Scarica - Rèclame Savigliano

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Scarica - Rèclame Savigliano
ANNO 5
NUMERO
60
dicembre
2016
d e l l a
P r o v i n c i a
G RAN D A
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
1
L’UNICO GIORNALE INVIATO A TUTTI GLI IMPRENDITORI
AGRICOLI
2
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
3
Dicembre
2016
Sommario
L’editoriale
7
Assurde
tribolazioni
L’aria che tira
8
Zootecnia
20
Uruc e Pamela
piemontesi di razza
22
Ruminanti, una dieta
a base di grassi
Testo unico
Va bene, ma...
Fisco e tributi
Fisco e tributi
Yogurt e latte fermentato
L’Iva compensa
al 10 per cento
8
11
4
Agroenergie, a regime
la tassazione agevolata
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
10
Agricoltori veri
tra il dire e il fare
26
Il vero prezzo del latte
dalle stelle alle stalle
13
Redditi agrari e dominicali
Esenzione Irpef da sapere
30
«Quel giorno ho capito
che bisognava cambiare»
17
Chi bonifica l’amianto
risparmia la metà
34
Allevatorissima
L’impero del latte
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82
Notizie dalle aziende
Gentile ovunque
tranne che da noi
Attualità
38
Le malghe comunali
concesse ad uso civico
77
Qualità del latte e reddito
degli allevatori
36
Pac, la situazione
degli anticipi
Ortofrutticoltura
49
Inserto nocciole
56
Contro la cimice asiatica
in campo un parassita
58
Chiamata alle armi sulla
moria dei kiwi
61
Coltivare noci
Una buona idea
63
Export kiwi e susine
Evitato il blocco
46
«Psr Piemonte, per ora
soltanto belle parole»
48
Ferrero: «Ma le scelte
sul Psr le abbiamo
concordate con voi»
53
Soldi ai ricercatori: «Studiate
le biotecnologie sostenibili»
80
Psr, consulenze gratuite
all’agraria di Lombriasco
84
«Lasciateci pulire gli alvei
dei fiumi»
42
Spertino a Murello
vince la sfida dell’officina
44
La raccolta innovativa
con Hermes Tecnofruit
55
Fogliarino guarda avanti
nel solco della tradizione
72
La biennale di Barale
non delude mai
91
Racca ha aperto
le porte all’usato
Enologia
65
Vino, si brinda
al testo unico
67
Sindacati tutti soddisfatti
Atteso il giudizio dei campi
70
Vendemmia Piemonte
Com’è andata nel 2016
L’avvocato risponde
86
Contoterzismo
fattore strategico
14
Se l’erba del vicino
è sempre più secca
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
5
Sommario
Seminativi
40
Radici
L’Italia scommette
sul ritorno della canapa
88
L’IMPRENDITORE AGRICOLO
della provincia Granda
Il presepe
miracoloso
Osservatorio prezzi
92
L’invitato speciale
74
79
Scadenze fiscali
93
Valle di Cembra
Un posto da vivere
Formazione
Prezzi e mercati
all’ingrosso
Gennaio:
occhio alle scadenze
Mercatino
Il Caseario di Moretta
protagonista in Rai
95
Gli affari
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6
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
Assurde
tribolazioni
A volerlo inventare a tavolino, non si poteva fare meglio. Il gran pasticcio alla nocciola è riuscito alla perfezione, al punto che oggi in tutto il mondo si può coltivare
la varietà “Tonda Gentile delle Langhe”, tranne che nelle Langhe, dove il disciplinare della Nocciola Piemonte Igp prevede l’utilizzo di un’altra nocciola, che in realtà è
la stessa, ma ha un altro nome: Tonda Gentile Trilobata.
Tra chi sostiene che l’iscrizione della varietà “delle Langhe” nel Registro nazionale
delle piante sia stata necessaria per evitare che, in attesa di una soluzione condivisa
da tutti, l’Italia dovesse paradossalmente rinunciare alla sue prerogative, e chi, invece, afferma che così facendo l’Italia si è messa nelle condizioni di non poter chiedere agli altri quello che non sta facendo a casa propria, c’è qualcosa che sfugge, che
non quadra.
La domanda è: perché i produttori della Nocciola Piemonte Igp avrebbero dovuto
rinunciare alla dizione “delle Langhe”, se il patto non fosse stato che nessun altro
l’avrebbe potuta utilizzare?
Se qualcosa è andato storto, vuol dire che il patto è saltato, che qualcuno ha fatto
quello che non doveva, oppure non fatto quello che doveva. Ma prima di capire
di chi è la colpa, una sola cosa è certa: che pagano i produttori delle Langhe. In
ballo ci sono interessi altissimi: vivaisti argenti, olandesi e romeni pronti a mettere
sul mercato le loro belle piantine di Tonda Gentile delle Langhe, mentre qui, nelle
Langhe, la nocciola è diventata Trilobata (o tribolata?) e si resta a guardare, sperando che anche la Nutella non diventi “delle Langhe”, perché altrimenti dovrebbe
rifornirsi di nocciole altrove.
C’è da chiedere conto di come vanno queste cose, perché le regole sono importanti, come si è visto anche nel nuovo Piano di sviluppo regionale del Piemonte.
Ci sono molte proteste, manifestazioni di piazza.
Un gran numero di aziende è rimasto tagliato fuori dall’assegnazione degli aiuti
comunitari e tutti sembrano cadere dalle nuvole.
Nessuno che sapesse quali fossero le regole, prima di scatenare l’uragano di domande di accesso ai contributi?
E dov’erano tutti, politici, sindacati e associazioni, quando le regole si scrivevano a
Bruxelles e a Torino? Non in piazza a protestare.
Ma nemmeno nei frutteti, nelle stalle e nei campi a lavorare.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
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Testo unico
Va bene, ma…
Il 28 novembre è arrivato il Testo unico del vino, una legge approvata da
Camera e Senato con l’obiettivo dichiarato di fare finalmente chiarezza in un
marasma di regole che non permettono che agli esperti di districarsi.
C’è un gran lavoro di taglia incolla dietro: in pratica, di cinquant’anni di norme
sparse si fa un collage.
E c’è qualche novità, di principio per lo meno: la viticoltura italiana è dichiarata patrimonio nazionale, non solo sotto il profilo del valore e del lavoro, ma
anche della tradizione, della cultura e del sapere.
I vitigni autoctoni italiani sono finalmente menzionati, anche se la loro tutela è
demandata al Governo e la loro definizione rimane un po’ incerta.
I vigneti che si trovano in collocazioni paesaggisticamente e storicamente di
pregio hanno finalmente uno status diverso e la legge impone ai diversi livelli
di governo l’onere di proteggerli attivamente.
Quello che purtroppo continua a mancare, nel testo, è un cambio radicale rispetto alle regole e regolette che affliggono, soprattutto grazie ai conseguenti
frequentissimi controlli, i produttori di vino.
Continua il profluvio di domande, comunicazioni e istanze da trasmettere ai
diversi uffici competenti su questa attività.
Continuano ad esserci dieci organismi che possono entrare in cantina a “controllare”, anche se adesso dovranno lasciare traccia in un registro dei controlli
(che speriamo, almeno quello!, non debba essere tenuto dal produttore...).
Soprattutto, continua a mancare una previsione legislativa che impegni lo Stato ad una riduzione misurabile, costante e progressiva del carico burocratico.
Non ci vuole molto a contare attualmente quanti giorni di lavoro costa la
burocrazia del vino al produttore: fissare per legge l’obiettivo di ridurre questo
carico, ad esempio, prevedendo che chi effettua un controllo deve condividere
con le altre amministrazioni dello Stato le informazioni raccolte, evitando la
ripetizione di richieste simili fra loro o ispezioni non necessarie.
Insomma, se è un primo passo, il Testo Unico del Vino è il benvenuto.
Ma se ad esso non si accompagna la rivoluzione copernicana dei rapporti tra
produttori e Stato, non ci siamo ancora.
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L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
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Fisco e Tributi di Alberto Tealdi - commercialista - [email protected]
Agricoltori veri
tra il dire e il fare
Il concetto di esclusività nelle società
agricole è di fondamentale importanza
per la determinazione della tassazione
La circolare dell’Agenzia delle Entrate n.
96/E, del 27 ottobre, in risposta ad un
quesito in merito alla tassazione forfettaria dei ricavi di una società agricola derivanti dalla produzione di energia elettrica
da fonte fotovoltaica, tratta il tema dello
svolgimento esclusivo dell’attività agricola
e delle attività agricole connesse da parte
delle società medesime.
ESERCIZIO ESCLUSIVO
In particolare, la possibilità introdotta
10 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
dalla L. 296/2006 di optare per la tassazione su base catastale per la determinazione del reddito di società agricole siano
esse in nome collettivo, in accomandita
semplice od a responsabilità limitata,
prevede una serie di vincoli da rispettare
tra i quali appunto l’esercizio esclusivo
delle attività di cui all’art. 2135 del codice
civile. Si è pertanto in presenza di una
società agricola solo quando nell’oggetto
sociale è anche previsto l’esercizio esclusivo delle attività di coltivazione del fondo,
di selvicoltura, di allevamento di animali e
delle attività connesse (tra le quali rientra
la produzione di energia elettrica da fonti
rinnovabili oggetto dell’interpello di cui
sopra). Tale esclusività, ovviamente, non
può essere solamente formale, ma deve
trovare riscontro nell’effettiva attività
svolta dalla società. A questo proposito
è opportuno comprendere pienamente i
comportamenti da adottare onde evitare il
disconoscimento del regime fiscale “agricolo” che comporterebbe l’accertamento
di base imponibile e conseguenti sanzioni.
QUESTIONE AFFITTO
In questo frangente particolare attenzione
è necessaria prestarla all’affitto di terreni
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
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e fabbricati della società agricola in
regime catastale.
Questo perchè tale “attività” esula
da quelle di cui all’art. 2135 del
codice civile e pertanto comporterebbe la decadenza dal regime catastale. Considerato che la possibilità,
ed a volte la necessità, di locare da
parte della società agricola terreni
od immobili propri non è assolutamente remota, con l’art. 36, co.
8, D.L. 179/2012 è stata prevista,
seppur con limitazione del 10%
sui ricavi, la possibilità anche per
tali soggetti di concedere in affitto
propri beni, in particolare la norma
recita: “non costituiscono distrazione… la locazione, il comodato e
l’affitto di fabbricati ad uso abitativo nonché di terreni e fabbricati ad
uso strumentale alle attività agricole
di cui all’art. 2135 del codice civile,
semprechè i ricavi derivanti dalla
locazione e affitto dei beni non
superi il 10% dell’ammontare dei
ricavi complessivi”. Con riferimento
all’affitto di terreni agricolo questi devono ovviamente mantenere
l’utilizzo agricolo anche in capo al
conduttore così come per i fabbricati strumentali (ricovero attrezzi, stalle, ecc…) che devono continuare ad
12 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
essere destinati all’attività agricola.
ABITAZIONI E SOCIETà
Diverso invece il caso della locazione
di immobili abitativi che possono
essere locati a qualsiasi soggetto
anche non agricoltore.
Sempre per il rispetto della esclusività di cui sopra, alle società agricole
non è consentito detenere partecipazioni in altre società a meno che
queste non siano a loro volta agricole ed i dividendi percepiti siano
inferiori ai ricavi dell’attività agricola
svolta dalla società che detiene la
partecipazione.
Fisco e Tributi di Marianna cugnasco - commercialista - [email protected]
Redditi agrari e dominicali
Esenzione Irpef da sapere
Quali agevolazioni prevede, in ambito agricolo, la nuova
legge di bilancio per gli anni 2017, 2018 e 2019
La legge di bilancio 2017 (DL
163/2016) ha previsto un’agevolazione in ambito agricolo per gli anni
2017, 2018 e 2019, stabilendo che
non concorreranno alla formazione
della base imponibile ai fini dell’imposta sul reddito delle persone
fisiche i redditi dominicali e agrari
dei coltivatori diretti (CD) e degli imprenditori agricoli professionali (IAP).
DOMINICALE E AGRARIO
A tal fine si ricorda che titolare del
reddito dominicale è il possessore, a
titolo di proprietà, enfiteusi o altro
diritto reale, del terreno; mentre titolare del reddito agrario è colui che
esercita l’impresa agricola ai sensi
dell’art. 2135 del codice civile.
Ai fini delle imposte sui redditi i
redditi dominicali e agrari dei terreni
iscritti al Catasto terreni sono soggetti ad una determinata rivalutazione percentuale, pari:
- all’80% per il reddito dominicale;
- al 70% per il reddito agrario.
RIVALUTAZIONE
In aggiunta alla rivalutazione di cui
sopra, la legge di stabilità 2013 ha
introdotto l’obbligo di effettuare
un’ulteriore rivalutazione dei redditi
catastali (dominicale e agrario) dei
terreni iscritti in Catasto, pari ora al
30%.
Tale ulteriore rivalutazione tuttavia,
dal periodo d’imposta 2016, non
si applica per i terreni posseduti e
condotti da coltivatori diretti o IAP
iscritti alla previdenza agricola.In
altre parole, per i terreni agricoli,
con riferimento al periodo d’imposta
2016, la situazione è la seguente:
- per i terreni posseduti e condotti
da CD e IAP il reddito dominicale è
rivalutato dell’80%, mentre il reddito agrario è rivalutato del 70%;
- per terreni coltivati da CD e IAP il
reddito agrario è rivalutato del 70%
(il reddito dominicale si genera invece in capo al proprietario del terreno
ed è rivalutato dell’80% e dell’ulteriore 30%).
ESENZIONE IRPEF
Tuttavia a seguito delle disposizioni
introdotte dalla legge di bilancio
2017 a decorrere dall’anno 2017 e
fino al 2019 incluso i terreni posseduti e condotti da CD o IAP saranno esenti da Irpef, sia per quanto
riguarda il reddito dominicale che
per il reddito agrario. I terreni che
vengono concessi in affitto, invece, continuano a generare reddito
dominicale in capo al proprietario,
mentre l’esenzione Irpef si applica
sul reddito agrario in capo ai CD o
IAP.
SOCIETà
L’agevolazione in commento si dovrebbe poter estendere alle società
di persone quali le società semplici,
per le quali si rende applicabile la
tassazione su base catastale, e le
Snc e le Sas che sono in possesso
della qualifica di IAP e che hanno
optato per la tassazione catastale (in quest’ultimo caso la società
dichiara i redditi dei terreni, ma la
tassazione avviene per trasparenza
in capo al socio). Ciò in quanto la
norma fa riferimento all’Irpef e non
esclude espressamente dette società
dal regime di favore. Al contrario,
proprio perché si fa riferimento all’Irpef, l’agevolazione non si dovrebbe
estendere alle Srl, anche se in possesso della qualifica di IAP. In merito
si attendono gli opportuni chiarimenti ufficiali in fase di conversione
del decreto.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
13
Se l’erba del vicino
è sempre più secca
Un lettore domanda:
se il mio confinante,
trattando il proprio terreno
con dei diserbanti,
ha danneggiato il mio
raccolto, cosa posso fare?
14 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
Un principio cardine del
nostro sistema giuridico
è contenuto nell’art.
2043 del codice civile
che prevede che qualunque fatto doloso o
colposo che cagioni ad
altri un danno ingiusto
obbliga colui che ha
commesso il fatto a
risarcire il danno.
DIRITTO DI PROPRIETà
Tale disposizione implica
che la lesione di una
posizione giuridica soggettiva tutelata dall’ordinamento, quale nel
caso di specie, il diritto
di proprietà, obbliga
l’autore della lesione a
risarcire le conseguenze
negative patrimoniali e,
in certi casi, non patrimoniali che dalla medesima sono derivate.
Pertanto, il proprietario
di un fondo che ritenga
di aver subito un danno
dall’attività materiale
svolta dal proprietario del
fondo confinante, potrà pretendere di essere
risarcito, ovviamente
fornendo la prova del
comportamento colpevole
dell’autore dell’illecito.
Nello specifico caso di
danno derivante dall’utilizzo di pesticidi, potrebbe
trovare applicazione altresì l’art. 2050 c.c. che prevede che “chiunque cagiona danno ad altri nello
svolgimento di un’attività
pericolosa, per sua natura
o per la natura dei mezzi
adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova
di avere adottato tutte le
Quando il diserbante
danneggia il raccolto
del confinante, la
responsabilità è di chi
ha cagionato il danno
nell’esercizio
di un’attività pericolosa,
indipendentemente da
ogni sua colpa
misure idonee ad evitare
il danno”.
