Maggio - Voli - Vallecamonica On Line

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Maggio - Voli - Vallecamonica On Line
18º anno - n. 182 - maggio 2009
“... incisioni eseguite con una punta su una superficie
dura, per lo più mettendo allo scoperto un sottostante strato di colore diverso...”
Direzione, Redazione, Amministrazione: Darfo Boario Terme, vicolo Oglio - Direttore responsabile: Tullio Clementi - Autorizz. Tribunale di Brescia n.3/92
del 10.01.92 - Spedizione in abbonamento postale, art. 2 comma 20/d legge 662/96 - Filiale Bs - Ciclostilato in proprio, Darfo Boario Terme.
Ue, si vota!
Il 6 e 7 giugno si vota per rinnovare le amministrazioni di 27 Comuni della Valcamonica (nell’inserto le “istruzioni per l’uso”, paese per paese). Si vota per le elezioni provinciali (sempre
nell’inserto tutti i nomi dei candidati nei nostri
collegi). E si sarebbe potuto votare pure per il
Referendum elettorale, se solo la Lega, terrorizzata dalla volontà popolare, non avesse avuto la
grande idea di sprecare qualche centinaio di milioni rinviando la consultazione di due settimane.
Comunque, il 6 e 7 giugno si vota anche per le
elezioni europee. Come sempre in campagna
elettorale di Europa si parlerà un gran poco;
anche per questo l’Associazione Graffiti ha
voluto organizzare una serata di confronto tra
quattro autorevoli candidati del centrosinistra
(a Breno, il 29 maggio). Ma se i temi europei
saranno poco trattati è anche perché la tornata
elettorale di giugno ha indubbiamente una valenza politica nazionale.
Dopo poco più di un anno dal trionfo della
destra, abbiamo la possibilità di ridare vigore
all’opposizione. Per questo ci sono buone
ragioni per votare il Partito Democratico,
che nonostante gli incidenti di percorso continua a rappresentare per moltissimi elettori la
speranza di una politica rinnovata, nei metodi
e nei contenuti, e grazie al piglio del Compagno Franceschini si è fatto negli ultimi mesi
più vivace e deciso. Peraltro attraverso le preferenze sarà possibile premiare i candidati dell’area “laica” del partito, anticipando almeno
in parte questioni che al Congresso autunnale
non potranno più essere rimandate.
Senz’altro non ha tentennamenti sulla laicità
il partito di Ferrero. Anche per questo ci
sono buone ragioni per votare Rifondazione Comunista che in questa tornata agsegue a pagina 3
«... Fermo restando il nesso tra giustizia e
libertà, è ormai maturo il tempo per procedere verso l’eguaglianza delle condizioni di
partenza tra i ceti, le etnie, i generi, gli
individui. Condizione che necessariamente
comporta una profonda redistribuzione dei
redditi e della ricchezza tra paesi opulenti,
paesi emergenti, paesi poveri e all’interno
d’ogni nazione tra sacche di arretratezza e
sacche di privilegio». (Eugenio Scalfari)
ECONOMIA, IMPRESA E VALORE SOCIALE: “SI PUÒ”
quelli che hanno scelto il disagio
di Bruno Bonafini
Sarebbero già cavalieri del lavoro, Franca
Martinelli e Vittorio Ongaro, se vivessimo in
un Paese che, nell’assegnare onori, guardasse
solo o soprattutto all’esemplarità della dedizione e dell’intelligenza con cui si opera nel
proprio lavoro, allo spirito di iniziativa e insieme al valore sociale che in tale lavoro si
esprime e si concretizza.
È la considerazione più naturale, a lettura conclusa, in chi s’imbatte, come a me è capitato,
nella bozza di relazione con cui Franca Martinelli intende chiudere la sua presidenza della
Cooperativa Si può. (Non un abbandono, ma
una turnazione prefissata, dopo due tornate
alla massima carica di responsabilità della cooperativa, dopo averla fondata e fatta crescere
insieme a Vittorio Ongaro che dal ’98 a 2002
ne è stato il primo presidente.)
Il documento è un congedo un po’ commosso
e giustamente orgoglioso. E insieme un lungo
flash back che ripercorre i 12 anni di un’impresa audace e pionieristica in Valle. Quella
che ha portato un gruppo di volenterosi (ora
sono una équipe di preziose professionalità)
ad occuparsi sistematicamente del disagio
LA FESTA DEI LAVORATORI A CIVIDATE CAMUNO
un Primo Maggio di... meditazione
psichico nella sua fase post acuta o non ancora acuta, quella delicatissima, extraospedaliera, nella quale la ricostruzione di un equilibrio psichico ed esistenziale si gioca su un
ambiente accogliente, sull’offerta di relazioni
umane e dinamiche positive, su occupazioni
capaci di ricreare la fiducia di sè con la voglia
e la capacità di autonomia. E sul discreto e
sapiente accompagnamento umano di chi tutto questo ha a cuore.
Franca e Vittorio “a cuore” l’hanno avuto. Ed
hanno il merito umano e imprenditoriale di
averne predisposto struttura/e, professionalità e condizioni, tra i primi in Valle e partendo da zero, senza nulla togliere ai tanti che
fin dall’inizio li hanno accompagnati o che
nel percorso non facile li hanno poi seguiti, a
vario titolo, dagli operatori ai volontari, dalle
segue a pagina 4
dalle Primarie alle Elezioni
vere (Michele Cotti Cottini, pag. 2)
il Circolo culturale Ghislandi in
mezzo al guado (Redazione, pag. 4)
conversazione con due ex...
comunisti (Redazione, pag. 5)
di Tullio Clementi
La contestazione era annunciata fin dalla vigilia, tramite il tam tam telematico: un volantino in cui
un non meglio specificato “Comitato difesa dei lavoratori”, dopo aver ricordato che il Primo
Maggio «quest’anno sarà caratterizzato nelle grandi città dallo slogan “La vostra crisi non la
pagheremo noi”», aggiungeva che in Valcamonica «pare proprio si voglia viaggiare in controtensegue a pagina 8
l’etica in municipio: Braone,
per esempio (Redazione, pag. 6)
Inserto sulle elezioni provinciali
e comunali (pag. I - IV)
maggio 2009 - graffiti
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ALLA RICERCA DI UN MIGLIORE EQUILIBRIO TRA LA CULTURA E IL SOCIALE
l’Etica e l’Estetica
di Tullio Clementi
L’assessore alla cultura della Comunità montana di Valle Camonica, Giancarlo Maculotti,
ci concederà, ne siamo certi, di prendere in
prestito (anche perché lo facciamo senza alcun intento polemico) il titolo di una delle più
interessanti manifestazioni culturali camune
nate sotto il segno della pubblica amministrazione valligiana: “Del Bene e del Bello”, che è
un po’ come dire dell’Etica e dell’Estetica.
Lo prendiamo in prestito e cerchiamo di interpretarlo attraverso un esempio mirato, attenendoci all’ambito camuno, dove l’Estetica (il
“Bello”) potrebbe essere ben rappresentata
dall’arte del Romanino (ma anche dal neonato
“CaMus” di Breno e da tante altre belle
cose...), mentre l’Etica (il “Bene”) si troverebbe perfettamente a suo agio nella “Carovana
dei diritti” o nel “Commercio equo e solidale”
(o magari in una delle tante cooperative sociali
che stanno crescendo sul territorio, animate
tanto dal bisogno dell’utenza quanto dallo
spirito di volontariato che le gestisce...).
Ciò premesso, quindi, va da sé che un assessorato alla cultura sia inevitabilmente portato
a “sbilanciarsi” sul versante del “Bello”: è il
suo ruolo naturale. Per altro verso, però,
chiunque voglia prestare maggiore attenzione
ai temi del “Bene” rischierà di trovarsi sempre
più... spiazzato nell’ambito istituzionale.
Le conseguenze non saranno necessariamente
quelle già conosciute nella Firenze medievale,
con le due “virtù” portate agli eccessi opposti
nella splendida corte dei medici e nelle squallide
piazze del Savonarola, tuttavia, nella misura in
cui viene a mancare la necessaria armonia fra il
“Bene” ed il “Bello”, questi tenderanno ad essere sempre più centrifugati verso gli estremi,
lasciando nel mezzo un vuoto deprimente.
Anche per evitare questo rischio, credo, si
stanno muovendo le varie associazioni culturali e sociali operanti sul territorio camuno.
Così come in tal senso vanno alcuni propositi
contenuti nella relazione del presidente del
Circolo culturale Ghislandi, Pier Luigi Milani,
di cui pubblichiamo alcuni stralci in queste
stesse pagine.
D’altra parte, anzi sempre in tema di “Bello”,
il 24 aprile scorso ha visto sul nostro territo-
rio la quasi contemporaneità di due iniziative:
l’inaugurazione della “Città della cultura” a
Capodiponte e l’apertura del nuovo Centro
civico culturale di Lovere. Due eventi la cui
quasi contestualità rende allettante un confronto diretto, che vorremmo poter esercitare
senza alcun intento irriverente.
Per un verso, a Capodiponte, nonostante gli
apprezzabili sforzi di... umanizzazione da
parte degli addetti all’accoglienza, c’era essenzialmente la grisaglia di circostanza, mitigata
solo in parte dalla presenza quasi timida di
qualche giovane, per altro verso, a Lovere, il
colore e la curiosità della gente (più numerosa,
ma non è tanto questo che fa la differenza) entravano in perfetta simbiosi con i colori dell’ar-
AVANTI GRAN PARTITO!
chitettura ambientale. Il Palazzo e “la gente”!
Diversità di... vedute che si colgono già nel taglio inaugurale, dove il contrasto tra l’ufficialità delle forbici offerte su di un cuscino ricamato per tagliare il nastro tricolore e la strappo
del velo bianco che copre le grandi vetrate per
accogliere la gente assieme alla luce (virtuale,
perché è ormai sera) del lago fa da spartiacque
fra due diversi mondi.
Un mondo rimasto orfano della cultura contadina senza aver avuto il tempo di maturare e
fare propria quella operaia e, quindi, una classe
dirigente ed intellettuale – fatta salva qualche
lodevole eccezione – imbevuta di... natura
segue nella pagina accanto
(a cura di Michele Cotti Cottini)
dalle Primarie alle Elezioni vere
5 Peli parte dal trionfo in Valcamonica. È partita dalla nostra Valle la campagna elettorale
di Diego Peli, candidato presidente della Provincia del Pd. D’altra parte, in occasione delle
Primarie di inizio aprile, è stata proprio la Valcamonica ad essersi rivelata il fortino dell’ex
sindaco di Concesio: oltre il 70% dei 777 elettori camuni ha votato per lui. Peli a livello provinciale si è imposto sugli altri candidati con il 42%, superando quindi di un soffio la soglia del
40%, sotto la quale il regolamento prevedeva un ballottaggio in Assemblea provinciale. En
plein a Piancamuno, dove a Peli sono andati 19 voti su 19; percentuali più che bulgare anche a
Gianico (94%), ad Angolo (90%), in Val Grigna (94%) e a Breno (82%). Il secondo classificato
Fogliata (15% in Valcamonica, 30% a livello provinciale) ha ottenuto i suoi migliori risultati ad
Artogne (44%), Malonno (36%), Darfo e Edolo (25%).
5 Primarie: ha votato uno su cinque. I dirigenti provinciali si sono dichiarati entusiasti per
il dato della partecipazione. Il 5 aprile hanno votato 10.333 bresciani: il doppio degli attuali
iscritti al partito; circa due terzi dei partecipanti alla costituzione dei Circoli del 27 gennaio
2008 (15.093); il 22% dei votanti alle Primarie nazionali del 14 ottobre 2007 (45.936). In
Valcamonica il dato registrato il 5 aprile corrisponde circa al 20% di coloro che avevano fondato i Circoli locali (3.803) e di coloro che avevano votato il segretario nazionale (3.918).
5 Lanzini torna in campo. Definiti i candidati di collegio della Margher… pardon, del Pd. A
Edolo il consigliere provinciale uscente Pierluigi Mottinelli (candidato per sicurezza anche in
città). A Breno Alfredo Moratti, professore di religione e consigliere comunale. A Darfo Grazioso Pedersoli, portavoce di Circolo e già esponente delle Nuove Arche. A Pisogne l’ex-sindaco Giacomo Lanzini, risarcito così dal vergognoso trattamento di qualche mese fa, quand’era in
lizza per la carica di coordinatore di zona. Quattro candidature con un buon appeal, che rappresentano il mix “possibile” tra esperienza e rinnovamento.
5 Ferrari e Galperti compagni di spiaggia? Se in molti dei nostri Comuni sono le elezioni
comunali ad agitare le acque nel Pd, a livello nazionale – a partire dai parlamentari bresciani – gli
occhi sono puntati anche sul Referendum del 21 giugno. Il sen. Galperti si vanta di essere stato
tra i 5 contrari a votare in Direzione nazionale contro la posizione proposta da Franceschini (Pd
schierato per il Sì): «Si può essere per il modello tedesco e contemporaneamente per una legge
maggioritaria che assegna ad un raggruppamento-partito un premio che lo porta dal 30% al 55%?
