La Steadicam - Accademia di Belle Arti Venezia
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La Steadicam - Accademia di Belle Arti Venezia
Università degli Studi di Udine Facoltà di Scienze della Formazione Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Multimediali La Steadicam Di Luca Bazan Realizzato per il corso di “Laboratorio di ripresa e montaggio digitale”, Prof. Gabriele Coassin, A.A. 09/10 Lezione del 30/10/09. Cos’è la Steadicam? È un sistema di stabilizzazione della camera che unisce le possibilità e la stabilità del carrello alla libertà di movimento di una camera a spalla. Consiste in un supporto meccanico, a cui è fissata la camera, sostenuto dall'operatore per mezzo di un sofisticato sistema di ammortizzazione agganciato ad un "corpetto" indossabile. Al posto del mirino classico, è impiegato un piccolo monitor di servizio, che consente di tenere d'occhio l'inquadratura ed anche il terreno sul quale si cammina. È un sistema nato negli anni ’70, inventato e brevettato da Garret Brown. Impiego pratico Riprese in spazi angusti impossibili per sistemi tradizionali come il carrello. Riprese su terreni accidentati. Riprese di piani sequenza con spostamenti non consentiti dai carrelli. Riprese salendo o scendendo le scale. Riprese di scene in cui i movimenti di macchina contribuiscono alla resa emozionale (accelerazioni, frenate, svolte brusche, ecc.). Per isolare il camcorder da vibrazioni dovute a veicoli in movimento. Riprese di soggettive umane o animali (es. configurazione low-mode). Figura 1. Steadicam in “low mode” È sconsigliata per: Riprese statiche o con teleobiettivi. Scene violente o concitate dove la situazione mette a rischio attrezzatura e operatore. Panoramiche orizzontali e verticali veloci. Riprese da mezzi da dove si può cadere (es. sci, elicottero, pattini, ecc.). Componenti principali e funzionamento Uno dei componenti base per la stabilizzazione del sistema è il braccio. È composto da due sezioni articolate fra loro; ogni elemento è costituito da snodi, cuscinetti, bracci, trapezi e molloni. Questi ultimi entrano in tensione quando si applica un peso ad una delle estremità del braccio. Figura 2. Il braccio Maggiore è il peso applicato, migliore sarà l’effetto stabilità creato dal braccio. Quest’ultimo è altamente “flessibile”, quindi tutti i sussulti dovuti a movimenti che arrivano alla Steadicam vengono assorbiti dall’elemento più sensibile e leggero, il braccio appunto, non riuscendo ad influenzare l’elemento più pesante, il post (vedremo fra poco cos’è). Come fare quindi per operare con il camcorder, fargli compiere movimenti, senza trasmettergli vibrazioni appena eliminate dal braccio? le Bisogna “estrarre” dal camcorder e accessori il baricentro e portarlo in un punto centrale facilmente controllabile, utilizzando una serie di pesi e contrappesi. Questo nuovo punto è il baricentro del post. Il post non è altro che il palo che sorregge il camcorder e gli accessori della Steadicam. È telescopico, quindi regolabile in altezza. Figura 3. A sinistra post e accessori montati su stativo, a destra post, cinepresa e accessori Per controllare il sistema in tutte le direzioni è stato applicato un manicotto scorrevole sul post; su di esso è montato un cuscinetto a sfera, precisissimo, che consente la rotazione sul piano orizzontale. Sempre sul manicotto, in corrispondenza del profilo esterno del cuscinetto, è incernierata una sorta di “forchetta” che consente al post il movimento sul piano verticale. A sua volta, la “forchetta”, ruota su se stessa, consentendo il capovolgimento del manicotto. Il tutto termina con un’imboccatura con la quale collegare il sistema “post” al braccio. Questo manicotto è detto gimball e consente il movimento completo di tutto il sistema nello spazio (a 360°), quasi senza attrito (grazie all’utilizzo di cuscinetti volventi). Il gimball è posto in prossimità del baricentro del post. Figura 4. Il gimball Altro elemento della Steadicam