ATTIVITà PERICOLOSA
L’uso di pesticidi nell’agricoltura, infatti, può essere
considerata attività peri-
colosa, in quanto attività
potenzialmente dannosa
di per sé per l’alta percentuale di danni che può
provocare in ragione della
sua natura o della natura
dei mezzi adoperati.
RESPONSABILITà
OGGETTIVA
La particolarità di tale
tipo di responsabilità è
che la stessa ha carattere oggettivo, per cui chi
ha cagionato il danno
nell’esercizio di un’attività
pericolosa ne risponde
indipendentemente da
ogni sua colpa: anche se,
al momento del fatto, ha
usato diligenza, prudenza
e perizia, salvo che non
riesca a dare la prova
positiva di avere impiegato ogni cura e misura
atta ad impedire l’evento
dannoso.
È importante sottolineare,
sul punto, che la materia
dell’utilizzo di diserbanti
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
15
in agricoltura è normata
da regole precise, tra cui
il Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei
prodotti fitosanitari (PAN),
uno strumento normativo
approvato con DM 22
gennaio 2014, nonché
appositi provvedimenti
locali, quali ordinanze e
regolamenti; pertanto,
la prova positiva di aver
impiegato ogni cura e mi-
sura idonea ad impedire
l’evento dannoso potrebbe sostanziarsi proprio
nell’essersi attenuto scrupolosamente alle leggi
vigenti.
SOSTANZE TOSSICHE
L’utilizzo di diserbanti con riferimento alle
conseguenze sulla salute
delle persone, inoltre,
è stato recentemente
16 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
portato all’attenzione
della giurisprudenza che,
in una recente sentenza,
ha ritenuto che le immissioni di sostanze tossiche nel fondo del vicino
superassero il livello di
tollerabilità impedendo
a quest’ultimo il pieno
godimento della propria
abitazione e dei propri
terreni, determinando
così un danno alla salute,
ed ha conseguentemente ordinato all’impresa
agricola di eseguire i
trattamenti antiparassitari con modalità tese a
contenere le immissioni di
sostanze nocive (es. lenta
velocità del mezzo di
distribuzione, bassa pressione, orientamento dei
bocchettoni di irrorazione
in direzione opposta al
confinante).
Fisco e tributi di Davide Galfrè - geometra - [email protected]
Chi bonifica l’amianto
risparmia la metà
Nuovi crediti di imposta per interventi su
coperture in lastre, canalizzazioni, tubi,
canne fumarie e contenitori per il trasporto
e lo stoccaggio di materiali
In materia di smaltimento
amianto è arrivata una
gradita, ma eccessivamente
tardiva notizia con il Decreto 15 giugno 2016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
dal Ministero dell’Ambiente
e della Tutela del Territorio
in data 17 ottobre 2016,
che prevede un credito
d’imposta per alcune tipo-
logie di opere relative allo
smaltimento amianto; tale
Decreto individua le disposizioni applicative della precedente Legge 221/2015 la
quale, a sua volta, prevedeva che le opere di bonifica
dovessero essere realizzate
nel corso dell’anno 2016.
Ormai l’anno 2016 è quasi
concluso, ma è presumibile
che la tardiva pubblicazione
delle disposizioni applicative generi la possibilità
che le medesime detrazioni
saranno possibili anche per
il 2017.
CREDITO D’IMPOSTA
Il Decreto sopra citato
prevede che possano
beneficiare di un credito
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
17
Fisco e tributi
d’imposta pari al 50 per cento della
spesa sostenuta i soggetti titolari
di reddito d’impresa, indipendentemente dalla loro natura giuridica
e dalle dimensioni aziendali, che
abbiano effettuato interventi di
bonifica dall’amianto su beni e
strutture nel corso dell’anno 2016.
La spesa sostenuta tra il 1 gennaio 2016 ed il 31 dicembre 2016
non deve essere inferiore ad euro
20.000,00 con un massimo di euro
400.000,00 (per ciascuna impresa)
ed il credito d’imposta (o detrazione fiscale che dir si voglia) sarà
ripartito su base triennale in quote
uguali tra loro attraverso la dichiarazione dei redditi a partire dall’anno successivo a quello in cui sono
stati eseguiti i lavori di bonifica.
OPERE AMMESSE
Le opere per cui è ammessa la
detrazione fiscale sono tutte quelle
volte alla rimozione e smaltimento
(anche previo trattamenti in impianti autorizzati e specifici del settore)
dell’amianto presente in coperture
in lastre, nelle canalizzazioni, tubi,
canne fumarie e contenitori per il
trasporto e lo stoccaggio di materiali ed anche le spese dovute per
eventuali perizie di carattere ambientale nel limite del 10 per cento
della spesa complessiva e comunque per un importo non superiore
ad euro 10.000,00.
DOMANDA
AL MINISTERO
Per poter usufruire della detrazione
fiscale è necessario presentare una
domanda al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
e del Mare sul portale internet che
il Ministero metterà a disposizione
nel periodo compreso tra il 17 novembre 2016 ed il 31 marzo 2017
accompagnando la stessa con tutte
le indicazioni necessarie quali, ad
esempio, l’ammontare delle spese
sostenute, l’ammontare della detrazione richiesta, dalla dichiarazione
di non utilizzo di ulteriori agevo-
18 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
Fisco e tributi
• piano di lavoro del progetto di
bonifica da presentare da parte
del titolare dell’impresa esecutrice
almeno 30 giorni prima dell’inizio
dei lavori all’ASL competente del
territorio;
• comunicazione all’ASL di avvenuta ultimazione dei lavori ed
avvenuto smaltimento in discarica
autorizzata.
lazioni in tale ambito e da alcuni
documenti tecnici, pena l’esclusione
dalla detrazione; una volta ricevuta
la domanda il Ministero avrà 90
giorni di tempo per comunicare
l’accesso o il diniego all’agevolazione.
DOCUMENTI NECESSARI
I documenti tecnici di cui sopra
sono sostanzialmente quelli legati
alle pratiche ASL relativi alla salubrità e sicurezza dei luoghi e consistono in:
PRATICA EDILIZIA
Il decreto non prende nemmeno
in considerazione la normativa in
materia edilizio/urbanistico, ma è
chiaro che (sebbene non sia espressamente specificato) per la completezza documentale e comunque
per garantire la massima sicurezza
è necessario (e sicuramente non
superfluo) presentare prima dell’inizio dei lavori l’opportuna pratica
edilizia comunale da accordare con
l’Ufficio tecnico comunale e che, in
linea generale può essere ricondotta ad una Comunicazione di inizio
lavori per manutenzione straordinaria o ad una Segnalazione certificata di inizio attività, il che dipenderà
anche da come si intende sostituire
l’amianto rimosso.
URGENZA E PROROGA
E’ lampante come queste linee guida arrivino troppo tardi, visto che
prima di poter iniziare i lavori devono trascorrere almeno i 30 giorni
della notifica all’ASL, ma è anche
vero che tale limite potrebbe essere
superato tramite i casi di urgenza
previsti in materia (eliminando i
30 giorni giustificando tale avveni-
mento attraverso una situazione di
rischio a carattere igienico-sanitario
e per cui non è rinviabile la messa
in sicurezza) e comunque, visto
proprio il grave ritardo nell’emissione delle linee guida da parte del
Ministero, si confida in una proroga
delle agevolazioni anche agli anni
avvenire.
Sarà possibile sapere se ci sarà
un’eventuale proroga solamente
in seguito all’approvazione della
Legge di Stabilità che, normalmente
avviene durante gli ultimi giorni del
mese di dicembre.
SMALTIMENTO AMIANTO
Resta confermata almeno fino al
31 dicembre 2016 la possibilità di
detrazione del 50 per cento delle
spese sostenute da per lo smaltimento amianto da parte di persone
non titolari di reddito d’impresa su
immobili abitativi e relative pertinenze attraverso dieci quote annuali di egual valore, con un massimo
di euro 96.000.
ALTRE DETRAZIONI
In chiusura si ricorda che le eventuali opere successive allo smaltimento amianto possono a loro
volta rientrare in casistiche di
detrazioni fiscali differenti, come ad
esempio la detrazione del 65 per
cento nel caso in cui si procedesse
con l’isolamento della copertura
su cui è stato rimosso l’amianto o
la detrazione del 50 per cento o
l’incentivo del Conto Termico se si
decidesse di installare dei pannelli
fotovoltaici in copertura.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
19
Zootecnia
Uruc e Pamela
piemontesi
di razza
La trentasettesima Mostra
nazionale bovini di razza
piemontese, svoltasi il 4,
5 e 6 novembre a Cuneo,
è stata un vero successo
per questa razza da carne
unica al mondo, sia per
la quantità, ma soprattutto per qualità dei capi
esposti.
Il numeroso pubblico presente ha veramente toccato con mano la grande
passione degli allevatori
espositori presenti. Come
al solito la Mostra, guidata in ogni sua operazione
dall’impeccabile Guido
Garnero, è stata combattuta in tutte quindici
le categorie di animali
presenti, tant’è vero che
spesso i giudici si sono
trovati in seria difficoltà
nel proclamare il vincitore
o la vincitrice di categoria.
IL TORO URUC
Tra le categorie più difficili
da giudicare, è stata sicuramente quella dei tori di
oltre 36 mesi: veramente un animale più bello
dell’altro.
20 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
Il toro Uruc, campione assoluto della Mostra
Alla fine l’ha spuntata
il toro Uruc di Pagani
Valerio di Oltrona di San
Mamette (provincia di
Como), prevalendo di un
soffio sul toro Ussolo di
proprietà di Caffer Mario
di Cavour.
In seguito il toro Uruc
diventerà campione asso-
luto della mostra.
Il toro Zico, proveniente
dall’allevamento Vignolo
Marco di Morozzo, si è
classificato vice campione
della mostra sezione tori.
Questo toro, a parer mio,
è un autentico fuoriclasse
e certamente ne risentiremo parlare.
Zootecnia
nazionale bovini di razza piemontese a Cuneo
LA VACCA PAMELA
Le categorie femminili
sono state anche loro
molto combattute, con
animali competitivi e ben
preparati.
Per il titolo di campionessa assoluta della Mostra
l’ha spuntata la vacca
di nome Pamela, gui-
data magistralmente da
Claudio Caffer di Cavour,
ma di proprietà di Giaroli
Andrea di Fraconalto (provincia di Alessandria).
Pamela è un animale dalla
mole impressionante, figlia di Zaffiro e nipote del
grande Taiwan: entrambi
tori provenienti dall’al-
Alla Mostra nazionale
di Cuneo, parata di capi
di alta qualità. In vetrina
la professionalità
e la passione degli
allevatori
levamento del geometra
Piero Quaglia di Saluzzo.
Pamela ha preceduto di
un soffio la vacca Teglia:
un animale giovane, ma
con struttura e qualità
notevoli, dell’allevamento
Delsoglio di Fossano.
Ancora una volta, come
ha giustamente sottoline-
ato il presidente Anaborapi Albino Pistone, la
razza bovina piemontese
ha dimostrato appieno le
proprie potenzialità con
animali a dir poco meravigliosi.
Luciano Nicolino
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
21
Zootecnia di Maurizio Viso e Giuseppe Cagnassi - [email protected]
Ruminanti, una dieta
a base di grassi
Che siano legati alla quantità/qualità
del latte o alla produzione della carne,
sempre più si sente parlare dell’utilizzo di
“grassi” in aggiunta alle nostre razioni.
TRIGLICERIDI
I lipidi sono sostanze ternarie ovvero
formate da carbonio, idrogeno e ossigeno
ed hanno una funzione principalmente
energetica. Nella pratica, sono riserve
che si utilizzano quando il bilancio energetico è negativo. I grassi presenti nella
dieta dei ruminanti sono prevalentemente
trigliceridi e si trovano nei semi di piante
oleaginose e nei cereali, poi possiamo
trovare dei glicolipidi derivanti dai foraggi. Una parte importante dei trigliceridi e
degli acidi grassi vengono somministrati
con prodotti specifici, comunemente detti
22 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
“aggiunta di grassi” o grassi protetti.
Diventa chiaro che l’impiego di grassi
by-pass nelle razioni per ruminanti ha lo
scopo di fornire un alimento ad alto contenuto di energia ed essendo rumino protetti evitano gli effetti negativi che hanno
i grassi insaturi (contenuti nei vegetali)
sulla flora ruminale.
NEL RUMINE
Gli acidi grassi che compongono i lipidi
possono essere saturi, ovvero non hanno
doppi legami o insaturi presentano uno o
più doppi legami.
I grassi insaturi, quelli contenuti nei vegetali (ad esempio, olio di soia), a livello
ruminale vanno incontro ad un processo
di bioidrogenazione che li trasforma in
grassi saturi. Questi ultimi superano il
Zootecnia
rumine per essere poi assorbiti a
livello intestinale. I grassi insaturi
a livello del rumine sono però in
grado di creare un film attorno
alle particelle di fibra rendendole
meno attaccabili dalla popolazione
batterica cellulosolitica. Con questo
meccanismo, se presenti in quantità
eccessive, possono penalizzare in
modo dannoso l’attività ruminale e
portare all’effetto opposto rispetto
a quello desiderato.
GRASSI BYPASS
È per questi motivi che, in determinati stadi fisiologici, dove le
richieste di energia sono elevate,
si utilizzano dei grassi in grado di
superare il rumine. Vediamo alcuni
esempi in cui è consigliabile utilizzare dei grassi bypass:
• nella vacca ad inizio lattazione che si trova ad affrontare un
bilancio energetico negativo dovuto
all’aumento della produzione di
latte;
• nel periodo estivo poiché con le
Come aumentare il livello energetico
delle razioni, evitando situazioni
pericolose. Il maggior risultato
al minor costo, senza incorrere
in spese inutili
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
23
Zootecnia
alte temperature la bovina cala
l’ingestione di sostanza secca e di
conseguenza di energia;
• nel caso di lattifere molto produttive e in presenza della terza
mungitura quando diventa fondamentale sostenere tutto l’anno
gli animali da un punto di vista
energetico;
• nel bovino da carne per incrementare il deposito di grasso
o accorciare il ciclo produttivo,
durante tutto il ciclo per le razze
caratterizzate da ipertrofia o solo
nel finissaggio per le razze tardive
(IZ, Sgoifo Rossi 2013).
GRASSI PROTETTI
I grassi in grado di bypassare il
rumine attualmente in commercio
sono i saponi di calcio, gli acidi
grassi idrogenati e gli acidi grassi
frazionati.
Grassi saponificati: i saponi di
calcio sono il risultato della reazione, a circa 200° e 3-4 atmosfere di
pressione, tra acidi grassi di origi-
ne vegetale (soprattutto palma) e
idrossido di calcio. I saponi sono
inattivi a livello ruminale, ma una
volta arrivati nell’abomaso per via
del pH fortemente acido si scindono per poi venire assorbiti a livello
intestinale. Nell’utilizzo di questa
fonte di grassi si dovrà porre attenzione a mantenere il pH ruminale a
valori più elevati possibili nel corso
di tutta la giornata per evitare che
i saponi di calcio si dissocino nel
24 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
rumine, limitando l’attività della
flora cellulosolitica. I saponi di
calcio, presentano gli stessi acidi
grassi dell’olio di partenza, hanno
perciò un’elevata concentrazione
di acidi grassi insaturi, mentre tra
gli acidi grassi saturi prevale l’acido
palmitico.
Grassi idrogenati: sono composti
da acidi grassi di origine vegetale
quindi principalmente insaturi. Essi
hanno la capacità di bypassare il
Zootecnia
di acido palmitico (minimo 80%)
particolarmente indicato per le
bovine ad alta produzione, essendo
un ottima fonte energetica. L’acido
palmitico, inoltre, ha una azione
molto forte sull’aumento di grasso
nel latte, utilizzando questi tipi di
grassi si può ottenere un incremento del titolo di grasso compreso tra
0.2% e 0.3%.
rumine poiché vengono saturati i
doppi legami con H+(idrogeno) in
speciali impianti a temperature di
150-230 °C con pressioni da 1 a
10 atmosfere in presenza di specifici catalizzatori (palladio, platino,
nichel). Trattati in questo modo
questi grassi sono in grado di superare totalmente il rumine senza interagire con la sua flora. Per quanto
riguarda il profilo in acidi grassi
in seguito al trattamento subito,
a differenza dei saponi, risultano
costituiti per il 90% da acidi grassi
saturi.
