Una risposta da cinque cittá europee

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Una risposta da cinque cittá europee
I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO
DELL’INCLUSIONE ATTIVA
Una risposta da cinque cittá
europee
Ringraziamenti
Un ringraziamento va a tutti i colleghi di EUROCITIES-NLAO : Città di
Bologna (Nicoletta Ratini), Istituto per la Ricerca Sociale (IRS) Bologna (Flavia Pesce), Città di Praga (Marketa Voborova, Katerina Alincova),
Città di Rotterdam (Jos Maaskant, Kris Luijsterburg e Diana van Dijk),
Consiglio Comunale di Southampton (Christopher Hawker e Su Mihelic) e Città di Stoccolma (Anna Mattsson, Christina Grönberg e Maria
Andersson). Un ringraziamento va inoltre a tutte le persone che hanno
partecipato ai nostri eventi e che hanno fornito commenti, integrazioni
e riscontri al nostro lavoro.
Grazie anche ai colleghi di EUROCITIES: Daniela Amadio, Susana Forjan,
Silvia Ganzerla, Simon Güntner, Vanda Knowles e Silke Moschitz per il
loro orientamento e sostegno.
Autore
Anke Thiel, EUROCITIES
EUROCITIES
Eurocities è una rete di oltre 140 principali città europee. EUROCITIES dà
voce alle città in Europa, impegnandosi in un dialogo con le istituzioni
europee su tutti gli aspetti della legislazione europea, delle politiche
e dei programmi che hanno un impatto sulla città e sui loro cittadini.
EUROCITIES fornisce ai suoi membri una piattaforma per la condivisione
di conoscenze e di idee, e per analizzare e sviluppare insieme soluzioni
innovative a problemi comuni. Nel campo che riguarda l'integrazione, tre
gruppi di lavoro composti da specialisti di diverse città lavorano insieme
su temi quali le politiche abitative, i senza fissa dimora e l'occupazione.
www.eurocities.eu
Design
Fuel. www.fueldesign.be
COPYRIGHT 2010 EUROCITIES asbl, Bruxelles, Belgio per conto dei
partner del progetto NLAO. Chiunque desideri citare qualsiasi parte di
questa pubblicazione, è pregato di fare riferimento al suo titolo e alle
organizzazioni di authoring.
-1
Indice
1. Premessa
2
2.
L’inclusione attiva europea
2.1 I concetti chiave della strategia dell’inclusione attiva
2.1.1 I servizi sociali come pilastro dell’inclusione attiva
2.1.2 Quali gruppi sociali sono “esclusi dal mercato del lavoro”?
4
6
6
8
3. Lo stato sociale e il ruolo delle città nell’erogazione dei servizi sociali
10
4. L’inclusione attiva tramite i servizi abitativi e del lavoro/ di formazione
17
4.1 Il ruolo dell’edilizia abitativa, del lavoro e della formazione
nell’inclusione attiva
17
4.1.1 Edilizia abitativa e inclusione attiva
17
4.1.2 Lavoro, formazione e inclusione attiva
18
4.2 Politica e gestione dei servizi abitativi e del lavoro/ di formazione
19
4.2.1 Politica e gestione dell’edilizia abitativa pubblica/ sociale
19
Linee strategiche nell’edilizia abitativa pubblica/ sociale
19
Programmi di gestione nell’edilizia abitativa pubblica/ sociale
20
4.2.2 Politica e gestione dei servizi abitativi di sostegno
21
Linee strategiche nei piani abitativi di sostegno
21
Programmi di gestione nei piani abitativi di sostegno
22
4.2.3 Politica e gestione dei servizi del lavoro e della formazione
23
Linee strategiche nell’erogazione di servizi del lavoro e di
formazione
23
Programmi di gestione per l’erogazione di servizi del
lavoro/ di formazione
24
Riassunto sul ruolo dei Comuni nell’erogazione dei servizi di edilizia
abitativa e del lavoro
28
4.3 Attuazione di politiche di inclusione attiva a livello locale
29
4.3.1 Equità per quanto riguarda l’accessibilità e l’economicità del servizio 29
4.3.2 Equità nell’accesso al servizio e nell’erogazione del servizio
31
4.3.3 Qualità del servizio: qualifiche dello staff, condizioni di lavoro e infrastruttura fisica
33
4.3.4 Qualità nella fornitura del servizio: coordinamento e integrazione dei servizi 34
4.3.5 Coinvolgimento degli utenti e linee di intervento personalizzate 39
4.3.6 Monitoraggio, valutazione e condivisione di esempi di buona prassi 43
5. Conclusioni
46
Glossario
49
Indice dei riquadri e delle tabelle
49
Bibliografia
50
2 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
1
Premessa
Le città svolgono un ruolo fondamentale nella fornitura dei servizi sociali come
l’edilizia abitativa sociale o servizi di assistenza sociale. Grazie al loro ruolo di
responsabili politici e fornitori di servizi esse sono coinvolte in tutto il ciclo della
fornitura dei servizi, dall’assegnazione dei servizi stessi e dall’aggiudicazione degli
appalti fino alla fornitura e alla valutazione. Inoltre le città svolgono un importante
ruolo di adattamento delle strategie europee, ad es. la strategia dell’inclusione
attiva1 e le strategie nazionali, agli specifici bisogni e realtà dei loro territori. È,
infine, a livello locale che vengono attuate politiche finalizzate all’implementazione
di strategie europee e nazionali. Pertanto le città sono in un’ottima posizione per
monitorare l’attuazione della politica di inclusione attiva, in particolare per quanto
riguarda il terzo pilastro sui servizi sociali.
Il presente rapporto intende far sì che l’esperienza locale nell’ambito dell’inclusione
sociale sia messa a disposizione dei responsabili delle decisioni politiche a livello
europeo, nazionale e locale. Esso sottolinea la prospettiva degli attori locali sulle
tendenze sociali e discute sullo sviluppo delle politiche, presentando sia le sfide che
i successi per la progettazione e la fornitura di servizi locali. Il rapporto si concentra
sui servizi di edilizia abitativa e del lavoro/formazione come esempi per esaminare
il ruolo dei servizi sociali per l’inclusione di persone particolarmente vulnerabili,
ed è frutto del lavoro della rete EUROCITIES degli Osservatori Locali sull’Inclusione
Attiva (EUROCITIES –NLAO), una rete di cinque città che hanno istituito Osservatori
Locali sull’Inclusione Attiva (LAO) all’interno della loro amministrazione cittadina.
Nell’ambito del progetto EUROCITIES-NLAO e nel loro ruolo di Osservatori Locali, le
città di Bologna (Italia), Praga (Repubblica Ceca), Rotterdam (Paesi Bassi), Stoccolma
(Svezia) e Southampton (Regno Unito) svolgono ricerche sull’attuazione di politiche a
livello locale, concentrandosi in particolare sulla fornitura di servizi sociali.
1 La strategia di inclusione attiva è spiegata nel Capitolo 2.
-3
Il progetto EUROCITIES-NLAO è suddiviso in due aree di ricerca: la prima si
concentra sul ruolo dei servizi di edilizia abitativa (edilizia abitativa sociale e di
sostegno), la seconda prende in esame i servizi del lavoro e di formazione. Il progetto
è coordinato da EUROCITIES, la rete di importanti città europee. EUROCITIES-NLAO è
un progetto pilota attivo da marzo del 2009 ad agosto del 2010, ed è cofinanziato
dalla Direzione Generale per l’Occupazione, gli Affari Sociali e le Pari opportunità
della Commissione Europea. Questo rapporto europeo si basa sui Rapporti Nazionali
LAO2 che analizzano i servizi di edilizia abitativa e del lavoro nei loro Paesi, dal
punto di vista della città.3 Inoltre il confronto a livello europeo si basa sulla revisione
della letteratura e sul contributo fornito dal workshop europeo che ha coinvolto
diversi stakeholders che ha avuto luogo nell’ottobre del 2009. Le informazioni sono
completate da risultati di discussioni tra partner delle città del progetto EUROCITIESNLAO e l’ufficio EUROCITIES di Bruxelles, avvenute durante vari workshop per tutta
la durata del progetto.4
Nel Capitolo 2 il rapporto presenta gli sforzi dell’UE e degli Stati membri
nell’attuazione dell’inclusione sociale e il ruolo della strategia di inclusione attiva,
adottata di recente. Inoltre il rapporto cerca di definire ulteriormente i concetti
fondamentali di questa strategia, ossia il gruppo target e il ruolo dei servizi sociali
all’interno della strategia stessa.
Il Capitolo 3 descrive in maniera generale lo stato sociale e la fornitura dei servizi
sociali nei cinque Paesi LAO, concentrandosi in particolare sul ruolo dei Comuni,
illustrato tramite esempi di città LAO. Il Capitolo 4 esamina i servizi di edilizia
abitativa e del lavoro/ di formazione, come esempi di servizi sociali, e il loro ruolo
nell’inclusione attiva, analizzando gli ambiti politici e istituzionali di questi servizi
e concentrandosi soprattutto sul ruolo dei Comuni. Successivamente il capitolo
analizza le sfide e le pratiche relativamente ai servizi di edilizia abitativa e del lavoro
a livello locale, illustrandole con pratiche locali di città LAO e altre città. Inoltre esso
valuta in che modo la pratica locale rispetta i principi di qualità concordati a livello
dell’UE e identifica le sfide nell’attuazione di tali principi. Il Capitolo 5 conclude con
i risultati del rapporto.
2 I Rapporti Nazionali sono disponibili all’indirizzo www.eurocities-nlao.eu.
3 A seconda del Paese, i rapporti hanno un diverso ambito geografico. Ad esempio, a causa delle
notevoli differenze legislative, normative e sociali, il rapporto italiano analizza soprattutto la
situazione in Emilia Romagna.
4 I documenti che rispecchiano tali discussioni sono disponibili sul sito www.eurocities-nlao.eu.
4 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
2
L’inclusione attiva europea
Nonostante vi siano notevoli differenze tra i sistemi di welfare sociale in Europa, gli Stati
membri devono affrontare sfide comuni come il cambiamento demografico, la migrazione
o la recente recessione economica, tutte sfide che richiedono risposte coordinate.
L’Unione Europea fornisce dal 2000 un quadro di riferimento per lo sviluppo di
strategie nazionali e per il coordinamento a livello di politiche tra gli Stati dell’UE,
per affrontare le problematiche della povertà e dell’esclusione sociale. Il cosiddetto
Metodo Aperto di Coordinamento (OMC) sociale è un approccio “morbido” al
coordinamento intergovernativo di politiche, in base al quale le decisioni politiche
rimangono a livello nazionale e la cooperazione è volontaria.5
Nell’ambito dell’inclusione sociale le azioni dell’UE sono finalizzate a combattere
la povertà e l’esclusione sociale, a riformare i sistemi di welfare sociale tramite un
sistema di apprendimento reciproco, ad affrontare sfide attuali quali il cambiamento
demografico e a redigere regolarmente rapporti con dati che sono direttamente
comparabili in tutta l’UE.6
Comunque, nonostante i progressi compiuti, persistono alti livelli di povertà e
di esclusione dal mercato del lavoro e, secondo la CE, “ le politiche nazionali non
hanno sempre trovato la risposta adeguata alla situazione sempre più complessa,
caratterizzata da vari svantaggi che colpiscono persone vulnerabili escluse dal
mercato del lavoro.”7 In risposta a ciò e in seguito a consultazioni con soggetti
interessati, nell’ottobre del 2008 la Commissione Europea (CE) ha creato, come
primo atto giuridico nell’ambito dell’inclusione sociale, la strategia8 dell’Inclusione
Attiva, intesa come un approccio integrato per fronteggiare la povertà e l’esclusione
sociale. A tale iniziativa sono seguite Conclusioni del Consiglio9 e una Risoluzione del
Parlamento Europeo.10 Questo approccio ha lo scopo di “facilitare l’integrazione in
un sistema di occupazione sostenibile e di qualità per persone in grado di lavorare e
fornire le risorse sufficienti per vivere in condizioni dignitose, al contempo fornendo
un sostegno per la partecipazione sociale per le persone che non sono in grado
di farlo”.11 Quindi la CE riconosce che l’occupazione attraverso la partecipazione al
mercato tradizionale del lavoro non è possibile per tutti, in particolare per quelle
“persone maggiormente lontane dal mercato del lavoro”.
5P
er ulteriori informazioni sull’OMC sociale consultare EUROCITIES: The EU Social Protection and
Social Inclusion Process 2008-2010: What’s in it for local practitioners?
6 Sito Web della CE: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=en&catId=750.
7 COM(2008) 639 finale.
8 Raccomandazione 2008/867/CE.
9 Conclusioni del Consiglio sui principi comuni di inclusione attiva per combattere più efficacemente
la povertà, 17 dic 2008.
10 Risoluzione del Parlamento Europeo sull’inclusione attiva di persone escluse dal mercato del
lavoro, 6 maggio 2009.
11 Raccomandazione 2008/867/CE.
-5
/ Diagramma 1 / / Coordinamento
delle politiche nell’ambito
della strategia dell’inclusione attiva /
Coordinamento delle
politiche a tutti i
livelli di governo
Coordinamento delle politiche
Sostegno
adeguato al
reddito
Mercati del
lavoro
inclusivi
Accesso
a servizi
di qualità
La strategia di Inclusione Attiva comprende tre pilastri come prerequisiti per
l’integrazione: un adeguato sostegno al reddito, mercati del lavoro inclusivi e
l’accesso a servizi di qualità (vedi Diagramma 1). Inoltre la CE sottolinea l’importanza
del coordinamento tra questi pilastri e a tutti i livelli governativi (europeo, nazionale,
regionale e locale), in quanto elemento fondamentale della strategia di lavoro. Il
riquadro 1 fornisce una visione d’insieme dei documenti chiave sulla strategia dell’
“inclusione attiva”.
/R
iquadro 1 / / Inclusione attiva –
documenti principali /
•R
isoluzione del Parlamento Europeo
sull’inclusione attiva di persone
escluse dal mercato del lavoro, 6
maggio 2009
• Conclusioni del Consiglio sui principi
comuni di inclusione attiva per
combattere più efficacemente la
povertà, 17 dic 2008
• Raccomandazione della CE
sull’inclusione attiva di persone
escluse dal mercato del lavoro, COM
2008/867/CE, 3 ott 2008
• Comunicazione della CE su una
Raccomandazione della Commissione
sull’inclusione attiva di persone
escluse dal mercato del lavoro,
COM(2008) 639 finale, 3 ott 2008
• Comunicazione della CE: Modernising
social protection for greater social
justice and economic cohesion:
taking forward the active inclusion
of people furthest from the labour
market [N.d.T.: Modernizzare il
sistema di protezione sociale per una
maggiore giustizia sociale e coesione
economica: portare avanti l’inclusione
attiva delle persone escluse dal
mercato del lavoro] COM(2007) 620
finale, 17 ott 2007
• Comunicazione della CE riguardo a
una consultazione sui programmi di
intervento a livello dell’UE finalizzati
alla promozione dell’inclusione attiva
delle persone escluse dal mercato del
lavoro, COM(2006) 44 finale, 8 feb
2006
I documenti sono disponibili sui seguenti
siti: www.europa.eu; www.europarl.eu; www.
consilium.europa.eu
6 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
2.1 I concetti chiave della strategia dell’inclusione attiva
Questa sezione espone il ruolo dei servizi sociali con riferimento al terzo pilastro
dell’inclusione attiva ed esamina i gruppi target della strategia.
2.1.1 I servizi sociali come pilastro dell’inclusione attiva
Definizione dei servizi sociali
Il terzo pilastro della strategia dell’inclusione attiva si concentra sui servizi sociali
di interesse generale (SSGI).12 La CE ha creato un quadro di riferimento concettuale
per questi servizi, dividendoli in due macrocategorie:
1. R
egimi di previdenza sociale obbligatori e complementari che coprono i
principali rischi della vita;
2. Altri servizi forniti direttamente alla persona, finalizzati all’inclusione sociale
e alla salvaguardia di diritti fondamentali come i servizi di assistenza sociale,
i servizi del lavoro e della formazione, l’edilizia abitativa sociale, l’assistenza
all’infanzia o servizi di assistenza agli anziani.13
Per la strategia di inclusione attiva la CE considera particolarmente importante la
seconda categoria di servizi, ossia i seguenti servizi:14
• servizi di assistenza sociale,
• servizi del lavoro e di formazione,
• sostegno abitativo ed edilizia abitativa sociale,
• assistenza all’infanzia,
• servizi di assistenza agli anziani,
• servizi sanitari.
Nella sua ricerca l’EUROCITIES-NLAO si basa su questo (ampio) concetto di servizi
sociali fondamentali per l’inclusione attiva, sebbene il concetto di “servizio sociale”
sia interpretato in maniera diversa da Paese a Paese.15,16
Funzione dei servizi sociali
Secondo l’obiettivo descritto nei documenti dalla CE, la strategia di inclusione
attiva nel suo insieme, e in particolare il ruolo dei servizi sociali, vanno al di là
dell’integrazione nel mercato del lavoro. Due funzioni principali dei servizi sociali
possono essere desunte dal secondo documento di consultazione della CE
sull’inclusione attiva:17
1. Prevenire l’esclusione sociale, promuovere l’inclusione sociale e salvaguardare
i diritti umani
• attraverso forme di “assistenza a persone in situazioni di sfida o di crisi
personale (come la disoccupazione, l’indebitamento, la tossicodipendenza o
la disgregazione familiare)” le persone sono messe in condizione di affrontare
meglio le loro situazioni personali e di vivere con dignità;
12 C
OM(2007) 620 finale
13 Comunicazione della CE sui “Servizi sociali di interesse generale” del 26 aprile 2006, COM(2006)
177 finale
14 Raccomandazione 2008/867/CE
15 Questo documento non si occupa delle prestazioni in denaro.
16 Nel Capitolo 3 saranno spiegate nel dettaglio le definizioni di “servizi sociali” in ogni Paese preso
in esame da questo studio.
17 COM(2007) 620 finale
-7
•
•
a ttraverso attività che “integrano persone con problemi di salute a lungo
termine o disabili” e che le sostengono in modo che possano vivere nella
maniera più indipendente possibile e/o offrendo opportunità di occupazione o
partecipazione, dato che spesso il mercato del lavoro tradizionale non fornisce
posti di lavoro adatti a tali persone;
attraverso l’edilizia abitativa sociale, che garantisce condizioni di vita decenti
per persone che hanno difficoltà a trovare un alloggio nel mercato edilizio
normale.
2. Migliorare le prospettive di occupazione e l’integrazione nel mercato del lavoro,
attraverso attività che “garantiscono che le persone interessate riescano
a reintegrarsi completamente nella società e nel mercato del lavoro (ad
esempio la riabilitazione, la formazione linguistica per immigrati, la formazione
professionale e la reintegrazione) e garantire l’accesso a un’assistenza per
l’infanzia che abbia costi accessibili.18
•
Queste due forme di inclusione, sociale ed economica, si rafforzano a vicenda, e
i tanti servizi sociali alla fine contribuiranno al raggiungimento di entrambi i risultati.
Il sostegno fornito per le situazioni di vita difficili farà sì che le persone siano in una
posizione dalla quale potranno essere integrate nel mercato del lavoro, inoltre il fatto
di avere un lavoro decente contribuirà all’autostima delle persone e le aiuterà a (ri)
acquisire capitale sociale e reti sociali.
Qualità dei servizi sociali
I servizi sociali, per poter svolgere queste funzioni, devono essere di una qualità
adeguata. Per questo motivo la CE ha stabilito per ogni pilastro della strategia di
inclusione attiva una serie di principi comuni per valutarne la qualità. Inoltre la
CE ha fissato alcuni principi fondamentali per garantire l’efficacia delle politiche di
inclusione attiva per tutti e tre i pilastri. Questi principi hanno ottenuto l’appoggio
del Consiglio dei Ministri e del Parlamento Europeo.19 Il riquadro sottostante presenta
i principi comuni per quanto riguarda l’”accesso a servizi di qualità”.
Principi comuni – ‘accesso a servizi di qualità’
1. D
isponibilità territoriale, accessibilità fisica, economicità;
2. S
olidarietà, pari opportunità per utenti e dipendenti, tenendo conto dei vari tipi
di utenza;
3. Investimento nel capitale umano, condizioni di lavoro e adeguata infrastruttura
fisica;
4. S
ervizi completi e coordinati, concepiti e forniti in una maniera integrata;
5. C
oinvolgimento degli utenti e programmi di intervento personalizzati per
soddisfare le varie esigenze individuali;
6. M
onitoraggio e valutazione della prestazione e condivisione di esempi di buona
prassi.20
I relativi documenti predisposti dalle istituzioni europee non operazionalizzano
questi servizi. Nell’ambito della loro ricerca i partner del progetto EUROCITIES-NLAO
hanno interpretato e qualificato i principi comuni per l’edilizia abitativa sociale/ di
sostegno e i servizi del lavoro/ di formazione,21 che servono da base per l’analisi delle
pratiche locali nella sezione 4.3.
18 Ibid.
19 Conclusioni del Consiglio sui “Principi comuni di inclusione attiva” del 17 dic 2008; Risoluzione
del Parlamento Europeo sulla “Inclusione attiva di persone escluse dal mercato del lavoro”.
20 Raccomandazione 2008/867/CE.
21 I discussion paper sull’interpretazione dei principi comuni sull’accesso a servizi di qualità sono al
seguente indirizzo www.eurocities-nlao.eu.
8 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
2.1.2 Quali gruppi sociali sono “esclusi dal mercato del lavoro”?
La CE definisce i gruppi “esclusi dal mercato del lavoro” nel seguente modo:
“disoccupati a lungo termine e persone inattive che si sono scoraggiate dopo numerosi
insuccessi nella ricerca del lavoro o persone che erano disposte a lavorare ma non
riuscivano a trovare un lavoro, per una serie di motivi: disabilità o malattia cronica,
mancanza di competenze base, discriminazione e/o responsabilità familiari.”22
In riferimento ai problemi che devono affrontare i gruppi esclusi dal mercato del
lavoro, la CE elenca le seguenti problematiche: “gravi forme di povertà ed esclusione
sociale, come la condizione dei senzatetto, la tossicodipendenza, l’alcolismo,
l’impossibilità ad accedere all’assistenza sanitaria di base e l’analfabetismo, situazioni
che in alcuni casi sono aggravate dalla discriminazione etnica e/o dal fatto che le
persone vivono in aree caratterizzate da varie forme di svantaggio23 e da “sfide o
crisi personali (ad esempio la disoccupazione, l’indebitamento, la tossicodipendenza
o la disgregazione familiare).”24
Inoltre la CE sottolinea la multidimensionalità dell’esclusione, ciò significa che
spesso vi sono vari fattori che contribuiscono al processo di esclusione.
