Cure gratis dopo l`operazione? Solo un mese

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Cure gratis dopo l`operazione? Solo un mese
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GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012
CRONACA
■ VII
TORINO
“Cure gratis dopo l’operazione? Solo un mese”
Il progetto di Monferino contestato dai sindacati e dall’assessore comunale Tisi
SARA STRIPPOLI
A REGIONE pagherà le cure post-dimissioni ospedaliere (in gergo dimissioni protette) solo per un mese.
Scattato il trentunesimo giorno,
il 50 per cento dei costi dovrebbe
essere sostenuto dal paziente,
che dopo due mesi verserà la
quota intera. Le condizioni
adesso sono diverse: la Regione
paga l’intera quota per due mesi
senza alcuna spesa per il malato
dimesso dopo un intervento in
ospedale. «Solo ipotesi», è per il
momento l’unico commento
dell’assessorato alla sanità.
La proposta è arrivata in bozza
in commissione sanità nei giorni
scorsi e discussa con le organizzazioni sindacali. Il documento
non piace però a Cgil-Cisl e Uil,
che ieri hanno diffuso un comu-
L
PIANO
Chi ha
bisogno di
cure dopo
l’operazione
le avrà gratis
per un
mese. Poi
pagherà il 50
per cento dei
costi.
In basso a
sinistra:
l’assessore
Paolo
Monferino
La polemica
Resta sempre incerto il futuro dell’ospedale anche per gli altri service, dall’oculistica all’ortopedia
Valdese, stop ai controlli al seno nel 2013
Al trentunesimo
giorno il paziente
dovrà sobbarcarsi
il 50 per cento
dei costi
nicato per lanciare l’allarme su
una revisione dei criteri che rischia di penalizzare fortemente
le famiglie. Non piace neppure
all’assessore all’assistenza di Palazzo Civico Elide Tisi, che dice di
essere molto preoccupata: «Ritengo che la proposta debba passare dalla Conferenza delle autonomie locali e quindi da un confronto con i Comuni che devono
esprimere un parere. È evidente
che un’ipotesi di questo tipo non
può essere condivisa perché rischia, soprattutto in un momento di difficoltà com’è quello attuale, di scaricare sui cittadini
una parte della spesa sanitaria,
che invece spetta alla Regione».
E aggiunge: « Penso che sia importante potenziare comunque
le attività territoriali, per questo
credo sia necessario un confronto approfondito. Per il momento
la voglio considerare soltanto
una bozza».
Per la segretaria regionale della Cisl Giovanna Ventura, le conseguenze di una delibera come
questa sarebbe evidente: «Alla fine questo è un modo per mandare il paziente a casa dopo un
mese, anche se avrebbe ancora
bisogno di cure. Mi pare chiaro
che la maggior parte delle famiglie deciderebbero di rinunciare
al secondo mese di ricovero».
Nel comunicato i sindacati parlano anche di una revisione prevista per le residenze per anziani:
«Si prevedono aumenti tariffari elencano - la diminuzione della
quota di compartecipazione del
sistema sanitario a scapito dell’utenza o del Comune nel caso
in cui il paziente non possa permettersi di pagare, la riduzione
del numero dei giorni». Si creeranno residenze di serie A e di serie B, avvertono i segretari regionali Laura Seidita della Cgil, Lorenzo Cestari della Uil e Ventura
della Cisl: «Il sistema sanitario
sarà peggiorato». La replica dell’assessorato su questo punto è
ferma: «Non si parla in alcun modo di aumenti tariffari. E per ora,
ribadiamo, si tratta soltanto di
ipotesi che sono in discussione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SSOCIAZIONI a tutela
dei pazienti come Gados (donne operate al
seno), sigle come Casa delle
donne e Almaterra. Insieme
con una rete di decine di sigle
associative sul territorio tornano a richiamare l’attenzione
sul domani dell’ospedale Valdese. La preoccupazione da
qualche tempo riguarda un
problema concreto per moltissime donne che si rivolgono alla struttura di via Silvio Pellico
per le mammografie di controllo dopo un tumore al seno.