Grassi frazionati: il frazionamento
è un processo fisico con cui si separa un olio vegetale (quasi sempre
olio di palma) in due frazioni caratterizzate da una diversa composizione in acidi grassi e quindi
con diverse proprietà. Con questo
processo si riescono ad ottenere dei
prodotti con un alta concentrazione
VALUTAZIONE STRATEGICA
L’aggiunta di grassi nelle razioni
per ruminanti è sicuramente una
strategia utile sia per gli allevatori
che per i nutrizionisti, per poter
aumentare il livello energetico delle
razioni, senza incorrere in situazioni
pericolose come quando si eccede
con gli amidi per aumentare l’energia. È importante valutare con il
consulente aziendale che si occupa
dell’alimentazione quale grasso è
meglio utilizzare nel proprio allevamento, in modo tale da avere il
maggior risultato al minor costo,
senza incorrere in spese inutili.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
25
Il vero prezzo
del latte, dalle
stelle alle stalle
Il mercato internazionale dei prodotti
lattiero-caseari è in ripresa, ma
gli allevatori italiani non stanno
beneficiando del positivo andamento
delle quotazioni del latte e dei derivati
del latte. Infatti, il prezzo del latte
crudo alla stalla corrisposto dai primi
acquirenti si è mosso meno rispetto ai
derivati lattiero caseari e al latte spot.
TRATTATIVA LOMBARDA
Il confronto interprofessionale nella
filiera italiana del latte prosegue e, in
particolare, è assai importante quello
che succede in Lombardia, dove la
situazione negoziale riguarda due
questioni. Da un lato è in atto un
confronto per definire il prezzo del
latte crudo alla stalla negli ultimi mesi
2016 e dall’altro lato la questione sul
prezzo da corrispondere per l’anno
2017. Come noto, la legge nazionale
impone l’obbligo di predisporre
contratti scritti per il trasferimento
della materia prima dall’allevatore
al primo acquirente e prevede che
tali contratti debbano prevedere una
durata minima di 12 mesi.
Il braccio di ferro tra chi produce e
chi acquista il latte bovino riguarda
evidentemente il nuovo prezzo da
cui partire all’inizio del prossimo
26 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
anno, nonché i criteri da applicare
per eventualmente adeguarlo nel
corso del tempo, tenendo conto delle
mutevoli condizioni del mercato.
SPOT DA RECORD
Sul primo punto c’è un forte
contrasto tra le parti e la differenza
tra le richieste dei produttori e le
proposte degli acquirenti industriali
è grande. Durante la scorsa estate,
Lactalis manifestò la volontà di
corrispondere 32 centesimi di euro/L
nel mese di ottobre, 33 a novembre
e 34 a dicembre (ovviamente prezzo
Lombardia).
Gli allevatori italiani però, forti
dell’andamento del prezzo del latte
spot e dei trasformati del latte,
richiedono un adeguamento più
sostanzioso.
Il latte spot, come possiamo vedere
nella tabella sopra, ha proseguito la
sua corsa al rialzo anche in novembre
raggiungendo valori che sono vicini ai
prezzi record.
Il burro fresco è introvabile e da inizio
anno il prezzo è cresciuto del 36%.
Inoltre i contratti di compravendita
del latte bovino da destinare alla
trasformazione in formaggio Grana
Padano prevedono un prezzo
compreso tra 37 e 38 centesimi
di euro/kg, molto di più rispetto
alle disponibilità manifestate dalla
principale industria casearia attiva nel
nostro Paese.
Mercato dei
trasformati molto
attivo, latte spot a
quotazioni da
record, ma gli
allevatori rimangono al palo. Attesa
per la trattativa in
Lombardia
SCENARIO EUROPEO
La situazione italiana non è molto
diversa da quella a livello dell’Unione
Europea.
Nella tabella di pag. 28, si evidenzia
come il prezzo pagato agli allevatori
nel mese di settembre (ultimo
aggiornamento delle tabelle CLAL)
segua un andamento quasi piatto
rispetto ai prezzi pagati in primavera,
in tutti i paesi eccetto della Germania.
Il prezzo pagato in Lombardia risulta
molto superiore a quello degli altri
paesi: + 4,23 euro quintale rispetto
alla Francia, + 8,30 euro q.le rispetto
alla Germania e via di questo passo.
Lascia un po perplessi la differenza
di prezzo che emerge tra il prezzo
alla stalla tedesco e il prezzo del
latte spot di provenienza tedesca;
ad esempio nel mese di settembre
il latte spot tedesco quotava a
Lodi 39,00 euro q.le, mentre agli
allevatori il latte era pagato 25,70
euro q.le. Evidentemente anche gli
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
27
allevatori tedeschi fanno fatica a farsi
riconoscere l’aumento dei prezzi dei
prodotti lattiero caseari e del latte
in cisterna evidenziatosi nell’ultimo
periodo.
CONSUMI DOMESTICI
La nota dolente arriva ancora dai
consumi domestici. La domanda
domestica di latte e derivati continua
a contrarsi nel corso del 2016
evidenziando nei primi otto mesi
una riduzione della spesa del 3%
rispetto al medesimo periodo del
2015. La flessione degli acquisti di
latte è divenuta una componente
strutturale del consumo nazionale,
coinvolgendo in uguale misura sia il
latte fresco che il latte UHT (entrambi
-4% in volume). Fanno eccezione i
latti biologico e ad alta digeribilità
che rappresentano ancora quote
esigue del mercato. Tra i formaggi,
complessivamente in calo del 2,7%
in volume e del 3,3% in termini di
spesa, è da sottolineare il recupero
dei ”duri” che si sono stabilizzati
sui livelli dello scorso anno. Le
maggiori flessioni hanno interessato i
formaggi molli in termini di quantità
e i semiduri in termini di spesa. Gli
unici settori a mostrare una dinamica
positiva dei consumi sono lo yogurt
e il burro, avvantaggiati dal calo dei
prezzi e dalla pressione competitiva
esercitata dai prodotti importati. Nei
primi otto mesi dell’anno in corso i
consumi di yogurt sono incrementati
del 2% in volume rimanendo fermi
per la spesa.
28 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
EFFETTO ETICHETTA
A partire dal 1° gennaio 2017 sarà
obbligatoria l’indicazione in etichetta
dell’origine del latte utilizzato per
la produzione di derivati del latte.
La misura è prevista da un Decreto
interministeriale che ha ottenuto il via
libera dell’Unione europea. La norma
prevede l’obbligo per i trasformatori,
in via sperimentale e per due anni,
di indicare l’origine del latte nelle
etichette dei trasformati.
Il Decreto definisce le diciture che
riguarderanno i prodotti a base
di solo latte crudo lavorato (latte
alimentare compreso l’UHT) o
dove il latte crudo è un ingrediente
(formaggi e latticini). Nell’etichetta
dovrà essere presente l’origine del
latte in uno dei seguenti modi:
Zootecnia
• paese di mungitura del latte;
• paese dove è stato condizionato
il latte;
• paese dove è stato trasformato il
latte.
Se il latte crudo viene munto,
condizionato e trasformato nello
stesso paese, l’indicazione di
origine può essere assolta con
l’utilizzo della dicitura : “origine del
latte: nome del paese”. Se invece
queste operazioni avvengono nei
territori di diversi paesi dell’UE, per
indicare il luogo in cui ciascuna
singola operazione è stata
effettuata possono essere utilizzate
le seguenti diciture:
• “miscela di latte di paesi UE” per
l’operazione di mungitura;
• “latte condizionato in
paesi UE” per l’operazione di
condizionamento;
• “latte trasformato in paesi UE”
per l’operazione di trasformazione.
Infine, se le operazioni avvengono
nel territorio di più paesi situati al
di fuori dell’Unione Europea, per
indicare il luogo in cui ciascuna
operazione è stata effettuata
possono essere utilizzate le seguenti
diciture:
• “miscela di latte di paesi non UE”
per l’operazione di mungitura;
• “latte condizionato in paesi
non UE” per l’operazione di
condizionamento;
• “latte trasformato in paesi non UE”
per l’operazione di trasformazione.
Sarà una applicazione tutt’altro che
semplice e di difficile controllo in
quanto è un’iniziativa unilaterale
dell’Italia e tutti gli altri paesi UE,
ad eccetto della Francia, non
applicano norme simili. Affinchè
il provvedimento abbia un effetto
positivo, cioè abbia successo, serve
una campagna di informazione
rivolta al consumatore ad opera della
Pubblica Amministrazione. L’obiettivo
della campagna è di insegnare al
consumatore a leggere l’etichetta e
a distinguere tra provenienza della
materia prima e luogo di produzione
o di ultima lavorazione del prodotto.
Giovanni Battista Testa
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
29
Zootecnia
«Quel giorno ho capito
che bisognava cambiare»
L’appassionante testimonianza dell’allevatore di bovini
di Razza Piemontese Carlo Isaia, a San Pietro del Gallo:
«Ho scelto la qualità e non tornerei più indietro»
«Provo sincero piacere
nel vedere diversi giovani
costruire il proprio futuro
nell’allevamento del bestiame, apprezzando l’aria
dei campi, il profumo dei
cereali, il contatto con gli
animali e farlo con tanta
grinta e passione».
NOBILE PASSATO
Ad evidenziarlo è Carlo
Isaia, giovane allevatore di bovini piemontesi
a San Pietro del Gallo,
nella cascina dal nobile
passato (fu per tantissimi
anni proprietà del famoso
generale Baratieri di cui gli
Isaia erano affittuari). «La
mia personale esperienza,
risalente solo ad un paio di
decenni fa - informa Carlo
mentre mi accompagna a
conoscere i suo “caviale”
(140 bovini rigidamente di
razza piemontese), con il
sorriso, lo sguardo orgo-
30 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
glioso, la gentilezza di chi
conosce a memoria i passi
della natura ed il mondo
degli animali - si rifà molto
a quella di questi giovani,
sfociata nell’allevamento ad alta genealogia,
raccogliendo il testimone
della tradizione affidatomi
da mio padre Sergio e,
prima di lui, da mio nonno
Guglielmo. Ad un certo
punto, mi ero stufato di
fare un prodotto di alta
qualità vedendolo poi finire nelle mani di mediatori
che me lo pagavano alla
stregua di un alimento di
basso livello».
LA GRANDA
«Avevo da poco concluso
il mandato di responsabile regionale dell’Agia
Piemonte, l’associazione
dei giovani imprenditori agricoli della Cia del
Piemonte – prosegue
Isaia -, un ruolo che mi
appassionò per il continuo
contatto con l’entusiasmo
e le idee originali di tante e
diverse esperienze giovanili
agricole. Determinante
furono il successivo incontro con Sergio Capaldo, i
suoi preziosi suggerimenti
e la decisione di aderire al
suo neonato Consorzio de
“La Granda”. Il messaggio
che, per primo mi colpì in
quest’ambito, fu quello del
far andare di pari passo
buon allevatore, buon agricoltore e buon consumatore, non lasciando mai da
parte ambiente, agricoltura, salute delle persone e
benessere degli animali».
CAMBIARE METODO
«Per dar vita ad una carne
di qualità superiore bisognava cambiare metodo
di allevamento, attenersi
al rigoroso regolamento
crusca, fave e fieno, per la
quasi totalità prodotti in
azienda, l’utilizzo di lieviti
vivi, abolendo insilati, integratori vitaminici, tantomeno ogm ed i prati devono
essere polifiti, abbinando
nella semina più componenti, dalle graminacee
alle leguminose. Così gli
animali sono in equilibrio,
non sono spremuti, vivono
bene e forniscono una
carne risultato di tutte le
attenzioni che ho fornito
loro in vita».
Carlo Isaia nel suo allevamento
del suo disciplinare che, tra
le altre cose, prevede che
i vitelli devono rimanere
insieme alle madri fino
ai 6 mesi, cioè fino allo
svezzamento, alimentati
esclusivamente da esse, la
nutrizione dei capi adulti
deve derivare da prodotti naturali, mais, orzo,
RODAGGIO
IMPEGNATIVO
«All’inizio, confesso, non
è stato facile pur se ero
fermamente convinto della
bontà del nuovo indirizzo.
Ma ora non tornerei più indietro, i risultati qualitativi,
ambientali e, non ultimo,
economici, stanno dando
ragione alla mia scelta.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
31
Se poi la vita nel Consorzio diventa,
come di fatto è, anche splendida occasione per creare, fra i 95 soci, nella
stragrande maggioranza giovani,
sinceri rapporti di amicizia, per fare
gruppo, per far vivere con soddisfazione la propria attività allevatoriale
riuscendo a mettere in simbiosi tradizione, tipicità, tecnologia, allora non
si può chiedere di più. Essere soci de
“La Granda” significa anche poter
contare sull’assistenza di tecnici qualificati che effettuano periodiche visite all’azienda, come Giancarlo Pirotti
e Giovanni Prato, che arricchiscono
il nostro patrimonio di conoscenze
tecniche, ci seguono nelle eventuali
problematiche relative alla gestione
del processo produttivo, nel rispetto
delle prescrizioni del disciplinare,
nella stessa gestione delle strutture,
degli impianti e delle attrezzature».
AGGIORNAMENTO CONTINUO
«Che dire poi dell’aggiornamento
di valenti studiosi del settore zootecnico? Non manca mai nessuno
agli appuntamenti con Carlo Sgoifo
Rossi, professore ordinario del Dipartimento di Scienze Veterinarie di
Milano, che ci aggiorna sulla corretta
alimentazione, sul benessere dei
bovini e sul livello di biosicurezza.
Così come è assicurata la presenza di
tutti agli incontri con Andrea Cavallero sull’importanza del nutrimento
degli animali su prati ricchi di specie
foraggere diverse, per raggiungere
nella carne livelli di qualità organolettiche e nutraceutiche nettamente
superiori.
Affollati i convegni con Giusto Giovannetti, direttore del CSS di Aosta,
sul nuovo modello di agricoltura simbiotica, una delle risposte più valide
e innovative per il settore agricolo
e zootecnico, in virtù dell’utilizzo
delle micorrize, composti microbici
che, miscelati con il seme dei cereali o irrorati direttamente sui prati,
consentono alle radici di svilupparsi
molto di più con conseguenti risultati
positivi anche per i frutti della terra e
poi per l’uomo».
INDAGINE INDACO
L’azienda di Carlo è stata di recente
inserita tra quelle campione dell’indagine Indaco, istituto specializzato
in valutazione ambientale e dell’Università di Siena, sulle emissioni di gas
serra.
32 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
«Slow Food nell’ambito del progetto
di Etichetta Narrante, iniziativa rivolta a promuovere un’informazione
completa ed esaustiva sui prodotti
agroalimentari di eccellenza, ha incaricato Indaco di tracciare un profilo
ambientale dei prodotti dei suoi presidi, tra cui quelli de “La Granda”,
finalizzato ad ottenere informazioni
sulla sostenibilità della loro filiera.
La richiesta su quante emissioni di
gas serra sono generate in azienda
durante la produzione e riuscire
a dimostrare che essa ha attivato
un sistema di monitoraggio delle
proprie emissioni, è indice di una
gestione attenta e responsabile. I
tecnici Indaco hanno, allo scopo,
effettuato una dettagliata analisi
nella mia azienda ed il risultato finale
ha dimostrato che la dotazione di
moderni ed efficienti macchinari (e
quindi il consumo di combustibili),
l’utilizzo ridotto di prodotti chimici
in campo, l’alimentazione corretta
ai bovini, sono tutte pratiche che
hanno limitato le emissioni di gas
serra fino ad un -26% in confronto
con aziende zootecniche di stampo
convenzionale».
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
33
Zootecnia
Allevatorissima
L’impero del latte
Alla tradizionale parata dei frisonisti,
premiato il responsabile degli acquisti
della Ferrero, Enrico Scimone. Meo
Bovetti passa le redini dell’Associazione
regionale allevatori a Tiziano Valperga
Allevatorissima 2016
si conferma come vera
festa del “mondo latte”.
La parata dei frisonisti
è andata in scena nella serata di giovedì 24
novembre alle Cupole,
presenti tutti i big del
settore salutati dal sinda-
co di Cavallermaggiore,
Davide Sannazzaro.
Protagonista principale
di quest’anno Enrico
Scimone, responsabile
per il gruppo Ferrero
degli acquisti di latte e
derivati, al quale è stato
assegnato il premio Ita-
34 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
lialleva 2016.
Al suo fianco Ambrogio Invernizzi, patron
dell’Inalpi di Moretta,
i vertici dell’Arap con
il presidente Roberto
Chialva e il direttore
Tiziano Valperga, il presidente della cooperativa
Compral latte Raffaele
Tortalla con il direttore
Bartolomeo Bovetti.
Soddisfatti gli organizzatori, che fanno capo alla
sezione Frisona dell’Arap
e Apa guidata dal presidente Livio Diale, che
ha ringraziato i numerosi
Zootecnia
Enrico Scimone (con la targa) premiato ad Allevatorissima
partecipanti e gli sponsor
della manifestazione.
