Relazione sul recupero della imbarcazione Comacina dalle acque

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Relazione sul recupero della imbarcazione Comacina dalle acque
Maurizio Ulliana
Relazione sul recupero della imbarcazione Comacina
dalle acque del canale Piovego
con allegato Crono report fotografico
Padova, 16 novembre 2015
Testo di Maurizio Ulliana per Amissi del Piovego e TVB – Traditional Venetian Boats
Immagini e documentazione dall’archivio elettronico degli Amissi del Piovego
Eventuali diritti possono essere esercitati scrivendo a Amissi del Piovego Via San Massimo 137 – 35129 Padova
Relazione sul recupero della imbarcazione Comacina
dalle acque del canale Piovego
Il giorno martedì 3 novembre 2015 è stata eseguita l’operazione di recupero dell’imbarcazione Comacina grazie
all’abbassamento del livello del canale e all’intervento della Protezione Civile con le motopompe. L’imbarcazione era
semiaffondata nelle acque del canale Piovego, in sinistra idraulica a valle del Ponte Ariosto (zona Stanga, palazzi ex
Alleanza). Il livello delle acque è stato gestito dall’ufficio competente per la gestione idraulica del Bacino Bacchiglione
Brenta, il Genio Civile ufficio di Padova della regione Veneto. Successivamente all’abbassamento è stato svuotato lo
scafo della Comacina a mezzo di motopompe “sorbona”, a cura dei volontari dell’unità della Protezione Civile del
Comune di Padova intervenuti nell’esercizio di attività di prevenzione e protezione e quale verifica dell’efficienza delle
attrezzature. Per l’occasione la navigazione in quel tratto di Piovego è stata sospesa, con provvedimento dell’Ispettorato
di Porto di Venezia nella cui giurisdizione rientra il canale Piovego. L’attività è stata comunicata secondo la normativa
vigente anche alla Presidenza della Provincia di Padova, che ha monitorato lo stato delle acque tramite il settore caccia
e pesca, che sua volta si è avvalso della Polizia provinciale, competente per la tutela della fauna ittica.
L’operazione di abbassamento del canale Piovego, preventivamente richiesta dagli Amissi del Piovego agli enti di cui
sopra, come previsto dalle procedure amministrative, è durata circa un paio di giorni, dalle ore 12 del 2 novembre fino
alle ore 12 del 4 novembre, con una riduzione del livello del Piovego all’altezza del Ponte Ariosto di circa 1,5 metri.
L’abbassamento del livello delle acque del Piovego è un’operazione possibile mediante la chiusura della porta fluviale
del Bassanello-Ponte dei Cavai collocata a monte del tratto cittadino, e delle porte fluviali di San Lazzaro-San Gregorio
posizionate a valle - impedendo così l’afflusso delle acque provenienti dal Bacchiglione (a monte) e del canale San
Gregorio (a valle, sempre Bacchiglione) - e contestuale scarico delle acque del tratto cittadino del Piovego nel
sottostante canale Roncajette mediante l’apertura del sostegno “San Massimo”. Lo svuotamento e il riempimento del
tratto, quando è programmato e non indotto da esigenze di emergenza (ad esempio soccorso persone), ha tempi dilatati
per evitare complicazioni di vario genere.
Tutta l’operazione, preventivamente programmata e preparata di concerto con i diversi enti coinvolti, è stata inoltre
concordata con gli operatori fluviali presenti a Padova, anche nel loro interesse, in quanto la Comacina avrebbe potuto
arrecare danni nel proseguo del tempo, se fosse stata mantenuta in acqua nella posizione in cui giaceva.
Prima del 3 novembre c’erano state una serie di precedenti date programmate, sempre rinviate per svariate ragioni, fino
all’individuazione della finestra temporale utile, considerato anche la previsione meteo e la programmazione delle
esercitazioni della Protezione Civile per quanto riguarda l’impiego delle motopompe. L’intervento della Protezione
Civile con le motopompe è stato considerato un’applicazione sul campo, utile a testare l’efficienza in prospettiva di
interventi di emergenza per la popolazione.