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Proprio quella senologia che
l’assessore alla sanità Paolo
Monferino considera l’eccellenza del Valdese e vorrebbe
spostare alle Molinette per far
nascere un’unica “breast unit”
cittadina. In attesa che si conosca il futuro e che si chiariscano
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modalità e tempi, le prenotazioni per il periodo successivo
al 1° gennaio del 2013 sono
chiuse e nessuno per ora è in
grado di dare risposte certe a
chi vorrebbe continuare ad essere seguito dal Valdese. Tutto
il percorso della senologia sarà
Il caso
Industriali di Piemonte e Rhone Alpes
Tav, missione
a Strasburgo
per i project bond
ISSIONE a Strasburgo
oggi per gli industriali di
Piemonte e Rhones Alpes che, per la prima volta in una
delegazione unica, saranno al
Parlamento europeo. Con loro
anche il presidente dell'Osservatorio sulla Torino-Lione Mario
Virano e il presidente della Commissione intergovernativa Louis
Besson. La spedizione è guidata
da Transpadana, il comitato di industriali che promuove la Tav, e
dall'omologo d'oltralpe, Transalpine. Un matrimonio nel segno
dei comuni interessi per fare massa critica nei confronti dell'Europa alla vigilia della discussione sui
budget del periodo 2014-2020.
L'obiettivo è infatti quello di
sensibilizzare i parlarmentari europei che nelle prossime settimane inizieranno nelle commissioni
l'analisi dei bilanci dei prossimi
anni per decidere quali opere finanziare e con che budget. Da qui
l'esigenza di accendere un focus
sulla Tav e raccontare lo stato di
avanzamento dell'opera. La
lobby italo-francese chiederà che
per la Torino-Lione l'Europa contribuisca finanziando il 40 per
cento del costo del progetto, ovvero 3,3 milioni di euro, ma soprattutto che, per la prima volta,
su quest'opera si attivino i project
bond (che piacciono tanto a Francois Holland e Mario Monti, ma
sono per ora parecchio indigesti a
Angela Merkel), per favorire il finanziamento dell'opera da parte
delle malconce casse pubbliche,
ma anche per intercettare i capitali privati.
(mc.g.)
M
© RIPRODUZIONE RISERVATA
interrotto da gennaio, anche
gli interventi di chirurgia plastica dopo una ricostruzione
non ci saranno più e così le operazioni di chirurgia mammaria. Senza l’apporto della diagnostica e della chirurgia pure
il day hospital di oncologia sarà
fermo. «Un ospedale non può
essere considerato soltanto un
luogo - dice Giuliana Sarteur,
medico e presidente dell’Associazione Gados - un ruolo fondamentale la gioca l’accoglienza, il rapporto con il medico di fiducia, il percorso di chi si
affida a qualcuno. L’incertezza
pertanto è molto dannosa.
Stanno arrivando le segnalazioni sul disagio di chi non sa
come comportarsi quando dal
Cup si sente rispondere che
non si fanno prenotazioni dal
1° gennaio del prossimo anno.
È prevedibile che in una situazione di questo tipo sia il privato la soluzione che molte donne sono tentate di scegliere».
La scorsa settimana una rete di
associazioni si è riunita: l’obiettivo è un documento che
uscirà nei prossimi giorni in cui
Il medico Sarteur:
“Nell’incertezza
s’incrina anche
il rapporto
di fiducia”
si elencano i problemi e si chiedono risposte.
L’incertezza in realtà coinvolge tutti i service che lavorano all’ospedale di San Salvario:
oltre alla senologia, l’oculistica, la chirurgia plastica, l’ortopedia, la neurologia, la ginecologia, che segue anche la parte
di chirurgia alla mammella.