è il corpetto o vest. Serve a sostenere tutto il sistema in modo “agevole e comodo”. È completamente regolabile , soprattutto per tarare l’equilibrio del sistema rispetto alla postura e alle altre caratteristiche fisiche dell’operatore che lo utilizza. Figura 5. Il corpetto Montaggio e bilanciamento È preferibile montare tutta l’attrezzatura in luogo tranquillo e privo di vento (che causerebbe problemi durante l’operazione di bilanciamento). Assicurare ma non fissare tutte le componenti finché il sistema non è perfettamente bilanciato. In generale una Steadicam più è “lunga”, più è stabile nei movimenti lineari ma difficilmente gestibile nei cambi di direzione. Una Steadicam “corta” invece è più manovrabile ma meno stabile, quindi sconsigliata per lavori di precisione, o con focali più lunghe (ricordo che l’allungamento o accorciamento della Steadicam avviene allungando o accorciando il post, che è telescopico). Una volta montato il tutto (camcorder e accessori sul post) si procede al bilanciamento. Si pone il gimball su di uno stativo lasciandolo libero di oscillare. Ora si compiono tutte le micro operazioni di taratura (spostamenti piccolissimi di pesi contrappesi, ecc.) per “sbilanciare” il sistema, di modo che una volta che il post è messo in orizzontale abbia un tempo di ritorno (tempo di caduta) allo stato verticale in base all’utilizzo. Per uso generico sono consigliati tre secondi. Con un tempo di caduta inferiore ai 3 sec. si otterrà una maggiore stabilità ma minore manovrabilità. Con tempo di caduta superiore ai 3 sec. si otterrà più manovrabile e meno stabilità. Per controllare l’orizzonte si verifica la corretta messa in bolla del post. Il passo successivo è la “vestizione” dell’operatore. Queste le operazioni fondamentali: - Indossare il vest e stringerlo, di modo che sia molto aderente e non si muova attorno all’operatore. - Non usare abbigliamento attillato ma nemmeno troppo largo, può impigliarsi. - Scegliere preferibilmente magliette di cotone, assorbono meglio il sudore. - Evitare se possibile indumenti con bottoni, cerniere o altro che possano essere compressi dal vest e creare quindi fastidio. - Sono consigliabili pantaloni con tasche sulla coscia. Le tasche “tradizionali” saranno occluse dal vest. - Usare scarpe comode e possibilmente ammortizzate. - È consigliabile l’uso delle ginocchiere, soprattutto per riprese su terreni accidentati. Agganciare al vest il braccio e successivamente collegare a quest’ultimo il post. Il bilanciamento ottimale del sistema in assetto di lavoro, si ottiene quando tutto sta in equilibrio di fronte all’operatore senza sforzo. Il camcorder è quindi parallelo al corpo e viene gestito solo con movimenti di anca: le mani non vanno MAI usate per tenere la Steadicam, ma solo per guidarla, sfiorandola “dolcemente”. Il rapporto che si deve creare tra operatore e Steadicam deve essere di armonia e coordinazione, mai di forza. Note finali Attenzione: l’uso di questo strumento non è da sottovalutare. È uno strumento di lavoro complicato nell’utilizzo, e senza adeguata preparazione può anche diventare pericoloso. Una curiosità: Il peso dell’apparecchiatura in assetto da lavoro “pesante”, è di circa 32 kg. Quando la Steadicam è posta frontalmente al corpo, fa gravare un peso di 32 Kg sui muscoli della schiena. A braccio completamente esteso, circa 65 cm davanti al torace, alla zona lombare è applicata una forza di circa 100 Kg. Si consiglia un impiego continuato non superiore ai 15 minuti. Deve seguire una pausa di 20/30 minuti per evitare problematiche alla salute dovute a microtraumi. Luca Bazan In copertina il regista Stanley Kubrick con Garret Brown sul set di Shining, scena finale del labirinto. Bibliografia B. Calò, Lo steadicam, Bagno a Ripoli (Fi), L’autore libri Firenze, 2003 Sitografia http://it.wikipedia.org/wiki/Steadicam www.steadicam.com www.glidecam.com www.steadicam-ops.com www.steadicam.it
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