7 Giorni a San Felice numero 01/2016
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7 Giorni a San Felice numero 01/2016
giorni A SAN FELICE 2 0 16 N . 1 ANNO XLII - 30 gennaio Editore: Don Paolo Zucchetti Responsabile: Antonella Mariani Stampa in proprio Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 524 del 19/12/1972 Email [email protected] www.san-felice.it. LA LETTERA DI DON PAOLO IL QUARTIERE E LA SUA VITA: TANTE STORIE DA RACCONTARE C arissimi sanfelicini, Quanti mutamenti in soli tre anni: negozi che chiudono, negozi che aprono Ma non è solo uno sterile elenco: dietro a ogni vetrina così come a ogni casa ci sono sogni, speranze, fallimenti È questo che amiamo raccontare Con un occhio al futuro che verrà sono solo tre anni e mezzo che sono qui con voi, ma in questo poco tempo ho assistito a vari mutamenti nel nostro centro commerciale: diverse attività economiche hanno aperto, altre purtroppo hanno chiuso. E di queste ultime, alcune hanno chiuso per un meritato pensionamento dei titolari, altri invece per problemi economici. Mi vengono in mente la cartoleria, il negozio di abbigliamento, il negozio “delle occasioni” che sta chiudendo proprio in questi giorni; una panetteria-pasticceria, dei bar, il negozio di sigarette elettroniche, un laboratorio di riparazione computers. Hanno aperto però altre attività: un arredo-casa, almeno quattro nuovi LA QUARESIMA bar, un negozio di pasta fresca e di fiori, l’emporio dei cinesi, il laboratorio di analisi; deve aprire un gelataio. Mi sembra poco, però, fare questo sterile elenco. Perché noi, come comunità, siamo interessati non tanto alla notizia, ma alla storia delle persone che sono le protagoniste della notizia. Spesso sono storie di entusiasmo per un lavoro desiderato e atteso, costruito con pazienza e sacrificio. Sono storie di persone che ci hanno messo passione, professionalità e anche soldi. Dietro a una attività ci sono speranze e timori: «Chissà come andrà?». Noi su queste pagine abbiamo ogni tanto ospitato queste storie: ricordo l’intervista ai titolari della panetteria. Ricordo l’intervista alla mitica cartolaia che andava in pensione. Queste persone lavorano per noi – pensiamo ai dipendenti del supermercato che lavorano tutte le domeniche e feste! È necessario? – e rendono più vivibile e dinamico il quartiere. Cosa accadrà nel futuro? Nessuno ha la palla di cristallo, ma se pensiamo a quello che sorgerà vicino a noi possiamo immaginare che qualcosa si muoverà. Deve infatti sorgere un nuovo quartiere vicino all’IBM: circa 800 nuovi appartamenti. E poi il preannunciato mega Westfield. Che impatto avranno su San Felice e sulle storie di chi rischia per lavorare? A chi di competenza iniziare a pensarci. don Paolo SANFELICINEMA Gli appuntamenti in parrocchia Programma di febbraio Rito delle ceneri: domenica 14 febbraio al termine delle S. Messe Via Crucis in chiesa: ogni venerdì (19 e 26 febbraio; 4, 11, 18 marzo) ore 9 per la comunità, ore 16,50 per i bambini e i ragazzi Quaresimali del venerdì: ore 21 in chiesa. Tema: “Le opere di misericordia spirituale”. 19 febbraio: “Le opere di misericordia”; 26 febbraio: “Insegnare, consigliare, ammonire”; 4 marzo: “Consolare, perdonare, sopportare, pregare” Serate bibliche: martedì 8 e venerdì 11 marzo, ore 21 in chiesa. “Una storia di relazione e di riconciliazione: Giuseppe e i suoi fratelli” Serata penitenziale predicata da padre Ermes Ronchi, venerdì 18 marzo ore 20,45 nella parrocchia di S. Ambrogio ad Fontes al Villaggio Ambrosiano. Orari confessioni: ogni sabato dalle 17 alle 18,30 e mezz'ora prima di ogni S. Messa. Oppure su appuntamento. Opera di carità: proponiamo