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Come faremo shopping nel 2005? I trend e i precursori di come sara’ il negozio del futuro Il negozio di domani: il cambio di prospettive del retail conduce a nuove logiche, apre nuovi scenari SCHEDA OPERATIVA DI RICERCA Milano, novembre 2002 P.1 01. Le premesse Metodologia di analisi Obiettivo della ricerca Considerazioni strategiche Ricerca: abstract P.2 Metodologia di analisi NEMO è un laboratorio di ricerca sulle tendenze del retail, ideato da RDS, che integra competenze di partn er altamente specializzati: GDOWEEK, POPAI e RDS. La ricerca prodotta nel corso del 2002, condotta a livello internazionale, ha analizzato le tendenze e le innovazioni in atto in Europa, Paesi del Mediterraneo, Stati Uniti e Asia Orientale. Non si è infatti voluto limitare l’ambito di indagine alle sole esperienze italiane, in parte già note agli addetti ai lavori, ma si è voluto allargare lo scenario al mercato internazionale per offrire un punto di vista ad ampio spettro. Sono stati analizzati sia esempi di grandi corporation, sia di aziende meno note. Esperienze sempre e comunque innovative, capaci di fornire forti stimoli di riflessione. L’analisi è stata condotta con un approccio field, ricercando sul territorio i modelli di negozio più innovativi nel mondo. La ricerca è stata inoltre sviluppata analizzando studi specifici messi a disposizione da istituti di ricerca internazionali e, ancora, intervistando direttamente aziende che hanno condiviso informazioni su progettiprototipo e studi cutting edge volti a innovare i format distributivi delle singole aziende. Questa metodologia di indagine ha permesso non solo di proporre esempi reali di innovazioni recentissime – persino in fase di sperimentazione – ma di effettuare uno studio comparativo delle innovazioni. Uno studio “trasversale” sia per settore di applicazione sia per tecnologia e strumentazione utilizzata. Quanto emerso dalla ricerca è stati presentato nella mostra NEMO NEXT SHOP, allestita all’interno del salone Franchising e Partnership di Milano nel novembre 2002. La mostra è stata realizzata da EXPOcts, Gruppo Sabatini e RDS con la collaborazione di POPAI, GDOWEEK e VRWAY. Obiettivo della ricerca L’obiettivo della ricerca è stato individuare le trasformazioni in atto a livello globale nel retail e nei modelli di punto vendita al fine di evidenziare i key point e codificare le tendenze strategiche verso cui si stanno muovendo i retailer e i format commerciali. L’enorme quantità di informazioni raccolte è stata elaborata e codificata. Sono stati così tracciati 10 trend che sintetizzano le linee di sviluppo dei modelli di negozio del futuro. Tali trend sono particolarmente significativi per comprendere le dinamiche nel settore distributivo, ma richiedono un’attenta interpretazione. Si tratta infatti di “icone” rappresentative di alcune forti esigenze percepite sul mercato. P.3 Ogni trend è connesso ad un bisogno. Le aziende devono organizzare il proprio modello distributivo decidendo se rispondere ad uno o più bisogni in modo verticale o trasversale – in funzione della propria mission e del posizionamento obiettivo sul mercato – e seguire uno o più trend in funzione della propria identità e del target aziendale. Considerazioni strategiche La ricerca nasce da alcune considerazioni strategiche: > La distribuzione e il commercio hanno assunto negli ultimi anni un ruolo predominante nella filiera di trasferimento di prodotti/servizi sul mercato. Nella quasi totalità dei settori, l’offerta produttiva è maggiore della domanda: il fattore critico di successo competitivo dell’azienda si sta quindi spostando verso la capacità di raggiungere il cliente finale con format distributivi maggiormente efficienti. > Lo shopping, dal punto di vista dei consumatori, rappresenta, soprattutto nei paesi ad elevata industrializzazione, un’attività che ricopre un ruolo rilevante nella vita quotidiana: lo shopping assorbe oltre un terzo del tempo libero di ogni persona. > Il retail ha vissuto dalla fine degli anni Novanta un elevatissimo dinamismo, sia in termini qualitativi che quantitativi. In Italia, rispetto al 1990, i punti vendita al dettaglio si sono ridotti di oltre il 33%. Contemporaneamente, la distribuzione ha visto proliferare nuovi format distributivi che hanno determinato una grande rivoluzione: il commercio in franchising, ad esempio, è triplicato in 10 anni, arrivando a pesare il 6,1% del commercio al dettaglio. Ma sono soprattutto le modalità di essere “shop” ad andare profondamente modificandosi: non solo in termini di format economici e modelli organizzativi, ma anche nella stessa concezione di essere negozio. Gli spazi di presentazione e trasferimento dei prodotti assumono un ruolo più profondo e complesso, sia nel contesto sociale, sia nel contesto urbano. Il macrotrend cui si assiste è la trasformazione del negozio nel soggetto protagonista dell’esperienza di shopping: è la rappresentazione attorno al prodotto, non più il prodotto stesso, ad essere il centro focale di attenzione. I negozi assumono una valenza sociale. Allo stesso tempo i luoghi sociali divengono punti di vendita. I negozi si smaterializzano, vanno a casa dei clienti, li accompagnano, occupano i loro frammenti di tempo. È possibile effettuare acquisti via SMS. Fare acquisiti è un’esperienza che può divenire virtuale, ma anche sempre più reale. I negozi sono sempre aperti, ma anche sempre chiusi. Stupiscono, ma rispondono anche a valori etici. I negozi di domani non soddisfano solo l’esigenza di acquisto ma, soprattutto, quella di relazione e conoscenza. efficacemente i bisogni del pubblico. Deve rispondere alle modalità di fare shopping richieste dal mercato. L’urgenza di una ricerca di identità è estrema. Non è futuribile, ma immediata. La ricerca di come essere “shop” è la frontiera più strategica del retail: comprendere i trend, le dinamiche di fondo che accomunano un modo di “vendere” che risponde a esigenze generali, trasversali a settori merceologici, paesi, GD o punti vendita al dettaglio. È in base a queste esigenze che occorre costruire tutta l’infrastruttura del negozio: il concept, il look & feel, gli allestimenti, le tecnologie, i sistemi di relazione, il dialogo post-vendita con i clienti e molti altri elementi dello shopping evoluto. Molti player hanno già sviluppato una propria identità e un modo specifico di “essere negozio”. Molti altri non hanno ancora preso consapevolezza del problema. Sarà la velocità con cui le aziende acquisiranno questa consapevolezza a determinare gli assetti distributivi del domani. La ricerca dell’identità specifica che ogni punto vendita deve possedere rispetto all’ “altra offerta” appare essere oggi il fattore di successo dei retailer nei prossimi 3 anni. Il punto vendita deve soddisfare P.4 Ricerca: abstract NEMO ha tracciato 10 trend su come faremo shopping nel futuro, suddivisibili in due macroclassi: “inner value experience” e “functional value experience”. A fianco delle tendenze, la ricerca ha evidenziato alcuni vettori di innovazione tecnologica che impatteranno sul sistema distributivo nei prossimi anni. il barcode diventerà un chip a radio frequenza. Sulle gondole della GDO, nei carrelli, a casa, il prodotto potrà raccontare la propria storia, oltre al prezzo. I chip saranno inseriti nelle confezioni del latte, con gli alimenti, e la tecnologia sarà elemento del quotidiano. Non è un futuro lontano, già in alcuni negozi sono in atto sperimentazioni in ambiti “aperti al pubblico” (Prada NY - USA, Pick Up - Australia). Ma non sarà la tecnologia a vincere e a segnare il futuro dello shopping: sarà l’uomo, la “merce” sempre più scarsa che viene e verrà contesa dalla distribuzione. Solo i negozi che sapranno proporsi con una propria, forte, identità potranno attrarre il consumatore. Ma sarà sempre il consumatore, cittadino e persona, a decidere e scegliere a chi rivolgersi e in quale tipo di negozio spendere e soddisfare i propri bisogni. I 10 trend emergono dalle innovazioni distributive di aziende che hanno percepito esaputo leggere Anche il simbolo internazionale del le innovazioni comportamentali commercio è in via di trasformazione: delle persone. Sono aziende Uno degli obiettivi delle nuove tecnologie applicate al retail è semplificare, riconoscere i comportamenti di acquisto secondo bisogni e consuetudini: l’acquisto con le impronte digitali (Indivos-Visa), lo spostamento della frontiera e-commerce verso la virtual reality (Billa-gruppo Rewe – Germania o L’Oréal e Microsoft), la definizione di percorsi predefiniti ma differenziati in funzione del profilo comportamentale del cliente. profondamente attente al “comune”: il cliente.NEMO solleva riflessioni su due livelli: a) lo shopping è un fattore di costume, coinvolge tutti: i 10 trend evidenziati segnalano un modello culturale, una mappa delle esigenze umane relative alla specifica attività di shopping. Esigenze che possono essere traslate su bisogni più generali che trascendono la sfera economica dell’acquisto. La volontà di poter acquistare sempre ed ovunque è segnale della tendenza di nomadismo e di ibridazione delle attività quotidiane delle persone, dove il privato si confonde con il pubblico, il fatto intimo con il fatto economico (Coca Cola SMS, Tower 24 - Germania, Migros - Svizzera). La voglia di essere parte di un gruppo “chiuso”, di essere condotti per mano, segnala e conferma il desiderio di appartenenza, di condividere interessi similari riconosciuti, la volontà di non essere P.5 soli, di disporre di una “spalla”, di un coach che affianca, guida, istruisce in un percorso/mondo sempre più complesso e difficile (Wall Mart USA, Rei - USA, Tiso - UK). è facilmente clusterizzabile. Il cliente è camaleonte (fonte: Cap Gemini Ernst&Young). Il cliente non è più “un” cliente, con un comportamento prevedibile, ma è tanti comportamenti. Muta con le Personal Shopper (Philips) o soluzioni situazioni: manager di giorno, trendy per l’acquisto veloce (Sainsbury’s alla sera, esploratore nel week-end, UK) rispondono alla contrazione della romantico nel tempo libero. disponibilità di tempo da dedicare ad attività routinarie, La ricerca ha evidenziato come già lo shopping di beni primari. oggi, nella grande distribuzione, il cliente non scelga più l’insegna, L’importanza dei luoghi e delle ma i