Scarica - Rèclame Savigliano
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ANNO 5 NUMERO 60 dicembre 2016 d e l l a P r o v i n c i a G RAN D A L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 1 L’UNICO GIORNALE INVIATO A TUTTI GLI IMPRENDITORI AGRICOLI 2 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 3 Dicembre 2016 Sommario L’editoriale 7 Assurde tribolazioni L’aria che tira 8 Zootecnia 20 Uruc e Pamela piemontesi di razza 22 Ruminanti, una dieta a base di grassi Testo unico Va bene, ma... Fisco e tributi Fisco e tributi Yogurt e latte fermentato L’Iva compensa al 10 per cento 8 11 4 Agroenergie, a regime la tassazione agevolata L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 10 Agricoltori veri tra il dire e il fare 26 Il vero prezzo del latte dalle stelle alle stalle 13 Redditi agrari e dominicali Esenzione Irpef da sapere 30 «Quel giorno ho capito che bisognava cambiare» 17 Chi bonifica l’amianto risparmia la metà 34 Allevatorissima L’impero del latte Seguici anche su: www.imprenditoreagricolo.com 82 Notizie dalle aziende Gentile ovunque tranne che da noi Attualità 38 Le malghe comunali concesse ad uso civico 77 Qualità del latte e reddito degli allevatori 36 Pac, la situazione degli anticipi Ortofrutticoltura 49 Inserto nocciole 56 Contro la cimice asiatica in campo un parassita 58 Chiamata alle armi sulla moria dei kiwi 61 Coltivare noci Una buona idea 63 Export kiwi e susine Evitato il blocco 46 «Psr Piemonte, per ora soltanto belle parole» 48 Ferrero: «Ma le scelte sul Psr le abbiamo concordate con voi» 53 Soldi ai ricercatori: «Studiate le biotecnologie sostenibili» 80 Psr, consulenze gratuite all’agraria di Lombriasco 84 «Lasciateci pulire gli alvei dei fiumi» 42 Spertino a Murello vince la sfida dell’officina 44 La raccolta innovativa con Hermes Tecnofruit 55 Fogliarino guarda avanti nel solco della tradizione 72 La biennale di Barale non delude mai 91 Racca ha aperto le porte all’usato Enologia 65 Vino, si brinda al testo unico 67 Sindacati tutti soddisfatti Atteso il giudizio dei campi 70 Vendemmia Piemonte Com’è andata nel 2016 L’avvocato risponde 86 Contoterzismo fattore strategico 14 Se l’erba del vicino è sempre più secca L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 5 Sommario Seminativi 40 Radici L’Italia scommette sul ritorno della canapa 88 L’IMPRENDITORE AGRICOLO della provincia Granda Il presepe miracoloso Osservatorio prezzi 92 L’invitato speciale 74 79 Scadenze fiscali 93 Valle di Cembra Un posto da vivere Formazione Prezzi e mercati all’ingrosso Gennaio: occhio alle scadenze Mercatino Il Caseario di Moretta protagonista in Rai 95 Gli affari dell’imprenditore Direttore responsabile: Osvaldo Bellino Direttore editoriale: Valerio Maccagno Direzione, redazione e amministrazione: Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Tel. 0172.711279 [email protected] www.imprenditoreagricolo.com Editore: Réclame S.r.l. 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Il gran pasticcio alla nocciola è riuscito alla perfezione, al punto che oggi in tutto il mondo si può coltivare la varietà “Tonda Gentile delle Langhe”, tranne che nelle Langhe, dove il disciplinare della Nocciola Piemonte Igp prevede l’utilizzo di un’altra nocciola, che in realtà è la stessa, ma ha un altro nome: Tonda Gentile Trilobata. Tra chi sostiene che l’iscrizione della varietà “delle Langhe” nel Registro nazionale delle piante sia stata necessaria per evitare che, in attesa di una soluzione condivisa da tutti, l’Italia dovesse paradossalmente rinunciare alla sue prerogative, e chi, invece, afferma che così facendo l’Italia si è messa nelle condizioni di non poter chiedere agli altri quello che non sta facendo a casa propria, c’è qualcosa che sfugge, che non quadra. La domanda è: perché i produttori della Nocciola Piemonte Igp avrebbero dovuto rinunciare alla dizione “delle Langhe”, se il patto non fosse stato che nessun altro l’avrebbe potuta utilizzare? Se qualcosa è andato storto, vuol dire che il patto è saltato, che qualcuno ha fatto quello che non doveva, oppure non fatto quello che doveva. Ma prima di capire di chi è la colpa, una sola cosa è certa: che pagano i produttori delle Langhe. In ballo ci sono interessi altissimi: vivaisti argenti, olandesi e romeni pronti a mettere sul mercato le loro belle piantine di Tonda Gentile delle Langhe, mentre qui, nelle Langhe, la nocciola è diventata Trilobata (o tribolata?) e si resta a guardare, sperando che anche la Nutella non diventi “delle Langhe”, perché altrimenti dovrebbe rifornirsi di nocciole altrove. C’è da chiedere conto di come vanno queste cose, perché le regole sono importanti, come si è visto anche nel nuovo Piano di sviluppo regionale del Piemonte. Ci sono molte proteste, manifestazioni di piazza. Un gran numero di aziende è rimasto tagliato fuori dall’assegnazione degli aiuti comunitari e tutti sembrano cadere dalle nuvole. Nessuno che sapesse quali fossero le regole, prima di scatenare l’uragano di domande di accesso ai contributi? E dov’erano tutti, politici, sindacati e associazioni, quando le regole si scrivevano a Bruxelles e a Torino? Non in piazza a protestare. Ma nemmeno nei frutteti, nelle stalle e nei campi a lavorare. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 7 Testo unico Va bene, ma… Il 28 novembre è arrivato il Testo unico del vino, una legge approvata da Camera e Senato con l’obiettivo dichiarato di fare finalmente chiarezza in un marasma di regole che non permettono che agli esperti di districarsi. C’è un gran lavoro di taglia incolla dietro: in pratica, di cinquant’anni di norme sparse si fa un collage. E c’è qualche novità, di principio per lo meno: la viticoltura italiana è dichiarata patrimonio nazionale, non solo sotto il profilo del valore e del lavoro, ma anche della tradizione, della cultura e del sapere. I vitigni autoctoni italiani sono finalmente menzionati, anche se la loro tutela è demandata al Governo e la loro definizione rimane un po’ incerta. I vigneti che si trovano in collocazioni paesaggisticamente e storicamente di pregio hanno finalmente uno status diverso e la legge impone ai diversi livelli di governo l’onere di proteggerli attivamente. Quello che purtroppo continua a mancare, nel testo, è un cambio radicale rispetto alle regole e regolette che affliggono, soprattutto grazie ai conseguenti frequentissimi controlli, i produttori di vino. Continua il profluvio di domande, comunicazioni e istanze da trasmettere ai diversi uffici competenti su questa attività. Continuano ad esserci dieci organismi che possono entrare in cantina a “controllare”, anche se adesso dovranno lasciare traccia in un registro dei controlli (che speriamo, almeno quello!, non debba essere tenuto dal produttore...). Soprattutto, continua a mancare una previsione legislativa che impegni lo Stato ad una riduzione misurabile, costante e progressiva del carico burocratico. Non ci vuole molto a contare attualmente quanti giorni di lavoro costa la burocrazia del vino al produttore: fissare per legge l’obiettivo di ridurre questo carico, ad esempio, prevedendo che chi effettua un controllo deve condividere con le altre amministrazioni dello Stato le informazioni raccolte, evitando la ripetizione di richieste simili fra loro o ispezioni non necessarie. Insomma, se è un primo passo, il Testo Unico del Vino è il benvenuto. Ma se ad esso non si accompagna la rivoluzione copernicana dei rapporti tra produttori e Stato, non ci siamo ancora. 8 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 9 Fisco e Tributi di Alberto Tealdi - commercialista - [email protected] Agricoltori veri tra il dire e il fare Il concetto di esclusività nelle società agricole è di fondamentale importanza per la determinazione della tassazione La circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 96/E, del 27 ottobre, in risposta ad un quesito in merito alla tassazione forfettaria dei ricavi di una società agricola derivanti dalla produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica, tratta il tema dello svolgimento esclusivo dell’attività agricola e delle attività agricole connesse da parte delle società medesime. ESERCIZIO ESCLUSIVO In particolare, la possibilità introdotta 10 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 dalla L. 296/2006 di optare per la tassazione su base catastale per la determinazione del reddito di società agricole siano esse in nome collettivo, in accomandita semplice od a responsabilità limitata, prevede una serie di vincoli da rispettare tra i quali appunto l’esercizio esclusivo delle attività di cui all’art. 2135 del codice civile. Si è pertanto in presenza di una società agricola solo quando nell’oggetto sociale è anche previsto l’esercizio esclusivo delle attività di coltivazione del fondo, di selvicoltura, di allevamento di animali e delle attività connesse (tra le quali rientra la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili oggetto dell’interpello di cui sopra). Tale esclusività, ovviamente, non può essere solamente formale, ma deve trovare riscontro nell’effettiva attività svolta dalla società. A questo proposito è opportuno comprendere pienamente i comportamenti da adottare onde evitare il disconoscimento del regime fiscale “agricolo” che comporterebbe l’accertamento di base imponibile e conseguenti sanzioni. QUESTIONE AFFITTO In questo frangente particolare attenzione è necessaria prestarla all’affitto di terreni L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 11 e fabbricati della società agricola in regime catastale. Questo perchè tale “attività” esula da quelle di cui all’art. 2135 del codice civile e pertanto comporterebbe la decadenza dal regime catastale. Considerato che la possibilità, ed a volte la necessità, di locare da parte della società agricola terreni od immobili propri non è assolutamente remota, con l’art. 36, co. 8, D.L. 179/2012 è stata prevista, seppur con limitazione del 10% sui ricavi, la possibilità anche per tali soggetti di concedere in affitto propri beni, in particolare la norma recita: “non costituiscono distrazione… la locazione, il comodato e l’affitto di fabbricati ad uso abitativo nonché di terreni e fabbricati ad uso strumentale alle attività agricole di cui all’art. 2135 del codice civile, semprechè i ricavi derivanti dalla locazione e affitto dei beni non superi il 10% dell’ammontare dei ricavi complessivi”. Con riferimento all’affitto di terreni agricolo questi devono ovviamente mantenere l’utilizzo agricolo anche in capo al conduttore così come per i fabbricati strumentali (ricovero attrezzi, stalle, ecc…) che devono continuare ad 12 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 essere destinati all’attività agricola. ABITAZIONI E SOCIETà Diverso invece il caso della locazione di immobili abitativi che possono essere locati a qualsiasi soggetto anche non agricoltore. Sempre per il rispetto della esclusività di cui sopra, alle società agricole non è consentito detenere partecipazioni in altre società a meno che queste non siano a loro volta agricole ed i dividendi percepiti siano inferiori ai ricavi dell’attività agricola svolta dalla società che detiene la partecipazione. Fisco e Tributi di Marianna cugnasco - commercialista - [email protected] Redditi agrari e dominicali Esenzione Irpef da sapere Quali agevolazioni prevede, in ambito agricolo, la nuova legge di bilancio per gli anni 2017, 2018 e 2019 La legge di bilancio 2017 (DL 163/2016) ha previsto un’agevolazione in ambito agricolo per gli anni 2017, 2018 e 2019, stabilendo che non concorreranno alla formazione della base imponibile ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche i redditi dominicali e agrari dei coltivatori diretti (CD) e degli imprenditori agricoli professionali (IAP). DOMINICALE E AGRARIO A tal fine si ricorda che titolare del reddito dominicale è il possessore, a titolo di proprietà, enfiteusi o altro diritto reale, del terreno; mentre titolare del reddito agrario è colui che esercita l’impresa agricola ai sensi dell’art. 2135 del codice civile. Ai fini delle imposte sui redditi i redditi dominicali e agrari dei terreni iscritti al Catasto terreni sono soggetti ad una determinata rivalutazione percentuale, pari: - all’80% per il reddito dominicale; - al 70% per il reddito agrario. RIVALUTAZIONE In aggiunta alla rivalutazione di cui sopra, la legge di stabilità 2013 ha introdotto l’obbligo di effettuare un’ulteriore rivalutazione dei redditi catastali (dominicale e agrario) dei terreni iscritti in Catasto, pari ora al 30%. Tale ulteriore rivalutazione tuttavia, dal periodo d’imposta 2016, non si applica per i terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti o IAP iscritti alla previdenza agricola.In altre parole, per i terreni agricoli, con riferimento al periodo d’imposta 2016, la situazione è la seguente: - per i terreni posseduti e condotti da CD e IAP il reddito dominicale è rivalutato dell’80%, mentre il reddito agrario è rivalutato del 70%; - per terreni coltivati da CD e IAP il reddito agrario è rivalutato del 70% (il reddito dominicale si genera invece in capo al proprietario del terreno ed è rivalutato dell’80% e dell’ulteriore 30%). ESENZIONE IRPEF Tuttavia a seguito delle disposizioni introdotte dalla legge di bilancio 2017 a decorrere dall’anno 2017 e fino al 2019 incluso i terreni posseduti e condotti da CD o IAP saranno esenti da Irpef, sia per quanto riguarda il reddito dominicale che per il reddito agrario. I terreni che vengono concessi in affitto, invece, continuano a generare reddito dominicale in capo al proprietario, mentre l’esenzione Irpef si applica sul reddito agrario in capo ai CD o IAP. SOCIETà L’agevolazione in commento si dovrebbe poter estendere alle società di persone quali le società semplici, per le quali si rende applicabile la tassazione su base catastale, e le Snc e le Sas che sono in possesso della qualifica di IAP e che hanno optato per la tassazione catastale (in quest’ultimo caso la società dichiara i redditi dei terreni, ma la tassazione avviene per trasparenza in capo al socio). Ciò in quanto la norma fa riferimento all’Irpef e non esclude espressamente dette società dal regime di favore. Al contrario, proprio perché si fa riferimento all’Irpef, l’agevolazione non si dovrebbe estendere alle Srl, anche se in possesso della qualifica di IAP. In merito si attendono gli opportuni chiarimenti ufficiali in fase di conversione del decreto. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 13 Se l’erba del vicino è sempre più secca Un lettore domanda: se il mio confinante, trattando il proprio terreno con dei diserbanti, ha danneggiato il mio raccolto, cosa posso fare? 14 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 Un principio cardine del nostro sistema giuridico è contenuto nell’art. 2043 del codice civile che prevede che qualunque fatto doloso o colposo che cagioni ad altri un danno ingiusto obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno. DIRITTO DI PROPRIETà Tale disposizione implica che la lesione di una posizione giuridica soggettiva tutelata dall’ordinamento, quale nel caso di specie, il diritto di proprietà, obbliga l’autore della lesione a risarcire le conseguenze negative patrimoniali e, in certi casi, non patrimoniali che dalla medesima sono derivate. Pertanto, il proprietario di un fondo che ritenga di aver subito un danno dall’attività materiale svolta dal proprietario del fondo confinante, potrà pretendere di essere risarcito, ovviamente fornendo la prova del comportamento colpevole dell’autore dell’illecito. Nello specifico caso di danno derivante dall’utilizzo di pesticidi, potrebbe trovare applicazione altresì l’art. 2050 c.c. che prevede che “chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di un’attività pericolosa, per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le Quando il diserbante danneggia il raccolto del confinante, la responsabilità è di chi ha cagionato il danno nell’esercizio di un’attività pericolosa, indipendentemente da ogni sua colpa misure idonee ad evitare il danno”. ATTIVITà PERICOLOSA L’uso di pesticidi nell’agricoltura, infatti, può essere considerata attività peri- colosa, in quanto attività potenzialmente dannosa di per sé per l’alta percentuale di danni che può provocare in ragione della sua natura o della natura dei mezzi adoperati. RESPONSABILITà OGGETTIVA La particolarità di tale tipo di responsabilità è che la stessa ha carattere oggettivo, per cui chi ha cagionato il danno nell’esercizio di un’attività pericolosa ne risponde indipendentemente da ogni sua colpa: anche se, al momento del fatto, ha usato diligenza, prudenza e perizia, salvo che non riesca a dare la prova positiva di avere impiegato ogni cura e misura atta ad impedire l’evento dannoso. È importante sottolineare, sul punto, che la materia dell’utilizzo di diserbanti L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 15 in agricoltura è normata da regole precise, tra cui il Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN), uno strumento normativo approvato con DM 22 gennaio 2014, nonché appositi provvedimenti locali, quali ordinanze e regolamenti; pertanto, la prova positiva di aver impiegato ogni cura e mi- sura idonea ad impedire l’evento dannoso potrebbe sostanziarsi proprio nell’essersi attenuto scrupolosamente alle leggi vigenti. SOSTANZE TOSSICHE L’utilizzo di diserbanti con riferimento alle conseguenze sulla salute delle persone, inoltre, è stato recentemente 16 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 portato all’attenzione della giurisprudenza che, in una recente sentenza, ha ritenuto che le immissioni di sostanze tossiche nel fondo del vicino superassero il livello di tollerabilità impedendo a quest’ultimo il pieno godimento della propria abitazione e dei propri terreni, determinando così un danno alla salute, ed ha conseguentemente ordinato all’impresa agricola di eseguire i trattamenti antiparassitari con modalità tese a contenere le immissioni di sostanze nocive (es. lenta velocità del mezzo di distribuzione, bassa pressione, orientamento dei bocchettoni di irrorazione in direzione opposta al confinante). Fisco e tributi di Davide Galfrè - geometra - [email protected] Chi bonifica l’amianto risparmia la metà Nuovi crediti di imposta per interventi su coperture in lastre, canalizzazioni, tubi, canne fumarie e contenitori per il trasporto e lo stoccaggio di materiali In materia di smaltimento amianto è arrivata una gradita, ma eccessivamente tardiva notizia con il Decreto 15 giugno 2016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio in data 17 ottobre 2016, che prevede un credito d’imposta per alcune tipo- logie di opere relative allo smaltimento amianto; tale Decreto individua le disposizioni applicative della precedente Legge 221/2015 la quale, a sua volta, prevedeva che le opere di bonifica dovessero essere realizzate nel corso dell’anno 2016. Ormai l’anno 2016 è quasi concluso, ma è presumibile che la tardiva pubblicazione delle disposizioni applicative generi la possibilità che le medesime detrazioni saranno possibili anche per il 2017. CREDITO D’IMPOSTA Il Decreto sopra citato prevede che possano beneficiare di un credito L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 17 Fisco e tributi d’imposta pari al 50 per cento della spesa sostenuta i soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla loro natura giuridica e dalle dimensioni aziendali, che abbiano effettuato interventi di bonifica dall’amianto su beni e strutture nel corso dell’anno 2016. La spesa sostenuta tra il 1 gennaio 2016 ed il 31 dicembre 2016 non deve essere inferiore ad euro 20.000,00 con un massimo di euro 400.000,00 (per ciascuna impresa) ed il credito d’imposta (o detrazione fiscale che dir si voglia) sarà ripartito su base triennale in quote uguali tra loro attraverso la dichiarazione dei redditi a partire dall’anno successivo a quello in cui sono stati eseguiti i lavori di bonifica. OPERE AMMESSE Le opere per cui è ammessa la detrazione fiscale sono tutte quelle volte alla rimozione e smaltimento (anche previo trattamenti in impianti autorizzati e specifici del settore) dell’amianto presente in coperture in lastre, nelle canalizzazioni, tubi, canne fumarie e contenitori per il trasporto e lo stoccaggio di materiali ed anche le spese dovute per eventuali perizie di carattere ambientale nel limite del 10 per cento della spesa complessiva e comunque per un importo non superiore ad euro 10.000,00. DOMANDA AL MINISTERO Per poter usufruire della detrazione fiscale è necessario presentare una domanda al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare sul portale internet che il Ministero metterà a disposizione nel periodo compreso tra il 17 novembre 2016 ed il 31 marzo 2017 accompagnando la stessa con tutte le indicazioni necessarie quali, ad esempio, l’ammontare delle spese sostenute, l’ammontare della detrazione richiesta, dalla dichiarazione di non utilizzo di ulteriori agevo- 18 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 Fisco e tributi • piano di lavoro del progetto di bonifica da presentare da parte del titolare dell’impresa esecutrice almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori all’ASL competente del territorio; • comunicazione all’ASL di avvenuta ultimazione dei lavori ed avvenuto smaltimento in discarica autorizzata. lazioni in tale ambito e da alcuni documenti tecnici, pena l’esclusione dalla detrazione; una volta ricevuta la domanda il Ministero avrà 90 giorni di tempo per comunicare l’accesso o il diniego all’agevolazione. DOCUMENTI NECESSARI I documenti tecnici di cui sopra sono sostanzialmente quelli legati alle pratiche ASL relativi alla salubrità e sicurezza dei luoghi e consistono in: PRATICA EDILIZIA Il decreto non prende nemmeno in considerazione la normativa in materia edilizio/urbanistico, ma è chiaro che (sebbene non sia espressamente specificato) per la completezza documentale e comunque per garantire la massima sicurezza è necessario (e sicuramente non superfluo) presentare prima dell’inizio dei lavori l’opportuna pratica edilizia comunale da accordare con l’Ufficio tecnico comunale e che, in linea generale può essere ricondotta ad una Comunicazione di inizio lavori per manutenzione straordinaria o ad una Segnalazione certificata di inizio attività, il che dipenderà anche da come si intende sostituire l’amianto rimosso. URGENZA E PROROGA E’ lampante come queste linee guida arrivino troppo tardi, visto che prima di poter iniziare i lavori devono trascorrere almeno i 30 giorni della notifica all’ASL, ma è anche vero che tale limite potrebbe essere superato tramite i casi di urgenza previsti in materia (eliminando i 30 giorni giustificando tale avveni- mento attraverso una situazione di rischio a carattere igienico-sanitario e per cui non è rinviabile la messa in sicurezza) e comunque, visto proprio il grave ritardo nell’emissione delle linee guida da parte del Ministero, si confida in una proroga delle agevolazioni anche agli anni avvenire. Sarà possibile sapere se ci sarà un’eventuale proroga solamente in seguito all’approvazione della Legge di Stabilità che, normalmente avviene durante gli ultimi giorni del mese di dicembre. SMALTIMENTO AMIANTO Resta confermata almeno fino al 31 dicembre 2016 la possibilità di detrazione del 50 per cento delle spese sostenute da per lo smaltimento amianto da parte di persone non titolari di reddito d’impresa su immobili abitativi e relative pertinenze attraverso dieci quote annuali di egual valore, con un massimo di euro 96.000. ALTRE DETRAZIONI In chiusura si ricorda che le eventuali opere successive allo smaltimento amianto possono a loro volta rientrare in casistiche di detrazioni fiscali differenti, come ad esempio la detrazione del 65 per cento nel caso in cui si procedesse con l’isolamento della copertura su cui è stato rimosso l’amianto o la detrazione del 50 per cento o l’incentivo del Conto Termico se si decidesse di installare dei pannelli fotovoltaici in copertura. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 19 Zootecnia Uruc e Pamela piemontesi di razza La trentasettesima Mostra nazionale bovini di razza piemontese, svoltasi il 4, 5 e 6 novembre a Cuneo, è stata un vero successo per questa razza da carne unica al mondo, sia per la quantità, ma soprattutto per qualità dei capi esposti. Il numeroso pubblico presente ha veramente toccato con mano la grande passione degli allevatori espositori presenti. Come al solito la Mostra, guidata in ogni sua operazione dall’impeccabile Guido Garnero, è stata combattuta in tutte quindici le categorie di animali presenti, tant’è vero che spesso i giudici si sono trovati in seria difficoltà nel proclamare il vincitore o la vincitrice di categoria. IL TORO URUC Tra le categorie più difficili da giudicare, è stata sicuramente quella dei tori di oltre 36 mesi: veramente un animale più bello dell’altro. 20 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 Il toro Uruc, campione assoluto della Mostra Alla fine l’ha spuntata il toro Uruc di Pagani Valerio di Oltrona di San Mamette (provincia di Como), prevalendo di un soffio sul toro Ussolo di proprietà di Caffer Mario di Cavour. In seguito il toro Uruc diventerà campione asso- luto della mostra. Il toro Zico, proveniente dall’allevamento Vignolo Marco di Morozzo, si è classificato vice campione della mostra sezione tori. Questo toro, a parer mio, è un autentico fuoriclasse e certamente ne risentiremo parlare. Zootecnia nazionale bovini di razza piemontese a Cuneo LA VACCA PAMELA Le categorie femminili sono state anche loro molto combattute, con animali competitivi e ben preparati. Per il titolo di campionessa assoluta della Mostra l’ha spuntata la vacca di nome Pamela, gui- data magistralmente da Claudio Caffer di Cavour, ma di proprietà di Giaroli Andrea di Fraconalto (provincia di Alessandria). Pamela è un animale dalla mole impressionante, figlia di Zaffiro e nipote del grande Taiwan: entrambi tori provenienti dall’al- Alla Mostra nazionale di Cuneo, parata di capi di alta qualità. In vetrina la professionalità e la passione degli allevatori levamento del geometra Piero Quaglia di Saluzzo. Pamela ha preceduto di un soffio la vacca Teglia: un animale giovane, ma con struttura e qualità notevoli, dell’allevamento Delsoglio di Fossano. Ancora una volta, come ha giustamente sottoline- ato il presidente Anaborapi Albino Pistone, la razza bovina piemontese ha dimostrato appieno le proprie potenzialità con animali a dir poco meravigliosi. Luciano Nicolino L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 21 Zootecnia di Maurizio Viso e Giuseppe Cagnassi - [email protected] Ruminanti, una dieta a base di grassi Che siano legati alla quantità/qualità del latte o alla produzione della carne, sempre più si sente parlare dell’utilizzo di “grassi” in aggiunta alle nostre razioni. TRIGLICERIDI I lipidi sono sostanze ternarie ovvero formate da carbonio, idrogeno e ossigeno ed hanno una funzione principalmente energetica. Nella pratica, sono riserve che si utilizzano quando il bilancio energetico è negativo. I grassi presenti nella dieta dei ruminanti sono prevalentemente trigliceridi e si trovano nei semi di piante oleaginose e nei cereali, poi possiamo trovare dei glicolipidi derivanti dai foraggi. Una parte importante dei trigliceridi e degli acidi grassi vengono somministrati con prodotti specifici, comunemente detti 22 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 “aggiunta di grassi” o grassi protetti. Diventa chiaro che l’impiego di grassi by-pass nelle razioni per ruminanti ha lo scopo di fornire un alimento ad alto contenuto di energia ed essendo rumino protetti evitano gli effetti negativi che hanno i grassi insaturi (contenuti nei vegetali) sulla flora ruminale. NEL RUMINE Gli acidi grassi che compongono i lipidi possono essere saturi, ovvero non hanno doppi legami o insaturi presentano uno o più doppi legami. I grassi insaturi, quelli contenuti nei vegetali (ad esempio, olio di soia), a livello ruminale vanno incontro ad un processo di bioidrogenazione che li trasforma in grassi saturi. Questi ultimi superano il Zootecnia rumine per essere poi assorbiti a livello intestinale. I grassi insaturi a livello del rumine sono però in grado di creare un film attorno alle particelle di fibra rendendole meno attaccabili dalla popolazione batterica cellulosolitica. Con questo meccanismo, se presenti in quantità eccessive, possono penalizzare in modo dannoso l’attività ruminale e portare all’effetto opposto rispetto a quello desiderato. GRASSI BYPASS È per questi motivi che, in determinati stadi fisiologici, dove le richieste di energia sono elevate, si utilizzano dei grassi in grado di superare il rumine. Vediamo alcuni esempi in cui è consigliabile utilizzare dei grassi bypass: • nella vacca ad inizio lattazione che si trova ad affrontare un bilancio energetico negativo dovuto all’aumento della produzione di latte; • nel periodo estivo poiché con le Come aumentare il livello energetico delle razioni, evitando situazioni pericolose. Il maggior risultato al minor costo, senza incorrere in spese inutili L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 23 Zootecnia alte temperature la bovina cala l’ingestione di sostanza secca e di conseguenza di energia; • nel caso di lattifere molto produttive e in presenza della terza mungitura quando diventa fondamentale sostenere tutto l’anno gli animali da un punto di vista energetico; • nel bovino da carne per incrementare il deposito di grasso o accorciare il ciclo produttivo, durante tutto il ciclo per le razze caratterizzate da ipertrofia o solo nel finissaggio per le razze tardive (IZ, Sgoifo Rossi 2013). GRASSI PROTETTI I grassi in grado di bypassare il rumine attualmente in commercio sono i saponi di calcio, gli acidi grassi idrogenati e gli acidi grassi frazionati. Grassi saponificati: i saponi di calcio sono il risultato della reazione, a circa 200° e 3-4 atmosfere di pressione, tra acidi grassi di origi- ne vegetale (soprattutto palma) e idrossido di calcio. I saponi sono inattivi a livello ruminale, ma una volta arrivati nell’abomaso per via del pH fortemente acido si scindono per poi venire assorbiti a livello intestinale. Nell’utilizzo di questa fonte di grassi si dovrà porre attenzione a mantenere il pH ruminale a valori più elevati possibili nel corso di tutta la giornata per evitare che i saponi di calcio si dissocino nel 24 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 rumine, limitando l’attività della flora cellulosolitica. I saponi di calcio, presentano gli stessi acidi grassi dell’olio di partenza, hanno perciò un’elevata concentrazione di acidi grassi insaturi, mentre tra gli acidi grassi saturi prevale l’acido palmitico. Grassi idrogenati: sono composti da acidi grassi di origine vegetale quindi principalmente insaturi. Essi hanno la capacità di bypassare il Zootecnia di acido palmitico (minimo 80%) particolarmente indicato per le bovine ad alta produzione, essendo un ottima fonte energetica. L’acido palmitico, inoltre, ha una azione molto forte sull’aumento di grasso nel latte, utilizzando questi tipi di grassi si può ottenere un incremento del titolo di grasso compreso tra 0.2% e 0.3%. rumine poiché vengono saturati i doppi legami con H+(idrogeno) in speciali impianti a temperature di 150-230 °C con pressioni da 1 a 10 atmosfere in presenza di specifici catalizzatori (palladio, platino, nichel). Trattati in questo modo questi grassi sono in grado di superare totalmente il rumine senza interagire con la sua flora. Per quanto riguarda il profilo in acidi grassi in seguito al trattamento subito, a differenza dei saponi, risultano costituiti per il 90% da acidi grassi saturi. Grassi frazionati: il frazionamento è un processo fisico con cui si separa un olio vegetale (quasi sempre olio di palma) in due frazioni caratterizzate da una diversa composizione in acidi grassi e quindi con diverse proprietà. Con questo processo si riescono ad ottenere dei prodotti con un alta concentrazione VALUTAZIONE STRATEGICA L’aggiunta di grassi nelle razioni per ruminanti è sicuramente una strategia utile sia per gli allevatori che per i nutrizionisti, per poter aumentare il livello energetico delle razioni, senza incorrere in situazioni pericolose come quando si eccede con gli amidi per aumentare l’energia. È importante valutare con il consulente aziendale che si occupa dell’alimentazione quale grasso è meglio utilizzare nel proprio allevamento, in modo tale da avere il maggior risultato al minor costo, senza incorrere in spese inutili. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 25 Il vero prezzo del latte, dalle stelle alle stalle Il mercato internazionale dei prodotti lattiero-caseari è in ripresa, ma gli allevatori italiani non stanno beneficiando del positivo andamento delle quotazioni del latte e dei derivati del latte. Infatti, il prezzo del latte crudo alla stalla corrisposto dai primi acquirenti si è mosso meno rispetto ai derivati lattiero caseari e al latte spot. TRATTATIVA LOMBARDA Il confronto interprofessionale nella filiera italiana del latte prosegue e, in particolare, è assai importante quello che succede in Lombardia, dove la situazione negoziale riguarda due questioni. Da un lato è in atto un confronto per definire il prezzo del latte crudo alla stalla negli ultimi mesi 2016 e dall’altro lato la questione sul prezzo da corrispondere per l’anno 2017. Come noto, la legge nazionale impone l’obbligo di predisporre contratti scritti per il trasferimento della materia prima dall’allevatore al primo acquirente e prevede che tali contratti debbano prevedere una durata minima di 12 mesi. Il braccio di ferro tra chi produce e chi acquista il latte bovino riguarda evidentemente il nuovo prezzo da cui partire all’inizio del prossimo 26 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 anno, nonché i criteri da applicare per eventualmente adeguarlo nel corso del tempo, tenendo conto delle mutevoli condizioni del mercato. SPOT DA RECORD Sul primo punto c’è un forte contrasto tra le parti e la differenza tra le richieste dei produttori e le proposte degli acquirenti industriali è grande. Durante la scorsa estate, Lactalis manifestò la volontà di corrispondere 32 centesimi di euro/L nel mese di ottobre, 33 a novembre e 34 a dicembre (ovviamente prezzo Lombardia). Gli allevatori italiani però, forti dell’andamento del prezzo del latte spot e dei trasformati del latte, richiedono un adeguamento più sostanzioso. Il latte spot, come possiamo vedere nella tabella sopra, ha proseguito la sua corsa al rialzo anche in novembre raggiungendo valori che sono vicini ai prezzi record. Il burro fresco è introvabile e da inizio anno il prezzo è cresciuto del 36%. Inoltre i contratti di compravendita del latte bovino da destinare alla trasformazione in formaggio Grana Padano prevedono un prezzo compreso tra 37 e 38 centesimi di euro/kg, molto di più rispetto alle disponibilità manifestate dalla principale industria casearia attiva nel nostro Paese. Mercato dei trasformati molto attivo, latte spot a quotazioni da record, ma gli allevatori rimangono al palo. Attesa per la trattativa in Lombardia SCENARIO EUROPEO La situazione italiana non è molto diversa da quella a livello dell’Unione Europea. Nella tabella di pag. 28, si evidenzia come il prezzo pagato agli allevatori nel mese di settembre (ultimo aggiornamento delle tabelle CLAL) segua un andamento quasi piatto rispetto ai prezzi pagati in primavera, in tutti i paesi eccetto della Germania. Il prezzo pagato in Lombardia risulta molto superiore a quello degli altri paesi: + 4,23 euro quintale rispetto alla Francia, + 8,30 euro q.le rispetto alla Germania e via di questo passo. Lascia un po perplessi la differenza di prezzo che emerge tra il prezzo alla stalla tedesco e il prezzo del latte spot di provenienza tedesca; ad esempio nel mese di settembre il latte spot tedesco quotava a Lodi 39,00 euro q.le, mentre agli allevatori il latte era pagato 25,70 euro q.le. Evidentemente anche gli L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 27 allevatori tedeschi fanno fatica a farsi riconoscere l’aumento dei prezzi dei prodotti lattiero caseari e del latte in cisterna evidenziatosi nell’ultimo periodo. CONSUMI DOMESTICI La nota dolente arriva ancora dai consumi domestici. La domanda domestica di latte e derivati continua a contrarsi nel corso del 2016 evidenziando nei primi otto mesi una riduzione della spesa del 3% rispetto al medesimo periodo del 2015. La flessione degli acquisti di latte è divenuta una componente strutturale del consumo nazionale, coinvolgendo in uguale misura sia il latte fresco che il latte UHT (entrambi -4% in volume). Fanno eccezione i latti biologico e ad alta digeribilità che rappresentano ancora quote esigue del mercato. Tra i formaggi, complessivamente in calo del 2,7% in volume e del 3,3% in termini di spesa, è da sottolineare il recupero dei ”duri” che si sono stabilizzati sui livelli dello scorso anno. Le maggiori flessioni hanno interessato i formaggi molli in termini di quantità e i semiduri in termini di spesa. Gli unici settori a mostrare una dinamica positiva dei consumi sono lo yogurt e il burro, avvantaggiati dal calo dei prezzi e dalla pressione competitiva esercitata dai prodotti importati. Nei primi otto mesi dell’anno in corso i consumi di yogurt sono incrementati del 2% in volume rimanendo fermi per la spesa. 28 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 EFFETTO ETICHETTA A partire dal 1° gennaio 2017 sarà obbligatoria l’indicazione in etichetta dell’origine del latte utilizzato per la produzione di derivati del latte. La misura è prevista da un Decreto interministeriale che ha ottenuto il via libera dell’Unione europea. La norma prevede l’obbligo per i trasformatori, in via sperimentale e per due anni, di indicare l’origine del latte nelle etichette dei trasformati. Il Decreto definisce le diciture che riguarderanno i prodotti a base di solo latte crudo lavorato (latte alimentare compreso l’UHT) o dove il latte crudo è un ingrediente (formaggi e latticini). Nell’etichetta dovrà essere presente l’origine del latte in uno dei seguenti modi: Zootecnia • paese di mungitura del latte; • paese dove è stato condizionato il latte; • paese dove è stato trasformato il latte. Se il latte crudo viene munto, condizionato e trasformato nello stesso paese, l’indicazione di origine può essere assolta con l’utilizzo della dicitura : “origine del latte: nome del paese”. Se invece queste operazioni avvengono nei territori di diversi paesi dell’UE, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata possono essere utilizzate le seguenti diciture: • “miscela di latte di paesi UE” per l’operazione di mungitura; • “latte condizionato in paesi UE” per l’operazione di condizionamento; • “latte trasformato in paesi UE” per l’operazione di trasformazione. Infine, se le operazioni avvengono nel territorio di più paesi situati al di fuori dell’Unione Europea, per indicare il luogo in cui ciascuna operazione è stata effettuata possono essere utilizzate le seguenti diciture: • “miscela di latte di paesi non UE” per l’operazione di mungitura; • “latte condizionato in paesi non UE” per l’operazione di condizionamento; • “latte trasformato in paesi non UE” per l’operazione di trasformazione. Sarà una applicazione tutt’altro che semplice e di difficile controllo in quanto è un’iniziativa unilaterale dell’Italia e tutti gli altri paesi UE, ad eccetto della Francia, non applicano norme simili. Affinchè il provvedimento abbia un effetto positivo, cioè abbia successo, serve una campagna di informazione rivolta al consumatore ad opera della Pubblica Amministrazione. L’obiettivo della campagna è di insegnare al consumatore a leggere l’etichetta e a distinguere tra provenienza della materia prima e luogo di produzione o di ultima lavorazione del prodotto. Giovanni Battista Testa L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 29 Zootecnia «Quel giorno ho capito che bisognava cambiare» L’appassionante testimonianza dell’allevatore di bovini di Razza Piemontese Carlo Isaia, a San Pietro del Gallo: «Ho scelto la qualità e non tornerei più indietro» «Provo sincero piacere nel vedere diversi giovani costruire il proprio futuro nell’allevamento del bestiame, apprezzando l’aria dei campi, il profumo dei cereali, il contatto con gli animali e farlo con tanta grinta e passione». NOBILE PASSATO Ad evidenziarlo è Carlo Isaia, giovane allevatore di bovini piemontesi a San Pietro del Gallo, nella cascina dal nobile passato (fu per tantissimi anni proprietà del famoso generale Baratieri di cui gli Isaia erano affittuari). «La mia personale esperienza, risalente solo ad un paio di decenni fa - informa Carlo mentre mi accompagna a conoscere i suo “caviale” (140 bovini rigidamente di razza piemontese), con il sorriso, lo sguardo orgo- 30 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 glioso, la gentilezza di chi conosce a memoria i passi della natura ed il mondo degli animali - si rifà molto a quella di questi giovani, sfociata nell’allevamento ad alta genealogia, raccogliendo il testimone della tradizione affidatomi da mio padre Sergio e, prima di lui, da mio nonno Guglielmo. Ad un certo punto, mi ero stufato di fare un prodotto di alta qualità vedendolo poi finire nelle mani di mediatori che me lo pagavano alla stregua di un alimento di basso livello». LA GRANDA «Avevo da poco concluso il mandato di responsabile regionale dell’Agia Piemonte, l’associazione dei giovani imprenditori agricoli della Cia del Piemonte – prosegue Isaia -, un ruolo che mi appassionò per il continuo contatto con l’entusiasmo e le idee originali di tante e diverse esperienze giovanili agricole. Determinante furono il successivo incontro con Sergio Capaldo, i suoi preziosi suggerimenti e la decisione di aderire al suo neonato Consorzio de “La Granda”. Il messaggio che, per primo mi colpì in quest’ambito, fu quello del far andare di pari passo buon allevatore, buon agricoltore e buon consumatore, non lasciando mai da parte ambiente, agricoltura, salute delle persone e benessere degli animali». CAMBIARE METODO «Per dar vita ad una carne di qualità superiore bisognava cambiare metodo di allevamento, attenersi al rigoroso regolamento crusca, fave e fieno, per la quasi totalità prodotti in azienda, l’utilizzo di lieviti vivi, abolendo insilati, integratori vitaminici, tantomeno ogm ed i prati devono essere polifiti, abbinando nella semina più componenti, dalle graminacee alle leguminose. Così gli animali sono in equilibrio, non sono spremuti, vivono bene e forniscono una carne risultato di tutte le attenzioni che ho fornito loro in vita». Carlo Isaia nel suo allevamento del suo disciplinare che, tra le altre cose, prevede che i vitelli devono rimanere insieme alle madri fino ai 6 mesi, cioè fino allo svezzamento, alimentati esclusivamente da esse, la nutrizione dei capi adulti deve derivare da prodotti naturali, mais, orzo, RODAGGIO IMPEGNATIVO «All’inizio, confesso, non è stato facile pur se ero fermamente convinto della bontà del nuovo indirizzo. Ma ora non tornerei più indietro, i risultati qualitativi, ambientali e, non ultimo, economici, stanno dando ragione alla mia scelta. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 31 Se poi la vita nel Consorzio diventa, come di fatto è, anche splendida occasione per creare, fra i 95 soci, nella stragrande maggioranza giovani, sinceri rapporti di amicizia, per fare gruppo, per far vivere con soddisfazione la propria attività allevatoriale riuscendo a mettere in simbiosi tradizione, tipicità, tecnologia, allora non si può chiedere di più. Essere soci de “La Granda” significa anche poter contare sull’assistenza di tecnici qualificati che effettuano periodiche visite all’azienda, come Giancarlo Pirotti e Giovanni Prato, che arricchiscono il nostro patrimonio di conoscenze tecniche, ci seguono nelle eventuali problematiche relative alla gestione del processo produttivo, nel rispetto delle prescrizioni del disciplinare, nella stessa gestione delle strutture, degli impianti e delle attrezzature». AGGIORNAMENTO CONTINUO «Che dire poi dell’aggiornamento di valenti studiosi del settore zootecnico? Non manca mai nessuno agli appuntamenti con Carlo Sgoifo Rossi, professore ordinario del Dipartimento di Scienze Veterinarie di Milano, che ci aggiorna sulla corretta alimentazione, sul benessere dei bovini e sul livello di biosicurezza. Così come è assicurata la presenza di tutti agli incontri con Andrea Cavallero sull’importanza del nutrimento degli animali su prati ricchi di specie foraggere diverse, per raggiungere nella carne livelli di qualità organolettiche e nutraceutiche nettamente superiori. Affollati i convegni con Giusto Giovannetti, direttore del CSS di Aosta, sul nuovo modello di agricoltura simbiotica, una delle risposte più valide e innovative per il settore agricolo e zootecnico, in virtù dell’utilizzo delle micorrize, composti microbici che, miscelati con il seme dei cereali o irrorati direttamente sui prati, consentono alle radici di svilupparsi molto di più con conseguenti risultati positivi anche per i frutti della terra e poi per l’uomo». INDAGINE INDACO L’azienda di Carlo è stata di recente inserita tra quelle campione dell’indagine Indaco, istituto specializzato in valutazione ambientale e dell’Università di Siena, sulle emissioni di gas serra. 32 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 «Slow Food nell’ambito del progetto di Etichetta Narrante, iniziativa rivolta a promuovere un’informazione completa ed esaustiva sui prodotti agroalimentari di eccellenza, ha incaricato Indaco di tracciare un profilo ambientale dei prodotti dei suoi presidi, tra cui quelli de “La Granda”, finalizzato ad ottenere informazioni sulla sostenibilità della loro filiera. La richiesta su quante emissioni di gas serra sono generate in azienda durante la produzione e riuscire a dimostrare che essa ha attivato un sistema di monitoraggio delle proprie emissioni, è indice di una gestione attenta e responsabile. I tecnici Indaco hanno, allo scopo, effettuato una dettagliata analisi nella mia azienda ed il risultato finale ha dimostrato che la dotazione di moderni ed efficienti macchinari (e quindi il consumo di combustibili), l’utilizzo ridotto di prodotti chimici in campo, l’alimentazione corretta ai bovini, sono tutte pratiche che hanno limitato le emissioni di gas serra fino ad un -26% in confronto con aziende zootecniche di stampo convenzionale». L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 33 Zootecnia Allevatorissima L’impero del latte Alla tradizionale parata dei frisonisti, premiato il responsabile degli acquisti della Ferrero, Enrico Scimone. Meo Bovetti passa le redini dell’Associazione regionale allevatori a Tiziano Valperga Allevatorissima 2016 si conferma come vera festa del “mondo latte”. La parata dei frisonisti è andata in scena nella serata di giovedì 24 novembre alle Cupole, presenti tutti i big del settore salutati dal sinda- co di Cavallermaggiore, Davide Sannazzaro. Protagonista principale di quest’anno Enrico Scimone, responsabile per il gruppo Ferrero degli acquisti di latte e derivati, al quale è stato assegnato il premio Ita- 34 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 lialleva 2016. Al suo fianco Ambrogio Invernizzi, patron dell’Inalpi di Moretta, i vertici dell’Arap con il presidente Roberto Chialva e il direttore Tiziano Valperga, il presidente della cooperativa Compral latte Raffaele Tortalla con il direttore Bartolomeo Bovetti. Soddisfatti gli organizzatori, che fanno capo alla sezione Frisona dell’Arap e Apa guidata dal presidente Livio Diale, che ha ringraziato i numerosi Zootecnia Enrico Scimone (con la targa) premiato ad Allevatorissima partecipanti e gli sponsor della manifestazione. ITALIALLEVA Nel corso del galà animato dall’orchestra Marianna Lanteri e da una ricca lotteria, si è tenuta la cerimonia di premiazione Italialleva. La scelta è caduta sul dirigente Ferrero che ha avuto un ruolo di primo piano nella costruzione della filiera del latte piemontese, con la realizzazione delle torri del latte Inalpi a Moretta e la concomitante nascita della cooperativa Compral Latte. In particolare la motivazione del Premio sottolinea che “i successi si misurano sempre con la capacità e la volontà degli uomini, e gli uomini sono stati determinanti specie nella fase iniziale quando tutto era da immaginare e da progettare. Enrico Scimone è stato un protagonista, ha rappresentato le attese dell’azienda dolciaria Ferrero. Con l’azienda Inalpi, Scimone ha costruito il rapporto con gli allevatori e lo ha interpretato in modo costruttivo anche sul piano più strettamente commerciale avviando un collegamento funzionale con il mondo universitario a cui è stato dato l’incarico di realizzare il modello di calcolo del prezzo indicizzato”. STAFFETTA Nella serata lo storico direttore dell’Apa di Cuneo, Meo Bovetti, con un gustoso siparietto ha ufficializzato il passaggio di consegne a Tiziano Valperga, che con il ridisegno del sistema allevatoriale piemontese ha ora le redini dell’associazione regionale. Bovetti lo ha fatto citando il suo poeta preferito, Nino Costa, il “contemplatore delle nuvole” e la poesia intitolata appunto “Nivole”, che invita a guardare in alto. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 35 Attualità Pac, la situazione degli anticipi Importanti anticipi della Domanda unica per le aziende agricole piemontesi sono stati erogati da Arpea con quattro decreti emessi dal 24 al 30 novembre. Riguardano 25.866 aziende che ricevono anticipi per 154 milioni di euro. Dal 26 ottobre al 16 novembre sono stati poi pagati anticipi del Psr agroambiente a 13.685 aziende per 37,5 milioni di euro. «Si è trattato di uno sforzo non indifferente - commenta l’assessore regionale all’agricoltura, Giorgio Ferrero - sono pagamenti attesi dalle aziende, importanti per garantire la continuità pro- duttiva, che Arpea ha erogato non appena è stata messa nelle condizioni di poterlo fare». EROGAZIONI NAZIONALI Sul piano nazionale, Agea ha concluso il 28 novembre il pagamento degli anticipi 2016 della Domanda unica Pac. Il valore degli importi erogati è di oltre 1 miliardo di euro per circa 500 mila aziende agricole. A favore di 100 mila piccoli agricoltori sono stati erogati 47 milioni. L’erogazione effettuata da Agea supera quanto effettuato per il 2014, ultimo anno della vecchia 36 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 Attualità Agea ha concluso i pagamenti il 28 novembre, in Piemonte erogati da Arpea 154 milioni a 25.866 aziende agricole programmazione (813 milioni di euro) ed il 2015, primo anno della nuova programmazione 20142020 (731 milioni di euro). TERREMOTATI Gli anticipi erogati comprendono anche 69 milioni di euro in favore di 33 mila aziende agricole operanti nelle zone del centro Italia colpite dal terremoto ad agosto e ad ottobre 2016. «È un sostegno concreto alle aziende - ha dichiarato il ministro Maurizio Martina - particolarmente importante soprattutto per chi è stato colpito dagli eventi sismici che hanno interessato il centro del nostro Paese. Parliamo di risorse fondamentali ora a disposizione delle aziende agricole per il loro lavoro e la loro crescita». ISTANZE DI RIESAME Riguardo ai pagamenti relativi alle campagne degli anni precedenti, Agea ha predisposto un piano operativo per il controllo di tutte le istanze di riesame presentate dagli agricoltori per la risoluzione delle anomalie che avevano impedito il pagamento nei termini. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 37 Zootecnia Le malghe comunali concesse ad uso civico Sono a disposizione dei Comuni montani gli schemi per la modulistica per l’affitto e per la concessione di uso civico delle malghe pubbliche di proprietà comunale. setto idrogeologico territoriale, osteggiando fenomeni speculativi che rischiano di cancellare la storia e la tradizione dei nostri alpeggi», commenta Giorgio Ferrero. TUTELARE I PASCOLI Il provvedimento, approvato con una delibera della Giunta regionale del Piemonte ad ottobre su proposta dell’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero, COMUNE INTERESSE «Lo abbiamo fatto anche per venire incontro alle esigenze manifestate dai Comuni montani che possiedono territori a pascolo e dai tanti margari Provvedimento della Regione Piemonte per contrastare le speculazioni e garantire la conservazione della biodiversità vuole tutelare i pascoli montani e l’alpicoltura, considerati una risorsa economica, ambientale, paesaggistica e culturale di irrinunciabile valore. EVITARE SPECULAZIONI «Per questo abbiamo contribuito a regolamentarne l’uso con strumenti adeguati a garantire la conservazione della biodiversità, dei paesaggi e dell’as- 38 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 che con il loro lavoro onesto e appassionato mantengono viva la montagna». La superficie dei pascoli alpini piemontesi ammonta a oltre 300.000 ettari, di cui circa il 40% di proprietà pubblica, con particolare rilevanza della proprietà comunale: «Si tratta di una realtà importante, che abbiamo voluto valorizzare come merita», conclude Ferrero. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 39 Seminativi L’Italia scommette sul ritorno della canapa Approvata la legge che rilancia una filiera dal glorioso passato e con notevoli potenzialità economiche. Regolamentata la coltivazione E’ stata approvata in via definitiva al Senato la legge per la promozione della filiera della canapa. Viene così regolamentato un settore dal grande potenziale per la nostra agricoltura, non soltanto dal punto di vista economico, ma anche della sostenibilità. REDDITIVITà ELEVATA Si stabiliscono riferimenti chiari ai tanti agricoltori interessati a 40 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 investire in una filiera che ha moltissimi sbocchi commerciali, con un potenziale di redditività elevata. La coltura della canapa, infatti, è in grado di ridurre l’impatto ambien- tale per le sue qualità e caratteristiche. In particolare, il provvedimento identifica le varietà di canapa per la coltivazione e individua i settori produttivi in cui può essere impiegata i controlli, il Corpo forestale è autorizzato a svolgere le attività di verifica. che vanno dall’alimentazione alla cosmesi, dall’industria e artigianato al settore energetico e alle attività didattiche e di ricerca. Sul piano della semplificazione, la legge consente la coltivazione della canapa senza la necessità di autorizzazione. Per favorire le attività di produzione e trasformazione nel settore, il Ministero delle Politiche agricole destinerà annualmente una quota delle risorse disponibili dei piani nazionali entro il limite massimo di 700.000 euro. Per quanto riguarda RADICI PRODUTTIVE Si tratta, in realtà, del ritorno a una coltivazione che fino agli anni Quaranta era più che familiare in Italia, tanto che il Belpaese con quasi centomila ettari, come annota Coldiretti, era il secondo maggior produttore di canapa al mondo (dietro soltanto all’Unione Sovietica). Il declino è arrivato per la progressiva industrializzazione e l’avvento del “boom economico” che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche a causa della campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un ombra su questa pianta. Oggi le istituzioni sono consapevoli dell’esigenza di creare un quadro legislativo di minore rigidità che possa valorizzare le caratteristiche distintive della canapa in Italia dove esistono le condizioni pedoclimatiche particolarmente favorevoli alla sua coltivazione. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 41 Spertino a Murello vince la sfida dell’officina Dal dopoguerra ad oggi, il percorso di un’azienda che ha saputo stare al passo con i tempi. L’ultima novità è il marchio Arbos Ha origini ormai lontane nel tempo la ditta “Spertino Macchine Agricole”: nell’immediato dopoguerra, il suo fondatore, Biagio Spertino, si trasferisce nel centro abitato di Murello ed intraprende l’attività di fabbro. E’ l’inizio di un percorso che lo porterà lontano. Dopo anni di duro lavoro e di indubbie fatiche, l’organico aziendale viene arricchito con una nuova e vigorosa presenza, quella di Giovanni Spertino, che porta con sé una ventata di freschezza: viene introdotto, infatti, il reparto di costruzione macchine agricole, affiancato a quello, già presente, di semplice riparazione di macchine agricole e di attività di fabbro più generale. E’ cosi che negli anni l’azienda ha modo di crescere e di macinare traguardi sempre più importanti ed altrettanto ambiziosi, senza perdere mai l’ottimismo e la voglia di fare, acquisendo nuovi marchi e approfondendo sempre più la ricerca tecnica a favore dell’impresa agricola e 42 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 dell’imprenditore agricolo. Tutto questo ha modo di tradursi concretamente in spazi maggiori per le attività di riparazione e di esposizione dei macchinari usati, in nuovi spazi per gli uffici e nuove strutture dedicate all’attività, come lo stabile realizzato recentemente e dotato di officina specifica per i mezzi agricoli, oltre a un’ampia fornitura di ricambi delle migliori marche; ben 9000 metri quadri all’aperto e circa 1500 metri quadri al coperto, a Murello. Passano gli anni, ma non la voglia di fare e migliorarsi, oggi incarnata nella persona di Simone Spertino e con numerosi cambiamenti all’orizzonte: primo fra tutti, il marchio Arbos, novità assoluta sulla scena mondiale, presentato all’Eima di Bologna e in altre piazze internazionali, con una trattrice di nuova concezione, nata partendo da zero e con obiettivi molto chiari di semplicità, concretezza e molta affidabilità, senza dimenticare il prezzo d’attacco decisamente contenuto. Molte novità, quindi, non solo in casa Arbos, ma anche Breviglieri e MaterMacc, ed altri ancora, senza dimenticare le nuove linee di impianti per essiccazione specifiche. Una storia di successi e di duro lavoro, all’insegna della passione per il mondo agricolo e della costante voglia di superarsi in sfide sempre più difficili. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 43 La raccolta innovativa con Hermes Tecnofruit La Soc. Agr. Madala Remo (CN) ha acquistato tre carri raccolta frutta Hermes. Questi carri hanno permesso la meccanizzazione completa dell’intera filiera della frutta. Quale è stato il motivo principale per l’acquisto dei carri a nastri? La raccolta della frutta, insieme alla potatura, rappresenta una delle voci di costo più rilevanti della gestione del frutteto. Il prezzo della frutta, il costo della manodopera e la gestione costringono le aziende agricole a razionalizzare e meccanizzare sempre di più il processo produttivo. Queste macchine rappresentano per la nostra azienda un vantaggio enorme. Ci parli dei vantaggi che i carri a nastri hanno portato? La frutta grazie ai nastrini laterali presenti in gomma viene trasportata al nastro principale. Il particolare sistema di deposito della frutta nei bins ne evita rotolamenti. Il deposito diretto della frutta nel bin permette di ridurre notevolmente i tempi di raccolta, il numero di passaggi eliminando il rischio di ammaccatura della frutta. L’utilizzo della raccolta a nastri è ideale anche con varietà particolarmente delicate, quali Gala, Golden Delicious e Pink Lady. Come si presenta la frutta raccolta a nastri? Le piattaforme regolabili in altezze consentono una raccolta completa, assicurando una grande uniformità del prodotto, per pezzatura e colore, all’interno del cassone. E dal punto di vista della qualità? Le finestre di raccolta sono sempre più strette, la possibilità di velocizzare i tempi della raccolta ci permette di eseguire la stessa nel momento ideale della maturazione ,mantenendo inalterata la qualità della frutta (ottimale per la frigo conservazione). La resa di raccolta è soddisfacente? I carri raccolta a nastri permettono il lavoro contemporaneo di 6-8 operatori. Ciò assicura una elevata produttività che può arrivare per persona fino a 350 kg/ora. Il carro poi è dotato di un carrello porta-bins che trasporta fino a 3 bins pieni nella parte inferiore e fino a 16 bins vuoti nella parte superiore e permette una rapida e semplice sostituzione del bins pieno con un bins vuoto. Il carro può essere utilizzato solo per la raccolta o anche per altri lavori? Un altro vantaggio è la sua versatilità d’utilizzo, infatti utilizziamo la stessa macchina non solo per raccogliere la frutta, ma anche per potare, diradare, gestire reti, lotta integrata. Cosi facendo l’attrezzatura viene sfruttata per tutto l’arco dell’anno. E’ soddisfatto dell’utilizzo della macchina e dei suoi consumi? I carri i raccolta a nastri sono estremamente economici nell’impiego (consumo di 44 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 carburante ridotto), affidabili e molto semplici da utilizzare. I sistemi utilizzati sono semplici, poca elettronica, non richiedono una specifica specializzazione. E per quanto riguarda la manodopera? Con il sistema di raccolta a nastri, 6-7 persone eseguono mediamente lo stesso lavoro di 10 persone con la raccolta manuale (il costo di una persona per stagione di raccolta è pari a circa 4 mila euro). Inoltre per gli addetti alla raccolta la riduzione della fatica è notevole (non devono più portare peso). Concludendo cosa ci può dire? In conclusione posso assicurare che l’acquisto delle macchine Hermes è stata una scelta ottima a cui non posso e non voglio più rinunciare! In provincia di Cuneo la stessa scelta è stata fatta dall’ Az. Dal Masso Mauro di Busca (proprietaria di due carri raccolta frutta Hermes Tecnofruit ) e dall’ Az. Bertola Mattia di Verzuolo (proprietaria di un Tecnofruit Hermes 110 acquistato quest’anno). L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 45 «Psr Piemonte, per ora soltanto belle parole» Dopo oltre un mese dalla manifestazione davanti all’Assessorato all’Agricoltura del Piemonte, Confagricoltura rilancia le ragioni della protesta: «Nulla è cambiato» «Continuiamo a essere vigili e a non arretrare di un centimetro circa le nostre richieste alla Regione sul Psr, ossia: negoziazione con Bruxelles per riallocare le risorse del Piano di Sviluppo Rurale e far accedere a finanziamento tutte le domande di insediamento giovani e miglioramento aziendale presentate, ulteriore scorrimento delle graduatorie dei bandi sul miglioramento aziendale, linee guida chiare e univoche per tutte le province nella presa in carico e ge- stione delle domande e una maggior collaborazione con le imprese agricole, usando ‘l’istanza di rigetto’ solo in casi particolari». PROBLEMI IRRISOLTI Il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, a distanza ormai di oltre un mese dalla manifestazione di protesta a Torino, ribadisce l’impegno dell’associazione affinché i molti problemi irrisolti del Piano di sviluppo rurale del Piemonte vengano affrontati in modo costruttivo per lo sviluppo del settore. Ve- 46 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 nerdì 4 novembre, davanti all’assessorato regionale all’Agricoltura a Torino, sono stati centinaia gli agricoltori che da ogni angolo della provincia di Cuneo e delle altre zone del Piemonte hanno espresso il loro disappunto nei confronti della gestione della politica di sviluppo rurale attuata dalla Regione Piemonte, che escluderebbe troppe aziende dall’accesso ai fondi europei dedicato all’agricoltura. NESSUN VANTAGGIO «Purtroppo ad oggi ab- biamo ricevuto solo molte rassicurazioni, promesse e parole, ma di fatti concreti neppure l’ombra e la situazione non è migliorata – prosegue Allasia –. La Regione Piemonte può e deve osare di più, altrimenti di questo passo saremo costretti ad altre azioni e iniziative per tutelare gli interessi non solo dei nostri associati, ma di tutto il settore che da questo Piano attualmente non ha avuto alcun vantaggio in termini di sviluppo e prospettiva». L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 47 Attualità Ferrero: «Ma le scelte sul Psr le abbiamo concordate con voi» Se Confagricoltura Piemonte attacca, l’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, si difende. Alla chiamata a raccolta degli agricoltori sotto l’assessorato in corso Stati Uniti a Torino, l’assessore replica con una dichiarazione in cui fa il punto sulla situazione, ricordando che le dotazioni del Psr sono state “concordate anche con tutte le associazioni agricole”. DECISIONI CONCORDATE «Da luglio 2015 - osserva Ferrero - abbiamo svolto 29 tavoli di concertazione tra le parti interessate al Psr. Lì, abbiamo deciso insieme come allocare le risorse, che sono quantitativamente importanti, ma non infinite. Sul Psr, sulle dotazioni concordate anche con tutte le associazioni agricole, stiamo procedendo speditamente, tanto che entro fine anno saranno impegnate oltre il 50% delle risorse complessive, 1 miliardo e 90 milioni nei 7 anni». BUDGET INCREMENTATI «Nel 2016 solo nei bandi sugli investimenti e i giovani abbiamo impegnato risorse per 143 milioni di euro - continua l’assessore -, incrementando del 30% i budget definiti insieme in prima battuta proprio per andare incontro all’alto numero di domande. 