di sostenere i progetti già attivi in parrocchia. Eccoli qui elencati: La Caritas parrocchiale (viveri e/o offerte in denaro) La rivista “Scarp de Tennis” che dà lavoro al suo venditore (acquisto della rivista la 3° domenica del mese fuori dalla chiesa) L’Associazione Amici di Babusongo e l’orfanotrofio di Machacos L’Associazione La Grangia di Monluè che assiste i rifugiati (offerte a don Paolo) Sostegno a padre Shenouda per l’aiuto ai cristiani in Egitto (offerte a don Paolo) Proponiamo inoltre un aiuto concreto: il lavaggio del pavimento della nostra chiesa. Cerchiamo macchine e volontari. Giovedì 4, venerdì 5, sabato 6 ore 21.15 e domenica 7 ore 16 e 21.15 Little sister Drammatico, Giappone 2015 Di Hirokazu Kore-Eda. Con Haruka Ayase, Masami Nagasawa, Kaho, Suzu Hirose, Ryo Kase. Durata: 2 ore e 8’. Giovedì 11 ore 21.15 in lingua originale, venerdì 12, sabato 13 ore 21.15 e domenica 14 ore 16 e 21.15 La grande scommessa Drammatico, Usa 2015 Di Adam McKay. Con Brad Pitt, Christian Bale, Ryan Gosling, Steve Carell, Marisa Tomei. Durata: 2 ore e 10’. Giovedì 18, venerdì 19, sabato 20 ore 21.15 e domenica 21 ore 16 e 21.15 La corrispondenza Drammatico, Italia 2015 Di Giuseppe Tornatore. Con Jeremy Irons, Olga Kurylenko, Simon Anthony Johns, James Warren, Shauna Macdonald. Durata: 1 ora e 56’. Giovedì 25 ore 21.15 in lingua originale, venerdì 26, sabato 27 ore 21.15 e domenica 28 ore 16 e 21.15 Avventura, Usa 2015 Revenant Di Alejandro González Iñárritu. Con Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Domhnall Gleeson, Will Poulter, Forrest Goodluck. Durata: 2 ore e 36’. - USA 2015. LEI CREDE, LUI NO. E VICEVERSA. TRE STORIE VERE DI COPPIE CHE CERCANO FATICOSAMENTE UN EQUILIBRIO Quando lei e lui condividono la vita ma non la fede Lo si vede nelle riunioni del catechismo, la domenica a Messa, negli incontri di formazione proposti dalla parrocchia: molte donne da sole, qualche uomo non accompagnato. Accade a San Felice, come dovunque: spesso la fede non è condivisa in famiglia, dunque il marito o la moglie la vivono in modo solitario. E’ sempre accaduto che le donne riempissero le chiese e i mariti stessero nelle panche in fondo oppure direttamente fuori, ma nel nostro quartiere si nota con una certa frequenza non tanto un superficiale disinteresse (assai frequente nella nostra società cristiana a parole ma secolarizzata nei fatti), ma una opposizione a tutto ciò che è religione, una sorta di ateismo programmatico (talvolta anche anticlericalismo) di uno dei due componenti della coppia. Quasi sempre si trova il modo di convivere, ma spesso a prezzo di qualche sofferenza. Qui di seguito raccontiamo tre situazione vere, descritte in prima persona, che si vivono nel nostro quartiere e a destra la lettera di una coppia che ha trovato il suo equilibrio. Nell'altra pagina il commento di don Paolo. Quel segno della croce evitato Quando il parroco è venuto a portare la benedizione natalizia a casa, era sera e c’eravamo tutti. Io, mio marito e i nostri due figli, entrambi universitari, entrambi cresciuti in parrocchia finché, dopo l’adolescenza, se ne sono bruscamente staccati. Io ero molto contenta, per me la benedizione della famiglia è un momento importante. Loro tre, invece, rigidi come pali. Nemmeno il segno della croce quando il don ha recitato la preghiera. Insomma, sono rimasta un po’ delusa. Gentili, sorridenti, tutti e tre, però freddi, con quell’aria scettica che ho imparato in tanti anni di matrimonio a vedere sul viso di mio marito. Ci siamo sposati in chiesa e lui lo dice sempre: l’ho fatto perché ti faceva piacere, ma per me non signi- fica niente. Tutte le