Per tutti, il contratto scade il 31
dicembre e nessuno al momento è in grado di dire cosa
succederà dal primo gennaio
del 2013 né cosa rispondere ai
pazienti che chiedono informazioni. Andrea Valli e Luigi
Fusi sono i responsabili del service di oculistica, 2300 interventi, 40mila visite all’anno.
Racconta: «Ho scritto a tutti in
assessorato per conoscere le
intenzioni sul futuro del nostro
servizio ma non ho avuto alcuna risposta».
(s.str.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
AL
LA STAMPA
GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012
Ovada e Appennino 67
OVADA. DA DOMANI IN OSPEDALE LA RIDUZIONE ESTIVA, MAI COSI’ ESTESA
Chirurgia è “in vacanza”
Si opererà solo il martedì
Il giovedì e il venerdì ambulatorio, negli altri giorni niente del tutto
GIAMPIERO CARBONE
OVADA
Da domani il reparto di Chirurgia dell’ospedale resterà
chiuso fino al 30 settembre
nell’ambito della «riconversione da ricovero ordinario
a day surgery», come recita
uno schema predisposto dall’Asl. Il reparto lavorerà «24
ore su 24» solo dalle 8 del
martedì alle 8 del mercoledì
e per interventi chirurgici
non troppo gravosi (già
un’appendicectomia è al limite). Il giovedì e il venerdì
sarà svolta solo attività di
ambulatorio, stop negli altri
giorni. Chi ha potuto leggere il documento ricorda che
il personale di Chirurgia in
questi mesi sarà impiegato
al Pronto Soccorso.
All’ospedale c’è chi sostiene che il documento dell’Asl sia un nuovo tentativo
di togliere il Pronto soccorso a Ovada: «Due anni fa è
stata ridotta l’attività di Radiologia, poi è toccato al laboratorio analisi. Temiamo
che il Pronto soccorso, con
la chiusura temporanea di
Chirurgia, sarà lasciato morire lentamente dall’interno. In estate ci sono però
molti villeggianti che inevitabilmente possono averne
bisogno. In caso di ricovero,
dove andranno? La tendenza sarà quella di accedere al
Pronto soccorso di altre città, facendo morire la nostra
Chirurgia».
In passato, era già emersa la possibilità di far diventare il Pronto soccorso ovadese un Punto di primo intervento, non adatto quindi
ad affrontare i casi più gravi, ipotesi alla quale si sono
opposti gli amministratori
locali. L’Asl non smentisce
l’esistenza dello schema sulla riconversione del reparto
ma si limita a far sapere che
«come ogni anno, in estate,
le attività ospedaliere programmabili di tutti gli ospedali dell’Asl Al prevedono
una riorganizzazione, che
contempera il calo di attività “d’elezione” (cioè quella
in cui la data dell’intervento
L’ospedale
Tornano
i timori
«Temiamo che
il Pronto
soccorso, con
la chiusura
temporanea
di Chirurgia,
sarà lasciato
morire
lentamente
dall’interno.
In estate ci
sono però
molti
villeggianti »
LA STORIA. SULLE PENDICI DEL FORTE
A Gavi si ricordano
gli eremiti-menestrelli
Come casa una grotta
Negli anni attorno
alla prima guerra
mondiale, in paese
solo per le feste
può essere scelta in accordo
tra medico e paziente) con la
necessità delle ferie estive
del personale». Una scelta
«che permette la presenza
regolare del personale nel
resto dell’anno. La rimodulazione delle attività sarà dal
15 giugno al 30 settembre
(con scansione temporale diversa a seconda dell’ospedale) e consentirà in ogni caso
di garantire un’assistenza
medica e infermieristica ottimali. In ogni caso sarà garantita l’assistenza per ogni
emergenza e urgenza e verranno affrontati e risolti i casi di urgenza differita».
