Una risposta da cinque cittá europee
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Una risposta da cinque cittá europee
I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA Una risposta da cinque cittá europee Ringraziamenti Un ringraziamento va a tutti i colleghi di EUROCITIES-NLAO : Città di Bologna (Nicoletta Ratini), Istituto per la Ricerca Sociale (IRS) Bologna (Flavia Pesce), Città di Praga (Marketa Voborova, Katerina Alincova), Città di Rotterdam (Jos Maaskant, Kris Luijsterburg e Diana van Dijk), Consiglio Comunale di Southampton (Christopher Hawker e Su Mihelic) e Città di Stoccolma (Anna Mattsson, Christina Grönberg e Maria Andersson). Un ringraziamento va inoltre a tutte le persone che hanno partecipato ai nostri eventi e che hanno fornito commenti, integrazioni e riscontri al nostro lavoro. Grazie anche ai colleghi di EUROCITIES: Daniela Amadio, Susana Forjan, Silvia Ganzerla, Simon Güntner, Vanda Knowles e Silke Moschitz per il loro orientamento e sostegno. Autore Anke Thiel, EUROCITIES EUROCITIES Eurocities è una rete di oltre 140 principali città europee. EUROCITIES dà voce alle città in Europa, impegnandosi in un dialogo con le istituzioni europee su tutti gli aspetti della legislazione europea, delle politiche e dei programmi che hanno un impatto sulla città e sui loro cittadini. EUROCITIES fornisce ai suoi membri una piattaforma per la condivisione di conoscenze e di idee, e per analizzare e sviluppare insieme soluzioni innovative a problemi comuni. Nel campo che riguarda l'integrazione, tre gruppi di lavoro composti da specialisti di diverse città lavorano insieme su temi quali le politiche abitative, i senza fissa dimora e l'occupazione. www.eurocities.eu Design Fuel. www.fueldesign.be COPYRIGHT 2010 EUROCITIES asbl, Bruxelles, Belgio per conto dei partner del progetto NLAO. Chiunque desideri citare qualsiasi parte di questa pubblicazione, è pregato di fare riferimento al suo titolo e alle organizzazioni di authoring. -1 Indice 1. Premessa 2 2. L’inclusione attiva europea 2.1 I concetti chiave della strategia dell’inclusione attiva 2.1.1 I servizi sociali come pilastro dell’inclusione attiva 2.1.2 Quali gruppi sociali sono “esclusi dal mercato del lavoro”? 4 6 6 8 3. Lo stato sociale e il ruolo delle città nell’erogazione dei servizi sociali 10 4. L’inclusione attiva tramite i servizi abitativi e del lavoro/ di formazione 17 4.1 Il ruolo dell’edilizia abitativa, del lavoro e della formazione nell’inclusione attiva 17 4.1.1 Edilizia abitativa e inclusione attiva 17 4.1.2 Lavoro, formazione e inclusione attiva 18 4.2 Politica e gestione dei servizi abitativi e del lavoro/ di formazione 19 4.2.1 Politica e gestione dell’edilizia abitativa pubblica/ sociale 19 Linee strategiche nell’edilizia abitativa pubblica/ sociale 19 Programmi di gestione nell’edilizia abitativa pubblica/ sociale 20 4.2.2 Politica e gestione dei servizi abitativi di sostegno 21 Linee strategiche nei piani abitativi di sostegno 21 Programmi di gestione nei piani abitativi di sostegno 22 4.2.3 Politica e gestione dei servizi del lavoro e della formazione 23 Linee strategiche nell’erogazione di servizi del lavoro e di formazione 23 Programmi di gestione per l’erogazione di servizi del lavoro/ di formazione 24 Riassunto sul ruolo dei Comuni nell’erogazione dei servizi di edilizia abitativa e del lavoro 28 4.3 Attuazione di politiche di inclusione attiva a livello locale 29 4.3.1 Equità per quanto riguarda l’accessibilità e l’economicità del servizio 29 4.3.2 Equità nell’accesso al servizio e nell’erogazione del servizio 31 4.3.3 Qualità del servizio: qualifiche dello staff, condizioni di lavoro e infrastruttura fisica 33 4.3.4 Qualità nella fornitura del servizio: coordinamento e integrazione dei servizi 34 4.3.5 Coinvolgimento degli utenti e linee di intervento personalizzate 39 4.3.6 Monitoraggio, valutazione e condivisione di esempi di buona prassi 43 5. Conclusioni 46 Glossario 49 Indice dei riquadri e delle tabelle 49 Bibliografia 50 2 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee 1 Premessa Le città svolgono un ruolo fondamentale nella fornitura dei servizi sociali come l’edilizia abitativa sociale o servizi di assistenza sociale. Grazie al loro ruolo di responsabili politici e fornitori di servizi esse sono coinvolte in tutto il ciclo della fornitura dei servizi, dall’assegnazione dei servizi stessi e dall’aggiudicazione degli appalti fino alla fornitura e alla valutazione. Inoltre le città svolgono un importante ruolo di adattamento delle strategie europee, ad es. la strategia dell’inclusione attiva1 e le strategie nazionali, agli specifici bisogni e realtà dei loro territori. È, infine, a livello locale che vengono attuate politiche finalizzate all’implementazione di strategie europee e nazionali. Pertanto le città sono in un’ottima posizione per monitorare l’attuazione della politica di inclusione attiva, in particolare per quanto riguarda il terzo pilastro sui servizi sociali. Il presente rapporto intende far sì che l’esperienza locale nell’ambito dell’inclusione sociale sia messa a disposizione dei responsabili delle decisioni politiche a livello europeo, nazionale e locale. Esso sottolinea la prospettiva degli attori locali sulle tendenze sociali e discute sullo sviluppo delle politiche, presentando sia le sfide che i successi per la progettazione e la fornitura di servizi locali. Il rapporto si concentra sui servizi di edilizia abitativa e del lavoro/formazione come esempi per esaminare il ruolo dei servizi sociali per l’inclusione di persone particolarmente vulnerabili, ed è frutto del lavoro della rete EUROCITIES degli Osservatori Locali sull’Inclusione Attiva (EUROCITIES –NLAO), una rete di cinque città che hanno istituito Osservatori Locali sull’Inclusione Attiva (LAO) all’interno della loro amministrazione cittadina. Nell’ambito del progetto EUROCITIES-NLAO e nel loro ruolo di Osservatori Locali, le città di Bologna (Italia), Praga (Repubblica Ceca), Rotterdam (Paesi Bassi), Stoccolma (Svezia) e Southampton (Regno Unito) svolgono ricerche sull’attuazione di politiche a livello locale, concentrandosi in particolare sulla fornitura di servizi sociali. 1 La strategia di inclusione attiva è spiegata nel Capitolo 2. -3 Il progetto EUROCITIES-NLAO è suddiviso in due aree di ricerca: la prima si concentra sul ruolo dei servizi di edilizia abitativa (edilizia abitativa sociale e di sostegno), la seconda prende in esame i servizi del lavoro e di formazione. Il progetto è coordinato da EUROCITIES, la rete di importanti città europee. EUROCITIES-NLAO è un progetto pilota attivo da marzo del 2009 ad agosto del 2010, ed è cofinanziato dalla Direzione Generale per l’Occupazione, gli Affari Sociali e le Pari opportunità della Commissione Europea. Questo rapporto europeo si basa sui Rapporti Nazionali LAO2 che analizzano i servizi di edilizia abitativa e del lavoro nei loro Paesi, dal punto di vista della città.3 Inoltre il confronto a livello europeo si basa sulla revisione della letteratura e sul contributo fornito dal workshop europeo che ha coinvolto diversi stakeholders che ha avuto luogo nell’ottobre del 2009. Le informazioni sono completate da risultati di discussioni tra partner delle città del progetto EUROCITIESNLAO e l’ufficio EUROCITIES di Bruxelles, avvenute durante vari workshop per tutta la durata del progetto.4 Nel Capitolo 2 il rapporto presenta gli sforzi dell’UE e degli Stati membri nell’attuazione dell’inclusione sociale e il ruolo della strategia di inclusione attiva, adottata di recente. Inoltre il rapporto cerca di definire ulteriormente i concetti fondamentali di questa strategia, ossia il gruppo target e il ruolo dei servizi sociali all’interno della strategia stessa. Il Capitolo 3 descrive in maniera generale lo stato sociale e la fornitura dei servizi sociali nei cinque Paesi LAO, concentrandosi in particolare sul ruolo dei Comuni, illustrato tramite esempi di città LAO. Il Capitolo 4 esamina i servizi di edilizia abitativa e del lavoro/ di formazione, come esempi di servizi sociali, e il loro ruolo nell’inclusione attiva, analizzando gli ambiti politici e istituzionali di questi servizi e concentrandosi soprattutto sul ruolo dei Comuni. Successivamente il capitolo analizza le sfide e le pratiche relativamente ai servizi di edilizia abitativa e del lavoro a livello locale, illustrandole con pratiche locali di città LAO e altre città. Inoltre esso valuta in che modo la pratica locale rispetta i principi di qualità concordati a livello dell’UE e identifica le sfide nell’attuazione di tali principi. Il Capitolo 5 conclude con i risultati del rapporto. 2 I Rapporti Nazionali sono disponibili all’indirizzo www.eurocities-nlao.eu. 3 A seconda del Paese, i rapporti hanno un diverso ambito geografico. Ad esempio, a causa delle notevoli differenze legislative, normative e sociali, il rapporto italiano analizza soprattutto la situazione in Emilia Romagna. 4 I documenti che rispecchiano tali discussioni sono disponibili sul sito www.eurocities-nlao.eu. 4 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee 2 L’inclusione attiva europea Nonostante vi siano notevoli differenze tra i sistemi di welfare sociale in Europa, gli Stati membri devono affrontare sfide comuni come il cambiamento demografico, la migrazione o la recente recessione economica, tutte sfide che richiedono risposte coordinate. L’Unione Europea fornisce dal 2000 un quadro di riferimento per lo sviluppo di strategie nazionali e per il coordinamento a livello di politiche tra gli Stati dell’UE, per affrontare le problematiche della povertà e dell’esclusione sociale. Il cosiddetto Metodo Aperto di Coordinamento (OMC) sociale è un approccio “morbido” al coordinamento intergovernativo di politiche, in base al quale le decisioni politiche rimangono a livello nazionale e la cooperazione è volontaria.5 Nell’ambito dell’inclusione sociale le azioni dell’UE sono finalizzate a combattere la povertà e l’esclusione sociale, a riformare i sistemi di welfare sociale tramite un sistema di apprendimento reciproco, ad affrontare sfide attuali quali il cambiamento demografico e a redigere regolarmente rapporti con dati che sono direttamente comparabili in tutta l’UE.6 Comunque, nonostante i progressi compiuti, persistono alti livelli di povertà e di esclusione dal mercato del lavoro e, secondo la CE, “ le politiche nazionali non hanno sempre trovato la risposta adeguata alla situazione sempre più complessa, caratterizzata da vari svantaggi che colpiscono persone vulnerabili escluse dal mercato del lavoro.”7 In risposta a ciò e in seguito a consultazioni con soggetti interessati, nell’ottobre del 2008 la Commissione Europea (CE) ha creato, come primo atto giuridico nell’ambito dell’inclusione sociale, la strategia8 dell’Inclusione Attiva, intesa come un approccio integrato per fronteggiare la povertà e l’esclusione sociale. A tale iniziativa sono seguite Conclusioni del Consiglio9 e una Risoluzione del Parlamento Europeo.10 Questo approccio ha lo scopo di “facilitare l’integrazione in un sistema di occupazione sostenibile e di qualità per persone in grado di lavorare e fornire le risorse sufficienti per vivere in condizioni dignitose, al contempo fornendo un sostegno per la partecipazione sociale per le persone che non sono in grado di farlo”.11 Quindi la CE riconosce che l’occupazione attraverso la partecipazione al mercato tradizionale del lavoro non è possibile per tutti, in particolare per quelle “persone maggiormente lontane dal mercato del lavoro”. 5P er ulteriori informazioni sull’OMC sociale consultare EUROCITIES: The EU Social Protection and Social Inclusion Process 2008-2010: What’s in it for local practitioners? 6 Sito Web della CE: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=en&catId=750. 7 COM(2008) 639 finale. 8 Raccomandazione 2008/867/CE. 9 Conclusioni del Consiglio sui principi comuni di inclusione attiva per combattere più efficacemente la povertà, 17 dic 2008. 10 Risoluzione del Parlamento Europeo sull’inclusione attiva di persone escluse dal mercato del lavoro, 6 maggio 2009. 11 Raccomandazione 2008/867/CE. -5 / Diagramma 1 / / Coordinamento delle politiche nell’ambito della strategia dell’inclusione attiva / Coordinamento delle politiche a tutti i livelli di governo Coordinamento delle politiche Sostegno adeguato al reddito Mercati del lavoro inclusivi Accesso a servizi di qualità La strategia di Inclusione Attiva comprende tre pilastri come prerequisiti per l’integrazione: un adeguato sostegno al reddito, mercati del lavoro inclusivi e l’accesso a servizi di qualità (vedi Diagramma 1). Inoltre la CE sottolinea l’importanza del coordinamento tra questi pilastri e a tutti i livelli governativi (europeo, nazionale, regionale e locale), in quanto elemento fondamentale della strategia di lavoro. Il riquadro 1 fornisce una visione d’insieme dei documenti chiave sulla strategia dell’ “inclusione attiva”. /R iquadro 1 / / Inclusione attiva – documenti principali / •R isoluzione del Parlamento Europeo sull’inclusione attiva di persone escluse dal mercato del lavoro, 6 maggio 2009 • Conclusioni del Consiglio sui principi comuni di inclusione attiva per combattere più efficacemente la povertà, 17 dic 2008 • Raccomandazione della CE sull’inclusione attiva di persone escluse dal mercato del lavoro, COM 2008/867/CE, 3 ott 2008 • Comunicazione della CE su una Raccomandazione della Commissione sull’inclusione attiva di persone escluse dal mercato del lavoro, COM(2008) 639 finale, 3 ott 2008 • Comunicazione della CE: Modernising social protection for greater social justice and economic cohesion: taking forward the active inclusion of people furthest from the labour market [N.d.T.: Modernizzare il sistema di protezione sociale per una maggiore giustizia sociale e coesione economica: portare avanti l’inclusione attiva delle persone escluse dal mercato del lavoro] COM(2007) 620 finale, 17 ott 2007 • Comunicazione della CE riguardo a una consultazione sui programmi di intervento a livello dell’UE finalizzati alla promozione dell’inclusione attiva delle persone escluse dal mercato del lavoro, COM(2006) 44 finale, 8 feb 2006 I documenti sono disponibili sui seguenti siti: www.europa.eu; www.europarl.eu; www. consilium.europa.eu 6 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee 2.1 I concetti chiave della strategia dell’inclusione attiva Questa sezione espone il ruolo dei servizi sociali con riferimento al terzo pilastro dell’inclusione attiva ed esamina i gruppi target della strategia. 2.1.1 I servizi sociali come pilastro dell’inclusione attiva Definizione dei servizi sociali Il terzo pilastro della strategia dell’inclusione attiva si concentra sui servizi sociali di interesse generale (SSGI).12 La CE ha creato un quadro di riferimento concettuale per questi servizi, dividendoli in due macrocategorie: 1. R egimi di previdenza sociale obbligatori e complementari che coprono i principali rischi della vita; 2. Altri servizi forniti direttamente alla persona, finalizzati all’inclusione sociale e alla salvaguardia di diritti fondamentali come i servizi di assistenza sociale, i servizi del lavoro e della formazione, l’edilizia abitativa sociale, l’assistenza all’infanzia o servizi di assistenza agli anziani.13 Per la strategia di inclusione attiva la CE considera particolarmente importante la seconda categoria di servizi, ossia i seguenti servizi:14 • servizi di assistenza sociale, • servizi del lavoro e di formazione, • sostegno abitativo ed edilizia abitativa sociale, • assistenza all’infanzia, • servizi di assistenza agli anziani, • servizi sanitari. Nella sua ricerca l’EUROCITIES-NLAO si basa su questo (ampio) concetto di servizi sociali fondamentali per l’inclusione attiva, sebbene il concetto di “servizio sociale” sia interpretato in maniera diversa da Paese a Paese.15,16 Funzione dei servizi sociali Secondo l’obiettivo descritto nei documenti dalla CE, la strategia di inclusione attiva nel suo insieme, e in particolare il ruolo dei servizi sociali, vanno al di là dell’integrazione nel mercato del lavoro. Due funzioni principali dei servizi sociali possono essere desunte dal secondo documento di consultazione della CE sull’inclusione attiva:17 1. Prevenire l’esclusione sociale, promuovere l’inclusione sociale e salvaguardare i diritti umani • attraverso forme di “assistenza a persone in situazioni di sfida o di crisi personale (come la disoccupazione, l’indebitamento, la tossicodipendenza o la disgregazione familiare)” le persone sono messe in condizione di affrontare meglio le loro situazioni personali e di vivere con dignità; 12 C OM(2007) 620 finale 13 Comunicazione della CE sui “Servizi sociali di interesse generale” del 26 aprile 2006, COM(2006) 177 finale 14 Raccomandazione 2008/867/CE 15 Questo documento non si occupa delle prestazioni in denaro. 16 Nel Capitolo 3 saranno spiegate nel dettaglio le definizioni di “servizi sociali” in ogni Paese preso in esame da questo studio. 17 COM(2007) 620 finale -7 • • a ttraverso attività che “integrano persone con problemi di salute a lungo termine o disabili” e che le sostengono in modo che possano vivere nella maniera più indipendente possibile e/o offrendo opportunità di occupazione o partecipazione, dato che spesso il mercato del lavoro tradizionale non fornisce posti di lavoro adatti a tali persone; attraverso l’edilizia abitativa sociale, che garantisce condizioni di vita decenti per persone che hanno difficoltà a trovare un alloggio nel mercato edilizio normale. 2. Migliorare le prospettive di occupazione e l’integrazione nel mercato del lavoro, attraverso attività che “garantiscono che le persone interessate riescano a reintegrarsi completamente nella società e nel mercato del lavoro (ad esempio la riabilitazione, la formazione linguistica per immigrati, la formazione professionale e la reintegrazione) e garantire l’accesso a un’assistenza per l’infanzia che abbia costi accessibili.18 • Queste due forme di inclusione, sociale ed economica, si rafforzano a vicenda, e i tanti servizi sociali alla fine contribuiranno al raggiungimento di entrambi i risultati. Il sostegno fornito per le situazioni di vita difficili farà sì che le persone siano in una posizione dalla quale potranno essere integrate nel mercato del lavoro, inoltre il fatto di avere un lavoro decente contribuirà all’autostima delle persone e le aiuterà a (ri) acquisire capitale sociale e reti sociali. Qualità dei servizi sociali I servizi sociali, per poter svolgere queste funzioni, devono essere di una qualità adeguata. Per questo motivo la CE ha stabilito per ogni pilastro della strategia di inclusione attiva una serie di principi comuni per valutarne la qualità. Inoltre la CE ha fissato alcuni principi fondamentali per garantire l’efficacia delle politiche di inclusione attiva per tutti e tre i pilastri. Questi principi hanno ottenuto l’appoggio del Consiglio dei Ministri e del Parlamento Europeo.19 Il riquadro sottostante presenta i principi comuni per quanto riguarda l’”accesso a servizi di qualità”. Principi comuni – ‘accesso a servizi di qualità’ 1. D isponibilità territoriale, accessibilità fisica, economicità; 2. S olidarietà, pari opportunità per utenti e dipendenti, tenendo conto dei vari tipi di utenza; 3. Investimento nel capitale umano, condizioni di lavoro e adeguata infrastruttura fisica; 4. S ervizi completi e coordinati, concepiti e forniti in una maniera integrata; 5. C oinvolgimento degli utenti e programmi di intervento personalizzati per soddisfare le varie esigenze individuali; 6. M onitoraggio e valutazione della prestazione e condivisione di esempi di buona prassi.20 I relativi documenti predisposti dalle istituzioni europee non operazionalizzano questi servizi. Nell’ambito della loro ricerca i partner del progetto EUROCITIES-NLAO hanno interpretato e qualificato i principi comuni per l’edilizia abitativa sociale/ di sostegno e i servizi del lavoro/ di formazione,21 che servono da base per l’analisi delle pratiche locali nella sezione 4.3. 18 Ibid. 19 Conclusioni del Consiglio sui “Principi comuni di inclusione attiva” del 17 dic 2008; Risoluzione del Parlamento Europeo sulla “Inclusione attiva di persone escluse dal mercato del lavoro”. 