cronistoria del referendum - LEGAMJONICI contro l`inquinamento

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cronistoria del referendum - LEGAMJONICI contro l`inquinamento
CRONISTORIA DEL
REFERENDUM NO TRIV
A cura del Coordinamento No Triv Basilicata
30 settembre 2015_Presentati i quesiti referendari a seguito di due distinti
appelli -il primo del Coord Naz No Triv + A Sud; il secondo da parte di oltre 200
Associazioni - 10 Assemblee elettive regionali avevano deliberato di chiedere
referendum
26 novembre 2015_La Corte di Cassazione accoglie ben 6 quesiti su 6
13 dicembre 2015_Il Governo presenta emendamenti in Commissione Bilancio
alla Camera.
Recepiti 3 quesiti su 6; in particolare:
1.
Il Parlamento ha accettato di modificare le norme sulla strategicità,
indfferibilità ed urgenza delle attività petrolifere. Questo costituisce un innegabile
successo, in quanto la dichiarazione di strategicità delle opere avrebbe comportato il
dimezzamento dei termini processuali nei ricorsi e una disciplina poco garantista
per gli enti territoriali circa la loro partecipazione ai lavori della conferenza di
servizi.
2.
Risulta cancellata anche l'assurda previsione del "vincolo preordinato
all'esproprio" già a partire dalla fase della ricerca degli idrocarburi: con ciò il diritto
di proprietà del privato è salvo;
3.
Il Parlamento ha inoltre accettato di cancellare quelle norme che
consentivano al Governo di sostituirsi alle Regioni in caso di mancato accordo sui
progetti petroliferi e sulle infrastrutture necessarie alla realizzazione di tali progetti:
oggi non è più possibile arrivare ad una decisione sui progetti petroliferi se non
aprendo una trattativa con le Regioni.
Tuttavia il Parlamento elimina la previsione del Piano delle Aree
Reintroduce - ma con formulazione ambigua - il divieto di prospezione, ricerca e
coltivazione di idrocarburi in mare a meno di 12 miglia marine dalle linee di costa e
dalle aree naturali.
I No Triv propongono sub emendamenti correttivi per reintrodurre il Piano delle
Aree e per far sì che si specifichi che i procedimenti in corso delle istanze di ricerca e
coltivazione entro le 12 miglia da linee costa ed aree naturali siano rigettati - La
Camera boccia entrambi nella seduta del 19 dicembre 2015.
1 gennaio 2016_Entra in vigore la Legge di Stabilità 2016
7 gennaio 2016_Si pronuncia nuovamente la Cassazione che:
1.
Prende atto dell'accoglimento, con la Legge di Stabilità, di 3 quesiti su 6;
2.
Stabilisce che non v'è certezza di rigetto per procedimenti in corso per istanze
in mare entro le 12 miglia marine;
3.
Non accoglie n. 2 quesiti (Piano Aree e Durata Titoli) in quanto con Legge di
Stabilità il Parlamento ha abrogato le norme oggetto di quesiti referendari.
12 gennaio 2016_Delle 10 Regioni pro referendum, 6 Regioni (Marche, Basilicata,
Veneto, Puglia, Liguria, Sardegna) accolgono l'iniziativa No Triv di sollevare il
conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato, avverso l'ordinanza della Corte di
Cassazione. In caso di accoglimento, verrebbero ammessi a referendum altri due
quesiti referendari sulla questione idrocarburi, relativi alla proroga dei titoli sulla
terraferma e al Piano delle Aree
13 gennaio 2016_L'udienza della Corte Costituzionale è rinviata al 19 gennaio.
15 gennaio 2016_Si apprende in serata che la Regione Abruzzo si è costituita in
giudizio dinanzi alla Corte costituzionale contro le altre 9 Regioni e a sostegno del
Governo per chiedere che il Referendum No Triv sia dichiarato inammissibile
19 gennaio 2016_La Corte Costituzionale ha giudicato ammissibile il quesito
referendario n. 6. Tra il 10 ed il 15 febbraio il Presidente indicherà la data di
svolgimento del Referendum.
