n.11novembre 2007

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n.11novembre 2007
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n.11 novembre 2007
SOMMARIO
DIDASCALIE
Rivista della scuola in Trentino
Periodico mensile
Anno XV, numero 11 novembre 2007
Rivista promossa dalla
Provincia Autonoma di Trento
(L. P. 3 maggio 1990, n.15, art. 22)
Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 745
dell’11.1.1992
Direttore responsabile:
Alberto Faustini
Coordinatore:
Mario Caroli
E-mail: [email protected]
In redazione:
Monica Antoniolli
Micaela Romagna
Manuela Saltori (segreteria)
In questo numero:
Carlo Andreatta, Monica Antoniolli, Davide Bassi, Nadia
Berloffa, Maria Pia Betta, Francesca Bottura, Stefania Buscemi, Michela Campolongo, Mario Caroli, Daniela Ceccato, Marco Ciampa, Marco Crepet, Paolo Dalvit, Lorenzo Dellai, Maurizio Enea, Dolores Gervasi, Giuliana
Gilli, Maria Luisa Giacomolli, Claudia Lauro, Carlo Listo, Maria Magdalena Luca, Astrid Mazzola, Rita Mottes,
Leda Perazza, Annalisa Pischedda, Marco Pontoni, Giovanna Sciascia, Giovanna Sirotti, Francesco Stabili, Cristina Tomei, Denis Zendri.
la notizia/Consulta, “Tenete alta la temperatura”
la notizia:Matteo Groff presidente
la notizia:La nuova consulta
provincia/Delibere: Zadra dirigente sostituto
provincia/dirigenti scolastici: corso-concorso
provincia/valutazione: Stato dell’arte per i dirigenti scolastici
cooperazione pace e solidarietà
/L’incontro: Coop e scuola insieme
/I.C.Isera-Rovereto: Centenario 1907-2007
dalle scuole/ITI Marconi Rovereto: Gerola, scrittore in classe
dalle scuole/Ist. “don Milani-Depero” Rovereto:
dalle scuoleMission, gestione albergo
dalle scuole/Elementare Filzi I.C. Isera Rovereto: La guida
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Romania, la scuola degli altri
Appunti e riflessioni sul viaggio studio di alcuni docenti e dirigenti
L’iniziativa
Il percorso
Il sistema Scuola
La riflessione
Il diario
Inserto a cura di: Monica Antoniolli e Mario Caroli
Interventi: Paolo Dalvit, Dolores Gervasi, Maria Magdalena Luca
Le schede sul sistema scuola rumeno, riportate nelle pagine 24-25
sono riprese dagli appunti di viaggio di Dolores Gervasi e Maria Magdalena Luca
Redazione: Via Gilli 3,
38100 Trento
tel. 0461/497268 - 70
fax 0461/497267
Realizzazione e Stampa
Litografia Effe e Erre - Trento
Inserto 19-30
Per richiedere la rivista Didascalie
telefonare o mandare un fax o scrivere a:
Redazione Didascalie,
Palazzo Istruzione via Gilli, 3 – 38100 Trento
E-mail: [email protected]
Didascalie è stampata su carta
ecologica, sbiancata senza cloro
Le foto di questo numero sono di:
archivio Didascalie, ufficio stampa
Provincia autonoma Trento,
fornite dai diretti interessati,
Agf Bernardinatti
PROVINCIA AUTONOMA
DI TRENTO
didascalie
europa.scuola/il progetto: In rete
31
dalle scuole/Ist. “M.Martini” Mezzolombardo: In scena
32
dalle scuole/Scuola media Spormaggiore: Arte
33
dalle scuole/Scuola media Pedrolli Gardolo: Festival
34-35
dalle scuole/I.C. Trento 4: Clarin...Coro!
36-37
dalle scuole/Liceo “Rosmini” Rovereto: Alfiere del lavoro
38
dalle scuole/Liceo scientifico Galilei Trento: Linux Day
39
dalle scuole/Liceo classico “Prati” Trento: Sirene - Elettra a scuola 40
offerta varia/Strumenti: Un dvd sulla Grande Guerra
41
università/La cerimonia: Nuovo anno, Bassi e Dellai
42-43
segnaliamo/Il libro: Ero prigioniera letto da Astrid Mazzola
44-45
segnaliamo/La recensione: OCSE-PISA, per saperne di più 46
segnaliamo/Schede: Storia... rivista del Lab*doc di Bolzano
47
la scuola al museo/Museo Tridentino Scienze Naturali: Evoluzione e
48-terza di copertina
strumenti/Il libro: Da qualificati a tecnici
scuole dell’in
quarta di copertina
Rivista della scuola in Trentino
11
n.
novembre 2007
L’iniziativa
Il percorso
il dossier
Il sistema scuola
La riflessione
Il diario
, LA SCUOLA
DEGLI ALTRI
ROMANIA
studio
sul viaggio
riflessioni
scolastici
dirigenti
Appunti e
docenti e
di alcuni
AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006
08/02/2006
e Mario Caroli
Antoniolli
di: Monica
Inserto a cura
Luca
di:
Maria Magdalena
Luca)
pagine 24-25
Interventi
Magdalena
Dolores Gervasi,
riportate nelle
Paolo Dalvit, sistema scuola rumeno Dolores Gervasi e Maria
di viaggio di
(le schede sul
dagli appunti
sono riprese
n.11 novembre
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2007
1
In copertina in alto: i nuovi rappresentanti eletti nella Consulta provinciale degli studenti alla loro prima convocazione (vedi inserto pp 1- 3); a destra, sempre in alto, la
copertina del libro “Ero prigioniera” nelle pagine del Segnaliamo (pp. 44-45); in basso,
la copertina dell’inserto interno su “Romania, la scuola degli altri” (vedi pp. 19-30)
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LA NOTIZIA
CONSULTA
“Tenete alta la temperatura”
Nella mattinata di giovedì 22 novembre 2007, il presidente Dellai ha incontrato tutti i
nuovi rappresentanti eletti entro la fine di ottobre negli istituti superiori e nei Centri di
Formazione professionale del Trentino per la Consulta provinciale degli studenti nel loro
perimo incontro al Palazzo dell’Istruzione in via Gilli.
Il messaggio augurale
del presidente Dellai
Citando espressamente George Bernard Shaw, il presidente della Provincia, Lorenzo
Dellai, nella sua veste di responsabile anche dell’istruzione e delle politiche giovanili, ha invitato i nuovi
rappresentanti della Consulta provinciale degli studenti ad essere protagonisti nella
scena scolastica provinciale,
ma non solo, a portare avanti
iniziative dentro e fuori le proprie scuole e a non adagiarsi su quanto già fatto finora da chi
li ha precededuti. “Mi aspetto da parte vostra un ruolo protagonista, da parte mia garantisco
la disponibilità a seguirvi e sostenervi da vicino e sono sicuro che saprete vivacizzare il mondo della scuola e quello giovanile in senso più generale. Anche perché, come diceva George
Bernard Shaw, se la temperatura dei giovani è tiepida, il mondo gela”.
Con queste parole ha salutato ed augurato “buon lavoro ed una buona esperienza democratica” agli oltre settanta studenti eletti in tutti gli istituti della provinciale come rappresentanti della Consulta provinciale degli studenti.
Partecipate da protagonisti
Poi, rivolto ai nuovi rappresentanti degli studenti, il Presidente ha voltuo rimarcare tre obiettivi fondamentali del governo provinciale, che dipendono anche dal lavoro degli studenti:
• tirare fuori dalla comunità tutti i talenti che ci sono dentro, farli crescere con libertà, riconoscerli e far si che chi li ha ne sia consapevole; ed in questo il ruolo della scuola è certamente centrale;
• fare in modo che la mobilità sociale non resti bloccata dalle condizioni economiche e finanziarie della famiglia di provenienza e dalla collocazione geografica, "ma vogliamo premiare i capaci e meritevoli;
• rendere il Trentino più dinamico e più aperto, inventando qualcosa di nuovo senza adagiarci sugli allori della nostra buona situazione in un mondo in rete e globalizzato."
Stiamo vivendo una fase di grande attenzione alla scuola, sforzandoci di rinnovarla con l'applicazione della nuova legge di riforma, ha concluso il Presidente Dellai rivolto agli studenti
della Consulta: "partecipate anche voi da protagonisti a questo sforzo. Il legame con le politiche giovanili è un valore aggiunto, sono due facce della stessa medaglia e spero che su questo la nuova Consulta continui a dare contributo".
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gli eletti
i neoeletti a “fare squadra”, “prendere coscienza del
proprio ruolo e dotarsi degli strumenti e delle conoscenze necessarie per esercitarlo proficuamente.”
Matteo Groff, presidente
MATTEO GROFF
Il nuovo presidente dal “Vittoria”
Quella di giovedì 22 novembre scorso, è stata la
prima convocazione presso il Palazzo dell’Istruzione di Via Gilli a Trento. Come di consueto, proprio nella prima seduta sono stati eletti il presidente e vicepresidente, ma anche i rappresentanti dei
vari distretti sul territorio provinciale, come riferiamo nel servizio delle due pagine successive.
Nuovi eletti: qualcuno manca all’appello
Più di settanta i partecipanti in rappresentanza di
tutti gli istituti superiori del Trentino, ma anche quest’anno, la casella di qualche istituto risulta vuota,
non ci sono i rappresentanti degli studenti perché
non sono stati eletti: Istituto di istruzione “Degasperi” Borgo Valsugana, ITCG “Pilati” Cles, ITCG
“F.lli Fontana” Rovereto, ITC “Tambosi” Trento,
ITG”A. Pozzo” Trento, Istituto d’istruzione “M. Curie” Pergine, CFP Enaip Arco.
Convocati alle 8,30 da Paolo Renna, dirigente del Servizio sviluppo e innovazione del sistema scolastico e formativo e
nuovo referente per la Consulta nel Dipartimento Istruzione, gli studenti hanno prima ascoltato una dettagliata e corposa relazione sull’attività svolta dalla
Consulta nell’ultimo anno, da parte di
Davide Sartori. Dopo una puntigliosa
disamina delle attività dell’a.s. 2006/07,
Sartori ha avanzato qualche proposta:
una sorta di stage formativo per tutta la
nuova Consulta prima di iniziare i propri lavori, attraverso un rapporto diretto con gli studenti uscenti, per aiutare
Nella stessa mattinata è stato eletto come nuovo presidente della Consulta Matteo Groff, studente frequentante la quinta classe dell’istituto d’Arte “Vittoria” di Trento. Al primo appuntamento della nuova
Consulta provinciale degli studenti si sono presentati tutti, a votare sono stati 71, eleggendo lo studente
Matteo Groff quale presidente e Riccardo Degasperi, studente frequentante la quarta classe del Liceo
scientifico “A. Rosmini” di Rovereto, vicepresidente.
Soddisfazione dichiarata da entrambi e promessa di
grande impegno da subito.
“Sono molto contento del risultato”, ha dichiarato il
neo eletto presidente Matteo Groff, che rappresenta anche uno dei pochi elementi di continuità con
la Consulta uscente; “a breve organizzerò la plenaria
per completare le ultime nomine, quando il Consiglio di presidenza sarà completo dovremo iniziare subito a muoverci con nuove proposte di lavoro”.
Altri eletti: Sonia Rama dell’Istituto “A. Rosmini” di
Trento, secondo segretario
Rappresentanti di distretto:
Marco Calzà, Liceo classico “A.Maffei” Riva del Garda – Alto Garda; Stefania Oliana, Istituto “L. Guetti”
Tione – Giudicarie; Valentina Zorzi, CFP Enaip Ossana – Rotaliana, Valli di Sole e Non; Federico Stefani,
Liceo “L. da Vinci” Trento – Trento; Thomas Stradiotto, CFP Barelli Rovereto – Vallagarina; Debora Simonazzi, Istituto “Rosa Bianca/Weisse Rose” Cavalese
- Valle di Fiemme e Fassa. Verrà eletto nella prossima
plenaria il rappresentante della Valsugana.
Membri della Consulta nel Consiglio Provinciale dell’Istruzione:
Giulio Pojer - Istituto “La Rosa Bianca/Weisse Rose”
Cavalese, Lorena Ianes - Ist. di Formazione professionale Alberghiero Rovereto Levico.
Mario Caroli
n.11 novembre 2007
Consulta Provinciale studenti - Anno scolastico 2007-2008
ISTITUTO
IST. ISTRUZIONE DEGASPERI BORGO
IST. ISTRUZIONE ROSA BIANCA CAVALESE
IST.ISTRUZIONE RUSSELL CLES
IST.ISTRUZIONE FIERA DI PRIMIERO
I.T.C.G. PILATI CLES
IST. ISTRUZ. MARTINI MEZZOLOMBARDO
IST.ISTRUZIONE CURIE PERGINE
LICEO CLASSICO MAFFEI RIVA DEL GARDA
IST.ISTRUZIONE FLORIANI RIVA DEL GARDA
LICEO CLASSICO ROSMINI ROVERETO
I.T.C.G. FONTANA ROVERETO
I.T.I MARCONI ROVERETO
IST. ISTRUZIONE FILZI ROVERETO
IST. ISTRUZ. DON MILANI/DEPERO ROVERETO
IST. ISTRUZIONE GUETTI TIONE
LICEO CLASSICO PRATI TRENTO
LICEO SCIENTIFICO GALILEI TRENTO
LICEO SCIENTIFICO DA VINCI TRENTO
IST. ISTRUZIONE ROSMINI TRENTO
I.T.C. TAMBOSI TRENTO
I.T.I. BUONARROTI TRENTO
I.P.S.C.T. BATTISTI TRENTO
ISTITUTO ARTE VITTORIA TRENTO
LICEO MUSICALE BONPORTI TRENTO
ISTITUTO ARTE SORAPERRA POZZA DI FASSA
IST. SUP. ARCIVESCOVILE TRENTO
IST. SUP SACRO CUORE TRENTO
IST. TUR. GARDASCUOLA ARCO
IST.TEC. DE CARNERI CIVEZZANO
IST. TEC. AGRARIO SAN MICHELE
CFP ENAIP ARCO
CFP ENAIP BORGO VALSUGANA
CFP ENAIP CLES
CFP ENAIP OSSANA
CFP ENAIP TESERO
CFP ENAIP TIONE
CFP ENAIP PRIMIERO
CFP ENAIP TRENTO/VILLAZZANO
CFP ENAIP ALBERGHIERO VARONE
CFP VERONESI ROVERETO
CFP CANOSSA TRENTO
CFP ARTIGIANELLI TRENTO
CFP OPERA BARELLI LEVICO
CFP OPERA BARELLI ROVERETO
UNIVERSITÀ POPOLARE TRENTO
UNIVERSITÀ POPOLARE CLES
UNIVERSITÀ POPOLARE TIONE
UNIVERSITÀ POPOLARE VARONE
CFP ALBERGHIERO LEVICO
CFP ALBERGHIERO ROVERETO
CFP SETTORE LEGNO TRENTO
CFP SERVIZI ALLA PERSONA TRENTO
* CONSULTA 2006 - 07
n.11 novembre 2007
RAPPRESENTANTI
–
POJER GIULIO
TOLOTTI GIULIA
ARRUZZA ALESSANDRO
–
FURLAN FABIANO
–
BRESAOLA STEFANO
CACEFFO TOMMASO
DEGASPERI RICCARDO
–
COMPER DANIELE
MALFATTI LAURA
BONI MELISSA
ANGELINI MARGHERITA
ZANELLA ANNA
PILATI VERONICA
STEFANI FEDERICO
RAMA SONIA
–
ZOMER STEFANO
DANIELA IACOMO
–
SIMONAZZI DEBORA
BERTOLINI VERONICA
DEBORTOLIS GIULIA
–
BUZZONI MARIA
–
CALZÀ MARCO
PELLEGRINI SILVIO
BRENTARI ANDREA
–
LORANDI GIACOMO
SESSA GIUSEPPINA
FERRARI FRANCESCO
OLIANA STEFANIA
MILONE VALENTINA
GISLIMBERTI LORENZO
CALLIARI PAOLA
GUGLIELMI LUCA
–
ODORIZZI DAMIANO
–
GRAZIOLI MICOL
GROFF MATTEO
MONCHER SILVIA
PEDROTTI ALBERTO
FAVE’ SILVIA
TRETTER GIANMARIA
BAVA SALVATORE
FILIPPO MARIA LUCIA
–
FOGGIA RENATO
BERTOLUZZA IVANO
ZORZI VALENTINA
MORANDINI MICHELE
TISI SILVIA
CEMIN PAOLO
DALSASS MATTEO
MINNITI ALEX
NJEGOVAN NIKOLA
POVOLI VERONICA
CONCI CAMILLO
CEMIN JENNIFER
VALENTI IGNAZIO
ADEMI ERSIDA
FELLIN JESSICA
SCAIA ANNA
GIUSINO DANIELE
RASOM DANIEL
JEAN FRANCOIS THEOWILL
VIDI MARTA
ANTONINI FRANCESCO
PREDELLI MATTIA
TOVAZZI LUCA
–
MANCA MANUEL
ANTONELLI COSIMO
PATERNOSTER DARIO
NIGO GIUSEPPE
BELTRAMI ALESSANDRO
DEBORTOLIS ALESSANDRO
HAZGUI MOUNIR BEN MONDHER
DORIGOTTI FEDERICO
SCAPERROTTA ALEX
ROMERO LOPEZ BARBARA
MANFRINI ENRICO
BOF RUDY
STADIOTTO THOMAS
AMADEI VANESSA
MAGAGNA SILVIA
SALVADORI ERIKA
CALCINARDI MAYKOLL
IANES LORENA
–
PALOTTO HUGO
FRESTA LUISA
SALVATERRA ANDREA
MAZZEI LUIGI
PROVINCIA
delibere
ZADRA
Nominata dirigente sostituto
Maurizia Zadra è il nuovo dirigente sostituto del
Servizio Gestione Risorse Umane della Scuola e
della Formazione. Nominata con delibera approvata dalla giunta provinciale in data 9 novembre
2007 in sostituzione di Roberto Ceccato, che a sua
volta aveva assunto l’incarico lasciato libero da Aldo
Gabbi dal primo settembre 2007. Nell’ultimo periodo si occupava di pianificazione e organici.
La nomina e il “chi è”
L’incarico, di sostituto dirigente del Servizio per la
Gestione delle risorse umane della scuola e della formazione (Sgruf ), decorre dal 12 novembre 2007 per
il periodo massimo di un anno, non rinnovabile, ovvero sino all’11 novembre 2008, fermo restando la
proroga in caso di indizione di procedura concorsuale, per l’assegnazione dell’incarico al titolare.
Maurizia Zadra, peraltro già nota al mondo della
scuola anche per il suo recente impegno sulla tematica degli organici, è laureata in Sociologia ed è dipendente a tempo indeterminato dell’Amministrazione provinciale dal 1977. Ha svolto incarichi in
qualità prima di capo ufficio e poi di direttore; nel
1996 è stata responsabile dell’Ufficio Scuola elementare dell’allora Sovrintendenza scolastica provinciale,
successivamente dal 2001 presso l’Ufficio Organici
e mobilità, poi direttore dell’Ufficio Pianificazione
e organici, ora incardinato presso il Servizio Scuola dell’infanzia, istruzione e formazione professionale del Dipartimento Istruzione.
Il Servizio e gli Uffici
Al Servizio per la gestione delle risorse umane della scuola e della formazione, sono assegnati numerosi compiti, dal provvedere alla
gestione delle risorse umane del
sistema scolastico e formativo
provinciale alle attività relative
ai concorsi pubblici, selezioni
interne ed alle assunzioni. Sempre lo SGRUF esercita inoltre
tutte le competenze relative alla
contrattazione decentrata, svolge attività giuridico-legale precontenziosa, cura la gestione
degli esami di Stato, fornisce assistenza alle scuole in
ordine al rapporto di lavoro del personale, fornisce
supporto alla Giunta, ai servizi del Dipartimento, all’Iprase rispetto alla gestione delle risorse umane.
Tre gli uffici che dipendono dal Servizio:
Ufficio concorsi, assunzioni e contenzioso,
responsabile Luca Cattani
Ufficio assetto giuridico-economico e stipendi,
responsabile Giuliano Donati
Ufficio previdenza e mobilità,
responsabile Valentino Bonvecchio
I primi impegni
“Sono venuta a lavorare in un posto dove conosco
già i dirigenti ed opero di fatto in un settore che non
mi è certo nuovo e che conosco”.
Questo il primo commento a caldo della dott.ssa
Maurizia Zadra, che è già all’opera con impegni abbastanza urgenti, tra i quali il corso-concorso per 25
nuovi dirigenti scolastici e per il quale sono stati ammessi 179 candidati alle prossime prove scritte, le
graduatorie per i collaboratori scolastici (oltre seimila inseriti), la mobilità del personale ed altri contenuti soggetti a contrattazione decentrata come quella
sugli Ata (personale amministrativo tecnico ausiliario, sul fondo d’istituto ecc. ecc.).
Gli impegni e la motivazione non mancano certo, anche
perché allo SGRUF fa capo
la gestione di tutto il personale della scuola, dagli ATA a
quello delle scuole dell’infanzia, dell’istruzione e della formazione professionale provinciale.
Perciò: tanti auguri anche da
Didascalie!
n.11 novembre 2007
dirigenti scolastici
SI RIPARTE
179 candidati ci provano
Corso-concorso per reclutare 25 nuovi dirigenti
scolastici nella scuola trentina. Il bando emanato il
21.09.2007; il 23.11.’07 è stata nominata la commissione esaminatrice del corso-concorso e il direttore del periodo di formazione. Entro la scadenza
del 31 ottobre erano giunte all’Ufficio competente
625 domande (186 aspiranti in servizio in provincia di Trento e 439 in altre province); 62 esclusi per
mancanza di requisiti; 179 ammessi a partecipare
alle prove selettive, il bando ne prevede 175 (7 volte il numero dei posti messi a concorso), altri quattro aspiranti con lo lo stesso punteggio del 175°.
Prove scritte l’11 e 12 dicembre a Trento.
Commissione e direttore formazione
Presidente: Cesare Scurati, Professore ordinario di
Pedagogia generale presso l’ Università Cattolica del
S. Cuore di Milano (sostituito in caso di impedimento da Paolo Calidoni, professore ordinario di Didattica presso l’ Università di Sassari);
Commissari: Pierantonio Bertoli, dirigente tecnico
del Ministero P. I. in pensione (sostituito in caso di
impedimento da Marino Melissano, dirigente scolastico in pensione); Rosanna Antoniol, dirigente scolastica in pensione (sostituita in caso di impedimento da
Cecilia Niccolini, dirigente scolastica in pensione);
Segretario: Mariolina Mittempergher, funzionario
presso il Servizio per la Gestione delle Risorse Umane
della Scuola e della formazione (sostituita in caso di
impedimento da Carlo Pallaoro, dipendente in servizio presso lo stesso Servizio).
