioni per Dapprima c’era il trenino che da Breno saliva verso Degna, poi imboccava la valle di Campolaro votare l’Italia dei Valori. Perché in troppi mosul fondo e quindi si impennava per raggiungere Bazena con una pendenza dell’80% e poi ridimenti è stata l’unica opposizione percepibile. scendeva in picchiata verso il Gaver. Non so ancora oggi come e dove venivano sistemati i pasPerché su questioni come la giustizia e il conflitseggeri su queste pendenze. Ma, meno male, l’idea sembra ormai tramontata, come la stella di chi to d’interessi non ha mai balbettato, vantandosi l’aveva proposta. Non è finita qui. Gli amici del Grande Sogno, tutto in maiuscolo per la quantità con orgoglio dell’accusa di “antiberlusconismo” di investimenti ed anche di cubatura dell’ampliamento del villaggio sotto la cabinovia Ponte-To(d’altronde da quando in qua dovrebbe ci si donale, stanno pensando, sempre alla grande, al Sogno Due. Un trenino che parte da Ponte e sale a vrebbe vergognare di essere antiberlusconiani?). Santa Apollonia, non so come, poi s’impenna sui costoni del Gavia in pieno inverno, tanto la Per ciascuno dei quattro partiti citati, esistono strada è chiusa per neve e slavine, per raggiungere il passo a 2.600 metri e scendere a mozzafiato senz’altro anche buone ragioni per non votarlo. verso Santa Caterina, santa perché protegge i passeggeri. Quindi, via tutti a sciare in Valtellina. Ma per una volta anche noi rompiscatole di Anche qui non chiedetemi se il treno è a cremagliera o a gallerie ovoidali come a Wengen. Se Graffiti vogliamo guardare al “bicchiere mezzo questo progetto non vi piace, gli amici del Grande Sogno Due hanno un’altra soluzione per pieno”, cercando di opporci al sentimento di legare l’alta valle con i cugini bormini: una seggiovia ci porta al Passo dei Contrabbandieri, disillusione e smarrimento imperante a sinistra. scendiamo a manetta sci ai piedi sino a Rifugio Bozzi del Montozzo e poi giù sino alle Case di Il 6 e 7 giugno possiamo bocciare i leghisti dei Viso tra uno slavinello e l’altro, poi una seggiovia ci porta sino al Corno dei Tre Signori, sopra medici-spia e dei presidi-007, l’onnipresente il Passo gavia e quindi si scende sempre in Val Furva. Berlusconi, il Ministro Distruzione Gelmini, Per tornare indietro non ho ancora soluzioni, ma si potrebbe pernottare in alta Valtellina tutti i suoi brillanti colleghi, e pure l’integralista così aiutiamo i cugini di là del Gavia e poi caso mai si torna in corriera dall’Aprica. cattolico Casini di Savoia che per racimolare Quello che non ho capito è soprattutto questa necessità di andare a seppellirci sotto qualche voto in più non esita a sfruttare le immontagne di valanghe su per il Gavia, di solito chiuso per pericolosità, da ottobre a giugno. magini dei figli (non precisando se di primo o Certo la neve lì c’è in abbondanza, certo che non essendo stato ancora costruito il tunnel del secondo letto…). Il risultato delle elezioni del 6 Mortirolo, da qualche parte dobbiamo pure legarci ed incollarci ai valtellinesi. e 7 giugno è anche nelle nostre mani. Chissà cosa sarà il Grande Sogno numero Tre! il Grande Sogno Due maggio 2009 - graffiti 4 STRALCIO DELLA RELAZIONE DEL PRESIDENTE, PIER LUIGI MILANI il Circolo culturale Ghislandi in mezzo al guado a cura della Redazione All’assemblea annuale del Circolo Ghislandi di sabato 4 aprile scorso erano presenti anche Alessio Domenighini e Isa Santicoli, in rappresentanza dell’Università Popolare di Vallecamonica Sebino e dell’Associazione Graffiti, con i quali, dice il presidente del Ghislandi, Pier Luigi Milani, «stiamo tentando di iniziare un approccio di tipo federativo, o anche solo volto a definire un programma comune di cose da fare». Citando Iannacci (“Ci vuole orecchio”), quindi, il relatore aggiunge: «Bisogna che impariamo ad ascoltarci e a capirci: qual’è l’idea di presenza culturale che abbiamo per la Valle Camonica? Quale ruolo intravediamo per le associazioni culturali di base?», ovvero: «Qual’è il progetto?». La realtà intorno a noi si muove ad una velocità impressionante. Nuovi soggetti, privati ed istituzionali entrano continuamente in campo... e non parlo solo delle emittenti radio-televisive locali, sempre più agguerrite anche sul fronte informativo, o di certi periodici locali pieni zeppi di pubblicità e di primi piani dei soliti personaggi della politica casereccia; mi riferisco anche a strutture istituzionali come il Sistema Bibliotecario e il Palazzo della Cultura di Breno che hanno cominciato a muoversi in modo autonomo e alla miriade di biblioteche, Pro loco, amministrazioni comunali, ban- che, fondazioni, istituti religiosi e parareligiosi, associazioni di base, ecc. ecc.». La sfida del Distretto Culturale camuno, continua Milani, «rappresenta il caleidoscopio nel quale potremo scomparire o riemergere a nuova vita. Dipende da noi, da ciò che siamo e vogliamo essere: se sceglieremo un basso profilo, per tirare a campare o se invece sceglieremo di continuare il nostro impegno spendendoci con generosità per tenere alta la bandiera della cultura come fattore di liberazione e non di servilismo nei confronti del Potere di turno»... Dando quindi per scontata la sua propensione (ma anche quella di tutti i soci, supponiamo) per la seconda ipotesi, Milani imprime un’improvvisa accelerazione esortando a «fare squadra», per riuscire a «dare un contributo qualitativo all’intera comunità valligiana (e non solo), scongiurando nel contempo a quest’ultima la prospettiva dello scarrocciamento progressivo nel provincialismo e nel qualunquismo di matrice leghista». Dopo un apprezzamento per l’attività dell’assessore alla cultura in Comunità montana (e già socio fondatore del Ghislandi), Milani prosegue nella sua relazione: «L’apporto che le associazioni come la nostra possono dare alla cultura non deve essere autoreferenziale, ma guardare sempre alla società con cui hanno dalla prima pagina quelli che hanno scelto il disagio... associazioni (religiose, artistiche, ricreative ecc...) ai singoli che hanno voluto o accettato il coinvolgimento. Le dimensioni della struttura creata danno, anche “materialmente”, il senso del lavoro fatto. Alla “casa madre” del Castelletto di Montecchio di Darfo si sono aggiunte nel tempo altre “case” (Cogno, Boario, Darfo... per sperimentare la pratica di una crecente autonomia negli assistiti). “Postazioni decentrate” che danno prova di “produttività” e della fiducia crescente da parte delle Istituzioni del settore, che dopo aver testato e tempestivamente accreditato la Cooperativa quale struttura idonea, l’hanno impegnata (e gratificata) assegnandole nel corso degli anni ambiziosi progetti sperimentali e innovativi nell’intervento sul disagio psichico. Alla Si può si affianca prima la Coop. Il Guado, poi si aggiunge la Coop. Detto Fatto. Perchè le forme di assistenza si diversificano; gli inserimenti lavorativi di pazienti aumentano e acquisiscono nuovi supporti; i soggetti coinvolti si assestano su cifre tra 50/60 e le giornate di presenza su 7/8 mila l’anno. Una realtà oggi complessa, insomma, e di cui la Valle può esser orgogliosa, non solo il movimento cooperativo e gli originari soci fondatori, perchè ha ben coperto un vuoto grave nei servizi del nostro territorio, per la qualità e la ricchezza dei modi con cui opera, per le professionalità formate in Valle e in Valle occupate, per il valore e il numero degli interventi, per la soddisfazione degli assistiti e dei “committenti”. Che offre anche altre letture, al di là del plauso ai meriti degli uomini. Come quella che vede confermato il valore sociale dell’impresa cooperativa, quando questa è realmente tale e non la formale mendace copertura di iniziative opportunistiche. Capace allora di sensibilità sociale e di obbiettivi che spesso non rientrano nelle logiche dell’economia del profitto. E di una mutualità preziosa, in tutti i sensi. Come quella dimostrata in questi dieci anni dalla Coop. Pro-Ser, la prima creatura imprenditoriale di Franca e Vittorio, che ha utilizzato i suoi capitali (la sua accumulazione d’impresa) e le sue energie umane per dar vita e condizioni operative alla Si può: con l’acquisto e la ristrutturazione del Castelletto, inizialmente, ma anche con impegni, attività, operatori che si sono poi intrecciati nel decennio tra le due cooperative... E questo nel decennio trionfante dell’economia di carta, dei titoli spazzatura, di tanti facili furbi e indecorosi profitti... a che fare, per incidere, fare opinione, trasformare le coscienze e le cose». Non manca un accenno al futuro delle Comunità Montane, «in bilico tra cancellazione (il che significherebbe un arretramento storico, in direzione della frammentazione e dei campanilismi) e riqualificazione» e, conseguentemente, al rischio di «sfasatura tra la “missione” sociale di un organismo di base come il nostro e le gambe su cui lo stesso può camminare». Quanto alle tematiche proposte, si va dalla gestione dell’Archivio storico alle «lotte per la giustizia e la libertà, tipiche del movimento ghislandiano, di quello operaio e sindacale, di quello resistenziale e di quello laico e liberale». Ed ecco dunque le prime proposte operative alle due associazioni “ospiti” Università Popolare e associazione Graffiti: «Lavorare insieme ad un progetto, anche di impatto turistico-culturale, di valorizzazione della storia complessiva del Novecento e dell’Ottocento: non più solo i sentieri della Grande Guerra e/o il Museo della Guerra Bianca (quasi che nel nostro immaginario debbano esserci solo le guerre), ma anche percorsi di archeologia sociale, politica e sindacale. Penso, ad esempio, all’ex Uci di Forno d’Allione o alle lotte sindacali in Val Saviore, nelle filature e nelle acciaierie valligiane, ai sentieri della Resistenza e (perchè no?!) ad un Museo del socialismo ghislandiano». E ancora, «altri progetti comuni, più legati all’arte, alla musica e alle tradizioni, sui quali abbiamo in parte già lavorato singolarmente o in tandem (penso al tema della “devozione popolare”, che è troppo importante e delicato per lasciarlo ai “preti”, a quello della caccia alle streghe e della tolleranza/intolleranza nel corso dei secoli, ecc.)». L’ultimo tema trattato da Milani riguarda la necessità di una rivista specifica e, sempre in ambito editoriale, la ripresa della collana “Il tempo e la memoria”. Rivista e collana che potrebbero essere importanti strumenti anche per tessere un filo continuo di memoria tra antiche e nuove migrazioni, che «sarebbe il modo migliore per ricontestualizzare le due cose». «Si