48 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 L’assessore regionale all’Agricoltura del Piemonte replica alle accuse di Confagricoltura: «Faremo il possibile per venire incontro a tutti, purtroppo le risorse non sono illimitate» Alla fine le domande finanziate sono 2349, un numero davvero significativo». «Negli investimenti (misura 4.1.1) – continua l’assessore - sono stati impegnati 63 milioni, finanziando il 52% delle domande fatte in pianura e il 75% di quelle in montagna. Sui giovani, tra investimenti (misura 4.1.2) e insediamento (misura 6.1) abbiamo impegnato 79 milioni, con percentuali importanti di finanziamento, in particolare nell’insediamento, dove sono state finanziate circa il 70% delle domande». AGROAMBIENTE «Sono numeri che descrivono i buoni risultati raggiunti con l’attuazione del Psr - conclude Ferrero -, che continuerà anche nei prossimi anni con dotazioni significative. Anche per l’agroambiente sono stati fatti sforzi rilevanti, con dotazioni di 32 milioni all’anno per 5 anni». I confronti con il passato, fa notare l’assessore, sono a favore del Psr in atto. Nel vecchio Psr furono finanziate il 42,35% delle domande sugli investimenti delle aziende agricole, nel nuovo il primo bando ha visto soddisfatte il 55,37% delle domande. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 49 50 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 51 52 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 Soldi ai ricercatori: «Studiate le biotecnologie sostenibili» Gli studi saranno dedicati a vite, olivo, pomodoro, pesco, albicocco, agrumi, frumento, melanzana, melo, ciliegio e pioppo Giovedì 17 novembre si è svolta a Firenze all’Accademia dei Georgofili la presentazione del Piano per lo sviluppo delle Biotecnologie sostenibili e quello per la crescita dell’Agricoltura di precisione in Italia in collegamento con Industria 4.0. BIOTECNOLOGIE SOSTENIBILI Per quanto riguarda le biotecnologie, il piano ha una dotazione finanziaria di 21 milioni di euro e rappresenta il più importante progetto di ricerca pubblica fatto nel nostro Paese su una frontiera centrale come il miglioramento genetico attraverso tecniche innovative e sostenibili. Le colture coinvolte sono quelle che più caratterizzano il modello agricolo italiano, per puntare al miglioramento produttivo e all’aumento della resistenza delle piante alle malattie e al cambiamento climatico. In particolare gli studi saranno dedicati a: vite, olivo, pomodoro, pesco, albicocco, agrumi, frumento, melanzana, melo, ciliegio, pioppo. PIANO TRIENNALE Il piano è articolato su tre anni e la regia dell’operazione è gestita dal Crea, il centro di ricerca specializzato del Mipaaf. Il Piano triennale prevede iniziative di ricerca in laboratorio, a legislazione vigente, con biotecnologie più moderne e sostenibili come il genome editing e la cisgenesi. Questi strumenti possono consentire infatti un impegno mirato di miglioramento genetico senza alterare le caratterizzazioni produttive del sistema agroalimentare, migliorandone le performance anche rispetto alla resistenza alle malattie. LABORATORIO E SPERIMENTAZIONE I ricercatori italiani sono impegnati L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 53 su queste frontiere, ma fino ad oggi non erano mai state investite risorse da parte del Governo per finanziare questi studi. Vengono così potenziati i filoni di ricerca già attivi e soprattutto avviati nuovi percorsi sulle colture tradizionali del nostro Paese. È bene ricordare che per la maggior parte dei prodotti servono ancora anni di studi in laboratorio, prima di poter arrivare eventualmente alla fase sperimentale in campo. AGRICOLTURA DI PRECISIONE Per lo sviluppo di nuove tecnologie e per una maggiore applicazione dell’agricoltura di precisione, in Italia è prevista una più forte collaborazione tra il Crea e il Cluster Agrifood previsto dal Piano Industria 4.0.Il Crea lavorerà anche sul fronte dei Big Data agricoli, attraverso un progetto di open cloud della gestione pubblica di questi dati sensibili che serviranno ad aiutare le imprese a essere più sostenibili, più efficienti e più competitive grazie all’ottimizzazione dei fattori produttivi. L’obiettivo è far crescere dall’1 al 10% la superficie coltivata in Italia con tecnologie di agricoltura di precisione e utilizzare i “big data” prodotti da queste macchine per migliorare i processi produttivi. INVESTIMENTI All’interno del Piano Industria 4.0, poi, sono previsti investimenti mirati nella ricerca e nello sviluppo delle tecnologie per agricoltura e agroalimentare. In particolare: - accesso delle imprese agricole, 54 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 contoterzisti e agroindustria alle misure di sostegno agli investimenti come iperammortamento al 250% e superammortamento per acquisto di tecnologie 4.0; - investimenti per favorire l’accesso delle imprese alla banda ultralarga, in coordinamento con le risorse per tali infrastrutture comprese nei fondi europei agricoli; - azzeramento del costo della garanzia primaria Ismea per le imprese agricole, attraverso un plafond dedicato nell’ambito del rifinanziamento del Fondo di Garanzia Mise. L’opuscolo “Biotecnologie sostenibili per l’agricoltura italiana” è disponibile on-line all’indirizzo https://we.tl/D4vAUAGDbW Fogliarino guarda avanti nel solco della tradizione Dal trattore di bassa potenza alle grandi potenze su trattori, trince e mietitrebbie, oltre ai numerosi accessori firmati Claas e Lemken Sabato 19 novembre, presso la storica sede di Genola, l’azienda Fogliarino ha tenuto un evento di “porte aperte” in linea con i principi che hanno sempre contraddistinto l’azienda: affidabilità, semplicità di esecuzione ed utilizzo e grande professionalità. Un mix giusto e ben equilibrato, in grado di accontentare anche il più esigente dei clienti, con una gamma davvero vasta e completa: dal trattore di bassa potenza sino alle grandi potenze su trattori, trince e mietitrebbie, oltre ai numerosi accessori firmati Claas e Lemken, proverbiali assistenti nella lavorazione del terreno e non solo. Molta attenzione è stata rivolta in modo particolare al nuovo Claas Arion 640 (presente fisicamente in concessionario e di libera visione al pubblico) e al pacchetto accessori opzionale scontato per l’occasione, ricco davvero di numerosi accessori, tra cui l’automatismo per la trasmissione HEXACTIV e l’assale interamente sospeso PROACTIV; un pacchetto unico, ad un prezzo conveniente e di grande aiuto nella vita di tutti i giorni in azienda; molti imprenditori agricoli presenti hanno potuto apprezzare il pacchetto tecnico opzionale e concordare su quanto appena sottolineato. Grandi numeri, quindi, su tutti i fronti, non soltanto per le macchine agricole, ma anche riguardo ai partecipanti. All’altezza della situazione è stata l’organizzazione dell’evento, con un gran buffet e una ricca estrazione dei premi (dalle 16), aperti a tutti. Una giornata davvero ricca di novità e di offerte particolari, con uno sguardo rivolto al futuro, ma con un solido appiglio al passato e ai suoi valori. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 55 Ortofrutticoltura Contro la cimice asiatica in campo un parassita Individuato dal Crea un minuscolo imenottero che divorerebbe le uova dell’insetto più temuto nei frutteti. Piano operativo per la prossima stagione Il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), con il suo centro “Difesa e Certificazione”, ha individuato in ambienti naturali dell’Italia centrale un minuscolo imenottero parassita delle uova della cimice asiatica, insetto di recente introduzione in Italia (2012) che sta causando ingenti danni all’ortofrutta nazionale. GRAVI DANNI Secondo recenti stime, infatti, nel solo 2016 il comparto ha registrato perdite per oltre il 40 per cento in importanti settori come la produzione di pere e kiwi. Danni gravi vengono anche segnalati nel corso di quest’anno anche per le produzioni orticole. I danni riguardano anche mele, pesche, uva, pomodori, noci, nocciole, mais, soia e molti altri prodotti agricoli di cui si nutre l’Halyomorpha halys, nome scientifico della cimice asiatica, specie molto invasiva con elevata capacità riproduttiva. Proprio per questo motivo, i ricercatori del Crea, nell’ambito del progetto nazionale “Aspropi – Azioni a supporto della protezione delle L’ imenottero Ooencyrtus piante”, finanziato dal Ministero delle Politiche agricole, hanno svolto un’intensa campagna di indagine in natura e in laboratorio per individuare antagonisti naturali di questo nuovo insetto nocivo alieno. TEST POSITIVI Le ricerche Crea hanno permesso di raccogliere un imenottero, Ooencyrtus telenomicida, di dimensioni inferiori ad 1 mm, allevabile in biofabbriche, con buone prospettive per il controllo biologico della cimice asiatica. I successivi test effettuati nei laboratori del Crea hanno evidenziato un’elevata capacità di parassitizzazione delle uova della cimice in 56 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 laboratorio, con il 35 per cento delle ovature parassitizzate da una sola femmina dell’antagonista naturale in 24 ore e la completa parassitizzazione in presenza di più femmine. L’attacco di una sola femmina del microimenottero non solo determina la parassitizzazione delle uova della cimice, ma causa una mortalità complessiva maggiore per le punture di ulteriori uova perforate per alimentarsi. PIANO OPERATIVO L’imenottero si è quindi dimostrato come un efficace rimedio naturale per il controllo biologico dell’insetto infestante in Centro Nord Italia in un contesto di controllo integrato. I ricercatori del Crea, in collaborazione con Servizi fitosanitari regionali, hanno predisposto un progetto per l’allevamento massale, la liberazione e la verifica diretta sul campo delle possibilità di utilizzo di questo agente di controllo biologico, la cui realizzazione richiede però tempi rapidi per rilasciare i killer della cimice nella prossima stagione produttiva del 2017. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 57 Ortofrutticoltura Chiamata alle armi sulla moria dei kiwi Ha destato un forte interesse il convegno sulla moria dei kiwi organizzato venerdì 18 novembre a Manta dalla Fondazione Agrion. Sono state registrate più di 300 presenze, tra agricoltori e tecnici dei territori interessati dal fenomeno. TRECENTO PARTECIPANTI La provenienza è stata principalmente dal Saluzzese e dal Vercellese, dove la morìa ha toccato finora gli impianti di oltre 100 aziende, ma sono intervenute persone da altre aree, alcuni anche dalle regioni transfrontaliere francesi. Erano presenti e hanno partecipato al dibattito l’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero, i consiglieri regionali Paolo Allemano e Franco Graglia, il senatore Lucio Malan e l’onorevole Mino Taricco. Hanno introdotto i lavori Giacomo Ballari, presidente di Agrion, e Giorgio Ferrero, assessore regionale all’Agricoltura, evidenziando i danni provocati dalla nuova emergenza fitosanitaria e confermando l’impegno della Fondazione regionale per una ricerca sul campo, che chiarisca le cause 58 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 Vertice all’Agrion di Manta, con oltre trecento partecipanti, tra frutticoltori e tecnici del settore. L’analisi del fenomeno e le strategie per affrontare l’emergenza e metta a disposizione di tecnici e produttori gli strumenti per affrontare la malattia. LE AREE PIù COLPITE Graziano Vittone di Agrion ha fatto il punto sulla situazione sul territorio: 100 ettari colpiti nell’area tra Saluzzo-Lagnasco-Scarnafigi; il Cavourese in provincia di Torino e una cinquantina di ettari nel Vercellese ad Alice Castello e Borgo d’Ale. Ha mostrato i sintomi sulle foglie e sull’apparato radicale e la progressione all’interno degli appezzamenti. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 59 Ortofrutticoltura TERRENO ASFITTICO Luca Nari di Agrion e Chiara Morone del Servizio fitosantario hanno esaminato le condizioni predisponenti la fisiopatia. Nei giorni scorsi sono stati estirpati impianti con escavatori. Si è così potuto esaminare per bene la stratigrafia del suolo. Si è vista la formazione di uno strato asfittico superficiale, simile a quello delle risaie: il ferro si “riduce”, assumendo una colorazione azzurro/bluastra. Il denominatore comune dei suoli interessati al fenomeno è la prevalenza della frazione argillosa, che si è compattata sia per ragioni climatiche (Chiara Morone ha illustrato l’impatto del climate change nell’ultimo triennio) e per i ripetuti passaggi di mezzi meccanici per la difesa dalla Psa. Laura Bardi del Crea di Torino ha spiegato che cosa accade a livello fisiologico quando le radici entrano in anossia: il ruolo dell’acido abscissico, il restringimento degli ne. In Veneto come in Piemonte, l’eccesso di irrigazione risulta determinante nell’eziologia del collasso. L’irrigazione pilotata con tensiometri consente di dimezzare l’apporto irriguo con benefici per l’ossigenazione del suolo. stomi, etc. inoltre il ruolo della sostanza organica e dei microrganismi della rizosfera. COSA ACCADDE A VERONA Lorenzo Tosi dell’Agrea di Verona, ha “raccontato” l’esperienza del Veronese, dove a partire dal 2012 sono stati estirpati più di 1.000 ettari, con una progressione preoccupante. Ha commentato i risultati delle prove sperimentali in corso sulla sistemazione della superficie del suolo, arricchimento in sostanza organica e controllo dell’irrigazio- 60 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 STRATEGIA PIEMONTESE Graziano Vittone ha presentato le strategie da adottare in Piemonte nel 2017 sia sui nuovi impianti (baulature, semina di essenze da sovescio e sistema di irrigazione), sia su quelli nelle zone a rischio (assolcatura centrale, erpicatura dell’interfila e adozione dei tensiometri per il controllo dei volumi irrigui, oltre agli apporti di sostanza organica negli impianti asintomatici). L’incontro si è chiuso con un appassionato dibattito, che ha posto l’accento sulla necessità che Agrion possa svolgere un’adeguata sperimentazione sul territorio. Ortofrutticoltura di Matteo Marenco - vivaista e tec. agronomo - [email protected] Coltivare noci Una buona idea Sempre maggiore è l’interesse verso il noce da frutto, lo dimostrano i circa 250 ha di nuovi impianti realizzati in Piemonte negli