Direttore periodo di formazione: Luisa Ribolzi, professore ordinario della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova.
Rinviata a successiva delibera la nomina degli esperti
per l’accertamento della conoscenza delle lingue straniere.
Ammessi a sostenere le prove
Addeo Stefano, Aguglia Mariapaola, Alba Luigia, Alban Antonella, Alberano Anna, Alberini Mauro, Annese Pasquale, Attolini Renata, Badalin Tiziana, Barbagallo Rosetta, Bazzanella Elissa, Befi Angela Maria,
Bellabarba Daniela, Bezzi Andrea, Bittante Claudio,
n.11 novembre 2007
Blasco Rosario, Boccher Sandra, Bonavita Giuseppe,
Bove Claudia, Brian Aldo, Brocchieri Andrea, Buffa Diana, Burgnich Maria Anna, Buttafarri Silvana, Caia Luciano, Calisti Rosa, Campana Armando,
Cantarella Vincenzo, Caocci Carmen Rita Michela,
Capobianco Lucio, Caproni Maurizio, Caputo Nicola, Cardiota Emanuela, Caroprese Domenico, Cartella Giovanna, Cesareo Alessandro, Cetrano Nicola, Chieno Carla Luisa, Ciccazzo Giuseppe, Ciuffi
Giovanni, Civettini Catia, Concon Rosanna, Corelli
Laura, Costanza Croce, Costanzi Fabiola, D’alessandro Nicola Angelo, Dalvit Flavio, De Maio Angelo,
De Nicola Patrizia, De Palma Marina Giulia Annarosa, Dell’eva Alessandra, Delugan Nadia, Devigli Cecilia, Di Candia Lorenzo, Di Fiore Norina, Di Lauro
Vincenzo, Di Lorenzo Giovanni, Di Lorenzo Giulia,
Di Mauro Egidio, Diliberto Carmela Anna, Dongilli
Osvaldo, D’orsi Salvatore, Felicetti Marco, Ferrantelli Vito, Ferrara Concetta, Fiorentini Pierluigi, Fioroni Massimo, Florian Mirella, Francese Brigida, Fruet
Daniela, Fusaro Massimo, Gadaleta Francesco, Gambero Roberta, Garbari Carmen, Ghetta Chiara, Giacalone Antonino, Giacometti Daniela, Golino Valerio, Guazzelli Teresa, Gulli Tiziana, Iezza Pasquale,
Iorfida Isaia, Laino Salvatore, Lenzi Raffaella, Limongi Corrado, Lo Bue Giorgio, Lombardi Margherita,
Lucca Patrizia, Lucini Paioni Pasqualina, Magoga
Paolo, Macelli Vincenzo, Maini Maria Paola, Maltese Rosaria, Mango Giuliano, Marras Luigi, Martinelli
Marina, Mascardi Marco, Matarrese Filomena, Mazzocchi Luciana, Menotti Marina, Merone Carmela,
Monello Alfonso, Monticelli Cuggiò Elisabetta, Murabito Pietro, Murri Simonetta, Napoli Carmelo, Napoli Lucia, Nappo Giuseppina, Negro Salvatore, Nicotera Maria Immacolata, Ober Marta, Palo Dario,
Panico Gerardo, Paolino Carmela, Parenti Stefania,
Pasquali Loretta, Paternoster Roberto Rocco, Pellegrinelli Alda, Pendenza Paolo, Pennazzato Roberto,
Persechino Angela, Pezzo Maria, Pianese Teresa, Piani Ornella, Piazza Andrea Giuseppe, Piazza Stefano,
Pierazzi Lorenzo, Pizzini Fabrizio, Pradel Anna Maria, Predelli Miriam, Pugliesi Salvatore, Quieti Sabatino, Rasera Paolo, Re Marialivia, Rigotti Lucia, Rotolo Pietro Giuseppe, Ruatti Cesare Marino, Ruggeri
Pietro, Ruggirei Elena, Russo Giovanni, Sandri Sandra, Santoli Giuseppe, Scalisi Natalia, Scapinello Paolo, Sighele Alessandra, Solombrino Barbara, Spinosa
Bruno, Stabili Francesco, Stanchino Carla, Stefanachi Laura, Stefanini Stefano, Strangis Roberto, Tabarelli Silvia, Tamanini Sonia Nadia, Tata Salvatrice,
Taufer Loris, Testa Letizia, Toldo Daniela, Tolio Nicola, Tomasi Antonella, Tosin Michele, Trenti Giuliano, Trolli Roberto, Valduga Elena, Valentino Carmen, Valeri Lia, Vanin Franco, Vegliante Carmine,
Veneziano Veronica, Virdia Ugo, Vitello Lucia, Vitello Luigi, Zabbia Pomara Mario, Zahora Giuseppina
Maria, Zamboni Antonia, Zanetti Carlo, Zaniboni
Paola, Zannella Miriana, Zini Maura.
valutazione
IL PUNTO
Dirigenti scolastici, stato dell’arte
Mercoledì 14 novembre 2007, presso l’Aula magna del Liceo
“A.Rosmini” di Trento, seminario per i dirigenti delle diverse realtà, provinciali e paritarie, degli istituti scolastici e formativi trentini.
Un pomeriggio per raccogliere e delineare le prospettive dei percorsi
svolti rispetto all’autovalutazione di istituto, alla valutazione esterna
ed alla valutazione dei dirigenti scolastici della scuola trentina. Introduzione dei lavori a cura del Dirigente generale del Dipartimento
Istruzione, Carlo Basani, poi relazioni di Tiziana Grando, Arduino Salatin, Sesto Vigiani e Annamaria Ajello. Numerosi i dirigenti presenti e gli intervenuti nel dibattito.
Valutazione di qualità
L’articolo 41 della Legge 7 agosto 2006 n. 5 indica, come compito della Provincia, la promozione
della valutazione della qualità del
servizio educativo, considerandola
elemento essenziale per il funzionamento del sistema stesso, è all’interno di questo quadro di riflessioni che si è programmato il
pomeriggio di studio e confronto.
“Un momento importante per fare
il punto sullo stato dell’arte della
valutazione del sistema educativo
in Trentino” queste le prime parole, del dirigente generale Carlo
Basani che hanno aperto il pomeriggio di discussione. Il riferimento alla tematica della valutazione
è da considerarsi in senso ampio,
dall’autovalutazione degli Istituti alla valutazione esterna, alla valutazione dei dirigenti scolastici.
Il Dirigente Basani ha illustrato le
motivazioni che hanno portato all’organizzazione di questo primo
pomeriggio di lavoro, “un’occasione per permettere un confronto
di idee, per proporre suggerimenti
ed allo stesso tempo possibilità per
l’amministrazione di raccogliere
utili indicazioni”.
Preziosi i colloqui
Un momento possibile che ha affrontato tematiche come gli obiettivi, la razionalizzazione delle risorse, le scelte di qualità, le proposte
sul modello in uso in questi anni,
argomenti emersi durante i colloqui individuali con i dirigenti. La
necessità è quella di testare il modello durante quest’anno, pensando ad una sua prossima adozione.
Una seconda motivazione coinvolge la componente della valutazione dei dirigenti scolastici, un
percorso a cadenza biennale, con
una tappa intermedia di riflessione. Nell’intervento del dirigente
Basani la conferma degli obiettivi
stabiliti, alla luce però degli aspetti e delle dinamiche dei nuovi ingressi in ruolo, dello spostamento
di sede di alcuni dirigenti e delle
diverse peculiarità del territorio in
cui la scuola opera.
Strumento di decisione
La strada da percorrere deve portare sempre più la valutazione ad
essere strumento capace di valorizzare i punti di forza ed intervenire sulle debolezze del sistema. La
collaborazione e l’azione comune
di istituzione, da una parte e classe dirigente dall’altra sono la condizione da cui partire per qualsiasi
intervento. Il dirigente Basani ha
anche anticipato, infine, un ampliamento del progetto di valutazione esterna, dalle attuali sei istituzioni ad almeno venti scuole.
Un percorso che risulta essere un
contributo prezioso per delineare
nuove strategie, coinvolgere sempre più il sistema educativo e le risorse umane al suo interno.
Autovalutazione,
il percorso
L’intervento di Tiziana Grando
ha illustrato il percorso svolto in
questi anni rispetto all’autovalutazione d’istituto, alla luce della legge 7 agosto 2006 n.5, ed agli articoli che fanno riferimento alla
tematica (dall’articolo 27 - nuclei
interni di autovalutazione -, al 18
sul Progetto d’Istituto, al 4 che indica la valutazione come uno dei
quattro pilastri del sistema provinciale).
Ha offerto poi una panoramica
del triennio di lavoro 2001-2004
dall’individuazione degli indicatori comuni all’autovalutazione delle scuole gestita dal 2004 ad oggi;
nell’intervento della dirigente ann.11 novembre 2007
che le prospettive che interesseranno a breve le scuole, l’autovalutazione di classe e la produzione
di strumenti di automonitoraggio.
L’ottica è chiara, la valorizzazione
dell’autonomia e l’allontanamento da prassi di autoreferenzialità.
Nel quadro d’insieme delle azioni
in corso, gli indicatori, il sostegno
al Piano dell’offerta formativo, il
rapporto Invalsi, i coordinamenti
territoriali; non manca un’analisi
anche dei possibili rischi insiti all’interno delle procedure di indagine. Quanto illustrato, e le nuove
linee di lavoro, sono presenti nell’area tematica della valutazione,
all’interno del portale Vivoscuola.
Ampliare i percorsi
di valutazione esterna
La nuova fase di sperimentazione,
del percorso di valutazione esterna,
che coinvolgerà diversi istituti del
territorio è stato l’aspetto affrontato da Arduino Salatin, direttore dell’Iprase. Nell’anno scolastico
scorso il progetto pilota di valutazione esterna delle scuole ha visto
aderire sei istituti scolastici; la volontà quest’anno è di riprendere
il modello esistente ed ampliarlo
su più istituti, almeno un terzo in
più, ed arrivare a circa venti scuole. La valutazione esterna risulta
essere un fattore di successo, complementare all’autovalutazione e
alla valutazione di sistema.
La supervisione dei percorsi e la
realizzazione del progetto è affidata all’Università Cattolica di Milano, i criteri guida orientano verso
l’utilizzo dei modelli già esistenti e
l’analisi dei processi su basi scientifiche. La stessa università di Milano intende fondare la valutazione
esterna sui risultati dell’autovalutazione d’Istituto, sui dati amministrativi di sistema, ed attraverso
la rilevazione diretta. Tra i criteri metodologici si darà più peso
alle variabili strutturali, alla men.11 novembre 2007
todologia, cercando di contenere la discrezionalità, stimolando la
dialettica. In prospettiva, nell’analisi di Salatin, si pensa anche alla
possibilità per i dirigenti coinvolti nel percorso di un paio di visite all’estero per vedere e conoscere
nuove realtà e nuovi sistemi. Non
è escluso che le visite possano essere estese a tutti i dirigenti del sistema educativo trentino.
I criteri in gioco
Nella seconda parte del seminario, una restituzione ai dirigenti di
quanto è emerso dalle prime analisi degli aspetti e competenze considerate nel percorso di valutazione
dei dirigenti scolastici. L’ispettore
Sesto Vigiani ha presentato i criteri di scelta degli indicatori utilizzati ed una relazione di analisi
quantitativa e qualitativa degli elementi considerati. Gli obiettivi, i
comportamenti, la gestione del bilancio, la partecipazione del sistema, l’ottica di osservazione ha l’intento di verificare se si realizza un
passaggio da percorsi più descrittivi e autoreferenziali a veri e propri indicatori di risultato. Tra gli
elementi analizzati anche i comportamenti organizzativi, dalla gestione degli incontri alle riunioni,
agli aspetti delle relazioni interne
ed esterne.
Un’analisi delle dinamiche psicologiche e relazionali, insieme alle
qualità proprie di un dirigente,
nelle parole di Annamaria Ajello: per la relatrice avere avviato la
valutazione dei dirigenti scolastici ha permesso ai dirigenti stessi di
percepire una dimensione valuta-
tiva del proprio lavoro, ha attivato
processi di decisione rispetto agli
aspetti che devono essere valutati ed è capace di rendere possibile
la valutazione stessa del processo.
Molti gli aspetti in gioco quindi e
quattro le competenze attorno alle
quali ruota il ruolo di un dirigente d’istituto: una competenza strumentale (la propria professionalità
e formazione), una organizzativa
(le modalità di presa di decisione e
gestione delle risorse), una dimensione più relazionale (imprescindibile considerando il delicato ruolo
di rete e gestione di rapporti personali) ed una competenza strategica ( per la pianificazione delle decisioni).
Nel dibattito, flessibilità
e condivisione
Nello spazio del dibattito, alcuni
dirigenti hanno richiesto indicatori di valutazione capaci di considerare anche gli aspetti di qualità legati alla produzione culturale della
scuola stessa; qualche criticità sulla
rigidità delle scadenze per la presentazione dei progetti, una certa esigenza di integrazione in corso d’anno deve essere considerata;
emerge l’importanza di attivare
momenti di confronto fra dirigenti, un richiamo a forme di collegialità e condivisione, programmabili
a seconda delle esigenze. Un pomeriggio, che ha aiutato i partecipanti a fare il punto su quanto già
svolto, focalizzare i percorsi e condividerne i metodi in vista di nuove progettualità.
Monica Antoniolli
COOPERAZIONE PACE E SOLIDARIETà
l’incontro
COOP E SCUOLA
Insieme per lo stesso obiettivo
Martedì 13 novembre 2007 alla Cavit di Ravina, numerosi dirigenti scolastici ed operatori della cooperazione hanno accolto l’invito di Provincia, Federazione della cooperazione e Promocoop ad un
incontro per presentare il modulo formativo sperimentale di “Educazione cooperativa”, previsto dalla delibera della giunta provinciale
n. 1611 del 27 luglio 2007 nell’ambito dell’applicazione della riforma scolastica e rivolto alla scuola secondaria di primo grado: sessanta ore nel triennio per illustrare, in chiave pluridisciplinare, “un
elemento fondamentale del DNA dei trentini” come ha detto il presidente della Provincia autonoma e assessore all’istruzione Lorenzo Dellai, prendendo la parola dopo il presidente della Federazione
trentina della cooperazione Diego Schelfi e prima del direttore generale della Federazione Carlo Dellasega, del responsabile dell’ufficio
di educazione cooperativa Flavio Beozzo e del professor Renato Di
Nubila, docente all’università di Padova. Conclusioni dall’assessore
provinciale alla cooperazione, Franco Panizza.
no anche la strada della cooperazione noi siamo contenti, perché
crediamo che nella cooperazione,
nel modello cooperativo e in particolare nel modello cooperativo
trentino ci sia anche qualcosa di
importante che aiuta ad essere ancora di più cittadini.”
Da parte nostra, è stata la conclusione del presidente della cooperazione, “metteremo tutto quello che abbiamo a disposizione per
far sì che questa sperimentazione
abbia al suo fianco un’organizzazione cooperativa convinta: insieme si possono fare veramente dei
percorsi innovativi, dei percorsi
validi, dei percorsi che non si fermeranno all’oggi ma certamente
penseranno al futuro. La cooperazione si impegna per le generazioni future, perché senza i giovani la
cooperazione sparisce, ha bisogno
di alimentarsi. Grazie alla scuola
per la collaborazione.”
Lorenzo Dellai:
“È nel dna del Trentino”
Diego Schelfi:
“Formare le persone”
La cooperazione non è solo un
modo di fare impresa, ma racchiude in sé una certa idea di comunità
e di democrazia, una visione solidaristica dello stare assieme, d’impronta mitteleuropea, che ci caratterizza fortemente. Proprio per
questo, ha sostenuto Schelfi, fin
dal suo fondatore, la cooperazione si fa carico del bene comune,
della crescita delle persone. “Noi
lo diciamo in ogni occasione, noi
abbiamo un’unica finalità e siamo
convinti che la scuola, l’educazione alla formazione è quello che
caratterizza di più qualsiasi movimento di cultura, qualsiasi obiettivo legato al bene comune. Siamo
contenti di questa collaborazione,
il nostro interesse è la cooperazione, ma la cosa più importante è il
fare, il formare degli uomini, che
innanzitutto vivono nella comunità da persone mature ed educate,
se poi queste persone sceglieran-
“L’assessore Panizza ed io siamo
qui a rendere testimonianza della
particolare attenzione con la quale la Giunta provinciale ha seguito fin dall’inizio questo tema. Per
noi è stato molto importante aver
potuto attuare un nuovo ordinamento provinciale in materia di
istruzione proprio a partire da alcuni contenuti molto importanti,
come quello dell’educazione cooperativa di cui parliamo oggi, del
rapporto fra la scuola e l’idea di
cooperazione.”
Certo, ha ricordato Dellai, questo
rientra a pieno titolo nella missione della scuola, che è quella di perseguire la crescita culturale, l’educazione, la formazione integrale
dei nostri ragazzi e che proprio
per questo non si può limitare alla
sola acquisizione di competenze e
conoscenze tecniche, scientifiche,
operative in base naturalmenn.11 novembre 2007
te all’ordine di scuola ed all’indirizzo della scuola stessa. Accanto
a questo, però, la scuola persegue l’obiettivo che i nostri ragazzi
possano crescere in maniera integrale, che abbiano una formazione integrale e dunque pienamente
consapevoli degli elementi cardine che distinguono l’ambiente, il
territorio, la società, la comunità
nella quale essi sono inseriti.
Questo vale per i ragazzi che sono
figli dei trentini da antiche generazioni, ma anche per quei ragazzi che qui arrivano da ogni parte
del mondo: è molto importante
per tutti che vi sia piena acquisizione di alcuni contenuti importanti che distinguono la nostra
comunità, perché sono elementi e
contenuti di civiltà, di democrazia, di convinzione. “Ecco perché,
accanto alla riflessione già aperta e
importante sull’innovazione delle
discipline e dei contenuti più tradizionali e più consolidati è parso
non meno importante partire con
due nuovi contenuti fondamentali: quello relativo alla storia locale,
alla storia della nostra autonomia,
vista come elemento di conoscenza del contesto storico, culturale e anche istituzionale nel quale
i nostri giovani e i nuovi cittadini sono inseriti; e quello sulla storia e sulla cultura della cooperazione, proprio perché sono aspetti
coessenziali al DNA della comunità dentro la quale queste persone hanno il pieno diritto di poter crescere, di potersi sviluppare
nella propria sensibilità., tirando
fuori dal contesto nel quale sono
tutti i talenti.”
Non è l’ennesimo
compito “scaricato”
sulla scuola
Dellai ha spiegato che l’iniziativa
“non rappresenta l’ennesimo cedimento a quella tendenza oggi
piuttosto diffusa per la quale se c’è
n.11 novembre 2007
un problema, questo in mancanza di meglio, deve essere caricato
sulle spalle della scuola. Né parliamo dell’introduzione di una nuova materia, anche perché il rischio
oggi è proprio quello di aumentare sempre di più il carico scolastico, magari per ragioni non propriamente didattiche.”
Il modulo dedicato all’”educazione
cooperativa”, così come l’altro modulo scaturito dalla riforma scolastica, quello relativo alla
storia trentina e dell’Autonomia,
rappresenta semmai una sorta di
laboratorio, un percorso che a regime confluirà nei curricula dando sostanza a quel processo di aggiornamento dei suoi contenuti a
cui la scuola trentina si sta dedicando, dopo il necessario rinnovamento del quadro istituzionale
e normativo.
“Non è da oggi che la cooperazione lavora assieme alla scuola – ha
ricordato ancora Dellai - , in questi anni si sono fatte diverse iniziative per portare il patrimonio valoriale dell’esperienza cooperativa
nelle aule scolastiche. Adesso, nel
quadro definito dalla nuova legge,
è tempo di iniziare a passare dalla
fase sperimentale, delle iniziative
specifiche messe a punto in questi
anni, ad una fase più compiuta e
ordinaria.”
Franco Panizza:
“Progetto condiviso”
Un auspicio raccolto, in chiusura
di serata, e dopo gli interventi del
direttore generale della Federazione Carlo Dellasega, del responsabile dell’ufficio di educazione
cooperativa Flavio Beozzo (“sia-
mo entrati nelle scuole in punta
di piedi, ma piano piano ci siamo
sentiti a casa nostra”), del professor Renato Di Nubila, docente
all’università di Padova.
Le conclusioni affidate all’assessore provinciale alla cooperazione
e all’artigianato, Franco Panizza.
“L’educazione cooperativa nelle
scuole – ha detto Panizza -, che è
stata ora inserita anche nella legge
provinciale, costituisce un’opportunità preziosa da cogliere per rafforzare il dialogo tra scuola e mondo della cooperazione. Ci deve
essere uno sforzo congiunto su un
progetto consentito e condiviso.
Però, è necessario che ognuno faccia la propria parte, la Provincia
nel collocare le risorse necessarie;
la scuola nel dare una disponibilità maggiore indicando anche insegnanti che seguano tale progetto; la Cooperazione con tutta la
ricchezza della sua esperienza per
un’iniziativa che continui a compenetrarsi nelle diverse realtà, che
alla fine serva a far crescere tutta
la comunità trentina. La cooperazione è un mondo aperto ed orgoglioso di ciò che siamo e del modello costruito, che valorizza un
sistema equilibrato quale è quello
Trentino. Da parte mia confermo
tutto l’impegno affinché questa
opportunità possa produrre frutti per tutti.”
I.C. Isera - Rovereto
CENTENARIO
1907–2007: la cooperazione in classe
In occasione del centenario della nascita delle tre cooperative di Isera (è
del 1907 la fondazione di Cassa Rurale, Cooperativa di consumo e Cantina sociale) la scuola elementare “D.Chiesa” di Isera ha aderito alla
proposta di Annalisa Garniga, referente per le tre realtà cooperative, di
partecipare ai festeggiamenti per tale importante ricorrenza. Il 15 novembre 2006 scorso gli alunni presidenti delle tre cooperative scolastiche
hanno firmato l’atto di fondazione alla presenza dei rappresentanti della
Cassa Rurale, della Cooperativa di consumo e della Cantina sociale.
Dare identità ai progetti
“Felicità” è il nome scelto dagli
alunni di classe terza, hanno voluto sottolineare la gioia e la bellezza
di stare insieme in un gruppo che
collabora e valorizza le capacità di
ognuno.