I contributi delle cinque città coinvolte nel progetto EUROCITIES-NLAO sono
perfettamente in linea con quanto riscontrato dalla CE. Secondo le città partner
del progetto EUROCITIES-NLAO i seguenti gruppi sono particolarmente a rischio di
esclusione dal mercato del lavoro, con differenze minime tra le città:
•
•
•
•
•
•
•
•
Disoccupati a lungo termine
Immigrati e minoranze etniche
Famiglie monoparentali
Disabili o persone affette da malattie croniche
Lavoratori anziani
Casi di abbandoni scolastici, persone che non hanno le competenze di base
Persone in una situazione di crisi personale, ad esempio senzatetto, persone che
abusano di droghe, ex detenuti, persone indebitate e persone in una situazione
di disgregazione familiare.
Donne trafficate, donne esposte alla violenza
Tuttavia le città identificano almeno altri tre gruppi fondamentali nel contesto
dell’inclusione attiva, che non sono menzionati dalla CE:
Richiedenti asilo e immigrati senza documenti
Solitamente i richiedenti asilo e gli immigrati senza documenti sono esclusi dal
mercato del lavoro sulla base del loro status legale. Possono essere privati dei loro
diritti umani/ sociali e trovarsi in una grave forma di esclusione nella società/ nel
mercato del lavoro.
•
Lavoratori poveri
Sebbene la CE riconosca che i “lavoratori poveri” sono un gruppo vulnerabile e
sottolinei quanto sia necessario che ci siano lavori di qualità per prevenire la povertà
dei lavoratori,25 per definizione questo gruppo non è compreso nel concetto delle
“persone escluse dal mercato del lavoro”
•
22
23
24
25
COM (2006) 044 finale.
Ibid.
COM (2007) 620 finale.
Raccomandazione 2008/867/CE.
-9
Il lavoro riduce il rischio della povertà (con una percentuale più alta di rischio
di povertà tra le persone anziane e i bambini), tuttavia nella UE l’8% dei lavoratori
sono a rischio di povertà.26 Pertanto i “lavoratori poveri” formano una zona grigia,
a metà tra le persone con un reddito sufficiente e i disoccupati che non riescono a
sbarcare il lunario.
• Giovani adulti che non hanno un lavoro, non stanno studiando e non stanno
partecipando a corsi di formazione, normalmente definiti NEET.
Questo termine indica i giovani che non riescono a entrare nel mercato del lavoro
subito dopo aver completato l’istruzione di base e che rischiano di avere difficoltà a
lungo termine.
26 EUROSTAT: Statistics in focus 46/2009: http://www.eds-destatis.de/de/downloads/sif/sf_09_046.pdf.
10 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
3
L o stato sociale e il ruolo delle città
nell’erogazione dei servizi sociali
Questo capitolo intende fornire una visione d’insieme su come è organizzata
l’erogazione dei servizi sociali nel contesto della fornitura generale della assistenza
sociale nelle città (e nei Paesi) del progetto EUROCITIES-NLAO. Esso identifica le
tendenze nell’erogazione dei servizi sociali, sottolineando in particolare il ruolo dei
comuni.27
Come contesto analitico questo capitolo si basa sull’interpretazione storica
dei regimi di stato sociale secondo la tipologia di Esping-Andersen (1990), questa
classificazione identifica quattro tipi di modelli di stato sociale:28
• Un regime “liberale” in cui sono soprattutto gli individui ad avere la responsabilità
di garantire che i loro bisogni di “welfare” siano coperti dai loro redditi, con
servizi minimi dello Stato, che fungono da margine di sicurezza.
• Un regime “conservatore- corporativista” nel quale le strutture sociali, spesso
basate sulla Chiesa, la famiglia e la comunità, sono supportate da ulteriori
servizi statali, laddove necessario; il sistema contributivo tende a preservare
lo status e le differenze di classe; un sottogruppo di questo tipo di regime è il
regime “mediterraneo”.
• Un regime “social-democratico” nel quale la previdenza sociale è fornita su base
universale
• Un regime “post-socialista” nel quale, in una fase di transizione economica, la
responsabilità di un sostegno di previdenza sociale è soprattutto della famiglia,
sebbene in vari Paesi stiano nascendo diverse strategie a lungo termine per la
previdenza sociale.
La selezione delle cinque città EUROCITIES-NLAO è stata effettuata con lo scopo
di avere città situate in Paesi con diversi regimi di stato sociale: Stoccolma in
Svezia (regime social-democratico), Southampton nel Regno Unito (regime liberale),
Rotterdam nei Paesi Bassi (forma ibrida a metà tra il regime social-democratico e il
regime conservatore- corporativista), Bologna in Italia (regime mediterraneo) e Praga
nella Repubblica Ceca (forma ibrida a metà tra il regime post-socialista e il regime
liberale).
Nel Regno Unito lo stato fornisce un livello base di sostegno e di protezione
sociale con livelli più alti di sostegno per le persone disabili. In linea con la tradizione
liberale vi è l’idea diffusa secondo cui l’occupazione è la soluzione migliore per
prevenire l’esclusione sociale ed economica.
27 Le informazioni nei seguenti paragrafi si basano soprattutto su Schubert et al. (2008)e su
informazioni delle LAO.
28 Esping-Andersen (1990; 1999), Kohl 1993, Lessenich/Ostner (1998), Offe/Fuchs (2007), in:
Mau/Verwiebe 2009; Ferrera 1996.
- 11
Di conseguenza molte prestazioni sociali sono fornite in base a particolari condizioni
di reddito, secondo il principio per cui un alto livello di protezione disincentiva la
ricerca di un lavoro. È stata ribadita l’importanza del sostegno all’occupazione per far
sì che le persone possano beneficiare delle opportunità di occupazione con la politica
del New Deal, a partire dalla metà degli anni 90.
I servizi sociali sono organizzati a livello locale e alcuni schemi sono finanziati a
livello locale. I comuni sono in parte coinvolti in quasi tutti i servizi sociali.29 Per quanto
riguarda l’integrazione dei disoccupati, i comuni lavorano in progetti di “partnership
locali” con il governo centrale. Lo sviluppo di strategie basate sull’assegnazione di
servizi e sulla creazione di mercati di servizi locali negli ultimi vent’anni ha fatto sì
che nel Regno Unito i comuni abbiano ridotto il loro ruolo di fornitori di servizi in
alcuni settori. Ora gran parte del mercato dei servizi di assistenza sociale è occupato
da fornitori indipendenti, soprattutto fornitori non-profit, e il settore dell’impresa
sociale è in espansione. Le strategie di assegnazione dei servizi sono finalizzate a
raggiungere un equilibrio tra economicità, maggiore orientamento per gli utenti e
qualità dei servizi.
/R
iquadro 2 / Regno Unito / /Q
uadro di riferimento per
una valutazione della qualità /
Il Quadro di riferimento per una
Valutazione della qualità (QAF) è stato
introdotto a livello nazionale nel 2003 e
definisce gli standard per la fornitura di
servizi di sostegno alle persone (nel
caso specifico piani abitativi di sostegno).
Inoltre il QAF ha identificato i metodi
per fornire prove sui successi ottenuti e
si è dimostrato un valido strumento
pratico per garantire il miglioramento
continuo nei servizi di sostegno
abitativo negli ultimi cinque anni.
Di conseguenza il sistema di fornitura dei servizi di assistenza sociale nel Regno
Unito implica una pluralità di fornitori di servizi, che a volte dà all’utente la possibilità
di scegliere tra i servizi. Il principio fondamentale alla base di tale sistema è che il cliente/
beneficiario deve essere coinvolto nella progettazione delle prestazioni sociali. Nei servizi
di assistenza si stanno introducendo nuovi modelli basati sulla “personalizzazione”, nei
quali i singoli utenti possono progettare e finanziare i loro sostegni “tagliati su misura”,
queste tendenze si stanno diffondendo anche in altre aree.
Il QAF è uno dei mezzi essenziali delle
autorità locali per garantire che i
fornitori di servizi forniscano servizi a
uno standard accettabile e secondo le
aspettative contrattuali concordate. Ci
sono cinque obiettivi fondamentali:
• Valutazione e progettazione del
sostegno
• Sicurezza e salute
• Salvaguardia e protezione dagli abusi
• Equità nell’accesso, diversità e
inclusione
• Coinvolgimento e responsabilizzazione
del cliente
Il QAF è uno strumento di autovalutazione
utilizzato annualmente e fa parte dell’ambito di monitoraggio dei contratti, è utilizzato
per misurare e capire il livello del servizio
fornito, sottolineando le problematiche, le
sfide e dando raccomandazioni.
Il monitoraggio annuale della prestazione è
supportato da incontri trimestrali di
monitoraggio dei contratti, che sono un
forum per discutere i principali indicatori di
prestazione, è nell’ambito di questo forum
che si discute su qualsiasi problematica o
sulla diversità degli obiettivi.
Il sistema di welfare sociale svedese, che rappresenta il regime di stato sociale
social-democratico, è caratterizzato da un livello di protezione generalmente alto
fornito su base universale. Insieme al sistema fiscale lo stato sociale ha l’obiettivo
di uniformare i redditi e le opportunità. Pertanto la protezione sociale individuale
è abbastanza indipendente dalla posizione del singolo nella professione, tuttavia
negli ultimi dieci anni si è registrata una tendenza ad applicare di più le politiche di
“welfare to work”.
29 Solitamente nel Regno Unito il termine “servizi sociali” si riferisce solo ai servizi di previdenza
sociale per bambini e adulti; tuttavia qui il termine è utilizzato in un’accezione più ampia e
include i servizi di previdenza sociale e di sostegno sociale.
12 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
Tradizionalmente la maggior parte delle competenze sulle politiche sociali è
dei governi locali. Tutto questo si applica a quello che in Svezia viene considerato
servizio sociale (assistenza sociale, assistenza per l’infanzia, assistenza a lungo
termine non di tipo sanitario). Anche i programmi di edilizia abitativa di sostegno
sono di competenza del comune. I servizi del lavoro sono di competenza del governo
centrale e l’assistenza sanitaria è di competenza della contea. Tuttavia i servizi del
lavoro e di formazione rientrano nei “servizi sociali” e sono gestiti dai comuni quando
sono destinati a beneficiari di assistenza sociale.
/R
iquadro 3 / Stoccolma / / v erso una maggiore diversificazione
dei fornitori /
A Stoccolma si nota una tendenza a
diversificare i fornitori. L’aggiudicazione
degli appalti può avvenire in vari modi:
1. Aggiudicazione degli appalti in
conformità della legge (LOU):
procedura normale di aggiudicazione
tramite gare d’appalto
2. S
istema di scelta (LOV): trasferimento
agli utenti della scelta dei fornitori di
servizi di sostegno, assistenza e
assistenza infermieristica, i comuni
approvano i fornitori idonei.30
In generale i servizi sociali sono forniti soprattutto dai comuni. In un sistema
universalistico come quello svedese i fornitori privati di servizi sono tradizionalmente
molto meno accettati che in altri Paesi presi in esame, e fino a poco tempo fa
i fornitori non-profit erano molto pochi. Tuttavia negli ultimi anni nel Paese si
è registrato un notevole aumento di tali attori nella fornitura di servizi sociali. I
fornitori privati si sono diffusi maggiormente in alcuni comuni, anche con l’obiettivo
di personalizzare i servizi e aumentare l’orientamento per l’utente. In alcuni casi
ora gli utenti hanno la possibilità di scegliere un fornitore, ma i comuni controllano
la qualità e valutano le attività, indipendentemente da chi fornisce il servizio. A
tal riguardo il ruolo del comune sta lentamente cambiando, anche se molto meno
che nel Regno Unito, e sta passando da un ruolo di fornitore di servizi a un ruolo
di ente che garantisce la qualità dei servizi forniti. Molti servizi sociali sono servizi
integrati, come piani abitativi di sostegno, con un ambito di sostegno che comprende
trattamenti di disintossicazione, progettazione economica, mediazione, ecc.
3. D
iritto alla sfida: un sistema in cui
chiunque voglia gestire un’impresa
per il comune su base contrattuale
può proporsi per lo svolgimento di
un servizio.
Stoccolma è uno dei 22 comuni (su un
totale di 290) in Svezia che hanno
adottato il diritto alla sfida. Lo scopo di
tale sistema è di mettere alla prova le
imprese gestite dal comune, sia in termini
di costi che di qualità. I dipendenti e le
società possono fornire il loro appoggio
nell’introduzione di modi nuovi e migliori
di eseguire le attività comunali. Il principio
fondamentale è che chiunque desideri
gestire un’impresa per il comune su base
contrattuale ha il diritto di sfidare l’impresa
in questione. Il comune stesso stabilisce
quali sono gli elementi che si possono
sfidare, e ciò varia da città a città. Tuttavia
per legge l’esercizio dell’autorità e le
funzioni di gestione strategica devono
essere svolti dal comune.31
In Italia il sistema di welfare sociale mostra un alto livello di frammentazione
con sistemi previdenziali che variano a seconda dei diversi gruppi della popolazione,
esso inoltre è caratterizzato da un dualismo tra beneficiari “forti” e “deboli”, in
particolare per quanto riguarda: la sicurezza sociale; una predominanza tradizionale
di sovvenzioni monetarie (trasferimenti di fondi piuttosto che servizi sociali diretti);
l’istituzionalizzazione dei servizi sanitari nazionali, avvenuta relativamente tardi
(basata sul principio della protezione universale); e il ruolo centrale della famiglia
nel compensare le mancanze dello stato sociale e nel fornire assistenza alle persone
vulnerabili.
30 Dal 1 gennaio 2009 i comuni svedesi possono optare per questa procedura. L’autorità che si occupa
dell’aggiudicazione degli appalti mette un annuncio sul sito dell’Agenzia dei Servizi Legali, Finanziari e
Amministrativi relativamente ai sistemi con libertà di scelta. Sia le società private che le organizzazioni
non-profit possono fare domanda per diventare fornitori approvati ufficialmente. Il comune determina
i criteri tramite accordi.
31 Le sfide devono essere rivolte al comitato che svolge attualmente il servizio, poi il comitato decide se
approvare o meno la sfida. Le decisioni dei comitati sulle sfide dipendono da leggi, obiettivi ed altri
strumenti di gestione. Se il comitato decide di rifiutare la sfida dovrà fornire le ragioni di tale decisione. Se invece la sfida è approvata l’aggiudicazione dell’appalto avviene in conformità con l’Atto sugli
Appalti Pubblici (Public Procurement Act), e lo sfidante diventerà una delle parti. Quindi non c’è nulla
che indichi che la parte che ha iniziato la sfida otterrà l’incarico. (http://www.svensktnaringsliv.se).
- 13
Questi limiti sono aggravati da varie difficoltà nella qualità e nella fornitura dei
servizi e da problemi nell’utilizzare le risorse pubbliche in maniera efficace, con
notevoli differenze tra le regioni, specialmente tra il Nord e il Sud del Paese. Per
quanto riguarda i servizi sociali, negli ultimi dieci anni ci sono stati notevoli sviluppi
nella loro decentralizzazione.
Dal 2000 viene data maggiore importanza (a) all’ integrazione dei servizi sociali
con tutti gli altri servizi forniti alle persone e alle comunità (ad es. servizi di istruzione,
culturali e ricreativi) con il mercato del lavoro e le politiche di formazione/ attivazione
e (b) al coordinamento e alla cooperazione tra i vari livelli istituzionali, ad esempio
governi locali, regioni e lo stato centrale. Per evitare differenze territoriali nella fornitura
di servizi sociali lo stato, in accordo con le regioni, si occupa della standardizzazione
della qualità e si concentra maggiormente sulle esigenze degli utenti. Attualmente è in
corso un dibattito sulla definizione dei livelli base dei servizi sociali.
/R
iquadro 4 / Bologna / /A
vvicinare i servizi sociali ai cittadini /
Attualmente la Città di Bologna è in
una fase fondamentale di cambiamento,
iniziata alla fine del 2006, caratterizzata
da un forte processo di
decentralizzazione e di sussidiarietà in
cui i quartieri acquistano sempre più
autonomia avendo ottenuto funzioni
specifiche nei servizi sociali e
dell’educazione, nell’ambito dei
regolamenti approvati dal Consiglio
Comunale.
Queste funzioni sono svolte dagli
“Sportelli Sociali” che sono stati
collocati nei 9 quartieri di Bologna e
che sono operativi dall’ottobre del
2008. Gli “Sportelli Sociali” forniscono
un sostegno a tutti i cittadini che hanno
bisogno di aiuto o che semplicemente
Dal 2001 le regioni hanno la competenza legislativa esclusiva nell’ambito dei
servizi sociali (secondo la normativa italiana:32 servizi di assistenza sociale, assistenza
all’infanzia, assistenza a lungo termine non di tipo sanitario). I comuni gestiscono e
forniscono i servizi sociali o direttamente da soli oppure delegando la gestione e la
fornitura ad altri enti come enti pubblici, fondazioni, cooperative, associazioni, ecc.
Se il settore privato è coinvolto in queste imprese in molti casi si tratta di accordi
misti con attori pubblici. In Italia la Chiesa e il terzo settore hanno sempre svolto un
ruolo di supporto alle persone escluse, tramite l’erogazione di servizi che non rientrano
nelle responsabilità dell’amministrazione locale. Invece il comune fornisce alloggi
sociali e ricoveri di emergenza, ad es. l’ONG Caritas offre pasti ai senzatetto e alle
persone escluse e offre vestiti e assistenza sanitaria alle persone senza fissa dimora.
desiderano avere informazioni sulla
fornitura di servizi sociali. Inoltre essi
prendono appuntamenti con gli
assistenti sociali, danno informazioni
sui requisiti per ottenere un sostegno
finanziario, stabiliscono le procedure
per ottenere esenzioni fiscali e
finanziarie, contributi finanziari e
assistenza domiciliare.
Al contempo la Regione Emilia Romagna
ha fondato tre Aziende Pubbliche di
Servizi per la Persona (ASP) che
forniranno i servizi sociali e di
educazione individuati dai quartieri per
adulti, minori, disabili e anziani. Per
assicurare l’omogeneità e il
coordinamento tra il comune, i quartieri
e le ASP, si è provveduto a rinforzare
32 Secondo la legge nazionale 328.
i comitati di quartiere e l’ufficio
di Piano, il primo come luogo di
cooperazione politica e il secondo come
luogo di collegamento tecnico tra le
persone che hanno responsabilità
politiche e quelle che hanno
responsabilità operative.
Inoltre, in seguito a un accordo tra il
Comune di Bologna e la Provincia di
Bologna, sono stati istituiti degli
“Sportelli Lavoro” in 3 dei 9 quartieri in
modo da essere più “vicini” alla gente.
Questi uffici cooperano con gli
“Sportelli Sociali” e con i Servizi
Pubblici per l’Impiego che si occupano
di attività per l’incontro tra domanda
e offerta di lavoro.
14 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
Lo stato sociale dei Paesi Bassi rappresenta una combinazione del regime di stato
sociale conservatore- corporativista e del regime social-democratico. Nonostante lo
stato sociale fosse basato, per tradizione, su un sistema di protezione universale, e
ora la politica sociale è cambiata, passando a un principio di “welfare-to-work”. Le
interrelazioni tradizionali di solidarietà all’interno dello stato sociale stanno sparendo
e sta diventando sempre più importante la responsabilità individuale per il reddito e
la protezione sociale delle singole persone.
I servizi sociali nei Paesi Bassi sono estremamente decentralizzati.33 La
maggior parte dei servizi sociali sono finanziati dallo Stato, tuttavia l’assegnazione
dell’incarico spetta ai comuni. Nel 2004 il potere dei comuni è aumentato in maniera
considerevole e da allora le amministrazioni comunali hanno la piena responsabilità
per quanto riguarda le spese di assistenza sociale e per il modo in cui le utilizzano,
fornendo un sostegno economico e offrendo servizi alle persone bisognose. Al tempo
stesso i comuni affidano servizi di lavoro e di formazione che sono gestiti in maniera
indipendente o che sono subappaltati ad altri fornitori di servizi.
Per quanto riguarda gli alloggi sociali, i Paesi Bassi hanno una struttura unica
di fornitori non-profit (‘corporaties’) che hanno la piena responsabilità per quanto
riguarda il finanziamento, l’assegnazione e la fornitura dei servizi. Nell’assistenza
all’infanzia lo stato stanzia risorse tramite deduzioni fiscali ai genitori che hanno
bisogno di assistenza all’infanzia. Si sta registrando una tendenza verso la privatizzazione nella fornitura di alcuni
servizi, come il servizio sanitario e lo stato sociale, gli asili nido e le organizzazioni
di formazione professionale. Tuttavia spesso questi servizi sono sovvenzionati in
parte dal governo. Nell’assistenza all’infanzia, l’assegnazione del servizio e l’effettiva
fornitura del servizio sono state quasi completamente subappaltate a fondazioni
private (non-profit) e a imprese private. Questa tendenza si riscontra anche in altri
settori, ad esempio l’assistenza a lungo termine.
/R
iquadro 5 / Rotterdam / / Investire nel talento su una
base sociale /
Il piano di lavoro quadriennale del
Consiglio Comunale di Rotterdam si
concentra primariamente sul talento e
sull’imprenditorialità. Vengono effettuati
degli investimenti extra nell’educazione,
nella partecipazione e nell’occupazione.
Investire nel talento significa:
riconoscere, sviluppare, ingaggiare,
trattenere e attrarre il talento.
Un’istruzione e una formazione
adeguata, essere in grado di parlare la
Nel 2007 è stato recepito il “Social Support Act” (‘WMO’) (Atto di Sostegno
Sociale) che ha lo scopo di aiutare tutte le persone che sono in grado di partecipare
alla società. Secondo l’atto ora la responsabilità delle politiche per la creazione del
sostegno sociale è dei comuni. Inoltre, attraverso questa combinazione di leggi e
norme, sono state ridotte le barriere che prima ostacolavano una fornitura comune
di servizi al cliente.
lingua, la salute, il lavoro e il reddito
sono considerati i requisiti più
importanti per il talento.
certo livello, sono escluse dalla società
e/o persone che rischiano di essere
escluse.
