n.11novembre 2007
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n.11novembre 2007
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO didascalie Rivista della scuola in Trentino 11 n. novembre 2007 L’iniziativa Il percorso la Il sistema scuo La riflessione Il diario il dossier , ROMANIA ALTRI LA DEGLI LA SCUO io studio i sul viagg lastici riflession sco Appunti e centi e dirigenti do di alcuni AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006 08/02/2006 oli e Mario Car Antoniolli di: Monica Inserto a cura Luca Magdalena di: vasi, Maria Interventi ine 24-25 na Luca Dolores Ger e nelle pag vit, rtat Dal ia Magdale ripo lo eno Pao Gervasi e Mar scuola rum di Dolores sul sistema i di viaggio Le schede dagli appunt ese ripr o son bre 2007 n.11 novem n.11 novembre 2007 SOMMARIO DIDASCALIE Rivista della scuola in Trentino Periodico mensile Anno XV, numero 11 novembre 2007 Rivista promossa dalla Provincia Autonoma di Trento (L. P. 3 maggio 1990, n.15, art. 22) Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 745 dell’11.1.1992 Direttore responsabile: Alberto Faustini Coordinatore: Mario Caroli E-mail: [email protected] In redazione: Monica Antoniolli Micaela Romagna Manuela Saltori (segreteria) In questo numero: Carlo Andreatta, Monica Antoniolli, Davide Bassi, Nadia Berloffa, Maria Pia Betta, Francesca Bottura, Stefania Buscemi, Michela Campolongo, Mario Caroli, Daniela Ceccato, Marco Ciampa, Marco Crepet, Paolo Dalvit, Lorenzo Dellai, Maurizio Enea, Dolores Gervasi, Giuliana Gilli, Maria Luisa Giacomolli, Claudia Lauro, Carlo Listo, Maria Magdalena Luca, Astrid Mazzola, Rita Mottes, Leda Perazza, Annalisa Pischedda, Marco Pontoni, Giovanna Sciascia, Giovanna Sirotti, Francesco Stabili, Cristina Tomei, Denis Zendri. la notizia/Consulta, “Tenete alta la temperatura” la notizia:Matteo Groff presidente la notizia:La nuova consulta provincia/Delibere: Zadra dirigente sostituto provincia/dirigenti scolastici: corso-concorso provincia/valutazione: Stato dell’arte per i dirigenti scolastici cooperazione pace e solidarietà /L’incontro: Coop e scuola insieme /I.C.Isera-Rovereto: Centenario 1907-2007 dalle scuole/ITI Marconi Rovereto: Gerola, scrittore in classe dalle scuole/Ist. “don Milani-Depero” Rovereto: dalle scuoleMission, gestione albergo dalle scuole/Elementare Filzi I.C. Isera Rovereto: La guida 1 2 3 4 5 6-7 8-9 10-11 12-15 16-17 18 Romania, la scuola degli altri Appunti e riflessioni sul viaggio studio di alcuni docenti e dirigenti L’iniziativa Il percorso Il sistema Scuola La riflessione Il diario Inserto a cura di: Monica Antoniolli e Mario Caroli Interventi: Paolo Dalvit, Dolores Gervasi, Maria Magdalena Luca Le schede sul sistema scuola rumeno, riportate nelle pagine 24-25 sono riprese dagli appunti di viaggio di Dolores Gervasi e Maria Magdalena Luca Redazione: Via Gilli 3, 38100 Trento tel. 0461/497268 - 70 fax 0461/497267 Realizzazione e Stampa Litografia Effe e Erre - Trento Inserto 19-30 Per richiedere la rivista Didascalie telefonare o mandare un fax o scrivere a: Redazione Didascalie, Palazzo Istruzione via Gilli, 3 – 38100 Trento E-mail: [email protected] Didascalie è stampata su carta ecologica, sbiancata senza cloro Le foto di questo numero sono di: archivio Didascalie, ufficio stampa Provincia autonoma Trento, fornite dai diretti interessati, Agf Bernardinatti PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO didascalie europa.scuola/il progetto: In rete 31 dalle scuole/Ist. “M.Martini” Mezzolombardo: In scena 32 dalle scuole/Scuola media Spormaggiore: Arte 33 dalle scuole/Scuola media Pedrolli Gardolo: Festival 34-35 dalle scuole/I.C. Trento 4: Clarin...Coro! 36-37 dalle scuole/Liceo “Rosmini” Rovereto: Alfiere del lavoro 38 dalle scuole/Liceo scientifico Galilei Trento: Linux Day 39 dalle scuole/Liceo classico “Prati” Trento: Sirene - Elettra a scuola 40 offerta varia/Strumenti: Un dvd sulla Grande Guerra 41 università/La cerimonia: Nuovo anno, Bassi e Dellai 42-43 segnaliamo/Il libro: Ero prigioniera letto da Astrid Mazzola 44-45 segnaliamo/La recensione: OCSE-PISA, per saperne di più 46 segnaliamo/Schede: Storia... rivista del Lab*doc di Bolzano 47 la scuola al museo/Museo Tridentino Scienze Naturali: Evoluzione e 48-terza di copertina strumenti/Il libro: Da qualificati a tecnici scuole dell’in quarta di copertina Rivista della scuola in Trentino 11 n. novembre 2007 L’iniziativa Il percorso il dossier Il sistema scuola La riflessione Il diario , LA SCUOLA DEGLI ALTRI ROMANIA studio sul viaggio riflessioni scolastici dirigenti Appunti e docenti e di alcuni AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006 08/02/2006 e Mario Caroli Antoniolli di: Monica Inserto a cura Luca di: Maria Magdalena Luca) pagine 24-25 Interventi Magdalena Dolores Gervasi, riportate nelle Paolo Dalvit, sistema scuola rumeno Dolores Gervasi e Maria di viaggio di (le schede sul dagli appunti sono riprese n.11 novembre n.11 novembre 2007 2007 1 In copertina in alto: i nuovi rappresentanti eletti nella Consulta provinciale degli studenti alla loro prima convocazione (vedi inserto pp 1- 3); a destra, sempre in alto, la copertina del libro “Ero prigioniera” nelle pagine del Segnaliamo (pp. 44-45); in basso, la copertina dell’inserto interno su “Romania, la scuola degli altri” (vedi pp. 19-30) n.11 novembre 2007 LA NOTIZIA CONSULTA “Tenete alta la temperatura” Nella mattinata di giovedì 22 novembre 2007, il presidente Dellai ha incontrato tutti i nuovi rappresentanti eletti entro la fine di ottobre negli istituti superiori e nei Centri di Formazione professionale del Trentino per la Consulta provinciale degli studenti nel loro perimo incontro al Palazzo dell’Istruzione in via Gilli. Il messaggio augurale del presidente Dellai Citando espressamente George Bernard Shaw, il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, nella sua veste di responsabile anche dell’istruzione e delle politiche giovanili, ha invitato i nuovi rappresentanti della Consulta provinciale degli studenti ad essere protagonisti nella scena scolastica provinciale, ma non solo, a portare avanti iniziative dentro e fuori le proprie scuole e a non adagiarsi su quanto già fatto finora da chi li ha precededuti. “Mi aspetto da parte vostra un ruolo protagonista, da parte mia garantisco la disponibilità a seguirvi e sostenervi da vicino e sono sicuro che saprete vivacizzare il mondo della scuola e quello giovanile in senso più generale. Anche perché, come diceva George Bernard Shaw, se la temperatura dei giovani è tiepida, il mondo gela”. Con queste parole ha salutato ed augurato “buon lavoro ed una buona esperienza democratica” agli oltre settanta studenti eletti in tutti gli istituti della provinciale come rappresentanti della Consulta provinciale degli studenti. Partecipate da protagonisti Poi, rivolto ai nuovi rappresentanti degli studenti, il Presidente ha voltuo rimarcare tre obiettivi fondamentali del governo provinciale, che dipendono anche dal lavoro degli studenti: • tirare fuori dalla comunità tutti i talenti che ci sono dentro, farli crescere con libertà, riconoscerli e far si che chi li ha ne sia consapevole; ed in questo il ruolo della scuola è certamente centrale; • fare in modo che la mobilità sociale non resti bloccata dalle condizioni economiche e finanziarie della famiglia di provenienza e dalla collocazione geografica, "ma vogliamo premiare i capaci e meritevoli; • rendere il Trentino più dinamico e più aperto, inventando qualcosa di nuovo senza adagiarci sugli allori della nostra buona situazione in un mondo in rete e globalizzato." Stiamo vivendo una fase di grande attenzione alla scuola, sforzandoci di rinnovarla con l'applicazione della nuova legge di riforma, ha concluso il Presidente Dellai rivolto agli studenti della Consulta: "partecipate anche voi da protagonisti a questo sforzo. Il legame con le politiche giovanili è un valore aggiunto, sono due facce della stessa medaglia e spero che su questo la nuova Consulta continui a dare contributo". n.11 novembre 2007 gli eletti i neoeletti a “fare squadra”, “prendere coscienza del proprio ruolo e dotarsi degli strumenti e delle conoscenze necessarie per esercitarlo proficuamente.” Matteo Groff, presidente MATTEO GROFF Il nuovo presidente dal “Vittoria” Quella di giovedì 22 novembre scorso, è stata la prima convocazione presso il Palazzo dell’Istruzione di Via Gilli a Trento. Come di consueto, proprio nella prima seduta sono stati eletti il presidente e vicepresidente, ma anche i rappresentanti dei vari distretti sul territorio provinciale, come riferiamo nel servizio delle due pagine successive. Nuovi eletti: qualcuno manca all’appello Più di settanta i partecipanti in rappresentanza di tutti gli istituti superiori del Trentino, ma anche quest’anno, la casella di qualche istituto risulta vuota, non ci sono i rappresentanti degli studenti perché non sono stati eletti: Istituto di istruzione “Degasperi” Borgo Valsugana, ITCG “Pilati” Cles, ITCG “F.lli Fontana” Rovereto, ITC “Tambosi” Trento, ITG”A. Pozzo” Trento, Istituto d’istruzione “M. Curie” Pergine, CFP Enaip Arco. Convocati alle 8,30 da Paolo Renna, dirigente del Servizio sviluppo e innovazione del sistema scolastico e formativo e nuovo referente per la Consulta nel Dipartimento Istruzione, gli studenti hanno prima ascoltato una dettagliata e corposa relazione sull’attività svolta dalla Consulta nell’ultimo anno, da parte di Davide Sartori. Dopo una puntigliosa disamina delle attività dell’a.s. 2006/07, Sartori ha avanzato qualche proposta: una sorta di stage formativo per tutta la nuova Consulta prima di iniziare i propri lavori, attraverso un rapporto diretto con gli studenti uscenti, per aiutare Nella stessa mattinata è stato eletto come nuovo presidente della Consulta Matteo Groff, studente frequentante la quinta classe dell’istituto d’Arte “Vittoria” di Trento. Al primo appuntamento della nuova Consulta provinciale degli studenti si sono presentati tutti, a votare sono stati 71, eleggendo lo studente Matteo Groff quale presidente e Riccardo Degasperi, studente frequentante la quarta classe del Liceo scientifico “A. Rosmini” di Rovereto, vicepresidente. Soddisfazione dichiarata da entrambi e promessa di grande impegno da subito. “Sono molto contento del risultato”, ha dichiarato il neo eletto presidente Matteo Groff, che rappresenta anche uno dei pochi elementi di continuità con la Consulta uscente; “a breve organizzerò la plenaria per completare le ultime nomine, quando il Consiglio di presidenza sarà completo dovremo iniziare subito a muoverci con nuove proposte di lavoro”. Altri eletti: Sonia Rama dell’Istituto “A. Rosmini” di Trento, secondo segretario Rappresentanti di distretto: Marco Calzà, Liceo classico “A.Maffei” Riva del Garda – Alto Garda; Stefania Oliana, Istituto “L. Guetti” Tione – Giudicarie; Valentina Zorzi, CFP Enaip Ossana – Rotaliana, Valli di Sole e Non; Federico Stefani, Liceo “L. da Vinci” Trento – Trento; Thomas Stradiotto, CFP Barelli Rovereto – Vallagarina; Debora Simonazzi, Istituto “Rosa Bianca/Weisse Rose” Cavalese - Valle di Fiemme e Fassa. Verrà eletto nella prossima plenaria il rappresentante della Valsugana. Membri della Consulta nel Consiglio Provinciale dell’Istruzione: Giulio Pojer - Istituto “La Rosa Bianca/Weisse Rose” Cavalese, Lorena Ianes - Ist. di Formazione professionale Alberghiero Rovereto Levico. Mario Caroli n.11 novembre 2007 Consulta Provinciale studenti - Anno scolastico 2007-2008 ISTITUTO IST. ISTRUZIONE DEGASPERI BORGO IST. ISTRUZIONE ROSA BIANCA CAVALESE IST.ISTRUZIONE RUSSELL CLES IST.ISTRUZIONE FIERA DI PRIMIERO I.T.C.G. PILATI CLES IST. ISTRUZ. MARTINI MEZZOLOMBARDO IST.ISTRUZIONE CURIE PERGINE LICEO CLASSICO MAFFEI RIVA DEL GARDA IST.ISTRUZIONE FLORIANI RIVA DEL GARDA LICEO CLASSICO ROSMINI ROVERETO I.T.C.G. FONTANA ROVERETO I.T.I MARCONI ROVERETO IST. ISTRUZIONE FILZI ROVERETO IST. ISTRUZ. DON MILANI/DEPERO ROVERETO IST. ISTRUZIONE GUETTI TIONE LICEO CLASSICO PRATI TRENTO LICEO SCIENTIFICO GALILEI TRENTO LICEO SCIENTIFICO DA VINCI TRENTO IST. ISTRUZIONE ROSMINI TRENTO I.T.C. TAMBOSI TRENTO I.T.I. BUONARROTI TRENTO I.P.S.C.T. BATTISTI TRENTO ISTITUTO ARTE VITTORIA TRENTO LICEO MUSICALE BONPORTI TRENTO ISTITUTO ARTE SORAPERRA POZZA DI FASSA IST. SUP. ARCIVESCOVILE TRENTO IST. SUP SACRO CUORE TRENTO IST. TUR. GARDASCUOLA ARCO IST.TEC. DE CARNERI CIVEZZANO IST. TEC. AGRARIO SAN MICHELE CFP ENAIP ARCO CFP ENAIP BORGO VALSUGANA CFP ENAIP CLES CFP ENAIP OSSANA CFP ENAIP TESERO CFP ENAIP TIONE CFP ENAIP PRIMIERO CFP ENAIP TRENTO/VILLAZZANO CFP ENAIP ALBERGHIERO VARONE CFP VERONESI ROVERETO CFP CANOSSA TRENTO CFP ARTIGIANELLI TRENTO CFP OPERA BARELLI LEVICO CFP OPERA BARELLI ROVERETO UNIVERSITÀ POPOLARE TRENTO UNIVERSITÀ POPOLARE CLES UNIVERSITÀ POPOLARE TIONE UNIVERSITÀ POPOLARE VARONE CFP ALBERGHIERO LEVICO CFP ALBERGHIERO ROVERETO CFP SETTORE LEGNO TRENTO CFP SERVIZI ALLA PERSONA TRENTO * CONSULTA 2006 - 07 n.11 novembre 2007 RAPPRESENTANTI – POJER GIULIO TOLOTTI GIULIA ARRUZZA ALESSANDRO – FURLAN FABIANO – BRESAOLA STEFANO CACEFFO TOMMASO DEGASPERI RICCARDO – COMPER DANIELE MALFATTI LAURA BONI MELISSA ANGELINI MARGHERITA ZANELLA ANNA PILATI VERONICA STEFANI FEDERICO RAMA SONIA – ZOMER STEFANO DANIELA IACOMO – SIMONAZZI DEBORA BERTOLINI VERONICA DEBORTOLIS GIULIA – BUZZONI MARIA – CALZÀ MARCO PELLEGRINI SILVIO BRENTARI ANDREA – LORANDI GIACOMO SESSA GIUSEPPINA FERRARI FRANCESCO OLIANA STEFANIA MILONE VALENTINA GISLIMBERTI LORENZO CALLIARI PAOLA GUGLIELMI LUCA – ODORIZZI DAMIANO – GRAZIOLI MICOL GROFF MATTEO MONCHER SILVIA PEDROTTI ALBERTO FAVE’ SILVIA TRETTER GIANMARIA BAVA SALVATORE FILIPPO MARIA LUCIA – FOGGIA RENATO BERTOLUZZA IVANO ZORZI VALENTINA MORANDINI MICHELE TISI SILVIA CEMIN PAOLO DALSASS MATTEO MINNITI ALEX NJEGOVAN NIKOLA POVOLI VERONICA CONCI CAMILLO CEMIN JENNIFER VALENTI IGNAZIO ADEMI ERSIDA FELLIN JESSICA SCAIA ANNA GIUSINO DANIELE RASOM DANIEL JEAN FRANCOIS THEOWILL VIDI MARTA ANTONINI FRANCESCO PREDELLI MATTIA TOVAZZI LUCA – MANCA MANUEL ANTONELLI COSIMO PATERNOSTER DARIO NIGO GIUSEPPE BELTRAMI ALESSANDRO DEBORTOLIS ALESSANDRO HAZGUI MOUNIR BEN MONDHER DORIGOTTI FEDERICO SCAPERROTTA ALEX ROMERO LOPEZ BARBARA MANFRINI ENRICO BOF RUDY STADIOTTO THOMAS AMADEI VANESSA MAGAGNA SILVIA SALVADORI ERIKA CALCINARDI MAYKOLL IANES LORENA – PALOTTO HUGO FRESTA LUISA SALVATERRA ANDREA MAZZEI LUIGI PROVINCIA delibere ZADRA Nominata dirigente sostituto Maurizia Zadra è il nuovo dirigente sostituto del Servizio Gestione Risorse Umane della Scuola e della Formazione. Nominata con delibera approvata dalla giunta provinciale in data 9 novembre 2007 in sostituzione di Roberto Ceccato, che a sua volta aveva assunto l’incarico lasciato libero da Aldo Gabbi dal primo settembre 2007. Nell’ultimo periodo si occupava di pianificazione e organici. La nomina e il “chi è” L’incarico, di sostituto dirigente del Servizio per la Gestione delle risorse umane della scuola e della formazione (Sgruf ), decorre dal 12 novembre 2007 per il periodo massimo di un anno, non rinnovabile, ovvero sino all’11 novembre 2008, fermo restando la proroga in caso di indizione di procedura concorsuale, per l’assegnazione dell’incarico al titolare. Maurizia Zadra, peraltro già nota al mondo della scuola anche per il suo recente impegno sulla tematica degli organici, è laureata in Sociologia ed è dipendente a tempo indeterminato dell’Amministrazione provinciale dal 1977. Ha svolto incarichi in qualità prima di capo ufficio e poi di direttore; nel 1996 è stata responsabile dell’Ufficio Scuola elementare dell’allora Sovrintendenza scolastica provinciale, successivamente dal 2001 presso l’Ufficio Organici e mobilità, poi direttore dell’Ufficio Pianificazione e organici, ora incardinato presso il Servizio Scuola dell’infanzia, istruzione e formazione professionale del Dipartimento Istruzione. Il Servizio e gli Uffici Al Servizio per la gestione delle risorse umane della scuola e della formazione, sono assegnati numerosi compiti, dal provvedere alla gestione delle risorse umane del sistema scolastico e formativo provinciale alle attività relative ai concorsi pubblici, selezioni interne ed alle assunzioni. Sempre lo SGRUF esercita inoltre tutte le competenze relative alla contrattazione decentrata, svolge attività giuridico-legale precontenziosa, cura la gestione degli esami di Stato, fornisce assistenza alle scuole in ordine al rapporto di lavoro del personale, fornisce supporto alla Giunta, ai servizi del Dipartimento, all’Iprase rispetto alla gestione delle risorse umane. Tre gli uffici che dipendono dal Servizio: Ufficio concorsi, assunzioni e contenzioso, responsabile Luca Cattani Ufficio assetto giuridico-economico e stipendi, responsabile Giuliano Donati Ufficio previdenza e mobilità, responsabile Valentino Bonvecchio I primi impegni “Sono venuta a lavorare in un posto dove conosco già i dirigenti ed opero di fatto in un settore che non mi è certo nuovo e che conosco”. Questo il primo commento a caldo della dott.ssa Maurizia Zadra, che è già all’opera con impegni abbastanza urgenti, tra i quali il corso-concorso per 25 nuovi dirigenti scolastici e per il quale sono stati ammessi 179 candidati alle prossime prove scritte, le graduatorie per i collaboratori scolastici (oltre seimila inseriti), la mobilità del personale ed altri contenuti soggetti a contrattazione decentrata come quella sugli Ata (personale amministrativo tecnico ausiliario, sul fondo d’istituto ecc. ecc.). Gli impegni e la motivazione non mancano certo, anche perché allo SGRUF fa capo la gestione di tutto il personale della scuola, dagli ATA a quello delle scuole dell’infanzia, dell’istruzione e della formazione professionale provinciale. Perciò: tanti auguri anche da Didascalie! n.11 novembre 2007 dirigenti scolastici SI RIPARTE 179 candidati ci provano Corso-concorso per reclutare 25 nuovi dirigenti scolastici nella scuola trentina. Il bando emanato il 21.09.2007; il 23.11.’07 è stata nominata la commissione esaminatrice del corso-concorso e il direttore del periodo di formazione. Entro la scadenza del 31 ottobre erano giunte all’Ufficio competente 625 domande (186 aspiranti in servizio in provincia di Trento e 439 in altre province); 62 esclusi per mancanza di requisiti; 179 ammessi a partecipare alle prove selettive, il bando ne prevede 175 (7 volte il numero dei posti messi a concorso), altri quattro aspiranti con lo lo stesso punteggio del 175°. Prove scritte l’11 e 12 dicembre a Trento. Commissione e direttore formazione Presidente: Cesare Scurati, Professore ordinario di Pedagogia generale presso l’ Università Cattolica del S. Cuore di Milano (sostituito in caso di impedimento da Paolo Calidoni, professore ordinario di Didattica presso l’ Università di Sassari); Commissari: Pierantonio Bertoli, dirigente tecnico del Ministero P. I. in pensione (sostituito in caso di impedimento da Marino Melissano, dirigente scolastico in pensione); Rosanna Antoniol, dirigente scolastica in pensione (sostituita in caso di impedimento da Cecilia Niccolini, dirigente scolastica in pensione); Segretario: Mariolina Mittempergher, funzionario presso il Servizio per la Gestione delle Risorse Umane della Scuola e della formazione (sostituita in caso di impedimento da Carlo Pallaoro, dipendente in servizio presso lo stesso Servizio). Direttore periodo di formazione: Luisa Ribolzi, professore ordinario della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova. Rinviata a successiva delibera la nomina degli esperti per l’accertamento della conoscenza delle lingue straniere. Ammessi a sostenere le prove Addeo Stefano, Aguglia Mariapaola, Alba Luigia, Alban Antonella, Alberano Anna, Alberini Mauro, Annese Pasquale, Attolini Renata, Badalin Tiziana, Barbagallo Rosetta, Bazzanella Elissa, Befi Angela Maria, Bellabarba Daniela, Bezzi Andrea, Bittante Claudio, n.11 novembre 2007 Blasco Rosario, Boccher Sandra, Bonavita Giuseppe, Bove Claudia, Brian Aldo, Brocchieri Andrea, Buffa Diana, Burgnich Maria Anna, Buttafarri Silvana, Caia Luciano, Calisti Rosa, Campana Armando, Cantarella Vincenzo, Caocci Carmen Rita Michela, Capobianco Lucio, Caproni Maurizio, Caputo Nicola, Cardiota Emanuela, Caroprese Domenico, Cartella Giovanna, Cesareo Alessandro, Cetrano Nicola, Chieno Carla Luisa, Ciccazzo Giuseppe, Ciuffi Giovanni, Civettini Catia, Concon Rosanna, Corelli Laura, Costanza Croce, Costanzi Fabiola, D’alessandro Nicola Angelo, Dalvit Flavio, De Maio Angelo, De Nicola Patrizia, De Palma Marina Giulia Annarosa, Dell’eva Alessandra, Delugan Nadia, Devigli Cecilia, Di Candia Lorenzo, Di Fiore Norina, Di Lauro Vincenzo, Di Lorenzo Giovanni, Di Lorenzo Giulia, Di Mauro Egidio, Diliberto Carmela Anna, Dongilli Osvaldo, D’orsi Salvatore, Felicetti Marco, Ferrantelli Vito, Ferrara Concetta, Fiorentini Pierluigi, Fioroni Massimo, Florian Mirella, Francese Brigida, Fruet Daniela, Fusaro Massimo, Gadaleta Francesco, Gambero Roberta, Garbari Carmen, Ghetta Chiara, Giacalone Antonino, Giacometti Daniela, Golino Valerio, Guazzelli Teresa, Gulli Tiziana, Iezza Pasquale, Iorfida Isaia, Laino Salvatore, Lenzi Raffaella, Limongi Corrado, Lo Bue Giorgio, Lombardi Margherita, Lucca Patrizia, Lucini Paioni Pasqualina, Magoga Paolo, Macelli Vincenzo, Maini Maria Paola, Maltese Rosaria, Mango Giuliano, Marras Luigi, Martinelli Marina, Mascardi Marco, Matarrese Filomena, Mazzocchi Luciana, Menotti Marina, Merone Carmela, Monello Alfonso, Monticelli Cuggiò Elisabetta, Murabito Pietro, Murri Simonetta, Napoli Carmelo, Napoli Lucia, Nappo Giuseppina, Negro Salvatore, Nicotera Maria Immacolata, Ober Marta, Palo Dario, Panico Gerardo, Paolino Carmela, Parenti Stefania, Pasquali Loretta, Paternoster Roberto Rocco, Pellegrinelli Alda, Pendenza Paolo, Pennazzato Roberto, Persechino Angela, Pezzo Maria, Pianese Teresa, Piani Ornella, Piazza Andrea Giuseppe, Piazza Stefano, Pierazzi Lorenzo, Pizzini Fabrizio, Pradel Anna Maria, Predelli Miriam, Pugliesi Salvatore, Quieti Sabatino, Rasera Paolo, Re Marialivia, Rigotti Lucia, Rotolo Pietro Giuseppe, Ruatti Cesare Marino, Ruggeri Pietro, Ruggirei Elena, Russo Giovanni, Sandri Sandra, Santoli Giuseppe, Scalisi Natalia, Scapinello Paolo, Sighele Alessandra, Solombrino Barbara, Spinosa Bruno, Stabili Francesco, Stanchino Carla, Stefanachi Laura, Stefanini Stefano, Strangis Roberto, Tabarelli Silvia, Tamanini Sonia Nadia, Tata Salvatrice, Taufer Loris, Testa Letizia, Toldo Daniela, Tolio Nicola, Tomasi Antonella, Tosin Michele, Trenti Giuliano, Trolli Roberto, Valduga Elena, Valentino Carmen, Valeri Lia, Vanin Franco, Vegliante Carmine, Veneziano Veronica, Virdia Ugo, Vitello Lucia, Vitello Luigi, Zabbia Pomara Mario, Zahora Giuseppina Maria, Zamboni Antonia, Zanetti Carlo, Zaniboni Paola, Zannella Miriana, Zini Maura. valutazione IL PUNTO Dirigenti scolastici, stato dell’arte Mercoledì 14 novembre 2007, presso l’Aula magna del Liceo “A.Rosmini” di Trento, seminario per i dirigenti delle diverse realtà, provinciali e paritarie, degli istituti scolastici e formativi trentini. Un pomeriggio per raccogliere e delineare le prospettive dei percorsi svolti rispetto all’autovalutazione di istituto, alla valutazione esterna ed alla valutazione dei dirigenti scolastici della scuola trentina. Introduzione dei lavori a cura del Dirigente generale del Dipartimento Istruzione, Carlo Basani, poi relazioni di Tiziana Grando, Arduino Salatin, Sesto Vigiani e Annamaria Ajello. Numerosi i dirigenti presenti e gli intervenuti nel dibattito. Valutazione di qualità L’articolo 41 della Legge 7 agosto 2006 n. 5 indica, come compito della Provincia, la promozione della valutazione della qualità del servizio educativo, considerandola elemento essenziale per il funzionamento del sistema stesso, è all’interno di questo quadro di riflessioni che si è programmato il pomeriggio di studio e confronto. “Un momento importante per fare il punto sullo stato dell’arte della valutazione del sistema educativo in Trentino” queste le prime parole, del dirigente generale Carlo Basani che hanno aperto il pomeriggio di discussione. Il riferimento alla tematica della valutazione è da considerarsi in senso ampio, dall’autovalutazione degli Istituti alla valutazione esterna, alla valutazione dei dirigenti scolastici. Il Dirigente Basani ha illustrato le motivazioni che hanno portato all’organizzazione di questo primo pomeriggio di lavoro, “un’occasione per permettere un confronto di idee, per proporre suggerimenti ed allo stesso tempo possibilità per l’amministrazione di raccogliere utili indicazioni”. Preziosi i colloqui Un momento possibile che ha affrontato tematiche come gli obiettivi, la razionalizzazione delle risorse, le scelte di qualità, le proposte sul modello in uso in questi anni, argomenti emersi durante i colloqui individuali con i dirigenti. La necessità è quella di testare il modello durante quest’anno, pensando ad una sua prossima adozione. Una seconda motivazione coinvolge la componente della valutazione dei dirigenti scolastici, un percorso a cadenza