E perché Berlusconi, una volta così modificata la legge elettorale, anziché servirsene dovrebbe
essere persuaso a cambiarla, per di più contro la volontà popolare espressa dalla consultazione
referendaria? Di tatticismo si può anche morire». Gli fa eco l’on. Ferrari, già volpe dalemiana,
annunciando: «Il 21 giugno, se appena posso, andrò certamente al mare. Abbiamo scelto di fare
la parte del rimorchiatore che porta al largo il transatlantico del Cavaliere. Non è così – mi dicono
i più astuti – a noi conviene dire Sì per non metterci contro i referendari, ma non dobbiamo
impegnarci più di tanto. È importante – mi dicono anche – che il referendum si tenga nel giorno
dei ballottaggi per tenere i leghisti lontano dai seggi. Mah… troppo astuti. La politica italiana ha
visto tante volpi finire in pellicceria. Io avrei detto: No, perchè la vittoria del Sì è la vittoria di
Berlusconi. Quella definitiva. Punto». Il dibattito, forse fuori tempo massimo, è aperto.
graffiti - maggio 2009
dalla pagina precedente
morta, a fronte di quella che Mino Bonomelli,
in quasi perfetta sintonia con le parole usate
dal “pretaccio” Andrea Gallo per l’estremo
saluto al Console dei camalli genovesi («Contadino, operaio, artista, cristiano, comunista,
intellettuale che si è fatto da solo, libertario,
insofferente ai dogmi, uomo autoironico, appassionato e razionale e intelligente di una
intelligenza antica. Arrivederci, caro Paride,
arrivederci bandiera rossa»), parlando della
cittadina loverese, la definisce come l’ultima
enclave della cultura operaia.
D’altra parte, non sarà un caso neppure il fatto
che Lovere rappresenta forse l’unico esempio
sociale in cui i presidenti delle varie società
pubbliche (“L’Ora”, “Solicor”, “Tadini”,
“Rsa”...) in cui i presidenti non percepiscono
alcun compenso, mentre alla Valcamonica viene
riconosciuto l’ingombrante «record di società
partecipate nella provincia di Brescia» (Bresciaoggi, 26 aprile 2009), quasi tutte con più o
meno ricche prebende per gli amministratori...
Una delle ultime enclavi della cultura operaia,
diremmo noi, perché con Lovere si vorrebbe
poter continuare a mettere nel conto anche
storiche realtà camune e lacustri come Pisogne, Malegno, Bienno e, perché no?, Cividate
Camuno, Breno, Esine...
Cultura operaia che altrove, anche dove aveva
potuto radicarsi nel corso dei decenni (Darfo e
Cogno in primis) è stata fagocitata, forse irrimediabilmente, dall’avventurismo leghista o
dal disinvolto «pragmatismo senza principi»,
per dirla ancora una volta con le parole di
Bruno Trentin, della sinistra (o, forse, dalla
devastante sinergia fra entrambe le cose).
3
PROFONDO NORD
(di Monica Andreucci)
un palazzetto per soli... comizi?
«Si, ci sono andato a vederlo il progetto in Comune. Già ho fatto fatica benchè fosse giusto il
periodo di “pubblicazione” (quando ogni idea di trasformazione del territorio viene resa disponibile alla popolazione per eventuali osservazioni) e me l’hanno fatto vedere solo perchè sono
responsabile di una Associazione culturale di Darfo. Poi, quando mi sono accorto che non avevano affatto tenuto conto dell’eventualità di concerti musicali – insonorizzazione, riverbero, logistica etc. – gliel’ho timidamente fatto presente. Beh, i tecnici mi hanno liquidato dicendo che le
poltroncine erano a scomparsa e tanto bastava, altro che acustica o scelta di materiali idonei!».
Quanto il Palacongressi di Boario non fosse affatto idoneo per un uso che si scostasse appena
appena dai convegni e riunioni, ce n’eravamo accorti tutti subito. Quindi la location del concerto
dedicato a De André, che tanto gradimento ha ottenuto la vigilia di Pasqua, nelle considerazioni di
chi non è riuscito ad inzepparsi nella sala blu è solo all’ennesima conferma. La battuta di cui prima
l’ha ascoltata chi scrive dal Maestro Vittorio Alberti, direttore storico della Banda Darfense, quando eravamo colleghi insegnanti una dozzina d’anni fa. Era il momento del grande progetto per il
grande rilancio della illustre frazione di Boario Terme, firmato dal grande architetto; alle sue perplessità sull’accortezza che le sale avrebbero potuto avere nei confronti di eventuali spettacoli da
svolgervisi («Mica solo conferenze ci faranno!», diceva) avevo risposto che poteva togliersi la
curiosità andando a vedere i progetti, proprio in quei giorni teoricamente disponibili al pubblico.
Quanto aveva ragione l’amico musicista... ora, per ogni iniziativa non congressuale affollata, o si
usano gli spazi aperti urbani o ciccia. Quasi quasi sarebbe stato meglio l’orrido telone aggiunto
all’esterno della prestigiosa struttura costruita, ormai fissa superfetazione che dovrebbe essere
visionata dall’architetto autore, Vittorio Gregotti. E Darfo non ha ancora un luogo degno per
partecipate rappresentazioni teatrali o concertistiche.
dalla prima pagina
Ue, si vota!
grega nello storico simbolo con falce e martello anche i Comunisti Italiani e altre formazioni
minori che si riconoscono nel gruppo della Sinistra Europea. La linea è chiara e determinata: la
batosta delle scorse elezioni impone di ripartire dalla base e dalle case del popolo, sempre
dalla parte dei lavoratori e degli emarginati, contro le istituzioni capitalistiche e finanziarie
colpevoli di questa crisi tremenda. L’altra formazione a sinistra del PD mette insieme i movimenti
di Fava e Vendola con i Verdi e i Socialisti: ci sono buone ragioni per votare Sinistra e libertà,
una formazione composta da chi sente la necessità di mettersi profondamente in discussione, fondando su basi originali una nuova sinistra con ambizioni di governo. Plurale, attenta ai temi ambienAMBIENTE & DINTORNI (di Guido Cenini)
tali ed etici, come al sapere e alla lotta alle mafie.
Queste europee saranno il vero banco di prova
per il progetto che la lista rappresenta.
E infine Di Pietro: ci sono buone ragioni per
Dapprima c’era il trenino che da Breno saliva verso Degna, poi imboccava la valle di Campolaro
votare l’Italia dei Valori. Perché in troppi mosul fondo e quindi si impennava per raggiungere Bazena con una pendenza dell’80% e poi ridimenti è stata l’unica opposizione percepibile.
scendeva in picchiata verso il Gaver. Non so ancora oggi come e dove venivano sistemati i pasPerché su questioni come la giustizia e il conflitseggeri su queste pendenze. Ma, meno male, l’idea sembra ormai tramontata, come la stella di chi
to d’interessi non ha mai balbettato, vantandosi
l’aveva proposta. Non è finita qui. Gli amici del Grande Sogno, tutto in maiuscolo per la quantità
con orgoglio dell’accusa di “antiberlusconismo”
di investimenti ed anche di cubatura dell’ampliamento del villaggio sotto la cabinovia Ponte-To(d’altronde da quando in qua dovrebbe ci si donale, stanno pensando, sempre alla grande, al Sogno Due. Un trenino che parte da Ponte e sale a
vrebbe vergognare di essere antiberlusconiani?).
Santa Apollonia, non so come, poi s’impenna sui costoni del Gavia in pieno inverno, tanto la
Per ciascuno dei quattro partiti citati, esistono
strada è chiusa per neve e slavine, per raggiungere il passo a 2.600 metri e scendere a mozzafiato
senz’altro anche buone ragioni per non votarlo.
verso Santa Caterina, santa perché protegge i passeggeri. Quindi, via tutti a sciare in Valtellina.
Ma per una volta anche noi rompiscatole di
Anche qui non chiedetemi se il treno è a cremagliera o a gallerie ovoidali come a Wengen. Se
Graffiti vogliamo guardare al “bicchiere mezzo
questo progetto non vi piace, gli amici del Grande Sogno Due hanno un’altra soluzione per
pieno”, cercando di opporci al sentimento di
legare l’alta valle con i cugini bormini: una seggiovia ci porta al Passo dei Contrabbandieri,
disillusione e smarrimento imperante a sinistra.
scendiamo a manetta sci ai piedi sino a Rifugio Bozzi del Montozzo e poi giù sino alle Case di
Il 6 e 7 giugno possiamo bocciare i leghisti dei
Viso tra uno slavinello e l’altro, poi una seggiovia ci porta sino al Corno dei Tre Signori, sopra
medici-spia e dei presidi-007, l’onnipresente
il Passo gavia e quindi si scende sempre in Val Furva.
Berlusconi, il Ministro Distruzione Gelmini,
Per tornare indietro non ho ancora soluzioni, ma si potrebbe pernottare in alta Valtellina
tutti i suoi brillanti colleghi, e pure l’integralista
così aiutiamo i cugini di là del Gavia e poi caso mai si torna in corriera dall’Aprica.
cattolico Casini di Savoia che per racimolare
Quello che non ho capito è soprattutto questa necessità di andare a seppellirci sotto
qualche voto in più non esita a sfruttare le immontagne di valanghe su per il Gavia, di solito chiuso per pericolosità, da ottobre a giugno.
magini dei figli (non precisando se di primo o
Certo la neve lì c’è in abbondanza, certo che non essendo stato ancora costruito il tunnel del
secondo letto…). Il risultato delle elezioni del 6
Mortirolo, da qualche parte dobbiamo pure legarci ed incollarci ai valtellinesi.
e 7 giugno è anche nelle nostre mani.
Chissà cosa sarà il Grande Sogno numero Tre!
il Grande Sogno Due
maggio 2009 - graffiti
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STRALCIO DELLA RELAZIONE DEL PRESIDENTE, PIER LUIGI MILANI
il Circolo culturale Ghislandi in mezzo al guado
a cura della Redazione
All’assemblea annuale del Circolo Ghislandi
di sabato 4 aprile scorso erano presenti anche
Alessio Domenighini e Isa Santicoli, in rappresentanza dell’Università Popolare di Vallecamonica Sebino e dell’Associazione Graffiti,
con i quali, dice il presidente del Ghislandi,
Pier Luigi Milani, «stiamo tentando di iniziare
un approccio di tipo federativo, o anche solo
volto a definire un programma comune di cose
da fare». Citando Iannacci (“Ci vuole orecchio”), quindi, il relatore aggiunge: «Bisogna
che impariamo ad ascoltarci e a capirci: qual’è
l’idea di presenza culturale che abbiamo per la
Valle Camonica? Quale ruolo intravediamo per
le associazioni culturali di base?», ovvero:
«Qual’è il progetto?».
La realtà intorno a noi si muove ad una velocità impressionante. Nuovi soggetti, privati ed
istituzionali entrano continuamente in campo... e non parlo solo delle emittenti radio-televisive locali, sempre più agguerrite anche sul
fronte informativo, o di certi periodici locali
pieni zeppi di pubblicità e di primi piani dei
soliti personaggi della politica casereccia; mi
riferisco anche a strutture istituzionali come il
Sistema Bibliotecario e il Palazzo della Cultura di Breno che hanno cominciato a muoversi
in modo autonomo e alla miriade di biblioteche, Pro loco, amministrazioni comunali, ban-
che, fondazioni, istituti religiosi e parareligiosi, associazioni di base, ecc. ecc.».
La sfida del Distretto Culturale camuno, continua Milani, «rappresenta il caleidoscopio nel
quale potremo scomparire o riemergere a nuova
vita. Dipende da noi, da ciò che siamo e vogliamo essere: se sceglieremo un basso profilo, per
tirare a campare o se invece sceglieremo di continuare il nostro impegno spendendoci con generosità per tenere alta la bandiera della cultura
come fattore di liberazione e non di servilismo
nei confronti del Potere di turno»...
Dando quindi per scontata la sua propensione
(ma anche quella di tutti i soci, supponiamo)
per la seconda ipotesi, Milani imprime un’improvvisa accelerazione esortando a «fare
squadra», per riuscire a «dare un contributo
qualitativo all’intera comunità valligiana (e
non solo), scongiurando nel contempo a quest’ultima la prospettiva dello scarrocciamento
progressivo nel provincialismo e nel qualunquismo di matrice leghista».
Dopo un apprezzamento per l’attività dell’assessore alla cultura in Comunità montana
(e già socio fondatore del Ghislandi), Milani
prosegue nella sua relazione: «L’apporto che
le associazioni come la nostra possono dare
alla cultura non deve essere autoreferenziale,
ma guardare sempre alla società con cui hanno
dalla prima pagina
quelli che hanno scelto il disagio...
associazioni (religiose, artistiche, ricreative ecc...) ai singoli che hanno voluto o accettato il
coinvolgimento.
Le dimensioni della struttura creata danno, anche “materialmente”, il senso del lavoro fatto. Alla
“casa madre” del Castelletto di Montecchio di Darfo si sono aggiunte nel tempo altre “case” (Cogno, Boario, Darfo... per sperimentare la pratica di una crecente autonomia negli assistiti). “Postazioni decentrate” che danno prova di “produttività” e della fiducia crescente da parte delle Istituzioni del settore, che dopo aver testato e tempestivamente accreditato la Cooperativa quale struttura idonea, l’hanno impegnata (e gratificata) assegnandole nel corso degli anni ambiziosi progetti
sperimentali e innovativi nell’intervento sul disagio psichico. Alla Si può si affianca prima la Coop.
Il Guado, poi si aggiunge la Coop. Detto Fatto. Perchè le forme di assistenza si diversificano; gli
inserimenti lavorativi di pazienti aumentano e acquisiscono nuovi supporti; i soggetti coinvolti si
assestano su cifre tra 50/60 e le giornate di presenza su 7/8 mila l’anno.
Una realtà oggi complessa, insomma, e di cui la Valle può esser orgogliosa, non solo il movimento cooperativo e gli originari soci fondatori, perchè ha ben coperto un vuoto grave nei servizi del
nostro territorio, per la qualità e la ricchezza dei modi con cui opera, per le professionalità formate in Valle e in Valle occupate, per il valore e il numero degli interventi, per la soddisfazione
degli assistiti e dei “committenti”. Che offre anche altre letture, al di là del plauso ai meriti degli
uomini. Come quella che vede confermato il valore sociale dell’impresa cooperativa, quando questa è realmente tale e non la formale mendace copertura di iniziative opportunistiche.
