CALCESTRUZZO ISOLANTE PRONTO PER L`USO

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CALCESTRUZZO ISOLANTE PRONTO PER L`USO
CALCESTRUZZI CIPICCIA S.P.A.
CALCESTRUZZO ISOLANTE PRONTO PER L’USO
INFORMAZIONI SUL PRODOTTO
NOTE TECNICHE
UTILIZZO
RIFERIMENTI E CONTATTI
ISOTERM
INFORMAZIONI SUL PRODOTTO
ISOTERM è calcestruzzo isolante preconfezionato a base di aggregati leggeri pronto
per l’impiego, che assicura prestazioni di rilievo superiori a quelle di altri calcestruzzi
leggeri comunemente prodotti.
La particolare granulometria e struttura dell’aggregato (perline di polistirolo espanso
di forma sferica a struttura cellulare dal diametro massimo di 8 mm, con eventuale
aggiunta di piccole quantità di sabbia al fine di migliorarne la lavorabilità e la facilità di
pompaggio) assicurano costanza di prestazioni di isolamento termico ed acustico nel
tempo e fanno sì che i valori di densità media standard di ISOTERM si attestino intorno ai
450 ÷ 500 Kg/m3.
L’aggregato impiegato è, infatti, contraddistinto da un peso in mucchio estremamente
basso, da un’eccellente coibenza termica, da nessun assorbimento di umidità da parte
delle perline le quali, grazie alla loro struttura cellulare chiusa ed alla forma sferica,
staticamente favorevole, consentono la formazione di un calcestruzzo relativamente
resistente.
E’ possibile, su richiesta, variare la densità di ISOTERM in un intervallo compreso tra
350 Kg/m3 e 750 Kg/m3 in funzione del dosaggio di cemento, della quantità di acqua
(crescente con l’aumentare del cemento), nonché di un’opportuna dose di aggregato
(sabbia fine, con granulometria da 0 a 1,5 mm).
Per effetto di tali variazioni, le caratteristiche di resistenza alla compressione, di
isolamento termico e degli altri principali parametri fisici subiscono modifiche notevoli,
come illustrato successivamente nel capitolo “Note tecniche”; è così possibile conformarsi
a particolari specifiche di progetto, quali l’isolamento termoacustico e la resistenza
meccanica a compressione.
Grazie all’impiego di opportuni additivi stabilizzanti, ISOTERM presenta una struttura
perfettamente stabile, omogenea e compatta nonostante i diversi valori di peso specifico
dei componenti l’impasto, che non si separano; ISOTERM non è putrescibile nel tempo ed
è inoltre autoestinguente (in conformità alla prova di infiammabilità su materiali isolanti
condotta con metodo ASTM 1962-74).
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1
ISOTERM
NOTE TECNICHE
ISOLAMENTO TERMICO
Premessa
La necessità di risparmio energetico ha comportato lo sviluppo di tecniche ed
accorgimenti atti ad ottimizzare il “funzionamento termico” degli edifici, tra i quali
l’isolamento dei sottotetti, il regime intermittente degli impianti di riscaldamento ecc.
Per le nuove costruzioni, dovendo progettarne l’impianto termico, occorre analizzare
dettagliatamente le caratteristiche termiche dei materiali costituenti le frontiere (chiusure
esterne), di cui vanno definiti e calcolati i parametri termici più significativi.
Una verifica termica degli edifici va fatta in sintonia con le norme della legge 373 del
30 aprile 1976 (“Norme relative al consumo energetico per usi termici degli edifici”) e
successive modifiche e/o integrazioni, nonché in accordo con il D.P.R. n. 1052 del 28
giugno 1977 (“Regolamento di esecuzione alla Legge 30 aprile 1976, n. 373, relativa al
consumo energetico per usi termici negli edifici”); la normativa citata prevede il calcolo
termico in regime stazionario, ovvero assumendo costanti le temperature dell’aria interna
ed esterna.
Più in generale, oltre al rispetto di detta normativa, andrebbe verificato anche il
cosiddetto fattore ambientale-ergonomico, ovvero il grado di comfort dell’ambiente da
parte dell’utilizzatore; il comfort ambientale infatti non dipende soltanto dalla temperatura
dell’aria
e
quindi
dalla
stretta
resistenza
termica
delle
chiusure,
ma
anche
dall’irraggiamento che le stesse esercitano a livello locale, dalla presenza di umidità e
condensa sulle pareti e dall’umidità relativa dell’aria.
Pertanto il problema esaminato non è esclusivamente di carattere termico, ma
igrotermico, e va esteso all’intero contesto ambientale.
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2
ISOTERM
Trasmissione del calore
Il meccanismo di trasmissione del calore si esplica attraverso tre vie fondamentali,
come illustrato nel caso di una elemento di parete in figura 1:
1) conduzione
2) convezione
3) irraggiamento
Figura 1 – Meccanismo di trasmissione del calore attraverso una parete
Per un’analisi più approfondita della trasmissione di calore tra interno ed esterno,
occorre pertanto considerare l’effetto combinato di conduzione, convezione ed
irraggiamento, poiché se attraverso la parete si ha uno scambio termico per conduzione,
esternamente ed in prossimità della parete considerata si ha anche uno scambio di calore
per convezione ed irraggiamento.
Poiché convezione ed irraggiamento coesistono e sono difficilmente separabili nei
loro effetti in molti problemi complessi di trasmissione del calore, considereremo il loro
contributo combinato (trasmissione del calore per “adduzione”) introducendo i cosiddetti
“fattori di adduzione”.
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3
ISOTERM
Conduzione
Considerato un elemento di parete comunque orientata e composta, siano Ti e Te
rispettivamente le temperature dell’aria all’interno ed all’esterno di essa (figura 1), mentre
Ti’ e Te’ siano le temperature superficiali; a titolo di esempio, si assume Ti  Te.
All’interno della parete si ha trasmissione di calore per conduzione, con andamento
della temperatura lineare (in condizioni di regime stazionario).
La legge che descrive il fenomeno della conduzione è la seguente:
Q