biennale, con una tappa intermedia di riflessione. Nell’intervento del dirigente Basani la conferma degli obiettivi stabiliti, alla luce però degli aspetti e delle dinamiche dei nuovi ingressi in ruolo, dello spostamento di sede di alcuni dirigenti e delle diverse peculiarità del territorio in cui la scuola opera. Strumento di decisione La strada da percorrere deve portare sempre più la valutazione ad essere strumento capace di valorizzare i punti di forza ed intervenire sulle debolezze del sistema. La collaborazione e l’azione comune di istituzione, da una parte e classe dirigente dall’altra sono la condizione da cui partire per qualsiasi intervento. Il dirigente Basani ha anche anticipato, infine, un ampliamento del progetto di valutazione esterna, dalle attuali sei istituzioni ad almeno venti scuole. Un percorso che risulta essere un contributo prezioso per delineare nuove strategie, coinvolgere sempre più il sistema educativo e le risorse umane al suo interno. Autovalutazione, il percorso L’intervento di Tiziana Grando ha illustrato il percorso svolto in questi anni rispetto all’autovalutazione d’istituto, alla luce della legge 7 agosto 2006 n.5, ed agli articoli che fanno riferimento alla tematica (dall’articolo 27 - nuclei interni di autovalutazione -, al 18 sul Progetto d’Istituto, al 4 che indica la valutazione come uno dei quattro pilastri del sistema provinciale). Ha offerto poi una panoramica del triennio di lavoro 2001-2004 dall’individuazione degli indicatori comuni all’autovalutazione delle scuole gestita dal 2004 ad oggi; nell’intervento della dirigente ann.11 novembre 2007 che le prospettive che interesseranno a breve le scuole, l’autovalutazione di classe e la produzione di strumenti di automonitoraggio. L’ottica è chiara, la valorizzazione dell’autonomia e l’allontanamento da prassi di autoreferenzialità. Nel quadro d’insieme delle azioni in corso, gli indicatori, il sostegno al Piano dell’offerta formativo, il rapporto Invalsi, i coordinamenti territoriali; non manca un’analisi anche dei possibili rischi insiti all’interno delle procedure di indagine. Quanto illustrato, e le nuove linee di lavoro, sono presenti nell’area tematica della valutazione, all’interno del portale Vivoscuola. Ampliare i percorsi di valutazione esterna La nuova fase di sperimentazione, del percorso di valutazione esterna, che coinvolgerà diversi istituti del territorio è stato l’aspetto affrontato da Arduino Salatin, direttore dell’Iprase. Nell’anno scolastico scorso il progetto pilota di valutazione esterna delle scuole ha visto aderire sei istituti scolastici; la volontà quest’anno è di riprendere il modello esistente ed ampliarlo su più istituti, almeno un terzo in più, ed arrivare a circa venti scuole. La valutazione esterna risulta essere un fattore di successo, complementare all’autovalutazione e alla valutazione di sistema. La supervisione dei percorsi e la realizzazione del progetto è affidata all’Università Cattolica di Milano, i criteri guida orientano verso l’utilizzo dei modelli già esistenti e l’analisi dei processi su basi scientifiche. La stessa università di Milano intende fondare la valutazione esterna sui risultati dell’autovalutazione d’Istituto, sui dati amministrativi di sistema, ed attraverso la rilevazione diretta. Tra i criteri metodologici si darà più peso alle variabili strutturali, alla men.11 novembre 2007 todologia, cercando di contenere la discrezionalità, stimolando la dialettica. In prospettiva, nell’analisi di Salatin, si pensa anche alla possibilità per i dirigenti coinvolti nel percorso di un paio di visite all’estero per vedere e conoscere nuove realtà e nuovi sistemi. Non è escluso che le visite possano essere estese a tutti i dirigenti del sistema educativo trentino. I criteri in gioco Nella seconda parte del seminario, una restituzione ai dirigenti di quanto è emerso dalle prime analisi degli aspetti e competenze considerate nel percorso di valutazione dei dirigenti scolastici. L’ispettore Sesto Vigiani ha presentato i criteri di scelta degli indicatori utilizzati ed una relazione di analisi quantitativa e qualitativa degli elementi considerati. Gli obiettivi, i comportamenti, la gestione del bilancio, la partecipazione del sistema, l’ottica di osservazione ha l’intento di verificare se si realizza un passaggio da percorsi più descrittivi e autoreferenziali a veri e propri indicatori di risultato. Tra gli elementi analizzati anche i comportamenti organizzativi, dalla gestione degli incontri alle riunioni, agli aspetti delle relazioni interne ed esterne. Un’analisi delle dinamiche psicologiche e relazionali, insieme alle qualità proprie di un dirigente, nelle parole di Annamaria Ajello: per la relatrice avere avviato la valutazione dei dirigenti scolastici ha permesso ai dirigenti stessi di percepire una dimensione valuta- tiva del proprio lavoro, ha attivato processi di decisione rispetto agli aspetti che devono essere valutati ed è capace di rendere possibile la valutazione stessa del processo. Molti gli aspetti in gioco quindi e quattro le competenze attorno alle quali ruota il ruolo di un dirigente d’istituto: una competenza strumentale (la propria professionalità e formazione), una organizzativa (le modalità di presa di decisione e gestione delle risorse), una dimensione più relazionale (imprescindibile considerando il delicato ruolo di rete e gestione di rapporti personali) ed una competenza strategica ( per la pianificazione delle decisioni). Nel dibattito, flessibilità e condivisione Nello spazio del dibattito, alcuni dirigenti hanno richiesto indicatori di valutazione capaci di considerare anche gli aspetti di qualità legati alla produzione culturale della scuola stessa; qualche criticità sulla rigidità delle scadenze per la presentazione dei progetti, una certa esigenza di integrazione in corso d’anno deve essere considerata; emerge l’importanza di attivare momenti di confronto fra dirigenti, un richiamo a forme di collegialità e condivisione, programmabili a seconda delle esigenze. Un pomeriggio, che ha aiutato i partecipanti a fare il punto su quanto già svolto, focalizzare i percorsi e condividerne i metodi in vista di nuove progettualità. Monica Antoniolli COOPERAZIONE PACE E SOLIDARIETà l’incontro COOP E SCUOLA Insieme per lo stesso obiettivo Martedì 13 novembre 2007 alla Cavit di Ravina, numerosi dirigenti scolastici ed operatori della cooperazione hanno accolto l’invito di Provincia, Federazione della cooperazione e Promocoop ad un incontro per presentare il modulo formativo sperimentale di “Educazione cooperativa”, previsto dalla delibera della giunta provinciale n. 1611 del 27 luglio 2007 nell’ambito dell’applicazione della riforma scolastica e rivolto alla scuola secondaria di primo grado: sessanta ore nel triennio per illustrare, in chiave pluridisciplinare, “un elemento fondamentale del DNA dei trentini” come ha detto il presidente della Provincia autonoma e assessore all’istruzione Lorenzo Dellai, prendendo la parola dopo il presidente della Federazione trentina della cooperazione Diego Schelfi e prima del direttore generale della Federazione Carlo Dellasega, del responsabile dell’ufficio di educazione cooperativa Flavio Beozzo e del professor Renato Di Nubila, docente all’università di Padova. Conclusioni dall’assessore provinciale alla cooperazione, Franco Panizza. no anche la strada della cooperazione noi siamo contenti, perché crediamo che nella cooperazione, nel modello cooperativo e in particolare nel modello cooperativo trentino ci sia anche qualcosa di importante che aiuta ad essere ancora di più cittadini.” Da parte nostra, è stata la conclusione del presidente della cooperazione, “metteremo tutto quello che abbiamo a disposizione per far sì che questa sperimentazione abbia al suo fianco un’organizzazione cooperativa convinta: insieme si possono fare veramente dei percorsi innovativi, dei percorsi validi, dei percorsi che non si fermeranno all’oggi ma certamente penseranno al futuro. La cooperazione si impegna per le generazioni future, perché senza i giovani la cooperazione sparisce, ha bisogno di alimentarsi. Grazie alla scuola per la collaborazione.” Lorenzo Dellai: “È nel dna del Trentino” Diego Schelfi: “Formare le persone” La cooperazione non è solo un modo di fare impresa, ma racchiude in sé una certa idea di comunità e di democrazia, una visione solidaristica dello stare assieme, d’impronta mitteleuropea, che ci caratterizza fortemente. Proprio per questo, ha sostenuto Schelfi, fin dal suo fondatore, la cooperazione si fa carico del bene comune, della crescita delle persone. “Noi lo diciamo in ogni occasione, noi abbiamo un’unica finalità e siamo convinti che la scuola, l’educazione alla formazione è quello che caratterizza di più qualsiasi movimento di cultura, qualsiasi obiettivo legato al bene comune. Siamo contenti di questa collaborazione, il nostro interesse è la cooperazione, ma la cosa più importante è il fare, il formare degli uomini, che innanzitutto vivono nella comunità da persone mature ed educate, se poi queste persone sceglieran- “L’assessore Panizza ed io siamo qui a rendere testimonianza della particolare attenzione con la quale la Giunta provinciale ha seguito fin dall’inizio questo tema. Per noi è stato molto importante aver potuto attuare un nuovo ordinamento provinciale in materia di istruzione proprio a partire da alcuni contenuti molto importanti, come quello dell’educazione cooperativa di cui parliamo oggi, del rapporto fra la scuola e l’idea di cooperazione.” Certo, ha ricordato Dellai, questo rientra a pieno titolo nella missione della scuola, che è quella di perseguire la crescita culturale, l’educazione, la formazione integrale dei nostri ragazzi e che proprio per questo non si può limitare alla sola acquisizione di competenze e conoscenze tecniche, scientifiche, operative in base naturalmenn.11 novembre 2007 te all’ordine di scuola ed all’indirizzo della scuola stessa. Accanto a questo, però, la scuola persegue l’obiettivo che i nostri ragazzi possano crescere in maniera integrale, che abbiano una formazione integrale e dunque pienamente consapevoli degli elementi cardine che distinguono l’ambiente, il territorio, la società, la comunità nella quale essi sono inseriti. Questo vale per i ragazzi che sono figli dei trentini da antiche generazioni, ma anche per quei ragazzi che qui arrivano da ogni parte del mondo: è molto importante per tutti che vi sia piena acquisizione di alcuni contenuti importanti che distinguono la nostra comunità, perché sono elementi e contenuti di civiltà, di democrazia, di convinzione. “Ecco perché, accanto alla riflessione già aperta e importante sull’innovazione delle discipline e dei contenuti più tradizionali e più consolidati è parso non meno importante partire con due nuovi contenuti fondamentali: quello relativo alla storia locale, alla storia della nostra autonomia, vista come elemento di conoscenza del contesto storico, culturale e anche istituzionale nel quale i nostri giovani e i nuovi cittadini sono inseriti; e quello sulla storia e sulla cultura della cooperazione, proprio perché sono aspetti coessenziali al DNA della comunità dentro la quale queste persone hanno il pieno diritto di poter crescere, di potersi sviluppare nella propria sensibilità., tirando fuori dal contesto nel quale sono tutti i talenti.” Non è l’ennesimo compito “scaricato” sulla scuola Dellai ha spiegato che l’iniziativa “non rappresenta l’ennesimo cedimento a quella tendenza oggi piuttosto diffusa per la quale se c’è n.11 novembre 2007 un problema, questo in mancanza di meglio, deve essere caricato sulle spalle della scuola. Né parliamo dell’introduzione di una nuova materia, anche perché il rischio oggi è proprio quello di aumentare sempre di più il carico scolastico, magari per ragioni non propriamente didattiche.” Il modulo dedicato all’”educazione cooperativa”, così come l’altro modulo scaturito dalla riforma scolastica, quello relativo alla storia trentina e dell’Autonomia, rappresenta semmai una sorta di laboratorio, un percorso che a regime confluirà nei curricula dando sostanza a quel processo di aggiornamento dei suoi contenuti a cui la scuola trentina si sta dedicando, dopo il necessario rinnovamento del quadro istituzionale e normativo. “Non è da oggi che la cooperazione lavora assieme alla scuola – ha ricordato ancora Dellai - , in questi anni si sono fatte diverse iniziative per portare il patrimonio valoriale dell’esperienza cooperativa nelle aule scolastiche. Adesso, nel quadro definito dalla nuova legge, è tempo di iniziare a passare dalla fase sperimentale, delle iniziative specifiche messe a punto in questi anni, ad una fase più compiuta e ordinaria.” Franco Panizza: “Progetto condiviso” Un auspicio raccolto, in chiusura di serata, e dopo gli interventi del direttore generale della Federazione Carlo Dellasega, del responsabile dell’ufficio di educazione cooperativa Flavio Beozzo (“sia- mo entrati nelle scuole in punta di piedi, ma piano piano ci siamo sentiti a casa nostra”), del professor Renato Di Nubila, docente all’università di Padova. Le conclusioni affidate all’assessore provinciale alla cooperazione e all’artigianato, Franco Panizza. “L’educazione cooperativa nelle scuole – ha detto Panizza -, che è stata ora inserita anche nella legge provinciale, costituisce un’opportunità preziosa da cogliere per rafforzare il dialogo tra scuola e mondo della cooperazione. Ci deve essere uno sforzo congiunto su un progetto consentito e condiviso. Però, è necessario che ognuno faccia la propria parte, la Provincia nel collocare le risorse necessarie; la scuola nel dare una disponibilità maggiore indicando anche insegnanti che seguano tale progetto; la Cooperazione con tutta la ricchezza della sua esperienza per un’iniziativa che continui a compenetrarsi nelle diverse realtà, che alla fine serva a far crescere tutta la comunità trentina. La cooperazione è un mondo aperto ed orgoglioso di ciò che siamo e del modello costruito, che valorizza un sistema equilibrato quale è quello Trentino. Da parte mia confermo tutto l’impegno affinché questa opportunità possa produrre frutti per tutti.” I.C. Isera - Rovereto CENTENARIO 1907–2007: la cooperazione in classe In occasione del centenario della nascita delle tre cooperative di Isera (è del 1907 la fondazione di Cassa Rurale, Cooperativa di consumo e Cantina sociale) la scuola elementare “D.Chiesa” di Isera ha aderito alla proposta di Annalisa Garniga, referente per le tre realtà cooperative, di partecipare ai festeggiamenti per tale importante ricorrenza. Il 15 novembre 2006 scorso gli alunni presidenti delle tre cooperative scolastiche hanno firmato l’atto di fondazione alla presenza dei rappresentanti della Cassa Rurale, della Cooperativa di consumo e della Cantina sociale. Dare identità ai progetti “Felicità” è il nome scelto dagli alunni di classe terza, hanno voluto sottolineare la gioia e la bellezza di stare insieme in un gruppo che collabora e valorizza le capacità di ognuno. I compagni di classe quarta hanno fondato la cooperativa “I colori dell’arcobaleno”, colori che simboleggiano tutti i bambini protesi verso un futuro in cui la vita è arricchita dai valori dell’amicizia e della collaborazione. “In volo” invece la cooperativa degli alunni di classe quinta, come a pensare che lavorando insieme si può volare. Non ci sono limiti e confini per un gruppo che collabora: come gli uccelli in volo, l’uno utilizza la 10 “forza” dell’altro per progredire! Imitando i grandi i bambini si sono quindi cimentati con lo statuto, le cariche sociali, le assemblee, e tutto quello che regola il funzionamento di una Cooperativa. Dibattiti sulla vita scolastica Le assemblee cooperative, con le loro caratteristiche, sono state anche occasione di dibattiti per trattare tematiche emerse durante l’anno e riguardanti molti momenti di vita scolastica. È stato interessante per noi insegnanti ascoltarli, soprattutto nelle discussioni che li hanno portati a stilare la parte più importante di una cooperativa, cioè gli scopi che la animano. Il servizio agli anziani, lavorare con e per qualche compagno in difficoltà, svolgere un’attività di produzione e vendita di oggetti di vario genere, sono state le attività più importanti individuate dai nostri alunni. Ogni classe ha scelto di realizzare i manufatti che meglio rispondevano alle capacità e ai desideri dei bambini. La classe terza si è cimentata con lavori realizzati con la tecnica del decoupage, con sabbia colorata, con mollette in legno, segnaposti di carta… Per la classe quarta splendidi e preziosi gioielli di pasta, perline, bottoni e quant’altro. Tutto ritrovato e riciclato dai cassetti di mamme e nonne. Ed infine la quinta alle prese con dipinti su stoffa per la realizzazione di magliette, borse, sacchetti e grembiuli. Una ricerca storica: interviste e documenti Tanto è stato l’entusiasmo messo in campo dai bambini e da noi insegnanti ed il lavoro realizzato veramente prezioso, sia come prodotto, che come percorso formativo. Accanto al lavoro manuale le classi hanno realizzato un’approfondita ricerca sulla storia della cooperazione in Trentino partendo da Don Guetti, ispiratore della cooperazione locale e giungendo fino ai giorni nostri. Si sono soffermati in particolare sulla realtà del Comune, sia nei primi anni del secolo che nel secondo dopoguerra con la nascita ad Isera della cooperativa Pradaglia. Hanno incontrato gli attuali presidenti delle tre realtà centenarie e da loro hanno ricevuto notizie sul pasn.11 novembre 2007 sato e sul presente. Hanno intervistato persone di ogni frazione del Comune: i bambini si sono recati a Patone e a Lenzima, accolti nelle locali sedi dei Circoli anziani, hanno visitato nelle loro case i “nonni”impossibilitati a spostarsi, ma molto lucidi nei ricordi, hanno ospitato a scuola coloro che, ancora molto attivi, hanno portato la loro ricca ed avvincente storia di vita. Attraverso le parole e la testimonianza di questi protagonisti, i bambini hanno potuto conoscere la storia della loro terra e capire che, è con la fatica e l’impegno dei nostri “anziani”, che noi possiamo essere quello che siamo, possiamo godere di una società dove ancora forte è l’ideale di servizio e di attenzione alla persona e che, il lavorare per il bene comune è, più che mai, un valore da perseguire. Per reperire le tracce del passato i bambini hanno consultato documenti e statuti. Interessante il contatto stabilito con il museo storico di Trento nella persona del suo Direttore, genitore di un alunno della scuola, che ha permesso ai bambini di visionare nella civica biblioteca di Rovereto, giornali del 1907, anno di nascita delle cooperative iserote. Fotografare i vecchi edifici Accanto alle notizie dell’epoca è stato possibile analizzare il lessico usato, la pubblicità e le informazioni stesse, che riportano, talvolta, delle tematiche ancora molto attuali. Per il lavoro di ricerca storica oltre alle fonti orali, sono stati consultati libri su Isera, nonché testi che più in generale trattano della nascita delle cooperative in Trentino e nel mondo. Sono stati instaurati contatti con il Museo degli usi e costumi di San Michele all’Adige e di Vallarsa. Inoltre, per la documentazione riguardante le case dell’epoca, i bamn.11 novembre 2007 bini si sono recati a Patone per fotografare i vecchi edifici rimasti quasi come un tempo. Hanno anche girato per il paese di Isera alla ricerca della storica sede di ognuna delle tre Cooperative festeggiate o di segni del passato fatti rivivere dai racconti ascoltati. Hanno visionato fotografie, lettere, pagelle, libri di scuola e di catechismo, quaderni, attrezzi agricoli….. risalenti ai primi anni del novecento. Tutte le classi e tutti gli insegnanti sono stati coinvolti nelle varie attività, le insegnanti di tedesco, con una ricerca di parole del dialetto trentino che hanno origine dalla lingua tedesca, l’insegnante di religione con una raccolta di preghiere e di ex voto. A giugno con la scuola dell’infanzia A giugno è stata allestita una mostra del lavoro svolto ed uno spettacolo nel quale i bambini sono stati narratori di quanto hanno imparato: il loro racconto è stato intervallato dalle canzoni, dalle filastrocche, dai giochi nati nelle lunghe sere di filò, al fronte, sul filo della nostalgia di casa, della mamma, della persona amata e della propria terra, e speriamo abbia rinnovato in chi li ha ascoltati lo spirito dell’epoca. Dopo la recita i bambini hanno venduto i lavori realizzati (erano molto impazienti) ed il ricavato è stato in parte devoluto alla associazione Lucicate nata in ricordo di Caterina e Lucia. Anche la scuola dell’infanzia di Isera ha partecipato al progetto. Nel corso dell’anno scolastico il filo conduttore del loro lavoro sono stati l’Africa e la solidarietà cooperativa con Ki- ziba una località dell’Uganda. Inoltre, bambini, genitori ed insegnanti della scuola dell’infanzia hanno lavorato insieme per la realizzazione degli scenari che hanno fatto da sfondo al palco, dove i loro compagni della primaria si sono esibiti. Radici nella comunità Molteplici sono state le ricadute che questa esperienza ha avuto sui bambini. Innanzitutto la cooperazione come modalità di lavoro e di rapporto nel gruppo, poi la conoscenza del passato ed il rispetto per le persone che quel passato lo hanno vissuto da protagonisti, infine, ma non per ultimo, il riconoscere e l’affondare le proprie radici nella comunità in cui si vive. Ha permesso a tutti, a chi ha la propria famiglia residente nel comune da tanto o da sempre ed anche a chi viene da fuori, di conoscere meglio la generosa terra in cui vive e la gente che la abita. Un’esperienza forte e coinvolgente, che pone la scuola al centro della comunità, che avvicina in modo attento e rispettoso i bambini ai loro “nonni” e ad una modalità antica ma sempre attuale di rispondere ai bisogni più veri delle persone. Speriamo che il nostro impegno raggiunga lo scopo e che i bambini sappiano far tesoro del prezioso insegnamento che gli anziani ci hanno donato: il senso della vita nella cooperazione, nello spendersi per se stessi e per la propria comunità. Siamo fieri di aver saputo cogliere questa opportunità! M. Luisa Giacomolli, Leda Perazza, Giovanna Sciascia, per gli insegnanti della scuola primaria “D.Chiesa” di Isera 11 DALLE SCUOLE ITI “Marconi” Rovereto GEROLA Il poeta e gli studenti Un lavoro multimediale, durante l’anno scolastico 2006-07, intitolato “La casa sul greppo”, è stato realizzato dagli alunni della classe 2 A dell’Istituto “Marconi” di Rovereto, il percorso nasce dalla volontà di ricordare il poeta Gino Gerola. Poeta e amico. Gerola, infatti, durante due garbati e cordiali incontri, aveva conosciuto i nostri studenti; gli alunni erano piacevolmente stupiti di incontrare un poeta, forse per la prima volta nella loro vita, e Gerola si mostrò disponibile, a suo modo emozionato, e contento di interloquire con un pubblico giovanile ai primi approcci con la materia poetica. I ragazzi lo incontrano Gerola raccontò di sé, delle sue esperienze fiorentine, alternando all’argomentazione specifica sull’ispirazione e sulla produzione letteraria, i “flashback” sulla sua vita di ragazzo e di studente, poi di insegnante negli anni della contestazione giovanile. Così, attraverso lui, la figura del poeta si avvicinava ai nostri alunni, cadeva qualche vecchio cliché e al suo posto si faceva strada l’idea che un poeta fosse semplicemente un uomo, con passioni, difficoltà, desideri, sofferenze: in questo caso un uomo della terra trentina; forse più vicino anche per questo: un poeta nativo di Terragnolo, allontanatosi temporaneamente, come altri intellettuali ed artisti trentini, poi tornato nella sua regione d’origine. Con questo documento, vogliamo celebrare la figura di Gino Gerola e, nello stesso tempo, rimarcare, assieme agli alunni, l’importanza del passaggio del poeta di Terragnolo nel nostro Istituto. Conserviamo di lui un affettuoso ricordo. Un lavoro sulla “Casa rurale”... Gli alunni, mediante l’utilizzo del programma informatico “PowerPoint”, hanno realizzato una presentazione sul tema della “casa rurale”. Questo lavoro, da un lato ha avuto il preciso intento di far loro conoscere una personalità poetica come quella di Gino Gerola, dall’altro mira a perseguire, sulla base di una metodologia interdisciplinare, precisi obiettivi quali l’utilizzo autonomo degli strumenti informatici, l’educazione alla comunicazione sia verbale che iconica 12 e la sollecitazione del senso estetico. Di questi obiettivi gli alunni erano stati preventivamente informati. Lo scopo fondamentale di una didattica interdisciplinare è insegnare che la conoscenza, pur nell’estrema tendenza alla settorialità e alla specializzazione, così come si manifesta oggi, non può essere considerata esclusivamente secondo questa tendenza; pensiamo che essa sia utile all’uomo in quanto concepita unitariamente e che solo così concorra a formare una persona e a