tratta, credo, di immaginare nuove forme di agire politico. L’alternativa è fra limitarsi alla semplice azione parlamentare oppure trovare spazio e voce nella società, praticando forme alternative di piccoli ambiti che poi si espandano sempre di più, facendo vivere questo atteggiamento etico dentro e fuori le istituzioni, testimoniandone l’importanza, offrendo un’alternativa vivente al sistema. Io credo che oggi questa seconda ipotesi sia lo spazio naturale dell’agire politico di una sinistra che voglia dirsi tale». Luis Sepúlveda, Raccontare, resistere graffiti - maggio 2009 5 BREVI CONVERSAZIONI CON DUE EX COMUNISTI (O SOLO EX PCI?) militanza e impegno civico a cura della redazione Aido: donazione... a ostacoli dal vino all... acqua Eugenio Mondini è sicuramente più vecchio di storia che di età. Anche Gianluigi Di Giorgio viene da una lunga militanza nel Pci (anche se poi il Negli “anni ruggenti”, a cavallo tra il Sessantotto e la sconfitta suo approdo è stato verso Rifondazione Comunista), ed anche lui ha beneficiaoperaia alla Fiat (che segnerà irrimediabilmente l’inizio del declito del pensionamento per dedicarsi con maggiore intensità, oltre che alla politica no), è impegnato sul versante sindacale e su quello politico. Sul militante, ad una sua antica e mai smessa passione: la buona cucina (e il buon versante sindacale come membro del Consiglio di Fabbrica alla bere: chi non ricorda le bottiglie di “rosso antico” con etichetta... militante nelle Brawo di Piancamuno e, quindi, nel Comitato direttivo della Feste de L’Unità in media e bassa Valle?). Fiom comprensoriale; sul versante politico, nel Comitato di zona Il suo impegno attuale, quindi, tende a conciliare le due cose: politica e qualità del Pci, di cui percorrerà tutta la sofferta evoluzione, dal Pds di della vita, ma con un’altra formidabile... conversione, dal vino all’acqua! Occhetto ai Ds di D’Alema e Veltroni, fino al Partito democratiÈ soprattutto sull’acqua ed i suoi... derivati, infatti, che anche in Valcamonica si co di Veltroni e Franceschini. Il pensionamento in età ancora giosta caratterizzando sempre più la battaglia di Rifondazione – di cui Di Giorgio è vane (è l’ultima generazione, ormai, che ha potuto andare in pensegretario di zona –, a fronte dei rapporti fra le istituzioni valligiane e l’Aato sione a cinquant’anni o poco più) lo induce e lo stimola poi ad provinciale (il quale, secondo Rifondazione, continua a «ricattare i Comuni della impegnarsi in altre attività, come l’Avis e poi l’Aido (AssociaVallecamonica che nella stragrande maggioranza non aderiscono», come leggiamo zione Italiana Donatori di Organi), di cui è presidente per la sesu un volantino diffuso nello scorso aprile) e, per altro verso, fra le Società zione di Darfo, che accorpa anche il comune di Gianico. camune dei servizi ed «il colosso A2A», che «vuole mettere le mani sull’acqua, Ed è appunto di donazione d’organi che vogliamo parlare con sull’ambiente e sull’energia della Valle...», (Circolo Prc di Vallecamonica, “Non Eugenio, soprattutto dopo che la stampa locale ha posto in evialla colonizzazione della Vallecamonica”, marzo 2009). denza alcune carenze in questo senso proprio nella nostra regioUn punto imprescindibile, continua Di Giorgio, è quello di «evitare a qualsiasi ne, che nel 2007 «ha conquistato l’ultima posizione tra le regioni costo che avvengano processi di aggregazione con A2A», perché «questi processi, settentrionali, con 22,5 donatori per milione di abitanti», come piuttosto che in aggregazione rischierebbero di tradursi «in una annessione di Valdichiarava lo stesso Mondini in un’intervista a Bresciaoggi del lecamonica Servizi nel colosso A2A». Per questi motivi, conclude il segretario del 16 aprile scorso, mentre la medaglia d’oro se l’è meritata la ToPrc, «i Comuni della Valle non possono rinunciare alla loro Azienda, che consente scana – continua Mondini – con 41,7 donatori per milione». di decidere direttamente in materia di servizi pubblici locali, ed in particolare di Una situazione che sta andando di male in peggio, come ci concontrollare le tariffe impedendo che vengano aumentati i costi a carico dei cittadiferma l’intervistato: «Al 31 ottobre del 2008 risultavano poco ni, oltre che tutelare l’ambiente e le sue risorse naturali, impedendo che diventino più di 20 donatori per milione di abitanti, a fronte di un sensioggetto di speculazione privata...». bile aumento dei pazienti in lista d’attesa, dai 1.271 del 2007 ai 1.323 del 2008...». RITRATTO (a cura di Monica Andreucci) Perché? Cos’è che non va? «Non certo la generosità dei lombardi – risponde Mondini – che ha la percentuale più bassa di opposizione alle donazioni (il 21,5%, a fronte di Le formelle dei calchi sorridevano ai passanti, abituali o occasionali per le una media nazionale del 30,9%). Ci sono vie di Capodiponte, dalle vetrine del laboratorio di falegnameria (almeno però responsabilità a livello istituzionale, così mi parve). E se ti fermavi un secondo in più, Battista in qualche modo ti dovute soprattutto all’inadeguato impegno catturava, e non perdeva mai l’attimo per fare una nuova... vittima. Il ricordo che conservo del programmatico e finanziario da parte delmio primo esplorare la Vallecamonica è legato a quegli occhioni blu in un personaggio tanto l’assessorato alle sanità in relazione agli inscarmigliato quanto entusiasta, perchè lui capivi che si faceva contento di aver spiegato ad un terventi di espianto e trapianto di organi, e altro “ignorante” delle faccende camun-preistoriche. soprattutto l’assenza di una precisa direttiA dirla tutta, sembrava più uno gnometto venuto dal tempo andato che un uomo in carne ed va alle strutture sanitarie affinché sia evitata ossa; ma aveva un fare ed un dire – anzi forse più un dire che un fare, insomma parlava col la dispersione di potenziali donatori». cuore senza dubbio – che anche se avevi fretta finivi per dargli ascolto. E poi quei calchi, uno alla volta, te li compravi ma non con l’animo di chi vuole aiutare un “povero diavolo”, piuttosto «... ingaggiammo una lotta senza quartiecon l’idea di aver trovato finalmente il souvenir più ruspante che potessi immaginare, quello che re contro i manager burocrati. Era facile non poteva essere uguale dappertutto eccetto la scritta “Saluti da...”. riconoscere un manager creativo da un A modo suo, il piccolo falegname era un gran divulgatore. Negli anni ’80 l’Ausilio capannifero burocrate. I burocrati stavano in ufficio, i (si, Priuli che ha inventato l’archeologia sperimentale scolastica, per la quale dovrebbe aspirare al Premio Nobel per l’apprendimento, provare per credere) stava ancora decidendo cosa fare creativi stavano dal cliente. I burocrati da grande, mentre l’Anati maximus era già troppo aulico per abbassarsi a fare informazione facevano una cosa alla volta, i creativi ne con il popolino (va bene andare in Sinai, ma intanto qui se si trovavano pitoti piuttosto che facevano trenta contemporaneamente. I litigare con la Soprintendenza si buttava una mano di malta e zitti tutti). burocrati assumevano collaboratori, i Di pro loco ed operatori turistico-culturali neanche l’idea, quindi il povero turista ignorante creativi assumevano rischi. I burocrati si di cose camune (com’era/com’è per la sottoscritta) come poteva sapere dell’esistenza e delriposavano nel fine settimana, i creativi l’importanza delle figure incise sulle rocce? Ecco, per me “il falegname” è stato questo. Ho potevano finalmente lavorare nel fine setimparato ad osservare con curiosità quelle incisioni grazie ai calchi fuorilegge, che ho incortimana. I burocrati corteggiavano la seniciato e conservo come reliquie. Sarà stato un abbozzo di spirito imprenditoriale, sarà stato gretaria, i creativi la barista sotto casa. I amore distorto per la storia, sarà stato perfino feticismo ma di tipi come Battista ce ne burocrati avevano capelli grigi e ventri vorrebbero tanti, ancora, perfino se esattamente così. Se siamo qui a contare un secolo di prominenti, i creativi capelli neri e ventri ricerche sui graffiti preistorici, probabilmente, è anche per merito/colpa sua. piatti». (Massimo Lolli) Battista Mafessoli maggio 2009 - graffiti 6 E DOVE STA SCRITTO CHE L’ETICA NON PUO ENTRARE IN MUNICIPIO? a Braone, per esempio! a cura della Redazione Clemente Facchini, sindaco di Braone, conclude il suo mandato con una lunga “Relazione al conto consuntivo 2008 e finale”. Una relazione che, però, va ben oltre il taglio “burocratico” richiamato nel titolo, per assumere fin dall’inizio il carattere di una profonda etica civile, vissuta con l’orgoglio della propria onestà e del proprio spirito di servizio. Ne pubblichiamo alcuni stralci in questa pagina. «La questione a cui tengo di più, lo sapete: il metodo, l’impostazione, la cultura di governo della cosa pubblica, gli ideali. È ciò che più mi inorgoglisce di questi cinque anni e di cui dobbiamo, dovete andare orgogliosi. Da questo punto di vista abbiamo certamente rispettato le promesse fatte ai cittadini e scritte nel programma elettorale. Abbiamo applicato al lavoro di ogni giorno i concetti e gli ideali scritti nella Costituzione: libertà vera dei singoli soprattutto, e poi uguaglianza, pace, senso civico, interesse collettivo, rispetto delle istituzioni, onestà, trasparenza, impegno, generosità, sacrificio, legalità. Ogni giorno – continua Facchini –, ogni istante, ogni scelta ha perseguito l’interesse della collettività, della Comunità, talvolta anche in duro contrasto con gli interessi dei singoli quando questi tendevano a contrastare l’interesse di tutti. Ovviamente nel pieno rispetto della legalità pur con i limiti di struttura dell’Ente e dei limiti dei singoli. Mai una volta, è scontato ma è bene ricordarlo perché non sempre è stato ed è così nelle pubbliche istituzioni, l’interesse privato di un amministratore comunale è stato considerato o ha prevalso rispetto all’interesse collettivo. [...] Posso dire che il Comune di Braone ha partecipato in questi cinque anni, con serietà e impegno, a tutte le riunioni, a tutti gli incontri di tutti gli Enti o organismi di cui fa parte o da cui è stato invitato: dagli Enti comprensoriali, con tutti gli incontri da essi promossi o convocati al Consorzio Servizi Valle Camonica e Valle Camonica Servizi SpA, dal Consorzio Ambito Territoriale Ottimale per la gestione del servizio idrico all’Azienda Sociale per i Servizi alla Persona, dall’Assemblea dei Sindaci dell’Asl all’Assemblea dei Sindaci del Parco, dal Consorzio Forestale all’Associazione Comuni Bresciani, dal