I compagni di classe quarta hanno
fondato la cooperativa “I colori dell’arcobaleno”, colori che simboleggiano tutti i bambini protesi verso
un futuro in cui la vita è arricchita
dai valori dell’amicizia e della collaborazione.
“In volo” invece la cooperativa degli
alunni di classe quinta, come a pensare che lavorando insieme si può
volare. Non ci sono limiti e confini
per un gruppo che collabora: come
gli uccelli in volo, l’uno utilizza la
10
“forza” dell’altro per progredire!
Imitando i grandi i bambini si sono
quindi cimentati con lo statuto, le
cariche sociali, le assemblee, e tutto
quello che regola il funzionamento
di una Cooperativa.
Dibattiti sulla vita
scolastica
Le assemblee cooperative, con le
loro caratteristiche, sono state anche occasione di dibattiti per trattare tematiche emerse durante l’anno e riguardanti molti momenti di
vita scolastica.
È stato interessante per noi insegnanti ascoltarli, soprattutto nelle discussioni che li hanno portati
a stilare la parte più importante di
una cooperativa, cioè gli scopi che
la animano. Il servizio agli anziani,
lavorare con e per qualche compagno in difficoltà, svolgere un’attività
di produzione e vendita di oggetti
di vario genere, sono state le attività più importanti individuate dai
nostri alunni. Ogni classe ha scelto
di realizzare i manufatti che meglio
rispondevano alle capacità e ai desideri dei bambini.
La classe terza si è cimentata con lavori realizzati con la tecnica del decoupage, con sabbia colorata, con
mollette in legno, segnaposti di carta… Per la classe quarta splendidi
e preziosi gioielli di pasta, perline,
bottoni e quant’altro. Tutto ritrovato e riciclato dai cassetti di mamme e nonne. Ed infine la quinta alle
prese con dipinti su stoffa per la realizzazione di magliette, borse, sacchetti e grembiuli.
Una ricerca storica:
interviste e documenti
Tanto è stato l’entusiasmo messo in
campo dai bambini e da noi insegnanti ed il lavoro realizzato veramente prezioso, sia come prodotto, che come percorso formativo.
Accanto al lavoro manuale le classi hanno realizzato un’approfondita ricerca sulla storia della cooperazione in Trentino partendo da Don
Guetti, ispiratore della cooperazione locale e giungendo fino ai giorni nostri. Si sono soffermati in particolare sulla realtà del Comune, sia
nei primi anni del secolo che nel secondo dopoguerra con la nascita ad
Isera della cooperativa Pradaglia.
Hanno incontrato gli attuali presidenti delle tre realtà centenarie e da
loro hanno ricevuto notizie sul pasn.11 novembre 2007
sato e sul presente.
Hanno intervistato persone di ogni
frazione del Comune: i bambini si
sono recati a Patone e a Lenzima,
accolti nelle locali sedi dei Circoli anziani, hanno visitato nelle loro
case i “nonni”impossibilitati a spostarsi, ma molto lucidi nei ricordi,
hanno ospitato a scuola coloro che,
ancora molto attivi, hanno portato
la loro ricca ed avvincente storia di
vita.
Attraverso le parole e la testimonianza di questi protagonisti, i
bambini hanno potuto conoscere la
storia della loro terra e capire che, è
con la fatica e l’impegno dei nostri
“anziani”, che noi possiamo essere
quello che siamo, possiamo godere di una società dove ancora forte
è l’ideale di servizio e di attenzione
alla persona e che, il lavorare per il
bene comune è, più che mai, un valore da perseguire.
Per reperire le tracce del passato i
bambini hanno consultato documenti e statuti. Interessante il contatto stabilito con il museo storico
di Trento nella persona del suo Direttore, genitore di un alunno della
scuola, che ha permesso ai bambini
di visionare nella civica biblioteca di
Rovereto, giornali del 1907, anno
di nascita delle cooperative iserote.
Fotografare
i vecchi edifici
Accanto alle notizie dell’epoca è stato possibile analizzare il lessico usato, la pubblicità e le informazioni
stesse, che riportano, talvolta, delle
tematiche ancora molto attuali.
Per il lavoro di ricerca storica oltre
alle fonti orali, sono stati consultati
libri su Isera, nonché testi che più in
generale trattano della nascita delle
cooperative in Trentino e nel mondo. Sono stati instaurati contatti
con il Museo degli usi e costumi di
San Michele all’Adige e di Vallarsa.
Inoltre, per la documentazione riguardante le case dell’epoca, i bamn.11 novembre 2007
bini si sono recati a Patone per fotografare i vecchi edifici rimasti quasi
come un tempo. Hanno anche girato per il paese di Isera alla ricerca
della storica sede di ognuna delle tre
Cooperative festeggiate o di segni
del passato fatti rivivere dai racconti ascoltati. Hanno visionato fotografie, lettere, pagelle, libri di scuola
e di catechismo, quaderni, attrezzi
agricoli….. risalenti ai primi anni
del novecento.
Tutte le classi e tutti gli insegnanti sono stati coinvolti nelle varie attività, le insegnanti di tedesco, con
una ricerca di parole del dialetto
trentino che hanno origine dalla
lingua tedesca, l’insegnante di religione con una raccolta di preghiere
e di ex voto.
A giugno con
la scuola dell’infanzia
A giugno è stata allestita una mostra del lavoro svolto ed uno spettacolo nel quale i bambini sono stati
narratori di quanto hanno imparato: il loro racconto è stato intervallato dalle canzoni, dalle filastrocche, dai giochi nati nelle lunghe
sere di filò, al fronte, sul filo della nostalgia di casa, della mamma,
della persona amata e della propria
terra, e speriamo abbia rinnovato in
chi li ha ascoltati lo spirito dell’epoca. Dopo la recita i bambini hanno venduto i lavori realizzati (erano molto impazienti) ed il ricavato
è stato in parte devoluto alla associazione Lucicate nata in ricordo di
Caterina e Lucia.
Anche la scuola dell’infanzia di Isera
ha partecipato al progetto. Nel corso
dell’anno scolastico il filo conduttore del loro lavoro sono stati l’Africa
e la solidarietà cooperativa con Ki-
ziba una località dell’Uganda. Inoltre, bambini, genitori ed insegnanti della scuola dell’infanzia hanno
lavorato insieme per la realizzazione degli scenari che hanno fatto da
sfondo al palco, dove i loro compagni della primaria si sono esibiti.
Radici nella comunità
Molteplici sono state le ricadute che
questa esperienza ha avuto sui bambini. Innanzitutto la cooperazione
come modalità di lavoro e di rapporto nel gruppo, poi la conoscenza
del passato ed il rispetto per le persone che quel passato lo hanno vissuto da protagonisti, infine, ma non
per ultimo, il riconoscere e l’affondare le proprie radici nella comunità in cui si vive. Ha permesso a tutti,
a chi ha la propria famiglia residente nel comune da tanto o da sempre
ed anche a chi viene da fuori, di conoscere meglio la generosa terra in
cui vive e la gente che la abita.
Un’esperienza forte e coinvolgente,
che pone la scuola al centro della
comunità, che avvicina in modo attento e rispettoso i bambini ai loro
“nonni” e ad una modalità antica
ma sempre attuale di rispondere ai
bisogni più veri delle persone. Speriamo che il nostro impegno raggiunga lo scopo e che i bambini
sappiano far tesoro del prezioso insegnamento che gli anziani ci hanno donato: il senso della vita nella cooperazione, nello spendersi per
se stessi e per la propria comunità.
Siamo fieri di aver saputo cogliere
questa opportunità!
M. Luisa Giacomolli,
Leda Perazza, Giovanna Sciascia,
per gli insegnanti della scuola
primaria “D.Chiesa” di Isera
11
DALLE SCUOLE
ITI “Marconi” Rovereto
GEROLA
Il poeta e gli studenti
Un lavoro multimediale, durante l’anno scolastico 2006-07, intitolato “La casa sul greppo”, è
stato realizzato dagli alunni della classe 2 A dell’Istituto “Marconi” di Rovereto, il percorso nasce dalla volontà di ricordare il poeta Gino
Gerola. Poeta e amico. Gerola, infatti, durante
due garbati e cordiali incontri, aveva conosciuto
i nostri studenti; gli alunni erano piacevolmente
stupiti di incontrare un poeta, forse per la prima
volta nella loro vita, e Gerola si mostrò disponibile, a suo modo emozionato, e contento di interloquire con un pubblico giovanile ai primi approcci con la materia poetica.
I ragazzi lo incontrano
Gerola raccontò di sé, delle sue esperienze fiorentine,
alternando all’argomentazione specifica sull’ispirazione e sulla produzione letteraria, i “flashback” sulla sua
vita di ragazzo e di studente, poi di insegnante negli
anni della contestazione giovanile.
Così, attraverso lui, la figura del poeta si avvicinava ai
nostri alunni, cadeva qualche vecchio cliché e al suo
posto si faceva strada l’idea che un poeta fosse semplicemente un uomo, con passioni, difficoltà, desideri,
sofferenze: in questo caso un uomo della terra trentina;
forse più vicino anche per questo: un poeta nativo di
Terragnolo, allontanatosi temporaneamente, come altri intellettuali ed artisti trentini, poi tornato nella sua
regione d’origine.
Con questo documento, vogliamo celebrare la figura
di Gino Gerola e, nello stesso tempo, rimarcare, assieme agli alunni, l’importanza del passaggio del poeta di
Terragnolo nel nostro Istituto. Conserviamo di lui un
affettuoso ricordo.
Un lavoro sulla “Casa rurale”...
Gli alunni, mediante l’utilizzo del programma informatico “PowerPoint”, hanno realizzato una presentazione sul tema della “casa rurale”.
Questo lavoro, da un lato ha avuto il preciso intento di
far loro conoscere una personalità poetica come quella
di Gino Gerola, dall’altro mira a perseguire, sulla base
di una metodologia interdisciplinare, precisi obiettivi
quali l’utilizzo autonomo degli strumenti informatici,
l’educazione alla comunicazione sia verbale che iconica
12
e la sollecitazione del senso estetico. Di questi obiettivi
gli alunni erano stati preventivamente informati.
Lo scopo fondamentale di una didattica interdisciplinare è insegnare che la conoscenza, pur nell’estrema tendenza alla settorialità e alla specializzazione, così come
si manifesta oggi, non può essere considerata esclusivamente secondo questa tendenza; pensiamo che essa
sia utile all’uomo in quanto concepita unitariamente e
che solo così concorra a formare una persona e a darle
gli strumenti per realizzare ciò che le serve.
... interdisciplinare e multimediale
Alla realizzazione del nostro progetto, pertanto, hanno concorso le discipline di Lettere, Disegno tecnico
ed Informatica. La metodologia adottata nella realizzazione di questo progetto prevede, inoltre, la valorizzazione del lavoro di gruppo, la realizzazione di un prodotto multimediale e, per quanto riguarda i contenuti,
una particolare attenzione alle risorse del territorio; si
ritiene, infatti, assai importante educare gli alunni alla
“lettura” e all’interpretazione del patrimonio culturale a loro vicino. Attraverso la lettura del romanzo “Le
stagioni dei Bortolini” e di alcune poesie tratte dalla
raccolta “La valle e periferia” di Gerola è stato individuato uno tra i temi che caratterizzano la sua poetica e
che corrisponde ad un luogo a lui caro e da lui, in più
di un momento, celebrato: la casa.
Una poesia per ricercare
La casa è, nel mondo contadino, centro di attività e di
esperienze condivise e, per il poeta, grumo di memorie. Con il titolo “La casa sul greppo” si vuole, infatti,
rievocare l’omonima poesia del nostro poeta, assumendola come punto di partenza anche simbolico di un
itinerario che, nel lavoro multimediale prodotto dagli
alunni, rivisita il tema della “casa rurale” sia mediante
l’immagine che attraverso la parola.
Da qui il lavoro di ricerca sia sulla rappresentazione
degli edifici rurali in ambito grafico e pittorico, sia sui
molti richiami agli spazi rurali presenti nei componimenti poetici di autori italiani e stranieri. Gli alunni
erano ben consapevoli, però, che la parola e l’immagine non erano da considerarsi tra loro separate, ma in
sintonia e che, pertanto, essi avrebbero dovuto procedere a scelte ben mirate.
Con l’assistenza dell’insegnante di Disegno tecnico (la
collega Caterina Zavettieri) gli alunni hanno prodotto
gli elaborati grafici, raffiguranti prospetti e planimetrie
di case rurali, dalla malga trentina, alla casa colonica
padana, al villaggio contadino in Oriente.
Immagini e versi poetici
Poi l’attenzione si è spostata sull’elaborazione poetica
e, a questo punto, i nostri materiali si sono arricchiti delle suggestioni offerte da poeti italiani e stranien.11 novembre 2007
ri che, dalla vita dei campi, hanno tratto ispirazione,
come Neruda, Virgilio, Pascoli, senza dimenticare il
nostro Gino Gerola.
Operata una scelta di collegamento tra un’immagine
ed un verso poetico, collegamento non certo casuale,
ma realizzato sulla base di criteri estetici, si è passati alla
terza fase del lavoro, quella riguardante la realizzazione delle presentazioni mediante il programma di informatica. Durante le lezioni del docente Mario Villani
(Tecnologia), gli alunni hanno imparato ad utilizzare il
programma “PowerPoint”.
Anche in questo caso la capacità di comunicare è stata
un obiettivo costantemente perseguito: si trattava, infatti, di saper utilizzare lo strumento informatico con
finalità ben precise: non tanto di usare automatismi a
caso, ma di applicare, nella grafica delle diapositive,
criteri estetici atti alla presentazione di “questo” specifico argomento.
Molta pazienza e molto tempo ha richiesto la recitazione dei versi; la registrazione delle voci che declamavano
le poesie di Pascoli e di Virgilio prevedeva, ovviamente,
un precedente momento di riflessione sui versi stessi:
la comprensione non poteva essere distinta dalla qualità della recitazione.
Fuori dagli schemi
Anche la scelta dello sfondo musicale non poteva essere casuale: al nostro soggetto si è prestato bene un notturno di Chopin. Poi le ultime rifiniture, le ultime immagini, e i titoli di coda.
Questa è stata un’esperienza che ha richiesto condizioni di lavoro differenti da quelle della didattica tradizionale; con questa modalità di lavoro non si stava sempre
seduti nei banchi, ci si affiancava ora all’uno ora all’altro per un consiglio o per perfezionare un dettaglio; e
poi anche i tempi di lavoro non erano quelli consueti:
in un’attività di questo tipo non tutto è assolutamente prevedibile.
Ne è risultato un elaborato che ha il carattere di artigianalità proprio di un lavoro compiuto interamente dai ragazzi, i quali si sono impegnati con pazienza
e disponibilità, scoprendo che anche quando si hanno a disposizione dei mezzi informatici e i loro auton.11 novembre 2007
matismi, non si può realizzare qualcosa di presentabile
e sensato a prescindere dalla creatività e dalla disponibilità.
Ciò che si evidenzia nelle riflessioni degli alunni è l’apprezzamento per il “clima”
di lavoro e, nello stesso tempo, lo stupore per quanto
tempo ed energie siano necessari nella produzione di
un elaborato rigoroso.
Torna, tra i loro commenti, il riferimento alla figura di Gino Gerola: i ragazzi hanno colto l’intento degli insegnanti di avvicinarli
alla poetica di questo autore, peraltro non sufficientemente conosciuto nel mondo giovanile.
Cristina Tomei
docente di Lettere all’Iti “G. Marconi” di Rovereto
Le percezioni degli alunni
“Lavorare con i miei compagni di classe è stato entusiasmante, divertente, ma nello stesso tempo anche molto impegnativo. Alcuni giorni per recitare
delle poesie, dovevamo provare, riprovare e riprovare ancora. E non solo: alcune volte i dispositivi
utilizzati si inceppavano e bisognava rifare tutto
da capo. Per portare a termine questo lavoro tutti
abbiamo utilizzato un po’ del nostro tempo libero.
Questo progetto, però, ha fatto crescere qualcosa in
tutti i ragazzi che vi hanno lavorato; per esempio,
il senso di autocritica e la capacità di cooperazione
in una squadra.”
Michela Campolongo
“Nel precedente anno scolastico abbiamo realizzato un progetto per celebrare la figura del poeta Gino
Gerola, autore contemporaneo trentino. Egli è stato uno scrittore a noi pressoché sconosciuto. Abbiamo svolto un lavoro lungo e difficile che, per essere
portato a termine, ha richiesto la nostra presenza
nei laboratori anche nelle ore extracurricolari. Ciò
che però ritengo particolarmente significativo è l’occasione che mi è stata data di conoscere un poeta
come Gerola.”
Denis Zendri
“Sono contenta di aver potuto conoscere l’opera di
Gino Gerola. Il lavoro è stato sicuramente impegnativo per tutti. Ho imparato nello stesso tempo a
lavorare sia con gli insegnanti (che non è una cosa
semplicissima!), sia con i miei compagni di classe
come se fossimo una squadra”.
Nadia Berloffa
13
LO SCRITTORE
Costante fedeltà alla terra trentina
Gino Gerola non è uno scrittore che ha vissuto solo e sempre in
Trentino. Le sue esperienze di vita, così come la sua fama di scrittore,
hanno travalicato i confini di Borghetto per giungere fino a Firenze
dove è stato segretario regionale per la Toscana (poi anche membro
della Segreteria Nazionale) del Sindacato Nazionale Scrittori.
Sensibilità creativa
Anche se Gino Geròla ha frequentato la Firenze degli Ermetici, di Montale, di Longhi, di
Fortini, di Sereni e di tanti altri intellettuali di fama europea,
è sempre rimasto fedele alla sua
terra senza, però, “cadere nel tranello della retorica localistica”,
come ha giustamente precisato
Mario Cossali.
Geròla ha attraversato il Novecento letterario italiano con
un’originale sensibilità creativa: la sua attività di scrittore e di
poeta è stata finalizzata a conquistare gli strumenti linguistico-stilistici necessari per esprimere il
mondo della sua valle al quale ha
dedicato gran parte della sua produzione.
Le opere
“L’opera di Geròla (…) mi pare
possa essere letta come un viaggio sentimentale, un continuo
partire e riandare dalla città alla
montagna, come luoghi geografici ed esistenziali, con quello che i
14
due mondi portano di sé all’anima del poeta. La scrittura di Geròla è un percorso, un narrare di
sé attraverso gli altri, e con maggiore evidenza nei lavori di prosa,
la parola si fa realmente strumento di autocoscienza, di crescente
consapevolezza del mondo e della
storia”, ha osservato Laura Pulin
nella lucida Postfazione alla raccolta di prose “Lungostrada”. La
salvaguardia-testimonianza delle proprie origini, le fatiche della
vita in montagna, la casa, la cultura (come strumento di elevazione spirituale e morale), sono i
temi che Geròla ha approfondito
nei molti libri pubblicati: “Poeti
al ciclostyle” (insieme a Galvagni,
Manfrini, Mongioj, Zucchelli),
“Tempo d’avvento”, “Dino Campana”, “La città insonne”, “La valle”, “Lungostrada”, “La mandra”,
“Il vespario”, “Le stagioni dei Bortolini”, “La valle e periferia”, “Un
editore e sette fiorentini”, “Profili
dall’altopiano”, “La casara di Bisòrte”, fino a giungere all’ultimo
romanzo, “La calandra”.
“Fiducia nel domani”
I valori a cui fa riferimento Geròla sono fondamentalmente tre:
il senso del dovere, la solidarietà e l’affiatamento con la natura: “Una natura (boschi, sentieri,
pendii, campi, sorgenti) da sfruttare, correggere, anche talvolta
da combattere, ma che rimane
un elemento consustanziale alla
vita”, ha scritto Geno Pampaloni nell’esaustiva Prefazione a “Le
stagioni dei Bortolini”. Camilla Andreolli - nella Premessa alla
sua interessante tesi di specializzazione su Geròla discussa a Padova il 16 ottobre del 2006 - ha
sottolineato: “La natura è metafora dell’esistenza, e così ai lampi, alle tempeste, ai rigidi inverni
seguiranno la calma, la serenità,
il ritorno del sole. Proprio la fiducia nel domani, nonostante le
penose prove di ogni giorno, caratterizza l’opera di Geròla poeta
(e non solo poeta)”.
(C. A.)
n.11 novembre 2007
LA VITA
Umanità e stile autentico
Nativo di Terragnolo, allontanatosi temporaneamente, come altri intellettuali ed artisti trentini negli anni ’50, è rientrato poi
nella sua regione d’origine; poeta, scrittore,
insegnante, direttore di riviste letterarie, un
uomo della terra trentina che ha saputo trasmettere le sue passioni, l’autenticità del suo
stile ma anche le fatiche di uno scrittore.
Da Terragnolo a Firenze
Gino Geròla - nato a Dieneri di
Terragnolo nel 1923 e scomparso a Rovereto nel 2006 - si trasferì, nel 1950, a Firenze. Frequentò, negli anni Cinquanta,
il gruppo degli Ermetici nella
Firenze di Oreste Macrì, Mario
Luzi, Piero Bigongiari, Alessandro Parronchi, Roberto Longhi,
Anna Banti. Insomma, il salotto
letterario italiano. Al leggendario
caffè Paszkowski, Geròla era di
casa come lo erano Italo Calvino,
Franco Fortini, Eugenio Montale e tanti altri celebri nomi della letteratura italiana del ventesimo secolo.
Direttore di riviste
letterarie...
Dal 1958 al 1968 Geròla diresse
la rivista letteraria “Quartiere”,
una delle più fervide e significative del periodo. È stato redattore della rivista romana “Stagione”; ha collaborato a: “Il Nuovo
Corriere” di Bilenchi, “Letteratura” di Bonsanti, “Il Raccoglitore di Parma”, “Il Contemporaneo”, “La Fiera Letteraria”, “La
Chimera”, “Il Ponte”.
Come corresponsabile, assieme
a Giuseppe Zagarrio, del “Nuovo Cenacolo Fiorentino”, Geròn.11 novembre 2007
la nel 1969 organizzò il Premio
internazionale di Poesia “Città di
Firenze”. Dal 1978 al 1988 è stato segretario regionale per la Toscana (poi anche membro della
Segreteria Nazionale) del Sindacato Nazionale Scrittori.
... maestro di scuola
Per alcuni anni insegnò nelle
scuole elementari, poi alle medie ed infine, per quasi vent’anni, alle superiori. Nel 1982 prese
congedo dalla scuola e nel 1989
rientrò in Trentino. Non smise
di scrivere, e, soprattutto, di osservare lucidamente la sua terra,
dalla quale era partito molti anni
prima. Pur vivendo a stretto contatto con il gruppo degli Ermetici, lo scrittore di Terragnolo ha
sempre cercato un suo stile autentico, svincolato da canoni dominanti: un obiettivo che è riuscito a mantenere per tutto l’arco
della sua creatività artistica. Serio
e di poche parole, Geròla possedeva una straordinaria umanità.
