LEZIONE MALNUTRIZIONE_studenti
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Che cos’è la malnutrizione? Stato di alterazione funzionale, strutturale e di sviluppo dell’organismo INTROITO/ UTILIZZAZIONE NUTRIENTI FABBISOGNI E’ associata ad aumento della morbilità e della mortalità! MALNUTRIZIONE CLASSIFICAZIONE Globale (malnutrizione proteico-energetica): • Ridotto apporto nutrizionale • Aumento del dispendio energetico • Perdita di nutrienti •Selettiva (sindromi carenziali): • Da deficit di vitamine • Da deficit di sali minerali • Da deficit di oligoelementi • Da altre carenze nutrizionali CAUSE • Riduzione • • • • • apporto orale alimenti Alterata digestione Malassorbimento Alterata utilizzazione nutrienti Perdita nutrienti Aumentati fabbisogni Riduzione apporto orale nutrienti • Anoressia (primitiva e secondaria) • Nausea • Disfagia • Dolore • Ostruzione gastrointestinale, • Vomito • Alterati livelli di coscienza, • Alcoolismo • Depressione Alterata digestione • • • • • • • Colestasi, Deficienza di disaccaridasi Stasi batterica intestinale Insufficienza pancreatica, Fibrosi cistica, Enterite da raggi, Sindrome dell’intestino corto. Malassorbimento • • • • • • Malattia celiaca Linfoma intestinale Enterite da raggi Sindrome dell’intestino corto Sprue tropicale Morbo di Whipple Alterata utilizzazione dei nutrienti • Insufficienza epatica • Insufficienza renale • Neoplasie • Sepsi • AIDS • Ipertiroidismo Perdita di nutrienti • • • • • Diarrea Emorragie Sindrome nefrosica Dialisi Drenaggio fistole digestive Aumentati fabbisogni • • • • • • Sepsi Traumi Ustioni Neoplasie Interventi chirurgici Malattie infiammatorie croniche Riserve teoriche uomo (74 kg) 150.000/2000= 75-80 gg MALNUTRIZIONE Variazioni del peso corporeo in condizioni diverse di digiuno e dismetabolismo • Calo Ponderale (%) • • • • • • • • • • 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 0 20% deplezione energetica Digiuno Trauma/Tumore +Digiuno 30% mortalità 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Giorni 100 Etiopatogenesi MALNUTRIZIONE DA DIGIUNO periferia Hyp othal amus 140 g glucosio 75 g AA Gluconeo genesi 100-200 g glucosio glicogeno ac gr e glicerolo 40 g ac gr e glicerolo Breve digiuno (< 72 h) secrezione insulina ↓ glucagone↑ catecolamine↑ glicogenolisi↑ lipolisi↑; idrolisi TG e rilascio FFA e Glicerolo gluconeogenesi da AA↑ periferia Hyp othal amus 60 g glucosio 20 g AA 60 g C chetonici Glucosio C cheton CHETOGENESI Gluconeo genesi 100 g ac gr e glicerolo Digiuno prolungato (7 gg) secrezione insulina ↓ ↓ Beta-ossidaz ac gr↑ chetogenesi↑ Adattam cervello a uso chetoni ac gr e glicerolo •depositi glicogeno ↓ ↓ •spesa energetica attività fisica ↓ •metabolismo basale ↓ Digiuno breve Glicogenolisi Ossidazione glucosio ↑ Lipolisi Chetogenesi ↑ ↑ ↑ Catabolismo proteico ↑ Spesa energetica Digiuno prolungato Riduzione depositi glicogeno ↓ ↓ Ossidazione glucosio ↑ ↑ ↑ Lipolisi ↑ ↑ ↑ Chetogenesi ↑ Catabolismo proteico ↓ Spesa energetica MALNUTRIZIONE DA “STRESS” NEOPLASIA Risposta cellulare: - Citochine infiammatorie - Ormoni catabolici - Peptidi regolatori IR Produzione LMF PIF ↑ CORTISOLO Proteolisi da attivazione sistema proteolitico proteosoma ubiquitina dipendente Gluconeogenesi RISPOSTA CATABOLICA ANORESSIA Rilascio Ac grassi ↑ trigliceridi Perdita massa muscolare