L’attenzione extra rivolta al talento e
all’imprenditorialità si basa su quello
che deve essere una forte base sociale
che si occupa della sicurezza e di
problematiche relative alla povertà e al
benessere, essa riconosce che vi sono
(circa) 30.000 persone che, fino a un
I gruppi vulnerabili come i giovani e gli
anziani otterranno maggiore attenzione
e sostegno, tale sostegno si basa
sull’idea di aumentare l’auto-attivazione
e di raggiungere livelli più alti di
indipendenza.
33 Nei Paesi Bassi il termine “servizi sociali” è molto generico e si riferisce a quei servizi sociali
finalizzati a combattere l’esclusione sociale, promuovendo la partecipazione sociale e al mercato
del lavoro.
- 15
Lo stato sociale della Repubblica Ceca rientra nel modello del regime postsocialista, che combina elementi di diversi “tipi ideali”. Il sistema di previdenza
sociale basato sull’occupazione, introdotto negli anni 90, è tipico del modello
corporativista - conservatore. Inoltre la famiglia è fondamentale nella produzione
del welfare nella Repubblica Ceca. Si riscontrano elementi liberali anche nei livelli
bassi di prestazioni previdenziali che spesso sono fornite in maniera subordinata a
particolari condizioni di reddito. Ciò spesso si traduce in povertà diffusa, notevoli
disuguaglianze a livello sociale e una protezione sociale del singolo che dipende
notevolmente dalla posizione nella professione.
Per quanto riguarda i servizi sociali, di recente la Repubblica Ceca ha fatto
notevoli passi avanti nella creazione di un settore di servizi sociali. Nel 2007, per la
prima volta, i servizi sociali sono stati definiti legalmente come consulenza sociale,
assistenza sociale e servizi di prevenzione in ambito sociale.34 È stata introdotta la
registrazione dei fornitori di servizi sociali, come requisito per ottenere sovvenzioni/
finanziamenti dal comune e/o dalla regione. Inoltre è stato avviato un processo di
pianificazione comunitaria dei servizi sociali, al fine di aumentare il coinvolgimento
dell’utente nella fase di pianificazione (vedi riquadro sottostante). Infine ci si è
concentrati maggiormente sulla qualità dei servizi. Con questi sviluppi al comune
sono stati affidati nuovi compiti, come il coordinamento dei servizi e dei fornitori dei
servizi e il coordinamento della pianificazione dei servizi sociali insieme a vari attori.
/R
iquadro 6 / Praga / / Il coinvolgimento degli utenti nella
pianificazione dei servizi sociali /
Nella Repubblica Ceca la pianificazione
dei servizi sociali a livello di comunità è
stata introdotta nel 2007 attraverso una
riforma del servizio sociale, la pianificazione comunitaria dei servizi sociali è
obbligatoria per le Regioni e volontaria
per i comuni. Da allora, tramite il
coinvolgimento dei rappresentanti dei
comuni/ delle regioni, dei fornitori
(singole organizzazioni) e degli utenti,
vengono identificate le esigenze e le
risorse locali, e su questa base avviene
la pianificazione dei servizi sociali, in
modo da soddisfare esigenze specifiche
locali e bisogni individuali.
Nella Repubblica Ceca le responsabilità per la fornitura dei servizi sociali sono
diffuse a tutti i livelli governativi. I comuni condividono le responsabilità (soprattutto
con lo stato e/o le regioni) in quasi tutti gli ambiti dei servizi che sono ritenuti
fondamentali per il concetto di inclusione attiva. Gli attori della società civile svolgono
una parte importante nella fornitura dei servizi sociali, e le organizzazioni collegate
alla Chiesa sono attori importanti per tradizione (Fiala/ Mares 2008).
La regione o il comune definiscono la
struttura di lavoro per ogni ambito
(progettazione, finanziamento, strategia,
monitoraggio), tale struttura è composta
da impiegati statali, fornitori di servizi
sociali e cittadini. I gruppi di lavoro e i
comitati hanno il diritto di commentare
i progetti della comunità preparati
dall’autorità regionale o locale. Il
comitato ha il diritto di approvare o
rifiutare i commenti.
La pianificazione comunitaria ha portato
dei miglioramenti nelle interrelazioni tra
l’autorità regionale/ municipale e i
fornitori dei servizi sociali e tra i
fornitori stessi dei servizi sociali, inoltre
ha sensibilizzato maggiormente gli
utenti sui servizi sociali forniti nel
territorio. Tale processo ha dato vita
anche a un maggior coordinamento dei
servizi sociali erogati e ha migliorato la
mappatura di tutti i tipi di servizi sociali
in un territorio. Inoltre ciò ha reso
possibile il monitoraggio della capacità
dei servizi sociali in un territorio. La
progettazione a livello di comunità
accerta quali sono i servizi sociali di cui
c’è più bisogno e quali sono quelli di
cui c’è meno bisogno.
34 Legge sui servizi sociali N. 108/2006 Coll. del 14 marzo 2006.
http://www.mpsv.cz/files/clanky/4088/Annex_3_social_services_act.pdf.
35 Legge sui servizi sociali N. 108/2006 Coll.
16 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
/ Tabella 1 / Fornitura dei servizi
sociali in cinque Paesi dell’UE / / Responsabilità nel finanziamento,
nella regolamentazione e nella
fornitura, tendenze attuali /
Finanziamento e regolamentazione1
Fornitura2
Tendenze principali
CZ
centrale/regionale/locale
Fornitori non-profit tra cui fornitori
collegati alla Chiesa
Creazione del settore dei servizi
sociali, maggiore coinvolgimento
dell’utente tramite la progettazione
di comunità
IT3
centrale/regionale
comune, terzo settore
Decentralizzazione dal livello
nazionale al livello regionale e locale
NL
centrale/locale
fornitori non-profit
Trasferimento di responsabilità
di assistenza sociale al comune
SE
locale
comune
Diversificazione dei fornitori36
UK
centrale/locale
Fornitori indipendenti, spesso
organizzazioni non-profit
Maggiore integrazione e
coordinamento dei servizi
1 livello principale di responsabilità - 2 attori principali - 3 Regione Emilia-Romagna
36 Questa tendenza è particolarmente pronunciata a Stoccolma, rispetto al resto della Svezia.
- 17
4
L’inclusione attiva tramite i servizi abitativi e
del lavoro / di formazione
Questo capitolo analizza i servizi abitativi e i servizi (municipali) del lavoro/
di formazione nei Paesi e nelle città prese in esame, come esempi del modo in
cui i servizi sociali possono contribuire all’inclusione attiva delle persone escluse
dal mercato del lavoro. Questi due tipi di servizi sono stati scelti poiché offrono
particolari opportunità per la fornitura integrata, un elemento chiave della strategia
di inclusione attiva.
4.1 Il ruolo dell’edilizia abitativa, del lavoro e della
formazione nell’inclusione attiva
4.1.1 Edilizia abitativa e inclusione attiva
Il collegamento tra l’edilizia abitativa è l’esclusione dal mercato del lavoro è
caratterizzato da tre dimensioni:
• Disponibilità
di alloggi a prezzi abbordabili
Spesso avere un indirizzo è un prerequisito per ottenere un lavoro, il che
determina l’abilità di una persona di essere economicamente indipendente. La
condizione dei senzatetto è la forma più radicale di esclusione abitativa, che spesso
è la conseguenza di vari fattori, come problemi di salute mentale, tossicodipendenza,
indebitamento, esposizione alla violenza, fattori che si alimentano a vicenda e che
possono rendere ancora più difficile l’integrazione nel mercato del lavoro.
• Qualità
dell’alloggio
Dai costi dell’alloggio (e dai relativi costi ad es. per l’elettricità) dipende quanto
resta del budget familiare, da destinare ad altri consumi, come l’istruzione e la
cultura o perfino il vitto. È il caso delle persone in situazioni precarie o con budget
esigui, dato che minore è il reddito di una famiglia più alta è la percentuale di
budget spesa per l’alloggio.37 Il fatto di possedere una casa può tradursi in costi
relativamente bassi per l’alloggio, tuttavia può limitare la propensione a cambiare
casa per accettare un lavoro, poiché i costi per trasferirsi sono considerati troppo
alti. Comunque spesso avere una casa di proprietà non è un’opzione possibile per
le persone escluse dal mercato del lavoro, in quanto non dispongono dei mezzi per
acquistare una casa, nemmeno a prezzi sovvenzionati.
37 Nel 20% delle famiglie con il reddito più basso, la percentuale media del budget speso per
l’alloggio arriva al 37%, e i costi per l’alloggio rappresentano in media il 33% dei consumi totali
della famiglia (EUROSTAT 2008).
18 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
• Ambiente
circostante l’alloggio (il vicinato)
L’ambiente intorno all’alloggio è molto importante per le persone disoccupate,
esse infatti, non avendo contatti sociali legati al lavoro, tendono a passare più tempo
nell’ambiente immediato in cui vivono. Le relazioni sociali e i servizi del quartiere
contribuiscono in maniera significativa alla loro inclusione sociale e possono persino
portare alla reintegrazione nel mercato del lavoro. Una zona che offre attività creative
e iniziative interessanti per passare il tempo ha quindi un impatto positivo, invece è
probabile che un ambiente abitativo che non offre tali opportunità abbia un’influenza
negativa sulla situazione di una persona.
Nei cinque Paesi presi in esame ci sono varie strategie per soddisfare le esigenze
abitative. Da un lato le politiche abitative si possono concentrare sulla fornitura di
alloggi a prezzi economici (alloggi pubblici o sociali), su azioni volte a promuovere
l’acquisto della casa, sulla regolamentazione del mercato dell’edilizia abitativa, ecc.
Le sovvenzioni sull’offerta forniscono agli imprenditori edili un aiuto finanziario per
costruire e offrire alloggi a prezzi inferiori a quelli del mercato, mentre le sovvenzioni
sulla domanda danno un sostegno alle famiglie a basso reddito, tramite indennità
economiche per l’alloggio, in modo che possano permettersi un alloggio adeguato.
Dall’altro lato spesso la fornitura di servizi abitativi fa parte di in un programma più
ampio di politica sociale.
L’edilizia abitativa di sostegno è composta sia da servizi abitativi che da servizi
finalizzati a fornire un sostegno a persone adulte che, per vari motivi, non riescono a
gestire un alloggio indipendente. Ciò può essere dovuto a problemi di disabilità fisica
(anche in età avanzata), problemi di salute mentale o di dipendenza, esposizione
alla violenza, ecc. Tra i servizi forniti vi è l’assegnazione di ricoveri, ad esempio per
i senzatetto, o per donne esposte alla violenza, ma anche un sostegno a livello di
comunità per le persone che non sono in grado di vivere in maniera indipendente,
attività di consulenza (ad es. per prevenire lo sfratto), ecc. Nel gruppo target dei
servizi abitativi di sostegno sono comprese persone che vivono senza una casa,
permanentemente o temporaneamente, laddove spesso si sono accumulati problemi
di vario tipo.38
Questo rapporto si concentra sui servizi di edilizia abitativa pubblica/ sociale e sui
servizi abitativi di sostegno, e comprende anche la loro dimensione territoriale, così
come considerata di piani di sviluppo di comunità.39
4.1.2 Lavoro, formazione e inclusione attiva
Il collegamento tra lavoro e formazione ed esclusione dal mercato del lavoro è
evidente. L’integrazione nel mercato del lavoro può aiutare le persone a raggiungere
l’indipendenza economica, e al tempo stesso l’integrazione in un lavoro (di qualità)
può offrire maggiori opportunità di partecipazione sociale. La formazione può
contribuire ad aumentare le possibilità di occupazione delle persone escluse dal
mercato del lavoro, fino alla loro integrazione nel mercato del lavoro, inoltre aumenta
le capacità delle persone di affrontare le situazioni della vita.
L’ambito dei servizi del lavoro e di formazione è ampio, comprende attività
informative e di orientamento sulle opportunità di lavoro, formazione professionale e
specifica per tipologia di lavoro così come formazione più generica per lo sviluppo di
competenze di base e di competenze linguistiche. Inoltre il collocamento professionale
e i programmi di sostegno per l’occupazione avvicinano le persone al mercato del
lavoro. Le attività intense di consulenza e di analisi della situazione di ogni singola
persona sono il primo passo per ottenere un posto di lavoro.
38 I servizi abitativi di sostegno per persone con forme di disabilità sono spesso abbinati
a un’assistenza medica, e non sono trattati nel dettaglio nel presente rapporto.
39 Non vengono trattate le indennità pecuniarie.
- 19
Mentre le politiche generali del mercato del lavoro e le politiche dell’occupazione
sono una responsabilità nazionale nei Paesi presi in esame, le autorità locali, spesso in
seguito a riforme dello stato sociale, svolgono un ruolo fondamentale nell’assistenza
sociale e nel promuovere le possibilità di occupazione, in particolare per i gruppi
più difficili da raggiungere. Esse mantengono forme di partnership con agenzie del
lavoro, associazioni d’imprese e fornitori di servizi, per elaborare progetti efficaci
di occupazione. Inoltre, i servizi locali per il lavoro e la formazione sono spesso
strettamente collegati allo sviluppo economico più ampio di un’area ben precisa.
Per poter sfruttare l’impatto positivo sulle opportunità locali del lavoro, i servizi
municipali di lavoro e formazione sono spesso collegati strettamente a strategie di
sviluppo economico.
I servizi di lavoro/ formazione presentati in questo rapporto includono servizi
municipali di sostegno a persone escluse, affinché esse si integrino nel mercato del
lavoro o abbiano accesso ad opportunità di partecipazione, questi servizi includono
servizi di informazione sulle offerte di lavoro, supporto per quanto riguarda le
candidature, servizi di consulenza, misure di formazione e programmi di sostegno
per il lavoro. Inoltre si analizza in che modo i servizi municipali cooperano con i
datori di lavoro.
4.2 P
olitica e gestione dei servizi abitativi e del lavoro/
di formazione
Questa sezione presenta i contesti politici e istituzionali dei servizi presi in esame
dal presente rapporto. Essa si conclude con un riassunto sul ruolo del comune nella
fornitura dei servizi abitativi e del lavoro.
4.2.1 Politica e gestione dell’edilizia abitativa pubblica/ sociale
Linee strategiche nell’edilizia abitativa pubblica/ sociale
In Europa non esiste una definizione unica di “edilizia abitativa pubblica/ sociale”,
i concetti variano a seconda dei Paesi, per quanto riguarda le dimensioni del settore
dell’edilizia abitativa pubblica/ sociale, forme legali od organizzative o metodi di
gestione, forme di “conduzione sociale” e l’ambito generale delle politiche nel quale
operano questi attori (Czischke/Pittini 2007).40
Nonostante la diversità dei concetti politici, alcuni raggruppamenti di Paesi
condividono punti in comune in tutta Europa, per quanto riguarda la fornitura
di servizi abitativi pubblici/ sociali, in particolare con riferimento alle modalità di
attribuzione degli alloggi e alla quota del settore di edilizia abitativa pubblica/
sociale e delle case di proprietà. Nell’ambito dell’edilizia abitativa pubblica/ sociale si
possono distinguere due tipologie di approccio nei Paesi Europei (cf. Czischke/Pittini
2007; basato su Kemeny 1995).
Gli alloggi pubblici/ sociali possono essere forniti su base universale. In
Svezia i servizi di edilizia abitativa pubblica/sociale sono considerati una forma
di responsabilità pubblica e sono le società municipali di edilizia abitativa che si
occupano della fornitura di tali servizi.
40 L a politica di previdenza sociale svedese si prefigge di fornire un alloggio decente e a costi contenuti a tutti, non solo ad alcuni gruppi target specifici. Questo approccio universale è sottolineato
dal fatto che non si parla di “edilizia abitativa sociale” ma di “edilizia abitativa pubblica”. Nella
Repubblica Ceca, come in molti Paesi dell’Europa dell’Est, il concetto di “edilizia abitativa sociale” si
sta lentamente radicando di nuovo dopo la caduta del regime socialista. Tuttavia ufficialmente non
si usa il termine “edilizia abitativa sociale”, se non per problematiche collegate alla partita IVA.
20 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
Nei Paesi Bassi i servizi di edilizia abitativa pubblica/ sociale sono forniti de
facto a un gruppo relativamente ampio di persone.41 Tali servizi sono forniti da
organizzazioni non profit. In questo approccio universalistico il settore dell’edilizia
abitativa pubblica/ sociale ha una funzione regolatrice del mercato, per garantire che
tutti abbiano accesso a un alloggio che abbia costi contenuti e che sia di una qualità
adeguata (ad es. attraverso il controllo dell’affitto). Il settore degli affitti ha un ruolo
significativo in questi Paesi. Gli alloggi pubblici/ sociali sono assegnati in base a liste
di attesa, i comuni destinano un numero preciso di alloggi a famiglie con necessità
urgenti. Un obiettivo chiave di questo approccio è garantire un mix sociale, ossia
evitare la segregazione socio-spaziale e promuovere la coesione sociale.
/ Tabella 2 / /D
istribuzione delle responsabilità
nella fornitura di servizi abitativi
pubblici/ sociali /
aggiudicazione/
assegnazione
Programmi di gestione nell’edilizia abitativa pubblica/ sociale
Una visione d’insieme degli attori coinvolti nell’edilizia abitativa pubblica/ sociale mostra
i diversi sistemi di gestione adottati nei cinque Paesi presi in esame da questo studio:
CZ
IT1
NL
SE
UK
stato, comune
regione,
provincia,
comune
stato, comune,
società
stato, comune
stato, regione,
comune
stato,2 comune
stato, regione
Società, stato
comune
stato, comune3
comune
comune
comune, società
Società
municipali di
edilizia abitativa
stato, comune
comune
comune, società
pubbliche locali,
imprese e
investitori privati
società
Società
municipali di
edilizia abitativa,
proprietari
privati
comune,
associazioni
locali di edilizia
abitativa
Programmazione
Finanziamento
Esiste un altro tipo di approccio che viene adottato nei Paesi in cui si suppone che la
domanda per gli alloggi sarà coperta prevalentemente dal mercato privato. In questi Paesi
solo le persone che si suppone non possano aver accesso al mercato ricevono alloggi
sociali. Nell’ambito di questo approccio mirato si possono distinguere due sottocategorie,
secondo i criteri di assegnazione adottati. Nella prima sottocategoria gli alloggi sociali
sono forniti alle persone soprattutto sulla base del reddito, che deve essere al di sotto
di una certa soglia. È il caso dell’Italia e della Repubblica Ceca che seguono la tradizione
dell’Europa Occidentale, secondo cui la fornitura degli alloggi sociali è destinata ai lavoratori
e agli impiegati sotto un certo reddito. Nella seconda sottocategoria gli alloggi sociali sono
assegnati sulla base di necessità, ossia solo a una categoria relativamente ristretta di
persone particolarmente vulnerabili, come nel Regno Unito.42
Fornitura
1 Regione Emilia-Romagna - 2 lo stato fornisce una sovvenzione al comune - 3 finanziamento nazionale = nuovi alloggi; finanziamento
municipale = servizi
esclusiva competenza del comune - il comune condivide la responsabilità;
l’attore principale è indicato in neretto - Fonte: LAO Bologna, Praga, Rotterdam, Stoccolma, Southampton
41 G
li alloggi sociali sono forniti a persone il cui reddito è al di sotto di una certa soglia. Tuttavia non
c’è monitoraggio sull’evoluzione del reddito né sul successivo sfratto dalla proprietà quando il
reddito della famiglia sale al di sopra della soglia. A causa della qualità degli alloggi sociali e dei
costi di alloggi alternativi, gli incentivi a uscire da un alloggio sono scarsi. Molti locatari di alloggi
sociali hanno un reddito al di sopra della soglia prevista, per cui alla fine gli alloggi sociali sono
occupati da un gruppo molto vasto di persone.
42 Nel Regno Unito viene data la preferenza ai seguenti gruppi: persone che non hanno una casa;
persone che occupano alloggi in pessime condizioni igieniche, sovraffollati o non soddisfacenti
per altri motivi; persone che si devono trasferire per ragioni mediche o di previdenza sociale, tra
cui motivi legati a una forma di disabilità; persone che hanno bisogno di trasferirsi in un posto
preciso, ad es. per essere più vicine a opportunità speciali di formazione, o a strutture mediche
speciali, e che sarebbero in difficoltà se non ne avessero la possibilità. http://www.communities.
gov.uk/housing/housingmanagementcare/housingallocation/
- 21
In Svezia, dove i comuni hanno poteri di riscossione fiscale, essi (e le società
municipali di edilizia abitativa) sono quasi autonomi nella programmazione,
nell’assegnazione e nella fornitura di alloggi pubblici. Il grado di autonomia dipende
dal contesto politico. Il governo centrale definisce la struttura legislativa e normativa
e fornisce le risorse nei periodi in cui c’è bisogno di più abitazioni in affitto o di
progetti specifici, ad es. sviluppo di comunità.
Anche i Paesi Bassi sono passati a un sistema estremamente decentralizzato da
quando nel 1995 lo stato olandese ha devoluto le responsabilità di edilizia abitativa
sociale al livello locale, condividendo funzioni generali di programmazione con
le “corporaties” e con i comuni. Le sovvenzioni statali sono terminate nel 1995.
Le organizzazioni non profit sono indipendenti a livello finanziario, e gestiscono
la fornitura degli alloggi sociali. Tuttavia il comune svolge un ruolo fondamentale
nell’assegnazione di alloggi sociali, assegnando terreni e coordinando sforzi con enti
per gli accordi sulla prestazione.
Dal 1997 in Italia i programmi di edilizia abitativa sociale sono di competenza
delle autorità regionali che cooperano con i comuni su problematiche di edilizia
abitativa sociale e con le province a livello di programmazione. L’assegnazione è
di competenza dei comuni. Le risorse finalizzate alla costruzione di un nuovo stock
abitativo come i finanziamenti per la gestione dello stock abitativo già esistente
provengono dal governo nazionale che li ripartisce tra le regioni.