Era ironico, senza apparire offensivo.
Impegno etico
e politico
Fra le molte figure di primo piano della vita civile e culturale
che Geròla frequentò in Trentino, non possiamo scordare Giuliano Pischel, la figlia Enrica, Cesare Musatti, Remo Costa, Silvio
Ramat, Annetta Rech, Cirillo
Grott, Sandro Canestrini, Paolo Mirandola, Fabrizio Rasera,
Mario Cossali, Alessandro Olivi, Giuseppe Colangelo, Giovanni Duca, Giuseppe Mascotti, Silvestro Mongioj. Geròla si
è contraddistinto non solo per
un’inossidabile onestà intellettuale, ma anche per un forte impegno etico-politico.
Nel 2003 e nel 2004 il Consiglio di Biblioteca invitò Gerola all’Istituto Tecnico Industriale
“G.Marconi” di Rovereto: ricordo l’intensità e l’umanità con le
quali il poeta si confrontò con
gli studenti, rammento il fascino
che suscitò in giovani certamente
più abituati a lavorare con il PC
piuttosto che a leggere romanzi
e poesie. Gerola riuscì ad attirare la loro curiosità, raccontò gli
anni trascorsi in Toscana, confidò le sue letture preferite e le fatiche di uno scrittore. Non esagero quando affermo che Gerola
divenne amico degli alunni dell’istituto di Sant’Ilario.
Carlo Andreatta
docente di Lettere al “Marconi”
di Rovereto
15
Istituto Istruzione “don Milani-Depero” Rovereto
MISSION…
Albergo a gestione studente
Matti! Ci prendevano per matti quando spiegavamo il nostro progetto: mettere un albergo a tre
stelle, appena ristrutturato in mano ad una mezza dozzina di classi con studenti tra i 16 ed i 20
anni. Perché 90 studenti dell’indirizzo turistico del Don Milani/Depero di Rovereto hanno
gestito un intero albergo (l’Hotel “La Betulla”
sull’altopiano di Brentonico dal 10 al 18 marzo 2007) occupandosi praticamente di tutto: dall’accoglienza alla cucina, dall’animazione all’amministrazione, dalle camere alla contabilità, dalla
convegnistica all’attività sportiva.
Ma fare l’insegnante vuol dire anche questo: avere fiducia nei ragazzi e, in fondo, anche nel proprio lavoro.
Autogestione e responsabilità
Così, per la terza volta negli ultimi tre anni, siamo
riusciti a portare a termine quella che gli stessi studenti hanno chiamato “Mission in Polsa”: l’autogestione da parte di una cooperativa scolastica di una
struttura ricettiva con tanto di ospiti paganti.
Ci sono voluti mesi di preparazione ma alla fine la
soddisfazione è stata grande. Enorme vorrei dire.
Anche e forse paradossalmente soprattutto in un
momento difficile.
Penso, in particolare, alla lunga sera del 15 marzo:
la brulicante gestione viene interrotta da due lunghi
suoni dell’allarme antincendio; il motivo, immancabilmente goliardico, è solo di creare confusione. L’at16
tività si ferma e il gruppo dei 90 studenti si riunisce
per l’attribuzione delle responsabilità e per decidere
il da farsi. Ebbene, quella è stata una delle esperienze
più forti della mia lunga carriera di insegnante: vedere tutti quegli studenti, seri e qualcuno addirittura piangente di rabbia, affrontare il problema (danno
materiale minimo) con spirito democratico, di corpo, senza delegare agli insegnanti la soluzione, ma
sentendosi coprotagonisti in un compito di realtà (la
“gestione alberghiera” appunto) divenuto anche loro,
nel successo o nell’insuccesso, è stato appagante.
Timori e intese
Non nascondo (e come potrei?) i nostri timori per le
possibili evoluzioni negative di quella situazione delicata, ma a gestione conclusa quel passaggio è stato determinante anche per quel clima di impalpabile
intesa fra 4-5 insegnanti e 90 studenti della più varia
estrazione sociale e scolastica (molti dei nostri studenti provengono da altre scuole della Provincia).
La volontà è di raccontare di come la scuola può
evolvere e di come gli studenti possono in qualche
modo guadagnarsi e meritarsi “sul campo” nuove responsabilità.
L’elemento di cui sempre sono andato alla ricerca,
nelle letture dei progetti scolastici, è stato il perché
del successo delle iniziative portate avanti in ogni ordine di scuola.
Dopo un ventennio di progetti didattici, i più diversi con i colleghi più diversi, mi sono convinto che il
vero successo lo si ottiene quando si crea un “clima
positivo” fra tutti gli attori coinvolti: ogni singolo
studente e ogni singolo docente devono sentirsi una
parte importante, accettata e stimata dagli altri.
Dimostrare che si è capaci
La sera del 15 marzo ho capito perché ci stava andando bene per il terzo anno consecutivo e ci andrà ancora bene. La ragione, credo, risiede, aldilà della distribuzione dei compiti più o meno prestigiosi, nella
capacità di creare quell’atmosfera di fiducia, affetto,
complicità, voglia di riuscire e di dimostrare quanto
valgono i nostri studenti se messi ad operare in un
clima di apprendimento non condizionato dagli insuccessi scolastici pregressi, nel quale non prevalga
uno stanco nozionismo ma ci sia spazio per la creatività e l’assunzione di responsabilità.
Francesco Stabili
Docente Istituto “don Milani-Depero” Rovereto
n.11 novembre 2007
ESPORTARE
Modello trentino in altre regioni
I risultati di questa “rivoluzione metodologica” ci sono, sono evidenti ed incoraggianti, ed hanno spinto istituti scolastici di altre regioni
(Marche e Sicilia) a stringere rapporti di collaborazione con l’obiettivo di apprendere queste innovative metodologie didattiche. A partire
da quest’anno, pertanto, quest’esperienza verrà “esportata” dal trentino in altre regioni italiane.
Partire dal fare
Buone prassi
La “Vision” che guida i promotori dell’iniziativa (insieme a noi anche i colleghi Roberta Bisoffi, Demetrio Martino, Andrea Moser e
Daniela Simoncelli ) nasce da questo nuovo modo di intendere e vivere la scuola: perché non partire
dal “fare” per capire cosa sta dietro un’attività professionale? Perché non provare a gestire integralmente un albergo per capire quali
sono i problemi e le difficoltà che
ciò comporta?
Tutto, ovviamente, senza trascurare
in alcun modo le conoscenze teoriche: semplicemente queste sono
il punto di arrivo e non quello di
partenza. Nel loro operare i ragazzi,
oltre che essere affiancati dai propri insegnanti, sono supportati da
professionisti e consulenti di altissimo livello.
Per chi volesse saperne di più, il sito
dell’istituto www.mide.it.
La qualità della scuola trentina lodata dal Ministro delle politiche
giovanili Giovanna Melandri; l’innovativo progetto formativo, portato avanti in questi ultimi anni
dall’indirizzo turistico dell’Istituto, coordinato dal Dirigente Scolastico Silvio Cattani ha avuto l’onore di chiudere le due giornate del
convegno nazionale “Giovani energie rinnovabili” tenutosi a Riva del
Garda il 18 e 19 ottobre scorso.
Il progetto ha ottenuto l’entusiastico plauso del Ministro che l’ha voluto inserire tra le buone pratiche
italiane presentate nell’occasione e
lo ha citato come esempio di successo formativo anche nel suo discorso di chiusura dei lavori.
Pacchetto turistico
per altri studenti
Esso si inserisce nel percorso di innovazione che ha caratterizzato,
negli ultimi anni, l’indirizzo turistico dell’Istituto e che ha portato
n.11 novembre 2007
so di apprendimento. L’idea, che
si connota per aspetti sia didattico-formativi che imprenditoriali, consiste nella progettazione, organizzazione e realizzazione di un
pacchetto turistico completo gestito da studenti per altri studenti: gli
alunni delle classi quarte e quinte dell’indirizzo turistico, organizzati in una cooperativa scolastica
(Mip2008), metteranno in pratica, “sul campo”, le competenze che
acquisiscono nel loro corso di studi prendendo in gestione, per un
mese complessivamente, due strutture ricettive (in marzo alla Polsa
di Brentonico “Settimana Bianca”
e in maggio a Senigallia “Settimana Azzurra”), gestendone tutti i
servizi.
ad un modo nuovo di fare e vivere
la scuola, ad una metodologia che
prevede il pieno coinvolgimento
degli studenti nel proprio proces-
Maurizio Enea
Docente Istituto
“don Milani-Depero” Rovereto,
Coordinatore Indirizzo Turistico
17
elementare “F.Filzi” I.C Isera - Rovereto
LA GUIDA
Storia locale, un percorso su Rovereto
Nell’anno scolastico 200506 le insegnanti delle classi
quinte della scuola elementare “F. Filzi” di Isera Rovereto hanno predisposto per
gli alunni un percorso di approfondimento storico, architettonico, geografico e scientifico riferito alla realtà locale:
la città di Rovereto.
sti, utilizzando conoscenze grafiche per gli elaborati artistici e per
le mappe. Gli alunni hanno utilizzato codici linguistici differenti, si
è creato un piccolo glossario con la
corretta terminologia architettonica, si è cercato di conoscere la toponomastica cittadina e la sua origine, studiare la vita e le opere di
alcuni artisti nell’ambito musicale
e artistico roveretano, raccogliere le
conoscenze acquisite mediante un
diario di bordo, mappe concettuali, cartografia muta, prodotti grafici
e iconografici.
Uno “sguardo” nuovo
Consapevoli
del patrimonio culturale
La forte motivazione è nata anche
dall’esigenza di rendere gli alunni maggiormente consapevoli della ricchezza del patrimonio culturale e naturale del loro territorio
e delle proprie radici. Lo studio e
la decodifica degli elementi offerti dall’ambiente circostante favorisce un’esperienza non solo cognitiva ma anche formativa. Il progetto
didattico ideato con Annalisa Bonomi, esperta in educazione al territorio e patrimonio culturale, ha
visto il coinvolgimento di tutte le
insegnanti delle varie discipline in
un lavoro d’ equipe.
Il percorso interdisciplinare ha permesso ai ragazzi di conoscere l’ambiente naturale e antropico, utilizzando la cartografia, recuperando
le diverse informazioni da vari te18
Di fatto tutto questo lavoro ha permesso ai ragazzi di essere protagonisti attivi nella costruzione del
loro sapere scegliendo, discutendo,
visitando i luoghi conosciuti con
uno sguardo nuovo.
La proposta poi, da parte dell’esperta, di stendere una guida di Rovereto, rivolta al giovane pubblico, è
nata quasi contemporaneamente ed
ha trovato la piena adesione da parte
delle insegnanti coinvolte nel progetto e della Dirigente Scolastica. Anche gli alunni hanno accolto l’idea
con entusiasmo perché la possibilità
di trasmettere le proprie conoscenze ad altri coetanei, obiettivo ambizioso ma stimolante, ha dato loro
un’enorme motivazione. Sono partiti ponendosi la domanda “Come
vorremo scoprire un luogo che non
conosciamo?”, analizzando i loro vissuti negativi, durante i loro giri turistici, dovuti anche alla mancanza di
testi adatti alla loro età.
Guida divertente
e “unica” della città
Si sono quindi impegnati in un
lavoro creativo per arricchire la
guida “ Quattro passi per Rovereto…” con tutto ciò che potesse
rendere divertente e interessante la
scoperta della loro città: giochi, rebus, labirinti, cruciverba,… i personaggi Ester e Rebecca assieme al
pupazzo Pratolina, logo della collana, accompagnano il piccolo turista attraverso due itinerari:
• lungo le vie, le mura, i monumenti e le piazze che erano un
tempo il nucleo medievale;
• ripercorrendo il borgo di San
Tommaso alla scoperta degli
antichi filatoi costruiti lungo le
rogge e il torrente Leno, strettamente collegati allo sviluppo
del commercio della seta durante la dominazione veneziana.
La seconda parte del testo contiene delle schede di approfondimento storico, geografico e scientifico che potranno essere utilizzate
come supporto didattico.
“In Trentino con
Pratolina”, la collana
Di questa esperienza ai ragazzi rimarrà sicuramente l’entusiasmo
e la curiosità di scoprire cosa c’è
dietro alle mute testimonianze di
un tempo passato e l’orgoglio di
essere riusciti a realizzare un testo
che può essere commercializzato e
che mancava nel panorama editoriale trentino.
La pubblicazione di questa guida è stata finanziata in parte dal
Comune di Rovereto, dalla Cassa Rurale di Rovereto e di Isera e
dall’Istituto Comprensivo IseraRovereto.
La guida è il primo volume di una
collana di libri didattico-divulgativi “In Trentino con Pratolina” curata da Annalisa Bonomi, rivolta
ai giovani lettori, alle loro famiglie, ai piccoli turisti, agli studenti e agli insegnanti che desiderino
intraprendere un percorso di conoscenza del territorio trentino.
Maria Pia Betta
Insegnante scuola elementare
“F.Filzi” - Rovereto
n.11 novembre 2007
il dossier
L’iniziativa
Il percorso
Il sistema scuola
La riflessione
Il diario
Romania, la scuola degli altri
Appunti e riflessioni sul viaggio studio
di alcuni docenti e dirigenti scolastici
Inserto a cura di: Monica Antoniolli e Mario Caroli
Interventi di:
Paolo Dalvit, Dolores Gervasi, Maria Magdalena Luca
Le schede sul sistema scuola rumeno riportate nelle pagine 24-25
sono riprese dagli appunti di viaggio di Dolores Gervasi e Maria Magdalena Luca
n.11 novembre 2007
l’iniziativa
IN ROMANIA
Viaggio di docenti
e dirigenti scolastici
Dalle scuole trentine alle scuole in Romania, per una settimana,
dall’8 al 13 ottobre 2007. Questo il percorso, che documentiamo
nell’inserto, di 13 insegnanti e 3 dirigenti scolastici della bassa
Val di Non e piana Rotaliana, che hanno voluto conoscere da vicino la scuola rumena nei diversi ordini e gradi, dalle elementari fino
all’Università. Il viaggio è stato organizzato dal Dipartimento istruzione della Provincia Autonoma di Trento e rientra nell’ambito dei
percorsi di internazionalizzazione delle scuole trentine, con l’intento di offrire al personale del sistema scolastico l’opportunità di conoscere altre realtà scolastiche oltre confine, creando occasioni di apprendimento, scambio e crescita professionale.
I partecipanti
Anna Bottamedi, Patrizia Bombace e Maria Grazia Teodoro:
docenti I.C. Andalo
Antonella Nicolini, Anna Ossani: docenti I.C. Bassa Anaunia
Linda Segata: dirigente I.C. Lavis
Milena Bernard, Elisabetta De
Bartolomeo: docenti I.C. Lavis
Maria Floretta: dirigente I.C.
Mezzocorona
Fabrizia Trentini, Paola Piffer:
docenti I.C. Mezzocorona
Paolo Dalvit: dirigente I.C. Mezzolombardo
Armano Corazzola, Elissa Bazzanella: docenti I.C. Mezzolombardo
Andrea Bezzi, Loredana Giovanetti: docenti Istituto d’istruzione “Martini” Mezzolombardo
Dolores Gervasi: accompagnatrice – Dipartimento istruzione
Provincia autonoma di Trento
Maria Magdalena Luca: accompagnatrice e collaboratrice del
Cinformi (Centro Informativo
per l’immigrazione – Trento)
Gli obiettivi
Il viaggio studio ha voluto af20
frontare e approfondire alcuni aspetti e tematiche legate al
mondo scolastico rumeno, in
particolare il gruppo si è interessato ad un esame comparato fra
i due sistemi scolastici, cercando di conoscere la realtà rumena e visitando alcuni istituti. In
particolare, rispetto agli aspetti
tecnici e organizzativi, il gruppo
era interessato ad ambiti come
struttura, articolazione e ordinamento del sistema scolastico rumeno, aspetti qualificanti
della riforma dell’istruzione, interventi di adeguamento ai parametri dettati dalla Comunità Europea, formazione del personale
docente e stato giuridico, valutazione, decentramento e autonomia delle istituzioni scolastiche.
A livello didattico si sono raccolte informazioni sui programmi ed i piani di studio nazionali
e locali, la continuità e l’orientamento, la scuola secondaria superiore e le modalità di accesso all’Università, il rapporto fra
istruzione e mondo del lavoro, la
valutazione degli studenti, l’integrazione degli alunni disabili,
lo studio delle lingue straniere e
gli ambiti di partecipazione dei
genitori alla vita della scuola.
Il Programma:
8/13 ottobre 2007
Lunedì 8 ottobre 2007
7.30: Partenza da Mezzolombardo, Stazione Ferrovia TrentoMalè per l’aeroporto di Verona
16.55: Sistemazione nell’Hotel
Dumbrava - Bacau (Romania)
Martedì 9 ottobre 2007
9.00: Visita alla scuola “C. Platon” a Bacau e incontro con Direttore e docenti
10.30: Visita all’Istituto scolastico e Scuola Professionale di arte e
mestieri Luizii Calugara (Bacau)
e incontro con il Sindaco
15.30: Incontro con l’Ispettore
Scolastico e docenti della scuola
Mercoledì 10 ottobre 2007
7.30: Partenza per Iasi.. Incontro
con la Direzione scolastica e visita del Liceo Linguistico e Liceo
Commerciale. Visita dell’Università di Iasi
14.00: Visita all’ Università di Iasi
e incontro con i docenti
15.00: Breve visita del centro della città di Iasi (cattedrale, monastero…)
Giovedì 11 ottobre 2007
10.00: Visita del Colegiul Tehnic
de Comunicatii “Nicolae Vasilescu-Karpen” a Bacau
15.00: Partenza per Bucarest e sistemazione all’Hotel Ambasador
Bucuresti
Venerdì 12 ottobre 2007
9.30: Incontro presso Scuola Italiana a Bucarest. Incontro presso
Università di Bucarest – Facoltà
di Lingue
15.00: Visita alla città di Bucarest
Sabato 13 ottobre 2007
13.30: Partenza per l’aeroporto di
Bucarest e rientro in Italia
n.11 novembre 2007
il percorso
SCUOLA
Sguardo in quella degli altri
Dalle scuole del Trentino lo sguardo e l’attenzione si sono spostati per una settimana a quelle di uno Stato spesso nominato e magari poco o per nulla conosciuto: la Romania. Gli insegnanti ed i dirigenti scolastici coinvolti in questa esperienza non hanno voluto
limitarsi a quanto vedevano, ma hanno voluto capire qualcosa di più
della “scuola degli altri”: hanno voluto, o almeno hanno tentato di
conoscere da vicino la scuola rumena nei vari ordini, dall’elementare fino all’Università. Gli stimoli non sono mancati, per le differenze
ma anche per alcune somiglianze e, naturalmente, per possibili sviluppi di collaborazione tra le due realtà.
Le ricadute della trasferta
È servito a far acquisire loro competenze trasversali in più ambiti
disciplinari e competenze extradisciplinari; tutte cose fondamentali e spendibili nell’esercizio della
professione. Si è voluto così contribuire, nel contempo, a costruire una professionalità predisposta all’innovazione e disponibile
alla formazione permanente, condizioni indispensabili per avere
una scuola non chiusa su se stessa, ma attenta al mondo e alla sua storia. Il viaggio in Romania ha
permesso di affrontare vari argomenti, dall’organizzazione scolastica, alla formazione dei docenti,
dal curricolo, alle modalità di apprendimento, all’autonomia scolastica, ecc. L’immagine generale
della scuola rumena che si è avuta, e che riflette la società rumena
nel suo complesso, sia quella urbana che quella rurale, è apparsa
molto differente tra loro rispetto
a quella italiana.
cipazione positivo ha determinato la buona riuscita del viaggio e
sono state individuate alcune ipotesi di collaborazione, tra cui uno
scambio di buone pratiche, per
quanto riguarda l’autonomia scolastica, cosa che ancora non è applicata nel sistema scolastico rumeno. Un altro aspetto riguarda
la modalità di apprendimento,
cosa che può essere approfondita, eventualmente, in futuro, partecipando a delle lezioni. Il dirigente dell’Istituto comprensivo
di Mezzolombardo e responsabi-
le della delegazione, Paolo Dalvit,
ha sottolineato l’importanza che i
progetti di scambio con la scuola rumena arrivino a coinvolgere
più insegnanti delle scuole trentine, naturalmente iniziando da
quelli che hanno partecipato al
viaggio. Secondo il dirigente, si
dovrebbe diminuire la concorrenza tra le scuole aprendosi invece
alla collaborazione.
Le tappe per conoscere
bacau
Il viaggio ha avuto tre mete, ovvero Bacau, Iasi e Bucarest.
Bacau è una provincia situata ai
piedi dei monti Carpazi, nella
zona di nord - est della Romania.
A Bacau, dove ci si è trattenuti per tre giorni, è stato possibile visitare e conoscere una scuola
elementare, una media e un liceo. In un paese vicino a Bacau,
abbiamo visitato un’altra scuola
elementare e media e la scuola di
arte e mestieri. Abbiamo visitato
anche delle aziende private, dove
gli alunni svolgevano degli stage.
L’accoglienza è stata sorprendente. I ragazzi della scuola, vesti-
Differenze territoriali
Nell’area rurale si è riscontrato un
basso livello formativo, mentre
nelle scuole superiori (licei) delle
città si è vista un’organizzazione
di tipo europeo. Il clima di parten.11 novembre 2007
21
ti con costumi tradizionali, hanno offerto pane e sale, in segno
di benvenuto, e hanno rallegrato
gli ospiti italiani, con dei piccoli
spettacoli. La scuola sita in città,
si chiama Costantin Platon, ed è
gemellata con l’Istituto comprensivo di Mezzocorona. Due anni fa
una delegazione di alunni ed insegnanti si è recata in Romania
e l’anno scorso Mezzocorona ha
ricambiato l’ospitalità. Presso la
scuola Platon è stato organizzato
anche un incontro cui hanno partecipato il direttore, la vicedirettrice, alcuni insegnanti e l’Ispettrice scolastica per i programmi
comunitari e i rapporti internazionali della provincia di Bacau,
Angela Sterpu.
sono riscaldate con stufe ad olle,
che vengono caricate dai corridoi
attigui. Manca l’acqua potabile ed
i bagni si trovano all’esterno dell’edificio, anch’essi senza acqua.