PERDITA PESO CORPOREO CACHESSIA LMF=fattore mobilizzante lipidi PIF= fattore inducente proteolisi IR=Insulino resistenza Mediatori delle alterazioni dell’ energia e del metabolismo Proteico nella cachessia da neoplasia • Citochine attivate da neoplasia: TNF-, interleuchina-1, 2 e 6, gammainterferone • Proteolysis-inducing factor* • • • lipolisi periferica e lipogenesi epatica spesa energetica, incremento proteolisi glicoproteina prodotto da cellule cancerose, dosabile in urina di pz con cachessia da cancro ma non in pz senza cachessia , o con cachessia da altre cause ? riproducibiltà Lipid-mobilizing factor# • • • lipolisi periferica (rilascio acidi grassi) lipogenesi periferica Prodotta da cellule neoplastiche, che possono stimolare la sua espressione in adipociti *Nature 1996;379:739–742 *Br J Cancer 2001;84: 1599-1601 #Proc Natl Acad Sci USA 2004;101: 2500-05 MALNUTRIZIONE da stress • • • • • • • • • Ustioni; necrosi (pancreatite acuta, necrosi ischemica); Infezione grave e sepsi; Traumi penetranti e contusivi; Cellule neoplastiche; Radiazioni; Esposizioni ad allergeni; Malattie croniche; Inquinanti ambientali. • I depositi di carboidrati sono depleti in 48 h (digiuno), 24 h (stress). • L’unica fonte di glucosio è il glicogeno epatico. •Il glicogeno muscolare è usato per i muscoli, la mancanza di G-6-P ne impedisce l’uso per altri tess. Risposta omeostatica allo stress chirurgico • Perdita volumi – Aumento frequenza e gittata – Rilascio Aldosterone e ADH • Danni tessutali – Pathways neurali dalla ferita • Ipotalamo: – Stimolo al pancreas glucagone insulina – Stimolo a surrene cortisolo, catecolamine – Rilascio di citochine • Dolore/Paura – Catecolamine ACTH GH ADRENAL. CORTISOLO LIPOLISI ADIPOCITI GLUCONEO GENESI EPATICA PROTEOLISI MUSCOL. Hyp othal amus SINTESI EPATICA PROTEINE FASE GLUCAGON. ACUTA IL-1 TNFa IL-6 IL8 SISTEMA IMMUNIT. INSULINA IGF1 TESTOST. T3 PIRESSIA IPERMETABOLI SMO MALNUTRIZ. DA STRESS periferia Hyp othal amus 140 g glucosio 250 g AA Gluconeo genesi 200 g Glucosio CHETOGENESI Tess ischemici Ac lattico 20 g ac gr e glicerolo Risposta Neuroendocrina Mobilizzazione substrati (Glucosio/Glutammina/ac grassi) Insulino Resistenza Incremento spesa energetica Gluconeogenesi ACTH, CORTISOLO, GLUCAGONE, CATECOLAMINE ADH,ALDOSTER Ritenzione idrosalina Proteolisi in tess periferici negativizzaz bilancio azotato Risposta infiammatoria Incremento rame Rilascio NEFA Sintesi proteine fase acuta Febbre Riduzione ferro e zinco Anoressia Citochine TNFa IL-1, IL-6 Produzione molecole ossidanti Sintesi glucosio Stimolo leucociti Perdita massa muscolare e grassa Metabolismo glucidico, proteico e lipidico Stato postprandiale Gluconeogenesi Glicolisi Ossidazione Glucosio Ciclo Glucosio Digiuno prolungato Reazione a Stress . Stato postprandiale Digiuno prolungato Reazione a Stress Stato postprandiale Digiuno prolungato Reazione a Stress Proteolisi Protidosintesi Ossidazione AA Lipolisi in tess adiposo Ossidazione lipidi Chetogenesi Ciclo FA - Trigl PREVALENZA DELLA MALNUTRIZIONE NEI PAZIENTI OSPEDALIZZATI 40% OSPEDALE 85% CASE DI RIPOSO E LUNGODEGENZE McWriter and Pennengton (BMJ, 1994; 308:945-8) Prevalenza Malnutrizione (perdita peso > 10%) Nourissat et al Ann Oncol 18:1882, 2007 QUALI CONSEGUENZE? Effetti Malnutrizione -degenza NO SI Diminuita soppravvivenza