singoli reparti (abbigliamento, atmosfere è ribadito nella quasi alimentari, sport, ecc) spostandosi totalità dei trend. Lo shopping anche su diverse insegne. Si cercano è sempre più emotivo. Lo shopping punti vendita differenti, eludendo è momento di acquisto ma diviene le aziende che vorrebbero disporre soprattutto momento di piacere del cliente per la totalità degli edonistico. Le aziende “comprano” acquisti (specializzazione nella il tempo del cliente: alcuni grandi despecializzazione - Ipercoop, marchi creano i metabrand shop Esselunga). L’ascolto del cliente (Sony, Toyota, Panasonic Asahl diventa fondamentale: non con Giappone), altri ripensano il concetto i sistemi standard di CRM e stesso di negozio all’interno del clusterizzazione, ma entrando nel proprio settore (BMW WELT quotidiano, lasciando che il cliente Germania). costruisca progetti e scelga il Gli studi sociologici divengono negozio che meglio si adatta a lui sempre più indispensabili per (prototipi Unilever – Paesi Bassi, identificare il target: il cliente non Procter&Gamble - USA) b) i trend evidenziati sono dei segnali, degli indicatori di prospettive future: in parte in essere già oggi, ma spesso poco evidenti, segnali presenti con disomogeneità nei diversi continenti. NEMO fornisce agli uomini di azienda l’opportunità di avere una panoramica complessiva sulle tendenze in atto. Ma queste debbono essere profondamente re-interpretate, discusse e “superate” da ogni azienda. Nel momento stesso in cui le tendenze sono rappresentate diventano infatti obsolete. Ogni impresa deve cogliere stimoli per riflettere sul come procedere. Le competenze distintive aziendali devono valorizzare la capacità di intuizione e disegnare un modello di shopping coerente con la propria mission aziendale. Sarà questa capacità di re-interpretare i simboli e i trend l’elemento che decreterà il modo di fare shopping nel 2005. P.6 02. La ricerca Innovazione: tra tecnologie e nuovi concept 10 trend per il negozio del futuro P.7 Innovazione: tra tecnologie e nuovi concept La ricerca ha evidenziato alcune tecnologie emergenti che cambieranno la relazione tra consumatore e punto vendita: dal modo di recepire le informazioni relative ai prodotti esposti al modo di effettuare il pagamento. La stessa visita al negozio può divenire una nuova esperienza. All’interno della mostra NEMO NEXT SHOP sono stati presentati video, simulazioni e case-history su alcuni di questi temi. Chip & Shop: l’evoluzione del Bar Code Un ciclo si è chiuso. Inizia una nuova era per il trade moderno. Il barcode, icona del commercio, si trasforma in digitalcode. Secondo stime recenti, nel 2003 ci sarà già oltre un miliardo di smart labels, le etichette intelligenti. Le nuove etichette, chip flessibili e più sottili di un foglio di carta, dotati di sistemi di radiofrequenza per comunicare a distanza, dialogano con il carrello della spesa e la cassa. Per una spesa rapida e senza code. Tecnologie già ampiamente sperimentate in molti supermercati in Europa, come Billa in Austria. Tecnologie che permettono un dialogo continuo anche dalla casa del consumatore: il frigorifero avvisa se un prodotto è in scadenza o finito, stila la nuova lista della spesa, e la ordina direttamente, via e-mail, al supermercato più vicino. > L’evoluzione tecnologica E’ in corso di sperimentazione il chip di plastica che si stampa su rotative e che costerà meno di un centesimo di euro. Polytronic è il nome di questa rivoluzione tecnologicaFonte: Fraunhofer Institute - Monaco, Germania. Virtual Reality Shopping L’e-commerce si sta trasformando, cerca di avvicinarsi sempre più all’esperienza dello shopping reale. Importanti player del retail “fisico” stanno sperimentando l’efficacia di modelli di vendita o di contatto P.8 on-line ricorrendo a sistemi di shopping virtuale tridimensionale. Il cliente si muove all’interno del negozio virtuale o del centro commerciale come se fosse fisicamente sul posto. Sceglie di entrare in un negozio, toccare i prodotti esposti, prenderli, muoverli, chiedere ulteriori informazioni e decide se acquistarli o riporli sullo scaffale. Pay by Touch: pagamento con impronte digitali I sistemi di pagamento rappresentano una frontiera delicata per il retail del futuro. Comodità e sicurezza sono i driver che stanno orientando le ricerche tecnologiche su questo tema. Fare acquisti con le impronte digitali: la nuova frontiera della carta di credito è rappresentata da uno scanner digitale per un pagamento facile, veloce e sicuro. Un sistema peraltro estremamente economico per il retailer. Supermercato del futuro Il supermercato del futuro si integrerà sempre di più con la vita del cliente: dialogherà direttamente, tramite web, con gli apparecchi di casa. Le etichette intelligenti applicate sui prodotti forniranno la situazione delle scorte di casa presenti e l’elenco della spesa da memorizzare su carta magnetica. Grazie a questa, il carrello intelligente del supermercato, guiderà il consumatore agli scaffali con i prodotti ricercati e segnalerà le varie offerte. > Case history: Procter & Gamble sperimenta il prototipo del supermercato del futuro (integrazione casa e shopping). 10 trend per il negozio del futuro NEMO ha codificato 10 trend sullo shopping del futuro. Attraverso un’analisi sul campo, condotta a livello internazionale, sono state rilevate tendenze e innovazioni in fase di prototipo o già divenute realtà di riferimento. Si tratta di iniziative di importanti aziende trend setter, ma anche di segnali deboli, sviluppati da piccoli gruppi imprenditoriali che hanno raccolto e rilanciato alcuni spunti che appaiono essere in via di sviluppo. Il peso di questi 10 trend non è paritetico: varia per paese, settore merceologico, tipologia distributiva. Si tratta di archetipi, modelli di fare shopping che segnalano tendenze riconosciute a livello economico, ma che sono anche lo specchio di paradigmi e modi di essere tanto sociali quanto culturali (nomadismo, decontestualizzazione dei consumi, esigenza di comunità, riscoperta dei valori etici, ecc.). P.9 The inner value experience Trend che rispondono all’esigenza di riscoperta di valori emotivi, profondi. Lo shopping risponde a desideri, sogni, istanze interiori strettamente connesse allo stile di vita, che diviene sempre più “esperienza d’acquisto” profondamente radicata con il proprio modo di essere e di porsi. La scelta della tipologia di negozio diventa dimostrazione pubblica della scala di valori personale. P . 10 The functional value experience Trend che rispondono principalmente a bisogni funzionali di acquisto connessi alle modalità del fare shopping. La loro importanza è strettamente connessa alle caratteristiche strutturali del contesto geografico e sociale in cui ci si muove ed al tipo di bisogni dello specifico mercato. Talvolta i valori funzionali si intersecano con valenze anche psicologiche dell’acquisto. P . 11 THE INNER VALUE EXPERIENCE TREND 01 Task Tempo libero e shopping si fondono: attenzione agli ambienti e alle percezioni sensoriali. È l’intero negozio che stupisce. High lights I grandi parchi commerciali o mall smentiscono il dogma “non si può avere tutto nella vita”. Intrattenimento, formazione, sensorialità e coinvolgimento emotivo, turismo, sperimentazioni tecnologiche, iperofferta di beni e servizi, miscellanea di generi e stili, anche architettonici. Tutto in un unico luogo. Tutto in un unico universo, quasi onirico. The Mall of America, da circa 10 anni faro del think-big-shopping, stupisce per i suoi numeri: 520 negozi, 50 ristoranti, 8 night clubs, 14 teatri e cinema, 20 poli d’attrazione principali come il Lego Immagination Center, 12 mila persone impiegate e 42 milioni di visitatori all’anno, più di Disney World, Orlando. Una gigantesca ruota tipo Luna Park accoglie invece i visitatori del nuovo flagship store di Toys ‘R’ Us a New York. Spettacolarità espositiva, interattività estrema con il consumatore, divertimenti per tutti i livelli di età, quattro piani per un totale di 10 mila metri quadri. Il risultato è un negozio-spettacolo dove è impossibile il compra e fuggi. In passato si commentava “americanate”, oggi tutti cercano di imitare the “american way of shop” magari superandolo. È il caso del JVC new urban entertainment center a Guadalajara Mexico una colossale città del divertimento e shopping , progettata dal rinomato studio austriaco coop himmelblau, e attualmente in fase di costruzione. Oppure dello Space Park di Brema, in Germania, un parco commerciale tematico che aprirà i battenti nel 2003. Realizzato in partnership con Coca-Cola, Nestlè e Beck’s lo Space Park punta tutto sulla messa in scena delle futuribili avventure nello spazio in un clima di cosmos shopping e “store wars”. Ma l’idea più sensazionale già in sperimentazione in Canada e Stati Uniti è un’altra: dopo il day hospital arriva il mall hospital. Analisi del sangue, visita dal dentista, piccole operazioni, fast check up (AmeriScan lo esegue in mezz’ora scarsa) tutto durante lo shopping, tutto all’interno del centro commerciale. Trendline › edutainment › dream shopping › sensual age › more experience Look at: www.mallofamerica.com www.spacepark.d3.net www.inc.toysrus.com www.coop-himmelblau.at www.ameriscan.org P . 