 (Ti 'T 'e )  A  h
s
(1)
da cui:

dove:
Qs
(T 'i T ' e )  A  h
Q = quantità di calore trasmesso attraverso l’elemento di parete
 = coefficiente di conducibilità termica (o conduttività termica) dell’elemento
di parete in esame
s = spessore dell’elemento (espresso, nel nostro caso, in metri)
A = superficie interessata (espressa in mq)
(Ti’ – Te’) = differenza di temperatura tra le due facce dell’elemento (interna
ed esterna, espressa in °C)
h = tempo durante il quale si verifica lo scambio termico (espresso in ore)
Il coefficiente  consente di conoscere la capacità termoisolante dei vari materiali ed
esprime la quantità di calore che, in condizioni di regime stazionario, passa nell’unità di
tempo attraverso una parete di superficie unitaria di materiale omogeneo, avente spessore
unitario, per una differenza di temperatura pari a 1 °C tra le due facce opposte e parallele
della parete di materiale considerato, ovvero il flusso di calore che, in condizioni di regime
stazionario, attraversa nell’unità di tempo una parete di materiale omogeneo avente
spessore unitario, per una differenza di temperatura pari a 1 °C tra le due facce della
parete stessa.
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4
ISOTERM
 varia quindi da materiale a materiale e rappresenta in un certo senso, a parità di
spessore, la resistenza che il materiale oppone al flusso termico; più basso è , più
elevata è la resistenza termica del materiale e migliore è il suo comportamento dal punto
di vista termico.
In fase di esercizio del materiale, il valore di  è influenzato dall’umidità, ovvero tende
ad aumentare all’aumentare dell’umidità stessa.
La conducibilità termica  si esprime in
Kcal
h  m  C
In termini di potenza termica scambiata attraverso la parete,  si esprime in
anche in
W
o
m  C
W
(esprimendo la temperatura in gradi Kelvin).
m  K
Si può passare da un valore di  espresso in termini di potenza termica al
corrispondente espresso in termini di flusso di calore moltiplicandolo per 0,86; viceversa,
per passare da un valore di  espresso in termini di flusso al corrispondente espresso in
termini di potenza termica è sufficiente moltiplicarlo per 1,16, essendo 1
Kcal
 1,16 W
h
Il calcestruzzo ISOTERM di densità standard (450 ÷ 500 Kg/m3) ha un valore di
conducibilità pari a:
 ISOTERM  0,106
Kcal
W
= 0,13
h  m  C
m  C
L’andamento di  ISOTERM varia in funzione della densità di ISOTERM secondo quanto
illustrato dal diagramma in figura 2.
Figura 2 – Andamento della conducibilità termica di ISOTERM in funzione della densità
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ISOTERM
Per avere un’idea sul grado di isolamento termico di ISOTERM rispetto ad un
calcestruzzo ordinario, si consideri che per quest’ultimo, mediamente, si ha:
CLS  1,30
Kcal
W
= 1,50
h  m  C
m  C
Per il calcolo rapido dello spessore di ISOTERM adatto a sostituire un diverso
materiale coibente di caratteristiche note (spessore s MATERIALE e conducibilità termica
MATERIALE ), si può utilizzare la relazione:
s ISOTERM 
 ISOTERM
 s MATERIALE
 MATERIALE
Considerata la dipendenza di  dall’umidità relativa, è opportuna un’analisi del
comportamento termoigrometrico di ISOTERM per verificare la possibilità di formazione di
condense all’interno di una struttura (solaio, divisorio ecc.); a questo scopo è necessario