Da Ovada ricordano che
in passato in estate l’attività
di chirurgia era limitata solo nei fine settimana di luglio e agosto.
CONCORSO SCOLASTICO
La ricetta dei ragazzi per rilanciare il territorio
Si chiama Manuela Minetti (foto) la studentessa del
liceo scientifico Blaise Pascal
di Ovada, vincitrice del concorso «Noi giovani ovadesi»,
organizzato dall’associazione
Resto (acronimo di Rilanciare
e sviluppare territorio ovadese). I ragazzi delle classi terze
del liceo hanno elaborato un
saggio breve con le proposte
concrete per il rilancio economico, sociale e culturale dell’Ovadese. Fra i tanti spunti di
riflessione emersi nei lavori
dei ragazzi, la mancanza di opportunità per i giovani della
zona e un basso tasso di occupazione, evidenziato invece il
I
GAVI. VICINO AL PARCO GIOCHI DI VIA ROMA
ruolo dell’agricoltura come
motore di rilancio territoriale
e l’esigenza di riportare il patrimonio culturale e ambientale al suo ruolo di prestigio attraverso il turismo. Il saggio
scritto da Manuela Minetti si
intitola «Ovada siamo noi!».
All’organizzazione del concorso hanno collaborato le professoresse Franca Barbero e Serena Garbarino.
[G. C.]
IMPOSTE. IL VOTO IN CONSIGLIO
Cade nella buca, ferita S. Cristoforo aumenta
vuole chiedere i danni “addizionale” e Tarsu
Gravi conseguenze per Olimpia Bianchini, di Milano, nonna di due nipoti abitanti a
Gavi, per una caduta vicino
al parco giochi comunale, in
via Roma.
La superficie in asfalto, con
rattoppi in cemento, è la causa
di contusioni per i bambini che
frequentano le attrezzature comunali. La donna, mentre seguiva un nipote, è rovinata a
terra per una buca, riportando
una sospetta frattura al ginocchio sinistro, un colpo di frusta
in seguito al quale ha dovuto
indossare un collare, ematomi
sul viso, contusione alla spalla
destra e al torace. Il tutto con
una prognosi di venti giorni,
La caverna-abitazione dei fratelli chiamatia caivlin-i
secondo i medici del Pronto soccorso di Novi. «E’ inammissibile
– dice – che i bambini debbano
giocare in quelle condizioni. Sia
loro che gli adulti continuamente rischiano di farsi male. Già
l’area giochi è nelle condizioni
che tutti conoscono per il fondo
in ghiaia e per la qualità dei giochi stessi. Lo spazio dove mi sono fatta male va messo in sicurezza oppure va chiuso».
La donna chiederà i danni
alla proprietà dell’area, la parrocchia di San Giacomo. Il
parroco don Gianni Pertica replica: «La superfice è a uso
pubblico. Siamo assicurati e
disponibili ad ascoltare la vittima dell’infortunio».
[G. C.]
A San Cristoforo aumentano
tassa rifiuti e addizionale Irpef. Il Consiglio comunale ha
approvato all’unanimità il bilancio di previsione 2012 introducendo gli incrementi. Il
più 10% per la Tarsu è motivato con la norma che prevede che il gettito complessivo
della tassa debba coprire per
intero i costi d’esercizio. Istituita nel 2007 nella misura
dello 0,3%, l’addizionale Irpef è stata confermata negli
anni successivi dal Comune.
Ora l’amministrazione comunale ha optato per un incremento che ha portato l’aliquota allo 0,6%. Una decisione necessaria, è stato detto
in Consiglio, «per poter disporre delle risorse finanziarie necessarie per far fronte alla normale attività dell’ente e per realizzare i programmi previsti
nel bilancio di previsione 2012.
Il mancato aumento renderebbe difficoltoso anche il mantenimento dei livelli minimi dei
servizi anche in considerazione dei numerosi tagli ai bilanci
comunali».