12 THE INNER VALUE EXPERIENCE TREND 02 Task La valorizzazione della propria posizione, il brand come interprete e anticipatore dei cambiamenti sociali. High lights Il No logo può attendere. La stragrande maggioranza dei consumatori è ancora inebriata. Il luogo del logo come tempio sacro raccoglie milioni, anzi miliardi di anime devote in tutto il mondo. Mantenere questa tensione però non è facile. L’idea di fondo: dopo il cult movie arriva il cult shop. In parte il flagship store assolve a questa funzione, spesso con ricercate modalità. Ancora una volta Nike è il precursore di nuove performance. Nasce NikeGoddess, per la “dea” donna, un nuovo format di negozi e community virtuale per il target donna che sicuramente lascerà il segno. Prada invece si fa strada con la non standardizzazione dei negozi e l’ipersensorialità tecnologica in un ambiente high touch . Il nuovo Epicenter store di New York è un concentrato di sperimentazioni dove spiccano le ultime soluzioni della Texas Instruments come il RFID (Radio Frequency Identification System), etichette intelligenti che comunicano a distanza e trasformano il camerino in un centro di informazione sui prodotti. Anche McDonald’s, interprete del mito americano e dei cambiamenti sociali, amplifica, grazie alle nuove tecnologie, il concetto di Fast Food applicando alla casse lo speed pass della Texas per il pagamento rapido. Benetton invece è da più di 20 anni una fabbrica di idee e oggi questa Fabbrica è un noto laboratorio creativo e multiculturale di giovani artisti e ricercatori provenienti da tutti i paesi. Si può quasi dire che Benetton è nel mondo perché rappresenta il mondo. Come la futuribile BMW WELT (il mondo Bmw) che verrà inaugurata, secondo le intenzioni della casa automobilistica bavarese, nel 2005 a Monaco. La scommessa: rivoluzionare l’esperienza dell’acquisto e ritiro dell’auto, diventare il luogo d’incontro per i clienti BMW di tutto il mondo, proporre lifestyle collection che spaziano dai funboard agli occhiali da sole. E dove non arriva il mega- brand arriva il meta-brand. Il Giappone insegna come si fa. Will è un meta brand lifestyle store multiservice fisico e online creato da 15 big players fra cui Sony, Toyota, Panasonic e Asahl. Dal Fun-Car allo shampoo Willshop apre nuovi scenari per la fruizione del brand. Ma anche in Usa il meta-brand fa scuola. Walt Disney ha inaugurato il 1° agosto 2002 il suo primo co-branding store Once Upon A Toy a Disney World, Orlando in partnership con Hasbra Toy Co mentre Microsoft e L’Oreal hanno in cantiere un nuovo prototipo di virtual shopping. Trendline › lifestyle › branch mix › co branding › brand stretching › high performance › look forward Look at: www.bmw-welt.com www.benetton.com www.willshop.com www.mcdonalds.com www.prada.it www.ti.com www.nike.com/nikegoddess www.disney.com www.orlando.about.com www.microsoft.com www.loreal.com P . 13 THE INNER VALUE EXPERIENCE TREND 03 Task Rispondere all’esigenza di “ritorno alle origini”, bisogno di garanzia riguardo la qualità dei prodotti e dei rapporti umani. High lights Fuga dalla città. Vita in campagna. Il sapore delle vecchie tradizioni. Relazioni autentiche e calore umano. Una fetta sempre più consistente dei consumatori fa le sue scelte sulla base di principi che esulano dalle convenzionali logiche di shopping. In molti paesi del Nord Europa meno significa di più. Le parole d’ordine: be slow be authentic, ben interpretate dal movimento SlowFood, che raccoglie sempre più soci in tutto il mondo. La vecchia spesa dal contadino diventa la spesa nella bio fattoria. In Svizzera al Birsmattehof si parla solo un incomprensibile dialetto locale, il “servizio” come lo intende il retail moderno lascia parecchio a desiderare, in compenso i prodotti sono genuini e l’atmosfera decisamente famigliare. Il farm shopping è una forma di commercio che si sta diffondendo a macchia d’olio all’estero. Ma pure l’Italia si muove. Alle porte di Milano, situata nei boschi del Parco delle Groane, la cooperativa agricola biologica Il Sentiero, nata da una appassionante storia individuale di comunità autogestita, attira sempre più persone. Non un semplice spaccio ma un Agrimarket con oltre 3000 referenze, prezzi e servizi speciali per gruppi di acquisto e consorzi di consumatori, trattoria interna, noleggio bici, musica improvvisata. Il tutto in un ambiente dove si respira aria di vita vera. Come nel andare per i mercatini e fiere di paese all’aperto. Saltimbanchi, artisti da strada, piccoli artigiani, produttori locali: la spesa al mercato è soprattutto relazione, semplicità. Il crescente successo dei mercati a tema come quelli bio, dell’usato e scambio diretto fra consumatori o ancora quelli strutturati a grande evento di festa come in Germania il Preußisch Oldendorfer Basar dimostrano quanto sia forte la voglia di recuperare le forme originarie del commercio, quando la socializzazione era diretta e non mediata dall’alto. Questa domanda viene soddisfatta in vari modi:” adotta un pecorino” è lo slogan su internet di un’azienda agricola italiana. L’idea è stimolante e già molto sfruttata all’estero: il cliente diventa azionista della mucca, di un pezzo d’orto e periodicamente riceve foto e notizie e ovviamente i prodotti della “sua” terra. Anche gli empori Alcatraz di Jacopo Fo associano i consumatori in gruppi di acquisto amichevoli per fare shopping al di fuori dei meccanismi del mercato ufficiale. Autenticità e unicità sono i principi ispiratori di Naturata, una impresa “comunitaria” che unisce produttori, distributori e consumatori con circa una trentina di punti vendita in Germania, Austria e Svizzera. Qui il concetto è ancora più estremo. La creazione del negozio è intesa come la creazione di un’opera d’arte, unica e irripetibile e soprattutto espressione della libera iniziativa locale. Un modello da non moltiplicare, ma solo da accogliere come stimolo e impulso per nuove imprese. Il Naturata sul Lago di Costanza esprime bene questa visione del commercio. Trendline › slowness › farm shopping › back to basic › unique shop Look at: www.emporioalcatraz.it www.ilsentiero.it www.preussischoldendorf.de www.naturata.com http://home.t-online.de/home/Naturata_ GmbH/ www.birsmattehof.ch www.asca.dimmidove.com www.eosta.com www.slowfood.it P . 14 THE INNER VALUE EXPERIENCE TREND 04 Task Rispondere all’esigenza di un acquisto connesso ad un valore etico del prodotto e del servizio. Trend in forte crescita, inizialmente poco considerato e oggi rilevante anche per la grande distribuzione. High lights Un altro mondo è possibile. Consumare meno per consumare tutti. Non è più solo il no global a gridarlo in piazza. Anche l’uomo della strada se ne sta pian piano convincendo, soprattutto nei paesi del Nord Europa. Definirlo terzo settore è riduttivo. È la terza via a un nuovo modello di società: più giusta e in armonia col mondo. Diritti umani, bilanci di giustizia, ecologia del denaro, fraternità, il dono come atto economico propulsivo, rispetto per l’ambiente e biodiversità, onestà, eticità nei comportamenti e naturalmente consumo critico. Valori complessi, non alla portata di tutti. Eppure sempre più persone, stanche di essere classificate come consumatori, aderiscono a questa Weltanschaung. L’hanno capita anche le multinazionali più sensibili ai cambiamenti sociali. Timberland nel nuovo concept store di Freehold lancia un messaggio chiaro sul mondo come dovrebbe essere: un mondo dove prevale la giustizia sociale. Nel Regno Unito la Ethical Trading Initiative, conta aziende del calibro di Levi’s, Chiquita, Tesco, Marks and Spencer e il sito planetshop -un portale shop&help che permette al consumatore di devolvere una quota del prezzo a una organizzazione di utilità sociale da lui indicata - raccoglie retailers come Amazon e Tchibo e organizzazioni come Unicef e WWF. Ma i veri protagonisti e precursori delle “utopie realizzate” sono altri. Solitamente hanno alle spalle una storia singolare. Spesso una missione. È il caso della Sekem in Egitto che ha trasformato il deserto in una fiorente attività agricola, commerciale e sociale. Una comunità produttiva -distributiva basata su un concept innovativo, anche se vecchio di quasi cent’anni: la triarticolazione dell’organismo sociale di Rudolf Steiner: risanamento della terra, ridistribuzione dell’utile in attività sociali e comunitarie, servizi medici gratuiti per i villaggi limitrofi, scuole per disabili, farmacie, negozi, centri culturali e religiosi, tutto nella logica dell’economia di sostegno. Poco noto al grande pubblico il cotone biodinamico della Sekem è stato scelto recentemente da Armani per la sua linea intimo. Un altro modello di triarticolazione commerciale/ culturale/sociale sono gli ASC, Agricoltura Sostenuta dalla Comunità (in inglese, Community Supported Agriculture) che propongono un sodalizio tra agricoltori locali e consumatori per una spesa solidale e vissuta in prima persona. In Canada e Stati Uniti esistono ormai più di 1000 ASC, e anche nell’Europa del Nord il numero si assesta su questa cifra. In pratica i consumatori si impegnano a supportare la fattoria con quote di denaro o addirittura lavorative. In cambio ricevono per la tutta la stagione prodotti freschi. Possono anche definire assieme all’agricoltore la varietà dei raccolti in base alle loro esigenze con delle coltivazioni su misura. Fare la spesa insieme ad altri consumatori e creare una relazione vera con i piccoli produttori è anche il leitmotiv dei GAS (Gruppi di Acquisto Solidale, organizzati su base locale dalle associazioni di consumatori e culturali, come l’Arci, per esempio) E poi c’è il Fair Trade vero e proprio, il cosiddetto commercio equo e solidale. 2500 World Shops (le botteghe del mondo) in tutta Europa quasi sempre strutturate a cooperativa sociale senza scopo di lucro. Il Fair Trade da un senso più profondo alla spesa di tutti i giorni e un nuovo modo di stabilire relazioni commerciali con i paesi economicamente più deboli: progetti di sostegno per le comunità locali, prezzi finali fissati con i produttori, rispetto delle coltivazioni, eliminazione dello sfruttamento minorile. Anche in questo caso tutto parte dal basso. Ctm Altromercato, oggi leader italiano di questo commercio, è nato a Bolzano da un piccolo gruppo di persone con interessi nel sociale. 6000 e passa sono invece i Charity Shops, impegnati in particolare nelle attività di sostegno per le fasce più deboli della popolazione. Trendline › change the world › Glocal Civil Society › trend over Look at: www.attra.org www.sekem.com www.planethelp.de www.worldshops.org www.charityshops.org.uk www.transfair.org www.bafts.org.uk www.ethicaltrade.org http://pages2.inrete.it/cocorico/gas.html www.altromercato.it www.timberland.com P . 