ITALIALLEVA
Nel corso del galà animato dall’orchestra Marianna Lanteri e da una ricca
lotteria, si è tenuta la
cerimonia di premiazione
Italialleva.
La scelta è caduta sul
dirigente Ferrero che ha
avuto un ruolo di primo
piano nella costruzione
della filiera del latte piemontese, con la realizzazione delle torri del
latte Inalpi a Moretta e
la concomitante nascita
della cooperativa Compral Latte.
In particolare la motivazione del Premio sottolinea che “i successi si
misurano sempre con la
capacità e la volontà degli uomini, e gli uomini
sono stati determinanti
specie nella fase iniziale quando tutto era da
immaginare e da progettare.
Enrico Scimone è stato un protagonista, ha
rappresentato le attese
dell’azienda dolciaria
Ferrero.
Con l’azienda Inalpi,
Scimone ha costruito il
rapporto con gli allevatori e lo ha interpretato in
modo costruttivo anche
sul piano più strettamente commerciale avviando
un collegamento funzionale con il mondo
universitario a cui è stato
dato l’incarico di realizzare il modello di calcolo
del prezzo indicizzato”.
STAFFETTA
Nella serata lo storico
direttore dell’Apa di
Cuneo, Meo Bovetti, con
un gustoso siparietto ha
ufficializzato il passaggio
di consegne a Tiziano
Valperga, che con il
ridisegno del sistema
allevatoriale piemontese
ha ora le redini dell’associazione regionale. Bovetti lo ha fatto citando il
suo poeta preferito, Nino
Costa, il “contemplatore
delle nuvole” e la poesia
intitolata appunto “Nivole”, che invita a guardare
in alto.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
35
Attualità
Pac, la situazione
degli anticipi
Importanti anticipi della Domanda unica per le aziende agricole
piemontesi sono stati erogati da
Arpea con quattro decreti emessi
dal 24 al 30 novembre. Riguardano 25.866 aziende che ricevono
anticipi per 154 milioni di euro.
Dal 26 ottobre al 16 novembre
sono stati poi pagati anticipi del
Psr agroambiente a 13.685 aziende per 37,5 milioni di euro.
«Si è trattato di uno sforzo non
indifferente - commenta l’assessore regionale all’agricoltura,
Giorgio Ferrero - sono pagamenti
attesi dalle aziende, importanti
per garantire la continuità pro-
duttiva, che Arpea ha erogato
non appena è stata messa nelle
condizioni di poterlo fare».
EROGAZIONI NAZIONALI
Sul piano nazionale, Agea ha
concluso il 28 novembre il pagamento degli anticipi 2016 della
Domanda unica Pac.
Il valore degli importi erogati è
di oltre 1 miliardo di euro per
circa 500 mila aziende agricole. A
favore di 100 mila piccoli agricoltori sono stati erogati 47 milioni.
L’erogazione effettuata da Agea
supera quanto effettuato per il
2014, ultimo anno della vecchia
36 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
Attualità
Agea ha concluso i pagamenti il 28
novembre, in Piemonte erogati da Arpea
154 milioni a 25.866 aziende agricole
programmazione (813 milioni di
euro) ed il 2015, primo anno della nuova programmazione 20142020 (731 milioni di euro).
TERREMOTATI
Gli anticipi erogati comprendono
anche 69 milioni di euro in favore
di 33 mila aziende agricole operanti nelle zone del centro Italia
colpite dal terremoto ad agosto e
ad ottobre 2016.
«È un sostegno concreto alle
aziende - ha dichiarato il ministro
Maurizio Martina - particolarmente importante soprattutto per chi
è stato colpito dagli eventi sismici
che hanno interessato il centro
del nostro Paese.
Parliamo di risorse fondamentali
ora a disposizione delle aziende
agricole per il loro lavoro e la loro
crescita».
ISTANZE DI RIESAME
Riguardo ai pagamenti relativi
alle campagne degli anni precedenti, Agea ha predisposto un
piano operativo per il controllo
di tutte le istanze di riesame
presentate dagli agricoltori per
la risoluzione delle anomalie che
avevano impedito il pagamento
nei termini.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
37
Zootecnia
Le malghe comunali
concesse ad uso civico
Sono a disposizione dei Comuni montani gli schemi per la
modulistica per l’affitto e per la
concessione di uso civico delle
malghe pubbliche di proprietà
comunale.
setto idrogeologico territoriale,
osteggiando fenomeni speculativi che rischiano di cancellare
la storia e la tradizione dei
nostri alpeggi», commenta
Giorgio Ferrero.
TUTELARE I PASCOLI
Il provvedimento, approvato
con una delibera della Giunta
regionale del Piemonte ad ottobre su proposta dell’assessore
all’Agricoltura Giorgio Ferrero,
COMUNE INTERESSE
«Lo abbiamo fatto anche per
venire incontro alle esigenze
manifestate dai Comuni montani che possiedono territori
a pascolo e dai tanti margari
Provvedimento della Regione
Piemonte per contrastare
le speculazioni e garantire la
conservazione della biodiversità
vuole tutelare i pascoli montani
e l’alpicoltura, considerati una
risorsa economica, ambientale, paesaggistica e culturale di
irrinunciabile valore.
EVITARE SPECULAZIONI
«Per questo abbiamo contribuito a regolamentarne l’uso con
strumenti adeguati a garantire
la conservazione della biodiversità, dei paesaggi e dell’as-
38 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
che con il loro lavoro onesto e
appassionato mantengono viva
la montagna».
La superficie dei pascoli alpini
piemontesi ammonta a oltre
300.000 ettari, di cui circa il
40% di proprietà pubblica, con
particolare rilevanza della proprietà comunale: «Si tratta di
una realtà importante, che abbiamo voluto valorizzare come
merita», conclude Ferrero.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
39
Seminativi
L’Italia scommette
sul ritorno
della canapa
Approvata la legge che rilancia una filiera
dal glorioso passato e con notevoli
potenzialità economiche.
Regolamentata la coltivazione
E’ stata approvata in via
definitiva al Senato la
legge per la promozione
della filiera della canapa.
Viene così regolamentato un settore dal grande
potenziale per la nostra
agricoltura, non soltanto
dal punto di vista economico, ma anche della
sostenibilità.
REDDITIVITà ELEVATA
Si stabiliscono riferimenti chiari ai tanti
agricoltori interessati a
40 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
investire in una filiera
che ha moltissimi sbocchi commerciali, con un
potenziale di redditività
elevata.
La coltura della canapa,
infatti, è in grado di ridurre l’impatto ambien-
tale per le sue qualità e
caratteristiche.
In particolare, il provvedimento identifica le
varietà di canapa per la
coltivazione e individua
i settori produttivi in cui
può essere impiegata
i controlli, il Corpo
forestale è autorizzato
a svolgere le attività di
verifica.
che vanno dall’alimentazione alla cosmesi,
dall’industria e artigianato al settore energetico e alle attività didattiche e di ricerca.
Sul piano della semplificazione, la legge
consente la coltivazione
della canapa senza la
necessità di autorizzazione.
Per favorire le attività
di produzione e trasformazione nel settore, il
Ministero delle Politiche agricole destinerà
annualmente una quota
delle risorse disponibili
dei piani nazionali entro
il limite massimo di
700.000 euro.
Per quanto riguarda
RADICI PRODUTTIVE
Si tratta, in realtà, del
ritorno a una coltivazione che fino agli anni
Quaranta era più che
familiare in Italia, tanto che il Belpaese con
quasi centomila ettari,
come annota Coldiretti,
era il secondo maggior
produttore di canapa al
mondo (dietro soltanto
all’Unione Sovietica).
Il declino è arrivato per
la progressiva industrializzazione e l’avvento
del “boom economico”
che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche,
ma anche a causa della
campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un
ombra su questa pianta.
Oggi le istituzioni sono
consapevoli dell’esigenza di creare un quadro
legislativo di minore
rigidità che possa valorizzare le caratteristiche
distintive della canapa
in Italia dove esistono le
condizioni pedoclimatiche particolarmente
favorevoli alla sua coltivazione.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
41
Spertino a Murello vince
la sfida dell’officina
Dal dopoguerra ad oggi, il percorso di
un’azienda che ha saputo stare al passo con i
tempi. L’ultima novità è il marchio Arbos
Ha origini ormai lontane
nel tempo la ditta “Spertino
Macchine Agricole”: nell’immediato dopoguerra, il suo
fondatore, Biagio Spertino, si
trasferisce nel centro abitato
di Murello ed intraprende
l’attività di fabbro. E’ l’inizio
di un percorso che lo porterà
lontano.
Dopo anni di duro lavoro e
di indubbie fatiche, l’organico
aziendale viene arricchito
con una nuova e vigorosa
presenza, quella di Giovanni
Spertino, che porta con sé
una ventata di freschezza:
viene introdotto, infatti,
il reparto di costruzione
macchine agricole, affiancato
a quello, già presente, di semplice riparazione di macchine
agricole e di attività di fabbro
più generale.
E’ cosi che negli anni l’azienda ha modo di crescere e di
macinare traguardi sempre
più importanti ed altrettanto
ambiziosi, senza perdere mai
l’ottimismo e la voglia di fare,
acquisendo nuovi marchi e
approfondendo sempre più
la ricerca tecnica a favore dell’impresa agricola e
42 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
dell’imprenditore agricolo.
Tutto questo ha modo di
tradursi concretamente in
spazi maggiori per le attività di
riparazione e di esposizione
dei macchinari usati, in nuovi
spazi per gli uffici e nuove
strutture dedicate all’attività,
come lo stabile realizzato
recentemente e dotato di
officina specifica per i mezzi
agricoli, oltre a un’ampia
fornitura di ricambi delle
migliori marche; ben 9000
metri quadri all’aperto e circa
1500 metri quadri al coperto,
a Murello.
Passano gli anni, ma non la
voglia di fare e migliorarsi,
oggi incarnata nella persona di Simone Spertino e
con numerosi cambiamenti
all’orizzonte: primo fra tutti, il
marchio Arbos, novità assoluta sulla scena mondiale, presentato all’Eima di Bologna e
in altre piazze internazionali,
con una trattrice di nuova
concezione, nata partendo
da zero e con obiettivi molto
chiari di semplicità, concretezza e molta affidabilità,
senza dimenticare il prezzo
d’attacco decisamente contenuto.
Molte novità, quindi, non
solo in casa Arbos, ma anche
Breviglieri e MaterMacc, ed
altri ancora, senza dimenticare le nuove linee di impianti
per essiccazione specifiche.
Una storia di successi e di
duro lavoro, all’insegna della
passione per il mondo agricolo e della costante voglia di
superarsi in sfide sempre più
difficili.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
43
La raccolta innovativa
con Hermes Tecnofruit
La Soc. Agr. Madala Remo
(CN) ha acquistato tre
carri raccolta frutta Hermes.
Questi carri hanno permesso
la meccanizzazione completa
dell’intera filiera della frutta.
Quale è stato il motivo
principale per l’acquisto dei
carri a nastri?
La raccolta della frutta, insieme alla potatura, rappresenta
una delle voci di costo più
rilevanti della gestione del
frutteto. Il prezzo della frutta,
il costo della manodopera e la
gestione costringono le aziende agricole a razionalizzare e
meccanizzare sempre di più il
processo produttivo.
Queste macchine rappresentano per la nostra azienda un
vantaggio enorme.
Ci parli dei vantaggi che i
carri a nastri hanno portato?
La frutta grazie ai nastrini
laterali presenti in gomma
viene trasportata al nastro
principale. Il particolare
sistema di deposito della
frutta nei bins ne evita rotolamenti. Il deposito diretto
della frutta nel bin permette
di ridurre notevolmente i
tempi di raccolta, il numero di
passaggi eliminando il rischio
di ammaccatura della frutta.
L’utilizzo della raccolta a nastri è ideale anche con varietà
particolarmente delicate,
quali Gala, Golden Delicious
e Pink Lady.
Come si presenta la frutta
raccolta a nastri?
Le piattaforme regolabili
in altezze consentono una
raccolta completa, assicurando una grande uniformità del
prodotto, per pezzatura e colore, all’interno del cassone.
E dal punto di vista della
qualità?
Le finestre di raccolta sono
sempre più strette, la possibilità di velocizzare i tempi
della raccolta ci permette di
eseguire la stessa nel momento ideale della maturazione
,mantenendo inalterata la
qualità della frutta (ottimale
per la frigo conservazione).
La resa di raccolta è soddisfacente?
I carri raccolta a nastri
permettono il lavoro contemporaneo di 6-8 operatori. Ciò
assicura una elevata produttività che può arrivare per
persona fino a 350 kg/ora. Il
carro poi è dotato di un carrello porta-bins che trasporta
fino a 3 bins pieni nella parte
inferiore e fino a 16 bins
vuoti nella parte superiore e
permette una rapida e semplice sostituzione del bins pieno
con un bins vuoto.
Il carro può essere utilizzato
solo per la raccolta o anche
per altri lavori?
Un altro vantaggio è la sua
versatilità d’utilizzo, infatti
utilizziamo la stessa macchina
non solo per raccogliere la
frutta, ma anche per potare,
diradare, gestire reti, lotta
integrata.
Cosi facendo l’attrezzatura
viene sfruttata per tutto l’arco
dell’anno.
E’ soddisfatto dell’utilizzo
della macchina e dei suoi
consumi?
I carri i raccolta a nastri sono
estremamente economici
nell’impiego (consumo di
44 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
carburante ridotto), affidabili
e molto semplici da utilizzare.
I sistemi utilizzati sono
semplici, poca elettronica,
non richiedono una specifica
specializzazione.
E per quanto riguarda la
manodopera?
Con il sistema di raccolta a
nastri, 6-7 persone eseguono
mediamente lo stesso lavoro
di 10 persone con la raccolta
manuale (il costo di una persona per stagione di raccolta
è pari a circa 4 mila euro).
Inoltre per gli addetti alla raccolta la riduzione della fatica
è notevole (non devono più
portare peso).
Concludendo cosa ci può
dire?
In conclusione posso assicurare che l’acquisto delle
macchine Hermes è stata una
scelta ottima a cui non posso
e non voglio più rinunciare!
In provincia di Cuneo la
stessa scelta è stata fatta dall’
Az. Dal Masso Mauro di Busca (proprietaria di due carri
raccolta frutta Hermes Tecnofruit ) e dall’ Az. Bertola
Mattia di Verzuolo (proprietaria di un Tecnofruit Hermes
110 acquistato quest’anno).
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
45
«Psr Piemonte, per ora
soltanto belle parole»
Dopo oltre un mese dalla manifestazione davanti
all’Assessorato all’Agricoltura del Piemonte, Confagricoltura
rilancia le ragioni della protesta: «Nulla è cambiato»
«Continuiamo a essere
vigili e a non arretrare di un
centimetro circa le nostre
richieste alla Regione sul
Psr, ossia: negoziazione con
Bruxelles per riallocare le
risorse del Piano di Sviluppo Rurale e far accedere
a finanziamento tutte le
domande di insediamento
giovani e miglioramento aziendale presentate,
ulteriore scorrimento delle
graduatorie dei bandi sul
miglioramento aziendale,
linee guida chiare e univoche per tutte le province
nella presa in carico e ge-
stione delle domande e una
maggior collaborazione con
le imprese agricole, usando
‘l’istanza di rigetto’ solo in
casi particolari».
PROBLEMI IRRISOLTI
Il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico
Allasia, a distanza ormai di
oltre un mese dalla manifestazione di protesta a
Torino, ribadisce l’impegno
dell’associazione affinché i
molti problemi irrisolti del
Piano di sviluppo rurale del
Piemonte vengano affrontati in modo costruttivo per
lo sviluppo del settore. Ve-
46 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
nerdì 4 novembre, davanti
all’assessorato regionale
all’Agricoltura a Torino,
sono stati centinaia gli agricoltori che da ogni angolo
della provincia di Cuneo e
delle altre zone del Piemonte hanno espresso il loro
disappunto nei confronti
della gestione della politica
di sviluppo rurale attuata
dalla Regione Piemonte,
che escluderebbe troppe
aziende dall’accesso ai
fondi europei dedicato
all’agricoltura.
NESSUN VANTAGGIO
«Purtroppo ad oggi ab-
biamo ricevuto solo molte
rassicurazioni, promesse e
parole, ma di fatti concreti neppure l’ombra e la
situazione non è migliorata – prosegue Allasia –. La
Regione Piemonte può e
deve osare di più, altrimenti
di questo passo saremo
costretti ad altre azioni e
iniziative per tutelare gli
interessi non solo dei nostri
associati, ma di tutto il
settore che da questo Piano
attualmente non ha avuto
alcun vantaggio in termini
di sviluppo e prospettiva».