domeniche, quando vado a Messa, mi chiede: ma perché ci vai? E i figli fanno un sorrisetto di compatimento, come se io fossi la scema perché “ci credo” e loro i più furbi perché “non ci cascano”. Però io non mi arrendo. Ogni volta che posso (qualche conferenza, la cresima di figli di amici, un anniversario di matrimonio) porto mio marito in chiesa. Lui sbuffa, ma poi ci viene, anche se poi prova a smontare pezzo per pezzo la predica. E poi la domenica, a pranzo, spesso mi trovo a raccontare l’omelia del parroco. Mio marito prova a replicare con qualche argomentazione di tipo razionale. I ragazzi, invece, per lo più ascoltano. Buon segno, no? Giovanna, 54 anni Lei, così “criticona” nei confronti della Chiesa Il momento più antipatico è quando lei legge il giornale o guarda i notiziari in tv: guarda qua, mi dice, un cardinale con l’appartamento superlussuoso. Oppure: hai visto, un altro sacerdote pedofilo, e il frate che girava il mondo con le offerte dei fedeli… Mia moglie non ha tutti i torti: questi scandali fanno male alla Chiesa e fanno male anche a noi che invece nella Chiesa ci crediamo. Io sono in pensione, faccio volontariato in una associazione cattolica che assiste i disabili e da oltre 50 anni vivo con una donna buona, dolce, affettuosa, rispettosa di me e della mia fede, ma anticlericale al massimo. Non perde l’occa- sione per criticare la Chiesa. Non Gesù, non il Vangelo, ma proprio la Chiesa come istituzione, sembra felice quando succede qualcosa che la scredita. E purtroppo ne succedono… Discutiamo molto di questo, io sottolineo invece i miliardi di cose belle che la Chiesa fa, non ultima l’opera di carità che frequento, la rettitudine e la sobrietà in cui vive la stragrande maggioranza dei preti, la grande umanità di Papa Francesco. Ma non è facile superare questo suo scetticismo, così talvolta, per quieto vivere, la lascio parlare. Ma che rabbia, dentro di me… Fabio, 75 anni Io, agli incontri di catechismo. Di nascosto Faccio quasi tutto di nascosto, o perlomeno, senza dirglielo: gli incontri per genitori del catechismo, la Messa… Mio marito è cresciuto senza educazione cristiana. Intendiamoci: è un bravo ragazzo, onesto e pieno di buoni principi, ma è privo di qualsiasi orizzonte di fede. E desidera che nessuno gli ricordi che esiste Dio, e che è Lui il senso della nostra vita. Non vuole “rotture”, dice, sono tutte “fesserie” e chiude le porte alla spiritualità. Per il resto stiamo bene insieme, abbiamo un figlio meraviglioso e ora aspetto il secondo, ma c’è questa pro- fonda differenza di vedute che crea in me qualche disagio. Una sera ha telefonato il don a casa per ricordare un appuntamento del catechismo, mio marito mi ha fatto una mezza scenata così ho chiesto al parroco di scrivermi una mail oppure di chiamarmi al cellulare, il pomeriggio. Mi sono vergognata un po’, quando gliel’ho detto, ma non voglio litigare con mio marito, non ora. Intanto prego perché la mia fede possa diventare per lui testimonianza. E, chissà, aprire un piccolo varco in quella sua corazza. Francesca, 38 anni Rispetto e comprensione E la coppia si può amare Siamo Giuliana e Maurizio, una coppia sposata da più di 41 anni con il sacramento del matrimonio, pur essendo Maurizio non credente. GIULIANA. Quando abbiamo deciso di sposarci dovevamo scegliere se farlo in chiesa o in municipio, eravamo molto giovani e innamorati e ognuno di noi era pronto a rinunciare a qualcosa delle proprie idee e delle proprie convinzioni. Ma era evidente che per me sarebbe stata una rinuncia sofferta non sposarmi con il sacramento religioso, e così Maurizio ha tranquillamente consentito al matrimonio in chiesa, dopo