Nella Repubblica Ceca, dopo il crollo del sistema socialista agli inizi degli anni
’90, la competenza per le politiche di edilizia abitativa sociale è stata devoluta
ai comuni, sebbene lo Stato sia ancora coinvolto nella programmazione e nel
finanziamento.43 Per la costruzione o la ricostruzione di alloggi sociali i comuni o
unità private possono fare richiesta di sovvenzioni direttamente al Fondo Statale
nazionale per la Costruzione di Alloggi. Nel Regno Unito i servizi di edilizia abitativa sociale sono forniti dai “locatori
sociali” (social landlords), ad esempio autorità locali e associazioni di edilizia abitativa,
che possiedono e gestiscono alloggi sociali. Il settore dell’edilizia abitativa sociale è
ancora finanziato in gran parte dal governo centrale (attraverso la “Agenzia di Edilizia
Abitativa e delle Comunità”) che fornisce finanziamenti per nuovi alloggi sociali, ma è
mediato tramite progetti forti coordinati a livello locale. I finanziamenti statali normali
sono forniti per scopi specifici, a seconda della regione. Le partnership nell’ambito
dell’edilizia abitativa che coinvolgono, tra gli altri partner locali, anche associazioni
locali di edilizia abitativa, elaborano strategie locali per l’edilizia abitativa.
4.2.2 Politica e gestione dei servizi abitativi di sostegno
Le seguenti sezioni analizzano le strategie politiche e i programmi governativi
per i servizi abitativi di sostegno, concentrandosi in particolare sui servizi per i
senzatetto.
Linee strategiche nei piani abitativi di sostegno
Tradizionalmente il problema dei senzatetto era gestito soprattutto da
organizzazioni di beneficenza. Con l’introduzione dello stato sociale è avvenuta
una diversificazione dei servizi per gruppi target specifici. Le nuove strategie per
i senzatetto sono presentate sia dall’esperienza pratica che dalla ricerca di politica
sociale. Ad esempio l’approccio “a scala” è una strategia comunemente applicata
nella fornitura di alloggi di sostegno, fornisce un sostegno alle persone senza una
casa attraverso varie fasi, e i livelli del sostegno diminuiscono tanto più quanto più
43 S
econdo Lux/Grabmüllerová (2008) la decentralizzazione delle competenze a livello locale negli anni
90 è stata, almeno in parte, solo retorica, poiché i responsabili delle decisioni a livello centrale
hanno mantenuto il loro dominio preservando i privilegi per le persone che occupavano già gli
alloggi pubblici.
22 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
una persona è in grado di vivere in maniera indipendente. Non tutti devono passare
attraverso tutte le fasi di sostegno. Un altro modello è la strategia denominata “prima
di tutto l’alloggio”, un’innovazione abbastanza recente nella politica sociale, che ha
avuto origine negli Stati Uniti, in questo caso si parte dal seguente presupposto: se
alle persone viene data innanzitutto una casa, per poi dar loro i servizi per aiutarle
nella vita quotidiana, esse sono supportate meglio nel processo di acquisizione di
una maggiore indipendenza. Nella maggior parte dei Paesi presi in esame da questo
rapporto coesistono entrambi i concetti, e il Regno Unito si concentra di più sul
concetto “prima di tutto l’alloggio”. In Svezia, nei Paesi Bassi e in Italia (nel caso
di Bologna) il concetto prevalente è quello dell’approccio “a scala”. Tuttavia alcune
città della Svezia e dei Paesi Bassi stanno introducendo la strategia “prima di tutto
l’alloggio”, a titolo sperimentale.
La problematica dei senzatetto ha acquistato rilevanza nei programmi europei
e degli stati membri. In vari Paesi, come i Paesi Bassi, la Svezia e il Regno Unito, i
governi nazionali hanno attuato strategie globali e multidimensionali con approcci
integrati. Queste strategie sono tradotte a livello locale, in modo da consentire
un adattamento ai contesti locali specifici. Nel Regno Unito il governo centrale
fornisce il contesto entro il quale le autorità devono elaborare le loro strategie per i
senzatetto. In Svezia e nei Paesi Bassi il governo nazionale “si limita” a facilitare le
azioni politiche elaborando una strategia che funge da motore per il sostegno e per
stimolare le organizzazioni locali nel loro lavoro, offrendo opportunità di scambio e
di analisi comparativa tra le città. In altri Paesi come la Repubblica Ceca e l’Italia non
c’è un approccio strategico globale, affrontare il problema dei senzatetto fa parte dei
compiti generali dei servizi sociali, e lo stesso vale per una serie di altri gruppi target
di cui si occupano in generale i servizi sociali.
Programmi di gestione nei piani abitativi di sostegno
Una visione d’insieme degli attori principali coinvolti nei piani abitativi di
sostegno mostra i diversi sistemi di gestione adottati nei cinque Paesi presi in esame
da questo studio:
/ Tabella 3 / / Distribuzione delle responsabilità
nei servizi abitativi di sostegno /
Programmazione
Finanziamento
CZ
IT1
NL
SE
UK
stato, regione,
comune
stato, regione,
provincia,
comune
comune
comune
stato, comune
stato, regione,
comune
stato, regione,
comune
stato, comune
comune
Stato
comune
comune
comune, agenzia
di assistenza
comune
Comune
Comune e
organizzazioni
fondate dai
comuni, ONG
Comune, impresa
di servizi
pubblici, ONG
ONG
comune,
fornitori privati,
ONG
comune, terzo
settore, settore
privato, impresa
sociale
Aggiudicazione/
assegnazione
Fornitura
1 Regione Emilia-Romagna
esclusiva competenza del comune
il comune condivide la responsabilità
l’attore principale è indicato in neretto
Fonte: LAO Bologna, Praga, Rotterdam,
Stoccolma, Southampton
- 23
In Svezia i comuni hanno la responsabilità quasi esclusiva a tutti i livelli di
fornitura degli alloggi di sostegno. Lo stato può creare ambiti nazionali per stimolare
e supportare le azioni locali, tuttavia i comuni sono autonomi nell’erogazione del
servizio. I comuni forniscono la maggior parte dei servizi abitativi di sostegno da soli,
ma (nel caso di Stoccolma) delegano sempre di più la fornitura del servizio ad altre
organizzazioni, ad esempio fornitori privati/ ONG.
In Italia, nel caso della regione Emilia Romagna o della Città di Bologna, alcune
riforme recenti hanno riorganizzato la fornitura dei servizi sociali. Lo Stato ha il
compito di definire i livelli delle azioni relative ai diritti civili e sociali, stabilendo
requisiti minimi per l’organizzazione dei servizi sociali e condividendo le risorse
finanziarie insieme alle regioni. Le funzioni di programmazione sono condivise tra
le regioni, le province e i comuni. I servizi sono gestiti e forniti non solo da enti
pubblici, ma anche da organizzazioni non profit. I comuni gestiscono i servizi sociali
direttamente o delegano la gestione alle suddette organizzazioni.
Nel Regno Unito i servizi di edilizia abitativa di sostegno sono commissionati
dai comuni. Il governo centrale fornisce i finanziamenti e definisce un contesto base
nazionale dei servizi di sostegno. Le funzioni di programmazione sono svolte insieme
allo stato centrale, alle regioni e ai comuni. Queste partnership sono monitorate tramite
Accordi Locali (Local Area Agreements, LAA). Il comune fornisce pochi servizi da solo
e acquista la fornitura di servizi prevalentemente da organizzazioni del terzo settore.
Nei Paesi Bassi i comuni gestiscono la maggior parte delle competenze nella
fornitura di alloggi di sostegno, essi sono responsabili della programmazione degli
alloggi di sostegno, sulla base di valutazioni di bisogni effettuate da loro stessi e
subappaltate a istituti di ricerca. Il governo nazionale elabora strategie di edilizia
abitativa che il comune ritaglia in base alle esigenze specifiche e agli obiettivi della
sua area, creando una strategia locale di edilizia abitativa, con obiettivi e target propri.
Nella Repubblica Ceca la recente riforma dei servizi sociali ha portato notevoli
cambiamenti nell’ambito degli stessi servizi (vedi Capitolo 3), e ha ridefinito il ruolo
degli attori. Lo stato, la regione e i comuni sono coinvolti nella programmazione.
Le risorse finanziarie provengono dal governo centrale e sono trasferite al comune
tramite la regione, entrambi forniscono forme minori di finanziamento. I comuni non
forniscono da soli i servizi di edilizia abitativa, li delegano a organizzazioni semifinanziarie (create e finanziate dai comuni), ma soprattutto a ONG.
4.2.3 Politica e gestione dei servizi del lavoro e della formazione
Questa sezione analizza le strategie delle politiche e gli ambiti istituzionali per i
servizi del lavoro e di formazione, concentrandosi sui servizi municipali o sui servizi
organizzati da ONG o altri fornitori privati.
Linee strategiche nell’erogazione di servizi del lavoro e di formazione
Negli anni 90 i livelli relativamente alti di disoccupazione, il persistere di livelli
di disoccupazione di lunga durata e l’aumento di restrizioni di budget, hanno fatto
sì che vari Paesi abbiano cambiato o rafforzato le loro strategie di politiche attive
a favore del mercato del lavoro. Si è passati da politiche incentrate sulla creazione
del lavoro e sulla lotta alla disoccupazione a politiche che si concentrano sulla
possibilità di aumentare le opportunità di occupazione dell’individuo e gli incentivi
per le persone che cercano un lavoro in maniera attiva. In pratica è stato ampliato il
gruppo di persone considerate in grado di lavorare.44
44 Come esempio recente di ampliamento del gruppo delle persone considerate disponibili per il
lavoro, si consideri che la maggior parte dei Paesi presi in esame in questo rapporto hanno riprogettato il loro sistema di assegnabilità di sovvenzioni per l’incapacità. In pratica le persone che in
precedenza erano considerate incapaci di lavorare ora sono soggette a valutazioni più frequenti,
e la rimanente capacità di lavorare potrebbe riportarle al mercato del lavoro.
24 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
Ricevere benefici economici dipende in misura sempre maggiore dall’attività di
ricerca del lavoro, dall’accettazione di offerte di lavoro e dalla partecipazione a misure
legate a politiche attive a favore del mercato del lavoro. Per rafforzare il legame tra
lo stato sociale e il mercato del lavoro i governi nazionali stanno integrando sempre
di più il mercato del lavoro e le politiche sociali, sia a livello politico (ad es. unendo
le indennità derivate dall’occupazione e le indennità di assistenza sociale) che a
livello istituzionale ( ad es. tramite l’integrazione degli uffici del lavoro con gli enti
di previdenza)
In Europa questo passaggio all’attivazione ha avuto origine in Paesi come il Regno
Unito, la Danimarca, I Paesi Bassi, la Svizzera o la Germania, e successivamente è
avvenuto anche in alcuni Paesi dell’Europa dell’Est (ad es. la Repubblica Ceca). Altri
Paesi, come l’Italia, hanno avuto solo di recente dei cambiamenti in questa direzione.
È possibile identificare strategie comuni nelle politiche attive a favore del mercato del
lavoro (cf. Serrano Pascual 2007):
• Individualizzazione:
L’eterogeneità dei gruppi sociali è riconosciuta sempre di
più e si riflette nella progettazione dei programmi di attivazione. Ci si concentra
soprattutto sulla varietà delle situazioni e dei fattori individuali, piuttosto che
sui gruppi sociali.
• Ampliamento
dell’approccio: Si registra la tendenza a utilizzare una serie più
ampia di strumenti, ad es. consulenza, esperienza lavorativa, sovvenzioni per il
lavoro, ecc. per incoraggiare la partecipazione al mercato del lavoro.
• Maggiore
contrattualizzazione: Si sta passando da un approccio burocratico a
forme di stipula di “accordi contrattuali” tra le autorità deputate a fornire Servizi
di collocamento e la persona disoccupata, il che richiede un livello più alto di
responsabilità da parte della persona disoccupata.
• Maggior
utilizzo di sanzioni/ misure di incentivo: Si utilizzano più sanzioni e/o
misure di incentivo per far entrare le persone nel mercato del lavoro e per farle
uscire da un sistema di ricezione di indennità.
Queste tendenze ad ampio raggio sono abbastanza simili nella maggior parte dei
Paesi europei, ma le riforme del mercato del lavoro e della politica sociale hanno
preso forme e ritmi abbastanza diversi da Paese a Paese (cf. van Gestel/Herbillon
2006). Il significato del termine “attivazione” è diverso da Paese a Paese e, come
mostra la ricerca EUROCITIES-NLAO, da città a città, a seconda del contesto nazionale/
locale. Le politiche differiscono per quanto riguarda il livello di obbligatorietà delle
misure, i meccanismi di sanzione, il livello di costrizione esercitato sui richiedenti e
le possibilità offerte (Serrano Pascual 2007).
Programmi di gestione per l’erogazione di servizi del lavoro/ di formazione
I cambiamenti nella politica del mercato del lavoro che hanno causato una tendenza
all’attivazione sono accompagnati da tendenze di decentralizzazione e privatizzazione
a livello istituzionale, al fine di attivare meglio le persone disoccupate, riducendo il
divario tra i servizi e i cittadini e fornendo servizi più efficaci e più efficienti in termini
di costi. Sebbene le sfide fossero simili nei cinque Paesi (alto numero di destinatari di
servizi di assistenza sociale a lungo termine, restrizioni sui budget pubblici), queste
riforme hanno assunto diverse caratterizzazioni nelle città/ nei Paesi presi in esame
(vedi la Tabella 4 sottostante per informazioni sul ruolo dei comuni).
- 25
/ T abella 4 / / Il ruolo del comune nella
fornitura dei servizi del lavoro
e di formazione46 /
Praga/CZ
Bologna/IT
Rotterdam/NL
Stoccolma/SE
Southampton/UK
Il comune fornisce e
subappalta servizi di
attivazione (soprattutto
relativamente al
supporto sulle
candidature, attività
di consulenza e
mediazione tra
domanda e offerta –
Centri del Lavoro)
Il comune ha
una competenza
statutaria limitata
nella fornitura di
servizi del lavoro
& di formazione
per sostenere
persone con forme
di disabilità; dal
4/2010 i comuni
inglesi progettano
e subappaltano
i servizi di
istruzione e di
formazione per i
giovani 48,49
Comune
Il comune
svolge il
ruolo di
fornitore del
servizio o di
autorità che
commissiona
il servizio
Il comune
concede
sovvenzioni
a ONG che
forniscono
servizi sociali
nell’ambito
dell’occupazione
e dell’istruzione
Gruppo target:
Persone a rischio
di esclusione
sociale,
soprattutto
disabili,
lavoratori anziani,
minoranze
etniche (Rom)
Il comune
svolge il ruolo
di datore
di lavoro o
fornitore/
oppure
fornisce
aiuto nei
programmi di
sostegno al
lavoro
Il comune
fornisce/
organizza
forme di lavoro
pubblico (o
sovvenzionato
dai Servizi
Pubblici per
l’Impiego o sotto
forma di lavoro
non retribuito
per destinatari
di programmi
di assistenza
sociale)
Gruppo target:
Disoccupati da
molto tempo
(1) Il comune gestisce o
partecipa a progetti di
lavoro/ formazione46
(2) Il comune fornisce
informazioni e consulenza
in ambito professionale
(non attività di mediazione
tra domanda e offerta)
attraverso gli Helpdesk del
Lavoro47
Il comune
fornisce e/o
subappalta
servizi di
reintegrazione a
fornitori privati
Gruppo target:
Persone adulte
svantaggiate, senzatetto,
tossicodipendenti o
alcolizzati, ex-detenuti,
immigrati, Rom/ Sinti (1)
Disoccupati con/ senza
prestazioni previdenziali (2)
(1) Il comune offre forme di
collocamento;
(2) Il comune può fornire
sovvenzioni tramite lo
strumento della “borsa
lavoro” in un progetto più
ampio di inclusione sociale,
in cui l’occupazione è una
parte del processo
Gruppo target:
Disabili certificati (1)
Persone adulte
svantaggiate, senzatetto,
tossicodipendenti o
alcolizzati, ex-detenuti,
immigrati, Rom/ Sinti (2)
Gruppo target:
Destinatari di
programmi
di assistenza
sociale
Gruppo target:
Destinatari di
programmi di
assistenza sociale
Gruppo target:
Tutte le persone
giovani, 14-19 anni
Il comune
offre posti di
lavoro protetti
(finanziati dallo
Stato)
Gruppo target:
Persone con una
qualche forma
di disabilità
fisica, psicologica
o mentale,
ex-detenuti,
persone che
hanno o hanno
avuto una forma
di dipendenza e
senzatetto
(1) Il comune offre
forme di collocamento;
(2) Il comune coordina
il lavoro sovvenzionato
attraverso dei
programmi nazionali
e trova posti di
lavoro (finanziati da
programmi nazionali)
Insieme alle
agenzie locali/
regionali/
nazionali, i comuni
possono fornire
programmi di
sostegno al lavoro,
direttamente o in
una partnership
Gruppo target:
Persone con problemi
psico-sociali, giovani
(1) disoccupati (da
molto tempo)
Gruppo target:
Chiunque
ma spesso il
programma si
concentra su
persone con
disabilità o
problemi di salute
mentale
Il comune partecipa
alla pianificazione
strategica delle regioni
in qualità di parte
interessata
Spesso i comuni
consolidano le
strategie per
lo sviluppo
economico
regionale
Rappresentante dei
Servizi Pubblici per
l’Impiego nel centro
per il lavoro che
coordina e fornisce
informazioni
Il comune fornisce
un coordinamento
strategico a livello
locale
Regioni
Cooperazione
con le regioni
nella fornitura
del servizio
Il comune
prende parte alla
pianificazione dei
servizi sociali (sia
a livello regionale
che a livello
locale)
Il comune coopera con la
provincia che ha ricevuto
dalla regione l’incarico di
gestire i Servizi Pubblici per
l’Impiego
Cooperazione
con il governo
centrale nella
fornitura del
servizio
Nessuna
cooperazione
Il governo centrale non
ha competenze nella
erogazione di servizi del
lavoro e di formazione
Il comune
riunisce i
soggetti
interessati
per una
pianificazione
strategica
Stato
Il comune,
insieme all’ente
nazionale di
sicurezza sociale
, fornisce servizi
base nell’ambito
di politiche
attive a favore
del mercato del
lavoro50
ALMP: Active Labour Market Policies (politiche attive a favore del mercato del lavoro) - PES: Public Employment Service (Servizi Pubblici per l’Impiego)
26 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
Nei Paesi Bassi una riforma nazionale del 2004 ha dato ai comuni la piena
competenza per le spese di assistenza sociale, ora essi ricevono un budget annuale
diviso in due parti: una per spese di assistenza sociale e un’altra per i programmi
di attivazione. Il 25% del surplus generato nella prima parte può essere usato
liberamente dai comuni per altri scopi. Ciò dovrebbe incentivare i comuni a ridurre
il numero di persone che dipendono dall’assistenza sociale. Generalmente i comuni
subappaltano i servizi di reintegrazione a fornitori privati (in percentuali che variano
da città a città).
In Svezia i comuni hanno notevoli poteri nelle politiche sociali, ma non hanno una
competenza formale nelle politiche del mercato del lavoro. Nel caso di Stoccolma le
attività della città si sono sviluppate soprattutto come risposta pragmatica proattiva
da parte del comune a problemi esistenti, ad es. il persistere di un alto numero
di destinatari di programmi di assistenza sociale per i quali i Servizi Pubblici per
l’Impiego non sono sufficientemente attivi. Per questi motivi il comune, senza un
mandato formale, si è occupato sempre di più dei suoi cittadini nell’ambito del lavoro
e della formazione, e ha creato il suo centro municipale per il lavoro (“Jobbtorg”),
cercando così di colmare i vuoti lasciati dai Servizi Pubblici per l’Impiego, specialmente
per quanto riguarda le persone particolarmente svantaggiate. Nel caso di Stoccolma
il comune tradizionalmente provvede da solo alla fornitura della maggior parte dei
servizi, ma si registra una tendenza sempre maggiore al subappalto dei servizi stessi.
Nel Regno Unito il governo centrale detiene la quasi esclusiva responsabilità per
la fornitura di servizi legati al lavoro e alla formazione (il dipartimento competente del
governo centrale appalta la maggior parte dei servizi del lavoro e di formazione ad
agenzie, al terzo settore e a fornitori privati). Tuttavia alcune disposizioni importanti
per la promozione di partnership locali hanno dato al governo locale la possibilità
di avere un’influenza sulla fornitura locale. Le autorità locali, basandosi sulle loro
competenze nell’ambito dello sviluppo economico e sulla loro conoscenza dell’area
locale e di ciò che viene fornito a livello locale, forniscono un supporto, aiutano a
dare forma ai servizi collegati ai Servizi Pubblici per l’Impiego e li coordinano con
altri servizi forniti a livello locale. Di recente è avvenuto un cambiamento: dall’aprile
del 2010 i comuni (in Inghilterra) sono direttamente responsabili della pianificazione
e dell’assegnazione di servizi di istruzione e formazione per giovani di età compresa
tra i 14 e i 19 anni.
45 Forniti direttamente a persone senza lavoro/ disoccupate, comprese le sovvenzioni (da parte dei comuni)
ai datori di lavoro, senza politiche passive del mercato del lavoro.
46 Finanziati principalmente dal FSE, i comuni cofinanziano e/o coordinano i progetti.
47 In Italia i comuni possono svolgere attività di collocamento, comprese le attività di incontro tra domanda
e offerta, tramite accreditamento. Bologna non ha scelto l’accreditamento e pertanto non può svolgere
attività di incontro tra domanda e offerta, tuttavia ha firmato un Protocollo d’Intesa con la Provincia di
Bologna, che ha stabilito la base legale per la creazione dei tre Helpdesk sperimentali del lavoro.
48 Inoltre, a causa della crisi economica, negli ultimi due anni le autorità locali si sono impegnate in
maniera più proattiva nella fornitura di servizi del lavoro/ di formazione.