Sull’Imu il Comune ha deciso per ora di non fissare le aliquote: lo farà entro il 30 settembre nel caso siano necessarie aliquote diverse da quella
indicate dal governo, il 4 per
mille sulla prima casa e il 7,6
sulla seconda.
[G. C.]
Alcuni li ricordano seduti davanti all’oratorio dei Bianchi
intenti a vendere, dopo la
messa, i prodotti dell’orto e
qualche uovo, altri nel chiostro della chiesa di San Giacomo a raccontar filastrocche.
A Gavi la memoria dei caivlin-i c’è ancora, benché sia
passato quasi un secolo da
quando questi due fratelli decisero di vivere nella grotta
alle spalle del Forte. Grotta
che sorgeva nella vallata che
in dialetto viene chiamata
«ver li Fusè», cioè «verso il
Fossato», località di Monterotondo. Una grotta che probabilmente era stata una delle
tante cave dei secoli scorsi e
dove i due eremiti avevano ricavato un’abitazione con diverse stanze, ancora oggi visitabile seppure ovviamente
spoglia degli arredi e invasa
dalla terra trasportata a valle
dalla pioggia.
«A cavallo della Prima
guerra mondiale – racconta il
gaviese Mario Traverso – due
fratelli decisero di andare ad
abitare in questa caverna,
scavata chissà quando. Era
due contadini nati a Gavi che
lavoravano a giornata presso
altri. Lì avevano anche le galline». Il soprannome caivlin-i
deriva dal nome della roccia oggi utilizzata per le arrampicate, ciapun da caivela, cioè pietra della poiana o del gheppio».
«Il motivo per cui scelsero
di vivere come due eremiti?
Forse erano due misantropi –
dice ancora Traverso – ma se
oggi ‘’ver li Fusè’’ è un bosco,
all’epoca era una zona coltivata con orti e vigne sui pendii,
ricca di acqua, per cui gente
ne passava da quelle parti. E
poi nelle festività i due tornavano in paese con il vestito della festa. Nel chiostro di San
Giacomo raccontavano tante
filastrocche, di cui è rimasta
poca memoria. Se ne ricorda
solo una: ‘’in ta vale id vers li
Fusè u vegna su l’egua a branchè’’. E cioè ‘’nella loro valle
c’era tanta acqua da poterla
raccogliere con le mani’’».
La vallata del Neirone dietro al Forte aveva una particolarità rispetto al resto del corso del torrente, cioè Valle e
Pratolungo: era coltivata da
contadini proprietari, che avevano ottenuto i loro terreni,
piccoli e impervi, dalla confraternite dopo che per secoli i loro avi li avevano coltivati come
«perpetue», cioè superficie lasciate in affitto perpetuo, appunto. «Valle e Pratolungo –
conclude Traverso – erano invece zone proprietà dei latifondisti. Tutti i contadini erano
però accomunati da una cosa:
la ‘’campanetta” del convento
di Valle, che alle 11,30 fatta suonare fino al dopoguerra per indicare l’ora di pranzo. Questa
me la ricordo anch’io».
[G. C.]
AL
LA STAMPA
GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012
Novi Ligure 59
NOVI LIGURE. IL PM: «UN ATTO DOVUTO»
All’Ilva 4 dirigenti indagati
per la morte del capoturno
Si ricompatta il
fronte sindacale
e la Cgil invoca
«più sicurezza»
Sicurezza
La chiede
per l’Ilva
la Cgil funzione
pubblica
in una nota
che sancisce
una nuova
compattezza
sul fronte
sindacale
GINO FORTUNATO
NOVI LIGURE
Sono al momento 4 gli avvisi
di garanzia inviati ad altrettanti dirigenti dell’Ilva per
l’infortunio mortale al capoturno Pasquale La Rocca. I
nomi non sono ancora stati
resi noti dalla procura. «Un
atto dovuto» secondo il Pubblico ministero alessandrino, Francesca Rombolà, che
coordina l’inchiesta sull’incidente avvenuto la sera del 7
giugno.