Capace allora di sensibilità sociale e di obbiettivi che spesso non rientrano nelle logiche dell’economia del profitto. E di una mutualità preziosa, in tutti i sensi. Come quella dimostrata in
questi dieci anni dalla Coop. Pro-Ser, la prima creatura imprenditoriale di Franca e Vittorio,
che ha utilizzato i suoi capitali (la sua accumulazione d’impresa) e le sue energie umane per
dar vita e condizioni operative alla Si può: con l’acquisto e la ristrutturazione del Castelletto,
inizialmente, ma anche con impegni, attività, operatori che si sono poi intrecciati nel decennio
tra le due cooperative... E questo nel decennio trionfante dell’economia di carta, dei titoli
spazzatura, di tanti facili furbi e indecorosi profitti...
a che fare, per incidere, fare opinione, trasformare le coscienze e le cose». Non manca un
accenno al futuro delle Comunità Montane,
«in bilico tra cancellazione (il che significherebbe un arretramento storico, in direzione
della frammentazione e dei campanilismi) e riqualificazione» e, conseguentemente, al rischio di «sfasatura tra la “missione” sociale di
un organismo di base come il nostro e le gambe su cui lo stesso può camminare».
Quanto alle tematiche proposte, si va dalla gestione dell’Archivio storico alle «lotte per la
giustizia e la libertà, tipiche del movimento ghislandiano, di quello operaio e sindacale, di quello resistenziale e di quello laico e liberale».
Ed ecco dunque le prime proposte operative
alle due associazioni “ospiti” Università Popolare e associazione Graffiti: «Lavorare insieme
ad un progetto, anche di impatto turistico-culturale, di valorizzazione della storia complessiva del Novecento e dell’Ottocento: non più
solo i sentieri della Grande Guerra e/o il Museo
della Guerra Bianca (quasi che nel nostro immaginario debbano esserci solo le guerre), ma
anche percorsi di archeologia sociale, politica e
sindacale. Penso, ad esempio, all’ex Uci di Forno d’Allione o alle lotte sindacali in Val Saviore, nelle filature e nelle acciaierie valligiane, ai
sentieri della Resistenza e (perchè no?!) ad un
Museo del socialismo ghislandiano».
E ancora, «altri progetti comuni, più legati all’arte, alla musica e alle tradizioni, sui quali
abbiamo in parte già lavorato singolarmente o
in tandem (penso al tema della “devozione
popolare”, che è troppo importante e delicato
per lasciarlo ai “preti”, a quello della caccia
alle streghe e della tolleranza/intolleranza nel
corso dei secoli, ecc.)».
L’ultimo tema trattato da Milani riguarda la necessità di una rivista specifica e, sempre in ambito editoriale, la ripresa della collana “Il tempo
e la memoria”. Rivista e collana che potrebbero
essere importanti strumenti anche per tessere
un filo continuo di memoria tra antiche e nuove
migrazioni, che «sarebbe il modo migliore per
ricontestualizzare le due cose».
«Si tratta, credo, di immaginare nuove forme di agire politico. L’alternativa è fra limitarsi alla semplice azione parlamentare oppure trovare spazio e voce nella società,
praticando forme alternative di piccoli ambiti che poi si espandano sempre di più, facendo vivere questo atteggiamento etico dentro
e fuori le istituzioni, testimoniandone l’importanza, offrendo un’alternativa vivente al
sistema. Io credo che oggi questa seconda
ipotesi sia lo spazio naturale dell’agire politico di una sinistra che voglia dirsi tale».
Luis Sepúlveda, Raccontare, resistere
graffiti - maggio 2009
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BREVI CONVERSAZIONI CON DUE EX COMUNISTI (O SOLO EX PCI?)
militanza e impegno civico
a cura della redazione
Aido: donazione... a ostacoli
dal vino all... acqua
Eugenio Mondini è sicuramente più vecchio di storia che di età.
Anche Gianluigi Di Giorgio viene da una lunga militanza nel Pci (anche se poi il
Negli “anni ruggenti”, a cavallo tra il Sessantotto e la sconfitta
suo approdo è stato verso Rifondazione Comunista), ed anche lui ha beneficiaoperaia alla Fiat (che segnerà irrimediabilmente l’inizio del declito del pensionamento per dedicarsi con maggiore intensità, oltre che alla politica
no), è impegnato sul versante sindacale e su quello politico. Sul
militante, ad una sua antica e mai smessa passione: la buona cucina (e il buon
versante sindacale come membro del Consiglio di Fabbrica alla
bere: chi non ricorda le bottiglie di “rosso antico” con etichetta... militante nelle
Brawo di Piancamuno e, quindi, nel Comitato direttivo della
Feste de L’Unità in media e bassa Valle?).
Fiom comprensoriale; sul versante politico, nel Comitato di zona
Il suo impegno attuale, quindi, tende a conciliare le due cose: politica e qualità
del Pci, di cui percorrerà tutta la sofferta evoluzione, dal Pds di
della vita, ma con un’altra formidabile... conversione, dal vino all’acqua!
Occhetto ai Ds di D’Alema e Veltroni, fino al Partito democratiÈ soprattutto sull’acqua ed i suoi... derivati, infatti, che anche in Valcamonica si
co di Veltroni e Franceschini. Il pensionamento in età ancora giosta caratterizzando sempre più la battaglia di Rifondazione – di cui Di Giorgio è
vane (è l’ultima generazione, ormai, che ha potuto andare in pensegretario di zona –, a fronte dei rapporti fra le istituzioni valligiane e l’Aato
sione a cinquant’anni o poco più) lo induce e lo stimola poi ad
provinciale (il quale, secondo Rifondazione, continua a «ricattare i Comuni della
impegnarsi in altre attività, come l’Avis e poi l’Aido (AssociaVallecamonica che nella stragrande maggioranza non aderiscono», come leggiamo
zione Italiana Donatori di Organi), di cui è presidente per la sesu un volantino diffuso nello scorso aprile) e, per altro verso, fra le Società
zione di Darfo, che accorpa anche il comune di Gianico.
camune dei servizi ed «il colosso A2A», che «vuole mettere le mani sull’acqua,
Ed è appunto di donazione d’organi che vogliamo parlare con
sull’ambiente e sull’energia della Valle...», (Circolo Prc di Vallecamonica, “Non
Eugenio, soprattutto dopo che la stampa locale ha posto in evialla colonizzazione della Vallecamonica”, marzo 2009).
denza alcune carenze in questo senso proprio nella nostra regioUn punto imprescindibile, continua Di Giorgio, è quello di «evitare a qualsiasi
ne, che nel 2007 «ha conquistato l’ultima posizione tra le regioni
costo che avvengano processi di aggregazione con A2A», perché «questi processi,
settentrionali, con 22,5 donatori per milione di abitanti», come
piuttosto che in aggregazione rischierebbero di tradursi «in una annessione di Valdichiarava lo stesso Mondini in un’intervista a Bresciaoggi del
lecamonica Servizi nel colosso A2A». Per questi motivi, conclude il segretario del
16 aprile scorso, mentre la medaglia d’oro se l’è meritata la ToPrc, «i Comuni della Valle non possono rinunciare alla loro Azienda, che consente
scana – continua Mondini – con 41,7 donatori per milione».
di decidere direttamente in materia di servizi pubblici locali, ed in particolare di
Una situazione che sta andando di male in peggio, come ci concontrollare le tariffe impedendo che vengano aumentati i costi a carico dei cittadiferma l’intervistato: «Al 31 ottobre del 2008 risultavano poco
ni, oltre che tutelare l’ambiente e le sue risorse naturali, impedendo che diventino
più di 20 donatori per milione di abitanti, a fronte di un sensioggetto di speculazione privata...».
bile aumento dei pazienti in lista d’attesa, dai
1.271 del 2007 ai 1.323 del 2008...».
RITRATTO (a cura di Monica Andreucci)
Perché? Cos’è che non va? «Non certo la
generosità dei lombardi – risponde Mondini
– che ha la percentuale più bassa di opposizione alle donazioni (il 21,5%, a fronte di
Le formelle dei calchi sorridevano ai passanti, abituali o occasionali per le
una media nazionale del 30,9%). Ci sono
vie di Capodiponte, dalle vetrine del laboratorio di falegnameria (almeno
però responsabilità a livello istituzionale,
così mi parve). E se ti fermavi un secondo in più, Battista in qualche modo ti
dovute soprattutto all’inadeguato impegno
catturava, e non perdeva mai l’attimo per fare una nuova... vittima. Il ricordo che conservo del
programmatico e finanziario da parte delmio primo esplorare la Vallecamonica è legato a quegli occhioni blu in un personaggio tanto
l’assessorato alle sanità in relazione agli inscarmigliato quanto entusiasta, perchè lui capivi che si faceva contento di aver spiegato ad un
terventi di espianto e trapianto di organi, e
altro “ignorante” delle faccende camun-preistoriche.
soprattutto l’assenza di una precisa direttiA dirla tutta, sembrava più uno gnometto venuto dal tempo andato che un uomo in carne ed
va alle strutture sanitarie affinché sia evitata
ossa; ma aveva un fare ed un dire – anzi forse più un dire che un fare, insomma parlava col
la dispersione di potenziali donatori».
cuore senza dubbio – che anche se avevi fretta finivi per dargli ascolto. E poi quei calchi, uno
alla volta, te li compravi ma non con l’animo di chi vuole aiutare un “povero diavolo”, piuttosto
«... ingaggiammo una lotta senza quartiecon l’idea di aver trovato finalmente il souvenir più ruspante che potessi immaginare, quello che
re contro i manager burocrati. Era facile
non poteva essere uguale dappertutto eccetto la scritta “Saluti da...”.
riconoscere un manager creativo da un
A modo suo, il piccolo falegname era un gran divulgatore. Negli anni ’80 l’Ausilio capannifero
burocrate. I burocrati stavano in ufficio, i
(si, Priuli che ha inventato l’archeologia sperimentale scolastica, per la quale dovrebbe aspirare
al Premio Nobel per l’apprendimento, provare per credere) stava ancora decidendo cosa fare
creativi stavano dal cliente. I burocrati
da grande, mentre l’Anati maximus era già troppo aulico per abbassarsi a fare informazione
facevano una cosa alla volta, i creativi ne
con il popolino (va bene andare in Sinai, ma intanto qui se si trovavano pitoti piuttosto che
facevano trenta contemporaneamente. I
litigare con la Soprintendenza si buttava una mano di malta e zitti tutti).
burocrati assumevano collaboratori, i
Di pro loco ed operatori turistico-culturali neanche l’idea, quindi il povero turista ignorante
creativi assumevano rischi. I burocrati si
di cose camune (com’era/com’è per la sottoscritta) come poteva sapere dell’esistenza e delriposavano nel fine settimana, i creativi
l’importanza delle figure incise sulle rocce? Ecco, per me “il falegname” è stato questo. Ho
potevano finalmente lavorare nel fine setimparato ad osservare con curiosità quelle incisioni grazie ai calchi fuorilegge, che ho incortimana. I burocrati corteggiavano la seniciato e conservo come reliquie. Sarà stato un abbozzo di spirito imprenditoriale, sarà stato
gretaria, i creativi la barista sotto casa. I
amore distorto per la storia, sarà stato perfino feticismo ma di tipi come Battista ce ne
burocrati avevano capelli grigi e ventri
vorrebbero tanti, ancora, perfino se esattamente così. Se siamo qui a contare un secolo di
prominenti, i creativi capelli neri e ventri
ricerche sui graffiti preistorici, probabilmente, è anche per merito/colpa sua.
piatti». (Massimo Lolli)
Battista Mafessoli
maggio 2009 - graffiti
6
E DOVE STA SCRITTO CHE L’ETICA NON PUO ENTRARE IN MUNICIPIO?
a Braone, per esempio!
a cura della Redazione
Clemente Facchini, sindaco di Braone, conclude il suo mandato con una lunga “Relazione al conto consuntivo 2008 e finale”. Una
relazione che, però, va ben oltre il taglio “burocratico” richiamato nel titolo, per assumere
fin dall’inizio il carattere di una profonda etica civile, vissuta con l’orgoglio della propria
onestà e del proprio spirito di servizio. Ne
pubblichiamo alcuni stralci in questa pagina.
«La questione a cui tengo di più, lo sapete: il
metodo, l’impostazione, la cultura di governo
della cosa pubblica, gli ideali. È ciò che
più mi inorgoglisce di questi cinque anni
e di cui dobbiamo, dovete andare orgogliosi. Da questo punto di vista abbiamo
certamente rispettato le promesse fatte ai
cittadini e scritte nel programma elettorale. Abbiamo applicato al lavoro di ogni
giorno i concetti e gli ideali scritti nella
Costituzione: libertà vera dei singoli soprattutto, e poi uguaglianza, pace, senso
civico, interesse collettivo, rispetto delle
istituzioni, onestà, trasparenza, impegno,
generosità, sacrificio, legalità.
Ogni giorno – continua Facchini –, ogni istante, ogni scelta ha perseguito l’interesse della
collettività, della Comunità, talvolta anche in
duro contrasto con gli interessi dei singoli
quando questi tendevano a contrastare l’interesse di tutti. Ovviamente nel pieno rispetto
della legalità pur con i limiti di struttura dell’Ente e dei limiti dei singoli. Mai una volta, è
scontato ma è bene ricordarlo perché non
sempre è stato ed è così nelle pubbliche istituzioni, l’interesse privato di un amministratore
comunale è stato considerato o ha prevalso rispetto all’interesse collettivo.
