Cure gratis dopo l`operazione? Solo un mese
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Cure gratis dopo l`operazione? Solo un mese
llaa RReeppuubbbblliiccaa GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012 CRONACA ■ VII TORINO “Cure gratis dopo l’operazione? Solo un mese” Il progetto di Monferino contestato dai sindacati e dall’assessore comunale Tisi SARA STRIPPOLI A REGIONE pagherà le cure post-dimissioni ospedaliere (in gergo dimissioni protette) solo per un mese. Scattato il trentunesimo giorno, il 50 per cento dei costi dovrebbe essere sostenuto dal paziente, che dopo due mesi verserà la quota intera. Le condizioni adesso sono diverse: la Regione paga l’intera quota per due mesi senza alcuna spesa per il malato dimesso dopo un intervento in ospedale. «Solo ipotesi», è per il momento l’unico commento dell’assessorato alla sanità. La proposta è arrivata in bozza in commissione sanità nei giorni scorsi e discussa con le organizzazioni sindacali. Il documento non piace però a Cgil-Cisl e Uil, che ieri hanno diffuso un comu- L PIANO Chi ha bisogno di cure dopo l’operazione le avrà gratis per un mese. Poi pagherà il 50 per cento dei costi. In basso a sinistra: l’assessore Paolo Monferino La polemica Resta sempre incerto il futuro dell’ospedale anche per gli altri service, dall’oculistica all’ortopedia Valdese, stop ai controlli al seno nel 2013 Al trentunesimo giorno il paziente dovrà sobbarcarsi il 50 per cento dei costi nicato per lanciare l’allarme su una revisione dei criteri che rischia di penalizzare fortemente le famiglie. Non piace neppure all’assessore all’assistenza di Palazzo Civico Elide Tisi, che dice di essere molto preoccupata: «Ritengo che la proposta debba passare dalla Conferenza delle autonomie locali e quindi da un confronto con i Comuni che devono esprimere un parere. È evidente che un’ipotesi di questo tipo non può essere condivisa perché rischia, soprattutto in un momento di difficoltà com’è quello attuale, di scaricare sui cittadini una parte della spesa sanitaria, che invece spetta alla Regione». E aggiunge: « Penso che sia importante potenziare comunque le attività territoriali, per questo credo sia necessario un confronto approfondito. Per il momento la voglio considerare soltanto una bozza». Per la segretaria regionale della Cisl Giovanna Ventura, le conseguenze di una delibera come questa sarebbe evidente: «Alla fine questo è un modo per mandare il paziente a casa dopo un mese, anche se avrebbe ancora bisogno di cure. Mi pare chiaro che la maggior parte delle famiglie deciderebbero di rinunciare al secondo mese di ricovero». Nel comunicato i sindacati parlano anche di una revisione prevista per le residenze per anziani: «Si prevedono aumenti tariffari elencano - la diminuzione della quota di compartecipazione del sistema sanitario a scapito dell’utenza o del Comune nel caso in cui il paziente non possa permettersi di pagare, la riduzione del numero dei giorni». Si creeranno residenze di serie A e di serie B, avvertono i segretari regionali Laura Seidita della Cgil, Lorenzo Cestari della Uil e Ventura della Cisl: «Il sistema sanitario sarà peggiorato». La replica dell’assessorato su questo punto è ferma: «Non si parla in alcun modo di aumenti tariffari. E per ora, ribadiamo, si tratta soltanto di ipotesi che sono in discussione». © RIPRODUZIONE RISERVATA SSOCIAZIONI a tutela dei pazienti come Gados (donne operate al seno), sigle come Casa delle donne e Almaterra. Insieme con una rete di decine di sigle associative sul territorio tornano a richiamare l’attenzione sul domani dell’ospedale Valdese. La preoccupazione da qualche tempo riguarda un problema concreto per moltissime donne che si rivolgono alla struttura di via Silvio Pellico per le mammografie di controllo dopo un tumore al seno. PINARELLA (RA) ### CESENATICO ### A Hotel CHIARI Hotel ACACIA ALL INCLUSIVE. Ottima cucina. Scelta menù. Pesce sempre. Bambini gratis fino 2 anni. 