Non è stato riscontrato nessun problema all’habitat, proprio per la cura e la programmazione con cui è stata eseguita
l’operazione. Nessuna moria di pesci è stata segnalata, che certamente non sarebbe stata imputabile alle programmate
manovre idrauliche. Ottobre non rientra nella stagione riproduttiva e quindi non ci saranno ripercussioni. Qualche voce
polemica era ed è stata fuori luogo.
L’abbassamento del livello del Piovego ha portato in evidenza gli oggetti abbandonati sul fondo del canale Piovego:
decine di biciclette, alcuni carrelli, bidoni, ed altro ancora.
Sono stati mappati i punti di presa ed avviata la programmazione per il recupero nelle prossime settimane. Non è stato
possibile effettuare contestualmente l’immediato intervento di pulizia, che richiede invece una specifica preparazione di
mezzi appropriati ed una programmazione, solo dopo il riscontro degli oggetti e delle condizioni di possibile recupero.
La soluzione più corretta per il recupero della Comacina è stato studiata prendendo in considerazione diversi metodi.
Ad esempio è stato escluso l’utilizzo di una gru di sollevamento, per evitare il rischio di incrinare lo scafo in legno,
comprimendolo fra le cinghie di sollevamento, fenomeno già verificatosi su altre barche analoghe in altre circostanze.
E’ stata scelta quindi la soluzione che offriva minor rischio di danni e il minor onere complessivo, considerate le
circostanze che hanno determinato lo stato del semiaffondamento e le condizioni di conservazione.
L’imbarcazione Comacina era affondata alla vigilia del Ferragosto 2015 sotto il Ponte Ariosto, dove era ormeggiata al
riparo dal sole e dalle intemperie, da alcuni mesi.
All’origine dell’affondamento - è stato definitivamente accertato solo a seguito della ispezione possibile dopo il
recupero del 3 novembre e dopo la successiva pulizia dal fango – vi è la sparizione della batteria di bordo che
alimentava la pompa di sentina. Si tratta di un furto del valore di circa 40 euro, di una batteria 12 volt da auto nuova di
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circa 1 mese. Un furto da pochi soldi, realizzato per via acquatica non essendo possibile accedere da terra
all’imbarcazione. Un furto di pochi euro che ha prodotto un danno di migliaia di euro.
La pompa di sentina è importante che sia costantemente alimentata dalla corrente di una batteria. Infatti, dotata di un
interruttore galleggiante, la pompa entra in funzione per rimuovere l’acqua che periodicamente si forma sul fondo dello
scafo, la sentina, che essendo in legno è soggetta a micro-fessurazioni con l’andare del tempo. Il mancato
funzionamento della pompa ha portato lo scafo a riempirsi, appesantendo l’imbarcazione, la cui linea di galleggiamento
si è spostata verso la falca. Il fasciame dei fianchi seccato dal caldo estivo non ha trattenuto la massa d’acqua esterna,
accentuando il fenomeno delle infiltrazioni e del riempimento dello scafo.
Il comandante dell’imbarcazione granturismo “Il Burchiello”, Sig. Luigi Dalla Riva, transitando in servizio alla sera del
13 agosto, aveva riscontrato essere l’imbarcazione in condizioni di galleggiamento “normali”, e poi al mattino del 14
invece ne riscontrava l’affondamento. Immediatamente comunicava al sottoscritto Maurizio Ulliana lo stato
dell’imbarcazione. Il sottoscritto rapidamente verificava sul posto le condizioni e contattava i Vigili del Fuoco
chiedendo il soccorso con l’intervento dei sommozzatori dotati dei palloni di galleggiamento, abitualmente utilizzati in
queste circostanze.
L’intervento dei Vigili del Fuoco veniva programmato ed eseguito il giorno dopo, sabato 15 agosto, Ferragosto.
