Edizione Luglio 2010 - Il Giornale di Castelnuovo
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Edizione Luglio 2010 - Il Giornale di Castelnuovo
Il Giornale di Castelnuovo Periodico di informazioni, opinioni e approfondimenti della Garfagnana Redazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca). Email: [email protected] - www.ilgiornaledicastelnuovo.it Anno IV - Numero 31 - Luglio 2010 IO G AG OM Direzione via Terme di Traiano, 25 - 00053 Civitavecchia (Roma) Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di Lucca E’ ora di affrontare alcune questioni storiche che condizionano il nostro futuro Controstoria della Garfagnana Di cosa parliamo quando parliamo di storia della Garfagnana? Di tutto e il contrario di tutto. Il problema è che se ne è sempre parlato poco e male e con numerosi luoghi comuni che oggi paiono evidenti forzature e strozzature. Per questo è forse giunta l’ora di scrivere la “Controstoria della Garfagnana”. Utile una volta per tutte a sloggiare vecchi abiti per iniziare ad indossarne di nuovi. In primis smettere di legare noi garfagnini al detto “Garfagnino scarpe grosse e cervello fino”. La frase è stata utile per certe “furbizie” del passato, ma si tratta di fattacci che poi alla fine si sono sempre ritorti contro i valligiani. Volete un esempio? La presunta fierezza dei garfagnini li portò a scegliere di “darsi” agli estensi piuttosto che ai lucchesi. Bene, si pensa ancora oggi. Bel gesto di indipendenza. Il problema è che si accentuò un isolamento – utili ad alcuni, ma tremendo per altri – economico, culturale, sociale, che rivendicò immediatamente le proprie vittime. Ovvero il continuo e progressivo dissanguamento umano in termine migratorio che la Garfagnana ha inaugurato a metà del 1800 (dunque ben prima del grandissimo flusso iniziato nel 1880) e che ancora oggi è “futuro” per molti suoi cittadini. La scelta di non trovare un accordo per finire come Castiglione o Gallicano tra le terre della Repubblica di Lucca, finì con il chiudere le strade e privare la valle dell’unica via possibile. Quella segnata dal fiume Serchio che conduce inesorabilmente verso Lucca. E seppur da 150 anni si sia giunti ad una unione italiana la valle paga nei confronti di Lucca (che ne divenne provincia solo nel 1923), un ritardo “emozionale” gravissimo. E non è improprio giustificare un certo livore dei lucchesi verso la montagna che in fondo non è mai stata veramente loro. Forse solo in occasione della cerimonia dei Ceri e la scesa al Volto Santo, ma la Chiesa ha ben altro passo, rispetto alla Repubblica. Legati alla vicenda dei LiguriApuani e alla loro fiera ed eroica resistenza ai romani, è forse bene rammentare che la Garfagnana è confine e che casomai questi popoli se ne stavano a cavallo delle Alpi Apuane e in Lunigiana. I nostri geni, tanto per intenderci, scoscesi reclivi. Fin dal Medioevo è stato tutto un appiccar incendi e buttar giù torri, mura e case e il garfagnino ogni volta si è ricurvato a costruir tutto. sono labilmente tardo etruschi e sicuramente romani. Ben poca cosa dunque rispetto alla vulgata che ci vorrebbe tutti discendenti dei fieri Apuani. In ogni caso siamo sempre stati terra che ha avuto rari slanci e tanta lentezza, sovente ricercata per comodo o giustificato disegno. E alla fine siamo stati capaci, per il nostro impetuoso calcolo bizantino – del tutto simile alla gestualità quotidiana nazionale – di distruggere quanto di buono eravamo stati capaci di erigere. Tuttavia il garfagnino è capace di gesti solitari e collettivi unici. Soldati eroici, perché tenacemente ubbidienti, questi uomini piccoli di statura hanno combattuto nelle fila degli estensi, dei lucchesi, di Napoleone, sono stati uomini fidati di Garibaldi e poi ancora carne da cannone nella Prima Guerra mondiale, per finire sparsi in mezzo mondo. Non c’è famiglia che non abbia un caduto un disperso o una storia di guerra tremenda da raccontare. Bravi ma non può bastare per cementificare una terra. Troppe divisioni, troppi cartelli e bivi si trovano in Garfagnana ed ognuno di questi è segno tangibile di una divisione di un “ragionamento”; di un uscio chiuso. E sono tante le cicatrici ancora aperte e che mai verranno sanate se non con la dimenticanza, vezzo in uso agli stolti e loro malgrado ai dementi. La storia non è stata tenera con questa terra. Guerre ed eserciti ne hanno attraversato in lungo e largo i versanti. E tra tanto battagliare i garfagnini hanno proseguito a zappare i poggi strappati agli Cascio, Perpoli, Castiglione e molti altri paesi hanno tra le propria mura sassi con su le impronte di secoli di imperitura memoria. Forse stupidamente i garfagnini ogni volta hanno ricostruito. Solo un popolo di pazzi lo avrebbe fatto. Altri se ne sarebbero andati. La storia ci racconta che: “Nel 1602, ma di nuovo ancora nel 1603 e nel 1613, il Ducato di Modena dovette sostenere tre campagne militari contro la Repubblica di Lucca a difesa della Garfagnana (ovviamente la storia vista da Castiglione e Gallicano è rovesciata in favore di Lucca). Non si trattò di una drôle de guerre, perché le ostilità furono condotte da entrambe le parti con grande rabbia e spietatezza; e se nel 1603 per ordine del colonnello modenese Malatesta i cadaveri dei nemici furono barbaramente appesi alle piante; nel 1613 Lucchesi si comportarono in modo tanto barbaro, che i Turchi, e Tartari stessi non avrebbero potuto far peggio”. Ad ogni passaggio di fanteria era tutto un rubare, “usar comodo alle donne” e distruggere. Eppure son tutti rimasti lì i garfagnini, a prendere colpi a destra e manca. Anzi han fatto pure di peggio. Da Castiglione e Gallicano partivano per andare ad ingrossare le Milizie della Montagna (Vicarie di Garfagnana) della Repubblica di Lucca. E dall’altra parte erano oltre 600 divisi in 4 compagnie i militi del reggimento “Garfagnana” voluto dal Duca nel 1740. Forse era la divisa bianca con il colore nero come segno distintivo, bottoni gialli e galloni d’argento a far appassionare i popolani. Pazzi e folli questi garfagnini. Non sono mai mancate nep- pure le prese in giro alle quali noi garfagnini non abbiamo mai dato cenno di rispondere. Dell’Ariosto non parliamo. Ancora oggi andando per altre terre incontro sempre il Emma e gli Aristodemos al Leggere Gustando 2010 solito letterato imbellettato che ricorda la terra di lupi e di briganti. Ma il Testi fece anche di più. Scrivendo a proposito dell’Accademia degli Alpestri ebbe ad affermare prendendoci in giro: “Bisogna confessare il vero: i Garfagnini hanno una straordinaria abilità in tutte le arti virtuose, e gl'intelletti loro sono elevati, spiritosi, capaci d'ogni migliore disciplina”. Era il 1609 e nessuno pensò di andarsene a fare un giro a Modena per prenderlo a calci nel sedere, il Fulvio Testi. Anzi ancora oggi ci fregiamo di questa bella presa per il naso con l’opera migliore: il nascondimento e il non-partito. In Garfagnana siamo stati tanto bravi nel nascondimento che quando Benito Mussolini il 15 maggio 1930, dopo aver fatto “Città” Barga e dopo aver visitato la casa di Giovanni Pascoli a Castelvecchio, giunse al Ponte di Campia, girò largo e corse verso Gallicano. Gli avevano detto che era meglio non andare oltre. Non c’era da fidarsi dei garfagnini e lui – come spesso fece nella sua vita – tirò diritto. Neppure fascisti sono stati i garfagnini nella loro incessante ricerca dell’invisibilità. Per fortuna, aggiungo io che sono allergico ai dittatori bianchi, rossi e neri. E per non parlare del camuffamento. Cosa per altro ben realizzata durante la seconda guerra mondiale quando, tanto per cambiare, la storia si fermò proprio in mezzo alla Garfagnana. Tra una bomba e l’altra i garfagnini giocarono al camouflage (e come dargli torto) e furono ben pochi quelli che si fecero “parteci- panti al conflitto”. Tutto fu sospeso in attesa della fine. E se non ci credete leggete le memorie dei parroci dei paesi, che lottavano ogni giorno contro tedeschi, soldati della RSI e partigiani. Ma non è finita questa controstoria perché negli anni sessanta e settanta la valle aveva a pieno regime due ospedali, numerose scuole, diversi uffici postali, un numero altissimo di dipendenti della Sip, dell’Enel, degli enti pubblici locali e superiori. Insomma il modello assistenziale “romanocentrico” applicato soprattutto alle regioni meridionali