e che dio la benedica
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e che dio la benedica
...E CHE DIO LA BENEDICA 'Ἀμβων, ωνος si pronuncia àmbon vuol dire prominenza, sommità oppure anche bordo, orlo. Solo Eustazio lo usa una volta nel senso di fica. Ἀμφιμήτριος, ον si pronuncia amphimètrios e significa concernente l'utero: com si può intuire, viene usato soprattutto in testi medici. Il tragico Licofrone lo usa anche col significato di nato da madre diversa. Βόλβα, ης si pronuncia bòlba e deriva dal latino vulva “fica”. Significa appunto fica ed è usato da Lucilio. Γλωσσοκομεῖον, ου si pronuncia glossokomèion e viene da γλῶσσα “lingua” e κομέω “prendersi cura”. In musica con questo termine si indica l'astuccio per linguette degli strumenti a fiato. Può significare anche bara. Eubulo lo utilizza una volta nel senso di fica: è interessante notare che il significato letterale è “contenitore per lingua”... Γυναικεῖα, ας si pronuncia ghynaikèia e viene da γυνή “donna”. È un termine usato soprattutto in ambito medico, usato per indicare talvolta le mestruazioni, talvolta la fica. Δακτυλίδια, ων si pronuncia daktylìdia e deriva da δακτυλίδιον “anellino”. È riportato solo dal grammatico Polideuce, e vuol dire genitali femminili. Δέλτα si pronuncia dèlta ed è il nome della lettera Δ, corrispondente in italiano alla D. Significa anche fica, in riferimento alla forma triangolare. È attestato in Aristofane. Δελφάκιον, ου si pronuncia delphàkion e viene da δέλφαξ “maiale”. Vuol dire maialino, ma nel Lessico di Esichio è presente anche il significato di fica. Διάτασις, εως si pronuncia diàtasis e deriva da διατείνω “tendere”. Vuol dire dilatazione, distensione, ma pure tensione, contesa. In Paolo Egineta vuol dire ostruzione vaginale. Δορίαλλος, ου si pronuncia dorìallos ed è usato da Aristofane col significato di genitali femminili per prendere in giro il poeta Dorillo. Δορίλλος, ου si pronuncia dorìllos ed è una variante di δορίαλλος (vedi sopra) usata sempre da Aristofane. Ἑγκολπίζω si pronuncia enkolpìzo e viene dall'unione di ἐν “dentro” e κόλπος “golfo”. Significa formare un golfo, ma siccome κόλπος vuol dire anche “fica”, può significare anche mettere in vagina. Questo significato si trova in Aezio. Ἑγκολπισμός, οῦ si pronuncia enkolpismòs e viene da ἐγκολπίζω “mettere in vagina”. Vuol dire irrigazione vaginale, e si attesta solo in Aezio. 'Ἑντερον, ου si pronuncia ènteron e deriva da ἐν “dentro”. Significa interiora, intestini, ventre. In poesia assume il senso di utero. Ἑσχάρα, ας si pronuncia eschàra e vuol dire focolare, braciere o comunque materiale combustibile. Nei Cavalieri di Aristofane con questo termine si indicano i genitali femminili. In medicina significa anche crosta prodotta da ustione. 'Ίκταρ, ος si pronuncia ìktar e non ha un'etimologia chiara, visti anche i diversissimi significati che ha. In Callimaco è un tipo di pesce. In Ippocrate vuol dire genitali femminili. Inoltre, può anche essere un modo (antiquato e lezioso secondo Luciano di Samosata) per dire vicino, presso. Ίπποκλείδης, ου si pronuncia ippoklèides e si trova solo in Aristofane col significato di fica. In Erodoto però, Ippoclide è un nome di persona. Κένταυρος, ου si pronuncia kèntauros e vuol dire generalmente Centauro, ma col tempo ha assunto anche altri significati meno mitologici e più pratici. In alcuni frammenti comici, questo termine viene usato per definire un incontinente sessuale, un godurione. Teopompo di Chio lo usa come sinonimo di fica. Κέρας, ως si pronuncia kèras e vuol dire corno. Archiloco e Meleagro però chiamano così il cazzo in alcune loro opere. Ippocrate chiama così anche l'estremità della vagina. Κῆπος, ου si pronuncia kèpos e potrebbe derivare dal latino campus “campo”. Significa giardino, orto, ma in Diogene Laerzio, per similitudine, vuol dire genitali