15 THE INNER VALUE EXPERIENCE TREND 05 Task Rispondere all’esigenza di personalizzazione nell’era della globalizzazione. Il negozio diventa luogo di relazione e di conoscenza non del cliente, ma di ogni cliente. High lights Chiedi e ti sarà detto, come il cliente vuole il negozio. Sainsbury’s l’ha fatto per la realizzazione del nuovo concept store di Hazel Grove. Il risultato? Il primo superstore progettato dai consumatori in persona. Un concentrato di soluzioni e innovazioni indicate dai clienti con 7 differenti modalità d’acquisto fra cui spicca il personal shopper che, su richiesta, esegue la spesa mentre il cliente sta comodamente seduto all’internet café a bere e inviare e-mail. Il “only for your eyes concept” si basa su una semplice ma non facile strategia: fare di un estraneo un amico e di un amico un cliente a vita. Nell’epoca della spersonalizzazione dei rapporti umani una bella scommessa. Nel frattempo si punta sull’offerta di prodotti e servizi iperpersonalizzabili che soddisfano il dilagante egocentrismo contemporaneo. Internet ne è piena: Mysodas propone bevande personalizzate compresa l’etichetta della bottiglia, da Millstone il cliente può fare la propria miscela del caffè e farsela inviare a casa con il suo nome e marchio, Officeshop offre mobili d’ufficio in 11 mila versioni e con 30 mila opzioni di personalizzazione, il colosso Mars Incorporated fa decidere i colori dei futuri M&M’S direttamente via online dai consumatori e Tanomi, un portale che raccoglie dai consumatori idee e proposte per nuovi prodotti , ha finora realizzato già un terzo di tutti i progetti indicati, fra cui una nuova birra locale e la riedizione di un libro. Anche il retail tradizionale si fa interprete di questa esigenza. I Jeans su misura sono il cavallo di battaglia di Levi’s. Nei negozi i clienti hanno a disposizione 9 trattamenti diversi per personalizzare giacche, t-shirts e naturalmente jeans. Dal ricamo all’applicazione di borchie, dalla pittura e scoloritura fino alla trasformazione di pantaloni in gonne, tutto per far diventare l’acquisto un pezzo unico. Brooks Brother, il classicissimo negozio newyorchese di abiti su misura ha invece puntato su un sistema di digital tailoring. Grazie a un software sviluppato dalla Image Twin i sarti del celebre negozio sono aiutati da uno scanner digitale che nel camerino prende le misure in oltre 200 mila punti convertendoli poi in una mappa tridimensionale del cliente. Tutto questo nel giro di 12 secondi. In pratica il “su misura” più veloce del mondo. La catena di parrucchieri inglese Lynx Barbershops permette alla multinazionale Unilever (partner diretto) di “misurare” i desideri dei clienti nel luogo di utilizzo dei prodotti mentre Dell- Computer ha abbandonato la vecchia prassi produttiva “innovazione e sviluppo” sostituendola con il semplice “far decidere a ogni singolo cliente le caratteristiche e prestazioni del computer”. Trendline › mass customization › one to one & permission marketing › I-society › total customer choice Look at: www.j-sainsbury.co.uk www.levi.com www.mms.com www.tanomi.com www.officeshop.de www.mysodas.com www.millstone.com www.emotions.de www.dell.com www.brooksbrothers.com www.unilever.com P . 16 THE FUNCTIONAL VALUE EXPERIENCE TREND 06 Task Rispondere all’esigenza di rientrare in un gruppo sociale e di riconoscibilità. Interpretato come gruppo unitario o come preselezione dell’offerta in funzione dei bisogni comuni dei soci. High lights Negare l’ingresso alla top model Naomi Campbell è un gesto che pochi si possono permettere. L’ha fatto recentemente Voyage, la più esclusiva è blasonata boutique di abbigliamento di Londra. Solo i clienti con la membership card sono benvenuti e per farne parte bisogna mettersi in lista d’attesa. Lo stesso sito internet è blindato. Prossima apertura a Parigi, a fianco di Louis Vuitton e piano di sviluppo nelle principali città che contano. Ma il format funziona anche su vasta scala come club di massa. Bastano meno di 35 $ all’anno per far parte del Sam’s Club, i grandi magazzini del top retailer Wal-Mart. 500 pv sparsi negli Stati Uniti, 4.000 referenze, approccio integrato e multiservice, bundling e cross selling, Web community sono alcune delle caratteristiche del membersonly warehouse aperto a tutti. Più selettivo l’altro colosso della grande distribuzione. Metro, leader mondiale del Cash & Carry con 400 pv di grandi dimensioni in tutto il mondo, ha costruito la sua fortuna sulla formula membership store e attualmente sta realizzando dei membership supermarket in Cina con oltre 20 mila referenze. Porte aperte a commercianti, professionisti e titolari di partita Iva. Trendline › community appeal › strict entry policy › status › bundling › value prices Look at: www.voyage.com www.metro.de www.samsclub.com P . 17 THE FUNCTIONAL VALUE EXPERIENCE TREND 07 Task Rispondere alla decontestualizzazione degli acquisti: effettuabili sempre, senza orari, in funzione dei ritmi della clientela e del contesto urbano e sociale. High lights A revolution in distribution è lo slogan di Shop 24, la catena belga presente in mezza Europa con 225 negozi automatici e presto presente anche in Italia. Come retail concept si può definire un full automated convenience store always open. Può contenere sino a 3000 referenze, compresi prodotti freschi come frutta e verdura. Molti supermercati hanno già intuito le potenzialità del sistema. E recentemente la catena Sainsbury’s ha inserito un Shop 24 nel nuovo concept store di Hazel Grove, Manchester per soddisfare le esigenze dei clienti ritardatari. Il primo esemplare di Tower 24, una pick-up-station con funzioni di drive-in shopping, è stato inaugurato lo scorso settembre in Germania. Sviluppata dal Fraunhofer Institut di Monaco di Baviera la torre automatizzata (previsti a regime 700 installazioni su tutto il territorio tedesco) è una avveniristica soluzione che salda l’anello debole dell’ecommerce e del B2C: la consegna in tempi rapidi, economici e comodi per il cliente. Il sistema prevede l’invio di una E-mail o SMS con il codice PIN per il ritiro del prodotto. Al consumatore non resta che ritirare quanto ordinato online quando meglio crede. Zwo 24 è la catena di lavasecco più innovativa e high tech del mercato tedesco che ha ben interpretato l’esigenza del single e urban professional che non ha ne tempo ne voglia di fare il bucato. Lavaggio a secco ultrarapido in sole due ore (la media delle lavasecco tradizionali è di due giorni), deposito e recupero dei vestiti 24 ore su 24 con carta Vip prepagata munita di microprocessore e memoria, prezzi concorrenziali sono i plus di Zwo 24, il lavasecco completamente automatizzato. Trendline › value for time › non stop shopping › easy access › fast self-service › unassisted convenience store Look at: www.shop24.be www.zwo24.de www.tower24.de www.j-sainsbury.co.uk P . 18 THE FUNCTIONAL VALUE EXPERIENCE TREND 08 Task Il negozio deve essere accessibile ovunque ed in particolare nei luoghi dove c’è maggiore flusso. Il cellulare e il convenience-store sono i protagonisti futuri dell’atteso boom del move shopping. L’obiettivo è il negozio sempre e ovunque. nomi di prestigio per i beni di prima necessità di tutti i giorni in un ambiente accogliente e luminoso. Anche gli university stores americani come The Lobby Shop testimoniano come il convenience possa essere conveniente per il retail. L’altro boom atteso è quello del negozio in tasca. 200 milioni di cellulari che squillano in tutta Europa, 60 miliardi di euro Highlights il giro d’affari previsto per il 2004 sono cifre I consumatori non stanno mai fermi, che fanno riflettere. Tradotto in termini di vengono e vanno, e il tempo per loro stringe. opportunità di canale: 200 milioni di potenziali L’imperativo: diminuire lo stress e il fattore negozi a disposizione. Un’enormità. Pepsico tempo dello shopping. Dopo i cibi pronti in e Coca-Cola stanno già sperimentando pochi minuti arrivano i negozi per l’acquisto l’acquisto e addebito di bevande via telefonino in pochi minuti. Soprattutto per i bisogni in Scandinavia e Giappone. L’iniziativa “Sms “volanti”. Il format che meglio interpreta me for a Coke” che Coca- Cola ha testato questa esigenza è il convenience store, da non a Vienna in partnership con il provider confondere con convenienza. Comodo è il telefonico austriaco One su una ventina di termine giusto. Il potenziale di questo mercato distributori automatici di bevande ha dato è stimato nella sola Germania in 10 miliardi risultati incoraggianti. Anche eBay, sito leader di euro e secondo gli esperti raddoppierà nelle aste e lo scambio di oggetti, sta puntando nei prossimi 10 anni. Stazioni ferroviarie e sugli acquisti via sms, come pure Chl, uno dei di servizio, aeroporti, videoteche, cinema, primi operatori di e-commerce italiano, che alberghi, università, treni, parrucchieri, uffici offre il servizio SmShop da ormai un anno. E postali, condomini e uffici. Il convenience apre se proprio qualcuno è ancora immobile, per infinite possibilità di nuovi canali. Ancora una scelta o necessità, allora è il negozio a mettersi volta il big della distribuzione food Sainsbury’s in movimento. A Londra va di moda il “mobil è presente quando si tratta di cavalcare un business coiffeur” parrucchieri, come Errol trend. I Sainsbury’s Local sono il frutto della Douglas, che durante la pausa pranzo fanno partnership con Shell. Distributore di benzina e il taglio ai manager direttamente in ufficio. Il minimarket si fondono. Prodotti freschi e due colosso svizzero della grande distribuzione Migros porta il supermercato su quattro ruote direttamente nei paesini sperduti delle Alpi Svizzere mentre sempre in Svizzera il Railshop promozionale della Coop da un idea di come può essere la spesa in carrozza. E dopo il negozio sotto casa arriva il negozio in casa. È il caso del servizio “silver high touch” per la terza età sviluppato dalla catena svedese Seniorshop. In pratica dei mobil shops che vanno direttamente a casa del cliente. All’anziano non resta che stare comodamente seduto in poltrona aspettando che il negozio bussi alla porta. Più convenience di così! Trendline › time value › easy access › convenience revolution › m-commerce › shop on tour Look at: www.j-sainsbury.co.uk www.one.at www.ebay.com www.seniorshop.se www.migros.ch www.coop.ch www.dukestores.duke.edu www.chl.it www.erroldouglas.com P . 