Interveniva sul posto l’unità VV.FF. di Padova e l’unità sommozzatori VV.FF. di Venezia. Dalle ore 9.00 alle ore 16.00
i sommozzatori provvedevano a sollevare a pelo d’acqua l’imbarcazione con i palloni gonfiabili collocati ai lati della
prua e della poppa, tentando lo svuotamento dell’imbarcazione con pompe ad immersione. L’operazione non poteva
essere completata, causa l’insufficiente azione di spinta dei palloni rispetto al peso dell’imbarcazione in legno
impregnato d’acqua e riempita oltre l’orlo, stimabile in ben oltre 20 tonnellate, e l’inefficacia oggettiva delle pompe
rispetto alla quantità d’acqua che entrava dal bordo di sfioro.
Veniva così deciso lo spostamento della Comacina a valle del ponte, in zona di sicurezza, manovra condotta tirando
lentamente lo scafo con delle funi, e adagiandola sul fondale in modo che l’imbarcazione restasse a pelo d’acqua con la
prua e la poppa fuori, in attesa di definire gli interventi successivi per il pieno recupero. In ogni caso l’intervento dei
VV.FF. è stato indispensabile per rimuovere la Comacina da sotto il ponte e poter operare con maggiore tranquillità.
L’esame della nuova situazione induceva il responsabile dell’unità fluviale della Protezione Civile dr. Sandro Mose a
proporre la soluzione, adottata poi con successo, dell’abbassamento del livello e svuotamento con le potenti pompe
“sorbona”. L’assistenza della P.C. è stata decisiva nell’individuare le modalità corrette per la soluzione definitiva, alla
luce della nuova posizione della Comacina, svolgendo così pienamente il loro compito istituzionale.
Nelle settimane successive, nell’attesa di poter intervenire secondo quanto suggerito dalla Protezione Civile, una parte
del fondale in fango, dove era adagiata l’imbarcazione semisommersa, ha ceduto, anche per effetto del movimento
indotto dal passaggio continuo di imbarcazioni, creandosi una sorta di scalino, e provocando uno sbandamento della
barca di circa 45 gradi, con affondamento della poppa e della murata dritta (destra) sotto oltre 1 metro d’acqua.
Rimaneva affiorante solo la prua.
Il recupero quindi si prospettava più delicato, anche per l’eccessivo riempimento di fango ed appesantimento gravante
sulla fiancata destra, quella precipitata sott’acqua.
Martedì 3 novembre, al mattino, finalmente si procedeva allo svuotamento come da programma. Riscontrato il livello
del Piovego sufficientemente ridotto, con tutta la barca ora affiorante a pelo d’acqua, venivano dalla P.C. collocate
dentro lo scafo le tubazioni delle pompe, iniziando ad aspirare l’acqua e il fango. L’operazione si concludeva verso le
ore 12.00. La Comacina una volta svuotata dall’acqua si staccava dal fondale fangoso, dove si era adagiata, e
lentamente si sollevava ritornando a galleggiare sia pure nell’immediato ancora sbandata sul fianco destro. A questo
punto venivano sciolte le cime di sicurezza. Contemporaneamente lo scafo si raddrizzava, recuperando la linea di
galleggiamento usuale e la sua stabilità, fluttuando verso il centro del canale, trattenuto dalle cime di ormeggio.
Le condizioni dell’imbarcazione sembravano peggiorate, causa la prolungata permanenza in acqua (circa 2 mesi) e la
posizione assunta sbandata su un lato. E’ stata subito dotata di una serie di batterie collegate alla pompa di sentina per
evitare un nuovo riempimento d’acqua. Nel pomeriggio la Comacina è stata portata nella Golena di San Prosdocimo
sede degli Amissi del Piovego. La distanza di circa 500 metri è stata compiuta impiegando il vecchio metodo di
navigazione dei barcari: in due a bordo (il barcaro “moderno” Sig. Alessandro Berto a poppa ed il sottoscritto a prua), a
remi liberi premendo sui mancoli oppure parando, a seconda dei casi.