del nostro paese, è stato in parte ricreato anche in Garfagnana (così come in molte altre regioni del nord). Forse due generazioni sono state salvate e hanno messo radici, ma i nuovi non potranno giocarsi questa carta. Ad onore del vero la Garfagnana ha avuto in quegli anni anche una politica locale intraprendente e lungimirante, che ha cercato di “industrializzare” la valle; ma questa generosa utopia è poi naufragata sugli scogli dell’apertura dei mercati europei (senza alcuna difesa per le nostre fabbriche) e tra le viuzze tortuose della fondovalle. Ma veniamo al dunque. In buona sostanza questa controstoria della Garfagnana ha cercato di sottolineare alcuni errori madornali, comportamenti lascivi, schivi, movimenti di piccolo cabotaggio per giungere a cercare di dimostrare la mediocrità e la sostanziale invisibilità di un popolo. E qui sorge forte un dubbio: e se tutto questo fosse solamente schietta, sacrosanta e crudele voglia di vivere? Desiderio unico in un popolo che alla fine ha sempre alzato la testa con fierezza seppur travolto da una storia cattiva e impietosa? Ecco forse la Controstoria è nuovamente rovesciata e si può chiudere con questa parola: determinazione. Un grande pregio che alla fine cancella tutti i nostri difetti. Duri, tenaci e determinati come i Liguri Apuani che mai si piegarono ai romani. Determinati come questa estiva “Controstoria della Garfagnana”. Andrea Giannasi Pagina 2 Numero 31 - Luglio 2010 Il Giornale di Castelnuovo Parliamo di incidenti stradali che non vorremmo mai più vedere Cerchiamo un varco per dire “mai più” Foglio bianco. Torniamo a scrivere di genitori, figli, amici che ci hanno lasciato a causa di un incidente stradale. Storie tristi. Storie già accompagnate da parole pensate e scritte per Sergio, Pietro Paolo, Federico, Mario, Riccardo, Valeria, Priamo, Paolo, Matteo, Renata, Daniele, Pamela, Susanna, Bruno, Matteo, solo per ricordarne alcuni e non voler far torto agli altri che hanno terminato la loro vita sulla striscia di asfalto troppo presto. Vuoti incolmabili nei cuori di molti. In tutte queste occasioni sono in tanti coloro che si fermano a riflettere e soprattutto si mettono alla ricerca, a volte disperata, di una spiegazione. Di un perché. Riflessioni che vogliamo riportarvi direttamente dove raccolte: dalle piazze, dai bar, dai luoghi di lavoro, dalle chiese. Si parte da un punto certo. Più di 5000 persone ogni anno, per le strade d’Italia, muoiono, altri 20 mila subiscono disabilità gravi e 300 mila rimangono ferite. 1 morto su 3 ha meno di 31 anni. Per concretizzare l’idea è come se in soli 6 anni tutta la popolazione della Garfagnana si dissolvesse nel nulla. Tragicamente. L’altro dato proviene da un’indagine della Regione Toscana, datata 2006, che pone la Strada Regionale 445 della Garfagnana, tra le più pericolose con un incidente ogni 0.21 km. Da questo numero pubblichiamo alcune immagini delle più importanti campagne contro gli incidenti stradali di enti locali, province e Ministero. Il quadro della situazione è certamente molto allarmante. Ci riportiamo sulle disquisizioni della gente post eventi, non per cercare il pettegolezzo, ma per riuscire a capire se c’è un punto dal quale partire per affrontare la cura di quella che è una vera e propria piaga. Ascoltiamo e scriviamo. Persone, per effetto dei titoli di giornali e telegiornali, ar- A proposito di etilometro e dossi artificiali Lo avevamo già scritto alcuni mesi fa. Non possiamo basare la lotta quotidiana della società civile contro gli incidenti stradali al solo deterrente delle multe. Non è corretto, ancora una volta, basarci sulla pena e sulla bacchettata. E’ il tempo di fare prevenzione. Certo le risorse sono carenti, ma per una società civile è preferibile - in maniera indiscutibile - non celebrare funzioni religiose per salutare i nostri migliori giovani. Ma non si tratta solo di giovani. Basta prendere la macchina a Piazza al Serchio e scendere verso Lucca. In alcuni tratti puoi essere facilmente sorpassato da persone che corrono a 130 cilometri orari. Sapete che occorrono 169 metri per fermarsi a questa velocità? E che ha 150 kmh il tempo di reazione è di 39 metri? La strada che porta a Lucca ha molti tratti che “aiutano” il raggiungimento di queste velocità, ma non ha recinzioni laterali e potrebbe attraversare la strada chiunque. E ha nel solo tratto da Gallicano a Ponte di Calavorno decine di ingressi laterali dai quali entrano ed escono mezzi di ogni tipo.Eppure è tutto un correre a velocità pazzesche. Non è pensabile avere una pattuglia della Polizia stradale, dei Carabinieri, dei Vigili Urbani o della Polizia provinciale ad ogni curva. Non è neppure educativo. Non si deve solo punire, ma si deve educare. Il problema però non è solo sulle velocità. Avevamo già scritto, per esempio, che la provinciale del Piano della Pieve è una strada a tutti gli effetti comunale, che corre tra case e dunque si devono far rispettare limiti anche con i dissuasori. Difficile farlo capire a Lucca che per questi aspetti pare molto lontana, ma qualcosa di deve pur fare. Certo che non è difficile vedere sfrecciare auto tranquillamente a 100 all’ora. E lo stesso si fa passando dalla Villetta, da San Romano (nonostante le curve è tutto uno stridio di gomme), da Filicaia, da Torrite, da Gallicano (di fronte al supermercato ancora c’è chi allegramente cambia senso di marcia in due manovre). La nostra proposta è quella di dotare tutti i locali pubblici di etilometro, di far costruire più dossi artificiali e soprattutto di fare educazione stradale nelle scuole e nelle famiglie. Se proprio volete correre fatelo alla playstation e pensate che quando guidate avete un’arma in mano. Sempre pronta a sparare uccidendo a caso. Osteria Vecchio Mulino Degustazione prodotti tradizionali Visite nelle aziende agricole e tracciabilità completa dei prodotti 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lu) tel. 0583.62192 www.ilvecchiomulino.com chiviano i drammi, qualificandoli come “incidenti del sabato sera” addossando tutte le responsabilità all’abuso di alcol e droghe o all’eccessiva velocità dovuta ad imprudenza, fretta, stanchezza, poca esperienza dei giovani alla guida. Altri portano avanti la tesi delle infrastrutture poco sicure per effetto di buche, avvallamenti della sede stradale, asfalto scivoloso, scarsa illuminazione. E seguono polemiche politiche. Una parte si arrende e in maniera fatalista etichetta l’argomento con un: “crudele destino”. Ci sono anche coloro che con fare, un tantino odioso, sentenziano di aver sempre detto che in quel punto della strada c’erano molti pericoli e che prima o poi sarebbe successo qualche cosa di grave. Irrilevante per la nostra ricerca. I credenti, pur nel dolore, si “fidano” e sperano nella volontà del Signore. Altri, molti altri stanno in silenzio, rispettano, e preferiscono non aggiungere altre parole a quelle superflue già dette o scritte. Quello che vorremmo fare anche noi adesso. Tuttavia il dovere di cercare un varco per proiettarci verso la fine di questa strage ci impone di proseguire. Le lacrime, da sole, non possono bastare. Non essendo i primi ad analizzare la questione possiamo anche scorrere quelle che sono state alcune delle soluzioni già adottate. Dunque. Si è andati nelle scuole a fare educazione stradale. La televisione trasmette spesso spot di sensibilizzazione. I media in generale danno notizie e tengono l’argomento “caldo”. Ogni Governo rivede la legge relativa al codice della strada. Si sono installati cartelli luminosi per richiamare l’attenzione dei guidatori ai pericoli, si sono montati chilometri di nuovi guard rail, raddrizzato curve, e steso tonnellate di asfalto drenante. Si costruiscono nuove strade. Si organizzano treni e bus gratuiti che fanno la spola tra la casa e le discoteche. Le forze dell’ordine fanno controlli a tappeto, specialmente con l’etilometro, sospendendo patenti. Nelle auto si sono messi molti air bag, tecnologici impianti frenanti e pneumatici con grip da formula uno. In effetti il numero delle vittime negli incidenti, in Italia, sta diminuendo, ma non c’è niente da gioire in questo. Fino a che anche una sola persona morirà sulle nostra strade, sarà ancora tragedia. Dunque tanto viene fatto e al momento non ci sentiamo di giudicare se bene o male, certo molto resta da fare e la strada è