darle gli strumenti per realizzare ciò che le serve. ... interdisciplinare e multimediale Alla realizzazione del nostro progetto, pertanto, hanno concorso le discipline di Lettere, Disegno tecnico ed Informatica. La metodologia adottata nella realizzazione di questo progetto prevede, inoltre, la valorizzazione del lavoro di gruppo, la realizzazione di un prodotto multimediale e, per quanto riguarda i contenuti, una particolare attenzione alle risorse del territorio; si ritiene, infatti, assai importante educare gli alunni alla “lettura” e all’interpretazione del patrimonio culturale a loro vicino. Attraverso la lettura del romanzo “Le stagioni dei Bortolini” e di alcune poesie tratte dalla raccolta “La valle e periferia” di Gerola è stato individuato uno tra i temi che caratterizzano la sua poetica e che corrisponde ad un luogo a lui caro e da lui, in più di un momento, celebrato: la casa. Una poesia per ricercare La casa è, nel mondo contadino, centro di attività e di esperienze condivise e, per il poeta, grumo di memorie. Con il titolo “La casa sul greppo” si vuole, infatti, rievocare l’omonima poesia del nostro poeta, assumendola come punto di partenza anche simbolico di un itinerario che, nel lavoro multimediale prodotto dagli alunni, rivisita il tema della “casa rurale” sia mediante l’immagine che attraverso la parola. Da qui il lavoro di ricerca sia sulla rappresentazione degli edifici rurali in ambito grafico e pittorico, sia sui molti richiami agli spazi rurali presenti nei componimenti poetici di autori italiani e stranieri. Gli alunni erano ben consapevoli, però, che la parola e l’immagine non erano da considerarsi tra loro separate, ma in sintonia e che, pertanto, essi avrebbero dovuto procedere a scelte ben mirate. Con l’assistenza dell’insegnante di Disegno tecnico (la collega Caterina Zavettieri) gli alunni hanno prodotto gli elaborati grafici, raffiguranti prospetti e planimetrie di case rurali, dalla malga trentina, alla casa colonica padana, al villaggio contadino in Oriente. Immagini e versi poetici Poi l’attenzione si è spostata sull’elaborazione poetica e, a questo punto, i nostri materiali si sono arricchiti delle suggestioni offerte da poeti italiani e stranien.11 novembre 2007 ri che, dalla vita dei campi, hanno tratto ispirazione, come Neruda, Virgilio, Pascoli, senza dimenticare il nostro Gino Gerola. Operata una scelta di collegamento tra un’immagine ed un verso poetico, collegamento non certo casuale, ma realizzato sulla base di criteri estetici, si è passati alla terza fase del lavoro, quella riguardante la realizzazione delle presentazioni mediante il programma di informatica. Durante le lezioni del docente Mario Villani (Tecnologia), gli alunni hanno imparato ad utilizzare il programma “PowerPoint”. Anche in questo caso la capacità di comunicare è stata un obiettivo costantemente perseguito: si trattava, infatti, di saper utilizzare lo strumento informatico con finalità ben precise: non tanto di usare automatismi a caso, ma di applicare, nella grafica delle diapositive, criteri estetici atti alla presentazione di “questo” specifico argomento. Molta pazienza e molto tempo ha richiesto la recitazione dei versi; la registrazione delle voci che declamavano le poesie di Pascoli e di Virgilio prevedeva, ovviamente, un precedente momento di riflessione sui versi stessi: la comprensione non poteva essere distinta dalla qualità della recitazione. Fuori dagli schemi Anche la scelta dello sfondo musicale non poteva essere casuale: al nostro soggetto si è prestato bene un notturno di Chopin. Poi le ultime rifiniture, le ultime immagini, e i titoli di coda. Questa è stata un’esperienza che ha richiesto condizioni di lavoro differenti da quelle della didattica tradizionale; con questa modalità di lavoro non si stava sempre seduti nei banchi, ci si affiancava ora all’uno ora all’altro per un consiglio o per perfezionare un dettaglio; e poi anche i tempi di lavoro non erano quelli consueti: in un’attività di questo tipo non tutto è assolutamente prevedibile. Ne è risultato un elaborato che ha il carattere di artigianalità proprio di un lavoro compiuto interamente dai ragazzi, i quali si sono impegnati con pazienza e disponibilità, scoprendo che anche quando si hanno a disposizione dei mezzi informatici e i loro auton.11 novembre 2007 matismi, non si può realizzare qualcosa di presentabile e sensato a prescindere dalla creatività e dalla disponibilità. Ciò che si evidenzia nelle riflessioni degli alunni è l’apprezzamento per il “clima” di lavoro e, nello stesso tempo, lo stupore per quanto tempo ed energie siano necessari nella produzione di un elaborato rigoroso. Torna, tra i loro commenti, il riferimento alla figura di Gino Gerola: i ragazzi hanno colto l’intento degli insegnanti di avvicinarli alla poetica di questo autore, peraltro non sufficientemente conosciuto nel mondo giovanile. Cristina Tomei docente di Lettere all’Iti “G. Marconi” di Rovereto Le percezioni degli alunni “Lavorare con i miei compagni di classe è stato entusiasmante, divertente, ma nello stesso tempo anche molto impegnativo. Alcuni giorni per recitare delle poesie, dovevamo provare, riprovare e riprovare ancora. E non solo: alcune volte i dispositivi utilizzati si inceppavano e bisognava rifare tutto da capo. Per portare a termine questo lavoro tutti abbiamo utilizzato un po’ del nostro tempo libero. Questo progetto, però, ha fatto crescere qualcosa in tutti i ragazzi che vi hanno lavorato; per esempio, il senso di autocritica e la capacità di cooperazione in una squadra.” Michela Campolongo “Nel precedente anno scolastico abbiamo realizzato un progetto per celebrare la figura del poeta Gino Gerola, autore contemporaneo trentino. Egli è stato uno scrittore a noi pressoché sconosciuto. Abbiamo svolto un lavoro lungo e difficile che, per essere portato a termine, ha richiesto la nostra presenza nei laboratori anche nelle ore extracurricolari. Ciò che però ritengo particolarmente significativo è l’occasione che mi è stata data di conoscere un poeta come Gerola.” Denis Zendri “Sono contenta di aver potuto conoscere l’opera di Gino Gerola. Il lavoro è stato sicuramente impegnativo per tutti. Ho imparato nello stesso tempo a lavorare sia con gli insegnanti (che non è una cosa semplicissima!), sia con i miei compagni di classe come se fossimo una squadra”. Nadia Berloffa 13 LO SCRITTORE Costante fedeltà alla terra trentina Gino Gerola non è uno scrittore che ha vissuto solo e sempre in Trentino. Le sue esperienze di vita, così come la sua fama di scrittore, hanno travalicato i confini di Borghetto per giungere fino a Firenze dove è stato segretario regionale per la Toscana (poi anche membro della Segreteria Nazionale) del Sindacato Nazionale Scrittori. Sensibilità creativa Anche se Gino Geròla ha frequentato la Firenze degli Ermetici, di Montale, di Longhi, di Fortini, di Sereni e di tanti altri intellettuali di fama europea, è sempre rimasto fedele alla sua terra senza, però, “cadere nel tranello della retorica localistica”, come ha giustamente precisato Mario Cossali. Geròla ha attraversato il Novecento letterario italiano con un’originale sensibilità creativa: la sua attività di scrittore e di poeta è stata finalizzata a conquistare gli strumenti linguistico-stilistici necessari per esprimere il mondo della sua valle al quale ha dedicato gran parte della sua produzione. Le opere “L’opera di Geròla (…) mi pare possa essere letta come un viaggio sentimentale, un continuo partire e riandare dalla città alla montagna, come luoghi geografici ed esistenziali, con quello che i 14 due mondi portano di sé all’anima del poeta. La scrittura di Geròla è un percorso, un narrare di sé attraverso gli altri, e con maggiore evidenza nei lavori di prosa, la parola si fa realmente strumento di autocoscienza, di crescente consapevolezza del mondo e della storia”, ha osservato Laura Pulin nella lucida Postfazione alla raccolta di prose “Lungostrada”. La salvaguardia-testimonianza delle proprie origini, le fatiche della vita in montagna, la casa, la cultura (come strumento di elevazione spirituale e morale), sono i temi che Geròla ha approfondito nei molti libri pubblicati: “Poeti al ciclostyle” (insieme a Galvagni, Manfrini, Mongioj, Zucchelli), “Tempo d’avvento”, “Dino Campana”, “La città insonne”, “La valle”, “Lungostrada”, “La mandra”, “Il vespario”, “Le stagioni dei Bortolini”, “La valle e periferia”, “Un editore e sette fiorentini”, “Profili dall’altopiano”, “La casara di Bisòrte”, fino a giungere all’ultimo romanzo, “La calandra”. “Fiducia nel domani” I valori a cui fa riferimento Geròla sono fondamentalmente tre: il senso del dovere, la solidarietà e l’affiatamento con la natura: “Una natura (boschi, sentieri, pendii, campi, sorgenti) da sfruttare, correggere, anche talvolta da combattere, ma che rimane un elemento consustanziale alla vita”, ha scritto Geno Pampaloni nell’esaustiva Prefazione a “Le stagioni dei Bortolini”. Camilla Andreolli - nella Premessa alla sua interessante tesi di specializzazione su Geròla discussa a Padova il 16 ottobre del 2006 - ha sottolineato: “La natura è metafora dell’esistenza, e così ai lampi, alle tempeste, ai rigidi inverni seguiranno la calma, la serenità, il ritorno del sole. Proprio la fiducia nel domani, nonostante le penose prove di ogni giorno, caratterizza l’opera di Geròla poeta (e non solo poeta)”. (C. A.) n.11 novembre 2007 LA VITA Umanità e stile autentico Nativo di Terragnolo, allontanatosi temporaneamente, come altri intellettuali ed artisti trentini negli anni ’50, è rientrato poi nella sua regione d’origine; poeta, scrittore, insegnante, direttore di riviste letterarie, un uomo della terra trentina che ha saputo trasmettere le sue passioni, l’autenticità del suo stile ma anche le fatiche di uno scrittore. Da Terragnolo a Firenze Gino Geròla - nato a Dieneri di Terragnolo nel 1923 e scomparso a Rovereto nel 2006 - si trasferì, nel 1950, a Firenze. Frequentò, negli anni Cinquanta, il gruppo degli Ermetici nella Firenze di Oreste Macrì, Mario Luzi, Piero Bigongiari, Alessandro Parronchi, Roberto Longhi, Anna Banti. Insomma, il salotto letterario italiano. Al leggendario caffè Paszkowski, Geròla era di casa come lo erano Italo Calvino, Franco Fortini, Eugenio Montale e tanti altri celebri nomi della letteratura italiana del ventesimo secolo. Direttore di riviste letterarie... Dal 1958 al 1968 Geròla diresse la rivista letteraria “Quartiere”, una delle più fervide e significative del periodo. È stato redattore della rivista romana “Stagione”; ha collaborato a: “Il Nuovo Corriere” di Bilenchi, “Letteratura” di Bonsanti, “Il Raccoglitore di Parma”, “Il Contemporaneo”, “La Fiera Letteraria”, “La Chimera”, “Il Ponte”. Come corresponsabile, assieme a Giuseppe Zagarrio, del “Nuovo Cenacolo Fiorentino”, Geròn.11 novembre 2007 la nel 1969 organizzò il Premio internazionale di Poesia “Città di Firenze”. Dal 1978 al 1988 è stato segretario regionale per la Toscana (poi anche membro della Segreteria Nazionale) del Sindacato Nazionale Scrittori. ... maestro di scuola Per alcuni anni insegnò nelle scuole elementari, poi alle medie ed infine, per quasi vent’anni, alle superiori. Nel 1982 prese congedo dalla scuola e nel 1989 rientrò in Trentino. Non smise di scrivere, e, soprattutto, di osservare lucidamente la sua terra, dalla quale era partito molti anni prima. Pur vivendo a stretto contatto con il gruppo degli Ermetici, lo scrittore di Terragnolo ha sempre cercato un suo stile autentico, svincolato da canoni dominanti: un obiettivo che è riuscito a mantenere per tutto l’arco della sua creatività artistica. Serio e di poche parole, Geròla possedeva una straordinaria umanità. Era ironico, senza apparire offensivo. Impegno etico e politico Fra le molte figure di primo piano della vita civile e culturale che Geròla frequentò in Trentino, non possiamo scordare Giuliano Pischel, la figlia Enrica, Cesare Musatti, Remo Costa, Silvio Ramat, Annetta Rech, Cirillo Grott, Sandro Canestrini, Paolo Mirandola, Fabrizio Rasera, Mario Cossali, Alessandro Olivi, Giuseppe Colangelo, Giovanni Duca, Giuseppe Mascotti, Silvestro Mongioj. Geròla si è contraddistinto non solo per un’inossidabile onestà intellettuale, ma anche per un forte impegno etico-politico. Nel 2003 e nel 2004 il Consiglio di Biblioteca invitò Gerola all’Istituto Tecnico Industriale “G.Marconi” di Rovereto: ricordo l’intensità e l’umanità con le quali il poeta si confrontò con gli studenti, rammento il fascino che suscitò in giovani certamente più abituati a lavorare con il PC piuttosto che a leggere romanzi e poesie. Gerola riuscì ad attirare la loro curiosità, raccontò gli anni trascorsi in Toscana, confidò le sue letture preferite e le fatiche di uno scrittore. Non esagero quando affermo che Gerola divenne amico degli alunni dell’istituto di Sant’Ilario. Carlo Andreatta docente di Lettere al “Marconi” di Rovereto 15 Istituto Istruzione “don Milani-Depero” Rovereto MISSION… Albergo a gestione studente Matti! Ci prendevano per matti quando spiegavamo il nostro progetto: mettere un albergo a tre stelle, appena ristrutturato in mano ad una mezza dozzina di classi con studenti tra i 16 ed i 20 anni. Perché 90 studenti dell’indirizzo turistico del Don Milani/Depero di Rovereto hanno gestito un intero albergo (l’Hotel “La Betulla” sull’altopiano di Brentonico dal 10 al 18 marzo 2007) occupandosi praticamente di tutto: dall’accoglienza alla cucina, dall’animazione all’amministrazione, dalle camere alla contabilità, dalla convegnistica all’attività sportiva. Ma fare l’insegnante vuol dire anche questo: avere fiducia nei ragazzi e, in fondo, anche nel proprio lavoro. Autogestione e responsabilità Così, per la terza volta negli ultimi tre anni, siamo riusciti a portare a termine quella che gli stessi studenti hanno chiamato “Mission in Polsa”: l’autogestione da parte di una cooperativa scolastica di una struttura ricettiva con tanto di ospiti paganti. Ci sono voluti mesi di preparazione ma alla fine la soddisfazione è stata grande. Enorme vorrei dire. Anche e forse paradossalmente soprattutto in un momento difficile. Penso, in particolare, alla lunga sera del 15 marzo: la brulicante gestione viene interrotta da due lunghi suoni dell’allarme antincendio; il motivo, immancabilmente goliardico, è solo di creare confusione. L’at16 tività si ferma e il gruppo dei 90 studenti si riunisce per l’attribuzione delle responsabilità e per decidere il da farsi. Ebbene, quella è stata una delle esperienze più forti della mia lunga carriera di insegnante: vedere tutti quegli studenti, seri e qualcuno addirittura piangente di rabbia, affrontare il problema (danno materiale minimo) con spirito democratico, di corpo, senza delegare agli insegnanti la soluzione, ma sentendosi coprotagonisti in un compito di realtà (la “gestione alberghiera” appunto) divenuto anche loro, nel successo o nell’insuccesso, è stato appagante. Timori e intese Non nascondo (e come potrei?) i nostri timori per le possibili evoluzioni negative di quella situazione delicata, ma a gestione conclusa quel passaggio è stato determinante anche per quel clima di impalpabile intesa fra 4-5 insegnanti e 90 studenti della più varia estrazione sociale e scolastica (molti dei nostri studenti provengono da altre scuole della Provincia). La volontà è di raccontare di come la scuola può evolvere e di come gli studenti possono in qualche modo guadagnarsi e meritarsi “sul campo” nuove responsabilità. L’elemento di cui sempre sono andato alla ricerca, nelle letture dei progetti scolastici, è stato il perché del successo delle iniziative portate avanti in ogni ordine di scuola. Dopo un ventennio di progetti didattici, i più diversi con i colleghi più diversi, mi sono convinto che il vero successo lo si ottiene quando si crea un “clima positivo” fra tutti gli attori coinvolti: ogni singolo studente e ogni singolo docente devono sentirsi una parte importante, accettata e stimata dagli altri. Dimostrare che si è capaci La sera del 15 marzo ho capito perché ci stava andando bene per il terzo anno consecutivo e ci andrà ancora bene. La ragione, credo, risiede, aldilà della distribuzione dei compiti più o meno prestigiosi, nella capacità di creare quell’atmosfera di fiducia, affetto, complicità, voglia di riuscire e di dimostrare quanto valgono i nostri studenti se messi ad operare in un clima di apprendimento non condizionato dagli insuccessi scolastici pregressi, nel quale non prevalga uno stanco nozionismo ma ci sia spazio per la creatività e l’assunzione di responsabilità. Francesco Stabili Docente Istituto “don Milani-Depero” Rovereto n.11 novembre 2007 ESPORTARE Modello trentino in altre regioni I risultati di questa “rivoluzione metodologica” ci sono, sono evidenti ed incoraggianti, ed hanno spinto istituti scolastici di altre regioni (Marche e Sicilia) a stringere rapporti di collaborazione con l’obiettivo di apprendere queste innovative metodologie didattiche. A partire da quest’anno, pertanto, quest’esperienza verrà “esportata” dal trentino in altre regioni italiane. Partire dal fare Buone prassi La “Vision” che guida i promotori dell’iniziativa (insieme a noi anche i colleghi Roberta Bisoffi, Demetrio Martino, Andrea Moser e Daniela Simoncelli ) nasce da questo nuovo modo di intendere e vivere la scuola: perché non partire dal “fare” per capire cosa sta dietro un’attività professionale? Perché non provare a gestire integralmente un albergo per capire quali sono i problemi e le difficoltà che ciò comporta? Tutto, ovviamente, senza trascurare in alcun modo le conoscenze teoriche: semplicemente queste sono il punto di arrivo e non quello di partenza. Nel loro operare i ragazzi, oltre che essere affiancati dai propri insegnanti, sono supportati da professionisti e consulenti di altissimo livello. Per chi volesse saperne di più, il sito dell’istituto www.mide.it. La qualità della scuola trentina lodata dal Ministro delle politiche giovanili Giovanna Melandri; l’innovativo progetto formativo, portato avanti in questi ultimi anni dall’indirizzo turistico dell’Istituto, coordinato dal Dirigente Scolastico Silvio Cattani ha avuto l’onore di chiudere le due giornate del convegno nazionale “Giovani energie rinnovabili” tenutosi a Riva del Garda il 18 e 19 ottobre scorso. Il progetto ha ottenuto l’entusiastico plauso del Ministro che l’ha voluto inserire tra le buone pratiche italiane presentate nell’occasione e lo ha citato come esempio di successo formativo anche nel suo discorso di chiusura dei lavori. Pacchetto turistico per altri studenti Esso si inserisce nel percorso di innovazione che ha caratterizzato, negli ultimi anni, l’indirizzo turistico dell’Istituto e che ha portato n.11 novembre 2007 so di apprendimento. L’idea, che si connota per aspetti sia didattico-formativi che imprenditoriali, consiste nella progettazione, organizzazione e realizzazione di un pacchetto turistico completo gestito da studenti per altri studenti: gli alunni delle classi quarte e quinte dell’indirizzo turistico, organizzati in una cooperativa scolastica (Mip2008), metteranno in pratica, “sul campo”, le competenze che acquisiscono nel loro corso di studi prendendo in gestione, per un mese complessivamente, due strutture ricettive (in marzo alla Polsa di Brentonico “Settimana Bianca” e in maggio a Senigallia “Settimana Azzurra”), gestendone tutti i servizi. ad un modo nuovo di fare e vivere la scuola, ad una metodologia che prevede il pieno coinvolgimento degli studenti nel proprio proces- Maurizio Enea Docente Istituto “don Milani-Depero” Rovereto, Coordinatore Indirizzo Turistico 17 elementare “F.Filzi” I.C Isera - Rovereto LA GUIDA Storia locale, un percorso su Rovereto Nell’anno scolastico 200506 le insegnanti delle classi quinte della scuola elementare “F. Filzi” di Isera Rovereto hanno predisposto per gli alunni un percorso di approfondimento storico, architettonico, geografico e scientifico riferito alla realtà locale: la città di Rovereto. sti, utilizzando conoscenze grafiche per gli elaborati artistici e per le mappe. Gli alunni hanno utilizzato codici linguistici differenti, si è creato un piccolo glossario con la corretta terminologia architettonica, si è cercato di conoscere la toponomastica cittadina e la sua origine, studiare la vita e le opere di alcuni artisti nell’ambito musicale e artistico roveretano, raccogliere le conoscenze acquisite mediante un diario di bordo, mappe concettuali, cartografia muta, prodotti grafici e iconografici. Uno “sguardo” nuovo Consapevoli del patrimonio culturale La forte motivazione è nata anche dall’esigenza di rendere gli alunni maggiormente consapevoli della ricchezza del patrimonio culturale e naturale del loro territorio e delle proprie radici. Lo studio e la decodifica degli elementi offerti dall’ambiente circostante favorisce un’esperienza non solo cognitiva ma anche formativa. Il progetto didattico ideato con Annalisa Bonomi, esperta in educazione al territorio e patrimonio culturale, ha visto il coinvolgimento di tutte le insegnanti delle varie discipline in un lavoro d’ equipe. Il percorso interdisciplinare ha permesso ai ragazzi di conoscere l’ambiente naturale e antropico, utilizzando la cartografia, recuperando le diverse informazioni da vari te18 Di fatto tutto questo lavoro ha permesso ai ragazzi di essere protagonisti attivi nella costruzione del loro sapere scegliendo, discutendo, visitando i luoghi conosciuti con uno sguardo nuovo. La proposta poi, da parte dell’esperta, di stendere una guida di Rovereto, rivolta al giovane pubblico, è nata quasi contemporaneamente ed ha trovato la piena adesione da parte delle insegnanti coinvolte nel progetto e della Dirigente Scolastica. Anche gli alunni hanno accolto l’idea con entusiasmo perché la possibilità di trasmettere le proprie conoscenze ad altri coetanei, obiettivo ambizioso ma stimolante, ha dato loro un’enorme motivazione. Sono partiti ponendosi la domanda “Come vorremo scoprire un luogo che non conosciamo?”, analizzando i loro vissuti negativi, durante i loro giri turistici, dovuti anche alla mancanza di testi adatti alla loro età. Guida divertente e “unica” della città Si sono quindi impegnati in un lavoro creativo per arricchire la guida “ Quattro passi per Rovereto…” con tutto ciò che potesse rendere divertente e interessante la scoperta della loro città: giochi, rebus, labirinti, cruciverba,… i personaggi Ester e Rebecca assieme al pupazzo Pratolina, logo della collana, accompagnano il piccolo turista attraverso due itinerari: • lungo le vie, le mura, i monumenti e le piazze che erano un tempo il nucleo medievale; • ripercorrendo il borgo di San Tommaso alla scoperta degli antichi filatoi costruiti lungo le rogge e il torrente Leno, strettamente collegati allo sviluppo del commercio della seta durante la dominazione veneziana. La seconda parte del testo contiene delle schede di approfondimento storico, geografico e scientifico che potranno essere utilizzate come supporto didattico. “In Trentino con Pratolina”, la collana Di questa esperienza ai ragazzi rimarrà sicuramente l’entusiasmo e la curiosità di scoprire cosa c’è dietro alle mute testimonianze di un tempo passato e l’orgoglio di essere riusciti a realizzare un testo che può essere commercializzato e che mancava nel panorama editoriale trentino. La pubblicazione di questa guida è stata finanziata in parte dal Comune di Rovereto, dalla Cassa Rurale di Rovereto e di Isera e dall’Istituto Comprensivo IseraRovereto. La guida è il primo volume di una collana di libri didattico-divulgativi “In Trentino con Pratolina” curata da Annalisa Bonomi, rivolta ai giovani lettori, alle loro famiglie, ai piccoli turisti, agli studenti e agli insegnanti che desiderino intraprendere un percorso di conoscenza del territorio trentino. Maria Pia Betta Insegnante scuola elementare “F.Filzi” - Rovereto n.11 novembre 2007 il dossier L’iniziativa Il percorso Il sistema scuola La riflessione Il diario Romania, la scuola degli altri Appunti e riflessioni sul viaggio studio di alcuni docenti e dirigenti scolastici Inserto a cura di: Monica Antoniolli e Mario Caroli Interventi di: Paolo Dalvit, Dolores Gervasi, Maria Magdalena Luca Le schede sul sistema scuola rumeno riportate nelle pagine 24-25 sono riprese dagli appunti di viaggio di Dolores Gervasi e Maria Magdalena Luca n.11 novembre 2007 l’iniziativa IN ROMANIA Viaggio di docenti e dirigenti scolastici Dalle scuole trentine alle scuole in Romania, per una settimana, dall’8 al 13 ottobre 2007. Questo il percorso, che documentiamo nell’inserto, di 13 insegnanti e 3 dirigenti scolastici della bassa Val di Non e piana Rotaliana, che hanno voluto conoscere da vicino la scuola rumena nei diversi ordini e gradi, dalle elementari fino all’Università. Il viaggio è stato organizzato dal Dipartimento istruzione della Provincia Autonoma di Trento e rientra nell’ambito dei percorsi di internazionalizzazione delle scuole trentine, con l’intento di offrire al personale