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La spedizione è guidata da Transpadana, il comitato di industriali che promuove la Tav, e dall'omologo d'oltralpe, Transalpine. Un matrimonio nel segno dei comuni interessi per fare massa critica nei confronti dell'Europa alla vigilia della discussione sui budget del periodo 2014-2020. L'obiettivo è infatti quello di sensibilizzare i parlarmentari europei che nelle prossime settimane inizieranno nelle commissioni l'analisi dei bilanci dei prossimi anni per decidere quali opere finanziare e con che budget. Da qui l'esigenza di accendere un focus sulla Tav e raccontare lo stato di avanzamento dell'opera. La lobby italo-francese chiederà che per la Torino-Lione l'Europa contribuisca finanziando il 40 per cento del costo del progetto, ovvero 3,3 milioni di euro, ma soprattutto che, per la prima volta, su quest'opera si attivino i project bond (che piacciono tanto a Francois Holland e Mario Monti, ma sono per ora parecchio indigesti a Angela Merkel), per favorire il finanziamento dell'opera da parte delle malconce casse pubbliche, ma anche per intercettare i capitali privati. (mc.g.) M © RIPRODUZIONE RISERVATA interrotto da gennaio, anche gli interventi di chirurgia plastica dopo una ricostruzione non ci saranno più e così le operazioni di chirurgia mammaria. Senza l’apporto della diagnostica e della chirurgia pure il day hospital di oncologia sarà fermo. «Un ospedale non può essere considerato soltanto un luogo - dice Giuliana Sarteur, medico e presidente dell’Associazione Gados - un ruolo fondamentale la gioca l’accoglienza, il rapporto con il medico di fiducia, il percorso di chi si affida a qualcuno. L’incertezza pertanto è molto dannosa. Stanno arrivando le segnalazioni sul disagio di chi non sa come comportarsi quando dal Cup si sente rispondere che non si fanno prenotazioni dal 1° gennaio del prossimo anno. È prevedibile che in una situazione di questo tipo sia il privato la soluzione che molte donne sono tentate di scegliere». La scorsa settimana una rete di associazioni si è riunita: l’obiettivo è un documento che uscirà nei prossimi giorni in cui Il medico Sarteur: “Nell’incertezza s’incrina anche il rapporto di fiducia” si elencano i problemi e si chiedono risposte. L’incertezza in realtà coinvolge tutti i service che lavorano all’ospedale di San Salvario: oltre alla senologia, l’oculistica, la chirurgia plastica, l’ortopedia, la neurologia, la ginecologia, che segue anche la parte di chirurgia alla mammella. Per tutti, il contratto scade il 31 dicembre e nessuno al momento è in grado di dire cosa succederà dal primo gennaio del 2013 né cosa rispondere ai pazienti che chiedono informazioni. Andrea Valli e Luigi Fusi sono i responsabili del service di oculistica, 2300 interventi, 40mila visite all’anno. Racconta: «Ho scritto a tutti in assessorato per conoscere le intenzioni sul futuro del nostro servizio ma non ho avuto alcuna risposta». (s.str.) © RIPRODUZIONE RISERVATA AL LA STAMPA GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012 Ovada e Appennino 67 OVADA. DA DOMANI IN OSPEDALE LA RIDUZIONE ESTIVA, MAI COSI’ ESTESA Chirurgia è “in vacanza” Si opererà solo il martedì Il giovedì e il venerdì ambulatorio, negli altri giorni niente del tutto GIAMPIERO CARBONE OVADA Da domani il reparto di Chirurgia dell’ospedale resterà chiuso fino al 30 settembre nell’ambito della «riconversione da ricovero ordinario a day surgery», come recita uno schema predisposto dall’Asl. Il reparto lavorerà «24 ore su 24» solo dalle 8 del martedì alle 8 del mercoledì e per interventi chirurgici non troppo gravosi (già un’appendicectomia è al limite). Il giovedì e il venerdì sarà svolta solo attività di ambulatorio, stop negli altri giorni. Chi ha potuto leggere il documento ricorda che il personale di Chirurgia in questi mesi sarà impiegato al Pronto Soccorso. All’ospedale c’è chi sostiene che il documento dell’Asl sia un nuovo