Comitato Illuminazione Pubblica all’Assemblea degli enti per l’urbanistica provinciale a tutte le riunioni di coordinamento fra Comuni. [...] Ringrazio il Comitato delle Associazioni per il prezioso lavoro svolto e mi piace sperare che da lì si possano individuare le giovani genuine energie, o comunque si tragga lo spirito, che consenta di proseguire su una strada condivisa, che potrebbe continuare a far cogliere al paese risultati altrimenti difficili da perseguire. [...] Purtroppo è mancato in questi anni il contributo della minoranza che avrebbe, con il confronto, consentito una reciproca crescita; dopo il primo anno di polemiche i rappresentanti della minoranza hanno ritenuto di rinchiudersi in casa per curare gli interessi personali, il lavoro e la famiglia. Scelta legittima, ma che avrebbe potuto consigliare le dimissioni dal Consiglio Comunale per consentire ad altre esperienze di maturare, ad altre energie di esprimersi [...]». Segue un lungo elenco di risultati e di prospettive immediate, fra le quali, «è necessaria una particolare attenzione al dibattito sui territori montani, ai loro problemi e alle loro risorse, che le associazioni nazionali degli Enti della montagna stanno faticosamente tentando di far emergere a livello nazionale». E, quindi, «il grande tema del Piano di Governo del Territorio», a proposito del quale «la Regione Lombardia ha voluto che tutti i Comuni si dotino di tale strumento di pianificazione territoriale, ambientale e di servizi, in sostituzione dei Piani Regolatori vigenti, partendo da una attenta Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.). Si tratterebbe di un grande cambiamento culturale e di impostazione rispetto al passato e nei confronti del rapporto con il territorio». [...] Un altro tema da sviluppare conclude il sindaco, «si lega all’obiettivo che la media valle si è data di costruire un polo di attrazione turistica incentrato sulle tematiche storiche, culturali, ambientali, dei prodotti tipici, dell’artigianato tipico, del turismo religioso. Braone può offrire a tale proposito il granito e l’arte degli scalpellini, l’ambiente, il sito di importanza comunitaria a Malga Foppe, la cascata. La Via della Pietra, la Camminata Alta e gli altri interventi nei luoghi indicati rappresentano un inizio da coltivare e sviluppare». Ed infine il tocco di... classe: «Credo che Braone non abbia bisogno di potentati e di signorotti, di notabili e di feudatari: Braone, come l’Italia, ha bisogno della libertà e del suo popolo, un popolo che conosca le difficoltà ma sappia superarle con il lavoro e con il senso del dovere e civico; un popolo che sappia costruire il proprio futuro, che ne sia artefice e protagonista, nella qualità e nella generosità, che difenda le proprie Istituzioni democratiche. Con pieno spirito liberale. SPIGOLATURE nel segno di... Veronica Nel giorno in cui Veronica Lario e Carlo d’Inghilterra danno libero sfogo all’indignazione personale, oltre che politica («Quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile... è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte», ha dichiarato Veronica Lario) e all’umor inglese (deliziosa la battuta dedicata dal principe Carlo all’imprenditore calzaturiero della Geox: «Piacere di rivederla, lei sì che fa respirare le scarpe»), ci tocca mettere in conto anche l’ennesima sconcezza del Napoleone di Arcore (“papì”, per le giovani candidate in carriera), a proposito di persone che «non siano maleodoranti e malvestite come certi personaggi che circolano nelle aule parlamentari da parte di certi partiti» (sì, anche la sintassi è sua!). E allora, oltre che a Veronica Lario – e, perché no?, ai primi quarant’anni di mia figlia – vorrei dedicare questo 29 aprile, all’autore di Nati due volte, Giuseppe Pontiggia: «Procedendo negli anni, c’è chi regredisce a inseguire una gioventù retrospettiva, i più euforici ci provano, i più stupidi ci riescono». (t.c.) E Michele Serra (la Repubblica, 30 aprile 2009) ci aggiunge del suo: «Siamo tutti suoi ostaggi, questa è la verità. Non vorremmo saperne niente: di lui, delle sue favorite della ragazzina napoletana che lo chiama “papi”, dell’ira di sua moglie, del padre che minaccia di darsi fuoco perché la sua figliola non figura nel cast delle eurocandidate in bikini. Vorremmo avere altro davanti agli occhi, non questa pazzesca soap opera nella quale siamo tutti scritturati come comparse senza che nessuno ci abbia mai avvertito, non questa parodia di Bisanzio che non ha neppure la malinconica grandezza della decadenza di un impero (bisogna avercelo avuto, l’impero, per concedersi il lusso di decadere). Vorremmo riaprire l’agenda delle cose normali, delle faccende vitali della vita corrente, ma qualunque pagina apriamo ci troviamo davanti o lui o la sua corte o i suoi boys in giacca e cravatta o il suo codazzo di ragazze pon-pon o la sua ex famiglia in tumulto o il suo popolo osannante e suicida, e oramai in qualunque pertugio della vita pubblica ci sono le tracce del suo passaggio, c’è il suo timbro, il suo odore di follia. Tutto è intriso di lui, dal terremoto al 25 aprile, dalla televisione alle strade di Roma, dalla Brianza alla tangenziale di Napoli, dalle ville agli inceneritori, dagli editoriali a YouTube. Chissà com’era, l’Italia, prima di lui. Chissà se esisteva, l’Italia, prima di lui». graffiti - maggio 2009 - inserto speciale sulle elezioni comunali e provinciali I ELEZIONI COMUNALI IN VALLE CAMONICA ciack, si vota a cura della Redazione ANGOLO TERME La Lega alla fine ha trovato la quadra sull’assessore provinciale Riccardo Minini (“Lega Nord”), non senza qualche malumore. L’assessore uscente all’edilizia privata, Lucio Gagliardi, guiderà la civica “Cambiamo insieme”, con l’appoggio di alcuni candidati di centrosinistra (Giovanni Bonù, Valentina Gaioni, Antonio Sorlini). Della partita sarà pure l’architetto Gianluigi Bendotti di “Noi di Angolo”, vicino all’Udc. BERZO DEMO L’assessore provinciale Corrado Scolari del Pdl cerca il bis con la sostanziale riconferma del gruppo “Progetto Comune”. Dall’altra parte “Insieme per il cambiamento” candida Battista Gazzoli, con in lista l’ex Ds Bortolo Regazzoli. a pagina IV lo specchietto con i candidati nei quattro collegi per le elezioni provinciali BRAONE Il sindaco Pd Clemente Facchini non se la sente di ricandidarsi a primo cittadino, ma dall’esterno appoggia “Per Braone” che candida il giovane Gabriele Prandini. In lista con lui, tra gli altri, l’ex sindaco Ds Giovanni Baruselli e la musicista Olga Cocchi, vicina al Pd. Il tecnico Sergio Mattioli del Pdl è a capo di “Rinnovamento per Braone”. segue nelle pagine interne Referendum, chi l’ha visto? Pare che il Divorzius Maximus, e relativo gossip, sia strategico (magari senza volerlo, però...) nell’intontimento dell’opinione pubblica anche per sviare l’attenzione dal Referendum sulla Legge Elettorale. Stava andando già bene per farlo passare in secondo piano nel dibattito civile zittendo o sfumando le voci dei promotori, i quali chiedevano l’election day, poi è arrivato il terremoto ed è stato necessario mettersi una mano sulla coscienza passando dal portafoglio delle risorse, stupidamente disperse per una nuova chiamata alle urne ‘ad hoc’. Ed allora è venuta fuori l’idea del ‘ballottaggioday’. Diciamo qualcosa noi, quel pò che si intuisce tra le maglie dei palinsesti e dei menabò della stragrande maggioranza dell’informazione italica. I quesiti che erano stati proposti per il vaglio dell’elettorato attivo, con le richieste firme a sostegno della consultazione, son stati esaminati per considerarne la “proponibilità” in forma referendaria e, purtroppo, dati per leciti solo in parte. Insomma, su 5 richieste di modifica della Legge, ne son passate 2, finendo per chiamare alle urne gli italiani su qualcosa che sarà, alla fine, un pateracchio incredibile nell’un caso o nell’altro (sia che passino le modifiche sia che no). Da qui pare il raffreddamento dello stesso comitato richiedente, ed il disorientamento di noi tutti. Certo, il fatto che da certe “parrocchie” venga il messaggio di non far passare le richieste – a proposito, si è osservato che non si fa sapere alla gente se di referendum confermativo o abrogativo si tratta? – o, infinitamente peggio, dilasciarlo annulare per scarsa affluenza, dice tanto, ma tanto... (Monica Andreucci) Iniziativa promossa dall’Associazione Culturale Graffiti, in collaborazione con il Circolo Culturale Ghislandi, l’Università Popolare di Valle Camonica Sebino e i partiti di zona. II maggio 2009 - inserto speciale sulle elezioni comunali e provinciali - graffiti ELEZIONI COMUNALI IN VALLE CAMONICA ciack, si vota a cura della Redazione BRENO L’eterno movimentismo della Lega come sempre rientra quando dall’alto impongono le direttive. Infatti sull’ex sindaco Berdini (fu primo cittadino dal 1986 al 1990) convergono sia il Pdl che il Carroccio (“Un amico in Comune”). Della partita l’Udc Alessandra Giorgi (presidente dell’associazione genitori cattolici) e Pietro Morandini, presidente del Consorzio Metano. Il Pd coglie l’opportunità di appoggiare una civica di giovani, capitanata dall’ex vicepresidente della Pro Loco Sandro Farisoglio (“Breno Civica”). Sarà in lista con lui l’ex preside del Liceo Simona Ferrarini, ora collaboratrice del Centro Culturale Teatro Camuno e Michele Canossi, portavoce del locale Circolo Pd. Per fortuna i socialisti di Cesare Veraldi e Gianfranco Domenighini non disturbano la competizione con una loro lista che danneggerebbe di certo il centrosinistra. CETO L’uscente Franco Guaini, socialista, già sindaco dal 1980 al 1995, è ricandidato capolista per “Insieme per crescere”. Della partita sarà ancora l’educatore Agostino Mastaglia, vicino al Partito democratico, mentre new entry è il giovane geologo Claudio Salari. La Lega è con la lista “Impegno tradizione e sviluppo” che candida a sindaco Donato Filippini. CAPO DI PONTE L’assessore del Bim Francesco Manella, area Pd, con “Impegno e Continuità”, tenta il bis, riconfermando sostanzialmente la squadra uscente dopo cinque anni di buon governo. L’assicuratore Raffaele Turetti, già perdente cinque anni fa, guida la civica “Uniti per Capo di Ponte, Cemmo e Pescarzo” con l’appoggio esplicito della Lega e del Pdl, oltre al gruppo dei socialisti di Samuele Angeli. CIMBERGO Mario Mazzia della Lega Nord, terminato il primo mandato, ambisce ad una riconferma (“Lega Nord – Indipendenti”). “Nuova lista civica” è guidata, invece, da Alessandra Polonioli, con in lista Andreina Polonioli, già delegata Pd in Comunità