29 gennaio 2016_6 Regioni (Marche, Basilicata, Veneto, Puglia, Liguria,
Sardegna) sei Regioni depositano presso la Corte costituzionale due ricorsi per
conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato, avverso l'ordinanza della Corte di
Cassazione. In caso di accoglimento, saranno ammessi a referendum altri due
quesiti referendari sulla questione idrocarburi, relativi alla proroga dei titoli sulla
terraferma e al Piano delle Aree
4 febbraio 2016_Sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse 31
gennaio 2016, il MISE-Unmig pubblica i provvedimenti di:
rigetto totale delle istanze di permesso di ricerca:
•
«d 59 F.R-.NP» presentata dalla Società Northern Petroleum Ltd.
•
«d 148 D.R-.CS» presentata dalla Società Apennine Energy S.p.A.
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«d 151 D.R-.EL» presentata dalla Società Petroceltic Italia S.r.l.
•
«d 358 C.R-.EL» presentata dalla Società Petroceltic Italia S.r.l.
•
«d 1 G.C-.AG» presentata dalla Società Eni S.p.A.
•
«d 6 F.C-.AG» presentata dalla Società Eni S.p.A.
•
«d 23 A.C-.AG» presentata dalla Società Eni S.p.A.
•
«d 30 B.C-.MD» presentata dalla Società RockHopper Italia S.p.A.
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«d 39 A.C-.EA» presentata dalla Società Eni S.p.A.
rigetto parziale e riperimetrazione delle istanze di permesso di
prospezione:
•
«d 1 B.P-.SP» presentata dalla Società Spectrum Geo Limited
•
«d 1 F.P-.SP» presentata dalla Società Spectrum Geo Limited.
•
«d 2 E.P-.TG» presentata dalla Società TGS-Nopec Geophysical Company
Asa.
•
«d 2 F.P-.PG» presentata dalla Società Petroleum Geo Services Asia Pacific.
rigetto parziale e riperimetrazione delle istanze di permesso di ricerca:
•
«d 29 G.R-.NP» presentata dalla Società Northern Petroleum Ltd
•
«d 30 G.R-.NP» presentata dalla Società Northern Petroleum Ltd
•
«d 33 G.R-.AG» presentata dalla Società Eni S.p.A.
•
«d 68 F.R-.TU» presentata dalla Società Transunion Petroleum Italia
•
«d 73 F.R-.SH» presentata dalla Società Shell Italia E&P S.p.A.
•
«d 74 F.R-.SH» presentata dalla Società Shell
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«d 361 C.R-.TU» presentata dalla Società Transunion Petroleum Italia
•
«d 503 B.R-.CS» presentata dalla Società Apennine Energy S.p.A.
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«d 61 F.R-.NP» presentata dalla Società Northern Petroleum Ltd.
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«d 67 F.R-.AG» presentata dalla Società Eni S.p.A.
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«d 87 F.R-.GM» presentata dalla Società Global MED LLC.
rigetto parziale e riperimetrazione delle istanze di concessione di
coltivazione
•
«d 2 G.C-.AG» presentata dalla Società Eni S.p.A.
•
«d 26 B.C-.AG» presentata dalla Società Eni S.p.A.
•
«d 40 A.C-.PY» presentata dalla Società Po Valley Operations PTY
9 febbraio 2016_La compagnia irlandese Petroceltic presenta al MISE istanza di
rinuncia ad uno dei suoi permessi di ricerca di gas e petrolio che interessano più
direttamente l'off shore al largo delle Isole Tremiti, in piccola parte interferente con
le zone marine interdette. Da diverso tempo in difficoltà finanziarie, Petroceltic
intende concentrare gli sforzi sugli altri permessi detenuti in Adriatico. Il MISE
prende atto dei mutati piani industriali della compagnia e non sanziona.
10 febbraio 2016_Il Consiglio dei Ministri fissa la data del Referendum al 17
aprile 2016. E' la terza volta nella storia dell'Italia repubblicana che si vota in aprile
e la sesta in unica giornata. Qualche giorno dopo il Capo dello Stato Sergio
Mattarella, con un decreto presidenziale, controfirmerà l’atto deliberato dal
Consiglio dei Ministri.
23 febbraio 2016_Il gruppo olandese Shell conferma di aver rinunciato a due
istanze di ricerca di gas e petrolio nel Golfo di Taranto, nell'off-shore della Calabria.