49 Il comune lavora in collaborazione con alcuni partner per coordinare o sviluppo economico locale e le
strategie di occupazione
50 Ad es. registrazione di disoccupati/offerte di lavoro, attivazione di disoccupati registrati di recente.
- 27
In Italia la situazione è più complessa e coinvolge vari attori istituzionali. Lo
stato si occupa di politiche passive per il mercato del lavoro (una rete di sicurezza in
ambito previdenziale e un supporto finanziario ai disoccupati che rientrano in gruppi
specifici), mentre le regioni hanno l’esclusiva competenza per le politiche attive a
favore del mercato del lavoro, e possono delegare alle province la gestione di Centri
Pubblici per l’Impiego. L’ultima riforma del mercato del lavoro in Italia, avvenuta nel
2003, ha aumentato il numero di enti pubblici e privati i quali, tramite procedure di
accreditamento, possono fornire servizi per il lavoro, finanziati da risorse pubbliche,
in settori regionali specifici. Le politiche attive a favore del mercato del lavoro sono
finanziate quasi esclusivamente dal FSE e sono gestite soprattutto dalle ONG e/o da
cooperative sociali e associazioni. Sebbene il Comune di Bologna non abbia deciso di
diventare un fornitore accreditato di servizi del lavoro, esso ha firmato un Protocollo
d’intesa con la Provincia di Bologna, per aprire, su base sperimentale, un Sportelli
lavoro in tre quartieri. Tali sportelli forniscono informazioni e offre un servizio di
orientamento professionale. Al tempo stesso i comuni, insieme ad altre istituzioni
come le Aziende Sanitarie Locali (ASL) municipali, si occupano di politiche sociali
e, in questo contesto, possono mettere in atto esperienze anche di inserimento
lavorativo finalizzate al raggiungimento di una maggiore integrazione sociale per
gruppi svantaggiati specifici e/o possono mettere in atto esperienze di socializzazione
al lavoro e di transizione per persone svantaggiate.51
Nella Repubblica Ceca il governo centrale ha ancora la maggior parte della
responsabilità per la fornitura di servizi del lavoro e di formazione. I comuni sono
coinvolti appena, solo tramite la creazione di organizzazioni mutualistiche o fornendo
sovvenzioni alle ONG che forniscono vari servizi, tra cui alcuni specifici per il lavoro e
la formazione, destinati a gruppi svantaggiati. In maniera simile a quanto avviene in
Italia, le politiche attive a favore del mercato del lavoro sono finanziate soprattutto
dal FSE e sono attuate dalle ONG. 51 Da un punto di vista legale, questo intervento finalizzato all’inclusione nel mercato del lavoro non ha lo
scopo di fornire contratti di lavoro, ma di promuovere la socializzazione e/o la formazione.
28 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
iassunto sul ruolo dei Comuni nell’erogazione
R
dei servizi di edilizia abitativa e del lavoro
I comuni condividono molte funzioni chiave nella fornitura dei servizi di edilizia
abitativa, del lavoro/ di formazione.
• I
comuni effettuano delle valutazioni dei bisogni locali che formano la base della
pianificazione dei servizi sociali e si basano sulla loro conoscenza del contesto
locale. Poter disporre di valutazioni adeguate è di fondamentale importanza
per la fornitura di servizi adatti alle esigenze locali. Ciò è rilevante non solo
per le politiche delle città, ma anche per i contesti nazionali nei quali i comuni
svolgono un ruolo fondamentale nell’attuazione a livello locale.
• I
comuni sono fondamentali per l’adattamento delle politiche nazionali al loro
contesto locale. I vari livelli di consulenza nazionale fanno sì che i comuni
abbiano vari livelli di coinvolgimento. As esempio la strategia per i senzatetto
nel Regno Unito è decisa a livello nazionale ed è adattata a livello locale,
in Olanda la “Strategia di Assistenza Sociale” è un’iniziativa sia del governo
nazionale che delle quattro città più grandi dell’Olanda, mentre in Svezia il
governo centrale offre solo un contesto ampio, all’interno del quale i comuni
possono agire per affrontare il problema dei senzatetto.
• Le
città hanno un ruolo fondamentale di coordinamento nella fornitura dei
servizi locali. Il mix di assistenza sociale, in cui i governi operano sempre di più
con organizzazioni private e non profit (tra cui l’autorità che assegna il servizio),
implica che le città devono svolgere attività di coordinamento tra un numero
sempre maggiore di attori. Spesso questo è già un ruolo consolidato per le città.
Esse cooperano e svolgono attività di coordinamento verticale “verso l’alto”
con autorità provinciali e regionali (Italia) o con il governo centrale (Regno
Unito) e/o in maniera orizzontale con attori che operano nel contesto locale
(ad es. associazioni di edilizia abitativa, fornitori privati di servizi o datori di
lavoro, Paesi Bassi, Regno Unito). Mentre nel Regno Unito e nei Paesi Bassi il
coordinamento e la cooperazione con gli attori esterni sono fenomeni comuni,
in Svezia si tratta di una tendenza abbastanza recente.
• Spesso
i comuni agiscono in maniera proattiva senza un mandato formale, per
ridurre la pressione finanziaria. Ad esempio in Svezia, nel caso di Stoccolma,
il comune ha creato in maniera proattiva un centro del lavoro integrato per
fornire un sostegno all’occupazione per i destinatari di programmi di assistenza
sociale. Inoltre nel Regno Unito i comuni, pur avendo un ruolo statutario limitato
nella fornitura dei servizi del lavoro, si impegnano ampiamente nelle attività
di coordinamento con attori e nell’elaborazione di strategie economiche locali.
• Spesso
i comuni contribuiscono a progetti finanziati dai fondi Europei e/o
agiscono in qualità di cofinanziatori degli stessi progetti, per la fornitura di servizi
di lavoro e di formazione nei Paesi con budget nazionali relativamente bassi
per le politiche attive a favore del mercato del lavoro (Italia, Repubblica Ceca).
In questi Paesi il Fondo Sociale Europeo (FSE) svolge un ruolo fondamentale
nell’erogazione di questi servizi a gruppi particolarmente vulnerabili. I servizi
sono gestiti soprattutto da ONG e/o cooperative/ associazioni sociali.
- 29
4.3 Attuazione di politiche di inclusione attiva a livello
locale
Sebbene l’ ‘inclusione attiva’ sia un concetto che sta emergendo solo di recente a
livello europeo, non è nuova nel contesto locale, e si riferisce a pratiche e tendenze,
spesso già esistenti, nella fornitura del servizio sociale nella maggior parte dei Paesi.
Questa sezione analizza in che modo i principi della qualità dell’UE (vedi sezione
2.1.1) si riflettono nell’attuazione locale delle politiche sull’edilizia abitativa e dei
servizi del lavoro e di formazione.
Questa sezione è strutturata sulla base dei sei principi comuni definiti dalla CE
(vedi sezione 2.1.1). Ogni sottosezione fissa il principio comune, seguito da una
breve (possibile) interpretazione, in base a quanto è stato discusso nell’ambito
del progetto EUROCITIES-NLAO. Successivamente sono analizzate le pratiche locali
insieme al principio di qualità, illustrato tramite esempi di pratiche locali. La sezione
si conclude con una valutazione su quanto l’attuazione locale rispetti il relativo
principio di qualità, secondo le osservazioni di EUROCITIES-NLAO, e identifica le sfide
nell’attuazione.
4.3.1 Equità per quanto riguarda l’accessibilità e l’economicità del servizio
Principio della Commissione Europea 1: Accessibilità geografica, fisica ed economica dei servizi
Questo principio si riferisce alla disponibilità geografica, all’accessibilità fisica e all’economicità dei servizi.
Disponibilità ed economicità degli alloggi sociali
La maggior parte delle città in Europa hanno già o si aspettano problemi per
quanto riguarda la disponibilità ed economicità degli alloggi pubblici/ sociali. In
alcuni Paesi (Repubblica Ceca, Regno Unito) la privatizzazione dello stock abitativo
pubblico, attraverso il trasferimento a prezzi ridotti ad acquirenti privati e associazioni
private di edilizia abitativa, ha contribuito a questa mancanza di alloggi sociali.
Di conseguenza la percentuale del settore di edilizia pubblica/ sociale è diminuita
notevolmente e in alcuni Paesi è diventata sempre più mirata a gruppi più ristretti
della popolazione. In altri Paesi (Italia) le politiche sull’acquisto della proprietà hanno
trascurato il settore dell’edilizia abitativa sociale. Di conseguenza ora la domanda
relativa ad alloggi a prezzi economici supera l’offerta. Ad esempio a Southampton
attualmente 13.000 persone sono su liste d’attesa per un alloggio sociale, mentre
solo il dieci per cento ne ha effettivamente diritto.
La riduzione notevole degli alloggi pubblici disponibili, dovuta alla privatizzazione,
crea anche una segregazione sociale poiché la privatizzazione di abitazioni e proprietà
più attraenti e accessibili fa sì che i gruppi vulnerabili si concentrino in zone meno
attraenti, con alloggi meno accessibili e meno adatti alle loro esigenze.
Nei Paesi dell’Europa dell’Est i problemi di economicità dell’alloggio sono
strettamente connessi alle conseguenze del passaggio da un’economia socialista
a un’economia di mercato. A Praga l’imminente deregolamentazione degli affitti
entro il 2012 presumibilmente porterà allo spostamento di persone particolarmente
vulnerabili (soprattutto gli anziani, ma anche famiglie a basso reddito e famiglie
monoparentali), che lasceranno gli appartamenti del centro, più attraenti, per cercare
alloggi economici altrove, poiché non potranno permettersi gli affitti più alti che
saranno applicati a queste proprietà. Nel 2009 il governo ceco ha risposto fornendo
nuove sovvenzioni statali per gli alloggi sociali.
30 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
/R
iquadro 7 / / Il “Get on- bus”, Edinburgo /
Accessibilità dei servizi abitativi di sostegno e dei servizi del lavoro/ di formazione
Nelle città/ nei Paesi presi in esame in questo rapporto l’accesso ai servizi
disponibili è spesso facilitato da servizi a sportello unico, ossia punti a ingresso
unico, in modo che ogni utente arrivi al servizio giusto (ad es. gli Sportelli sociali
e del lavoro a Bologna (vedi Riquadro 4), i centri per i senzatetto a Rotterdam
e Southampton (vedi Riquadro 10) e i centri del lavoro a Rotterdam, Stoccolma e
Southampton (vedi Riquadro 11). Inoltre la creazione di servizi a sportello unico
facilita l’integrazione di diversi servizi e il coordinamento con servizi che non sono
direttamente connessi all’edilizia abitativa o ai servizi del lavoro/ di formazione,
come i servizi di assistenza sociale (vedi anche 4.3.4). Nel riquadro sottostante viene
presentato un esempio di pratica locale in cui l’accessibilità dei servizi sociali è
facilitata.
Il “Get-on bus” a Edinburgo è un
autobus che rappresenta una risorsa
mobile per portare i servizi in tutte le
parti della città, affiancando
l’infrastruttura statica di altri servizi
municipali di sostegno. I servizi
includono tutti i dipartimenti
fondamentali e le agenzie partner
fondamentali. Inoltre l’unità mobile del
“Get-on-bus” fornisce una piattaforma
per lo staff di prima linea delle agenzie
locali, rendendo possibile una
collaborazione in modo che ogni
agenzia promuova i servizi delle altre e
in modo che le agenzie possano capire
in che maniera contribuiscono a fornire
un sostegno in maniera collettiva.
http://www.edinburgh.gov.uk/internet/
city_living/jobs_and_careers/CEC_get_on
Accessibilità fisica dei servizi abitativi e dei servizi del lavoro/ di formazione
Per le persone con disabilità fisiche è particolarmente importante l’accessibilità
dei servizi, tra cui i servizi di edilizia abitativa pubblica/ sociale. Nell’ambito della
ricerca EUROCITIES-NLAO generalmente non sono state segnalate problematiche di
accessibilità fisica di servizi di edilizia abitativa e del lavoro.
Servizi di sostegno che facilitano l’accessibilità dei servizi di formazione e di
servizi per l’assistenza all’infanzia
Per le persone con responsabilità in ambito di assistenza sociale, la partecipazione
a iniziative di formazione può diventare difficile se i servizi appropriati di assistenza
all’infanzia, tramite sistemi di supporto individuale o disposizioni per forme di
assistenza all’infanzia/ a lungo termine, non sono facilmente accessibili o se non sono
a prezzi economici. L’assistenza all’infanzia rimane un ostacolo per alcune famiglie, in
particolare per famiglie monoparentali in cui il genitore spesso deve destreggiarsi tra
i bisogni di bambini di età diversa. Secondo le città del progetto EUROCITIES-NLAO
la disponibilità e l’economicità di questi servizi rappresentano un problema in città in
Italia o nel Regno Unito, in cui c’è una chiara mancanza di tali strutture. Invece in Paesi
che hanno politiche sviluppate nel settore dell’assistenza all’infanzia, come la Svezia,
il supporto attraverso i servizi di assistenza all’infanzia non rappresenta un problema.
Le sfide relative alla erogazione dei servizi
Attualmente la mancanza di alloggi economici e la segregazione sociale sono due
delle maggiori sfide urbane, che spesso creano notevoli limiti per quanto riguarda
l’accessibilità di servizi di qualità per persone vulnerabili. L’accesso agli alloggi
è limitato a causa della mancanza di alloggi adeguati. Al tempo stesso quando
sono disponibili alloggi sociali spesso si trovano in aree svantaggiate con scarsa
disponibilità di alloggi, il che aggrava ulteriormente la situazione delle persone
svantaggiate. In particolare nelle aree svantaggiate la fornitura dei servizi sociali deve
essere ben coordinata con altri tipi di servizi come il trasporto, per facilitare l’accesso
a servizi, ad esempio servizi del lavoro/ di formazione e infine all’occupazione. Per
le persone con responsabilità di tipo assistenziale il coordinamento con servizi di
assistenza all’infanzia e la disponibilità di tali servizi è fondamentale per garantire
loro l’accesso all’occupazione e la partecipazione a opportunità di formazione e/o
infine al mercato del lavoro.
- 31
4.3.2 Equità nell’accesso al servizio e nell’erogazione del servizio
Principio della Commissione Europea 2: Solidarietà, pari opportunità per utenti e dipendenti, tenendo conto dei
vari tipi di utenza
Questo principio si riferisce alla solidarietà e all’equità tra gli utenti nell’accesso al servizio e nella fornitura dello stesso
servizio, per garantire pari opportunità a tutti, comprese le pari opportunità per il personale che si occupa del servizio.52
Per soddisfare le diverse esigenze delle persone vulnerabili, i comuni devono
garantire la disponibilità di un livello adeguato di servizi (tra cui servizi di edilizia
abitativa pubblica/ sociale), che abbiano una portata sufficiente. Al tempo spesso
devono essere attuati dei meccanismi per garantire la solidarietà e l’equità tra gli
utenti, in altre parole le persone bisognose devono ricevere realmente il supporto di
cui hanno bisogno.
Garantire l’equità nella fornitura del servizio è un compito sempre più difficile.
Spesso le città sono le prime a rispondere al cambiamento delle esigenze quando il
contesto nazionale ancora non ha risposto. La crisi economica aggrava ulteriormente
la situazione: si registra una diminuzione dei budget totali delle città e un aumento di
domanda di servizi economici e sociali,53 in questo modo le città hanno ancora meno
possibilità di rispondere adeguatamente alle esigenze attuali e imminenti.
La ricerca EUROCITIES-NLAO ha identificato un cambiamento in atto nel profilo
degli utenti dei servizi di edilizia abitativa e del lavoro/di formazione. Ciò è dovuto
a cambiamenti strutturali come cambiamenti nell’economia, instabilità lavorativa,
invecchiamento demografico, aumento dell’immigrazione, cambiamenti di stile di vita
che si traducono in un aumento di nuclei familiari composti da una sola persona,
processi di disgregazione e ricomposizione familiare, a causa di tutto ciò può essere
necessario che i fornitori di servizi adattino i loro servizi:
• Il cambiamento di profilo di locatari di alloggi sociali (ad es. più single, più
anziani) può richiedere modifiche nello stock abitativo pubblico/ sociale, come
la (ri)costruzione di appartamenti più piccoli e/o accessibili) o la fornitura di
servizi aggiuntivi, come servizi di sostegno per gli anziani.
• Un numero sempre crescente di donne senza casa e di utenti con passaporto
straniero (soprattutto dai Paesi dell’Europa dell’Est, ma anche da Paesi che non
fanno parte dell’UE) frequentano i ricoveri per senzatetto nelle città prese in
esame. Inoltre si registra un aumento di giovani adulti tra i senzatetto, spesso
giovani uomini, a causa di disgregazioni familiari. La fornitura del servizio deve
rispecchiare i bisogni di queste persone, ad es. formando lo staff fornendogli
competenze nell’ambito dell’interculturalità o dando protezione alle donne
esposte alla violenza.
• I lavori che richiedono un basso livello di qualifiche sono sempre più rari
oggigiorno, e in questo modo si riducono le prospettive di lavoro per le persone
con qualifiche di basso livello. Inoltre i lavoratori che hanno lavorato per molto
tempo in una ditta e perdono il lavoro spesso hanno competenze che non sono
sempre importanti nel mercato attuale del lavoro, oppure possono avere un’età
per cui le altre ditte non vogliono reinvestire nella loro formazione. Inoltre sono
sempre più evidenti gli effetti della sempre maggiore instabilità delle strutture
familiari. Come mostra un esempio, i genitori separati che devono mantenere due
case possono trovarsi a dover fronteggiare seri problemi economici. La nascita
di nuove classi di persone socialmente svantaggiate fa sì che i fornitori di servizi
del lavoro e di formazione debbano adattarsi offendo programmi di formazione
per lavoratori anziani e sotto-qualificati, oppure attività di coordinamento con
servizi di consulenza sui debiti, ecc.
52 Il Progetto EUROCITIES-NLAO non si è occupato delle pari opportunità per i dipendenti di
fornitori di servizi.
53 Sondaggio di EUROCITIES sulla Recessione e la Ripresa nelle Città, 2009.
32 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
Equità nell’accesso agli alloggi pubblici/ sociali
Le città dispongono di svariati strumenti per migliorare l’accesso agli alloggi
pubblici/ sociali per i più vulnerabili:
• una quota (definita legalmente) per gruppi target specifici (Italia, Paesi Bassi);
•c
riteri di assegnazione e procedure finalizzate a dare la priorità alle persone
bisognose (Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Regno Unito);
• procedure di assegnazione/ di appalto progettate per soddisfare le esigenze
degli utenti e per garantire che i servizi siano accessibili per varie tipologie di
utenti (Svezia, Regno Unito).
Tuttavia la mancanza (talvolta considerevole) di alloggi sociali disponibili nelle
città (vedi 4.3.1) fa sì che sia difficile occuparsi di tutte le persone che hanno bisogno
di alloggi a prezzi abbordabili.
In realtà gli alloggi sociali non sono necessariamente forniti alle persone più
bisognose, nonostante esistano dei criteri di assegnazione. Ad esempio nella
Repubblica Ceca manca una definizione ufficiale di “alloggi sociali” (vedi sezione
4.2.1), pertanto i fornitori dei servizi possono stabilire i loro criteri di assegnazione,
e spesso preferiscono persone con un reddito fisso alle persone escluse dal mercato
del lavoro, secondo la ricerca LAO di Praga.
La mancanza di alloggi sociali e il fatto che Ie esigenze stiano cambiando
sono buoni motivi per interrogarsi sull’adeguatezza dei criteri di assegnazione
nell’identificazione delle persone più bisognose. Ad esempio a Bologna, dove la
domanda di alloggi sociali (e di sostegno) è in aumento e crea limitazioni ai budget
municipali, le metodologie e gli strumenti nazionali sono considerati insufficienti per
valutare con precisione i bisogni individuali. Il dibattito sull’elaborazione di nuovi
criteri e indicatori è in corso.
Equità nell’accesso e nella fornitura relativamente ai servizi di edilizia abitativa di
sostegno e ai servizi del lavoro
Considerando l’eterogeneità del gruppo di persone “escluse dal mercato del
lavoro” devono essere disponibili vari servizi per soddisfare le varie esigenze.
Talvolta ciò significa che deve essere riservato un trattamento preferenziale ai gruppi
particolarmente vulnerabili. Ci sono numerosi servizi per supportare le persone
avviandole al mercato del lavoro, attraverso corsi di formazione specializzati. A
seconda del Paese, tali servizi sono spesso forniti in ambiti nazionali e adattati al
livello locale o tramite iniziative municipali (Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito).
Soprattutto in Italia e nella Repubblica Ceca, dove i programmi per i gruppi
particolarmente vulnerabili sono finanziati specialmente dal Fondo Sociale Europeo
(FSE), il finanziamento europeo svolge un ruolo importante nella promozione delle
pari opportunità. Ciò è dovuto al fatto che esso finanzia progetti specializzati di
formazione per gruppi particolarmente vulnerabili, ma richiede anche una diffusione
delle pari opportunità in tutti gli altri progetti del FSE.
Inoltre nei Paesi presi in esame sono adottate varie pratiche nazionali, regionali
e locali che promuovono in vari modi l’occupazione di persone svantaggiate. Si
possono fornire due esempi di questo tipo. In Italia, ad esempio, la maggior parte
degli interventi sulla formazione, riabilitazione e integrazione al lavoro di disabili
sono attuati dalle cooperative sociali. In molti casi le autorità regionali e provinciali
allocano progetti alle cooperative sociali prevedendo criteri preferenziali (i cosiddetti
“bandi a clausola sociale”). Un secondo esempio è Rotterdam che, come modalità di
assegnazione, applica “l’accordo del 5%” secondo cui ogni ditta che fa un’offerta per
degli ordini deve destinare almeno il 5% della somma dell’appalto alla creazione di
opportunità di lavoro per persone che attualmente ricevono prestazioni sociali. - 33
Secondo la ricerca del progetto LAO a Rotterdam questa pratica si sta mostrando
efficace: per il 2010 si prevedeva di creare 750 posti di lavoro di questo tipo, e a
maggio del 2010 ne erano già stati creati 500.
Tuttavia, per quanto riguarda l’equità nell’accesso e nella fornitura di servizi del
lavoro e di formazione, le città del progetto EUROCITIES-NLAO evidenziano il rischio
che le persone che hanno più difficoltà a integrarsi siano escluse nella fornitura di
servizi del lavoro/ di formazione, poiché richiedono più risorse di quelle che possono
essere a disposizione. Il rischio è particolarmente alto nella crisi economica attuale.
Le sfide relative alla erogazione dei servizi:
Ci sono una serie di strumenti per garantire le pari opportunità nella fornitura dei
servizi sociali. Tuttavia con il cambiamento delle necessità, dei criteri e degli indicatori
dei bisogni le valutazioni e l’assegnazione dei servizi sociali devono essere adattate
alle esigenze degli utenti, che stanno cambiando, per identificare le necessità reali
delle persone e rispondere ad esse. Ciò è di fondamentale importanza per garantire
l’accesso ai servizi sociali (tra cui gli alloggi sociali) per le persone più bisognose.