femminili. Κλειτοριάζω si pronuncia kleitoriàzo e viene da κλειτορίς “clitoride”. Si trova solo nel Lessico di Esichio e vuol dire solleticare il clitoride. Κλειτορίζω si pronuncia kleitorìzo ed è una variante di κλειτοριάζω (vedi sopra) riportata da Polideuce. Κλειτορίς, ίδος si pronuncia kleitorìs e vuol dire clitoride. È attestato in Esichio e Rufo. In Plutarco è una pietra. Κνέωρων, ου si pronuncia knèoron e viene da κνάω “prudere, solleticare”. Significa dafne, alloro, ma in Esichio è riportato anche col significato di genitali femminili. Esistevano già allora i fastidiosi problemi di prurito intimo? Κοιλία, ας si pronuncia koilìa e deriva da κοῖλος “ventre”. Significa principalmente anche questo termine ventre, ma col tempo ha assunto diversi significati traslati e laterali. Tra questi troviamo che nel Vecchio Testamento indica i genitali maschili e l'utero. In Ippocrate è usato come sinonimo di escrementi. Polibio chiama così la carcassa di un animale morto. Κόκκαι, ων si pronuncia kòkkai e viene da κόκκος “chicco”. Si trova nell'Antologia Palatina, usato in un epigramma di Stratone di Sardi col significato di coglioni. Esichio, nel suo Lessico, dice che significa anche genitali femminili. Κόλπος, ου si pronuncia kòlpos e significa petto, seno, mammella. In senso figurato può voler dire anche golfo, caverna, sinuosità, ed in tutti questi casi è un termine molto diffuso. In poesia soprattutto, assume anche il significato di ventre, utero, vagina, sebbene quest'ultima accezione sia più riscontrata in ambito medico. Nel Vecchio Testamento significa fondo del carro. Κύσθος, ου si pronuncia kýsthos e potrebbe derivare dal latino cunnus “fica”. Si trova in alcune commedie di Aristofane e significa proprio fica. Κυσός, οῦ si pronuncia kysòs ed è riportato solo da alcuni grammatici, come Eronda ed Esichio. Proprio Esichio dice che vuol dire sua culo sia fica. Λειμών, ῶνος si pronuncia leimòn e significa prato. In Euripide significa anche fica. Μέλαθρον, ου si pronuncia mèlathron e vuol dire trave del soffitto, o più in generale tetto e, ancora più in generale, casa. Esichio riporta anche il senso di genitali femminili. Μηριόόνης , όυ si pronuncia meriònes e viene da μηρός “coscia”. In un epigramma di Rufino vuol dire fica. È anche un nome di persona, Merione appunto, che si riscontra in molti autori. Μύρτον, ου si pronuncia mýrton e significa bacca di mirto, mirto. In alcune commedie di Aristofane assume anche il senso di fica. Μυρτόόχειλα , ων si pronuncia myrtòcheila e viene da μύρτον “fica” e χεῖλος “labbro”. Si attesta soprattutto in testi di medicina e vuol dire grandi labbra della vagina. Νύμφη, ης si pronuncia nýmphe e significa fidanzata, o comunque giovane donna, ragazza. In mitologia assume il significato di ninfa, divinità dell'acqua e dei boschi: per questo, per estensione, vuol dire anche acqua e bocciolo di rosa. In anatomia può avere due altri significati, ossia fossetta del labbro inferiore (attestato in molti autori), ed anche clitoride (presente in Rufo ed Esichio). È anche il nome di un insetto. Πλατίστακος, ου si pronuncia platìstakos ed è il nome di alcuni tipi di pesce. Nel Lessico di Esichio si trova anche col significato di vagina, parti intime femminili. Era anche un soprannome scherzoso di Platone. Ῥόδον, ου si pronuncia ròdon e significa principalmente rosa. In senso figurato però può anche voler dire genitali femminili. Questo significato è presente in Ferecrate. Ῥοδωνιά, ᾶς si pronuncia rodonià e deriva da ῥόδον “rosa”. Significa cespuglio di rose, roseto, ma in Cratino significa anche fica. Σαβ αρ ίχη, ης si pronuncia sabarìche e non se ne conosce l'origine. Si trova solo in qualche lessico (Esichio, Fozio, etc.) e vuol dire vagina. Σαόβυττός , όυ si pronuncia sàbyttos e vuol dire fica, vagina. Si trova in alcuni frammenti comici ed è riportato anche in