Le aule, seppure grandi, davano
la sensazione di vecchio, paragonabili a quelle descritte dai nostri
nonni. Anche il corpo docenti è
costituito per la maggior parte da
persone non più giovani (apparso
di età avanzata). Il laboratorio di
falegnameria costruito dagli imprenditori privati e dove gli studenti svolgevano i loro stage, era
realizzato però secondo standard
europei, segno che qualcosa nel
paese sta cambiando. Invece la
scuola di arte e mestieri si presentava simile alla precedente.
Scuola di arte e mestieri
Gli Indirizzi tecnici
luizi calugara
Il paese visitato vicino a Bacau,
dista dalla città 15 chilometri e
si chiama Luizi Calugara. È una
realtà rurale dove l’acqua non entra nelle abitazioni, ma viene raccolta da pozzi dislocati un po’
dappertutto nel centro abitato.
Non esiste rete fognaria e le strade sono sconnesse. Per raggiungere una delle due sedi della scuola,
la delegazione ha percorso a piedi
una stradina sconnessa, piena di
buche, in salita, per alcune centinaia di metri. Il piccolo pullman utilizzato per raggiungere il
Paese aveva difficoltà a percorrerla. La scuola elementare e media è
in fase di ristrutturazione; le aule
22
Un altro istituto scolastico visitato a Bacau, è stato il liceo tecnico delle telecomunicazioni, che
è stato riconosciuto come scuola
europea. Sono complessivamente 1725 gli studenti che frequentano le 4 classi del liceo, oppure
i due anni di scuola professionale, o ancora la scuola post-liceale; quest’ultima, che richiede una
frequenza ridotta è destinata soprattutto agli adulti. Il liceo dispone di numerosi laboratori attrezzati grazie a un finanziamento
del Fondo Phare, ma i tirocini
formativi si svolgono anche fuori
dalla scuola, nelle aziende con cui
il liceo ha attivato delle convenzioni. Al termine dei 4 anni di
studio gli studenti possono conseguire la qualifica di tecnico di
computer, tecnico di telecomunicazioni ed installatore di impianti elettrici, oppure di parrucchiere, estetista, stilista. Gli indirizzi
di studio sono stati definiti dopo
un’indagine condotta dall’agenzia del lavoro. Inoltre l’istituto va
incontro alle esigenze del mondo industriale proponendo discipline opzionali per coprire le loro
esigenze. Il liceo dispone anche di
un convitto per gli studenti che
arrivano da fuori città in cambio
di un contributo che varia a seconda del reddito familiare.
11mila docenti
Un’altra tappa della visita a Bacau è stata la sede dell’Ispettorato generale scolastico dove svolgono la loro attività gli ispettori
responsabili per ogni materia, due
vice ispettori e l’ispettore generale.
L’ispettorato gestisce l’attività degli
11mila insegnanti presenti in 1180
istituti scolasti di tutta la provincia
di Bacau frequentati da 120 mila
studenti, che colloca la provincia
al quarto posto a livello nazionale. Presso l’ispettorato è presente il
palazzo del bambino dove vengono proposte in modo gratuito attività extrascolastiche ludico/ricreative e sportive ai ragazzi più dotati
(canto, pittura, scultura, ginnastica, arti marziali). L’ispettore generale, così come l’ispettrice Angela
Sterpu, hanno espresso il desiderio di una collaborazione con la
provincia di Trento nell’ambito
del progetto Comenius; la scadenza del bando per potervi aderire è
fissata al primo febbraio del 2008.
La collaborazione riguarda in particolare lo scambio di esperienza
relativo al management scolastico
a livello dei dirigenti ed ispettori
scolastici e interventi per migliorare la didattica.
Liceo, inglese e francese
iasi
Iasi è stata la seconda meta del
viaggio iniziato con la visita presn.11 novembre 2007
so il liceo economico, accompagnati dall’ispettore scolastico
responsabile dei rapporti comunitari della Provincia di Iasi. Gli
studenti che scelgono di frequentare questo liceo possono optare
per uno dei tre indirizzi proposti a
seguito di un’analisi delle esigenze del mercato del lavoro. Il primo è economico, ed ha lo scopo
di preparare persone per le aziende; il secondo contabile e il terzo
amministrativo, prepara personale impiegato per la segreteria; acquisti, marketing e distribuzione.
L’ora di lezione è di 50 minuti e
l’orario settimanale di 33 ore. Le
attività pratiche, conforme il modello austriaco, prevedono in media 40 ore di laboratorio e 200
nelle aziende. Le lezioni si svolgono dal lunedì al venerdì, la pratica si effettua il sabato e le attività
extrascolastiche il pomeriggio. Le
lingue straniere studiate sono l’inglese e il francese per 2 ore settimanali. Tra le discipline principali ricordiamo matematica, cultura
generale, rumeno, storia, psicologia, logica, filosofia, lingue.
Atmosfera europea
Un secondo liceo esplorato a
Iasi è stato il liceo linguistico
“Mihai Eminescu” dove si respirava un’atmosfera europea. Il liceo
ha ricevuto il premio qualità programmi europei e ha sviluppato
gemellaggi con altri istituti scolastici di Francia, Olanda, Svizzera,
Danimarca. Proprio nell’ambito
dei licei, la direzione dell’ispettorato generale scolastico, attraverso l’ispettore scolastico per i
rapporti comunitari, Radu Lupuleasa, ha manifestato il desiderio
di intraprendere con la Provincia
di Trento varie relazioni e progetti ancora da definire.
Ultima sosta, a Iasi, è stata presso la facoltà di psicologia dell’Università “Al.I.Cuza”, che è
stata, tra l’altro, la prima ad essere aperta a Iasi, nel 1860. Dall’incontro con i rappresentanti della
facoltà è emerso che gli studenti
che frequentano il corso di laurea
n.11 novembre 2007
di tre anni, o i 9 programmi di
master di due anni, o il dottorato, che è di tre anni, sono 3500.
La facoltà di psicologia è attestata come centro di formazione dal
Centro nazionale di formazione.
Una carenza sottolineata è quella della vicinanza tra l’università e il mercato del lavoro che sta
evolvendo sempre più e presenta nuove esigenze. Per quanto riguarda la formazione dei docenti,
si è stabilito che senza la partecipazione, ogni 5 anni a 300 ore di
corsi di formazione, un’insegnante può perdere la possibilità di insegnare.
Diventare insegnante,
come?
Ma per diventare insegnante quale iter si segue? Una volta finita
l’università, una persona ha tempo due anni per sostenere l’esame
di abilitazione per diventare insegnante di ruolo. Poi ha la possibilità di sostenere altri esami per
ottenere il secondo e il primo grado come insegnante. La differenza tra i tre status consiste non solo
nel grado di formazione ma anche
nella retribuzione economica, fattore che spinge tanti insegnanti ad
abbandonare i loro posti e ad emigrare all’estero. Dalle ultime statistiche risulta che negli ultimi anni
200 insegnanti, su 12 mila, hanno lasciato la provincia di Iasi e
sono andati a lavorare in altri paesi come l’Italia.
A Bucarest, capitale della Roma-
nia la delegazione ha conosciuto
la dirigente, Tina Savoi e alcuni
alunni della scuola italiana “Aldo
Moro” fondata nel 1979 soprattutto per i figli di immigrati italiani che soggiornavano per motivi
di lavoro. Attualmente la scuola è
frequentata da 80 ragazzi di cui il
20% è di nazionalità rumena.
Le eccellenze
Durante la visita l’insegnante Nichita, rettore presso l’Università
di Bucarest, ha illustrato alla delegazione la Struttura dell’ insegnamento universitario rumeno.
Sono 100mila gli studenti che
frequentano le Università di Bucarest organizzate secondo il modello francese. Le sue università
godono di un prestigio nazionale
ed internazionale considerevole.
Le lauree ricevute dall’università
di Bucarest sono riconosciute nella maggior parte dei paesi, le sue
oltre 15 facoltà sono molto frequentate da studenti provenienti da tutta la Romania e con una
buona presenza di studenti stranieri. Dagli atenei romeni si esce
con una preparazione impeccabile, specie nei settori matematici e
informatici. Esiste un campionato mondiale dei licei per sfidarsi
sui temi di matematica e informatica, la Romania è quasi sempre al primo posto assoluto.
Maria Magdalena Luca
Rumena, giornalista pubblicista e
collaboratrice del centro Cinformi
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Calendario e orari
sistema scuola
ISTRUZIONE
Struttura, percorsi, programmi
Insegnamento generale, questa l’articolazione
del corso di studi:
Materna: 4 anni - dai 3 ai 7 anni
Elementari: 4 anni - dai 7 agli 11 anni
Medie: 4 anni - dagli 11 ai 15 anni
Superiori: 4 anni - età prevista dai 15 ai 19 anni
Finanziamenti
L’educazione nella scuola pubblica è gratuita, in quanto
per la maggior parte finanziata dal bilancio dello Stato
e da quelli locali. Non sono esclusi finanziamento provenienti da enti economici privati. Inoltre sono previste
borse di studio erogate da privati o da altre fonti legali.
Lo Stato fornisce il materiale di supporto per le attività
scolastiche, specialmente agli studenti con ottimi risultati. L’educazione privata, autonoma, esiste ai vari livelli; i
programmi di studio sono simili a quelli dell’educazione
pubblica e sono approvati dal Ministero dell’educazione.
Scuola dell’obbligo
La legge sull’educazione, varata il 25 Luglio 1995, stabilisce che l’educazione obbligatoria si struttura in otto
anni, così suddivisi: quattro anni di scuola elementare
(classi I-IV) e quattro di scuola media (classi V-VIII).
I bambini che compiono 7 anni prima della fine dell’anno solare, sono iscritti al primo anno. Quelli che ne
compiono 6 all’inizio dell’anno scolastico, possono, su
richiesta dei loro genitori, essere iscritti al primo anno.
Il Ministero dell’educazione può approvare la formazione di classi per quei bambini che, per diversi motivi,
non abbiano terminato i primi quattro anni di educazione obbligatoria all’età di 14 anni. L’obbligo è esteso
fino al sedicesimo anno di età. In casi eccezionali, l’insegnamento può essere svolto di sera o a distanza.
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L’anno scolastico dura 175 giorni, dal 15 Settembre al
15 Giugno ed è suddiviso in tre trimestri. Sono previsti tre periodi di vacanza: invernale, primaverile ed estivo. Le ore di insegnamento alla settimana sono 22 nel
primo anno di scuola elementare, 25 nel secondo e nel
terzo, 26 nel quarto. Sono invece 30 nel primo anno
di scuola media; 31 nel secondo, 33 nel terzo e 34 nel
quarto.
Programmi e organizzazione scolastica
I programmi scolastici sono stabiliti a livello centrale e
prevedono un equilibrio fra le materie obbligatorie, opzionali e facoltative. Negli otto anni di scuola obbligatoria, gli alunni studiano lingua e letteratura rumena, matematica, storia rumena, geografia rumena, fisica, chimica,
biologia, anatomia, disegno, educazione fisica, religione,
educazione musicale, latino, lingua straniera e informatica. Alle elementari, il 73,5% delle discipline è insegnato nella madre lingua degli studenti, mentre alle medie
la percentuale passa al 75,4% e alle superiori oscilla fra il
60,2 e l’82,8 %, in base all’indirizzo prescelto. È previsto
un programma speciale nelle scuole in cui l’insegnamento avviene nella lingua delle minoranze nazionali, anche
se lingua e letteratura rumena è una materia presente in
tutti i livelli, forme e tipi di scuola esistenti in Romania.
Della prima lingua straniera sono programmate due lezioni alla settimana alle elementari, a partire dalla seconda. La religione è una materia obbligatoria per il ciclo
elementare, mentre è facoltativa nella scuola media.
Valutazione
Al termine della scuola media gli studenti sono sottoposti a un esame in lingua e letteratura rumena, matematica, storia e geografia. Gli studenti appartenenti
a minoranze nazionali che hanno frequentato la scuola nella loro madre lingua, devono sostenere anche un
esame nella rispettiva lingua e letteratura. Se lo studente non supera l’esame, può ridarlo in un’altra sessione.
Gli studenti che superano l’esame ricevono un certificato di “capacità”. Esami finali (maturità): lingua rumena, lingua straniera, 3 esami a seconda dell’indirizzo
della scuola (complessivamente 5 esami). Su richiesta
degli studenti vengono fatti anche esami nella lingua
materna, ungherese, tedesca, russa. Terza lingua opzionale (per l’italiano mancano insegnanti). La valutazione
è data su scala da 1 a 10.
Valutazione delle scuole
Autovalutazione del Dirigente scolastico e del consiglio
di amministrazione che decide anche i criteri di valutazione degli insegnanti. Una volta al mese è organizzato un incontro per valutazione, pianificazione e scelta
del materiale.
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La formazione degli insegnanti
Della formazione degli insegnanti si occupa la Casa
degli insegnanti di ogni provincia. A livello nazionale
esiste il Centro nazionale di formazione del personale
docente del sistema scolastico non universitario. La certificazione dei programmi di formazione è di due tipi:
certificato di competenze del personale didattico per i
corsi di formazione finalizzate con l’accumulazione di
90 crediti professionali trasferibili; attestato di formazione continua per i corsi/tirocini con l’accumulazione
fino a 60 crediti trasferibili.
Partecipazione genitori
Ogni classe ha un coordinatore che deve organizzare almeno un incontro a semestre, c’è un Comitato genitori ed un Consiglio di classe. Intervengono nella gestione
amministrativa e nella programmazione extra scolastica.
Lingue straniere
Sin dal primo anno viene insegnata una lingua straniera a pagamento (inglese o francese): 1 ora alla settimana
in prima e seconda classe, 2 ore alla settimana dalla terza classe. La seconda lingua invece a partire dalla quinta
classe (1^ ginnasio).
graduatoria tenendo presente la media dei voti ottenuti al liceo), altre mediante esame.Non ci sono problemi per l’ammissione quanto più per il mantenimento
dello studente all’università ( affitti alti, borse di studio
basse ecc.). Centomila gli studenti che frequentano le
Università di Bucarest organizzate secondo il modello
francese. L’università di Bucarest ha corsi di sociologia,
filosofia, giurisprudenza, geografia – scienza della terra,
matematica teorica, informatica, storia, chimica e fisica
nucleare. Storia e filosofia, scienze delle comunicazioni
e giornalismo. Medicina, farmacia (insegnanti formati
alla Sorbona). Accademia studi economici – ASE diploma in lingua straniera (francese e inglese).
Sistema scolastico centrale
Il consiglio nazionale scolastico per curricolo stabilisce
i programmi nazionali. L’autonomia sarà possibile a
partire dal 2008, quando le province potranno essere
più libere anche finanziariamente. Le scuole da un punto di vista organizzativo dipendono dall’Ispettorato scolastico, per l’amministrazione e la logistica dipendono
dal Comune. È presente anche la figura dell’ispettore
scolastico, in particolare, nella provincia di Bacau, c’è
un ispettore per la scuola materna, due per la scuola primaria, uno per le risorse umane, uno per la formazione
continua, tre per il management, uno per i programmi
comunitari ed i rapporti internazionali ed uno per ogni
disciplina. Il loro compito è offrire consigli, si occupano
della pianificazione scolastica materna primaria, ginnasio e liceo, verificano i programmi.
Programmi ministeriali
I programmi risalgono al 2000, l’ultimo relativo alla
scuola primaria al 2005. Vengono proposti tre libri/manuali per ogni livello.
Progetti
Il decalogo del dirigente efficiente
Nelle scuole sono presenti psicologi ed insegnanti di sostegno, che affiancano i bambini con problemi. Fino a
poco tempo fa venivano inseriti in scuole speciali . A
Bacau ci sono 2 scuole speciali – una di esse ha un progetto Comenius in atto con il comune di Bari e con
comuni della Spagna e del Portogallo. Alcuni istituti scolastici partecipano a programmi comunitari quali Erasmus, Comenius, Leonardo – alcuni alunni delle
scuole di Bacau hanno potuto effettuare dei tirocini in
Italia nell’ambito della gastronomia (cucina) e delle telecomunicazioni.
1. Ricordati che la scuola significa persone
e non immobili
2. Mostrati manager e non amministratore
di anime
3. Anticipa il futuro
e non lasciarti sorpreso di esso
4. Sii comprensivo con le idee altrui.
Possibile che abbiano ragione
5. Esercitati per una critica costruttiva
6. Pensa a più soluzioni per risolvere
un problema, non limitartene ad una sola
7. Porta a buon fine ogni idea
8. Essere attivo può andare bene,
essere creativo è ancora meglio
9. Approfitta della tua esperienza
per raccoglierne altre nuove
10.Scegli come modelli le persone creative
Università
Il 75% degli studenti diplomati prosegue il ciclo scolastico iscrivendosi all’Università. Ogni università ha propri criteri di accesso: alcune tramite iscrizione (in caso
di superamento dei posti disponibili viene stilata una
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la riflessione
IN EUROPA
Un processo che non è indolore
Il sistema di istruzione e di formazione trentino è partecipe di un
processo di cambiamento più generale, nazionale e continentale europeo, che nasce da una esigenza strutturale di adeguare la formazione della forza lavoro ai nuovi target imposti dalla concorrenza internazionale, asiatica in particolare.
Fare i conti con tradizioni
culturali e didattiche
radicate
Non è un processo indolore, né
facilmente governabile, perché va
ad incidere su tradizioni culturali e didattiche radicate, su modalità organizzative e sistemi valoriali impliciti che condizionano e
orientano la prassi concreta nell’ambiente scolastico.
Non si può neppure pensare che
un tale cambiamento sia il frutto di alcuni ukase emanati da un
centro direttivo, per quanto attrezzato sotto il profilo metodologico e organizzativo possa essere.
I paesi che hanno avviato una riflessione critica volta al rinnovamento dei propri presupposti
operativi nella vita scolastica e nei
suoi obiettivi, hanno potuto verificare delle significative modificazioni solo a distanza di decenni e
a seguito di un sistematico confronto con le principali componenti attive del sistema formativo
e con gli stakeholder di cui si è riconosciuta una cointeressenza.
Sguardo altrove
necessario
Se partiamo dal presupposto che
siamo parte di un processo convergente più ampio, nasce spontanea l’esigenza di avviare momenti
di confronto con altri sistemi formativi, a prescindere dal loro grado di sviluppo e dal livello medio
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conseguito. Ogni paese è portatore di una cultura formativa e
di organizzazione del processo di
apprendimento che rappresenta
un importante tassello nella diversità e varietà dei sistemi nazionali che vanno a comporre la pluralità etnico linguistica e culturale
europea.
Il Dipartimento Istruzione della Provincia autonoma di Trento ha opportunamente attivato
una serie di iniziative volte a permettere al personale della scuola,
docenti e dirigenti, un confronto con i diversi sistemi formativi
esteri. Sono state organizzate delle
uscite in diversi paesi europei con
la finalità di osservare, di volta in
volta, aspetti specifici della pratica didattica e valutativa presenti
nelle diverse realtà nazionali. Lo
scopo è di far conoscere cosa succede in alcune distinte realtà nazionali, ma anche di allacciare
contatti che possano essere fertili
e fecondi nell’ottica di uno scambio duraturo e bilaterale.
Romania: nazione
in forte sviluppo
Il recente viaggio in Romania,
compiuto da un gruppo di docenti e dirigenti, degli Istituti comprensivi e di Istruzione secondaria della provincia di Trento, si
colloca in questo ambito.
Esso ha permesso di conoscere
una realtà differenziata ed espressione di una nazione in forte svi-
luppo, nella quale si manifestano tensioni tra un mondo rurale
atavico e arretrato e alcune realtà urbane fortemente orientate
all’internazionalizzazione. Il sistema formativo riflette pienamente
questa divaricazione e la delegazione trentina ha potuto osservare la profonda differenza, didattica e nelle aspirazioni formative,
tra le due situazioni.
Progetto a tre:
Romania, Trentino,
terzo partner
Probabilmente l’esito più significativo emerso da questa esperienza è rappresentato dalla decisione
di avviare un progetto di confronto, attuato dai docenti, tra
una scuola rumena, un terzo partner europeo da individuare e un
gruppo di istituti, comprensivi e
di istruzione, trentini, su un tema
di estrema attualità: la revisione
curricolare verticale, dalla scuola
primaria alla secondaria di secondo grado. Si intende lavorare su
alcune discipline, precisamente
la matematica, le lingue straniere, l’educazione motoria, per elaborare un curricolo che nella sua
unità soddisfi un’esigenza di completezza rispetto agli step successivi, nei diversi ordini e livelli scolastici. Il confronto previsto tra i
diversi sistemi scolastici dovrebbe
permettere una riflessione sulla
pratica didattica e sulle modalità
di attuazione di un cambiamento che rafforzi la pregnanza formativa del sistema formativo nel
suo insieme.
Paolo Dalvit
Dirigente scolastico Istituto
Comprensivo Mezzolombardo
n.11 novembre 2007
il diario
GIORNO PER GIORNO
Appunti di viaggio
e qualche pensiero
Lunedì 8 ottobre 2007
Bacau
Dopo la cena, si è organizzato un incontro di preparazione e definizione del programma.
Su proposta del Dirigente scolastico Paolo Dalvit si
delineano gli argomenti principali da approfondire e
chiarire in occasione della visita alla scuola di Bacau e
Luizii Calugara prevista per il giorno seguente. Emergono aspetti quali:
- le modalità di apprendimento;
- gli aspetti organizzativi;
- il curricolo;
- la divisioni in classi;
- le attività opzionali;
- il modello di autonomia della scuola.
Martedì 9 ottobre 2007
Scuola Costantin Platon - Bacau
La delegazione è stata ricevuta da due ragazzi con costume della tradizione locale, che offrivano pane e sale
in segno di benvenuto. Presenti anche il Direttore della scuola ed insegnante di biologia (in Romania il direttore della scuola continua ad insegnare e viene eletto
dai colleghi insegnanti ogni quattro anni tra gli insegnanti medesimi), alcuni docenti e l’Ispettrice scolastica per i programmi comunitari e rapporti internazionali della provincia di Bacau, Angela Sterpu¸ che per
l’occasione ha ribadito più volte l’interesse a proseguire
i contatti con la nostra Provincia autonoma e le scuole trentine per la presentazione di progetti all’Unione
Europea.
Va ricordato che la scuola Costantin Platon è gemellata con l’IC di Mezzocorona: due anni fa una delegan.11 novembre 2007
zione di alunni ed insegnanti si è recata in Romania e
l’anno scorso Mezzocorona ha ricambiato l’ospitalità.