del sistema scolastico l’opportunità di conoscere altre realtà scolastiche oltre confine, creando occasioni di apprendimento, scambio e crescita professionale. I partecipanti Anna Bottamedi, Patrizia Bombace e Maria Grazia Teodoro: docenti I.C. Andalo Antonella Nicolini, Anna Ossani: docenti I.C. Bassa Anaunia Linda Segata: dirigente I.C. Lavis Milena Bernard, Elisabetta De Bartolomeo: docenti I.C. Lavis Maria Floretta: dirigente I.C. Mezzocorona Fabrizia Trentini, Paola Piffer: docenti I.C. Mezzocorona Paolo Dalvit: dirigente I.C. Mezzolombardo Armano Corazzola, Elissa Bazzanella: docenti I.C. Mezzolombardo Andrea Bezzi, Loredana Giovanetti: docenti Istituto d’istruzione “Martini” Mezzolombardo Dolores Gervasi: accompagnatrice – Dipartimento istruzione Provincia autonoma di Trento Maria Magdalena Luca: accompagnatrice e collaboratrice del Cinformi (Centro Informativo per l’immigrazione – Trento) Gli obiettivi Il viaggio studio ha voluto af20 frontare e approfondire alcuni aspetti e tematiche legate al mondo scolastico rumeno, in particolare il gruppo si è interessato ad un esame comparato fra i due sistemi scolastici, cercando di conoscere la realtà rumena e visitando alcuni istituti. In particolare, rispetto agli aspetti tecnici e organizzativi, il gruppo era interessato ad ambiti come struttura, articolazione e ordinamento del sistema scolastico rumeno, aspetti qualificanti della riforma dell’istruzione, interventi di adeguamento ai parametri dettati dalla Comunità Europea, formazione del personale docente e stato giuridico, valutazione, decentramento e autonomia delle istituzioni scolastiche. A livello didattico si sono raccolte informazioni sui programmi ed i piani di studio nazionali e locali, la continuità e l’orientamento, la scuola secondaria superiore e le modalità di accesso all’Università, il rapporto fra istruzione e mondo del lavoro, la valutazione degli studenti, l’integrazione degli alunni disabili, lo studio delle lingue straniere e gli ambiti di partecipazione dei genitori alla vita della scuola. Il Programma: 8/13 ottobre 2007 Lunedì 8 ottobre 2007 7.30: Partenza da Mezzolombardo, Stazione Ferrovia TrentoMalè per l’aeroporto di Verona 16.55: Sistemazione nell’Hotel Dumbrava - Bacau (Romania) Martedì 9 ottobre 2007 9.00: Visita alla scuola “C. Platon” a Bacau e incontro con Direttore e docenti 10.30: Visita all’Istituto scolastico e Scuola Professionale di arte e mestieri Luizii Calugara (Bacau) e incontro con il Sindaco 15.30: Incontro con l’Ispettore Scolastico e docenti della scuola Mercoledì 10 ottobre 2007 7.30: Partenza per Iasi.. Incontro con la Direzione scolastica e visita del Liceo Linguistico e Liceo Commerciale. Visita dell’Università di Iasi 14.00: Visita all’ Università di Iasi e incontro con i docenti 15.00: Breve visita del centro della città di Iasi (cattedrale, monastero…) Giovedì 11 ottobre 2007 10.00: Visita del Colegiul Tehnic de Comunicatii “Nicolae Vasilescu-Karpen” a Bacau 15.00: Partenza per Bucarest e sistemazione all’Hotel Ambasador Bucuresti Venerdì 12 ottobre 2007 9.30: Incontro presso Scuola Italiana a Bucarest. Incontro presso Università di Bucarest – Facoltà di Lingue 15.00: Visita alla città di Bucarest Sabato 13 ottobre 2007 13.30: Partenza per l’aeroporto di Bucarest e rientro in Italia n.11 novembre 2007 il percorso SCUOLA Sguardo in quella degli altri Dalle scuole del Trentino lo sguardo e l’attenzione si sono spostati per una settimana a quelle di uno Stato spesso nominato e magari poco o per nulla conosciuto: la Romania. Gli insegnanti ed i dirigenti scolastici coinvolti in questa esperienza non hanno voluto limitarsi a quanto vedevano, ma hanno voluto capire qualcosa di più della “scuola degli altri”: hanno voluto, o almeno hanno tentato di conoscere da vicino la scuola rumena nei vari ordini, dall’elementare fino all’Università. Gli stimoli non sono mancati, per le differenze ma anche per alcune somiglianze e, naturalmente, per possibili sviluppi di collaborazione tra le due realtà. Le ricadute della trasferta È servito a far acquisire loro competenze trasversali in più ambiti disciplinari e competenze extradisciplinari; tutte cose fondamentali e spendibili nell’esercizio della professione. Si è voluto così contribuire, nel contempo, a costruire una professionalità predisposta all’innovazione e disponibile alla formazione permanente, condizioni indispensabili per avere una scuola non chiusa su se stessa, ma attenta al mondo e alla sua storia. Il viaggio in Romania ha permesso di affrontare vari argomenti, dall’organizzazione scolastica, alla formazione dei docenti, dal curricolo, alle modalità di apprendimento, all’autonomia scolastica, ecc. L’immagine generale della scuola rumena che si è avuta, e che riflette la società rumena nel suo complesso, sia quella urbana che quella rurale, è apparsa molto differente tra loro rispetto a quella italiana. cipazione positivo ha determinato la buona riuscita del viaggio e sono state individuate alcune ipotesi di collaborazione, tra cui uno scambio di buone pratiche, per quanto riguarda l’autonomia scolastica, cosa che ancora non è applicata nel sistema scolastico rumeno. Un altro aspetto riguarda la modalità di apprendimento, cosa che può essere approfondita, eventualmente, in futuro, partecipando a delle lezioni. Il dirigente dell’Istituto comprensivo di Mezzolombardo e responsabi- le della delegazione, Paolo Dalvit, ha sottolineato l’importanza che i progetti di scambio con la scuola rumena arrivino a coinvolgere più insegnanti delle scuole trentine, naturalmente iniziando da quelli che hanno partecipato al viaggio. Secondo il dirigente, si dovrebbe diminuire la concorrenza tra le scuole aprendosi invece alla collaborazione. Le tappe per conoscere bacau Il viaggio ha avuto tre mete, ovvero Bacau, Iasi e Bucarest. Bacau è una provincia situata ai piedi dei monti Carpazi, nella zona di nord - est della Romania. A Bacau, dove ci si è trattenuti per tre giorni, è stato possibile visitare e conoscere una scuola elementare, una media e un liceo. In un paese vicino a Bacau, abbiamo visitato un’altra scuola elementare e media e la scuola di arte e mestieri. Abbiamo visitato anche delle aziende private, dove gli alunni svolgevano degli stage. L’accoglienza è stata sorprendente. I ragazzi della scuola, vesti- Differenze territoriali Nell’area rurale si è riscontrato un basso livello formativo, mentre nelle scuole superiori (licei) delle città si è vista un’organizzazione di tipo europeo. Il clima di parten.11 novembre 2007 21 ti con costumi tradizionali, hanno offerto pane e sale, in segno di benvenuto, e hanno rallegrato gli ospiti italiani, con dei piccoli spettacoli. La scuola sita in città, si chiama Costantin Platon, ed è gemellata con l’Istituto comprensivo di Mezzocorona. Due anni fa una delegazione di alunni ed insegnanti si è recata in Romania e l’anno scorso Mezzocorona ha ricambiato l’ospitalità. Presso la scuola Platon è stato organizzato anche un incontro cui hanno partecipato il direttore, la vicedirettrice, alcuni insegnanti e l’Ispettrice scolastica per i programmi comunitari e i rapporti internazionali della provincia di Bacau, Angela Sterpu. sono riscaldate con stufe ad olle, che vengono caricate dai corridoi attigui. Manca l’acqua potabile ed i bagni si trovano all’esterno dell’edificio, anch’essi senza acqua. Le aule, seppure grandi, davano la sensazione di vecchio, paragonabili a quelle descritte dai nostri nonni. Anche il corpo docenti è costituito per la maggior parte da persone non più giovani (apparso di età avanzata). Il laboratorio di falegnameria costruito dagli imprenditori privati e dove gli studenti svolgevano i loro stage, era realizzato però secondo standard europei, segno che qualcosa nel paese sta cambiando. Invece la scuola di arte e mestieri si presentava simile alla precedente. Scuola di arte e mestieri Gli Indirizzi tecnici luizi calugara Il paese visitato vicino a Bacau, dista dalla città 15 chilometri e si chiama Luizi Calugara. È una realtà rurale dove l’acqua non entra nelle abitazioni, ma viene raccolta da pozzi dislocati un po’ dappertutto nel centro abitato. Non esiste rete fognaria e le strade sono sconnesse. Per raggiungere una delle due sedi della scuola, la delegazione ha percorso a piedi una stradina sconnessa, piena di buche, in salita, per alcune centinaia di metri. Il piccolo pullman utilizzato per raggiungere il Paese aveva difficoltà a percorrerla. La scuola elementare e media è in fase di ristrutturazione; le aule 22 Un altro istituto scolastico visitato a Bacau, è stato il liceo tecnico delle telecomunicazioni, che è stato riconosciuto come scuola europea. Sono complessivamente 1725 gli studenti che frequentano le 4 classi del liceo, oppure i due anni di scuola professionale, o ancora la scuola post-liceale; quest’ultima, che richiede una frequenza ridotta è destinata soprattutto agli adulti. Il liceo dispone di numerosi laboratori attrezzati grazie a un finanziamento del Fondo Phare, ma i tirocini formativi si svolgono anche fuori dalla scuola, nelle aziende con cui il liceo ha attivato delle convenzioni. Al termine dei 4 anni di studio gli studenti possono conseguire la qualifica di tecnico di computer, tecnico di telecomunicazioni ed installatore di impianti elettrici, oppure di parrucchiere, estetista, stilista. Gli indirizzi di studio sono stati definiti dopo un’indagine condotta dall’agenzia del lavoro. Inoltre l’istituto va incontro alle esigenze del mondo industriale proponendo discipline opzionali per coprire le loro esigenze. Il liceo dispone anche di un convitto per gli studenti che arrivano da fuori città in cambio di un contributo che varia a seconda del reddito familiare. 11mila docenti Un’altra tappa della visita a Bacau è stata la sede dell’Ispettorato generale scolastico dove svolgono la loro attività gli ispettori responsabili per ogni materia, due vice ispettori e l’ispettore generale. L’ispettorato gestisce l’attività degli 11mila insegnanti presenti in 1180 istituti scolasti di tutta la provincia di Bacau frequentati da 120 mila studenti, che colloca la provincia al quarto posto a livello nazionale. Presso l’ispettorato è presente il palazzo del bambino dove vengono proposte in modo gratuito attività extrascolastiche ludico/ricreative e sportive ai ragazzi più dotati (canto, pittura, scultura, ginnastica, arti marziali). L’ispettore generale, così come l’ispettrice Angela Sterpu, hanno espresso il desiderio di una collaborazione con la provincia di Trento nell’ambito del progetto Comenius; la scadenza del bando per potervi aderire è fissata al primo febbraio del 2008. La collaborazione riguarda in particolare lo scambio di esperienza relativo al management scolastico a livello dei dirigenti ed ispettori scolastici e interventi per migliorare la didattica. Liceo, inglese e francese iasi Iasi è stata la seconda meta del viaggio iniziato con la visita presn.11 novembre 2007 so il liceo economico, accompagnati dall’ispettore scolastico responsabile dei rapporti comunitari della Provincia di Iasi. Gli studenti che scelgono di frequentare questo liceo possono optare per uno dei tre indirizzi proposti a seguito di un’analisi delle esigenze del mercato del lavoro. Il primo è economico, ed ha lo scopo di preparare persone per le aziende; il secondo contabile e il terzo amministrativo, prepara personale impiegato per la segreteria; acquisti, marketing e distribuzione. L’ora di lezione è di 50 minuti e l’orario settimanale di 33 ore. Le attività pratiche, conforme il modello austriaco, prevedono in media 40 ore di laboratorio e 200 nelle aziende. Le lezioni si svolgono dal lunedì al venerdì, la pratica si effettua il sabato e le attività extrascolastiche il pomeriggio. Le lingue straniere studiate sono l’inglese e il francese per 2 ore settimanali. Tra le discipline principali ricordiamo matematica, cultura generale, rumeno, storia, psicologia, logica, filosofia, lingue. Atmosfera europea Un secondo liceo esplorato a Iasi è stato il liceo linguistico “Mihai Eminescu” dove si respirava un’atmosfera europea. Il liceo ha ricevuto il premio qualità programmi europei e ha sviluppato gemellaggi con altri istituti scolastici di Francia, Olanda, Svizzera, Danimarca. Proprio nell’ambito dei licei, la direzione dell’ispettorato generale scolastico, attraverso l’ispettore scolastico per i rapporti comunitari, Radu Lupuleasa, ha manifestato il desiderio di intraprendere con la Provincia di Trento varie relazioni e progetti ancora da definire. Ultima sosta, a Iasi, è stata presso la facoltà di psicologia dell’Università “Al.I.Cuza”, che è stata, tra l’altro, la prima ad essere aperta a Iasi, nel 1860. Dall’incontro con i rappresentanti della facoltà è emerso che gli studenti che frequentano il corso di laurea n.11 novembre 2007 di tre anni, o i 9 programmi di master di due anni, o il dottorato, che è di tre anni, sono 3500. La facoltà di psicologia è attestata come centro di formazione dal Centro nazionale di formazione. Una carenza sottolineata è quella della vicinanza tra l’università e il mercato del lavoro che sta evolvendo sempre più e presenta nuove esigenze. Per quanto riguarda la formazione dei docenti, si è stabilito che senza la partecipazione, ogni 5 anni a 300 ore di corsi di formazione, un’insegnante può perdere la possibilità di insegnare. Diventare insegnante, come? Ma per diventare insegnante quale iter si segue? Una volta finita l’università, una persona ha tempo due anni per sostenere l’esame di abilitazione per diventare insegnante di ruolo. Poi ha la possibilità di sostenere altri esami per ottenere il secondo e il primo grado come insegnante. La differenza tra i tre status consiste non solo nel grado di formazione ma anche nella retribuzione economica, fattore che spinge tanti insegnanti ad abbandonare i loro posti e ad emigrare all’estero. Dalle ultime statistiche risulta che negli ultimi anni 200 insegnanti, su 12 mila, hanno lasciato la provincia di Iasi e sono andati a lavorare in altri paesi come l’Italia. A Bucarest, capitale della Roma- nia la delegazione ha conosciuto la dirigente, Tina Savoi e alcuni alunni della scuola italiana “Aldo Moro” fondata nel 1979 soprattutto per i figli di immigrati italiani che soggiornavano per motivi di lavoro. Attualmente la scuola è frequentata da 80 ragazzi di cui il 20% è di nazionalità rumena. Le eccellenze Durante la visita l’insegnante Nichita, rettore presso l’Università di Bucarest, ha illustrato alla delegazione la Struttura dell’ insegnamento universitario rumeno. Sono 100mila gli studenti che frequentano le Università di Bucarest organizzate secondo il modello francese. Le sue università godono di un prestigio nazionale ed internazionale considerevole. Le lauree ricevute dall’università di Bucarest sono riconosciute nella maggior parte dei paesi, le sue oltre 15 facoltà sono molto frequentate da studenti provenienti da tutta la Romania e con una buona presenza di studenti stranieri. Dagli atenei romeni si esce con una preparazione impeccabile, specie nei settori matematici e informatici. Esiste un campionato mondiale dei licei per sfidarsi sui temi di matematica e informatica, la Romania è quasi sempre al primo posto assoluto. Maria Magdalena Luca Rumena, giornalista pubblicista e collaboratrice del centro Cinformi 23 Calendario e orari sistema scuola ISTRUZIONE Struttura, percorsi, programmi Insegnamento generale, questa l’articolazione del corso di studi: Materna: 4 anni - dai 3 ai 7 anni Elementari: 4 anni - dai 7 agli 11 anni Medie: 4 anni - dagli 11 ai 15 anni Superiori: 4 anni - età prevista dai 15 ai 19 anni Finanziamenti L’educazione nella scuola pubblica è gratuita, in quanto per la maggior parte finanziata dal bilancio dello Stato e da quelli locali. Non sono esclusi finanziamento provenienti da enti economici privati. Inoltre sono previste borse di studio erogate da privati o da altre fonti legali. Lo Stato fornisce il materiale di supporto per le attività scolastiche, specialmente agli studenti con ottimi risultati. L’educazione privata, autonoma, esiste ai vari livelli; i programmi di studio sono simili a quelli dell’educazione pubblica e sono approvati dal Ministero dell’educazione. Scuola dell’obbligo La legge sull’educazione, varata il 25 Luglio 1995, stabilisce che l’educazione obbligatoria si struttura in otto anni, così suddivisi: quattro anni di scuola elementare (classi I-IV) e quattro di scuola media (classi V-VIII). I bambini che compiono 7 anni prima della fine dell’anno solare, sono iscritti al primo anno. Quelli che ne compiono 6 all’inizio dell’anno scolastico, possono, su richiesta dei loro genitori, essere iscritti al primo anno. Il Ministero dell’educazione può approvare la formazione di classi per quei bambini che, per diversi motivi, non abbiano terminato i primi quattro anni di educazione obbligatoria all’età di 14 anni. L’obbligo è esteso fino al sedicesimo anno di età. In casi eccezionali, l’insegnamento può essere svolto di sera o a distanza. 24 L’anno scolastico dura 175 giorni, dal 15 Settembre al 15 Giugno ed è suddiviso in tre trimestri. Sono previsti tre periodi di vacanza: invernale, primaverile ed estivo. Le ore di insegnamento alla settimana sono 22 nel primo anno di scuola elementare, 25 nel secondo e nel terzo, 26 nel quarto. Sono invece 30 nel primo anno di scuola media; 31 nel secondo, 33 nel terzo e 34 nel quarto. Programmi e organizzazione scolastica I programmi scolastici sono stabiliti a livello centrale e prevedono un equilibrio fra le materie obbligatorie, opzionali e facoltative. Negli otto anni di scuola obbligatoria, gli alunni studiano lingua e letteratura rumena, matematica, storia rumena, geografia rumena, fisica, chimica, biologia, anatomia, disegno, educazione fisica, religione, educazione musicale, latino, lingua straniera e informatica. Alle elementari, il 73,5% delle discipline è insegnato nella madre lingua degli studenti, mentre alle medie la percentuale passa al 75,4% e alle superiori oscilla fra il 60,2 e l’82,8 %, in base all’indirizzo prescelto. È previsto un programma speciale nelle scuole in cui l’insegnamento avviene nella lingua delle minoranze nazionali, anche se lingua e letteratura rumena è una materia presente in tutti i livelli, forme e tipi di scuola esistenti in Romania. Della prima lingua straniera sono programmate due lezioni alla settimana alle elementari, a partire dalla seconda. La religione è una materia obbligatoria per il ciclo elementare, mentre è facoltativa nella scuola media. Valutazione Al termine della scuola media gli studenti sono sottoposti a un esame in lingua e letteratura rumena, matematica, storia e geografia. Gli studenti appartenenti a minoranze nazionali che hanno frequentato la scuola nella loro madre lingua, devono sostenere anche un esame nella rispettiva lingua e letteratura. Se lo studente non supera l’esame, può ridarlo in un’altra sessione. Gli studenti che superano l’esame ricevono un certificato di “capacità”. Esami finali (maturità): lingua rumena, lingua straniera, 3 esami a seconda dell’indirizzo della scuola (complessivamente 5 esami). Su richiesta degli studenti vengono fatti anche esami nella lingua materna, ungherese, tedesca, russa. Terza lingua opzionale (per l’italiano mancano insegnanti). La valutazione è data su scala da 1 a 10. Valutazione delle scuole Autovalutazione del Dirigente scolastico e del consiglio di amministrazione che decide anche i criteri di valutazione degli insegnanti. Una volta al mese è organizzato un incontro per valutazione, pianificazione e scelta del materiale. n.11 novembre 2007 La formazione degli insegnanti Della formazione degli insegnanti si occupa la Casa degli insegnanti di ogni provincia. A livello nazionale esiste il Centro nazionale di formazione del personale docente del sistema scolastico non universitario. La certificazione dei programmi di formazione è di due tipi: certificato di competenze del personale didattico per i corsi di formazione finalizzate con l’accumulazione di 90 crediti professionali trasferibili; attestato di formazione continua per i corsi/tirocini con l’accumulazione fino a 60 crediti trasferibili. Partecipazione genitori Ogni classe ha un coordinatore che deve organizzare almeno un incontro a semestre, c’è un Comitato genitori ed un Consiglio di classe. Intervengono nella gestione amministrativa e nella programmazione extra scolastica. Lingue straniere Sin dal primo anno viene insegnata una lingua straniera a pagamento (inglese o francese): 1 ora alla settimana in prima e seconda classe, 2 ore alla settimana dalla terza classe. La seconda lingua invece a partire dalla quinta classe (1^ ginnasio). graduatoria tenendo presente la media dei voti ottenuti al liceo), altre mediante esame.Non ci sono problemi per l’ammissione quanto più per il mantenimento dello studente all’università ( affitti alti, borse di studio basse ecc.). Centomila gli studenti che frequentano le Università di Bucarest organizzate secondo il modello francese. L’università di Bucarest ha corsi di sociologia, filosofia, giurisprudenza, geografia – scienza della terra, matematica teorica, informatica, storia, chimica e fisica nucleare. Storia e filosofia, scienze delle comunicazioni e giornalismo. Medicina, farmacia (insegnanti formati alla Sorbona). Accademia studi economici – ASE diploma in lingua straniera (francese e inglese). Sistema scolastico centrale Il consiglio nazionale scolastico per curricolo stabilisce i programmi nazionali. L’autonomia sarà possibile a partire dal 2008, quando le province potranno essere più libere anche finanziariamente. Le scuole da un punto di vista organizzativo dipendono dall’Ispettorato scolastico, per l’amministrazione e la logistica dipendono dal Comune. È presente anche la figura dell’ispettore scolastico, in particolare, nella provincia di Bacau, c’è un ispettore per la scuola materna, due per la scuola primaria, uno per le risorse umane, uno per la formazione continua, tre per il management, uno per i programmi comunitari ed i rapporti internazionali ed uno per ogni disciplina. Il loro compito è offrire consigli, si occupano della pianificazione scolastica materna primaria, ginnasio e liceo, verificano i programmi. Programmi ministeriali I programmi risalgono al 2000, l’ultimo relativo alla scuola primaria al 2005. Vengono proposti tre libri/manuali per ogni livello. Progetti Il decalogo del dirigente efficiente Nelle scuole sono presenti psicologi ed insegnanti di sostegno, che affiancano i bambini con problemi. Fino a poco tempo fa venivano inseriti in scuole speciali . A Bacau ci sono 2 scuole speciali – una di esse ha un progetto Comenius in atto con il comune di Bari e con comuni della Spagna e del Portogallo. Alcuni istituti scolastici partecipano a programmi comunitari quali Erasmus, Comenius, Leonardo – alcuni alunni delle scuole di Bacau hanno potuto effettuare dei tirocini in Italia nell’ambito della gastronomia (cucina) e delle telecomunicazioni. 