20 Raccomandazione 2008/867/CE. 21 I discussion paper sull’interpretazione dei principi comuni sull’accesso a servizi di qualità sono al seguente indirizzo www.eurocities-nlao.eu. 8 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee 2.1.2 Quali gruppi sociali sono “esclusi dal mercato del lavoro”? La CE definisce i gruppi “esclusi dal mercato del lavoro” nel seguente modo: “disoccupati a lungo termine e persone inattive che si sono scoraggiate dopo numerosi insuccessi nella ricerca del lavoro o persone che erano disposte a lavorare ma non riuscivano a trovare un lavoro, per una serie di motivi: disabilità o malattia cronica, mancanza di competenze base, discriminazione e/o responsabilità familiari.”22 In riferimento ai problemi che devono affrontare i gruppi esclusi dal mercato del lavoro, la CE elenca le seguenti problematiche: “gravi forme di povertà ed esclusione sociale, come la condizione dei senzatetto, la tossicodipendenza, l’alcolismo, l’impossibilità ad accedere all’assistenza sanitaria di base e l’analfabetismo, situazioni che in alcuni casi sono aggravate dalla discriminazione etnica e/o dal fatto che le persone vivono in aree caratterizzate da varie forme di svantaggio23 e da “sfide o crisi personali (ad esempio la disoccupazione, l’indebitamento, la tossicodipendenza o la disgregazione familiare).”24 Inoltre la CE sottolinea la multidimensionalità dell’esclusione, ciò significa che spesso vi sono vari fattori che contribuiscono al processo di esclusione. I contributi delle cinque città coinvolte nel progetto EUROCITIES-NLAO sono perfettamente in linea con quanto riscontrato dalla CE. Secondo le città partner del progetto EUROCITIES-NLAO i seguenti gruppi sono particolarmente a rischio di esclusione dal mercato del lavoro, con differenze minime tra le città: • • • • • • • • Disoccupati a lungo termine Immigrati e minoranze etniche Famiglie monoparentali Disabili o persone affette da malattie croniche Lavoratori anziani Casi di abbandoni scolastici, persone che non hanno le competenze di base Persone in una situazione di crisi personale, ad esempio senzatetto, persone che abusano di droghe, ex detenuti, persone indebitate e persone in una situazione di disgregazione familiare. Donne trafficate, donne esposte alla violenza Tuttavia le città identificano almeno altri tre gruppi fondamentali nel contesto dell’inclusione attiva, che non sono menzionati dalla CE: Richiedenti asilo e immigrati senza documenti Solitamente i richiedenti asilo e gli immigrati senza documenti sono esclusi dal mercato del lavoro sulla base del loro status legale. Possono essere privati dei loro diritti umani/ sociali e trovarsi in una grave forma di esclusione nella società/ nel mercato del lavoro. • Lavoratori poveri Sebbene la CE riconosca che i “lavoratori poveri” sono un gruppo vulnerabile e sottolinei quanto sia necessario che ci siano lavori di qualità per prevenire la povertà dei lavoratori,25 per definizione questo gruppo non è compreso nel concetto delle “persone escluse dal mercato del lavoro” • 22 23 24 25 COM (2006) 044 finale. Ibid. COM (2007) 620 finale. Raccomandazione 2008/867/CE. -9 Il lavoro riduce il rischio della povertà (con una percentuale più alta di rischio di povertà tra le persone anziane e i bambini), tuttavia nella UE l’8% dei lavoratori sono a rischio di povertà.26 Pertanto i “lavoratori poveri” formano una zona grigia, a metà tra le persone con un reddito sufficiente e i disoccupati che non riescono a sbarcare il lunario. • Giovani adulti che non hanno un lavoro, non stanno studiando e non stanno partecipando a corsi di formazione, normalmente definiti NEET. Questo termine indica i giovani che non riescono a entrare nel mercato del lavoro subito dopo aver completato l’istruzione di base e che rischiano di avere difficoltà a lungo termine. 26 EUROSTAT: Statistics in focus 46/2009: http://www.eds-destatis.de/de/downloads/sif/sf_09_046.pdf. 10 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee 3 L o stato sociale e il ruolo delle città nell’erogazione dei servizi sociali Questo capitolo intende fornire una visione d’insieme su come è organizzata l’erogazione dei servizi sociali nel contesto della fornitura generale della assistenza sociale nelle città (e nei Paesi) del progetto EUROCITIES-NLAO. Esso identifica le tendenze nell’erogazione dei servizi sociali, sottolineando in particolare il ruolo dei comuni.27 Come contesto analitico questo capitolo si basa sull’interpretazione storica dei regimi di stato sociale secondo la tipologia di Esping-Andersen (1990), questa classificazione identifica quattro tipi di modelli di stato sociale:28 • Un regime “liberale” in cui sono soprattutto gli individui ad avere la responsabilità di garantire che i loro bisogni di “welfare” siano coperti dai loro redditi, con servizi minimi dello Stato, che fungono da margine di sicurezza. • Un regime “conservatore- corporativista” nel quale le strutture sociali, spesso basate sulla Chiesa, la famiglia e la comunità, sono supportate da ulteriori servizi statali, laddove necessario; il sistema contributivo tende a preservare lo status e le differenze di classe; un sottogruppo di questo tipo di regime è il regime “mediterraneo”. • Un regime “social-democratico” nel quale la previdenza sociale è fornita su base universale • Un regime “post-socialista” nel quale, in una fase di transizione economica, la responsabilità di un sostegno di previdenza sociale è soprattutto della famiglia, sebbene in vari Paesi stiano nascendo diverse strategie a lungo termine per la previdenza sociale. La selezione delle cinque città EUROCITIES-NLAO è stata effettuata con lo scopo di avere città situate in Paesi con diversi regimi di stato sociale: Stoccolma in Svezia (regime social-democratico), Southampton nel Regno Unito (regime liberale), Rotterdam nei Paesi Bassi (forma ibrida a metà tra il regime social-democratico e il regime conservatore- corporativista), Bologna in Italia (regime mediterraneo) e Praga nella Repubblica Ceca (forma ibrida a metà tra il regime post-socialista e il regime liberale). Nel Regno Unito lo stato fornisce un livello base di sostegno e di protezione sociale con livelli più alti di sostegno per le persone disabili. In linea con la tradizione liberale vi è l’idea diffusa secondo cui l’occupazione è la soluzione migliore per prevenire l’esclusione sociale ed economica. 27 Le informazioni nei seguenti paragrafi si basano soprattutto su Schubert et al. (2008)e su informazioni delle LAO. 28 Esping-Andersen (1990; 1999), Kohl 1993, Lessenich/Ostner (1998), Offe/Fuchs (2007), in: Mau/Verwiebe 2009; Ferrera 1996. - 11 Di conseguenza molte prestazioni sociali sono fornite in base a particolari condizioni di reddito, secondo il principio per cui un alto livello di protezione disincentiva la ricerca di un lavoro. È stata ribadita l’importanza del sostegno all’occupazione per far sì che le persone possano beneficiare delle opportunità di occupazione con la politica del New Deal, a partire dalla metà degli anni 90. I servizi sociali sono organizzati a livello locale e alcuni schemi sono finanziati a livello locale. I comuni sono in parte coinvolti in quasi tutti i servizi sociali.29 Per quanto riguarda l’integrazione dei disoccupati, i comuni lavorano in progetti di “partnership locali” con il governo centrale. Lo sviluppo di strategie basate sull’assegnazione di servizi e sulla creazione di mercati di servizi locali negli ultimi vent’anni ha fatto sì che nel Regno Unito i comuni abbiano ridotto il loro ruolo di fornitori di servizi in alcuni settori. Ora gran parte del mercato dei servizi di assistenza sociale è occupato da fornitori indipendenti, soprattutto fornitori non-profit, e il settore dell’impresa sociale è in espansione. Le strategie di assegnazione dei servizi sono finalizzate a raggiungere un equilibrio tra economicità, maggiore orientamento per gli utenti e qualità dei servizi. /R iquadro 2 / Regno Unito / /Q uadro di riferimento per una valutazione della qualità / Il Quadro di riferimento per una Valutazione della qualità (QAF) è stato introdotto a livello nazionale nel 2003 e definisce gli standard per la fornitura di servizi di sostegno alle persone (nel caso specifico piani abitativi di sostegno). Inoltre il QAF ha identificato i metodi per fornire prove sui successi ottenuti e si è dimostrato un valido strumento pratico per garantire il miglioramento continuo nei servizi di sostegno abitativo negli ultimi cinque anni. Di conseguenza il sistema di fornitura dei servizi di assistenza sociale nel Regno Unito implica una pluralità di fornitori di servizi, che a volte dà all’utente la possibilità di scegliere tra i servizi. Il principio fondamentale alla base di tale sistema è che il cliente/ beneficiario deve essere coinvolto nella progettazione delle prestazioni sociali. Nei servizi di assistenza si stanno introducendo nuovi modelli basati sulla “personalizzazione”, nei quali i singoli utenti possono progettare e finanziare i loro sostegni “tagliati su misura”, queste tendenze si stanno diffondendo anche in altre aree. Il QAF è uno dei mezzi essenziali delle autorità locali per garantire che i fornitori di servizi forniscano servizi a uno standard accettabile e secondo le aspettative contrattuali concordate. Ci sono cinque obiettivi fondamentali: • Valutazione e progettazione del sostegno • Sicurezza e salute • Salvaguardia e protezione dagli abusi • Equità nell’accesso, diversità e inclusione • Coinvolgimento e responsabilizzazione del cliente Il QAF è uno strumento di autovalutazione utilizzato annualmente e fa parte dell’ambito di monitoraggio dei contratti, è utilizzato per misurare e capire il livello del servizio fornito, sottolineando le problematiche, le sfide e dando raccomandazioni. Il monitoraggio annuale della prestazione è supportato da incontri trimestrali di monitoraggio dei contratti, che sono un forum per discutere i principali indicatori di prestazione, è nell’ambito di questo forum che si discute su qualsiasi problematica o sulla diversità degli obiettivi. Il sistema di welfare sociale svedese, che rappresenta il regime di stato sociale social-democratico, è caratterizzato da un livello di protezione generalmente alto fornito su base universale. Insieme al sistema fiscale lo stato sociale ha l’obiettivo di uniformare i redditi e le opportunità. Pertanto la protezione sociale individuale è abbastanza indipendente dalla posizione del singolo nella professione, tuttavia negli ultimi dieci anni si è registrata una tendenza ad applicare di più le politiche di “welfare to work”. 29 Solitamente nel Regno Unito il termine “servizi sociali” si riferisce solo ai servizi di previdenza sociale per bambini e adulti; tuttavia qui il termine è utilizzato in un’accezione più ampia e include i servizi di previdenza sociale e di sostegno sociale. 12 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee Tradizionalmente la maggior parte delle competenze sulle politiche sociali è dei governi locali. Tutto questo si applica a quello che in Svezia viene considerato servizio sociale (assistenza sociale, assistenza per l’infanzia, assistenza a lungo termine non di tipo sanitario). Anche i programmi di edilizia abitativa di sostegno sono di competenza del comune. I servizi del lavoro sono di competenza del governo centrale e l’assistenza sanitaria è di competenza della contea. Tuttavia i servizi del lavoro e di formazione rientrano nei “servizi sociali” e sono gestiti dai comuni quando sono destinati a beneficiari di assistenza sociale. /R iquadro 3 / Stoccolma / / v erso una maggiore diversificazione dei fornitori / A Stoccolma si nota una tendenza a diversificare i fornitori. L’aggiudicazione degli appalti può avvenire in vari modi: 1. Aggiudicazione degli appalti in conformità della legge (LOU): procedura normale di aggiudicazione tramite gare d’appalto 2. S istema di scelta (LOV): trasferimento agli utenti della scelta dei fornitori di servizi di sostegno, assistenza e assistenza infermieristica, i comuni approvano i fornitori idonei.30 In generale i servizi sociali sono forniti soprattutto dai comuni. In un sistema universalistico come quello svedese i fornitori privati di servizi sono tradizionalmente molto meno accettati che in altri Paesi presi in esame, e fino a poco tempo fa i fornitori non-profit erano molto pochi. Tuttavia negli ultimi anni nel Paese si è registrato un notevole aumento di tali attori nella fornitura di servizi sociali. I fornitori privati si sono diffusi maggiormente in alcuni comuni, anche con l’obiettivo di personalizzare i servizi e aumentare l’orientamento per l’utente. In alcuni casi ora gli utenti hanno la possibilità di scegliere un fornitore, ma i comuni controllano la qualità e valutano le attività, indipendentemente da chi fornisce il servizio. A tal riguardo il ruolo del comune sta lentamente cambiando, anche se molto meno che nel Regno Unito, e sta passando da un ruolo di fornitore di servizi a un ruolo di ente che garantisce la qualità dei servizi forniti. Molti servizi sociali sono servizi integrati, come piani abitativi di sostegno, con un ambito di sostegno che comprende trattamenti di disintossicazione, progettazione economica, mediazione, ecc. 3. D iritto alla sfida: un sistema in cui chiunque voglia gestire un’impresa per il comune su base contrattuale può proporsi per lo svolgimento di un servizio. Stoccolma è uno dei 22 comuni (su un totale di 290) in Svezia che hanno adottato il diritto alla sfida. Lo scopo di tale sistema è di mettere alla prova le imprese gestite dal comune, sia in termini di costi che di qualità. I dipendenti e le società possono fornire il loro appoggio nell’introduzione di modi nuovi e migliori di eseguire le attività comunali. Il principio fondamentale è che chiunque desideri gestire un’impresa per il comune su base contrattuale ha il diritto di sfidare l’impresa in questione. Il comune stesso stabilisce quali sono gli elementi che si possono sfidare, e ciò varia da città a città. Tuttavia per legge l’esercizio dell’autorità e le funzioni di gestione strategica devono essere svolti dal comune.31 In Italia il sistema di welfare sociale mostra un alto livello di frammentazione con sistemi previdenziali che variano a seconda dei diversi gruppi della popolazione, esso inoltre è caratterizzato da un dualismo tra beneficiari “forti” e “deboli”, in particolare per quanto riguarda: la sicurezza sociale; una predominanza tradizionale di sovvenzioni monetarie (trasferimenti di fondi piuttosto che servizi sociali diretti); l’istituzionalizzazione dei servizi sanitari nazionali, avvenuta relativamente tardi (basata sul principio della protezione universale); e il ruolo centrale della famiglia nel compensare le mancanze dello stato sociale e nel fornire assistenza alle persone vulnerabili. 30 Dal 1 gennaio 2009 i comuni svedesi possono optare per questa procedura. L’autorità che si occupa dell’aggiudicazione degli appalti mette un annuncio sul sito dell’Agenzia dei Servizi Legali, Finanziari e Amministrativi relativamente ai sistemi con libertà di scelta. Sia le società private che le organizzazioni non-profit possono fare domanda per diventare fornitori approvati ufficialmente. Il comune determina i criteri tramite accordi. 31 Le sfide devono essere rivolte al comitato che svolge attualmente il servizio, poi il comitato decide se approvare o meno la sfida. Le decisioni dei comitati sulle sfide dipendono da leggi, obiettivi ed altri strumenti di gestione. Se il comitato decide di rifiutare la sfida dovrà fornire le ragioni di tale decisione. Se invece la sfida è approvata l’aggiudicazione dell’appalto avviene in conformità con l’Atto sugli Appalti Pubblici (Public Procurement Act), e lo sfidante diventerà una delle parti. Quindi non c’è nulla che indichi che la parte che ha iniziato la sfida otterrà l’incarico. (http://www.svensktnaringsliv.se). - 13 Questi limiti sono aggravati da varie difficoltà nella qualità e nella fornitura dei servizi e da problemi nell’utilizzare le risorse pubbliche in maniera efficace, con notevoli differenze tra le regioni, specialmente tra il Nord e il Sud del Paese. Per quanto riguarda i servizi sociali, negli ultimi dieci anni ci sono stati notevoli sviluppi nella loro decentralizzazione. Dal 2000 viene data maggiore importanza (a) all’ integrazione dei servizi sociali con tutti gli altri servizi forniti alle persone e alle comunità (ad es. servizi di istruzione, culturali e ricreativi) con il mercato del lavoro e le politiche di formazione/ attivazione e (b) al coordinamento e alla cooperazione tra i vari livelli istituzionali, ad esempio governi locali, regioni e lo stato centrale. Per evitare differenze territoriali nella fornitura di servizi sociali lo stato, in accordo con le regioni, si occupa della standardizzazione della qualità e si concentra maggiormente sulle esigenze degli utenti. Attualmente è in corso un dibattito sulla definizione dei livelli base dei servizi sociali. /R iquadro 4 / Bologna / /A vvicinare i servizi sociali ai cittadini / Attualmente la Città di Bologna è in una fase fondamentale di cambiamento, iniziata alla fine del 2006, caratterizzata da un forte processo di decentralizzazione e di sussidiarietà in cui i quartieri acquistano sempre più autonomia avendo ottenuto funzioni specifiche nei servizi sociali e dell’educazione, nell’ambito dei regolamenti approvati dal Consiglio Comunale. Queste funzioni sono svolte dagli “Sportelli Sociali” che sono stati collocati nei 9 quartieri di Bologna e che sono operativi dall’ottobre del 2008. Gli “Sportelli Sociali” forniscono un sostegno a tutti i cittadini che hanno bisogno di aiuto o che semplicemente Dal 2001 le regioni hanno la competenza legislativa esclusiva nell’ambito dei servizi sociali (secondo la normativa italiana:32 servizi di assistenza sociale, assistenza all’infanzia, assistenza a lungo termine non di tipo sanitario). I comuni gestiscono e forniscono i servizi sociali o direttamente da soli oppure delegando la gestione e la fornitura ad altri enti come enti pubblici, fondazioni, cooperative, associazioni, ecc. Se il settore privato è coinvolto in queste imprese in molti casi si tratta di accordi misti con attori pubblici. In Italia la Chiesa e il terzo settore hanno sempre svolto un ruolo di supporto alle persone escluse, tramite l’erogazione di servizi che non rientrano nelle responsabilità dell’amministrazione locale. Invece il comune fornisce alloggi sociali e ricoveri di emergenza, ad es. l’ONG Caritas offre pasti ai senzatetto e alle persone escluse e offre vestiti e assistenza sanitaria alle persone senza fissa dimora. desiderano avere informazioni sulla fornitura di servizi sociali. Inoltre essi prendono appuntamenti con gli assistenti sociali, danno informazioni sui requisiti per ottenere un sostegno finanziario, stabiliscono le procedure per ottenere esenzioni fiscali e finanziarie, contributi finanziari e assistenza domiciliare. Al contempo la Regione Emilia Romagna ha fondato tre Aziende Pubbliche di Servizi per la Persona (ASP) che forniranno i servizi sociali e di educazione individuati dai quartieri per adulti, minori, disabili e anziani. Per assicurare l’omogeneità e il coordinamento tra il comune, i quartieri e le ASP, si è provveduto a rinforzare 32 Secondo la legge nazionale 328. i comitati di quartiere e l’ufficio di Piano, il primo come luogo di cooperazione politica e il secondo come luogo di collegamento tecnico tra le persone che hanno responsabilità politiche e quelle che hanno responsabilità operative. Inoltre, in seguito a un accordo tra il Comune di Bologna e la Provincia di Bologna, sono stati istituiti degli “Sportelli Lavoro” in 3 dei 9 quartieri in modo da essere più “vicini” alla gente. Questi uffici cooperano con gli “Sportelli Sociali” e con i Servizi Pubblici per l’Impiego che si occupano di attività per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. 14 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee Lo stato sociale dei Paesi Bassi rappresenta una combinazione del regime di stato sociale conservatore- corporativista e del regime social-democratico. Nonostante lo stato sociale fosse basato, per tradizione, su un sistema di protezione universale, e ora la politica sociale è cambiata, passando a un principio di “welfare-to-work”. Le interrelazioni tradizionali di solidarietà all’interno dello stato sociale stanno sparendo e sta diventando sempre più importante la responsabilità individuale per il reddito e la protezione sociale delle singole persone. I servizi sociali nei Paesi Bassi sono estremamente decentralizzati.33 La maggior parte dei servizi sociali sono finanziati dallo Stato, tuttavia l’assegnazione dell’incarico spetta ai comuni. Nel 2004 il potere dei comuni è aumentato in maniera considerevole e da allora le amministrazioni comunali hanno la piena responsabilità per quanto riguarda le spese di assistenza sociale e per il modo in cui le utilizzano, fornendo un sostegno economico e offrendo servizi alle persone bisognose. Al tempo stesso i comuni affidano servizi di lavoro e di formazione che sono gestiti in maniera indipendente o che sono subappaltati ad altri fornitori di servizi. Per quanto riguarda gli alloggi sociali, i Paesi Bassi hanno una struttura unica di fornitori non-profit (‘corporaties’) che hanno la piena responsabilità per quanto riguarda il finanziamento, l’assegnazione e la fornitura dei servizi. Nell’assistenza all’infanzia lo stato stanzia risorse tramite deduzioni fiscali ai genitori che hanno bisogno di assistenza all’infanzia. Si sta registrando una tendenza verso la privatizzazione nella fornitura di alcuni servizi, come il servizio sanitario e lo stato sociale, gli asili nido e le organizzazioni di formazione professionale. Tuttavia spesso questi servizi sono sovvenzionati in parte dal governo. Nell’assistenza all’infanzia, l’assegnazione del servizio e l’effettiva fornitura del servizio sono state quasi completamente subappaltate a fondazioni private (non-profit) e a imprese private. Questa tendenza si riscontra anche in altri settori, ad esempio l’assistenza a lungo termine. /R iquadro 5 / Rotterdam / / Investire nel talento su una base sociale / Il piano di lavoro quadriennale del Consiglio Comunale di Rotterdam si concentra primariamente sul talento e sull’imprenditorialità. Vengono effettuati degli investimenti extra nell’educazione, nella partecipazione e nell’occupazione. Investire nel talento significa: riconoscere, sviluppare, ingaggiare, trattenere e attrarre il talento. Un’istruzione e una formazione adeguata, essere in grado di parlare la Nel 2007 è stato recepito il “Social Support Act” (‘WMO’) (Atto di Sostegno Sociale) che ha lo scopo di aiutare tutte le persone che sono in grado di partecipare alla società. Secondo l’atto ora la responsabilità delle politiche per la creazione del sostegno sociale è dei comuni. Inoltre, attraverso questa combinazione di leggi e norme, sono state ridotte le barriere che prima ostacolavano una fornitura comune di servizi al cliente. lingua, la salute, il lavoro e il reddito sono considerati i requisiti più importanti per il talento. certo livello, sono escluse dalla società e/o persone che rischiano di essere escluse. L’attenzione extra rivolta al talento e all’imprenditorialità si basa su quello che deve essere una forte base sociale che si occupa della sicurezza e di problematiche relative alla povertà e al benessere, essa riconosce che vi sono (circa) 30.000 persone che, fino a un I gruppi vulnerabili come i giovani e gli anziani otterranno maggiore attenzione e sostegno, tale sostegno si basa sull’idea di aumentare l’auto-attivazione e di raggiungere livelli più alti di indipendenza. 