La Comacina è stata ormeggiata al pontile gentilmente prestato dalla Delta Tour.
E’ stato un momento di grande soddisfazione vedere il progressivo recupero dall’acqua e l’immediata messa in
navigazione, resa possibile anche grazie alle qualità dell’imbarcazione, possente e docile nello stesso tempo.
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La messa in sicurezza nei giorni successivi, nella Golena di San Prosdocimo, è stata un’operazione che ha permesso di
applicare ulteriori metodologie da “altri tempi”.
Grazie ai consigli di un altro barcaro “moderno” Sig. Giampaolo Friso, tra giovedì 5 e venerdì 6 novembre è stato
realizzato a tempo di record uno “scalo mobile” o “slitta” di alaggio, cioè una struttura in legno per la messa in secca
della barca per le operazioni di manutenzione. La Comacina è stata poggiata sul telaio in legno lungo circa 15 metri,
largo circa 2 metri, costruito con moraletti alti circa 20 cm, posti longitudinalmente sotto lo scafo e legati fra loro da
traversine, sempre in legno. Materiale fornito gratuitamente dai Signori Rudy e Diego Toninato. La slitta con sopra
l’imbarcazione è stata fatta scivolare dentro il bacino della “cavana” scoperta, dove le acque del Piovego sono profonde
qualche centimetro. La Comacina rimane così sostenuta dalla struttura e nel contempo è garantita l’umidità per la
conservazione del fasciame in legno del fondo dell’imbarcazione.
Anche in questa operazione è stata fondamentale la gestione dei livelli del Piovego ed i rapporti tenuti in tempo reale
con il Genio Civile di Padova, l’ing. Ferrari e il Sig. Passarella. Alzando e poi abbassando il livello d’acqua di circa 10
centimetri si è riusciti a collocare l’imbarcazione nella attuale posizione di sicurezza eliminando definitivamente i rischi
di un nuovo affondamento e gli intralci per la navigazione, e consentendo l’esame degli interventi di restauro..
L’ultimo atto, dopo aver collocato l’imbarcazione sullo scalo, è stata la rimozione dei quintali di fango che riempivano
e coprivano ancora l’imbarcazione. Martedì 10 novembre è intervenuta, opportunamente contattata, l’impresa
specializzata “Candeo Agostino”, che in una intera giornata di lavoro, con una squadra di due addetti muniti di lance a
spruzzo e pompe di aspirazione collegate all’autobotte, ha lavato l’imbarcazione rimuovendo i fanghi del Piovego,
facendo così riemergere i colori, sia pur sbiaditi, della Comacina.
La rimozione di tutto il fango, anche da sotto le coperte di poppa e prua, ha definitivamente eliminato gli ultimi dubbi in
merito alla scomparsa della batteria che alimentava la pompa di sentina. Non è stata trovata dentro lo scafo e quindi
possiamo affermare che all’origine dell’affondamento vi sia la sottrazione dalla Comacina della batteria di
alimentazione della pompa di sentina. Un furto.
La nostra Comacina è una storica imbarcazione in legno, di circa 70 anni, priva di motore e timone, lunga quasi 17
metri e larga oltre 3,5 metri. E’ una delle ultime “comacine” esistenti (ad oggi ne abbiamo rilevate 4). Appartiene al
genere classificato “gabarra” (barca da carico a fondo piatto) che si distingue dal burcio principalmente per la diversa
prua, più slanciata e provvista di asta, e per l’area geografica di origine del modello. Le imbarcazioni “comacina” infatti
potrebbero essere state inizialmente sviluppate nelle Valli di Comacchio, salvo poi venire adottate da diversi cantieri
(squeri) del Veneto, dove navigavano in tutta la laguna di Venezia e nei principali corsi d’acqua collegati, impegnate
nel trasporto merci, soprattutto alla rinfusa, tanto da rientrare nelle barche definite tipiche della nostra tradizione. La
nostra Comacina dovrebbe essere stata costruita nel cantiere Doni di Loreo (Ro), storica importante cittadina
cantieristica tra i fiumi Adige e Po (altri ci hanno segnalato un cantiere di Pellestrina. Sono in corso le ricerche). Il suo
nome dovrebbe essere “Salute”.
