10 - Guzzi Gattuso (imp)
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10 - Guzzi Gattuso (imp)
SPECIAL GUZZI... ACQUA E ALLUMINIO Motore bialbero raffreddato a liquido e telaio in lega leggera con sospensione monobraccio per una Guzzi veramente fuori dal comune. di Alberto Dell’Orto E pensare che un tempo snobbava le Guzzi, e che tutt’ora alcuni suoi amici si rifiutano di credere alla paternità dell’opera! Avevamo incontrato Pierpaolo Gattuso giusto giusto un anno fa (Moto Tecnica, 9/96) per analizzare le sue termiche bialbero ad acqua, semplici e rivoluzionarie insieme, per il motore “big block”: è bastato perderlo d’occhio un’attimo perché vi costruisse intorno addirittura tutta la moto, pensata e realizzata con lo stesso spirito che ha animato la modifica del propulsore. Beh, dalle foto a corredo di questo articolo, capirete certamente che non è stato difficile rimanere stupiti all’apparizione di cotanta moto, e non solo per la colorazione “choccante”: l’estetica è sicuramente accattivante e non lascia adito a dubbi sulla destinazione del veicolo.... 1 1e2 Le viste laterali mettono in evidenza la linea compatta e filante della moto, che fa sfoggio di molti particolari estremamente raffinati. QUANDO SI LASCIA FARE... Questa motocicletta prende le mosse da uno dei modelli più famosi e diffusi della Casa di Mandello: si trattava in origine di una 850 Le Mans III, cercata per parecchi mesi nelle province di Brescia e Cremona (Verolanuova -BS- si trova a metà strada tra le due città) e in seguito fortunosamente trovata in vendita da un compaesano, a pochi metri dall’officina di Giuseppe Gennari e dei suoi figli Ivano e Sergio indispensabili coadiutori del lavoro di Pierpaolo. Il motore, che già abbiamo descritto esaurientemente nelle scelte progettuali e costruttive, è ormai in un avanzato stadio di messa a punto e utilizza per l’alimentazione due carburatori Keihin FCR da 41 mm di diametro, modificati per accogliere i getti della Dell’Orto, che attualmente per il circuito del massimo vengono utilizzati con taratura 190. Gattuso ha già in animo di adottare un impianto di iniezione, utilizzando due corpi farfallati Weber da 60 mm di diametro, mutuati da sistemi per autovetture, ma preferisce rimandare la modifica al momento in cui la messa a punto del propulsore sarà terminata, per non complicare ulteriormente il lavoro. Non dimentichiamo che il nostro tecnico è docente presso il locale Centro di Formazione Professionale, il che spiega la lucidità progettuale del mezzo e il motivo della ridotta quantità di tempo che può dedicare alla sua realizzazione. L’accensione ha visto l’abbandono dello spinterogeno originale in favore di una soluzione assai pratica: al posto dell’alternatore è stato montato un rotore in ergal ricavato dal pieno che comanda, per mezzo di inserti magnetici, due bobine induttive autoalimentate; il sistema implica la rinuncia alla fasatura variabile. L’anticipo è quindi fisso ed ha un valore compreso tra 30 e 35 gradi, ma Gattuso fa notare che valori d’anticipo inferiori sarebbero utili solo sotto i 2500 giri\min, regimi di poca o nulla importanza su una motocicletta da competizione. Del resto anche su numerose altre Guzzi Supertwin sono stati adottati sistemi con lo stesso schema. Lo scarico è interamente realizzato dallo stesso tecnico in acciaio inox, con un silenziatore in fibra di carbonio: i condotti rimangono singoli per tutto lo sviluppo all’interno delle testate e quindi l’impianto assume una conformazione 4(valvole)-2 in 1, con tubi dal diametro interno di 38 mm all’unione con la testata, che poi confluiscono in elementi da 50 mm, i quali si uniscono successivamente in un condotto singolo dello stesso diametro. Il silenziatore ha il condotto interno costituito da un tubo di lamiera forata con andamento a megafono, che raggiunge all’uscita il diametro di 65 mm. Il sistema di sfiato dei gas provenienti dal basamento utilizza per le goccioline d’olio in sospensione un separatore a spirale (che sfrutta dunque la forza centrifuga) di provenienza automobilistica: arriva da una BMW 525 tds e all’atto pratico ha dimostrato di svolgere alla perfezione il suo compito. 