Nel cielo di Londra la “scheggia di vetro”
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Nel cielo di Londra la “scheggia di vetro”
Copyright by Sellar Group COSTRUIRE Vista area del progetto (rendering) Nel cielo di Londra la “scheggia di vetro” di Renzo Piano Sarà la torre più alta d’Europa Si dice che debba il suo soprannome, “Shard of glass”, letteralmente “scheggia di vetro”, ad un commento, non proprio lusinghiero, fatto, a suo tempo, da un membro di un’istituzione inglese il quale intendeva così alludere al “taglio” o la “ferita” che, a suo dire, la nuova costruzione progettata dall’architetto Renzo Piano, data la forma “acuminata” e lo stile avveniristico, andava ad infliggere alla Londra storica. Di acqua sotto i ponti (è proprio il caso di dirlo, vista la collocazione della Torre, nei pressi dello storico London Bridge, il più antico ponte sul Tamigi) da allora ne è passata davvero tanta e, ironia della sorte, “Shard of glass”, anzi “The Shard” è diventato il “nickname” più gettonato dalla corposa pubblicistica che celebra ed accompagna la costruzione dell’edificio probabilmente più atteso di questo primo scorcio di secolo. La “London Bridge Tower”, questo il nome ufficiale, sorgerà nel quartiere di Southwark, a sud del più grande fiume di 15 ANNO II | n. 11 | SETTEMBRE - OTTOBRE 2010 Londra, nell’area adiacente alla stazione di London Bridge, uno dei principali punti di snodo della mobilità cittadina che l’Amministrazione londinese, con la costruzione dell’edificio, intende rendere più densa in termini di popolazione. Secondo la tabella di marcia dei lavori (che sono iniziati nel marzo del 2009, a seguito della demolizione dell’edificio denominato Southwark Towers che occupava il sito dagli anni ’70) verrà completata nel 2012, in tempo per diventare uno dei “simboli” della Londra “olimpica” oltre che, naturalmente, la torre più alta d’Europa. La città verticale Vera e propria “città verticale” di 72 piani (in realtà 87 contando i 15 della “guglia”) dove abiteranno e lavoreranno fino a 7.000 persone, a cui si aggiungeranno centinaia di migliaia di visitatori, la Torre si caratterizza come edificio ad uso misto con un forte carattere pubblico. Ospiterà nella parte bassa uffici con accesso diretto alle linee dei trasporti. Gallerie d’arte, teatri e sale pubbliche, bar e ristoranti, che la faranno vivere 24 ore al giorno contribuendo alla socialità della comunità che risiede nell’area e nei dintorni. Poi un hotel a 5 stelle dello Shangri-La Hotel & Resorts Group e residenze di lusso posizionate tra il 53mo e il 65mo piano che godranno di suggestive terrazze panoramiche. Infine, nella parte superiore della guglia troverà posto una “galleria” panoramica aperta al pubblico che, posizionata al doppio dell’altezza della “London Eye” (una ruota panoramica costruita nel 1999 ed alta circa 135 metri), offrirà una vista mozzafiato della città. Una “presenza nitida e leggera” di vetro rilucente Nonostante i 305 metri di altezza le assicurino il prestigioso primato continentale, la Torre progettata da Piano su incarico dell’imprenditore londinese Irvine Sellar (sostenuto nell’investimento corposo da un consorzio di banche del Qatar), deve la sua notorietà (e l’attenzione quasi maniacale con la quale, in tutto il mondo, anche via internet, si stanno seguendo le varie fasi realizzative) principalmente alla forma, di “piramide” fortemente affusolata, e al materiale, una particolare tipologia di vetro, che ne riveste la struttura interna, (“the core”) rendendola ineguagliabile nella skyline di Londra. Riguardo alla forma, a determinarne le caratteristiche è stato, in primo luogo, il desiderio di “armonizzarsi” con il profilo tipico della città. Convinto che non fosse possibile costruire a Londra un edificio alto “estrudendo” semplicemente la stessa forma dal basso all’alto (la Torre sarebbe stata troppo piccola alla base e troppo grossa all’estremità) l’architetto ha individuato la soluzione concependo la torre “generosa alla base, senza toccare il suolo con arroganza, e sottile all’estremità”, sino a perdersi “nell’aria come un pinnacolo delle chiese del 16 sedicesimo secolo o come l’estremità dell’albero delle navi che all’epoca solcavano il Tamigi”. Una presenza “nitida e leggera” la cui altezza è determinata “più dal desiderio e della necessità di creare una torre elegantemente proporzionata piuttosto che dell’ambizione di realizzare il più alto edificio d’Europa”. Poi si è affidato, come detto, al vetro. Un materiale che ben conosce e che ha accompagnato alcune delle sue principali opere. Per i pannelli che ricoprono le facciate della Torre ne è stato scelto un tipo particolarmente innovativo. A basso contenuto di ferro, consente di mantenere un colore chiaro, nitido, con un effetto simile al cristallo, molto differente dal tono “verdastro” che caratterizza molte delle architetture contemporanee in vetro. Ennesimo esempio di architettura “globalizzata”, il vetro, come ha detto lo stesso Piano, destinato ad un’opera in Inghilterra, è stato realizzato nel nord Europa e provato a Genova “perché lì ho la mia fabbrica, gli artigiani. E perché la cultura sperimentale, esplorativa, del provare e riprovare, è profondamente italiana”. L’attenzione alla sostenibilità Come in tutte le realizzazioni di