Nella mattinata si è visitato l’istituto: le aule, la palestra , la biblioteca, mentre nel pomeriggio ha avuto
luogo un incontro durante il quale è stato illustrato nel
dettaglio il sistema scolastico rumeno.
Scuola “Costantin Platon “ - Bacau
La scuola è frequentata da 698 alunni, 46 insegnanti
di cui 4 alla materna, 13 al I° ciclo, 29 II° ciclo di cui
26 di primo grado (avanzato), 20 secondo livello e 9
con l’abilitazione.
Materna - 4 classi (80 bambini)
I ciclo - 3 classi prime e seconde, 4 classi terze e 3 classi quarte
II ciclo - 4 classi quinte e seste, 3 classi settime e ottave
La scuola si presenta ristrutturata, confortevole e ben
organizzata.
Istituto di arte e mestieri
Luizii Calugara - Bacau
La delegazione ha potuto visitare un istituto scolastico di arte e mestieri di Luizii Calugara, a 15 km da Bacau. Una realtà rurale (vd. pag 21-23), dove il direttore, alcuni docenti ed un gruppo di ragazzi vestiti con
costumi tradizionali ha accolto la delegazione offrendo
pane e sale in segno di benvenuto, proponendo poi un
piccolo spettacolo realizzato in collaborazione con l’insegnante di musica.
Dopo la scuola si è visitato un laboratorio di falegnameria o meglio un’ azienda privata che accoglie gli studenti della scuola professionale per stage di formazione.
Successivamente la delegazione ha visitato un altro
plesso scolastico anch’esso in via di ristrutturazione e
nuova realizzazione (nuova sezione grazie a fondi europei). Anche in questo caso ci è stato offerto del pane e
sale da un gruppo di ragazzini in costume che aspettavano all’esterno della scuola e si è visitato l’edifico, simile a quello appena visto nella precedente scuola. Nel
finire della visita due alunne vincitrici di premi nazionali hanno proposto uno spettacolo di canzoni pop ed
un gruppo di piccole stiliste ha sfilato con gli abiti realizzati da loro.
Purtroppo il poco tempo non ci ha permesso di parlare
in modo così approfondito come fatto a Bacau con gli
insegnati, ma gli stessi ci hanno donato un DVD, dove
è possibile visionare tutte le attività didattiche ricreative ed extra scolastiche offerte dalla scuola.
Mercoledì 10 ottobre 2007
Colegiul economic adminisrativ - Iasi
Ad attendere la delegazione la direttrice, l’ispettore
ai progetti comunitari e relazioni internazionali della
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sovrintendenza scolastica di Iasi ed alcuni insegnanti.
L’incontro si è svolto nell’aula insegnanti.
L’Istituto è così organizzato: 892 alunni, 57 insegnanti, 17 del personale ausiliario.
Tre gli indirizzi di studio: economico, amministrativo, acquisti.
Ore di lezione: 33 ore da 50 minuti.
Insegnanti: 18 ore settimanali di lezione - 40 ore settimanali complessive di presenza (preparazione lezioni,
progetti, formazione).
Le attività pratiche nella scuola sono seguite da stage nelle aziende per gli studenti, al primo anno 40 ore
di laboratorio e 200 in azienda, al secondo 150 ore in
azienda.
Le lezioni si svolgono dal lunedì al venerdì, le attività
pratiche si effettuano al sabato, le extrascolastiche nel
pomeriggio.
Lingue: inglese e francese 2 ore settimanali; matematica, cultura generale, rumeno, storia, psicologia, logica,
filosofia, lingue le discipline principali.
Liceo linguistico “Mihai Eminescu “ - Iasi
Anche durante questa visita la delegazione è stata accolta dalla direttrice della scuola e da alcuni insegnanti, interessati a raccontarci l’organizzazione interna del
Liceo.
1000 studenti, 4 classi per ogni anno nella scuola primaria, 16 classi al ginnasio e 24 classi di liceo. Lingue
straniere: inglese e francese ( la lingua italiana non è
prevista negli insegnamenti).
Numerose le attività in atto: momenti di dialogo tra
studenti e insegnanti, permettono ai ragazzi di poter
esprimere il proprio pensiero e le proprie idee; ma anche attività di gruppi di teatro francese, coro, realizzazione di una rivista scolastica.
Interessante ci è sembrato il Premio qualità per programmi europei, che vede gemellaggi con Francia,
Olanda, Svizzera e Danimarca. Anche in questa realtà scolastica le lezioni si svolgono al mattino, con le
attività extrascolastiche al pomeriggio, se è necessario
sono previste anche nelle giornate di sabato e domenica.
Facoltà di psicologia e scienza dell’educazione “Al. I. Cuza” - Iasi
La facoltà di psicologia e Scienza dell’educazione è stata la prima ad essere stata aperta in Romania nel 1860;
siamo stati accolti da una delegazione di 5 docenti, il
direttore Costantin Cucos – Head of Department of
Teachers Training ha illustrato l’organizzazione interna.
3500 gli studenti iscritti, 9 percorsi di Master, 110 gli
studi di dottorato. L’Università ha la durata di 3 anni
(laurea breve), il master ha la durata di 2 anni, 3 anni
per i dottorati.
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Sembra che la formazione iniziale dei docenti sia attraverso gli studi, ma l’università non prepara all’insegnamento, la selezione del personale docente non tiene conto delle specificità.
Investire sui docenti
Ma vi è la volontà di investire su questo settore, con
il prossimo anno vi sarà un nuovo sistema: 1° livello
– 2° livello di Master sulle nuove discipline di Scienza dell’ educazione ed uno stage consistente sulle aree
curricolari.
Lo stage si svolge nelle scuole di applicazione e nell’ispettorato scolastico, per 3 ore alla settimana.
Il 10% del curricolo è dedicato a programmi psicopedagogici e metodologici.
Il Ministero dell’ Istruzione ha deciso per 6 discipline:
psicologia dell’educazione; psicologia divisa in 4 aree:
fondamenti dell’educazione – teoria metodologica
curricolare – teoria metodologica dell’istruzione e teoria metodologica della valutazione; Didattica e disciplina delle materie disciplinari; Pratica pedagogica e
stage; Istruzione assistente dell’ordinatore; Percorsi a
scelta di Educazione interculturale, Management della
classe, Sociologia dell’educazione.
Formazione docenti e assunzioni
L’università è stata attestata come Centro nazionale
per la formazione, risulta essere in competizione con
altri istituti. Il percorso prevede 3 moduli di 100 ore
di lezione, ogni modulo riceve 30 crediti:
• 1° modulo: strutturazione curricolo, valutazione e
teoria dell’istruzione
• 2° modulo: comunicazione, didattica
• 3° modulo: introduzione nuove tecnologie, scienze
dell’educazione e informatica
Ogni insegnante è obbligato a fare questo tipo di formazione ogni 5 anni (300 ore), pena l’impossibilità di
continuare ad insegnare. Vi è la progettazione sperimentale, a livello nazionale, di attivare concorsi a livello dei singoli istituti scolastici.
Le proposte
Durante la discussione il direttore ha illustrato anche
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le proposte che sono al vaglio del Ministero dell’istruzione della Romania.
Tra i diversi impegni risulta importante un’opera di
decentralizzazione, di maggiore autonomia degli Istituti, importante anche l’assunzione del personale docente con modalità di stage per 2 anni oppure, se già
in possesso di un attestato, potrebbe essere abilitato
come insegnante.
Si pensa anche a percorsi di tipo post liceale, di specializzazioni presso ispettorati scolastici.
L’alta formazione è gestita solo da scuole private. Il tasso di disoccupazione della Provincia di Iasi è del 7,5%.
Duecento insegnanti su 12mila lasciano la scuola per
trasferirsi in Europa, sia verso l’Italia che per alti paesi.
L’Università ha l’obiettivo di avvicinarsi il più possibile al mondo del lavoro ma non sempre si arriva ad adeguare il sistema al mondo del lavoro.
Giovedì 11 ottobre 2007
Ispettorato Scolastico - Bacau
La delegazione è accolta da una rappresentanza con
l’ispettore capo e dall’ Ispettrice scolastica per i programmi comunitari e rapporti internazionali della
provincia di Bacau, Angela Sterpu.
Struttura dell’ispettorato: un ispettore e due viceispettori, l’ispettore è un insegnante di matematica.
Presso l’ispettorato è presente il Palazzo del bambino
(in ogni città ce ne è almeno uno) dove vengono proposte attività ludico/ricreative e sportive ai ragazzi più
dotati (canto, pittura, scultura, ginnastica, arti marziali) tutto gratuitamente.
Istituti scolastici a Bacau: Scuola d’Arte, dalla prima
elementare fino alla maturità: musica, pittura, scultura, disegno, architettura, coreografie. Due i licei sportivi: uno sul calcio ed uno sulla ginnastica.
Insegnanti provincia Bacau: 11mila docenti, 1.180
istituti scolastici, 120mila studenti.
Sono previste scuole private: materne ed elementari.
Prospettive di collaborazione
Durante l’incontro sono emerse interessanti proposte
di possibili contatti e percorsi, l’ispettore capo, ed anche l’ispettrice, si augurano una collaborazione con la
nostra Provincia Autonoma di Trento, ricordando la
n.11 novembre 2007
scadenza del bando Comenius il prossimo primo febbraio, suggeriscono una collaborazione su:
• Scambio di esperienze
• Management scolastico a livello di dirigenti ed ispettori
• Interventi per migliorare la didattica.
Si propone un incontro a Trento per la preparazione di
un progetto da presentare a Bruxelles nel mese di novembre, approfittando del progetto Leonardo.
La scadenza per i progetti Comenius è prevista quindi
per il 1 febbraio 2008.
Il dirigente Paolo Dalvit propone la sottoscrizione di
una lettera di intenti tra le due Province.
Anche l’ispettrice capo di Iasi, che per problemi di tempo e ritardo del nostro pullman, non abbiamo potuto
incontrare, ci ha fatto pervenire, attraverso il suo collaboratore, che ci ha accompagnato per l’intera mattinata a Iasi, che gradirebbe intraprendere con la nostra
Provincia relazioni e progetti con Licei (scuole secondarie di secondo grado).
Liceo tecnico delle telecomunicazioni
- Bacau
Il Liceo è attivo dal 2005, 1725 gli studenti frequentanti, 100 gli insegnanti, 12 il personale ausiliario. La
durata è di 4 anni, ogni anno ha 9 classi.
È possibile anche frequentare 2 anni di scuola professionale (arti e mestieri), per passare al Liceo, in più un
anno complementare, segue poi il ciclo superiore 4/5
(13-14 classe) che coincidono con il 3-4 anno di liceo
normale. La scuola attua due turni: mattino e pomeriggio.
La Scuola professionale dura 3 anni. Scuola post liceo
- adulti di specializzazione: attualmente 7 classi (la frequenza ridotta è rivolta agli adulti).
Il collegio tecnico ha 5 edifici: due edifici con aule e laboratori, un alloggio studenti ( l’ultimo piano è affittato agli adulti ed è un’entrata per la scuola), una mensa
con 200 posti per ogni turno e una palestra ristrutturata con fondi del comune.
Diciassette i laboratori di specializzazione; numerosi
gli Uffici speciali per l’area curricolare: per la persona, la società, per la lingua e la comunicazione (4 aule
di informatica, una di fisica, una di chimica ed una di
biologia)
Ogni area curricolare ha a disposizione un ufficio di risorse dove gli insegnanti si possono preparare per le attività specifiche.
Riconoscimento europeo
Parlando con i referenti della scuola si è scoperto che
attraverso un progetto Phare (dell’Unione Europea)
hanno potuto ristrutturare parte degli edifici, acquistare attrezzature per i laboratori e, relativamente alla
formazione degli insegnanti, attuare un percorso formativo della durata di 4 anni.
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La scuola ha avuto il riconoscimento di scuola Europea, riconoscimento ottenuto solo da altre 49 scuole
del paese.
Dopo i 4 anni di studio gli studenti possono lavorare
come tecnico di computer, tecnico di telecomunicazioni ed installatore di impianti elettrici.
Un’altra strada progressiva prevede 2 anni professionali, un anno di rete e telecomunicazioni e due anni finali di tecnico ed elettrotecnico.
Sono previste comunque altre qualifiche come estetica
ed igiene del corpo umano, al fine di diventare parrucchiere, estetista, stilista.
Mondo del lavoro e risorse
A seguito di un indagine condotta dall’agenzia del lavoro l’istituto ha proposto nuove specializzazioni sulle
nuove tecnologie, formando il corpo docenti e cercando aziende dove poter svolgere tirocini formativi.
Inoltre l’istituto va incontro alle esigenze del mondo
industriale proponendo discipline opzionali per coprire le diverse esigenze.
Solitamente la classe viene divisa in due: una parte resta presso la sede del Collegio lavorando in laboratorio per imparare il mestiere, l’altra parte si sposta presso la sede dell’azienda dove mette in pratica quanto
imparato. In tutto 4 settimane all’anno di formazione esterna.
Un giorno alla settimana gli studenti svolgono attività pratiche dentro la scuola. L’alloggio viene dato su
richiesta dello studente, seguendo criteri specifici ( es.
il reddito).
Per gli studenti adulti che lavorano vengono considerati anche l’atteggiamento, il comportamento nel condominio (questo il nome utilizzato per il convitto).
Ogni stanza ospita 6 studenti ed è dotata di internet,
TV, bagno.
Per la gestione è presente un amministratore, un educatore ed un sorvegliante notte e giorno.
Risorse finanziarie del liceo: affitto degli alloggi per gli
adulti, utilizzo della palestra, utilizzo della mensa per
feste, matrimoni ecc.
Venerdì 12 ottobre 2007
Scuola Italiana “Aldo Moro”- Bucarest
La Scuola Italiana “Aldo Moro”di Bucarest è stata fondata nel 1979.
Le lezioni sono tutta la settimana dal lunedì al venerdì, per cinque ore al mattino e due rientri settimanali.
E’ una scuola paritaria, quindi riconosciuta dallo stato italiano ed in via di riconoscimento per lo stato della Romania.
L’immobile è di proprietà dello stato rumeno al quale
viene pagato un affitto.
Le entrate per sostenere le spese derivano da una quota fornita dallo stato italiano, dalle rette delle stesse famiglie degli studenti, da donazioni (ad esempio l’am30
basciata italiana ha acquistato i banchi).
Gli alunni iscritti sono 50 nella scuola primaria, 20
per la scuola secondaria di primo grado e 9 per il Liceo
(privato). L’istituto italiano di cultura vigila sui programmi.
Riflessioni e percorsi
La scuola della Romania riflette la società rumena,
le scuole rurali sono sembrate ad un livello più basso rispetto a quelle dei grossi centri.
I Licei sono sembrati invece di un ottimo livello con infrastrutture e gestione assolutamente alla
pari se non oltre quella europea. Nei licei si sono
notati insegnanti piuttosto giovani, mediamente
sotto i 40 anni.
Dalle riflessioni sono emerse queste possibili tematiche di analisi:
• Autonomia scolastica: conoscendone la difficoltà dell’avvio è possibile scambiare buone pratiche…;
• Modalità di apprendimento;
• Partecipare ad una lezione-tipo per conoscerne le modalità di insegnamento oltre che il livello. In campo scientifico i rumeni sembrano
più preparati e durante la visita questa attività è
mancata;
• Aspetti organizzativi del mondo scolastico rumeno;
• Conoscenza dei programmi;
• Curricoli e attività opzionali;
• Formazione trasversale: inserire dei momenti didattici curricolari che non sono collegati ad una
disciplina ma che hanno una valenza trasversale;
• L’influenza della scuola nella società: la scuola
rumena è così rigida (abbigliamento, alunni in
fila) ma la società non è così;
• Apprendimento delle lingue: i rumeni ne sono
avvantaggiati, potrebbe essere una questione di
metodo?
Dolores Gervasi
n.11 novembre 2007
EUROPA.SCUOLA
il progetto
IN RETE
Indagine europea sulle risorse didattiche
“European Resources Manager of School Cities”, questo il titolo del progetto comunitario a cui la Provincia autonoma di Trento
ha recentemente aderito, accogliendo l’invito dell’ Istituto Municipale di Educazione di Barcellona. Un’importante iniziativa co-finanziata dall’Unione europea nell’ambito del programma comunitario
Socrate, ed in particolare nel contesto dell’azione Minerva, che vede
l’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
(TIC) a sostegno e sviluppo dell’istruzione aperta e a distanza.
Obiettivo
e realtà coinvolte
Il progetto lancia una sfida interessante, individuare e far conoscere le risorse didattiche disponibili
sul territorio, in funzione dei bisogni di approfondimento delle scuole. Strumento privilegiato, l’utilizzo
delle tecnologie dell’informazione e
della comunicazione, diverse le realtà amministrative d’Europa coinvolte: il Comune di Sabadell (Spagna), il Comune di Gijón (Spagna),
il Consorzio Gioventù Digitale di
Roma, il Rotterdam City Council
(Paesi Bassi), il Santa Maria de Feira City Council (Portogallo), il Copenhagen City Council (Center of
informatik) (Danimarca), l’European Information Centre – Veliko
Turnovo (Bulgaria), l’intero coordinamento a cura dell’Institut Municipal d’Educació de Barcelona (Leader Partner-capofila del progetto).
Sviluppo della Provincia autonoma
di Trento, in stretta collaborazione
con il Servizio Rapporti Comunitari e Sviluppo locale.
Le prime iniziative…
Un primo incontro ha visto la partecipazione di tutti i partner, provenienti dalle diverse città europee
coinvolte, a Barcellona, nello scorso
mese di febbraio. Si sono individuate nel dettaglio le attività di competenza di ciascuna realtà. Compito del Dipartimento Istruzione, ma
anche di alcuni dei partner, attivare una ricerca sulle risorse culturali/educative presenti sul territorio.
Da subito quindi sono stati somministrati questionari a risposta aperta agli insegnanti delle scuole e ad
alcuni referenti degli enti; la finalità
era proprio quella di conoscere meglio il panorama dell’offerta di risorse educative del nostro territorio.
A chi è diretto?
…e i primi risultati
I risultati ed il materiale di quanto
raccolto ed elaborato saranno a disposizione di beneficiari, diretti ed
indiretti, quali centri educativi territoriali, istituzioni civiche, associazioni locali e mondo delle istituzioni scolastiche e formative.
Nella nostra realtà provinciale il
progetto è gestito dal Dipartimento
Istruzione – Servizio Innovazione e
I risultati dell’analisi hanno messo in
luce la presenza di un’ampia gamma
di risorse didattico e culturali, che
trovano la propria fonte nei musei
e nei patrimoni culturali degli enti,
ma anche nelle scuole e negli istituti. Il portale stesso della scuola trentina Vivoscuola (www.vivoscuola.
it) ma anche la nostra rivista forniscono un importante contributo
n.11 novembre 2007
alla divulgazione dell’esistente. Rispetto alle tre tematiche trattate dai
questionari: Heritage (Patrimonio
culturale), Environmental Education (Educazione all’ambiente) e
Cultural diversity (Diversità culturale) si è rilevato:
• nell’ambito del patrimonio culturale, un utilizzo più intenso di
risorse artistiche, documentaristiche, storiografiche ed iconiche
rispetto a tradizioni a trasmissione orale oppure rispetto all’ambito linguistico;
• una forte esigenza di affrontare
la tematica TIC all’interno delle risorse educative “new city”, le
stesse risultano essere usufruibili
a costi molto contenuti, nonché
tali da coprire l’intero fabbisogno
educativo con un numero congruo di proposte per ogni area tematica. Gli insegnanti segnalano
anche un miglior utilizzo delle risorse già esistenti.
Anche un portale
L’ente capofila sta provvedendo all’elaborazione e alla classificazione
dei dati inoltrati da tutti i partner
del progetto. Il materiale e le informazioni confluiranno in un portale,
che darà la possibilità di conoscere e
quindi consultare l’offerta di risorse
educative e culturali disponibili in
tutte le realtà amministrative coinvolte. Strategico il prossimo incontro, nella seconda metà di novembre, per discutere le caratteristiche
generali e di contenuto proprio di
questo nuovo strumento. (D.C.)
31
DALLE SCUOLE
Istituto “M. Martini” Mezzolombardo
IN SCENA
Teatro d’autore a scuola
Nei giorni 3, 4 e 5 maggio 2007 presso il teatro “san Pietro” di Mezzolombardo si è svolta la
rassegna di teatro scolastico Una sera a teatro organizzata dall’Istituto di Istruzione Martini di
Mezzolombardo. L’iniziativa è il frutto di un percorso didattico sul teatro d’autore di tre scuole
superiori che hanno affrontato il lavoro di lettura
e drammatizzazione di alcuni testi teatrali per cimentarsi poi come attori superando le paure del
palcoscenico con grande disinvoltura e riuscendo a caratterizzare nel modo più particolareggiato i personaggi da loro interpretati.
La cattiveria della società
Il testo teatrale si comprende in fondo solo rappresentandolo e facendo vivere i personaggi. I testi affrontati
pur appartenendo a epoche passate racchiudono messaggi molto attuali che ne fanno dei classici “ Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da
dire” diceva Calvino in un suo celebre saggio, e le opere presentate in questa rassegna ne sono un esempio.
Gli allievi dell’Istituto professionale per i servizi alberghieri di Ossana hanno presentato il grottesco monologo di Cechov “I danni del tabacco” e l’atto unico “la Patente” di Pirandello; i protagonisti di queste
due pièces sono due sventurati perseguitati dalla cattiveria della società che li ha emarginati. In particolare il
protagonista della Patente, Rosario Chiarchiaro, accusato di portare sfortuna, arriva a concepire un piano delirante pur di sfuggire alla morsa della cattiveria e della
superstizione. Elegante la messa in scena, funzionali le
scene e le musiche: i ragazzi si sono mossi con disinvoltura caratterizzando in modo approfondito la complessità dei personaggi.
Lisistrata di Aristofane
Il Liceo delle Scienze Sociali di Mezzolombardo si è
confrontato con una delle più spumeggianti e divertenti commedie della Grecia antica, Lisistrata di Aristofane. La commedia è uno straordinario affresco della
società ai tempi della guerra del Peloponneso tra Atene
e Sparta dove il ruolo dell’uomo viene ridicolizzato evidenziandone la violenza e l’istintività. È una commedia
corale dove sono protagoniste le donne capeggiate dalla
furba Lisistrata che decidono anche se a malincuore di
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ricattare gli uomini per far cessare la guerra colpendoli
nel loro lato debole, cioè negando loro i piaceri del talamo nuziale fino a quando non avranno cessato di farsi guerra. Colorati i costumi, belle le musiche, brave le
giovani attrici e divertentissimi i “poveri” giovani attori
maschi umiliati da queste terribili e implacabili donne.