1. Ricordati che la scuola significa persone e non immobili 2. Mostrati manager e non amministratore di anime 3. Anticipa il futuro e non lasciarti sorpreso di esso 4. Sii comprensivo con le idee altrui. Possibile che abbiano ragione 5. Esercitati per una critica costruttiva 6. Pensa a più soluzioni per risolvere un problema, non limitartene ad una sola 7. Porta a buon fine ogni idea 8. Essere attivo può andare bene, essere creativo è ancora meglio 9. Approfitta della tua esperienza per raccoglierne altre nuove 10.Scegli come modelli le persone creative Università Il 75% degli studenti diplomati prosegue il ciclo scolastico iscrivendosi all’Università. Ogni università ha propri criteri di accesso: alcune tramite iscrizione (in caso di superamento dei posti disponibili viene stilata una n.11 novembre 2007 25 la riflessione IN EUROPA Un processo che non è indolore Il sistema di istruzione e di formazione trentino è partecipe di un processo di cambiamento più generale, nazionale e continentale europeo, che nasce da una esigenza strutturale di adeguare la formazione della forza lavoro ai nuovi target imposti dalla concorrenza internazionale, asiatica in particolare. Fare i conti con tradizioni culturali e didattiche radicate Non è un processo indolore, né facilmente governabile, perché va ad incidere su tradizioni culturali e didattiche radicate, su modalità organizzative e sistemi valoriali impliciti che condizionano e orientano la prassi concreta nell’ambiente scolastico. Non si può neppure pensare che un tale cambiamento sia il frutto di alcuni ukase emanati da un centro direttivo, per quanto attrezzato sotto il profilo metodologico e organizzativo possa essere. I paesi che hanno avviato una riflessione critica volta al rinnovamento dei propri presupposti operativi nella vita scolastica e nei suoi obiettivi, hanno potuto verificare delle significative modificazioni solo a distanza di decenni e a seguito di un sistematico confronto con le principali componenti attive del sistema formativo e con gli stakeholder di cui si è riconosciuta una cointeressenza. Sguardo altrove necessario Se partiamo dal presupposto che siamo parte di un processo convergente più ampio, nasce spontanea l’esigenza di avviare momenti di confronto con altri sistemi formativi, a prescindere dal loro grado di sviluppo e dal livello medio 26 conseguito. Ogni paese è portatore di una cultura formativa e di organizzazione del processo di apprendimento che rappresenta un importante tassello nella diversità e varietà dei sistemi nazionali che vanno a comporre la pluralità etnico linguistica e culturale europea. Il Dipartimento Istruzione della Provincia autonoma di Trento ha opportunamente attivato una serie di iniziative volte a permettere al personale della scuola, docenti e dirigenti, un confronto con i diversi sistemi formativi esteri. Sono state organizzate delle uscite in diversi paesi europei con la finalità di osservare, di volta in volta, aspetti specifici della pratica didattica e valutativa presenti nelle diverse realtà nazionali. Lo scopo è di far conoscere cosa succede in alcune distinte realtà nazionali, ma anche di allacciare contatti che possano essere fertili e fecondi nell’ottica di uno scambio duraturo e bilaterale. Romania: nazione in forte sviluppo Il recente viaggio in Romania, compiuto da un gruppo di docenti e dirigenti, degli Istituti comprensivi e di Istruzione secondaria della provincia di Trento, si colloca in questo ambito. Esso ha permesso di conoscere una realtà differenziata ed espressione di una nazione in forte svi- luppo, nella quale si manifestano tensioni tra un mondo rurale atavico e arretrato e alcune realtà urbane fortemente orientate all’internazionalizzazione. Il sistema formativo riflette pienamente questa divaricazione e la delegazione trentina ha potuto osservare la profonda differenza, didattica e nelle aspirazioni formative, tra le due situazioni. Progetto a tre: Romania, Trentino, terzo partner Probabilmente l’esito più significativo emerso da questa esperienza è rappresentato dalla decisione di avviare un progetto di confronto, attuato dai docenti, tra una scuola rumena, un terzo partner europeo da individuare e un gruppo di istituti, comprensivi e di istruzione, trentini, su un tema di estrema attualità: la revisione curricolare verticale, dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado. Si intende lavorare su alcune discipline, precisamente la matematica, le lingue straniere, l’educazione motoria, per elaborare un curricolo che nella sua unità soddisfi un’esigenza di completezza rispetto agli step successivi, nei diversi ordini e livelli scolastici. Il confronto previsto tra i diversi sistemi scolastici dovrebbe permettere una riflessione sulla pratica didattica e sulle modalità di attuazione di un cambiamento che rafforzi la pregnanza formativa del sistema formativo nel suo insieme. Paolo Dalvit Dirigente scolastico Istituto Comprensivo Mezzolombardo n.11 novembre 2007 il diario GIORNO PER GIORNO Appunti di viaggio e qualche pensiero Lunedì 8 ottobre 2007 Bacau Dopo la cena, si è organizzato un incontro di preparazione e definizione del programma. Su proposta del Dirigente scolastico Paolo Dalvit si delineano gli argomenti principali da approfondire e chiarire in occasione della visita alla scuola di Bacau e Luizii Calugara prevista per il giorno seguente. Emergono aspetti quali: - le modalità di apprendimento; - gli aspetti organizzativi; - il curricolo; - la divisioni in classi; - le attività opzionali; - il modello di autonomia della scuola. Martedì 9 ottobre 2007 Scuola Costantin Platon - Bacau La delegazione è stata ricevuta da due ragazzi con costume della tradizione locale, che offrivano pane e sale in segno di benvenuto. Presenti anche il Direttore della scuola ed insegnante di biologia (in Romania il direttore della scuola continua ad insegnare e viene eletto dai colleghi insegnanti ogni quattro anni tra gli insegnanti medesimi), alcuni docenti e l’Ispettrice scolastica per i programmi comunitari e rapporti internazionali della provincia di Bacau, Angela Sterpu¸ che per l’occasione ha ribadito più volte l’interesse a proseguire i contatti con la nostra Provincia autonoma e le scuole trentine per la presentazione di progetti all’Unione Europea. Va ricordato che la scuola Costantin Platon è gemellata con l’IC di Mezzocorona: due anni fa una delegan.11 novembre 2007 zione di alunni ed insegnanti si è recata in Romania e l’anno scorso Mezzocorona ha ricambiato l’ospitalità. Nella mattinata si è visitato l’istituto: le aule, la palestra , la biblioteca, mentre nel pomeriggio ha avuto luogo un incontro durante il quale è stato illustrato nel dettaglio il sistema scolastico rumeno. Scuola “Costantin Platon “ - Bacau La scuola è frequentata da 698 alunni, 46 insegnanti di cui 4 alla materna, 13 al I° ciclo, 29 II° ciclo di cui 26 di primo grado (avanzato), 20 secondo livello e 9 con l’abilitazione. Materna - 4 classi (80 bambini) I ciclo - 3 classi prime e seconde, 4 classi terze e 3 classi quarte II ciclo - 4 classi quinte e seste, 3 classi settime e ottave La scuola si presenta ristrutturata, confortevole e ben organizzata. Istituto di arte e mestieri Luizii Calugara - Bacau La delegazione ha potuto visitare un istituto scolastico di arte e mestieri di Luizii Calugara, a 15 km da Bacau. Una realtà rurale (vd. pag 21-23), dove il direttore, alcuni docenti ed un gruppo di ragazzi vestiti con costumi tradizionali ha accolto la delegazione offrendo pane e sale in segno di benvenuto, proponendo poi un piccolo spettacolo realizzato in collaborazione con l’insegnante di musica. Dopo la scuola si è visitato un laboratorio di falegnameria o meglio un’ azienda privata che accoglie gli studenti della scuola professionale per stage di formazione. Successivamente la delegazione ha visitato un altro plesso scolastico anch’esso in via di ristrutturazione e nuova realizzazione (nuova sezione grazie a fondi europei). Anche in questo caso ci è stato offerto del pane e sale da un gruppo di ragazzini in costume che aspettavano all’esterno della scuola e si è visitato l’edifico, simile a quello appena visto nella precedente scuola. Nel finire della visita due alunne vincitrici di premi nazionali hanno proposto uno spettacolo di canzoni pop ed un gruppo di piccole stiliste ha sfilato con gli abiti realizzati da loro. Purtroppo il poco tempo non ci ha permesso di parlare in modo così approfondito come fatto a Bacau con gli insegnati, ma gli stessi ci hanno donato un DVD, dove è possibile visionare tutte le attività didattiche ricreative ed extra scolastiche offerte dalla scuola. Mercoledì 10 ottobre 2007 Colegiul economic adminisrativ - Iasi Ad attendere la delegazione la direttrice, l’ispettore ai progetti comunitari e relazioni internazionali della 27 sovrintendenza scolastica di Iasi ed alcuni insegnanti. L’incontro si è svolto nell’aula insegnanti. L’Istituto è così organizzato: 892 alunni, 57 insegnanti, 17 del personale ausiliario. Tre gli indirizzi di studio: economico, amministrativo, acquisti. Ore di lezione: 33 ore da 50 minuti. Insegnanti: 18 ore settimanali di lezione - 40 ore settimanali complessive di presenza (preparazione lezioni, progetti, formazione). Le attività pratiche nella scuola sono seguite da stage nelle aziende per gli studenti, al primo anno 40 ore di laboratorio e 200 in azienda, al secondo 150 ore in azienda. Le lezioni si svolgono dal lunedì al venerdì, le attività pratiche si effettuano al sabato, le extrascolastiche nel pomeriggio. Lingue: inglese e francese 2 ore settimanali; matematica, cultura generale, rumeno, storia, psicologia, logica, filosofia, lingue le discipline principali. Liceo linguistico “Mihai Eminescu “ - Iasi Anche durante questa visita la delegazione è stata accolta dalla direttrice della scuola e da alcuni insegnanti, interessati a raccontarci l’organizzazione interna del Liceo. 1000 studenti, 4 classi per ogni anno nella scuola primaria, 16 classi al ginnasio e 24 classi di liceo. Lingue straniere: inglese e francese ( la lingua italiana non è prevista negli insegnamenti). Numerose le attività in atto: momenti di dialogo tra studenti e insegnanti, permettono ai ragazzi di poter esprimere il proprio pensiero e le proprie idee; ma anche attività di gruppi di teatro francese, coro, realizzazione di una rivista scolastica. Interessante ci è sembrato il Premio qualità per programmi europei, che vede gemellaggi con Francia, Olanda, Svizzera e Danimarca. Anche in questa realtà scolastica le lezioni si svolgono al mattino, con le attività extrascolastiche al pomeriggio, se è necessario sono previste anche nelle giornate di sabato e domenica. Facoltà di psicologia e scienza dell’educazione “Al. I. Cuza” - Iasi La facoltà di psicologia e Scienza dell’educazione è stata la prima ad essere stata aperta in Romania nel 1860; siamo stati accolti da una delegazione di 5 docenti, il direttore Costantin Cucos – Head of Department of Teachers Training ha illustrato l’organizzazione interna. 3500 gli studenti iscritti, 9 percorsi di Master, 110 gli studi di dottorato. L’Università ha la durata di 3 anni (laurea breve), il master ha la durata di 2 anni, 3 anni per i dottorati. 28 Sembra che la formazione iniziale dei docenti sia attraverso gli studi, ma l’università non prepara all’insegnamento, la selezione del personale docente non tiene conto delle specificità. Investire sui docenti Ma vi è la volontà di investire su questo settore, con il prossimo anno vi sarà un nuovo sistema: 1° livello – 2° livello di Master sulle nuove discipline di Scienza dell’ educazione ed uno stage consistente sulle aree curricolari. Lo stage si svolge nelle scuole di applicazione e nell’ispettorato scolastico, per 3 ore alla settimana. Il 10% del curricolo è dedicato a programmi psicopedagogici e metodologici. Il Ministero dell’ Istruzione ha deciso per 6 discipline: psicologia dell’educazione; psicologia divisa in 4 aree: fondamenti dell’educazione – teoria metodologica curricolare – teoria metodologica dell’istruzione e teoria metodologica della valutazione; Didattica e disciplina delle materie disciplinari; Pratica pedagogica e stage; Istruzione assistente dell’ordinatore; Percorsi a scelta di Educazione interculturale, Management della classe, Sociologia dell’educazione. Formazione docenti e assunzioni L’università è stata attestata come Centro nazionale per la formazione, risulta essere in competizione con altri istituti. Il percorso prevede 3 moduli di 100 ore di lezione, ogni modulo riceve 30 crediti: • 1° modulo: strutturazione curricolo, valutazione e teoria dell’istruzione • 2° modulo: comunicazione, didattica • 3° modulo: introduzione nuove tecnologie, scienze dell’educazione e informatica Ogni insegnante è obbligato a fare questo tipo di formazione ogni 5 anni (300 ore), pena l’impossibilità di continuare ad insegnare. Vi è la progettazione sperimentale, a livello nazionale, di attivare concorsi a livello dei singoli istituti scolastici. Le proposte Durante la discussione il direttore ha illustrato anche n.11 novembre 2007 le proposte che sono al vaglio del Ministero dell’istruzione della Romania. Tra i diversi impegni risulta importante un’opera di decentralizzazione, di maggiore autonomia degli Istituti, importante anche l’assunzione del personale docente con modalità di stage per 2 anni oppure, se già in possesso di un attestato, potrebbe essere abilitato come insegnante. Si pensa anche a percorsi di tipo post liceale, di specializzazioni presso ispettorati scolastici. L’alta formazione è gestita solo da scuole private. Il tasso di disoccupazione della Provincia di Iasi è del 7,5%. Duecento insegnanti su 12mila lasciano la scuola per trasferirsi in Europa, sia verso l’Italia che per alti paesi. L’Università ha l’obiettivo di avvicinarsi il più possibile al mondo del lavoro ma non sempre si arriva ad adeguare il sistema al mondo del lavoro. Giovedì 11 ottobre 2007 Ispettorato Scolastico - Bacau La delegazione è accolta da una rappresentanza con l’ispettore capo e dall’ Ispettrice scolastica per i programmi comunitari e rapporti internazionali della provincia di Bacau, Angela Sterpu. Struttura dell’ispettorato: un ispettore e due viceispettori, l’ispettore è un insegnante di matematica. Presso l’ispettorato è presente il Palazzo del bambino (in ogni città ce ne è almeno uno) dove vengono proposte attività ludico/ricreative e sportive ai ragazzi più dotati (canto, pittura, scultura, ginnastica, arti marziali) tutto gratuitamente. Istituti scolastici a Bacau: Scuola d’Arte, dalla prima elementare fino alla maturità: musica, pittura, scultura, disegno, architettura, coreografie. Due i licei sportivi: uno sul calcio ed uno sulla ginnastica. Insegnanti provincia Bacau: 11mila docenti, 1.180 istituti scolastici, 120mila studenti. Sono previste scuole private: materne ed elementari. Prospettive di collaborazione Durante l’incontro sono emerse interessanti proposte di possibili contatti e percorsi, l’ispettore capo, ed anche l’ispettrice, si augurano una collaborazione con la nostra Provincia Autonoma di Trento, ricordando la n.11 novembre 2007 scadenza del bando Comenius il prossimo primo febbraio, suggeriscono una collaborazione su: • Scambio di esperienze • Management scolastico a livello di dirigenti ed ispettori • Interventi per migliorare la didattica. Si propone un incontro a Trento per la preparazione di un progetto da presentare a Bruxelles nel mese di novembre, approfittando del progetto Leonardo. La scadenza per i progetti Comenius è prevista quindi per il 1 febbraio 2008. Il dirigente Paolo Dalvit propone la sottoscrizione di una lettera di intenti tra le due Province. Anche l’ispettrice capo di Iasi, che per problemi di tempo e ritardo del nostro pullman, non abbiamo potuto incontrare, ci ha fatto pervenire, attraverso il suo collaboratore, che ci ha accompagnato per l’intera mattinata a Iasi, che gradirebbe intraprendere con la nostra Provincia relazioni e progetti con Licei (scuole secondarie di secondo grado). Liceo tecnico delle telecomunicazioni - Bacau Il Liceo è attivo dal 2005, 1725 gli studenti frequentanti, 100 gli insegnanti, 12 il personale ausiliario. La durata è di 4 anni, ogni anno ha 9 classi. È possibile anche frequentare 2 anni di scuola professionale (arti e mestieri), per passare al Liceo, in più un anno complementare, segue poi il ciclo superiore 4/5 (13-14 classe) che coincidono con il 3-4 anno di liceo normale. La scuola attua due turni: mattino e pomeriggio. La Scuola professionale dura 3 anni. Scuola post liceo - adulti di specializzazione: attualmente 7 classi (la frequenza ridotta è rivolta agli adulti). Il collegio tecnico ha 5 edifici: due edifici con aule e laboratori, un alloggio studenti ( l’ultimo piano è affittato agli adulti ed è un’entrata per la scuola), una mensa con 200 posti per ogni turno e una palestra ristrutturata con fondi del comune. Diciassette i laboratori di specializzazione; numerosi gli Uffici speciali per l’area curricolare: per la persona, la società, per la lingua e la comunicazione (4 aule di informatica, una di fisica, una di chimica ed una di biologia) Ogni area curricolare ha a disposizione un ufficio di risorse dove gli insegnanti si possono preparare per le attività specifiche. Riconoscimento europeo Parlando con i referenti della scuola si è scoperto che attraverso un progetto Phare (dell’Unione Europea) hanno potuto ristrutturare parte degli edifici, acquistare attrezzature per i laboratori e, relativamente alla formazione degli insegnanti, attuare un percorso formativo della durata di 4 anni. 29 La scuola ha avuto il riconoscimento di scuola Europea, riconoscimento ottenuto solo da altre 49 scuole del paese. Dopo i 4 anni di studio gli studenti possono lavorare come tecnico di computer, tecnico di telecomunicazioni ed installatore di impianti elettrici. Un’altra strada progressiva prevede 2 anni professionali, un anno di rete e telecomunicazioni e due anni finali di tecnico ed elettrotecnico. Sono previste comunque altre qualifiche come estetica ed igiene del corpo umano, al fine di diventare parrucchiere, estetista, stilista. Mondo del lavoro e risorse A seguito di un indagine condotta dall’agenzia del lavoro l’istituto ha proposto nuove specializzazioni sulle nuove tecnologie, formando il corpo docenti e cercando aziende dove poter svolgere tirocini formativi. Inoltre l’istituto va incontro alle esigenze del mondo industriale proponendo discipline opzionali per coprire le diverse esigenze. Solitamente la classe viene divisa in due: una parte resta presso la sede del Collegio lavorando in laboratorio per imparare il mestiere, l’altra parte si sposta presso la sede dell’azienda dove mette in pratica quanto imparato. In tutto 4 settimane all’anno di formazione esterna. Un giorno alla settimana gli studenti svolgono attività pratiche dentro la scuola. L’alloggio viene dato su richiesta dello studente, seguendo criteri specifici ( es. il reddito). Per gli studenti adulti che lavorano vengono considerati anche l’atteggiamento, il comportamento nel condominio (questo il nome utilizzato per il convitto). Ogni stanza ospita 6 studenti ed è dotata di internet, TV, bagno. Per la gestione è presente un amministratore, un educatore ed un sorvegliante notte e giorno. Risorse finanziarie del liceo: affitto degli alloggi per gli adulti, utilizzo della palestra, utilizzo della mensa per feste, matrimoni ecc. Venerdì 12 ottobre 2007 Scuola Italiana “Aldo Moro”- Bucarest La Scuola Italiana “Aldo Moro”di Bucarest è stata fondata nel 1979. Le lezioni sono tutta la settimana dal lunedì al venerdì, per cinque ore al mattino e due rientri settimanali. E’ una scuola paritaria, quindi riconosciuta dallo stato italiano ed in via di riconoscimento per lo stato della Romania. L’immobile è di proprietà dello stato rumeno al quale viene pagato un affitto. Le entrate per sostenere le spese derivano da una quota fornita dallo stato italiano, dalle rette delle stesse famiglie degli studenti, da donazioni (ad esempio l’am30 basciata italiana ha acquistato i banchi). Gli alunni iscritti sono 50 nella scuola primaria, 20 per la scuola secondaria di primo grado e 9 per il Liceo (privato). L’istituto italiano di cultura vigila sui programmi. Riflessioni e percorsi La scuola della Romania riflette la società rumena, le scuole rurali sono sembrate ad un livello più basso rispetto a quelle dei grossi centri. I Licei sono sembrati invece di un ottimo livello con infrastrutture e gestione assolutamente alla pari se non oltre quella europea. Nei licei si sono notati insegnanti piuttosto giovani, mediamente sotto i 40 anni. Dalle riflessioni sono emerse queste possibili tematiche di analisi: • Autonomia scolastica: conoscendone la difficoltà dell’avvio è possibile scambiare buone pratiche…; • Modalità di apprendimento; • Partecipare ad una lezione-tipo per conoscerne le modalità di insegnamento oltre che il livello. In campo scientifico i rumeni sembrano più preparati e durante la visita questa attività è mancata; • Aspetti organizzativi del mondo scolastico rumeno; • Conoscenza dei programmi; • Curricoli e attività opzionali; • Formazione trasversale: inserire dei momenti didattici curricolari che non sono collegati ad una disciplina ma che hanno una valenza trasversale; • L’influenza della scuola nella società: la scuola rumena è così rigida (abbigliamento, alunni in fila) ma la società non è così; • Apprendimento delle lingue: i rumeni ne sono avvantaggiati, potrebbe essere una questione di metodo? Dolores Gervasi n.11 novembre 2007 EUROPA.SCUOLA il progetto IN RETE Indagine europea sulle risorse didattiche “European Resources Manager of School Cities”, questo il titolo del progetto comunitario a cui la Provincia autonoma di Trento ha recentemente aderito, accogliendo l’invito dell’ Istituto Municipale di Educazione di Barcellona. Un’importante iniziativa co-finanziata dall’Unione europea nell’ambito del programma comunitario Socrate, ed in particolare nel contesto dell’azione Minerva, che vede l’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) a sostegno e sviluppo dell’istruzione aperta e a distanza. Obiettivo e realtà coinvolte Il progetto lancia una sfida interessante, individuare e far conoscere le risorse didattiche disponibili sul territorio, in funzione dei bisogni di approfondimento delle scuole. Strumento privilegiato, l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, diverse le realtà amministrative d’Europa coinvolte: il Comune di Sabadell (Spagna), il Comune di Gijón (Spagna), il Consorzio Gioventù Digitale di Roma, il Rotterdam City Council (Paesi Bassi), il Santa Maria de Feira City Council (Portogallo), il Copenhagen City Council (Center of informatik) (Danimarca), l’European Information Centre – Veliko Turnovo (Bulgaria), l’intero coordinamento a cura dell’Institut Municipal d’Educació de Barcelona (Leader Partner-capofila del progetto). Sviluppo della Provincia autonoma di Trento, in stretta collaborazione con il Servizio Rapporti Comunitari e Sviluppo locale. Le prime iniziative… Un primo incontro ha visto la partecipazione di tutti i partner, provenienti dalle diverse città europee coinvolte, a Barcellona, nello scorso mese di febbraio. Si sono individuate nel dettaglio le attività di competenza di ciascuna realtà. Compito del Dipartimento Istruzione, ma anche di alcuni dei partner, attivare una ricerca sulle risorse culturali/educative presenti sul territorio. Da subito quindi sono stati somministrati questionari a risposta aperta agli insegnanti delle scuole e ad alcuni referenti degli enti; la finalità era proprio quella di conoscere meglio il panorama dell’offerta di risorse educative del nostro territorio. A chi è diretto? …e i primi risultati I risultati ed il materiale di quanto raccolto ed elaborato saranno a disposizione di beneficiari, diretti ed indiretti, quali centri educativi territoriali, istituzioni civiche, associazioni locali e mondo delle istituzioni scolastiche e formative. Nella nostra realtà provinciale il progetto è gestito dal Dipartimento Istruzione – Servizio Innovazione e I risultati dell’analisi hanno messo in luce la presenza di un’ampia gamma di risorse didattico e culturali, che trovano la propria fonte nei musei e nei patrimoni culturali degli enti, ma anche nelle scuole e negli istituti. Il portale stesso della scuola trentina Vivoscuola (www.vivoscuola. it) ma anche la nostra rivista forniscono un importante contributo n.11 novembre 2007 alla divulgazione dell’esistente. Rispetto alle tre tematiche trattate dai questionari: Heritage (Patrimonio culturale), Environmental Education (Educazione all’ambiente) e Cultural diversity (Diversità culturale) si è rilevato: • nell’ambito del patrimonio culturale, un utilizzo più intenso di risorse artistiche, documentaristiche, storiografiche ed iconiche rispetto a tradizioni a trasmissione orale oppure rispetto all’ambito linguistico; • una forte esigenza di affrontare la tematica TIC all’interno delle risorse educative “new city”, le stesse risultano essere usufruibili a costi molto contenuti, nonché tali da coprire l’intero fabbisogno educativo con un numero congruo di proposte per ogni area tematica. Gli insegnanti segnalano anche un miglior utilizzo delle risorse già esistenti. Anche un portale L’ente capofila sta provvedendo all’elaborazione e alla classificazione dei dati inoltrati da tutti i partner del progetto. Il materiale e le informazioni confluiranno in un portale, che darà la possibilità di conoscere e quindi consultare l’offerta di risorse educative e culturali disponibili in tutte le realtà amministrative coinvolte. Strategico il prossimo incontro, nella seconda metà di novembre, per discutere le caratteristiche generali e di contenuto proprio di questo nuovo strumento. (D.C.) 31 DALLE SCUOLE Istituto “M. Martini” Mezzolombardo IN SCENA Teatro d’autore a scuola Nei giorni 3, 4 e 5 maggio 2007 presso il teatro “san Pietro” di Mezzolombardo si è svolta la rassegna di teatro scolastico Una sera a teatro organizzata dall’Istituto di Istruzione Martini di Mezzolombardo. L’iniziativa è il frutto di un percorso didattico sul teatro d’autore di tre scuole superiori che hanno affrontato il lavoro di lettura e drammatizzazione di alcuni testi teatrali per cimentarsi poi come attori superando le paure del palcoscenico con grande disinvoltura e riuscendo a caratterizzare nel modo più particolareggiato i personaggi da loro interpretati. La cattiveria della società Il testo teatrale si comprende in fondo solo rappresentandolo e facendo vivere i personaggi. I testi affrontati pur appartenendo a epoche passate racchiudono messaggi molto attuali che ne fanno dei classici “ Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire” diceva Calvino in un suo celebre saggio, e le opere presentate in questa rassegna ne sono un esempio. Gli allievi dell’Istituto professionale per i servizi