[...] Posso dire che il Comune di Braone ha partecipato in questi cinque anni, con serietà e impegno, a tutte le riunioni, a tutti gli incontri di
tutti gli Enti o organismi di cui fa parte o da cui è
stato invitato: dagli Enti comprensoriali, con tutti gli incontri da essi promossi o convocati al
Consorzio Servizi Valle Camonica e Valle Camonica Servizi SpA, dal Consorzio Ambito Territoriale Ottimale per la gestione del servizio idrico
all’Azienda Sociale per i Servizi alla Persona,
dall’Assemblea dei Sindaci dell’Asl all’Assemblea dei Sindaci del Parco, dal Consorzio Forestale all’Associazione Comuni Bresciani, dal
Comitato Illuminazione Pubblica all’Assemblea
degli enti per l’urbanistica provinciale a tutte le
riunioni di coordinamento fra Comuni.
[...] Ringrazio il Comitato delle Associazioni
per il prezioso lavoro svolto e mi piace sperare
che da lì si possano individuare le giovani genuine energie, o comunque si tragga lo spirito, che
consenta di proseguire su una strada condivisa,
che potrebbe continuare a far cogliere al paese
risultati altrimenti difficili da perseguire.
[...] Purtroppo è mancato in questi anni il contributo della minoranza che avrebbe, con il confronto, consentito una reciproca crescita; dopo
il primo anno di polemiche i rappresentanti
della minoranza hanno ritenuto di rinchiudersi
in casa per curare gli interessi personali, il lavoro e la famiglia. Scelta legittima, ma che avrebbe
potuto consigliare le dimissioni dal Consiglio
Comunale per consentire ad altre esperienze di
maturare, ad altre energie di esprimersi [...]».
Segue un lungo elenco di risultati e di prospettive immediate, fra le quali, «è necessaria
una particolare attenzione al dibattito sui territori montani, ai loro problemi e alle loro risorse, che le associazioni nazionali degli Enti
della montagna stanno faticosamente tentando di far emergere a livello nazionale». E,
quindi, «il grande tema del Piano di Governo
del Territorio», a proposito del quale «la Regione Lombardia ha voluto che tutti i Comuni si dotino di tale strumento di pianificazione territoriale, ambientale e di servizi, in sostituzione dei Piani Regolatori vigenti, partendo da una attenta Valutazione Ambientale
Strategica (V.A.S.). Si tratterebbe di un grande cambiamento culturale e di impostazione
rispetto al passato e nei confronti del rapporto con il territorio».
[...] Un altro tema da sviluppare conclude
il sindaco, «si lega all’obiettivo che la media valle si è data di costruire un polo di
attrazione turistica incentrato sulle tematiche storiche, culturali, ambientali, dei
prodotti tipici, dell’artigianato tipico, del
turismo religioso. Braone può offrire a
tale proposito il granito e l’arte degli scalpellini, l’ambiente, il sito di importanza comunitaria a Malga Foppe, la cascata. La Via
della Pietra, la Camminata Alta e gli altri interventi nei luoghi indicati rappresentano un inizio da coltivare e sviluppare».
Ed infine il tocco di... classe: «Credo che Braone non abbia bisogno di potentati e di signorotti, di notabili e di feudatari: Braone, come
l’Italia, ha bisogno della libertà e del suo popolo, un popolo che conosca le difficoltà ma
sappia superarle con il lavoro e con il senso
del dovere e civico; un popolo che sappia costruire il proprio futuro, che ne sia artefice e
protagonista, nella qualità e nella generosità,
che difenda le proprie Istituzioni democratiche. Con pieno spirito liberale.
SPIGOLATURE
nel segno di... Veronica
Nel giorno in cui Veronica Lario e Carlo d’Inghilterra danno
libero sfogo all’indignazione personale, oltre che politica
(«Quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della
bellezza femminile... è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte», ha dichiarato Veronica Lario) e all’umor inglese (deliziosa la battuta dedicata
dal principe Carlo all’imprenditore calzaturiero della Geox: «Piacere di rivederla, lei sì che fa
respirare le scarpe»), ci tocca mettere in conto anche l’ennesima sconcezza del Napoleone di
Arcore (“papì”, per le giovani candidate in carriera), a proposito di persone che «non siano
maleodoranti e malvestite come certi personaggi che circolano nelle aule parlamentari da parte
di certi partiti» (sì, anche la sintassi è sua!). E allora, oltre che a Veronica Lario – e, perché
no?, ai primi quarant’anni di mia figlia – vorrei dedicare questo 29 aprile, all’autore di Nati due
volte, Giuseppe Pontiggia: «Procedendo negli anni, c’è chi regredisce a inseguire una gioventù
retrospettiva, i più euforici ci provano, i più stupidi ci riescono». (t.c.)
E Michele Serra (la Repubblica, 30 aprile 2009) ci aggiunge del suo: «Siamo tutti suoi
ostaggi, questa è la verità. Non vorremmo saperne niente: di lui, delle sue favorite della
ragazzina napoletana che lo chiama “papi”, dell’ira di sua moglie, del padre che minaccia
di darsi fuoco perché la sua figliola non figura nel cast delle eurocandidate in bikini. Vorremmo avere altro davanti agli occhi, non questa pazzesca soap opera nella quale siamo
tutti scritturati come comparse senza che nessuno ci abbia mai avvertito, non questa parodia di Bisanzio che non ha neppure la malinconica grandezza della decadenza di un
impero (bisogna avercelo avuto, l’impero, per concedersi il lusso di decadere).
Vorremmo riaprire l’agenda delle cose normali, delle faccende vitali della vita corrente,
ma qualunque pagina apriamo ci troviamo davanti o lui o la sua corte o i suoi boys in
giacca e cravatta o il suo codazzo di ragazze pon-pon o la sua ex famiglia in tumulto o il
suo popolo osannante e suicida, e oramai in qualunque pertugio della vita pubblica ci
sono le tracce del suo passaggio, c’è il suo timbro, il suo odore di follia. Tutto è intriso
di lui, dal terremoto al 25 aprile, dalla televisione alle strade di Roma, dalla Brianza alla
tangenziale di Napoli, dalle ville agli inceneritori, dagli editoriali a YouTube. Chissà com’era, l’Italia, prima di lui. Chissà se esisteva, l’Italia, prima di lui».
graffiti - maggio 2009 - inserto speciale sulle elezioni comunali e provinciali
I
ELEZIONI COMUNALI IN VALLE CAMONICA
ciack, si vota
a cura della Redazione
ANGOLO TERME
La Lega alla fine ha trovato la quadra sull’assessore provinciale Riccardo Minini
(“Lega Nord”), non senza qualche malumore. L’assessore uscente all’edilizia privata,
Lucio Gagliardi, guiderà la civica “Cambiamo insieme”, con l’appoggio di alcuni candidati di centrosinistra (Giovanni Bonù, Valentina Gaioni, Antonio Sorlini). Della partita sarà pure l’architetto Gianluigi Bendotti
di “Noi di Angolo”, vicino all’Udc.
BERZO DEMO
L’assessore provinciale Corrado Scolari
del Pdl cerca il bis con la sostanziale riconferma del gruppo “Progetto Comune”.
Dall’altra parte “Insieme per il cambiamento” candida Battista Gazzoli, con in lista l’ex Ds Bortolo Regazzoli.
a pagina IV lo specchietto con
i candidati nei quattro collegi
per le elezioni provinciali
BRAONE
Il sindaco Pd Clemente Facchini non se la
sente di ricandidarsi a primo cittadino, ma
dall’esterno appoggia “Per Braone” che
candida il giovane Gabriele Prandini. In lista
con lui, tra gli altri, l’ex sindaco Ds Giovanni
Baruselli e la musicista Olga Cocchi, vicina
al Pd. Il tecnico Sergio Mattioli del Pdl è a
capo di “Rinnovamento per Braone”.
segue nelle pagine interne
Referendum, chi l’ha visto?
Pare che il Divorzius Maximus, e relativo gossip, sia strategico (magari senza volerlo, però...) nell’intontimento dell’opinione
pubblica anche per sviare l’attenzione dal Referendum sulla Legge Elettorale. Stava andando già bene per farlo passare in
secondo piano nel dibattito civile zittendo o sfumando le voci dei promotori, i quali chiedevano l’election day, poi è arrivato il
terremoto ed è stato necessario mettersi una mano sulla coscienza passando dal portafoglio delle risorse, stupidamente disperse per una nuova chiamata alle urne ‘ad hoc’.
Ed allora è venuta fuori l’idea del ‘ballottaggioday’. Diciamo qualcosa noi, quel pò che si intuisce tra le maglie dei palinsesti e dei menabò della
stragrande maggioranza dell’informazione italica.
I quesiti che erano stati proposti per il vaglio
dell’elettorato attivo, con le richieste firme a
sostegno della consultazione, son stati esaminati per considerarne la “proponibilità” in
forma referendaria e, purtroppo, dati per leciti
solo in parte. Insomma, su 5 richieste di modifica della Legge, ne son passate 2, finendo
per chiamare alle urne gli italiani su qualcosa
che sarà, alla fine, un pateracchio incredibile
nell’un caso o nell’altro (sia che passino le
modifiche sia che no).
Da qui pare il raffreddamento dello stesso comitato richiedente, ed il disorientamento di noi
tutti. Certo, il fatto che da certe “parrocchie”
venga il messaggio di non far passare le richieste – a proposito, si è osservato che non si fa
sapere alla gente se di referendum confermativo
o abrogativo si tratta? – o, infinitamente peggio, dilasciarlo annulare per scarsa affluenza,
dice tanto, ma tanto... (Monica Andreucci)
Iniziativa promossa dall’Associazione Culturale Graffiti, in
collaborazione con il Circolo Culturale Ghislandi, l’Università
Popolare di Valle Camonica Sebino e i partiti di zona.
II
maggio 2009 - inserto speciale sulle elezioni comunali e provinciali - graffiti
ELEZIONI COMUNALI IN VALLE CAMONICA
ciack, si vota
a cura della Redazione
BRENO
L’eterno movimentismo della Lega come
sempre rientra quando dall’alto impongono le direttive. Infatti sull’ex sindaco
Berdini (fu primo cittadino dal 1986 al
1990) convergono sia il Pdl che il Carroccio (“Un amico in Comune”). Della
partita l’Udc Alessandra Giorgi (presidente dell’associazione genitori cattolici) e Pietro Morandini, presidente del
Consorzio Metano. Il Pd coglie l’opportunità di appoggiare una civica di giovani, capitanata dall’ex vicepresidente
della Pro Loco Sandro Farisoglio (“Breno Civica”). Sarà in lista con lui l’ex
preside del Liceo Simona Ferrarini, ora
collaboratrice del Centro Culturale Teatro Camuno e Michele Canossi, portavoce del locale Circolo Pd. Per fortuna i
socialisti di Cesare Veraldi e Gianfranco
Domenighini non disturbano la competizione con una loro lista che danneggerebbe di certo il centrosinistra.
CETO
L’uscente Franco Guaini, socialista, già
sindaco dal 1980 al 1995, è ricandidato capolista per “Insieme per crescere”. Della
partita sarà ancora l’educatore Agostino
Mastaglia, vicino al Partito democratico,
mentre new entry è il giovane geologo
Claudio Salari. La Lega è con la lista “Impegno tradizione e sviluppo” che candida
a sindaco Donato Filippini.
CAPO DI PONTE
L’assessore del Bim Francesco Manella,
area Pd, con “Impegno e Continuità”,
tenta il bis, riconfermando sostanzialmente la squadra uscente dopo cinque anni
di buon governo. L’assicuratore Raffaele
Turetti, già perdente cinque anni fa, guida la civica “Uniti per Capo di Ponte,
Cemmo e Pescarzo” con l’appoggio esplicito della Lega e del Pdl, oltre al gruppo
dei socialisti di Samuele Angeli.
CIMBERGO
Mario Mazzia della Lega Nord, terminato
il primo mandato, ambisce ad una riconferma (“Lega Nord – Indipendenti”).
“Nuova lista civica” è guidata, invece, da
Alessandra Polonioli, con in lista Andreina Polonioli, già delegata Pd in Comunità
Montana.
CEDEGOLO
È piena continuità amministrativa grazie
al dirigente d’azienda Andrea Pedrali, che
guida “Cedegolo e Grevo uniti per la Valsaviore”. Il sindaco Pd Pierluigi Mottinelli, già due mandati alle spalle, sarà in lista
come consigliere insieme allo storico
Mimmo Franzinelli Dall’altra parte corre
Sergio Marino a capo di “Uniti per Cedegolo e Grevo”.
CERVENO
L’assessore comunitario alla cultura Giancarlo Maculotti (Pd) sarà capolista della
civica di sinistra “Cerveno orizzonti futuri”, con in lista ancora l’assessore Marco
Vaira (area Prc). Dall’altra parte il vicesindaco uscente Luigi Vezzoli si candida per
“Uniti per Cerveno”, a cui aderisce dall’esterno anche l’ex sindaco Giovanni
Nani. La socialista Anna Bonfadini, al secondo mandato, decide di non candidarsi
come consigliere in nessuna formazione.
CEVO
La maggioranza uscente, in considerazione del fatto che il Pdl Mauro Bazzana non
è più ricandidabile come sindaco, presenta la 29enne Miriam Matti (“Impegno Comune”). Dall’altra parte il Pd Silvio Citroni
guida “Insieme si può”, con l’appoggio
esterno dell’ex sindaco Lodovico Scolari.
Stefano Biondi, Prc, si candida con
“Cevo Isola Fresine Andrista” a capo di
un gruppo di giovani, tra cui Nico Gozzi,
vicino a Sinistra e Libertà.
CIVIDATE CAMUNO
Per cause di forza maggiore esce di scena Franco Gelfi che non sarà neppure
candidato come consigliere (ci sarà invece il figlio Fabio). In continuità con
l’esperienza decennale si schiera l’ingegner Cesare Damiola, capolista di “Cividate da vivere”. Ancora della partita sarà
l’assessore Roberto Bellesi, educatore
della Cooperativa Arcobaleno, deus ex
machina dei piani di zona per i servizi sociali della Comunità Montana. Il Pd
schiera “Civica Civitas” con a capo il
portavoce del Circolo Pd Maurizio Zorzini, mentre Rifondazione comunista non
appoggia e sta alla finestra. L’ex sindaco
Stefano Sandrinelli è in lista.