Tra le altre sfide ci sono le seguenti:
• Le varie dimensioni dell’esclusione sociale richiedono un’integrazione delle
politiche, degli attori e dei servizi per rispondere alle diverse esigenze degli
utenti. Spesso trovare un modo per gestire al meglio questi processi è ancora
una sfida per i comuni.
• C’è il rischio che le persone più escluse dal mercato del lavoro siano trascurate
dal momento che la loro integrazione può essere considerata troppo dispendiosa
in termini di tempo e pertanto troppo costosa. Nella crisi economica attuale
questo rischio è particolarmente alto.
4.3.3 Qualità del servizio: qualifiche dello staff, condizioni di lavoro e
infrastruttura fisica
Principio della Commissione Europea 3: Investimento nel capitale umano, condizioni di lavoro e adeguata infrastruttura fisica
Questo principio si riferisce all’investimento nello sviluppo professionale e nelle condizioni di lavoro dello staff che si occupa
della fornitura del servizio, nonché nella infrastruttura fisica, come requisito per un servizio di buona qualità.
Competenze e sviluppo di competenze
Secondo la ricerca del progetto EUROCITIES-NLAO, generalmente le competenze
richieste ai fornitori di servizi sociali per lavorare garantiscono che sia assunto
del personale con qualifiche adeguate. Spesso ciò avviene tramite procedure di
accreditamento. Ad esempio in Repubblica Ceca la Legge sui Servizi Sociali del 2006
fissa requisiti specifici per quanto riguarda le competenze del personale che lavora
nell’ambito del servizi sociali. Perché sia possibile la registrazione dei fornitori di
servizi (condizione base per avere diritto a finanziamenti) lo staff dei fornitori di
servizi deve rispettare questi requisiti.
Nei centri municipali del lavoro delle città prese in esame alcuni requisiti specifici
per quanto riguarda le competenze garantiscono che le competenze dello staff siano
adeguate alle funzioni da svolgere per questi ruoli. I centri del lavoro assumono
personale di prima linea con diverse tipologie di competenze, in modo da essere in
grado di svolgere tutta la serie di funzioni richieste. Ad esempio nel centro del lavoro
di Stoccolma, i ruoli dello staff sono suddivisi in due funzioni: un “case manager”
(persona che gestisce il caso) che si occupa del cliente e un “mediatore” che crea
il collegamento tra il cliente e il datore di lavoro. Oltre a queste due posizioni, il
centro del lavoro di Rotterdam assume anche un “account manager” che lavora nello
specifico con i datori di lavoro per soddisfare il loro fabbisogno di manodopera.
34 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
Secondo la ricerca EUROCITIES-NLAO, gli investimenti nello sviluppo di competenze
dello staff che si occupa della fornitura di servizi abitativi e del lavoro sono effettuati
in maniera regolare, sia da parte dei servizi forniti dal comune che da parte dei
fornitori che hanno ricevuto l’incarico.
La tendenza verso l’integrazione dei servizi all’interno di singoli punti di contatto
decentralizzati, e il cambiamento dei profili dell’utente, significano che il personale
che si occupa della fornitura del servizio deve gestire richieste più complesse e
diversificate da parte dei clienti, e questo nuovo profilo lavorativo deve riflettersi in
programmi di sviluppo di competenze.
Le sfide relative alla erogazione dei servizi:
Generalmente ci sono alcune disposizioni che garantiscono che lo staff
dei servizi sociali abbia competenze adeguate. Tuttavia i nuovi sviluppi e il
cambiamento delle esigenze di diversi gruppi target devono riflettersi in programmi
di sviluppo di competenze per lo staff:
• Poiché i servizi stanno diventando più personalizzati lo staff deve essere in
grado di mettere a punto i servizi attraverso un dialogo con gli utenti.
• Il bisogno di realizzare un importante coinvolgimento dell’utente fa sì che i
comuni e i fornitori dei servizi debbano avere le competenze per elaborare
strategie innovative.
• Il fatto che si stiano creando singoli punti di contatto per utenti, che
forniscono accesso a vari servizi, significa che lo staff che si occupa della
fornitura del servizio deve gestire richieste più complesse e diversificate.
• Il cambiamento dei profili degli utenti richiede allo staff la capacità di
adattare le competenze, ad es. un aumento di immigrati richiede competenze
di lavoro in un ambiente multiculturale.
L’uso di appaltatori esterni e di organizzazioni del terzo settore che ottengono
l’incarico in base a contratti a breve termine può creare problemi nel trattenere lo
staff. Ciò si può spiegare considerando il fatto che lo staff esperto cerca opportunità
più sicure in ambito lavorativo, le organizzazioni volontarie hanno difficoltà nel
trasferire lo staff da un progetto all’altro, ed è difficile attuare programmi efficaci di
sviluppo del personale.
4.3.4 Qualità nella fornitura del servizio: coordinamento e integrazione
dei servizi
Principio della Commissione Europea 4: Servizi completi e coordinati, concepiti e forniti in una maniera integrata
Questo principio si riferisce al coordinamento e alla fornitura dei servizi in una maniera integrata, e comprende anche lo sviluppo
di comunità intesa come strategia coordinata basata sull’area locale e sulle persone per la fornitura di servizi alle persone.
In alcuni Paesi c’è una tradizione di cooperazione e coordinamento con attori, ad
esempio nel Regno Unito e nei Paesi Bassi dove i comuni sono abituati a cooperare
con vari attori dato che un’alta percentuale di servizi è subappaltata. Questo ruolo
di cooperazione/ coordinamento è particolarmente pronunciato nei servizi del lavoro
nel Regno Unito, dove i comuni generalmente si limitano al coordinamento (vedi
sezione 4.2.3).
Invece per i comuni della Svezia che per tradizione forniscono servizi da soli,
la cooperazione e il coordinamento di solito avvengono a livello operativo e tra i
servizi municipali. La cooperazione e il coordinamento con altri attori sono fenomeni
abbastanza recenti.
- 35
Nella Repubblica Ceca e in Italia alcune riforme recenti hanno introdotto nuove forme
di coordinamento (Repubblica Ceca) o hanno rafforzato la cooperazione tradizionale (Italia).
Ci sono vari tipi di coordinamento nei Paesi presi in esame. Il coordinamento dei
comuni con altre autorità pubbliche e con i soggetti interessati è diverso per quanto
riguarda la direzione (verticale, orizzontale), il tipo di approccio (strategico, operativo),
il livello di regolamentazione (locale, regionale, nazionale), la regolamentazione
(formale, informale) e la durata (temporanea, permanente).
/R
iquadro 8 /
/ Cooperazione con i datori di lavoro /
DAAD, Rotterdam
La città di Rotterdam ha creato, insieme
al Centro del Lavoro dell’agenzia di
assicurazione dei dipendenti (gestita
dallo Stato) un servizio apposito
(chiamato DAAD) progettato nello
specifico per lavorare con i datori di
lavoro. I comuni forniscono servizi per i
datori di lavoro, ad esempio la selezione
del personale, la mediazione tra domanda
Oltre a cooperare e a svolgere un coordinamento verticale con le autorità provinciali
e regionali o col governo centrale i comuni, a seconda del Paese e del tipo di servizio,
lavorano con una serie di attori locali, ad esempio la comunità, i gruppi religiosi, la
polizia locale e i servizi dei pompieri e di salvataggio, gruppi di beneficenza, aziende,
scuole ed enti sanitari. Un nuovo sviluppo è rappresentato dall’accordo e dalla fornitura
relativi ad agenzie multiarea (Regno Unito) che riuniscono vari comuni, partner pubblici
e altri partner settoriali, per lavorare a dei progetti comuni. Mentre nei servizi di edilizia
abitativa generalmente la cooperazione col settore privato è meno radicata, nei servizi
del lavoro i comuni che svolgono attività di mediazione tra domanda e offerta lavorano
insieme ai datori di lavoro (esempi: vedi il Riquadro 8 qui sotto).
e offerta e iniziative personalizzate, come
fiere professionali, ecc.
Partnership locali del lavoro, Regno Unito
Nel Regno Unito i comuni, insieme allo
staff locale del centro del lavoro
(nazionale) Jobcentre Plus, del
Dipartimento (nazionale) dei lavori e
delle pensioni e insieme allo staff di
fornitori di servizi di istruzione e
formazione, lavorano con i datori di
lavoro in partnership locali per il lavoro
(Local Employment Partnerships, LEPs),
per coordinare i programmi di
formazione e di occupazione, fornendo
tra l’altro progetti speciali per consentire
alle persone svantaggiate l’accesso a un
nuovo posto di lavoro e a opportunità di
formazione.54
A livello strategico vari attori collaborano per fornire servizi in una maniera
globale e ben coordinata, condividendo gli stessi obiettivi. Ad esempio sia l’edilizia
abitativa che i servizi del lavoro fanno parte dei programmi globali nazionali e locali.
Nei Paesi in cui sono attuate strategie nazionali globali (ad es. la Strategia nazionale
del benessere nel Regno Unito o le strategie nazionali sui senzatetto nei Paesi Bassi,
in Svezia e nel Regno Unito) gli attori e i fondi sono coordinati tra i ministri nazionali
e poi sono adattati al contesto locale o dai comuni oppure in collaborazione con
gli stessi comuni. Nel caso delle strategie locali (ad es. la strategia dell’”Economia
Inclusiva” a Rotterdam) o nel caso di strategie che adattano strategie nazionali al
contesto locale (ad es. la strategia di Southampton per il sostegno alle persone) il
coordinamento avviene tra i diversi dipartimenti municipali e/o con altri fornitori di
servizi. In tempi relativamente recenti è nato un nuovo processo: il coordinamento
nella pianificazione strategica dei servizi sociali nella Repubblica Ceca attraverso
la pianificazione di comunità (vedi Riquadro 6). In questo processo la regione o il
comune gestiscono il coordinamento e la progettazione dei servizi sociali insieme ai
fornitori dei servizi stessi e agli utenti.
Il coordinamento a livello strategico spesso avviene insieme a partnership formali
come nei Paesi Bassi e nel Regno Unito, ad es. nel Regno Unito dove le autorità
locali collaborano con i soggetti interessati lavorando in partnership locali formali di
edilizia abitativa (insieme ad associazioni di edilizia abitativa) o in partnership locali
per il lavoro (insieme ai datori di lavoro, vedi Riquadro 8) o nei Paesi Bassi, dove
le associazioni di edilizia abitativa (“enti”) sono considerate “partner sociali” che
vengono consultati regolarmente su questioni relative all’edilizia abitativa.
54 Un esempio del lavoro di partnership è lo sviluppo di corsi di formazione breve per il lavoro,
si tratta di corsi “pre-lavoro” per le persone più svantaggiate affinché esse abbiano nuove
opportunità di occupazione.
36 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
In alcuni comuni il coordinamento e l’integrazione dei servizi sono tradizionalmente
molto forti, ad esempio a Bologna. La cooperazione tradizionale in un contesto
cittadino può portare a una cooperazione abbastanza informale. Laddove i comuni
non hanno una lunga esperienza nella cooperazione con gli attori, i comuni iniziano
a creare strutture di cooperazione, ad esempio a Stoccolma. In entrambe le città,
Bologna e Stoccolma, alcune leggi recenti rendono obbligatori il coordinamento e la
cooperazione tra attori all’interno di una città. Tuttavia in alcune aree di fornitura del
servizio la cooperazione può essere solo libera da vincoli e in alcuni casi può essere
di fatto inesistente, anche quando è stabilita dalla legge.
Il coordinamento di partnership legato a un singolo progetto è comune nei
progetti di sviluppo a livello di comunità (vedi sviluppo di comunità, ad es. le “aree
Vogelaar” nei Paesi Bassi, vedi Riquadro 9). In questo caso di solito la cooperazione
si limita alla durata del progetto.
Coordinamento nello sviluppo a livello di comunità
Gli schemi di sviluppo a livello di comunità si concentrano sul miglioramento di
aree svantaggiate grazie a investimenti integrati nel risanamento fisico, nei servizi
e nel coinvolgimento dei cittadini. Tali iniziative richiedono ai comuni un maggiore
coordinamento con altri attori del territorio, esse cercano di superare l’impatto
limitato dei progetti tradizionali di risanamento che spesso si sono concentrati
troppo sui miglioramenti dell’infrastruttura fisica senza un forte coinvolgimento dei
cittadini. Pertanto vi è una nuova generazione di progetti che applicano un approccio
molto più globale nel fornire sostegno alle persone nelle aree svantaggiate, sia
attraverso un risanamento fisico che attraverso un miglioramento di altri fattori, come
l’istruzione, le opportunità lavorative, ecc. Ciò richiede un maggiore coordinamento
tra i diversi attori. Il Riquadro 9 presenta un esempio di questo sforzo a Rotterdam
(vedi anche ‘Järvadialogen’ a Stoccolma, Riquadro 12).
Nell’Europa del Sud e dell’Est, dove non c’è stata una tradizione così forte
nello sviluppo della comunità, le iniziative rimangono scarse e sono abbastanza
sperimentali. Ad esempio in Italia i progetti di sviluppo della comunità sono tentativi
isolati da parte di cooperative, e non dei comuni. Comunque spesso il comune
supporta queste iniziative, ad esempio le cooperative possono firmare accordi con i
comuni per acquistare il terreno su cui possono costruire a prezzi speciali.
/R
iquadro 9 /
Paesi Bassi/ Rotterdam /
/M
igliorare il quartiere nelle
“aree Vogelaar” /
I progetti di sviluppo di comunità spesso collegano l’edilizia abitativa a servizi
del lavoro, il che porta spesso a una situazione paradossale. Quando i programmi
di integrazione attiva nel mercato del lavoro hanno successo e i disoccupati
trovano un lavoro, questi ultimi tendono a lasciare il quartiere e vengono sostituiti
da altre persone (disoccupate). Di conseguenza nell’area rimane un alto tasso di
disoccupazione.
Nel 2007 il governo olandese ha
individuato 40 aree diffuse in tutto il
Paese, proclamandole “aree bisognose”,
che richiedono sforzi speciali in cinque
settori principali: edilizia abitativa,
lavoro, istruzione, integrazione e
sicurezza (pubblica). Sette di queste
cosiddette “aree Vogelaar” sono a
Rotterdam. Lo scopo è di migliorare
notevolmente la qualità della vita in
queste aree, in un periodo che va dagli
otto ai dieci anni. In generale gli
investimenti nel lavoro e nelle strutture
di quartiere e i miglioramenti della
condizione dell’area si rivolgono ai
residenti che attualmente vivono in
queste aree ma dovrebbero attrarre
anche nuovi residenti, portando a un
aumento di stipendi e di spese.
- 37
Integrazione dei servizi
La tendenza di fornire i servizi di edilizia abitativa sociale in maniera integrata
è particolarmente pronunciata nei Paesi in cui ci sono strategie nazionali (e locali)
per affrontare il problema dei senzatetto, ad es. i Paesi Bassi e il Regno Unito (vedi
Riquadro 10). Per quanto riguarda i servizi del lavoro, l’integrazione dei servizi spesso
è collegata a una tendenza già esistente di attivazione di disoccupati, ad es. nei Paesi
Bassi, in Svezia e nel Regno Unito. Generalmente questa tendenza è assente nella
Repubblica Ceca.
L’integrazione dei servizi fa parte di iniziative municipali (tranne i centri del lavoro
nel Regno Unito, gestiti dal governo), pertanto sono diversi da città a cittàNelle città e nei Paesi presi in esame ci sono elementi comuni che sono
caratteristici dei servizi integrati:
• L’integrazione dei servizi offre agli utenti dei servizi un punto centrale che
facilita l’accesso a una serie di servizi per l’utente.
• La cooperazione con altri servizi municipali o fornitori esterni di servizi è di
importanza fondamentale per l’efficacia di questi servizi, e potrebbe includere il
coordinamento con servizi come servizi sanitari, carcere, consulenza per i debiti
e (in particolare per i centri del lavoro) cooperazione con i datori di lavoro.
• La gestione del caso è il metodo che solitamente si applica per lavorare con
l’utente, e spesso è accompagnato dalla creazione di un progetto individuale
per l’utente (vedi anche 4.3.5).
L’integrazione dei servizi facilita l’accesso ai servizi per l’utente e offre altri
vantaggi, tra cui la possibilità di facilitare la condivisione di dati, il che può migliorare
l’efficienza globale nella fornitura del servizio.
La ricerca EUROCITIES-NLAO ha identificato una serie di sfide collegate
all’integrazione dei servizi:
• Poiché i servizi del lavoro e di formazione sono forniti da vari attori, talvolta
c’è una sovrapposizione dei gruppi target, e questo potrebbe far sì che i servizi
siano in competizione, piuttosto che complementari. La sovrapposizione delle
competenze e dei gruppi target può causare una mancanza di chiarezza tra gli
utenti sulle responsabilità delle autorità coinvolte.
• Il coordinamento e la cooperazione con altri servizi può essere difficile se tali
servizi non rientrano nelle competenze del comune.
• L’integrazione dei servizi può risultare vantaggiosa per le città, aumentando
l’efficienza (e riducendo il numero di fornitori). Tuttavia quando i fornitori
specialisti soccombono alla concorrenza alcuni gruppi di utenti possono
“cadere” nella rete dei servizi.
• Spesso la condivisione di informazioni è una caratteristica importante dei servizi
integrati, per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi stessi. Tuttavia la
condivisione di dati sensibili può essere problematica per via della protezione
dei dati.
38 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
/R
iquadro 10 /
/ Integrazione dei servizi
per i senzatetto- esempi /
A Rotterdam la Strategia di Assistenza
Sociale ha introdotto un punto centrale
per fornire un sistema di analisi centrale
e di registrazione di tutti i senzatetto
nella regione di Rotterdam e che
pertanto promuove il flusso dai ricoveri
ad ambienti abitativi sostenibili. Nella
pianificazione della Strategia l’approccio
integrato consente ai soggetti
interessati di avere più tempo per
cooperare e discutere sui singoli utenti,
sui loro bisogni e i loro progressi. I
progetti individuali con obiettivi in
diversi ambiti della vita sono discussi
durante incontri che si tengono a
cadenza regolare, con la partecipazione
di rappresentanti di tutte le
organizzazioni coinvolte, in modo da
garantire un accordo di tutti i soggetti
interessati e da consentire un
consolidamento dei vari servizi nei
progetti individuali.
La città di Southampton ha integrato i
suoi servizi per i senzatetto creando un
singolo punto di accesso con
valutazione iniziale, a cui segue il rinvio
a una serie di servizi. Riprogettando la
fornitura e la presentazione dei servizi
è stata realizzata una fornitura più
coordinata e si è raggiunta una
maggiore flessibilità nell’uso delle
risorse. Al tempo stesso le informazioni
sulla domanda e sul passaggio da un
servizio all’altro sono recepite lasciando
margine per piccoli miglioramenti per
migliorare l’efficienza e identificare i
cambiamenti nei modelli dei bisogni.
Per ulteriori informazioni su questi
processi: www.eurocities-nlao.eu
/R
iquadro 11 /
/ Integrazione dei servizi del lavoro con i
servizi di assistenza sociale - esempi /
Centro del lavoro (‘Jobbtorg’), Stoccolma55
Jobbtorg (creato nel 2008) offre servizi
del lavoro e di formazione
personalizzati a persone disoccupate
che ricevono assistenza sociale,
rifugiati, giovani disoccupati e immigrati
che studiano lo svedese con assistenza
sociale o sovvenzioni di avviamento. Ci
sono sette uffici di Jobbtorg in vari
punti della città, uno dei quali è
specializzato nella disoccupazione dei
giovani. Inoltre ci sono numerosi
progetti del FSE per giovani disoccupati.
I risultati di Jobbtorg mostrano che il 43
per cento dei casi registrati sono stati
chiusi nel 2009, in quanto le persone
hanno trovato lavoro, hanno iniziato a
studiare, hanno iniziato un programma
pubblico o per altri motivi.
www.stockholm.se/PageFiles/42807/
Jobbtorg08_ENG_090622_screen.pdf
Sportelli sociali e del lavoro, Bologna
Gli Sportelli del lavoro forniscono
consulenza personalizzata finalizzata a
un programma di formazione e
professionale studiato in base alle
esigenze delle persone in cerca di un
lavoro, oltre a servizi di accoglienza, di
informazioni e consulenza self-service
per le aziende. Essi lavorano insieme ai
Servizi del Pubblico Impiego che si
occupano della mediazione tra offerta e
domanda. Gli Sportelli del lavoro, aperti
dal 2006, cooperano e si coordinano
Sportelli Sociali municipali, anch’essi
creati di recente (vedi riquadro 4)
Per ulteriori informazioni su queste
pratiche locali: www.eurocities-nlao.eu
Le sfide relative alla erogazione dei servizi:
Il coordinamento con altri attori locali funziona tendenzialmente bene e ciò
consente ai comuni di tornare a strutture esistenti di coordinamento e cooperazione.
Dove non ci sono strutture i comuni devono ancora lavorare per costruirle. Nuovi
requisiti giuridici sembrano rinforzare il coordinamento solo parzialmente. Ulteriori
sfide sono le seguenti:
• L’integrazione dei servizi spesso porta a ulteriori vantaggi, ad esempio un
database comune, e consente una pianificazione più efficiente del servizio. Tuttavia
spesso rimangono alcune sfide, come la sovrapposizione di competenze degli attori
coinvolti o problematiche legate alla protezione dei dati.
• Spesso il coordinamento è problematico quando i progetti sono fissati a breve
termine e quando non è possibile creare una partnership sostenibile.
• Nei progetti su aree specifiche la creazione di importanti collegamenti tra i
servizi del lavoro e i servizi abitativi è di fondamentale importanza per raggiungere
risultati sostenibili per quanto riguarda l’inclusione sociale di persone vulnerabili.
55 D
ato che la creazione di Centri del Lavoro in Svezia dipende dall’impegno proattivo delle città, sono
stati creati vari tipi di centri del lavoro nella maggior parte delle città ma non in tutte, ma di solito
non sono sviluppati come Jobbtorg.
- 39
4.3.5 Coinvolgimento degli utenti e linee di intervento personalizzate
Principio della Commissione Europea 5: Coinvolgimento degli utenti e programmi di intervento personalizzati per
soddisfare le varie esigenze individuali
Questo principio si riferisce al coinvolgimento dell’utente nella fornitura dei servizi, in modo che il servizio soddisfi le esigenze
specifiche del singolo utente, processo che può essere facilitato coinvolgendo gli utenti nella fornitura dei servizi (a vari
livelli) e prendendo in considerazione il loro punto di vista quando viene progettato o fornito un servizio. A un micro livello
gli approcci personalizzati coinvolgono direttamente gli utenti nella progettazione e nella fornitura del servizio, facendo sì che
essi “co-producano” un servizio (ad es. tramite dei budget personalizzati).