Weinsier et al. (USA 1979) 134 General medicine 12 20 p<0.01 Robinson et al. (USA 1987) 100 General medicine 9.2 15.6 p<0.01 Cederholm et al. (Sweden 205 Geriatrics 1995) Naber et al. (NL 1997) 155 Internal medicine 18 43 p<0.01 12.6 20 p<0.01 Edington et al. (UK 2000) 850 Multidisciplinary 5.7 8.9 p<0.01 Correira and Campos (ELAN 2003) Kyle et al. (Switzerland 2004) Pirlich et al. (Germany 2006) 9348 Multidisciplinary 10.1 16.7 p<0.01 652 Multidisciplinary 5.1 10.2 p<0.001 1886 Multidisciplinary 11 15 p<0.001 Stato Nutrizionale (SGA) preoperatorio e conseguenze postoperatorie in chirurgia addominale “maggiore” SGA A: ben nutriti SGA B: moderatamente malnutriti SGA C: gravemente malnutriti Baker NEJM 1982 Studi malnutrizione- mortalità Lymphoma Aviles et al 1995 Acute lymphatic leukaemia† Viana et al. 1994 Combination of TSF, AMC, albumin, transferrin, malnourished patients (index <40) 14 months survival vs. 57 months (multivariate) Malnutrition (height/weight z-score) was the most significant adverse factor affecting duration of complete remission in a Cox's multivariate model. Children with height for age z-score <−2 had a relapse risk of 8.2 (95% confidence interval 3.1–21.9) relative to children with z-score >−2 Lung cancer Patients who died within 6 months after diagnosis had significantly lower Lai and Perng values of all nutritional parameters (weight/height, TSF, MUAC, albumin, 1998 transferrin, creatinine index, and TLC) than those who survived more than 6 months Gastric cancer Malnutrition according to the NRI, correlated with mortality rates with a Rey Ferro et al. postoperative mortality rate of 33.3% in the severely malnourished group and 1997 6.5% in the moderate group. In weight loss was greater in those patients who died than in those who survived (p=0.06) Pancreatic cancer Patients with phase angle <5.0° had a significantly shorter median survival time Gupta et al. 2004 of 6.3 months (95% CI 3.5, 9.2), than those with phase angle >5.0° who had a median survival time of 10.2 months (95% CI 9.6, 10.8); (p=0.02) Colon cancer Patients with a phase angle 5.57 had a significantly shorter median survival of Gupta et al. 2004 8.6 months (95% CI: 4.8, 12.4), than those with a phase angle >5.57 who had a median survival of 40.4 months (95% CI: 21.9, 58.8; p=0.0001) CONSEGUENZE DELLA MALNUTRIZIONE PRIMARIE SECONDARIE Guarigione ferite Morbilità Funzionalità intestinale Durata della degenza Funzionalità muscolare Impiego di farmaci Risposta ventilatoria Durata della riabilitazione Risposta immunitaria Qualità di vita Rischio di infezioni Mortalità Rischio complicanze Costi di gestione sanitaria CARATTERISTICHE DEI TEST DIAGNOSTICI PER LA VALUTAZIONE DELLO STATO NUTRIZIONALE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Semplice determinazione Non invasività Riproducibilità nel tempo Affidabilità Sensibilità Predittività Basso costo I step: Screening Obiettivo: Identificare rapidamente soggetti a rischio malnutrizione e avviarli a valutazione stato nutrizionale Parametri necessari: » » » » Alcuni considerati già Valutazione Stima situazione attuale: IMC Eventuale instabilità situazione clinica: perdita peso Probabilità di peggioramento: Riduzione assunzione cibo Ulteriore peggioramento dovuto alla malattia: Riduzione appetito/catabolismo