conoscere il coefficiente di resistenza al passaggio del vapore  di ogni materiale
costituente la struttura.
 indica di quanto la resistenza al passaggio del vapore di un certo materiale è
superiore rispetto a quella dell’aria, a parità di spessore e temperatura; è un parametro
adimensionale e si determina mediante prove di laboratorio.
Assumendo convenzionalmente per l’aria:
 ARIA  1
per ISOTERM di densità standard (450 ÷ 500 Kg/m3) si ricava:
 ISOTERM  14
 aumenta in funzione della densità, passando da un minimo pari a 8,5 per una
densità di 350 Kg/m3, ad un massimo pari a 30 per una densità di 750 Kg/m3.
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ISOTERM
Convezione e irraggiamento
Esaminiamo ora il contributo dovuto all’effetto combinato di convezione ed
irraggiamento che si crea in prossimità dell’elemento di parete considerata (figura 1), dove
le linee di flusso termico subiscono una deviazione.
Nella zona interna ed esterna, con lo stesso significato dei simboli, si avrà
rispettivamente:
Qi   i  A  (Ti  T 'i )  h
(2)
Qe   e  A  (T ' e Te )  h
(3)
da cui si ricava:
i 
Qi
h  A  (Ti  T 'i )
e 
Qe
h  A  (T 'e Te )
i ed e sono i coefficienti di adduzione laminare interno ed esterno e rappresentano
la quantità di calore Q che, in condizioni di regime stazionario, passa per adduzione,
ovvero per effetto combinato di convezione e irraggiamento, dalla superficie della parete
all’ambiente circostante e viceversa, per unità di superficie stessa, per unità di tempo e per
una differenza di temperatura tra la superficie e l’aria pari a un grado.
In quanto tale, il coefficiente di adduzione  si esprime in
di potenza termica, in
Kcal
oppure, in termini
h  m 2  C
W
W
(o 2
), con la possibilità di passare dall’uno all’altro
m  C
m K
2
ricordando il fattore di conversione:
1
Kcal
 1,16 W
h
I coefficienti di adduzione sono principalmente influenzati dalla direzione del flusso
termico (orizzontale, ascendente, discendente) e dalla velocità dell’aria nell’ambiente
interessato.
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7
ISOTERM
Nella tabella seguente sono riportati valori utilizzabili per velocità dell’aria fino a
4 m/s; per velocità superiori si dovranno modificare tali valori in accordo a quanto stabilito
dalla norma UNI 7357-74 “Calcolo del fabbisogno termico per riscaldamento degli edifici”.
Valori d’uso comune di i e e in Kcal/h m °C indicati nella UNI 7357-74
2
- superficie orizzontale
flusso ascendente
i = 8
e = 20
- superficie orizzontale
flusso discendente
i = 5
e = 14
i = 7
e = 20
- superficie verticale
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8
ISOTERM
Parametri fondamentali per il calcolo termico
Riferendoci alla quantità di calore scambiato o trasmesso nell’unità di tempo ( Q' 
Q
),
h
osserviamo che in condizione di regime stazionario le quantità di calore scambiate per
adduzione tra parete ed ambiente interno (Q’i) e parete ed ambiente esterno (Q’e)
debbono essere uguali tra loro, ed uguali al calore trasmesso per conduzione all’interno
della parete (Q’), quindi i primi membri delle equazioni (1), (2) e (3) sono uguali tra loro.
Risolvendo le stesse rispetto alle differenze di temperature, si ha:
T 'i T ' e  Q ' 
s
A
Ti  T ' i  Q ' 
1
i  A
T ' e Te  Q ' 
1
e  A
e sommando membro a membro:
Q'  A 
1
 (Ti  Te )  A  K  (Ti  Te )
s
1
1


