Clima dei locali

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Clima dei locali
Indicazioni relative all'ordinanza 3 concernente la legge sul lavoro
Capitolo 2: Esigenze particolari relative all'igiene
Sezione 2: Illuminazione, clima dei locali, rumori e vibrazioni
Art. 16 Clima dei locali
Art. 16
Articolo 16
Clima dei locali
Tutti i locali devono essere ventilati naturalmente o artificialmente in maniera sufficiente e proporzionata alla loro utilizzazione. La temperatura dei locali, la velocità e l’umidità relativa dell’aria devono
essere stabilite e dosate reciprocamente in modo da assicurare un clima non nocivo alla salute e consono al genere di lavoro.
La temperatura, la velocità, l’umidità e la qualità
dell’aria, e la temperatura d’irraggiamento, costituiscono un sistema complesso da adattare alle esigenze delle maestranze ed al genere di attività. Si tratta di
offrire, con un dispendio accettabile, il massimo comfort.
L’inquinamento dell’aria dovuto alle sostanze nocive
emanate dai materiali usati nella costruzione, dai processi di produzione o da altre sostanze, deve essere
ridotto ad un livello non nocivo e non molesto mediante misure di sostituzione, eliminazione e diluizione.
Se necessario, l’inquinamento deve essere tenuto
sotto controllo. Indicazioni più precise sono riportate
all’articolo 18 OLL3.
Il clima dei locali è determinato in larga misura dalla
composizione, dalla temperatura, dall’umidità, dalla
velocità dell’aria e dalle temperature delle superfici
che limitano il locale e delle apparecchiature ed impianti che vi si trovano. Insieme al genere di attività ed
agli indumenti indossati, il clima determina il grado di
comfort per le persone presenti. Non è possibile fornire informazioni più precise in merito ai singoli fattori in
grado di garantire la massima sensazione di benessere, in quanto questi stessi fattori si influenzano reciprocamente e numerose sono le combinazioni che offrono sensazioni equivalenti di benessere. Inoltre, le
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reazioni sono diverse da persona a persona. Sarà
pertanto quasi impossibile creare un clima da tutti ritenuto confortevole. Riuscire a soddisfare l’85 % circa
delle persone interessate, come indicato nella Norma
ISO 7730, può essere considerato un risultato accettabile.
Composizione dell’aria/quota di
ricambio
L’aria che ci circonda contiene il 21 % di ossigeno, il
78 % di azoto, quantità minime di anidride carbonica e
di gas rari, vapore acqueo e tracce di diverse impurità.
A parte le impurezze supplementari dovute ai processi di produzione ed ai materiali di produzione o da costruzione, la composizione dell’aria è influenzata dalle persone presenti nel locale. Queste persone emettono anidride carbonica, vapore acqueo e sostanze
percettibili all’olfatto. Se nessuno fuma, occorre introdurre ogni ora nell’ambiente da 15 a 30 m3 di aria
esterna per ogni persona presente per sostituire l’aria
viziata e inquinata. Se vi sono persone che fumano,
questo quantitativo deve essere portato a 30-70 m3
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per persona. Insieme all’evacuazione di piccole quantità di calore e di impurità, il tasso di ricambio dell’aria
per i locali adibiti ad uffici o con posti di lavoro non particolarmente inquinanti è compreso tra 1 a 3 volte ogni
ora.
dell’aria. In presenza di quest’ultimo, la differenza di
temperatura tra aria interna ed aria esterna non deve
superare 4 oC.
Nella maggioranza dei locali, la temperatura dell’aria
in prossimità del pavimento differisce da quella dell’aria vicino al soffitto. La differenza di temperatura tra
l’aria all’altezza dei piedi e l’aria all’altezza della testa
non dovrebbe superare, per quanto possibile, i 3 oC.
Temperatura dei locali
Nella tabella 316.1 sono riportate le temperature
dell’aria - ordinate secondo il genere di attività - auspicate per i locali nei quali la temperatura media delle
superfici che li limitano sono dello stesso ordine di
grandezza della temperatura ambiente e nei quali il
moto dell’aria è basso.
