africa imprese e atenei uniti per creare nuova classe dirigente

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africa imprese e atenei uniti per creare nuova classe dirigente
2015/09/16
universitime.corriere.it
africa imprese e atenei uniti per creare nuova classe
dirigente
Formare giovani imprenditori in Africa in grado di fornire servizi
alle imprese italiane, come i colossi Salini Impregilo e Mapei, che
sempre più spesso investono nel continente africano, e contribuire a
sviluppare un’economia locale. Sono questi gli obiettivi che si pone la
fondazione E4Impact, presentata mercoledì 16 settembre a Milano,
che punta a creare alleanze con le università africane per dar vita a
corsi di formazione e coaching destinati ad una nuova generazione di
imprenditori con una forte valenza sociale.
«Chi frequenterà i corsi dell’Mba in Impact entreprenourship avrà sia
la laurea dell’università africana che avrà frequentato che quella
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore», ha spiegato Mario
Molteni, presidente dell’associazione Always Africa e docente di
Economia aziendale all’Università Cattolica, che fa parte del
consiglio di amministrazione di E4Impact. Nel cda della fondazione,
costituita questa mattina, siedono anche Letizia Moratti (Securfin),
Giorgio Squinzi (Mapei), Pietro Salini (Salini Impregilo) e il rettore
della Cattolica Franco Anelli. E dopo la fine di Expo «la Fondazione
Milano per Expo – ha aggiunto Moratti -, come mi ha comunicato la
presidente Bracco, trasferirà il proprio patrimonio a questa nuova
fondazione» che proseguirà idealmente il lavoro iniziato nei sei mesi
dell’Esposizione. «Che il progetto dia esiti positivi – ha spiegato
Letizia Moratti – lo dimostrano i risultati già raggiunti nel progetto
pilota».
L’Mba, infatti, è già attivo a partire dal 2008-2009 in Kenya, Uganda,
Ghana, Costa d’Avorio e Sierra Leone e ha «formato 130 giovani
imprenditori, di cui il 60% ha dato vita a nuove imprese» che si sono
potute sviluppare grazie ad una rete di venture capitalist sia locali
che italiani. La fondazione conta di attivare l’Mba in 16 Paesi entro il
2020, inclusi quelli del West Africa, con l’obiettivo di avere tra i
futuri allievi circa 3000 nuovi imprenditori, in grado di dar vita a 500
nuove aziende e creare migliaia di nuovi posti di lavoro. Parole
analoghe a quelle del presidente di Confindustria e numero uno di
Mapei Giorgio Squinzi, che già è presente con degli stabilimenti in
Egitto e Sud Africa ed entro il 202 punta a espandersi almeno in altri
5 Paesi. «L’obiettivo – ha spiegato – è creare una classe dirigente
capace di ideare soluzioni ai problemi atavici in cui si trascina
l’Africa», ha detto Squinzi, sottolineando che se le nuove leve
dell’imprenditoria saranno in grado di produrre servizi adeguati
consentiranno alle imprese italiane intenzionate a investire in Africa
di essere «più competitive».
«Siamo già in 5 Paesi africani ma vorremmo arrivare ad almeno 15
nell’arco di pochi anni», ha infatti affermato Mario Molteni,
professore di Economia aziendale alla Cattolica. Per Molteni, la
Fondazione E4Impact «è certamente una grande iniziativa per
l’Africa, ma lo è anche per le imprese italiane interessate a investire o
espandersi nel continente», per questo ci «auguriamo di allargare il
novero delle grandi imprese che partecipano al progetto». Tra chi c’è
già, un posto di rilevanza spetta alla Salini Impregilo, tra le aziende
italiane più `esperte´ di Africa: «Non si emigra dall’Africa tanto per
le guerre ma soprattutto per sfuggire alla povertà e cercare una vita
migliore», ha affermato l’amministratore delegato della società,
Pietro Salini, secondo il quale bisogna «dare risposte diverse alle
masse africane», e la Fondazione lo fa, creando «le condizioni per
formare una nuova classe dirigente nelle nazioni del continente».