Montana. CEDEGOLO È piena continuità amministrativa grazie al dirigente d’azienda Andrea Pedrali, che guida “Cedegolo e Grevo uniti per la Valsaviore”. Il sindaco Pd Pierluigi Mottinelli, già due mandati alle spalle, sarà in lista come consigliere insieme allo storico Mimmo Franzinelli Dall’altra parte corre Sergio Marino a capo di “Uniti per Cedegolo e Grevo”. CERVENO L’assessore comunitario alla cultura Giancarlo Maculotti (Pd) sarà capolista della civica di sinistra “Cerveno orizzonti futuri”, con in lista ancora l’assessore Marco Vaira (area Prc). Dall’altra parte il vicesindaco uscente Luigi Vezzoli si candida per “Uniti per Cerveno”, a cui aderisce dall’esterno anche l’ex sindaco Giovanni Nani. La socialista Anna Bonfadini, al secondo mandato, decide di non candidarsi come consigliere in nessuna formazione. CEVO La maggioranza uscente, in considerazione del fatto che il Pdl Mauro Bazzana non è più ricandidabile come sindaco, presenta la 29enne Miriam Matti (“Impegno Comune”). Dall’altra parte il Pd Silvio Citroni guida “Insieme si può”, con l’appoggio esterno dell’ex sindaco Lodovico Scolari. Stefano Biondi, Prc, si candida con “Cevo Isola Fresine Andrista” a capo di un gruppo di giovani, tra cui Nico Gozzi, vicino a Sinistra e Libertà. CIVIDATE CAMUNO Per cause di forza maggiore esce di scena Franco Gelfi che non sarà neppure candidato come consigliere (ci sarà invece il figlio Fabio). In continuità con l’esperienza decennale si schiera l’ingegner Cesare Damiola, capolista di “Cividate da vivere”. Ancora della partita sarà l’assessore Roberto Bellesi, educatore della Cooperativa Arcobaleno, deus ex machina dei piani di zona per i servizi sociali della Comunità Montana. Il Pd schiera “Civica Civitas” con a capo il portavoce del Circolo Pd Maurizio Zorzini, mentre Rifondazione comunista non appoggia e sta alla finestra. L’ex sindaco Stefano Sandrinelli è in lista. CORTENO GOLGI L’uscente Guido Salvatori, vicino al Pd, non corre per il secondo mandato, ma lascia spazio all’assessore comunitario al Parco e già sindaco Pdl Martino Martinotta (“Insieme per Corteno”). Sul fronte opposto Pierino Canti, già perdente cinque anni fa, si schiera a capo di “Cambia- re per crescere”, mentre Antonio Rodondi guida “Corteno domani”. EDOLO Il centrosinistra si divide in tre. Giampiero De Toni, senatore dell’Italia dei Valori candidato alla presidenza della Provincia, cerca la rivincita sul commissariamento voluto due anni fa dalla Margherita e schiera l’ex assessore ai servizi sociali Stefania Bassi (“Impegno per Edolo”). Fausto Bianchi, candidato alle ultime politiche per il Pd, guida “Edolo Società Ambiente Cultura”, così come l’ex senatore socialista Vittorio Marniga, sempre di area Pd guida “Progetto Edolo 2009”. Il già patron di Radio Adamello ha dalla sua la sinistra che schiera in lista Ivan Moles (figlio di Cesare, il battagliero e rimpianto punto di riferimento della sinistra a Edolo ed in tutta l’alta Valle), vicino a Sinistra e Libertà, e l’educatore Christian Ramus, assessore in pectore ai servizi sociali, oltre al coordinatore di zona per l’Udc Luca Masneri. Pdl e Carroccio se la ridono tentando il ribaltone con il leghista Mauro Perlotti, capolista di “Per Edolo”. GIANICO Il sindaco Pd di sempre Mario Pendoli, assessore comunitario ai lavori pubblici, riconferma la squadra di “Gianico nel 2000”. Il giovane Mirko Pendoli guida la civica “Gianico per tutti”, che raccoglie al suo interno le diverse anime di una Gianico che si vuole aprire a nuove idee e proposte rispetto alla attuale paternalistica e/o familistica gestione amministrativa. In lista con lui Stefano Molosso del Pd. LOZIO Claudia Fiorani è in campo per “Diamoci una mano” e cerca la riconferma dopo cinque anni con una squadra sostanzialmente confermata (ancora in lista l’assessore Ivano Canossi). Inspiegabilmente l’ex alleato di ferro ed ex sindaco Antonio Giorgi (“Tone”), titolare dell’agriturismo di Villa, riesce a comporre la squadra e si candida alla testa di “Mettiamo in moto Lozio 2009”. MALEGNO Alex Domenighini ed il suo gruppo proseguono l’esperienza di “Comune Amico”. Ancora con lui il vicesindaco Pierluigi Milani, gli assessori Giovanni Bazzana e Mario Simonetti, Lino Do dei pensionati Cgil e pure Paolo Erba (area Pd), già assessore con l’ex sindaco Gerardo Milani. Sul fronte opposto si tenta il ribaltone con la civica graffiti - maggio 2009 - inserto speciale sulle elezioni comunali e provinciali “Malegno nel cuore”, guidata da Giorgio Mascherpa del Pdl, presidente della locale sezione Avis. Fuori dai giochi Marco Genesini del Pd e l’ex consigliere regionale leghista, ora Udc, Germano Pezzoni. MALONNO Augusto Simoncini, non più ricandidabile, lascia il campo a Pietro Brunelli che è capolista di “Sviluppo e Rinnovamento”, civica di area Pdl. Stefano Gelmi dell’Udc, vicepresidente della Comunità Montana, è in lista con “Civica Malonnese”, formata anche dal gruppo dei socialisti di Giovanni Lieta, che candida a sindaco Tiziana Asticher. MONNO L’uscente Ugo Melotti, area Pd, cerca la riconferma con la lista “Uniti per Monno”. Romano Caldinelli, già perdente cinque anni fa, è in lista con “Per Monno”, che candida Roberto Trotti. NIARDO La vicepreside del Liceo Golgi di Breno Tiziana Pelamatti toglie il disturbo ed una parte del suo gruppo decide di candidare l’ex sindaco e braccio destro di Zalesky Mario Cocchi, imbarcando la Lega (“Per Niardo”). Il grande regista è come sempre il dipendente comunale Giorgio Bondioni, vicepresidente di Vallecamonica Servizi in quota Pdl. Il giovane Pd Carlo Sacristani, assessore uscente, guida la civica “Niardo con voi”, che candida, tra gli altri, l’insegnante Mara Bondioni, vicina alla sinistra, e il giovane democratico Piergiuseppe Sacristani (classe 1989). PAISCO LOVENO Dopo la parentesi di Giovanna Moreschetti ritorna in campo l’ex sindaco ed assessore comunitario all’agricoltura Bernardo Maschera, dei socialisti, che guida la formazione “Lista Paisco Loveno”. Il Carroccio tenta di disturbare la competizione elettorale con Augusto Simoncini (“Lega Nord”), sindaco uscente di Malonno, candidando parecchie persone di fuori paese. Stessa operazione quella dell’ex presidente di Vallecamonica Servizi Marco Reghenzani (“Uniti convivenza comune”), prima militante leghista, ora dell’Udc. PRESTINE Il sindaco e assessore al Bim Franco Monchieri (Pd) ripresenta la sua squadra cercando la fiducia dei cittadini (“Insieme per Prestine”). Salvatore Musto, candidando molte persone di fuori paese, tenta una lista tutta politica (“Udc”). SAVIORE DELL’ADAMELLO Il democratico Alberto Tosa rincorre il bis con la medesima lista, “Uniti per il Comune”. Il Presidente della Comunità Montana Alessandro Bonomelli è candidato, così come il vicesindaco uscente Nicola Boldini. “Insieme per cambiare”, civica trasversale, candida a sindaco Pierluigi Angelici e in lista figura anche Massimo Maffessoli del Pdl (ex An), già candidato a sindaco cinque anni fa. SELLERO Dopo i cinque anni di Ezio Laini, l’ex sindaco socialista Giampiero Bressanelli ritorna capolista di “Insieme per Sellero Novelle”. Sul fronte opposto il giovane ingegnere del Gruppo Riva Mirco Bressanelli, portavoce dell’associazione ambientalista “AttivaMente”, guida “Tempi Nuovi”, che ha raggiunto l’accordo elettorale con il Carroccio di Severino Damiolini, segretario della Lega Nord di Capo di Ponte. SONICO Ancora tre liste come cinque anni fa. La civica “Il paese impegno comune”, targata Pdl, ripresenta l’uscente Fabio Fanetti, vincitore all’epoca per soli due voti. Il centrosinistra riesce ancora a spaccarsi candidando i due Pd Giacomo Fanetti (“Con- III centrazione democratica”, area Giacomo Branchi) e Gianbattista Pasquini (“Progetto avvenire”, area Pierluigi Mottinelli). TEMÙ Corrado Tomasi del Pd non si può ricandidare e lascia spazio a Roberto Menici, che capeggia “Temù per l’Alta Valle”, con in lista, tra gli altri, il leghista Costantino Coatti, già candidato sindaco perdente alle ultime due tornate (2004 e 1999). L’altra civica “Futuro insieme per Temù” presenta Mario Menici. VEZZA D’OGLIO Severino Bonavetti, area Udc, si ricandida con “Insieme per Vezza”. Il presidente socialista della Pro Loco e agente della Polizia Provinciale Giacomo Giorgi cerca di scalzarlo guidando “Progettiamo il futuro”. L’ex sindaco Giuseppe Citroni è in lista con lui. VIONE Il responsabile sicurezza di Vallecamonica Servizi Mauro Testini, già vicesindaco in passato e perdente cinque anni fa contro Enrico Ferrari, ora è l’unico in corsa con la civica “Vivere insieme”. e in tre comuni confinanti (o quasi) LOVERE La prematura scomparsa del sindaco ex Ds di “Viva Lovere” Vasco Vasconi ha spinto l’amministrazione uscente a costituire una nuova civica, che candida l’agente di commercio Mario Caroli. “Per il bene comune” riceve l’appoggio del Pd di Franco Tagli, dei Verdi e di Sinistra Democratica dell’avvocato Giuseppe Cattalini. Non sarà della partita, invece, il Prc che elegge a capolista Gabriella Riva (“Partito della Rifondazione Comunista”), candidando parecchie persone da fuori paese. L’attuale minoranza de “L’Ago di Lovere”, civica trasversale, candida il capogruppo e medico del paese Giovanni Guizzetti (ex Margherita), con l’appoggio esplicito di Pdl e Lega. PISOGNE L’avvocato Oscar Panigada del Pd si ripropone agli elettori con la civica “Pisogne Insieme”. Con lui, tra gli altri, la portavoce del Circolo Pd Marina Berlinghieri e la dottoressa Daniela Galli, figlia dell’ex segretario dei Ds. Non sarà della partita, invece, Tiziano Piccinelli di Rifondazione comunista, che decide di stare alla finestra perché non condivide l’accordo con l’Udc. La destra si ricompatta su Paolo Fenaroli (“Per Pisogne”, civica di Pdl, Lega e gruppo “La Sveglia”) che cerca la rivincita dopo essere stato sconfitto cinque anni fa. La terza lista “Valle unita per non solo provincia” si chiama fuori dai partiti e candida Giovanni Andreoli. ROGNO La non ricandidatura dell’uscente Guerino Surini (Pd) ha come effetto la moltiplicazione delle liste. Saranno ben cinque, con il centrosinistra spaccato in due. L’ex sindaco Aldo Conti, area Pd, guida la civica “Rogno domani”, mentre la minoranza storica di Agnese Delvecchio (sempre area Pd) tenta la vittoria con “Valori comuni”. Dario Colossi, organizzatore degli Expò di Boario Congressi, si schiera a capo della lista “Progetto in Comune”, con alcuni esponenti del Pdl. Ma la lista ufficiale della destra (“Lega Nord – Il Popolo delle Libertà”) è guidata da Maurizio Maluta, vicesindaco leghista