2 L’impianto di raffreddamento prevede, oltre ad una coppia di pompe alloggiate nelle testate, due radiatori, prelevati da una Gilera RC 600 e modificati nei tubi di ingresso e uscita. Sono posizionati quasi verticalmente sotto la sella e vengono investiti dall’aria che si muove verso la depressione che regna sotto il codo- ne, nel quale alloggia il vaso d’espansione del liquido refrigerante. Rimandando alla citata analisi delle termiche, resta da notare che le bielle rimangono originali (sono state semplicemente lucidate) e l’albero è stato equilibrato con cura e con molta fatica, stante la notevole durezza del materiale dei contrappesi. In 3 La vista di tre quarti mostra chiaramente la ridotta area frontale. Dalla sagoma della moto spuntano solo le due termiche, data la nuova disposizione degli scarichi. 3 questa configurazione, lubrificato da olio 15W/50, il motore raggiunge il regime di 10.000 giri/minuto. Il gruppo frizione è stato oggetto di modifiche estese: è stata eliminata totalmente la corona d’avviamento (inutile, vista la mancanza del motorino) e la campana è stata profondamente alleggerita, di fatto dimezzando (da circa 7 a 3,7 kg) il peso del complessivo, che continua ad utilizzare i dischi di serie, compressi però da molle spessorate di 2 mm. Il cambio non ha invece subito alcuna attenzione (fatto salvo il passaggio a un olio tipo ATF per la sua lubrificazione), ma Gattuso e i fratelli 4 Vedere una Guzzi con distribuzione bialbero a cinghia dentata non è cosa di tutti i giorni... Per le cinghie è in allestimento un carterino di protezione. 4 5 L’alberino ausiliario, che trasmette il moto alle cinghie della distribuzione, occupa la sede che fu del precedente albero a camme. 6 Questa è la disposizione dei carburatori, dotati di cornetti standard. Se ne proveranno anche con configurazione e lunghezze differenti. Gennari sono in attesa di un cambio a rapporti ravvicinati originale (il famoso D.D., come veniva chiamato nei cataloghi quando era in opzione), che verrà loro donato a breve da un concessionario della Casa (che lo ha in giacenza in magazzino dai tempi eroici delle gare di durata). La notevole potenza viene trasferita poi al gruppo di riduzione finale dall’albero utilizzato di serie sulla 1100 Sport; la scatola della coppia conica è stata resa flottante con l’utilizzo di un’apposita staffa e di un puntone di reazione che lavora a trazione. La trasmissione finale sfrutta ancora gli ingranaggi che equipaggiavano la moto di partenza (z = 7/33): si tratta sicuramente di una rapportatura troppo corta, visto che il diametro di rotolamento del pneumatico adottato è inferiore al quello della ruota di serie e che gli altri guzzisti della Supertwin utilizzano di norma l’accoppiata z = 9/34 (la z = 8/33 si usa solo nei circuiti più tortuosi). Gattuso ha in progetto di cambiarla, non appena potrà acquistarla ad un prezzo un po’ più basso di quello del listino ufficiale... C’è da segnalare che il Nostro non è stato supportato in alcun modo dalla Casa madre, se non per l’invio del disegno quotato della cartella di distribuzione, molto utile per non dover rilevare tutte le misure dal pezzo stesso. LA CICLISTICA In un primo momento il propulsore era stato alloggiato all’interno del 5 6 7 telaio originale, modificato nelle bretelle anteriori per adattarsi ai nuovi attacchi del coperchio del vano della distribuzione, ma subito si è avvertita la necessità di realizzare un struttura più adatta all’utilizzo suggerito (o imposto) dalle prestazioni della meccanica. Partendo dallo schema monotrave che caratterizza le ultime sportive di Mandello, Gattuso ha sviluppato il progetto di un telaio che unisse la leggerezza alle migliori caratteristiche di resistenza a torsione: ne è scaturita la realizzazione che vedete in queste pagine. Si tratta di una trave centrale che incorpora il cannotto di sterzo e si sviluppa posteriormente in una struttura ortogonale alla prima, che si ancora al cambio e viene 7 L’andamento dello scarico è contorto, ma l’esecuzione è estremamente pulita. Segue la sagoma dei cilindri, passa di fianco al cambio... 8 ...esce tra telaio e forcellone per seguire la linea dei radiatori... 8 chiusa lateralmente da due piastre che fungono anche da supporto del perno del forcellone e da attacco inferiore del cambio stesso. Il telaio, realizzato in lamiera di lega di alluminio autotemprante7020 dello spessore di 3 mm, ha una struttura scatolata e dotata di nervature interne di rinforzo. La trave centrale serve anche da serbatoio del carburante (circa 7,5 litri) insieme al serbatoio tradizionale, amovibile e dalle forme più convenzionali, dotato di capienza simile. Le bretelle che anteriormente scendono ad abbracciare il propulsore hanno un diametro di 26 mm e 9 ...e infine sbuca, minaccioso, da sotto il codone. 9 10 Di fianco al silenziatore trova posto il vaso d’espansione (in lamiera d’alluminio saldata e lucidata) del circuito di raffreddamento. 