ultimi anni. L’avvicinamento degli agricoltori alla nocicoltura è dettato da un attento studio del mercato frutticolo nazionale e non solo. si è dimostrato vincente, vista la crescente richiesta da parte del mercato. In generale, infatti, la produzione italiana fatica a seguire il trend mondiale, risultando inadeguata a soddisfare il fabbisogno interno. Questo è dimostrato dalle statistiche degli ultimi anni 40.000 t di noci in guscio o sgusciate e il trend del consumo è in continuo aumento (+60% negli ultimi 10 anni). La produzione è quindi inadeguata ed il deficit di prodotto è coperto principalmente dai Paesi europei (Francia) ed extraeuropei (Stati Uniti, Cile, Argenti- INVESTIMENTO VINCENTE Infatti, in un momento storico in cui la maggior parte dei prodotti ha raggiunto un prezzo poco al di sopra dei costi di produzione, l’investimento nella coltivazione del noce che pongono l’Italia tra i principali paesi consumatori ed al contempo importatori di noci al mondo. na, Australia). Il quantitativo medio annuo di importazioni di prodotto, pari a 30.000 t tra noci in guscio e sgusciate, rappresenta un costo significativo per l’industria nazionale, stimabile in 120 milioni di dollari/anno. SCENARIO ITALIANO In Italia vengono consumate ogni anno circa L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 61 Continua il momento favorevole per chi investe nella nocicoltura. Le caratteristiche ideali dei terreni e i necessari accorgimenti tecnici La realtà nocicola tradizionale italiana è concentrata principalmente in Campania con la noce di ‘Sorrento’, che da sola fornisce il 70% del totale italiano. In altre regioni, in particolare Veneto ed Emilia Romagna, si sono sviluppate nuove realtà produttive, con aziende che raggiungono gradi elevati di specializzazione nella produzione di noci in guscio utilizzando varietà di origine francese (‘Lara’), e californiana (‘Chandler’, ‘Howard’ e ‘Tulare’). DISPONIBILITà IDRICA La coltivazione del noce richiede, tuttavia, alcuni accorgimenti. La prima considerazione da fare, qualora si fosse interessati a realizzare un impianto, è valutare la disponibilità idrica. L’acqua non è affatto un elemento secondario, e la sua disponibilità è essenziale per la riuscita di una buona nocicoltura sia in termini di resa che di qualità del prodotto. Le varietà californiane hanno una produttività elevata, dovuta alla capacità di fruttificare lungo tutto il ramo (fruttificazione laterale), e guscio e gheriglio chiari, caratteristica che permette di eliminare i trattamenti sbiancanti. Tuttavia, il germogliamento precoce le rende più soggette a danni causati da gelate primaverili (aprile). 62 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 TERRENO IDEALE Il terreno ideale è profondo, sciolto o ben drenato per evitare asfissia radicale ed insorgenza di malattie. E’ preferibile mantenere il terreno inerbito per evitare che la noce si sporchi o abbia problemi fitosanitari dopo la caduta a terra prevista tra settembre ed ottobre, quando è elevata la probabilità di piogge. Nei primi tre anni si interviene con la potatura di formazione che tende ad irrobustire l’astone centrale e favorire la corretta inserzione delle branche per ottenere una forma a piramide. La potatura della pianta adulta viene effettuata meccanicamente ogni 2-3 anni su lati alterni prima della ripresa vegetativa (gennaio-febbraio). MALATTIE I trattamenti fitosanitari sono focalizzati principalmente alla lotta contro batteriosi (Xanthomonas campestris pv juglandis) carpocapsa (Cydia pomonella) e mosca del mallo (Rhagoletis completa). A differenza della carpocapsa, le cui larve penetrano all’interno della noce per nutrirsi del seme portando alla perdita del frutto, la mosca danneggia solo l’epicarpo, causando l’avvizzimento e l’annerimento sia del mallo sia della noce con deprezzamento della partita. Ortofrutticoltura Export kiwi e susine Evitato il blocco Grazie a un immediato confronto tecnico tra il Ministero delle Politiche agricole e il Governo canadese, è stato evitato il blocco delle esportazioni di kiwi e susine italiane in Canada per cause fitosanitarie. In particolare, per quanto riguarda i kiwi, le autorità canadesi hanno reso noto che per la campagna 2016-2017 non saranno applicati i nuovi requisiti all’importazione. Per le susine sono state accolte le proposte del Governo italiano e, a fronte di un aumento dei controlli sulle partite esportate, sarà possibile continuare lo scambio commerciale. Un risultato importante che segue la recente riapertura del mercato canadese all’uva da tavola italiana, confermando il sostegno del Governo italiano al comparto agricolo nazionale e all’export. Dopo la riapertura del mercato all’uva da tavola, nuovo accordo frutticolo con le autorità canadesi L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 63 64 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 Vino, si brinda al testo unico Con l’approvazione definitiva della Camera dei deputati, il Testo unico del vino è finalmente legge. COSA RIGUARDA Una normativa che si concentra soprattutto su semplificazione, produzione, commercializzazione, denominazioni di origine, indicazioni geografiche, menzioni tradizionali, etichettatura, gestione, controlli e sistema sanzionatorio. Un’unica legge di riferimento per il settore con Approvazione definitiva per la legge che raggruppa tutte le normative del settore vitivinicolo. Obiettivo principale, la semplificazione burocratica un impianto che favorisce i produttori e gli operatori del settore e che porta a uno snellimento burocratico definito dal Ministero delle Politiche agricolo “molto importante”. Più certezza del diritto, meno contenziosi e un sistema di controlli migliore per la tutela di un settore chiave per l’agroalimenta- re italiano. Spazio all’innovazione con la possibilità di introdurre in etichetta sistemi di informazione al consumatore che sfruttino le nuove tecnologie contribuendo ad aumentare la trasparenza. VIGNETI STORICI Tra le novità apportate dalla riforma è prevista una disposizione sulla salvaguardia dei vigneti eroici o storici al fine di promuovere interventi di ripristino recupero e L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 65 Enologia salvaguardia di quei vigneti che insistono su aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o aventi particolare pregio paesaggistico. CONTRAFFAZIONE Importante innovazione anche nella tutela del prodotto contro la contraffazione. I controlli sulle imprese del settore vitivinicolo confluiscono nel registro unico dei controlli (RUCI) a prescindere se siano o no imprese agricole. MISSIONE COMPIUTA «Un risultato - commenta il ministro Maurizio Martina - al quale abbiamo lavorato molto in questi mesi insieme al Parlamento e che oggi è realtà. Finalmente diamo ai produttori una sola legge di riferimento con 90 articoli che riassume tutta la normativa precedente. Un’operazione di semplificazione che era attesa da anni e 66 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 che consente di tagliare burocrazia, migliorare il sistema dei controlli, dare informazioni più trasparenti ai consumatori. Col Testo unico possiamo contribuire a rafforzare la crescita di un settore che già oggi vale più di 14 miliardi di euro e con un export che supera i 5,5 miliardi». ADESSO IL RILANCIO «La promessa di approvare il provvedimento entro l’anno è stata mantenuta – sottolinea il vice ministro Andrea Olivero - grazie all’impegno dei parlamentari e al confronto costruttivo con tutti gli attori della filiera. Adesso è il momento di sfruttare le disposizioni di rilancio e semplificazione della legge per dare risposte concrete a un mondo produttivo che merita la massima considerazione per i risultati realizzati e la sua forte incidenza nello sviluppo territoriale». Enologia Sindacati tutti soddisfatti Atteso il giudizio dei campi Il Testo unico della vite e del vino, approvato in via definitiva dalla Camera dei deputati, raccoglie il consenso unanime delle organizzazioni sindacali del settore. PRIMI IN EUROPA «Si tratta di un provvedimento che porterà da subito numerose semplificazioni e facilitazioni per gli operatori, frutto – commentano Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Federvini, Unione Italiana Vini, Federdoc, Assoenologi – di un lavoro intenso Il nuovo Testo unico sul vino raccoglie il consenso unanime delle organizzazioni di categoria, ma l’ultima parola spetterà ai vitivinicoltori durato anni, che ha visto impegnati tutti i gruppi parlamentari e le organizzazioni del settore vitivinicolo, uniti dal comune intento di semplificare, innovare e valorizzare un comparto strategico per il Made in Italy. Rivendichiamo con orgoglio che il nostro Paese è il primo che si è dotato di un unico strumento a livello europeo, in grado di conferire maggiore competitività alle nostre imprese». NORMATIVA COMPLETA «Attraverso un confronto costante e approfondito sul complesso quadro normativo L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 67 di riferimento, si è giunti alla stesura di un unico testo di legge che contiene tutta la normativa che disciplina la materia vitivinicola, dal campo fino al consumatore, con disposizioni che vanno dai controlli alla tutela delle produzioni di qualità e alla riduzione dei costi a carico degli operatori». BUROCRAZIA DIMEZZATA Un Testo, dunque, che promette di dimezzare la burocrazia in un settore fondamentale per il Paese, fatturando oltre 14 miliardi di euro l’anno, di cui un terzo con l’export. Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Federvini, Unione Italiana Vini, Federdoc, Assoenologi hanno espresso un particolare ringraziamento, per l’impegno profuso, ai componenti delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, “per il paziente lavoro di ascolto e di sintesi che ha portato avanti, in constante dialogo con i territori, affinché nel testo di legge trovassero spazio le diverse peculiarità e le tante ricchezze della viticoltura italiana». SVOLTA IMPORTANTE Stesso giudizio anche da parte di Coldiretti, che rivendica di aver “per prima indicato la necessità di intervenire con procedure semplificate, scongiurando che il Testo unico si limitasse solo a un mero 68 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 riordino – sebbene necessario e importante – delle disposizioni, e proponendo molte innovazioni e ottenendone la gran parte”. «Alcuni miglioramenti – rileva Coldiretti - saranno tangibili dopo l’emanazione dei provvedimenti applicativi, già previsti nel testo di legge, e con questi altre agevolazioni si potranno e si dovranno ancora inserire. La nuova legge rappresenta infatti una svolta importante che, però, non deve concludersi qui, ma procedere sulla linea tracciata». MENO TENSIONI Coldiretti ricorda, inoltre, di aver voluto inserire nel testo un riconoscimento al settore per l’economia del Paese. Insieme alla semplificazione ha quindi puntato alla valorizzazione del prodotto e alla trasparenza verso il consumatore. «Saranno più proporzionate alla gravità – osserva le sanzioni assurde oggi applicate in modo indifferenziato per le inosservanze a riguardo il piano dei controlli, anch’esso da rivedere, e per errori sull’etichettatura, che tanto hanno creato tensioni alle imprese. GIUDIZIO DEFINITIVO Ora la palla passa al campo per l’applicazione pratica della nuova normativa. Sarà quindi quella dei vitivinicoltori la parola definitiva sulla bontà della legge. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 69 Ortofrutticoltura Vendemmia Piemonte Com’è andata nel 2016 Il vino piemontese rappresenta il 5 per cento della produzione nazionale, ma quasi il 20 per cento dell’esportazione italiana L’iniziativa “Piemonte a Palazzo”, organizzata a Roma, a Palazzo Brancaccio, da Piemonte Land of perfection, con il sostegno della Regione Piemonte, è stata l’occasione per presentare i numeri importanti della vendemmia 2016 in Piemonte. LA FORZA DEL VINO I 46.700 ettari di terreno piemontese coltivato a vite hanno garantito una produzione di 2,54 milioni di ettolitri, in linea con i dati del 2015. Rappresentano il 5% della produzione nazionale, ma quasi il 20% della esportazione italiana di vino, per un valore di circa un miliardo di euro. Il vino prodotto in Piemonte viene esportato per il 60%. Il 70% va nei Paesi europei, il resto fuori Unione europea, forte di 18 etichette docg e 42 doc. 70 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 ORIZZONTE MONDIALE «I dati 2016 confermano una tendenza ormai decennale - ha commentato l’assessore regionale alla agricoltura, Giorgio Ferrero -, la forza del vino piemontese sta nella sua qualità. La qualità è la nostra condanna, naturalmente in positivo, ma è quello che ci permette di conquistare i mercati mondiali e su cui dobbiamo puntare per aumentare il nostro peso e le ricadute che il vino piemontese ha in tutto il mondo in termini di valorizzazione del nostro territorio, della nostra cultura, del rafforzamento dell’immagine del Piemonte e dell’Italia». L’incontro è stato anche occasione per ricordare la centralità dei viticoltori piemontesi “che con il loro lavoro duro e impegnativo hanno fatto grande nei decenni il nostro vino”, ha sottolineato l’assessore. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 71 La biennale di Barale non delude mai Tradizionale “porte aperte” del Gruppo fossanese, il 19 e 20 novembre scorsi, con le migliori innovazioni del settore, dalle trattrici alle macchine agricole Sabato 19 e domenica 20 novembre, grande “festa d’informazione” del Gruppo Barale di Fossano, che, ogni due anni, si rende artefice di un corposo evento a porte aperte, con tutti i mezzi e gli accessori indispensabili nel lavoro agricolo; il tutto all’insegna di familiarità, gentilezza ed entusiasmo per il mondo agricolo. Imponente la presenza dello staff al completo del Gruppo Barale: una schiera di tecnici e professionisti del mondo agricolo pronti ad assistere, consigliare e gui- dare all’acquisto i numerosi partecipanti dell’evento. Grandi innovazioni in vetrina, a partire dalle trattrici e dai mezzi meccanici firmati Fendt (presente anche in smagliante forma il nuovo arrivato, Fendt 1000), Laverda, Stayer e Merlo, portabandiera di una tradizione ormai storica del gruppo, senza nulla togliere ai numerosi e innovativi macchinari presentati dalla azienda “Barale & Olivero”; uno fra tutti è sicuramente un particolare tipo di fasciatore in grado di 72 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 lavorare e fasciare in campo fino a tre grandi balle per volta, ottimizzando i tempi, ed un’ulteriore applicazione in grado di spostare l’andana e di raccogliere il fieno senza tenerlo a contatto con il terreno, evitando quindi la contaminazione con batteri ed altri elementi non utili per la conservazione o la somministrazione del prodotto. Innovazione che passa anche nel campo zootecnico, dalle nuove una sfida globale nel settore agricolo e non solo. Un’organizzazione davvero imponente e “fuori dai format tradizionali”, in grado di offrire un servizio unico nel suo genere al cliente finale e di assisterlo per tutte le sue attività, che vanno dalla necessità di cambiare trattrice, fino ai nuovi impianti di irrigazione. Entrambe le giornate si sono svolte all’insegna dell’informazione e, perché attrezzature firmate Tecnozoo e Zoopharma, studiate ed ottimizzate per la produzione e la mungitura in un’ottica di massimizzazione del reddito dell’azienda, fino a concludere con le ultime novità nel settore della moderna ed efficiente irrigazione, prassi ormai obbligata (e consolidata) per le aziende il cui imperativo comune è essere al passo con i tempi e con l’efficienza di esercizio per competere in no, di un sano ottimismo verso il mondo agricolo e tutto ciò che ne concerne, dall’allevamento fino al settore agrimeccanico, con l’immancabile e ricco pranzo, oltre ai numerosi gadget distribuiti a tutti i presenti gratuitamente. Il Gruppo Barale ha ringraziato sentitamente tutti coloro che hanno partecipato all’evento, contribuendo alla buona riuscita dell’evento. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 73 L’invitato speciale di Fabrizio Salce - giornalista - conduttore televisivo Valle di Cembra Un posto da vivere Per la vendemmia di quest’anno avevo scelto un altro territorio. Mi spiego meglio. In linea di massima da quando seguo per motivi di lavoro il comparto agricolo enogastronomico, ogni anno raggiungo una determinata zona vitata per vivere in prima persona la rottato su altre terre e altre uve. Che fare? Dimenticarsi dei Cembrani? Assolutamente no! Si cambia data ma non Valle. IL RESPIRO DELLA TERRA Quando arrivo a Cembra siamo ormai a cavallo tra ottobre e novembre, ra la terra, i suoi frutti, il lavoro dell’uomo caparbio e capace. Sono a pochi chilometri dalla città di Trento e mi muovo ad una altezza che varia dai 600 ai 1000 metri, respiro l’aria fresca a pieni polmoni, percorro i pendii ripidi e A pochi chilometri da Trento, lo spettacolo delle colline vitate lascia senza fiato. Ma non è “solo” una questione di ambiente… festa del gioioso raccolto. E così, per mia grande fortuna, da Pantelleria all’Alto Adige, dalla Puglia al Roero, dalla Toscana alla Valpolicella e via dicendo anno dopo anno. Avevo individuato la Valle di Cembra in Trentino, ma poi alcuni cambiamenti di programma dovuti alla vita privata mi hanno di- 74 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 l’uva è in cantina e le foglie delle vigne non sono più verdi ma gialle. La Valle è uno spettacolo meraviglioso, il susseguirsi delle colline vitate e lavorate affascinerebbe anche l’uomo più arido di cuore della storia. I colori autunnali rapiscono lo sguardo e l’attenzione non cade altrove. Si respi- soleggiati, lambendo metri e metri di muretti a secco che sostengono la montagna. Qui il lavoro è fatica e il buon vino costa sacrifici. Ascolto la natura silenziosa che vive. La viticoltura e l’enologia affondano le radici nei secoli, ce lo dicono i reperti archeologici, ma non ci sono solo le vigne. Trovo i boschi, i piccoli laghi, il parco fluviale dell’Avisio, i sentieri, le malghe, l’altopiano di Piné e le Piramidi di Terra di Segonzano. Si tratta di colonne erose che superano i 20 metri di altezza. Non manca nulla per una vacanza indimenticabile. SAPORI DELLO SPIRITO Ma io sono curioso e goloso, voglio godermi i vini e i sapori di questo lembo trentino. Mara, coordinatrice del Consorzio Cembrani Doc, mi ha preparato un tour che mi consente di conoscere meglio prodotti e produttori, piatti tipici e ristoratori. Le aziende consorziate sono meno di 10 così come meno di 10 mila gli abitanti della Valle, ma i vini e i vitigni sono tanti e particolarmente apprezzabili. il profumato e aromatico Müller Thurgau, la delicata e armoniosa Schiava, l’intenso e presente Pinot Nero e il fresco e profumato Chardonnay ideale per la spumantizzazione. Le bollicine di Montagna. E poi le grappe, vere e di carattere. Trentine, come tutto qui. Cembrani Doc invece è un consorzio di sette aziende, cinque cantine e due distillerie, per lo più a conduzione famigliare che hanno deciso di mettersi in rete e lavorare insieme per la promozione dell’unicità territoriale della Valle di Cembra, dei suoi agricoltori e delle sue eccellenti produzioni, che racchiudono non solo la passione di intere generazioni, ma anche la storia di un territorio coltivato a vite sin dal IV secolo A.C, come lo testimonia il ritrovamento della Situla sul Doss Caslir a Cembra, scoperta che fa della Valle L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 75 L’invitato speciale di Cembra la culla più antica della coltivazione della vite in Trentino. Per dovere di cronaca ricordo che il Termine Cembra deriva dalla presenza del Pino Cembro conosciuto anche come Cirmolo. CUCINA E OSPITALITà Dai vini ai sapori delle ricette tipiche come i canederli serviti con il burro di malga fuso, i ravioli di patate da gustare con gli affettati, i primi piatti con il ragù di cervo o di lepre, il celebre strudel caldo. E poi i formaggi e i salumi, le confetture e gli altri dolci. Una terra bella, armoniosa e accogliente, i vini e i cibi ma anche un altro ingrediente che rende la Valle un piatto della cucina di alto livello: l’ospitalità. Trovo gentilezza nelle cantine, nelle distillerie, negli hotel e nei ristoranti: assaggio, bevo, mangio, chiacchiero con tutti come 76 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 se vivessi qua da sempre, come se fossi anche io un Cembrano Doc. BENESSERE GARANTITO Saranno i 700 Km di muretti a secco, le vigne di colore giallo, i profumi e gli aromi dei vini, la freschezza e la briosità della bollicine, che qui sono straordinarie, o forse la bravura delle donne e degli uomini nelle cucine, la capacità di Mara nel portarmi da gente generosa, di certo è che sto bene. Non ci sono arrivato in vendemmia, ma mi porto ugualmente a casa e nel cuore un piacevolissimo ricordo di un territorio veramente bello, di cose buone davvero e di persone laboriose, serie e amichevoli. Una Valle da vivere e non solo da immaginare, un ardito mosaico di terrazze inerite nel contesto di uno dei paesaggi rurali storici d’Italia. Zootecnia Qualità del latte e reddito degli allevatori Convegno su caseine, beta lattoglobuline e indice economico il 21 dicembre alla Scuola agraria di Lombriasco L’Istituto tecnico agrario “Don Bosco” di Lombriasco, nell’ambito delle iniziative volte alla preparazione ed all’aggiornamento professionale di periti agrari, allevatori e tecnici operanti nel settore zootecnico, in collaborazione con L’Agrigenomica Murello, organizza il convegno “Caseine – beta lattoglobuline e indice economico - Fattori importanti per massimizzare il reddito degli allevatori”, che si terrà a Lombriasco il 21 dicembre 2016 alle 10 presso l’aula magna dell’istituto, in via San Giovanni Bosco, 7. TEMI IN DISCUSSIONE In particolare, si parlerà di “indice economico I€S”, che quantifica in euro le differenze attese in carriera fra le figlie dei riproduttori, tenendo conto di ricavi e costi, e di qualità dei contenuti proteici nel latte, con particolare riguardo alle caseine e alle beta lattoglobuline, tanto importanti sia per il latte destinato alla caseificazio- ne che per quello destinato all’alimentazione. L’incontro non comporta oneri a carico dei partecipanti e, al termine, per coloro che ne faranno richiesta, verrà rilasciato un attestato di partecipazione, il quale potrà essere utilizzato anche ai fini del riconoscimento dei crediti per la formazione continua degli ordini professionali. CRISI DEL PREZZO In Italia il latte viene principalmente destinato alla trasformazione e l’eccellenza dei formaggi italiani è uno dei motori principali del “buon cibo” italiano. Purtroppo il costante calo del prezzo del latte pagato alla produzione sta generando un crescente stato di disorientamento tra gli allevatori, i quali sono sempre meno motivati ad andare avanti. Molti sono gli stimoli e le nuove idee che tendono a ridare fiducia per questo indispensabile prodotto che ha reso famoso il nostro Paese in tutto il mondo. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 77 in particolare la K caseina e la beta lattoglobulina. Questi parametri sono fondamentali per determinare la resa; a parità di quantità iniziale, un latte con attitudine casearia migliore produce una quantità maggiore di formaggio, quindi abbassa i costi di produzione e aumenta i margini di guadagno. Questo effetto vale per tutti i tipi di formaggi e non solo per il Parmigiano Reggiano o altri formaggi a lunga stagionatura. VALUTAZIONE QUALITATIVA I caseifici sembrano ormai indirizzati a valorizzare il latte assumendo nuovi parametri di valutazione qualitativa per la determinazione del prezzo alla produzione. La selezione di alcuni specifici genotipi, in aggiunta agli indici qualitativi tradizionali, può essere di aiuto nel migliorare i risultati attesi sulle caratteristiche di caseificabilità del proprio latte. ATTITUDINE CASEARIA Numerosi studi scientifici evidenziano il ruolo importante delle caseine e delle lattoglobuline nel determinare l’attitudine casearia di un latte ed 78 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 SCELTA DEI TORI Nella scelta dei tori da utilizzare, tenere in attenta considerazione la K caseina e la Lattoglobulina è dunque strategico per tutti gli allevatori che destinano il loro latte, o anche solo una parte, alla trasformazione casearia di qualsiasi formaggio. Tutto questo richiede una profonda conoscenza della materia e la preparazione di tecnici che sappiano dare risposte, non solo agli allevatori coinvolti in prima persona, ma agli stessi caseifici. Formazione Il Caseario di Moretta protagonista in Rai L’Istituto Lattiero Caseario di Moretta è stato protagonista della puntata di Campus Italia andata in onda a fine novembre sul canale Rai Italia, in diversi Paesi (America, Australia e Sud Africa) e disponibile on line sul sito della Rai. ECCELLENZE FORMATIVE Il programma racconta le opportunità di formazione di eccellenza che può offrire l’Italia ai giovani di tutto alcuni studenti e docenti del corso, oltre a due ex allievi che hanno avviato un allevamento di capre con attività di trasformazione del latte. MUSEO DEL LATTE Nel servizio ci sono anche le immagini del Museo del Latte presso il Santuario del Pilone di Moretta, con i vecchi attrezzi del mestiere, le riprese di alcuni momenti formativi, l’in- L’esperienza formativa dell’Istituto raccontata nell’approfondimento televisivo Campus Italia, in onda in diversi Paesi del mondo il mondo, attraverso servizi di circa 30 minuti, dedicati alle figure professionali di interesse internazionale e ai percorsi formativi per apprendere il mestiere. La figura del casaro e il corso “Tecnico specializzato nelle produzioni lattierocasearie”, proposti da AgenForm presso la sede dell’Istituto Lattiero Caseario di Moretta, sono stati scelti dalla trasmissione per l’unicità nel panorama italiano e per l’interesse suscitato in Europa e oltreoceano. Hanno preso parte alla riprese, che si sono svolte nel mese di settembre, tervento di Guido Tallone ed Emilia Brezzo, docenti responsabili dei corsi. PROFILO DIDATTICO La novità per l’anno formativo appena iniziato, è il riconoscimento del profilo professionale “Tecnico specializzato nelle produzioni lattiero casearie” nel Repertorio delle figure professionali della Regione Piemonte, che permette agli allievi di ottenere una certificazione finale con maggiore spendibilità in un mercato del lavoro caratterizzato da opportunità sul territorio italiano ed internazionale. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 79 Attualità Psr, consulenze gratuite all’agraria di Lombriasco Grazie all’avvio anticipato, da parte di Oata Liberi professionisti, dell’attività informativa nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Piemonte, l’Istituto tecnico agrario “Don Bosco” di Lombriasco mette a disposizione delle aziende agricole un nuovo punto informativo gratuito. LUNEDì E GIOVEDì Lo sportello è aperto dal 3 ottobre 2016 tutti i lunedì e giovedì mattina, così che gli imprenditori agricoli della zona avranno a disposizione la consulenza gratu- 80 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 ita di un tecnico qualificato sulle principali focus area del nuovo Piano di Sviluppo Rurale: Focus Area 2A (Prestazioni economiche delle aziende agricole); Focus Area 2B (Ricambio generazionale e qualificazione giovani agricoltori); Focus Area 3A (Integrazione nella filiera, filiere corte, mercati locali, O.P.); Focus Area 3B (Prevenzione e gestione dei rischi aziendali); Focus Area 4A (Biodiversità e il paesaggio, aree natura 2000); Focus Area 4B (Gestione delle risorse idriche, dei fertilizzanti e fitofarmaci); Focus Area 4C (Gestione dei Attualità suoli, prevenzione dell’erosione); Focus Area 5A (L’uso efficiente dell’acqua in agricoltura); Focus Area 5C (Approvvigionamento e utilizzo di fonti rinnovabili); Focus Area 5D (Riduzione delle emissioni di gas serra professionisti, l’Istituto “Don Bosco” metterà a disposizione delle realtà rurali del territorio diverse attività dimostrative e informative legate ad una moderna agricoltura. Nel primo mese di attività Sportello informativo a disposizione degli imprenditori agricoli due giorni alla settimana, in collaborazione con Oata Liberi professionisti e ammoniaca); Focus Area 5E (Sequestro del carbonio nel settore agricolo); Focus Area 6B (Sviluppo locale nelle zone rurali). AZIONE FORMATIVA Questa iniziativa, unita ai numerosi convegni e alle attività di formazione per le aziende agricole, fa parte di un complesso progetto di rinnovamento dell’Istituto tecnico agrario “Don Bosco” di Lombriasco, da sempre punto di riferimento per l’agricoltura piemontese. Durante il prossimo biennio, grazie alla collaborazione con Oata Liberi di sportello si sono già riscontrati numerosi contatti, questo conferma che gli imprenditori agricoli del territorio hanno bisogno di un supporto tecnico professionale e preparato che sia in grado di guidarli nell’utilizzare al meglio tutte le misure del Psr 2014-2020. Presso questo punto informativo le aziende troveranno sempre un tecnico libero professionista in grado di fornire loro, gratuitamente, tutte le informazioni relative alle principali problematiche del settore e a orientarle verso una soluzione ottimale. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 81 Ortofrutticoltura Gentile ovunque tranne che da noi «I produttori corilicoli della provincia di Cuneo sono fortemente preoccupati per la situazione che si è venuta a creare con l’iscrizione ufficiale della ‘Tonda Gentile delle Langhe’ nel Registro nazionale delle varietà di piante da frutto. Questa decisione, infatti, rischia di penalizzare non solo un settore in salute e vitale dell’economia provinciale, ma anche l’intero territorio delle Langhe, vocato alla produzione di questo frutto in guscio, e tutti coloro che in questi anni hanno investito tempo e risorse per la sua valorizzazione. È opportuno quindi che, al di là di ogni posizione politica, le istituzioni si ricompattino al più presto intorno ad un problema che è interesse di tutti andare a risolvere». SITUAZIONE ASSURDA Così il presidente della sezione corilicola di Confagricoltura Cuneo, Aldo Gavuzzo, interviene nel dibattito che ha suscitato la decisione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che di fatto ha reso coltivabili le nocciole delle Langhe ovunque in Italia, ma non sul nostro territorio, dove il disciplinare della Nocciola IGP Piemonte prevede l’uso della dicitura “Tonda Gentile Trilobata”. 