33 Nei Paesi Bassi il termine “servizi sociali” è molto generico e si riferisce a quei servizi sociali finalizzati a combattere l’esclusione sociale, promuovendo la partecipazione sociale e al mercato del lavoro. - 15 Lo stato sociale della Repubblica Ceca rientra nel modello del regime postsocialista, che combina elementi di diversi “tipi ideali”. Il sistema di previdenza sociale basato sull’occupazione, introdotto negli anni 90, è tipico del modello corporativista - conservatore. Inoltre la famiglia è fondamentale nella produzione del welfare nella Repubblica Ceca. Si riscontrano elementi liberali anche nei livelli bassi di prestazioni previdenziali che spesso sono fornite in maniera subordinata a particolari condizioni di reddito. Ciò spesso si traduce in povertà diffusa, notevoli disuguaglianze a livello sociale e una protezione sociale del singolo che dipende notevolmente dalla posizione nella professione. Per quanto riguarda i servizi sociali, di recente la Repubblica Ceca ha fatto notevoli passi avanti nella creazione di un settore di servizi sociali. Nel 2007, per la prima volta, i servizi sociali sono stati definiti legalmente come consulenza sociale, assistenza sociale e servizi di prevenzione in ambito sociale.34 È stata introdotta la registrazione dei fornitori di servizi sociali, come requisito per ottenere sovvenzioni/ finanziamenti dal comune e/o dalla regione. Inoltre è stato avviato un processo di pianificazione comunitaria dei servizi sociali, al fine di aumentare il coinvolgimento dell’utente nella fase di pianificazione (vedi riquadro sottostante). Infine ci si è concentrati maggiormente sulla qualità dei servizi. Con questi sviluppi al comune sono stati affidati nuovi compiti, come il coordinamento dei servizi e dei fornitori dei servizi e il coordinamento della pianificazione dei servizi sociali insieme a vari attori. /R iquadro 6 / Praga / / Il coinvolgimento degli utenti nella pianificazione dei servizi sociali / Nella Repubblica Ceca la pianificazione dei servizi sociali a livello di comunità è stata introdotta nel 2007 attraverso una riforma del servizio sociale, la pianificazione comunitaria dei servizi sociali è obbligatoria per le Regioni e volontaria per i comuni. Da allora, tramite il coinvolgimento dei rappresentanti dei comuni/ delle regioni, dei fornitori (singole organizzazioni) e degli utenti, vengono identificate le esigenze e le risorse locali, e su questa base avviene la pianificazione dei servizi sociali, in modo da soddisfare esigenze specifiche locali e bisogni individuali. Nella Repubblica Ceca le responsabilità per la fornitura dei servizi sociali sono diffuse a tutti i livelli governativi. I comuni condividono le responsabilità (soprattutto con lo stato e/o le regioni) in quasi tutti gli ambiti dei servizi che sono ritenuti fondamentali per il concetto di inclusione attiva. Gli attori della società civile svolgono una parte importante nella fornitura dei servizi sociali, e le organizzazioni collegate alla Chiesa sono attori importanti per tradizione (Fiala/ Mares 2008). La regione o il comune definiscono la struttura di lavoro per ogni ambito (progettazione, finanziamento, strategia, monitoraggio), tale struttura è composta da impiegati statali, fornitori di servizi sociali e cittadini. I gruppi di lavoro e i comitati hanno il diritto di commentare i progetti della comunità preparati dall’autorità regionale o locale. Il comitato ha il diritto di approvare o rifiutare i commenti. La pianificazione comunitaria ha portato dei miglioramenti nelle interrelazioni tra l’autorità regionale/ municipale e i fornitori dei servizi sociali e tra i fornitori stessi dei servizi sociali, inoltre ha sensibilizzato maggiormente gli utenti sui servizi sociali forniti nel territorio. Tale processo ha dato vita anche a un maggior coordinamento dei servizi sociali erogati e ha migliorato la mappatura di tutti i tipi di servizi sociali in un territorio. Inoltre ciò ha reso possibile il monitoraggio della capacità dei servizi sociali in un territorio. La progettazione a livello di comunità accerta quali sono i servizi sociali di cui c’è più bisogno e quali sono quelli di cui c’è meno bisogno. 34 Legge sui servizi sociali N. 108/2006 Coll. del 14 marzo 2006. http://www.mpsv.cz/files/clanky/4088/Annex_3_social_services_act.pdf. 35 Legge sui servizi sociali N. 108/2006 Coll. 16 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee / Tabella 1 / Fornitura dei servizi sociali in cinque Paesi dell’UE / / Responsabilità nel finanziamento, nella regolamentazione e nella fornitura, tendenze attuali / Finanziamento e regolamentazione1 Fornitura2 Tendenze principali CZ centrale/regionale/locale Fornitori non-profit tra cui fornitori collegati alla Chiesa Creazione del settore dei servizi sociali, maggiore coinvolgimento dell’utente tramite la progettazione di comunità IT3 centrale/regionale comune, terzo settore Decentralizzazione dal livello nazionale al livello regionale e locale NL centrale/locale fornitori non-profit Trasferimento di responsabilità di assistenza sociale al comune SE locale comune Diversificazione dei fornitori36 UK centrale/locale Fornitori indipendenti, spesso organizzazioni non-profit Maggiore integrazione e coordinamento dei servizi 1 livello principale di responsabilità - 2 attori principali - 3 Regione Emilia-Romagna 36 Questa tendenza è particolarmente pronunciata a Stoccolma, rispetto al resto della Svezia. - 17 4 L’inclusione attiva tramite i servizi abitativi e del lavoro / di formazione Questo capitolo analizza i servizi abitativi e i servizi (municipali) del lavoro/ di formazione nei Paesi e nelle città prese in esame, come esempi del modo in cui i servizi sociali possono contribuire all’inclusione attiva delle persone escluse dal mercato del lavoro. Questi due tipi di servizi sono stati scelti poiché offrono particolari opportunità per la fornitura integrata, un elemento chiave della strategia di inclusione attiva. 4.1 Il ruolo dell’edilizia abitativa, del lavoro e della formazione nell’inclusione attiva 4.1.1 Edilizia abitativa e inclusione attiva Il collegamento tra l’edilizia abitativa è l’esclusione dal mercato del lavoro è caratterizzato da tre dimensioni: • Disponibilità di alloggi a prezzi abbordabili Spesso avere un indirizzo è un prerequisito per ottenere un lavoro, il che determina l’abilità di una persona di essere economicamente indipendente. La condizione dei senzatetto è la forma più radicale di esclusione abitativa, che spesso è la conseguenza di vari fattori, come problemi di salute mentale, tossicodipendenza, indebitamento, esposizione alla violenza, fattori che si alimentano a vicenda e che possono rendere ancora più difficile l’integrazione nel mercato del lavoro. • Qualità dell’alloggio Dai costi dell’alloggio (e dai relativi costi ad es. per l’elettricità) dipende quanto resta del budget familiare, da destinare ad altri consumi, come l’istruzione e la cultura o perfino il vitto. È il caso delle persone in situazioni precarie o con budget esigui, dato che minore è il reddito di una famiglia più alta è la percentuale di budget spesa per l’alloggio.37 Il fatto di possedere una casa può tradursi in costi relativamente bassi per l’alloggio, tuttavia può limitare la propensione a cambiare casa per accettare un lavoro, poiché i costi per trasferirsi sono considerati troppo alti. Comunque spesso avere una casa di proprietà non è un’opzione possibile per le persone escluse dal mercato del lavoro, in quanto non dispongono dei mezzi per acquistare una casa, nemmeno a prezzi sovvenzionati. 37 Nel 20% delle famiglie con il reddito più basso, la percentuale media del budget speso per l’alloggio arriva al 37%, e i costi per l’alloggio rappresentano in media il 33% dei consumi totali della famiglia (EUROSTAT 2008). 18 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee • Ambiente circostante l’alloggio (il vicinato) L’ambiente intorno all’alloggio è molto importante per le persone disoccupate, esse infatti, non avendo contatti sociali legati al lavoro, tendono a passare più tempo nell’ambiente immediato in cui vivono. Le relazioni sociali e i servizi del quartiere contribuiscono in maniera significativa alla loro inclusione sociale e possono persino portare alla reintegrazione nel mercato del lavoro. Una zona che offre attività creative e iniziative interessanti per passare il tempo ha quindi un impatto positivo, invece è probabile che un ambiente abitativo che non offre tali opportunità abbia un’influenza negativa sulla situazione di una persona. Nei cinque Paesi presi in esame ci sono varie strategie per soddisfare le esigenze abitative. Da un lato le politiche abitative si possono concentrare sulla fornitura di alloggi a prezzi economici (alloggi pubblici o sociali), su azioni volte a promuovere l’acquisto della casa, sulla regolamentazione del mercato dell’edilizia abitativa, ecc. Le sovvenzioni sull’offerta forniscono agli imprenditori edili un aiuto finanziario per costruire e offrire alloggi a prezzi inferiori a quelli del mercato, mentre le sovvenzioni sulla domanda danno un sostegno alle famiglie a basso reddito, tramite indennità economiche per l’alloggio, in modo che possano permettersi un alloggio adeguato. Dall’altro lato spesso la fornitura di servizi abitativi fa parte di in un programma più ampio di politica sociale. L’edilizia abitativa di sostegno è composta sia da servizi abitativi che da servizi finalizzati a fornire un sostegno a persone adulte che, per vari motivi, non riescono a gestire un alloggio indipendente. Ciò può essere dovuto a problemi di disabilità fisica (anche in età avanzata), problemi di salute mentale o di dipendenza, esposizione alla violenza, ecc. Tra i servizi forniti vi è l’assegnazione di ricoveri, ad esempio per i senzatetto, o per donne esposte alla violenza, ma anche un sostegno a livello di comunità per le persone che non sono in grado di vivere in maniera indipendente, attività di consulenza (ad es. per prevenire lo sfratto), ecc. Nel gruppo target dei servizi abitativi di sostegno sono comprese persone che vivono senza una casa, permanentemente o temporaneamente, laddove spesso si sono accumulati problemi di vario tipo.38 Questo rapporto si concentra sui servizi di edilizia abitativa pubblica/ sociale e sui servizi abitativi di sostegno, e comprende anche la loro dimensione territoriale, così come considerata di piani di sviluppo di comunità.39 4.1.2 Lavoro, formazione e inclusione attiva Il collegamento tra lavoro e formazione ed esclusione dal mercato del lavoro è evidente. L’integrazione nel mercato del lavoro può aiutare le persone a raggiungere l’indipendenza economica, e al tempo stesso l’integrazione in un lavoro (di qualità) può offrire maggiori opportunità di partecipazione sociale. La formazione può contribuire ad aumentare le possibilità di occupazione delle persone escluse dal mercato del lavoro, fino alla loro integrazione nel mercato del lavoro, inoltre aumenta le capacità delle persone di affrontare le situazioni della vita. L’ambito dei servizi del lavoro e di formazione è ampio, comprende attività informative e di orientamento sulle opportunità di lavoro, formazione professionale e specifica per tipologia di lavoro così come formazione più generica per lo sviluppo di competenze di base e di competenze linguistiche. Inoltre il collocamento professionale e i programmi di sostegno per l’occupazione avvicinano le persone al mercato del lavoro. Le attività intense di consulenza e di analisi della situazione di ogni singola persona sono il primo passo per ottenere un posto di lavoro. 38 I servizi abitativi di sostegno per persone con forme di disabilità sono spesso abbinati a un’assistenza medica, e non sono trattati nel dettaglio nel presente rapporto. 39 Non vengono trattate le indennità pecuniarie. - 19 Mentre le politiche generali del mercato del lavoro e le politiche dell’occupazione sono una responsabilità nazionale nei Paesi presi in esame, le autorità locali, spesso in seguito a riforme dello stato sociale, svolgono un ruolo fondamentale nell’assistenza sociale e nel promuovere le possibilità di occupazione, in particolare per i gruppi più difficili da raggiungere. Esse mantengono forme di partnership con agenzie del lavoro, associazioni d’imprese e fornitori di servizi, per elaborare progetti efficaci di occupazione. Inoltre, i servizi locali per il lavoro e la formazione sono spesso strettamente collegati allo sviluppo economico più ampio di un’area ben precisa. Per poter sfruttare l’impatto positivo sulle opportunità locali del lavoro, i servizi municipali di lavoro e formazione sono spesso collegati strettamente a strategie di sviluppo economico. I servizi di lavoro/ formazione presentati in questo rapporto includono servizi municipali di sostegno a persone escluse, affinché esse si integrino nel mercato del lavoro o abbiano accesso ad opportunità di partecipazione, questi servizi includono servizi di informazione sulle offerte di lavoro, supporto per quanto riguarda le candidature, servizi di consulenza, misure di formazione e programmi di sostegno per il lavoro. Inoltre si analizza in che modo i servizi municipali cooperano con i datori di lavoro. 4.2 P olitica e gestione dei servizi abitativi e del lavoro/ di formazione Questa sezione presenta i contesti politici e istituzionali dei servizi presi in esame dal presente rapporto. Essa si conclude con un riassunto sul ruolo del comune nella fornitura dei servizi abitativi e del lavoro. 4.2.1 Politica e gestione dell’edilizia abitativa pubblica/ sociale Linee strategiche nell’edilizia abitativa pubblica/ sociale In Europa non esiste una definizione unica di “edilizia abitativa pubblica/ sociale”, i concetti variano a seconda dei Paesi, per quanto riguarda le dimensioni del settore dell’edilizia abitativa pubblica/ sociale, forme legali od organizzative o metodi di gestione, forme di “conduzione sociale” e l’ambito generale delle politiche nel quale operano questi attori (Czischke/Pittini 2007).40 Nonostante la diversità dei concetti politici, alcuni raggruppamenti di Paesi condividono punti in comune in tutta Europa, per quanto riguarda la fornitura di servizi abitativi pubblici/ sociali, in particolare con riferimento alle modalità di attribuzione degli alloggi e alla quota del settore di edilizia abitativa pubblica/ sociale e delle case di proprietà. Nell’ambito dell’edilizia abitativa pubblica/ sociale si possono distinguere due tipologie di approccio nei Paesi Europei (cf. Czischke/Pittini 2007; basato su Kemeny 1995). Gli alloggi pubblici/ sociali possono essere forniti su base universale. In Svezia i servizi di edilizia abitativa pubblica/sociale sono considerati una forma di responsabilità pubblica e sono le società municipali di edilizia abitativa che si occupano della fornitura di tali servizi. 40 L a politica di previdenza sociale svedese si prefigge di fornire un alloggio decente e a costi contenuti a tutti, non solo ad alcuni gruppi target specifici. Questo approccio universale è sottolineato dal fatto che non si parla di “edilizia abitativa sociale” ma di “edilizia abitativa pubblica”. Nella Repubblica Ceca, come in molti Paesi dell’Europa dell’Est, il concetto di “edilizia abitativa sociale” si sta lentamente radicando di nuovo dopo la caduta del regime socialista. Tuttavia ufficialmente non si usa il termine “edilizia abitativa sociale”, se non per problematiche collegate alla partita IVA. 20 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee Nei Paesi Bassi i servizi di edilizia abitativa pubblica/ sociale sono forniti de facto a un gruppo relativamente ampio di persone.41 Tali servizi sono forniti da organizzazioni non profit. In questo approccio universalistico il settore dell’edilizia abitativa pubblica/ sociale ha una funzione regolatrice del mercato, per garantire che tutti abbiano accesso a un alloggio che abbia costi contenuti e che sia di una qualità adeguata (ad es. attraverso il controllo dell’affitto). Il settore degli affitti ha un ruolo significativo in questi Paesi. Gli alloggi pubblici/ sociali sono assegnati in base a liste di attesa, i comuni destinano un numero preciso di alloggi a famiglie con necessità urgenti. Un obiettivo chiave di questo approccio è garantire un mix sociale, ossia evitare la segregazione socio-spaziale e promuovere la coesione sociale. / Tabella 2 / /D istribuzione delle responsabilità nella fornitura di servizi abitativi pubblici/ sociali / aggiudicazione/ assegnazione Programmi di gestione nell’edilizia abitativa pubblica/ sociale Una visione d’insieme degli attori coinvolti nell’edilizia abitativa pubblica/ sociale mostra i diversi sistemi di gestione adottati nei cinque Paesi presi in esame da questo studio: CZ IT1 NL SE UK stato, comune regione, provincia, comune stato, comune, società stato, comune stato, regione, comune stato,2 comune stato, regione Società, stato comune stato, comune3 comune comune comune, società Società municipali di edilizia abitativa stato, comune comune comune, società pubbliche locali, imprese e investitori privati società Società municipali di edilizia abitativa, proprietari privati comune, associazioni locali di edilizia abitativa Programmazione Finanziamento Esiste un altro tipo di approccio che viene adottato nei Paesi in cui si suppone che la domanda per gli alloggi sarà coperta prevalentemente dal mercato privato. In questi Paesi solo le persone che si suppone non possano aver accesso al mercato ricevono alloggi sociali. Nell’ambito di questo approccio mirato si possono distinguere due sottocategorie, secondo i criteri di assegnazione adottati. Nella prima sottocategoria gli alloggi sociali sono forniti alle persone soprattutto sulla base del reddito, che deve essere al di sotto di una certa soglia. È il caso dell’Italia e della Repubblica Ceca che seguono la tradizione dell’Europa Occidentale, secondo cui la fornitura degli alloggi sociali è destinata ai lavoratori e agli impiegati sotto un certo reddito. Nella seconda sottocategoria gli alloggi sociali sono assegnati sulla base di necessità, ossia solo a una categoria relativamente ristretta di persone particolarmente vulnerabili, come nel Regno Unito.42 Fornitura 1 Regione Emilia-Romagna - 2 lo stato fornisce una sovvenzione al comune - 3 finanziamento nazionale = nuovi alloggi; finanziamento municipale = servizi esclusiva competenza del comune - il comune condivide la responsabilità; l’attore principale è indicato in neretto - Fonte: LAO Bologna, Praga, Rotterdam, Stoccolma, Southampton 41 G li alloggi sociali sono forniti a persone il cui reddito è al di sotto di una certa soglia. Tuttavia non c’è monitoraggio sull’evoluzione del reddito né sul successivo sfratto dalla proprietà quando il reddito della famiglia sale al di sopra della soglia. A causa della qualità degli alloggi sociali e dei costi di alloggi alternativi, gli incentivi a uscire da un alloggio sono scarsi. Molti locatari di alloggi sociali hanno un reddito al di sopra della soglia prevista, per cui alla fine gli alloggi sociali sono occupati da un gruppo molto vasto di persone. 42 Nel Regno Unito viene data la preferenza ai seguenti gruppi: persone che non hanno una casa; persone che occupano alloggi in pessime condizioni igieniche, sovraffollati o non soddisfacenti per altri motivi; persone che si devono trasferire per ragioni mediche o di previdenza sociale, tra cui motivi legati a una forma di disabilità; persone che hanno bisogno di trasferirsi in un posto preciso, ad es. per essere più vicine a opportunità speciali di formazione, o a strutture mediche speciali, e che sarebbero in difficoltà se non ne avessero la possibilità. http://www.communities. gov.uk/housing/housingmanagementcare/housingallocation/ - 21 In Svezia, dove i comuni hanno poteri di riscossione fiscale, essi (e le società municipali di edilizia abitativa) sono quasi autonomi nella programmazione, nell’assegnazione e nella fornitura di alloggi pubblici. Il grado di autonomia dipende dal contesto politico. Il governo centrale definisce la struttura legislativa e normativa e fornisce le risorse nei periodi in cui c’è bisogno di più abitazioni in affitto o di progetti specifici, ad es. sviluppo di comunità. Anche i Paesi Bassi sono passati a un sistema estremamente decentralizzato da quando nel 1995 lo stato olandese ha devoluto le responsabilità di edilizia abitativa sociale al livello locale, condividendo funzioni generali di programmazione con le “corporaties” e con i comuni. Le sovvenzioni statali sono terminate nel 1995. Le organizzazioni non profit sono indipendenti a livello finanziario, e gestiscono la fornitura degli alloggi sociali. Tuttavia il comune svolge un ruolo fondamentale nell’assegnazione di alloggi sociali, assegnando terreni e coordinando sforzi con enti per gli accordi sulla prestazione. Dal 1997 in Italia i programmi di edilizia abitativa sociale sono di competenza delle autorità regionali che cooperano con i comuni su problematiche di edilizia abitativa sociale e con le province a livello di programmazione. L’assegnazione è di competenza dei comuni. Le risorse finalizzate alla costruzione di un nuovo stock abitativo come i finanziamenti per la gestione dello stock abitativo già esistente provengono dal governo nazionale che li ripartisce tra le regioni. Nella Repubblica Ceca, dopo il crollo del sistema socialista agli inizi degli anni ’90, la competenza per le politiche di edilizia abitativa sociale è stata devoluta ai comuni, sebbene lo Stato sia ancora coinvolto nella programmazione e nel finanziamento.43 Per la costruzione o la ricostruzione di alloggi sociali i comuni o unità private possono fare richiesta di sovvenzioni direttamente al Fondo Statale nazionale per la Costruzione di Alloggi. Nel Regno Unito i servizi di edilizia abitativa sociale sono forniti dai “locatori sociali” (social landlords), ad esempio autorità locali e associazioni di edilizia abitativa, che possiedono e gestiscono alloggi sociali. Il settore dell’edilizia abitativa sociale è ancora finanziato in gran parte dal governo centrale (attraverso la “Agenzia di Edilizia Abitativa e delle Comunità”) che fornisce finanziamenti per nuovi alloggi sociali, ma è mediato tramite progetti forti coordinati a livello locale. I finanziamenti statali normali sono forniti per scopi specifici, a seconda della regione. Le partnership nell’ambito dell’edilizia abitativa che coinvolgono, tra gli altri partner locali, anche associazioni locali di edilizia abitativa, elaborano strategie locali per l’edilizia abitativa. 