averne parlato con il sacerdote che ci ha sposato. MAURIZIO Nel sacerdote ho trovato una forte comprensione nei miei confronti ed un grande rispetto per le mie convinzioni, pur riconoscendo la nostra evidente diversità di vedute. Questo rispetto ho sempre cercato di portarlo nei confronti delle idee di Giuliana e poi delle nostre figlie, e sempre l’ho trovato in loro in tutti questi anni. GIULIANA Dopo la nascita delle nostre figlie abbiamo infatti deciso di accompagnarle nel cammino dei sacramenti, io seguendole e guidandole e Maurizio sostenendole nell’impegno e aprendole al dialogo e al confronto con un diverso modo di pensare. Questo ha dato loro la possibilità, crescendo, di confrontarsi con due modi di vivere la propria spiritualità facendo le loro scelte senza criticare e giudicare. Io, pur con momenti di ricerca e altri superficiali, cerco di arricchire la mia vita di cristiana con letture, incontri e attività verso il prossimo, mentre Maurizio ha scelto di assistere con me e le nostre figlie ai riti religiosi quando le persone a noi care ne sono coinvolte (matrimoni, battesimi, funerali…). Questo fa parte ed è alla base del nostro modo di vivere insieme e della nostra costante ricerca, in ogni circostanza che la vita ci offre, di quei valori comuni che ci hanno consentito di costruire e mantenere la nostra ormai più che quarantennale relazione e di frequentare ambienti (anche ecclesiastici) e amici dove la nostra diversità è ben nota, rispettata e, spesso, ritenuta arricchente. IL COMMENTO DI DON PAOLO: QUANDO UNA PERSONA AMA, STA GIÀ VIVENDO DI FEDE Innanzitutto ringrazio le autrici e l’autore delle testimonianze qui riportate. Il diverso modo di vivere (o non vivere) la fede all’interno della propria famiglia è una questione molto delicata e importante, anche se questa rilevanza non appare subito quando inizia una relazione. All’inizio infatti l’amore e l’affetto bastano alla coppia. Ma col tempo, e poi ancora di più quando arrivano dei figli, le esigenze della fede della parte credente e/o praticante emergono e cercano risposta. E se non si trova un equilibrio e soluzioni concordate all’interno della famiglia, possono insorgere sofferenze più o meno nascoste, che come tutte le sofferenze fanno vivere male. Reagisco soltanto alle storie che ci sono state offerte. Naturalmente lo faccio da credente e da prete. So di essere di parte. Ma si può vivere facendo finta di non esserlo o di essere qualcun altro? Reagisco, inoltre, con la consapevolezza, che il rapporto che tutti abbiamo con la fede dipende da tanti e diversissimi fattori e, tra questi, i più forti e convincenti, sono l’educazione ricevuta, le esperienze di vita comunitaria, l’incontro con figure di riferimento coinvolgenti. A volte si tratta di fortuna. E allora è tutto una farsa? Cosa c’entra Dio in tutto questo? Io sono convinto che c’entra molto, in quanto la nostra fede si fonda su un Dio che si è incarnato. Quindi tutto ciò che riguarda la nostra vita ha a che fare con Dio e per conoscere Dio è necessario guardare le cose terrene. Forse sta qui la difficoltà del credere. Perché, lo ammetto, se guardiamo le cose terrene, non sempre esse sono lo specchio e la testimonianza della presenza di Dio. Ma un altro fondamento della nostra fede è la croce di Gesù. Come dire: lo stesso nostro Signore ha fatto fatica a farsi riconoscere. Ma questo non toglie nulla alla sua divinità, come la sua risurrezione ci dice. Le tre storie evidenziano situazioni diverse. La non rilevanza della fede o la non pratica religiosa ha origine da motivazioni ogni volta particolari: nella prima si adduce scetticismo e argomentazioni di