11 Ecco l’andamento dei tubi che portano il liquido refrigerante dal motore ai radiatori e viceversa. sono realizzate con lo stesso materiale del telaio, unito mediante saldatura a occhielli ricavati dal pieno. Questi elementi sono poi imbullonati alla struttura centrale per comodità di smontaggio del propulsore e per permettere di variare la posizione di quest’ultimo all’interno della ciclistica, modificando in base alle esigenze la distribuzione dei pesi (che in condizioni statiche standard vale circa 50/50). Le piastre che uniscono la parte posteriore della meccanica al telaio sono delle splendide realizzazioni dal pieno in ergal 7075, ottenute partendo da lastre da 15 mm di spessore sagomate e scaricate a 7,5 mm con la fresa a controllo numerico dell’abile Maffazzoni della Ma.l.co., e presentano, in corrispondenza degli attacchi per il cambio, due alloggiamenti ad asola per il perno, che permettono di modificare il posizionamento longitudinale del gruppo motore-cambio di circa 15 mm. Le pedane, anche loro in ergal, sono state invece lavorate in proprio da Gattuso. Il telaietto reggisella è costruito a partire da tubi in lega 7020 nei diametri di 16 e 20 mm, al pari dei tubi anteriori; sono misure facilmente reperibili perché sono le medesime comunemente utilizzate nella realizzazione di telai per mountain-bike. La sospensione posteriore è di fatto un’unità monobraccio, giacchè sul lato destro l’unico elemento di collegamento tra ruota e telaio è il puntone della coppia conica, che non è assolutamente in grado di controlla- 10 11 12 12 Le piastre che chiudono lateralmente la struttura del telaio sono lavorate con estrema perizia. Nella foto si possono anche osservare la pedana regolabile con un sistema ad eccentrico e la pompa del freno posteriore, con il serbatoio separato. In secondo piano i radiatori. 13 L’aria, dopo aver sottratto calore alle masse radianti, riesce infine a raggiungere la zona di depressione tra ruota e codone. 13 re spinte assiali della ruota. Come la struttura centrale, il forcellone è realizzato in lamiera scatolata e viene successivamente lucidato. Con questo schema a quadrilatero il movimento della sospensione ha perso la caratteristica tendenza ad “aprirsi” in accelerazione tipica delle trasmissioni ad albero: Gattuso non è però contento del trasferimento di carico che si verifica quando si dà gas e sta approntando una disposizione differente del puntone, così che la sospensione riacquisti la sua vecchia caratteristica, sebbene in maniera meno marcata. Il movimento del gruppo viene controllato da un ammortizzatore Double System, che lavora in posizione orizzontale sul lato sinistro della moto ed è azionato da un sistema non progressivo (l’aria, utilizzata come elemento elastico, fornisce lo stesso tipo di risposta); quest’ultimo utilizza una bielletta registabile dotata di snodi uniball alle estremità ed un elemento triangolare di collegamento infulcrato su un cuscinetto a rullini. Il rapporto tra il braccio del triangolo che riceve il movimento dal forcellone e quello che muove l’unità elastica è pari a 1:1,25. Il fulcro del forcellone utilizza due cucinetti a rulli conici alle estremità ed è supportato da due bussole eccentriche alloggiate nelle piastre laterali, che permettono la variazione dell’interasse e dell’altezza del retrotreno. Le impeccabili saldature Tig del telaio e del forcellone sono state effettuate da Mario Teroldi che di solito costruisce telai di biciclette, 14 Ecco un avantreno che alberga nei sogni di chiunque subisca il fascino di una strada tortuosa e ben asfaltata. Pierpaolo ha giudicato assai positivamente il comportamento di questi componenti. 14 15 Questo è il telaio, come Gattuso lo fece: l’esecuzione è curatissima. Notare il bocchettone di riempimento saldato all’apice del trave, che funge anche da serbatoio: da qui, con una pompa Paioli, il carburante raggiunge un secondo serbatoio, posto dietro i carburatori, che vengono alimentati per gravità. 