lunga. E allora tutti, proprio tutti, si devono sentire richiamati alla risoluzione del problema. Da giornalisti prendiamo anche noi il nostro impegno di sensibilizzazione riservando, da oggi, uno spazio del giornale ad uno spot prodotto rivolto a chi viaggia. Da genitori, invece, “benediciamo” i nostri figli con quella tipica frase, tutta garfagnina: “fai a modino” confidando che serva e che cela tanti discorsi, parole non dette ed abbracci mai dati. Intanto questa mattina alla curva del pino, sotto al Piano della Pieve, una ragazzina in scooter mi ha superato quasi in curva mentre una macchina spuntava in senso contrario. Adrenalina. Ho frenato subito e lei è andata sana e salva. Ho pensato alla sua mamma e dove lei volesse portare la sua vita in tutta fretta. Inevitabile un senso di angoscia. Marco Giannasi Il Giornale di Castelnuovo Redazione: via traversa Vecchiacchi, 17 55032 Castelnuovo Garfagnana Direttore Andrea Giannasi Caporedattrice Barbara Coli In redazione Marco Giannasi Gabriele Coli Matteo Ferranti Fabrizio Ferrari Piergiorgio Leaci Fotografie Antonella Bertolini Gabriele Coli STUDIO BIANCO Direzione e sede legale: via Terme di Traiano, 25 Civitavecchia ROMA Gruppo editoriale Giannasi editore P.iva 09345201009 Stampa Tipografia Etruria via della Vittoria Civitavecchia ROMA www.ilgiornaledicastelnuovo.it [email protected] SOSTENETE IL GIORNALE 25,00 € per l’abbonamento ordinari o annuale 50,00 € per l’abbonamento sostenitore su conto corrente postale n. 11507530 intestato a Giannasi editore IL GIORNALE SI TROVA A Castelnuovo - Presso tutte le edicole e le librerie Pieve Fosciana - Edicola di via San Giovanni Barga - Edicola Poli (via Pascoli) Gallicano - Edicola (via Serchio) Castiglione di Garfagnana (all’edicola bar Marcalli) Camporgiano Poggio (Bar Valiensi) Roggio (presso l’edicola/bar) Fornaci di Barga - Edicola e libreria c/o Conad Lucca, Girovita, Piazza San Martino Il Giornale di Castelnuovo Numero 31 - Luglio 2010 Pagina 3 Abbiamo incontrato la deputata Raffaella Mariani per un quadro della situazione della Valle Ospedale unico e sostegno ai giovani Abbiamo incontrato la deputata Raffaella Mariani, eletta nelle fila del Partito Democratico, originaria di San Romano, con la quale abbiamo fatto il punto su alcune questioni che riguardano la Valle. La Garfagnana è una terra fragile e in continuo spopolamento. Non esistono ricette per risolvere i molti problemi presenti, ma lei da Roma come osserva il futuro della valle? Pensare la Garfagnana, con le sue potenzialità, solo in termini di ‘problemi da risolvere’ mi sembra riduttivo. Detto questo ci sono diversi nodi da sciogliere, a cominciare dalla fragilità del territorio: le istituzioni si sono mosse con interventi per messa in sicurezza e viabilità. Parlando di spopolamento, ho vissuto sulla mia pelle la fatica di lunghi spostamenti quotidiani per raggiungere l’università o il posto di lavoro. La Garfagnana ha bisogno di collegamenti più efficienti: per la viabilità siamo sulla strada giusta, bisogna intervenire sul trasporto pubblico, con più treni e autobus. Intanto, il completamento definitivo della copertura adsl sarebbe un passo avanti notevole: la possibilità di comunicare con territori lontani attraverso moderne tecnologie è un’opportunità che unita alle attrattive dell’ambiente, offrirebbe una marcia in più alla Garfagnana. Tutto ciò senza trascurare il mantenimento di un alto livello dell’offerta scolasticoformativa e una rinnovata capacità di attrarre investimenti. La Sanità è al bivio in tutto il paese. La valle rischia di perdere i propri ospedali. Secondo lei quali potrebbero essere le strategie da seguire per gli ospedali di Castelnuovo e Barga? La scelta migliore, a mio avviso, è quella di investire in un ospedale unico. I tempi sono maturi per una struttura nuova, che faccia tesoro dell’esperienza delle due realtà attualmente esistenti e individui un’eccellenza di cura, valorizzando le competenze del personale e trasformandosi in un presidio attrattivo. Credo nell’assistenza territoriale: tante esigenze, dall’handicap alla salute mentale, all’assistenza domiciliare agli anziani e ai malati di Alzheimer, trovano risposte nei servizi distribuiti in zona, come già deciso dalle politiche regionali. Tra le famiglie ho registrato richieste per aumentarli e coordinarli: questo dimostra quanto siano utili. Il lavoro da sempre rappresenta un problema in Garfagnana. Si dibatte tra sviluppo turistico e sviluppo industriale. Forse la via se ne sta al centro. Quali secondo lei le vie da seguire? La Garfagnana ha fatto i conti con la progressiva chiusura di molti dei principali insediamenti industriali. Per uscirne dobbiamo attrarre gli investimenti dei privati. Le grandi aziende si fermano prevalentemente nella Media Valle, per ragioni di spazio, logistica e collegamenti. Ma la Garfagnana ha, media- mente, le caratteristiche per attirare piccole e medie imprese. Si potrebbe ospitare un incubatore in cui i giovani possano far crescere i loro progetti, lavorando su innovazione e sostenibilità e sviluppando tecnologie, con il supporto delle istituzioni. Intervenire su servizi sanitari e industria aprirebbe tra l’altro prospettive alle competenze delle donne, in un momento di sofferenza per l’occupazione femminile. Parlando di Agricoltura, stiamo riscoprendo il valore della qualità e della filiera corta: incontro molti giovani che valutano con interesse un’interpretazione rivista e corretta del mestiere dell’agricoltore. Il turismo può solo crescere: si può migliorare, mancano promozione, organizzazione, coordinamento. Varrebbe la pena investire meglio, proteggere i nostri marchi, valorizzarli. Scorrendo le attività parlamentari della precedente legislatura vediamo che lei è tra le deputate e i deputati più attivi: oltre il 97% delle presenze con un numero altissimo di proposte di legge. Quali sono i suoi fiori all'occhiello? Guardando ai mesi appena trascorsi, sono particolarmente soddisfatta del lavoro che ha portato al conferimento della medaglia d’oro al valor civile ai Comuni della Garfagnana e dell’impegno per la legge che stabilisce i risarcimenti alle vittime della strage di Viareggio. Da sempre poi mi occupo di ambiente e lavori pubblici: una delle proposte di legge in cui credo di più è quella che stabilisce misure di sostegno economico e organizzativo ai piccoli Comuni, come quelli della Valle. E stiamo lavorando assieme al mio Gruppo ad una proposta per l’acqua pubblica. Ed ora usciamo dai confini della Garfagnana. Come vede la situazione politica attuale? Delicatissima. La situazione economica è preoccupante: le difficoltà dei giovani sono simili in tutto il paese, le scelte del Governo hanno inferto loro una ferita che rischia di ipotecarne il futuro, stringendoli tra attacchi all’istruzione e precariato. Intanto si colpiscono le fasce deboli, come i portatori di handicap, e si abbandonano i terremotati dell’Aquila. Al contrario, sono convinta che l’unica via di uscita sia tornare a dare fiducia ai giovani e sostegno a chi non ce la fa da solo. Infine: cosa pensa della legge sulle intercettazioni. Fermo restando che è corretto tutelare la privacy, non trova che sia ora troppo spostata verso questa, a scapito della libertà di stampa? Questa legge limita gravemente la libertà di stampa e mortifica l’attività degli organismi giudiziari. A essere colpite saranno non solo le indagini per mafia o sulle stragi, ma anche quelle su molti altri reati, come il traffico di rifiuti o la pedofilia: si abbatterà sul quotidiano di tutti i cittadini. Basta pensare al ruolo delle intercettazioni nelle indagini che portarono all’arresto, tra gli altri, di Fiorani: senza quella inchiesta sarebbe ancora alla guida dell’istituto che aveva comprato la nostra Cassa di Risparmio. Con questa legge sarà più facile inquinare, rubare, truffare senza essere puniti. Intervista di Andrea Giannasi A proposito dei cartelli della Protezione Civile Vincenzo Suffredini spiega - dopo alcune richieste di lettori del Giornale - il significato dei cartelli della Protezione Civile sparsi in varie zone di Castelnuovo e presenti nei Comuni della Garfagnana. “I cartelli, sono dislocati in varie zone del comune, delle frazioni e negli altri comuni della Garfagnana. Come Comune di Castelnuovo sono stati posizionati tutti. Si tratta in pratica dell'attuazione del piano di emergenza della protezione civile che ha individuato proprio queste zone ritenendole sicure in caso di sisma. Questi cartelli segnalano alla popolazione i punti sicuri in cui possono ritrovarsi e presso i quali la protezione civile sa di dover prestare i primi soccorsi e aiuti nel malaugurato caso di calamità sismica. 