19 THE FUNCTIONAL VALUE EXPERIENCE TREND 09 Task Rispondere all’esigenza del hypersmart shopper, un universo di consumatori in esponenziale aumento. v Segno dei tempi. Ieri gli spacci aziendali erano la meta di pochi fanatici del risparmio disposti ad avventurarsi per tortuose strade di campagna. Erano i tempi della vendita diretta, da produttore a consumatore. Oggi i moderni Factory Outlet Village o Designer Outlet come il Mc Arthur Glenn di Seravalle o il Fox Town di Mendrisio sono enormi parchi commerciali, stile Disneyland, per il saldo di massa delle grandi marche. Luoghi che rappresentano il canale ideale per far fuori vecchie collezioni, fine serie e merce invenduta, ovviamente a prezzi assai convenienti. Un gioco che sta bene a entrambe le parti perché fatto a carte scoperte. Concept: il brand alla portata di tutti. Per il momento ancora snobbati dal mercato italiano i discount assumono altrove sempre più peso. Wal-Mart è il top retailer mondiale anche grazie a questo format, e nella ricca Germania il settore discount è un category killer che copre già più del 30% del mercato. E dopo hard, soft, lean e techno arrivano i discount di lusso - come la catena americana Zales, the diamond store, che propone in oltre 200 punti vendita diamanti e gioielli a prezzi di discount - e i Bio Discount. In Germania BioDiscountMarkt si propone con lo slogan “bio a prezzi stracciati”, mentre anche nella più grande e trendy catena di supermercati del biologico “Basic - il bio per tutti” si respira un “Aldi-Feeling:” ampia scelta (circa 8 mila referenze), ambienti razionali e luminosi, prezzi compressi sono i punti di forza.Grande interprete del “prodotto migliore al prezzo più basso” pure la catena Cash Converters, i 430 negozi che comprano l’usato in contanti e lo rivendono con 30 giorni di garanzia. Bye bye retail: la vendetta del consumatore corre in rete. 20 mila siti sul Bargain shopping, web communities come Esmarts, Bots- Assistants che aiutano il consumatore a trovare il prezzo migliore per qualunque articolo e worldwide, gruppi di acquisto online, portali di comparazione prezzi su qualsiasi tema anche per servizi primari come www.energyshop.com, una specie di energy virtual community che negli Stati Uniti si propone con lo slogan “natural gas and electricity comparision for you at home”, marketplace C2C per lo scambio e la vendita diretta da consumatore a consumatore, siti specializzati sul tema “Tutto Gratis” sono solo alcune delle forze messe in campo dal freeweb. Una guerra che il retail tradizionale deve gestire con attenzione. Trendline › cleverness shopping › big brands small prices › cheap chic › store wars › C2C Look at: www.basic-ag.de www.bio-discount-markt.de www.schnaeppchen.de www.zales.com www.factory-outlet-italy.com www.energyshop.com www.mcarthurglen.com www.ebay.com www.sconti.it www.cashconverters.com www.foxtown.ch www.costameno.it www.esmarts.com www.billiger-shopping.de www.freeonline.it www.gratis.it P . 20 THE FUNCTIONAL VALUE EXPERIENCE TREND 10 Task Rispondere all’esigenza di formazione e di affiancamento richiesto non tanto nella esperienza d’acquisto quanto nell’utilizzazione del bene acquistato. Consiste nell’evoluzione del servizio alla clientela: allenare sul tema del prodottoservizio diventa il futuro must. Highlights La complessità della società tecnologica richiede sempre più conoscenze e competenze. Il sapere è il vero potere. Il consumatore evoluto lo sa. E ora pretende questo potere. Consumare conoscenze, soluzioni. Il commercio attento a queste nuove dinamiche trasforma il sapere in merce pregiata e ricercata. Sugli scaffali del futuro c’è sempre più know how. Tabelle alimentari personalizzate, commesse dietologhe, fitness e wellness training nel punto vendita, babysitting professionale e servizi di pedagogia abbinati alla vendita di giocattoli, do-it-youself training, home services globali sono esempi del variegato universo del life coaching. Un prodotto di largo consumo come il detersivo diventa un “processo” che trascende il suo semplice valore d’uso o simbolico. La multinazionale Unilever introduce un high touch service e “clean coaching” con Myhome: servizi integrati per la pulizia della casa e degli indumenti. Non abbandonare il cliente al suo destino è anche la filosofia di Sainsbury’s: risolvere i piccoli problemi quotidiani, assistere, educare. All’interno del nuovo concept store di Manchester l’area ricreativa bimbi, realizzata in collaborazione con il London Science Museum, comprende giochi educativi che allenano la mente. Un esempio invece estremo di coaching è il punto vendita Tiso aperto a Glasgow: impianto di pioggia artificiale per provare l’impermeabilità degli indumenti, parete di ghiaccio per provare ramponi e piccozze, sentiero roccioso per collaudare mountain bike, cabina del vento che riproduce le violenti raffiche scozzesi sono alcune trovate che fanno di questo negozio il paradiso per chi ama sport e avventura. Trendline › life coaching › high touch service › one to one marketing Look at: www.j-sainsbury.co.uk www.rei.com www.tiso.ws www.myhome.co.uk P . 21 03. Il prossimo futuro Spunti di riflessione Un altro negozio è possibile? Il negozio progettato dal consumatore Il punto di vista di alcuni professionisti L’indagine sui visitatori di NemoNextShop Alcuni indicatori economici P . 22 Spunti di riflessione Nel condurre la ricerca sono emersi dati e argomenti di riflessione complementari, necessari per comprendere e assegnare il corretto peso alle dinamiche in atto nel retail: dal T-Commerce ad indicazioni tecniche sulle tendenze di allestimento dei punti vendita sviluppate da centri di ricerca internazionali, ad analisi strategiche sugli scenari competitivi del retail nei prossimi 5 anni. Trend e controtrend Comprendere i trend è fondamentale per comprendere il mercato, ma le indicazioni non possono essere univoche: un trend non è significativo di per sè, lo è in quanto segnala un percorso. Non può essere seguito acriticamente. Da esso si aprono strade di sviluppo, anche di opposizione. Ogni azienda deve acquisire la consapevolezza dell’esistenza di una mappa di opinioni e di codifiche logiche all’interno delle quali sviluppare e/o confrontare la propria strategia. ����� � ����������� ����� ����� �������������� ����������� ����� � ������� � ����� � �������� � ������� � ����������� ��������� ������������� � ����� ���� � ���������� ���� � ������� ����� ����� � ������������� � �������� �������� ������ � ������������� ���������� �������� � ������ � ������� � ����������� �������� ������� � �������������� �� ����� � ���� �������������� � ������ ����� ������� ��������� ������������ ����� � ����������� ������������� � ������ ���� ������ � ����������� ������� ����� �������� ������� � ���������� ���������� � ���������� � �������������� ������������� � �������� ������ �������� � ������ ����� ��� � �������� �������� ��� ������� � ����� ����� ������ �������������� ���� ���� � ����������� ������� ������������ ����� ����������� � ������������ �������������� � ������������ ���� ������������ � ������������ ��������������� ����� � ������������ ������ ������ � �������������� ����� ������ � ��������� ����� ������ ������� � ������ � ����� � ������ � ����� � ����� ����� ������ ������� � ����� ���� � ����� ����� � ����� ����� �������� � ������� � ������� � ��������� ����� � ���� ������� � ���� ����� � ���� ��� �� ����� ��������� � �������������� � ������� � ������ � ����� ��� � ����� ������� ����������� � ������� � ��������� � ������������ ������������� � ����������� � ��������� � ����������� ������ ��������������� P . 23 12 elementi per progettare i punti vendita del 2005 Rispetto alla fine degli anni ‘90, il concetto di lay-out e immagine del punto vendita si è fortemente sviluppato. La shopping experience e il concetto stesso di shopping emotivo si sono molto evoluti. Il concept store e l’allestimento dei punti vendita diventa progetto di corporate identity integrato. Il negozio assume sempre più il ruolo di “media di comunicazione” per l’azienda. La sua progettazione assume valenze trasversali che incrociano l’ambito tecnico, architettonico, di marketing e di comunicazione. Una sintesi di alcune chiavi di progettazione per i negozi è stata presentata da EHI, che ha evidenziato 12 punti chiave che stanno guidando i più innovativi progetti architettonici di negozi nel mondo: 02. Corsie e spazi di passaggio più ampi 11. Integrazione immagine interna/ esterna di vendita e di servizi 03. Colori chiari, pastello, bianco, ghiaccio 12. Enfasi sull’integrazione totale tra ambientazione e insegna/brand 04. Pavimentazioni con materiali diversi per differenziare le aree di vendita Fonte: EHI Trendbarometer Ladeneinrichtung - GDOWEEK 01. Spazi di vendita aperti, layout che trasmettono la sensazione di trasparenza, leggerezza 10. Chioschi multimediali non invasivi per assistenza clienti 05. Soluzioni modulari, leggere, altamente specializzate 06. Illuminazione flessibile, non omogenea: punti e fasci di luce per dare risalto ai prodotti 07. Informativa clienti con forte utilizzo di immagine, colori, simboli 08. Inserimento aree relax 09. Gestione dell’immagine anche nelle aree servizi accessorie (toilettes, parcheggi, ecc.) Il consumatore camaleonte Dopo anni trascorsi in attività volte ad individuare target e segmentare il mercato potenziale, oggi si assiste ad un cambio di rotta. “Il consumatore del futuro è imprevedibile e indefinibile. Come si cattura? Con il trust. Il consumatore reclama a gran voce onestà, rispetto, trasparenza, coerenza e fiducia. E solo le imprese che rispettano questi valori avranno possibilità di catturalo. È l’era del fair trade.” Annual Shopper Report 2002 Chain Store Age / Cap Gemini Ernst & Young - USA P . 24 T-Commerce Dopo E-Business e M-Business si svilupperà il T(ele)-Business: il mezzo di comunicazione più diffuso si trasforma in negozio, ma non solo, anche i più importanti operatori retail si trasformano in canali televisivi. Alcuni dati: 01. L’on-line TV shopping è già una realtà per i colossi della distribuzione britannica Tesco e Asda 02. In UK sono già 10 milioni gli utenti del canale interattivo BSkyB 03. Il TV shopping network HSN, una divisione di USA Interactive, è in onda 24 ore su 24, fattura 2 bilioni di dollari e raggiunge 143 milioni di utenti in tutto il mondo Multifomat e Multichannel Una sintesi di come sarà il retail del futuro è stato oggetto di uno studio condotto nel 2002 dal Retailing Research Group di Coca Cola. Il risultato è interessante, ma conferma la criticità della fase di progettazione e costruzione del modello. Lo scenario è chiaro, ma complesso. Per le aziende la sfida competitiva si concentra nelle capacità di metterlo in atto, concretamente, con una chiara visione della propria identità e delle funzioni che ogni format e ogni channel devono avere in una logica aziendale complessiva. “The store of the future will be multiformat and multi-channel driven by its consumers shopping modes. The mature European retailing market will experience intensifying competition, where Food stores will no longer define their competition as consisting only of other food stores. Satisfying tomorrow’s increasingly polarised and fragmented consumers will demand a better understanding of their needs and closer customer relationship than today. Tomorrow’s relationship landscape will become more complex. Choosing the right type of consumer relationship will be vital for the Retailer. A strong retail brand will differentiate the retailer, add value and underpin the consumer relationship in this increasingly competitive food-shopping environment.” Fonte: Coca Cola Retailing Research Group P . 