La proprietà della Comacina è ora dell’associazione TVB – Traditional Venetian Boats, donatagli dal sottoscritto che
l’aveva recuperata a Venezia, alla Giudecca, in stato di semi-abbandono, priva di timone e motore, ammaliato dal grido
di allarme di Gilberto Penzo, notoriamente impegnato nello studio delle imbarcazioni della tradizione.
TVB l’ha affidata agli Amissi del Piovego per l’utilizzo e la valorizzazione.
La Comacina era arrivata a Padova, al traino di barche a motore, il 21 novembre 2012, giorno della Madonna della
Salute (Comacina “Salute”, coincidenza), e collocata inizialmente a valle del Ponte del Corso del Popolo, nell’area che
un tempo era il porto fluviale dell’ex Gasometro, tra il mandracchio delle Porte Contarine e le banchine lungo di Via
Trieste-Piazzale Boschetti, prospicienti il Bastione dei Giardini dell’Arena (a 100 metri dalla Cappella degli ScrovegniGiotto).
L’obiettivo dell’ormeggio della Comacina al Ponte del Corso del Popolo, come anche di altre barche della tradizione,
era quello di rivitalizzare, tramite un reperto storico, l’impronta fluviale del sito lungo il Piovego, in stato di degrado
nonostante la centralità cittadina, fornendo stimoli visivi ai passanti e ai turisti per approfondire la storia di Padova
anche dal punto di vista dell’acqua. Molte guide e visitatori hanno tratto ispirazione e spunto dalla presenza
dell’imbarcazione per ricordare la Padova Città d’Acque e dei barcari. Successivamente, la Comacina, per proteggerla
dal sole e dalle intemperie, era stata collocata sotto il Ponte Ariosto, altra zona di ormeggi fluviali cittadini,
considerando il trasferimento del Gasometro proprio in quell’area (Via Corrado) e la realizzazione delle banchine della
darsena dei palazzi dell’Alleanza.
Il recupero della memoria, anche visiva, e delle conoscenze storiche, base della nostra cultura, è il primo passo per la
valorizzazione. Essenziale è stato il confronto iniziale e l’apprendimento dei saperi dai barcari di oggi e di ieri, come ad
esempio Riccardo Cappellozza di Battaglia Terme.
L’utilizzo, la fruizione, la pratica in acqua, è il passo successivo, ma indispensabile.
Con la Comacina, e altre barche storiche, abbiamo potuto praticare la navigazione a seconda, il tiro con la fune dagli
argini, la spinta con la pertica, la vogata a remo libero sui mancoli e con le forcole alla veneziana.
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Al pieno recupero funzionale della Comacina, è ora indirizzata l’azione di TVB, insieme agli Amissi del Piovego ed
alle altre realtà fluviali. Oltre alla Comacina, TVB ha portato a Padova un’altra imbarcazione storica, recuperata a
Venezia, preservata dalla distruzione: il Burceto Rialto, presumibilmente l’ultima imbarcazione da carico costruita in
legno, in servizio a Venezia presso la “Cooperativa Scalo Fluviale”, che l’ha donata alla TVB.
L’azione strategica di TVB è quindi legata al recupero, restauro, fruizione di imbarcazioni tradizionali.
Per un utilizzo continuo devono essere attrezzate anche come “scuole”, con strumenti didattici per far provare dal vero
le tecniche di voga alla veneta a remi e le altre modalità di propulsione non a motore, ma soprattutto la vita a bordo da
barcari, per comprenderne le problematiche, condividere le sensazioni, conoscere e vivere il territorio e l’economia
“fluviale”.