tipo razionale; nella seconda il motivo è la non limpida testimonianza della Chiesa; nella terza sembra emergere un appiattimento materialista: tutto ciò che è spirituale è “fesseria”. Certo è un bel match far convivere queste visioni della vita di un partner con la prospettiva di fede dell’altro. Lo dico con il sorriso sulle labbra, con affetto e amicizia. D'altronde queste tre motivazioni appartengono anche ai credenti, anche se nel credente non hanno la forza di annullare la presenza della fede e l’amore per la chiesa. A volte si sente dire dai non credenti: «Beato te che hai fede». Ma aver fede significa non avere mai dubbi? O non restare scandalizzato e non indignarsi per gli scandali che avvengono nella Chiesa? O non avvertire la fatica di un cammino spirituale? No, certamente. Anche il credente ha dubbi, si arrabbia per quello che di male c’è nella chiesa. Anche il credente a volte arranca con fatica sulla sua strada. Solo che la sua fede gli fa vedere il bicchiere pieno, cioè gli permette di ritenere la plausibilità della fede, lo incoraggia a darsi da fare per rendere sempre più bella e credibile la Chiesa, gli fa sollevare lo sguardo oltre i limiti di ciò che i suoi occhi riescono a vedere. D’altronde la fede è una esperienza molto umana. È forse l’amore, anche nella coppia, diverso dalla fede? È l’amore un’esperienza razionale? Chi mi MISERICORDIOSE PAGINE può dimostrare che uno mi ama o che il suo amore dura per sempre. Solo l’affidarsi. È l’amore sempre perfetto, senza contraddizioni, senza esperienze che ne negano la bellezza? E allora, per le controtestimonianze che ci sono, non dovrei più rischiare l’amore? Dovrei dubitare di ogni testimonianza d’amore che incontro e ritirarmi a vivere come eremita? No, assolutamente! È l’amore riconducibile solo a un insieme di esperienze materiali o è costituito anche da esperienze spirituali? E ancora: è l’amore richiudibile nella esperienza delle persone che lo vivono o l’amore ha in sé l’esigenza di allargarsi, di andare oltre? Io penso che quando uno ama, in qualche modo sta già vivendo di fede. Non solo fede nella persona amata. Fede anche nell’amore, in una realtà che non ha la sorgente in lui, che non finisce con lui e che lui non può controllare. Fede in una realtà che non solo è piacevole, ma che richiede impegno e responsabilità. Fede in un’esperienza che lega nella libertà. Se mi fido dell’amore allora devo fidarmi anche della persona che amo. Non riesco a condividere la sua visione del mondo? Ok. Però la faccio mia con rispetto. Mia in quanto appartenente alla persona di cui mi fido e che amo. Totalmente. E se sono arrivato a fidarmi di lei e ad amare lei è anche grazie a ciò in cui crede o non crede, perché la sua fede o non fede ne hanno fatto la persone che è e che io ho accolto nella mia vita. Non si tratta quindi di “convertire” tutti. Si tratta di accogliersi nella verità. Dove in questo accogliersi è compreso tutto. Diversamente sarebbe un barare. don Paolo CONSIGLIO PASTORALE “Petrarca, peccatore e cristiano”: la lezione di mons. Ballarini al Sanfelicinema 40 anni della chiesa: si cercano fotografie Nella serata del 12 gennaio monsignor Marco Ballarini, direttore della classe di studi di Italianistica in Ambrosiana, è tornato al Sanfelicinema per aprire un ciclo di tre conferenze raccolte sotto il titolo di “Misericordiose pagine”. Argomento del primo incontro è stato “Petrarca, peccatore e cristiano”. Si inizia con la lettera (Familiares, IV, 1), nella quale il poeta ricorda la sua salita al Monte Ventoso, in Provenza, avvenuta nel 1336. Il percorso si presenta pieno di difficoltà: è ripido, sassoso, faticoso. La