Ruzante e la guerra
La semplice e bella scenografia di questa commedia è
stata realizzata dagli alunni della classe terza D della
Scuola Media di Mezzolombardo sotto la guida della
docente Stefania Buscemi; avvenimento che, come ha
sottolineato l’allora Dirigente del Martini Mario Casna
durante la presentazione degli spettacoli, sancisce un
inizio di collaborazione tra le Scuole di Mezzolombardo. L’Istituto d’arte “Soraperra” di Pozza di Fassa ha
invece presentato un testo rinascimentale del commediografo padovano Angelo Beolco, Ruzante torna dal
Campo di battaglia, un potente scorcio demistificatore della realtà della guerra. Il contadino Ruzante torna
sconfitto dalla battaglia sfinito, stracciato, coperto di
pidocchi, alla ricerca della sua donna. Incontra prima
degli amici ai quali spaventato racconta con una esilarante descrizione comico-tragica le vicende guerresche
e di come si sia comportato da eroe salvando la pelle,
ma quando poi incontra la moglie capirà che durante
la sua assenza le cose sono cambiate: ora lei sta con un
soldato di ventura che le assicura una vita migliore senza stenti e non ha nessuna intenzione di tornare con il
povero Ruzante. Al povero Ruzante non rimane altro
che accettare la sua situazione di perdente in una società di lupi. Bravi gli attori e in particolare un bravissimo Ruzante.
Apprendere e socializzare
La scenografia ispirata alla pittura rinascimentale è stata dipinta con grande maestria dagli allievi della Scuola
d’Arte. Tre divertenti spettacoli che pongono in evidenza l’importanza del Teatro come momento di apprendimento e socializzazione. Nel lavoro sono stato aiutato
dalla collega Silvana De Vigili. Si spera che questa rassegna di teatro scolastico possa diventare la prima edizione di un appuntamento annuale promosso dall’Istituto.
Marco Crepet
Docente italiano e storia Istituto “Martini” Mezzolombardo
n.11 novembre 2007
Scuola Media Spormaggiore - I.C. Mezzolombardo
ARTE
I linguaggi dell’adolescenza
Nella sede scolastica di Spormaggiore dal 6 al 27 giugno 2007
ha avuto luogo una mostra didattica di Arte che ha coinvolto gli
alunni delle classi prima, seconda e terza della Scuola media di
Spormaggiore. Il percorso eterogeneo ha visto l’arte diventare espressione chiara e manifesta di linguaggi appartenenti alla sfera dell’adolescenza. Gli alunni hanno partecipato dando ciascuno una libera e
personale interpretazione dell’arte secondo la propria sensibilità.
Cultura del Mediterraneo
L’intero percorso didattico ha rispettato la creatività degli alunni
e soprattutto ha evidenziato l’importanza formativa e creativa di
tale disciplina evitando di relegare l’espressione artistica a materia
confinata in ambiti curricolari non
determinanti alla formazione del
discente.
Il percorso organizzato dalla classe
prima ha seguito le orme della cultura del Mediterraneo, in primis la
civiltà greca con tutti i manufatti che riguardano i templi della Grecia realizzati dagli alunni con tecniche artistiche semplici e creative.
Poi è proseguito con l’interpretazione personalissima di paesaggi
marini attraverso uno studio particolare dell’illustrazione dei pesci
che abitano il “Mare Nostrum”.
Umanesimo
e Rinascimento
Nella classe seconda, che vede la
presenza di alunni immigrati e stranieri, un’interpretazione del percorso didattico seguendo lo studio
dell’arte dell’Umanesimo e del Rinascimento: da Leonardo da Vinci, con gli studi sulle macchine volanti, allo studio della prospettiva
con un’ interpretazione ritrattistica
che si è basata sull’analisi di ritratti
compiuti da Piero della Francesca
fino ad arrivare ad una sintesi minin.11 novembre 2007
l’arte del Novecento: in particolare
questa classe ha realizzato manufatti originali e molto creativi poiché l’interpretazione dell’arte del
novecento è stata letta dagli alunni
come espressione e interpretazione
del tutto personale della società. Il periodo cubista è stato presentato attraverso l’assemblaggio di materiali diversi seguendo i criteri che
sottostanno a questo movimento
d’avanguardia; è seguito l’astrattismo lirico e geometrico dove gli
alunni hanno dimostrato di comprenderne lo studio dei colori, in
particolare del grande artista Kandinskij, superandone l’apparente
astrattezza e incomprensibilità.
Filo di ferro
malista del ritratti: protagonisti di
questo percorso sono stati i giovani studenti Felice Ferrentino, Sofia
Oddone e Lorenzo Chini. L’architettura palladiana ha completato
il percorso con modellini realizzati dagli alunni della classe seconda che ha visto il contributo degli
alunni Vyolca Nishori, Giulia Pozza e Felice Ferrentino.
Il percorso di questa classe è proseguito con il contributo degli alunni Veronica Calovi, Ylenia Endrizzi
e Graziano Tenaglia. L’allestimento è stato curato da Pricaz Adrian e
Lorenzo Chini.
Arte del Novecento
Nella classe terza il percorso didattico si è basato sullo studio del-
Le sculture in filo di ferro realizzate
da tutti gli alunni della classe terza
sono state un esempio di originalità
e creatività singolari e molto suggestive. Il filo di ferro e le lattine una
volta manipolate possono diventare un bizzarro strumento espressivo: dalla donna seduta a filare fino
alle lattine della coca – cola trasformate con ironia divertente ma significativa. Ad esempio la statua
della libertà americana realizzata da
Giorgia Pianezzola diventa simbolo
della potente lobby economica degli Stati Uniti poiché la statua invece che tenere in mano la fiaccola
tiene una lattina di coca-cola.
Infine le ultime tendenze dell’arte
contemporanea: la video art come
presentazione del percorso svolto
dagli alunni di tutte le classi.
Stefania Buscemi
Insegnante di educazione artistica
Scuola Media di Spormaggiore
33
scuola media “Pedrolli” Gardolo – I.C Trento 7
Festival
Musica come fattore educativo
Un’altra esperienza di crescita e condivisione ha coinvolto gli alunni
della scuola media Pedrolli dell’Istituto Comprensivo Trento 7 di
Gardolo, che il 4 e 5 maggio 2007 sono stati ospiti ed esecutori della
VII Edizione dello “Scuola MusicaFestival” a Roma, iniziativa organizzata da De Musica Associazione Onlus, sostenuta e patrocinata dal Ministero della Pubblica Istruzione, dalla SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori), dal Comune di Roma – Assessorato alle
Politiche Educative e Scolastiche, da Dismamusica, Confcommercio
e Olympus. La manifestazione ha coinvolto le scuole di tutto il territorio nazionale ed ha riscosso nei sei anni passati l’adesione di 1.277
scuole comprendenti 64.800 studenti partecipanti.
ta una sola scuola in rappresentanza
di ogni regione italiana, con criteri
di valutazione del CTC (Comitato
Tecnico Consultivo) di Scuola Musicafestival, sulla base dei punteggi ottenuti nelle esecuzioni alle edizioni precedenti (la scuola media di
Gardolo ha partecipato nel 2005 a
Rimini).
Dal Trentino solo noi...
Il progetto didattico era aperto a
tutte le scuole del territorio nazionale. In rappresentanza del Trentino Alto Adige, un gruppo di ragazzi (alunni di terza e qualcuno di
seconda) della sezione ad indirizzo
musicale della scuola media Pedrolli è partito il 3 maggio 2007 con alcuni insegnanti a Roma, dopo una
lunga e faticosa preparazione che lo
ha impegnato nei mesi precedenti, sia in uno studio individuale sia
nelle prove di gruppo, per raggiungere la sintonia necessaria per suonare insieme le musiche inviate dagli organizzatori. Nel pomeriggio,
visita alla città, che ha lasciato tutti
a bocca aperta.
Cinquecento musicisti
sul palco
Il valore del “fare musica”
L’obiettivo principale è quello di
valorizzare la musica come fattore educativo nella scuola, poiché
la pratica musicale, corale e strumentale aiutano a vivere in armonia nella società, in famiglia e con
gli amici, consentendo di riconoscere le proprie potenzialità creative
ed emozionali e migliorare la fiducia in se stessi. Viene così, inoltre,
favorito lo scambio di esperienze,
sviluppando e ampliando le capacità espressive e di aggregazione sociale; il fare musica sarebbe, inoltre,
un ottimo strumento per contrastare la dispersione scolastica e un va34
lido antidoto al disagio sociale, essa
educa ai valori positivi della convivenza civile e interculturale e contrasta l’insorgere della violenza.
Quest’anno Roma
Questo “festival” a tema, quindi,
è nato per gratificare chi pratica la
musica nelle scuole del primo e del
secondo ciclo. La manifestazione
del 2007 ha avuto una sede nuova
(a Roma, le altre edizioni a Rimini) e nuove modalità: evento finale,
un concerto – spettacolo con tema
“Cinema e colonne sonore”, dedicato agli autori italiani di colonne sonore; quest’anno è stata scel-
Il secondo giorno, accompagnati, invece, da una pioggia torrenziale, i giovani musicisti si sono diretti in zona Tor di Quinto al Gran
Teatro, nel quale si sarebbero svolte le prove del concertone. Ci sono
volute più di due ore per sistemare tutti i cinquecento musicisti sul
palco, trovando ad ognuno la collocazione giusta nell’orchestra o nel
coro. Ma la pazienza è stata ripagata non appena hanno iniziato a
suonare e cantare, sotto la direzione
dell’illustre maestro Paolo De Lorenzi, creando un’atmosfera particolare, speciale. La giornata di prove è
stata lunga e i ragazzi alla fine erano
molto stanchi, ma consapevoli che
la fatica era necessaria per la buona
riuscita del concerto, che si sarebbe
tenuto il giorno successivo, 5 maggio. Un’altra intera giornata, quindi, al Gran Teatro, intervallata da
qualche visita nei dintorni quando
n.11 novembre 2007
sempre con sensibilità e impegno
l’importante lavoro di questi giovani musicisti, rendendo possibile la
realizzazione di esperienze significative, che lasciano una traccia nei
pensieri e nel cuore di ognuno.
Francesca Bottura
Docente Scuole medie
“Pedrolli” - Gardolo
la scaletta delle prove lo permetteva.
La sera, in attesa del concerto, l’agitazione dei ragazzi era elevata, tutti e cinquecento con le magliette ed
i cappellini di Scuola Musicafestival. Presentatrice della serata Maria
Teresa Ruta, affezionata sostenitrice da anni di questa manifestazione, che ha introdotto le musiche ed
i diversi interventi.
Gli ospiti d’onore
L’ex ministro Luigi Berlinguer, Presidente del Comitato Nazionale per
l’apprendimento pratico della musica, ha parlato di possibili sviluppi futuri; Pino Insegno, ha scherzato con alcuni ragazzi invitati a salire
sul palco (tra i quali due di Gardolo); Daniele Silvestri ha inviato un
video con una dedica rivolta ai ragazzi presenti; il violinista romanoenfant prodige Stefano Mhanna, 11
anni, ha suonato i virtuosistici Capricci di Paganini. Un vastissimo
pubblico ha potuto gustare un concerto molto emozionante, nel quale
si sono esibite alcune singole scuole
e, infine, l’orchestra di cinquecento
ragazzi dai 6 ai 18 anni provenienti
dalle scuole di tutta Italia, venticinque da ciascuna regione.
Cinema e colonne sonore
Commoventi le musiche scelte ed
eseguite: La vita è bella di Nicola
Piovani, Amarcord di Nino Rota,
C’era una volta il West di Ennio
Morricone. Durante l’esecuzione
sono stati proiettati filmati tratti
dagli indimenticabili film di Benigni, Fellini e Leone. Un viaggio nel
mondo della musica a scuola e un
medley con i capolavori dei grandi
compositori per il grande schermo.
n.11 novembre 2007
Il tema di quest’anno ha permesso di formulare progetti didattici di
ampio respiro coinvolgendo numerose discipline di studio oltre la musica, quali storia del cinema e dello
spettacolo, storia sociale ed economica, letteratura e costume. La conclusione del concerto con l’esecuzione dell’Inno di Mameli, cantato
dai musicisti mentre alle loro spalle venivano proiettate, sul grande
schermo, le foto delle singole scuole
che hanno partecipato, sullo sfondo
di un’Italia molto colorata.
Aggregazione
e valorizzazione
Un inno all’unione, alla condivisione, all’accordarsi, ascoltarsi e sintonizzarsi per produrre, insieme,
qualcosa di unico. E’ emerso, ancora una volta, il valore della musica quale fattore di aggregazione,
ma anche di valorizzazione individuale.
Nel proporre la partecipazione a
questa manifestazione il gruppo
degli insegnanti di musica della
scuola media di Gardolo (Andrea
Gonella, Simone Daves, Francesca
Bottura, Sara Coser, Monica Monachesi, Andrea Omezzoli, Gianluca
Zanolli, Raffaella Guccio), sotto l’attenta ed appassionata supervisione
dell’insegnante di musica e vicepreside Maria Videsott, ha puntato alla
crescita dei ragazzi attraverso l’esperienza musicale e tutto ciò che essa
può offrire: ascolto reciproco, comunicazione, dialogo, relazione,
scambio, confronto con studenti di
altre realtà, per aiutarli a crescere e
conoscersi meglio.
La dirigente dell’istituto, Maria
Luisa Brioli, tutti gli insegnanti,
educatori e genitori sostengono da
I commenti di alcuni
ragazzi
“Noi ragazzi del corso C abbiamo vissuto un’esperienza unica
e irripetibile nel mondo della
musica”.
“Secondo me è stata un’esperienza fantastica, perché non capita
tutti i giorni di andare a Roma
a suonare in un’orchestra con altri cinquecento ragazzi”.
“Un’esperienza che sarà ricordata nei libri di musica!”
“Un’avventura ricca di emozioni tra colpi di scena e circondati
da altri alunni di altre regioni
italiane, che suonavano insieme
a noi”.
“È stata un’esperienza meravigliosa, sul palco ci si sentiva dei
veri professionisti”.
“Dopo intense e faticose ore di
prove tra agitazione e commozione è arrivato anche il momento del grande evento. Non
erano presenti i compositori delle musiche da noi suonate ma ci
sentivamo dei veri professionisti
ed abbiamo esibito al pubblico le loro musiche. I ragazzi del
coro dovevano rimanere in piedi per tutto il tempo, nonostante ciò la stanchezza non si è fatta sentire perché la felicità e le
emozioni erano più forti”.
“Un grazie da parte nostra agli
insegnanti che ci hanno seguito
con impegno e tanta pazienza”.
“Un grande saluto e un grazie
ai nostri insegnanti di musica che ci hanno preparati adeguatamente per l’evento e che ci
hanno “sopportati” per quattro
giorni”.
35
I.C Trento 4
CONCERTO
Musica e voci protagoniste
In data 7 giugno 2007 alle ore 20.30 presso la
scuola media Dante Alighieri di Trento è stato proposto il concerto di fine anno scolastico
che ha visto la partecipazione degli alunni della
scuola media Dante Alighieri, della scuola media
d’Arte e del Clarincoro.
Non solo note
Gli alunni delle due scuole medie sono stati magistralmente diretti dal professore di educazione musicale
Alotti e sono accompagnati alla chitarra dal professore
Latino. Il gruppo dei ragazzi è particolarmente numeroso ed è diviso in due sezioni: quella dei flauti e quella ritmica. Il Clarincoro interviene con la voce interpretando
diverse canzoni popolari italiane. Gli alunni presentatori raccontano, prima di ogni canzone, il senso del brano
proposto e forniscono indicazioni rispetto alla località
geografica da dove proviene la canzone.
Un viaggio nelle tradizioni
La musica che viene proposta in questa serata ci porta
simbolicamente ad incontrare alcune tradizioni ed alcuni luoghi dell’Italia. Da “Sciur padrun da li beli braghi bianchi” canto con cui le mondine nelle risaie del
novarese e del vercellese sostenevano le loro richieste salariali a “Il vino dei castelli” del Lazio. E poi “Vitti
‘na crozza” canto popolare siciliano, “La vendemmia”
o “Trescone” della Toscana; la “Villanella” come canto trentino, “Non poto reposare” serenata sarda e “La
bella gigogin” legata al patriottismo. Tra i canti “Giovanottina che vieni alla fonte”, una serenata d’amore
umbra, “Funiculi’ funicula’” e “O sole mio” canzoni
campane, anche se hanno superato ogni confine sia italiano che internazionale.
Scuola come comunità
Questo momento di forte incontro collettivo all’interno
della scuola è da apprezzare molto. Scuola come comunita’ dove i ragazzi vivono un’esperienza a fianco degli
adulti. Alunni e genitori, oltre ad apprendere, affinano
le loro competenze sociali. Nell’orchestra ogni componente deve rispettare il proprio ruolo, non deve prevaricare sull’altro ma deve offrire il proprio contributo all’altro. Nel coro tutti i partecipanti devono fondere insieme
36
le voci, ogni corista deve ascoltare l’altro, le voci non devono superarsi ma unirsi.
Il risultato finale è un’ora di bella musica, un momento
emozionante, tante sensazioni, gli applausi sinceri!
La storia del Clarincoro
Sul cancello della scuola all’ inizio dell’anno scolastico
2004-2005 un invito ai genitori a partecipare ad un’insolita iniziativa. Insolita soprattutto per una scuola elementare, dove forse non si è mai visto un coro composto
da insegnanti, genitori e personale ausiliario.
Da allora il coro si è “allenato” fedelmente incontrandosi una volta alla settimana. C’è stato fin da subito gran
affiatamento, le voci funzionavano ma soprattutto era il
gruppo che funzionava, al suo interno era tanta la voglia
di stare insieme ma il collante più forte fra i componenti del gruppo era la condivisione dello stesso obiettivo finale: “Fare qualcosa per i bambini”.
Inizialmente il coro è stato diretto con tanta pazienza
dal Maestro Gino che poi ha lasciato le redini alla Maestra Elisabetta che con seria professionalità ha fatto crescere e progredire il gruppo.
Gli impegni di tre anni
Tre anni intensi e ricchi di momenti caratterizzati da
incontri e legami magici tra piccoli (alunni delle scuole elementari), medi (alunni delle scuole medie), grandi (genitori) e ipergrandi (nonni): Concerto di Natale
2004 - elementare Clarina, Concerto per l’inaugurazione del mosaico primavera 2005 - elementare Clarina,
Partecipazione alla Giornata della Pace maggio 2005
- Piazza Duomo a Trento, Concerto ultimo giorno di
scuola giugno 2005 - elementare Clarina, Concerto di
Natale 2005 - Circoscrizione; Concerto nella chiesa di
S. Carlo dicembre 2005; Partecipazione alla Festa della
Mondialità maggio 2006 - elementare Clarina; Concerto nella chiesa di S. Carlo maggio 2006; Partecipazione
alla Festa Oltrefersina Insieme settembre 2006; Concerto di Natale 2006 - elementare Clarina; Concerto “Natale con i nonni” nella chiesa di S. Carlo dicembre 2006;
Partecipazione allo spettacolo “La città che vorrei” presso la Circoscrizione di Villazzano 3 – 31 maggio 2007;
Concerto con i ragazzi delle scuole medie presso la scuola media D. Alighieri – 7 giugno 2007.
Rita Mottes
Mamma di un alunno della scuola elementare
Clarina, oggi alla scuola media d’Arte
n.11 novembre 2007
CLARIN… CORO
Genitori, insegnanti, bambini
all’interno della scuola o in occasione di manifestazioni legate ai nostri piccoli spettatori: le feste per il
Natale a scuola o presso la sala della Circoscrizione Oltrefersina dove
erano presenti anche i bambini delle tre scuole materne di riferimento ( La Clarina, Piccolo Mondo e
S. Bartolomeo) e quelle per la chiusura di fine anno scolastico legate al
progetto intercultura in collaborazione anche con la scuola media.
bilità a noi coristi, non solo di crescere musicalmente, ma di mostrare
alla realtà che ci circonda, che genitori e insegnanti possono collaborare attivamente e creativamente
in funzione degli alunni e non solo.
Importanti sono state le occasioni
d’incontro avute in diverse occasioni presso la Chiesa di S. Carlo, dove
il coro, accolto da don Lino, è riuscito a farsi conoscere ed apprezzare.
Quest’anno, molto significativo per
noi adulti è stato inoltre il progetto
con i ragazzi delle medie, un’esperienza nuova che ha coinvolto tutto
l’Istituto. La nostra voce ha affiancato il suono di diversi strumenti,
divisi in due sezioni flauti e ritmica e suonati magistralmente da un
orchestra giovane, ma sicuramente
professionale, gli alunni appunto.
Incontrarsi e crescere
Maestro di coro cercansi
Ma non vogliamo dimenticare anche alcune uscite sul territorio che,
in questi anni, hanno dato la possi-
Il Clarin…coro ha lavorato in questi anni con entusiasmo ed impegno e nonostante la fatica che talvolta tutto ciò ha comportato, c’è
forte e sentita la voglia di ripetere
l’esperienza e di condividere con altre persone, bambini, ragazzi, genitori, insomma con chiunque abbia
la passione per il canto e il desiderio di dedicare un po’ del proprio
tempo agli altri. Purtroppo, però
al momento siamo rimasti senza
“maestro di coro”, chiediamo pertanto la disponibilità di un esperto
che possa accompagnarci con entusiasmo in questo viaggio. Inoltre
estendiamo l’invito anche ai colleghi della scuola media e ai genitori che hanno figli che frequentano il
nostro Istituto.
Il coro della scuola primaria Clarina, il Clarin…coro, nasce nell’ottobre
del 2004 su iniziativa di alcuni insegnanti. Lo scopo di questo progetto era di coinvolgere soprattutto i genitori dei bambini che frequentano la nostra scuola, per dar loro la possibilità di vivere l’ambiente scolastico in modo del tutto diverso, cioè dall’ “interno”, e di offrire, insieme
al personale della scuola, occasioni di gioia e divertimento grazie ai canti imparati.
All’inizio poche
aspettative…
Inizialmente le aspettative non erano molte, si pensava semplicemente ad una rappresentazione per il
Natale, che potesse far partecipare
le famiglie ad una proposta nuova e
condivisa. Non ci si aspettava nemmeno una così grande adesione da
parte delle varie componenti, e ciò
ha creato in tutti noi entusiasmo,
voglia di ritrovarsi e soprattutto di
regalare momenti di divertimento
ai nostri alunni. Infatti, la maggior
parte delle esibizioni del Clarin…
coro, ormai denominato così da
grandi e piccini, è avvenuta proprio
Annalisa Pischedda
docente di lingua straniera Scuola
elementare Clarina
n.11 novembre 2007
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Liceo “A.Rosmini” Rovereto
TESTE BEN FATTE
Interventi nelle classi prime
Da qualche anno il Liceo “A.Rosmini” di Rovereto, all’interno delle iniziative volte a potenziare l’accoglienza dei nuovi iscritti, ha attivato un
percorso legato all’acquisizione di un metodo di
studio efficace e personalizzato, a partie dalle indicazioni di Edgar Morin.