2 o 3 anni fa venne distribuita alla cittadinanza una informativa cartacea che illustrava tra l'altro anche questa cosa. L'occasione di questa chiacchiereta quindi è utile per fare questa precisazione alla popolazione. Approfitto per ricordare che dal 25/11 p.v. in Garfagnana si terrà una importantissima esercitazione della Protezione civile a livello internazionale e durante la quale verranno testate e provate una serie di procedure e di azioni in caso di emergenza. Durante quel periodo sarà verificata anche la funzionalità di questa mappa di luoghi sicuri e di ritrovo per i cittadini”. 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Tutti risponderanno alle stesse domande. difficile anche fornire i servizi basilari, facciamo tutti gli sforzi possibili, ma ovviamente con queste condizioni non è facile amministrare. Sindaco può presentare brevemente il suo comune ai lettori del Giornale? Il Comune di Piazza al Serchio è il terzo comune della Garfagnana in ordine agli abitanti, rappresenta il baricentro geografico dell’alta valle, il territorio comunale si estende per 27,08 kmq e confina con i comuni di Minucciano, Giuncugnano, Sillano, Camporgiano e San Romano. E’ attraversato dal fiume Serchio che, proprio presso Petrognano, piccola frazione del Comune, dà il via al suo corso principale grazie alla congiunzione del torrente Acquabianca con il Serchio di Sillano. Il Comune eroga una serie di servizi intercomunali, tra cui il più importante è il centro socio sanitario. Ricco di testimonianze storiche in tutte le sue dieci frazioni, racchiude anche tesori artistici inestimabili come il Trittico di Borsigliana del Maestro Pietro da Talada e naturalistici come le escrescenze vulcaniche chiamate “Doglioni” che sovrastano il simbolo della comunità la locomotiva monumentale 940 002. Numerose sono le attività commerciali e piccolo artigianali, anche se in questo periodo il settore è in flessione a causa della crisi internazionale. Molto vivace è anche il tessuto associativo, che va da associazioni sportive a quelle culturali e socio assistenziali. Da tempo sul tavolo dei sindaci della Garfagnana si trovano alcuni importanti questioni: la sanità, il lavoro e l'ambiente. Qual'è il suo pensiero sui tre argomenti? La sanità è stato uno temi che ho seguito maggiormente in questi anni, cercando da un lato di rafforzare la posizione dei servizi sanitari, senza tralasciare i servizi territoriali. In tempi di ridimensionamento generale, la situazione è difficile; sono convinto che non riusciremo a mantenere buoni livelli dei servizi se non prenderemo al più presto scelte importanti. In questo senso la mia idea di sanità in Garfagnana è chiara ed è stata ribadita più volte sia nelle conferenze aziendali sia in altre sedi: Ospedale unico della Valle del Serchio, ben dimensionato efficiente e pronto a rispondere alle urgenze in tempi rapidi, questa struttura deve entrare necessariamente a far parte della prossima programmazione regionale. Servizi territoriali efficienti, in cui Piazza al Serchio per l’alta valle deve essere centro principale, in questo senso il progetto della Casa della Salute approvato in Regione un anno fa, vedrà nascere a Piazza al Serchio un centro periferico in grado di essere punto di riferimento per la medicina di bassa intensità. Il lavoro è una spina nel fianco del nostro territorio, è sempre più difficile creare un’offerta di lavoro che incontri la sempre più ampia domanda. Anche qui sono convinto che la soluzione non sia in mano solo ed esclusivamente alle istituzioni, anche il cittadino deve e può fare la sua parte principalmente cercando di cambiare mentalità: creare nuovi posti di lavoro in Quali sono le eccellenze del Comune di Piazza al Serchio sulle quali lavorare nel presente e puntare nel il futuro? Credo che il comune di Piazza al Serchio, abbia grosse potenzialità, essere passaggio obbligato nell’alta valle, dà al territorio un valore particolare che si è concretizzato nel commercio e nei servizi. È anche vero che le situazioni di vantaggio oggettive vanno mantenute ed alimentate cosa che in questi decenni purtroppo non è avvenuta e non è particolarmente facile in periodi di crisi economica come quello che stiamo vivendo. Nonostante ciò la nascita anche a Piazza al Serchio del Centro Commerciale Naturale, da nuova linfa al settore commerciale e speriamo che la ripresa economica porti nuove risorse per le attività artigianali, c’è molto però da lavorare. Piazza al Serchio ha saputo negli anni creare anche piccole eccellenze culturali da anni è attivo il Centro di documentazione della Tradizione Orale, realtà unica nel suo genere con testi e ricerche inedite introvabili in tutta Italia e una fornita la Biblioteca comunale; questi insieme alle numerose emergenze storiche potranno essere reale volano di sviluppo per un turismo culturale. Quali sono invece le carenze da colmare e i problemi più gravi da affrontare? Le carenze sono molte, amministro un comune senza risorse particolari, stritolato dalla congiuntura economica e dall’atteggiamento di sacrificabilità dello Stato nei confronti delle piccole realtà montane come le nostre: sempre maggiori deleghe, sempre minori risorse economiche ed umane. In questa situazione diventa Garfagnana vorrà dire prendere piena coscienza del territorio e delle sue potenzialità, cercando di sviluppare un’imprenditorialità tale da crearli nei settori che ci caratterizzano come valle di montagna: turismo, prodotto tipico, trasformazione dei prodotti, forestazione… elementi che hanno fatto la fortuna di molte valli e che spesso i nostri cittadini ci portano ad esempio, magari gli stessi che non hanno la minima intenzione di impegnarsi in questi settori. Le amministrazioni possono creare le condizioni, non possono creare l’imprenditorialità; certo dobbiamo come enti lavorare per creare condizioni migliori e difendere strenuamente i posti di lavoro esistenti, ma è necessario che le nostre generazioni credano e valorizzino i fattori oggettivi di qualità del nostro territorio; solo allora, insieme, vinceremo realmente la sfida di lavorare in Garfagnana, magari in maniera più appagante di come si fa ora. L’ambiente come detto è la nostra grande risorsa, non possiamo prentendere di lasciarlo inalterato e immutabile, dobbiamo imparare a conviverci come le generazioni passate e trarre il massimo risultato dal suo utilizzo senza comprometterne l’equilibrio e il fatto che le generazioni future possano godere degli stessi frutti. Quindi valorizziamo l’ambiente, nell’utilizzo delle risorse (legna, sole, vento), nelle sue bellezze naturali, ma non sacrifichiamolo. Dall’altra parte però non limitiamo lo sviluppo compatibile e sostenibile con prese di posizione ottuse. Da sindaco avrà un sogno per il suo comune. Qual'è l'idea o il progetto che le sta più a cuore personalmente? Di progetti in questi anni ne ho seguiti tanti, alcuni conclusi (la variante di San Don- nino, la nuova mensa scolastica), altri in fase di realizzazione (il teleriscaldamento, il Museo dell’immaginario folklorico) la cosa che manca a Piazza al Serchio sono una definitiva sistemazione degli impianti sportivi, ci stiamo lavorando. Abbiamo presentato in questi giorni un progetto per la copertura invernale della piscina comunale e l’area di pattinaggio da adibire a area ricreativa e palestra, nonché la sistemazione dell’impianto da tennis. Creeremmo così un polo polifunzionale non solo al servizio della comunità, ma anche del turismo sportivo. Inoltre con l’ampio progetto culturale che passa attraverso la valorizzazione dei percorsi e dei borghi storici con il Centro di Documentazione della Tradizione Orale e la Via del Volto Santo, speriamo di sommare anche il turismo culturale. Ma il vero sogno è quello di connettere il mio comune con gli altri territori, una mobilità accettabile per raggiungerci darebbe quella spinta necessaria per garantire ogni seria politica sia turistica, sia occupazionale. È impensabile che un comune a 35 Km