Strumenti utilizzati: » » » » » » » Malnutrition Screening tool (MST) (in oncologia) Malnutrition Universal Screening tool (MUST) (in comunità) Patient Generated Subjective Global Assessment (PGSGA) Subjective Global Assessment (SGA) (suggerito da ASPEN) Nutrition risk index (NRI) Nutrition risk screening 2002 (NRS 2002) (suggerito da ESPEN) Mini Nutritional Assessment (MNA) (in anziani) Malnutrition Screening Tool (MST) Domande Punteggio Hai perso peso in maniera involontaria? NO……………………………………… NON SO………………………………… 0 2 Se SI quanti Kg hai perso? 0.5 – 5.………………………. >5 – 10……………………. >10 – 15…………………… >15 ………………………….. non so ………………………… Staimangiando poco per scarso appetito? No SI 1 2 3 4 2 1 2 TOTALE Se il totale è 2 o piu è utile la valutazione Ferguson, M. Capra, S. Bauer, J. Banks, M. Nutrition. 1999;15:458-64. Punteggio “perdita peso” Punteggio “BMI” Punteggio “effetto della malattia” (non programmata in 3-6 mesi) BMI > 20.0 (> 30 obesità) =0 BMI = 18.5-20.0 =1 BMI < 18.5 =2 Perdita peso < 5% =0 Perdita peso 5-10% =1 Perdita peso > 10% =2 Aggiungere un punteggio di 2 se non c’è stata o se probabilmente non ci sarà assunzione di nutrienti per un tempo > 5 gg Somma tutti i punteggi Rischio complessivo di malnutrizione e linee guida per la gestione del paziente 0 Basso rischio Cure cliniche di routine 1 Medio rischio ≥ 2 Alto rischio Osservazione Trattamento Ripetere lo screening: •Documentare l’apporto dietetico per •Riferirsi a un nutrizionista per il •ospedale: settimanalmente 3 giorni se il soggetto è in ospedale o se supporto nutrizionale •cure domiciliari: mensilmente in cura domiciliare •Migliorare o incrementare l’apporto nutrizio_ •comunità: annualmente per gruppi particolari •Se l’apporto dietetico è migliorato o nale complessivo (per es. pazienti di età > 75 anni) adeguato, minima attenzione clinica; se •Monitorare e riesaminare il piano di cura nessun miglioramento accurato monitoraggio ospedale: settimanalmente •Ripetere lo screening cure domiciliari: mensilmente ospedale:settimanalmente comunità: mensilmente cure domicilari: almeno mensilmente comunità: almeno ogni 2-3 mesi Bassa variabilità tra operatori Buona predittività VALUTAZIONE STATO NUTRIZIONALE SCOPO: 1. 2. 3. 4. 5. Accertare (confermare) esistenza malnutrizione Valutare la gravità della malnutrizione Individuare i pazienti che necessitano di terapia nutrizionale Individualizzare la terapia Valutare l’efficacia del trattamento COME VALUTARE LO STATO NUTRIZIONALE 1. 2. 3. 4. Anamnesi Valutazione dell’apporto alimentare Esame obiettivo (+dati antropometrici) Valutazione consumi (metabolismo basale) 5. Esami biochimici 6. Esami immunologici 7. Esami strumentali ANAMNESI 1. Peso perso (% e in quanto tempo) 2. Problemi di masticazione o di deglutizione (disfagia) 3. Anoressia 4. Disturbi gastroenterici (nausea, vomito, diarrea, stitichezza) 5. Astenia 6. Uso farmaci 7. Consumi alimentari ESAME OBIETTIVO edemi arti inferiori, ascite edemi sacrali, piaghe da decubito masse muscolari ipotrofiche e pannicolo adiposo scarso manifestazioni cutaneo mucose ed annessi cutanei: • CAPELLI: fragili, secchi, radi, cadenti • OCCHI: affossati, arrossati, disidratati • LABBRA: tumefatte, rosse, con fessure ai lati • GENGIVE: sanguinanti, rosse • LINGUA: tumefatta, rossa, fessurata • CUTE: secca, iperpigmentata, desquamata • UNGHIE: a forma di cucchiaio, fragili, rigate • VISO: pallido • alterazioni neuro-muscolari, muscolo-scheletriche (tremori, fascicolazioni, movimenti involontari) • Valutazione funzionale PRINCIPALI MANIFESTAZIONI CLINICHE DI MALNUTRIZIONE ORGAN O QUADRO CLINICO PROBABILE CARENZA NUTRIZIONALE -CONDIZIONI GENERALI CALO PONDERALE, ASPETTO EMACIATO PROTEINE ED ENERGIA -CUTE DERMATITE PROTEINE, Zn,VIT A -SOTTOCUTE ASSOTTIGLIATO PROTEINE ED ENERGIA EDEMA PROTEINE, TIAMINA -MUCOSE PALLIDE FERRO, VIT E -UNGHIE COILONICHIA Fe,carenza di aa solforati FRAGILITA’, STRIATURE ASPECIFICA ALTERAZIONE COLORE E STRUTTURA PROTEINE ED ENERGIA PERDITA DEI CAPELLI Zn, AG ESSENZIALI, Fe LESIONI ANGOLARI BILATERALI, CHEILOSI PROT,Fe,VIT B 12 e B 6,ac. -CAPELLI -LABBRA folico, niacina, riboflavina -SCHELETRO ATROFIA MUSCOLARE PROTEINE, ENERGIA VALUTAZIONE ANTROPOMETRICA IMC IMC categoria (m2) BMI (kg m-2) PESO (Kg) ALTEZZA categoria PESO < 18.5 MALNUTRIZIONE 18.5-20 SOTTOPESO 20-25 PESO IDEALE 25-30 SOVRAPPESO > 30 OBESITA’ In genere ben correlato alla % di massa grassa ma in alcune situazioni non in grado di discriminare tra i distretti corporei VALUTAZIONE ANTROPOMETRICA CIRCONFERENZE Le circonferenze corporee esprimono le dimensioni trasversali di vari segmenti corporei. Sono indici, oltre che dello stato di nutrizione (es.crf del braccio) anche della distribuzione del grasso corporeo (es.crf della vita e dei fianchi) e della crescita (es. crf(misurata del cranio). La circonferenza del braccio esattamente a metà distanza tra acromion e olecrano a gomito flesso di 90° nel braccio non dominante), è una tecnica antropometrica di notevole valore in quanto permette di ottenere una stima della circonferenza muscolare nella stessa V.N= M ≥ 22.8 cm F ≥ 20.9 cmsede. VALORI CLINICAMENTE SIGNIFICATIVI PER MALNUTRIZIONE MASCHI FEMMINE ≥ 20.1 cm malnutrizione lieve ≥ 18.6 cm > 15.2 cm malnutrizione media > 13.9 cm ≤ 15.2 cm malnutrizione severa ≤ 13.9 cm ESAMI STRUMENTALI Stato Nutrizionale Consumi VALUTAZIONE ANTROPOMETRICA PLICHE Metodo più comune per stimare il grasso corporeo, poiché il grasso sottocutaneo che si stima con il plicometro ne rappresenta una frazione costante In Pliche più utilizzate: tricipitale, bicipitale, sottoscapolare, sovrailiaca media, circa il 50% del tessuto adiposo è La plica tricipitale si misura sul lato posteriore del braccio a metà distanza tra sottocutaneo. l’estremità dell’acromion e dell’olecrano Plica bicipitale: stessa altezza ma sul lato anteriore del braccio Plica sottoscapolare: sotto la punta inferiore della scapola, a 45° rispetto alla verticale Plica sovrailiaca: sopra la cresta iliaca, lungo la linea ascellare media LATO NON DOMINANTE DEL CORPO V.N= M ≥ 11.3 mm F ≥ 14.9 mm VALORI CLINICAMENTE SIGNIFICATIVI PER MALNUTRIZIONE MASCHI FEMMINE ≥ 10 mm malnutrizione lieve ≥ 13.2 mm > 7.5 mm malnutrizione media > 9.9 mm ≤ 7.5 mm malnutrizione severa ≤ 9.9 mm FUNZIONE MUSCOLARE •VALUTAZIONE DELLA FORZA DELLA STRETTA DI MANO (HANDGRIP STRENGHT). Metodica semplice, necessita di un dinamometro, ma comporta la collaborazione del paziente. Sensibilità del 90% nel predire le complicanze postoperatorie •ELETTROSTIMOLAZIONE DEL NERVO ULNARE. A livello del pollice, che determina contrazione del muscolo adduttore del polso. La metodica non necessita