Rotelli crea il campione nazionale
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Rotelli crea il campione nazionale
9 Giovedì 17 Maggio 2012 DENARO & POLITICA SAN RAFFAELE PARTE IL PROGETTO DI RILANCIO. VIA AL POLO OSPEDALIERO CON IL SAN DONATO Rotelli crea il campione nazionale Il professore di Pavia ha illustrato ai dipendenti di via Olgettina il progetto per ripianare il disavanzo L’obiettivo è raggiungere il pareggio già entro quest’anno. Stop agli sprechi. A rischio anche la cupola I NUMERI DEL POLO S. DONATO-S. RAFFAELE di Andrea Montanari «L a cupola che domina il San Raffaele e sulla cui sommità spicca l’angelo con le ali un giorno si leverà in cielo e volerà via». Giuseppe Rotelli prende in prestito «il sogno premonitore» che alcun giorni fa ha fatto il fedelissimo Gabriele Pelissero, nuovo vicepresidente del San Raffaele, per specificare come farà pulizia, come eliminerà gli sprechi dall’ospedale rilevato per 405 milioni e su cui pesa un disavanzo di 65 milioni. Una voragine, derivante della precedente gestione, quella targata don Luigi Verzè (deceduto il 31 dicembre 2011), che il professore di Pavia proprietario del Gruppo Ospedaliero San Donato, primo player nazionale della sanità, vuole chiudere «in tempi brevissimi». Per farlo taglierà tutto il superfluo; «Tutto ciò che non è produttivo sarà dismesso». Quindi, forse, anche la scenografica cupola pagata 50 milioni dal prete-dominus del San Raffaele. Perché la parola d’ordine di Rotelli, che ieri si è presentato ai dipendenti, è quella di «azzerare il disavanzo di bilancio» della struttura, che assieme al San Donato darà vita «al campione nazionale nel settore ospedaliero». Solo passando dalla «trasparenza», dalla «pubblicità dei bilanci», dalla «correttezza e dall’appropriatezza dei comportamenti» e dalla «tolleranzazero nei confronti degli sprechi» si raggiungerà l’obiettivo, ossia Fatturato aggregato* Posti letto 5.329 Ricoveri 199.053 Pazienti** 263.028 Addetti totali Disavanzo S. Raffaele La famiglia Rotelli al gran completo. Da sinistra: la terzogenita Giulia, la signora Gilda Gastaldi, il professore Giuseppe Rotelli, il primogenito Paolo e l’altro figlio Marco 1.400 mln € 15.000 65 mln € * Di cui: 800 milioni del San Donato e 600 del San Raffaele ** In emergenza urgenza GRAFICA MF-MILANO FINANZA «l’equilibrio economico e la capacità di autofinanziare lo sviluppo». Due elementi «costitutivi e irrinunciabili» del progetto, che dal punto di vista contabile si prefigge di arrivare già quest’anno al pareggio. «Quando presenteremo il bilancio 2012 voglio poter annunciare che l’obiettivo del pareggio è stato conseguito e che il San Raffaele è salvo e saldo sulle sue gambe». Target che non spaventano il professore di Pavia, entrato nel settore 32 anni e che già nel 2000 ha risanato il gruppo Ligresti Sanità, finito «sull’orlo del fallimento». I primi interventi riguarderanno i costi aziendali e gli acquisti da quei fornitori (ripagati per il 75% dall’offerta di Velca), i quali rappresentano «uno degli elementi strategici della gestione» e ora si troveranno a trattare con un soggetto più forte, il polo S. Donato-S. Raffaele. Due entità separate, controllate dalla stessa capogruppo (Velca), che «svilupperanno tutte le sinergie possibili» sia sul fronte clinico sia su quello della ricerca scientifica e della didattica. Perché il «recupero dell’attività universitaria sarà un obiettivo primario della mia gestione». D’altronde ora «siamo il quinto gruppo su scala europea», ha detto Rotelli. «Ed è in questo scenario che ci dovremo confrontare e dovremo ragionare in vista anche dell’apertura delle frontiere della degenza medica». Ad animare il professore di Pavia, consapevole di avere «pagato caro, forse troppo» il San Raffaele, è «l’ottimismo della volontà, che prevale sul pessimismo della ragione». Ma la sfida è cominciata e il manager non intende certo perderla. Per cancellare il ricordo «di un’epoca, quella dell’assalto alla diligenza della spesa pubblica», che aveva caratterizzato la ge- stione precedente, «lavoreremo il doppio per confermare la bontà del progetto». Un piano d’azione che non prevede la quotazione del San Donato: «Non ne ha abbiamo bisogno, siamo solidi così». Ieri ascoltare l’articolato discorso di Rotelli, che ha ringraziato pubblicamente il ministro della Salute Renato Balduzzi, il governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni, l’assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani, le istituzioni politiche sociali ed economiche cittadine, il Vaticano e anche la Procura di Milano e il presidente del Tribunale Fallimentare Filippo Lamanna, non c’erano solo le centinaia di dipendenti (una risorsa fondamentale che però dovrà