25 Un altro negozio è possibile? Il negozio progettato dal consumatore Il negozio del futuro lo fanno i consumatori che, al di fuori delle strategie aziendali, scelgono dove e come fare shopping. Sarà il consumatore, cittadino e persona, a scegliere a chi rivolgersi e in quale tipo di negozio spendere e soddisfare i propri bisogni commerciali. Già oggi il cliente nella grande distribuzione non sceglie più l’insegna, ma i singoli reparti. Non è completamente fidelizzabile: segue percorsi d’acquisto anarchici, frammentando i consumi tra diversi punti vendita in funzione delle atmosfere, della qualità percepita e dell’estro del momento. Per le aziende l’ascolto e la creazione di una relazione con il cliente diventa fondamentale. Sistemi standard di CRM, datamining, contact center, marketing e profilazione non sono più sufficienti. Da Procter & Gamble a Unilever e Levi’s, molte aziende costruiscono prototipi di punti vendita anche solo per indagare e raccogliere, senza filtri, i desideri e i comportamenti reali della gente. Il convegno NEMO ha approfondito i temi del paragrafo precedente con un convegno organizzato da GDOWEEK e POPAI. Un talk show che ha coinvolto esperti del settore ed il pubblico su “La centralità del cliente nel punto di vendita del futuro, un altro negozio è possibile?”. Il talk show è stato un’occasione per proseguire dal vivo il dibattito sollevato dalle provocazioni esposte in NEMO NEXT SHOP, presentando esempi di cosa non deve essere fatto in un negozio e di cosa può invece essere concretamente implementato. P . 26 Come sarà, secondo lei, il negozio del futuro? Il punto di vista di alcuni professionisti La ricerca NEMO ha quale perno della propria analisi il consumatore finale: attore cruciale della pianificazione dei modelli di retail futuri. Ma alcuni consumatori sono anche professionisti del settore con visioni personali del prossimo futuro. Senza volontà di raccogliere indicazioni esaustive, ma con l’obiettivo provocatorio di ascoltare anche altre fonti, sono stati intervistati alcuni interlocutori di diverso profilo ai quali è stato chiesto come sarà, secondo loro ,il negozio del futuro. G IN I EN ZO B IA DIEG O PI AC ENTI NI “Il negozio del futuro sarà con dei muri, delle vetrine e delle commesse... Solo che ci sarà molta più gente che comprerà on-line” Diego Piacentini Senior Vice President Amazon “Creatività, ricerca e innovazione sono gli elementi vincenti per realizzare il negozio “definitivo”; la generazione di nuovo valore si ottiene garantendo ai clienti la migliore “esperienza di acquisto” associata ad un supporto di altissima qualità. Seguendo questi principi, Apple ha realizzato negli Stati Uniti una catena di negozi di grande qualità e visibilità con concept nuovi quali il “genius bar”, il teatro delle presentazioni e aree emozionali incentrate su temi innovativi quali fotografia, film e musica digitale: vedere per credere!” Enzo Biagini Amministratore Delegato Apple Italia P.27 SA N D R O FE R R ER ER N ES TO CA STAL D O O F “Il negozio di domani dovrà essere lucido e interattivo. Un club di amici, dove l’impiego di tecnologie mirabolanti dovrà rispondere a esigenze di identità, appartenenza e condivisione, per un “più” di dialogo tra persone: l’uomo più che mai soggetto attivo. Il negozio potrà diventare persino un laboratorio informale dove sperimentare nuovi linguaggi felicemente ibridi, nati dall’incrocio di parole, immagini, suoni.” “... sarà un punto di contatto, fisico o virtuale, ma comunque specializzato. Qui i clienti troveranno prodotti, ma anche servizi, in grado di soddisfare grappoli di bisogni sempre più astratti sul piano valoriale ed esperienziale. Insomma, un luogo ad elevato impatto emozionale che offrirà assortimenti del tutto svincolati dai confini delle tradizionali categorie merceologiche. Sarà bello da vivere ... e non solo per lo shopping.” Ernesto Ferrero Scrittore e Direttore Salone del Libro di Torino Sandro Castaldo Docente Università Bocconi VIA UL NI CO LI “Il negozio del futuro sarà quello del passato. Il negozio sopravviverà grazie al calore e all’atmosfera che il cliente vi respirerà all’interno. La tecnologia starà sotto al banco a fare il lavoro sporco, fornendo al negoziante rapidamente tutte le informazioni sui prodotti e sulla disponibilità, supportando sistemi di pagamento innovativi e permettendo in via ultima di servire meglio chi lo frequenta, sceglie, compra. Il negozio del futuro solleverà il negoziante dalle attività più time consuming permettendogli di concentrarsi sul rapporto con il cliente e sull’esperienza d’acquisto: due parole sincere ed un sorriso in più in un ambiente meno frenetico ed omologato.” Fulvia Nicoli Vice President Strategy Marketing MTV Italia P.28 TIT G IA N N I PA R ES CH TI MA TTE ON I I ED O AR D “In un mondo www attraversato da ricorrenti ubriacature (vere) per i miracoli del “virtuale” (basta la parola), si sprecano le acrobazie divinatorie sul nuovo negozio. Le infarinature informatiche autorizzano i profeti del .com a penose fughe in avanti verso un mondo dove non ci scambiamo più merce, ma solo bite. Io, al contrario, continuo ottusamente a credere che oggi come e più di ieri la grande occasione del NEGOZIO sia proprio la MERCE, con la sua qualità fisica, la sua “toccabile” concretezza e la sua seducente realtà. Per me oggi il “negozio di domani” è il “negozio di ieri”.” O SA B B AD IN “Il punto vendita del futuro sarà un mezzo di comunicazione e di informazione. Sarà un centro di servizi per la clientela. Un luogo di intrattenimento. In altri termini, nei punti vendita del futuro aumenterà la componente comunicativa, informativa, di servizio e di svago.” Edoardo Sabbadin Docente Università degli studi di Parma “Parlando di moda, quindi di vestiti e di accessori che suggeriscono stili diversi, mi vengono in mente mondi di riferimento e quindi formule di negozi altrettanto diversi. La creatività del sell out si esprimerà pertanto secondo un concetto di eleasticità e di eterogeneità, che troverà tutti d’accordo su un punto. Non perdere di vista, neppure per un momento, le attese del proprio consumatore”. Titti Matteoni Direttore di Fashion Gianni Pareschi Designer P.29 L’indagine sui visitatori di Nemo Next Shop Poiché il filo conduttore della ricerca è la centralità del cliente/ consumatore, con i suoi bisogni e le sue richieste, che portano a concentrarsi non solo sul brand ma anche sul concept stesso del “contesto d’acquisto”, è stata condotta sui visitatori di NEMO NEXT SHOP un’indagine volta a rilevare le sensazione dei clienti del negozio del futuro. Sono stati intervistati oltre 500 visitatori del salone Franchising e Partnership. Le domande riguardavano due aree: quali trend sono sentiti più vicini al proprio modo di essere e quali sono le caratteristiche “desiderate” di un punto vendita ideale. Dai risultati dell’indagine si evidenzia un’immagine del negozio del futuro che riscopre i valori del negozio tradizionale, personalizzato e con una forte attenzione alla relazione umana. Un negozio capace di diventare un luogo anche di relax e di riferimento sociale urbano, ubicato nel centro città. Questo a conferma della crescita dei centri commerciali naturali urbani. Il punto vendita del futuro deve però offrire anche forti elementi di servizio: orari di apertura molto flessibili; servizi che ne agevolano l’accessibilità e la capacità di offrire prodotti e servizi personalizzati. In quale trend si riconosce? I trend più votati Indagando in quali trend i visitatori si sentissero maggiormente identificati è stato evidenziato quanto segue. ����� ����� �� �������� ��� ��������� �������� ��� ����� �������� ��� ��� �������� ��� ������ �������� �� ���������� ����� �� �������� ��� ����� �������� ��� ���� �������� ��� ����� �������� ��� ���� �������� ��� Quali orari di apertura? Fra i trend “innner value experience”, My shopping - il negozio personalizzato - è stato quello più votato, con il 39% delle preferenze, seguito da Authentic shopping - il ritorno alle origini preferito dal 23% degli intervistati. Tra i trend “funtional value experience”, 24 shopping - il negozio sempre aperto - ha accumulato il maggior numero di preferenze (32%). Il secondo trend per numero di votazioni è il Coach shopping - il negozio che allena - con il 21% dei voti. Gli orari di apertura A conferma dell’interesse vero il 24 shopping, il 39% degli intervistati desidererebbe poter fare acquisti ad ogni ora del giorno e della notte, con la possibilità di usufruire immediatamente del prodotto. Ogniqualvolta scatta il bisogno di acquistare. Un altro 31% desidererebbe poter fare acquisti nei giorni festivi. Un numero di persone quasi identico (30%) desidererebbe invece acquistare in orario serale, tardo dopolavoro o dopocena. �� ��� ������� ������ �� ��� �� �� ��� � ������ ������� ��� �� ���� ��� P . 