CORTENO GOLGI
L’uscente Guido Salvatori, vicino al Pd,
non corre per il secondo mandato, ma lascia spazio all’assessore comunitario al
Parco e già sindaco Pdl Martino Martinotta (“Insieme per Corteno”). Sul fronte
opposto Pierino Canti, già perdente cinque anni fa, si schiera a capo di “Cambia-
re per crescere”, mentre Antonio Rodondi
guida “Corteno domani”.
EDOLO
Il centrosinistra si divide in tre. Giampiero
De Toni, senatore dell’Italia dei Valori candidato alla presidenza della Provincia, cerca
la rivincita sul commissariamento voluto
due anni fa dalla Margherita e schiera l’ex
assessore ai servizi sociali Stefania Bassi
(“Impegno per Edolo”). Fausto Bianchi,
candidato alle ultime politiche per il Pd, guida “Edolo Società Ambiente Cultura”, così
come l’ex senatore socialista Vittorio Marniga, sempre di area Pd guida “Progetto Edolo 2009”. Il già patron di Radio Adamello ha
dalla sua la sinistra che schiera in lista Ivan
Moles (figlio di Cesare, il battagliero e rimpianto punto di riferimento della sinistra a
Edolo ed in tutta l’alta Valle), vicino a Sinistra e Libertà, e l’educatore Christian Ramus, assessore in pectore ai servizi sociali,
oltre al coordinatore di zona per l’Udc Luca
Masneri. Pdl e Carroccio se la ridono tentando il ribaltone con il leghista Mauro Perlotti, capolista di “Per Edolo”.
GIANICO
Il sindaco Pd di sempre Mario Pendoli, assessore comunitario ai lavori pubblici, riconferma la squadra di “Gianico nel 2000”.
Il giovane Mirko Pendoli guida la civica
“Gianico per tutti”, che raccoglie al suo interno le diverse anime di una Gianico che
si vuole aprire a nuove idee e proposte rispetto alla attuale paternalistica e/o familistica gestione amministrativa. In lista con
lui Stefano Molosso del Pd.
LOZIO
Claudia Fiorani è in campo per “Diamoci
una mano” e cerca la riconferma dopo cinque anni con una squadra sostanzialmente
confermata (ancora in lista l’assessore Ivano Canossi). Inspiegabilmente l’ex alleato
di ferro ed ex sindaco Antonio Giorgi
(“Tone”), titolare dell’agriturismo di Villa,
riesce a comporre la squadra e si candida
alla testa di “Mettiamo in moto Lozio 2009”.
MALEGNO
Alex Domenighini ed il suo gruppo proseguono l’esperienza di “Comune Amico”.
Ancora con lui il vicesindaco Pierluigi Milani, gli assessori Giovanni Bazzana e Mario Simonetti, Lino Do dei pensionati Cgil e
pure Paolo Erba (area Pd), già assessore
con l’ex sindaco Gerardo Milani. Sul fronte
opposto si tenta il ribaltone con la civica
graffiti - maggio 2009 - inserto speciale sulle elezioni comunali e provinciali
“Malegno nel cuore”, guidata da Giorgio
Mascherpa del Pdl, presidente della locale
sezione Avis. Fuori dai giochi Marco Genesini del Pd e l’ex consigliere regionale leghista, ora Udc, Germano Pezzoni.
MALONNO
Augusto Simoncini, non più ricandidabile, lascia il campo a Pietro Brunelli che è
capolista di “Sviluppo e Rinnovamento”,
civica di area Pdl. Stefano Gelmi dell’Udc,
vicepresidente della Comunità Montana,
è in lista con “Civica Malonnese”, formata anche dal gruppo dei socialisti di Giovanni Lieta, che candida a sindaco Tiziana Asticher.
MONNO
L’uscente Ugo Melotti, area Pd, cerca la
riconferma con la lista “Uniti per Monno”. Romano Caldinelli, già perdente cinque anni fa, è in lista con “Per Monno”,
che candida Roberto Trotti.
NIARDO
La vicepreside del Liceo Golgi di Breno
Tiziana Pelamatti toglie il disturbo ed una
parte del suo gruppo decide di candidare
l’ex sindaco e braccio destro di Zalesky
Mario Cocchi, imbarcando la Lega (“Per
Niardo”). Il grande regista è come sempre
il dipendente comunale Giorgio Bondioni,
vicepresidente di Vallecamonica Servizi in
quota Pdl. Il giovane Pd Carlo Sacristani,
assessore uscente, guida la civica “Niardo con voi”, che candida, tra gli altri,
l’insegnante Mara Bondioni, vicina alla
sinistra, e il giovane democratico Piergiuseppe Sacristani (classe 1989).
PAISCO LOVENO
Dopo la parentesi di Giovanna Moreschetti ritorna in campo l’ex sindaco ed assessore comunitario all’agricoltura Bernardo
Maschera, dei socialisti, che guida la formazione “Lista Paisco Loveno”. Il Carroccio tenta di disturbare la competizione elettorale con Augusto Simoncini (“Lega
Nord”), sindaco uscente di Malonno, candidando parecchie persone di fuori paese.
Stessa operazione quella dell’ex presidente di Vallecamonica Servizi Marco Reghenzani (“Uniti convivenza comune”), prima
militante leghista, ora dell’Udc.
PRESTINE
Il sindaco e assessore al Bim Franco
Monchieri (Pd) ripresenta la sua squadra
cercando la fiducia dei cittadini (“Insieme
per Prestine”). Salvatore Musto, candidando molte persone di fuori paese, tenta
una lista tutta politica (“Udc”).
SAVIORE DELL’ADAMELLO
Il democratico Alberto Tosa rincorre il bis
con la medesima lista, “Uniti per il Comune”. Il Presidente della Comunità Montana Alessandro Bonomelli è candidato,
così come il vicesindaco uscente Nicola
Boldini. “Insieme per cambiare”, civica
trasversale, candida a sindaco Pierluigi
Angelici e in lista figura anche Massimo
Maffessoli del Pdl (ex An), già candidato
a sindaco cinque anni fa.
SELLERO
Dopo i cinque anni di Ezio Laini, l’ex sindaco socialista Giampiero Bressanelli ritorna capolista di “Insieme per Sellero Novelle”. Sul fronte opposto il giovane ingegnere del Gruppo Riva Mirco Bressanelli, portavoce dell’associazione ambientalista
“AttivaMente”, guida “Tempi Nuovi”, che
ha raggiunto l’accordo elettorale con il
Carroccio di Severino Damiolini, segretario
della Lega Nord di Capo di Ponte.
SONICO
Ancora tre liste come cinque anni fa. La civica “Il paese impegno comune”, targata
Pdl, ripresenta l’uscente Fabio Fanetti,
vincitore all’epoca per soli due voti. Il centrosinistra riesce ancora a spaccarsi candidando i due Pd Giacomo Fanetti (“Con-
III
centrazione democratica”, area Giacomo
Branchi) e Gianbattista Pasquini (“Progetto avvenire”, area Pierluigi Mottinelli).
TEMÙ
Corrado Tomasi del Pd non si può ricandidare e lascia spazio a Roberto Menici,
che capeggia “Temù per l’Alta Valle”, con
in lista, tra gli altri, il leghista Costantino
Coatti, già candidato sindaco perdente
alle ultime due tornate (2004 e 1999). L’altra civica “Futuro insieme per Temù” presenta Mario Menici.
VEZZA D’OGLIO
Severino Bonavetti, area Udc, si ricandida con “Insieme per Vezza”. Il presidente
socialista della Pro Loco e agente della
Polizia Provinciale Giacomo Giorgi cerca
di scalzarlo guidando “Progettiamo il futuro”. L’ex sindaco Giuseppe Citroni è in
lista con lui.
VIONE
Il responsabile sicurezza di Vallecamonica
Servizi Mauro Testini, già vicesindaco in
passato e perdente cinque anni fa contro
Enrico Ferrari, ora è l’unico in corsa con
la civica “Vivere insieme”.
e in tre comuni confinanti (o quasi)
LOVERE
La prematura scomparsa del sindaco ex Ds di “Viva Lovere” Vasco Vasconi ha spinto l’amministrazione uscente a costituire una nuova civica, che candida l’agente di
commercio Mario Caroli. “Per il bene comune” riceve l’appoggio del Pd di Franco
Tagli, dei Verdi e di Sinistra Democratica dell’avvocato Giuseppe Cattalini. Non sarà
della partita, invece, il Prc che elegge a capolista Gabriella Riva (“Partito della Rifondazione Comunista”), candidando parecchie persone da fuori paese. L’attuale minoranza de “L’Ago di Lovere”, civica trasversale, candida il capogruppo e medico del
paese Giovanni Guizzetti (ex Margherita), con l’appoggio esplicito di Pdl e Lega.
PISOGNE
L’avvocato Oscar Panigada del Pd si ripropone agli elettori con la civica “Pisogne
Insieme”. Con lui, tra gli altri, la portavoce del Circolo Pd Marina Berlinghieri e la
dottoressa Daniela Galli, figlia dell’ex segretario dei Ds. Non sarà della partita, invece, Tiziano Piccinelli di Rifondazione comunista, che decide di stare alla finestra perché non condivide l’accordo con l’Udc. La destra si ricompatta su Paolo Fenaroli
(“Per Pisogne”, civica di Pdl, Lega e gruppo “La Sveglia”) che cerca la rivincita
dopo essere stato sconfitto cinque anni fa. La terza lista “Valle unita per non solo
provincia” si chiama fuori dai partiti e candida Giovanni Andreoli.
ROGNO
La non ricandidatura dell’uscente Guerino Surini (Pd) ha come effetto la moltiplicazione delle liste. Saranno ben cinque, con il centrosinistra spaccato in due. L’ex sindaco Aldo Conti, area Pd, guida la civica “Rogno domani”, mentre la minoranza storica di Agnese Delvecchio (sempre area Pd) tenta la vittoria con “Valori comuni”.
Dario Colossi, organizzatore degli Expò di Boario Congressi, si schiera a capo della
lista “Progetto in Comune”, con alcuni esponenti del Pdl. Ma la lista ufficiale della
destra (“Lega Nord – Il Popolo delle Libertà”) è guidata da Maurizio Maluta, vicesindaco leghista di Costa Volpino fino allo scorso anno. Il quinto contendente è la
dipendente comunale Tiziana Spadacini: la sua “Futuro alle idee” è al di fuori dai
partiti. C’è il rischio di una vittoria con a mala pena il 30% dei consensi.
IV
maggio 2009 - inserto speciale sulle elezioni comunali e provinciali - graffiti
provinciali: ecco i candidati in Valcamonica
Sono 11 i candidati alla Presidenza della Provincia, sostenuti da 21 liste. Il favorito
– il leghista Molgora – è sostenuto, oltre che dal suo partito, dal Pdl, dall’immancabile lista dei Pensionati e da due liste centriste (Alleanza di Centro e Democrazia Cristiana). Sul fronte centrosinistra, il democratico Diego Peli è invece sostenuto da una coalizione mignon (Pd e Sinistra per la Provincia di Brescia).
Tra i candidati Presidenti anche il camuno Giampiero De Toni, sostenuto dalla sua Italia
dei Valori. Vanni Botticini guida la corsa in solitaria della lista che unisce Rifondazione
ai Comunisti Italiani. I socialisti attraverso la lista Laura Castelletti sostengono il candidato dell’Udc Gianmarco Quadrini, come pure i Liberal Democratici di Luciano Garatti. A completare la scheda elettorale la preoccupante lista di Forza Nuova, la folcloristica
Amo l’Italia Non voto la Provincia e una selva di Leghe più o meno imbrobabili: Lega
Padana Lombardia, Lega per l’Autonomia Alleanza Lombarda, Lega Lombardo Veneta, Lega Pensionati, Bresciani Liberi.
Grandi assenti della competizione del 6-7 giugno i cacciatori bresciani, nel 2004
protagonisti di ben tre liste di diverso colore politico…
In questa pagina riportiamo i nomi dei candidati delle 10 liste principali, con riferimento ai 4 collegi della Valcamonica e Alto Sebino: quello di Edolo (da Pontedilegno a Capo Di Ponte), quello di Breno (da Paspardo a Bienno), quello di Darfo (da
Esine a Gianico), quello di Pisogne (da Artogne a Sulzano).
EDOLO
(alta Valle)
BRENO
(media Valle)
DARFO
(medio bassa Valle e
Valgrigna)
PISOGNE
(bassa Valle e Sebino)
Partito Democratico
(Diego Peli)
Pierlugi Mottinelli
Alfredo Moratti
Grazioso Pedersoli
Giacomo Lanzini
Sinistra x la Provincia
(Diego Peli)
Maurizio Morandini*
Maurizio Morandini*
Maurizio Morandini*
Elisa Santicoli****
Italia dei Valori
(Giampiero De Toni)
Giuseppe Capitanio
Riccardo G.. Zani
Letizia Cotti
Biagio Angrisano
Rifondazione - Pdci
(Vanni Botticini)
Angelo Consolati
Stefano Bonafini**
Giorgio Faccardi
Tiziano Piccinelli
Popolo delle Libertà
(Daniele Molgora)
Gianluigi Frizza
Elena Broggi
Francesco Abondio
Diego Invernici
Lega Nord
(Daniele Molgora)
Ruggero Marchioni
Giuseppe C. Donina
Mario Maisetti
Mattia Zanardini
Unione di Centro
(Gianmarco Quadrini)
Pietro Fanetti
Francesco Mazzoli
Lorenzo Tomera***
Angelo T. Zanotti
Lista Laura Castelletti
(Gianmarco Quadrini)
Giampiero Bressanelli
G. Franco Domenighini
Angela B. Barbolini
Antonio Tedeschi
collegio
liste e
candidato presidente
* detto “Gino”
** detto “Nino”
*** detto “Tom”
**** detta “Isa”
graffiti - maggio 2009
a
v
a
f
la
7
TEMÙ: LA GUERRA CONTINUA
conosciamo...); secondo, la mia vecchia linea
Isdn è fuori uso da tempo, e prima o poi avrò
pur bisogno di comunicare col resto del mondo
senza uscir di casa; terzo, ne ho sentite troppe,
ormai, sugli imbrogli “online” per non essere
quantomeno incuriosito. E, quindi, “vedo”:
«Gratis? Nessuno dà niente per niente...».