della collaborazione del paziente e non viene modificata da sepsi, farmaci, traumi, interventi chirurgici e anestesia. Invece il digiuno determina specifiche alterazioni, con ridotta contrazione e comparsa precoce di fatica muscolare, simili a quelle che si osservano a carico del diaframma del paziente malnutrito La funzione muscolare risponde prontamente alla terapia nutrizionale, ancor prima che si modifichino i livelli di azoto corporeo e il contenuto proteico dell’organismo.Questitestfunzionalisisonodimostratisuperioriapeso, CMA, albuminemia, perdita di peso nel predire lo sviluppo di complicanze Ancora non è chiaro se il miglioramento degli indici di funzione muscolare attraverso la terapia nutrizionale determini anche un miglioramento della prognosi CUT OFF (85%) HANDGRIP maschi Kg femmine ETA’ Webb et al JPEN 1989;13:30 BIA ALBUMINA INTERVALLO DI NORMALITA’: 3.5 – 5 g/dl EMIVITA: 15 – 19 giorni IPOALBUMINEMIA: indice prognostico dell’aumentata morbilità, mortalità e tempo di degenza tra i pazienti ospedalizzati. LIMITAZIONI AL SUO IMPIEGO: 1. Distribuita in un pool corporeo ampio, soprattutto extravascolare (solo 30-40% nel siero). Modifiche che avvengono al di fuori dello spazio intravascolare non possono essere rilevate nel siero: il pool corporeo totale si può ridurre di 1/3 prima della comparsa di alterazioni 2. Ipoalbuminemia non è presente in tutte le condizioni di iponutrizione. Caratteristica del Kwashiorkor, mentre in adulti volontari sani a semidigiuno protratto per 6 mesi si verifica solo una modesta riduzione (2%) 3. Il suo metabolismo è alterato da diverse condizioni morbose: malassorbimento, epatopatie, nefropatie, infezioni, traumi, neoplasie, squilibri osmotici ed ormonali 4. Importante standardizzare il prelievo; posizione ortostatica, aumentando la pressione idrostatica negli arti inferiori, tende a lieve emoconcentrazione. Variazioni % fino al 10-15% (anche Hb, Ht, Ca, K). Si spiega così la ↓ di questi parametri nei pazienti pochi giorni dopo l’ospedalizzazione PREALBUMINA INTERVALLO DI NORMALITA’: 10-40 mg/dl EMIVITA: 1-2 giorni Proteina di trasporto per gli ormoni tiroidei, presente in circolo in forma di complesso con RBP Breve emivita, pool totale contenuto Possiede un’alta concentrazione di triptofano (ruolo chiave nell’inizio della sintesi proteica) Ha uno dei più alti rapporti di aa essenziali vs non essenziali rispetto a qualsiasi altra proteina dell’organismo La sua concentrazione plasmatica risponde rapidamente ai “cambiamenti” dell’apporto dietetico ed è ben correlata alle variazioni del bilancio azotato Miglior indicatore dello status delle proteine viscerali e del bilancio dell’azoto rispetto all’albumina e alla transferrina Molto utile anche come indicatore dell’adeguatezza del piano di trattamento nutrizionale I suoi livelli circolanti sono influenzati dalla disponibiltà della tiroxina che funge da proteina di trasporto (attenzione al suo utilizzo nei distiroidismi!) Può essere bassa in pz. non malnutriti ma settici o dopo somministrazione di citochine, ormoni e trapianto di midollo osseo IR ne aumenta la concentrazione, insuff. epatica può diminuirla TEST IMMUNOLOGICI •CONTA DEI LINFOCITI TOTALI: sono ormai stati sviluppati degli standard per l’interpretazione nutrizionale della conta dei linfociti totali: 