In Europa è in atto una tendenza verso un maggiore coinvolgimento dell’utente
nella fornitura dei servizi presi in esame. I Paesi con una lunga tradizione democratica
e di partecipazione dei cittadini, come i Paesi Bassi, la Svezia e il Regno Unito,
generalmente hanno una lunga tradizione anche nel coinvolgimento degli utenti.
Negli altri Paesi gli strumenti per il coinvolgimento dell’utente sono stati introdotti
solo di recente (Repubblica Ceca) oppure si tratta di strategie isolate e sperimentali
(Italia). Le misure per ottenere il coinvolgimento degli utenti sono prese tramite le
politiche nazionali56 o tramite iniziative locali proattive. Queste ultime, specialmente
nei progetti di rigenerazione urbana, sono spesso applicate in seguito a proteste
dei cittadini contro misure urbanistiche delle autorità pubbliche che non avevano
considerato il punto di vista dei cittadini fin dall’inizio (ad es. Järvadialogen,
Stoccolma; vedi Riquadro 12).57
Coinvolgimento dell’utente nei servizi di edilizia abitativa pubblica/ sociale
Per quanto riguarda i servizi di edilizia abitativa pubblica/ sociale, la partecipazione
dell’utenza, ad esempio locatari o residenti, tramite i rispettivi sindacati o associazioni,
è un processo ben radicato che esercita un forte potere (Svezia, Paesi Bassi, Regno
Unito). Ad esempio tra le attività della Swedish Union of Tenants (Unione Svedese di
locatari) vi sono le trattative annuali sugli affitti di locatari di alloggi municipali (il che
influenza anche gli affitti di stock abitativi privati) e attività di lobbying per rafforzare
la posizione dei locatari e il loro diritto di possesso (Hyresgästföreningen 2003).
Allo stesso modo nel Regno Unito le associazioni di locatari e di residenti sono
coinvolte attraverso processi di consultazione e analisi dei bisogni all’interno della
comunità locale. Nei Paesi Bassi i locatari/ gli utenti partecipano a comitati che
prendono decisioni soprattutto per quanto riguarda la manutenzione. Quando c’è
bisogno di un ulteriore supporto gli utenti possono esprimere la propria opinione su
varie tematiche, da questioni pratiche a problematiche legate alle politiche.
56 La strategia del governo centrale del Regno Unito, denominata “Supporting People Strategy
2007” (Strategia per il Supporto alle Persone 2007), richiede ai comuni di coinvolgere gli utenti
dei servizi sociali. In Inghilterra i locatari del Consiglio hanno ottenuto il diritto statutario di
gestire le loro proprietà, il che ha portato a iniziative di gestione da parte dei locatari. Il governo
ceco ha stabilito che la progettazione di comunità è obbligatoria per le regioni. Le città partecipano a questi processi, ma alcune città hanno iniziato a utilizzare questo strumento anche per
la loro progettazione interna. Nei Paesi Bassi i fornitori di servizi hanno l’obbligo, per la legge
nazionale, di organizzare forme di coinvolgimento degli utenti.
57 Attualmente la città di Rotterdam sta elaborando un Protocollo per il Coinvolgimento degli Utenti,
un’iniziativa finalizzata alla creazione di strutture per coinvolgere i cittadini nell’urbanistica, nata
in seguito a una protesta dei cittadini contro un progetto che è stato portato avanti senza il
coinvolgimento dei residenti.
40 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
Il coinvolgimento attivo degli utenti nella fornitura effettiva di servizi di edilizia
abitativa pubblica/ sociale è ancora scarso. Fanno eccezione le organizzazioni inglesi
di gestione composte da locatari, che si sono create dopo che in Inghilterra ai locatari
del consiglio è stato dato per legge il diritto di gestire le loro proprietà (nel 1994).
Secondo questo diritto i gruppi di locatari sono in grado di gestire collettivamente
le loro case. Essi si occupano di servizi abitativi, come l’affitto, la raccolta di spese
di servizio e la pulizia di aree comuni, e sono responsabili dei lavori di riparazione
e di manutenzione.58
Coinvolgimento dell’utente nei servizi di edilizia abitativa e nei servizi del lavoro/
di formazione
Mentre i locatari di alloggi pubblici e sociali sono un gruppo abbastanza “stabile”
e la partecipazione può essere organizzata abbastanza facilmente, l’organizzazione
strutturata degli utenti degli altri servizi (ad es. i servizi di edilizia abitativa) può
essere più difficile, poiché i gruppi degli utenti possono essere più “ transitori” ed è
più probabile che siano in una situazione (estremamente) vulnerabile. L’esempio più
famoso di partecipazione degli utenti è rappresentato dai “clients’ councils” (consigli
dei clienti) nei Paesi Bassi. Ad esempio a Rotterdam il Consiglio dei Clienti degli Affari
Sociali e del Lavoro è un ente indipendente composto da volontari che rappresentano
gli interessi di tutti i gruppi di utenza nell’ambito dell’occupazione e dei servizi
sociali. Il suo obiettivo è di migliorare i servizi municipali e quelli delle società
di reintegrazione, fornendo consulenza nella definizione delle politiche economiche
all’interno dell’autorità locale.59
Di norma gli utenti sono coinvolti nella valutazione dei servizi sociali per
monitorare i risultati e individuare le mancanze nella fornitura del servizio. Sono
condotti regolarmente dei sondaggi standardizzati, che raccolgono dati sul livello
di soddisfazione sul servizio da parte degli utenti. Il coinvolgimento dell’utente può
essere importante, ma ciò dipende da quanto vengono presi in considerazione i
suggerimenti e le critiche da parte dell’amministrazione locale e/o dai fornitori del
servizio. Lo stesso vale per le disposizioni per la gestione dei reclami. In questo ambito
un esempio illustre è rappresentato dalla città di Stoccolma, dove l’amministrazione
locale si impegna a effettuare un rigoroso follow-up (per ulteriori informazioni vedi
Tabella 5).
Attualmente ci sono varie disposizioni per coinvolgere gli utenti nella
pianificazione e nella progettazione dei servizi, tuttavia rimane dubbio che gli utenti
esercitino un’effettiva influenza. Nella maggior parte dei casi essi sono coinvolti
tramite dei dialoghi strutturati sotto forma di organi di rappresentanza o tramite la
partecipazione a forum per gli utenti dei fornitori di servizi. Ad esempio a Rotterdam
ci sono organizzazioni di utenti, sebbene abbiano dei poteri relativamente scarsi
secondo la ricerca LAO di Rotterdam. Nei Paesi Bassi i fornitori di servizi sono
legalmente obbligati a organizzare forme di partecipazione degli utenti. Nell’ambito
della Strategia Olandese di assistenza sociale la maggior parte dei fornitori di servizi
hanno quindi fondato dei comitati che rappresentano i clienti, con vari livelli di
influenza, da questioni pratiche a questioni politiche. Comunque secondo la ricerca
LAO di Rotterdam il livello di influenza di questi comitati sulla pianificazione e sulla
progettazione dei servizi è generalmente considerato abbastanza basso.
58 Attualmente ci sono più di 250 organizzazioni di questo tipo, che in totale gestiscono circa
85.000 case (House of Common 2008: 10). Sito Web della National Organisation of Tenant
Management Organisation (Organizzazione Nazionale dell’Organizzazione degli inquilini per la
gestione): http://www.nftmo.com/
59 Consiglio dei Clienti degli Affari Sociali e del Lavoro, http://www.clraadsozawerotterdam.nl/
- 41
Un altro esempio di questo tipo è il processo di pianificazione della comunità, che
è stato introdotto in Repubblica Ceca nel 2007 (vedi Riquadro 6). Gli utenti possono
partecipare a questo processo sia singolarmente che come membri di associazioni
e organizzazioni di interesse. Tuttavia in pratica, secondo la ricerca LAO di Praga,
le decisioni prese sul carattere dell’edilizia abitativa sociale in affitto e sugli alloggi
di sostegno sono influenzate maggiormente dai responsabili a livello decisionale di
autorità locali e dai fornitori di questi servizi piuttosto che dagli utenti stessi.
Per quanto riguarda la partecipazione attiva all’effettiva fornitura dei servizi
di edilizia abitativa di sostegno e dei servizi del lavoro/ di formazione (tranne le
strategie personalizzate, vedi sotto), nei Paesi presi in esame il coinvolgimento degli
utenti è pressoché inesistente.
/R
iquadro 12 / Stoccolma /
/ ‘Järvadialogen’ /
Dal 2008 la città di Stoccolma collabora
con le due società principali di edilizia
abitativa pubblica e con l’associazione
di inquilini locali per coinvolgere gli
utenti nella pianificazione urbana di
Järvä, una zona di Stoccolma caratterizzata da un alto tasso di disoccupazione,
segregazione ed altri problemi sociali, e
in alcuni casi dalla presenza di appartamenti tenuti male. I metodi adottati
nell’ambito del progetto Järvadialogen
sono i seguenti:
•L
’organizzazione di una giornata “a
porte aperte” e di possibilità di
dialogo, durante una settimana in cui i
residenti sono invitati a dare suggerimenti.
•U
n rapporto riassuntivo sul feedback
ricevuto grazie al dialogo è presentato
ai residenti e ad altri soggetti interessati che non vivono nella zona ma che
Il coinvolgimento dell’utente nella ristrutturazione urbana e nello sviluppo della
comunità
Sembra che una tendenza abbastanza recente sia il coinvolgimento attivo dei
cittadini nello sviluppo della comunità o nei progetti di ristrutturazione urbana.
Tuttavia il coinvolgimento è legato al progetto e solitamente non va oltre la durata
del progetto stesso. Generalmente queste iniziative sono la conseguenza di iniziative
locali piuttosto che di requisiti normativi (nazionali o regionali), ne è un esempio
il progetto di ristrutturazione urbana “Laboratorio Mercato” della città di Bologna
(iniziato nel 2004/05), nel quale le associazioni locali, i quartieri, gli esperti di
urbanistica e i cittadini interessati sono stati coinvolti con visite sui posti, gruppi di
discussione e workshop congiunti, insieme a esperti.60 Un altro esempio di questo
tipo è il progetto “Järvadialogen”.61 Gli strumenti per il coinvolgimento utilizzati in
questo progetto sono illustrati nel riquadro sottostante.
sono in qualche modo interessati, ad
esempio le persone che lavorano nella
zona.
• Inoltre sono organizzate delle camminate nel quartiere, durante le quali i
partecipanti sono guidati nella zona,
con sei fermate. I partecipanti
possono scrivere le loro impressioni e
dare suggerimenti per migliorare la
zona.
•M
entre i suggerimenti per piccoli
miglioramenti sono gestiti subito,
viene elaborato un nuovo progetto di
ristrutturazione da parte degli
architetti, sulla base dei suggerimenti
ricevuti.
Finora il progetto Järvadialogen è
riuscito ad aumentare il numero di
partecipanti, in totale 4.500 persone
hanno espresso la loro opinione sullo
sviluppo futuro della zona. Attualmente
si sta elaborando un nuovo progetto e
il primo sarà presentato nel 2010. Molti
suggerimenti che richiedevano solo
piccoli cambiamenti sono già stati messi
in pratica.
Un altro vantaggio è rappresentato
dall’iniziativa che ha introdotto cambiamenti nel lavoro con lo staff, all’interno
dell’associazione di edilizia abitativa
‘Svenska Bostäder’. L’atteggiamento dei
dipendenti nei confronti del coinvolgimento e del dialogo con i locatari è
cambiato notevolmente, e ha migliorato
il rapporto tra la società e i residenti.
Nel 2009 è stato avviato un progetto
simile nella parte sud di Stoccolma:
Söderortsvisionen.
Per ulteriori informazioni su questa
pratica locale: www.eurocities-nlao.eu.
60 Per ulteriori informazioni su questa pratica locale: www.eurocities-nlao.eu.
61 Un esempio simile è ‘Idépunkten’ a Göteborg (dal 1993). Per ulteriori informazioni su questa
pratica locale: www.eurocities-nlao.eu.
42 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
Strategie personalizzate
Le strategie personalizzate danno all’utente l’opportunità e anche, in particolare
per quanto riguarda i servizi di attivazione, l’obbligo di partecipare attivamente alla
progettazione del servizio. Si registra una tendenza di notevole aumento degli approcci
personalizzati. Per la fornitura di servizi individuali si utilizzano vari strumenti:
Gestione dei casi
Con una maggiore attenzione all’integrazione dei servizi (vedi sezione 4.3.4)
i “case manager” (persone che gestiscono il caso) ottengono un ruolo chiave
nell’adattamento dei servizi sociali alla situazione degli individui e nel garantire che
gli utenti siano condotti al servizio che soddisfa le loro necessità. La gestione del
caso è un elemento chiave nella fornitura di un servizio integrato, come i servizi
della Strategia Olandese di Assistenza Sociale o il Programma di Southampton di
Sostegno alle Persone o i servizi del lavoro dei Centri del Lavoro menzionati nella
sezione 4.3.4.
•
Progetti individuali
I progetti individuali sono strumenti utilizzati comunemente, insieme alla gestione
del caso, per offrire servizi personalizzati agli utenti e accompagnare gli utenti nel
loro percorso di integrazione sociale e nel mercato del lavoro. Il coordinamento dei
servizi è di fondamentale importanza per il buon funzionamento di questi progetti
individuali. Ad esempio a Rotterdam, nell’ambito della “Strategia di Assistenza
Sociale”,62 si discutono i progetti individuali con obiettivi in diversi settori della vita,
durante incontri a cadenza regolare con la partecipazione di rappresentanti di tutte
le organizzazioni coinvolte. Lo scopo di tali incontri è garantire un accordo di tutti i
soggetti interessati e consolidare i vari servizi in progetti individuali.
•
Generalmente i centri del lavoro mettono a punto progetti su misura per ogni
singolo cliente, questi progetti formano un percorso che l’utente deve seguire
nell’immediato futuro. Di solito il coinvolgimento dell’utente e il fatto che l’utente sia
d’accordo sono fattori importanti per la stesura del progetto. Tuttavia la condizionalità
delle prestazioni, che è subordinata al fatto che l’utente segua un progetto individuale,
può portare a un situazione per cui gli utenti si sentono costretti a partecipare a
iniziative di formazione piuttosto che essere motivati, per loro scelta, a partecipare
a un’attività di formazione.
Budget personali
I budget personali sono strumenti ben radicati nel settore previdenziale. Il loro
obiettivo è di fornire agli utenti un supporto nella gestione del budget e al contempo
essere in grado di fare scelte ben informate sui servizi offerti. Negli ultimi anni i budget
personali sono stati introdotti dal governo centrale anche per fornire servizi del lavoro
e di formazione. È solo di recente che i comuni hanno iniziato a sperimentare questo
tipo di strumento nella fornitura di servizi municipali del lavoro (ad es. Milano e
Rotterdam). Tuttavia l’attuazione di questo concetto può essere difficile. A Rotterdam
sono stati sperimentati i budget personali per persone con problemi psichiatrici,
persone con difficoltà di apprendimento e persone anziane, oppure persone che le
rappresentano. Tuttavia in realtà, secondo la ricerca LAO di Rotterdam, molti utenti
s rivolgono a professionisti, parenti o amici per avere un supporto, in questo modo
minando l’idea fondamentale di autonomia e responsabilizzazione.
•
62 Per ulteriori informazioni su questa pratica locale: www.eurocities-nlao.eu.
- 43
Le sfide relative alla erogazione dei servizi:
Il coinvolgimento dell’utente nei servizi sociali spesso si limita alla partecipazione
nella valutazione del servizio. Anche se esistono delle norme che hanno lo scopo
di coinvolgere gli utenti nella pianificazione e nella progettazione del servizi,
spesso un coinvolgimento importante dell’utente rappresenta ancora una sfida.
Questo vale anche per approcci più personalizzati, ad esempio i budget personali.
Ciò è dovuto a limiti nell’attuazione (ad es. quando le opinioni degli utenti non
sono prese in considerazione oppure quando gli utenti non possono sfruttare o
non sfruttano l’opportunità degli approcci personalizzati). Una progettazione
appropriata e l’attuazione di strumenti per consentire un importante coinvolgimento
dell’utente, nonché gli approcci personalizzati, probabilmente aumenteranno la
responsabilizzazione dell’utente, un concetto che, secondo i partner delle città del
progetto EUROCITIES-NLAO, non si riflette abbastanza nei principi comuni fissati
dalla CE.
4.3.6 Monitoraggio, valutazione e condivisione di esempi di buona prassi
Principio della Commissione Europea 6: Monitoraggio e valutazione della prestazione e condivisione di esempi di
buona prassi
Questo principio si riferisce al monitoraggio della qualità dei servizi sociali e alla condivisione di esempi di buona prassi.
La qualità del servizio solitamente viene categorizzata nel seguente modo:
qualità di input, di processo e di output (Bäcker et al. 2008). La Tabella 5 mostra una
classificazione di strumenti di valutazione riguardo a queste categorie. La valutazione
dell’input si riferisce al controllo della qualità attraverso requisiti minimi per i servizi
sociali (ad es. qualifiche del personale). La valutazione del processo consiste nel
monitoraggio della qualità dell’effettiva fornitura del servizio (ad es. attraverso un
riscontro temporaneo dell’utente). La valutazione dell’output valuta la prestazione
per quanto concerne la fornitura del servizio. Spesso la condivisione di esempi di
buona prassi può fornire maggiori informazioni sulla valutazione della qualità in
tutte le categorie. Nella misurazione della prestazione il punto di vista dell’utente è
fondamentale nella valutazione della fornitura del servizio.
Alcuni Paesi sono precursori nel monitoraggio e nella valutazione della
performance, soprattutto il Regno Unito e i Paesi Bassi. In Svezia i comuni hanno
messo a punto dei sistemi elaborati per la valutazione della qualità. Altri Paesi hanno
introdotto solo di recente alcune disposizioni nel contesto delle riforme più generali
(nazionali o regionali), ad esempio la Repubblica Ceca o Bologna/ la Regione Emilia
Romagna, dove sono stati istituiti dei sistemi di accreditamento.63
Valutazione della qualità nella fornitura dei servizi sociali
Nelle città e nei Paesi presi in esame sono state adottate numerose strategie
nell’ambito della valutazione della qualità, che affiancano varie dimensioni, ad es.
iniziative nazionali – locali, valutazioni qualitative – quantitative o strumenti di
valutazione della qualità dell’input, di processo e dell’output (vedi Tabella 5).
A livello nazionale le strategie di valutazione della qualità si limitano soprattutto
alle valutazioni di input che fissano standard minimi (ad es. procedura di certificazione
per i servizi sociali in Repubblica Ceca). Se si applicano valutazioni di output si tratta
soprattutto di strategie quantitative, ad es. la serie di indicatori nazionali del Regno
Unito. Pertanto dal punto di vista dell’utente la validità della misurazione si limita agli
indicatori di input e/ o puramente quantitativi.
63 Nella Repubblica Ceca il nuovo processo di pianificazione della comunità ha migliorato il
monitoraggio della capacità nella fornitura dei servizi sociali nel territorio, ecc.
44 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
A livello locale, vi sono varie strategie su diversi tipi di valutazione (input output- processo, vedi tabella 5). Queste iniziative locali soddisfano le condizioni
specifiche del contesto locale, anche se a volte sono avviate a livello nazionale.
Spesso le valutazioni dell’input coinvolgono l’utente nel processo, come nel caso
delle Carte dei Servizi (ad es. la “Carta di Manchester per una vita indipendente”64)
che potenzialmente danno maggiore validità alla serie di standard. Gli strumenti di
valutazione dell’output spesso si basano sul punto di vista dell’utente per misurare
l’obiettivo del servizio rispetto al risultato, a tale scopo spesso vengono utilizzati dei
sondaggi (ad es. nel Regno Unito, dove la maggior parte dei Comuni utilizzano questi
strumenti). La misurazione della qualità dalla prospettiva dell’utente sembra avere
risultati più validi se rivela il livello del servizio e quanto esso abbia effettivamente
soddisfatto i bisogni reali dell’utente.
Ciò mostra che c’è un buon potenziale per lo scambio di esempi di buona prassi.
In effetti vi sono numerose iniziative (gestite soprattutto da associazioni governative
locali) che promuovono lo scambio tra le città (vedi tabella 5).
In alcuni Paesi sono utilizzate strategie globali che combinano elementi qualitativi
e quantitativi (ad es. valutazione di “Jobbtorg”). Un esempio di strategia che combina
una valutazione nazionale- locale, quantitativa- qualitativa, di input, di processo e di
output è la “Strategia di Assistenza Sociale” dell’Olanda, per combattere il fenomeno
dei senzatetto, che definisce obiettivi quantificabili tradotti in indicatori misurabili e
che le città hanno adattato al loro contesto locale. Il monitoraggio avviene a livello
locale con incontri trimestrali del comune e dei fornitori dei servizi. I rapporti sono
presentati al Consiglio Municipale e all’Esecutivo Municipale.
A livello nazionale sono organizzati regolarmente incontri tematici di gruppi di
lavoro, che riuniscono esperti delle quattro città che partecipano al progetto, in modo
da consentire uno scambio di esperienze. Inoltre un istituto di ricerca indipendente
fornisce relazioni (monitoraggio nazionale) che sono utilizzate come dati di entrata per
incontri politici tra le quattro città più grandi dei Paesi Bassi e il governo nazionale,
in cui si confrontano e si discutono i progressi. Tali incontri si tengono con cadenza
regolare (due volte all’anno).
Le sfide relative alla erogazione dei servizi:
Vi sono numerosi strumenti di controllo della qualità, dalla determinazione
di standard e indicatori di qualità, allo svolgimento di sondaggi per gli utenti, al
confronto sugli esempi di buona prassi. Gli schemi di gestione della qualità gestiti
a livello nazionale tendono a riferirsi a risultati quantificabili, senza considerare il
punto di vista dell’utente. Le strategie locali sono importanti in quanto spesso si
orientano su ciò che l’utente percepisce come qualità di servizio, che spesso viene
messo a punto e/o attuato insieme agli utenti. Resta ancora la sfida di catturare la
percezione della qualità da parte dell’utente.
