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Un concerto al mese... Martedì 7 maggio, ore 20.45 palazzo Foscolo Leonardo Pierdomenico, pianoforte premio Venezia 2011 Venerdì 14 giugno, ore 20.45 Ca’ Diedo (Municipio) Ensemble Laborintus Michele Pozzobon, direttore INGRESSI interi 10 euro - ridotti 8 euro COMUNE DI MANSUÈ COMUNE DI SAN POLO DI PIAVE Venerdì 19 aprile 2013 ore 20.45 Palazzo Moro - Oderzo Max De Aloe armonica cromatica Marcella Carboni arpa elettroacustica pop harp Furio Di Castri Suenos Antonio Carlos Jobim Eu preciso de você Gabriel Fauré Sicilienne Hermeto Pascoal Rebuliço Max De Aloe King Kong ha gli occhi lucidi Marcella Carboni Ciao Manu! Lennon/McCartney Here, There and Everywhere Irving Berlin Cheek to Cheek Carinhoso Pixinguinha Max De Aloe Ul Giuan Marcora Marcella Carboni Rivu isganìu Sting Sister moon Max De Aloe Il bosco che chiamano Respiro L'arpa e l'armonica cromatica sono due strumenti con un ruolo abbastanza preciso nell'immaginario collettivo: angelicato uno, quasi vagabondo l'altro. Ma il fatto che in inglese abbiano lo stesso nome (“harp”) potrebbe essere indicativo di qualche punto in comune. Marcella Carboni e Max De Aloe hanno scelto di verificarlo di persona, con la stessa appassionata tenacia che li ha portati a essere fra i maggiori interpreti dei rispettivi (e insoliti) strumenti nel jazz nazionale. “Pop Harp”, il progetto che li unisce, mostra con semplicità come questi due oggetti sonori così diversi per forma e storia diventino malleabili, elastici e plasmabili nelle mani di Carboni e De Aloe. L'arpista sarda e l'armonicista lombardo non sono tanto alla ricerca del virtuosismo quanto di un terreno comune su cui scambiarsi di volta in volta il ruolo, in un giocoso spostamento di equilibri che dà il ritmo al disco. E quando il gioco si fa allegro, i suoni cominciano a brillare. La luminosità che si sprigiona nella vorticosa “Rebuliço” (Pascoal) o in “Eu preciso de você” (Jobim) è un tratto essenziale di questo lavoro: il sound cristallino dell'arpa e le linee nette disegnate dall'armonica bilanciano i colori scuri e intensi che aprono e chiudono il lavoro, come “Oblivion” (Astor Piazzolla) e “Sister Moon” (Sting). Melodie senza tempo che proprio in quest'ottica rientrano sotto il grande cappello del “pop” citato nel titolo, insieme ai Beatles (“Here, There and Everywhere”), Irving Berlin (“Cheek to Cheek”), persino Fauré (“Sicilienne”). I due musicisti hanno ritagliato uno spazio per sé con quattro brani originali. Anche in questo caso è l'ironia a farla da padrona. Marcella Carboni firma le citazioni reggae di “Ciao Manu” e il piglio indolente di “Rivu Isganìu”; Max De Aloe è l'autore di “King Kong ha gli occhi lucidi” e “Il bosco che chiamano respiro”, due delicate favole sonore che ben racchiudono il senso di”Pop Harp”: la voglia di fare jazz con dedizione e leggerezza, senza preconcetti. Del resto, come potrebbe averne chi ha scelto di suonare due strumenti come questi, e per giunta di farci del jazz? Max De Aloe, tra i più attivi armonicisti jazz in Europa, annovera nel suo curriculum p r est igio s e co lla bo r a zio n i in sal a di registrazione e/o dal vivo con musicisti del calibro di Kurt Rosenwinkel, Adam Nussbaum, Paul Wertico, Bill Carrothers, John Helliwell dei Supertramp, Eliot Zigmund, Mike Melillo, Don Friedman, Garrison Fewell, Dudu Manhenga, Franco Cerri, Renato Sellani, Gianni Coscia, Gianni Basso, Dado Moroni e molti altri. Ha all'attivo dieci album come leader e più di venti come ospite, ma anche spettacoli in solo, realizzazioni di colonne sonore per spettacoli teatrali e documentari, oltre a collaborazioni con poeti, scrittori