4.2.2 Politica e gestione dei servizi abitativi di sostegno Le seguenti sezioni analizzano le strategie politiche e i programmi governativi per i servizi abitativi di sostegno, concentrandosi in particolare sui servizi per i senzatetto. Linee strategiche nei piani abitativi di sostegno Tradizionalmente il problema dei senzatetto era gestito soprattutto da organizzazioni di beneficenza. Con l’introduzione dello stato sociale è avvenuta una diversificazione dei servizi per gruppi target specifici. Le nuove strategie per i senzatetto sono presentate sia dall’esperienza pratica che dalla ricerca di politica sociale. Ad esempio l’approccio “a scala” è una strategia comunemente applicata nella fornitura di alloggi di sostegno, fornisce un sostegno alle persone senza una casa attraverso varie fasi, e i livelli del sostegno diminuiscono tanto più quanto più 43 S econdo Lux/Grabmüllerová (2008) la decentralizzazione delle competenze a livello locale negli anni 90 è stata, almeno in parte, solo retorica, poiché i responsabili delle decisioni a livello centrale hanno mantenuto il loro dominio preservando i privilegi per le persone che occupavano già gli alloggi pubblici. 22 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee una persona è in grado di vivere in maniera indipendente. Non tutti devono passare attraverso tutte le fasi di sostegno. Un altro modello è la strategia denominata “prima di tutto l’alloggio”, un’innovazione abbastanza recente nella politica sociale, che ha avuto origine negli Stati Uniti, in questo caso si parte dal seguente presupposto: se alle persone viene data innanzitutto una casa, per poi dar loro i servizi per aiutarle nella vita quotidiana, esse sono supportate meglio nel processo di acquisizione di una maggiore indipendenza. Nella maggior parte dei Paesi presi in esame da questo rapporto coesistono entrambi i concetti, e il Regno Unito si concentra di più sul concetto “prima di tutto l’alloggio”. In Svezia, nei Paesi Bassi e in Italia (nel caso di Bologna) il concetto prevalente è quello dell’approccio “a scala”. Tuttavia alcune città della Svezia e dei Paesi Bassi stanno introducendo la strategia “prima di tutto l’alloggio”, a titolo sperimentale. La problematica dei senzatetto ha acquistato rilevanza nei programmi europei e degli stati membri. In vari Paesi, come i Paesi Bassi, la Svezia e il Regno Unito, i governi nazionali hanno attuato strategie globali e multidimensionali con approcci integrati. Queste strategie sono tradotte a livello locale, in modo da consentire un adattamento ai contesti locali specifici. Nel Regno Unito il governo centrale fornisce il contesto entro il quale le autorità devono elaborare le loro strategie per i senzatetto. In Svezia e nei Paesi Bassi il governo nazionale “si limita” a facilitare le azioni politiche elaborando una strategia che funge da motore per il sostegno e per stimolare le organizzazioni locali nel loro lavoro, offrendo opportunità di scambio e di analisi comparativa tra le città. In altri Paesi come la Repubblica Ceca e l’Italia non c’è un approccio strategico globale, affrontare il problema dei senzatetto fa parte dei compiti generali dei servizi sociali, e lo stesso vale per una serie di altri gruppi target di cui si occupano in generale i servizi sociali. Programmi di gestione nei piani abitativi di sostegno Una visione d’insieme degli attori principali coinvolti nei piani abitativi di sostegno mostra i diversi sistemi di gestione adottati nei cinque Paesi presi in esame da questo studio: / Tabella 3 / / Distribuzione delle responsabilità nei servizi abitativi di sostegno / Programmazione Finanziamento CZ IT1 NL SE UK stato, regione, comune stato, regione, provincia, comune comune comune stato, comune stato, regione, comune stato, regione, comune stato, comune comune Stato comune comune comune, agenzia di assistenza comune Comune Comune e organizzazioni fondate dai comuni, ONG Comune, impresa di servizi pubblici, ONG ONG comune, fornitori privati, ONG comune, terzo settore, settore privato, impresa sociale Aggiudicazione/ assegnazione Fornitura 1 Regione Emilia-Romagna esclusiva competenza del comune il comune condivide la responsabilità l’attore principale è indicato in neretto Fonte: LAO Bologna, Praga, Rotterdam, Stoccolma, Southampton - 23 In Svezia i comuni hanno la responsabilità quasi esclusiva a tutti i livelli di fornitura degli alloggi di sostegno. Lo stato può creare ambiti nazionali per stimolare e supportare le azioni locali, tuttavia i comuni sono autonomi nell’erogazione del servizio. I comuni forniscono la maggior parte dei servizi abitativi di sostegno da soli, ma (nel caso di Stoccolma) delegano sempre di più la fornitura del servizio ad altre organizzazioni, ad esempio fornitori privati/ ONG. In Italia, nel caso della regione Emilia Romagna o della Città di Bologna, alcune riforme recenti hanno riorganizzato la fornitura dei servizi sociali. Lo Stato ha il compito di definire i livelli delle azioni relative ai diritti civili e sociali, stabilendo requisiti minimi per l’organizzazione dei servizi sociali e condividendo le risorse finanziarie insieme alle regioni. Le funzioni di programmazione sono condivise tra le regioni, le province e i comuni. I servizi sono gestiti e forniti non solo da enti pubblici, ma anche da organizzazioni non profit. I comuni gestiscono i servizi sociali direttamente o delegano la gestione alle suddette organizzazioni. Nel Regno Unito i servizi di edilizia abitativa di sostegno sono commissionati dai comuni. Il governo centrale fornisce i finanziamenti e definisce un contesto base nazionale dei servizi di sostegno. Le funzioni di programmazione sono svolte insieme allo stato centrale, alle regioni e ai comuni. Queste partnership sono monitorate tramite Accordi Locali (Local Area Agreements, LAA). Il comune fornisce pochi servizi da solo e acquista la fornitura di servizi prevalentemente da organizzazioni del terzo settore. Nei Paesi Bassi i comuni gestiscono la maggior parte delle competenze nella fornitura di alloggi di sostegno, essi sono responsabili della programmazione degli alloggi di sostegno, sulla base di valutazioni di bisogni effettuate da loro stessi e subappaltate a istituti di ricerca. Il governo nazionale elabora strategie di edilizia abitativa che il comune ritaglia in base alle esigenze specifiche e agli obiettivi della sua area, creando una strategia locale di edilizia abitativa, con obiettivi e target propri. Nella Repubblica Ceca la recente riforma dei servizi sociali ha portato notevoli cambiamenti nell’ambito degli stessi servizi (vedi Capitolo 3), e ha ridefinito il ruolo degli attori. Lo stato, la regione e i comuni sono coinvolti nella programmazione. Le risorse finanziarie provengono dal governo centrale e sono trasferite al comune tramite la regione, entrambi forniscono forme minori di finanziamento. I comuni non forniscono da soli i servizi di edilizia abitativa, li delegano a organizzazioni semifinanziarie (create e finanziate dai comuni), ma soprattutto a ONG. 4.2.3 Politica e gestione dei servizi del lavoro e della formazione Questa sezione analizza le strategie delle politiche e gli ambiti istituzionali per i servizi del lavoro e di formazione, concentrandosi sui servizi municipali o sui servizi organizzati da ONG o altri fornitori privati. Linee strategiche nell’erogazione di servizi del lavoro e di formazione Negli anni 90 i livelli relativamente alti di disoccupazione, il persistere di livelli di disoccupazione di lunga durata e l’aumento di restrizioni di budget, hanno fatto sì che vari Paesi abbiano cambiato o rafforzato le loro strategie di politiche attive a favore del mercato del lavoro. Si è passati da politiche incentrate sulla creazione del lavoro e sulla lotta alla disoccupazione a politiche che si concentrano sulla possibilità di aumentare le opportunità di occupazione dell’individuo e gli incentivi per le persone che cercano un lavoro in maniera attiva. In pratica è stato ampliato il gruppo di persone considerate in grado di lavorare.44 44 Come esempio recente di ampliamento del gruppo delle persone considerate disponibili per il lavoro, si consideri che la maggior parte dei Paesi presi in esame in questo rapporto hanno riprogettato il loro sistema di assegnabilità di sovvenzioni per l’incapacità. In pratica le persone che in precedenza erano considerate incapaci di lavorare ora sono soggette a valutazioni più frequenti, e la rimanente capacità di lavorare potrebbe riportarle al mercato del lavoro. 24 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee Ricevere benefici economici dipende in misura sempre maggiore dall’attività di ricerca del lavoro, dall’accettazione di offerte di lavoro e dalla partecipazione a misure legate a politiche attive a favore del mercato del lavoro. Per rafforzare il legame tra lo stato sociale e il mercato del lavoro i governi nazionali stanno integrando sempre di più il mercato del lavoro e le politiche sociali, sia a livello politico (ad es. unendo le indennità derivate dall’occupazione e le indennità di assistenza sociale) che a livello istituzionale ( ad es. tramite l’integrazione degli uffici del lavoro con gli enti di previdenza) In Europa questo passaggio all’attivazione ha avuto origine in Paesi come il Regno Unito, la Danimarca, I Paesi Bassi, la Svizzera o la Germania, e successivamente è avvenuto anche in alcuni Paesi dell’Europa dell’Est (ad es. la Repubblica Ceca). Altri Paesi, come l’Italia, hanno avuto solo di recente dei cambiamenti in questa direzione. È possibile identificare strategie comuni nelle politiche attive a favore del mercato del lavoro (cf. Serrano Pascual 2007): • Individualizzazione: L’eterogeneità dei gruppi sociali è riconosciuta sempre di più e si riflette nella progettazione dei programmi di attivazione. Ci si concentra soprattutto sulla varietà delle situazioni e dei fattori individuali, piuttosto che sui gruppi sociali. • Ampliamento dell’approccio: Si registra la tendenza a utilizzare una serie più ampia di strumenti, ad es. consulenza, esperienza lavorativa, sovvenzioni per il lavoro, ecc. per incoraggiare la partecipazione al mercato del lavoro. • Maggiore contrattualizzazione: Si sta passando da un approccio burocratico a forme di stipula di “accordi contrattuali” tra le autorità deputate a fornire Servizi di collocamento e la persona disoccupata, il che richiede un livello più alto di responsabilità da parte della persona disoccupata. • Maggior utilizzo di sanzioni/ misure di incentivo: Si utilizzano più sanzioni e/o misure di incentivo per far entrare le persone nel mercato del lavoro e per farle uscire da un sistema di ricezione di indennità. Queste tendenze ad ampio raggio sono abbastanza simili nella maggior parte dei Paesi europei, ma le riforme del mercato del lavoro e della politica sociale hanno preso forme e ritmi abbastanza diversi da Paese a Paese (cf. van Gestel/Herbillon 2006). Il significato del termine “attivazione” è diverso da Paese a Paese e, come mostra la ricerca EUROCITIES-NLAO, da città a città, a seconda del contesto nazionale/ locale. Le politiche differiscono per quanto riguarda il livello di obbligatorietà delle misure, i meccanismi di sanzione, il livello di costrizione esercitato sui richiedenti e le possibilità offerte (Serrano Pascual 2007). Programmi di gestione per l’erogazione di servizi del lavoro/ di formazione I cambiamenti nella politica del mercato del lavoro che hanno causato una tendenza all’attivazione sono accompagnati da tendenze di decentralizzazione e privatizzazione a livello istituzionale, al fine di attivare meglio le persone disoccupate, riducendo il divario tra i servizi e i cittadini e fornendo servizi più efficaci e più efficienti in termini di costi. Sebbene le sfide fossero simili nei cinque Paesi (alto numero di destinatari di servizi di assistenza sociale a lungo termine, restrizioni sui budget pubblici), queste riforme hanno assunto diverse caratterizzazioni nelle città/ nei Paesi presi in esame (vedi la Tabella 4 sottostante per informazioni sul ruolo dei comuni). - 25 / T abella 4 / / Il ruolo del comune nella fornitura dei servizi del lavoro e di formazione46 / Praga/CZ Bologna/IT Rotterdam/NL Stoccolma/SE Southampton/UK Il comune fornisce e subappalta servizi di attivazione (soprattutto relativamente al supporto sulle candidature, attività di consulenza e mediazione tra domanda e offerta – Centri del Lavoro) Il comune ha una competenza statutaria limitata nella fornitura di servizi del lavoro & di formazione per sostenere persone con forme di disabilità; dal 4/2010 i comuni inglesi progettano e subappaltano i servizi di istruzione e di formazione per i giovani 48,49 Comune Il comune svolge il ruolo di fornitore del servizio o di autorità che commissiona il servizio Il comune concede sovvenzioni a ONG che forniscono servizi sociali nell’ambito dell’occupazione e dell’istruzione Gruppo target: Persone a rischio di esclusione sociale, soprattutto disabili, lavoratori anziani, minoranze etniche (Rom) Il comune svolge il ruolo di datore di lavoro o fornitore/ oppure fornisce aiuto nei programmi di sostegno al lavoro Il comune fornisce/ organizza forme di lavoro pubblico (o sovvenzionato dai Servizi Pubblici per l’Impiego o sotto forma di lavoro non retribuito per destinatari di programmi di assistenza sociale) Gruppo target: Disoccupati da molto tempo (1) Il comune gestisce o partecipa a progetti di lavoro/ formazione46 (2) Il comune fornisce informazioni e consulenza in ambito professionale (non attività di mediazione tra domanda e offerta) attraverso gli Helpdesk del Lavoro47 Il comune fornisce e/o subappalta servizi di reintegrazione a fornitori privati Gruppo target: Persone adulte svantaggiate, senzatetto, tossicodipendenti o alcolizzati, ex-detenuti, immigrati, Rom/ Sinti (1) Disoccupati con/ senza prestazioni previdenziali (2) (1) Il comune offre forme di collocamento; (2) Il comune può fornire sovvenzioni tramite lo strumento della “borsa lavoro” in un progetto più ampio di inclusione sociale, in cui l’occupazione è una parte del processo Gruppo target: Disabili certificati (1) Persone adulte svantaggiate, senzatetto, tossicodipendenti o alcolizzati, ex-detenuti, immigrati, Rom/ Sinti (2) Gruppo target: Destinatari di programmi di assistenza sociale Gruppo target: Destinatari di programmi di assistenza sociale Gruppo target: Tutte le persone giovani, 14-19 anni Il comune offre posti di lavoro protetti (finanziati dallo Stato) Gruppo target: Persone con una qualche forma di disabilità fisica, psicologica o mentale, ex-detenuti, persone che hanno o hanno avuto una forma di dipendenza e senzatetto (1) Il comune offre forme di collocamento; (2) Il comune coordina il lavoro sovvenzionato attraverso dei programmi nazionali e trova posti di lavoro (finanziati da programmi nazionali) Insieme alle agenzie locali/ regionali/ nazionali, i comuni possono fornire programmi di sostegno al lavoro, direttamente o in una partnership Gruppo target: Persone con problemi psico-sociali, giovani (1) disoccupati (da molto tempo) Gruppo target: Chiunque ma spesso il programma si concentra su persone con disabilità o problemi di salute mentale Il comune partecipa alla pianificazione strategica delle regioni in qualità di parte interessata Spesso i comuni consolidano le strategie per lo sviluppo economico regionale Rappresentante dei Servizi Pubblici per l’Impiego nel centro per il lavoro che coordina e fornisce informazioni Il comune fornisce un coordinamento strategico a livello locale Regioni Cooperazione con le regioni nella fornitura del servizio Il comune prende parte alla pianificazione dei servizi sociali (sia a livello regionale che a livello locale) Il comune coopera con la provincia che ha ricevuto dalla regione l’incarico di gestire i Servizi Pubblici per l’Impiego Cooperazione con il governo centrale nella fornitura del servizio Nessuna cooperazione Il governo centrale non ha competenze nella erogazione di servizi del lavoro e di formazione Il comune riunisce i soggetti interessati per una pianificazione strategica Stato Il comune, insieme all’ente nazionale di sicurezza sociale , fornisce servizi base nell’ambito di politiche attive a favore del mercato del lavoro50 ALMP: Active Labour Market Policies (politiche attive a favore del mercato del lavoro) - PES: Public Employment Service (Servizi Pubblici per l’Impiego) 26 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee Nei Paesi Bassi una riforma nazionale del 2004 ha dato ai comuni la piena competenza per le spese di assistenza sociale, ora essi ricevono un budget annuale diviso in due parti: una per spese di assistenza sociale e un’altra per i programmi di attivazione. Il 25% del surplus generato nella prima parte può essere usato liberamente dai comuni per altri scopi. Ciò dovrebbe incentivare i comuni a ridurre il numero di persone che dipendono dall’assistenza sociale. Generalmente i comuni subappaltano i servizi di reintegrazione a fornitori privati (in percentuali che variano da città a città). In Svezia i comuni hanno notevoli poteri nelle politiche sociali, ma non hanno una competenza formale nelle politiche del mercato del lavoro. Nel caso di Stoccolma le attività della città si sono sviluppate soprattutto come risposta pragmatica proattiva da parte del comune a problemi esistenti, ad es. il persistere di un alto numero di destinatari di programmi di assistenza sociale per i quali i Servizi Pubblici per l’Impiego non sono sufficientemente attivi. Per questi motivi il comune, senza un mandato formale, si è occupato sempre di più dei suoi cittadini nell’ambito del lavoro e della formazione, e ha creato il suo centro municipale per il lavoro (“Jobbtorg”), cercando così di colmare i vuoti lasciati dai Servizi Pubblici per l’Impiego, specialmente per quanto riguarda le persone particolarmente svantaggiate. Nel caso di Stoccolma il comune tradizionalmente provvede da solo alla fornitura della maggior parte dei servizi, ma si registra una tendenza sempre maggiore al subappalto dei servizi stessi. Nel Regno Unito il governo centrale detiene la quasi esclusiva responsabilità per la fornitura di servizi legati al lavoro e alla formazione (il dipartimento competente del governo centrale appalta la maggior parte dei servizi del lavoro e di formazione ad agenzie, al terzo settore e a fornitori privati). Tuttavia alcune disposizioni importanti per la promozione di partnership locali hanno dato al governo locale la possibilità di avere un’influenza sulla fornitura locale. Le autorità locali, basandosi sulle loro competenze nell’ambito dello sviluppo economico e sulla loro conoscenza dell’area locale e di ciò che viene fornito a livello locale, forniscono un supporto, aiutano a dare forma ai servizi collegati ai Servizi Pubblici per l’Impiego e li coordinano con altri servizi forniti a livello locale. Di recente è avvenuto un cambiamento: dall’aprile del 2010 i comuni (in Inghilterra) sono direttamente responsabili della pianificazione e dell’assegnazione di servizi di istruzione e formazione per giovani di età compresa tra i 14 e i 19 anni. 45 Forniti direttamente a persone senza lavoro/ disoccupate, comprese le sovvenzioni (da parte dei comuni) ai datori di lavoro, senza politiche passive del mercato del lavoro. 46 Finanziati principalmente dal FSE, i comuni cofinanziano e/o coordinano i progetti. 47 In Italia i comuni possono svolgere attività di collocamento, comprese le attività di incontro tra domanda e offerta, tramite accreditamento. Bologna non ha scelto l’accreditamento e pertanto non può svolgere attività di incontro tra domanda e offerta, tuttavia ha firmato un Protocollo d’Intesa con la Provincia di Bologna, che ha stabilito la base legale per la creazione dei tre Helpdesk sperimentali del lavoro. 48 Inoltre, a causa della crisi economica, negli ultimi due anni le autorità locali si sono impegnate in maniera più proattiva nella fornitura di servizi del lavoro/ di formazione. 