di Costa Volpino fino allo scorso anno. Il quinto contendente è la dipendente comunale Tiziana Spadacini: la sua “Futuro alle idee” è al di fuori dai partiti. C’è il rischio di una vittoria con a mala pena il 30% dei consensi. IV maggio 2009 - inserto speciale sulle elezioni comunali e provinciali - graffiti provinciali: ecco i candidati in Valcamonica Sono 11 i candidati alla Presidenza della Provincia, sostenuti da 21 liste. Il favorito – il leghista Molgora – è sostenuto, oltre che dal suo partito, dal Pdl, dall’immancabile lista dei Pensionati e da due liste centriste (Alleanza di Centro e Democrazia Cristiana). Sul fronte centrosinistra, il democratico Diego Peli è invece sostenuto da una coalizione mignon (Pd e Sinistra per la Provincia di Brescia). Tra i candidati Presidenti anche il camuno Giampiero De Toni, sostenuto dalla sua Italia dei Valori. Vanni Botticini guida la corsa in solitaria della lista che unisce Rifondazione ai Comunisti Italiani. I socialisti attraverso la lista Laura Castelletti sostengono il candidato dell’Udc Gianmarco Quadrini, come pure i Liberal Democratici di Luciano Garatti. A completare la scheda elettorale la preoccupante lista di Forza Nuova, la folcloristica Amo l’Italia Non voto la Provincia e una selva di Leghe più o meno imbrobabili: Lega Padana Lombardia, Lega per l’Autonomia Alleanza Lombarda, Lega Lombardo Veneta, Lega Pensionati, Bresciani Liberi. Grandi assenti della competizione del 6-7 giugno i cacciatori bresciani, nel 2004 protagonisti di ben tre liste di diverso colore politico… In questa pagina riportiamo i nomi dei candidati delle 10 liste principali, con riferimento ai 4 collegi della Valcamonica e Alto Sebino: quello di Edolo (da Pontedilegno a Capo Di Ponte), quello di Breno (da Paspardo a Bienno), quello di Darfo (da Esine a Gianico), quello di Pisogne (da Artogne a Sulzano). EDOLO (alta Valle) BRENO (media Valle) DARFO (medio bassa Valle e Valgrigna) PISOGNE (bassa Valle e Sebino) Partito Democratico (Diego Peli) Pierlugi Mottinelli Alfredo Moratti Grazioso Pedersoli Giacomo Lanzini Sinistra x la Provincia (Diego Peli) Maurizio Morandini* Maurizio Morandini* Maurizio Morandini* Elisa Santicoli**** Italia dei Valori (Giampiero De Toni) Giuseppe Capitanio Riccardo G.. Zani Letizia Cotti Biagio Angrisano Rifondazione - Pdci (Vanni Botticini) Angelo Consolati Stefano Bonafini** Giorgio Faccardi Tiziano Piccinelli Popolo delle Libertà (Daniele Molgora) Gianluigi Frizza Elena Broggi Francesco Abondio Diego Invernici Lega Nord (Daniele Molgora) Ruggero Marchioni Giuseppe C. Donina Mario Maisetti Mattia Zanardini Unione di Centro (Gianmarco Quadrini) Pietro Fanetti Francesco Mazzoli Lorenzo Tomera*** Angelo T. Zanotti Lista Laura Castelletti (Gianmarco Quadrini) Giampiero Bressanelli G. Franco Domenighini Angela B. Barbolini Antonio Tedeschi collegio liste e candidato presidente * detto “Gino” ** detto “Nino” *** detto “Tom” **** detta “Isa” graffiti - maggio 2009 a v a f la 7 TEMÙ: LA GUERRA CONTINUA conosciamo...); secondo, la mia vecchia linea Isdn è fuori uso da tempo, e prima o poi avrò pur bisogno di comunicare col resto del mondo senza uscir di casa; terzo, ne ho sentite troppe, ormai, sugli imbrogli “online” per non essere quantomeno incuriosito. E, quindi, “vedo”: «Gratis? Nessuno dà niente per niente...». «Ecco, Vede – risponde la voce gentile –: «Il tornaconto della società sta nell’assicurarsi la fedeltà degli utenti, nel senso che le viene chiesto l’impegno di non cambiare gestore per un anno». Tutto qui? Sono utente Telecom da alcuni decenni, perché dovrei cambiare proprio ora? E accetto l’offerta. Nei giorni successivi ricevo una sorta di trascrizione del contratto che avrei sottoscritto tramite la telefonata, con relativi costi, di «attivazione», di «noleggio» del modem e di «una tantum»... Scrivo immediatamente al “Servizio Clienti Residenziali” (e per conoscenza alla Federconsumatori di Darfo Boario Terme), comunicando che, «a questo punto vengono meno tutti i presupposti (economici, ma non solo) necessari per il mio consenso all’operazione “Alice”». E l’incidente finisce lì. Pare invece sia andata peggio per una signora di Piancamuno (che non usa neppure Internet) che, allettata da una proposta analoga, non solo ha dovuto pagare un canone smisurato per alcuni mesi (senza neppure poter beneficiare del servizio), ma per poter recedere dal “contratto” ha dovuto pagare una quota forfettaria di qualche centinaia di euro. (t.c.) gli alpini traditi? CAMUNIA... L’ultima puntata sulle vicende legate al “Museo della Guerra Bianca” in alta Valcamonica viene raccontata attraverso un volantino anonimo, distribuito capillarmente in tutte le case del paese. Si accusano gli amministratori, sindaco e vice in primis, di aver «calato le braghe», sul problema del museo, «alla faccia del tutelare i diritti dei cittadini, degli alpini...», e si citanno per nome alcuni altri protagonisti che nella vicenda avrebbero fatto la parte di Giuda (si tenga pure conto che la diffusione del volantino è avvenuta nella settimana santa) o, comunque, di suoi «soci», fra i quali ci sarebbe stato pure Luciano Viazzi, uno dei massimi esperti in tema di Guerra Bianca, che però, sempre secondo il foglio anonimo, «adesso ritorna sui suoi passi» (t.c.) il nome e la cosa l va a r a e MANIFESTAZIONE SINDACALE bastioni contrari Dopo la manifestazione sindacale al Circo Massimo m’è venuta voglia di dare un’occhiata oltre il Tevere. Al tramonto, partendo da San Pietro, ho fatto il giro dei bastioni della Città del Vaticano e, nella bella sera d’aprile, le imponenti costruzioni mi hanno fatto venire in mente le dighe camune. Così, per associazione di idee, ne ho fantasticato il ribaltamento della funzione: da opere di difesa del Papa Re a mura di contenimento all’invasione confessionale dello Stato. (un bresciano a Roma) ALICE NEL... CALL CENTER il “telefono amico” Gennaio 2009: la voce gentile di una operatrice di Telecom mi propone l’installazione gratuita di Alice. A questo genere di offerte, solitamente rispondo che per telefono non accetto più neppure un invito a cena, ma stavolta ci sono almeno tre circostanze che concorrono allo strappo della regola. Primo, la voce dell’interlocutrice è umile, quasi dimessa (e vorrei vedere voi, lavorare in un call center alle condizioni che tutti Secondo il direttore generale dell’Asl di Vallecamonica-Sebino, dovremmo meritarci l’... ombrello protettivo di un “beato” (Giuseppe Tovini, in questo caso) anche nelle corsie dell’ospedale. Perfetto! Così anche il Premio Nobel per la medicina, il laico (perché tutti gli uomini di scienza lo sono almeno un po’) Camillo Golgi, potrà finalmente andare a farsi benedire... Ma è davvero questo che ci meritiamo, in... Camunia? (t.c.) Nel frattempo, un burlone, «un funzionario della Provincia di Brescia», come scrive Laura Guardini sull’edizione regionale del Corriere della Sera, ha fatto stampare sul muso dei nuovi locomotori che stanno per entrare in servizio sulla Brescia-Edolo i nomi dei suoi figli, Luca e Sofia, così che in un prossimo futuro nelle stazioni camune potremmo farci sorprendere da un qualche annuncio del seguente tenore: «Sofia è in ritardo...». Tornando a “bomba” sull’ospedale di Esine, il camuno di adozione (oltre che di origini), Pierluigi, da Brescia, ci manda a dire che «da quanto si legge sul funzionamento dell’Ospedale di Esine forse è meglio la protezione di un (quasi) Santo». Ma sempre da Brescia, il segretario della Flp Uil (il sindacato maggioritario nella sanità camuna), Angelo Zanelli, marca il territorio affermando che «evocare genericamente presunte responsabilità senza dati oggettivi [...], non solo è controproducente ma rischia di essere fuorviante sia per la dignità degli operatori, sia per la mission aziendale». Amen! Ps: abbiamo buone ragioni per ritenere che il curatore del museo Camillo Golgi di Corteno, Giacomo Goldaniga, al quale, dopo la separazione (non ci è dato sapere se e quanto consensuale) con gli amministrtatori del museo stesso sono rimasti in groppa dei reperti di un certo interesse, sarebbe disposto al conferimento degli stessi all’Ospedale di Esine, qualora fosse dedicata almeno una stanza al Golgi. quattro candidati a confronto Venerdì 29 maggio alle 21, in sala Bim a Breno, metteremo a confronto quattro autorevoli candidati all’Europarlamento. Questi in breve i profili dei quattro ospiti, da cui si evince che un certo intreccio tra le varie anime del centrosinistra esiste fin dalle biografie personali: Haidi Giuliani (Rifondazione Comunista), insegnante elementare in pensione, è stata senatrice nella scorsa legislatura. «Non è la cosa che immaginavo per la mia vecchiaia. Sognavo di essere la nonna dei miei nipotini e anche di altri non miei, di bimbi con la pelle colorata. Invece la vita ha deciso diversamente». Vita segnata dalla morte del figlio Carlo, il 20 luglio 2001, negli scontri al G8 di Genova. Pia Locatelli (Sinistra e libertà), già insegnante d’inglese e amministratrice delegata dell’azienda di famiglia, è stata consigliera comunale PSI per 15 anni; nel 2004 l’elezione all’Europarlamento nelle fila dell’Ulivo. È stata osservatrice internazionale in Cile, Sudafrica, Serbia; ogni anno partecipa alla Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne. Dal 2003 è Presidente dell’Internazionale Socialista Donne. Ivan Scalfarotto (Partito Democratico) ha lavorato nella Direzione Risorse Umane di Citigroup a Milano, Londra e Mosca. È stato consigliere di circoscrizione a Foggia per i Verdi. Nel 2005, spinto da dal gruppo londinese di Libertà e Giustizia, si candidata alle primarie dell’Unione (quelle che incoronarono Prodi). Nel 2007 aderisce ai Democratici di Sinistra per partecipare alla costruzione del PD. Collabora con l’Unità e in tv partecipa a Crozza Italia Live. Maurizio Zipponi (Italia dei Valori) inizia la sua esperienza sindacale come delegato alla Franchi. Per la Fiom segue inizialmente la Valcamonica, negli anni della prima pesante ristrutturazione del settore siderurgico, poi la Val Trompia e il Garda. È stato segretario regionale della Fiom, membro della segreteria nazionale del gruppo Fiat, e nel corso dell’ultima legislatura deputato di Rifondazione. maggio 2009 - graffiti 8 dalla prima pagina un Primo Maggio di... meditazione denza», ovvero, «si invitano operai, padroni, politici e forze dell’ordine a ricevere assieme, in buona armonia, la benedizione del vescovo di Brescia». Operai, padroni, politici e forze dell’ordine che, in effetti, si troveranno fianco a fianco sul “Piazzale della chiesa” di Cividate per poi incamminarsi verso il luogo della cerimonia ufficiale, la Prada di Cividate, non senza qualche curiosità – se non proprio apprensione – dove si sarebbe manifestata questa contestazione annunciata. Il luogo dell’... agguato, per chi conosce Cividate, non poteva che essere quello scelto, la passerella sul fiume (battezzata in modo forse eccessivamente altisonante come il “Ponte dei marinai d’Italia”), dove alcune decine di giovani militanti della sinistra (in buona parte operaio) fanno alla al passaggio del corteo (di poco superiore, se si esclude la prima linea bandistica ed istituzionale) distribuendo volantini accompagnati dalle note di “Bandiera rossa”. «Giù le mani dal Primo Maggio», è il titolo di uno di questi volantini, mentre un altro, che verrà distribuito da Rifondazione comunista, dopo aver criticato la trasformazione di «una giornata di lotta» in «una mera celebrazione, ancorché partecipata da Autorità civili e religiose, con il grave rischio di perdita del contenuto ideale...», esprime solidarietà ai lavoratori contrari, «pur ribadendo ancora una volta la necessità di una maggiore condivisione delle scelte operative sul territorio valligiano al fine di coordinare le azioni e ottimizzare i risultati...». Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma. Dulcis in fundo, il foglio di Rifondazione aggiunge che «non ci sentiamo di condannare o stigmatizzare le scelte della Cgil, ritenendola, soprattutto in questo momento storico e in questo territorio, una certezza per tanti lavoratori e anche per la globalità della sinistra». Tornando alla manifestazione “ufficiale”, il breve percorso... accidentato termina all’interno del tendone allestito in zona Prada, dove si alternano i vari oratori: il sindaco di Cividate, Franco Gelfi, che nel porgere il benvenuto a Vescovo, lavoratori e ceti intermedi, ricorda che siamo nel «quarantesimo anniversario dell’industrializzazione della Prada»; il presidente della Comunità montana di Valle Camonica (chissà perché il cerimoniere l’ha definita la «seconda autorità istituzionale che vi è sul territorio»?), Alessandro Bonomelli, che dedica un pensiero allo storico arciprete-partigiano Carlo Comensoli; il presidente degli artigiani, Giovanmaria Rizzi, il cui intervento, onesto e coraggioso («Primo Maggio come occasione straordinaria per ricordare il lavoro, perché spesso ne abbiamo perduto il vero significato»), avrebbe potuto essere anche un buon comizio sindacale; il presidente della Provincia, Alberto Cavalli, che, in estasi contemplativa come sempre, richiama in... piazza il beato Tovini e, quindi, rilancia sull’idea di un Primo Maggio portatore di valori come «sudore e pensiero» (e si capisce perfettamente come ogni cosa debba stare al suo posto). Il tendone, nelle cui prime quattro file stanno ben allineati i rappresentanti dell’autorità costituita (solo i leghisti Caparini, Maisetti e Minini si... defilano, andando a mischiarsi tra la folla) si riempie, quasi, durante la funzione religiosa, per poi dimezzarsi, fin quasi a svuotarsi nelle ultime file, durante il breve – e tuttavia intenso – intervento del segretario comprensoriale della Cisl, Francesco Diomaiuta, di cui pubblichiamo alcuni significativi stralci nella pagina accanto. pirateria e pratica politica Il processo di disgregazione della sinistra non ha ancora dato cenni di effettiva ricomposizione. Manca un progetto politico, di soggetti invece ce ne sono a iosa: tutti accomunati dalla mancanza di radicamento e dalla difficoltà di formulare analisi e proposte di modelli alternativi. Paradossalmente, in un momento di grave crisi del capitalismo nessuno sembra in grado di intercettare e indirizzare la “disponibilità di lotta” presente sui territori e la sua formidabile spinta dal basso. In Valcamonica sono emblematici due esempi. Il primo, la manifestazione tenutasi a febbraio a Boario in concomitanza dei bombardamenti israeliani nella striscia di Gaza. Il “tavolo delle associazioni” promuove una piattaforma esplicitamente bi-partisan, con l’invito a non portare bandiere di sorta, nemmeno bandiere palestinesi, teorizzando una generica richiesta di pace (pensiero debole o dalemismo-bertinottismo?). La piazza si riempie, una grande partecipazione inondata dalle bandiere palestinesi. Il secondo, la ferma contestazione della scelta dei sindacati di festeggiare il primo maggio con l’associazione industriali della Prada di Cividate, dimenticandosi forse che sono gli operai a portare il sindacato in fabbrica, non i padroni. Un rapito tam-tam, un volantino, una giro di mail e una sessantina di persone, perlopiù giovani, tendono piratesco agguato allo sfilare del corteo ufficiale (la faccia del sindaco di Cividate valeva il viaggio!) distribuendo volantini sulle note di bandiera rossa. La censura delle TV locali decreta il completo successo dell’operazione! Il dato politico che emerge chiaramente è il permanere di espressioni di libero pensiero, radicalità che non trovano coerente espressione politica ma che non per questo cessano di esistere. Altro problema semmai sarà dare corpo e continuità a tali espressioni. Lo ricordino i dirigenti di se stessi quando liquidano il clima politico camuno con un’alzata di spalle e un sospiro “stravince la lega”. (Valeria Damioli) Nota a margine. La “contromanifestazione” di cui si diceva all’inizio è stata completamente ignorata dagli apparati dell’informazione al seguito, con la stessa certosina e feroce determinazione con cui i guardiani dell’ortodossia hanno sempre rimosso ogni forma di eresia ed ogni espressione di dissenso perfino dall’iconografia di regime, politico e religioso. Gli stessi apparati addomesticati che, invece, sempre nella serata del Primo Maggio, non si sono assolutamente risparmiati nel documentare la fiaccolata di quasi duecento persone (le stesse della contromanifestazione del mattino, in sostanza, moltiplicate per quattro o cinque), promossa da Anpi, Fiamme Verdi e Comune di Lozio sui luoghi della cattura di Giacomo Cappellini: un maestro, quindi un “lavoratore dipendente” che amava la vita e la libertà (per usare le parole con cui verrà ricordato da Claudia Fiorani e Mimmo Franzinelli) al punto da sacrificarle per non rinunciare ai propri ideali. In quella circostanza le telecamere (e meno male!) non hanno lesinato affatto, fors’anche perché lì non v’era più alcun rischio concreto di “sberleffo al Palazzo”, e tantomeno di “lesa maestà” (non comunque nell’ambito territoriale di prossimità), come si può evincere anche dalla variegata molteplicità delle adesioni (Comune di Malegno, Circolo culturale Ghislandi, Associazioni Graffiti e Tapioca, Università Popolare di Valcamonica, Carovana dei Diritti, Sindacato comprensoriale Cgil e Cisl...). graffiti - maggio 2009 9 STRALCI DELL’INTERVENTO DI CHIUSURA DELLA FESTA DEI LAVORATORI “rimettere al centro il lavoro” di Francesco Diomaiuta Spesso le risposte ai bisogni di chi vive le difficoltà sulla sua pelle vengono da azioni di carità messe in piedi da soggetti sociali come la Chiesa o le varie associazioni. Si è passati dal diritto alla carità facendo un processo inverso rispetto a quello che con grandi sacrifici è stato realizzato negli anni Settanta. Vi è quindi la necessità di rimodellare il sistema di copertura sociale indirizzando gli investimenti e le indennità verso politiche attive del lavoro, verso riqualificazione e reinserimento lavorativo con un coinvolgimento più diretto del mondo delle imprese, e con una attenzione particolare a chi oggi non trova copertura nei momenti di difficoltà, i precari e gli interinali che sono sempre più i giovani. La crisi economica deve anche portare le forze politiche, economiche e sociali ad assumersi le loro responsabilità verso il bene comune ed il futuro del nostro paese. La sfida per uscire dalla crisi la si gioca anche a livello territoriale: sul territorio si creano intrecci tra investimenti, insediamenti produttivi, ricerca e comunità locale. È sul territorio che si può fare sistema in alleanza tra le forze sociali legando sviluppo e territorio in modo armonico. [...] Occorre che la politica la smetta di litigare su tutto per andare d’accordo solo quando c’è da dividersi i rimborsi elettorali o aumentarsi le indennità. [...] C’è un problema di adeguamento salariale nel nostro paese che dalle Organizzazioni sindacali è stato posto e sul quale occorre trovare una giusta ed equa soluzione che riporti i lavoratori all’interno dei parametri europei e che permetta il recupero del valore reale dei salari. C’è troppa sperequazione in materia salariale ne è prova la differenza troppo elevata tra retribuzione dei dipendenti e quella scandalosa, in alcuni casi, dei manager. Il mondo imprenditoriale deve porsi l’obiettivo di un’etica del profitto puntando non solo al bilancio economico della propria impresa, ma anche ad un bilancio sociale che veda il lavoratore non come oggetto del lavoro per il guadagno ma come persona che si realizza nel lavoro per una crescita complessiva della stessa impresa e della società. la pace sia con noi! Ad Assisi dall’8 al 10 maggio si sono svolti, in parte sovrapponendosi, gli incontri nazionali delle Scuole di pace e della Tavola della Pace. Fra i temi discussi c’è stata l’organizzazione della Marcia per la pace Perugia - Assisi: si farà il 16 maggio del 2010 e sarà preceduta da un passaggio in Palestina tra il 12 e il 19 ottobre prossimi (Plf). Questa crisi sta allargando ancor di più la forbice tra chi ha tanto e chi non ha. [...] L’ubriacatura degli ultimi 20/30 anni di pensiero unico neo-liberista che ci ha portato a ritenere che per vivere non serve più il lavoro ma basta il mercato e gli investimenti in borsa auspichiamo sia finita. I profeti del libero mercato e delle rendite finanziarie di fronte alla crisi che ha travolto il loro modello sono improvvisamente diventati statalisti e hanno salvato con i soldi pubblici le loro banche e i loro centri di affari. [...] Occorre, per affermare questa strada, tornare a rimettere al centro il lavoro, il suo essere condizione indispensabile di libertà e di dignità umana. Non il lavoro in sé, ma la persona, che realizza o meno se stessa attraverso il lavoro. «Il mondo del lavoro non ha la responsabilità di questa crisi che è invece figlia della irresponsabilità dei mercati finanziari, della speculazione, del profitto fatto attraverso il denaro, senza la responsabilità delle conseguenze. C’è quindi un problema morale. Va affrontato ristabilendo l’idea forte di far profitti attraverso il lavoro, la produzione, la fatica e le capacità. Deve esserci giustizia redistributiva, chi non ha responsabilità non deve pagare due volte». (Guglielmo Epifani) II lavoro inteso come elemento unico di crescita, come valore che trasforma l’uomo in persona prima ed in cittadino poi. Ma di lavoro spesso, troppo spesso si muore [...]