descrizione dell’ascesa al monte si trasforma nel simbolo di un’altra ascesa, quella morale del poeta che fatica a trovare la sua strada perché il suo animo è occupato dalla passione e dall'attaccamento ai beni mondani, anziché rivolto interamente a Dio e alle cose spirituali. L’ascesa al monte diventa così l’allegoria del cammino dell’anima verso la salvezza. La vita dissipata che ha alle spalle non lo soddisfa più, ma ancora l’uomo nuovo non riesce ad emergere. Ma il Signore, nonostante il nostro peccato, può darci sempre la possibilità di risorgere! Dio allarga le braccia con bontà, prende su di sé il peso del Il prossimo 9 giugno ricorreranno i 40 anni dalla consacrazione della nostra chiesa. In quella giornata la parrocchia, nell’anno del Giubileo effettuerà un pellegrinaggio alla Porta Santa del Seminario di Seveso con partenza nel pomeriggio, preghiera, confessione, attraversamento della Porta Santa e cena comunitaria. Il programma sui prossimi numeri di questo giornalino e in chiesa. Nel medesimo periodo, che coinciderà anche con la Festa di San Felice, ci si propone di realizzare due mostre fotografiche dedicate una ai parroci che si sono succeduti in parrocchia, l’altra alla nostra chiesa partendo dalla sala nel tunnel per arrivare all’edificio attuale. C’è ovviamente bisogno della collaborazione di tutti. Chi avesse fotografie, materiale o ricordi da condividere può rivolgersi a don Paolo. M.P.C. nostro peccato che ci opprime, ma chiede il nostro abbandono. Il Canzoniere non è dunque più solo una raccolta di poesie intorno alla figura di Laura, la donna amata dal poeta. Il nuovo ordine dato dal Petrarca al termine della sua vita agli ultimi 36 componimenti ci fa intuire un “itinerario del cuore” che avvicina tre sonetti alla Canzone alla Vergine: dopo aver speso una vita in cose vane, dopo aver messo al primo posto non Dio, ma una creatura, Petrarca si abbandona dichiarando: Tu sai ben che ’n altrui non ho speranza: questa è la vera conversione. L’ultima parola di questo angosciato peccatore è la Canzone alla Vergine, è la richiesta che Petrarca le rivolge di raccomandarlo a suo Figlio, è la parola di speranza pronunciata sulla Croce da Gesù: accogli il mio spirito in pace. L’affidamento è dunque l’unica risposta all’esperienza del peccato, seguendo Cristo che, sulla Croce, ha consegnato la sua vita al Padre. Il prossimo appuntamento sarà il 16 febbraio, sempre alle ore 21,00, e riguarderà “L’incontro con il ‘nemico’ come occasione di misericordia ne I Promessi Sposi”. Maria Pia Cesaretti NUMERI UTILI SANTE MESSE Festive 10 - 11,30 - 18,30 il sabato prefestiva 18,30 Feriali: lunedì, mercoledì e venerdì 9 martedì e giovedì 18,30 Parroco Don Paolo Zucchetti tel. 02 7530325 Segreteria aperta dal martedì al venerdì dalle 10 alle 12. VIGILI URBANI Comando Segrate 02 2693191 VIGILE DI QUARTIERE Antonia Daloiso 348 1314053 GUARDIA SAN FELICE Portineria Centrale - tel. 02 7530074 ORARIO BIBLIOTECA lunedì-venerdì: 10,30 - 12,30, 16- 18,30 sabato, dom. e festivi: 10,30 - 12,30 tel. 02 70300344 TAXI Radiotaxi tel. 02 2181 CARITAS SAN FELICE Raccolta indumenti e viveri 9 -11 dal lunedì al venerdì FARMACIA AIROLDI Dal lunedì al venerdì: 8,30 – 13 15,30 – 19,30 - Sabato: 9,30 – 13 Tel. 02 7530660 AMICI DI BABUSONGO I ragazzi di Machakos si affacciano alle superiori INSERZIONI I moduli per le inserzioni si possono compilare nella sede della biblioteca nel Centro civico; gli annunci verranno pubblicati anche sul sito www.san-felice.it. Lezioni di computer: uso di Internet Posta elettronica - Formazione di testi (Word) e tabelle (Excel) - Creazione di CD e DVD per musica, foto