"Le lettere con cui Shell lo scorso 8 febbraio ha comunicato al Mise la volontà di non
procedere con i progetti in questione per entrambi i blocchi d.73 e d.74 -dichiara
Shell - si riferiscono alla riperimetrazione dell’area in oggetto dell’istanza, effettuata
da Codesta Amministrazione a seguito della modifica intervenuta alla disciplina con
la legge 28 dicembre 2015 n.208, che riduce significativamente l’interesse
minerario che motivava l’istanza originariamente presentata".
BILANCIO PROVVISORIO
DEL PERCORSO REFERENDARIO
I quesiti referendari erano SEI:
- TRE QUESITI sono stati soddisfatti con le modifiche introdotte dalla Legge di
Stabilità 2016: il Parlamento ha accettato di modificare le norme sulla strategicità,
indifferibilità ed urgenza delle attività petrolifere. Questo costituisce un innegabile
successo, in quanto la dichiarazione di strategicità delle opere avrebbe comportato il
dimezzamento dei termini processuali nei ricorsi e una disciplina poco garantista
per gli enti territoriali circa la loro partecipazione ai lavori della conferenza di
servizi. Cancellata è anche l'assurda previsione del "vincolo preordinato
all'esproprio" già a partire dalla fase della ricerca degli idrocarburi: con ciò il diritto
di proprietà del privato è salvo. Il Parlamento ha inoltre accettato di cancellare
quelle norme che consentivano al Governo di sostituirsi alle Regioni in caso di
mancato accordo sui progetti petroliferi e sulle infrastrutture necessarie alla
realizzazione di tali progetti: oggi non è più possibile arrivare ad una decisione sui
progetti petroliferi se non aprendo una trattativa con le Regioni.
- UN QUESITO è stato ritenuto ammissibile dalla Corte Costituzionale: si tratta
del quesito sul divieto delle attività petrolifere in mare entro le 12 miglia. Il
Parlamento ha accettato di modificare la norma del Codice dell'Ambiente, che
consentiva la conclusione dei procedimenti in corso, prevedendo, tuttavia, che i
permessi e le concessioni già rilasciati non avessero più scadenza e senza chiarire
che i procedimenti in corso dovessero ritenersi definitivamente chiusi e non solo
sospesi.
L'ammissione del comporterà che, in caso di esito positivo del referendum,
occorrerà rispettare la volontà dei cittadini, e cioè: 1) dall'abrogazione referendaria
deriverà un vincolo per il legislatore che non potrà rimuovere il divieto di cercare ed
estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia; 2) dall'abrogazione referendaria deriverà
l'obbligo per le compagnie dell'Oil & Gas che già oggi detengono titoli per ricerca e
coltivazione in mare entro il limite delle 12 miglia di ultimare le attività previste nei
programmi di lavoro entro tempi certi e prestabiliti e non fino ad esaurimento del
giacimento.
- DUE QUESITI restano ancora insoddisfatti e rispetto ad essi è stato promosso
ricorso davanti alla Corte costituzionale: si tratta del quesito relativo alla durata dei
permessi e delle concessioni e del quesito sul "piano delle aree". In relazione alla
durata dei titoli: la Cassazione ha dichiarato che non si debba più procedere a
referendum. Ma questa decisione nasce da una errata interpretazione delle norme.
La Cassazione, infatti, non spiega perché mai la proroga della durata dei permessi e
delle concessioni costituisca un problema per la ricerca e le estrazioni in mare (e che
quindi si debba andare a referendum), mentre non costituisce un problema per la
ricerca e le estrazioni in terraferma (e che quindi non si debba andare a
referendum).
Per questa ragione è assolutamente urgente recuperare il quesito sul Piano delle
Aree.
Se la Corte ammetterà il conflitto e deciderà che vi è stata effettivamente elusione
dei quesiti sulla durata dei titoli e sul Piano, la sua decisione sarà in condizione di
annullare le modifiche del Parlamento su questi due punti.
Ciò vuol dire che rivivranno le norme sulle quali era stato proposto il referendum e,
a quel punto, il referendum si potrà celebrare su TRE QUESITI: IL MARE, LA
DURATA DEI PERMESSI E DELLE CONCESSIONI E IL PIANO DELLE
AREE.
La Corte Costituzionale si pronuncerà il 9 marzo 2016.