Fozio. Esichio dice che con questo nome si indicava anche un'acconciatura. Σαόκανδρός , όυ si pronuncia sàkandros e viene dall'unione di σάκκος “borsa” ed ἀνήρ “uomo”. Letteralmente vuol dire borsa per uomini, sacco per uomini, ma Aristofane lo usa, nelle Lisistrata, nel senso di fica. Σαόραβός , όυ si pronuncia sàrabos e si attesta solo in alcuni frammenti comici col significato di fica. Σεόλινόν , όυ si pronuncia sèlinon e vuol dire sedano. Nel Lessico di Fozio è riportato anche come genitali femminili. Σπόόριόν , όυ si pronuncia spòrion e viene dal latino spurium “fica”. Vuol dire appunto genitali femminili ed è attestato in Plutarco. Συόκόν , όυ si pronuncia sýkon e vuol dire fico, indicando però soltanto il frutto e non la pianta. In Aristofane si trova anche col significato di vagina, fica. In medicina può significare tumore oppure orzaiolo. Σχιόσ μ α , ατός si pronuncia schìsma e deriva da σχίζω “dividere”. Vuol dire separazione, scisma, contrasto. Rufino, in un suo trattato sui nomi delle parti del corpo, chiama così la fessura della vagina. Ταῦρος, ου si pronuncia tàuros e generalmente vuol dire toro. In ambito medico però vuol dire perineo ed ano. In alcuni comici è attestato anche il significato di fica. Τιτίς, ίδος si pronuncia titìs e deriva da τιτίζω “pigolare”. Nel Lessico di Fozio sono riportati due significati, uccellino cinguettante e genitali femminili. In Alessandro di Tralle indica una vasca da bagno della massima misura. Τομή, ῆς si pronuncia tomè e viene da τέμνω “tagliare”. Significa taglio o ferita, ma sono attestati anche i significati di fica (presente in Polideuce e Nonno) e castrazione (attestato in Luciano di Samosata). Τρῆμα, ατος si pronuncia trèma e deriva da τετραίνω “bucare”. Vuol dire buco, apertura, orifizio. Nelle Ecclesiazuse di Aristofane assume il significato traslato di fica. L'esempio qua sotto è tratto proprio da lì: Ἑκπέσοι σου τό τρῆμα [Ekpèsoi sou tò trèma]: ti si secchi la fica. Ύποδερμίς, ίδος si pronuncia ypodermìs e deriva da ὐπό “sotto” più δέρμα “pelle”. Si attesta solo in Rufino e vuol dire clitoride. 'Ύσσαξ, ακος si pronuncia ýssax e dovrebbe venire da ὖς “porco” (confronta col latino porcus). Significa fica ed è un termine caratteristico del dialetto dorico. Si attesta solo in Aristofane, nella Lisistrata, come si vede nell'esempio qua sotto: Τἄλλαι γυναῖκες ἀπήλαἀν τώς ἄνδρας ἀπό τῶν ὐσσάκον [Tàllai ghynàikes apèlaan tòs àndras apò tòn yssàkon]: tutte le altre donne hanno escluso gli uomini dalle loro grazie. Ύστέρα, ας si pronuncia ystèra e viene forse da ὐστερος “seguente”. È uno dei termini più diffusi per dire utero, non solo in ambito medico. Ύστεραλγής, ές si pronuncia ysteralghès e viene da ὐστέρα “utero” ed ἄλγος “dolore”. È attestato in Ippocrate e significa che causa dolore all'utero. Ύστεραλγία, ας si pronuncia ysteralghìa e deriva da ὐστεραλγής “che causa dolore all'utero”. Si attesta in Galeno e vuol dire dolore all'utero. Ύστερικός, ά, όν si pronuncia ysterikòs e viene da ὐστέρα “utero”. Significa uterino, riguardante l'utero. In medicina, ed è questo il significato più diffuso, significa anche che soffre di dolori all'utero: da qui deriva la parola italiana “isterico”. Φυσικλείδιον, ου si pronuncia physiklèidion e viene da φύσις “genitali” e κλειδίον “chiave”. Si trova solo in alcuni papiri e vuol dire incantesimo per aprire l'utero. Χεῖλος, εος si pronuncia chèilos e vuol dire labbro, sia della bocca che della vagina. Χελιδών, όνος si pronuncia chelidòn e vuol dire rondine o pesce volante. Il Lessico Suda riporta anche il significato di genitali femminili. Χοιρίον, ου si pronuncia choirìon e viene da χοῖρος “fica”. Vuol dire porcellino, ma in Aristofane è attestato anche come bella fica, riferito ad una donna di particolare bellezza. Χοιρόθλιψ, ιβος si pronuncia choiròtlips e viene da χοῖρος “fica” e