Figura 316-2:
Temperatura ambiente media gradevole, in funzione del genere d’attività e dell’abbigliamento
tipo di a ttività
(inte ns ità de l movime nto)
Tabella 316-1:
Temperatura dell’aria
e s ta te
genere di attività
20 - 22
am
lavoro fisico leggero, svolto
stando in piedi e muovendosi
18 - 21
lavoro fisico di media intensità
16 - 19
lavoro fisico pesante
12 - 17
Per le attività sedentarie risultano temperature superiori al valore massimo di 20 °C raccomandato in termini di politica energetica. Temperature più basse
possono essere in parte compensate indossando indumenti adatti, anche se gli indumenti dovrebbero
servire in primo luogo a bilanciare le diverse sensibilità individuali alle temperature.
Quando la temperatura esterna è elevata, la temperatura interna deve essere corretta verso l’alto (circa 2-4
°C). Fino ad una temperatura interna pari a 24 °C si
dovrebbe in generale rinunciare al condizionamento
316 - 2
16
ra
sedentaria, lavoro manuale leggero
tu
ra
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pe
sedentaria, soprattutto attività
intellettuale
1
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temperatura dell’aria
[°C]
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C
la voro
d'ufficio
pote re is ola nte de gli indume nti
Te mperatura media ambiente = media tra la te mperatura dell'aria e quella delle superfici che limitano il locale
1
tempe ratura troppo bas sa per posti di lavoro
2
pe r pos ti di lavoro ques ta tempe ratura è acc ettabile
con ris erva (e s.: Zone fredde ne lla lavoraz ione di
de rrate alime ntari)
3
tempe ratura troppo alta per pos ti di lavoro
(ecc ez ione : alcune giornate es tive molto calde )
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Umidità dell’aria
L'umidità dell'aria provoca una sensazione di benessere quando è compresa tra il 30% di umidità relativa
(u.r.) (in inverno, per temperature comprese tra 19 e
o
24 C) ed il 65% u.r. (in estate, per temperature como
prese tra 22 e 28 C). Valori più bassi - fino al 20% u.r. limitati a pochi giorni durante l'anno , e valori più alti fino al 75% u.r. - sono fisiologicamente accettabili.
L'umidificazione dell'aria non è in generale necessaria, a meno che il clima dei locali debba rispondere ad
esigenze particolari. Ciò vale anche durante il periodo
di riscaldamento. L'esperienza ha dimostrato che le
lamentele per la presenza di aria troppo asciutta nei
locali non dotati di umidificazione sono spesso imputabili a temperature troppo elevate, ad un elevato tasso di ricambio dell'aria con adduzione di aria esterna,
alla presenza nell'aria di polvere o di altre sostanze
estranee, ad esempio particelle di formaldeide, in
quantità elevata. In presenza di problemi di questo
genere, occorre combattere le cause vere del disturbo.
Nel complesso, il problema dell'aria asciutta è piuttosto sopravvalutato. Anche all'aperto si riscontrano
spesso valori dell'ordine del 30% u.r., talvolta ancora
più bassi - ad esempio nelle belle mattine primaverili
ed autunnali - senza che a nessuno venga in mente di
considerare l'aria troppo secca. Occorre osservare
che l'aria asciutta (40% u.r.) può favorire il fenomeno
delle scariche elettrostatiche, non certo gradevoli.
Se l'umidificazione dell'aria è ritenuta necessaria,
l'impiego limitato di umidificatori locali può rivelarsi più
appropriato dell'umidificazione fornita da un impianto
di climatizzazione centralizzato.
Anche tassi di umidità troppo alti ( 65% u.r.), specialmente se accompagnati da temperature elevate nei
o
locali ( 24 C) sono recepiti come spiacevoli. Molto più
grave è però il fatto che, se la presenza di umidità elevata si prolunga nel tempo, si ha condensazione di vapore acqueo sulle superficie più fredde e conseguente formazione di muffe (cattivi odori!) e di altri organismi indesiderati, quali gli acari (causa principale delle
allergia alla polvere).