30 Quali caratteristiche ha il negozio del futuro? �� ����� �������� ��� ������� ����� �� �������� ��� ����� �� ����� ��� ����� �� ������� ��� ������������ ��� ������� ������ ����� ��� �� ��� ��������� ��� ������ ����������� ��� ����� �� �������� ��� Ruoli e Servizi del negozio del futuro Si sono ancora indagate le preferenze dei visitatori riguardo alcune caratteristiche dei punti vendita. Si è chiesto quale potrà essere il ruolo dei negozi nel vissuto quotidiano, dove dovranno essere ubicati e quali servizi dovranno offrire, indicando anche il prezzo che si è disponibili a pagare per il servizio. > Ruolo sociale del negozio Il negozio del futuro, secondo il 41% degli intervistati, affiancherà alla sua funzione commerciale quella di luogo di incontro e di riferimento sociale. Secondo un altro 40%, sarà un luogo di relax dove poter - perché no? - anche ritrovare se stessi. È già oggi sempre più diffusa la possibilità di consumare cibi e bevande in luoghi non “naturalmente” preposti a tale funzione, ma anche di rilassarsi per ascoltare musica e leggere. Sono ancora pochi coloro che, invece, ritengono possibile la trasformazione del negozio in luogo dove fare cultura (19%). > L’ubicazione del negozio del futuro Il negozio del futuro dovrebbe essere situato nel centro della città (40%) o nel proprio quartiere (31%). La comodità, a parità di offerta, vince. Esiste tuttavia la consapevolezza che sono i grandi spazi dei centri commerciali i luoghi dove è più facile trovare una risposta a più bisogni con un solo viaggio. I negozi del futuro saranno là secondo un 17% degli intervistati. Internet trova sempre maggiore riscontro ed utilizzo, tanto che il 12% del campione manifesta interesse per la possibilità di trovare il proprio negozio anche su Internet. > I servizi del negozio del futuro È poi stato indagato il livello di interesse verso alcuni servizi e i prezzi che si è disponibili a pagare. Gli intervistati potevano dare più di una risposta. • Accessibilità: 93% Servizi che agevolano l’accessibilità al punto vendita (parcheggi, trasporti pubblici in prossimità, ...). L’accessibilità al punto vendita è ritenuta fondamentale, anzi imprescindibile (93%). Al punto che il 46% delle persone non è disposto a pagare alcunché per questo “servizio”. • Personalizzazione: 86% Possibilità di personalizzare il prodotto secondo proprie specifiche. La personalizzazione dell’offerta del servizio o del prodotto è fortemente desiderata (86%), ed è realmente percepita come un valore aggiunto: il 70% degli intervistati è disposto a pagare anche più di 5 Euro per questo servizio. • Personal Shopper: 40% Possibilità di avere una persona che affianca o sostituisce il cliente nello shopping. Questo servizio è ancora poco diffuso in Italia, e strettamente legato ad alcune tipologie di attività. L’interesse è forte anche se è percepibile una diffidenza che induce a definire un appiattimento del prezzo per il servizio verso il basso. � ������� ��������� � ������������� ��� ����� ������ ��� �������������� ������� ������ � � ��� ������ ��� � � � � ������ � � � ����������������� ����� ��� ����� ������ ��� ������������������ � � � ������ � � � � �� ������ � � �� ������ �������� ������� ��� ����� ������ ��� �������� �������� � � ��� ������ ��� � � � � ������ � � � ������ � �������� ������� ���������� P . 31 Alcuni indicatori economici rispondere ad un azionariato diffuso della traduzione delle proprie strategie distributive in risultati reddituali. Nella presente sezione sono riportate alcune tabelle di riferimento: la situazione distributiva in Italia, alcuni indicatori di produttività di punti vendita e il ranking dei maggiori retailer mondiali. Nemo si è focalizzato essenzialmente sull’analisi dei segnali deboli di tipo qualitativo che indicano il modo di fare shopping e retail nel futuro. A fianco di queste valutazioni occorre però tener presente anche gli aspetti quantitativi. Per le aziende, infatti, le strategie ed i macro scenari sui trend dei modelli distributivi hanno, e devono avere, una ripercussione diretta sui bilanci aziendali. Tali dati, pur molto eterogenei, sono qui proposti come spunto di riflessione e di approfondimento. Nell’ambito della ricerca sono stati raccolti alcuni indicatori che rappresentano riferimenti importanti per valutare le performance economiche aziendali. Tali aspetti sono tanto più importanti per le realtà quotate, che devono Andamento della distribuzione in Italia In Italia, il settore della distribuzione sta vivendo dall’inizio degli anni ‘90 una forte contrazione numerica: i punti di vendita si sono ridotti di circa il 33%, con diversa incidenza nei settori food e non food. Un’analisi più dettagliata evidenzia però che tale fenomeno non riguarda indiscriminatamente tutte le formule commerciali. Ad esempio, la GDO (Ipermercati, Supermercati, Hard Discount) ed il franchising, dalla seconda metà degli anni ‘90, stanno riscuotendo un successo dilagante. Il successo conosciuto da queste formule commerciali sottolinea non tanto il successo della grande distribuzione tout court, ma l’importanza - anche per i punti vendita al dettaglio - di focalizzarsi sulla ricerca di una propria specifica identità che renda possibile la differenziazione dalla concorrenza. Questo conferma la tesi che i presidi territoriali, organizzati in qualsivoglia fattispecie, hanno successo nella misura in cui sanno rappresentare un’offerta e un’identità coerente, forte, efficacemente gestita e comunicata al cliente finale. ���������� ����� ��������� ������������ �������� ������ �������� �������������� ������������ � �� ��������� ������ ����� ���� ������� ��������� ���� ���� ���� ���� ������� ������ ��������� ������� ������� ������� ������� ��� ���������� ������� ������� ������� ������� ���������� ������� ������� ������� ������� ������������� �������� �������� ��������� ���� ��� �� ����� ������ ��������� ������ ��� ��� ���� ���� ���� ������ ������������ ������� �� ���� ��� P . 32 La produttività dei punti vendita: Italia ed Europa Le tabelle di sintesi riportate evidenziano forti spread sulla produttività per catene e per format distributivi, proponendo alcuni benchmark di riferimento. Deve essere tuttavia sottolineato che tali indici di produttività fanno riferimento al mondo della grande distribuzione: per i retailer tradizionali i parametri variano sensibilmente. ����������� �� ������ ������ ������������ ����� � ����� ������ �� ���� �������� ������ �� ������������ ����� ����� ����� ����� ����� ����� ����� ����� ����� ����� ����� ����� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ������ �� ������������ ����� ����� ����� ����� ����� ����� ����� ������ �� ���� �������� ����� ����� ����� ����� ����� ����� ����� ������ �� ���������� ������ �� ����������� ��� ��� ��� ��� ��� ��� � � ���� ������ �� ����������� ���� ���� ���� ���� ���� ��� ��� ��� ��� ��� ���� ������ �� ���������� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ��� ��� ��� ��� ��� ��� ������ ������������ ������� �� ���� ���� ��������������� � ��������� P . 33 �� ������������ ��� ��� �� ������� ����������� ������������ ������ ������� ������ � ���������� ���� ������� ������� ����� ����� ��������� ����� ����� ���� ���� ���� ���� ������������ ���� ����� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ��� ���� ���� ���� ������ ���� ���� ���� ���� ���� ���� ���� ����� ������������ ��������� ���� ����� ����� �� ���� ���� ������ ���� ���� ���� ���� ������ ��� ���� ���� ���� ���� ���� ����� ���� ���� ���� ���� ����� ���� ����� ���� ��� ���� �������� ������ ������������ ������� �� ���� ��� ���� ���� � ��� ���������� ���������� �� ������� ��������� �� ���� ��� �� ��� ����� �� ������������ ��� ��� �� ������� ������ ���� ��� �� ����� ��������� ���� �������� ���� �������� ���� ������������� ���� ��������� ���� ������� ���� ���� ���� ����� ���� ������ ���� �� ������� ���� ������ ��������� ������ ���� � �������� �� ���� ��� �� ����� P . 34 I più importanti retailer nel mondo Per parlare delle tendenze del futuro è necessario conoscere i big player del settore. Sono riportate due tabelle che evidenziano il ranking dei primi 200 e dei primi 20 retailer mondiali. Nella prima tabella è possibile identificare le posizioni dei retailer italiani della Grande Distribuzione: COOP, CONAD, Esselunga tra gli altri. Interessante notare come nel ranking “Top 200 Global Retailer” sia entrata Amazon. Dalla seconda tabella si nota come Wal Mart presidi con solidità la leadership: il suo fatturato è oltre il triplo di quello della francese Carrefour, seconda in posizione. ��� ��� ������ �������� ���� ������� �� �� �� � � �� ��� ��� ��� ��� ��� �� �� �� ��� �� ��� ��� ��� ��� �� ��� ��� ��� �� ��� ��� ��� � �� �� �� ��� ��� ��� ��� �� ��� ��� �� ��� �� �� �� �� �� �� ��� ��� �� �� �������� ����������� ��� ���� ������� ����� ����������� ���� ������� ���������� ���� ����� ����� ��������� ������� ���� � ��� ����� �������� ���� ������ ���� ������ �������� ���� ������ ������ � ����� ��� ���� ��� ������ ����������� ���� ��� ���� ����� ��� ���� ������������� ������� ���� ��������� ���� ����� ������� ��� �������� ���� ��������� ������ ������� ���� ����� ���� ������� � ��� ������� ����� ������������ ��������� ������ ���� ������ ���� ���� ���� ������ ���� ����������� ����������� ����� ����� ���� ������ ��� ����� ������� ����� ���� ������������� ����� ����������� ������ ����������� �������� ������� ����� ����� �������� �� ���� ���� ������� �� �� ��� �� �� �� �� ��� ��� �� ��� ��� �� ��� ��� �� �� ��� ��� ��� �� ��� �� ��� �� ��� ��� ��� � ��� ��� ��� �� �� �� ��� �� �� ��� ��� �� ��� ��� �� �� �� �� �� �� � �� ��������� ������ ������ ������� � ������� ��������� �� ����� ������ ������ ������ ��������� �������� ������ ������ ��� ��������� ���������� ������ ������� ���� ������ ��������� �������� ��������� ��� ����� ����� ��� ������ ���������� ����� ��������� ������ ����� � ���������� ����� ����� ����� ������� ���� ���� ������ ���������� ������ ������� ������ � ������� ���� ����� �������� ��� ������ ������� ��� ���� ������� �������� ����������� ���������� �� �������� ������ ������ ���������� ����� ������� � ��������� �������� ���� ����� �������������� ����� ���������� ����� ������ ���� ������� ��� ��� ��� � ��� ��� �� ��� �� ��� �� ��� �� ��� �� ��� ��� ��� ��� �� �� �� ��� ��� � ��� �� �� ��� �� ��� �� ��� ��� �� ��� �� ��� ��� ��� ��� ��� �� �� ��� �� ��� �� ��� ��� �� ���� ������� ������ ����������� ��������� ����� ���������� ������ ������ ����� ������ ���� � ������� ���� ������� ����������� ������ ��������� ����� ���� ������ ���� ����� ��� ������� �������� ����� ����������� ���� ������ ��� ���������� ������ ���������� ������ ������ ��������� ����� ����� ����������������� ������ �������������� ���������� ������ ���������� ����� ������ ������ ��������� ������������� ������ �������� ������� ������ ����� ��������� ���� ������� ��� �� ������ �������� ������� ���������� ��� ���� ������ ������������������������� ������ ������ ���� ���������� ���� ��� ���� ������ � ����� ������� ������ ���� ������ ������ �� ���������� �������� ������ ��������� ������� ���� P . 