64 La città di Manchester, insieme agli utenti e ai fornitori del servizio, ha creato la “Independent
Living Charter” (Carta per una vita indipendente) che fissa gli standard per la fornitura di servizi
di assistenza sociale per i senzatetto. I fornitori dei servizi sono incoraggiati a firmare la Carta,
la firma rimane volontaria, ma qualsiasi servizio commissionato di recente dovrà rispettare gli
standard. Il rispetto della Carta da parte dei servizi è monitorato da “valutatori alla pari”: utenti
attuali ed ex-utenti del servizio che hanno seguito un programma di formazione per specialisti.
http://www.b3.manchester.gov.uk/speople/chartersil.shtm
- 45
/ T abella 5 /
/ Strumenti di valutazione della qualità
per i servizi abitativi e per i servizi
del lavoro/ di formazione /
Oggetto
principale
della
valutazione
Valutazione
dell’input
Valutazione
del processo
incl. il
rapporto
fornitoreutente
Valutazione
dell’output
Strategie
comparative
Tipo di
strumento
Requisiti di
certificazione
o valutazione
Esempio
La Dutch Association of Corporate Social Workers (NVMW) (Associazione Olandese degli
Operatori Sociali, NVMW) fornisce un albo professionale, il cui certificato di qualità è un
riferimento per i datori di lavoro.
http://www.nvmw.nl/
Standard
La Azienda Casa Emilia-Romagna (società di edilizia abitativa in Emilia Romagna) ha
(volontari)
creato una “Carta dei Servizi abitativi sociali”, con principi per la fornitura del servizio,
nella fornitura
sugli standard in base ai quali la società eroga i servizi, e sui meccanismi di protezione
del servizio
del cliente.
http://www.acerbologna.it/t_carta/index.htm
Il “Blip op Werk” olandese è un marchio di qualità creato a livello nazionale per garantire
la qualità dei servizi di reintegrazione. I criteri di qualità sono misurati analizzando i
tempi di esecuzione, gli abbandoni, i risultati, la durata del collocamento e il livello di
soddisfazione del cliente. Il marchio di qualità non è obbligatorio, i comuni sono liberi
di decidere se stipulare un contratto con società di reintegrazione che hanno questo
marchio.
http://www.blikopwerk.nl/OverBlikopWerk.html
R e a t t i v i t à A Stoccolma ogni amministrazione distrettuale e ogni singolo fornitore è responsabile
interna
per quanto riguarda l’accettazione di reclami relativi alle loro attività e per garantire la
rettificazione di eventuali errori per le persone. I reclami sono ricevuti dal comune e sono
inoltrati al dipartimento competente affinché se ne occupi. Il riscontro (orale o scritto) deve
essere dato entro due settimane.
http://www.stockholm.se/FamiljOmsorg/Synpunkter-och-klagomal/?oversatt=
Valutazione quantitativa
Indicatori
Il Local Area Agreement (LAA) (Accordo dell’Area Locale) è un programma nazionale
numerici
nel Regno Unito in base al quale le autorità locali devono assumere un ruolo di
e dati di
commando per affrontare priorità locali, in collaborazione con altre organizzazioni del
riferimento
settore pubblico. I LAA si basano su una serie di indicatori, tra cui indicatori relativi
agli investimenti nei servizi di previdenza sociale e alla fornitura dei servizi, ad es. la
Partnership di Southampton
http://www.southampton-partnership.com/performance/local_area_agreement.asp
Valutazione qualitativa
Sondaggi per
Nelle città del Regno Unito spesso i servizi di previdenza sociale sono monitorati attraverso
gli utenti
moduli di gradimento dei clienti, ad es. nel North Lincolnshire:
http://www.northlincs.gov.uk/northlincs/socialcare/servicequalitymonitoringform.htm
Combinazione di valutazione qualitativa e quantitativa
Sondaggio
A Stoccolma l’ “Institute for Labour Market Policy Evaluation” (Istituto per la valutazione
e analisi
delle politiche del mercato del lavoro) effettua una valutazione su “Jobbtorg” (il centro del
statistica
lavoro della città) nella primavera del 2010 per valutare quanto sia efficace l’attività dello
stesso “Jobbtorg”. Viene condotto un sondaggio, rivolto ai partecipanti, agli assistenti
sociali e ai professionisti nella mediazione al lavoro. Inoltre viene paragonato nel corso del
tempo il livello dei servizi sociali ricevuti a Stoccolma, rispetto a quello degli altri comuni.
Per ulteriori informazioni su “Jobbtorg”: www.eurocities-nlao.eu
Condivisione
La Local Government Association (LGA) (Associazione del governo locale) nel Regno
di esempi di
Unito, che collabora con la Improvement and Development Agency (IDeA) (Agenzia per
buona prassi
il miglioramento e lo sviluppo) e che rappresenta il governo locale a livello nazionale
condivide e diffonde esempi di pratiche locali efficaci con kit di lavoro.
http://www.idea.gov.uk/
Ogni anno la Swedish Association of Local Governments (Associazione Svedese dei Governi
Locali) (SALAR) assegna un “Premio qualità”. Le città sono premiate per aver fornito servizi
di qualità in base a categorie, ad es. accessibilità informatica del servizio o coinvolgimento
dell’utente.
http://www.skl.se/web/Stockholm_utsedd_till_Sveriges_Kvalitetskommun_2009.aspx
46 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
5
Conclusioni
La ricerca di EUROCITIES-NLAO dimostra che le città svolgono un ruolo importante
nell’attuazione dei principi di qualità dell’inclusione attiva per i servizi sociali. Inoltre
essa ha provato che tali principi sono uno strumento utile per monitorare la qualità
dei servizi sociali.
Nonostante vi siano diverse tradizioni nell’ambito dello stato sociale, le tendenze
nella fornitura dei servizi sociali sono simili nelle città e nei Paesi presi in esame.
Per quanto riguarda la tipologia del regime di stato sociale presentata nel Capitolo
3, una delle conclusioni della ricerca di EUROCITIES-NLAO è che nella realtà vi è un
quadro molto più complesso e che le strategie locali spesso cercano di annullare le
differenze nelle strategie politiche a livello nazionale. Pertanto le sfide e le soluzioni
per la progettazione e la fornitura del servizio a livello locale dimostrano che tra i
Paesi vi sono molti più punti in comune di quanto si pensi.
Nella maggior parte delle città e dei Paesi esaminati dal progetto EUROCITIESNLAO, si è già raggiunto un buon livello di attuazione dei principi di qualità (Paesi
Bassi, Svezia, Regno Unito). Nelle altre città e negli altri Paesi le recenti riforme
dei servizi sociali hanno portato a notevoli sviluppi nell’attuazione dei principi,
come la creazione di un settore di servizi sociali (Repubblica Ceca), una maggiore
concentrazione sul coinvolgimento dell’utente e un coordinamento nuovo o rafforzato
(Italia e Repubblica Ceca).
Il ruolo delle città nell’erogazione dei servizi sociali sta cambiando. Vi sono
tendenze emergenti tra cui la decentralizzazione, l’integrazione dei servizi, la
personalizzazione e una sempre maggiore mescolanza di attori pubblici e privati.
Tutto ciò fa sì che le città debbano innovare i loro servizi per quanto concerne
la gestione, la valutazione della prestazione e le serie di competenze. In questo
contesto le città prese in esame dai partner di EUROCITIES-NLAO hanno funzioni
chiave e sfide comuni nel raggiungimento dei principi di qualità:
•
L e città investono nella qualità dell’erogazione del servizio, in particolare
tramite il coordinamento e l’integrazione di politiche e attori. I servizi municipali
forniscono un’infrastruttura adeguata, uno staff qualificato e programmi di
sviluppo di competenze. Grazie all’integrazione di servizi in vari ambiti politici
e grazie al coordinamento con altri attori locali le città riescono a rispondere
meglio alle esigenze multidimensionali delle persone escluse dal mercato
del lavoro e a fornire servizi in maniera più efficace ed efficiente. Per quanto
riguarda la strategia dell’inclusione attiva, essa è particolarmente importante
per i servizi abitativi e altri servizi sociali come l’occupazione e l’assistenza
all’infanzia, ma anche per altri servizi come la pianificazione dei trasporti, le
scuole, la polizia, ecc.
- 47
•
L e città migliorano la disponibilità dei servizi, sia in termini di pari opportunità
che di accessibilità geografica, utilizzando una serie di meccanismi come sistemi
di quote e criteri di assegnazione di alloggi sociali per far sì che le persone
bisognose possano usufruire di servizi adeguati. Le città facilitano l’accesso ai
servizi sociali creando servizi a sportello unico come nell’ambito della Strategia
Olandese per l’assistenza sociale o gli Sportelli sociali a Bologna.
•
Inoltre le città promuovono l’equità attraverso pratiche di assegnazione, ad
esempio l’accordo 5% di Rotterdam, secondo cui le società sono tenute a
organizzare gare d’appalto per contratti pubblici, per promuovere l’occupazione
delle persone svantaggiate. Tuttavia la mancanza di alloggi a costi contenuti e
la segregazione sociale rimangono sfide chiave che hanno un impatto negativo
sull’equità nella fornitura di alloggi sociali.
•
P
er personalizzare i servizi in maniera adeguata, in base ai profili dei singoli
utenti, le città, in cooperazione con altri attori, realizzano sempre più servizi
personalizzati, come l’utilizzo di budget personali o servizi integrati per le
persone più svantaggiate. Le città sono interessate a continuare ad esplorare
i potenziali di questo approccio, per fornire i servizi in maniera più efficiente.
•
L a città hanno una buona esperienza nell’ambito di strategie per l’inclusione
sociale legate al luogo, che possono ispirare i principi di inclusione attiva di
integrazione e coordinamento. Dall’investimento combinato a livello locale nel
risanamento fisico, nell’integrazione del servizio e nella partecipazione del
cittadino traggono vantaggio sia la comunità che i singoli utenti. Tali schemi di
sviluppo della comunità creano importanti collegamenti tra i servizi abitativi e
del lavoro, le due aree principali della ricerca del progetto EUROCITIES-NLAO.
Ne è un esempio l’attività svolta sulle aree “Vogelaar” a Rotterdam, che implica
un coordinamento tra vari settori a livello locale e nazionale.
•
L e strategie localizzate favoriscono il coinvolgimento dell’utente e il monitoraggio
della qualità. Le città, grazie alla loro vicinanza ai cittadini, sono in un’ottima
posizione per ottenere il coinvolgimento dell’utente nella progettazione, nella
fornitura e nella valutazione del servizio. L’analisi di vari strumenti mostra che
le strategie localizzate sono fondamentali per un buon livello di coinvolgimento
dell’utente, in particolare per rispecchiare la prospettiva dell’utente nel
monitorare la qualità del servizio al di là di un’analisi quantitativa. Tuttavia il
raggiungimento di una vera responsabilizzazione dell’utente è ancora una sfida.
Tra i buoni esempi di coinvolgimento dell’utente collegato al monitoraggio della
qualità vi è l’Accordo dei Servizi di Manchester, che impegna gli utenti sia nello
sviluppo di standard di qualità che nel monitoraggio degli stessi standard. Le
“garanzie di qualità” della città di Stoccolma definiscono standard di servizio
che sono implementati dagli utenti.
•
L e città devono reagire costantemente alle esigenze in continua trasformazione,
che si manifestano a livello locale. Sebbene le città effettuino valutazioni dei
bisogni locali, esse non dispongono sempre dei mezzi per capire e rispondere
velocemente ai profili degli utenti che si stanno trasformando. La creazione
di strumenti per le città, in modo che esse monitorino in maniera flessibile le
esigenze in trasformazione di (potenziali) utenti del servizio, aiuterebbe le città
stesse a reagire a tali esigenze in maniera adeguata e in tempo.
•
Il finanziamento a breve termine proveniente da programmi europei, nazionali
o locali, rimane una sfida fondamentale. Ciò ha un impatto negativo su varie
aree, ad esempio sulla capacità dei fornitori di servizio di trattenere e formare
personale o sulle possibilità di creare una partnership sostenibile tra gli attori
coinvolti nei progetti.
48 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
In un ambito più ampio, il paragone della politica di inclusione attiva dell’UE con
l’esperienza locale attira l’attenzione su problematiche fondamentali:
•
ella strategia definita dall’UE alcuni gruppi sociali sono esclusi dalla strategia
N
di inclusione attiva, si tratta di immigrati senza documenti, dei “lavoratori
poveri” e di giovani che non lavorano, non studiano e non seguono programmi
di formazione. Questi gruppi sono stati chiaramente identificati dai partner delle
città del progetto EUROCITIES-NLAO come “esclusi dal mercato del lavoro”.
L’ambito della strategia europea di inclusione attiva dovrebbe essere ampliato
di conseguenza.
•
L’impatto della crisi economica attuale sui gruppi sociali a cui si rivolge la
strategia di inclusione attiva deve essere monitorato da vicino, poiché ora gruppi
particolarmente vulnerabili potrebbero “competere” nell’accesso ai servizi con
persone disoccupate da poco.
•
oiché le città in tutta Europa hanno molte tendenze e sfide comuni nella
P
fornitura di servizi sociali, diventa ancora più importante per le città che vi siano
principi comuni su servizi di qualità a livello europeo. La Commissione Europea
dovrebbe lavorare insieme ai soggetti interessati per adattare l’interpretazione
di ogni principio ai vari settori dei servizi a cui si rivolge la strategia di inclusione
attiva.
•
L e città sono all’avanguardia per quanto riguarda il raggiungimento
dell’”accesso ai servizi di qualità”, in base a quanto è indicato nella strategia di
inclusione attiva, e per quanto riguarda l’identificazione di strategie fattibili. Un
presupposto per raggiungere gli obiettivi della strategia è basarsi sulla capacità
unica del governo locale di mettere a punto e attuare politiche integrate sia per
le persone che per i luoghi.
Il progetto EUROCITIES-NLAO aveva lo scopo di facilitare l’apprendimento comune
tra le città e di richiamare l’attenzione di responsabili politici a livello nazionale
ed europeo sulle esperienze locali. Le città partner hanno tratto notevoli benefici
dall’intenso scambio di sfide ed esempi di buona prassi. Il dialogo con importanti
soggetti interessati, promosso dalle attività di ricerca e dagli eventi65 del progetto
a livello nazionale ed europeo, ha dimostrato che le città sono in una posizione
eccellente per fungere da agenti nel facilitare la comunicazione tra i vari livelli
governativi e tra i settori, non solo nella fornitura del servizio locale ma anche per
scambi sullo sviluppo di politiche.
I dibattiti all’interno e al di fuori di partnership di progetto sono stati molto
utili per sensibilizzare l’opinione pubblica, per sviluppare, capire e definire meglio il
concetto di “inclusione attiva” nelle città e nei Paesi in tutta Europa. Pertanto le città
dovrebbero continuare a svolgere un ruolo chiave nel monitorare l’attuazione dei
principi di inclusione attiva.
65 Ogni rapporto nazionale è stato discusso con soggetti interessati nell’ambito di seminari nazionali.
- 49
G
lossario
Linee di intervento personalizzate
Le linee di intervento personalizzate consistono in procedure di adattamento di
servizi, ritagliati su misura in base alle esigenze specifiche di singoli utenti, ad es. un
budget personale che consenta all’utente di scegliere tra i fornitori di servizi.
Edilizia abitativa sociale
Il termine “edilizia abitativa sociale” indica l’assegnazione fisica di alloggi per
cittadini in situazioni di svantaggio o per gruppi meno avvantaggiati a livello sociale.
Servizi sociali
Il termine “servizi sociali” utilizzato nella presente relazione indica i servizi forniti
direttamente alla persona, ad esempio servizi di assistenza sociale, servizi del lavoro
e di formazione, edilizia abitativa sociale, servizi per l’infanzia o a lungo termine, e
non include i sussidi economici.
Piani abitativi di sostegno
I piani abitativi di sostegno sono un misto tra l’edilizia abitativa e servizi
finalizzati a fornire un sostegno alle persone, in modo che possano vivere in maniera
indipendente. Il termine comprende servizi come ricoveri per senzatetto, ricoveri per
donne esposte alla violenza e assistenza domiciliare (non medica) per disabili.
Indice dei riquadri e delle tabelle
Riquadri
Riquadro
Riquadro
Riquadro
Riquadro
Riquadro
Riquadro
Riquadro
Riquadro
Riquadro
Riquadro
Riquadro
Riquadro
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Diagrammi
Diagramma 1
Tabelle
Tabella 1
Tabella
Tabella
Tabella
Tabella
2
3
4
5
Inclusione attiva – documenti principali
Quadro di valutazione della qualità, Regno Unito
Verso una maggiore diversificazione dei fornitori, Stoccolma
Avvicinare i servizi sociali ai cittadini, Bologna
Investire nel talento su una base sociale, Rotterdam
Il coinvolgimento degli utenti nella pianificazione dei servizi sociali, Praga
Cooperazione con i datori di lavoro, Rotterdam, Stoccolma, Regno Unito
Migliorare il quartiere nelle “aree Vogelaar”, Paesi Bassi/ Rotterdam
Integrazione dei servizi per i senzatetto Rotterdam, Southampton
Servizi del lavoro integrati – Centri del Lavoro, Stoccolma, Bologna
Coinvolgimento degli utenti - ‘Järvadialogen’, Stoccolma
Sfide nella pratica locale valutate sulla base di principi comuni sull’accesso ai servizi di qualità
Coordinamento delle politiche nell’ambito della strategia dell’inclusione attiva
Fornitura dei servizi sociali in cinque Paesi dell’UE
Responsabilità nel finanziamento, nella regolamentazione e nella fornitura, tendenze attuali
Distribuzione delle responsabilità nella fornitura di servizi abitativi pubblici/ sociali
Distribuzione delle responsabilità nei servizi abitativi di sostegno
Il ruolo del comune nella fornitura dei servizi del lavoro e di formazione
Strumenti di valutazione della qualità per i servizi abitativi e per i servizi del lavoro/ di formazione
50 - I SERVIZI SOCIALI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE ATTIVA - Una risposta da cinque cittá europee
Bibliografia
La presente relazione si basa su relazioni degli Osservatori Locali sull’Inclusione
Attiva (LAO) di Bologna, Praga, Rotterdam, Southampton e Stoccolma, sui risultati
delle discussioni tra i LAO e l’ufficio di Bruxelles di EUROCITIES, su un workshop di
un soggetto europeo interessato e sulla seguente letteratura:
Articoli
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Tijdschrift voor Economische en Sociale Geografie – 2005, 96, 4, pp. 377–389
• Edgar Bill, Mas̆a Filipović e Iskra Dandalova, “Home ownership and
Marginalisation”, European Journal of Homelessness, vol. 1, dicembre 2007
• Ferrera Maurizio, “The Southern model of welfare in social Europe”, Journal of
European Social Policy, vol. 6, n°1, 1996, pp.17-37
Fiala Petr e Miroslav Mares, “Nach der Reform ist vor der Reform: Das
tschechische Wohlfahrtssystem”, Schubert , 2008, pp. 109-126
Kohl Jürgen, “Der Wohlfahrtsstaat in vergleichender Perspektive. Anmerkungen
zu Esping Andersens „The Three Worlds of Welfare Capitalism“ “, Zeitschrift für
Sozialreform, vol. 39, n. 2, pp. 67-82
Mitton Lavinia, “Vermarktlichung zwischen Thatcher und New Labour: Das
britische Wohlfahrtssystem”, Schubert, 2008, pp. 262-284
Natali David, “Rekalibrierung von Sozialprogrammen und Flexibilisierung der
Arbeitsmarktpolitik: Das italienische Wohlfahrtssystem”, Schubert, 2008, pp. 333-353
Libri
• Allen Judith, James Barlow, Jesùs Leal, Thomas Maloutas, e Liliana Padovani,
Housing & Welfare in Southern Europe, Blackwall Publishing ltd., 2004
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presentato a una Conferenza EURA– The Vital City, Glasgow, 12 – 14 Sett. 2007
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- 51
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• Mau Steffen e Roland Verwiebe, Die Sozialstruktur Europas, Konstanz, 2009
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Risorse on-line
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Whitehead Christine e Kathleen Scanlon, Social Housing in Europe, Pubblicato
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Pubblicazioni EUROCITIES
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Active Inclusion of people furthest away from the labour market, 2008
EUROCITIES, EUROCITIES Survey on Recession and Recovery in Cities 2009, 2010
EUROCITIES, Position Paper on Affordable Housing, versione finale, 2009
EUROCITIES, Position Paper on Homelessness, 2010
EUROCITIES, Position Paper on the Communication on SGI and SSGI, 2008
EUROCITIES, The EU Social Protection and Social Inclusion Process 2008-2010:
What’s in it for local practitioners?, 2009
Per ulteriori informazioni sul progetto e sulle pratiche locali presentate nel
rapporto: www.eurocities-nlao.eu.
EUROCITIES- rete di Osservatori Locali sulla Inclusione Attiva
(EUROCITIES-NLAO) è una rete di 5 città europee - Bologna,
Praga, Rotterdam,Southampton e Stoccolma - che hanno istituito
osservatori locali all’interno delle rispettive amministrazioni
con l’obiettivo di svolgere ricerche sulla implementazione delle
politiche di inclusione attiva a livello locale.
Da Marzo 2009 ad Agosto 2010 gli osservatori hanno prodotto
una serie di rapporti nazionali ed europei sul sostegno alla
inclusione attiva attraverso i servizi per l’alloggio, sia di edilizia
pubblica che di accoglienza e attraverso i servizi per l’impiego
e la formazione. A partire da settembre 2010 EUROCITIES-NLAO
proseguirà con una rete allargata a 10 città.
Il progetto è coordinato da EUROCITIES, la rete di città di
dimensioni medio-grandi, e co-finanziato dalla DG lavoro, affari
sociali e pari opportunità nel quadro del programmam PROGRESS.
Tutti i rapporti, così come le notizie su altri risultati del progetto
sono reperibili sul sito www.eurocities-nlao.eu
COMUNE DI BOLOGNA
Questa pubblicazione è finanziata dal Programma Europeo per l’Occupazione e la Solidarietà Sociale
(PROGRESS 2007-2013). Le informazioni ivi contenute non rispecchiano le opinioni della Commissione
Europea ed ogni responsabilità per i suoi contenuti è da attribuire agli autori delle stesse.