e video - Uso di Skype - Antivirus. Cell. 348.8866540. Insegnante madrelingua spagnola impar- tisce lezioni, ripetizioni ad ogni livello. Cell. 347.3243470. Saitha, anni 20, Srilanka, studente presso Universitá degli Studi Milano, disponibile come babysitter o per lezioni ragazzi elementari medie inferiori 327.5425931 (referenze 366.2753898). Persona con esperienza offresi come dog sitter e per assistenza domiciliare gatti e piccoli animali, possibilità di ospitare cani per brevi periodi. Carla cell. 345.1188688. ANNUNCI CARITAS Cercano lavoro come domestici/assistenza bimbi anziani. Per referenze email: luisa. [email protected]. Cellulare 366 27 53 898 (per favore chiamare 9-12/16-19). L'elenco completo è su www.san-felice.it. nome Donatella Gilda Lucia Diana Andreaa Gabriella Yolanda Miguel Sara Roberta Donatella Banoo Monica Silvia Maria Florica Elena Liliana Lissette Stella Brigida Alvaro Priyankara Annamaria Anna Grecia Judith Jane età telefono 233272033159 45 3381621347 563286030094 43 3341529852 193883899150 463897918972 463284472247 38 3208218394 35 3292791599 463355430804 41 3477775048 39 3392790212 413898348465 51 3400797526 533347707054 31 3277914397 493200814641 35 3272566625 273277986267 613498851390 60 3891118857 43 3290081900 403387503656 483337389074 423664994193 213286365138 283276375736 463313435691 disponibile paese B.Sitter Moldavia B.Sitter /Stiro Italia Giorno Italia Giorno OSS Ecuador B.sitter Ecuador Giorno/AutomunitaItalia Giorno/OSS Perù Pomeriggio Car Ecuador Mart.Gio. Oss Ecuador Giorno Perù B.sitter Car Italia Mattino Mauritius B.Sitter Italia B.sitter/Car Italia Fissa Ucraina 9 - 15 Romania Giorno/Notte Moldavia 8.30 -18 /B.Sitter Romania Giorno/b.sitter Ecuador B.Sitter Italia Fissa Perù Giorno/Badante Salvador Fisso/Badante Srilanka Giorno/Car Perù Giorno Italia Giorno Venezuela Giorno/OSS/bsitterPerù Mattino Filippine LE ORATORIADI Ai primi di gennaio tutti i bambini ospiti dell’orfanotrofio di Machakos, in Kenya, sono rientrati dall'annuale visita ai loro villaggi d'origine. Stanno tutti bene e le scuole sono ricominciate. Le prime quattro classi elementari nei nuovi edifici funzionano a meraviglia. I cinque ragazzi che hanno passato gli esami di terza media hanno riportato delle buone votazioni e tutti verranno iscritti alle scuole superiori scelte dalle suore secondo le loro capacità. Suor Giusy e Suor Sabrina rinnovano a tutti gli auguri di Buon Anno e vi ringraziano di cuore per il vostro sostegno. AMICI DI BABUSONGO ONLUS IBAN : IT 18I0521620600000000002722 www.amicidibabusongo.it “Torneo di ping pong, ecco come siamo saliti sul podio… ” Domenica 10 gennaio si sono svolte le oratoriadi di ping pong, un torneo di tennis da tavolo che voleva vedere coinvolti tutti gli oratori della zona. Purtroppo però hanno partecipato solo due oratori: l'oratorio di Limito e il nostro di San Felice, ma è stato lo stesso divertente. Il torneo era diviso in tre categorie: giovanissimi, ragazzi e allievi. Siccome noi ragazze eravamo solo in tre, non è stato possibile creare un torneo femminile e noi femmine abbiamo partecipato coi maschi. Non è stato possibile anche fare il torneo allievi per mancanza di ragazzi di quella età. Purtroppo noi di San Felice ci siamo dovuti sfidare tra noi, ma comunque il nostro oratorio ha vinto ben tre trofei su quattro: il quarto, il terzo e... il primo po- sto! È stata un'esperienza molto divertente, non solo perché mi piace giocare, ma anche perché abbiamo conosciuto gente nuova, e abbiamo capito finalmente cosa volesse dire essere una squadra, sostenerci a vicenda. Gaia G.
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