49 Il comune lavora in collaborazione con alcuni partner per coordinare o sviluppo economico locale e le strategie di occupazione 50 Ad es. registrazione di disoccupati/offerte di lavoro, attivazione di disoccupati registrati di recente. - 27 In Italia la situazione è più complessa e coinvolge vari attori istituzionali. Lo stato si occupa di politiche passive per il mercato del lavoro (una rete di sicurezza in ambito previdenziale e un supporto finanziario ai disoccupati che rientrano in gruppi specifici), mentre le regioni hanno l’esclusiva competenza per le politiche attive a favore del mercato del lavoro, e possono delegare alle province la gestione di Centri Pubblici per l’Impiego. L’ultima riforma del mercato del lavoro in Italia, avvenuta nel 2003, ha aumentato il numero di enti pubblici e privati i quali, tramite procedure di accreditamento, possono fornire servizi per il lavoro, finanziati da risorse pubbliche, in settori regionali specifici. Le politiche attive a favore del mercato del lavoro sono finanziate quasi esclusivamente dal FSE e sono gestite soprattutto dalle ONG e/o da cooperative sociali e associazioni. Sebbene il Comune di Bologna non abbia deciso di diventare un fornitore accreditato di servizi del lavoro, esso ha firmato un Protocollo d’intesa con la Provincia di Bologna, per aprire, su base sperimentale, un Sportelli lavoro in tre quartieri. Tali sportelli forniscono informazioni e offre un servizio di orientamento professionale. Al tempo stesso i comuni, insieme ad altre istituzioni come le Aziende Sanitarie Locali (ASL) municipali, si occupano di politiche sociali e, in questo contesto, possono mettere in atto esperienze anche di inserimento lavorativo finalizzate al raggiungimento di una maggiore integrazione sociale per gruppi svantaggiati specifici e/o possono mettere in atto esperienze di socializzazione al lavoro e di transizione per persone svantaggiate.51 Nella Repubblica Ceca il governo centrale ha ancora la maggior parte della responsabilità per la fornitura di servizi del lavoro e di formazione. I comuni sono coinvolti appena, solo tramite la creazione di organizzazioni mutualistiche o fornendo sovvenzioni alle ONG che forniscono vari servizi, tra cui alcuni specifici per il lavoro e la formazione, destinati a gruppi svantaggiati. In maniera simile a quanto avviene in Italia, le politiche attive a favore del mercato del lavoro sono finanziate soprattutto dal FSE e sono attuate dalle ONG. 51 Da un punto di vista legale, questo intervento finalizzato all’inclusione nel mercato del lavoro non ha lo scopo di fornire contratti di lavoro, ma di promuovere la socializzazione e/o la formazione. 28 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee iassunto sul ruolo dei Comuni nell’erogazione R dei servizi di edilizia abitativa e del lavoro I comuni condividono molte funzioni chiave nella fornitura dei servizi di edilizia abitativa, del lavoro/ di formazione. • I comuni effettuano delle valutazioni dei bisogni locali che formano la base della pianificazione dei servizi sociali e si basano sulla loro conoscenza del contesto locale. Poter disporre di valutazioni adeguate è di fondamentale importanza per la fornitura di servizi adatti alle esigenze locali. Ciò è rilevante non solo per le politiche delle città, ma anche per i contesti nazionali nei quali i comuni svolgono un ruolo fondamentale nell’attuazione a livello locale. • I comuni sono fondamentali per l’adattamento delle politiche nazionali al loro contesto locale. I vari livelli di consulenza nazionale fanno sì che i comuni abbiano vari livelli di coinvolgimento. As esempio la strategia per i senzatetto nel Regno Unito è decisa a livello nazionale ed è adattata a livello locale, in Olanda la “Strategia di Assistenza Sociale” è un’iniziativa sia del governo nazionale che delle quattro città più grandi dell’Olanda, mentre in Svezia il governo centrale offre solo un contesto ampio, all’interno del quale i comuni possono agire per affrontare il problema dei senzatetto. • Le città hanno un ruolo fondamentale di coordinamento nella fornitura dei servizi locali. Il mix di assistenza sociale, in cui i governi operano sempre di più con organizzazioni private e non profit (tra cui l’autorità che assegna il servizio), implica che le città devono svolgere attività di coordinamento tra un numero sempre maggiore di attori. Spesso questo è già un ruolo consolidato per le città. Esse cooperano e svolgono attività di coordinamento verticale “verso l’alto” con autorità provinciali e regionali (Italia) o con il governo centrale (Regno Unito) e/o in maniera orizzontale con attori che operano nel contesto locale (ad es. associazioni di edilizia abitativa, fornitori privati di servizi o datori di lavoro, Paesi Bassi, Regno Unito). Mentre nel Regno Unito e nei Paesi Bassi il coordinamento e la cooperazione con gli attori esterni sono fenomeni comuni, in Svezia si tratta di una tendenza abbastanza recente. • Spesso i comuni agiscono in maniera proattiva senza un mandato formale, per ridurre la pressione finanziaria. Ad esempio in Svezia, nel caso di Stoccolma, il comune ha creato in maniera proattiva un centro del lavoro integrato per fornire un sostegno all’occupazione per i destinatari di programmi di assistenza sociale. Inoltre nel Regno Unito i comuni, pur avendo un ruolo statutario limitato nella fornitura dei servizi del lavoro, si impegnano ampiamente nelle attività di coordinamento con attori e nell’elaborazione di strategie economiche locali. • Spesso i comuni contribuiscono a progetti finanziati dai fondi Europei e/o agiscono in qualità di cofinanziatori degli stessi progetti, per la fornitura di servizi di lavoro e di formazione nei Paesi con budget nazionali relativamente bassi per le politiche attive a favore del mercato del lavoro (Italia, Repubblica Ceca). In questi Paesi il Fondo Sociale Europeo (FSE) svolge un ruolo fondamentale nell’erogazione di questi servizi a gruppi particolarmente vulnerabili. I servizi sono gestiti soprattutto da ONG e/o cooperative/ associazioni sociali. - 29 4.3 Attuazione di politiche di inclusione attiva a livello locale Sebbene l’ ‘inclusione attiva’ sia un concetto che sta emergendo solo di recente a livello europeo, non è nuova nel contesto locale, e si riferisce a pratiche e tendenze, spesso già esistenti, nella fornitura del servizio sociale nella maggior parte dei Paesi. Questa sezione analizza in che modo i principi della qualità dell’UE (vedi sezione 2.1.1) si riflettono nell’attuazione locale delle politiche sull’edilizia abitativa e dei servizi del lavoro e di formazione. Questa sezione è strutturata sulla base dei sei principi comuni definiti dalla CE (vedi sezione 2.1.1). Ogni sottosezione fissa il principio comune, seguito da una breve (possibile) interpretazione, in base a quanto è stato discusso nell’ambito del progetto EUROCITIES-NLAO. Successivamente sono analizzate le pratiche locali insieme al principio di qualità, illustrato tramite esempi di pratiche locali. La sezione si conclude con una valutazione su quanto l’attuazione locale rispetti il relativo principio di qualità, secondo le osservazioni di EUROCITIES-NLAO, e identifica le sfide nell’attuazione. 4.3.1 Equità per quanto riguarda l’accessibilità e l’economicità del servizio Principio della Commissione Europea 1: Accessibilità geografica, fisica ed economica dei servizi Questo principio si riferisce alla disponibilità geografica, all’accessibilità fisica e all’economicità dei servizi. Disponibilità ed economicità degli alloggi sociali La maggior parte delle città in Europa hanno già o si aspettano problemi per quanto riguarda la disponibilità ed economicità degli alloggi pubblici/ sociali. In alcuni Paesi (Repubblica Ceca, Regno Unito) la privatizzazione dello stock abitativo pubblico, attraverso il trasferimento a prezzi ridotti ad acquirenti privati e associazioni private di edilizia abitativa, ha contribuito a questa mancanza di alloggi sociali. Di conseguenza la percentuale del settore di edilizia pubblica/ sociale è diminuita notevolmente e in alcuni Paesi è diventata sempre più mirata a gruppi più ristretti della popolazione. In altri Paesi (Italia) le politiche sull’acquisto della proprietà hanno trascurato il settore dell’edilizia abitativa sociale. Di conseguenza ora la domanda relativa ad alloggi a prezzi economici supera l’offerta. Ad esempio a Southampton attualmente 13.000 persone sono su liste d’attesa per un alloggio sociale, mentre solo il dieci per cento ne ha effettivamente diritto. La riduzione notevole degli alloggi pubblici disponibili, dovuta alla privatizzazione, crea anche una segregazione sociale poiché la privatizzazione di abitazioni e proprietà più attraenti e accessibili fa sì che i gruppi vulnerabili si concentrino in zone meno attraenti, con alloggi meno accessibili e meno adatti alle loro esigenze. Nei Paesi dell’Europa dell’Est i problemi di economicità dell’alloggio sono strettamente connessi alle conseguenze del passaggio da un’economia socialista a un’economia di mercato. A Praga l’imminente deregolamentazione degli affitti entro il 2012 presumibilmente porterà allo spostamento di persone particolarmente vulnerabili (soprattutto gli anziani, ma anche famiglie a basso reddito e famiglie monoparentali), che lasceranno gli appartamenti del centro, più attraenti, per cercare alloggi economici altrove, poiché non potranno permettersi gli affitti più alti che saranno applicati a queste proprietà. Nel 2009 il governo ceco ha risposto fornendo nuove sovvenzioni statali per gli alloggi sociali. 30 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee /R iquadro 7 / / Il “Get on- bus”, Edinburgo / Accessibilità dei servizi abitativi di sostegno e dei servizi del lavoro/ di formazione Nelle città/ nei Paesi presi in esame in questo rapporto l’accesso ai servizi disponibili è spesso facilitato da servizi a sportello unico, ossia punti a ingresso unico, in modo che ogni utente arrivi al servizio giusto (ad es. gli Sportelli sociali e del lavoro a Bologna (vedi Riquadro 4), i centri per i senzatetto a Rotterdam e Southampton (vedi Riquadro 10) e i centri del lavoro a Rotterdam, Stoccolma e Southampton (vedi Riquadro 11). Inoltre la creazione di servizi a sportello unico facilita l’integrazione di diversi servizi e il coordinamento con servizi che non sono direttamente connessi all’edilizia abitativa o ai servizi del lavoro/ di formazione, come i servizi di assistenza sociale (vedi anche 4.3.4). Nel riquadro sottostante viene presentato un esempio di pratica locale in cui l’accessibilità dei servizi sociali è facilitata. Il “Get-on bus” a Edinburgo è un autobus che rappresenta una risorsa mobile per portare i servizi in tutte le parti della città, affiancando l’infrastruttura statica di altri servizi municipali di sostegno. I servizi includono tutti i dipartimenti fondamentali e le agenzie partner fondamentali. Inoltre l’unità mobile del “Get-on-bus” fornisce una piattaforma per lo staff di prima linea delle agenzie locali, rendendo possibile una collaborazione in modo che ogni agenzia promuova i servizi delle altre e in modo che le agenzie possano capire in che maniera contribuiscono a fornire un sostegno in maniera collettiva. http://www.edinburgh.gov.uk/internet/ city_living/jobs_and_careers/CEC_get_on Accessibilità fisica dei servizi abitativi e dei servizi del lavoro/ di formazione Per le persone con disabilità fisiche è particolarmente importante l’accessibilità dei servizi, tra cui i servizi di edilizia abitativa pubblica/ sociale. Nell’ambito della ricerca EUROCITIES-NLAO generalmente non sono state segnalate problematiche di accessibilità fisica di servizi di edilizia abitativa e del lavoro. Servizi di sostegno che facilitano l’accessibilità dei servizi di formazione e di servizi per l’assistenza all’infanzia Per le persone con responsabilità in ambito di assistenza sociale, la partecipazione a iniziative di formazione può diventare difficile se i servizi appropriati di assistenza all’infanzia, tramite sistemi di supporto individuale o disposizioni per forme di assistenza all’infanzia/ a lungo termine, non sono facilmente accessibili o se non sono a prezzi economici. L’assistenza all’infanzia rimane un ostacolo per alcune famiglie, in particolare per famiglie monoparentali in cui il genitore spesso deve destreggiarsi tra i bisogni di bambini di età diversa. Secondo le città del progetto EUROCITIES-NLAO la disponibilità e l’economicità di questi servizi rappresentano un problema in città in Italia o nel Regno Unito, in cui c’è una chiara mancanza di tali strutture. Invece in Paesi che hanno politiche sviluppate nel settore dell’assistenza all’infanzia, come la Svezia, il supporto attraverso i servizi di assistenza all’infanzia non rappresenta un problema. Le sfide relative alla erogazione dei servizi Attualmente la mancanza di alloggi economici e la segregazione sociale sono due delle maggiori sfide urbane, che spesso creano notevoli limiti per quanto riguarda l’accessibilità di servizi di qualità per persone vulnerabili. L’accesso agli alloggi è limitato a causa della mancanza di alloggi adeguati. Al tempo stesso quando sono disponibili alloggi sociali spesso si trovano in aree svantaggiate con scarsa disponibilità di alloggi, il che aggrava ulteriormente la situazione delle persone svantaggiate. In particolare nelle aree svantaggiate la fornitura dei servizi sociali deve essere ben coordinata con altri tipi di servizi come il trasporto, per facilitare l’accesso a servizi, ad esempio servizi del lavoro/ di formazione e infine all’occupazione. Per le persone con responsabilità di tipo assistenziale il coordinamento con servizi di assistenza all’infanzia e la disponibilità di tali servizi è fondamentale per garantire loro l’accesso all’occupazione e la partecipazione a opportunità di formazione e/o infine al mercato del lavoro. - 31 4.3.2 Equità nell’accesso al servizio e nell’erogazione del servizio Principio della Commissione Europea 2: Solidarietà, pari opportunità per utenti e dipendenti, tenendo conto dei vari tipi di utenza Questo principio si riferisce alla solidarietà e all’equità tra gli utenti nell’accesso al servizio e nella fornitura dello stesso servizio, per garantire pari opportunità a tutti, comprese le pari opportunità per il personale che si occupa del servizio.52 Per soddisfare le diverse esigenze delle persone vulnerabili, i comuni devono garantire la disponibilità di un livello adeguato di servizi (tra cui servizi di edilizia abitativa pubblica/ sociale), che abbiano una portata sufficiente. Al tempo spesso devono essere attuati dei meccanismi per garantire la solidarietà e l’equità tra gli utenti, in altre parole le persone bisognose devono ricevere realmente il supporto di cui hanno bisogno. Garantire l’equità nella fornitura del servizio è un compito sempre più difficile. Spesso le città sono le prime a rispondere al cambiamento delle esigenze quando il contesto nazionale ancora non ha risposto. La crisi economica aggrava ulteriormente la situazione: si registra una diminuzione dei budget totali delle città e un aumento di domanda di servizi economici e sociali,53 in questo modo le città hanno ancora meno possibilità di rispondere adeguatamente alle esigenze attuali e imminenti. La ricerca EUROCITIES-NLAO ha identificato un cambiamento in atto nel profilo degli utenti dei servizi di edilizia abitativa e del lavoro/di formazione. Ciò è dovuto a cambiamenti strutturali come cambiamenti nell’economia, instabilità lavorativa, invecchiamento demografico, aumento dell’immigrazione, cambiamenti di stile di vita che si traducono in un aumento di nuclei familiari composti da una sola persona, processi di disgregazione e ricomposizione familiare, a causa di tutto ciò può essere necessario che i fornitori di servizi adattino i loro servizi: • Il cambiamento di profilo di locatari di alloggi sociali (ad es. più single, più anziani) può richiedere modifiche nello stock abitativo pubblico/ sociale, come la (ri)costruzione di appartamenti più piccoli e/o accessibili) o la fornitura di servizi aggiuntivi, come servizi di sostegno per gli anziani. • Un numero sempre crescente di donne senza casa e di utenti con passaporto straniero (soprattutto dai Paesi dell’Europa dell’Est, ma anche da Paesi che non fanno parte dell’UE) frequentano i ricoveri per senzatetto nelle città prese in esame. Inoltre si registra un aumento di giovani adulti tra i senzatetto, spesso giovani uomini, a causa di disgregazioni familiari. La fornitura del servizio deve rispecchiare i bisogni di queste persone, ad es. formando lo staff fornendogli competenze nell’ambito dell’interculturalità o dando protezione alle donne esposte alla violenza. • I lavori che richiedono un basso livello di qualifiche sono sempre più rari oggigiorno, e in questo modo si riducono le prospettive di lavoro per le persone con qualifiche di basso livello. Inoltre i lavoratori che hanno lavorato per molto tempo in una ditta e perdono il lavoro spesso hanno competenze che non sono sempre importanti nel mercato attuale del lavoro, oppure possono avere un’età per cui le altre ditte non vogliono reinvestire nella loro formazione. Inoltre sono sempre più evidenti gli effetti della sempre maggiore instabilità delle strutture familiari. Come mostra un esempio, i genitori separati che devono mantenere due case possono trovarsi a dover fronteggiare seri problemi economici. La nascita di nuove classi di persone socialmente svantaggiate fa sì che i fornitori di servizi del lavoro e di formazione debbano adattarsi offendo programmi di formazione per lavoratori anziani e sotto-qualificati, oppure attività di coordinamento con servizi di consulenza sui debiti, ecc. 52 Il Progetto EUROCITIES-NLAO non si è occupato delle pari opportunità per i dipendenti di fornitori di servizi. 53 Sondaggio di EUROCITIES sulla Recessione e la Ripresa nelle Città, 2009. 32 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee Equità nell’accesso agli alloggi pubblici/ sociali Le città dispongono di svariati strumenti per migliorare l’accesso agli alloggi pubblici/ sociali per i più vulnerabili: • una quota (definita legalmente) per gruppi target specifici (Italia, Paesi Bassi); •c riteri di assegnazione e procedure finalizzate a dare la priorità alle persone bisognose (Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Regno Unito); • procedure di assegnazione/ di appalto progettate per soddisfare le esigenze degli utenti e per garantire che i servizi siano accessibili per varie tipologie di utenti (Svezia, Regno Unito). Tuttavia la mancanza (talvolta considerevole) di alloggi sociali disponibili nelle città (vedi 4.3.1) fa sì che sia difficile occuparsi di tutte le persone che hanno bisogno di alloggi a prezzi abbordabili. In realtà gli alloggi sociali non sono necessariamente forniti alle persone più bisognose, nonostante esistano dei criteri di assegnazione. Ad esempio nella Repubblica Ceca manca una definizione ufficiale di “alloggi sociali” (vedi sezione 4.2.1), pertanto i fornitori dei servizi possono stabilire i loro criteri di assegnazione, e spesso preferiscono persone con un reddito fisso alle persone escluse dal mercato del lavoro, secondo la ricerca LAO di Praga. La mancanza di alloggi sociali e il fatto che Ie esigenze stiano cambiando sono buoni motivi per interrogarsi sull’adeguatezza dei criteri di assegnazione nell’identificazione delle persone più bisognose. Ad esempio a Bologna, dove la domanda di alloggi sociali (e di sostegno) è in aumento e crea limitazioni ai budget municipali, le metodologie e gli strumenti nazionali sono considerati insufficienti per valutare con precisione i bisogni individuali. Il dibattito sull’elaborazione di nuovi criteri e indicatori è in corso. Equità nell’accesso e nella fornitura relativamente ai servizi di edilizia abitativa di sostegno e ai servizi del lavoro Considerando l’eterogeneità del gruppo di persone “escluse dal mercato del lavoro” devono essere disponibili vari servizi per soddisfare le varie esigenze. Talvolta ciò significa che deve essere riservato un trattamento preferenziale ai gruppi particolarmente vulnerabili. Ci sono numerosi servizi per supportare le persone avviandole al mercato del lavoro, attraverso corsi di formazione specializzati. A seconda del Paese, tali servizi sono spesso forniti in ambiti nazionali e adattati al livello locale o tramite iniziative municipali (Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito). Soprattutto in Italia e nella Repubblica Ceca, dove i programmi per i gruppi particolarmente vulnerabili sono finanziati specialmente dal Fondo Sociale Europeo (FSE), il finanziamento europeo svolge un ruolo importante nella promozione delle pari opportunità. Ciò è dovuto al fatto che esso finanzia progetti specializzati di formazione per gruppi particolarmente vulnerabili, ma richiede anche una diffusione delle pari opportunità in tutti gli altri progetti del FSE. Inoltre nei Paesi presi in esame sono adottate varie pratiche nazionali, regionali e locali che promuovono in vari modi l’occupazione di persone svantaggiate. Si possono fornire due esempi di questo tipo. In Italia, ad esempio, la maggior parte degli interventi sulla formazione, riabilitazione e integrazione al lavoro di disabili sono attuati dalle cooperative sociali. In molti casi le autorità regionali e provinciali allocano progetti alle cooperative sociali prevedendo criteri preferenziali (i cosiddetti “bandi a clausola sociale”). Un secondo esempio è Rotterdam che, come modalità di assegnazione, applica “l’accordo del 5%” secondo cui ogni ditta che fa un’offerta per degli ordini deve destinare almeno il 5% della somma dell’appalto alla creazione di opportunità di lavoro per persone che attualmente ricevono prestazioni sociali. - 33 Secondo la ricerca del progetto LAO a Rotterdam questa pratica si sta mostrando efficace: per il 2010 si prevedeva di creare 750 posti di lavoro di questo tipo, e a maggio del 2010 ne erano già stati creati 500. Tuttavia, per quanto riguarda l’equità nell’accesso e nella fornitura di servizi