Renzo Piano anche in questo progetto è stata posta grande attenzione alla sostenibilità. Da tutti i punti di vista: umano, tecnologico, energetico ed economico. In primo luogo la Torre, grazie all’uso estensivo delle tecniche più moderne per la conservazione e il riciclaggio dei materiali, consumerà 30% in meno di energia rispetto ad un edificio convenzionale. La facciata con un doppio strato ventilato consentirà di ridurre considerevolmente l’eccesso di calore aumentando il comfort negli spazi adiacenti. Il calore in eccesso proveniente dagli uffici verrà utilizzato per riscaldare l’hotel e gli appartamenti ed ogni ulteriore eccedenza verrà dissipata naturalmente mediante un radiatore piazzato in cima all’edificio. Giardini d’inverno con persiane azionabili verranno posti ad ogni piano, offrendo agli occupanti un collegamento con il mondo esterno. Al centro della mobilità cittadina Un altro aspetto importante riguarda la funzione che la Torre, insieme all’adiacente London Bridge Palace e alla nuova stazione della metropolitana (parte del progetto), svolgeranno nell’ambito della mobilità cittadina. L’edificio, che ospiterà anche la nuova sede del “Trasport for London” (l’Ente responsabile dei trasporti di Londra), è stato, infatti, pensato per integrarsi con uno fra i nodi più importanti della mobilità cittadina, coincidente con la London Bridge station, una delle più trafficate della City (circa 200.000 persone ogni giorno), dove convergono oltre a sei linee ferroviarie, due linee della metropolitana e ben 14 del bus. Delicatamente rialzato rispetto al terreno soltanto il nucleo centrale lo “ancora” al sito, permettendo che il massimo dello spazio disponibile sia adibito a funzioni pubbliche e alle sale d’aspetto della stazione e degli autobus. © Rpbw, Renzo Piano Building Workshop La torre, progettata in modo da non creare problemi di ombra alle strade adiacenti (la sua esposizione principale è, infatti, sul Tamigi), avrà anche un’altra caratteristica che contribuirà al suo fascino: il suo “colore”, infatti, cambierà a seconda dell’ora del giorno, della luce e della posizione del sole. 17 photo by Hays Davidson, John Mclean © Rpbw, Renzo Piano Building Workshop ANNO II 18 | n. 11 | SETTEMBRE - OTTOBRE 2010 Una leggera tettoia di vetro protegge dalle intemperie servendo da collegamento tra l’adiacente stazione ferroviaria, la stazione degli autobus e il Guy’s Hospital. “Un palazzo democratico dedicato a chi usa il mezzo pubblico” Per quanto riguarda i parcheggi, con soli 60 posti auto e riservati interamente ai diversamente abili Piano, aderisce, oltre che alle indicazioni progettuali, alla “filosofia” di Londra dove la dotazione di parcheggi e di strade carrabili pro-capite è tra le più basse tra le grandi città occidentali, e il sistema di trasporti pubblici tra i più efficienti. Chi vorrà vedere da vicino “The Shard” farà bene a studiarsi la mappa della metropolitana londinese. La storia del progetto 2000 Renzo Piano, su richiesta dell’imprenditore londinese Irvine Sellar elabora il primo progetto della London Bridge Tower. di circa 143 metri. Ottobre: Secondo il programma dei lavori entro il mese il “Core” raggiungerà all’incirca il 70° piano. 2003 La procedura si conclude con l’approvazione del progetto. 2007 Settembre. Iniziano le attività preparatorie per i lavori di demolizione dell’edificio Southwark Towers che si fermano a causa dello scoppio della crisi del mercato immobiliare. Novembre. La società Mace Group si aggiudica la gara per la costruzione della Torre. 2008 Gennaio. Un Consorzio formato da quattro banche del Qatar acquista la maggioranza delle azioni del progetto e finanzia la prima tranche dei lavori che possono così partire. Aprile. Riprendono i lavori di demolizione che si concludono a gennaio 2009. photo by Fréderic Terraux © Rpbw, Renzo Piano Building Workshop 2002 Il Governo inglese, dopo le osservazioni mosse dalle autorità locali ed altre istituzioni a seguito della presentazione del Piano di sviluppo del progetto, dispone l’apertura di una “planning inquiry”. 2009 Febbraio. Firma del contratto con Mace Group per l’avvio dei lavori di costruzione. Marzo. Avvio dei lavori. 2010 Marzo. La costruzione della struttura centrale delle torre (il “core”) comincia a procedere al ritmo di circa 3 metri in altezza al giorno. Maggio. Istallazione del primo pannello di vetro Giugno. La costruzione del “Core” arriva al 33° piano, ad un altezza 19 ANNO II | n. 10 | LUGLIO - AGOSTO 2010 Numeri e credits del progetto Altezza: 305 m (72 piani + 15 della “guglia”) Superficie lorda di pavimento: 127.137 mq Uffici: (Piani 4 - 28): 55.247 mq Ristoranti: (Piani 31-33) 2.838 mq Hotel: (Piani 34-52) 17.842 mq (175 camere) Residenze: (Piani 53-65) 5.814 mq (12 appartamenti) Galleria panoramica: (Piani 68-72) Parcheggi: 60 posti auto, riservati alle persone diversamente abili Ascensori: 44 + 8 elevatori Termine lavori: giugno 2012 Credits 2000 – in progress The London Bridge tower London, UK Cliente: Sellar Property Group Renzo Piano Building Workshop, architects in collaborazione con Adamson Associates (Toronto, London) Photo: Hais Davidson, © Rpbw, Renzo Piano Building Workshop • • • • • • • • • • Gli appartamenti, interno (rendering) 20
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