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
47
Attualità
Ferrero: «Ma le scelte sul Psr
le abbiamo concordate con voi»
Se Confagricoltura Piemonte
attacca, l’assessore regionale
all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, si difende. Alla chiamata a
raccolta degli agricoltori sotto
l’assessorato in corso Stati Uniti
a Torino, l’assessore replica con
una dichiarazione in cui fa il
punto sulla situazione, ricordando che le dotazioni del Psr sono
state “concordate anche con
tutte le associazioni agricole”.
DECISIONI CONCORDATE
«Da luglio 2015 - osserva Ferrero - abbiamo svolto 29 tavoli
di concertazione tra le parti
interessate al Psr. Lì, abbiamo
deciso insieme come allocare le
risorse, che sono quantitativamente
importanti, ma non infinite. Sul Psr,
sulle dotazioni concordate anche con
tutte le associazioni agricole, stiamo
procedendo speditamente, tanto che
entro fine anno saranno impegnate
oltre il 50% delle risorse complessive,
1 miliardo e 90 milioni nei 7 anni».
BUDGET INCREMENTATI
«Nel 2016 solo nei bandi sugli investimenti e i giovani abbiamo impegnato risorse per 143 milioni di euro
- continua l’assessore -, incrementando del 30% i budget definiti insieme
in prima battuta proprio per andare
incontro all’alto numero di domande.
48 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
L’assessore
regionale
all’Agricoltura
del Piemonte
replica alle accuse
di Confagricoltura:
«Faremo il possibile
per venire incontro
a tutti, purtroppo
le risorse non
sono illimitate»
Alla fine le domande finanziate sono 2349, un numero
davvero significativo». «Negli
investimenti (misura 4.1.1) –
continua l’assessore - sono
stati impegnati 63 milioni,
finanziando il 52% delle
domande fatte in pianura e il
75% di quelle in montagna.
Sui giovani, tra investimenti
(misura 4.1.2) e insediamento (misura 6.1) abbiamo
impegnato 79 milioni, con
percentuali importanti di
finanziamento, in particolare
nell’insediamento, dove sono
state finanziate circa il 70%
delle domande».
AGROAMBIENTE
«Sono numeri che descrivono i buoni
risultati raggiunti con l’attuazione
del Psr - conclude Ferrero -, che continuerà anche nei prossimi anni con
dotazioni significative.
Anche per l’agroambiente sono stati
fatti sforzi rilevanti, con dotazioni
di 32 milioni all’anno per 5 anni».
I confronti con il passato, fa notare
l’assessore, sono a favore del Psr in
atto.
Nel vecchio Psr furono finanziate il
42,35% delle domande sugli investimenti delle aziende agricole, nel
nuovo il primo bando ha visto soddisfatte il 55,37% delle domande.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
49
50 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
51
52 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
Soldi ai ricercatori: «Studiate
le biotecnologie sostenibili»
Gli studi saranno dedicati a vite, olivo, pomodoro,
pesco, albicocco, agrumi, frumento, melanzana,
melo, ciliegio e pioppo
Giovedì 17 novembre si è svolta a
Firenze all’Accademia dei Georgofili
la presentazione del Piano per lo sviluppo delle Biotecnologie sostenibili e
quello per la crescita dell’Agricoltura
di precisione in Italia in collegamento
con Industria 4.0.
BIOTECNOLOGIE SOSTENIBILI
Per quanto riguarda le biotecnologie,
il piano ha una dotazione finanziaria
di 21 milioni di euro e rappresenta
il più importante progetto di ricerca
pubblica fatto nel nostro Paese su
una frontiera centrale come il miglioramento genetico attraverso tecniche
innovative e sostenibili.
Le colture coinvolte sono quelle che
più caratterizzano il modello agricolo
italiano, per puntare al miglioramento produttivo e all’aumento della
resistenza delle piante alle malattie e
al cambiamento climatico.
In particolare gli studi saranno dedicati a: vite, olivo, pomodoro, pesco,
albicocco, agrumi, frumento, melanzana, melo, ciliegio, pioppo.
PIANO TRIENNALE
Il piano è articolato su tre anni e la
regia dell’operazione è gestita dal
Crea, il centro di ricerca specializzato
del Mipaaf. Il Piano triennale prevede
iniziative di ricerca in laboratorio, a
legislazione vigente, con biotecnologie più moderne e sostenibili come il
genome editing e la cisgenesi.
Questi strumenti possono consentire
infatti un impegno mirato di miglioramento genetico senza alterare
le caratterizzazioni produttive del
sistema agroalimentare, migliorandone le performance anche rispetto alla
resistenza alle malattie.
LABORATORIO
E SPERIMENTAZIONE
I ricercatori italiani sono impegnati
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
53
su queste frontiere, ma fino ad oggi
non erano mai state investite risorse
da parte del Governo per finanziare
questi studi. Vengono così potenziati
i filoni di ricerca già attivi e soprattutto avviati nuovi percorsi sulle colture
tradizionali del nostro Paese.
È bene ricordare che per la maggior
parte dei prodotti servono ancora
anni di studi in laboratorio, prima di
poter arrivare eventualmente alla fase
sperimentale in campo.
AGRICOLTURA DI PRECISIONE
Per lo sviluppo di nuove tecnologie
e per una maggiore applicazione
dell’agricoltura di precisione, in Italia
è prevista una più forte collaborazione tra il Crea e il Cluster Agrifood
previsto dal Piano Industria 4.0.Il Crea
lavorerà anche sul fronte dei Big Data
agricoli, attraverso un progetto di
open cloud della gestione pubblica di
questi dati sensibili che serviranno ad
aiutare le imprese a essere più sostenibili, più efficienti e più competitive
grazie all’ottimizzazione dei fattori
produttivi.
L’obiettivo è far crescere dall’1 al 10%
la superficie coltivata in Italia con
tecnologie di agricoltura di precisione e utilizzare i “big data” prodotti
da queste macchine per migliorare i
processi produttivi.
INVESTIMENTI
All’interno del Piano Industria 4.0,
poi, sono previsti investimenti mirati
nella ricerca e nello sviluppo delle
tecnologie per agricoltura e agroalimentare. In particolare:
- accesso delle imprese agricole,
54 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
contoterzisti e agroindustria alle
misure di sostegno agli investimenti
come iperammortamento al 250% e
superammortamento per acquisto di
tecnologie 4.0;
- investimenti per favorire l’accesso
delle imprese alla banda ultralarga,
in coordinamento con le risorse per
tali infrastrutture comprese nei fondi
europei agricoli;
- azzeramento del costo della garanzia primaria Ismea per le imprese agricole, attraverso un plafond dedicato
nell’ambito del rifinanziamento del
Fondo di Garanzia Mise.
L’opuscolo “Biotecnologie sostenibili
per l’agricoltura italiana”
è disponibile on-line all’indirizzo https://we.tl/D4vAUAGDbW
Fogliarino guarda avanti
nel solco della tradizione
Dal trattore di bassa potenza alle grandi potenze su trattori, trince
e mietitrebbie, oltre ai numerosi accessori firmati Claas e Lemken
Sabato 19 novembre, presso
la storica sede di Genola,
l’azienda Fogliarino ha tenuto
un evento di “porte aperte”
in linea con i principi che
hanno sempre contraddistinto l’azienda: affidabilità,
semplicità di esecuzione ed
utilizzo e grande professionalità. Un mix giusto e ben
equilibrato, in grado di accontentare anche il più esigente
dei clienti, con una gamma
davvero vasta e completa: dal
trattore di bassa potenza sino
alle grandi potenze su trattori,
trince e mietitrebbie, oltre
ai numerosi accessori firmati
Claas e Lemken, proverbiali
assistenti nella lavorazione del
terreno e non solo.
Molta attenzione è stata
rivolta in modo particolare
al nuovo Claas Arion 640
(presente fisicamente in concessionario e di libera visione
al pubblico) e al pacchetto
accessori opzionale scontato
per l’occasione, ricco davvero
di numerosi accessori, tra cui
l’automatismo per la trasmissione HEXACTIV e l’assale
interamente sospeso PROACTIV; un pacchetto unico,
ad un prezzo conveniente e
di grande aiuto nella vita di
tutti i giorni in azienda; molti
imprenditori agricoli presenti
hanno potuto apprezzare il
pacchetto tecnico opzionale e
concordare su quanto appena
sottolineato. Grandi numeri,
quindi, su tutti i fronti, non
soltanto per le macchine
agricole, ma anche riguardo
ai partecipanti. All’altezza
della situazione è stata l’organizzazione dell’evento, con
un gran buffet e una ricca
estrazione dei premi (dalle
16), aperti a tutti. Una giornata davvero ricca di novità
e di offerte particolari, con
uno sguardo rivolto al futuro,
ma con un solido appiglio al
passato e ai suoi valori.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
55
Ortofrutticoltura
Contro la cimice asiatica
in campo un parassita
Individuato dal Crea un minuscolo imenottero
che divorerebbe le uova dell’insetto più temuto
nei frutteti. Piano operativo per la prossima stagione
Il Crea (Consiglio per la ricerca in
agricoltura e l’analisi dell’economia
agraria), con il suo centro “Difesa
e Certificazione”, ha individuato in
ambienti naturali dell’Italia centrale
un minuscolo imenottero parassita
delle uova della cimice asiatica, insetto di recente introduzione in Italia
(2012) che sta causando ingenti
danni all’ortofrutta nazionale.
GRAVI DANNI
Secondo recenti stime, infatti, nel
solo 2016 il comparto ha registrato
perdite per oltre il 40 per cento in
importanti settori come la produzione di pere e kiwi. Danni gravi
vengono anche segnalati nel corso di
quest’anno anche per le produzioni
orticole. I danni riguardano anche
mele, pesche, uva, pomodori, noci,
nocciole, mais, soia e molti altri prodotti agricoli di cui si nutre l’Halyomorpha halys, nome scientifico della
cimice asiatica, specie molto invasiva
con elevata capacità riproduttiva.
Proprio per questo motivo, i ricercatori del Crea, nell’ambito del progetto nazionale “Aspropi – Azioni
a supporto della protezione delle
L’ imenottero Ooencyrtus
piante”, finanziato dal Ministero
delle Politiche agricole, hanno svolto
un’intensa campagna di indagine in
natura e in laboratorio per individuare antagonisti naturali di questo
nuovo insetto nocivo alieno.
TEST POSITIVI
Le ricerche Crea hanno permesso di
raccogliere un imenottero, Ooencyrtus telenomicida, di dimensioni
inferiori ad 1 mm, allevabile in
biofabbriche, con buone prospettive
per il controllo biologico della cimice
asiatica. I successivi test effettuati nei
laboratori del Crea hanno evidenziato un’elevata capacità di parassitizzazione delle uova della cimice in
56 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
laboratorio, con il 35 per cento delle
ovature parassitizzate da una sola
femmina dell’antagonista naturale
in 24 ore e la completa parassitizzazione in presenza di più femmine.
L’attacco di una sola femmina del
microimenottero non solo determina la parassitizzazione delle uova
della cimice, ma causa una mortalità
complessiva maggiore per le punture di ulteriori uova perforate per
alimentarsi.
PIANO OPERATIVO
L’imenottero si è quindi dimostrato
come un efficace rimedio naturale
per il controllo biologico dell’insetto
infestante in Centro Nord Italia in
un contesto di controllo integrato. I
ricercatori del Crea, in collaborazione con Servizi fitosanitari regionali,
hanno predisposto un progetto per
l’allevamento massale, la liberazione e la verifica diretta sul campo
delle possibilità di utilizzo di questo
agente di controllo biologico, la cui
realizzazione richiede però tempi rapidi per rilasciare i killer della cimice
nella prossima stagione produttiva
del 2017.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
57
Ortofrutticoltura
Chiamata alle armi
sulla moria dei kiwi
Ha destato un forte interesse il
convegno sulla moria dei kiwi
organizzato venerdì 18 novembre
a Manta dalla Fondazione Agrion.
Sono state registrate più di 300
presenze, tra agricoltori e tecnici
dei territori interessati dal fenomeno.
TRECENTO PARTECIPANTI
La provenienza è stata principalmente dal Saluzzese e dal Vercellese, dove la morìa ha toccato finora
gli impianti di oltre 100 aziende,
ma sono intervenute persone
da altre aree, alcuni anche dalle
regioni transfrontaliere francesi.
Erano presenti e hanno partecipato al dibattito l’assessore regionale
all’agricoltura Giorgio Ferrero, i
consiglieri regionali Paolo Allemano e Franco Graglia, il senatore
Lucio Malan e l’onorevole Mino
Taricco. Hanno introdotto i lavori Giacomo Ballari, presidente di
Agrion, e Giorgio Ferrero, assessore regionale all’Agricoltura, evidenziando i danni provocati dalla
nuova emergenza fitosanitaria e
confermando l’impegno della Fondazione regionale per una ricerca
sul campo, che chiarisca le cause
58 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
Vertice
all’Agrion
di Manta, con
oltre trecento
partecipanti,
tra frutticoltori
e tecnici del
settore.
L’analisi del
fenomeno e le
strategie per
affrontare
l’emergenza
e metta a disposizione di tecnici e
produttori gli strumenti per affrontare la malattia.
LE AREE PIù COLPITE
Graziano Vittone di Agrion ha fatto il punto sulla situazione sul territorio: 100 ettari colpiti nell’area
tra Saluzzo-Lagnasco-Scarnafigi;
il Cavourese in provincia di Torino e una cinquantina di ettari
nel Vercellese ad Alice Castello e
Borgo d’Ale. Ha mostrato i sintomi
sulle foglie e sull’apparato radicale
e la progressione all’interno degli
appezzamenti.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
59
Ortofrutticoltura
TERRENO ASFITTICO
Luca Nari di Agrion e Chiara
Morone del Servizio fitosantario
hanno esaminato le condizioni predisponenti la fisiopatia. Nei giorni
scorsi sono stati estirpati impianti
con escavatori. Si è così potuto
esaminare per bene la stratigrafia
del suolo. Si è vista la formazione
di uno strato asfittico superficiale,
simile a quello delle risaie: il ferro
si “riduce”, assumendo una colorazione azzurro/bluastra.
Il denominatore comune dei suoli
interessati al fenomeno è la prevalenza della frazione argillosa,
che si è compattata sia per ragioni
climatiche (Chiara Morone ha illustrato l’impatto del climate change
nell’ultimo triennio) e per i ripetuti
passaggi di mezzi meccanici per la
difesa dalla Psa.
Laura Bardi del Crea di Torino ha
spiegato che cosa accade a livello
fisiologico quando le radici entrano in anossia: il ruolo dell’acido
abscissico, il restringimento degli
ne. In Veneto come in Piemonte,
l’eccesso di irrigazione risulta
determinante nell’eziologia del
collasso.
L’irrigazione pilotata con tensiometri consente di dimezzare l’apporto
irriguo con benefici per l’ossigenazione del suolo.
stomi, etc. inoltre il ruolo
della sostanza organica e dei microrganismi della rizosfera.
COSA ACCADDE A VERONA
Lorenzo Tosi dell’Agrea di Verona,
ha “raccontato” l’esperienza del
Veronese, dove a partire dal 2012
sono stati estirpati più di 1.000
ettari, con una progressione preoccupante.
Ha commentato i risultati delle
prove sperimentali in corso sulla
sistemazione della superficie del
suolo, arricchimento in sostanza
organica e controllo dell’irrigazio-
60 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
STRATEGIA PIEMONTESE
Graziano Vittone ha presentato le
strategie da adottare in Piemonte
nel 2017 sia sui nuovi impianti
(baulature, semina di essenze da
sovescio e sistema di irrigazione),
sia su quelli nelle zone a rischio
(assolcatura centrale, erpicatura
dell’interfila e adozione dei tensiometri per il controllo dei volumi
irrigui, oltre agli apporti di sostanza organica negli impianti asintomatici).
L’incontro si è chiuso con un
appassionato dibattito, che ha
posto l’accento sulla necessità che
Agrion possa svolgere un’adeguata
sperimentazione sul territorio.
Ortofrutticoltura di Matteo Marenco - vivaista e tec. agronomo - [email protected]
Coltivare noci
Una buona idea
Sempre maggiore è l’interesse verso il noce da frutto, lo dimostrano i circa
250 ha di nuovi impianti
realizzati in Piemonte negli
ultimi anni. L’avvicinamento degli agricoltori alla
nocicoltura è dettato da
un attento studio del mercato frutticolo nazionale e
non solo.
si è dimostrato vincente,
vista la crescente richiesta
da parte del mercato.