«Ecco, Vede – risponde la voce gentile –: «Il
tornaconto della società sta nell’assicurarsi la
fedeltà degli utenti, nel senso che le viene chiesto l’impegno di non cambiare gestore per un
anno». Tutto qui? Sono utente Telecom da alcuni decenni, perché dovrei cambiare proprio
ora? E accetto l’offerta.
Nei giorni successivi ricevo una sorta di trascrizione del contratto che avrei sottoscritto
tramite la telefonata, con relativi costi, di «attivazione», di «noleggio» del modem e di «una
tantum»... Scrivo immediatamente al “Servizio Clienti Residenziali” (e per conoscenza
alla Federconsumatori di Darfo Boario Terme), comunicando che, «a questo punto vengono meno tutti i presupposti (economici, ma
non solo) necessari per il mio consenso all’operazione “Alice”». E l’incidente finisce lì.
Pare invece sia andata peggio per una signora
di Piancamuno (che non usa neppure Internet)
che, allettata da una proposta analoga, non
solo ha dovuto pagare un canone smisurato
per alcuni mesi (senza neppure poter beneficiare del servizio), ma per poter recedere dal
“contratto” ha dovuto pagare una quota forfettaria di qualche centinaia di euro. (t.c.)
gli alpini traditi?
CAMUNIA...
L’ultima puntata sulle vicende legate al “Museo della Guerra Bianca” in alta Valcamonica
viene raccontata attraverso un volantino
anonimo, distribuito capillarmente in tutte
le case del paese. Si accusano gli amministratori, sindaco e vice in primis, di aver
«calato le braghe», sul problema del museo, «alla faccia del tutelare i diritti dei cittadini, degli alpini...», e si citanno per
nome alcuni altri protagonisti che nella vicenda avrebbero fatto la parte di Giuda (si
tenga pure conto che la diffusione del volantino è avvenuta nella settimana santa)
o, comunque, di suoi «soci», fra i quali ci
sarebbe stato pure Luciano Viazzi, uno dei
massimi esperti in tema di Guerra Bianca,
che però, sempre secondo il foglio anonimo, «adesso ritorna sui suoi passi» (t.c.)
il nome e la cosa
l
va
a
r
a
e
MANIFESTAZIONE SINDACALE
bastioni contrari
Dopo la manifestazione sindacale al Circo
Massimo m’è venuta voglia di dare un’occhiata oltre il Tevere. Al tramonto, partendo da San Pietro, ho fatto il giro dei bastioni della Città del Vaticano e, nella bella sera
d’aprile, le imponenti costruzioni mi hanno
fatto venire in mente le dighe camune.
Così, per associazione di idee, ne ho fantasticato il ribaltamento della funzione: da
opere di difesa del Papa Re a mura di contenimento all’invasione confessionale dello Stato. (un bresciano a Roma)
ALICE NEL... CALL CENTER
il “telefono amico”
Gennaio 2009: la voce gentile di una operatrice
di Telecom mi propone l’installazione gratuita
di Alice. A questo genere di offerte, solitamente
rispondo che per telefono non accetto più neppure un invito a cena, ma stavolta ci sono almeno tre circostanze che concorrono allo strappo
della regola. Primo, la voce dell’interlocutrice è
umile, quasi dimessa (e vorrei vedere voi, lavorare in un call center alle condizioni che tutti
Secondo il direttore generale dell’Asl di Vallecamonica-Sebino, dovremmo meritarci l’... ombrello protettivo di un “beato” (Giuseppe Tovini, in
questo caso) anche nelle corsie dell’ospedale.
Perfetto! Così anche il Premio Nobel per la medicina, il laico (perché tutti gli uomini di scienza
lo sono almeno un po’) Camillo Golgi, potrà finalmente andare a farsi benedire... Ma è davvero
questo che ci meritiamo, in... Camunia? (t.c.)
Nel frattempo, un burlone, «un funzionario
della Provincia di Brescia», come scrive Laura
Guardini sull’edizione regionale del Corriere
della Sera, ha fatto stampare sul muso dei
nuovi locomotori che stanno per entrare in
servizio sulla Brescia-Edolo i nomi dei suoi
figli, Luca e Sofia, così che in un prossimo futuro nelle stazioni camune potremmo farci
sorprendere da un qualche annuncio del seguente tenore: «Sofia è in ritardo...».
Tornando a “bomba” sull’ospedale di Esine,
il camuno di adozione (oltre che di origini),
Pierluigi, da Brescia, ci manda a dire che «da
quanto si legge sul funzionamento dell’Ospedale di Esine forse è meglio la protezione di un (quasi) Santo».
Ma sempre da Brescia, il segretario della
Flp Uil (il sindacato maggioritario nella
sanità camuna), Angelo Zanelli, marca il
territorio affermando che «evocare genericamente presunte responsabilità senza
dati oggettivi [...], non solo è controproducente ma rischia di essere fuorviante
sia per la dignità degli operatori, sia per
la mission aziendale». Amen!
Ps: abbiamo buone ragioni per ritenere
che il curatore del museo Camillo Golgi di
Corteno, Giacomo Goldaniga, al quale,
dopo la separazione (non ci è dato sapere
se e quanto consensuale) con gli amministrtatori del museo stesso sono rimasti in
groppa dei reperti di un certo interesse,
sarebbe disposto al conferimento degli
stessi all’Ospedale di Esine, qualora fosse dedicata almeno una stanza al Golgi.
quattro candidati a confronto
Venerdì 29 maggio alle 21, in sala Bim a Breno, metteremo a confronto quattro autorevoli
candidati all’Europarlamento. Questi in breve i profili dei quattro ospiti, da cui si evince che
un certo intreccio tra le varie anime del centrosinistra esiste fin dalle biografie personali:
Haidi Giuliani (Rifondazione Comunista), insegnante elementare in pensione, è stata senatrice nella scorsa legislatura. «Non è la cosa che immaginavo per la mia vecchiaia. Sognavo di
essere la nonna dei miei nipotini e anche di altri non miei, di bimbi con la pelle colorata. Invece
la vita ha deciso diversamente». Vita segnata dalla morte del figlio Carlo, il 20 luglio 2001, negli
scontri al G8 di Genova.
Pia Locatelli (Sinistra e libertà), già insegnante d’inglese e amministratrice delegata dell’azienda di famiglia, è stata consigliera comunale PSI per 15 anni; nel 2004 l’elezione all’Europarlamento nelle fila dell’Ulivo. È stata osservatrice internazionale in Cile, Sudafrica, Serbia; ogni
anno partecipa alla Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne. Dal 2003 è
Presidente dell’Internazionale Socialista Donne.
Ivan Scalfarotto (Partito Democratico) ha lavorato nella Direzione Risorse Umane di Citigroup
a Milano, Londra e Mosca. È stato consigliere di circoscrizione a Foggia per i Verdi. Nel 2005,
spinto da dal gruppo londinese di Libertà e Giustizia, si candidata alle primarie dell’Unione
(quelle che incoronarono Prodi). Nel 2007 aderisce ai Democratici di Sinistra per partecipare alla
costruzione del PD. Collabora con l’Unità e in tv partecipa a Crozza Italia Live.
Maurizio Zipponi (Italia dei Valori) inizia la sua esperienza sindacale come delegato alla
Franchi. Per la Fiom segue inizialmente la Valcamonica, negli anni della prima pesante ristrutturazione del settore siderurgico, poi la Val Trompia e il Garda. È stato segretario
regionale della Fiom, membro della segreteria nazionale del gruppo Fiat, e nel corso dell’ultima legislatura deputato di Rifondazione.
maggio 2009 - graffiti
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dalla prima pagina
un Primo Maggio di... meditazione
denza», ovvero, «si invitano operai, padroni,
politici e forze dell’ordine a ricevere assieme,
in buona armonia, la benedizione del vescovo
di Brescia». Operai, padroni, politici e forze
dell’ordine che, in effetti, si troveranno fianco
a fianco sul “Piazzale della chiesa” di Cividate
per poi incamminarsi verso il luogo della cerimonia ufficiale, la Prada di Cividate, non senza qualche curiosità – se non proprio apprensione – dove si sarebbe manifestata questa
contestazione annunciata.
Il luogo dell’... agguato, per chi conosce Cividate, non poteva che essere quello scelto, la
passerella sul fiume (battezzata in modo forse
eccessivamente altisonante come il “Ponte dei
marinai d’Italia”), dove alcune decine di giovani
militanti della sinistra (in buona parte operaio)
fanno alla al passaggio del corteo (di poco superiore, se si esclude la prima linea bandistica
ed istituzionale) distribuendo volantini accompagnati dalle note di “Bandiera rossa”.
«Giù le mani dal Primo Maggio», è il titolo di
uno di questi volantini, mentre un altro, che
verrà distribuito da Rifondazione comunista,
dopo aver criticato la trasformazione di «una
giornata di lotta» in «una mera celebrazione,
ancorché partecipata da Autorità civili e religiose, con il grave rischio di perdita del contenuto
ideale...», esprime solidarietà ai lavoratori contrari, «pur ribadendo ancora una volta la necessità di una maggiore condivisione delle scelte
operative sul territorio valligiano al fine di coordinare le azioni e ottimizzare i risultati...».
Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma.
Dulcis in fundo, il foglio di Rifondazione aggiunge che «non ci sentiamo di condannare o
stigmatizzare le scelte della Cgil, ritenendola,
soprattutto in questo momento storico e in
questo territorio, una certezza per tanti lavoratori e anche per la globalità della sinistra».
Tornando alla manifestazione “ufficiale”, il
breve percorso... accidentato termina all’interno del tendone allestito in zona Prada, dove si
alternano i vari oratori: il sindaco di Cividate,
Franco Gelfi, che nel porgere il benvenuto a
Vescovo, lavoratori e ceti intermedi, ricorda
che siamo nel «quarantesimo anniversario dell’industrializzazione della Prada»; il presidente della Comunità montana di Valle Camonica
(chissà perché il cerimoniere l’ha definita la
«seconda autorità istituzionale che vi è sul
territorio»?), Alessandro Bonomelli, che dedica un pensiero allo storico arciprete-partigiano Carlo Comensoli; il presidente degli artigiani, Giovanmaria Rizzi, il cui intervento, onesto e coraggioso («Primo Maggio come occasione straordinaria per ricordare il lavoro, perché spesso ne abbiamo perduto il vero significato»), avrebbe potuto essere anche un buon
comizio sindacale; il presidente della Provincia, Alberto Cavalli, che, in estasi contemplativa come sempre, richiama in... piazza il beato Tovini e, quindi, rilancia sull’idea di un Primo Maggio portatore di valori come «sudore e
pensiero» (e si capisce perfettamente come
ogni cosa debba stare al suo posto).
Il tendone, nelle cui prime quattro file stanno
ben allineati i rappresentanti dell’autorità costituita (solo i leghisti Caparini, Maisetti e Minini
si... defilano, andando a mischiarsi tra la folla)
si riempie, quasi, durante la funzione religiosa,
per poi dimezzarsi, fin quasi a svuotarsi nelle
ultime file, durante il breve – e tuttavia intenso
– intervento del segretario comprensoriale della
Cisl, Francesco Diomaiuta, di cui pubblichiamo
alcuni significativi stralci nella pagina accanto.
pirateria e pratica politica
Il processo di disgregazione della sinistra non ha ancora dato cenni di effettiva ricomposizione.
Manca un progetto politico, di soggetti invece ce ne sono a iosa: tutti accomunati dalla mancanza di radicamento e dalla difficoltà di formulare analisi e proposte di modelli alternativi.
Paradossalmente, in un momento di grave crisi del capitalismo nessuno sembra in grado di
intercettare e indirizzare la “disponibilità di lotta” presente sui territori e la sua formidabile
spinta dal basso. In Valcamonica sono emblematici due esempi.
Il primo, la manifestazione tenutasi a febbraio a Boario in concomitanza dei bombardamenti
israeliani nella striscia di Gaza. Il “tavolo delle associazioni” promuove una piattaforma esplicitamente bi-partisan, con l’invito a non portare bandiere di sorta, nemmeno bandiere palestinesi, teorizzando una generica richiesta di pace (pensiero debole o dalemismo-bertinottismo?).
La piazza si riempie, una grande partecipazione inondata dalle bandiere palestinesi.
Il secondo, la ferma contestazione della scelta dei sindacati di festeggiare il primo maggio con
l’associazione industriali della Prada di Cividate, dimenticandosi forse che sono gli operai a portare il sindacato in fabbrica, non i padroni. Un rapito tam-tam, un volantino, una giro di mail e
una sessantina di persone, perlopiù giovani, tendono piratesco agguato allo sfilare del corteo
ufficiale (la faccia del sindaco di Cividate valeva il viaggio!) distribuendo volantini sulle note di
bandiera rossa. La censura delle TV locali decreta il completo successo dell’operazione!