alberghieri di Ossana hanno presentato il grottesco monologo di Cechov “I danni del tabacco” e l’atto unico “la Patente” di Pirandello; i protagonisti di queste due pièces sono due sventurati perseguitati dalla cattiveria della società che li ha emarginati. In particolare il protagonista della Patente, Rosario Chiarchiaro, accusato di portare sfortuna, arriva a concepire un piano delirante pur di sfuggire alla morsa della cattiveria e della superstizione. Elegante la messa in scena, funzionali le scene e le musiche: i ragazzi si sono mossi con disinvoltura caratterizzando in modo approfondito la complessità dei personaggi. Lisistrata di Aristofane Il Liceo delle Scienze Sociali di Mezzolombardo si è confrontato con una delle più spumeggianti e divertenti commedie della Grecia antica, Lisistrata di Aristofane. La commedia è uno straordinario affresco della società ai tempi della guerra del Peloponneso tra Atene e Sparta dove il ruolo dell’uomo viene ridicolizzato evidenziandone la violenza e l’istintività. È una commedia corale dove sono protagoniste le donne capeggiate dalla furba Lisistrata che decidono anche se a malincuore di 32 ricattare gli uomini per far cessare la guerra colpendoli nel loro lato debole, cioè negando loro i piaceri del talamo nuziale fino a quando non avranno cessato di farsi guerra. Colorati i costumi, belle le musiche, brave le giovani attrici e divertentissimi i “poveri” giovani attori maschi umiliati da queste terribili e implacabili donne. Ruzante e la guerra La semplice e bella scenografia di questa commedia è stata realizzata dagli alunni della classe terza D della Scuola Media di Mezzolombardo sotto la guida della docente Stefania Buscemi; avvenimento che, come ha sottolineato l’allora Dirigente del Martini Mario Casna durante la presentazione degli spettacoli, sancisce un inizio di collaborazione tra le Scuole di Mezzolombardo. L’Istituto d’arte “Soraperra” di Pozza di Fassa ha invece presentato un testo rinascimentale del commediografo padovano Angelo Beolco, Ruzante torna dal Campo di battaglia, un potente scorcio demistificatore della realtà della guerra. Il contadino Ruzante torna sconfitto dalla battaglia sfinito, stracciato, coperto di pidocchi, alla ricerca della sua donna. Incontra prima degli amici ai quali spaventato racconta con una esilarante descrizione comico-tragica le vicende guerresche e di come si sia comportato da eroe salvando la pelle, ma quando poi incontra la moglie capirà che durante la sua assenza le cose sono cambiate: ora lei sta con un soldato di ventura che le assicura una vita migliore senza stenti e non ha nessuna intenzione di tornare con il povero Ruzante. Al povero Ruzante non rimane altro che accettare la sua situazione di perdente in una società di lupi. Bravi gli attori e in particolare un bravissimo Ruzante. Apprendere e socializzare La scenografia ispirata alla pittura rinascimentale è stata dipinta con grande maestria dagli allievi della Scuola d’Arte. Tre divertenti spettacoli che pongono in evidenza l’importanza del Teatro come momento di apprendimento e socializzazione. Nel lavoro sono stato aiutato dalla collega Silvana De Vigili. Si spera che questa rassegna di teatro scolastico possa diventare la prima edizione di un appuntamento annuale promosso dall’Istituto. Marco Crepet Docente italiano e storia Istituto “Martini” Mezzolombardo n.11 novembre 2007 Scuola Media Spormaggiore - I.C. Mezzolombardo ARTE I linguaggi dell’adolescenza Nella sede scolastica di Spormaggiore dal 6 al 27 giugno 2007 ha avuto luogo una mostra didattica di Arte che ha coinvolto gli alunni delle classi prima, seconda e terza della Scuola media di Spormaggiore. Il percorso eterogeneo ha visto l’arte diventare espressione chiara e manifesta di linguaggi appartenenti alla sfera dell’adolescenza. Gli alunni hanno partecipato dando ciascuno una libera e personale interpretazione dell’arte secondo la propria sensibilità. Cultura del Mediterraneo L’intero percorso didattico ha rispettato la creatività degli alunni e soprattutto ha evidenziato l’importanza formativa e creativa di tale disciplina evitando di relegare l’espressione artistica a materia confinata in ambiti curricolari non determinanti alla formazione del discente. Il percorso organizzato dalla classe prima ha seguito le orme della cultura del Mediterraneo, in primis la civiltà greca con tutti i manufatti che riguardano i templi della Grecia realizzati dagli alunni con tecniche artistiche semplici e creative. Poi è proseguito con l’interpretazione personalissima di paesaggi marini attraverso uno studio particolare dell’illustrazione dei pesci che abitano il “Mare Nostrum”. Umanesimo e Rinascimento Nella classe seconda, che vede la presenza di alunni immigrati e stranieri, un’interpretazione del percorso didattico seguendo lo studio dell’arte dell’Umanesimo e del Rinascimento: da Leonardo da Vinci, con gli studi sulle macchine volanti, allo studio della prospettiva con un’ interpretazione ritrattistica che si è basata sull’analisi di ritratti compiuti da Piero della Francesca fino ad arrivare ad una sintesi minin.11 novembre 2007 l’arte del Novecento: in particolare questa classe ha realizzato manufatti originali e molto creativi poiché l’interpretazione dell’arte del novecento è stata letta dagli alunni come espressione e interpretazione del tutto personale della società. Il periodo cubista è stato presentato attraverso l’assemblaggio di materiali diversi seguendo i criteri che sottostanno a questo movimento d’avanguardia; è seguito l’astrattismo lirico e geometrico dove gli alunni hanno dimostrato di comprenderne lo studio dei colori, in particolare del grande artista Kandinskij, superandone l’apparente astrattezza e incomprensibilità. Filo di ferro malista del ritratti: protagonisti di questo percorso sono stati i giovani studenti Felice Ferrentino, Sofia Oddone e Lorenzo Chini. L’architettura palladiana ha completato il percorso con modellini realizzati dagli alunni della classe seconda che ha visto il contributo degli alunni Vyolca Nishori, Giulia Pozza e Felice Ferrentino. Il percorso di questa classe è proseguito con il contributo degli alunni Veronica Calovi, Ylenia Endrizzi e Graziano Tenaglia. L’allestimento è stato curato da Pricaz Adrian e Lorenzo Chini. Arte del Novecento Nella classe terza il percorso didattico si è basato sullo studio del- Le sculture in filo di ferro realizzate da tutti gli alunni della classe terza sono state un esempio di originalità e creatività singolari e molto suggestive. Il filo di ferro e le lattine una volta manipolate possono diventare un bizzarro strumento espressivo: dalla donna seduta a filare fino alle lattine della coca – cola trasformate con ironia divertente ma significativa. Ad esempio la statua della libertà americana realizzata da Giorgia Pianezzola diventa simbolo della potente lobby economica degli Stati Uniti poiché la statua invece che tenere in mano la fiaccola tiene una lattina di coca-cola. Infine le ultime tendenze dell’arte contemporanea: la video art come presentazione del percorso svolto dagli alunni di tutte le classi. Stefania Buscemi Insegnante di educazione artistica Scuola Media di Spormaggiore 33 scuola media “Pedrolli” Gardolo – I.C Trento 7 Festival Musica come fattore educativo Un’altra esperienza di crescita e condivisione ha coinvolto gli alunni della scuola media Pedrolli dell’Istituto Comprensivo Trento 7 di Gardolo, che il 4 e 5 maggio 2007 sono stati ospiti ed esecutori della VII Edizione dello “Scuola MusicaFestival” a Roma, iniziativa organizzata da De Musica Associazione Onlus, sostenuta e patrocinata dal Ministero della Pubblica Istruzione, dalla SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori), dal Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche, da Dismamusica, Confcommercio e Olympus. La manifestazione ha coinvolto le scuole di tutto il territorio nazionale ed ha riscosso nei sei anni passati l’adesione di 1.277 scuole comprendenti 64.800 studenti partecipanti. ta una sola scuola in rappresentanza di ogni regione italiana, con criteri di valutazione del CTC (Comitato Tecnico Consultivo) di Scuola Musicafestival, sulla base dei punteggi ottenuti nelle esecuzioni alle edizioni precedenti (la scuola media di Gardolo ha partecipato nel 2005 a Rimini). Dal Trentino solo noi... Il progetto didattico era aperto a tutte le scuole del territorio nazionale. In rappresentanza del Trentino Alto Adige, un gruppo di ragazzi (alunni di terza e qualcuno di seconda) della sezione ad indirizzo musicale della scuola media Pedrolli è partito il 3 maggio 2007 con alcuni insegnanti a Roma, dopo una lunga e faticosa preparazione che lo ha impegnato nei mesi precedenti, sia in uno studio individuale sia nelle prove di gruppo, per raggiungere la sintonia necessaria per suonare insieme le musiche inviate dagli organizzatori. Nel pomeriggio, visita alla città, che ha lasciato tutti a bocca aperta. Cinquecento musicisti sul palco Il valore del “fare musica” L’obiettivo principale è quello di valorizzare la musica come fattore educativo nella scuola, poiché la pratica musicale, corale e strumentale aiutano a vivere in armonia nella società, in famiglia e con gli amici, consentendo di riconoscere le proprie potenzialità creative ed emozionali e migliorare la fiducia in se stessi. Viene così, inoltre, favorito lo scambio di esperienze, sviluppando e ampliando le capacità espressive e di aggregazione sociale; il fare musica sarebbe, inoltre, un ottimo strumento per contrastare la dispersione scolastica e un va34 lido antidoto al disagio sociale, essa educa ai valori positivi della convivenza civile e interculturale e contrasta l’insorgere della violenza. Quest’anno Roma Questo “festival” a tema, quindi, è nato per gratificare chi pratica la musica nelle scuole del primo e del secondo ciclo. La manifestazione del 2007 ha avuto una sede nuova (a Roma, le altre edizioni a Rimini) e nuove modalità: evento finale, un concerto – spettacolo con tema “Cinema e colonne sonore”, dedicato agli autori italiani di colonne sonore; quest’anno è stata scel- Il secondo giorno, accompagnati, invece, da una pioggia torrenziale, i giovani musicisti si sono diretti in zona Tor di Quinto al Gran Teatro, nel quale si sarebbero svolte le prove del concertone. Ci sono volute più di due ore per sistemare tutti i cinquecento musicisti sul palco, trovando ad ognuno la collocazione giusta nell’orchestra o nel coro. Ma la pazienza è stata ripagata non appena hanno iniziato a suonare e cantare, sotto la direzione dell’illustre maestro Paolo De Lorenzi, creando un’atmosfera particolare, speciale. La giornata di prove è stata lunga e i ragazzi alla fine erano molto stanchi, ma consapevoli che la fatica era necessaria per la buona riuscita del concerto, che si sarebbe tenuto il giorno successivo, 5 maggio. Un’altra intera giornata, quindi, al Gran Teatro, intervallata da qualche visita nei dintorni quando n.11 novembre 2007 sempre con sensibilità e impegno l’importante lavoro di questi giovani musicisti, rendendo possibile la realizzazione di esperienze significative, che lasciano una traccia nei pensieri e nel cuore di ognuno. Francesca Bottura Docente Scuole medie “Pedrolli” - Gardolo la scaletta delle prove lo permetteva. La sera, in attesa del concerto, l’agitazione dei ragazzi era elevata, tutti e cinquecento con le magliette ed i cappellini di Scuola Musicafestival. Presentatrice della serata Maria Teresa Ruta, affezionata sostenitrice da anni di questa manifestazione, che ha introdotto le musiche ed i diversi interventi. Gli ospiti d’onore L’ex ministro Luigi Berlinguer, Presidente del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica, ha parlato di possibili sviluppi futuri; Pino Insegno, ha scherzato con alcuni ragazzi invitati a salire sul palco (tra i quali due di Gardolo); Daniele Silvestri ha inviato un video con una dedica rivolta ai ragazzi presenti; il violinista romanoenfant prodige Stefano Mhanna, 11 anni, ha suonato i virtuosistici Capricci di Paganini. Un vastissimo pubblico ha potuto gustare un concerto molto emozionante, nel quale si sono esibite alcune singole scuole e, infine, l’orchestra di cinquecento ragazzi dai 6 ai 18 anni provenienti dalle scuole di tutta Italia, venticinque da ciascuna regione. Cinema e colonne sonore Commoventi le musiche scelte ed eseguite: La vita è bella di Nicola Piovani, Amarcord di Nino Rota, C’era una volta il West di Ennio Morricone. Durante l’esecuzione sono stati proiettati filmati tratti dagli indimenticabili film di Benigni, Fellini e Leone. Un viaggio nel mondo della musica a scuola e un medley con i capolavori dei grandi compositori per il grande schermo. n.11 novembre 2007 Il tema di quest’anno ha permesso di formulare progetti didattici di ampio respiro coinvolgendo numerose discipline di studio oltre la musica, quali storia del cinema e dello spettacolo, storia sociale ed economica, letteratura e costume. La conclusione del concerto con l’esecuzione dell’Inno di Mameli, cantato dai musicisti mentre alle loro spalle venivano proiettate, sul grande schermo, le foto delle singole scuole che hanno partecipato, sullo sfondo di un’Italia molto colorata. Aggregazione e valorizzazione Un inno all’unione, alla condivisione, all’accordarsi, ascoltarsi e sintonizzarsi per produrre, insieme, qualcosa di unico. E’ emerso, ancora una volta, il valore della musica quale fattore di aggregazione, ma anche di valorizzazione individuale. Nel proporre la partecipazione a questa manifestazione il gruppo degli insegnanti di musica della scuola media di Gardolo (Andrea Gonella, Simone Daves, Francesca Bottura, Sara Coser, Monica Monachesi, Andrea Omezzoli, Gianluca Zanolli, Raffaella Guccio), sotto l’attenta ed appassionata supervisione dell’insegnante di musica e vicepreside Maria Videsott, ha puntato alla crescita dei ragazzi attraverso l’esperienza musicale e tutto ciò che essa può offrire: ascolto reciproco, comunicazione, dialogo, relazione, scambio, confronto con studenti di altre realtà, per aiutarli a crescere e conoscersi meglio. La dirigente dell’istituto, Maria Luisa Brioli, tutti gli insegnanti, educatori e genitori sostengono da I commenti di alcuni ragazzi “Noi ragazzi del corso C abbiamo vissuto un’esperienza unica e irripetibile nel mondo della musica”. “Secondo me è stata un’esperienza fantastica, perché non capita tutti i giorni di andare a Roma a suonare in un’orchestra con altri cinquecento ragazzi”. “Un’esperienza che sarà ricordata nei libri di musica!” “Un’avventura ricca di emozioni tra colpi di scena e circondati da altri alunni di altre regioni italiane, che suonavano insieme a noi”. “È stata un’esperienza meravigliosa, sul palco ci si sentiva dei veri professionisti”. “Dopo intense e faticose ore di prove tra agitazione e commozione è arrivato anche il momento del grande evento. Non erano presenti i compositori delle musiche da noi suonate ma ci sentivamo dei veri professionisti ed abbiamo esibito al pubblico le loro musiche. I ragazzi del coro dovevano rimanere in piedi per tutto il tempo, nonostante ciò la stanchezza non si è fatta sentire perché la felicità e le emozioni erano più forti”. “Un grazie da parte nostra agli insegnanti che ci hanno seguito con impegno e tanta pazienza”. “Un grande saluto e un grazie ai nostri insegnanti di musica che ci hanno preparati adeguatamente per l’evento e che ci hanno “sopportati” per quattro giorni”. 35 I.C Trento 4 CONCERTO Musica e voci protagoniste In data 7 giugno 2007 alle ore 20.30 presso la scuola media Dante Alighieri di Trento è stato proposto il concerto di fine anno scolastico che ha visto la partecipazione degli alunni della scuola media Dante Alighieri, della scuola media d’Arte e del Clarincoro. Non solo note Gli alunni delle due scuole medie sono stati magistralmente diretti dal professore di educazione musicale Alotti e sono accompagnati alla chitarra dal professore Latino. Il gruppo dei ragazzi è particolarmente numeroso ed è diviso in due sezioni: quella dei flauti e quella ritmica. Il Clarincoro interviene con la voce interpretando diverse canzoni popolari italiane. Gli alunni presentatori raccontano, prima di ogni canzone, il senso del brano proposto e forniscono indicazioni rispetto alla località geografica da dove proviene la canzone. Un viaggio nelle tradizioni La musica che viene proposta in questa serata ci porta simbolicamente ad incontrare alcune tradizioni ed alcuni luoghi dell’Italia. Da “Sciur padrun da li beli braghi bianchi” canto con cui le mondine nelle risaie del novarese e del vercellese sostenevano le loro richieste salariali a “Il vino dei castelli” del Lazio. E poi “Vitti ‘na crozza” canto popolare siciliano, “La vendemmia” o “Trescone” della Toscana; la “Villanella” come canto trentino, “Non poto reposare” serenata sarda e “La bella gigogin” legata al patriottismo. Tra i canti “Giovanottina che vieni alla fonte”, una serenata d’amore umbra, “Funiculi’ funicula’” e “O sole mio” canzoni campane, anche se hanno superato ogni confine sia italiano che internazionale. Scuola come comunità Questo momento di forte incontro collettivo all’interno della scuola è da apprezzare molto. Scuola come comunita’ dove i ragazzi vivono un’esperienza a fianco degli adulti. Alunni e genitori, oltre ad apprendere, affinano le loro competenze sociali. Nell’orchestra ogni componente deve rispettare il proprio ruolo, non deve prevaricare sull’altro ma deve offrire il proprio contributo all’altro. Nel coro tutti i partecipanti devono fondere insieme 36 le voci, ogni corista deve ascoltare l’altro, le voci non devono superarsi ma unirsi. Il risultato finale è un’ora di bella musica, un momento emozionante, tante sensazioni, gli applausi sinceri! La storia del Clarincoro Sul cancello della scuola all’ inizio dell’anno scolastico 2004-2005 un invito ai genitori a partecipare ad un’insolita iniziativa. Insolita soprattutto per una scuola elementare, dove forse non si è mai visto un coro composto da insegnanti, genitori e personale ausiliario. Da allora il coro si è “allenato” fedelmente incontrandosi una volta alla settimana. C’è stato fin da subito gran affiatamento, le voci funzionavano ma soprattutto era il gruppo che funzionava, al suo interno era tanta la voglia di stare insieme ma il collante più forte fra i componenti del gruppo era la condivisione dello stesso obiettivo finale: “Fare qualcosa per i bambini”. Inizialmente il coro è stato diretto con tanta pazienza dal Maestro Gino che poi ha lasciato le redini alla Maestra Elisabetta che con seria professionalità ha fatto crescere e progredire il gruppo. Gli impegni di tre anni Tre anni intensi e ricchi di momenti caratterizzati da incontri e legami magici tra piccoli (alunni delle scuole elementari), medi (alunni delle scuole medie), grandi (genitori) e ipergrandi (nonni): Concerto di Natale 2004 - elementare Clarina, Concerto per l’inaugurazione del mosaico primavera 2005 - elementare Clarina, Partecipazione alla Giornata della Pace maggio 2005 - Piazza Duomo a Trento, Concerto ultimo giorno di scuola giugno 2005 - elementare Clarina, Concerto di Natale 2005 - Circoscrizione; Concerto nella chiesa di S. Carlo dicembre 2005; Partecipazione alla Festa della Mondialità maggio 2006 - elementare Clarina; Concerto nella chiesa di S. Carlo maggio 2006; Partecipazione alla Festa Oltrefersina Insieme settembre 2006; Concerto di Natale 2006 - elementare Clarina; Concerto “Natale con i nonni” nella chiesa di S. Carlo dicembre 2006; Partecipazione allo spettacolo “La città che vorrei” presso la Circoscrizione di Villazzano 3 – 31 maggio 2007; Concerto con i ragazzi delle scuole medie presso la scuola media D. Alighieri – 7 giugno 2007. Rita Mottes Mamma di un alunno della scuola elementare Clarina, oggi alla scuola media d’Arte n.11 novembre 2007 CLARIN… CORO Genitori, insegnanti, bambini all’interno della scuola o in occasione di manifestazioni legate ai nostri piccoli spettatori: le feste per il Natale a scuola o presso la sala della Circoscrizione Oltrefersina dove erano presenti anche i bambini delle tre scuole materne di riferimento ( La Clarina, Piccolo Mondo e S. Bartolomeo) e quelle per la chiusura di fine anno scolastico legate al progetto intercultura in collaborazione anche con la scuola media. bilità a noi coristi, non solo di crescere musicalmente, ma di mostrare alla realtà che ci circonda, che genitori e insegnanti possono collaborare attivamente e creativamente in funzione degli alunni e non solo. Importanti sono state le occasioni d’incontro avute in diverse occasioni presso la Chiesa di S. Carlo, dove il coro, accolto da don Lino, è riuscito a farsi conoscere ed apprezzare. Quest’anno, molto significativo per noi adulti è stato inoltre il progetto con i ragazzi delle medie, un’esperienza nuova che ha coinvolto tutto l’Istituto. La nostra voce ha affiancato il suono di diversi strumenti, divisi in due sezioni flauti e ritmica e suonati magistralmente da un orchestra giovane, ma sicuramente professionale, gli alunni appunto. Incontrarsi e crescere Maestro di coro cercansi Ma non vogliamo dimenticare anche alcune uscite sul territorio che, in questi anni, hanno dato la possi- Il Clarin…coro ha lavorato in questi anni con entusiasmo ed impegno e nonostante la fatica che talvolta tutto ciò ha comportato, c’è forte e sentita la voglia di ripetere l’esperienza e di condividere con altre persone, bambini, ragazzi, genitori, insomma con chiunque abbia la passione per il canto e il desiderio di dedicare un po’ del proprio tempo agli altri. Purtroppo, però al momento siamo rimasti senza “maestro di coro”, chiediamo pertanto la disponibilità di un esperto che possa accompagnarci con entusiasmo in questo viaggio. Inoltre estendiamo l’invito anche ai colleghi della scuola media e ai genitori che hanno figli che frequentano il nostro Istituto. Il coro della scuola primaria Clarina, il Clarin…coro, nasce nell’ottobre del 2004 su iniziativa di alcuni insegnanti. Lo scopo di questo progetto era di coinvolgere soprattutto i genitori dei bambini che frequentano la nostra scuola, per dar loro la possibilità di vivere l’ambiente scolastico in modo del tutto diverso, cioè dall’ “interno”, e di offrire, insieme al personale della scuola, occasioni di gioia e divertimento grazie ai canti imparati. All’inizio poche aspettative… Inizialmente le aspettative non erano molte, si pensava semplicemente ad una rappresentazione per il Natale, che potesse far partecipare le famiglie ad una proposta nuova e condivisa. Non ci si aspettava nemmeno una così grande adesione da parte delle varie componenti, e ciò ha creato in tutti noi entusiasmo, voglia di ritrovarsi e soprattutto di regalare momenti di divertimento ai nostri alunni. Infatti, la maggior parte delle esibizioni del Clarin… coro, ormai denominato così da grandi e piccini, è avvenuta proprio Annalisa Pischedda docente di lingua straniera Scuola elementare Clarina n.11 novembre 2007 37 Liceo “A.Rosmini” Rovereto TESTE BEN FATTE Interventi nelle classi prime Da qualche anno il Liceo “A.Rosmini” di Rovereto, all’interno delle iniziative volte a potenziare l’accoglienza dei nuovi iscritti, ha attivato un percorso legato all’acquisizione di un metodo di studio efficace e personalizzato, a partie dalle indicazioni di Edgar Morin. Le motivazioni “È meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”, così Edgar Morin. Per testa ben piena si intende quella in cui il sapere è accumulato, ammucchiato. La testa ben fatta è quella che dispone di un principio di selezione e di organizzazione che permetta di collegare i saperi e dare loro senso. Con questo principio come guida, da qualche anno il Liceo “A.Rosmini” di Rovereto, all’interno delle iniziative volte a potenziare l’accoglienza dei nuovi iscritti, ha attivato un percorso legato all’acquisizione di un metodo di studio efficace e personalizzato. L’esperienza degli ultimi anni, infatti, e le osservazioni sull’evoluzione dei comportamenti degli alunni hanno portato ad acquisire sempre più consapevolezza dell’importanza della fase iniziale di inserimento degli allievi, in particolare, gli studenti in entrata hanno dimostrato di avere difficoltà ad affrontare in modo efficace lo studio delle materie proposte con conseguenti difficoltà e, talvolta, rinunce. Per affrontare tali problematiche, il Liceo ha elaborato un progetto organico di intervento, che coinvolge attivamente tutte le componenti scolastiche delle classi prime: docenti, studenti, genitori. Per questo si avvale di esperti esterni in stretta collaborazione con i docenti dei Consigli di classe. I contenuti degli interventi mirano a supportare i docenti, nell’adozione di strategie efficaci per riconoscere i diversi stili cognitivi degli alunni e di conseguenza strutturare gli opportuni piani di miglioramento; il lavoro degli insegnanti in classe con gli studenti, tende a rafforzare negli allievi le capacità di pianificazione, l’ acquisizione di un personale metodo di studio, il potenziamento delle abilità e delle tecniche di base, la capacità di definire i propri obiettivi, lo sviluppo delle capacità relazionali e comunicative. Gli incontri serali con i genitori sono finalizzati ad offrire alle famiglie strumenti utili a migliorare la comunicazione con il figlio adolescente, ad aiutarlo nelle eventuali difficoltà e a costruire forme di collaborazione efficace con la scuola. 