16 La sospensione posteriore si avvale di un ammortizzatore Double System, pluriregolabile e molto leggero. ma questa volta ha accettato di spostarsi, con successo, al settore motociclistico. La sospensione anteriore è un’unità Paioli upside-down derivata dal modello fornito alla Laverda per equipaggiare le proprie bicilindriche. La versione affidata ai nostri tecnici dispone della possibilità di regolare in trenta posizioni lo smorzamento sia in estensione che in compressione. Le due funzioni sono svolte separatamente dai due ammortizzatori all’interno di ciascuno stelo da 41 mm di diametro; questi ultimi sono dotati di un riporto di nitruro di titanio sulla superficie esterna, per migliorare la resistenza all’usura dell’accoppiamento. Le piastre sono in lega di magnesio, lavorate con un avanzamento di 27,4 mm che, unito all’inclinazione del cannotto di 24° e al pneumatico 120/60-17, genera un’avancorsa in condizioni statiche di 94 mm. Le piastre e il cannotto sono stati lavorati in modo da poter alloggiare una coppia di cuscinetti oscillanti a rulli (con profilo a botte, per poter controllare le spinte assiali), inseriti in supporti eccentrici. Ruotando in verso concorde questi ultimi si modifica il valore dell’interasse e la distribuzione dei pesi, ruotandoli in senso discorde si varia l’inclinazione della forcella (+/- 2°) ed il valore dell’avancorsa. I cerchi sono dei leggerissimi Marvic da 17” in lega di magnesio con canale nelle canoniche misure 3,50” e 5,50”, rispettivamente anteriore e posteriore. Sulla ruota anteriore troviamo un 15 16 17 17 L’unità elastica viene sollecitata mediante questo rinvio. La bielletta inferiore è registrabile. 18 Le piastre di collegamento tra scatola della coppia conica e puntone sono state ricostruite giocoforza: i pezzi originali (1100 Sport) non hanno retto e al primo avviamento (con avviatore ausiliario) hanno dato forfait. Notare i fori del disco che permettono la rimozione della pinza. Il pneumatico utilizzato è un Michelin 18/67/17. 19 Il forcellone posteriore è, a tutti gli effetti, monobraccio, ma rovesciato rispetto al layout di chi ha investigato questa soluzione prima di Gattuso. 18 19 impianto frenante Discacciati che nelle prove svolte ad Assen si è comportato egregiamente: i due dischi flottanti hanno la pista in ghisa da 320 mm di diametro e 5,5 mm di spessore e il mozzetto centrale in ergal anodizzato; le pastiglie sono Ferodo racing. L’impianto idraulico è composto da due pinze a sei pistoni azionate da una pompa radiale con pistone da 19 mm di diametro e leva a doppio snodo. Posteriormente troviamo invece il cerchio che la Marvic realizza per l’RC 30 modificato da Gattuso per l’impiego sulla sua Guzzi: a questo componente è vincolato un disco fisso in acciaio da 220 mm, con una pinza Brembo a due pistoni opposti (di provenienza Cagiva Mito) comandata a sua volta dalla pompa Nissin di una Yamaha XTZ 660. La pista del disco, dello spessore di 5 mm, presenta quattro fori di dimensioni maggiori degli altri: due servono per accedere liberamente alle viti di fissaggio della pinza, due per riequilibrare il rotore. Le sovrastrutture della moto sono costruite in vetroresina: il parafango anteriore è il ricambio per le Guzzi Daytona e 1100 Sport, il cupolino ed il codone sono quelli della Ducati 916 mentre il serbatoio (finto, che copre quelo vero) prende le forme di quello Ducati è stato però approntato un pezzo modificato per le esigenze funzionali della moto, che in futuro verrà equipaggiata con un air-box all’aspirazione. In questa configurazione, con bulloneria interamente in acciaio, Pierpaolo garantisce che la moto pesa 169 kg in or- 20 20 La vista di tre quarti posteriore evidenzia la snellezza e la compattezza della moto. 21 Il cupolino riporta una frase che il padre di Pierpaolo era solito pronunciare nei momenti di difficoltà. 22 Nello splendore del 70 mm in Technicolor, ecco il progettista al lavoro. Scherzi a parte, il tecnico bresciano considera il suo Fred il vero ispiratore delle proprie imprese meccaniche. 21 dine di marcia e con 4 litri di carburante: indubbiamente un ottimo risultato per una Guzzi. Gattuso, che al momento sta dedicando parte dei suoi sforzi per risolvere i problemi di fragilità dei carter di un monocilindrico a quattro valvole di produzione italiana, ha in animo di incominciare, in un futuro prossimo, la produzione e la commercializzazione del kit per le termiche del motore, la cui foto è già stata inserita nel catalogo di un noto rivenditore tedesco di parti speciali rivolte eslusivamente alle motociclette di Mandello. Il tecnico bre- 22 sciano e i suoi collaboratori ci tengono a ringraziare in maniera particolare diverse persone che con il loro fattivo contributo hanno reso possibile la realizzazione della moto così come viene presentata su queste pagine: Angelo e Paride Tirelli, per l’aiuto fornito nel reperimento di pezzi speciali; Sergio Sivalli (tel. 030/931307), per la realizzazione della veste grafica; la ditta Cosme di Verolanuova per il materiale fornito; Giuseppe Gennari (detto “Pi”) perché manda avanti l’officina mentre i figli sono al lavo■ ro sulla moto.
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