. La Provincia di Brescia è certamente una delle province con il più alto numero di infortuni sul lavoro con una media di 40 morti l’anno e 25 mila infortuni. [...] Un paese civile non può permettere che suoi cittadini perdano la vita per il lavoro. Va sconfitta l’idea che gli infortuni sono il prezzo da pagare alla modernità. [...] Oltre alla ormai annosa strutturale crisi del tessile che in questi anni ha visto sparire, di fatto, aziende che hanno fatto la storia, della Vallecamonica, in questi periodi di crisi stanno entrando in difficoltà molte aziende che fino a qualche tempo fa erano ritenute in crescita e che questa crisi ha spiazzato. [...] In questi tempi di elezioni auspichiamo che una volta tanto nei programmi delle varie liste compaiano anche interventi a favore delle famiglie e dei lavoratori e non solo rotonde e strutture sportive [...]. Il terremoto in Abruzzo ha cambiato i piani organizzativi di questa giornata., che prevedevano il pranzo ed un appuntamento pomeridiano per la presentazione di un libro sulla storia dell’Olcese. Abbiamo ritenuto opportuno, con tutti gli organizzatori e con tutti coloro che hanno concretamente contribuito di sospendere il pranzo e di devolvere il relativo costo ai terremotati... un gesto d’amore Breno, 4 aprile. Quel giorno, dalle nove alle dieci, avevo accompagnato due classi (una quinta liceo scientifico e una terza del classico) a visitare la mostra “Israele-Palestina”, prodotta in collaborazione con la carovana dei Diritti. Tra le altre cose avevo parlato di un fatto documentato dalle immagini: l’uccisione di Ahmed, un bambino palestinese di dieci anni, nel villaggio di Bi’lin, da parte dell’ esercito israeliano, durante una pacifica marcia di protesta. Noi eravamo in Palestina, quando questo fatto è successo. Finita la visita, dopo circa mezz’ora, sono stato avvicinato da uno dei ragazzi che avevano partecipato alla visita. Mi ha consegnato un foglio nel quale aveva scritto qualche cosa. Me l’ha consegnato dicendomi di «farne quello che credevo» e se n’è andato. Un po’ sorpreso ho aperto un foglio: il ragazzo aveva scritto una poesia, questa. AHMED. Occhi che guardano, ora sbarrati / cristallina purezza, ora in frantumi / improvvisa domanda, senza alcuna risposta. / Perchè? / Vita non vissuta / distrutta da un muro / da un proiettile / dalla incomprensibile mancanza d’umano nell’uomo. / Chi ha premuto il grilletto / un domani tornerà a casa / forse abbraccerà un figlio / forse amerà una donna. / Si può vivere senza pensare? / Evidentemente sì / Si può vivere senza coscienza? / Evidentemente sì / Si può sparare ad un ragazzino? / Evidentemente sì. / Ma oggi, qui, sia per un’ora o per pochi secondi / la cristallina purezza di quello sguardo ha deviato quel proiettile nella mia anima / e fatto scorrere sangue di rassegnazione. / Quel candido sorriso / ovunque ora sia / sarà per me effige / della bestialità dell’uomo. Dopo aver letto le parole scritte, ero un poco allibito e addirittura commosso. Se oggi questo è potuto accadere, se è possibile dare voce ad un sentimento di umanità profonda, forse la sintesi di molti pensieri di ragazzi e ragazze, allora c’è speranza. Allora è ancora possibile e lecito indignarsi e gridare basta alla violenza e alle atrocità. Vorrei qui ringraziare davvero questo ragazzo che non conosco per il suo piccolo, ma enorme gesto. Ogni altro commento mi pare superfluo e rischierebbe di guastare il senso profondo di quel gesto e di quelle parole. (Alessio Domenighini) maggio 2009 - graffiti 10 ANNO PER ANNO, GIORNO PER GIORNO: COME NASCE LA SFIDUCIA NELLO STATO incitamento alla disobbedienza responsabile di Tullio Clementi Non riesco ad immaginare nulla di cui uno Stato serio ed efficiente abbia meno bisogno che del denaro “pronta cassa” per far fronte tanto alle piccole quanto alle grandi emergenze. Già all’indomani del terremoto che ha messo in ginocchio l’Abruzzo, invece, si lanciavano appelli affinché la solidarietà venisse espressa in denaro sonante piuttosto che in natura. Assurdo, nella misura in cui si pensa che uno Stato efficiente (e ridagli!) dovrebbe avere minori problemi nel mettere a disposizione (quantomeno in termini di anticipo) le risorse economiche rispetto alla urgenti necessità di convertirle in merci e prodotti. Per quanto mi riguarda, dunque, neppure un euro – non più e non comunque di mia spontanea volontà – ad un mostruoso “Leviatano” che ne approfitterà soprattutto per sguinzagliare in giro i gerarchi del regime, grandi e piccini, a strombazzare, dinnanzi alle telecamere, che «lo Stato c’è». Lo Stato ci sarebbe, serio, efficiente e credibile, se fosse (se fosse stato) in grado di liberare i... sudditi (che in tal caso non sarebbero più tali) dalle accise introdotte dalla guerra di Etiopia del 1935 fino al rinnovo del Contratto nazionale di Lavoro per gli autoferrotranvieri del 2004, passando per la crisi di Suez (1956), il disastro del Vajont (1963), l’alluvione di Firenze (1966), i terremoti del Belice (1968), del Friuli (1976) e dell’Irpinia (1980), le guerre più o meno “umanitarie” del Libano e della ex Jugoslavia (sissignori, sono ancora lì, tutte, dentro il prezzo del carburante!), dopo che ne fosse venuta meno la necessità specifica. In tal caso, non riesco ad immaginare una sola persona che senta il bisogno di protestare per un’imposta, quando sa con certezza che verrà rimossa non appena raggiunto lo scopo. Ma dalle nostre parti uno Stato simile, serio, efficiente e credibile non esiste (e non da oggi, purtroppo), mentre esistono le tragedie umane e sociali, vecchie e nuove, nei confronti delle quali ogni “cittadino” non può sottrarsi, anzi, deve poter manifestare in misura concreta la propria solidarietà. Ma come? Semplice! Mettendo a disposizione il proprio impegno disinteressato (in tal senso pare si siano già muovendo alcune delle tante associazioni di volontariato, per esempio) e, quindi, superata la fase dell’emergenza, esercitare in modo diretto ogni altra forma di aiuto solidaristico per la ricostruzione. Ma, che si tratti di una scuola, di un asilo o di un ospizio, una casa di abitazione o un ospedale, una chiesa o un’osteria (a seconda delle possibilità, oltre che delle necessità), senza alcuna intermediazione da parte di uno Stato che dovremmo imparare a scrivere almeno con la “s” minuscola. «... Ma cosa può capire di satira un barzellettiere goffo senza talento che ha meno senso dell’umorismo di una beghina. Lo chiamano statista, c’è da scompisciarsi dalle risate, se fosse uno statista, accetterebbe con fair play gli strali del grande Vauro. Già, ma per essere uno statista non basta fare le corna e dare pacche sulle spalle, ci vuole ben altro». (Moni Ovadia) Centro commerciale di Tenchini Darfo Boario Terme (Bs) Via Nazionale, 43 - Tel. 0364.532928 - Fax: 0364.528582 COOPERATIVA SOCIALE Pro-Ser Valcamonica Onlus Piazza don Bosco, 1 - DARFO BOARIO TERME 0364.532683 CONSULENZA PROGETTAZIONE E VENDITA DI SISTEMI INFORMATICI ANALISI E SVILUPPO SOFTWARE PERSONALIZZATO ASSISTENZA TECNICA Via Quarteroni, 16 25047 - DARFO BOARIO TERME Tel. 0364.535523 - Fax 0364.534788 Internet: www.ecenter.it e-mail: [email protected] 5 pulizie uffici, scale condominiali, negozi, bar, ristoranti, civili abitazioni. Preventivi gratuiti! 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Una scena animata dall’onnipresente cardinal Re, oltre che dagli altrettanto onnipresenti Alberto Cavalli, Riccardo Minini, Giancarlo Maculotti, Eugenio Fontana (apprezzato autore del bel libro stampato per l’occasione: Il segno tipografico), Francesco Gheza (nei panni dell’abile e navigato cerimoniere), alcuni pavoniani “doc” ed il sindaco di Artogne, Maddalena Lorenzetti. Brevi e circostanziati, i vari interventi non escono quasi mai dalle... righe, almeno fino a quello dell’assessore Giancarlo Maculotti che, dopo aver auspicato l’ingresso del neonato museo della stampa nel sistema museale camuno, con un... irriverente tocco di fioretto, mette in sovversiva sinergia il “tipografo” tedesco Johann Gütenberg e la Rivoluzione francese, affermando che quest’ultima non sarebbe stata assolutamente possibile senza la determinante funzione della stampa come strumento di comunicazione fra i popoli. Al camuno cardinal Re – che tuttavia non sarà avaro di apprezzamenti sull’importanza della stampa – , non rimane quindi che richiamare sulla scena il lavoro certosino degli amanuensi nei conventi, risalendo a ritroso fino alla scrittura della Bibbia su pergamena, mentre il segno grafico a colpi di “punteruolo” sulla roccia lo aveva già evocato il presidente della Provincia, Alberto Cavalli. All’interno del museo, intanto – dove la gente si dovrà organizzare in turni per poter entrare, nella parte conclusiva della mattinata –, alcuni collaboratori di Simone Quetti mettono in funzione le macchine (pulite e oliate come si deve) per dar modo ai visitatori di conoscere bene dal vivo i vari processi di stampa in atto fino a pochissimi anni fa: fino all’avvento del computer, in sostanza. (Tullio Clementi) LA CLASSIFICA DEL MESE a cura di Gastone ([email protected]) destra e sinistra... dove? Voto 1 ad Angelo Foschini, direttore generale dell’Asl camuno sebina. L’intitolazione dell’ospedale di Esine a Giuseppe Tovini è l’ennesima genuflessione. Quali i meriti in ambito medico dell’avvocato sindaco di Cividate? Decisamente meglio l’omaggio al Nobel di Corteno Camillo Golgi. Voto 2 a Mauro Bazzana, sindaco di Cevo. Ha chiesto alla Provincia e ai privati un milione di euro per finire i lavori di sistemazione della croce di Job all’Androla. Un pozzo senza fine. Troppo esoso. Lo stesso Minini ha risposto picche. Voto 3 a Giacomo Meloni, segretario generale dei metalmeccanici della Cisl di Vallecamonica. Anziché partecipare al primo maggio comprensoriale era alla Lucchini di Lovere a brindare per l’inaugurazione di una nuova linea di produzione. È diventato lui l’imprenditore adesso? Voto 4 a Tiziana Pelamatti, sindaco di Niardo. Il premio Sant’Obizio assegnato alle sorelle Fanchini è un spot elettorale alla Lega e non ha nessun fondamento. Sono forse loro il miglior esempio di “camunità”? Voto 5 a Emmanuel Anati, direttore del Centro