e registi. Tra i tanti da annoverare Lella Costa, Oliviero Beha, Paolo Nori, Alessandro Mari, Giuseppe Conte, ecc. In ambito pop ha collaborato con Mauro Pagani e Massimo Ranieri. Si è esibito in festival e prestigiose rassegne in diversi Paesi tra cui Germania, Francia, Danimarca, Sud Af rica , Zimba bwe, Mozambico, Madagascar, ecc. Nel Top Jazz 2011, il referendum che il mensile Musica Jazz realizza ogni anno tra sessanta giornalisti di jazz in Italia, Max De Aloe si è aggiudicato il secondo posto come “Musicista dell'anno” nella categoria “Miscellanea” e primo armonicista jazz in Italia (stesso risultato ottenuto nel 2008, 2009, 2010, 2011). Divide la sua attività professionale tra quella concertistica e quella didattica. E' fondatore e direttore dal 1995 del Centro Espressione Musicale di Gallarate, dove insegna tecnica d'improvvisazione jazz, pianoforte, fisarmonica e armonica cromatica ed è stato docente dell'Accademia d'Arti e Mestieri dello Spettacolo del Teatro alla Scala di Milano per i corsi finanziati dal fondo sociale europeo. La prestigiosa casa editrice americana SHER MUSIC ha da poco edito il suo metodo didattico M e t h o d f o r C h ro m a t i c H a r m o n i c a , c o n presentazione, tra i tanti, di Toots Thielemans. E' endorser dell'azienda tedesca Hohner. Da diversi anni Marcella Carboni esplora con tenacia e passione un universo di suoni che raramente ha visto protagonista l'arpa. Dopo il diploma, nel 1995, ha dedicato tutte le sue forze alla ricerca di una sintesi. Il risultato, secondo le parole di Franco Fayenz, è quel suo “equilibrio fra il jazz e la musica europea, fra scrittura e improvvisazione, tecnica impeccabile e suono affascinante” (Il Foglio, 18 agosto 2007). La sc in ti lla è sc att ata gr a zie all 'a r p is ta newyorchese Park Stickney, che le ha svelato le potenzialità dell'arpa jazz. Da lì in poi, la musicista e compositrice cagliaritana ha partecipato con la sua arpa elettroacustica a seminari e corsi di jazz in Italia e all'estero. Se il primo effetto è la curiosità di vedere il suo scintillante strumento blu quasi fuori contesto, è stato grazie alle sue qualità artistiche che nomi del calibro di Bruno Tommaso, Paolo Fresu, Riccardo Zegna e Roberto Cipelli (solo per citarne alcuni) hanno deciso di collaborare con lei, spesso scrivendo composizioni pensate per il suo strumento o affidandole alcune delle proprie pagine, come è successo con un gigante come Enrico Pieranunzi. Ed è con questo bagaglio sonoro che la sua musica ha viaggiato fino alla realizzazione di “Trame” (BlueSerge), il suo primo disco da solista. La critica l'aveva già notata grazie al cd d'esordio del Nat Trio (di cui fa parte insieme alla bassista Elisabetta Lacorte e al sassofonista Simone Dionigi Pala), pubblicato dalla Splasc(h) Records. Ma è con “Trame” che Marcella Carboni ha iniziato a farsi conoscere dalla stampa specializzata, tanto da classificarsi quarta (e unica arpista) nelle classifiche Top Jazz 2011 della rivista Musica Jazz nella categoria “Miscellanea”. Il 2011 è stato anche l'anno di “Nuance” (BlueSerge), disco realizzato in duo con Elisabetta Antonini – presentato in anteprima all'Auditorium del Parco della Musica di Roma – e dei primi corsi di arpa jazz in Italia, che Marcella ha tenuto prima in Sardegna per i seminari “Nuoro Jazz” e poi a Milano per la Camac Italia. La vocazione per la musica afroamericana non le ha impedito di impegnarsi in ambito contemporaneo, di prendere parte a progetti cinematografici e teatrali, e di adattare il suo strumento alle necessità del soul, del pop e della musica elettronica.
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