del lavoro e di formazione, le città del progetto EUROCITIES-NLAO evidenziano il rischio che le persone che hanno più difficoltà a integrarsi siano escluse nella fornitura di servizi del lavoro/ di formazione, poiché richiedono più risorse di quelle che possono essere a disposizione. Il rischio è particolarmente alto nella crisi economica attuale. Le sfide relative alla erogazione dei servizi: Ci sono una serie di strumenti per garantire le pari opportunità nella fornitura dei servizi sociali. Tuttavia con il cambiamento delle necessità, dei criteri e degli indicatori dei bisogni le valutazioni e l’assegnazione dei servizi sociali devono essere adattate alle esigenze degli utenti, che stanno cambiando, per identificare le necessità reali delle persone e rispondere ad esse. Ciò è di fondamentale importanza per garantire l’accesso ai servizi sociali (tra cui gli alloggi sociali) per le persone più bisognose. Tra le altre sfide ci sono le seguenti: • Le varie dimensioni dell’esclusione sociale richiedono un’integrazione delle politiche, degli attori e dei servizi per rispondere alle diverse esigenze degli utenti. Spesso trovare un modo per gestire al meglio questi processi è ancora una sfida per i comuni. • C’è il rischio che le persone più escluse dal mercato del lavoro siano trascurate dal momento che la loro integrazione può essere considerata troppo dispendiosa in termini di tempo e pertanto troppo costosa. Nella crisi economica attuale questo rischio è particolarmente alto. 4.3.3 Qualità del servizio: qualifiche dello staff, condizioni di lavoro e infrastruttura fisica Principio della Commissione Europea 3: Investimento nel capitale umano, condizioni di lavoro e adeguata infrastruttura fisica Questo principio si riferisce all’investimento nello sviluppo professionale e nelle condizioni di lavoro dello staff che si occupa della fornitura del servizio, nonché nella infrastruttura fisica, come requisito per un servizio di buona qualità. Competenze e sviluppo di competenze Secondo la ricerca del progetto EUROCITIES-NLAO, generalmente le competenze richieste ai fornitori di servizi sociali per lavorare garantiscono che sia assunto del personale con qualifiche adeguate. Spesso ciò avviene tramite procedure di accreditamento. Ad esempio in Repubblica Ceca la Legge sui Servizi Sociali del 2006 fissa requisiti specifici per quanto riguarda le competenze del personale che lavora nell’ambito del servizi sociali. Perché sia possibile la registrazione dei fornitori di servizi (condizione base per avere diritto a finanziamenti) lo staff dei fornitori di servizi deve rispettare questi requisiti. Nei centri municipali del lavoro delle città prese in esame alcuni requisiti specifici per quanto riguarda le competenze garantiscono che le competenze dello staff siano adeguate alle funzioni da svolgere per questi ruoli. I centri del lavoro assumono personale di prima linea con diverse tipologie di competenze, in modo da essere in grado di svolgere tutta la serie di funzioni richieste. Ad esempio nel centro del lavoro di Stoccolma, i ruoli dello staff sono suddivisi in due funzioni: un “case manager” (persona che gestisce il caso) che si occupa del cliente e un “mediatore” che crea il collegamento tra il cliente e il datore di lavoro. Oltre a queste due posizioni, il centro del lavoro di Rotterdam assume anche un “account manager” che lavora nello specifico con i datori di lavoro per soddisfare il loro fabbisogno di manodopera. 34 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee Secondo la ricerca EUROCITIES-NLAO, gli investimenti nello sviluppo di competenze dello staff che si occupa della fornitura di servizi abitativi e del lavoro sono effettuati in maniera regolare, sia da parte dei servizi forniti dal comune che da parte dei fornitori che hanno ricevuto l’incarico. La tendenza verso l’integrazione dei servizi all’interno di singoli punti di contatto decentralizzati, e il cambiamento dei profili dell’utente, significano che il personale che si occupa della fornitura del servizio deve gestire richieste più complesse e diversificate da parte dei clienti, e questo nuovo profilo lavorativo deve riflettersi in programmi di sviluppo di competenze. Le sfide relative alla erogazione dei servizi: Generalmente ci sono alcune disposizioni che garantiscono che lo staff dei servizi sociali abbia competenze adeguate. Tuttavia i nuovi sviluppi e il cambiamento delle esigenze di diversi gruppi target devono riflettersi in programmi di sviluppo di competenze per lo staff: • Poiché i servizi stanno diventando più personalizzati lo staff deve essere in grado di mettere a punto i servizi attraverso un dialogo con gli utenti. • Il bisogno di realizzare un importante coinvolgimento dell’utente fa sì che i comuni e i fornitori dei servizi debbano avere le competenze per elaborare strategie innovative. • Il fatto che si stiano creando singoli punti di contatto per utenti, che forniscono accesso a vari servizi, significa che lo staff che si occupa della fornitura del servizio deve gestire richieste più complesse e diversificate. • Il cambiamento dei profili degli utenti richiede allo staff la capacità di adattare le competenze, ad es. un aumento di immigrati richiede competenze di lavoro in un ambiente multiculturale. L’uso di appaltatori esterni e di organizzazioni del terzo settore che ottengono l’incarico in base a contratti a breve termine può creare problemi nel trattenere lo staff. Ciò si può spiegare considerando il fatto che lo staff esperto cerca opportunità più sicure in ambito lavorativo, le organizzazioni volontarie hanno difficoltà nel trasferire lo staff da un progetto all’altro, ed è difficile attuare programmi efficaci di sviluppo del personale. 4.3.4 Qualità nella fornitura del servizio: coordinamento e integrazione dei servizi Principio della Commissione Europea 4: Servizi completi e coordinati, concepiti e forniti in una maniera integrata Questo principio si riferisce al coordinamento e alla fornitura dei servizi in una maniera integrata, e comprende anche lo sviluppo di comunità intesa come strategia coordinata basata sull’area locale e sulle persone per la fornitura di servizi alle persone. In alcuni Paesi c’è una tradizione di cooperazione e coordinamento con attori, ad esempio nel Regno Unito e nei Paesi Bassi dove i comuni sono abituati a cooperare con vari attori dato che un’alta percentuale di servizi è subappaltata. Questo ruolo di cooperazione/ coordinamento è particolarmente pronunciato nei servizi del lavoro nel Regno Unito, dove i comuni generalmente si limitano al coordinamento (vedi sezione 4.2.3). Invece per i comuni della Svezia che per tradizione forniscono servizi da soli, la cooperazione e il coordinamento di solito avvengono a livello operativo e tra i servizi municipali. La cooperazione e il coordinamento con altri attori sono fenomeni abbastanza recenti. - 35 Nella Repubblica Ceca e in Italia alcune riforme recenti hanno introdotto nuove forme di coordinamento (Repubblica Ceca) o hanno rafforzato la cooperazione tradizionale (Italia). Ci sono vari tipi di coordinamento nei Paesi presi in esame. Il coordinamento dei comuni con altre autorità pubbliche e con i soggetti interessati è diverso per quanto riguarda la direzione (verticale, orizzontale), il tipo di approccio (strategico, operativo), il livello di regolamentazione (locale, regionale, nazionale), la regolamentazione (formale, informale) e la durata (temporanea, permanente). /R iquadro 8 / / Cooperazione con i datori di lavoro / DAAD, Rotterdam La città di Rotterdam ha creato, insieme al Centro del Lavoro dell’agenzia di assicurazione dei dipendenti (gestita dallo Stato) un servizio apposito (chiamato DAAD) progettato nello specifico per lavorare con i datori di lavoro. I comuni forniscono servizi per i datori di lavoro, ad esempio la selezione del personale, la mediazione tra domanda Oltre a cooperare e a svolgere un coordinamento verticale con le autorità provinciali e regionali o col governo centrale i comuni, a seconda del Paese e del tipo di servizio, lavorano con una serie di attori locali, ad esempio la comunità, i gruppi religiosi, la polizia locale e i servizi dei pompieri e di salvataggio, gruppi di beneficenza, aziende, scuole ed enti sanitari. Un nuovo sviluppo è rappresentato dall’accordo e dalla fornitura relativi ad agenzie multiarea (Regno Unito) che riuniscono vari comuni, partner pubblici e altri partner settoriali, per lavorare a dei progetti comuni. Mentre nei servizi di edilizia abitativa generalmente la cooperazione col settore privato è meno radicata, nei servizi del lavoro i comuni che svolgono attività di mediazione tra domanda e offerta lavorano insieme ai datori di lavoro (esempi: vedi il Riquadro 8 qui sotto). e offerta e iniziative personalizzate, come fiere professionali, ecc. Partnership locali del lavoro, Regno Unito Nel Regno Unito i comuni, insieme allo staff locale del centro del lavoro (nazionale) Jobcentre Plus, del Dipartimento (nazionale) dei lavori e delle pensioni e insieme allo staff di fornitori di servizi di istruzione e formazione, lavorano con i datori di lavoro in partnership locali per il lavoro (Local Employment Partnerships, LEPs), per coordinare i programmi di formazione e di occupazione, fornendo tra l’altro progetti speciali per consentire alle persone svantaggiate l’accesso a un nuovo posto di lavoro e a opportunità di formazione.54 A livello strategico vari attori collaborano per fornire servizi in una maniera globale e ben coordinata, condividendo gli stessi obiettivi. Ad esempio sia l’edilizia abitativa che i servizi del lavoro fanno parte dei programmi globali nazionali e locali. Nei Paesi in cui sono attuate strategie nazionali globali (ad es. la Strategia nazionale del benessere nel Regno Unito o le strategie nazionali sui senzatetto nei Paesi Bassi, in Svezia e nel Regno Unito) gli attori e i fondi sono coordinati tra i ministri nazionali e poi sono adattati al contesto locale o dai comuni oppure in collaborazione con gli stessi comuni. Nel caso delle strategie locali (ad es. la strategia dell’”Economia Inclusiva” a Rotterdam) o nel caso di strategie che adattano strategie nazionali al contesto locale (ad es. la strategia di Southampton per il sostegno alle persone) il coordinamento avviene tra i diversi dipartimenti municipali e/o con altri fornitori di servizi. In tempi relativamente recenti è nato un nuovo processo: il coordinamento nella pianificazione strategica dei servizi sociali nella Repubblica Ceca attraverso la pianificazione di comunità (vedi Riquadro 6). In questo processo la regione o il comune gestiscono il coordinamento e la progettazione dei servizi sociali insieme ai fornitori dei servizi stessi e agli utenti. Il coordinamento a livello strategico spesso avviene insieme a partnership formali come nei Paesi Bassi e nel Regno Unito, ad es. nel Regno Unito dove le autorità locali collaborano con i soggetti interessati lavorando in partnership locali formali di edilizia abitativa (insieme ad associazioni di edilizia abitativa) o in partnership locali per il lavoro (insieme ai datori di lavoro, vedi Riquadro 8) o nei Paesi Bassi, dove le associazioni di edilizia abitativa (“enti”) sono considerate “partner sociali” che vengono consultati regolarmente su questioni relative all’edilizia abitativa. 54 Un esempio del lavoro di partnership è lo sviluppo di corsi di formazione breve per il lavoro, si tratta di corsi “pre-lavoro” per le persone più svantaggiate affinché esse abbiano nuove opportunità di occupazione. 36 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee In alcuni comuni il coordinamento e l’integrazione dei servizi sono tradizionalmente molto forti, ad esempio a Bologna. La cooperazione tradizionale in un contesto cittadino può portare a una cooperazione abbastanza informale. Laddove i comuni non hanno una lunga esperienza nella cooperazione con gli attori, i comuni iniziano a creare strutture di cooperazione, ad esempio a Stoccolma. In entrambe le città, Bologna e Stoccolma, alcune leggi recenti rendono obbligatori il coordinamento e la cooperazione tra attori all’interno di una città. Tuttavia in alcune aree di fornitura del servizio la cooperazione può essere solo libera da vincoli e in alcuni casi può essere di fatto inesistente, anche quando è stabilita dalla legge. Il coordinamento di partnership legato a un singolo progetto è comune nei progetti di sviluppo a livello di comunità (vedi sviluppo di comunità, ad es. le “aree Vogelaar” nei Paesi Bassi, vedi Riquadro 9). In questo caso di solito la cooperazione si limita alla durata del progetto. Coordinamento nello sviluppo a livello di comunità Gli schemi di sviluppo a livello di comunità si concentrano sul miglioramento di aree svantaggiate grazie a investimenti integrati nel risanamento fisico, nei servizi e nel coinvolgimento dei cittadini. Tali iniziative richiedono ai comuni un maggiore coordinamento con altri attori del territorio, esse cercano di superare l’impatto limitato dei progetti tradizionali di risanamento che spesso si sono concentrati troppo sui miglioramenti dell’infrastruttura fisica senza un forte coinvolgimento dei cittadini. Pertanto vi è una nuova generazione di progetti che applicano un approccio molto più globale nel fornire sostegno alle persone nelle aree svantaggiate, sia attraverso un risanamento fisico che attraverso un miglioramento di altri fattori, come l’istruzione, le opportunità lavorative, ecc. Ciò richiede un maggiore coordinamento tra i diversi attori. Il Riquadro 9 presenta un esempio di questo sforzo a Rotterdam (vedi anche ‘Järvadialogen’ a Stoccolma, Riquadro 12). Nell’Europa del Sud e dell’Est, dove non c’è stata una tradizione così forte nello sviluppo della comunità, le iniziative rimangono scarse e sono abbastanza sperimentali. Ad esempio in Italia i progetti di sviluppo della comunità sono tentativi isolati da parte di cooperative, e non dei comuni. Comunque spesso il comune supporta queste iniziative, ad esempio le cooperative possono firmare accordi con i comuni per acquistare il terreno su cui possono costruire a prezzi speciali. /R iquadro 9 / Paesi Bassi/ Rotterdam / /M igliorare il quartiere nelle “aree Vogelaar” / I progetti di sviluppo di comunità spesso collegano l’edilizia abitativa a servizi del lavoro, il che porta spesso a una situazione paradossale. Quando i programmi di integrazione attiva nel mercato del lavoro hanno successo e i disoccupati trovano un lavoro, questi ultimi tendono a lasciare il quartiere e vengono sostituiti da altre persone (disoccupate). Di conseguenza nell’area rimane un alto tasso di disoccupazione. Nel 2007 il governo olandese ha individuato 40 aree diffuse in tutto il Paese, proclamandole “aree bisognose”, che richiedono sforzi speciali in cinque settori principali: edilizia abitativa, lavoro, istruzione, integrazione e sicurezza (pubblica). Sette di queste cosiddette “aree Vogelaar” sono a Rotterdam. Lo scopo è di migliorare notevolmente la qualità della vita in queste aree, in un periodo che va dagli otto ai dieci anni. In generale gli investimenti nel lavoro e nelle strutture di quartiere e i miglioramenti della condizione dell’area si rivolgono ai residenti che attualmente vivono in queste aree ma dovrebbero attrarre anche nuovi residenti, portando a un aumento di stipendi e di spese. - 37 Integrazione dei servizi La tendenza di fornire i servizi di edilizia abitativa sociale in maniera integrata è particolarmente pronunciata nei Paesi in cui ci sono strategie nazionali (e locali) per affrontare il problema dei senzatetto, ad es. i Paesi Bassi e il Regno Unito (vedi Riquadro 10). Per quanto riguarda i servizi del lavoro, l’integrazione dei servizi spesso è collegata a una tendenza già esistente di attivazione di disoccupati, ad es. nei Paesi Bassi, in Svezia e nel Regno Unito. Generalmente questa tendenza è assente nella Repubblica Ceca. L’integrazione dei servizi fa parte di iniziative municipali (tranne i centri del lavoro nel Regno Unito, gestiti dal governo), pertanto sono diversi da città a cittàNelle città e nei Paesi presi in esame ci sono elementi comuni che sono caratteristici dei servizi integrati: • L’integrazione dei servizi offre agli utenti dei servizi un punto centrale che facilita l’accesso a una serie di servizi per l’utente. • La cooperazione con altri servizi municipali o fornitori esterni di servizi è di importanza fondamentale per l’efficacia di questi servizi, e potrebbe includere il coordinamento con servizi come servizi sanitari, carcere, consulenza per i debiti e (in particolare per i centri del lavoro) cooperazione con i datori di lavoro. • La gestione del caso è il metodo che solitamente si applica per lavorare con l’utente, e spesso è accompagnato dalla creazione di un progetto individuale per l’utente (vedi anche 4.3.5). L’integrazione dei servizi facilita l’accesso ai servizi per l’utente e offre altri vantaggi, tra cui la possibilità di facilitare la condivisione di dati, il che può migliorare l’efficienza globale nella fornitura del servizio. La ricerca EUROCITIES-NLAO ha identificato una serie di sfide collegate all’integrazione dei servizi: • Poiché i servizi del lavoro e di formazione sono forniti da vari attori, talvolta c’è una sovrapposizione dei gruppi target, e questo potrebbe far sì che i servizi siano in competizione, piuttosto che complementari. La sovrapposizione delle competenze e dei gruppi target può causare una mancanza di chiarezza tra gli utenti sulle responsabilità delle autorità coinvolte. • Il coordinamento e la cooperazione con altri servizi può essere difficile se tali servizi non rientrano nelle competenze del comune. • L’integrazione dei servizi può risultare vantaggiosa per le città, aumentando l’efficienza (e riducendo il numero di fornitori). Tuttavia quando i fornitori specialisti soccombono alla concorrenza alcuni gruppi di utenti possono “cadere” nella rete dei servizi. • Spesso la condivisione di informazioni è una caratteristica importante dei servizi integrati, per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi stessi. Tuttavia la condivisione di dati sensibili può essere problematica per via della protezione dei dati. 38 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee /R iquadro 10 / / Integrazione dei servizi per i senzatetto- esempi / A Rotterdam la Strategia di Assistenza Sociale ha introdotto un punto centrale per fornire un sistema di analisi centrale e di registrazione di tutti i senzatetto nella regione di Rotterdam e che pertanto promuove il flusso dai ricoveri ad ambienti abitativi sostenibili. Nella pianificazione della Strategia l’approccio integrato consente ai soggetti interessati di avere più tempo per cooperare e discutere sui singoli utenti, sui loro bisogni e i loro progressi. I progetti individuali con obiettivi in diversi ambiti della vita sono discussi durante incontri che si tengono a cadenza regolare, con la partecipazione di rappresentanti di tutte le organizzazioni coinvolte, in modo da garantire un accordo di tutti i soggetti interessati e da consentire un consolidamento dei vari servizi nei progetti individuali. La città di Southampton ha integrato i suoi servizi per i senzatetto creando un singolo punto di accesso con valutazione iniziale, a cui segue il rinvio a una serie di servizi. Riprogettando la fornitura e la presentazione dei servizi è stata realizzata una fornitura più coordinata e si è raggiunta una maggiore flessibilità nell’uso delle risorse. Al tempo stesso le informazioni sulla domanda e sul passaggio da un servizio all’altro sono recepite lasciando margine per piccoli miglioramenti per migliorare l’efficienza e identificare i cambiamenti nei modelli dei bisogni. Per ulteriori informazioni su questi processi: www.eurocities-nlao.eu /R iquadro 11 / / Integrazione dei servizi del lavoro con i servizi di assistenza sociale - esempi / Centro del lavoro (‘Jobbtorg’), Stoccolma55 Jobbtorg (creato nel 2008) offre servizi del lavoro e di formazione personalizzati a persone disoccupate che ricevono assistenza sociale, rifugiati, giovani disoccupati e immigrati che studiano lo svedese con assistenza sociale o sovvenzioni di avviamento. Ci sono sette uffici di Jobbtorg in vari punti della città, uno dei quali è specializzato nella disoccupazione dei giovani. Inoltre ci sono numerosi progetti del FSE per giovani disoccupati. I risultati di Jobbtorg mostrano che il 43 per cento dei casi registrati sono stati chiusi nel 2009, in quanto le persone hanno trovato lavoro, hanno iniziato a studiare, hanno iniziato un programma pubblico o per altri motivi. www.stockholm.se/PageFiles/42807/ Jobbtorg08_ENG_090622_screen.pdf Sportelli sociali e del lavoro, Bologna Gli Sportelli del lavoro forniscono consulenza personalizzata finalizzata a un programma di formazione e professionale studiato in base alle esigenze delle persone in cerca di un lavoro, oltre a servizi di accoglienza, di informazioni e consulenza self-service per le aziende. Essi lavorano insieme ai Servizi del Pubblico Impiego che si occupano della mediazione tra offerta e domanda. Gli Sportelli del lavoro, aperti dal 2006, cooperano e si coordinano Sportelli Sociali municipali, anch’essi creati di recente (vedi riquadro 4) Per ulteriori informazioni su queste pratiche locali: www.eurocities-nlao.eu Le sfide relative alla erogazione dei servizi: Il coordinamento con altri attori locali funziona tendenzialmente bene e ciò consente ai comuni di tornare a strutture esistenti di coordinamento e cooperazione. Dove non ci sono strutture i comuni devono ancora lavorare per costruirle. Nuovi requisiti giuridici sembrano rinforzare il coordinamento solo parzialmente. Ulteriori sfide sono le seguenti: • L’integrazione dei servizi spesso porta a ulteriori vantaggi, ad esempio un database comune, e consente una pianificazione più efficiente del servizio. Tuttavia spesso rimangono alcune sfide, come la sovrapposizione di competenze degli attori coinvolti o problematiche legate alla protezione dei dati. • Spesso il coordinamento è problematico quando i progetti sono fissati a breve termine e quando non è possibile creare una partnership sostenibile. • Nei progetti su aree specifiche la creazione di importanti collegamenti tra i servizi del lavoro e i servizi abitativi è di fondamentale importanza per raggiungere risultati sostenibili per quanto riguarda l’inclusione sociale di persone vulnerabili. 