Il dato politico che emerge chiaramente è il permanere di espressioni di libero pensiero, radicalità che non trovano coerente espressione politica ma che non per questo cessano di esistere. Altro problema semmai sarà dare corpo e continuità a tali espressioni. Lo ricordino i
dirigenti di se stessi quando liquidano il clima politico camuno con un’alzata di spalle e un
sospiro “stravince la lega”. (Valeria Damioli)
Nota a margine. La “contromanifestazione”
di cui si diceva all’inizio è stata completamente
ignorata dagli apparati dell’informazione al seguito, con la stessa certosina e feroce determinazione con cui i guardiani dell’ortodossia
hanno sempre rimosso ogni forma di eresia ed
ogni espressione di dissenso perfino dall’iconografia di regime, politico e religioso.
Gli stessi apparati addomesticati che, invece,
sempre nella serata del Primo Maggio, non si
sono assolutamente risparmiati nel documentare la fiaccolata di quasi duecento persone (le
stesse della contromanifestazione del mattino,
in sostanza, moltiplicate per quattro o cinque),
promossa da Anpi, Fiamme Verdi e Comune di
Lozio sui luoghi della cattura di Giacomo Cappellini: un maestro, quindi un “lavoratore dipendente” che amava la vita e la libertà (per
usare le parole con cui verrà ricordato da Claudia Fiorani e Mimmo Franzinelli) al punto da
sacrificarle per non rinunciare ai propri ideali.
In quella circostanza le telecamere (e meno
male!) non hanno lesinato affatto, fors’anche
perché lì non v’era più alcun rischio concreto
di “sberleffo al Palazzo”, e tantomeno di “lesa
maestà” (non comunque nell’ambito territoriale di prossimità), come si può evincere anche
dalla variegata molteplicità delle adesioni (Comune di Malegno, Circolo culturale Ghislandi,
Associazioni Graffiti e Tapioca, Università
Popolare di Valcamonica, Carovana dei Diritti,
Sindacato comprensoriale Cgil e Cisl...).
graffiti - maggio 2009
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STRALCI DELL’INTERVENTO DI CHIUSURA DELLA FESTA DEI LAVORATORI
“rimettere al centro il lavoro”
di Francesco Diomaiuta
Spesso le risposte ai bisogni di chi vive le difficoltà sulla sua pelle vengono da azioni di carità messe in piedi da soggetti sociali come la
Chiesa o le varie associazioni. Si è passati dal
diritto alla carità facendo un processo inverso
rispetto a quello che con grandi sacrifici è stato realizzato negli anni Settanta.
Vi è quindi la necessità di rimodellare il sistema di copertura sociale indirizzando gli investimenti e le indennità verso politiche attive
del lavoro, verso riqualificazione e reinserimento lavorativo con un coinvolgimento più
diretto del mondo delle imprese, e con una attenzione particolare a chi oggi non trova copertura nei momenti di difficoltà, i precari e
gli interinali che sono sempre più i giovani.
La crisi economica deve anche portare le forze
politiche, economiche e sociali ad assumersi le
loro responsabilità verso il bene comune ed il
futuro del nostro paese.
La sfida per uscire dalla crisi la si gioca anche
a livello territoriale: sul territorio si creano intrecci tra investimenti, insediamenti produttivi, ricerca e comunità locale. È sul territorio
che si può fare sistema in alleanza tra le forze
sociali legando sviluppo e territorio in modo
armonico. [...] Occorre che la politica la smetta di litigare su tutto per andare d’accordo
solo quando c’è da dividersi i rimborsi elettorali o aumentarsi le indennità.
[...] C’è un problema di adeguamento salariale
nel nostro paese che dalle Organizzazioni sindacali è stato posto e sul quale occorre trovare
una giusta ed equa soluzione che riporti i lavoratori all’interno dei parametri europei e
che permetta il recupero del valore reale dei
salari. C’è troppa sperequazione in materia
salariale ne è prova la differenza troppo elevata tra retribuzione dei dipendenti e quella
scandalosa, in alcuni casi, dei manager.
Il mondo imprenditoriale deve porsi l’obiettivo di un’etica del profitto puntando non solo
al bilancio economico della propria impresa,
ma anche ad un bilancio sociale che veda il lavoratore non come oggetto del lavoro per il
guadagno ma come persona che si realizza nel
lavoro per una crescita complessiva della stessa impresa e della società.
la pace sia con noi!
Ad Assisi dall’8 al 10 maggio si sono svolti,
in parte sovrapponendosi, gli incontri nazionali delle Scuole di pace e della Tavola
della Pace. Fra i temi discussi c’è stata l’organizzazione della Marcia per la pace Perugia - Assisi: si farà il 16 maggio del 2010 e
sarà preceduta da un passaggio in Palestina
tra il 12 e il 19 ottobre prossimi (Plf).
Questa crisi sta allargando ancor di più la forbice tra chi ha tanto e chi non ha.
[...] L’ubriacatura degli ultimi 20/30 anni di
pensiero unico neo-liberista che ci ha portato
a ritenere che per vivere non serve più il lavoro ma basta il mercato e gli investimenti in
borsa auspichiamo sia finita.
I profeti del libero mercato e delle rendite finanziarie di fronte alla crisi che ha travolto il
loro modello sono improvvisamente diventati
statalisti e hanno salvato con i soldi pubblici
le loro banche e i loro centri di affari. [...] Occorre, per affermare questa strada, tornare a
rimettere al centro il lavoro, il suo essere condizione indispensabile di libertà e di dignità
umana. Non il lavoro in sé, ma la persona, che
realizza o meno se stessa attraverso il lavoro.
«Il mondo del lavoro non ha la responsabilità di questa crisi che è invece figlia della irresponsabilità dei mercati
finanziari, della speculazione, del profitto fatto attraverso il denaro, senza la
responsabilità delle conseguenze. C’è
quindi un problema morale. Va affrontato ristabilendo l’idea forte di far profitti attraverso il lavoro, la produzione,
la fatica e le capacità. Deve esserci
giustizia redistributiva, chi non ha
responsabilità non deve pagare due
volte». (Guglielmo Epifani)
II lavoro inteso come elemento unico di crescita, come valore che trasforma l’uomo in
persona prima ed in cittadino poi. Ma di lavoro spesso, troppo spesso si muore [...].
La Provincia di Brescia è certamente una delle
province con il più alto numero di infortuni sul
lavoro con una media di 40 morti l’anno e 25
mila infortuni. [...] Un paese civile non può
permettere che suoi cittadini perdano la vita
per il lavoro. Va sconfitta l’idea che gli infortuni sono il prezzo da pagare alla modernità.
[...] Oltre alla ormai annosa strutturale crisi
del tessile che in questi anni ha visto sparire,
di fatto, aziende che hanno fatto la storia, della Vallecamonica, in questi periodi di crisi
stanno entrando in difficoltà molte aziende
che fino a qualche tempo fa erano ritenute in
crescita e che questa crisi ha spiazzato.
[...] In questi tempi di elezioni auspichiamo
che una volta tanto nei programmi delle varie
liste compaiano anche interventi a favore delle
famiglie e dei lavoratori e non solo rotonde e
strutture sportive [...]. Il terremoto in Abruzzo ha cambiato i piani organizzativi di questa
giornata., che prevedevano il pranzo ed un appuntamento pomeridiano per la presentazione
di un libro sulla storia dell’Olcese. Abbiamo
ritenuto opportuno, con tutti gli organizzatori
e con tutti coloro che hanno concretamente
contribuito di sospendere il pranzo e di devolvere il relativo costo ai terremotati...
un gesto d’amore
Breno, 4 aprile. Quel giorno, dalle nove alle dieci, avevo accompagnato due classi (una quinta
liceo scientifico e una terza del classico) a visitare la mostra “Israele-Palestina”, prodotta in collaborazione con la carovana dei Diritti. Tra le altre cose avevo parlato di un fatto documentato
dalle immagini: l’uccisione di Ahmed, un bambino palestinese di dieci anni, nel villaggio di Bi’lin,
da parte dell’ esercito israeliano, durante una pacifica marcia di protesta. Noi eravamo in Palestina, quando questo fatto è successo. Finita la visita, dopo circa mezz’ora, sono stato avvicinato
da uno dei ragazzi che avevano partecipato alla visita. Mi ha consegnato un foglio nel quale
aveva scritto qualche cosa. Me l’ha consegnato dicendomi di «farne quello che credevo» e se n’è
andato. Un po’ sorpreso ho aperto un foglio: il ragazzo aveva scritto una poesia, questa.
AHMED. Occhi che guardano, ora sbarrati / cristallina purezza, ora in frantumi / improvvisa
domanda, senza alcuna risposta. / Perchè? / Vita non vissuta / distrutta da un muro / da un
proiettile / dalla incomprensibile mancanza d’umano nell’uomo. / Chi ha premuto il grilletto /
un domani tornerà a casa / forse abbraccerà un figlio / forse amerà una donna. / Si può
vivere senza pensare? / Evidentemente sì / Si può vivere senza coscienza? / Evidentemente sì /
Si può sparare ad un ragazzino? / Evidentemente sì. / Ma oggi, qui, sia per un’ora o per
pochi secondi / la cristallina purezza di quello sguardo ha deviato quel proiettile nella mia
anima / e fatto scorrere sangue di rassegnazione. / Quel candido sorriso / ovunque ora sia /
sarà per me effige / della bestialità dell’uomo.
Dopo aver letto le parole scritte, ero un poco allibito e addirittura commosso. Se oggi questo è
potuto accadere, se è possibile dare voce ad un sentimento di umanità profonda, forse la sintesi
di molti pensieri di ragazzi e ragazze, allora c’è speranza. Allora è ancora possibile e lecito indignarsi e gridare basta alla violenza e alle atrocità. Vorrei qui ringraziare davvero questo ragazzo
che non conosco per il suo piccolo, ma enorme gesto. Ogni altro commento mi pare superfluo e
rischierebbe di guastare il senso profondo di quel gesto e di quelle parole. (Alessio Domenighini)
maggio 2009 - graffiti
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ANNO PER ANNO, GIORNO PER GIORNO: COME NASCE LA SFIDUCIA NELLO STATO
incitamento alla disobbedienza responsabile
di Tullio Clementi
Non riesco ad immaginare nulla di cui uno
Stato serio ed efficiente abbia meno bisogno
che del denaro “pronta cassa” per far fronte
tanto alle piccole quanto alle grandi emergenze.
Già all’indomani del terremoto che ha messo
in ginocchio l’Abruzzo, invece, si lanciavano
appelli affinché la solidarietà venisse espressa
in denaro sonante piuttosto che in natura.
Assurdo, nella misura in cui si pensa che uno
Stato efficiente (e ridagli!) dovrebbe avere
minori problemi nel mettere a disposizione
(quantomeno in termini di anticipo) le risorse
economiche rispetto alla urgenti necessità di
convertirle in merci e prodotti.
Per quanto mi riguarda, dunque, neppure un
euro – non più e non comunque di mia spontanea volontà – ad un mostruoso “Leviatano” che ne approfitterà soprattutto per
sguinzagliare in giro i gerarchi del regime,
grandi e piccini, a strombazzare, dinnanzi
alle telecamere, che «lo Stato c’è».
Lo Stato ci sarebbe, serio, efficiente e credibile,
se fosse (se fosse stato) in grado di liberare i...
sudditi (che in tal caso non sarebbero più tali)
dalle accise introdotte dalla guerra di Etiopia
del 1935 fino al rinnovo del Contratto nazionale di Lavoro per gli autoferrotranvieri del 2004,
passando per la crisi di Suez (1956), il disastro
del Vajont (1963), l’alluvione di Firenze
(1966), i terremoti del Belice (1968), del Friuli
(1976) e dell’Irpinia (1980), le guerre più o
meno “umanitarie” del Libano e della ex Jugoslavia (sissignori, sono ancora lì, tutte, dentro il
prezzo del carburante!), dopo che ne fosse venuta meno la necessità specifica.
In tal caso, non riesco ad immaginare una sola
persona che senta il bisogno di protestare per
un’imposta, quando sa con certezza che verrà
rimossa non appena raggiunto lo scopo.
Ma dalle nostre parti uno Stato simile, serio,
efficiente e credibile non esiste (e non da oggi,
purtroppo), mentre esistono le tragedie umane e sociali, vecchie e nuove, nei confronti delle quali ogni “cittadino” non può sottrarsi,
anzi, deve poter manifestare in misura concreta la propria solidarietà. Ma come? Semplice!
Mettendo a disposizione il proprio impegno
disinteressato (in tal senso pare si siano già
muovendo alcune delle tante associazioni di
volontariato, per esempio) e, quindi, superata
la fase dell’emergenza, esercitare in modo diretto ogni altra forma di aiuto solidaristico per
la ricostruzione. Ma, che si tratti di una scuola, di un asilo o di un ospizio, una casa di abitazione o un ospedale, una chiesa o un’osteria
(a seconda delle possibilità, oltre che delle necessità), senza alcuna intermediazione da parte di uno Stato che dovremmo imparare a scrivere almeno con la “s” minuscola.
«... Ma cosa può capire di satira un barzellettiere goffo senza talento che ha meno
senso dell’umorismo di una beghina. Lo
chiamano statista, c’è da scompisciarsi
dalle risate, se fosse uno statista, accetterebbe con fair play gli strali del grande
Vauro. Già, ma per essere uno statista non
basta fare le corna e dare pacche sulle
spalle, ci vuole ben altro». (Moni Ovadia)
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graffiti - maggio 2009
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terra di eroi, navigatori, santi e beati...
Doveva essere una conferenza stampa, allargata a qualche rappresentanza delle autorità e qualche affezionato del mestiere, è stata quasi un “bagno di popolo” (evidente ed apprezzabile
omaggio della gente di Artogne al suo ex sindaco), l’inaugurazione del museo della stampa dedicato al beato Lodovico Pavoni. La grisaglia di Palazzo, quindi, viene quasi sommersa dai colori
della folla (tra la quale molti studenti) che, pur senza eccessiva invadenza, preme verso il centro
della manifestazione, tanto da indurre le telecamere – ancora “calde” per la trasferta romana del
giorno prima al seguito di suor Geltrude da Bienno – a sgomitare per conquistarsi la scena.