In generale, infatti, la
produzione italiana fatica
a seguire il trend mondiale, risultando inadeguata
a soddisfare il fabbisogno
interno.
Questo è dimostrato dalle
statistiche degli ultimi anni
40.000 t di noci in guscio
o sgusciate e il trend del
consumo è in continuo aumento (+60% negli ultimi
10 anni).
La produzione è quindi
inadeguata ed il deficit di
prodotto è coperto principalmente dai Paesi europei
(Francia) ed extraeuropei
(Stati Uniti, Cile, Argenti-
INVESTIMENTO
VINCENTE
Infatti, in un momento
storico in cui la maggior
parte dei prodotti ha
raggiunto un prezzo poco
al di sopra dei costi di
produzione, l’investimento
nella coltivazione del noce
che pongono l’Italia tra
i principali paesi consumatori ed al contempo
importatori di noci al
mondo.
na, Australia). Il quantitativo medio annuo di importazioni di prodotto, pari a
30.000 t tra noci in guscio
e sgusciate, rappresenta un costo significativo
per l’industria nazionale,
stimabile in 120 milioni di
dollari/anno.
SCENARIO ITALIANO
In Italia vengono consumate ogni anno circa
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
61
Continua il momento
favorevole per chi investe
nella nocicoltura.
Le caratteristiche ideali
dei terreni e i necessari
accorgimenti tecnici
La realtà nocicola tradizionale italiana è concentrata principalmente
in Campania con la noce
di ‘Sorrento’, che da sola
fornisce il 70% del totale
italiano. In altre regioni,
in particolare Veneto ed
Emilia Romagna, si sono
sviluppate nuove realtà
produttive, con aziende
che raggiungono gradi
elevati di specializzazione nella produzione di
noci in guscio utilizzando
varietà di origine francese
(‘Lara’), e californiana
(‘Chandler’, ‘Howard’ e
‘Tulare’).
DISPONIBILITà IDRICA
La coltivazione del noce
richiede, tuttavia, alcuni
accorgimenti.
La prima considerazione
da fare, qualora si fosse
interessati a realizzare un
impianto, è valutare la
disponibilità idrica.
L’acqua non è affatto un
elemento secondario, e la
sua disponibilità è essenziale per la riuscita di
una buona nocicoltura sia
in termini di resa che di
qualità del prodotto.
Le varietà californiane
hanno una produttività
elevata, dovuta alla capacità di fruttificare lungo
tutto il ramo (fruttificazione laterale), e guscio
e gheriglio chiari, caratteristica che permette di
eliminare i trattamenti
sbiancanti. Tuttavia, il
germogliamento precoce
le rende più soggette a
danni causati da gelate
primaverili (aprile).
62 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
TERRENO IDEALE
Il terreno ideale è profondo, sciolto o ben drenato per evitare asfissia
radicale ed insorgenza di
malattie.
E’ preferibile mantenere il
terreno inerbito per evitare che la noce si sporchi o
abbia problemi fitosanitari dopo la caduta a terra
prevista tra settembre ed
ottobre, quando è elevata
la probabilità di piogge.
Nei primi tre anni si interviene con la potatura di
formazione che tende ad
irrobustire l’astone centrale e favorire la corretta
inserzione delle branche
per ottenere una forma a
piramide.
La potatura della pianta
adulta viene effettuata
meccanicamente ogni 2-3
anni su lati alterni prima
della ripresa vegetativa
(gennaio-febbraio).
MALATTIE
I trattamenti fitosanitari
sono focalizzati principalmente alla lotta contro
batteriosi (Xanthomonas
campestris pv juglandis)
carpocapsa (Cydia pomonella) e mosca del mallo
(Rhagoletis completa).
A differenza della carpocapsa, le cui larve penetrano all’interno della
noce per nutrirsi del seme
portando alla perdita del
frutto, la mosca danneggia solo l’epicarpo,
causando l’avvizzimento
e l’annerimento sia del
mallo sia della noce con
deprezzamento della
partita.
Ortofrutticoltura
Export kiwi e susine
Evitato il blocco
Grazie a un immediato confronto tecnico tra il Ministero delle Politiche agricole
e il Governo canadese, è stato evitato il
blocco delle esportazioni di kiwi e susine
italiane in Canada per cause fitosanitarie.
In particolare, per quanto riguarda i
kiwi, le autorità canadesi hanno reso
noto che per la campagna 2016-2017
non saranno applicati i nuovi requisiti
all’importazione. Per le susine sono
state accolte le proposte del Governo
italiano e, a fronte di un aumento dei
controlli sulle partite
esportate, sarà possibile
continuare lo scambio
commerciale. Un risultato importante che
segue la recente riapertura del mercato
canadese all’uva da
tavola italiana, confermando il sostegno
del Governo italiano al
comparto agricolo nazionale e all’export.
Dopo
la riapertura
del mercato
all’uva da
tavola, nuovo
accordo
frutticolo con
le autorità
canadesi
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
63
64 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
Vino, si brinda
al testo unico
Con l’approvazione definitiva della Camera dei
deputati, il Testo unico del
vino è finalmente legge.
COSA RIGUARDA
Una normativa che si
concentra soprattutto su
semplificazione, produzione, commercializzazione,
denominazioni di origine,
indicazioni geografiche,
menzioni tradizionali,
etichettatura, gestione,
controlli e sistema sanzionatorio.
Un’unica legge di riferimento per il settore con
Approvazione definitiva
per la legge che raggruppa
tutte le normative del settore
vitivinicolo. Obiettivo
principale, la semplificazione
burocratica
un impianto che favorisce
i produttori e gli operatori
del settore e che porta a
uno snellimento burocratico definito dal Ministero
delle Politiche agricolo
“molto importante”.
Più certezza del diritto,
meno contenziosi e un sistema di controlli migliore
per la tutela di un settore
chiave per l’agroalimenta-
re italiano.
Spazio all’innovazione con
la possibilità di introdurre in etichetta sistemi di
informazione al consumatore che sfruttino le nuove
tecnologie contribuendo
ad aumentare la trasparenza.
VIGNETI STORICI
Tra le novità apportate
dalla riforma è prevista
una disposizione sulla
salvaguardia dei vigneti
eroici o storici al fine di
promuovere interventi
di ripristino recupero e
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
65
Enologia
salvaguardia di quei vigneti che
insistono su aree soggette a
rischio di dissesto idrogeologico o aventi particolare pregio
paesaggistico.
CONTRAFFAZIONE
Importante innovazione anche
nella tutela del prodotto contro
la contraffazione. I controlli
sulle imprese del settore vitivinicolo confluiscono nel registro
unico dei controlli (RUCI) a prescindere se siano o no imprese
agricole.
MISSIONE COMPIUTA
«Un risultato - commenta il
ministro Maurizio Martina - al
quale abbiamo lavorato molto in questi mesi insieme al
Parlamento e che oggi è realtà.
Finalmente diamo ai produttori
una sola legge di riferimento
con 90 articoli che riassume
tutta la normativa precedente.
Un’operazione di semplificazione che era attesa da anni e
66 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
che consente di tagliare burocrazia, migliorare il sistema dei
controlli, dare informazioni più
trasparenti ai consumatori. Col
Testo unico possiamo contribuire a rafforzare la crescita di un
settore che già oggi vale più di
14 miliardi di euro e con un export che supera i 5,5 miliardi».
ADESSO IL RILANCIO
«La promessa di approvare il
provvedimento entro l’anno è
stata mantenuta – sottolinea
il vice ministro Andrea Olivero
- grazie all’impegno dei parlamentari e al confronto costruttivo con tutti gli attori della
filiera.
Adesso è il momento di sfruttare le disposizioni di rilancio
e semplificazione della legge
per dare risposte concrete a un
mondo produttivo che merita la massima considerazione
per i risultati realizzati e la sua
forte incidenza nello sviluppo
territoriale».
Enologia
Sindacati tutti soddisfatti
Atteso il giudizio dei campi
Il Testo unico della vite e
del vino, approvato in via
definitiva dalla Camera
dei deputati, raccoglie il
consenso unanime delle
organizzazioni sindacali del
settore.
PRIMI IN EUROPA
«Si tratta di un provvedimento che porterà da
subito numerose semplificazioni e facilitazioni
per gli operatori, frutto
– commentano Cia, Confagricoltura, Alleanza delle
Cooperative agroalimentari,
Federvini, Unione Italiana
Vini, Federdoc, Assoenologi – di un lavoro intenso
Il nuovo Testo unico
sul vino raccoglie il
consenso unanime delle
organizzazioni di
categoria, ma l’ultima
parola spetterà
ai vitivinicoltori
durato anni, che ha visto
impegnati tutti i gruppi parlamentari e le organizzazioni
del settore vitivinicolo, uniti
dal comune intento di semplificare, innovare e valorizzare
un comparto strategico per il
Made in Italy.
Rivendichiamo con orgoglio
che il nostro Paese è il primo
che si è dotato di un unico
strumento a livello europeo,
in grado di conferire maggiore competitività alle nostre
imprese».
NORMATIVA COMPLETA
«Attraverso un confronto
costante e approfondito sul
complesso quadro normativo
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
67
di riferimento,
si è giunti
alla stesura di un
unico testo
di legge che
contiene tutta
la normativa che
disciplina la materia
vitivinicola, dal campo
fino al consumatore, con
disposizioni che vanno dai
controlli alla tutela delle
produzioni di qualità e alla
riduzione dei costi a carico
degli operatori».
BUROCRAZIA
DIMEZZATA
Un Testo, dunque, che
promette di dimezzare la
burocrazia in un settore
fondamentale per il Paese,
fatturando oltre 14 miliardi di euro l’anno, di cui un
terzo con l’export.
Cia, Confagricoltura,
Alleanza delle Cooperative
agroalimentari, Federvini,
Unione Italiana Vini, Federdoc, Assoenologi hanno espresso un particolare
ringraziamento, per l’impegno profuso, ai componenti delle Commissioni
Agricoltura di
Camera e Senato, “per il
paziente lavoro di ascolto
e di sintesi che ha portato avanti, in constante
dialogo con i territori,
affinché nel testo di legge
trovassero spazio le diverse peculiarità e le tante
ricchezze della viticoltura
italiana».
SVOLTA IMPORTANTE
Stesso giudizio anche da
parte di Coldiretti, che
rivendica di aver “per prima indicato la necessità di
intervenire con procedure
semplificate, scongiurando
che il Testo unico si limitasse solo a un mero
68 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
riordino – sebbene
necessario e importante – delle disposizioni, e
proponendo molte innovazioni e ottenendone la
gran parte”.
«Alcuni miglioramenti –
rileva Coldiretti - saranno
tangibili dopo l’emanazione dei provvedimenti
applicativi, già previsti
nel testo di legge, e con
questi altre agevolazioni
si potranno e si dovranno
ancora inserire.
La nuova legge rappresenta infatti una svolta
importante che, però,
non deve concludersi qui,
ma procedere sulla linea
tracciata».
MENO
TENSIONI
Coldiretti ricorda, inoltre,
di aver voluto
inserire nel testo
un riconoscimento al settore
per l’economia del
Paese.
Insieme alla semplificazione ha quindi puntato
alla valorizzazione del
prodotto e alla trasparenza verso il consumatore.
«Saranno più proporzionate alla gravità – osserva
le sanzioni assurde oggi
applicate in modo indifferenziato per le inosservanze a riguardo il piano
dei controlli, anch’esso
da rivedere, e per errori
sull’etichettatura, che tanto hanno creato tensioni
alle imprese.
GIUDIZIO DEFINITIVO
Ora la palla passa al
campo per l’applicazione
pratica della nuova normativa.
Sarà quindi quella dei
vitivinicoltori la parola
definitiva sulla bontà della
legge.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
69
Ortofrutticoltura
Vendemmia Piemonte
Com’è andata nel 2016
Il vino piemontese rappresenta il 5 per cento
della produzione nazionale, ma quasi il 20
per cento dell’esportazione italiana
L’iniziativa “Piemonte a Palazzo”, organizzata a Roma, a Palazzo Brancaccio, da Piemonte Land of perfection, con il sostegno della
Regione Piemonte, è stata l’occasione per
presentare i numeri importanti della vendemmia 2016 in Piemonte.
LA FORZA DEL VINO
I 46.700 ettari di terreno piemontese coltivato a vite hanno garantito una produzione di
2,54 milioni di ettolitri, in linea con i dati del
2015. Rappresentano il 5% della produzione
nazionale, ma quasi il 20% della esportazione italiana di vino, per un valore di circa un
miliardo di euro. Il vino prodotto in Piemonte
viene esportato per il 60%. Il 70% va nei
Paesi europei, il resto fuori Unione europea,
forte di 18 etichette docg e 42 doc.
70 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
ORIZZONTE MONDIALE
«I dati 2016 confermano una tendenza ormai decennale - ha commentato l’assessore
regionale alla agricoltura, Giorgio Ferrero -, la
forza del vino piemontese sta nella sua qualità. La qualità è la nostra condanna, naturalmente in positivo, ma è quello che ci permette di conquistare i mercati mondiali e su cui
dobbiamo puntare per aumentare il nostro
peso e le ricadute che il vino piemontese ha
in tutto il mondo in termini di valorizzazione
del nostro territorio, della nostra cultura, del
rafforzamento dell’immagine del Piemonte e
dell’Italia». L’incontro è stato anche occasione per ricordare la centralità dei viticoltori
piemontesi “che con il loro lavoro duro e
impegnativo hanno fatto grande nei decenni
il nostro vino”, ha sottolineato l’assessore.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
71
La biennale di Barale non delude mai
Tradizionale “porte aperte” del Gruppo fossanese,
il 19 e 20 novembre scorsi, con le migliori innovazioni
del settore, dalle trattrici alle macchine agricole
Sabato 19 e domenica 20
novembre, grande “festa
d’informazione” del Gruppo
Barale di Fossano, che, ogni
due anni, si rende artefice
di un corposo evento a porte aperte, con tutti i mezzi
e gli accessori indispensabili
nel lavoro agricolo; il tutto
all’insegna di familiarità,
gentilezza ed entusiasmo
per il mondo agricolo.
Imponente la presenza
dello staff al completo del
Gruppo Barale: una schiera
di tecnici e professionisti del
mondo agricolo pronti ad
assistere, consigliare e gui-
dare all’acquisto i numerosi
partecipanti dell’evento.
Grandi innovazioni in
vetrina, a partire dalle
trattrici e dai mezzi meccanici firmati Fendt (presente
anche in smagliante forma
il nuovo arrivato, Fendt
1000), Laverda, Stayer
e Merlo, portabandiera
di una tradizione ormai
storica del gruppo, senza
nulla togliere ai numerosi e
innovativi macchinari presentati dalla azienda “Barale
& Olivero”; uno fra tutti è
sicuramente un particolare
tipo di fasciatore in grado di
72 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
lavorare e fasciare in campo
fino a tre grandi balle per
volta, ottimizzando i tempi,
ed un’ulteriore applicazione
in grado di spostare l’andana e di raccogliere il fieno
senza tenerlo a contatto con
il terreno, evitando quindi
la contaminazione con
batteri ed altri elementi non
utili per la conservazione
o la somministrazione del
prodotto. Innovazione che
passa anche nel campo
zootecnico, dalle nuove
una sfida globale nel settore
agricolo e non solo.
Un’organizzazione davvero
imponente e “fuori dai format tradizionali”, in grado di
offrire un servizio unico nel
suo genere al cliente finale
e di assisterlo per tutte le
sue attività, che vanno dalla
necessità di cambiare trattrice, fino ai nuovi impianti di
irrigazione.
Entrambe le giornate si
sono svolte all’insegna
dell’informazione e, perché
attrezzature firmate Tecnozoo e Zoopharma, studiate ed ottimizzate per la
produzione e la mungitura
in un’ottica di massimizzazione del reddito dell’azienda, fino a concludere con
le ultime novità nel settore
della moderna ed efficiente
irrigazione, prassi ormai obbligata (e consolidata) per le
aziende il cui imperativo comune è essere al passo con
i tempi e con l’efficienza di
esercizio per competere in
no, di un sano ottimismo
verso il mondo agricolo e
tutto ciò che ne concerne,
dall’allevamento fino al
settore agrimeccanico, con
l’immancabile e ricco pranzo, oltre ai numerosi gadget
distribuiti a tutti i presenti
gratuitamente.