In tutta Europa vi è un aumento degli appassionati della marineria fluviale (vedi ad esempio il meeting biennale
Orleans-Francia con la partecipazione di oltre 200 imbarcazioni d’epoca o di nuova costruzione in stile tradizionale). La
prospettiva è quindi lo sviluppo di nuove opportunità anche per l’economia locale, valorizzando la propria storia ed i
saperi, ma anche i siti e le attività commerciali lungo i corsi d’acqua. A Battaglia Terme, città di barcari fin dal
Medioevo, esiste uno straordinario Museo nella navigazione fluviale, un libro aperto della cultura della civiltà delle
acque, basata sullo stretto rapporto con l’acqua, fonte di vita, via di navigazione e di comunicazione fra le popolazioni
ed energia per lo sviluppo dell’economia.
E’ già stato sperimentato nell’estate 2015, della durata di circa una settimana, a bordo di una caorlina, il percorso
fluviale, “l’Anello dei Barcari” che da Padova conduce a Battaglia, quindi a Chioggia lungo il Bacchiglione, e poi in
Laguna fino a Venezia toccando Pellestrina e altre isole, con rientro a Padova lungo la Riviera del Brenta, dormendo a
bordo dell’imbarcazione stessa e praticando le varie tecniche di navigazione e la vita da barcari di un tempo.
Fondamentale quindi è la disponibilità di imbarcazioni come la Comacina, utile ad ospitare non meno di 10 persone nel
ruolo di “barcari vogatori”.
Altri utilizzi di minor durata temporale sono finalizzati alle scuole, per far crescere insieme le classi nell’azione
educativa-didattica; alle aziende, per le politiche di motivazione del personale mediante il team building; per gruppi di
amici amanti dell’andar lenti “ navigando a seconda”, anche accompagnati dalla bicicletta a bordo. Il tutto con una
attenzione speciale per le dotazioni utili a favorire la partecipazione di persone svantaggiate nelle abilità, ad esempio in
carrozzina.
L’iniziativa vuole coinvolgere anche gli operatori commerciali e della navigazione commerciale, che possono in
sinergia incontrare i convogli di barche inserendosi nelle dinamiche. Non tutti i passeggeri sono in grado di far vita da
barcari ma possono vederli dal vero, ed acquisire informazioni. Il progetto “L’anello dei barcari” ha già avuto un
preventivo apprezzamento del settore cultura della regione Veneto e sarà formalizzato nel 2016.
Vanno superati gli atteggiamenti e le esperienze “negative” degli ultimi decenni a carico della batelleria fluviale
padovana tradizionale:
- la distruzione del burcio Berto, per evento doloso ma anche per le innumerevoli problematiche amministrative che
hanno impedito un celere recupero e riutilizzo;
- l’abbandono in acqua dei due burci, attualmente semisommersi, (Aurora e Adriana ?), ultime imbarcazioni di trasporto
carbone, all’ex Gasometro di Via Corrado a fine anni ‘60, giacenti a poche decine di metri dal luogo del recupero della
Comacina;
- la messa in secca del burcio “Nuova Maria”, depositato sulla Golena Fistomba per farne un complemento di arredo del
“Parco Venturini e Natale”, e lasciato disintegrare alle intemperie per un errato posizionamento, ora coperto da
un’orrenda tensostruttura cementata nella golena;
- l’incuria in cui versano diverse imbarcazioni da carico a Battaglia Terme.
Allo scopo specifico di recupero e riutilizzo l’associazione TVB è già intervenuta nel caso della “Gondola dell’Expo”,
restaurando una gondola veneziana, collocata in servizio nel laghetto di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, sito
ufficiale regionale delle delegazioni nel Veneto dell’Expo 2015. La Gondola, sponsorizzata ufficialmente dalla regione
tramite Veneto promozione, e da altri due soggetti privati (Banco delle Tre Venezie e Refactor), condotta dai vogatori
esperti degli Amissi del Piovego e della “Fraglia dei gondolieri e barcari padovani”, è stata apprezzata dai frequentatori,
valorizzando così il laghetto e consentendo la raccolta di fondi per la manutenzione.