da Aulla raggiunga quel casello in più di un’ora, è impensabile che lo stesso tempo sia necessario per raggiungere Lucca in macchina o in treno; urgono interventi seri per raggiungere le vie di comunicazioni di merci e persone come la Pontremolese, anche su questi aspetti servono decisioni urgenti, altrimenti ben vengano alternative come il collegamento con Massa. Permettetemi un’ultima riflessione sulla linea ferroviaria Lucca/Aulla, credo che ormai sia inutile sperare ad un serio intervento di RFI o Trenitalia sulla nostra linea, l’unica soluzione è valutare come in altre valli forme di gestione diverse, creandogli i presupposti per un futuro certo, migliore ed efficiente. Intervista di Barbara Coli AGENZIA FUNEBRE Tel. e Fax 24 ORE SU 24 Via XX Aprile 8/A - Castelnuovo Garfagnana 058362449 0583607009 Via della Stazione 14 - Piazza al Serchio ROBERTO ALESSANDRO 3398711200 3473064963 e-mail: [email protected] Il Giornale di Castelnuovo Numero 31 - Luglio 2010 Pagina 5 Piazzetta Ariosto gremita per la quattro giorni dell’evento enogastroletterario Il successo del Leggere Gustando Grande successo per il “Leggere Gustando” con oltre 500 presenze nell’arco delle quattro serate dell’evento enogastroletterario. Dal 22 al 25 luglio di fronte alla Rocca Ariostesca a Castelnuovo è stato possibile assistere a presentazioni di libri, degustazioni di prodotti tipici della Garfagnana e proiezioni di corti cinematografici. Il tutto grazie al nostro Giornale, la Prospettivaeditrice, il Comune di Castelnuovo, la Comunità Montana della Garfagnana, il Gal-Ponti nel tempo, il supermercato Coop di Pieve Fosciana. L’evento è stato inaugurato dal vicesindaco Angiolo Masotti, da Andrea Giannasi, Luca Biagioni e il direttore del supermercato Coop Giovanni Rombolini. Ad ogni serata nella sala "Luigi Suffredini" sono stati proiettati corti cinematografici del Centro sperimentale della Scuola del Cinema di Roma e di Aperitivo Corto. Inoltre era presente la mostra di pittura di Angelo Roberto Fiori che rinnoverà il suo evento dal 14 al 22 agosto sempre in Sala “Suffredini”. Giovedì 22 si è parlato di “Linea Gotica in Garfagnana” con Massimo Turchi autore del libro "Le stragi sulla linea Gotica", con gli interventi di Angiolo Masotti, Davide del Giudice e Mario Pellegrinetti. Un interessante dibattito sgli eventi bellici accaduti nella nostra terra tra l’ottobre del 1944 e l’aprile del Ridateci la Garfagnana 1945. Nell'anteprima proiezione del trailer del film "Inside Buffalo" di Fred Kuwornu. Venerdì 23 il tema era "Il passo appenninico: i garfagnini incontrano i lombardi": incontro con il saggista Augusto Lorano Ferri e Normanna Albertini autrice di “Pietro dei colori”. In anteprima il corto tratto dal libro di Silvano Scaruffi. E’ intervenuto il prof. Pietro Paolo Angelini con il libro "C'era una volta il mio liceo". Sabato 24 è stata la volta del dibattito dal titolo "Pane e bugie: paure, truffe e luoghi comuni dal mondo dell'alimentazione tra truffe, luoghi comuni, dicerie e vere e proprie emergenze alimentari". Andrea Giannasi ha intervistato Andrea Bertucci, Gio- vanni Rombolini, Walter Borelli e Massimiliano Adorni Pallini. Domenica 25 cena Finger Food Garfagnana, alla quale hanno partecipato 70 persone, curata da Massimiliano Adorni Pallini e Federica Lenzi dell'antica Pasticceria Fronte della Rocca. Durante la serata musica del gruppo "Emma e gli Aristodemos". Gabriele Coli “Restituiteci la Garfagnana”. Con questo titolo apriva il quotidiano La Nazione, della redazione di Massa Carrara, sabato 17 luglio scorso. Ovvia, per il Garfagnino che leggeva, la crescente e bramosa curiosità di capire cosa si nascondesse dietro un titolo del genere. Sfogliando il quotidiano all’interno si trovava un trafiletto, relativo alla rubrica “L’intervento”, a firma di Pier Antonio Soldani, che testualmente scrive: “Ho letto con attenzione le proposte sul futuro della nostra Provincia: aggregata a La Spezia o a Lucca o a Parma o a Modena. Perché invece non tornare alle Province esistenti prima del 1924 quando Mussolini ne istituì circa 20? E così ritorna a noi la Garfagnana. In questo modo spariscono più di 40 province realizzando un grande risparmio di denaro pubblico in quanto spariranno non solo le province nate negli anni trenta del Novecento, ma anche quelle nate dopo il 1945 e resteranno quelle “storiche” nate con l’unità d’Italia.” Chiaro ed evidente per tutti che il problema della lettera è incentrato nel salvaguardare l’esistenza della Provincia di Massa Carrara. A costo anche di “riprendersi” la Garfagnana. Interessante riportarvi anche la conclusione: ”Un tempo nel nostro Ducato c’erano arte, cultura, politica: è triste pensare che la provincia viene cancellata a favore di capoluoghi che erano borghi di mare, montagna e di paludi malsane”. A darvi un quadro completo di quello che si pensa oltralpe (ovviamente Apuana) si legge sullo stesso quotidiano un intervento del massese Giorgio Balloni, già fondatore di diverse associazioni mirate alla valorizzazione della montagna massese, che tra i vari argomenti tratta anche della strada che collega Massa alla Garfagnana, per intenderci la via che passa da Arni, e poi sotto il Passo del Vestito. Balloni scrive: ”Ma la montagna, oggi, è un piangere. Da Antona a Pian della Fioba diverse frane e smottamenti minano l’incolumità di chi vi transita. I cigli della strada sono invasi completamente da vegetazione e rovi. Fino a qualche anno fa veniva pulita, oggi è completamente abbandonata. Abbiamo segnalato alle autorità competenti il problema degli scarichi abusivi in località Campareccia, vicino al monumento (quello di Papa Giovanni XXIII), ma nessuno ancora è intervenuto.” Balloni poi parla di un altro problema che mette a serio rischio i frequentatori di quella strada ovvero le corse illegali in moto: “Motociclisti spericolati si lanciano a tutta velocità lungo quel tratto di strada e prima o poi ci scappa il morto…” In ultimo viene portato all’attenzione pubblica il fatto che Antona, a causa di una frana non può essere raggiunta da un bus di linea con gravi disagi per i residenti. Questo è il “quadretto” della questione. Al momento non ci sentiamo di commentare, ma invitiamo chiunque ad intervenire sull’argomento per vedere di capire e di far sapere che cosa si pensa oltralpe… ma di qua in Garfagnana. A Pontecosi la Festa sul Lago dal 12 al 16 agosto Tutto pronto per il decollo! A Pontecosi i preparativi sono frenetici e, nel suo decennale, la Festa sul Lago 2010 promette di stupire tutti come ormai regolarmente avviene ogni anno dal 2001. I volontari dell'Associazione Lagosì, la ONLUS presieduta da Carlos Alfredo Bartolomei e costituita da tutte le famiglie del piccolo borgo sul lago, stanno mettendo in piedi il carrozzone che, con il patrocinio della Provincia di Lucca, del Comune di Pieve Fosciana e del Rione Monticello di Gallicano (plurivincitore del Palio di San Jacopo), dal 12 al 16 agosto vivacizzerà le afose giornate garfagnine. Pressochè ufficiale il programma della kermesse: l'apertura della festa prevede, com'è buona consuetudine, qualche goccia di cultura, grazie al Premio Letterario “Walter Ciapetti”, che vanta partecipanti da tutto il territorio nazionale. Già dal primo giorno, e come tutte le sere, si cena sul lago con prodotti tipici della Garfagnana e la richiestissima porchetta dell'Odorico, mentre una caratteristica jazz band contribuirà a creare la giusta atmosfera. La sera del 12 agosto l'Associazione “Tango Querido” presenterà uno spettacolo sul tema dell'emigrazione garfagnina a Buenos Aires, mentre fino a tardi si ballerà con la chitarra di Awana Gana e poi con la videodiscoteca anni '80 del leggendario Steve Martin. Anche quest'anno si è pensato di alternare cultura, musica, arte e comicità: così il 13 agosto si esibiranno sul lago prima (nel tardo pomeriggio) Claudio Menconi, campione mondiale di sculture vegetali; poi (dopo cena) i ballerini di “Armonia del Movimento” di Camporgiano; infine il duo comico “Ladri di Voci”, formato da Amedeo Ceppini e Massimo Kai, già protagonisti di spettacoli importanti in Rai e Mediaset. Terza serata ancora all'insegna del divertimento con il cabaret “Sabotage” di Claudio Marmugi, celebre volto di Zelig; ma durante la giornata sarà possibile assistere anche alle prove libere del campionato mondiale di modelli