tentativo di togliere il Pronto soccorso a Ovada: «Due anni fa è stata ridotta l’attività di Radiologia, poi è toccato al laboratorio analisi. Temiamo che il Pronto soccorso, con la chiusura temporanea di Chirurgia, sarà lasciato morire lentamente dall’interno. In estate ci sono però molti villeggianti che inevitabilmente possono averne bisogno. In caso di ricovero, dove andranno? La tendenza sarà quella di accedere al Pronto soccorso di altre città, facendo morire la nostra Chirurgia». In passato, era già emersa la possibilità di far diventare il Pronto soccorso ovadese un Punto di primo intervento, non adatto quindi ad affrontare i casi più gravi, ipotesi alla quale si sono opposti gli amministratori locali. L’Asl non smentisce l’esistenza dello schema sulla riconversione del reparto ma si limita a far sapere che «come ogni anno, in estate, le attività ospedaliere programmabili di tutti gli ospedali dell’Asl Al prevedono una riorganizzazione, che contempera il calo di attività “d’elezione” (cioè quella in cui la data dell’intervento L’ospedale Tornano i timori «Temiamo che il Pronto soccorso, con la chiusura temporanea di Chirurgia, sarà lasciato morire lentamente dall’interno. In estate ci sono però molti villeggianti » LA STORIA. SULLE PENDICI DEL FORTE A Gavi si ricordano gli eremiti-menestrelli Come casa una grotta Negli anni attorno alla prima guerra mondiale, in paese solo per le feste può essere scelta in accordo tra medico e paziente) con la necessità delle ferie estive del personale». Una scelta «che permette la presenza regolare del personale nel resto dell’anno. La rimodulazione delle attività sarà dal 15 giugno al 30 settembre (con scansione temporale diversa a seconda dell’ospedale) e consentirà in ogni caso di garantire un’assistenza medica e infermieristica ottimali. In ogni caso sarà garantita l’assistenza per ogni emergenza e urgenza e verranno affrontati e risolti i casi di urgenza differita». Da Ovada ricordano che in passato in estate l’attività di chirurgia era limitata solo nei fine settimana di luglio e agosto. CONCORSO SCOLASTICO La ricetta dei ragazzi per rilanciare il territorio Si chiama Manuela Minetti (foto) la studentessa del liceo scientifico Blaise Pascal di Ovada, vincitrice del concorso «Noi giovani ovadesi», organizzato dall’associazione Resto (acronimo di Rilanciare e sviluppare territorio ovadese). I ragazzi delle classi terze del liceo hanno elaborato un saggio breve con le proposte concrete per il rilancio economico, sociale e culturale dell’Ovadese. Fra i tanti spunti di riflessione emersi nei lavori dei ragazzi, la mancanza di opportunità per i giovani della zona e un basso tasso di occupazione, evidenziato invece il I GAVI. VICINO AL PARCO GIOCHI DI VIA ROMA ruolo dell’agricoltura come motore di rilancio territoriale e l’esigenza di riportare il patrimonio culturale e ambientale al suo ruolo di prestigio attraverso il turismo. Il saggio scritto da Manuela Minetti si intitola «Ovada siamo noi!». All’organizzazione del concorso hanno collaborato le professoresse Franca Barbero e Serena Garbarino. [G. C.] IMPOSTE. IL VOTO IN CONSIGLIO Cade nella buca, ferita S. Cristoforo aumenta vuole chiedere i danni “addizionale” e Tarsu Gravi conseguenze per Olimpia Bianchini, di Milano, nonna di due nipoti abitanti a Gavi, per una caduta vicino al parco giochi comunale, in via Roma. La superficie in asfalto, con rattoppi in cemento, è la causa di contusioni per i bambini che frequentano le attrezzature comunali. La donna, mentre seguiva un nipote, è rovinata a terra per una buca, riportando una sospetta frattura al ginocchio sinistro, un colpo di frusta in seguito al quale ha dovuto indossare un collare, ematomi sul viso, contusione alla spalla destra e al torace. Il tutto con una prognosi di venti giorni, La caverna-abitazione dei fratelli chiamatia caivlin-i secondo i medici del Pronto soccorso di Novi. «E’ inammissibile – dice – che i