Il progetto di recupero della Comacina quindi prosegue, con l’obiettivo ora di raccogliere 50.000 euro per il restauro.
Sono già aperte le iscrizioni all’associazione TVB per il 2016, con una quota ordinaria annuale di 500 euro e il diritto
per il socio di partecipare alla crociera “L’anello del barcaro”, una volta restaurata la Comacina, previsto entro il 2017.
La quota associativa è un sostegno concreto alla condivisione dello statuto e dei progetti, consapevoli che la fruizione
sostenibile e la frequentazione rispettosa dei corsi d’acqua cittadini migliorano la qualità della vita cittadina.
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Il 21 novembre p.v. si svolgerà nel pomeriggio dalle ore 14.30 alle ore 17.30 un incontro al Museo della Navigazione di
Battaglia Terme per:
- consentire ai presenti di toccare con mano il valore del recupero della Comacina e delle altre imbarcazioni storiche
della tradizione, visitando un gioiello europeo della memoria marinaresca fluviale, con una guida di eccezione,
Riccardo Cappellozza, il fondatore del Museo, e ultimo dei vecchi barcari;
- raccogliere fondi per il Museo della Navigazione fluviale di Battaglia Terme e per il restauro della Comacina;
- ringraziare quanti sono intervenuti per il recupero della Comacina dalle acque del Piovego, collaborando prima e dopo
con la propria prestazione, con appropriati consigli, con materiali, per la riuscita di un’operazione risultata perfetta
proprio grazie al gioco di squadra finalizzato al recupero dell’imbarcazione.
Si ringraziano quanti sono intervenuti a vario titolo:
- Unità fluviale volontari Protezione Civile del Comune di Padova, responsabile dr. Sandro Mose;
- Vigili del Fuoco, il Comandante dr. Notaro, la Squadra intervento Padova e il Gruppo Sommozzatori unità Venezia;
- Comune di Padova, Sindaco dr. Bitonci, Assessore dr. Saia, Comandante Polizia Municipale e Responsabile
Protezione Civile dr. Paolocci, responsabili Protezione Civile dr. Piazza e dr. Bolzan;
- Presidente Provincia Padova dr. Soranzo, Settore Caccia e Pesca, Comando Polizia provinciale;
- Bacino Bacchiglione Brenta, dirigente ing. Dorigo, ufficio Padova Genio Civile Regione Veneto ing. Ferrari,
responsabile manovre dr. Passarella;
- Ispettorato di Porto di Venezia, dirigente ing. D’Elia, dr.sse Domeneghetti e Stevanato;
- Sistemi territoriali, funzionario dr. Bondesani;
- Operatori commerciali della navigazione a Padova quali Delta Tour, Battellieri del Brenta, Houseboats;
- Barcari moderni prodighi di consigli e materiali Alessandro Berto, Giampaolo Friso, Florio Fumani, Luigi Dalla Riva,
fratelli Rudy e Diego Toninato, Maurizio Tosetto;
- Silvano Cogo ed i lavoratori della Cooperativa Piovego;
- gli Amissi del Piovego;
- i contributori Elio Franzin ed Emilio Montana;
- Riccardo Cappellozza;
- Michele Tonolotto;
- Gilberto Penzo, Lorenzo Pavan, Natale Roman, Alessandro Baldina;
- ditta Candeo Agostino;
e quanti altri si sono prodigati ed interfacciati per evitare la distruzione della Comacina prima, e dopo per il suo
recupero.
Un ringraziamento anche a quanti collaboreranno per il restauro.
Padova, 16 novembre 2015
Maurizio Ulliana, presidente associazioni “Amissi del Piovego” e “TVB – Traditional Venetian Boats”
Allegato: Crono report fotografico
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Distribuzione via elettronica gratuita.
Per donazioni e adesioni alle associazioni “Amissi del Piovego” e “TVB – traditional venetian Boats”
scrivere rispettivamente a [email protected] oppure [email protected]