off-shore telecomandati, che già da qualche anno ha trovato casa sul lago di Pontecosi, dove infatti si svolgerà la gara conclusiva del campionato la mattina di Ferragosto. Ferragosto appunto: è stato scelto questo giorno simbolico per celebrare il decennale della Festa sul Lago, rinata nel 2001 grazie ai volontari di Lagosì dopo un silenzio di quasi dieci anni. Per il 15 è previsto un pranzo a base di paella cucinata dagli abilissimi chef valenciani che già un anno fa avevano lasciato soddisfatti tutti i commensali. La serata di Ferragosto culminerà poi nella videodiscoteca di dj Alex Coveri e infine in un grande spettacolo pirotecnico per il quale davvero non si è badato a spese! Chiusura in grande stile il 16 agosto, con la porchetta dell'Odorico e la grande musica: per l'occasione, si esibirà sul palco in riva al lago una famosa tribute band dei mitici Beatles, mentre gli organizzatori consigliano vivamente un abbigliamento stile “figli dei fiori”, perchè la miglior coppia stile anni '60-'70 vincerà l'ambitissimo premio “Legendario” 2010. Non resta che attendere la metà di agosto per venire a Pontecosi e prendere parte al villaggio estivo radiofonico più imprevedibile della Garfagnana! Luca Scognamiglio e|áàÉÜÉ _t cÉáàxÜ|t Cucina casalinga a base di pesce Via Fratti 386 - Viareggio Tel. 058449788 - Cell. 3336952206 Chiuso il mercoledì Pagina 6 Numero 31 - Luglio 2010 Il Giornale di Castelnuovo Ecco la lettera di Francesco Nardini che racconta le vicende del treno Pisa-Aulla L’odissea quotidiana di un viaggiatore Un nostro lettore ci ha inviato una interessante lettera che affronta la questione dei collegamenti ferroviari. Ecco come si vive da viaggiatori sulla Lucca-Aulla. Lo scrivente abita a Minucciano e a Lucca prende il treno in arrivo da Pisa. Buongiorno, il treno Regionale 6837 in partenza da Pisa tutti i giorni alle ore 17:50, diventa Regionale 6982 a Lucca diretto ad Aulla. Tutti i giorni che Dio mette in terra arriva a Lucca con un ritardo che varia dai 10 minuti fino ad 1 ora 15 minuti che viene annunciato dagli speaker sempre in crescendo. In media il ritardo a Lucca é di 20minuti tendente ad aumentare. Senza contare poi che (arrivando io alla stazione di Minucciano dopo 1h15 di viaggio) prima che giunga a destinazione normalmente il ritardo da 20 minuti giunge sempre a 45/50 minuti, e io che devo giungere a destinazione alle 19:36 non arrivo mai prima delle 20:15 con punte anche delle 21:10 (una volta é stato addirittura soppresso lasciandomi per strada a 20km da casa). Senza andare tanto addietro lunedì 26/7 questo treno aveva a destinazione 55 minuti di ritardo. Martedì 27/7 aveva 25 minuti di ritardo, la scorsa settimana su 5 giorni 4 sono giunto a casa almeno con 20/25 minuti di ritardo. Purtroppo quello é l’ultimo treno che ho a disposizione e il precedente parte da Lucca alle 17 quindi fuori dalla portata del mio orario di lavoro. I treni ad orari diversi, più o meno - qualcuno più puntuale qualcuno con qualche minuto Treni più puliti ma la puntualità è carente Pubblichiamo la nota del 1 agosto sulla viabilità ferroviaria affrontata in Provincia a Lucca. di ritardo - però sono puntuali ed è un’eccezione il ritardo non la normalita’. Ora la mia domanda e richiesta, diciamo a questo punto curiosità, è capire il motivo per cui un treno che presenta un problema di questo tipo, evidente da mesi per non dire da anni, noto a tutti gli interessati, un treno in partenza da Pisa quindi a 25 minuti da Lucca possa accumulare ritardi di questo genere quotidianamente. E mi chiedo, come fa ad essere in ritardo di 20 minuti sempre su un viaggio di 25? Non parte? Non ha gasolio solo quello? Cosa succede a Pisa alla movimentazione? Al momento della partenza alle 17:50 a Pisa all’ufficio movimentazioni c’e’ un cambio di turno? Sono a cena? Si divertono alla playstation? Non lo so ma la curiosità mi porterebbe a farci un giro e capire cosa fanno perchè credo che se c’è un problema di spazi, di binari, di qualcos’altro da mesi e mesi chi comanda dovrebbe intervenire, spostare qualcosa di qualche minuto, insomma una soluzione deve pur esserci. Non è possibile che quando poi chiedi spiegazioni al capo treno senti dire discorsi del tipo: “avete voluto i tagli”; “non ci sono soldi”; “il materiale…”; “noi non possiamo farci niente” ecc. ecc. senza mai arrivare al motivo del ritardo Accadrà che un giorno 50 pendolari che prendono quel treno se ne andranno a Pisa e si metteranno sui binari, bloccando il traffico ferroviario sulla direttrice che passa da lì verso Genova. Continuando così si esasperano le persone e non serve a niente a fine mese dare 13euro di bonus ritardo agli abbonati che per 15giorni lavorativi su 22 sono giunti a casa mezz’ora dopo il previsto. Scusandomi per lo sfogo spero venga pubblicata questa mia lettera e discusso questo problema che ormai da mesi si protrae senza una soluzione ma anzi come dicono gli addetti ai lavori con prospettive di peggioramento della situazione. Francesco Nardini francesco.nardini@ targetsolutions.it Treni più puliti, soppressioni di corse in diminuzione, ma la puntualità è un obiettivo ancora lontano. A quattro mesi dalla sua istituzione, il gruppo di lavoro incaricato di monitorare i disagi dei viaggiatori che percorrono le linee ferroviarie del territorio provinciale tira un primo bilancio. L’occasione è stata la riunione svoltasi a Palazzo Ducale, alla quale hanno preso parte, oltre all’assessore provinciale ai Trasporti, Silvano Simonetti e all’architetto Francesca Lazzari, dirigente del servizio, i rappresentanti di Regione Toscana, Rfi, Trenitalia e delle amministrazioni locali della provincia. Lo scopo era quello di mettere in evidenza luci e ombre del servizio ferroviario e il primo dato ad emergere chiaramente è che, a seguito della revoca dell’appalto alla ditta che effettuava le pulizie sui treni e dell’affidamento temporaneo ad un’altra azienda, le carrozze sono più pulite, come dimostrano anche le indagini effettuate dalla Regione su questa materia. Un altro dato positivo, rispetto ai problemi che erano stati sollevati a febbraio, è la drastica diminuzione delle soppressioni di corse: dall’1 per cento di quattro mesi fa allo 0,5 per cento di oggi. Va meno bene, invece, l’aspetto della puntualità: la zona della provincia di Lucca, infatti, è quella che, a livello regionale, registra il peggior dato su questo fronte, distanziando di un paio punti percentuali le altre aree della Toscana. Le ragioni, individuate da Rfi, Trenitalia e dalla Regione per questo gap, risiedono nell’alto numero di fermate che, spesso, creano imbuti e rallentamenti alla circolazione. Altro punto dolente, il servizio informazioni. È stato, infatti, lamentato che fin troppo spesso, nelle stazioni non si ricevono tempestivi avvisi, ad esempio, sui ritardi e questo crea ulteriori disagi. «E’ positivo – ha commentato l’assessore provinciale Simonetti – che i problemi sollevati alla riunione di febbraio siano stati parzialmente risolti. Resta, ancora, da sciogliere il nodo della puntualità dei treni, ma per fare questo è necessario un forte investimento sia in materiale rotabile (locomotrici e carrozze), sia in infrastrutture, iniziando a pensare concretamente al raddoppio della Pistoia-Viareggio. Occorre, inoltre, superare le difficoltà del sistema di circolazione, che è la causa preponderante di molti dei disservizi registrati dall’utenza. La Giunta Baccelli, da parte sua, ha sempre investito e intende continuare ad investire nella promozione del servizio ferroviario, ma è necessaria la certezza di avere un servizio affidabile». L’assessore Simonetti ha fissato per settembre un’ulteriore verifica del gruppo di lavoro, per capire quali siano gli investimenti programmati sulle linee, sul materiale rotabile e sul piano strumentale di manutenzione. Il maestro Pietro Ciambelli ricorda un’antica professione scomparsa L’ombrellaio della Garfagnana Generalmente veniva due volte l’anno, a settembre prima dell’arrivo della stagione autunnale e invernale, e a primavera. Quando arrivava era sempre trafelato e inzuppato di sudore che gli usciva da tutti i pori della pelle a causa del lungo cammino a piedi e per di più carico degli attrezzi del mestiere che teneva in una grossa cassetta di legno che portava a mò di borsa attaccata alle spalle che gli scendeva lungo la