Franz Osten, la luce dell`Asia
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Franz Osten, la luce dell`Asia
Franz Osten, la luce dell'Asia Giovedì 19 Luglio 2007 01:00 I tedeschi lo dimenticarono, gli inglesi lo reclusero, ma il pubblico indiano lo adorava. Celebrato tra i grandi della cultura in tutta Europa prima della II Guerra mondiale, del geniale regista tedesco è difficilissimo trovare oggi notizia. Franz Ostermayr, abbreviato poi in Franz Osten, nato a Monaco nel 1876, apprese l'arte della fotografia da suo padre e, affascinato dalla nuova dilagante arte cinematografica, nel 1907 fondò col fratello Peter la Original Physograph Company , un cinema itinerante da cui poi origineranno i Bavaria Studios . Nel 1911 girò la sua prima pellicola ma lo scoppiare della I Guerra mondiale interruppe la sua attività artistica. Al termine del conflitto, i grandi avvenimenti che avrebbero poi cambiato la storia dell'India ebbero inizio: la prima campagna Satyagraha di Gandhi, nel 1919, portò gli intellettuali indiani ad interessarsi ad altri colleghi europei che professavano per nazionalità o per convinzione l'indipendenza dall'influenza britannica. Himansu Rai , regista teatrale indiano, si recò in Germania e, non senza difficoltà, convinse l'industria cinematografica bavarese a una cooproduzione, finalizzata allo scardinamento del quasi-monopolio hollywoodiano che imperava allora nei cinema indiani. L'India contava nel 1926 già con circa 300 case di produzione di varia grandezza e numerosissimi cinema; ma i film di successo erano al 90% di provenienza anglosassone. Rai e Osten tornarono insieme in India nel 1925. Il risultato fu La luce d'Asia, 1926, la storia del principe Gautama Buddha. Tanto in Europa quanto negli Stati Uniti i film cosiddetti orientali stavano avendo un grande successo, rispondendo alla richiesta di racconti esotici del pubblico di allora: ma si trattava di film girati in studio, le comparse occidentali rese esotiche a base di 1/2 Franz Osten, la luce dell'Asia Giovedì 19 Luglio 2007 01:00 lucido da scarpe, gli scenari di gesso e cartapesta del tutto immaginari. Nell'opera di Osten, invece, ogni figura della pellicola corrispondeva alla sua realtà: il mendicante, il moribondo e il lebbroso tali erano anche fuori dal film. Fu un pioniere e un rivoluzionario dell'arte cinematografica poichè girò in loco quello che prima si ricostruiva e inventava fantasiosamente negli studi cinematografici, dando ai suoi film una autenticità che combinava egregiamente le tecniche di documentario con la narrativa tratta dai miti e le leggende dell'antica India. A La Luce d'Asia seguirono Shiraz, 1928, che narra le drammatiche vicende che portarono all'edificazione del Taj Mahal e Thrown of Dice, 1929, episodio tratto dall'epica Mahabharata. L' introduzione del sonoro bloccò il progetto di un quarto film dell'autore sull'India: convenì che sarebbe stato quanto meno bizzarro ascoltare gli indiani parlare tedesco. Nel 1934 Rai richiamò Osten in India, dove girò altri 17 film in Hindi, senza comprendere una sola parola dei dialoghi da lui diretti e recitati. Ma nel 1936 Osten aderì al Partito Nazista e a causa di ciò venne imprigionato dal Governo coloniale britannico nell'autunno del 1939. Il suo ultimo film Kangan venne terminato dai suoi assistenti. Rilasciato nel 1940 grazie all'età avanzata e ad influenti amicizie inglesi, Osten tornò in Germania e lo stesso anno Rai morì improvvisamente. Dopo aver collaborato con i Bavaria Studios ed aver in seguito diretto per anni una spa , nel 1956 morì totalmente dimenticato dal mondo del cinema. 2/2