Una scena animata dall’onnipresente cardinal Re, oltre che dagli altrettanto onnipresenti Alberto
Cavalli, Riccardo Minini, Giancarlo Maculotti, Eugenio Fontana (apprezzato autore del bel libro
stampato per l’occasione: Il segno tipografico), Francesco Gheza (nei panni dell’abile e navigato
cerimoniere), alcuni pavoniani “doc” ed il sindaco di Artogne, Maddalena Lorenzetti.
Brevi e circostanziati, i vari interventi non escono quasi mai dalle... righe, almeno fino a quello
dell’assessore Giancarlo Maculotti che, dopo aver auspicato l’ingresso del neonato museo della stampa nel sistema museale camuno, con un... irriverente tocco di fioretto, mette in sovversiva sinergia il “tipografo” tedesco Johann Gütenberg e la Rivoluzione francese, affermando
che quest’ultima non sarebbe stata assolutamente possibile senza la determinante funzione
della stampa come strumento di comunicazione fra i popoli.
Al camuno cardinal Re – che tuttavia non sarà avaro di apprezzamenti sull’importanza della
stampa – , non rimane quindi che richiamare sulla scena il lavoro certosino degli amanuensi
nei conventi, risalendo a ritroso fino alla scrittura della Bibbia su pergamena, mentre il segno
grafico a colpi di “punteruolo” sulla roccia lo aveva già evocato il presidente della Provincia,
Alberto Cavalli. All’interno del museo, intanto – dove la gente si dovrà organizzare in turni
per poter entrare, nella parte conclusiva della mattinata –, alcuni collaboratori di Simone
Quetti mettono in funzione le macchine (pulite e oliate come si deve) per dar modo ai visitatori di conoscere bene dal vivo i vari processi di stampa in atto fino a pochissimi anni fa:
fino all’avvento del computer, in sostanza. (Tullio Clementi)
LA CLASSIFICA DEL MESE
a cura di Gastone ([email protected])
destra e sinistra... dove?
Voto 1 ad Angelo Foschini, direttore generale dell’Asl camuno sebina. L’intitolazione dell’ospedale di Esine a Giuseppe Tovini è l’ennesima genuflessione. Quali i meriti in ambito
medico dell’avvocato sindaco di Cividate? Decisamente meglio l’omaggio al Nobel di Corteno
Camillo Golgi.
Voto 2 a Mauro Bazzana, sindaco di Cevo. Ha chiesto alla Provincia e ai privati un milione di
euro per finire i lavori di sistemazione della croce di Job all’Androla. Un pozzo senza fine.
Troppo esoso. Lo stesso Minini ha risposto picche.
Voto 3 a Giacomo Meloni, segretario generale dei metalmeccanici della Cisl di Vallecamonica.
Anziché partecipare al primo maggio comprensoriale era alla Lucchini di Lovere a brindare per
l’inaugurazione di una nuova linea di produzione. È diventato lui l’imprenditore adesso?
Voto 4 a Tiziana Pelamatti, sindaco di Niardo. Il premio Sant’Obizio assegnato alle sorelle
Fanchini è un spot elettorale alla Lega e non ha nessun fondamento. Sono forse loro il miglior
esempio di “camunità”?
Voto 5 a Emmanuel Anati, direttore del Centro Camuno di Studi Preistorici. Dopo essersi
rallegrato per la nuova sede di Capo di Ponte, ha punzecchiato le istituzioni affinché investano
di più. Non si capisce se per la cultura o per i suoi bilanci.
Voto 6 a Franco Camossi, assessore al commercio del Comune di Darfo. La battaglia contro
la grande distribuzione della Lega prosegue. L’ingrandimento del Centro Commerciale Adamello sarà limitato a pochi negozi, contro i quaranta chiesti dalla proprietà. I comuni di
centrosinistra imparino.
Voto 7 a Massimo Zanini, comandante della Polizia Locale di Cortefranca. In un’intervista a
Bresciaoggi ha dichiarato che il compito dei vigili è soprattutto l’educazione civica e la prevenzione. Vogliamo Sandro Mensi di Darfo a lezione da lui.
Voto 8 ad Anna Bonfadini, sindaco di Cerveno. La riqualificazione del centro storico. Il museo
etnografico. La fondazione per il restauro delle Cappelle. Sempre con la voce bassa, ma con
una tenacia senza eguali. Lei così i risultati li ottiene.
Voto 9 a don Danilo Vezzoli, responsabile della Caritas di Darfo. Il fondo di solidarietà contro la
crisi, istituito a favore dei soggetti in difficoltà, non risolve i problemi del mondo, ma è un segnale
importante. Come ha fatto il vescovo Tettamanzi a Milano. Quando la chiesa è di sinistra.
Voto 10 al nostro Valerio Moncini. I complimenti in famiglia. Il filmato sulla Shoa – realizzato
durante la rappresentazione teatrale degli studenti dell’istituto comprensivo di Capo di Ponte
– ha vinto il primo premio del concorso “Filmare la Storia” assegnato a Torino dall’Archivio
Nazionale Cinematografico della Resistenza.
recensione
di Agide Gelatti
Titolo: don Milani fra storia e memoria
Autore: Carmen Betti
Editore: Unicopli
Per la collana “Storia sociale dell’educazione”
la pedagogista dell’Università di Firenze ha curato gli atti del convegno internazionale di studi
che si svolse nella città toscana, nel maggio del
2007, per esaminare l’eredità milaniana a quarant’anni dalla sua morte (26 giugno 1967).
La pedagogista fiorentina, ponendo l’attenzione sui contributi di alto livello dei trentacinque
relatori, seguiti da una sorprendente partecipazione di ascoltatori, fa notare come tutti siano
stati concordi nell’affermare che quell’esperienza didattica non era fondata su tecniche e schemi da usare nel fare scuola, bensì sul come bisogna essere per far scuola e, cioè, sui valori
che l’insegnante deve avere per esercitare quella
che don Milani considerava una missione.
Il prete toscano fece laicamente il maestro a
Calenzano e a Barbiana con coerenza di vita
e continua ricerca di una verità sempre più
completa. Le oltre trecento pagine del libro
(che costa 15 euro) compongono un mosaico
che mette in luce quanto l’eredità educativa
milaniana sia sempre attuale e di grande stimolo per il mondo della scuola.
Avendo partecipato, considero ottima la pubblicazione degli atti del convegno che ha aperto un confronto scientifico internazionale riflettendo sulle ragioni delle numerose iniziative che su di lui ovunque fioriscono.
A mio parere una componente determinante di
tale risonanza mondiale sta racchiusa nelle parole del suo testamento “ Cari ragazzi ho voluto più bene a voi che a Dio…”: quando uno
ama va sempre in cerca del meglio per donarlo
alle persone amate, specie se sono nel bisogno.
Don Milani da prete è diventato maestro per
portare gli ultimi a conoscere la Parola di Dio
e quindi a sapersi esprimere e a capire il pensiero altrui, ad avere la cultura necessaria alla
vita e a diventare cittadini sovrani.
Nel convegno di due anni fa, tutto questo era
emerso con chiarezza e la sapiente curatrice ci
offre la possibilità, leggendone gli atti, di ritornare sulle tracce di don Milani per approfondire la sua conoscenza e la sua attualità in un
tempo nel quale è ritornata la necessità di
“parola che fa eguali”.
«La rivolta è il movimento stesso della vita
e non è possibile negarla senza rinunciare
a vivere». (Albert Camus)
maggio 2009 - graffiti
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a Cgil e Cisl della Valcamonica
La crisi economica che attraversa il pianeta – secondo la maggior parte degli
economisti la più grave dopo la crisi che sconvolse il mondo capitalista nel
‘29 – sta già, nei paesi dei sud dei mondo facendo aumentare i morti di fame
e di sete e produce migrazioni bibliche verso i “paesi ricchi” del nord, nei
quali per altro accresce in misura esponenziale il numero dei precari e dei
cassintegrati e porta i giovani ad allungare la già interminabile fila dei disoccupati.
Naturalmente tutto questo non scalfisce minimamente la serenità olimpica dei nostri governanti
che ritengono questa crisi poco più preoccupante di un’influenza stagionale.
In effetti i loro committenti, grandi imprese e banche, che sono la prima causa della crisi industriale e della vergognosa e truffaldina bolla speculativa, sono stati gli unici ad essere ampiamente
e vergognosamente foraggiati dai governi di tutto il mondo: questo gioco non farà tuttavia che
spostare più in là il momento della inevitabile e rovinosa caduta definitiva.
Nelle grandi metropoli occidentali, a Madrid come a Berlino, Atene, Marsiglia e Parigi i giovani,
dopo decenni dì apparente disinteresse, hanno cominciato a muoversi con grande determinazione
individuando nelle sedi delle multinazionali, nelle grandi banche, nei managers i simboli di un
potere da abbattere .Per questo il primo maggio, che è sempre stata la giornata di lotta delle
classi e dei popoli oppressi, vedrà quest’anno nelle piazze di tutto il mondo, milioni di persone
unite da un solo slogan «la vostra crisi non la pagheremo noi!».
In tutto il mondo, certo, ma non in Valle Camonica e soprattutto non con il sostegno delle
organizzazioni sindacali. Questo è ciò che crediamo di aver capito, destreggiandoci a fatica fra
le finezze grammaticali e l’originalità del linguaggio, dal volantino firmato Cgil, Cisl commissione
pastorale sociale, sindaco di Cividate che invita il Presidente della Provincia di Brescia Alberto
Cavalli, il Presidente della Comunità Montana di Valle Camonica Alessandro Bonomelli, il Presidente dei Bim Edoardo Mensi, il Senatore De Toni Gianpietro, l’Onorevole Davide Caparini, i
Presidenti e i Rappresentanti delle Forze Imprenditoriali, l’Anmil Noris Riva, il Presidente degli
alpini Ferruccio Minelli, Carabinieri, Polizia, Vigili del fuoco e Forestale, e perfino le maestranze
(naturalmente queste ultime senza l’onore della lettera maiuscola) a partecipare alla cerimonia
religiosa che si svolgerà nella zona industriale della Prada con una messa celebrata niente meno
che dal Mons. Luciano Monari Vescovo di Brescia.
D’altra parte il quadro descritto è tutto all’insegna dell’ottimismo. Infatti nella zona di Cividate
«nonostante la crisi» vi è una «prospettiva produttiva di eccellenza» naturalmente sfruttando
«intelligenti sinergie» per dare «ancora più valore aggiunto alla produzione» in modo da rendere
«maggiormente competitiva la Filiera produttiva», filiera che diversamente dalle maestranze, si
merita così la lettera maiuscola.
È per queste ragioni che sarà bello e commovente vedere «le realtà produttive con i lavoratori che
vi sono occupati insieme ai suoi(sic) imprenditori, le istituzioni e i sindaci dei comuni della Valle
Camonica, i laici ed i cattolici, tutti insieme...». Amen
Angelo Damiola, Grazia Milesi, Claudio Malonni, Diego Spadacini, Mario Troletti
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in Redazione: Monica Andreucci, Bruno
Bonafini, Guido Cenini, Michele Cotti Cottini,
Alessio Domenighini, Valerio Moncini.
hanno collaborato: Valeria Damioli,
Gianluigi Di Giorgio, Francesco Diomaiuta,
Pier Luigi Fanetti, Gastone, Agide Gelatti,
Mario Salvetti.
Direttore responsabile: Tullio Clementi.
Le vignette di Staino, Ellekappa, Vauro, ed
altri sono tratte dai quotidiani: l’Unità, il
Corriere della Sera, il Manifesto, Repubblica
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dal lago a Capodiponte: 100.100
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da Edolo a Pontedilegno: 100.00
prossima trasmissione: MERCOLEDÌ 27 MAGGIO
dalle ore 18,30 alle ore 19,20
«Tutti sono convinti che Achille vince la corsa con la tartaruga, ma tutti sanno che nessuno
è in condizione di dimostrare la vittoria di Achille. Vi sono delle ragioni numeriche, relative
al calcolo dell’infinito, che nessuno è riuscito a risolvere. Ma vi può essere anche una ragione più profonda: Achille è la guerra e la guerra produce altra guerra. In ogni caso
Achille, ovunque si presenta, uccide, annienta e vince. Tuttavia non c’è totalitarismo che
possa coprire ogni evento storico: Achille può uccidere da tutte le parti, ma la tartaruga è
sempre li, raccolta nei suoi piccoli e lenti passi, a riflettere sulle vicende del mondo e a sognare che alla guerra assoluta si possa rispondere con la pace». (Vittorio Foa)
VALCAMONICA ON-LINE (di Mario Salvetti)
incisioni rupestri (http://www.vallecamonicacultura.it/1909-2009
Quanto a dimensioni e contenuti, le pagine dedicate al centenario della scoperta delle incisioni rupestri ospitate dal portale del distretto culturale
della Vallecamonica sono in realtà un sito internet vero e proprio.
L’emblema ufficiale della ricorrenza scelto dalla Soprintendenza – un
pessimo quadro d’arte rupestre con una cornice d’oro barocca e le corna
di qualche cervo – campeggia sulla home e da lì è possibile aprire le sezioni interne per leggere gli interventi delle istituzioni (“Presentazione”),
le otto zone archeologiche della Valle (“I parchi e le aree di visita”), i festeggiamenti in programma (“Calendario eventi”) e altre notizie utili (“Informazioni”).
Come sempre Andrea Richini e lo staff della Cooperativa CSC di Ceto non sbagliano una
virgola quanto a precisione, grafica e aggiornamenti. Tanto di cappello.