θλίβω “premere”. Vuol dire sbattitore di fica. È attestato solo nelle Vespe di Aristofane. Χοιροπωλέω si pronuncia choiropolèo e viene da χοῖρος “fica” e πωλέω “vendere”. Vuol dire fare la prostituta o comunque dàrla via come l'acqua fresca, anche senza esercitare la professione. È attestato in Epicarmo. Χοῖρος, ου si pronuncia chòiros e significa porcello, maiale. In Aristofane, ma in generale in un po' tutti i commediografi, assume il significato di fica. Confronta col latino pocrus (vedi sotto), che condivide gli stessi significati. Χοιροψάλας si pronuncia choiropsàlas e viene da χοῖρος “fica”. Si attesta solo in Polemone e significa toccatore di fica. Era un epiteto di Dioniso. Ψηλαφάω si pronuncia pselaphào e vuol dire andare a tentoni, brancolare. In Ippocrate ed altri medici si trova col significato di tastare l'utero. XXX Alvus, i significa principalmente ventre, intestino, ma in ambito medico prende il significato di diarrea o più in generale di escrementi: ALVUS VIRES CARPIT: la diarrea ruba le forze. COLUMELLA ALVI PROFLUVIUM, ALVUS CITA ed ALVUS FUSIOR: diarrea. Cicerone lo usa col significato di utero. Connus, i è una variante di cunnus (vedi sotto). Crista, ae vuol dire cresta, pennacchio. In ambito medico può indicare anche il clitoride. Cunnus, i è uno dei termini più utilizzati per dire fica. È usato da molti autori, tra cui Catullo e Marziale, da cui è preso l'esempio: TEQUE PUTA CUNNOS, UXOR, HABERE DUOS!: e tu, moglie, hai due fiche! Feminal, alis deriva da femina “femmina” e vuol dire genitali femminili. È attestato solo in Apuleio. Ficus, i significa fico, ma a volte può assumere anche il senso di fica, come il corrispondente greco σύκον. Da qui dovrebbe derivare il termine italiano “fica”. Fossa, ae viene da fodio “scavare” e vuol dire fossa, avvallamento. In molti autori si trova anche come genitali femminili. Fovea, ae viene da fodio “scavare” e vuol dire fossa, fossato, buca. In Tertulliano si trova anche nel senso di utero, vulva. Interfeminium, ii viene da inter “tra” e femur “femore” e vuol dire fica. Si riscontra solo in Apuleio. Landica, ae è uno dei termini più diffusi per indicare il clitoride. Matrix, icis vuol dire femmina riproduttrice, genitrice ma non è raro trovare anche il significato di utero, anche con sfumature metaforiche. Vuol dire anche fonte e causa. Porcus, i vuol dire generalmente porco, suino, ma è utilizzato molte volte come insulto o come nomignolo scherzoso. Varrone lo usa anche col significato di fica di vergine. Sinus, us vuol dire golfo, baia oppure, in senso figurato, grembo. Può significare anche utero. Sarebbe un po' l'omologo latino del greco κόλπος (vedi sopra). Spurium, i viene da spurius “spurio, sordido” e significa fica. Sterilicula, ae deriva da sterilis “sterile” ed indica la fica di una scrofa che non ha partorito. Si attesta in Petronio Arbitro. Venter, ventris e vuol dire ventre, pancia, stomaco. Per traslato, può assumere il significato di utero oppure anche di figlio, attestati in molti autori. Vesica, ae vuol dire generalmente vescica o tumore, ma Giovenale lo usa talvolta nel senso di vagina. Significa anche borsa. Virginal, alis viene da virgo “vergine” e vuol dire fica. Questo significato è presente in Prudenzio e Solino. Apuleio dice che è anche il nome di un frutto di mare la cui forma è simile a quella della fica. Virginale, is viene da virgo “vergine” e vuol dire genitali femminili. Si trova in Fedro. Virginalia, ium è una variante di virginale (vedi sopra) presente in Sant'Agostino. Volva, ae è una variante di vulva (vedi sotto). Volvula, ae viene da volva “vulva” e vuol dire piccola vulva. Si trova negli scritti del cuoco Apicio ed indica una pietanza molto diffusa al tempo. Vulva, ae vuol dire vulva, vagina, ed è presente in moltissimi autori con quest'accezione. Può voler dire anche matrice.