55 D ato che la creazione di Centri del Lavoro in Svezia dipende dall’impegno proattivo delle città, sono stati creati vari tipi di centri del lavoro nella maggior parte delle città ma non in tutte, ma di solito non sono sviluppati come Jobbtorg. - 39 4.3.5 Coinvolgimento degli utenti e linee di intervento personalizzate Principio della Commissione Europea 5: Coinvolgimento degli utenti e programmi di intervento personalizzati per soddisfare le varie esigenze individuali Questo principio si riferisce al coinvolgimento dell’utente nella fornitura dei servizi, in modo che il servizio soddisfi le esigenze specifiche del singolo utente, processo che può essere facilitato coinvolgendo gli utenti nella fornitura dei servizi (a vari livelli) e prendendo in considerazione il loro punto di vista quando viene progettato o fornito un servizio. A un micro livello gli approcci personalizzati coinvolgono direttamente gli utenti nella progettazione e nella fornitura del servizio, facendo sì che essi “co-producano” un servizio (ad es. tramite dei budget personalizzati). In Europa è in atto una tendenza verso un maggiore coinvolgimento dell’utente nella fornitura dei servizi presi in esame. I Paesi con una lunga tradizione democratica e di partecipazione dei cittadini, come i Paesi Bassi, la Svezia e il Regno Unito, generalmente hanno una lunga tradizione anche nel coinvolgimento degli utenti. Negli altri Paesi gli strumenti per il coinvolgimento dell’utente sono stati introdotti solo di recente (Repubblica Ceca) oppure si tratta di strategie isolate e sperimentali (Italia). Le misure per ottenere il coinvolgimento degli utenti sono prese tramite le politiche nazionali56 o tramite iniziative locali proattive. Queste ultime, specialmente nei progetti di rigenerazione urbana, sono spesso applicate in seguito a proteste dei cittadini contro misure urbanistiche delle autorità pubbliche che non avevano considerato il punto di vista dei cittadini fin dall’inizio (ad es. Järvadialogen, Stoccolma; vedi Riquadro 12).57 Coinvolgimento dell’utente nei servizi di edilizia abitativa pubblica/ sociale Per quanto riguarda i servizi di edilizia abitativa pubblica/ sociale, la partecipazione dell’utenza, ad esempio locatari o residenti, tramite i rispettivi sindacati o associazioni, è un processo ben radicato che esercita un forte potere (Svezia, Paesi Bassi, Regno Unito). Ad esempio tra le attività della Swedish Union of Tenants (Unione Svedese di locatari) vi sono le trattative annuali sugli affitti di locatari di alloggi municipali (il che influenza anche gli affitti di stock abitativi privati) e attività di lobbying per rafforzare la posizione dei locatari e il loro diritto di possesso (Hyresgästföreningen 2003). Allo stesso modo nel Regno Unito le associazioni di locatari e di residenti sono coinvolte attraverso processi di consultazione e analisi dei bisogni all’interno della comunità locale. Nei Paesi Bassi i locatari/ gli utenti partecipano a comitati che prendono decisioni soprattutto per quanto riguarda la manutenzione. Quando c’è bisogno di un ulteriore supporto gli utenti possono esprimere la propria opinione su varie tematiche, da questioni pratiche a problematiche legate alle politiche. 56 La strategia del governo centrale del Regno Unito, denominata “Supporting People Strategy 2007” (Strategia per il Supporto alle Persone 2007), richiede ai comuni di coinvolgere gli utenti dei servizi sociali. In Inghilterra i locatari del Consiglio hanno ottenuto il diritto statutario di gestire le loro proprietà, il che ha portato a iniziative di gestione da parte dei locatari. Il governo ceco ha stabilito che la progettazione di comunità è obbligatoria per le regioni. Le città partecipano a questi processi, ma alcune città hanno iniziato a utilizzare questo strumento anche per la loro progettazione interna. Nei Paesi Bassi i fornitori di servizi hanno l’obbligo, per la legge nazionale, di organizzare forme di coinvolgimento degli utenti. 57 Attualmente la città di Rotterdam sta elaborando un Protocollo per il Coinvolgimento degli Utenti, un’iniziativa finalizzata alla creazione di strutture per coinvolgere i cittadini nell’urbanistica, nata in seguito a una protesta dei cittadini contro un progetto che è stato portato avanti senza il coinvolgimento dei residenti. 40 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee Il coinvolgimento attivo degli utenti nella fornitura effettiva di servizi di edilizia abitativa pubblica/ sociale è ancora scarso. Fanno eccezione le organizzazioni inglesi di gestione composte da locatari, che si sono create dopo che in Inghilterra ai locatari del consiglio è stato dato per legge il diritto di gestire le loro proprietà (nel 1994). Secondo questo diritto i gruppi di locatari sono in grado di gestire collettivamente le loro case. Essi si occupano di servizi abitativi, come l’affitto, la raccolta di spese di servizio e la pulizia di aree comuni, e sono responsabili dei lavori di riparazione e di manutenzione.58 Coinvolgimento dell’utente nei servizi di edilizia abitativa e nei servizi del lavoro/ di formazione Mentre i locatari di alloggi pubblici e sociali sono un gruppo abbastanza “stabile” e la partecipazione può essere organizzata abbastanza facilmente, l’organizzazione strutturata degli utenti degli altri servizi (ad es. i servizi di edilizia abitativa) può essere più difficile, poiché i gruppi degli utenti possono essere più “ transitori” ed è più probabile che siano in una situazione (estremamente) vulnerabile. L’esempio più famoso di partecipazione degli utenti è rappresentato dai “clients’ councils” (consigli dei clienti) nei Paesi Bassi. Ad esempio a Rotterdam il Consiglio dei Clienti degli Affari Sociali e del Lavoro è un ente indipendente composto da volontari che rappresentano gli interessi di tutti i gruppi di utenza nell’ambito dell’occupazione e dei servizi sociali. Il suo obiettivo è di migliorare i servizi municipali e quelli delle società di reintegrazione, fornendo consulenza nella definizione delle politiche economiche all’interno dell’autorità locale.59 Di norma gli utenti sono coinvolti nella valutazione dei servizi sociali per monitorare i risultati e individuare le mancanze nella fornitura del servizio. Sono condotti regolarmente dei sondaggi standardizzati, che raccolgono dati sul livello di soddisfazione sul servizio da parte degli utenti. Il coinvolgimento dell’utente può essere importante, ma ciò dipende da quanto vengono presi in considerazione i suggerimenti e le critiche da parte dell’amministrazione locale e/o dai fornitori del servizio. Lo stesso vale per le disposizioni per la gestione dei reclami. In questo ambito un esempio illustre è rappresentato dalla città di Stoccolma, dove l’amministrazione locale si impegna a effettuare un rigoroso follow-up (per ulteriori informazioni vedi Tabella 5). Attualmente ci sono varie disposizioni per coinvolgere gli utenti nella pianificazione e nella progettazione dei servizi, tuttavia rimane dubbio che gli utenti esercitino un’effettiva influenza. Nella maggior parte dei casi essi sono coinvolti tramite dei dialoghi strutturati sotto forma di organi di rappresentanza o tramite la partecipazione a forum per gli utenti dei fornitori di servizi. Ad esempio a Rotterdam ci sono organizzazioni di utenti, sebbene abbiano dei poteri relativamente scarsi secondo la ricerca LAO di Rotterdam. Nei Paesi Bassi i fornitori di servizi sono legalmente obbligati a organizzare forme di partecipazione degli utenti. Nell’ambito della Strategia Olandese di assistenza sociale la maggior parte dei fornitori di servizi hanno quindi fondato dei comitati che rappresentano i clienti, con vari livelli di influenza, da questioni pratiche a questioni politiche. Comunque secondo la ricerca LAO di Rotterdam il livello di influenza di questi comitati sulla pianificazione e sulla progettazione dei servizi è generalmente considerato abbastanza basso. 58 Attualmente ci sono più di 250 organizzazioni di questo tipo, che in totale gestiscono circa 85.000 case (House of Common 2008: 10). Sito Web della National Organisation of Tenant Management Organisation (Organizzazione Nazionale dell’Organizzazione degli inquilini per la gestione): http://www.nftmo.com/ 59 Consiglio dei Clienti degli Affari Sociali e del Lavoro, http://www.clraadsozawerotterdam.nl/ - 41 Un altro esempio di questo tipo è il processo di pianificazione della comunità, che è stato introdotto in Repubblica Ceca nel 2007 (vedi Riquadro 6). Gli utenti possono partecipare a questo processo sia singolarmente che come membri di associazioni e organizzazioni di interesse. Tuttavia in pratica, secondo la ricerca LAO di Praga, le decisioni prese sul carattere dell’edilizia abitativa sociale in affitto e sugli alloggi di sostegno sono influenzate maggiormente dai responsabili a livello decisionale di autorità locali e dai fornitori di questi servizi piuttosto che dagli utenti stessi. Per quanto riguarda la partecipazione attiva all’effettiva fornitura dei servizi di edilizia abitativa di sostegno e dei servizi del lavoro/ di formazione (tranne le strategie personalizzate, vedi sotto), nei Paesi presi in esame il coinvolgimento degli utenti è pressoché inesistente. /R iquadro 12 / Stoccolma / / ‘Järvadialogen’ / Dal 2008 la città di Stoccolma collabora con le due società principali di edilizia abitativa pubblica e con l’associazione di inquilini locali per coinvolgere gli utenti nella pianificazione urbana di Järvä, una zona di Stoccolma caratterizzata da un alto tasso di disoccupazione, segregazione ed altri problemi sociali, e in alcuni casi dalla presenza di appartamenti tenuti male. I metodi adottati nell’ambito del progetto Järvadialogen sono i seguenti: •L ’organizzazione di una giornata “a porte aperte” e di possibilità di dialogo, durante una settimana in cui i residenti sono invitati a dare suggerimenti. •U n rapporto riassuntivo sul feedback ricevuto grazie al dialogo è presentato ai residenti e ad altri soggetti interessati che non vivono nella zona ma che Il coinvolgimento dell’utente nella ristrutturazione urbana e nello sviluppo della comunità Sembra che una tendenza abbastanza recente sia il coinvolgimento attivo dei cittadini nello sviluppo della comunità o nei progetti di ristrutturazione urbana. Tuttavia il coinvolgimento è legato al progetto e solitamente non va oltre la durata del progetto stesso. Generalmente queste iniziative sono la conseguenza di iniziative locali piuttosto che di requisiti normativi (nazionali o regionali), ne è un esempio il progetto di ristrutturazione urbana “Laboratorio Mercato” della città di Bologna (iniziato nel 2004/05), nel quale le associazioni locali, i quartieri, gli esperti di urbanistica e i cittadini interessati sono stati coinvolti con visite sui posti, gruppi di discussione e workshop congiunti, insieme a esperti.60 Un altro esempio di questo tipo è il progetto “Järvadialogen”.61 Gli strumenti per il coinvolgimento utilizzati in questo progetto sono illustrati nel riquadro sottostante. sono in qualche modo interessati, ad esempio le persone che lavorano nella zona. • Inoltre sono organizzate delle camminate nel quartiere, durante le quali i partecipanti sono guidati nella zona, con sei fermate. I partecipanti possono scrivere le loro impressioni e dare suggerimenti per migliorare la zona. •M entre i suggerimenti per piccoli miglioramenti sono gestiti subito, viene elaborato un nuovo progetto di ristrutturazione da parte degli architetti, sulla base dei suggerimenti ricevuti. Finora il progetto Järvadialogen è riuscito ad aumentare il numero di partecipanti, in totale 4.500 persone hanno espresso la loro opinione sullo sviluppo futuro della zona. Attualmente si sta elaborando un nuovo progetto e il primo sarà presentato nel 2010. Molti suggerimenti che richiedevano solo piccoli cambiamenti sono già stati messi in pratica. Un altro vantaggio è rappresentato dall’iniziativa che ha introdotto cambiamenti nel lavoro con lo staff, all’interno dell’associazione di edilizia abitativa ‘Svenska Bostäder’. L’atteggiamento dei dipendenti nei confronti del coinvolgimento e del dialogo con i locatari è cambiato notevolmente, e ha migliorato il rapporto tra la società e i residenti. Nel 2009 è stato avviato un progetto simile nella parte sud di Stoccolma: Söderortsvisionen. Per ulteriori informazioni su questa pratica locale: www.eurocities-nlao.eu. 60 Per ulteriori informazioni su questa pratica locale: www.eurocities-nlao.eu. 61 Un esempio simile è ‘Idépunkten’ a Göteborg (dal 1993). Per ulteriori informazioni su questa pratica locale: www.eurocities-nlao.eu. 42 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee Strategie personalizzate Le strategie personalizzate danno all’utente l’opportunità e anche, in particolare per quanto riguarda i servizi di attivazione, l’obbligo di partecipare attivamente alla progettazione del servizio. Si registra una tendenza di notevole aumento degli approcci personalizzati. Per la fornitura di servizi individuali si utilizzano vari strumenti: Gestione dei casi Con una maggiore attenzione all’integrazione dei servizi (vedi sezione 4.3.4) i “case manager” (persone che gestiscono il caso) ottengono un ruolo chiave nell’adattamento dei servizi sociali alla situazione degli individui e nel garantire che gli utenti siano condotti al servizio che soddisfa le loro necessità. La gestione del caso è un elemento chiave nella fornitura di un servizio integrato, come i servizi della Strategia Olandese di Assistenza Sociale o il Programma di Southampton di Sostegno alle Persone o i servizi del lavoro dei Centri del Lavoro menzionati nella sezione 4.3.4. • Progetti individuali I progetti individuali sono strumenti utilizzati comunemente, insieme alla gestione del caso, per offrire servizi personalizzati agli utenti e accompagnare gli utenti nel loro percorso di integrazione sociale e nel mercato del lavoro. Il coordinamento dei servizi è di fondamentale importanza per il buon funzionamento di questi progetti individuali. Ad esempio a Rotterdam, nell’ambito della “Strategia di Assistenza Sociale”,62 si discutono i progetti individuali con obiettivi in diversi settori della vita, durante incontri a cadenza regolare con la partecipazione di rappresentanti di tutte le organizzazioni coinvolte. Lo scopo di tali incontri è garantire un accordo di tutti i soggetti interessati e consolidare i vari servizi in progetti individuali. • Generalmente i centri del lavoro mettono a punto progetti su misura per ogni singolo cliente, questi progetti formano un percorso che l’utente deve seguire nell’immediato futuro. Di solito il coinvolgimento dell’utente e il fatto che l’utente sia d’accordo sono fattori importanti per la stesura del progetto. Tuttavia la condizionalità delle prestazioni, che è subordinata al fatto che l’utente segua un progetto individuale, può portare a un situazione per cui gli utenti si sentono costretti a partecipare a iniziative di formazione piuttosto che essere motivati, per loro scelta, a partecipare a un’attività di formazione. Budget personali I budget personali sono strumenti ben radicati nel settore previdenziale. Il loro obiettivo è di fornire agli utenti un supporto nella gestione del budget e al contempo essere in grado di fare scelte ben informate sui servizi offerti. Negli ultimi anni i budget personali sono stati introdotti dal governo centrale anche per fornire servizi del lavoro e di formazione. È solo di recente che i comuni hanno iniziato a sperimentare questo tipo di strumento nella fornitura di servizi municipali del lavoro (ad es. Milano e Rotterdam). Tuttavia l’attuazione di questo concetto può essere difficile. A Rotterdam sono stati sperimentati i budget personali per persone con problemi psichiatrici, persone con difficoltà di apprendimento e persone anziane, oppure persone che le rappresentano. Tuttavia in realtà, secondo la ricerca LAO di Rotterdam, molti utenti s rivolgono a professionisti, parenti o amici per avere un supporto, in questo modo minando l’idea fondamentale di autonomia e responsabilizzazione. • 62 Per ulteriori informazioni su questa pratica locale: www.eurocities-nlao.eu. - 43 Le sfide relative alla erogazione dei servizi: Il coinvolgimento dell’utente nei servizi sociali spesso si limita alla partecipazione nella valutazione del servizio. Anche se esistono delle norme che hanno lo scopo di coinvolgere gli utenti nella pianificazione e nella progettazione del servizi, spesso un coinvolgimento importante dell’utente rappresenta ancora una sfida. Questo vale anche per approcci più personalizzati, ad esempio i budget personali. Ciò è dovuto a limiti nell’attuazione (ad es. quando le opinioni degli utenti non sono prese in considerazione oppure quando gli utenti non possono sfruttare o non sfruttano l’opportunità degli approcci personalizzati). Una progettazione appropriata e l’attuazione di strumenti per consentire un importante coinvolgimento dell’utente, nonché gli approcci personalizzati, probabilmente aumenteranno la responsabilizzazione dell’utente, un concetto che, secondo i partner delle città del progetto EUROCITIES-NLAO, non si riflette abbastanza nei principi comuni fissati dalla CE. 4.3.6 Monitoraggio, valutazione e condivisione di esempi di buona prassi Principio della Commissione Europea 6: Monitoraggio e valutazione della prestazione e condivisione di esempi di buona prassi Questo principio si riferisce al monitoraggio della qualità dei servizi sociali e alla condivisione di esempi di buona prassi. La qualità del servizio solitamente viene categorizzata nel seguente modo: qualità di input, di processo e di output (Bäcker et al. 2008). La Tabella 5 mostra una classificazione di strumenti di valutazione riguardo a queste categorie. La valutazione dell’input si riferisce al controllo della qualità attraverso requisiti minimi per i servizi sociali (ad es. qualifiche del personale). La valutazione del processo consiste nel monitoraggio della qualità dell’effettiva fornitura del servizio (ad es. attraverso un riscontro temporaneo dell’utente). La valutazione dell’output valuta la prestazione per quanto concerne la fornitura del servizio. Spesso la condivisione di esempi di buona prassi può fornire maggiori informazioni sulla valutazione della qualità in tutte le categorie. Nella misurazione della prestazione il punto di vista dell’utente è fondamentale nella valutazione della fornitura del servizio. Alcuni Paesi sono precursori nel monitoraggio e nella valutazione della performance, soprattutto il Regno Unito e i Paesi Bassi. In Svezia i comuni hanno messo a punto dei sistemi elaborati per la valutazione della qualità. Altri Paesi hanno introdotto solo di recente alcune disposizioni nel contesto delle riforme più generali (nazionali o regionali), ad esempio la Repubblica Ceca o Bologna/ la Regione Emilia Romagna, dove sono stati istituiti dei sistemi di accreditamento.63 Valutazione della qualità nella fornitura dei servizi sociali Nelle città e nei Paesi presi in esame sono state adottate numerose strategie nell’ambito della valutazione della qualità, che affiancano varie dimensioni, ad es. iniziative nazionali – locali, valutazioni qualitative – quantitative o strumenti di valutazione della qualità dell’input, di processo e dell’output (vedi Tabella 5). A livello nazionale le strategie di valutazione della qualità si limitano soprattutto alle valutazioni di input che fissano standard minimi (ad es. procedura di certificazione per i servizi sociali in Repubblica Ceca). Se si applicano valutazioni di output si tratta soprattutto di strategie quantitative, ad es. la serie di indicatori nazionali del Regno Unito. Pertanto dal punto di vista dell’utente la validità della misurazione si limita agli indicatori di input e/ o puramente quantitativi. 