1500-1800/mm3= lieve malnutrizione 900-1500/mm3= malnutrizione moderata < 900/mm3= malnutrizione grave L’utilizzo della conta dei linfociti totali va riservato a quei pazienti nei quali infezioni, neoplasie, stress metabolico o l’uso di steroidi o di farmaci immunosoppressivi non sono presenti •IMMUNOCOMPETENZA: l’immunocompetenza, misurata attraverso la ipersensibilità cutanea ritardata, è un indice di morbilità e mortalità. Va tuttavia ricordato che sebbene l’immunocompetenza e la ipersensibilità cutanea ritardata siano influenzate dalla malnutrizione grave, altri fattori possono incidere significativamente. Infezioni (virali, batteriche e granuolomatose), alcune malattie (uremia, cirrosi, epatite, trauma, ustioni ed emorragia), farmaci (corticosteroidi, immunosoppressori, cimetidina, warfarin), l’anestesia e gli interventi chirurgici alterano la conta dei linfociti totali e la ipersensibilità cutanea ritardata in assenza di malnutrizione. Inoltre, il semplice drenaggio di un ascesso può migliorare uno stato anergico. Pertanto, pur sottolineando la potenziale capacità di predire la comparsa di complicanze, ma anche l’incapacità di separare gli effetti della malnutrizione da quelli della malattia di base, è difficile giustificare l’utilizzo di questi test come indicatori affidabili dello stato di nutrizione del singolo paziente STATO GRAVE MALNUTRIZIONE • Perdita di peso non intenzionale maggiore del 10% del peso corporeo associata • Albumina sierica < 3.5 mg/dL. • IMC < 18,5 Scopo terapia • Migliorare sopravvivenza • Ridurre effetti collaterali terapie • Migliorare la qualità della vita In Chirurgia • Ridurre Infezioni • Ridurre degenza • Ridurre altri effetti collaterali Complicanze correlate a trattamento nutrizionale Bozzetti et al Clin Nutrion 2007; 26:698 SIF=Fluidi endovena standard TPN=parenterale totale EN= enterale IEEN=Immunomodulante enterale Complicanze correl a trattam nutrizionale Bozzetti et al Clin Nutrion 2007; 26:698 SIF=Fluidi endovena standard TPN=parenterale totale EN= enterale IEEN=Immunomodulante enterale SUPPORTO NUTRIZIONALE ALIMENTI FORTIFICATI NUTRIZIONE ENTERALE ORALE TRAMITE SONDINO NUTRIZIONE PARENTERALE TRAMITE STOMIA Criteri di Scelta della Nutrizione Artificiale Intestino funzionante ONS Capace di alimentarsi per os SI NO Enterale < 30 gg Sonda nasogastrica/digiunale Parenterale > 30 gg < 15gg > 15 gg Gastro/ digiunostomia Periferica Centrale Obiettivi nutrizionali raggiunti? SI Continua Enterale NO Integrazione con NP Nutrizione per os Prima scelta, se fattibile » Intervento sulla dieta » Controllo di sintomi collaterali (nausea, anoressia, diarrea, etc.) » Utilizzo di integratori nutrizionali » ‘igiene’nutrizionale » Costo contenuto Nutrizione enterale » Di seconda scelta, rispetto a NO » Richiede posizionamento sonda o stomia » Problemi logistici-organizzativi » Poco tollerata in corso di chemio o radioterapia » Interferisce con sintomi gastroenterici » Male accettata dal paziente » Costo contenuto Nutrizione parenterale » Di terza scelta, rispetto a NO e NE » Richiede CVC (talora però già presente per chemioterapia) » Problemi logistici-organizzativi » Meglio accettata dal paziente oncologico » Non interferisce con tratto GI » Costo più elevato » Complicanze (infezione CVC)
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