bambini debbano giocare in quelle condizioni. Sia loro che gli adulti continuamente rischiano di farsi male. Già l’area giochi è nelle condizioni che tutti conoscono per il fondo in ghiaia e per la qualità dei giochi stessi. Lo spazio dove mi sono fatta male va messo in sicurezza oppure va chiuso». La donna chiederà i danni alla proprietà dell’area, la parrocchia di San Giacomo. Il parroco don Gianni Pertica replica: «La superfice è a uso pubblico. Siamo assicurati e disponibili ad ascoltare la vittima dell’infortunio». [G. C.] A San Cristoforo aumentano tassa rifiuti e addizionale Irpef. Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità il bilancio di previsione 2012 introducendo gli incrementi. Il più 10% per la Tarsu è motivato con la norma che prevede che il gettito complessivo della tassa debba coprire per intero i costi d’esercizio. Istituita nel 2007 nella misura dello 0,3%, l’addizionale Irpef è stata confermata negli anni successivi dal Comune. Ora l’amministrazione comunale ha optato per un incremento che ha portato l’aliquota allo 0,6%. Una decisione necessaria, è stato detto in Consiglio, «per poter disporre delle risorse finanziarie necessarie per far fronte alla normale attività dell’ente e per realizzare i programmi previsti nel bilancio di previsione 2012. Il mancato aumento renderebbe difficoltoso anche il mantenimento dei livelli minimi dei servizi anche in considerazione dei numerosi tagli ai bilanci comunali». Sull’Imu il Comune ha deciso per ora di non fissare le aliquote: lo farà entro il 30 settembre nel caso siano necessarie aliquote diverse da quella indicate dal governo, il 4 per mille sulla prima casa e il 7,6 sulla seconda. [G. C.] Alcuni li ricordano seduti davanti all’oratorio dei Bianchi intenti a vendere, dopo la messa, i prodotti dell’orto e qualche uovo, altri nel chiostro della chiesa di San Giacomo a raccontar filastrocche. A Gavi la memoria dei caivlin-i c’è ancora, benché sia passato quasi un secolo da quando questi due fratelli decisero di vivere nella grotta alle spalle del Forte. Grotta che sorgeva nella vallata che in dialetto viene chiamata «ver li Fusè», cioè «verso il Fossato», località di Monterotondo. Una grotta che probabilmente era stata una delle tante cave dei secoli scorsi e dove i due eremiti avevano ricavato un’abitazione con diverse stanze, ancora oggi visitabile seppure ovviamente spoglia degli arredi e invasa dalla terra trasportata a valle dalla pioggia. «A cavallo della Prima guerra mondiale – racconta il gaviese Mario Traverso – due fratelli decisero di andare ad abitare in questa caverna, scavata chissà quando. Era due contadini nati a Gavi che lavoravano a giornata presso altri. Lì avevano anche le galline». Il soprannome caivlin-i deriva dal nome della roccia oggi utilizzata per le arrampicate, ciapun da caivela, cioè pietra della poiana o del gheppio». «Il motivo per cui scelsero di vivere come due eremiti? Forse erano due misantropi – dice ancora Traverso – ma se oggi ‘’ver li Fusè’’ è un bosco, all’epoca era una zona coltivata con orti e vigne sui pendii, ricca di acqua, per cui gente ne passava da quelle parti. E poi nelle festività i due tornavano in paese con il vestito della festa. Nel chiostro di San Giacomo raccontavano tante filastrocche, di cui è rimasta poca memoria. Se ne ricorda solo una: ‘’in ta vale id vers li Fusè u vegna su l’egua a branchè’’. E cioè ‘’nella loro valle c’era tanta acqua da poterla raccogliere con le mani’’». La vallata del Neirone dietro al Forte aveva una particolarità rispetto al resto del corso del torrente, cioè Valle e Pratolungo: era coltivata da contadini proprietari, che avevano ottenuto i loro terreni, piccoli e impervi, dalla confraternite dopo che per secoli i loro avi li avevano coltivati come «perpetue», cioè superficie lasciate in affitto perpetuo, appunto. «Valle e Pratolungo – conclude Traverso – erano invece zone proprietà dei latifondisti. Tutti i contadini