 e i
essendo il fattore K la cosiddetta trasmittanza termica o
(4)
fattore di trasferimento
globale della parete (divisorio).
La trasmittanza termica K esprime la quantità di calore che, in condizioni di regime
stazionario, passa attraverso la parete dall’ambiente interno all’ambiente esterno (avendo
assunto Ti  Te), nell’unità di tempo e per unità di superficie della parete, essendo la
differenze di temperatura tra ambiente interno ed esterno pari ad un grado.
K si esprime, analogamente al coefficiente di adduzione, in
W
m  C
2
(o
Kcal
ovvero in
h  m 2  C
W
)
m2  K
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ISOTERM
Qualora si abbiano pareti composte da più strati di materiali diversi a contatto tra loro,
ragionando analogamente, si ottiene per K la seguente espressione più generica in cui
figura la sommatoria dei vari rapporti
s
di ciascuno strato di materiale costituente la

parete:
K
1
s
1
1
i i    
i
e
i

1
1
1
i Ri    
e
i
(5)
essendo:
Ri 
si
i
la resistenza termica dello strato di materiale i-esimo.
L’equazione (4) fornisce, in altre parole, il quantitativo calorico disperso da una
struttura più o meno complessa di superficie A e trasmittanza K, quando tra il fluido
esterno e quello interno esiste un salto termico T  Ti  Te .
Alla base del calcolo delle dispersioni di calore Q che si hanno in un edificio, da cui
dipende il successivo dimensionamento dell’impianto di riscaldamento per il reintegro delle
perdite stesse, vi è la conoscenza o il calcolo della trasmittanza K delle pareti.
1) ESEMPIO DI CALCOLO DELLA TRASMITTANZA K DI UN SOLAIO
Definite alcune grandezze termiche fondamentali, vediamo un esempio di calcolo
della trasmittanza K per una struttura quale quella indicata in figura 3 (esempio di solaio).
Figura 3 – Esempio di calcolo della trasmittanza K di un solaio
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ISOTERM
Spessore s (in metri)
 (Kcal/h m °C)
R = s/ (m h °C/Kcal)
1 – Piastrelle di ceramica
0,01
0,86
0,01
2 – Massetto in malta MUROPLAST
0,04
0,66
0,06
3 – Massetto isolante ISOTERM
0,05
0,11
0,45
0,16 + 0,04
-
0,444
0,02
0,66
0,03
TIPO DI MATERIALE
4 – Solaio misto
5 – Intonaco con malta MUROPLAST
2
Utilizzando la relazione (5), considerato che si tratta di superficie orizzontale con
flusso di calore discendente per cui i = 5 e e = 14, si ha:
K
1
R
i
i

1
1

e i
1

0,01  0,06  0,45  0,444  0,03 
1 1

14 5
 0,79
Kcal
h  m 2  C
2) ESEMPIO DI CALCOLO DELLA TRASMITTANZA K DI UNA PARETE VERTICALE
Consideriamo ora un esempio di parete multistrato quale quella in figura 4, e
calcoliamone la trasmittanza K.
Figura 4 – Esempio di calcolo della trasmittanza K di una parete
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ISOTERM
Spessore s (in metri)
 (Kcal/h m °C)
R = s/ (m h °C/Kcal)
1 – Intonaco di cemento e sabbia
0,005
1,2
0,0042
2 – Calcestruzzo armato
0,06
1,3
0,0462
3 – Lana di vetro
0,04
0,03
1,33
4 – Calcestruzzo armato
0,14
1,3
0,1077
TIPO DI MATERIALE
2
Utilizzando la relazione (5), considerato che si tratta di superficie verticale cui i = 7
e e = 20, si ha:
K
1
R
i
i