Camuno di Studi Preistorici. Dopo essersi rallegrato per la nuova sede di Capo di Ponte, ha punzecchiato le istituzioni affinché investano di più. Non si capisce se per la cultura o per i suoi bilanci. Voto 6 a Franco Camossi, assessore al commercio del Comune di Darfo. La battaglia contro la grande distribuzione della Lega prosegue. L’ingrandimento del Centro Commerciale Adamello sarà limitato a pochi negozi, contro i quaranta chiesti dalla proprietà. I comuni di centrosinistra imparino. Voto 7 a Massimo Zanini, comandante della Polizia Locale di Cortefranca. In un’intervista a Bresciaoggi ha dichiarato che il compito dei vigili è soprattutto l’educazione civica e la prevenzione. Vogliamo Sandro Mensi di Darfo a lezione da lui. Voto 8 ad Anna Bonfadini, sindaco di Cerveno. La riqualificazione del centro storico. Il museo etnografico. La fondazione per il restauro delle Cappelle. Sempre con la voce bassa, ma con una tenacia senza eguali. Lei così i risultati li ottiene. Voto 9 a don Danilo Vezzoli, responsabile della Caritas di Darfo. Il fondo di solidarietà contro la crisi, istituito a favore dei soggetti in difficoltà, non risolve i problemi del mondo, ma è un segnale importante. Come ha fatto il vescovo Tettamanzi a Milano. Quando la chiesa è di sinistra. Voto 10 al nostro Valerio Moncini. I complimenti in famiglia. Il filmato sulla Shoa – realizzato durante la rappresentazione teatrale degli studenti dell’istituto comprensivo di Capo di Ponte – ha vinto il primo premio del concorso “Filmare la Storia” assegnato a Torino dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza. recensione di Agide Gelatti Titolo: don Milani fra storia e memoria Autore: Carmen Betti Editore: Unicopli Per la collana “Storia sociale dell’educazione” la pedagogista dell’Università di Firenze ha curato gli atti del convegno internazionale di studi che si svolse nella città toscana, nel maggio del 2007, per esaminare l’eredità milaniana a quarant’anni dalla sua morte (26 giugno 1967). La pedagogista fiorentina, ponendo l’attenzione sui contributi di alto livello dei trentacinque relatori, seguiti da una sorprendente partecipazione di ascoltatori, fa notare come tutti siano stati concordi nell’affermare che quell’esperienza didattica non era fondata su tecniche e schemi da usare nel fare scuola, bensì sul come bisogna essere per far scuola e, cioè, sui valori che l’insegnante deve avere per esercitare quella che don Milani considerava una missione. Il prete toscano fece laicamente il maestro a Calenzano e a Barbiana con coerenza di vita e continua ricerca di una verità sempre più completa. Le oltre trecento pagine del libro (che costa 15 euro) compongono un mosaico che mette in luce quanto l’eredità educativa milaniana sia sempre attuale e di grande stimolo per il mondo della scuola. Avendo partecipato, considero ottima la pubblicazione degli atti del convegno che ha aperto un confronto scientifico internazionale riflettendo sulle ragioni delle numerose iniziative che su di lui ovunque fioriscono. A mio parere una componente determinante di tale risonanza mondiale sta racchiusa nelle parole del suo testamento “ Cari ragazzi ho voluto più bene a voi che a Dio…”: quando uno ama va sempre in cerca del meglio per donarlo alle persone amate, specie se sono nel bisogno. Don Milani da prete è diventato maestro per portare gli ultimi a conoscere la Parola di Dio e quindi a sapersi esprimere e a capire il pensiero altrui, ad avere la cultura necessaria alla vita e a diventare cittadini sovrani. Nel convegno di due anni fa, tutto questo era emerso con chiarezza e la sapiente curatrice ci offre la possibilità, leggendone gli atti, di ritornare sulle tracce di don Milani per approfondire la sua conoscenza e la sua attualità in un tempo nel quale è ritornata la necessità di “parola che fa eguali”. «La rivolta è il movimento stesso della vita e non è possibile negarla senza rinunciare a vivere». (Albert Camus) maggio 2009 - graffiti 12 a Cgil e Cisl della Valcamonica La crisi economica che attraversa il pianeta – secondo la maggior parte degli economisti la più grave dopo la crisi che sconvolse il mondo capitalista nel ‘29 – sta già, nei paesi dei sud dei mondo facendo aumentare i morti di fame e di sete e produce migrazioni bibliche verso i “paesi ricchi” del nord, nei quali per altro accresce in misura esponenziale il numero dei precari e dei cassintegrati e porta i giovani ad allungare la già interminabile fila dei disoccupati. Naturalmente tutto questo non scalfisce minimamente la serenità olimpica dei nostri governanti che ritengono questa crisi poco più preoccupante di un’influenza stagionale. In effetti i loro committenti, grandi imprese e banche, che sono la prima causa della crisi industriale e della vergognosa e truffaldina bolla speculativa, sono stati gli unici ad essere ampiamente e vergognosamente foraggiati dai governi di tutto il mondo: questo gioco non farà tuttavia che spostare più in là il momento della inevitabile e rovinosa caduta definitiva. Nelle grandi metropoli occidentali, a Madrid come a Berlino, Atene, Marsiglia e Parigi i giovani, dopo decenni dì apparente disinteresse, hanno cominciato a muoversi con grande determinazione individuando nelle sedi delle multinazionali, nelle grandi banche, nei managers i simboli di un potere da abbattere .Per questo il primo maggio, che è sempre stata la giornata di lotta delle classi e dei popoli oppressi, vedrà quest’anno nelle piazze di tutto il mondo, milioni di persone unite da un solo slogan «la vostra crisi non la pagheremo noi!». In tutto il mondo, certo, ma non in Valle Camonica e soprattutto non con il sostegno delle organizzazioni sindacali. Questo è ciò che crediamo di aver capito, destreggiandoci a fatica fra le finezze grammaticali e l’originalità del linguaggio, dal volantino firmato Cgil, Cisl commissione pastorale sociale, sindaco di Cividate che invita il Presidente della Provincia di Brescia Alberto Cavalli, il Presidente della Comunità Montana di Valle Camonica Alessandro Bonomelli, il Presidente dei Bim Edoardo Mensi, il Senatore De Toni Gianpietro, l’Onorevole Davide Caparini, i Presidenti e i Rappresentanti delle Forze Imprenditoriali, l’Anmil Noris Riva, il Presidente degli alpini Ferruccio Minelli, Carabinieri, Polizia, Vigili del fuoco e Forestale, e perfino le maestranze (naturalmente queste ultime senza l’onore della lettera maiuscola) a partecipare alla cerimonia religiosa che si svolgerà nella zona industriale della Prada con una messa celebrata niente meno che dal Mons. Luciano Monari Vescovo di Brescia. D’altra parte il quadro descritto è tutto all’insegna dell’ottimismo. Infatti nella zona di Cividate «nonostante la crisi» vi è una «prospettiva produttiva di eccellenza» naturalmente sfruttando «intelligenti sinergie» per dare «ancora più valore aggiunto alla produzione» in modo da rendere «maggiormente competitiva la Filiera produttiva», filiera che diversamente dalle maestranze, si merita così la lettera maiuscola. È per queste ragioni che sarà bello e commovente vedere «le realtà produttive con i lavoratori che vi sono occupati insieme ai suoi(sic) imprenditori, le istituzioni e i sindaci dei comuni della Valle Camonica, i laici ed i cattolici, tutti insieme...». Amen Angelo Damiola, Grazia Milesi, Claudio Malonni, Diego Spadacini, Mario Troletti ABBONAMENTO 2009 ordinario: • 15,00 - sostenitore: • 25,00. Gli abbonati sostenitori riceveranno in omaggio un libro sulla Valcamonica. Versare sul c.c.p. 44667335 (intestato all’Associazione culturale Graffiti), tramite l’allegato bollettino. Tanti piccoli sforzi personali possono trasformarsi in una grande risorsa per le prospettive di Graffiti! Ricordiamo inoltre che il bollettino per l’abbonamento al giornale può essere utilizzato anche per l’iscrizione all’omonima Associazione culturale (30 euro), che darà diritto non solo a ricevere il giornale stesso ma anche a farne giungere una copia per l’intero 2009 ad un’altra persona (che dovrà essere indicata, con l’indirizzo, dal nuovo associato. GRAFFITI via Silone, 8 (c/o Tullio Clementi) 25040 DARFO BOARIO TERME [email protected] http://www.graffitivalcamonica.it in Redazione: Monica Andreucci, Bruno Bonafini, Guido Cenini, Michele Cotti Cottini, Alessio Domenighini, Valerio Moncini. hanno collaborato: Valeria Damioli, Gianluigi Di Giorgio, Francesco Diomaiuta, Pier Luigi Fanetti, Gastone, Agide Gelatti, Mario Salvetti. Direttore responsabile: Tullio Clementi. Le vignette di Staino, Ellekappa, Vauro, ed altri sono tratte dai quotidiani: l’Unità, il Corriere della Sera, il Manifesto, Repubblica Tel. 030.45670 Fax: 030.3771921 Brescia - Via Luzzago, 2/b www.radiondadurto.org FREQUENZE: dal lago a Capodiponte: 100.100 da Capodiponte a Edolo: 99.90 da Edolo a Pontedilegno: 100.00 prossima trasmissione: MERCOLEDÌ 27 MAGGIO dalle ore 18,30 alle ore 19,20 «Tutti sono convinti che Achille vince la corsa con la tartaruga, ma tutti sanno che nessuno è in condizione di dimostrare la vittoria di Achille. Vi sono delle ragioni numeriche, relative al calcolo dell’infinito, che nessuno è riuscito a risolvere. Ma vi può essere anche una ragione più profonda: Achille è la guerra e la guerra produce altra guerra. In ogni caso Achille, ovunque si presenta, uccide, annienta e vince. Tuttavia non c’è totalitarismo che possa coprire ogni evento storico: Achille può uccidere da tutte le parti, ma la tartaruga è sempre li, raccolta nei suoi piccoli e lenti passi, a riflettere sulle vicende del mondo e a sognare che alla guerra assoluta si possa rispondere con la pace». (Vittorio Foa) VALCAMONICA ON-LINE (di Mario Salvetti) incisioni rupestri (http://www.vallecamonicacultura.it/1909-2009 Quanto a dimensioni e contenuti, le pagine dedicate al centenario della scoperta delle incisioni rupestri ospitate dal portale del distretto culturale della Vallecamonica sono in realtà un sito internet vero e proprio. L’emblema ufficiale della ricorrenza scelto dalla Soprintendenza – un pessimo quadro d’arte rupestre con una cornice d’oro barocca e le corna di qualche cervo – campeggia sulla home e da lì è possibile aprire le sezioni interne per leggere gli interventi delle istituzioni (“Presentazione”), le otto zone archeologiche della Valle (“I parchi e le aree di visita”), i festeggiamenti in programma (“Calendario eventi”) e altre notizie utili (“Informazioni”). Come sempre Andrea Richini e lo staff della Cooperativa CSC di Ceto non sbagliano una virgola quanto a precisione, grafica e aggiornamenti. Tanto di cappello.