38 CACIAGLI Alfiere del lavoro Lorenzo Caciagli, Alfiere del lavoro, studente del Liceo “A.Rosmini” di Rovereto tra i 25 migliori studenti d’Italia. Il Capo dello Stato, il 24 ottobre gli ha consegnato l’attestato d’onore e la Medaglia del Presidente della Repubblica, con cerimonia ripresa dalla televisione di Stato. Il percorso Nella primavera di quest’anno, perviene al Liceo, da parte della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro di Roma, la richiesta di segnalare il nome di uno studente quale candidato al titolo di “Alfiere del Lavoro”. Il candidato doveva aver ottenuto la qualifica di “Ottimo” alla licenza media, aver conseguito una media di almeno 8/10 per ciascun anno della scuola superiore, di essere in procinto di sostenere per la prima volta l’Esame di Stato al termine dell’anno scolastico 2006/2007. Un solo nominativo. La Federazione avrebbe verificato, a maturità avvenuta, che la votazione dell’Esame di Stato fosse pari a 100/100. L’individuazione cade su Lorenzo Caciagli, studente dell’ultimo anno dell’indirizzo classico. Acquisito il suo benestare, la documentazione viene inoltrata a Roma: l’”Ottimo” dell’esame di licenza media era arricchito dalla Lode (fatto assai inusuale!), la media dell’ultimo triennio era quella del 10/10; risultato della maturità (100/100 con Lode). In ottobre giunge comunicazione che Lorenzo era tra i 25 studenti che sarebbero stati premiati al Quirinale in occasione del conferimento delle onorificenze ai 25 Cavalieri del Lavoro. A Lorenzo va il plauso per questo riconoscimento, mai così meritato. Al Liceo Rosmini e alla scuola trentina la soddisfazione di vedere riconosciuto lo sforzo messo in campo nei confronti della formazione e dell’istruzione. Non a caso la lettera che comunica il prestigioso riconoscimento porta le congratulazioni anche per la scuola e per il corpo docente “per i successi ottenuti dallo studente che testimoniano l’alto livello degli studi raggiunto dal Liceo Rosmini”. Quello che il premio “Alfieri del Lavoro” non ha, però, potuto premiare perché non risulta dalle carte e dai numeri e che, invece, mi preme sottolineare, è la persona di Lorenzo, il quale non è solo studente modello, ma è un ragazzo solare, estroverso, sportivo, socievole e disponibile verso gli altri. Queste note le aggiungiamo noi alla medaglia del Presidente della Repubblica. Giovanna Sirotti dirigente scolastico Liceo Rosmini Rovereto n.11 novembre 2007 Liceo scientifico “G. Galilei” Trento LINUX DAY Giornata nazionale a Trento scuole elementari, medie e superiori, oltre 2500 computer in Alto Adige (progetto F.U.S.S.) a passare a Linux, il famoso sistema operativo libero creato da uno studente universitario Finlandese ora motore dei più famosi siti web come Google e WikiPedia. Open Source Il 27 ottobre 2007 si è svolto anche a Trento il tradizionale appuntamento con il Linux DAY. Giunti ormai alla settima edizione nazionale, in oltre 100 città italiane, che ha visto gli albori nel 2001 e ospitata dal Liceo Galileo Galilei di Trento sin dal 2003, quest’anno la manifestazione ha portato l’attenzione del pubblico ad un tema particolarmente interessante: quello delle tematiche relative all’uso del Software Libero e in particolare di Linux a scuola. Software libero nella didattica L’evento La manifestazione, organizzata dall’associazione Oltrefersina LinuxTrent, è stata patrocinata dalla Provincia Autonoma di Trento e dal Liceo Galilei e ha visto la presenza, oltre che del Dirigente del Liceo Galilei, Aldo Gabbi, dell’Assessore alle Politiche Sociali Marta Dalmaso, di Paolo Lorenzi della Sovrintendenza Scolastica Provinciale di Bolzano (progetto F.U.S.S.), rappresentanti della Polizia Postale di Trento, dell’Università di Trento e delle associazioni La Cometa, JugTrento, Whive, ComputeRinati, SomeRadio e dell’associazione Wikimedia Italia. Gli interventi della manifestazione sono stati trasmessi in diretta sul sito dell’associazione SomeRadio mentre Radio Studio 7 trasmetteva una serie di interviste ai relatori in diretta. Durante la manifestazione sono state distribuite copie di Linux e di Software Libero. n.11 novembre 2007 Ma cos’è il Software Libero e cosa porta a ritenere che Linux sia adatto alla didattica? Innanzitutto è un nuovo concetto riguardante il software, cioè i programmi che funzionano nei computer, che sta diffondendosi anche nel settore professionale. Tramite particolari licenze si concede a utenti e aziende speciali libertà (vedere il riquadro a parte), libertà che sono molto importanti per il cittadino ma soprattutto per la scuola. In questo modo è possibile far risparmiare molto denaro pubblico o investire gli stessi soldi nella formazione del personale, soprattutto senza costringere i genitori all’acquisto di costose licenze. Inoltre, come testimoniato in diversi interventi, il Software Libero consentendo l’accesso al codice sorgente dei programmi permette a Scuola e Università di assumere un ruolo attivo, interdisciplinare e autoformativo intervenendo nella traduzione o nella personalizzazione dei programmi. Tale approccio avviene nel pieno rispetto della legalità dando anche un messaggio etico di uso consapevole dello strumento informatico. Tali vantaggi hanno convinto un’intera Sovrintendenza Scolastica, Cos’è il Software Libero/Open Source (le 4 libertà): - è utilizzabile per qualunque scopo - è studiabile e adattabile (serve il codice il sorgente) - è ridistribuibile - è migliorabile ed è possibile distribuire le versioni migliorate (serve il codice sorgente) Cosa non è il Software Libero/ Open Source: - non è software senza licenza o autore o copyright - non è software gratuito bensì software per il quale gli autori (in genere, se non è opera di volontari) sono stati pagati, ma una volta soltanto. Marco Ciampa GLOSSARIO Licenza GPL: GNU Public License una delle licenze più diffuse nel mondo del Software Libero; Codice sorgente: il codice scritto dal programmatore che compone il programma – in forma comprensibile all’uomo; Codice oggetto o binario: il codice creato a partire dal sorgente e comprensibile solo al computer; Sistema operativo: il software che fa funzionare il computer; GNU: progetto di Sistema Operativo Libero di cui Linux è il cuore (kernel); Riferimenti web www.linuxtrent.it; www.fuss.bz.it; www.linuxday. it; www.linux.it; www.linux.org; linuxdidattica.org; www.someradio.net 39 Liceo classico “G. Prati” Trento SIRENE Elettra a scuola Lunedì 29 ottobre alle ore 8.30, aula magna del Liceo classico “G. Prati” a Trento, si tratta di “una prima”: in sala studentesse e studenti dell’ultimo anno del liceo, alcuni insegnanti, i ragazzi del gruppo teatrale della scuola “Teatro D’Aria”, il dirigente scolastico, Antonio Di Seclì, e l’ospite Lorenzo Dellai, presidente della Provincia ma invitato anche nella veste di assessore all’istruzione e alle politiche giovanili. Un progetto con studenti, docenti e genitori Una “prima”, dicevamo, quella presentata al Liceo classico “G. Prati”: il primo volume – dedicato al mito di Elettra e alle sue fortune in ambito scolastico – di una nuova collana editoriale battezzata “le Sirene”. La pubblicazione contiene quattro brevi saggi, curati in parte da due insegnanti del Prati, Marialia Guardini e Michele Ruele, e in parte da due genitori di studenti del classico, Paola Maria Filipi e Annely Zeni. “Un esempio anche questo di messa in comune di idee e di energie, per un istituto - ha sottolineato il preside Antonio Di Seclì - che vuole essere sempre più aperto non solo alle modalità espressive e didattiche diverse dalla lezione frontale, ma anche alla società nel suo complesso.” Un approccio lodato dal presidente Dellai, per il quale, conclusasi la fase dell’acquisizione degli strumenti in capo alla Provincia autonoma per far funzionare il complesso apparato della scuola trentina, è necessario oggi concentrarsi di più sui contenuti, sulla didattica. Dellai ha colto però anche l’occasione per abbozzare un ragionamento di più ampio respiro sul ruolo del liceo classico e soprattutto della cultura classica in un’epoca in cui a dettare legge sembrano essere a volte piuttosto le mode passeggere. “La rigida distinzione fra le diverse materie, ma anche fra cultura scienti40 fica e cultura umanistica, non ha ragione più d’essere – ha detto Dellai - perché non c’è competenza tecnico-scientifica che non abbia necessità di confrontarsi con la dimensione valoriale, che è propria della cultura umanistica. La cultura classica in questo senso ha ancora una funzione importante, non certamente legata al passato ma al presente ed al futuro. Guardo invece con sospetto a quelle mode passeggere per le quali un anno bisogna dedicarsi solo all’informatica, un altro anno alle lingue e così via.” Non solo: per il presidente Dellai del modello rappresentato dal liceo classico è positiva anche l’organizzazione dell’orario (basata sulle 30 ore settimanali), che lascia allo studente il tempo per sviluppare percorsi personali, non in antitesi ma complementari a quanto studiato fra le mura scolastiche. Attenzione, infine, a non allargare a dismisura il ventaglio delle discipline, magari più per esigenze “sindacali” che attinenti al percorso formativo reale che si vuole proporre ai giovani, infrangendo una regola fondamentale della progettazione disciplinare, secondo la quale se entra una disciplina nuova ne deve uscire un’altra.” Se riuscirà a mantenere il giusto equilibrio fra conservazione di quei depositi non solo culturali, ma anche valoriali ed etici di cui è tradizionale portatore ed improcrastinabili esigenze di rinnovamento, il liceo classico, insomma, ha davanti a sé un futuro luminoso. (m.p.) n.11 novembre 2007 OFFERTA VARIA strumenti GIOVANI Un dvd per le scuole Il film “La guerra di Piero” rappresenta l’evento conclusivo di un progetto presentato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Roncegno Terme che ha ottenuto il finanziamento dal Piano Giovani di Zona del Comprensorio C 3 ed ha visto coinvolti numerosi giovani della Bassa Valsugana. Essi hanno avuto l’opportunità di lavorare anche accanto ad Andrea Castelli, che ha interpretato la parte di un ufficiale italiano. La guerra di Piero Durante il primo conflitto mondiale, il capovolgimento dei valori e l’annullamento dell’ individualità e della dignità umana imposti dalla guerra, suscitarono un sempre più diffuso malessere tra i soldati italiani che si concretizzò in atti di indisciplina, di diserzione e di follia. Centinaia di migliaia di uomini vennero strappati ai loro mestieri e affetti e mandati a morire agli ordini di generali e ufficiali pronti a sacrificarli in nome del prestigio e della carriera, al solo scopo di amplificare il proprio nome nelle cronache di guerra. Ne è un esempio il Capitano Baseggio, che sulle montagne della Valsugana con la sua “Compagnia degli Arditi” non perse occasione per mettersi in mostra affrontando battaglie in cui caddero centinaia di uomini, a volte del tutto inutilmente. La grande guerra e l’omaggio a De Andrè A questi episodi, in particolare alla battaglia di S.Osvaldo, combattuta n.11 novembre 2007 nell’aprile del 1916 sulla montagna di Roncegno, s’ispira il film dal titolo “La guerra di Piero”, in omaggio al cantautore Fabrizio De Andrè. Il soggetto, la sceneggiatura e la regia sono di Agrippino Russo, insegnante con la passione del cinema che ha al suo attivo anche altre esperienze cinematografiche di notevole successo, alcune realizzate con i suoi alunni. Tutti sono riusciti a calarsi nel ruolo dei numerosi soldati, italiani ed austriaci, che sul colle di S.Osvaldo, avevano combattuto ed erano state vittime dell’ingiustizia della guerra. Ma sul set c’erano anche altri personaggi che durante la vicenda hanno incontrato il soldato Piero, interpretato da Antonio Plateroti di Levico, nel suo peregrinare sulla montagna di Roncegno, costretto a fuggire in cerca di una libertà difficile da conquistare ed inaccettabile dalla ferrea logica militare. La colonna sonora è stata composta da due giovani musicisti coinvolti nel progetto. Promuovere riflessioni Le riprese, avvenute nel marzo di quest’anno, sono state precedute da un periodo di formazione sulle tec- niche cinematografiche e sull’ uso della relativa strumentazione, messa a disposizione dal Centro Audiovisivi “Format” della Provincia Autonoma di Trento. Con i giovani si è voluto, oltre che rafforzare il senso d’ appartenenza alla propria Comunità, denunciare l’insensatezza della guerra, di qualsiasi guerra e di ogni forma di violenza, individuale e collettiva, sia agita che subita. Per molti soldati infatti, non vi era una motivazione ideale al sacrificio patriottico, così come spesso non esisteva un’idea di Stato ben definita e, se c’era, esso era percepito come oppressivo e ingiusto con interessi lontani dai reali bisogni del popolo. Temi purtroppo ancora attualissimi che sono spesso oggetto di dibattito e di riflessione anche nel mondo della scuola, affinché i nostri ragazzi siano educati ad una cultura della pace e della fratellanza, per ridare alla persona umana la dignità che ancora oggi, i numerosi conflitti in atto, non considerano affatto. Per questo il film può costituire uno stimolo, non solo per una riflessione storica, ma soprattutto per promuovere e condividere azioni di pace. Giuliana Gilli Insegnante e Assessore alle Politiche Giovanili Comune di Roncegno Terme Per richiedere il DVD (prodotto dalla cooperativa “Senza Barriere” di Scurelle) Biblioteca Comunale di Roncegno Terme Tel: 0461.764387 [email protected] 41 UNIVERSITà NUOVO ANNO Attenzione al mondo della scuola Cerimonia ufficiale, mercoledì pomeriggio 14 novembre 2007, per l’inaugurazione del nuovo anno accademico 2007-2008 presso il teatro sociale di Trento. Interventi del rettore Davide Bassi, del direttore generale Giancarla Masè, del presidente del Consiglio degli studenti Lorenzo Fellin e del presidente dell’Università Innocenzo Cipolletta. Ospite il presidente della Provincia Autonoma di Trento Lorenzo Dellai. Il sociologo Pierangelo Schiera nominato professore emerito. Premiati i migliori laureati e i migliori dottori di ricerca. Negli interventi del Rettore Bassi e del Presidente della Provincia autonoma Dellai, ci sono stati passaggi significativi riferiti al mondo dell’istruzione e della formazione ed alla collaborazione ScuolaUniversità. Proprio per questo, ci pare opportuno dedicare questo spazio della rivista a questi passaggi. Rettore Davide Bassi Ad aprire la cerimonia, dopo l’ingresso del corteo accademico, è stata la relazione del rettore dell’Università di Trento Davide Bassi, che ha fatto il punto sulle iniziative avviate e i progetti futuri nel campo della didattica e della ricerca. Si è soffermato sui problemi finanziari, ma soprattutto su quelli legati alla carenza delle norme che rendono difficile la gestione delle università in Ita42 lia. Quindi ha parlato dell’importanza per l’Università di Trento di poter realizzare una piena autonomia, fondamentale, ad esempio, per sviluppare l’internazionalizzazione dell’ateneo e il reclutamento internazionale di ricercatori e docenti, senza che dire uscire dal contesto nazionale. Nella sua relazione ha, poi, insistito sulla qualità dell’ateneo di Trento sul fronte sia della didattica sia della ricerca e sul valore di coltivare rapporti sempre più intensi con le univer- sità vicine del Tirolo e del Nordest e con il mondo delle imprese. In particolare “è il momento di porsi la domanda di come affrontare dei percorsi di elevata qualità all’interno della nostra offerta didattica rafforzando anche l’insegnamento in lingua inglese o comunque il collegamento internazionale. Da questo punto di vista credo che dobbiamo fare un vero lavoro per trasformare quella che è stata fino ad oggi l’eccezionalità del rapporto internazionale, notevole ma straordinario rispetto alla norma, e interiorizzarlo come prassi normale nel nostro processo formativo. Quindi, usando uno slogan, l’internazionalizzazione in casa è qualcosa che dobbiamo realizzare nella pratica e non soltanto per uno o due corsi, ma come elemento fondamentale del nostro processo formativo. Questa è una sfida importante, che certamente si associa al discorso generale di revisione degli ordinamenti, ma che ci può permettere di fare qualcosa di positivo. Va anche fatto di più - su questo non siamo all’anno zero ma ci sono molte cose da fare - per migliorare il rapporto con la scuola. È importante infatti proporre un’offerta di qualità a livello internazionale, ma poi dobbiamo preoccuparci che, consentitemi il termine, “la materia prima” che arriva da noi, le nostre matricole, siano formate in modo adeguato, in maniera tale che questi processi possano poi funzionare veramente. Ci piacerebbe poter esercitare un’autonomia più ampia sui fronti della didattica, della ricerca e dell’organizzazione, ma occorrono norme di legge adeguate che ci permettano di farlo e di contrattare col ministero sperimentazioni in diversi campi.” n.11 novembre 2007 Presidente Lorenzo Dellai Il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai ha ribadito come lo spirito dell’autonomia abbia caratterizzato fin dall’inizio l’Università di Trento e sia anche ciò che ha consentito una decisa apertura all’internazionalizzazione (ad esempio con la doppia laurea) e alle reti di cooperazione che spicca nel panorama nazionale. Quindi ha chiesto all’Università di Trento di sviluppare la dimensione internazionale nel reclutamento dei docenti come degli studenti, nella scelta dei partner e nell’organizzazione dell’offerta formativa. A questo proposito ha spiegato che la transizione di competenze dal governo alla Provincia, di cui si sta discutendo in Commissione dei 12, diventa un’opportunità preziosa per liberare nuove potenzialità dell’autonomia, molto lontana dalla voglia di localismo. Dellai ha ricordato, inoltre, l’impegno della Provincia per favorire un maggiore raccordo tra scuola e università. “Abbiamo messo mano alle politiche pubbliche in tema di istruzione, chiedendo alla scuola trentina di concorrere a fare del sistema trentino d’istruzione un comparto di eccellenza capace di valorizzare il capitale più prezioso per il nostro futuro. Nuovi investimenti per la formazione e la qualità degli insegnanti, per graduare programmi coerenti tra i diversi ordini di scuola, per un’edilizia scolastica con standard elevati, per integrare nel reciproco rispetto i nuovi cittadini che bussano alle nostre porte. Anche i programmi di formazione linguistica sempre più importanti sono in fase di potenziamento con l’obiettivo che i giovani in uscin.11 novembre 2007 ta dal nostro percorso scolastico abbiano compiuto una significativa esperienza di studio all’estero e possano avvalersi di conoscenze certificate per il tedesco e per l’inglese anche con l’utilizzo previsto dalla nuova legge finanziaria della Provincia di insegnanti di madre lingua. Quanto al rapporto università e scuola, in questi ultimi anni - ha aggiunto Dellai - “abbiamo scritto pagine importanti di cooperazione fra la nostra università e il sistema scolastico della provincia in forza anche delle particolari competenze che la Provincia ha in tema di scuola. E tuttavia mi sento di cogliere quest’occasione per dire che occorre intensificare questo rapporto. Occorre un maggiore raccordo, un maggiore lavoro di filiera, per così dire, soprattutto nel momento nel quale la Provincia, la scuola trentina sta avviando un’esperienza di straordinaria delicatezza qual è l’attuazione della nuova legge provinciale in tema di revisione dei piani di studio. Qui credo che dobbiamo fare veramente appello alla capacità di elaborazione dei nostri docenti, ma dobbiamo fare appello anche al lavoro comune ad una filiera disciplinare con i docenti della nostra università. E c’è anche bisogno di dare stabilità a questa collaborazione. Un’opportunità straordinaria sarà data dall’attivazione prossima proprio a Rovereto di un Centro di riferimento di competenze per la didattica e per l’aggiornamento di insegnanti che noi vogliamo appunto attivare e gestire in piena partnership anche con l’Università di Trento. Il Trentino ha dispiegato poi un pacchetto di interventi mirati a garantire ai capaci e meritevoli l’accesso ai livelli più alti della formazione. Proprio nelle settimane scorse insieme con il rettore, sono stato presso alcune facoltà per illustrare tutte le azioni che sono state studiate per rimuovere le barriere economiche per l’accesso a tutta la gamma dell’alta formazione in Trentino e per altro anche fuori dal Trentino. Un’impegnativa sfida poi nell’ambito dell’accordo di programma è legata alla necessità di rafforzare i rapporti all’interno del sistema trentino dell’alta formazione e della ricerca, sia sul versante degli istituti di ricerca sia sul fronte delle imprese. In particolare il rapporto di collaborazione con le due nuove fondazioni Kessler e Mach - ex Itc e S. Michele vede tempi maturi per un dottorato in biotech verde che Università di Trento e Fondazione Mach potrebbero costruire insieme.” 