35 �� �� � ��� �� �� ��� ��� ��� ��� ��� ��� �� �� ��� ��� ��� ��� �� ��� �� �� �� ��� �� ��� �� �� ��� �� ��� ��� �� �� ��� �� ��� �� � �� ��� ��� �� �� �� ��� ��� ������� ����� ���� ����� ����� ������ ����� ����� ����� ���������������� ������ �������� �������� ����� ������� ���������� ����� ���������� ������� ���� ����� ���� ���������������� �� ������� ������� ������ ����� ��������� ������� � ����������� ���������������� ������ ������� ������� ������ ������� ���������� ����� ��� ������ ��� ���� ����� ���������� ����� ����� ����� ����� ���� ��� �� ������ ����������� ������ ���� ����� ��� ��������� �������� �������� �������� ������ ������� �������� �� ����� ���������� �� �������� ���������� ������ ����� ��������� ������ ��� �� ������ �������� ��� ����� ������� ��������� ���� ������� ������ ���� ����� � ��� �������� ��������� ��������� � ��� ���� ����� ���� � ������ ������������ ��������� ������������ ����������� ������ � ��� ������ ������������ ����������� ����� ���������� ����������� ������ � ��� ���� ����� ���� ��������� ������ � ��� ����� ����������� ���� ������������ ���� ������ ���������� ������������ ��������� ������ � ��� ����� ���� � ������ ������������ ��������� ����� ������������ ���������� ����������� ������ � ��� ����� �������� ������ � ��� ����������� ����� ����������� ������ � ��� ����� ����������� ���� ������ ��������� ������ �� ��� ������ ����������� �������� ������ �� ��� ������� ����������� ������ �� ��� ������� ����������� ����� ���� ����� ������ �� �� ����� ������������ ������������ ����������� ������ �� ��� ������ ��������� ������ �� ��� � ��� ���� � ������ ������������ ����������� ��������� ���� ������������ ���������� ����������� ������ �� ��� ����������� ������������ ��������� ���� ������������ ����������� ���������� ����������� ������ �� ��� ������ ������������ ���� ������������ ����������� ���������� ����������� ������ �� ��� ��������� ������������ ��������� ���� ������������ ����������� ������ �� ��� ���������� ������������ ����������� ��������� ������������ ����������� ���������� ����������� ������ �� �� ��������� ������������ ������������ ����������� ������ ����� ����� ������� ������ ���� ������ ������ �� ���������� �������� ������ ��������� ������� ���� P . 36 04. Nemo in azienda La ricerca suscita domande Il workshop di approfondimento P . 37 La ricerca suscita domande L’obiettivo della ricerca è stato quello di individuare trend e key point per stimolare riflessioni sullo scenario nel quale ci si muove oggi. Sono stati offerti molti spunti e esempi riferiti a paesi, settori e tipologie distributive talvolta agli antipodi. Si sono indagate con curiosità strategie innovative di big player (Coca Cola, Wall Mart, BMW) e di realtà molto piccole (Il Sentiero, Tower 24, AltroMercato). Tutti sono tratti di pennello di un unico grande quadro. Alla luce delle numerose informazioni fornite, è legittimo che gli uomini d’azienda si interroghino su quale sia il futuro distributivo della propria realtà. “Copiare” o “imitare” quanto già sviluppato da altri non può essere la risposta. È, invece, fondamentale saper cogliere gli spunti, elaborarli e definire la miglior strategia per il proprio contesto aziendale, considerando il DNA societario,le capacità produttive e di investimento, la dimensione del mercato finale esistente e potenziale, le caratteristiche del mercato di approvvigionamento, il posizionamento aziendale, la concorrenza. Il fattore critico di successo competitivo è la capacità di raggiungere il cliente finale. Occorre dunque, per ogni azienda, costruire in base alle proprie competenze distintive il proprio unico ed originale modo di essere retailer. Ricercare la propria specifica identita’ sul mercato: un posizionamento che valorizzi le proprie competenze distintive. Alcune domande raccolte durante NEMO NEXT SHOP seguono: • E’ possibile sviluppare una strategia distributiva che cavalchi contemporaneamente più trend? • Che peso assumono i 10 trend nei diversi settori merceologici? • Come può, anche la media azienda, trarre beneficio dalla conoscenza delle nuove trend-line? • Quali impatti economici ed organizzativi comporta la sperimentazione di nuovi format commerciali? • Nella stessa azienda possono coesistere politiche e canali commerciali tradizionali e innovativi? • Come si deve modificare il channel mix di un’azienda retail? P.38 • Quali azioni di marketing devono essere attivate per tenere conto dei nuovi trend? Il workshop di approfondimento • Come avviare una strategia multichannel e multi-format? Per le aziende interessate ai temi qui sollevati NEMO offre dei workshop di approfondimento. La metodologia adottata da Nemo è interattiva e multimediale, ricorrendo anche a filmati e slide, e propone numerosi approfondimenti di casi aziendali, eventualmente da concordare con la singola azienda, secondo settore, mercato di riferimento e benchmark. L’obiettivo è quello di stimolare, durante un incontro strutturato, il management ad una riflessione riguardo le strategie di retail implementabili. • La stessa azienda può interpretare i diversi trend ricorrendo a diversi format di negozio oppure è necessario diversificare il brand? L’obiettivo è non lasciarsi sorprendere dal futuro e conseguire un miglioramento delle performance aziendali. P.39 05. Nemo Next Shop: l’evento P . 40 Nemo Next Shop: l’evento Nemo ha realizzato, all’interno del Salone Franchising & Partnership 2002 di Milano, la mostra Nemo Nexthop, nella quale sono stati presentati i risultati della ricerca “Come faremo shopping nel 2005? I trend e i precursori di come sarà il negozio del futuro”. Attraverso installazioni multimediali, video, case history ed un convegno sono stati presentati agli oltre 24.000 visitatori del Salone le tendenze del Ritail Internazionale. La mostra è stata realizzata da RDS, EXPO cts, Gruppo Sabatini in collaborazione con POPAI, GDOWEEK e VRWAY P . 41 P . 42 come faremo shopping nel 2005? how will we shop in 2005? EXPO cts www.expocts.it Coordinamento scientifico: Luigi Rubinelli RDS consulting www.rdsconsulting.it GRUPPO SABATINI www.grupposabatini.it Ideazione: Antonio Fossati Giacomo de Gennaro Marco Della Croce Curatore: Thomas Bialas In collaborazione con: Consulenza strategie e trend retail: RDS consulting POPAI EUROPE ITALIA www.popai.it GDOWEEK www.gdoweek.it Art direction mostra: Marco Tortoioli Ricci Progetto allestimento mostra: Paolo Haigh Castiglioni Studio Architetti Realizzazione allestimento mostra: Gruppo Sabatini Grafica mostra: BCPT associati Con il supporto di: VRWAY P.43 Nemo, il laboratorio di ricerca sulle tendenze del retail tel 02-48.14.110 fax 02-49.87.809 [email protected] – www.nemolab.it – GDOWEEK è il sistema di informazione di marketing per il retail e l’industria: Associazione internazionale dedita a promuovere la cultura del Punto Vendita nella sua globalità al fine di valorizzarne l’importanza all’interno del Marketing-mix. GDOWEEK.IT l’agenzia di stampa internet che copre la notizia in tempo reale, lancia temi di discussione e anticipa i contenuti di tutto il nostro sistema editoriale. GDOWEEK Il settimanale. Il percorso che collega le strategie ai risultati. Fare dell’attualità un mezzo al servizio dell’impresa che sappia presentare adeguatamente la complessità. ORIENTAMENTI Consumatori, retailer e le idee sostenibili lo strumento editoriale che registra il cambiamento del sistema produzione-distribuzioneconsumo con analisi economiche, di marketing e sociologiche. LAYOUT soluzioni e sistemi per il punto di vendita innovativo lo strumento per analizzare l’evoluzione del sistema retail, nel suo complesso e nei particolari del suo divenire. – www.gdoweek.it – Nasce nel 1936 negli Stati Uniti d’America e si diffonde poi negli altri continenti. Nel 1988 nasce a Parigi la sede europea POPAI EUROPE. Negli anni ’90 si sono costituite sedi nazionali in quasi tutti i Paesi europei. Popai promuove in modo autonomo, in ciascun paese membro, il ruolo del Punto Vendita nel processo che vede il consumatore divenire acquirente. Gli obiettivi di POPAI sono: > Essere il centro di competenza del retail, di tutto quanto ruota attorno al punto vendita > Creare, raccogliere e diffondere informazioni relative al mondo del retail POPAI si impegna a promuovere e valorizzare attraverso il supporto e le competenze degli Associati il ruolo chiave del Punto Vendita avvalendosi degli strumenti più idonei e attuali che la sua collocazione di osservatorio privilegiato a livello internazionale le consente di utilizzare. Per questo l’industria, la distribuzione e le società di servizi retail sono i partner di POPAI. – www.popai.it – RDS Consulting, società di consulenza direzionale, è specializzata nello sviluppo di strategie retail e creazione di canali di vendita. Fondata a Milano nel 1990, ha sviluppato progetti di riorganizzazione dei canali di vendita per aziende quali Apple Computer, Aprilia, DHL, Ferrovie dello Stato, Grandi Stazioni, Standa, Unicem e progettato molte reti franchising italiane ed internazionali tra cui Brummel, Divani&Divani, Kasanova, Italgas, Lafarge Roofing, Timberland Europe, Trussardi. Gli interventi di RDS Consulting sono caratterizzati da forte concretezza. Intervenendo sulla pianificazione strategica, la società affianca il management aziendale nella organizzazione operativa dei progetti, intervenendo con tre tipologie di servizi: CONSULENZA AZIENDALE Definisce progetti e politiche distributive valutandone gli impatti strategici, economici ed organizzativi. COMUNICAZIONE Crea brand identity, progetta negozi, sviluppa marchi e materiale di comunicazione per il trade e il cliente finale. FORMAZIONE Progetta ed eroga corsi di formazione, manuali operativi e strumenti per il controllo della rete vendita (tradizionale o franchising). – www.rdsconsulting.it – P.44 ��������� � ������ ������� �� ������ ��� ������ ������������ � ��������� �� ������� �������� ��� ����������� � �������� ��� ���������� �������� �� ����� �� ���� ������� ������ � ������������� ������� ����� �������� �� ��������� ������� ������������� � ����������������� �� ������ ������������� ��������� ���� ������������ ��������� ������������ � �������� �������� ����������� ���������� ���������������� �������������� ���������� ��� ���������� ����� �������� �� ����� ������ ���� �� ��� �� �� � ��� �� ��� �� �� ��������������������� �������� ��������� ���������� � ��������� ���� �������
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