Il Gruppo Barale ha ringraziato sentitamente tutti
coloro che hanno partecipato all’evento, contribuendo alla buona riuscita
dell’evento.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
73
L’invitato speciale di Fabrizio Salce - giornalista - conduttore televisivo
Valle di Cembra
Un posto da vivere
Per la vendemmia di
quest’anno avevo scelto un
altro territorio. Mi spiego
meglio. In linea di massima da quando seguo per
motivi di lavoro il comparto
agricolo enogastronomico,
ogni anno raggiungo una
determinata zona vitata per
vivere in prima persona la
rottato su altre terre e altre
uve. Che fare? Dimenticarsi
dei Cembrani? Assolutamente no! Si cambia data
ma non Valle.
IL RESPIRO DELLA TERRA
Quando arrivo a Cembra
siamo ormai a cavallo tra
ottobre e novembre,
ra la terra, i suoi frutti, il
lavoro dell’uomo caparbio e
capace.
Sono a pochi chilometri dalla città di Trento e mi muovo
ad una altezza che varia dai
600 ai 1000 metri, respiro
l’aria fresca a pieni polmoni, percorro i pendii ripidi e
A pochi chilometri da Trento,
lo spettacolo delle colline vitate
lascia senza fiato. Ma non è “solo”
una questione di ambiente…
festa del gioioso raccolto.
E così, per mia grande fortuna, da Pantelleria all’Alto
Adige, dalla Puglia al Roero,
dalla Toscana alla Valpolicella e via dicendo anno dopo
anno. Avevo individuato la
Valle di Cembra in Trentino,
ma poi alcuni cambiamenti
di programma dovuti alla
vita privata mi hanno di-
74 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
l’uva è in cantina e le
foglie delle vigne non sono
più verdi ma gialle. La Valle
è uno spettacolo meraviglioso, il susseguirsi delle colline
vitate e lavorate affascinerebbe anche l’uomo più
arido di cuore della storia.
I colori autunnali rapiscono
lo sguardo e l’attenzione
non cade altrove. Si respi-
soleggiati, lambendo metri
e metri di muretti a secco
che sostengono la montagna. Qui il lavoro è fatica e il
buon vino costa sacrifici.
Ascolto la natura silenziosa
che vive. La viticoltura e
l’enologia affondano le radici nei secoli, ce lo dicono i
reperti archeologici, ma non
ci sono solo le vigne. Trovo
i boschi, i piccoli laghi, il
parco fluviale dell’Avisio, i
sentieri, le malghe, l’altopiano di Piné e le Piramidi
di Terra di Segonzano.
Si tratta di colonne erose
che superano i 20 metri di
altezza. Non manca nulla
per una vacanza indimenticabile.
SAPORI DELLO SPIRITO
Ma io sono curioso e goloso, voglio godermi i vini
e i sapori di questo lembo
trentino. Mara, coordinatrice del Consorzio Cembrani
Doc, mi ha preparato un
tour che mi consente di
conoscere meglio prodotti
e produttori, piatti tipici e
ristoratori.
Le aziende consorziate
sono meno di 10 così come
meno di 10 mila gli abitanti della Valle, ma i vini e i
vitigni sono tanti e particolarmente apprezzabili.
il profumato e aromatico
Müller Thurgau, la delicata e armoniosa Schiava,
l’intenso e presente Pinot
Nero e il fresco e profumato Chardonnay ideale per la
spumantizzazione.
Le bollicine di Montagna.
E poi le grappe, vere e di
carattere. Trentine, come
tutto qui.
Cembrani Doc invece
è un consorzio di sette
aziende, cinque cantine e
due distillerie, per lo più a
conduzione famigliare che
hanno deciso di mettersi in
rete e lavorare insieme per
la promozione dell’unicità
territoriale della Valle di
Cembra, dei suoi agricoltori
e delle sue eccellenti produzioni, che racchiudono non
solo la passione di intere
generazioni, ma anche la
storia di un territorio coltivato a vite sin dal IV secolo
A.C, come lo testimonia il
ritrovamento della Situla
sul Doss Caslir a Cembra,
scoperta che fa della Valle
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
75
L’invitato speciale
di Cembra la culla più antica
della coltivazione della vite in
Trentino. Per dovere di cronaca
ricordo che il Termine Cembra
deriva dalla presenza del Pino
Cembro conosciuto anche
come Cirmolo.
CUCINA E OSPITALITà
Dai vini ai sapori delle ricette
tipiche come i canederli serviti
con il burro di malga fuso, i
ravioli di patate da gustare
con gli affettati, i primi piatti
con il ragù di cervo o di lepre,
il celebre strudel caldo. E poi i
formaggi e i salumi, le confetture e gli altri dolci. Una terra
bella, armoniosa e accogliente, i vini e i cibi ma anche un
altro ingrediente che rende la
Valle un piatto della cucina di
alto livello: l’ospitalità. Trovo
gentilezza nelle cantine, nelle
distillerie, negli hotel e nei
ristoranti: assaggio, bevo, mangio, chiacchiero con tutti come
76 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
se vivessi qua da sempre, come
se fossi anche io un Cembrano
Doc.
BENESSERE GARANTITO
Saranno i 700 Km di muretti a
secco, le vigne di colore giallo,
i profumi e gli aromi dei vini,
la freschezza e la briosità della
bollicine, che qui sono straordinarie, o forse la bravura delle
donne e degli uomini nelle
cucine, la capacità di Mara nel
portarmi da gente generosa, di
certo è che sto bene.
Non ci sono arrivato in vendemmia, ma mi porto ugualmente a casa e nel cuore un
piacevolissimo ricordo di un
territorio veramente bello, di
cose buone davvero e di persone laboriose, serie e amichevoli. Una Valle da vivere e non
solo da immaginare, un ardito
mosaico di terrazze inerite nel
contesto di uno dei paesaggi
rurali storici d’Italia.
Zootecnia
Qualità
del latte e
reddito degli
allevatori
Convegno su caseine,
beta lattoglobuline e indice
economico il 21 dicembre alla
Scuola agraria di Lombriasco
L’Istituto tecnico agrario
“Don Bosco” di Lombriasco, nell’ambito delle
iniziative volte alla preparazione ed all’aggiornamento professionale di
periti agrari, allevatori e
tecnici operanti nel settore
zootecnico, in collaborazione con L’Agrigenomica Murello, organizza il
convegno “Caseine – beta
lattoglobuline e indice
economico - Fattori importanti per massimizzare
il reddito degli allevatori”,
che si terrà a Lombriasco
il 21 dicembre 2016 alle
10 presso l’aula magna
dell’istituto, in via San
Giovanni Bosco, 7.
TEMI IN DISCUSSIONE
In particolare, si parlerà di
“indice economico I€S”,
che quantifica in euro le
differenze attese in carriera fra le figlie dei riproduttori, tenendo conto di
ricavi e costi, e di qualità
dei contenuti proteici
nel latte, con particolare
riguardo alle caseine e alle
beta lattoglobuline, tanto
importanti sia per il latte
destinato alla caseificazio-
ne che per quello destinato all’alimentazione.
L’incontro non comporta
oneri a carico dei partecipanti e, al termine, per
coloro che ne faranno
richiesta, verrà rilasciato
un attestato di partecipazione, il quale potrà essere
utilizzato anche ai fini del
riconoscimento dei crediti
per la formazione continua degli ordini professionali.
CRISI DEL PREZZO
In Italia il latte viene principalmente destinato alla
trasformazione e l’eccellenza dei formaggi italiani
è uno dei motori principali
del “buon cibo” italiano.
Purtroppo il costante calo
del prezzo del latte pagato
alla produzione sta generando un crescente stato
di disorientamento tra
gli allevatori, i quali sono
sempre meno motivati ad
andare avanti. Molti sono
gli stimoli e le nuove idee
che tendono a ridare fiducia per questo indispensabile prodotto che ha reso
famoso il nostro Paese in
tutto il mondo.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
77
in particolare la K caseina e la beta
lattoglobulina. Questi parametri
sono fondamentali per determinare
la resa; a parità di quantità iniziale,
un latte con attitudine casearia migliore produce una quantità maggiore di formaggio, quindi abbassa
i costi di produzione e aumenta i
margini di guadagno. Questo effetto vale per tutti i tipi di formaggi e
non solo per il Parmigiano Reggiano
o altri formaggi a lunga stagionatura.
VALUTAZIONE QUALITATIVA
I caseifici sembrano ormai indirizzati a valorizzare il latte assumendo nuovi parametri di valutazione
qualitativa per la determinazione
del prezzo alla produzione.
La selezione di alcuni specifici genotipi, in aggiunta agli indici qualitativi tradizionali, può essere di aiuto
nel migliorare i risultati attesi sulle
caratteristiche di caseificabilità del
proprio latte.
ATTITUDINE CASEARIA
Numerosi studi scientifici evidenziano il ruolo importante delle caseine
e delle lattoglobuline nel determinare l’attitudine casearia di un latte ed
78 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
SCELTA DEI TORI
Nella scelta dei tori da utilizzare,
tenere in attenta considerazione la
K caseina e la Lattoglobulina è dunque strategico per tutti gli allevatori
che destinano il loro latte, o anche
solo una parte, alla trasformazione
casearia di qualsiasi formaggio.
Tutto questo richiede una profonda conoscenza della materia e la
preparazione di tecnici che sappiano
dare risposte, non solo agli allevatori coinvolti in prima persona, ma
agli stessi caseifici.
Formazione
Il Caseario
di Moretta
protagonista
in Rai
L’Istituto Lattiero Caseario
di Moretta è stato protagonista della puntata di
Campus Italia andata in
onda a fine novembre sul
canale Rai Italia, in diversi
Paesi (America, Australia
e Sud Africa) e disponibile
on line sul sito della Rai.
ECCELLENZE FORMATIVE
Il programma racconta le
opportunità di formazione
di eccellenza che può offrire l’Italia ai giovani di tutto
alcuni studenti e docenti
del corso, oltre a due ex allievi che hanno avviato un
allevamento di capre con
attività di trasformazione
del latte.
MUSEO DEL LATTE
Nel servizio ci sono anche
le immagini del Museo del
Latte presso il Santuario
del Pilone di Moretta, con i
vecchi attrezzi del mestiere, le riprese di alcuni
momenti formativi, l’in-
L’esperienza formativa
dell’Istituto raccontata
nell’approfondimento televisivo
Campus Italia, in onda
in diversi Paesi del mondo
il mondo, attraverso servizi
di circa 30 minuti, dedicati
alle figure professionali di
interesse internazionale e
ai percorsi formativi per
apprendere il mestiere.
La figura del casaro e il
corso “Tecnico specializzato nelle produzioni lattierocasearie”, proposti da
AgenForm presso la sede
dell’Istituto Lattiero Caseario di Moretta, sono stati
scelti dalla trasmissione
per l’unicità nel panorama
italiano e per l’interesse
suscitato in Europa e oltreoceano.
Hanno preso parte alla
riprese, che si sono svolte
nel mese di settembre,
tervento di Guido Tallone
ed Emilia Brezzo, docenti
responsabili dei corsi.
PROFILO DIDATTICO
La novità per l’anno formativo appena iniziato, è il
riconoscimento del profilo
professionale “Tecnico
specializzato nelle produzioni lattiero casearie”
nel Repertorio delle figure
professionali della Regione
Piemonte, che permette
agli allievi di ottenere una
certificazione finale con
maggiore spendibilità in un
mercato del lavoro caratterizzato da opportunità
sul territorio italiano ed
internazionale.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
79
Attualità
Psr, consulenze gratuite
all’agraria di Lombriasco
Grazie all’avvio anticipato, da parte di Oata Liberi
professionisti, dell’attività
informativa nell’ambito
del Programma di sviluppo
rurale 2014-2020 della
Regione Piemonte, l’Istituto
tecnico agrario “Don Bosco” di Lombriasco mette a
disposizione delle aziende
agricole un nuovo punto
informativo gratuito.
LUNEDì E GIOVEDì
Lo sportello è aperto dal 3
ottobre 2016 tutti i lunedì
e giovedì mattina, così che
gli imprenditori agricoli
della zona avranno a disposizione la consulenza gratu-
80 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
ita di un tecnico qualificato
sulle principali focus area
del nuovo Piano di Sviluppo
Rurale: Focus Area 2A (Prestazioni economiche delle
aziende agricole); Focus
Area 2B (Ricambio generazionale e qualificazione
giovani agricoltori); Focus
Area 3A (Integrazione nella
filiera, filiere corte, mercati
locali, O.P.); Focus Area 3B
(Prevenzione e gestione dei
rischi aziendali); Focus Area
4A (Biodiversità e il paesaggio, aree natura 2000);
Focus Area 4B (Gestione
delle risorse idriche, dei fertilizzanti e fitofarmaci); Focus Area 4C (Gestione dei
Attualità
suoli, prevenzione dell’erosione); Focus Area 5A
(L’uso efficiente dell’acqua
in agricoltura); Focus Area
5C (Approvvigionamento e
utilizzo di fonti rinnovabili);
Focus Area 5D (Riduzione
delle emissioni di gas serra
professionisti, l’Istituto
“Don Bosco” metterà a disposizione delle realtà rurali
del territorio diverse attività
dimostrative e informative
legate ad una moderna
agricoltura.
Nel primo mese di attività
Sportello informativo
a disposizione degli
imprenditori agricoli due
giorni alla settimana,
in collaborazione con Oata
Liberi professionisti
e ammoniaca); Focus Area
5E (Sequestro del carbonio
nel settore agricolo); Focus
Area 6B (Sviluppo locale
nelle zone rurali).
AZIONE FORMATIVA
Questa iniziativa, unita ai
numerosi convegni e alle
attività di formazione per le
aziende agricole, fa parte
di un complesso progetto
di rinnovamento dell’Istituto tecnico agrario “Don
Bosco” di Lombriasco, da
sempre punto di riferimento per l’agricoltura piemontese.
Durante il prossimo
biennio, grazie alla collaborazione con Oata Liberi
di sportello si sono già riscontrati numerosi contatti,
questo conferma che gli
imprenditori agricoli del
territorio hanno bisogno di
un supporto tecnico professionale e preparato che sia
in grado di guidarli nell’utilizzare al meglio tutte le
misure del Psr 2014-2020.
Presso questo punto
informativo le aziende
troveranno sempre un
tecnico libero professionista in grado di fornire
loro, gratuitamente, tutte
le informazioni relative alle
principali problematiche del
settore e a orientarle verso
una soluzione ottimale.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
81
Ortofrutticoltura
Gentile ovunque
tranne che da noi
«I produttori corilicoli della provincia di Cuneo sono fortemente
preoccupati per la situazione che
si è venuta a creare con l’iscrizione ufficiale della ‘Tonda Gentile delle Langhe’ nel Registro
nazionale delle varietà di piante
da frutto.
Questa decisione, infatti, rischia di penalizzare non solo un
settore in salute e vitale dell’economia provinciale, ma anche
l’intero territorio delle Langhe,
vocato alla produzione di questo
frutto in guscio, e tutti coloro
che in questi anni hanno investito tempo e risorse per la sua valorizzazione. È opportuno quindi
che, al di là di ogni posizione
politica, le istituzioni si ricompattino al più presto intorno ad un
problema che è interesse di tutti
andare a risolvere».
SITUAZIONE ASSURDA
Così il presidente della sezione corilicola di Confagricoltura
Cuneo, Aldo Gavuzzo, interviene
nel dibattito che ha suscitato
la decisione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali
che di fatto ha reso coltivabili le
nocciole delle Langhe ovunque
in Italia, ma non sul nostro territorio, dove il disciplinare della
Nocciola IGP Piemonte prevede
l’uso della dicitura “Tonda Gentile Trilobata”.
82 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
Ortofrutticoltura
L’iscrizione della nocciola “Tonda Gentile delle Langhe”
nel Registro nazionale delle varietà di piante da frutto
ha imprigionato i produttori locali in un assurdo
labirinto giuridico
IL DANNO E LA BEFFA
«Oltre al danno la beffa – continua Mario Viazzi, direttore della
Confagricoltura zona di Alba -. Le
nostre aziende, infatti, non si capacitano di come questo assurdo
paradosso sia possibile. Il sentimento che oggi provano in molti
è di rabbia e delusione; si sentono scippati di un prodotto che è
nato su questo territorio e di questo ha contribuito a farne la sua
fortuna – sottolinea ancora Viazzi
-. A fronte delle rassicurazioni
avute da più parti, inoltre, siamo
rimasti decisamente ‘spiazzati’ da
questo epilogo, per cui adesso ci
auguriamo che chi ha generato
questa situazione intervenga per
porvi rimedio al più presto. Come
organizzazione professionale faremo tutto quanto è possibile per
tutelare le legittime istanze dei
nostri imprenditori, che nelle nocciole di Langa hanno creduto da
sempre e in questo settore hanno
investito con passione dando un
futuro economico anche a terre
marginali».