Gli avvisi di garanzia sono il primo tassello giudiziario dell’inchiesta che sta seguendo diversi filoni. Il più significativo riguarda le condizioni di sicurezza nei reparti
Finiture e Spedizioni, nel
corridoio di collegamento
dei quali si è ribaltato il muletto condotto dal dipendente. Oltre alle responsabilità
soggettive, saranno valutate
le caratteristiche del carrello elevatore stesso, che pare
non fosse dotato di porte la-
terali di protezione, e della
rampa carrabile posta tra i
due reparti, punto del ribaltamento del mezzo, anch’essa
priva di barriere protettive o
altro sistema di sicurezza.
«Siamo di fronte all’ennesimo caso di morte sul luogo di
lavoro e questo non è accettabile - sostiene in un comunicato la Cgil funzione pubblica di
Novi -. Il dipendente deve essere messo in condizione di
svolgere la prestazione in totale sicurezza. Per questo rite-
TAR. SOSPESO STOP DEL COMUNE
niamo inaccettabile che l’Ilva
non abbia disposto l’immediata sospensione dell’attività,
doverosa sia dal punto di vista
morale e umano, sia per verificare immediatamente eventuali ulteriori condizioni di rischio. Occorre intervenire affinché il tema della salute e
della sicurezza siano una priorità strategica e condivisa,
una condizione imprescindibile di ogni scelta di innovazione
e qualità dello sviluppo, non dimenticando, altresì, il valore
più alto e cioè la garanzia del
rispetto della dignità e della
salute umana». Quest’ultimo
comunicato sottolinea il ricompattamento delle diverse
anime dei sindacati, che inizialmente non collimavano
sulla tesi della fermata immediata della fabbrica. Un esponente della Uil aveva parlato
di «mancanza di umanità» dei
vertici aziendali, le segreterie
territoriali avevano assunto
un atteggiamento più cauto e
prudente.
TERRE GIAROLO. CHIESTI SGRAVI SU IMU E TARSU
Tecnico del benessere “Aiuti fiscali ai negozi
tornerà ad esercitare nelle aree montane”
Il Tar ha sospeso la delibera di
giunta del Comune di Novi Ligure dell’11 gennaio che imponeva
al novese Angelo Bloisi, operatore in discipline bio-naturali, di
conformarsi a quanto prevede
la normativa della Regione, acquisendo la qualifica di estetista. L’uomo ha presentato ricorso chiedendo l’annullamento
del provvedimento, e prima la
sospensione. Secondo i giudici,
l’attività di Bloisi non è riconducibile a quella di massaggio estetico: «Il lavoro consiste in attività e pratiche che hanno per finalità il mantenimento del recupe-
ro dello stato di benessere della
persona, che non hanno né carattere di prestazioni sanitarie, né
quello di prestazioni estetiche».
Nell’ordinanza del Tar si dice
poi che «il termine assegnato dal
Comune al ricorrente per conformarsi alla disposizioni della Regione, acquisendo la qualifica di
estetista, è incongruo». Il tribunale ha così accolto la richiesta di sospensiva «fermo restando il potere-dovere del Comune di controllare che l’attività del ricorrente
non travalichi in ambiti per cui
egli non ha né formazione, né
competenza».
[G. C.]