1
1

e i
1

0,0042  0,0462  1,33  0,1077 
1 1

20 7
 0,59
Kcal
h  m 2  C
4) ESEMPIO DI CALCOLO DELLO SPESSORE DI MATERIALE ISOLANTE
Dato un K imposto di 0,60
Kcal
calcolare, relativamente alla copertura in
h  m 2  C
figura 5, lo spessore di materiale isolante (lana in polistirolo) necessario.
Figura 5 – Esempio di calcolo dello spessore di materiale isolante
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ISOTERM
Spessore s (in metri)
 (Kcal/h m °C)
R = s/ (m h °C/Kcal)
1 – Piastrelle in gres
0,01
0,9
0,011
2 – Massetto isolante ISOTERM
0,05
0,11
0,45
x
0,03
x / 0,03
4 – Solaio in calcestruzzo armato
0,12
1,3
0,09
4 – Intonaco di cemento e sabbia
0,005
1,2
0,004
TIPO DI MATERIALE
3 – Lana in polistirolo
2
Utilizzando la relazione (5), considerato che si tratta di superficie orizzontale con
flusso ascendente per cui i = 8 e e = 20, si ha:
K  0,60 
1
R
i
i

1
1

e i

Kcal
x
1 1 h  m 2  C
0,011  0,45 
 0,09  0,004 

0,03
20 8
1
da cui:
K  0,60 
1
x
0,73 
0,03

0,03
0,0219  x

0,60  (0,0219  x)  0,03
0,60  x  0,0131  0,03
x  0,028 m
Per ottenere la K richiesta occorre quindi utilizzare lastre in polistirolo dello spessore
di 2,8 cm (o meglio di 3 cm, più facilmente reperibili in commercio; il lieve aumento di
spessore della lastra di materiale isolante comporta una piccola diminuzione di K).
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ISOTERM
ISOLAMENTO ACUSTICO
Considerata la vastità e complessità della materia acustica, ci si limita ad esaminare il
solo livello di rumore da calpestio, ovvero quello che nasce per effetto della vibrazione di
una struttura, si propaga in una prima fase attraverso di essa (via solida) per poi giungere
in una seconda fase, attraverso l’aria, all’orecchio o all’apparecchio di misurazione del
rumore (si veda schema di figura 6).
Figura 6 – Rumore da calpestio
Se si cammina nell’ambiente A su di un pavimento rigido, si mette in vibrazione il
solaio S producendo rumore che viene avvertito nell’ambiente B; per l’analisi di questo tipo
di rumore si considerano in genere due misure, una di laboratorio e una in opera.
Per quanto concerne il livello di rumore da calpestio accettabile in relazione al
requisito di capitolato, si rimanda alla normativa vigente (si veda in particolare il D.P.C.M.
del 05/12/1997 – “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici” – e le
normative di riferimento UNI EN ISO 140 ed UNI EN ISO 717); ad ogni modo si consideri
che il livello di rumore da calpestio normalizzato dei solai deve essere compreso tra i
55 dB ed i 63 dB, a seconda del tipo di edificio e della sua destinazione d’uso.
Prove di laboratorio condotte su una struttura (solaio) in cemento armato con sopra
uno strato di ISOTERM di 5 cm di spessore ed un ulteriore massetto di pietra serena di 5
cm di spessore, eseguite conformemente alle normative sopra citate, hanno evidenziato,
alla frequenza di riferimento pari a 500 Hz, un abbattimento del livello di rumore da
calpestio pari a 15 dB rispetto alla medesima struttura senza lo strato di ISOTERM.
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14
ISOTERM
RESISTENZA ALLA COMPRESSIONE ED ALTRE CARATTERISTICHE
Il valore della resistenza a compressione a 28 giorni dipende dal dosaggio e dal tipo
di cemento utilizzato, dalla eventuale presenza di sabbia nell’impasto e quindi,
prevalentemente, dalla densità dello stesso.
I valori di resistenza a compressione comunemente ottenibili alle varie densità, a
parità di tipo di cemento utilizzato (PTL 325), sono riportati nel diagramma di figura 7; per
la densità media standard di ISOTERM (450 ÷ 500 Kg/m3) si ha una resistenza a
compressione pari a 10 ÷ 11 Kg/cm2, più che idonea per gli usi cui viene destinato.
Figura 7 – Resistenza a compressione di ISOTERM in funzione della densità
Per quanto concerne il ritiro, per ISOTERM non vi sono restrizioni alla deformazione
della pasta cementizia, considerata la scarsa resistenza a compressione degli aggregati in
polistirolo; in generale i 2/3 del ritiro globale avvengono comunque nel giro di alcune
settimane.
ISOTERM ha un’ottima resistenza al gelo; ciò è dovuto alla bassa conducibilità
termica, che consente una lenta dissipazione verso l’esterno del calore di idratazione.
Da prove di gelo e disgelo tra –20 °C e +20 °C effettuate per periodi di tempo
prolungati su campioni di ISOTERM opportunamente predisposti, non si sono evidenziate
perdite significative di resistenza sui provini.
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15
ISOTERM
UTILIZZO
La fornitura in cantiere di ISOTERM non presenta alcun problema, è trasportato
tramite autobetoniere come un qualsiasi calcestruzzo ordinario, e può essere messo in
opera con gli abituali sistemi: scarico libero, benne a fondo apribile, con pompa (salvo, in
quest’ultimo caso, un’opportuna verifica in cantiere sulla scelta del tipo di miscela e di
pompa da utilizzare).
Con il pompaggio si possono comunque raggiungere notevoli distanze di messa in
opera sia in orizzontale sia in verticale.
ISOTERM, per la sua eccezionale lavorabilità, assicura la massima economia e
velocità nella posa in opera; può essere pompato ovunque, si stende e si livella facilmente
con la stadia nonostante l’aspetto asciutto e granuloso, può essere introdotto in casseri di
qualsiasi forma impiegando i consueti metodi di getto, non richiede costipazione o
vibrazione ed è caratterizzato da durabilità e stabilità dimensionale.
Lo spessore minimo per avere le massime prestazioni di resistenza meccanica ed
isolamento termico-acustico deve essere pari a circa 10 cm, e comunque non inferiore ai
5 cm per problemi relativi a difficoltà di posa in opera; con strati sufficientemente spessi è
anche possibile garantire protezione dall’assorbimento termico durante il periodo estivo.
Dopo poche ore dal getto, è già possibile camminare sulla sua superficie.
ISOTERM, grazie alle sue caratteristiche fisiche e meccaniche, si presta benissimo
per molteplici applicazioni nel campo della coibentazione termica ed acustica, al fine di
contenere i consumi energetici e garantire un miglior comfort ambientale, nel pieno
rispetto della normativa vigente; i principali settori di intervento sono i seguenti:

sottofondi isolanti per pavimentazioni e sottotetti;

massetti di alleggerimento per formazione di pendenza su tetti piani e terrazzi
(in caso di impieghi di ISOTERM in massetti di copertura sui quali è previsto il
trattamento
di impermeabilizzazione
mediante
applicazione
di guaine
bituminose, deve essere garantita da parte dell’applicatore della guaina
un’adeguata compatibilità di tutti i materiali a contatto con il getto);

cappotti isolanti su tetti inclinati;

riempimento leggero per coperture nervate in lamiera grecata;

riempimento di intercapedini;

realizzazione di componenti modulari per edilizia residenziale o meno, quali
partizioni interne, pareti di tamponamento esterne preassemblate ecc.
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ISOTERM
RIFERIMENTI E CONTATTI
ISOTERM è confezionato presso impianti di dosaggio della Calcestruzzi Cipiccia
S.p.A. e distribuita ai cantieri con normali autobetoniere.
Per utilizzare ISOTERM è sufficiente:

contattare l’impianto produttivo più vicino;

informare l’impianto della data d’inizio dei lavori con almeno due giorni di
anticipo ed indicare la quantità di prodotto desiderato, che sarà consegnato in
cantiere dalla Calcestruzzi Cipiccia S.p.A. nei tempi concordati.
La sede amministrativa e gli impianti della Calcestruzzi Cipiccia S.p.A. sono a
disposizione per qualsiasi chiarimento e per segnalare al cantiere l’impianto più vicino.
CALCESTRUZZI CIPICCIA S.p.A.
web:
www.calcestruzzicipiccia.it
e-mail:
[email protected]
Sede Amministrativa
Impianto di Guardea
Strada Maratta, 70 – 05035 – Narni (TR)
Loc. Madonna del Porto – 05025 – Guardea (TR)
Tel.
0744 715350
Tel.
Fax
0744 760500
0744 903851
Impianto di Narni
Impianto di Orte
S.P. di Maratta Km 6,175 – 05036 – Narni Scalo (TR)
Via del Ponte n. 3 – 01028 - Orte (VT)
Tel.
0744 759074 – 0744 759075
Tel.
0761 402730
Fax
0744 767400
Fax
0761 402927
Impianto di San Liberato di Narni
Impianto di Sant’Anatolia di Narco
Loc. San Liberato di Narni – 05027– Narni (TR)
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