43 Scheda Ero prigioniera – “Una voce ammutolita. Un corpo inchiodato alla carrozzina. Una bambina segnata fin dalla nascita dall’asfissia e da un grave danno neuromotorio, considerata per anni irrecuperabile, perché non parla e gli altri non capiscono che lei capisce tutto. E poi, finalmente, qualcuno pensa di darle un computer speciale affinché si possa esprimere. Così Maria Grazia Fusari rinasce e comincia a liberarsi dalla prigionia della sua invalidità e dell’incomprensione. L’autobiografia di Mariagrazia Fusari è una storia vera, straordinaria, che appassiona come un romanzo: la disperazione, la solitudine, cure dolorosissime affrontate nella speranza di guarire, di diventare «normale», e poi rivelatesi gli inganni di medici senza scrupoli e umanità.” Mariagrazia Fusari, (Tione di Trento, 1970) ha conseguito il diploma dell’Università popolare trentina nel 1990. Vive con sua madre a Larido, Bleggio superiore, in Trentino. Nel 1991 ha pubblicato Non ho che parole scritte (Libreria Paideia). Mariagrazia Fusari, ERO PRIGIONIERA, Collana “Impronte” Casa editrice Il Margine, Trento, 2007 pp. 224, € 15,00 44 SEGNALIAMO il libro LETTO DA… …una giovane scrittrice e pubblicista “...quello che Mariagrazia ha scritto non è soltanto un racconto su di sé, sul suo percorso di formazione: è al tempo stesso un colorato affresco della comunità che si è creata di volta in volta attorno a lei, e delle risposte che questa comunità ha cercato di dare ai suoi bisogni e alle sue esigenze.” Se esistessero uomini capaci di volare, sicuramente si chiederebbero come possano vivere pienamente gli altri uomini, perennemente ancorati a terra. È il nostro grande limite – quest’impossibilità di immaginare un’esistenza diversa, fuori da noi stessi – che il libro di Mariagrazia sfida. Un uomo che non abbia un handicap può, certamente e con le migliori intenzioni, scrivere un libro sull’handicap; ma lo farà sempre con inconsapevole ed incolpevole pietismo, pensando a ciò che manca a quella vita per essere quello che lui ritiene vita anziché a quello che c’è. Mariagrazia non porta lo sguardo dell’altro sul suo mondo, bensì il proprio: lo sguardo di una ragazza che, dalla nascita, convive con un handicap che le impedisce di camminare, di parlare con scioltezza, di vivere molte delle esperienze che per noi sono quotidiane al punto di essere ormai logore. Ma il suo non è un mondo di assenze o impedimenti. È, semplicemente, la sua vita, in cui è naturale spostarsi con la carrozzina, cercare di farsi capire o comunicare con gli altri attraverso la voce di un assistente, scrivere al computer con un “fungo sensore”. Ciò che per noi è quasi impensabile costituisce il nutrimento e la ricchezza di ogni suo giorno, l’aria che respira. Ad una società dominata dal disperato desiderio di sconfiggere tutte le limitazioni, che non vuol riconoscere l’esistenza di un’etica o di leggi naturali e nasconde un’espressione angosciata sotto le maschere dell’opu- lenza e della libidine, Mariagrazia insegna il coraggio dell’accettazione dei propri limiti. Non è una rinunciataria, tutt’altro: tenace, disposta a tentare tutto il necessario per riuscire a sviluppare le proprie capacità e vivere intensamente, non si dispera per la propria condizione, né desidera ciò che é al di là delle possibilità che le sono concesse. Ancora di più: non si mente e non mente. Chi è abituato a confrontarsi con la sostanza delle cose non ha bisogno di maschere o di abbellimenti; Mariagrazia non cerca frasi d’effetto, non deve inventare nulla: si limita a portare in scrittura – quelle poche battute al minuto che danno tutto un altro sapore alle parole – gli entusiasmi e le paure, gli errori ed i ripensamenti, gli equivoci e le ingenuità di una bambina che cresce e si fa adulta. Non si schermisce: racconta cose che tutti hanno vissuto ma come nessuno lo fa, con assoluta franchezza, ed in tal modo ti trascina a forza in tutti quei sentimenti che hai cercato di smussare, che normalmente ti trovi a dissimulare per non mettere in imbarazzo gli altri. La gioia dei riti familiari: il pranzo della festa con i nonni, i filò in giardino con le vicine, l’atmosfera magica che circonda mamma e papà mentre si vestono – quasi solennemente – per la messa di Natale. Il dolore atroce che ti scava dentro quando perdi una persona amata profondamente, ed il vuoto in cui ti senti sospeso mentre tutti cercano goffamente di trascinare via il tuo pensiero da lei e tu vorresti soltanto piangere fino a morin.11 novembre 2007 Le parole per dirlo re a tua volta. La sua assoluta fedeltà alla verità dei fatti l’aiuta a sfuggire al formalismo che così spesso ingessa i dialoghi scritti, restituendoci il sapore buono e ruvido dell’“italiano dialettizzato” che chi vive in Trentino ha sempre sentito parlare nella propria casa d’infanzia. Ma quello che Mariagrazia ha scritto non è soltanto un racconto su di sé, sul suo percorso di formazione: è al tempo stesso un colorato affresco della comunità che si è creata di volta in volta attorno a lei, e delle risposte che questa comunità ha cercato di dare ai suoi bisogni e alle sue esigenze. È, quindi, anche la storia di tante persone che si imbattono in un imprevisto, in una terra ignota, e del modo in cui vi fanno fronte. Per essere conquistati da Mariagrazia, dal suo carattere generoso e sensibile, c’è infatti un grosso ostacolo da superare: si potrebbe chiamarla “la barriera dell’ascolto”. È l’abitudine a porre a fondamento della comunicazione la parola e non ciò che si vuole significare, a non cercare suggerimenti irraggiungibili ai sensi. Questa sfida, cui Mariagrazia involontariamente sottopone chi la incontra, ha i suoi vincitori ed i suoi vinti. Vince chi “si porta una mano all’orecchio” per ascoltare più a fondo, chi – come l’amata preside – cerca nello sguardo un altro canale di comunicazione, chi supera la diffidenza e la paura tentando di saltare la barriera e raggiungere Mariagrazia, nella certezza che “al di là” troverà buona accoglienza e un mare di significati inusuali e bellissimi. La storia di questa ragazza di Ponte Arche mostra come certi uomini e bambini siano capaci di superare la paura del diverso in modo creativo: simbolo dell’innata capacità costruttiva dell’essere umano è l’amichetta dell’asilo che, accorgendosi che Mariagrazia è in grado di spazzar via, con uno solo dei suoi movimenti, le costruzioni di mattoncini dei compan.11 novembre 2007 gni, la invita a giocare con loro al “terremoto”. I vincitori sono tanti, a partire da mamma e papà che, con il loro amore, le regalano un’infanzia felice e sicurezza nelle proprie capacità. Sconfitto è chi resta imprigionato nella ragnatela dell’esitazione, chi non vuole rischiare e quindi rimane indietro, ancorato alle sue certezze, sordo alle parole dello sguardo che lo cerca da oltre la barriera. Ma guai a chi scaglia la prima pietra, nessuno di noi può dire con coscienza che riuscirebbe a fare il salto, quando gli fosse richiesto: nel rapporto con gli altri siamo tutti timorosi e diffidenti, e Mariagrazia non fa altro che mettere a nudo la nostra poco dignitosa verità. Infine, di questo fresco libro stupisce il profondo senso morale: il tentativo continuo di Mariagrazia, anche di fronte ai soprusi o alle incomprensioni, di comportarsi rettamente. La accompagna uno sguardo tanto comprensivo nei confronti delle mancanze altrui quanto lucido e severo su di sé, che la porta a non indulgere nell’autocommiserazione o nell’autocompiacimento. Rimane l’impressione che proprio lei, abitante di un mondo in cui il tempo sembra più lento, in cui per fare una cosa bisogna vivere di lunghe attese e di pazienti tentativi, sia divenuta custode dei comandamenti che ci dovrebbero insegnare come vivere con amore ed umiltà: onora i suoi genitori e tutti gli altri esseri umani, non si concede di mentire, vive in profondità il significato delle Feste che per noi, oggi, sono solo occasione di corse pazze nei negozi. Sembra che oggi tutto sia così rapido da non darci il tempo di assimilare il significato di una morale comune, di farlo nostro e di applicarlo. Ci voleva una Mariagrazia per farcelo riscoprire. Astrid Mazzola Scrittrice www.senzaombrello.it […] Il segno del pugno Nacqui verso l’una di notte del 16 aprile 1970, all’ospedale di Tione di Trento. Secondo i vari esami, ai quali mia madre si era sottoposta accuratamente durante i nove mesi d’attesa, tutto sarebbe dovuto andar bene ed io avrei dovuto essere la bella bambina tanto desiderata da mamma e papà. Addirittura, prima di giungere all’ospedale, visto che stava benino, mia madre decise, assieme a mio padre, di fermarsi un momento a casa di mia zia Rina, sorella di mio padre, a Saone: una breve sosta, il tempo necessario per avvisare la zia del mio imminente arrivo; infatti, essendo la prima nipote della famiglia dei Fusari, c’era in tutti una certa trepidazione per la gioiosa attesa. Nacqui, dunque, verso l’una di notte. Durante il parto mia madre ebbe un prolasso del funicolo; non fu subito assistita da un medico, ma solamente da una levatrice, la quale, mentre il personale del reparto di maternità rintracciava il medico di turno – e nel far questo sarà trascorso un abbondante quarto d’ora o forse anche di più –, mi tenne dentro e di questo suo “tenermi dentro” porto tuttora il segno del pugno in fondo alla mia schiena. Di conseguenza io fui colpita da paralisi cerebrale con asfissia pallida: la più brutta che c’è. Non piansi subito, non emisi quel pianto gioioso che solitamente dà inizio ad ogni vita, ma piansi solamente alle cinque del mattino. […] 45 la recensione OCSE PISA Le valutazioni internazionali Le valutazioni internazionali e la scuola italiana, è il titolo di un corposo volumetto di crica 400 pagine fresco di stampa della Zanichelli, nella collana “Idee per insegnare”, scritto da quattro esperti del settore, e che certamente potrà interessare chi nella scuola si occupa di valutazione, ma anche chi voglia capire qualcosa di più sulle indagini internazionali che tanto interesse hanno suscitato e continuano a suscitare a livello di opinione pubblica. Un vademecum, una guida utile... Una sorta di vademecum sulle valutazioni internazionali, ma anche un manuale non solo per chi è proprio “dentro” le tematiche della valutazione internazionale della scuola e dell’istruzione in senso più lato. Insomma: una buona guida per chi voglia capire qualcosa di più, le motivazioni, i retroscena, ma anche per chi voglia avere sottomano i test maggiormente utilizzati nelle indagini OCSE - PISA, ma non solo e capirne anche le motivazioni della scelta, l’articolazione e l’uso più appropriato. Il risvolto di copertina dichiara esplicitamente che “il volume si rivolge agli insegnanti che desiderano aggiornarsi sulle ricerche internazionali sugli apprendimenti, in particolare sull’indagine PISA (Program fort International Student Assessment) che valuta ogni tre anni le competenze dei quindicenni in lettura, matematica e scienze. Come spesso si legge sui giornali, i risultati degli studenti italiani in queste valutazioni non sono incoraggianti; fermarsi a questo dato di fatto, però, non basta. Le prove PISA, infatti, forniscono numerosi strumenti che aiutano i docenti a identificare e correggere i punti deboli dei ragazzi e possono costituire una solida base da cui ricavare idee per una didattica fondata sulle competenze. Lo scopo di questo libro è guidare gli insegnanti alla scoperta di tali strumenti.” 46 L’incipit Non capita spesso che un volume cominci con ubn elenco quasi ossessivo di titoli dei mass media sui “Numeri che fanno notizia”: “Gli australiani ottengono più punteggi migliori di un test mondiale” (“The Australian”, 8 dicembre 2004). “Gli studenti canadesi retrocedono” (“Le Devoir”, Québec, 8 dicembre 2004) [...] “Agli studenti di Hong Kong e della Finlandia i conti tornano” (“International Herald Tribune”, 7 dicembre 2004)... L’elenco potrebbe continuare fino ai titoli di questi giorni sui mass media italiani, ma anche su quelli trentini, ogni qualvolta vengono presentate indagini internazionali sull’apprendimento della lettura, della matematica ecc. ecc.. Gli autori partono proprio dalla premessa che “lo spazio che i risultati di PISA e quelli di altre indagini comparate internazionali hanno ultimamente occupato nei media dimostra che la scuola e i temi dell’istruzione e della formazione occupano oggi un posto centrale nel dibattito politico a livello internazionale e, per molti Paesi, a livello nazionale, con un crescente interesse dei governi e dell’opinione pubblica per la qualità della scuola” per sostenere anche l’urgenza di andare più in profondità, di aiutare a capire anche i “non addetti ai lavori” sui meccanismi sottesi. Come si è arrivati a catalizzare in questo modo l’attenzione sulla scuola e sui risultati dei sistemi scolastici? In queste pagine ripercorriamo le principali tappe delle indagini comparate internazionali in campo educativo, per vedere il cammino che è stato fatto dagli inizi fino ad oggi e gli elementi di continuità e di novità che caratterizzano in particolare l’indagine OCSEPISA. Guai, però, pensare che il testo sia una “banalizzazione” di un discorso serio e complesso come quello affrontato, anzi, proprio “gli addetti ai lavoro” si troveranno tra le mani un’agile guida, seria, ampia e documentata alle valutazioni internazionali, a cominciare da quelle OCSE-PISA. Gli autori sono esperti di pedagogia sperimentale e hanno fatto parte del gruppo di lavoro PISA presso INVALSI (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione). (m.c.) M.T. Siniscalco - R. Bolletta - M. Mayer - S. Pozio, Le valutazioni internazionali e la scuola italiana, Idee per insegnare, Bo. Zanichelli, pp. 402 € 25,00 n.11 novembre 2007 schede STORIA Insegnamento e ricerca storica La rivista quadrimestrale “Storiae”, edita dalla Intendenza Scolastica Italiana di Bolzano, è curata dal Lab*doc storia/Geschichte, il centro servizi per la didattica della storia. La rivista si caratterizza come ponte tra ricerca storica e scuola, spazio di confronto e scambio. Una pubblicazione pensata e realizzata per e dalle scuole. Approccio al “fare storia” Il fine è quello di fornire alle scuole e diffondere nella realtà dei docenti l’approccio al fare storia, inteso come la capacità di far acquisire ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze tutte quelle competenze che diano loro la possibilità di leggere il presente con consapevolezza critica, di orientarsi nel mondo, di rapportarsi con altre culture e altri contesti di vita. Nata nel gennaio 2003 ed arrivata al suo quarto anno di pubblicazione, la rivista si apre sempre con l’editoriale della Sovrintendente Scolastica di Bolzano, Bruna Visentin Rauzi, ed è suddivisa in sezioni, da l’opinione dello storico, alle storie ed i racconti, dalla memoria e dalle rubriche interne, ai percorsi didattici su multimedialità, storiografia, beni culturali e musei. Documentazione di esperienze Non mancano gli spazi per le esperienze, ricerche nelle scuole, documentazione; e poi le associazioni, n.11 novembre 2007 lo sguardo sul territorio ed i Convegni. Nel numero 2 dell’anno 4, in tutto 98 pagine, ritroviamo l’intervista con la docente di didattica della storia della facoltà di Scienze della formazione della Libera Università di Bolzano, Maria Teresa Rabitti, esperta nella formazione dei docenti. Nella sezione Storie, un approfondimento nel labirinto della scrittura autobiografica, nello spazio dei percorsi ben tre proposte didattiche che coinvolgono diversi gradi di scuola, un approccio allo studio dei graffiti romani fino alle origini della città di Bolzano. I ragazzi si raccontano nelle pagine successive, presentando una ricerca storica sulle scuole di Merano nel XIX secolo. I Dossier Allegati alla rivista spesso sono presenti i Dossier, ad oggi nove pubblicazioni; nel numero di settembre 2006 ad esempio, “L’Accordo di Parigi” del 1946, la cronaca, le testimonianze dirette dei protagonisti, docu- menti originali, immagini d’epoca. È presente anche il Dossier “Chiese a Bolzano”, materiale destinato alle scuole sulle problematiche storicoartistiche delle chiese del territorio. Anche la rivista n 3 di Dicembre 2006 ha allegato due Dossier, il primo “XX secolo a Castel Tirolo. Materiali per le scuole: 1945-2000”, dedicato alla mostra permanente Ricordi dal XX secolo, allestita nel Mastio di Castel Tirolo (Museo storico-culturale della Provincia di Bolzano), un materiale di lavoro con cui guidare gli studenti alla visita del Mastio o sui quali attivare percorsi laboratoriali anche in classe. Un secondo Dossier raccoglie i materiali della Mostra “U baro drom – La lunga strada – Der lange Weg”, proposta alla galleria Civica dell’Assessorato alla Cultura e Spettacolo di Bolzano; preziosi strumenti di riflessione sul modo in cui la cultura occidentale si è rappresentata nel corso del tempo, con arte, letteratura, poesia, musica, il mondo del popolo zingaro, di Rom e Sinti. Lab*doc storia/Geschichte, per le scuole Il Lab*doc storia /Geschichte è un servizio per le scuole: offre ai dirigenti scolastici e agli insegnanti consulenza su progetti e percorsi di storia locale, nazionale ed internazionale. Mette a disposizione attraverso il sito www.emscuola.org/ labdocstoria materiali di lavoro, documenti, fonti, proposte didattiche; ha sede presso l’intendenza Scolastica Italiana di Bolzano, presso il “Palazzo Plaza”, via del Ronco 2 - Bolzano. Il laboratorio e la rivista sono coordinati dalla docente Milena Cossetto, dirigente scolastica e pubblicista, esperta di storia e didattica della storia. (M.A.) Per richiedere la rivista “STORIA” Telefono: 0471/411328 Fax: 0471/ 411309 [email protected] www.emscuola.org/labdocstoria 47 LA SCUOLA AL MUSEO Museo Tridentino di Scienze Naturali EVOLUZIONE Progetto scuola media IC Tn 3 Durante l’anno scolastico 2006/07 la classe III E dell’Istituto Comprensivo Trento 3, ha affrontato un argomento di grande attualità: l’evoluzione. L’unità didattica è stata introdotta dalla visione del documentario “Il viaggio di Charles Darwin”, trasmesso dalla Rai nella serie “Ulisse, il piacere della scoperta” nel quale, alla fiction sulla vita e sul viaggio di Darwin a bordo del Beagle, si alternano interventi di approfondimento sugli aspetti scientifici del lavoro del naturalista inglese. Documentario in classe La proiezione del documentario, spesso interrotta per commentare e approfondire con gli studenti i vari momenti del viaggio, ha richiesto in totale quattro ore circa distribuite in due giornate. Questo percorso è stato sintetizzato sui quaderni di lavoro ed ha costituito importante materiale per lo studio. Sono state affrontate anche letture tratte da un volume scritto da Richard Keynes, bisnipote di Darwin, dal titolo “Fossili, fringuelli e fuegini”, edito da Bollati-Boringhieri. Una pagina ha affascinato particolarmente i ragazzi, quella in cui Darwin descrive la sua esplorazione della foresta brasiliana: “La parola delizia non basta a descrivere i trasporti di piacere di un naturalista che cammina da solo in una foresta brasiliana. È difficile dire ciò che mi ha colpito di più. La vegetazione lussureggiante forse: l’eleganza delle erbe, la novità delle piante parassite, il ronzio degli insetti è così forte che di sera lo si può sentire a bordo di una nave ancorata a centinaia di iarde dalla riva […] a una persona appassionata di 48 storia naturale una giornata come questa provoca un piacere come forse non riuscirà più a provare.[…]”. Adattamento all’ambiente In un altro momento significativo del filmato Alberto Angela mostra i fringuelli catturati dal naturalista inglese alle isole Galàpagos e conservati presso il museo di Storia naturale di Londra. La discussione con gli alunni a questo punto si è concentrata sulla diversità dei becchi degli uccelli delle Galàpagos e sulle considerazioni circa l’adattamento all’ambiente, aspetto fondamentale nell’evoluzione. È stato quindi affrontato il dibattito fra creazionisti ed evoluzionisti, i cui aspetti più significativi sono stati approfonditi avvalendosi di articoli di stampa e di testi che analizzano il problema. Successivamente è stato proiettato il film, del 1960, di Stanley Kramer “Inherit the Wind”, in cui si racconta il processo che, nel 1925, a Dayton (Tennessee), oppose i sostenitori dell’evoluzionismo ai creazionisti, che avrebbero voluto bandire dalle scuole americane l’insegnamento del darwinismo. Nel mese di maggio la classe ha visitato la mostra allestita al MTSN, “La scimmia nuda”, apprezzandone sia l’impostazione didattica sia il messaggio di fondo: far comprendere quale sia il posto dell’uomo nella natura e la sua storia evolutiva in rapporto agli altri esseri viventi e all’ambiente. Diverse le sezioni che gli studenti hanno ritenuto significative, dal posto dell’uomo nella natura, ai temi più attuali. Il posto dell’uomo Non solo condividiamo il 99,9% di DNA con qualunque altro uomo e il 98% con gli scimpanzè, ma anche il 90% con i topi, il 21% con i vermi e il 7% con un semplice batterio come l’Escherichia coli: una schiacciante dimostrazione della continuità della vita sulla Terra! Dal tempo di Darwin gli scienziati hanno cominciato a sottolineare le caratteristiche in comune tra gli esseri umani e gli animali. Tutto ciò porta ad una nuova definizione di cosa è specificatamente umano? Nonostante la graduale accettazione, con la teoria dell’evoluzione, dell’origine comune di uomini e animali, la concezione del posto dell’umanità nella Natura è rimasta quasi invariata: Homo sapiens è ancora visto come al di fuori, se non spesso al di sopra n.11 novembre 2007 della Natura, in una posizione privilegiata all’interno del regno animale. Non esiste però ragione scientifica di dubitare che l’Uomo, come qualsiasi altro organismo, si sia originato attraverso i meccanismi dell’evoluzione biologica. A 150 anni di distanza la teoria di Darwin resta ancora valida nelle sue linee base: nel fatto che le specie viventi discendano da un antenato comune e nel ruolo dell’ambiente nel determinarne le mutazioni. L’evoluzione è una realtà. L’unicità dell’uomo? In cosa l’uomo si differenzia dagli altri animali, nel bene e nel male? Nessun altro grande animale è distribuito su tutta la terra, di cui controlla gran parte delle risorse e si riproduce in tutti gli habitat, dai deserti e dall’Artico alle foreste pluviali tropicali. Nessun grande animale selvatico rivaleggia in numero con l’uomo. Homo Sapiens è caratterizzato dalla postura eretta, un grande cervello, la destrezza manuale, un complesso uso di strumenti, l’abilità nella caccia e la capacità di un linguaggio parlato e di ragionamento astratto. La maggior parte degli esseri umani inoltre indossa indumenti e apprezza l’arte e molti hanno una fede religiosa. La nostra unicità risiede sicuramente nei tratti culturali, che ci danno un così grande potere di modificare l’ambiente: il linguaggio, l’arte, la tecnologia e l’agricoltura. L’uomo però si distingue anche per attributi più sinistri, come il genocidio, la tortura, le guerre e lo sterminio di altre specie animali e vegetali. Il linguaggio, l’arte, l’agricoltura, i comportamenti sessuali, persino la propensione alla violenza e al genocidio hanno antecedenti diretti in altre specie animali, passati in noi attraverso le leggi dell’evoluzione. Non potremmo mai capire il nostro livello di unicità senza prima conoscere quello che condividiamo con i nostri parenti più prossimi. La nascita dell’arte Cosa c’è dietro l’impulso umano di elaborare, di abbellire, di rendere straordinario l’ordinario? In ogni società le persone decorano se stesse, i loro manufatti, il loro ambiente, creano musiche, danze, poesie o teatro. Le spiegazioni di tipo evoluzionistico per questo comportamento si concentrano sul fatto che mostrare creatività, qualità fisiche, estetiche o intellettuali aumenta il successo riproduttivo, specialmente quello del maschio, e sarebbe quindi strettamente legato alla selezione sessuale. In realtà però l’arte serve anche per comunicare messaggi di vario tipo: mistico, religioso, scientifico, poetico, sentimentale o semplicemente per combattere la noia e procurare piacere. E il mondo animale possiede analogie estetiche, architettoniche e musicali a quelle della nostra specie: n.11 novembre 2007 come la splendida coda del pavone, i nidi degli uccelli giardinieri o il canto degli uccelli. Nel futuro c’è speranza? La specie umana non dovrebbe dimenticare il suo legame di interdipendenza con l’ambiente e con i propri simili. Anche se l’impulso alla violenza o al dominio sulla natura può essere innato in noi, ciò non ha mai impedito alle società umane di opporsi a tali istinti riducendo l’impatto sull’ambiente, preservando le specie e gli habitat naturali, arrestando l’incremento demografico, limitando o eliminando le armi nucleari e sviluppando mezzi pacifici per risolvere le controversie internazionali. Al termine dell’anno scolastico molti studenti e studentesse della classe hanno scelto l’evoluzione come argomento del loro colloquio d’esame di terza media, dimostrando, nelle loro esposizioni, tutto l’interesse suscitato in loro da questo lavoro. Carlo Listo Docente di Scienze matematiche scuola media “Bronzetti-Segantini” - I.C. Trento 3 Fonti utilizzate: - Giulio Mezzetti, La natura e la scienza, La Nuova Italia, Firenze 1986 - Franca Fabris Silvia Zanetti, I temi della Scienza vol. 6 , Trevisini editore 2001 - Richard Keynes, Fossili, fringuelli e fuegini, Bollati-Boringhieri, 2006 - Piero ed Alberto Angela, Il viaggio di Charles Darwin “Ulisse, il piacere della scoperta”, produzione Rai 2006 - “Inherit the Wind” 1960 film di Stanley Kramer - Presentazione del percorso espositivo “La scimmia nuda storia naturale dell’umanità” Scienza e Arte in una mostra interattiva al Museo Tridentino di Scienze Naturali. Trento 7 aprile 2007 - 6 gennaio 2008 A cura di Claudia Lauro curatrice della mostra strumenti - il libro QUARTO ANNO Stato dell’arte della sperimentazione “Da qualificati a tecnici”, la sperimentazione dei quarti anni di diploma professionale in alternanza formativa nella Provincia di Trento, questo il volume, a cura di Mauro Frisanco, presentato al convegno di martedì 4 dicembre 2007; un testo che vuole essere un librostrumento da consultare, al suo interno l’esperienza di ricerca-azione messa in atto in quest’ultimo quadriennio 2003-07, di realizzazione dei quarti anni di formazione professionale; la possibilità quindi, per gli studenti che ottengono la qualifica professionale, di accedere ad un quarto anno formativo per acquisire il diploma professionale. Il testo riporta e richiama il contesto di avvio della sperimentazione, i risultati e le riflessioni critiche da più punti di vista rispetto all’analisi degli esiti di questi primi anni di percorso. Sono delineate le principali questioni che si sono dovute affrontare sul piano politico, istituzionale, tecnico e operativo, le soluzioni adottate, gli aspetti che hanno permesso di tracciare le linee guida ed i programmi. All’interno del volume, introduzione e conclusioni a cura di Michele Pellerey, professore emerito, già Ordinario di Didattica, dal 2003 membro del gruppo incaricato dalla Provincia di definire e costruire la filiera della formazione professionale; il processo di innovazione e l’accordo con le parti sociali, affrontato da Olga Turrini, responsabile dell’area Interventi Comunitari della Struttura di Assistenza tecnica al Fondo Sociale Europeo dell’ISFOL, le scelte di governance, nel secondo capitolo, a cura di Daniela Carlini, direttore incarico speciale di supporto alla programmazione formativa della Provincia Autonoma di Trento; a cura di Mauro Frisanco, esperto di formazione professionale, dal 2003 membro del gruppo di lavoro, gli aspetti strategici dell’impianto, i percorsi sperimentali ed un primo bilancio. In appendice la delibera, la documentazione e gli strumenti legati a questo percorso. Un testo che richiama le linee portanti del modello progettuale del quarto anno, rivolto a chi è coinvolto in ruoli di programmazione e progettazione formativa, ai ricercatori impegnati sul tema dell’apprendimento e a tutte le figure che operano all’interno del sistema di formazione professionale ( docenti, tutor…). Mauro Frisanco (a cura di), Da qualificati a tecnici - La sperimentazione dei quarti anni di diploma professionale in alternanza formativa nella Provincia di Trento, FrancoAngeli Editore, Milano 2007, pp.191, Euro 18,00 n.11 novembre 2007