63 Nella Repubblica Ceca il nuovo processo di pianificazione della comunità ha migliorato il monitoraggio della capacità nella fornitura dei servizi sociali nel territorio, ecc. 44 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee A livello locale, vi sono varie strategie su diversi tipi di valutazione (input output- processo, vedi tabella 5). Queste iniziative locali soddisfano le condizioni specifiche del contesto locale, anche se a volte sono avviate a livello nazionale. Spesso le valutazioni dell’input coinvolgono l’utente nel processo, come nel caso delle Carte dei Servizi (ad es. la “Carta di Manchester per una vita indipendente”64) che potenzialmente danno maggiore validità alla serie di standard. Gli strumenti di valutazione dell’output spesso si basano sul punto di vista dell’utente per misurare l’obiettivo del servizio rispetto al risultato, a tale scopo spesso vengono utilizzati dei sondaggi (ad es. nel Regno Unito, dove la maggior parte dei Comuni utilizzano questi strumenti). La misurazione della qualità dalla prospettiva dell’utente sembra avere risultati più validi se rivela il livello del servizio e quanto esso abbia effettivamente soddisfatto i bisogni reali dell’utente. Ciò mostra che c’è un buon potenziale per lo scambio di esempi di buona prassi. In effetti vi sono numerose iniziative (gestite soprattutto da associazioni governative locali) che promuovono lo scambio tra le città (vedi tabella 5). In alcuni Paesi sono utilizzate strategie globali che combinano elementi qualitativi e quantitativi (ad es. valutazione di “Jobbtorg”). Un esempio di strategia che combina una valutazione nazionale- locale, quantitativa- qualitativa, di input, di processo e di output è la “Strategia di Assistenza Sociale” dell’Olanda, per combattere il fenomeno dei senzatetto, che definisce obiettivi quantificabili tradotti in indicatori misurabili e che le città hanno adattato al loro contesto locale. Il monitoraggio avviene a livello locale con incontri trimestrali del comune e dei fornitori dei servizi. I rapporti sono presentati al Consiglio Municipale e all’Esecutivo Municipale. A livello nazionale sono organizzati regolarmente incontri tematici di gruppi di lavoro, che riuniscono esperti delle quattro città che partecipano al progetto, in modo da consentire uno scambio di esperienze. Inoltre un istituto di ricerca indipendente fornisce relazioni (monitoraggio nazionale) che sono utilizzate come dati di entrata per incontri politici tra le quattro città più grandi dei Paesi Bassi e il governo nazionale, in cui si confrontano e si discutono i progressi. Tali incontri si tengono con cadenza regolare (due volte all’anno). Le sfide relative alla erogazione dei servizi: Vi sono numerosi strumenti di controllo della qualità, dalla determinazione di standard e indicatori di qualità, allo svolgimento di sondaggi per gli utenti, al confronto sugli esempi di buona prassi. Gli schemi di gestione della qualità gestiti a livello nazionale tendono a riferirsi a risultati quantificabili, senza considerare il punto di vista dell’utente. Le strategie locali sono importanti in quanto spesso si orientano su ciò che l’utente percepisce come qualità di servizio, che spesso viene messo a punto e/o attuato insieme agli utenti. Resta ancora la sfida di catturare la percezione della qualità da parte dell’utente. 64 La città di Manchester, insieme agli utenti e ai fornitori del servizio, ha creato la “Independent Living Charter” (Carta per una vita indipendente) che fissa gli standard per la fornitura di servizi di assistenza sociale per i senzatetto. I fornitori dei servizi sono incoraggiati a firmare la Carta, la firma rimane volontaria, ma qualsiasi servizio commissionato di recente dovrà rispettare gli standard. Il rispetto della Carta da parte dei servizi è monitorato da “valutatori alla pari”: utenti attuali ed ex-utenti del servizio che hanno seguito un programma di formazione per specialisti. http://www.b3.manchester.gov.uk/speople/chartersil.shtm - 45 / T abella 5 / / Strumenti di valutazione della qualità per i servizi abitativi e per i servizi del lavoro/ di formazione / Oggetto principale della valutazione Valutazione dell’input Valutazione del processo incl. il rapporto fornitoreutente Valutazione dell’output Strategie comparative Tipo di strumento Requisiti di certificazione o valutazione Esempio La Dutch Association of Corporate Social Workers (NVMW) (Associazione Olandese degli Operatori Sociali, NVMW) fornisce un albo professionale, il cui certificato di qualità è un riferimento per i datori di lavoro. http://www.nvmw.nl/ Standard La Azienda Casa Emilia-Romagna (società di edilizia abitativa in Emilia Romagna) ha (volontari) creato una “Carta dei Servizi abitativi sociali”, con principi per la fornitura del servizio, nella fornitura sugli standard in base ai quali la società eroga i servizi, e sui meccanismi di protezione del servizio del cliente. http://www.acerbologna.it/t_carta/index.htm Il “Blip op Werk” olandese è un marchio di qualità creato a livello nazionale per garantire la qualità dei servizi di reintegrazione. I criteri di qualità sono misurati analizzando i tempi di esecuzione, gli abbandoni, i risultati, la durata del collocamento e il livello di soddisfazione del cliente. Il marchio di qualità non è obbligatorio, i comuni sono liberi di decidere se stipulare un contratto con società di reintegrazione che hanno questo marchio. http://www.blikopwerk.nl/OverBlikopWerk.html R e a t t i v i t à A Stoccolma ogni amministrazione distrettuale e ogni singolo fornitore è responsabile interna per quanto riguarda l’accettazione di reclami relativi alle loro attività e per garantire la rettificazione di eventuali errori per le persone. I reclami sono ricevuti dal comune e sono inoltrati al dipartimento competente affinché se ne occupi. Il riscontro (orale o scritto) deve essere dato entro due settimane. http://www.stockholm.se/FamiljOmsorg/Synpunkter-och-klagomal/?oversatt= Valutazione quantitativa Indicatori Il Local Area Agreement (LAA) (Accordo dell’Area Locale) è un programma nazionale numerici nel Regno Unito in base al quale le autorità locali devono assumere un ruolo di e dati di commando per affrontare priorità locali, in collaborazione con altre organizzazioni del riferimento settore pubblico. I LAA si basano su una serie di indicatori, tra cui indicatori relativi agli investimenti nei servizi di previdenza sociale e alla fornitura dei servizi, ad es. la Partnership di Southampton http://www.southampton-partnership.com/performance/local_area_agreement.asp Valutazione qualitativa Sondaggi per Nelle città del Regno Unito spesso i servizi di previdenza sociale sono monitorati attraverso gli utenti moduli di gradimento dei clienti, ad es. nel North Lincolnshire: http://www.northlincs.gov.uk/northlincs/socialcare/servicequalitymonitoringform.htm Combinazione di valutazione qualitativa e quantitativa Sondaggio A Stoccolma l’ “Institute for Labour Market Policy Evaluation” (Istituto per la valutazione e analisi delle politiche del mercato del lavoro) effettua una valutazione su “Jobbtorg” (il centro del statistica lavoro della città) nella primavera del 2010 per valutare quanto sia efficace l’attività dello stesso “Jobbtorg”. Viene condotto un sondaggio, rivolto ai partecipanti, agli assistenti sociali e ai professionisti nella mediazione al lavoro. Inoltre viene paragonato nel corso del tempo il livello dei servizi sociali ricevuti a Stoccolma, rispetto a quello degli altri comuni. Per ulteriori informazioni su “Jobbtorg”: www.eurocities-nlao.eu Condivisione La Local Government Association (LGA) (Associazione del governo locale) nel Regno di esempi di Unito, che collabora con la Improvement and Development Agency (IDeA) (Agenzia per buona prassi il miglioramento e lo sviluppo) e che rappresenta il governo locale a livello nazionale condivide e diffonde esempi di pratiche locali efficaci con kit di lavoro. http://www.idea.gov.uk/ Ogni anno la Swedish Association of Local Governments (Associazione Svedese dei Governi Locali) (SALAR) assegna un “Premio qualità”. Le città sono premiate per aver fornito servizi di qualità in base a categorie, ad es. accessibilità informatica del servizio o coinvolgimento dell’utente. http://www.skl.se/web/Stockholm_utsedd_till_Sveriges_Kvalitetskommun_2009.aspx 46 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee 5 Conclusioni La ricerca di EUROCITIES-NLAO dimostra che le città svolgono un ruolo importante nell’attuazione dei principi di qualità dell’inclusione attiva per i servizi sociali. Inoltre essa ha provato che tali principi sono uno strumento utile per monitorare la qualità dei servizi sociali. Nonostante vi siano diverse tradizioni nell’ambito dello stato sociale, le tendenze nella fornitura dei servizi sociali sono simili nelle città e nei Paesi presi in esame. Per quanto riguarda la tipologia del regime di stato sociale presentata nel Capitolo 3, una delle conclusioni della ricerca di EUROCITIES-NLAO è che nella realtà vi è un quadro molto più complesso e che le strategie locali spesso cercano di annullare le differenze nelle strategie politiche a livello nazionale. Pertanto le sfide e le soluzioni per la progettazione e la fornitura del servizio a livello locale dimostrano che tra i Paesi vi sono molti più punti in comune di quanto si pensi. Nella maggior parte delle città e dei Paesi esaminati dal progetto EUROCITIESNLAO, si è già raggiunto un buon livello di attuazione dei principi di qualità (Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito). Nelle altre città e negli altri Paesi le recenti riforme dei servizi sociali hanno portato a notevoli sviluppi nell’attuazione dei principi, come la creazione di un settore di servizi sociali (Repubblica Ceca), una maggiore concentrazione sul coinvolgimento dell’utente e un coordinamento nuovo o rafforzato (Italia e Repubblica Ceca). Il ruolo delle città nell’erogazione dei servizi sociali sta cambiando. Vi sono tendenze emergenti tra cui la decentralizzazione, l’integrazione dei servizi, la personalizzazione e una sempre maggiore mescolanza di attori pubblici e privati. Tutto ciò fa sì che le città debbano innovare i loro servizi per quanto concerne la gestione, la valutazione della prestazione e le serie di competenze. In questo contesto le città prese in esame dai partner di EUROCITIES-NLAO hanno funzioni chiave e sfide comuni nel raggiungimento dei principi di qualità: • L e città investono nella qualità dell’erogazione del servizio, in particolare tramite il coordinamento e l’integrazione di politiche e attori. I servizi municipali forniscono un’infrastruttura adeguata, uno staff qualificato e programmi di sviluppo di competenze. Grazie all’integrazione di servizi in vari ambiti politici e grazie al coordinamento con altri attori locali le città riescono a rispondere meglio alle esigenze multidimensionali delle persone escluse dal mercato del lavoro e a fornire servizi in maniera più efficace ed efficiente. Per quanto riguarda la strategia dell’inclusione attiva, essa è particolarmente importante per i servizi abitativi e altri servizi sociali come l’occupazione e l’assistenza all’infanzia, ma anche per altri servizi come la pianificazione dei trasporti, le scuole, la polizia, ecc. - 47 • L e città migliorano la disponibilità dei servizi, sia in termini di pari opportunità che di accessibilità geografica, utilizzando una serie di meccanismi come sistemi di quote e criteri di assegnazione di alloggi sociali per far sì che le persone bisognose possano usufruire di servizi adeguati. Le città facilitano l’accesso ai servizi sociali creando servizi a sportello unico come nell’ambito della Strategia Olandese per l’assistenza sociale o gli Sportelli sociali a Bologna. • Inoltre le città promuovono l’equità attraverso pratiche di assegnazione, ad esempio l’accordo 5% di Rotterdam, secondo cui le società sono tenute a organizzare gare d’appalto per contratti pubblici, per promuovere l’occupazione delle persone svantaggiate. Tuttavia la mancanza di alloggi a costi contenuti e la segregazione sociale rimangono sfide chiave che hanno un impatto negativo sull’equità nella fornitura di alloggi sociali. • P er personalizzare i servizi in maniera adeguata, in base ai profili dei singoli utenti, le città, in cooperazione con altri attori, realizzano sempre più servizi personalizzati, come l’utilizzo di budget personali o servizi integrati per le persone più svantaggiate. Le città sono interessate a continuare ad esplorare i potenziali di questo approccio, per fornire i servizi in maniera più efficiente. • L a città hanno una buona esperienza nell’ambito di strategie per l’inclusione sociale legate al luogo, che possono ispirare i principi di inclusione attiva di integrazione e coordinamento. Dall’investimento combinato a livello locale nel risanamento fisico, nell’integrazione del servizio e nella partecipazione del cittadino traggono vantaggio sia la comunità che i singoli utenti. Tali schemi di sviluppo della comunità creano importanti collegamenti tra i servizi abitativi e del lavoro, le due aree principali della ricerca del progetto EUROCITIES-NLAO. Ne è un esempio l’attività svolta sulle aree “Vogelaar” a Rotterdam, che implica un coordinamento tra vari settori a livello locale e nazionale. • L e strategie localizzate favoriscono il coinvolgimento dell’utente e il monitoraggio della qualità. Le città, grazie alla loro vicinanza ai cittadini, sono in un’ottima posizione per ottenere il coinvolgimento dell’utente nella progettazione, nella fornitura e nella valutazione del servizio. L’analisi di vari strumenti mostra che le strategie localizzate sono fondamentali per un buon livello di coinvolgimento dell’utente, in particolare per rispecchiare la prospettiva dell’utente nel monitorare la qualità del servizio al di là di un’analisi quantitativa. Tuttavia il raggiungimento di una vera responsabilizzazione dell’utente è ancora una sfida. Tra i buoni esempi di coinvolgimento dell’utente collegato al monitoraggio della qualità vi è l’Accordo dei Servizi di Manchester, che impegna gli utenti sia nello sviluppo di standard di qualità che nel monitoraggio degli stessi standard. Le “garanzie di qualità” della città di Stoccolma definiscono standard di servizio che sono implementati dagli utenti. • L e città devono reagire costantemente alle esigenze in continua trasformazione, che si manifestano a livello locale. Sebbene le città effettuino valutazioni dei bisogni locali, esse non dispongono sempre dei mezzi per capire e rispondere velocemente ai profili degli utenti che si stanno trasformando. La creazione di strumenti per le città, in modo che esse monitorino in maniera flessibile le esigenze in trasformazione di (potenziali) utenti del servizio, aiuterebbe le città stesse a reagire a tali esigenze in maniera adeguata e in tempo. • Il finanziamento a breve termine proveniente da programmi europei, nazionali o locali, rimane una sfida fondamentale. Ciò ha un impatto negativo su varie aree, ad esempio sulla capacità dei fornitori di servizio di trattenere e formare personale o sulle possibilità di creare una partnership sostenibile tra gli attori coinvolti nei progetti. 48 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee In un ambito più ampio, il paragone della politica di inclusione attiva dell’UE con l’esperienza locale attira l’attenzione su problematiche fondamentali: • ella strategia definita dall’UE alcuni gruppi sociali sono esclusi dalla strategia N di inclusione attiva, si tratta di immigrati senza documenti, dei “lavoratori poveri” e di giovani che non lavorano, non studiano e non seguono programmi di formazione. Questi gruppi sono stati chiaramente identificati dai partner delle città del progetto EUROCITIES-NLAO come “esclusi dal mercato del lavoro”. L’ambito della strategia europea di inclusione attiva dovrebbe essere ampliato di conseguenza. • L’impatto della crisi economica attuale sui gruppi sociali a cui si rivolge la strategia di inclusione attiva deve essere monitorato da vicino, poiché ora gruppi particolarmente vulnerabili potrebbero “competere” nell’accesso ai servizi con persone disoccupate da poco. • oiché le città in tutta Europa hanno molte tendenze e sfide comuni nella P fornitura di servizi sociali, diventa ancora più importante per le città che vi siano principi comuni su servizi di qualità a livello europeo. La Commissione Europea dovrebbe lavorare insieme ai soggetti interessati per adattare l’interpretazione di ogni principio ai vari settori dei servizi a cui si rivolge la strategia di inclusione attiva. • L e città sono all’avanguardia per quanto riguarda il raggiungimento dell’”accesso ai servizi di qualità”, in base a quanto è indicato nella strategia di inclusione attiva, e per quanto riguarda l’identificazione di strategie fattibili. Un presupposto per raggiungere gli obiettivi della strategia è basarsi sulla capacità unica del governo locale di mettere a punto e attuare politiche integrate sia per le persone che per i luoghi. Il progetto EUROCITIES-NLAO aveva lo scopo di facilitare l’apprendimento comune tra le città e di richiamare l’attenzione di responsabili politici a livello nazionale ed europeo sulle esperienze locali. Le città partner hanno tratto notevoli benefici dall’intenso scambio di sfide ed esempi di buona prassi. Il dialogo con importanti soggetti interessati, promosso dalle attività di ricerca e dagli eventi65 del progetto a livello nazionale ed europeo, ha dimostrato che le città sono in una posizione eccellente per fungere da agenti nel facilitare la comunicazione tra i vari livelli governativi e tra i settori, non solo nella fornitura del servizio locale ma anche per scambi sullo sviluppo di politiche. I dibattiti all’interno e al di fuori di partnership di progetto sono stati molto utili per sensibilizzare l’opinione pubblica, per sviluppare, capire e definire meglio il concetto di “inclusione attiva” nelle città e nei Paesi in tutta Europa. Pertanto le città dovrebbero continuare a svolgere un ruolo chiave nel monitorare l’attuazione dei principi di inclusione attiva. 65 Ogni rapporto nazionale è stato discusso con soggetti interessati nell’ambito di seminari nazionali. - 49 G lossario Linee di intervento personalizzate Le linee di intervento personalizzate consistono in procedure di adattamento di servizi, ritagliati su misura in base alle esigenze specifiche di singoli utenti, ad es. un budget personale che consenta all’utente di scegliere tra i fornitori di servizi. Edilizia abitativa sociale Il termine “edilizia abitativa sociale” indica l’assegnazione fisica di alloggi per cittadini in situazioni di svantaggio o per gruppi meno avvantaggiati a livello sociale. Servizi sociali Il termine “servizi sociali” utilizzato nella presente relazione indica i servizi forniti direttamente alla persona, ad esempio servizi di assistenza sociale, servizi del lavoro e di formazione, edilizia abitativa sociale, servizi per l’infanzia o a lungo termine, e non include i sussidi economici. Piani abitativi di sostegno I piani abitativi di sostegno sono un misto tra l’edilizia abitativa e servizi finalizzati a fornire un sostegno alle persone, in modo che possano vivere in maniera indipendente. Il termine comprende servizi come ricoveri per senzatetto, ricoveri per donne esposte alla violenza e assistenza domiciliare (non medica) per disabili. Indice dei riquadri e delle tabelle Riquadri Riquadro Riquadro Riquadro Riquadro Riquadro Riquadro Riquadro Riquadro Riquadro Riquadro Riquadro Riquadro 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Diagrammi Diagramma 1 Tabelle Tabella 1 Tabella Tabella Tabella Tabella 2 3 4 5 Inclusione attiva – documenti principali Quadro di valutazione della qualità, Regno Unito Verso una maggiore diversificazione dei fornitori, Stoccolma Avvicinare i servizi sociali ai cittadini, Bologna Investire nel talento su una base sociale, Rotterdam Il coinvolgimento degli utenti nella pianificazione dei servizi sociali, Praga Cooperazione con i datori di lavoro, Rotterdam, Stoccolma, Regno Unito Migliorare il quartiere nelle “aree Vogelaar”, Paesi Bassi/ Rotterdam Integrazione dei servizi per i senzatetto Rotterdam, Southampton Servizi del lavoro integrati – Centri del Lavoro, Stoccolma, Bologna Coinvolgimento degli utenti - ‘Järvadialogen’, Stoccolma Sfide nella pratica locale valutate sulla base di principi comuni sull’accesso ai servizi di qualità Coordinamento delle politiche nell’ambito della strategia dell’inclusione attiva Fornitura dei servizi sociali in cinque Paesi dell’UE Responsabilità nel finanziamento, nella regolamentazione e nella fornitura, tendenze attuali Distribuzione delle responsabilità nella fornitura di servizi abitativi pubblici/ sociali Distribuzione delle responsabilità nei servizi abitativi di sostegno Il ruolo del comune nella fornitura dei servizi del lavoro e di formazione Strumenti di valutazione della qualità per i servizi abitativi e per i servizi del lavoro/ di formazione 50 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee Bibliografia La presente relazione si basa su relazioni degli Osservatori Locali sull’Inclusione Attiva (LAO) di Bologna, Praga, Rotterdam, Southampton e Stoccolma, sui risultati delle discussioni tra i LAO e l’ufficio di Bruxelles di EUROCITIES, su un workshop di un soggetto europeo interessato e sulla seguente letteratura: Articoli • Andersson Roger e Sako Musterd, Area-based policies: A critical appraisal. 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EUROCITIES- rete di Osservatori Locali sulla Inclusione Attiva (EUROCITIES-NLAO) è una rete di 5 città europee - Bologna, Praga, Rotterdam,Southampton e Stoccolma - che hanno istituito osservatori locali all’interno delle rispettive amministrazioni con l’obiettivo di svolgere ricerche sulla implementazione delle politiche di inclusione attiva a livello locale. Da Marzo 2009 ad Agosto 2010 gli osservatori hanno prodotto una serie di rapporti nazionali ed europei sul sostegno alla inclusione attiva attraverso i servizi per l’alloggio, sia di edilizia pubblica che di accoglienza e attraverso i servizi per l’impiego e la formazione. A partire da settembre 2010 EUROCITIES-NLAO proseguirà con una rete allargata a 10 città. Il progetto è coordinato da EUROCITIES, la rete di città di dimensioni medio-grandi, e co-finanziato dalla DG lavoro, affari sociali e pari opportunità nel quadro del programmam PROGRESS. Tutti i rapporti, così come le notizie su altri risultati del progetto sono reperibili sul sito www.eurocities-nlao.eu COMUNE DI BOLOGNA Questa pubblicazione è finanziata dal Programma Europeo per l’Occupazione e la Solidarietà Sociale (PROGRESS 2007-2013). Le informazioni ivi contenute non rispecchiano le opinioni della Commissione Europea ed ogni responsabilità per i suoi contenuti è da attribuire agli autori delle stesse.