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Velocità dell’aria (problema delle
correnti d’aria)
Come regola di prima approssimazione, il movimento
dell’aria nei locali di soggiorno non dovrebbe superare 0,15-0,25 m/s. I valori più bassi valgono per temperature intorno a 20 °C ed esercizio invernale, i valori
più alti per temperature intorno a 24-28 °C ed esercizio estivo. Ambedue si intendono in primo luogo per
attività sedentarie leggere. Per attività più intense, le
velocità possono essere un po’ più elevate. Lo stesso
vale per i locali o gli impianti( ad es. verniciatura a
spruzzo) nei quali, per motivi di protezione della salute, di sicurezza o di tecnica produttiva, sono necessarie velocità più alte. Velocità minori sono raccomandabili in presenza di temperature basse ed aria soffiata
più fredda.
In presenza di correnti d’aria, noi non percepiamo il
movimento dell’aria ma piccole, improvvise differenze
di temperatura sulla pelle. Le correnti d’aria sono percepite più frequentemente nel caso di attività sedentaria, cioè quando il movimento del corpo è limitato.
Le donne ne sono più colpite degli uomini. Le correnti
d’aria si manifestano spesso in uno spazio limitato,
talvolta anche quando le velocità raccomandate sono
rispettate. Le lamentele circa la presenza di correnti
d’aria non devono pertanto essere considerate frettolosamente solo di origine psichica.
Le correnti nascono dalla differenze di temperatura
tra masse d’aria. Le correnti fredde possono avere
origine diversa: finestre e porte aperte in inverno, aria
troppo fredda prodotta dagli impianti di condizionamento, ma anche le pareti fredde a causa di insufficiente isolamento termico e le superfici vetrate troppo
grandi.
Temperatura delle superfici di
limitazione dei locali
La temperatura che si avverte all’interno di un locale è
funzione della temperatura dell’aria e di quella delle
superfici che limitano il locale stesso. Una sensazione
gradevole si ottiene quando la temperatura media di
queste superfici non si discosta di più di ± 4 °C da
quella media dell’aria ambiente.
Il pavimento deve avere almeno una temperatura di
19 °C, ma non superiore a 25 °C o, nel caso di riscal-
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damento attraverso il pavimento, non superiore a 29
°C. Sui pavimenti freddi si devono posare rivestimenti
isolanti o portare calzature appropriate.
Informazioni più dettagliate sono contenute nelle seguenti norme e pubblicazioni:
- ISO 7730 (CEN 27730) «Thermische Behaglichkeit»
- DIN 1946 «Raumlufttechnik»
- SIA Norma 180 «Isolazione termica degli edifici»
- SIA Raccomandazione 382/1 «Technische Anforderungen an lüftungstechnische Anlagen»
- SIA Raccomandazione 382/3 «Bedarfsermittlung
für lüftungstechnische Anlagen»
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- Arbeitsmedizinische Informationen Nr. 33/1989
«Luftqualität in nicht-industriellen Arbeits- und Aufenthaltsräumen».
- INSAI Bollettino 44021 «Umidificazione dell’aria».
- Bollettino UFIAML n. 102 "Manutenzione degli impianti di ventilazione e climatizzazione"
- Collana di scritti SKI, volume 35, 1987 "Richtlinien
für Bau, Betrieb und Ueberwachung von raumlufttechnischen Anlagen in Spitälern" (Direttive per la
costruzione, l'esercizio ed il controllo degli impianti
di climatizzazione negli ospedali)
- Direttiva 95.1 SWKI "Luftbefeuchtung in Lufttechnischen Anlagen"
- (L'umidificazione negli impianti di condizionamento) Zürcher Energieberatung und Bundesamt für
Energie: Merkblatt ”Gebäudeeingänge mit grossem Publikumverkehr” (solo in tedesco, ottenibile
presso
l’UCFSM,
n.
di
ordinazione
805.150.2d/1998)