schiena. Abitava in una frazione del Comune di Careggine, mi pare a Fabbriche, il paese totalmente sommerso da tempo dal lago di Vagli. Era un uomo non molto alto coi baffetti, calvo con un paio d’occhi incorniciati nella fronte che lasciavano intravedere furbizia ed intelligenza. Il suo cognome era Paita, il nome non l’ho mai saputo. In paese tutti gli volevano bene e la sua presenza era sempre ben accetta e gradita, sia per l’utilità della sua opera, sia per la simpatia che il personaggio sapeva trasmettere alla gente. Si sistemava nella piazza principale del paese dove con pazienza e serenità tirava fuori dalla cassetta i vari attrezzi del mestiere quali fili, spago, stecche, coltello e quanto altro. Riparava anche piatti e scodelle. Intanto si era diffusa la voce che era venuto il Paita, l’ombrellaio ed allora special- mente le donne, ma anche gli uomini accorrevano da lui, non solo per eventuali riparazioni, ma anche per salutarlo e per ascoltare le sue storie, i suoi lazzi, i suoi motti e proverbi che mettevano sempre di buon umore ed infondevano nell’animo umano una buona dose di allegria e ottimismo. Mi ricordo che cantava “Pae- sanella” una vecchia canzone molto melodica e sentimentale. Anche i ragazzi accorrevano e gli facevano corona intorno, perché sapeva intrattenerli e divertirli con racconti spesso fantastici e fiabeschi. La gente era molto solidale con lui, poiché in paese si fermava più giorni, non disdegnava di accoglierlo tra i commensali abituali, offrendogli una fetta di polenta di neccio o un piatto di minestra e nel contempo consentendogli di pernottare, non sempre in casa, in quanto a quel tempo le famiglie erano numerose e vi era poca disponibilità di stanze, ma in capanna tra il fieno e le foglie di castagno che servivano da lettiera per il bestiame, dove per altro, a suo dire, dormiva molto bene. Quando aveva finito la sua opera in paese si trasferiva in altra frazione del comune. Ora gli ombrelli non si riparano più, quando sono rotti si buttano e si comprano nuovi. Anche l’ombrellaio, come tanti mestieri del passato, è scomparso sotto le poderose ventate del progresso e dell’alta tecnologia che la società odierna ha raggiunto. Noi che quelle figure abbiamo conosciuto ed amato nutriamo un po’ di nostalgia per quel tempo, pur nella consapevolezza che il progresso non si ferma e che l’umanità aspira a nuove conquiste seppure non sempre a misura d’uomo e disumanizzanti. Pietro Ciambelli Questo articolo è uscito anche su “buone nuove” il giornalino del Comune di Careggine nell’aprile 2008 Il Giornale di Castelnuovo Numero 31 - Luglio 2010 Pagina 7 Pubblichiamo alcune lettere giunte in redazione a proposito dell’editoriale del numero di maggio Ospedali: parliamone sempre!!! Abbiamo ricevuto molte note a proposito del mio editoriale pubblicato sul numero di maggio. Parlavo di ospedali, premettendo di non saperne molto, ma con il desiderio di accendere la questione per avere un futuro certo nella Valle in materia di sanità. Il mio intendimento era chiaro e preciso: dare agli abitanti di questa terra assistenza ospedaliera competente, chiara, precisa e certa nel tempo. Il resto lo lascio ai politici e ai nostri lettori. Ma iniziamo a leggere alcune delle lettere arrivate. Leggo sul numero di Maggio 2010 de Il Giornale di Castelnuovo un interessante e anche intelligemte articolo sulla situazione della Sanità nella Valle del Serchio per quanto riguarda gli ospedali. L'autore riesce a centrare con acutezza, realismo e anche scetticismo la reale situazione dei due ospedali della zona (Barga e Castelnuovo e/o viceversa, il prodotto non cambia). Penso che possiamo tutti concordare con la tesi dell'autore NERI che ha dato a "Salomone" la reale possibilità di tagliare ed eliminare i due ospedali (sempre mezzi) della Valle del Serchio. In due passaggi l'autore dell'articolo dice: - I garfagnini vanno a Lucca, Pisa, al Versilia o a Firenze a cercare la sanità pubblica in Ospedali veri (con la "O" maiuscola (commentando: "come se quello di Castelnuovo non lo fosse") - tanto di cappello ai medici e al personale tutto degli ospedali di Barga e Castelnuovo che con passione, professionalità e abnegazione, quotidianamente si prendono cura di noi. E ripete che i nostri sono due che si tratta di DUE MEZZI OSPEDALI, che possono accontentare molti ma non tutti, e, che la sanità è una sola e deve rivolgersi al meglio a tutti. Il "Salomone", facendosi forza sulle divisioni ottuse e campanilistiche delle due comunità, ha colto l'occasione per dividerle ancora di più, facendo in modo di porre le basi per una continua diatriba tra poveri, per poi portare la botta definitiva e lasciarci con un pugno di mosche. Complimenti quindi all'autore, che ribadisce più volte la condizione di "DUE MEZZI OSPEDALI" e pertanto non ospedali con la "O" maiuscola. Quindi gli abitanti della Valle del Serchio vanno, quando possono in virtù delle loro condizioni economiche e alle possibilità logistiche, a cercare la sanità pubblica in Ospedali veri. Ma qui l'autore scade purtroppo nello stesso errore delle DUE MAMME DEGE- "MEZZI OSPEDALI". Ma è vero che sono due "MEZZI OSPEDALI", ma questo non significa che siano da buttare. Anzi sono oro colato, prezioso metallo nobile da difendere, da sostenere, da alimentare dice l'autore. Bene io lo dico e anche l'autore lo afferma più volte "SONO DUE MEZZI OSPEDALI", nessuno dei due ha la "O" maiuscola proprio per il fatto che sono due mezze entità. Allora perchè l'autore, a proposito di Ospedali veri (come se quello di Castenuovo non lo fosse) e a proposito degli esempi di assistenza quotidiana, di professionalità, di amore, di costanza, afferma "l'ospedale di Castelnuovo è già Ospedale con la "O" maiuscola). Perchè non fare la stessa deduzione e ragionamento per quello di Barga? Se sono due "mezzi ospedali", lo sono tutti e due. Se uno è Ospedale con la "O" maiuscola di conseguenza lo è anche l'altro. Evidentemente la "inculata" che ci sta dando "Salomone" non ci ha insegnato nulla. Si casca sempre nel gratuito e sciocco campanilismo, anzi nel solito "sciovinismo garfagnino", anzi oserei dire solo "sciovinismo castelnuovese". Non me ne vogliate, ma la parzialità non è parte degli insegnamenti che si devono dare alla gente tutta. Garfagnina e non. Saluti Luti Giuseppe Barga - Via di Borgo, 2 Finalmente qualcuno che senza retorica politica o aziendalista affronta il problema della sanità in Garfagnana. La guerra tra Castelnuovo e Barga ha preso per il naso tutti e si vedono i risultati. Ora fate bene a scrivere che il rischio è quello di perdere tutti gli ospedali perchè alla fine questa sarà la fine. Ma vi invito ad andare in sala gessi. Manca il personale e quei pochi che ci sono non bastano. Tutto il problema è questo. Manca il personale. f.g. Anch’io di sanità ne so poco ma ultimamente mia madre e mio suocero li hanno frequentati abbondantemente. Mia madre ha avuto la fortuna (si fa per dire) di rompersi un femore in viaggio in Svizzera. Adesso si è rotta l’altro femore in (aimè) Toscana. Ovviamente il paragone non si può fare… sarebbe come un confronto tra la squadra dell’oratorio ed una nazionale! Quello che ho scoperto è che in Svizzera mantengono piccole strutture, ognuna specializzata nel suo settore con grande investimento sul personale. Risultato: qualche spostamento in più ma grande serietà e competenza unita ad una straordinaria Umanità dagli infermieri ai primari (si Vendita - Affitto - Locali uso ufficio - Locali commerciali - Immobili singoli e appartamenti ammobiliati e non - Capannoni industriali Per informazioni contattare 327 0987797 diceva che gli Svizzeri sono freddi). Taccio per pietà sulle innumerevoli pregi degli svizzeri e sulle incolmabili lacune degli ospedali (e cliniche) Italiani, ospedaloni (costati al contribuente) dove si impiegano 20 minuti a trovare la camera (sempre che non si venga lasciati fuori dal reparto). Evviva i piccoli ospedali di campagna ancora costruiti sull’importanza dell’uomo che li fa funzionare, dal primario all’ultimo infermiere. Quando mia moglie partorì abbiamo avuto un’ottima esperienza a Barga Saverio Petrilli Vorrei mettere all’attenzione di tutti che mancano le sale di rianimazioni sia nell’ospedale di Castelnuovo sia nell’ospedale di Barga. Per le emergenze vere si deve correre a Lucca dove i posti sono solo