erano però accomunati da una cosa: la ‘’campanetta” del convento di Valle, che alle 11,30 fatta suonare fino al dopoguerra per indicare l’ora di pranzo. Questa me la ricordo anch’io». [G. C.] AL LA STAMPA GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2012 Novi Ligure 59 NOVI LIGURE. IL PM: «UN ATTO DOVUTO» All’Ilva 4 dirigenti indagati per la morte del capoturno Si ricompatta il fronte sindacale e la Cgil invoca «più sicurezza» Sicurezza La chiede per l’Ilva la Cgil funzione pubblica in una nota che sancisce una nuova compattezza sul fronte sindacale GINO FORTUNATO NOVI LIGURE Sono al momento 4 gli avvisi di garanzia inviati ad altrettanti dirigenti dell’Ilva per l’infortunio mortale al capoturno Pasquale La Rocca. I nomi non sono ancora stati resi noti dalla procura. «Un atto dovuto» secondo il Pubblico ministero alessandrino, Francesca Rombolà, che coordina l’inchiesta sull’incidente avvenuto la sera del 7 giugno. Gli avvisi di garanzia sono il primo tassello giudiziario dell’inchiesta che sta seguendo diversi filoni. Il più significativo riguarda le condizioni di sicurezza nei reparti Finiture e Spedizioni, nel corridoio di collegamento dei quali si è ribaltato il muletto condotto dal dipendente. Oltre alle responsabilità soggettive, saranno valutate le caratteristiche del carrello elevatore stesso, che pare non fosse dotato di porte la- terali di protezione, e della rampa carrabile posta tra i due reparti, punto del ribaltamento del mezzo, anch’essa priva di barriere protettive o altro sistema di sicurezza. «Siamo di fronte all’ennesimo caso di morte sul luogo di lavoro e questo non è accettabile - sostiene in un comunicato la Cgil funzione pubblica di Novi -. Il dipendente deve essere messo in condizione di svolgere la prestazione in totale sicurezza. Per questo rite- TAR. SOSPESO STOP DEL COMUNE niamo inaccettabile che l’Ilva non abbia disposto l’immediata sospensione dell’attività, doverosa sia dal punto di vista morale e umano, sia per verificare immediatamente eventuali ulteriori condizioni di rischio. Occorre intervenire affinché il tema della salute e della sicurezza siano una priorità strategica e condivisa, una condizione imprescindibile di ogni scelta di innovazione e qualità dello sviluppo, non dimenticando, altresì, il valore più alto e cioè la garanzia del rispetto della dignità e della salute umana». Quest’ultimo comunicato sottolinea il ricompattamento delle diverse anime dei sindacati, che inizialmente non collimavano sulla tesi della fermata immediata della fabbrica. Un esponente della Uil aveva parlato di «mancanza di umanità» dei vertici aziendali, le segreterie territoriali avevano assunto un atteggiamento più cauto e prudente. TERRE GIAROLO. CHIESTI SGRAVI SU IMU E TARSU Tecnico del benessere “Aiuti fiscali ai negozi tornerà ad esercitare nelle aree montane” Il Tar ha sospeso la delibera di giunta del Comune di Novi Ligure dell’11 gennaio che imponeva al novese Angelo Bloisi, operatore in discipline bio-naturali, di conformarsi a quanto prevede la normativa della Regione, acquisendo la qualifica di estetista. L’uomo ha presentato ricorso chiedendo l’annullamento del provvedimento, e prima la sospensione. Secondo i giudici, l’attività di Bloisi non è riconducibile a quella di massaggio estetico: «Il lavoro consiste in attività e pratiche che hanno per finalità il mantenimento del recupe- ro dello stato di benessere della persona, che non hanno né carattere di prestazioni sanitarie, né quello di prestazioni estetiche». Nell’ordinanza del Tar si dice poi che «il termine assegnato dal Comune al ricorrente per conformarsi alla disposizioni della Regione, acquisendo la qualifica di estetista, è incongruo». Il tribunale ha così accolto la richiesta di sospensiva «fermo restando il potere-dovere del Comune di controllare che l’attività del ricorrente non travalichi in ambiti per cui egli non ha né formazione, né competenza». [G. C.] La Comunità