STATUS INACCETTABILE
Questo impegno è rimarcato,
allo stesso modo, da Gavuzzo:
«Ha dell’assurdo il solo pensiero
che in futuro si potranno avere
nocciole delle Langhe prodotte
in tutte le regioni d’Italia, tranne
che proprio nel territorio che ne
riporta il nome – dice -.
La nostra associazione percorrerà
tutte le strade possibili affinché
una corretta dicitura torni a rappresentare il prodotto del nostro
territorio, tenuto conto tuttavia
che non sarà semplice per via di
iter burocratici e normativi molto
complessi».
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
83
A fine novembre
l’acqua
dell’alluvione
è tornata a fare
paura in provincia
di Cuneo,
danneggiando
gravemente case
e coltivazioni.
Sotto accusa
il consumo
esasperato del
suolo e le assurde
normative che
impediscono
la manutenzione
dei corsi d’acqua.
Gli agricoltori
chiedono di
poter intervenire,
nell’interesse
di tutti
84 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
Attualità
«Lasciateci pulire
gli alvei dei fiumi»
La provincia di Cuneo ha rivissuto a
fine novembre l’incubo dell’alluvione del 1994, con situazioni particolarmente critiche nel Monregalese e
nel Cebano, dove centinaia di ettari
sono stati allagati dalle esondazioni
del Tanaro. Le località più colpite
sono in Val Tanaro, in Valle Monge
e Corsaglia. Si segnalano danni
anche nella Valle Pesio, in Val Ellero
e in Valle Bormida. Problemi di
approvvigionamento idrico delle
aziende zootecniche, in particolare
in Val Tanaro, nel comune di Priola,
in località Pievetta e a Garessio.
Nella zona di Cortemilia, a causa
dell’esondazione del Bormida,
notevoli i danni ai noccioleti. Nel
Saluzzese, i centri più colpiti sono
Barge, Bagnolo, Revello e Cardé.
SUOLO FRAGILE
Eventi meteorologici che mettono ancora una volta in evidenza
la fragilità del suolo, un tema su
cui sono immediatamente tornate
a farsi sentire le organizzazioni
agricole, ribadendo le richieste di
forti politiche di prevenzione per
difendere il patrimonio idrico, la
stabilità degli argini dei fiumi e le
opere idrauliche esistenti.
«L’impegno di Coldiretti - osservano Delia Revelli, presidente di
Coldiretti Cuneo e Piemonte ed
Enzo Pagliano, direttore della federazione cuneese – è di sostenere il
disegno di legge sul consumo del
suolo, in corso di esame in commissione al Senato, con iniziative
concrete, per sensibilizzare l’opinione pubblica, come il convegno che
l’anno scorso, a ventun’anni dalla
terribile alluvione, organizzammo a
Cuneo per stimolare la discussione
sugli interventi necessari e tenere
viva l’attenzione sulla necessità di
evitare simili disastri».
PULIZIA DEGLI ALVEI
«Di fronte a certe calamità tutti si
rendono improvvisamente conto
che il territorio va gestito in maniera attenta e rispettosa, ma le
imprese agricole che ogni giorno
operano sul territorio questo lo sanno molto bene – dichiara Roberto
Abellonio direttore della Confagricoltura di Cuneo –. Da tempo
ormai chiediamo alla Regione Piemonte una maggior collaborazione
con i privati per la pulizia degli alvei
dei fiumi e dei corsi d’acqua dalla
vegetazione spontanea.
Questo potrebbe garantire una
serie di indubbi vantaggi per l’intera comunità, primo fra tutti una
riduzione del rischio di esondazioni
e allagamenti, con conseguente
aumento della sicurezza pubblica e
un deciso risparmio economico per
le casse pubbliche, poi chiamate a
intervenire per ripristinare i danni
provocati dal maltempo».
In altre regioni d’Italia la pulizia dei
fiumi già avviene grazie alla realizzazione delle opere di mitigazione
del rischio idraulico e geologico e il
ripristino delle condizioni di sicurezza
dei corsi d’acqua e delle relative pertinenze con il sistema della compensazione.
COINVOLGERE I PRIVATI
«La necessità di tenere puliti gli alvei
dei fiumi oggi è sotto gli occhi di
tutti, ma deve trasformarsi in azioni
concrete fatte in maniera costante e
rigorosa – continua Abellonio –, per
questo l’idea di concordare piani di
taglio della vegetazione ripariale con
i privati, come già accade in molte
altre zone del nostro Paese, potrebbe
rappresentare una soluzione reale
per evitare di trovarci poi in situazioni peggiori.
Ogni operazione avverrebbe in
modo regolamentato solo dopo la
presentazione di progetti da parte
del soggetto privato interessato e la
conseguente autorizzazione dell’autorità competente in tempi brevi e
a prezzi ragionevoli. Per la Regione
sarebbe un’operazione a basso costo
e, allo stesso tempo, le aziende
potrebbero usufruire del materiale
legnoso ricavato dal taglio della
vegetazione ripariale del fiume per
produrre energia rinnovabile, come
peraltro prevede il Piano di azione
energetico».
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
85
Attualità
Contoterzismo
fattore
strategico
Contoterzisti, portatori
sani di innovazione e
pilastri per l’agricoltura.
Il riconoscimento arriva
dal convegno “Contoterzismo e agricoltura”
organizzato dall’Accademia dei Georgofili con
Uncai, Unima, Confai (le
tre associazioni nazionali
di contoterzisti) e Crea.
COMPETITIVITà
Giampiero Maracchi,
presidente dell’Accademia dei Georgofili,
globalizzazione, e per
una gestione del territorio più responsabile».
INNOVAZIONE
Le macchine sono il
fulcro dell’agricoltura di
precisione, ma attualmente in Italia solo l’1%
della superficie agricola
utilizzata è lavorato con
macchinari innovativi.
L’obiettivo dichiarato dal
ministro Martina è di arrivare al 10% in 5 anni.
Un traguardo ambizioso
In Italia solo l’1 per cento
della superficie agricola
utilizzata è lavorato con
macchinari innovativi.
L’obiettivo è di arrivare al 10
per cento in 5 anni
ha dichiarato: «In oltre
260 anni, l’Accademia
ha sempre operato per
il bene dell’agricoltura
italiana.
Il rapporto con il mondo del contoterzismo è
quindi molto utile, rappresentando uno strumento in più per promuovere la competitività
dell’agricoltura italiana,
oggi messa in crisi dalla
86 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
che per essere raggiunto richiede maggiore
formazione e mezzi per
fare agricoltura di precisione.
QUESTIONI CENTRALI
I temi per il confronto non sono mancati:
il ritardo delle norme
sulle revisione dei mezzi
agricoli crea incertezza
e blocca gli investimen-
ti; la tutela del territorio è inderogabile; la
formazione di chi usa
macchine innovative, in
particolare dei giovani,
è un aspetto centrale;
le nuove tecnologie non
possono essere applicate se non si recupera
una cultura profonda;
soprattutto occorre uno
specifico, inedito sostegno finanziario ai contoterzisti che investono in
macchinari e tecnologie
innovativi, in formazione
e sicurezza; su questi
temi i contoterzisti sono
più avanti degli agricoltori, ma insistere troppo
su un tipo di sostegno, il
Psr, crea ostacoli.
FATTORE DECISIVO
«Produrre di più con
meno – ha commentato
Salvatore Parlato, com-
missario straordinario
del Crea - è l’imperativo
di una nuova agricoltura che sia non solo
competitiva sul mercato
globale, ma anche e
soprattutto rispettosa
dell’ambiente.
In questo senso, il fenomeno del contoterzismo
rappresenta un fattore
decisivo, soprattutto per
quei settori che rappresentano le nuove frontiere dell’agricoltura, come
l’agricoltura di precisione
e l’agricoltura 4.0».
STECCATI SUPERABILI
Il commissario Parlato
ha quindi aggiunto che
“molti steccati che impedivano il riconoscimento
dei contoterzisti sembra
si stiano dissolvendo.
Il Crea darà il suo contributo per l’integrazione dei contoterzisti nel
sistema agroalimentare
italiano”.
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
87
Il presepe
La nascita del Salvatore nella prima
alla presenza di San
Greccio è un piccolo paese di
1500 abitanti in provincia di Rieti,
nella regione Lazio, riconosciuto
come uno dei borghi più belli
d’Italia. Diventa celebre per la
rievocazione del primo presepe
vivente fatto da Francesco d’Assisi nel giorno del santo Natale
1223.
ARIA DI BETLEMME
Non a caso Greccio, nell’anno
1992, ha avuto l’onore di esser
gemellato con il paese di Betlemme, dove avvenne la divina
incarnazione del Salvatore del
mondo. San Francesco, che amava sostare in preghiera in luoghi
isolati e magari lontani da Assisi,
88 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
giunse per la prima volta in questo paese nel mese di maggio del
1208. Partendo da Assisi a piedi,
dopo aver percorso più di 100
km, non pensò minimamente a
cercare riposo in qualche pensione accogliente, al contrario
decise di costruire una piccola
capanna sul monte Lacerone, a
1200 metri di altezza. Da lì parecchie volte partiva per andare a
predicare alle numerose famiglie
contadine del tempo.
GRANDINE E CINGHIALI
In quel periodo Greccio aveva un
grosso problema: immancabilmente, tutti gli anni, sul proprio
territorio si abbattevano violente
grandinate che compromettevano il raccolto dei vigneti ed
inoltre, essendo circondata da
fitti boschi, molte volte i contadini, recandosi nei campi dove
coltivavano patate, con grande
sconforto trovavano gli stessi devastati dai cinghiali. Talune volte
i pastori si vedevano portare via
i piccoli agnelli dai grossi branchi
di lupi che sostavano in quelle
zone.
EFFETTO FRANCESCO
Tutto questo cessò improvvisamente proprio con l’arrivo e per
i meriti di questo povero frate,
tant’è che gli abitanti, commossi
e riconoscenti, quando lo vede-
miracoloso
rappresentazione vivente a Greccio,
Francesco d’Assisi
vano passare se lo contendevano
e non volevano più lasciarlo
ripartire per Assisi. Il poverello
promise che sovente vi sarebbe
tornato, tanto questo paese gli
stava a cuore, proprio perché gli
abitanti, durante la sua permanenza, si impegnarono a diventare dei perfetti cristiani.
Nel novembre del 1223, vedendo approvata la Regola scritta
per i suoi frati da Papa Onorio
III, chiese al Santo Padre di
poter rappresentare la natività
di Nostro Signore. Avuto l’incoraggiamento dal papa, si diresse
immediatamente verso Greccio
ed appena arrivato spiegò al
castellano Giovanni Velita, suo
grande ammiratore, di voler
vedere almeno una volta con i
suoi occhi la nascita del Divin
bambino.
NATALE IN GROTTA
Per la sera del santo Natale tutto
era pronto, era stata costruita
all’interno di una grotta una
piccola mangiatoia, dove vi
furono poste della paglia e del
fieno, accanto ai quali sostavano
un bue ed un asinello. Quando Francesco arrivò vide tutto
preparato nei minimi dettagli e
vi restò meravigliato. Seguito da
numerosi frati e dall’intero paese
si inginocchiò nella mangiatoia, piangendo e tremando per
l’emozione ed in quella notte
molti videro realmente un bambinello nella mangiatoia ed il santo
frate Francesco stringerlo al petto
con grande gioia.
PAGLIA MIRACOLOSA
Tutti i presenti ne restarono grandemente edificati, soprattutto i
pastori che, raccolta la paglia di
quel presepio, poterono guarire
gli animali che si ammalavano,
allontanando inoltre i flagelli
che solitamente subivano, per la
bontà del Signore. Così in tutto
il mondo cristiano ebbe origine il
tradizionale presepio per ricordare la nascita del Divin Redentore.
Luciano Nicolino
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
89
Presentata Agribox, la “scatola nera”
per la sicurezza dei lavoratori agricoli
“La scatola nera, che è di serie su aerei
e navi – informa Silvio Chionetti, responsabile del Cipat, il servizio tecnico
Silvio Chionetti
della Cia di Cuneo - approda nell’agricoltura italiana. Il suo nome è Agribox,
rappresenta una prima assoluta ed ha il compito di salvaguardare
ulteriormente i lavoratori del settore primario. È stata presentata
nei giorni scorsi nell’Assemblea annuale
dell’Agia-Cia, l’associazione dei giovani
imprenditori, è un progetto, frutto della
partnership con il Gruppo Unipol e la
collaborazione con il leader mondiale in
soluzioni telematiche innovative AlfaEvolution e prevede una prima fase sperimentale con l’installazione dell’Agribox
sui veicoli di 150 giovani imprenditori e,
una volta rodato, l’estensione a tutti gli
agricoltori che ne fanno richiesta. Attraverso la registrazione delle informazioni, trasmesse in tempo reale a un centro
di controllo, lo strumento consente di
monitorare le attività svolte sui macchinari utilizzati e in caso di anomalie (malessere, furto, smarrimento,
incidente) permette un intervento tempestivo di assistenza. Il tema
della sicurezza sul lavoro nel settore primario è importante e la
necessità di partire dai veicoli agricoli è resa evidente anche dai dati
diffusi dall’Osservatorio il Centauro ASAPS, secondo cui nel periodo 2010-2015 i trattori sono rimasti coinvolti in 2.281 incidenti
90 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
Agricoltori
Italiani Cuneo
dove hanno perso la vita 1.073 persone e altre 1.501 sono rimaste
ferite. Situazione ancora più critica se si guarda solo al 2015: 434
incidenti (+11% rispetto ai 390 del 2014) con 192 morti (+6,1%
rispetto ai 181 morti del 2014) e 281 feriti (+9,3% rispetto ai 257
dell’anno precedente)”. “ Il Cipat/Cia a Cuneo, come in tutta Italia,
– segnala Silvio Chionetti- è da sempre attento alle criticità del
settore e negli anni ha profuso una serie di accorgimenti volti allo
sviluppo e all’innovazione dell’agricoltura italiana, che siano in grado di farla
stare al passo con i tempi.
La necessità di intraprendere questa strada trova conferma nelle stime dell’Istat
che evidenziano come nel triennio
2012-2014 in Italia solo il 44,6% delle
imprese con oltre 10 addetti abbia investito in attività finalizzate all’introduzione di logiche innovative.
Il quadro è reso ancor più desolante se
si considera che nei tre anni antecedenti (2010-2012) la percentuale era del
51,9%. Si è registrato quindi un calo
netto di oltre 7 punti percentuali. Proprio in questo “gap” di investimenti e idee innovative, si inserisce
il secondo progetto presentato in collaborazione con Vodafone:
un concorso sulla creatività digitale dedicato agli studenti iscritti a
corsi e classi di Istituti agrari che ha l’obiettivo di selezionare l’idea
che più di tutte si è distinta per innovazione dandole una progettualità realizzativa”.
Racca ha aperto le porte all’usato
Un’idea davvero particolare
e convincente, quella del
Gruppo Racca di Marene,
di fare un “porte aperte”
dedicato totalmente al mon-
qualità, quindi, tornato a
splendere in occasione della
manifestazione, accompagnato però da prezzi speciali
e condizioni vantaggiose;
protagonista della giornata:
a fare capolino ci hanno
pensato anche le numerose
macchine agricole nuove
e scintillanti, altrettanto
senza davvero imponente e
d’impatto. Tutto l’evento è
stato “condito” con un ricco
buffet offerto e con la grande partecipazione dello staff
valide sia economicamente,
sia tecnologicamente, per i
più esigenti; una tra tutte,
il nuovo New Holland
T7 315 con colorazione
dedicata specifica, una pre-
del Gruppo Racca messo
a disposizione per l’intera
giornata, che si è svolta al
meglio e con grande interesse del mondo agricolo e
non solo.
Inedita iniziativa del Gruppo di
Marene, lo scorso 19 novembre,
con un ventaglio di occasioni
a prezzo speciale, oltre alle
ultime novità del mercato
do dell’usato, in tutte le sue
sfaccettature, in tutte le sue
peculiarità e anche nelle sue
offerte, piuttosto interessanti, sabato 19 novembre
a Marene. Usato di buona
unite tutto ciò ad un abbondante afflusso di persone e
avrete un evento di successo, proprio come quello del
Gruppo Racca.
Non solo l’usato si è reso
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
91
92 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
93
94 L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
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L’imprenditore agricolo • Dicembre 2016
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