sette o otto. Senza troppo allarmismo ma in Valle si rischia di rimanere sotto i ferri ogni volta che si inizia un intervento. Si è pensato a questo? Lettera firmata Rusconi Re dello Skyrace Una splendida giornata di sole ha accolto a Fornovolasco, piccolo borgo nel cuore delle Alpi Apuane, ben 210 atleti domenica 18 Luglio per la 5^ edizione della SKY RACE DELLE APUANE. La manifestazione patrocinata dalla Comunità della Garfagnana è stata organizzata dal G.P. Parco Alpi Apuane in maniera impeccabile. Più di 200 volontari sul percorso, suddivisi fra il Soccorso Alpino Italiano , la protezione civile e le sezioni CAI di Castelnuovo Garfagnana e Barga. Il pubblico numeroso già dalle prime ore del mattino sia sulla vetta della gara a quota 1859 della Pania della Croce oltre che sul Monte Forato e nei Rifugi di Mosceta e Rossi ha accolto calorosamente tutti gli atleti in gara entusiasmante fin dall’inizio. In quella maschile al primo passaggio a Foce di Pietrosciana si formava un terzetto al comando composto da Marco Rusconi, Daniele Zerboni e Alessio Conti che rimaneva al comando fino al rifugio Mosceta all’inizio della rapida ascesa della Pania della Croce. In questo tratto di salita l’alfiere del G.p. Parco Alpi Apuane Marco Rusconi forzava l’andatura e solamente l’atleta di Sondrio Daniele Zerboni limitava il distacco a solo un minuto. La ripida discesa del vallone dell’inferno faceva aumentare il distacco fra Rusconi e gli inseguitori giungendo trionfante a Fornovolasco con l’ottimo tempo di 2h 29’ record della gara. Al secondo posto teneve Zerboni mentre ottimo bronzo per Domenico Orsi della società locale del G.s. Orecchiella. Al femminile la specialista della corsa in montagna Luana Righetti dell’ Atletica Camaiore è stata la dominatrice incontrastata della gara seguita dalla rientrante a questo tipo di competizioni Maura Terrizzano del G.S. Lammari mentre otteneva il bronzo Ilaria Razzolini della Podistica Nave di Firenze. Da applaudire la gara del “Cavaliere” Claudio Simi del G.p. Parco Alpi Apuane vincitore incontrastato della classifica veterani e quarto assoluto nella classifica finale. La podistica Rossini di Pontasserchio di Pisa si è aggiudicata per il secondo anno consecutivo il memorial Agostino Bresciani per i maggior numero d’iscritti. Premiazioni suggestive all’interno degli impianti sportivi alla presenza delle autorità degli enti sostenitori dell’evento e i numerosi sponsor della manifestazione. Graziano Poli EDILIZIA - FERRAMENTA ANTINFORTUNISTICA GIARDINAGGIO NOLEGGIO MACCHINE E ATTREZZATURA PER L’EDILIZIA PRODOTTI PER PISCINA CASTELNUOVO GARFAGNANA (LU) TEL 0583/644386 - FAX 0583/641507 [email protected] CHIFENTI –BORGO A MOZZANO (LU) TEL 0583/867793 - FAX 0583/867817 [email protected] Pagina 8 Numero 31 - Luglio 2010 Il Giornale di Castelnuovo Tanti gli appuntamenti dal 13 al 22 agosto nel centro di Castelnuovo Al via la settimana del Commercio Una Settimana del Commercio a misura di famiglia, e non solo. È questo l’obiettivo degli organizzatori della 27° edizione della tradizionale festa che anima l’agosto a Castelnuovo. La manifestazione è realizzata dall’Associazione Compriamo a Castelnuovo ed Ascom con la collaborazione del Comune, Ponti nel Tempo, Provincia, Comunità Montana, Parco Alpi Apuane, Confcommercio Lucca e le Fondazioni Cassa di Risparmio di Lucca e Banca del Monte di Lucca, ed è affidata alla direzione artistica di Paolo Mellucci. Il via il prossimo 13 agosto, la chiusura il 22 con l’atteso concorso canoro “Una stella in Garfa- gnana”. La speranza è quella di ripetere il successo delle edizioni passate con picchi anche di 80 mila presenze e una media di circa 65 mila per l’intera durata della manifestazione. Le idee per il futuro non mancano e l’intenzione è quella di far crescere il progetto sposato appieno dal Comune. Da rimarcare come questa manifestazione si svolga da 27 ininterrotti anni a conferma del forte tessuto commerciale, e sociale, del territorio di Castelnuovo. Per i commercianti si tratta di 11 serate di grande sforzo, ma anche di tante soddisfazioni. L’apertura della 27° Settimana del Commercio è affidata, venerdì 13 agosto, al consueto tuffo nel Medioevo con dame e cavalieri per le strade di Castelnuovo assieme agli sbandieratori di Gallicano. Molte i momenti davvero interessanti all’interno della Settimana: dal concerto del gruppo di ottoni e percussioni diretto dal maestro Donato De Sena alla giornata del prodotto tipico con il trionfo della “ciccia”, dalla giornata del bambino con tanto sport e divertimento alla gastronomia, fortunata manifestazione gastronomica per le vie del paese, dalla giornata dedicata ai celiachi, per rimarcare anche l’impegno sociale della Settimana, alla prima edizione del torneo di calcetto misto dove possono segnare solo le donne, dalla giornata dello sport al ballo, dalle esibizioni delle forze dell’ordine e di volontariato al mercatino sotto le stelle del sabato conclusivo sino alla grande gara canora della domenica finale con la 4° edizione di “Una stella in Garfagnana”. Tutte iniziative che confermano i vari progetti portati avanti dall’amministrazione comunale in una Castelnuovo, città dei bambini e delle bambine, città della musica, ma anche città dello sport. Le offerte dei negozi, aperti tutte le sere sino a mezzanotte, la musica e molto altro completano questo gustoso menù di iniziative. Luca Dini Uno, mille, centomila Siamo arrivati ad uno storico traguardo. Lunedì 27 luglio il sito web del Giornale di Castelnuovo ha conteggiato il visitatore numero centomila. Di questo ringraziamo gli assidui lettori della sezione on-line, come quelli che continuano a sostenere la copia cartacea distribuita gratuitamente. E naturalmente le aziende e gli sponsor che contribuiscono a sostenere il Giornale. Pochi mesi fa avevamo ribadito la nostra volontà di essere strumento che aiuti i cittadini castelnovesi ad avere una visione alternativa della realtà che li circonda. Ma il nostro servizio non è rivolto solo ai residenti, vogliamo, soprattutto con la versione internet, essere uno strumento per tutti i garfagnini che si trovano per ragioni famigliari, di studio e di lavoro, all'estero, ma vogliono mantenere un contatto con la loro terra. La risposta è stata positiva, ed oggi circa un 10% delle visite al sito provengono da Francia, Gran Bretagna, Belgio e Olanda, Germania, USA, Australia, Brasile e Argentina, ma anche da Romania, Russia, molti paesi Africani e l'India. A presto per nuovi ed importanti traguardi. Il Garfatrì 2010 Sabato 17 luglio, in una calda e afosa giornata estiva, ha preso il via la competizione di Triathlon amatoriale Garfatrì 2010. In questa edizione ha visto al via 22 concorrenti, sette in più dell'anno passato. La frazione di nuoto viene condotta con un ottimo ritmo da Tiziano Borghesi, subito seguito da Giovanni Cheli a soli 5 secondi. Nella bicicletta si segnala l'ottima rimonta di Charlotte Ragagli e Pietro Magera, ma soprattutto di uno scatenato Dario Musetti che risale molte posizioni. Al cambio bici-corsa, comunque Tiziano Borghesi mantiene il comando della gara, e con una saggia amministrazione delle forze conduce in porto questa edizione 2010. Alle sue spalle a completare il podio Charlotte Ragagli e Pietro Magera. La splendida cornice del lago di Pontecosi, teatro della gara, ha accolto anche la conclusione della serata, il terzo tempo se volete, in cui tutti i partecipanti si sono ritrovati per la classica cena conviviale e l'appuntamento all'anno prossimo. LEȱAVVENTUREȱDIȱLUDOVICOȱARROSTO “Finalmente con l’arrivo dell’estate mi farò il giro delle sagre paesane con i loro prodotti tipici Garfagnini.” “Sia dato il via alle danze!” PONTI NEL TEMPO ALTA VERSILIA GARFAGNANA VALLE DEL SERCHIO Gli eventi di agosto Domenica 8 “Boccabugia” (Vergemoli) premio di poesia estemporanea Dal 12 al 16 agosto Festa sul Lago a Pontecosi (Pieve Fosciana) evento enogastronomico e musicale Sabato 21 e Domenica 22 “Alpi Apuane in festa – La via dei pani” (Careggine) evento enogastronomico Domenica 22 5^ Edizione di “Una giornata nel Borgo di Sassorosso” (Sassorosso, Villa Collemandina) evento enogastronomico Domenica 29 “Usanze e sapori della terra natia” (Migliano, Fosciandora) evento gastronomico ALTA VERSILIA GARFAGNANA VALLE DEL SERCHIO
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