Montana Terre del Giarolo vuole aiutare commercianti e piccoli artigiani dei trenta piccoli Comuni della Val Curone e della Val Borbera attraverso la defiscalizzazione. «Il negozio - spiegano dall’ente - è da sempre un punto di riferimento per la popolazione locale. Data la difficile situazione economica, i titolari hanno espresso la necessità di uno sgravio in materia fiscale, sulla base di indicatori geografici e sociali che identifichino la particolare situazione delle attività». La delibera della giunta della Comunità montana propone un impegno degli amministratori locali ad alleggerire Tarsu e Imu. Richiede inoltre alla Regione una semplificazioneamministrativa e, per i Comuni, l’utilizzo della tassa di scopo per attivare misure a favore delle attività commerciali. Dicono inoltre dalla Comunità montana: «Per il commercio in aree montane venga stabilita solo una tassazione del 5% per i giovani eliminando i troppi limiti, prevedendo scaglioni di imposta sostitutiva: fino a 30 mila euro il 5%,fino a 50 mila euro il 10% e al di sopra una tassazione normale senza l’imposta sostitutiva». [G. C.] L’ospedale San Giacomo rallenta l’attività in estate SAN GIACOMO. VISITA DEL NEO DIRETTORE ASL “Il vostro ospedale ha un Dea d’eccellenza con 2,6 pazienti all’ora” Scatta la riduzione estiva dell’attività per Chirurgia e anche Pediatria Servizi sanitari ridotti all’ospedale San Giacomo di Novi, per circa 45 giorni dalla metà di luglio. È stato programmato il blocco dell’attività di chirurgia ordinaria, pur essendo garantiti gli interventi urgenti dal 15 luglio alla fine di agosto. Questo fattore implicherà la riduzione dei posti letto nell’area chirurgica e la diminuzione degli stessi nel «Day surgery». La riduzione dei servizi riguarderà anche la Pediatria che prevede l’attività per 12 ore (solo il ricovero diurno), dalle 8 alle 20. Questi provvedimenti rientrano in un piano di ottimizzazione delle risorse che riguardano il presidio ospedaliero Novi-Tortona, per dare modo ai dipendenti di smaltire il piano ferie. Una criticità attenuata, rispetto all’anno passato, quando il problema ferie si erano riflessi nel reparto di Ortopedia. Ieri a Novi il neo direttore generale dell’Asl alessandrina, Paolo Marforio, con il suo staff ha tracciato un quadro di allerta per quanto concerne il comparto sanitario che si appresta a vivere una situazione economicamente difficile, in vista dei tagli imposti dal Governo. «Sarà una sfida riuscire a offrire servizi appropriati e di buona qualità, rendendoli compatibili con le dotazioni che possiamo permetterci adesso - ha detto -. Siamo consci che la situazione non sia rosea, ma ci sforzeremo spendendo bene e appropriatamente i soldi a nostra disposizione, eliminando doppioni e riducendo gli acquisti. L’ospedale unificato Novi-Tortona è già un esempio di ottimizzazione, ma stiamo compiendo analisi votate alla ricerca di efficacia, qualità e sicurezza per fare anche di Novi un presidio di “eccellenza”». Sui tempi di attesa per le visite, ancora lunghissimi, e sulle problematiche del Dea lamentate negli ultimi tempi da alcuni cittadini, Marforio ha sottolineato l’importanza di arrivare in breve (entro agosto) alla preparazione del nuovo piano da redigere assieme all’Asl di Asti, curando l’aspetto dei collegamenti di rete: «A Novi il dipartimento di emergenza e accettazione funziona in maniera pregevole - ha proseguito -, rispettando le priorità che implica questo servizio. Non ci risultano quest’anno proteste, in merito a presunti disservizi. Consideriamo che annualmente il Dea novese accoglie 26 mila accettazioni, pari a 2,6 passaggi ogni ora. Si tratterà piuttosto di ridurre gli accessi al Dea, indirizzando i pazienti verso altre destinazioni mediche. Specialmente quando si tratta di codici bianchi che possono essere trattati dai medici di base. Questo sarà uno dei punti di studio del piano che manterrà su due sedi un Dea di primo livello». [G. FO.]