82 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 Ortofrutticoltura L’iscrizione della nocciola “Tonda Gentile delle Langhe” nel Registro nazionale delle varietà di piante da frutto ha imprigionato i produttori locali in un assurdo labirinto giuridico IL DANNO E LA BEFFA «Oltre al danno la beffa – continua Mario Viazzi, direttore della Confagricoltura zona di Alba -. Le nostre aziende, infatti, non si capacitano di come questo assurdo paradosso sia possibile. Il sentimento che oggi provano in molti è di rabbia e delusione; si sentono scippati di un prodotto che è nato su questo territorio e di questo ha contribuito a farne la sua fortuna – sottolinea ancora Viazzi -. A fronte delle rassicurazioni avute da più parti, inoltre, siamo rimasti decisamente ‘spiazzati’ da questo epilogo, per cui adesso ci auguriamo che chi ha generato questa situazione intervenga per porvi rimedio al più presto. Come organizzazione professionale faremo tutto quanto è possibile per tutelare le legittime istanze dei nostri imprenditori, che nelle nocciole di Langa hanno creduto da sempre e in questo settore hanno investito con passione dando un futuro economico anche a terre marginali». STATUS INACCETTABILE Questo impegno è rimarcato, allo stesso modo, da Gavuzzo: «Ha dell’assurdo il solo pensiero che in futuro si potranno avere nocciole delle Langhe prodotte in tutte le regioni d’Italia, tranne che proprio nel territorio che ne riporta il nome – dice -. La nostra associazione percorrerà tutte le strade possibili affinché una corretta dicitura torni a rappresentare il prodotto del nostro territorio, tenuto conto tuttavia che non sarà semplice per via di iter burocratici e normativi molto complessi». L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 83 A fine novembre l’acqua dell’alluvione è tornata a fare paura in provincia di Cuneo, danneggiando gravemente case e coltivazioni. Sotto accusa il consumo esasperato del suolo e le assurde normative che impediscono la manutenzione dei corsi d’acqua. Gli agricoltori chiedono di poter intervenire, nell’interesse di tutti 84 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 Attualità «Lasciateci pulire gli alvei dei fiumi» La provincia di Cuneo ha rivissuto a fine novembre l’incubo dell’alluvione del 1994, con situazioni particolarmente critiche nel Monregalese e nel Cebano, dove centinaia di ettari sono stati allagati dalle esondazioni del Tanaro. Le località più colpite sono in Val Tanaro, in Valle Monge e Corsaglia. Si segnalano danni anche nella Valle Pesio, in Val Ellero e in Valle Bormida. Problemi di approvvigionamento idrico delle aziende zootecniche, in particolare in Val Tanaro, nel comune di Priola, in località Pievetta e a Garessio. Nella zona di Cortemilia, a causa dell’esondazione del Bormida, notevoli i danni ai noccioleti. Nel Saluzzese, i centri più colpiti sono Barge, Bagnolo, Revello e Cardé. SUOLO FRAGILE Eventi meteorologici che mettono ancora una volta in evidenza la fragilità del suolo, un tema su cui sono immediatamente tornate a farsi sentire le organizzazioni agricole, ribadendo le richieste di forti politiche di prevenzione per difendere il patrimonio idrico, la stabilità degli argini dei fiumi e le opere idrauliche esistenti. «L’impegno di Coldiretti - osservano Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo e Piemonte ed Enzo Pagliano, direttore della federazione cuneese – è di sostenere il disegno di legge sul consumo del suolo, in corso di esame in commissione al Senato, con iniziative concrete, per sensibilizzare l’opinione pubblica, come il convegno che l’anno scorso, a ventun’anni dalla terribile alluvione, organizzammo a Cuneo per stimolare la discussione sugli interventi necessari e tenere viva l’attenzione sulla necessità di evitare simili disastri». PULIZIA DEGLI ALVEI «Di fronte a certe calamità tutti si rendono improvvisamente conto che il territorio va gestito in maniera attenta e rispettosa, ma le imprese agricole che ogni giorno operano sul territorio questo lo sanno molto bene – dichiara Roberto Abellonio direttore della Confagricoltura di Cuneo –. Da tempo ormai chiediamo alla Regione Piemonte una maggior collaborazione con i privati per la pulizia degli alvei dei fiumi e dei corsi d’acqua dalla vegetazione spontanea. Questo potrebbe garantire una serie di indubbi vantaggi per l’intera comunità, primo fra tutti una riduzione del rischio di esondazioni e allagamenti, con conseguente aumento della sicurezza pubblica e un deciso risparmio economico per le casse pubbliche, poi chiamate a intervenire per ripristinare i danni provocati dal maltempo». In altre regioni d’Italia la pulizia dei fiumi già avviene grazie alla realizzazione delle opere di mitigazione del rischio idraulico e geologico e il ripristino delle condizioni di sicurezza dei corsi d’acqua e delle relative pertinenze con il sistema della compensazione. COINVOLGERE I PRIVATI «La necessità di tenere puliti gli alvei dei fiumi oggi è sotto gli occhi di tutti, ma deve trasformarsi in azioni concrete fatte in maniera costante e rigorosa – continua Abellonio –, per questo l’idea di concordare piani di taglio della vegetazione ripariale con i privati, come già accade in molte altre zone del nostro Paese, potrebbe rappresentare una soluzione reale per evitare di trovarci poi in situazioni peggiori. Ogni operazione avverrebbe in modo regolamentato solo dopo la presentazione di progetti da parte del soggetto privato interessato e la conseguente autorizzazione dell’autorità competente in tempi brevi e a prezzi ragionevoli. Per la Regione sarebbe un’operazione a basso costo e, allo stesso tempo, le aziende potrebbero usufruire del materiale legnoso ricavato dal taglio della vegetazione ripariale del fiume per produrre energia rinnovabile, come peraltro prevede il Piano di azione energetico». L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 85 Attualità Contoterzismo fattore strategico Contoterzisti, portatori sani di innovazione e pilastri per l’agricoltura. Il riconoscimento arriva dal convegno “Contoterzismo e agricoltura” organizzato dall’Accademia dei Georgofili con Uncai, Unima, Confai (le tre associazioni nazionali di contoterzisti) e Crea. COMPETITIVITà Giampiero Maracchi, presidente dell’Accademia dei Georgofili, globalizzazione, e per una gestione del territorio più responsabile». INNOVAZIONE Le macchine sono il fulcro dell’agricoltura di precisione, ma attualmente in Italia solo l’1% della superficie agricola utilizzata è lavorato con macchinari innovativi. L’obiettivo dichiarato dal ministro Martina è di arrivare al 10% in 5 anni. Un traguardo ambizioso In Italia solo l’1 per cento della superficie agricola utilizzata è lavorato con macchinari innovativi. L’obiettivo è di arrivare al 10 per cento in 5 anni ha dichiarato: «In oltre 260 anni, l’Accademia ha sempre operato per il bene dell’agricoltura italiana. Il rapporto con il mondo del contoterzismo è quindi molto utile, rappresentando uno strumento in più per promuovere la competitività dell’agricoltura italiana, oggi messa in crisi dalla 86 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 che per essere raggiunto richiede maggiore formazione e mezzi per fare agricoltura di precisione. QUESTIONI CENTRALI I temi per il confronto non sono mancati: il ritardo delle norme sulle revisione dei mezzi agricoli crea incertezza e blocca gli investimen- ti; la tutela del territorio è inderogabile; la formazione di chi usa macchine innovative, in particolare dei giovani, è un aspetto centrale; le nuove tecnologie non possono essere applicate se non si recupera una cultura profonda; soprattutto occorre uno specifico, inedito sostegno finanziario ai contoterzisti che investono in macchinari e tecnologie innovativi, in formazione e sicurezza; su questi temi i contoterzisti sono più avanti degli agricoltori, ma insistere troppo su un tipo di sostegno, il Psr, crea ostacoli. FATTORE DECISIVO «Produrre di più con meno – ha commentato Salvatore Parlato, com- missario straordinario del Crea - è l’imperativo di una nuova agricoltura che sia non solo competitiva sul mercato globale, ma anche e soprattutto rispettosa dell’ambiente. In questo senso, il fenomeno del contoterzismo rappresenta un fattore decisivo, soprattutto per quei settori che rappresentano le nuove frontiere dell’agricoltura, come l’agricoltura di precisione e l’agricoltura 4.0». STECCATI SUPERABILI Il commissario Parlato ha quindi aggiunto che “molti steccati che impedivano il riconoscimento dei contoterzisti sembra si stiano dissolvendo. Il Crea darà il suo contributo per l’integrazione dei contoterzisti nel sistema agroalimentare italiano”. L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 87 Il presepe La nascita del Salvatore nella prima alla presenza di San Greccio è un piccolo paese di 1500 abitanti in provincia di Rieti, nella regione Lazio, riconosciuto come uno dei borghi più belli d’Italia. Diventa celebre per la rievocazione del primo presepe vivente fatto da Francesco d’Assisi nel giorno del santo Natale 1223. ARIA DI BETLEMME Non a caso Greccio, nell’anno 1992, ha avuto l’onore di esser gemellato con il paese di Betlemme, dove avvenne la divina incarnazione del Salvatore del mondo. San Francesco, che amava sostare in preghiera in luoghi isolati e magari lontani da Assisi, 88 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 giunse per la prima volta in questo paese nel mese di maggio del 1208. Partendo da Assisi a piedi, dopo aver percorso più di 100 km, non pensò minimamente a cercare riposo in qualche pensione accogliente, al contrario decise di costruire una piccola capanna sul monte Lacerone, a 1200 metri di altezza. Da lì parecchie volte partiva per andare a predicare alle numerose famiglie contadine del tempo. GRANDINE E CINGHIALI In quel periodo Greccio aveva un grosso problema: immancabilmente, tutti gli anni, sul proprio territorio si abbattevano violente grandinate che compromettevano il raccolto dei vigneti ed inoltre, essendo circondata da fitti boschi, molte volte i contadini, recandosi nei campi dove coltivavano patate, con grande sconforto trovavano gli stessi devastati dai cinghiali. Talune volte i pastori si vedevano portare via i piccoli agnelli dai grossi branchi di lupi che sostavano in quelle zone. EFFETTO FRANCESCO Tutto questo cessò improvvisamente proprio con l’arrivo e per i meriti di questo povero frate, tant’è che gli abitanti, commossi e riconoscenti, quando lo vede- miracoloso rappresentazione vivente a Greccio, Francesco d’Assisi vano passare se lo contendevano e non volevano più lasciarlo ripartire per Assisi. Il poverello promise che sovente vi sarebbe tornato, tanto questo paese gli stava a cuore, proprio perché gli abitanti, durante la sua permanenza, si impegnarono a diventare dei perfetti cristiani. Nel novembre del 1223, vedendo approvata la Regola scritta per i suoi frati da Papa Onorio III, chiese al Santo Padre di poter rappresentare la natività di Nostro Signore. Avuto l’incoraggiamento dal papa, si diresse immediatamente verso Greccio ed appena arrivato spiegò al castellano Giovanni Velita, suo grande ammiratore, di voler vedere almeno una volta con i suoi occhi la nascita del Divin bambino. NATALE IN GROTTA Per la sera del santo Natale tutto era pronto, era stata costruita all’interno di una grotta una piccola mangiatoia, dove vi furono poste della paglia e del fieno, accanto ai quali sostavano un bue ed un asinello. Quando Francesco arrivò vide tutto preparato nei minimi dettagli e vi restò meravigliato. Seguito da numerosi frati e dall’intero paese si inginocchiò nella mangiatoia, piangendo e tremando per l’emozione ed in quella notte molti videro realmente un bambinello nella mangiatoia ed il santo frate Francesco stringerlo al petto con grande gioia. PAGLIA MIRACOLOSA Tutti i presenti ne restarono grandemente edificati, soprattutto i pastori che, raccolta la paglia di quel presepio, poterono guarire gli animali che si ammalavano, allontanando inoltre i flagelli che solitamente subivano, per la bontà del Signore. Così in tutto il mondo cristiano ebbe origine il tradizionale presepio per ricordare la nascita del Divin Redentore. Luciano Nicolino L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 89 Presentata Agribox, la “scatola nera” per la sicurezza dei lavoratori agricoli “La scatola nera, che è di serie su aerei e navi – informa Silvio Chionetti, responsabile del Cipat, il servizio tecnico Silvio Chionetti della Cia di Cuneo - approda nell’agricoltura italiana. Il suo nome è Agribox, rappresenta una prima assoluta ed ha il compito di salvaguardare ulteriormente i lavoratori del settore primario. È stata presentata nei giorni scorsi nell’Assemblea annuale dell’Agia-Cia, l’associazione dei giovani imprenditori, è un progetto, frutto della partnership con il Gruppo Unipol e la collaborazione con il leader mondiale in soluzioni telematiche innovative AlfaEvolution e prevede una prima fase sperimentale con l’installazione dell’Agribox sui veicoli di 150 giovani imprenditori e, una volta rodato, l’estensione a tutti gli agricoltori che ne fanno richiesta. Attraverso la registrazione delle informazioni, trasmesse in tempo reale a un centro di controllo, lo strumento consente di monitorare le attività svolte sui macchinari utilizzati e in caso di anomalie (malessere, furto, smarrimento, incidente) permette un intervento tempestivo di assistenza. Il tema della sicurezza sul lavoro nel settore primario è importante e la necessità di partire dai veicoli agricoli è resa evidente anche dai dati diffusi dall’Osservatorio il Centauro ASAPS, secondo cui nel periodo 2010-2015 i trattori sono rimasti coinvolti in 2.281 incidenti 90 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 Agricoltori Italiani Cuneo dove hanno perso la vita 1.073 persone e altre 1.501 sono rimaste ferite. Situazione ancora più critica se si guarda solo al 2015: 434 incidenti (+11% rispetto ai 390 del 2014) con 192 morti (+6,1% rispetto ai 181 morti del 2014) e 281 feriti (+9,3% rispetto ai 257 dell’anno precedente)”. “ Il Cipat/Cia a Cuneo, come in tutta Italia, – segnala Silvio Chionetti- è da sempre attento alle criticità del settore e negli anni ha profuso una serie di accorgimenti volti allo sviluppo e all’innovazione dell’agricoltura italiana, che siano in grado di farla stare al passo con i tempi. La necessità di intraprendere questa strada trova conferma nelle stime dell’Istat che evidenziano come nel triennio 2012-2014 in Italia solo il 44,6% delle imprese con oltre 10 addetti abbia investito in attività finalizzate all’introduzione di logiche innovative. Il quadro è reso ancor più desolante se si considera che nei tre anni antecedenti (2010-2012) la percentuale era del 51,9%. Si è registrato quindi un calo netto di oltre 7 punti percentuali. Proprio in questo “gap” di investimenti e idee innovative, si inserisce il secondo progetto presentato in collaborazione con Vodafone: un concorso sulla creatività digitale dedicato agli studenti iscritti a corsi e classi di Istituti agrari che ha l’obiettivo di selezionare l’idea che più di tutte si è distinta per innovazione dandole una progettualità realizzativa”. Racca ha aperto le porte all’usato Un’idea davvero particolare e convincente, quella del Gruppo Racca di Marene, di fare un “porte aperte” dedicato totalmente al mon- qualità, quindi, tornato a splendere in occasione della manifestazione, accompagnato però da prezzi speciali e condizioni vantaggiose; protagonista della giornata: a fare capolino ci hanno pensato anche le numerose macchine agricole nuove e scintillanti, altrettanto senza davvero imponente e d’impatto. Tutto l’evento è stato “condito” con un ricco buffet offerto e con la grande partecipazione dello staff valide sia economicamente, sia tecnologicamente, per i più esigenti; una tra tutte, il nuovo New Holland T7 315 con colorazione dedicata specifica, una pre- del Gruppo Racca messo a disposizione per l’intera giornata, che si è svolta al meglio e con grande interesse del mondo agricolo e non solo. Inedita iniziativa del Gruppo di Marene, lo scorso 19 novembre, con un ventaglio di occasioni a prezzo speciale, oltre alle ultime novità del mercato do dell’usato, in tutte le sue sfaccettature, in tutte le sue peculiarità e anche nelle sue offerte, piuttosto interessanti, sabato 19 novembre a Marene. Usato di buona unite tutto ciò ad un abbondante afflusso di persone e avrete un evento di successo, proprio come quello del Gruppo Racca. Non solo l’usato si è reso L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 91 92 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 93 94 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016 Abbinato all’annuncio è possibile inserire la foto! Per gli abbonati inserire la foto costa 10 euro + iva. Per i non abbonati 18 euro + iva. Pagamento anticipato. Le foto vanno inviate a: [email protected] Gli annunci gratuiti degli abbonati hanno la precedenza. Tel. 0172/711279 Per la pubblicazione degli annunci occorre fornire nome, cognome ed indirizzo. 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