sposare il progetto, «perché chi non seguirà questa strada finirà ai margini») c’era anche la famiglia Rotelli al completo, tra cui il figlio Paolo, che l’anno prossimo entrerà in azienda. Inoltre, nell’aula Caravella Santa Maria sedevano i membri del cda (Claudio Calabi, Francesco Micheli, lo stesso Pelissero, l’ad Nicola Bedin e l’avvocato Giuseppe Lombardi), l’altro legale di fiducia Marco De Luca, la commercialista Anna Strazzera, il presidente di Rcs (partecipata al 16,55% da Rotelli) Angelo Provasoli e il notaio Piergaetano Marchetti. Intanto, la Fondazione del Monte Tabor sta definendo il processo di dismissione degli altri asset. Dopo la vendita per un euro della fazenda brasiliana, i vertici dell’ente stanno valutando la messa in liquidazione della Editrice San Raffaele, della compagnia Air Viaggi e la Quo Vadis, che nei piani di don Verzè sarebbe dovuta diventare un centro per la ricerca nelle scienze del benessere. (riproduzione riservata) In una lettera il concedente Cal ne ha intimato la partenza, agitando lo spettro dell’inadempimento e della revoca della concessione Tangenziale esterna di Milano, l’8 giugno via ai lavori di Manuel Follis B uone notizie in arrivo per le autostrade in costruzione in Lombardia, la Tangenziale est esterna di Milano, la Brescia-Bergamo-Milano (Brebemi) e la Pedemontana Lombarda. Si tratta di infrastrutture legate tra loro per cui, come spesso accade, un evento positivo si ripercuote anche sulle altre società. In questo caso la buona notizia è la definizione della data d’inizio dei lavori per la tangenziale esterna, fissata in via informale l’8 giugno, ed è arrivato anche l’ok dalle banche per una prima tranche, da 120 milioni, del prestito ponte per Pedemontana. La prima notizia, ovvero la partenza dei lavori della tangenziale esterna, è da sempre una delle condizioni richieste per sbloccare il maxi-prestito per la Brebemi, a sua volta subordinato al buon esito dell’aumento di capitale da 500 milioni varato da Autostrade Lombarde (principale azionista di Brebemi). Un elemento che ha contribuito a sbloc- care la Tem è probabilmente la lettera inviata da Cal (Concessioni Autostradali Lombarde) ai soci della tangenziale esterna. Una lettera ufficiale nella quale il soggetto concedente intimava l’avvio con urgenza dei lavori paventando il rischio di inadempimento e quindi persino di revoca della concessione. Altro incentivo che ha permesso che anche gli ultimi intoppi fossero risolti. Il progetto definitivo (con partenza dei lavori prevista come detto l’8 giugno) dovrebbe essere firmato nel consiglio d’amministrazione Antonio di giovedì 24 maggio. SoMarano lo allora la realizzazione dell’opera potrà considerarsi avviata. Dal punto di vista finanziario l’avvio dei cantieri sarà sostenuto dalla stessa Tem, che ha in cassa una disponibilità di circa 40 milioni, cifra che però basterà per qualche settimana. Nel frattempo tutte sono state chiuse le pratiche relative al prestito ponte delle banche. Una prima tranche garantita dovrebbe arrivare già entro l’estate, mentre la seconda sarà disponibile solo a seguito di un aumento di capitale di Tem, che la società da poco guidata da Antonio Marano si è impegnata a portare a termine entro il primo gennaio 2013. La partenza della tangenziale esterna è una notizia molto positiva per il sistema autostradale lombardo, e avrà un impatto anche sulla Brebemi. Le due opere sono infatti strettamente legate, visto che la Brescia-Bergamo-Milano è un’autostrada che a lavori conclusi dovrebbe collegarsi proprio nella tangenziale esterna. I lavori della Brebemi procedono senza intoppi e ritardi nei pagamenti, ma il futuro dell’opera è legato al buon esito dell’aumento di capitale da 500 milioni varato ormai mesi fa, su cui c’è un inoptato da circa 200 milioni, soprattutto a seguito del disimpegno di molti enti locali azionisti. Anche sul fronte della Brebemi, però, si intravede una luce in fondo al tunnel, ed è possibile che entro l’estate si sblocchi l’empasse legato alla ricapitalizzazione, e di conseguenza si possa ratificare la firma preliminare (che risale alla scorsa estate) del maxi-prestito da 1,2 miliardi legato all’infrastruttura. Buone notizie, a parte la tranche del prestito ponte, anche per quanto riguarda la Pedemontana, cioè la terza autostrada in costruzione in Lombardia, il cui primo lotto è quello in cui i lavori sono in fase più avanzata, mentre la recente firma del contratto con Strabag per la realizzazione della seconda parte (nonostante un ricorso di Impregilo) permetterà il completamento dell’infrastruttura, anche se non entro il 2015 come inizialmente previsto. (riproduzione riservata)
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