La Comunità Montana Terre
del Giarolo vuole aiutare commercianti e piccoli artigiani dei
trenta piccoli Comuni della Val
Curone e della Val Borbera attraverso la defiscalizzazione. «Il
negozio - spiegano dall’ente - è
da sempre un punto di riferimento per la popolazione locale. Data la difficile situazione economica, i titolari hanno espresso la necessità di uno sgravio in materia
fiscale, sulla base di indicatori
geografici e sociali che identifichino la particolare situazione
delle attività». La delibera della
giunta della Comunità montana
propone un impegno degli amministratori locali ad alleggerire Tarsu e Imu. Richiede inoltre alla Regione una semplificazioneamministrativa e, per i Comuni, l’utilizzo
della tassa di scopo per attivare
misure a favore delle attività commerciali. Dicono inoltre dalla Comunità montana: «Per il commercio in aree montane venga stabilita solo una tassazione del 5% per i
giovani eliminando i troppi limiti,
prevedendo scaglioni di imposta
sostitutiva: fino a 30 mila euro il
5%,fino a 50 mila euro il 10% e al di
sopra una tassazione normale senza l’imposta sostitutiva».
[G. C.]
L’ospedale San Giacomo rallenta l’attività in estate
SAN GIACOMO. VISITA DEL NEO DIRETTORE ASL
“Il vostro ospedale ha
un Dea d’eccellenza
con 2,6 pazienti all’ora”
Scatta la riduzione
estiva dell’attività
per Chirurgia
e anche Pediatria
Servizi sanitari ridotti all’ospedale San Giacomo di
Novi, per circa 45 giorni dalla
metà di luglio. È stato programmato il blocco dell’attività di chirurgia ordinaria,
pur essendo garantiti gli interventi urgenti dal 15 luglio
alla fine di agosto. Questo fattore implicherà la riduzione
dei posti letto nell’area chirurgica e la diminuzione degli stessi nel «Day surgery».
La riduzione dei servizi riguarderà anche la Pediatria
che prevede l’attività per 12
ore (solo il ricovero diurno),
dalle 8 alle 20. Questi provvedimenti rientrano in un piano
di ottimizzazione delle risorse che riguardano il presidio
ospedaliero Novi-Tortona,
per dare modo ai dipendenti
di smaltire il piano ferie. Una
criticità attenuata, rispetto
all’anno passato, quando il
problema ferie si erano riflessi nel reparto di Ortopedia.
Ieri a Novi il neo direttore generale dell’Asl alessandrina,
Paolo Marforio, con il suo
staff ha tracciato un quadro
di allerta per quanto concerne il comparto sanitario che
si appresta a vivere una situazione economicamente difficile, in vista dei tagli imposti
dal Governo.
«Sarà una sfida riuscire a
offrire servizi appropriati e
di buona qualità, rendendoli
compatibili con le dotazioni
che possiamo permetterci
adesso - ha detto -. Siamo consci che la situazione non sia rosea, ma ci sforzeremo spendendo bene e appropriatamente i
soldi a nostra disposizione, eliminando doppioni e riducendo
gli acquisti. L’ospedale unificato Novi-Tortona è già un esempio di ottimizzazione, ma stiamo compiendo analisi votate
alla ricerca di efficacia, qualità
e sicurezza per fare anche di
Novi
un
presidio
di
“eccellenza”».
Sui tempi di attesa per le visite, ancora lunghissimi, e sulle problematiche del Dea lamentate negli ultimi tempi da
alcuni cittadini, Marforio ha
sottolineato l’importanza di arrivare in breve (entro agosto)
alla preparazione del nuovo
piano da redigere assieme all’Asl di Asti, curando l’aspetto
dei collegamenti di rete: «A Novi il dipartimento di emergenza e accettazione funziona in
maniera pregevole - ha proseguito -, rispettando le priorità
che implica questo servizio.
Non ci risultano quest’anno
proteste, in merito a presunti
disservizi. Consideriamo che
annualmente il Dea novese accoglie 26 mila accettazioni, pari a 2,6 passaggi ogni ora. Si
tratterà piuttosto di ridurre gli
accessi al Dea, indirizzando i
pazienti verso altre destinazioni mediche. Specialmente
quando si tratta di codici bianchi che possono essere trattati
dai medici di base. Questo sarà
uno dei punti di studio del piano che manterrà su due sedi
un Dea di primo livello». [G. FO.]