Le motivazioni
“È meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”,
così Edgar Morin. Per testa ben piena si intende quella in cui il sapere è accumulato, ammucchiato. La testa ben fatta è quella che dispone di un principio di selezione e di organizzazione che permetta di collegare i
saperi e dare loro senso. Con questo principio come
guida, da qualche anno il Liceo “A.Rosmini” di Rovereto, all’interno delle iniziative volte a potenziare l’accoglienza dei nuovi iscritti, ha attivato un percorso legato all’acquisizione di un metodo di studio efficace
e personalizzato. L’esperienza degli ultimi anni, infatti, e le osservazioni sull’evoluzione dei comportamenti degli alunni hanno portato ad acquisire sempre più
consapevolezza dell’importanza della fase iniziale di inserimento degli allievi, in particolare, gli studenti in
entrata hanno dimostrato di avere difficoltà ad affrontare in modo efficace lo studio delle materie proposte
con conseguenti difficoltà e, talvolta, rinunce. Per affrontare tali problematiche, il Liceo ha elaborato un
progetto organico di intervento, che coinvolge attivamente tutte le componenti scolastiche delle classi prime: docenti, studenti, genitori. Per questo si avvale di
esperti esterni in stretta collaborazione con i docenti
dei Consigli di classe. I contenuti degli interventi mirano a supportare i docenti, nell’adozione di strategie efficaci per riconoscere i diversi stili cognitivi degli alunni e di conseguenza strutturare gli opportuni piani di
miglioramento; il lavoro degli insegnanti in classe con
gli studenti, tende a rafforzare negli allievi le capacità
di pianificazione, l’ acquisizione di un personale metodo di studio, il potenziamento delle abilità e delle
tecniche di base, la capacità di definire i propri obiettivi, lo sviluppo delle capacità relazionali e comunicative. Gli incontri serali con i genitori sono finalizzati ad
offrire alle famiglie strumenti utili a migliorare la comunicazione con il figlio adolescente, ad aiutarlo nelle
eventuali difficoltà e a costruire forme di collaborazione efficace con la scuola.
38
CACIAGLI
Alfiere del lavoro
Lorenzo Caciagli, Alfiere
del lavoro, studente del Liceo
“A.Rosmini” di Rovereto tra i 25
migliori studenti d’Italia. Il Capo
dello Stato, il 24 ottobre gli ha
consegnato l’attestato d’onore e
la Medaglia del Presidente della Repubblica, con cerimonia ripresa dalla televisione di Stato.
Il percorso
Nella primavera di quest’anno, perviene al Liceo, da parte della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro
di Roma, la richiesta di segnalare il nome di uno studente quale candidato al titolo di “Alfiere del Lavoro”. Il
candidato doveva aver ottenuto la qualifica di “Ottimo”
alla licenza media, aver conseguito una media di almeno 8/10 per ciascun anno della scuola superiore, di essere in procinto di sostenere per la prima volta l’Esame
di Stato al termine dell’anno scolastico 2006/2007. Un
solo nominativo.
La Federazione avrebbe verificato, a maturità avvenuta, che la votazione dell’Esame di Stato fosse pari a
100/100. L’individuazione cade su Lorenzo Caciagli,
studente dell’ultimo anno dell’indirizzo classico. Acquisito il suo benestare, la documentazione viene inoltrata a
Roma: l’”Ottimo” dell’esame di licenza media era arricchito dalla Lode (fatto assai inusuale!), la media dell’ultimo triennio era quella del 10/10; risultato della maturità
(100/100 con Lode). In ottobre giunge comunicazione
che Lorenzo era tra i 25 studenti che sarebbero stati premiati al Quirinale in occasione del conferimento delle
onorificenze ai 25 Cavalieri del Lavoro.
A Lorenzo va il plauso per questo riconoscimento, mai
così meritato. Al Liceo Rosmini e alla scuola trentina la
soddisfazione di vedere riconosciuto lo sforzo messo in
campo nei confronti della formazione e dell’istruzione.
Non a caso la lettera che comunica il prestigioso riconoscimento porta le congratulazioni anche per la scuola e
per il corpo docente “per i successi ottenuti dallo studente che testimoniano l’alto livello degli studi raggiunto dal
Liceo Rosmini”. Quello che il premio “Alfieri del Lavoro” non ha, però, potuto premiare perché non risulta dalle carte e dai numeri e che, invece, mi preme sottolineare,
è la persona di Lorenzo, il quale non è solo studente modello, ma è un ragazzo solare, estroverso, sportivo, socievole e disponibile verso gli altri. Queste note le aggiungiamo noi alla medaglia del Presidente della Repubblica.
Giovanna Sirotti
dirigente scolastico Liceo Rosmini Rovereto
n.11 novembre 2007
Liceo scientifico “G. Galilei” Trento
LINUX DAY
Giornata nazionale a Trento
scuole elementari, medie e superiori, oltre 2500 computer in Alto
Adige (progetto F.U.S.S.) a passare
a Linux, il famoso sistema operativo
libero creato da uno studente universitario Finlandese ora motore dei
più famosi siti web come Google e
WikiPedia.
Open Source
Il 27 ottobre 2007 si è svolto anche a Trento il
tradizionale appuntamento con il Linux DAY.
Giunti ormai alla settima edizione nazionale,
in oltre 100 città italiane, che ha visto gli albori nel 2001 e ospitata dal Liceo Galileo Galilei di Trento sin dal 2003, quest’anno la manifestazione ha portato
l’attenzione del pubblico ad un tema particolarmente interessante:
quello delle tematiche relative all’uso del Software Libero e in particolare di Linux a scuola.
Software libero
nella didattica
L’evento
La manifestazione, organizzata dall’associazione Oltrefersina LinuxTrent, è stata patrocinata dalla Provincia Autonoma di Trento e dal
Liceo Galilei e ha visto la presenza, oltre che del Dirigente del Liceo
Galilei, Aldo Gabbi, dell’Assessore
alle Politiche Sociali Marta Dalmaso, di Paolo Lorenzi della Sovrintendenza Scolastica Provinciale di
Bolzano (progetto F.U.S.S.), rappresentanti della Polizia Postale
di Trento, dell’Università di Trento e delle associazioni La Cometa,
JugTrento, Whive, ComputeRinati, SomeRadio e dell’associazione
Wikimedia Italia. Gli interventi
della manifestazione sono stati trasmessi in diretta sul sito dell’associazione SomeRadio mentre Radio
Studio 7 trasmetteva una serie di
interviste ai relatori in diretta. Durante la manifestazione sono state
distribuite copie di Linux e di Software Libero.
n.11 novembre 2007
Ma cos’è il Software Libero e cosa
porta a ritenere che Linux sia adatto alla didattica? Innanzitutto è un
nuovo concetto riguardante il software, cioè i programmi che funzionano nei computer, che sta
diffondendosi anche nel settore
professionale. Tramite particolari licenze si concede a utenti e aziende
speciali libertà (vedere il riquadro a
parte), libertà che sono molto importanti per il cittadino ma soprattutto per la scuola. In questo modo
è possibile far risparmiare molto denaro pubblico o investire gli stessi soldi nella formazione del personale, soprattutto senza costringere
i genitori all’acquisto di costose licenze. Inoltre, come testimoniato
in diversi interventi, il Software Libero consentendo l’accesso al codice sorgente dei programmi permette a Scuola e Università di assumere
un ruolo attivo, interdisciplinare e
autoformativo intervenendo nella traduzione o nella personalizzazione dei programmi. Tale approccio avviene nel pieno rispetto della
legalità dando anche un messaggio
etico di uso consapevole dello strumento informatico.
Tali vantaggi hanno convinto un’intera Sovrintendenza Scolastica,
Cos’è il Software Libero/Open
Source (le 4 libertà):
- è utilizzabile per qualunque scopo
- è studiabile e adattabile (serve il
codice il sorgente)
- è ridistribuibile
- è migliorabile ed è possibile distribuire le versioni migliorate
(serve il codice sorgente)
Cosa non è il Software Libero/
Open Source:
- non è software senza licenza o autore o copyright
- non è software gratuito bensì software per il quale gli autori (in
genere, se non è opera di volontari) sono stati pagati, ma una volta
soltanto.
Marco Ciampa
GLOSSARIO
Licenza GPL: GNU Public License una delle licenze più diffuse nel mondo del Software Libero;
Codice sorgente: il codice scritto dal programmatore che compone il programma – in forma
comprensibile all’uomo;
Codice oggetto o binario: il codice creato a partire dal sorgente e comprensibile solo al computer;
Sistema operativo: il software
che fa funzionare il computer;
GNU: progetto di Sistema Operativo Libero di cui Linux è il
cuore (kernel);
Riferimenti web
www.linuxtrent.it;
www.fuss.bz.it; www.linuxday.
it; www.linux.it; www.linux.org;
linuxdidattica.org; www.someradio.net
39
Liceo classico “G. Prati” Trento
SIRENE
Elettra a scuola
Lunedì 29 ottobre alle ore 8.30, aula magna
del Liceo classico “G. Prati” a Trento, si tratta di “una prima”: in sala studentesse e studenti dell’ultimo anno del liceo, alcuni insegnanti, i
ragazzi del gruppo teatrale della scuola “Teatro
D’Aria”, il dirigente scolastico, Antonio Di Seclì, e l’ospite Lorenzo Dellai, presidente della Provincia ma invitato anche nella veste di assessore
all’istruzione e alle politiche giovanili.
Un progetto con studenti,
docenti e genitori
Una “prima”, dicevamo, quella presentata al Liceo
classico “G. Prati”: il primo volume – dedicato al
mito di Elettra e alle sue fortune in ambito scolastico – di una nuova collana editoriale battezzata “le Sirene”.
La pubblicazione contiene quattro brevi saggi, curati
in parte da due insegnanti del Prati, Marialia Guardini e Michele Ruele, e in parte da due genitori di
studenti del classico, Paola Maria Filipi e Annely
Zeni. “Un esempio anche questo di messa in comune di idee e di energie, per un istituto - ha sottolineato il preside Antonio Di Seclì - che vuole essere
sempre più aperto non solo alle modalità espressive
e didattiche diverse dalla lezione frontale, ma anche
alla società nel suo complesso.”
Un approccio lodato dal presidente Dellai, per il quale, conclusasi la fase dell’acquisizione degli strumenti in capo alla Provincia autonoma per far funzionare
il complesso apparato della scuola trentina, è necessario oggi concentrarsi di più sui contenuti, sulla didattica. Dellai ha colto
però anche l’occasione
per abbozzare un ragionamento di più ampio
respiro sul ruolo del liceo classico e soprattutto della cultura classica
in un’epoca in cui a dettare legge sembrano essere a volte piuttosto le
mode passeggere.
“La rigida distinzione fra
le diverse materie, ma
anche fra cultura scienti40
fica e cultura umanistica, non ha ragione più d’essere
– ha detto Dellai - perché non c’è competenza tecnico-scientifica che non abbia necessità di confrontarsi
con la dimensione valoriale, che è propria della cultura umanistica. La cultura classica in questo senso
ha ancora una funzione importante, non certamente
legata al passato ma al presente ed al futuro. Guardo
invece con sospetto a quelle mode passeggere per le
quali un anno bisogna dedicarsi solo all’informatica,
un altro anno alle lingue e così via.”
Non solo: per il presidente Dellai del modello rappresentato dal liceo classico è positiva anche l’organizzazione dell’orario (basata sulle 30 ore settimanali), che lascia allo studente il tempo per sviluppare
percorsi personali, non in antitesi ma complementari a quanto studiato fra le mura scolastiche. Attenzione, infine, a non allargare a dismisura il ventaglio
delle discipline, magari più per esigenze “sindacali”
che attinenti al percorso formativo reale che si vuole proporre ai giovani, infrangendo una regola fondamentale della progettazione disciplinare, secondo
la quale se entra una disciplina nuova ne deve uscire un’altra.”
Se riuscirà a mantenere il giusto equilibrio fra conservazione di quei depositi non solo culturali, ma anche valoriali ed etici di cui è tradizionale portatore ed
improcrastinabili esigenze di rinnovamento, il liceo
classico, insomma, ha davanti a sé un futuro luminoso.
(m.p.)
n.11 novembre 2007
OFFERTA VARIA
strumenti
GIOVANI
Un dvd per le scuole
Il film “La guerra di Piero” rappresenta l’evento conclusivo di un progetto
presentato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Roncegno Terme che ha ottenuto il finanziamento dal Piano Giovani di Zona
del Comprensorio C 3 ed ha visto
coinvolti numerosi giovani della Bassa Valsugana. Essi hanno avuto l’opportunità di lavorare anche accanto
ad Andrea Castelli, che ha interpretato la parte di un ufficiale italiano.
La guerra di Piero
Durante il primo conflitto mondiale, il capovolgimento dei valori
e l’annullamento dell’ individualità
e della dignità umana imposti dalla
guerra, suscitarono un sempre più
diffuso malessere tra i soldati italiani che si concretizzò in atti di indisciplina, di diserzione e di follia.
Centinaia di migliaia di uomini
vennero strappati ai loro mestieri e
affetti e mandati a morire agli ordini di generali e ufficiali pronti a
sacrificarli in nome del prestigio e
della carriera, al solo scopo di amplificare il proprio nome nelle cronache di guerra. Ne è un esempio il
Capitano Baseggio, che sulle montagne della Valsugana con la sua
“Compagnia degli Arditi” non perse occasione per mettersi in mostra
affrontando battaglie in cui caddero
centinaia di uomini, a volte del tutto inutilmente.
La grande guerra
e l’omaggio a De Andrè
A questi episodi, in particolare alla
battaglia di S.Osvaldo, combattuta
n.11 novembre 2007
nell’aprile del 1916 sulla montagna
di Roncegno, s’ispira il film dal titolo “La guerra di Piero”, in omaggio al cantautore Fabrizio De Andrè. Il soggetto, la sceneggiatura e la
regia sono di Agrippino Russo, insegnante con la passione del cinema
che ha al suo attivo anche altre esperienze cinematografiche di notevole successo, alcune realizzate con i
suoi alunni.
Tutti sono riusciti a calarsi nel ruolo dei numerosi soldati, italiani ed
austriaci, che sul colle di S.Osvaldo,
avevano combattuto ed erano state
vittime dell’ingiustizia della guerra.
Ma sul set c’erano anche altri personaggi che durante la vicenda hanno
incontrato il soldato Piero, interpretato da Antonio Plateroti di Levico,
nel suo peregrinare sulla montagna
di Roncegno, costretto a fuggire in
cerca di una libertà difficile da conquistare ed inaccettabile dalla ferrea
logica militare.
La colonna sonora è stata composta
da due giovani musicisti coinvolti
nel progetto.
Promuovere riflessioni
Le riprese, avvenute nel marzo di
quest’anno, sono state precedute da
un periodo di formazione sulle tec-
niche cinematografiche e sull’ uso
della relativa strumentazione, messa
a disposizione dal Centro Audiovisivi “Format” della Provincia Autonoma di Trento.
Con i giovani si è voluto, oltre che
rafforzare il senso d’ appartenenza
alla propria Comunità, denunciare
l’insensatezza della guerra, di qualsiasi guerra e di ogni forma di violenza, individuale e collettiva, sia
agita che subita. Per molti soldati
infatti, non vi era una motivazione
ideale al sacrificio patriottico, così
come spesso non esisteva un’idea
di Stato ben definita e, se c’era, esso
era percepito come oppressivo e ingiusto con interessi lontani dai reali
bisogni del popolo.
Temi purtroppo ancora attualissimi
che sono spesso oggetto di dibattito e di riflessione anche nel mondo della scuola, affinché i nostri ragazzi siano educati ad una cultura
della pace e della fratellanza, per ridare alla persona umana la dignità
che ancora oggi, i numerosi conflitti in atto, non considerano affatto. Per questo il film può costituire
uno stimolo, non solo per una riflessione storica, ma soprattutto per
promuovere e condividere azioni di
pace.
Giuliana Gilli
Insegnante e Assessore
alle Politiche Giovanili
Comune di Roncegno Terme
Per richiedere il DVD
(prodotto dalla cooperativa
“Senza Barriere” di Scurelle)
Biblioteca Comunale
di Roncegno Terme
Tel: 0461.764387
[email protected]
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UNIVERSITà
NUOVO ANNO
Attenzione al mondo della scuola
Cerimonia ufficiale, mercoledì pomeriggio 14 novembre 2007, per
l’inaugurazione del nuovo anno accademico 2007-2008 presso il
teatro sociale di Trento. Interventi del rettore Davide Bassi, del direttore generale Giancarla Masè, del presidente del Consiglio degli
studenti Lorenzo Fellin e del presidente dell’Università Innocenzo
Cipolletta. Ospite il presidente della Provincia Autonoma di Trento
Lorenzo Dellai. Il sociologo Pierangelo Schiera nominato professore emerito. Premiati i migliori laureati e i migliori dottori di ricerca. Negli interventi del Rettore Bassi e del Presidente della Provincia
autonoma Dellai, ci sono stati passaggi significativi riferiti al mondo dell’istruzione e della formazione ed alla collaborazione ScuolaUniversità. Proprio per questo, ci pare opportuno dedicare questo
spazio della rivista a questi passaggi.
Rettore Davide Bassi
Ad aprire la cerimonia, dopo l’ingresso del corteo accademico, è
stata la relazione del rettore dell’Università di Trento Davide
Bassi, che ha fatto il punto sulle
iniziative avviate e i progetti futuri nel campo della didattica e
della ricerca. Si è soffermato sui
problemi finanziari, ma soprattutto su quelli legati alla carenza
delle norme che rendono difficile
la gestione delle università in Ita42
lia. Quindi ha parlato dell’importanza per l’Università di Trento di
poter realizzare una piena autonomia, fondamentale, ad esempio,
per sviluppare l’internazionalizzazione dell’ateneo e il reclutamento internazionale di ricercatori e
docenti, senza che dire uscire dal
contesto nazionale. Nella sua relazione ha, poi, insistito sulla qualità dell’ateneo di Trento sul fronte
sia della didattica sia della ricerca
e sul valore di coltivare rapporti
sempre più intensi con le univer-
sità vicine del Tirolo e del Nordest e con il mondo delle imprese.
In particolare “è il momento di
porsi la domanda di come affrontare dei percorsi di elevata qualità all’interno della nostra offerta
didattica rafforzando anche l’insegnamento in lingua inglese o
comunque il collegamento internazionale. Da questo punto di vista credo che dobbiamo fare un
vero lavoro per trasformare quella che è stata fino ad oggi l’eccezionalità del rapporto internazionale, notevole ma straordinario
rispetto alla norma, e interiorizzarlo come prassi normale nel nostro processo formativo. Quindi,
usando uno slogan, l’internazionalizzazione in casa è qualcosa che dobbiamo realizzare nella pratica e non soltanto per uno
o due corsi, ma come elemento
fondamentale del nostro processo formativo. Questa è una sfida
importante, che certamente si associa al discorso generale di revisione degli ordinamenti, ma che
ci può permettere di fare qualcosa
di positivo.
Va anche fatto di più - su questo non siamo all’anno zero ma ci
sono molte cose da fare - per migliorare il rapporto con la scuola. È importante infatti proporre
un’offerta di qualità a livello internazionale, ma poi dobbiamo
preoccuparci che, consentitemi il
termine, “la materia prima” che
arriva da noi, le nostre matricole,
siano formate in modo adeguato, in maniera tale che questi processi possano poi funzionare veramente.
Ci piacerebbe poter esercitare un’autonomia più ampia sui
fronti della didattica, della ricerca
e dell’organizzazione, ma occorrono norme di legge adeguate che
ci permettano di farlo e di contrattare col ministero sperimentazioni in diversi campi.”
n.11 novembre 2007
Presidente
Lorenzo Dellai
Il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai
ha ribadito come lo spirito dell’autonomia abbia caratterizzato fin dall’inizio l’Università di
Trento e sia anche ciò che ha consentito una decisa apertura all’internazionalizzazione (ad esempio
con la doppia laurea) e alle reti
di cooperazione che spicca nel
panorama nazionale. Quindi ha
chiesto all’Università di Trento di
sviluppare la dimensione internazionale nel reclutamento dei
docenti come degli studenti, nella scelta dei partner e nell’organizzazione dell’offerta formativa.
A questo proposito ha spiegato
che la transizione di competenze
dal governo alla Provincia, di cui
si sta discutendo in Commissione dei 12, diventa un’opportunità preziosa per liberare nuove potenzialità dell’autonomia, molto
lontana dalla voglia di localismo.
Dellai ha ricordato, inoltre, l’impegno della Provincia per favorire un maggiore raccordo tra scuola e università.
“Abbiamo messo mano alle politiche pubbliche in tema di istruzione, chiedendo alla scuola
trentina di concorrere a fare del
sistema trentino d’istruzione un
comparto di eccellenza capace
di valorizzare il capitale più prezioso per il nostro futuro. Nuovi investimenti per la formazione e la qualità degli insegnanti,
per graduare programmi coerenti
tra i diversi ordini di scuola, per
un’edilizia scolastica con standard
elevati, per integrare nel reciproco rispetto i nuovi cittadini che
bussano alle nostre porte. Anche i
programmi di formazione linguistica sempre più importanti sono
in fase di potenziamento con
l’obiettivo che i giovani in uscin.11 novembre 2007
ta dal nostro percorso scolastico
abbiano compiuto una significativa esperienza di studio all’estero
e possano avvalersi di conoscenze certificate per il tedesco e per
l’inglese anche con l’utilizzo previsto dalla nuova legge finanziaria della Provincia di insegnanti
di madre lingua.
Quanto al rapporto università e
scuola, in questi ultimi anni - ha
aggiunto Dellai - “abbiamo scritto pagine importanti di cooperazione fra la nostra università e il
sistema scolastico della provincia in forza anche delle particolari competenze che la Provincia ha
in tema di scuola. E tuttavia mi
sento di cogliere quest’occasione
per dire che occorre intensificare questo rapporto. Occorre un
maggiore raccordo, un maggiore
lavoro di filiera, per così dire, soprattutto nel momento nel quale
la Provincia, la scuola trentina sta
avviando un’esperienza di straordinaria delicatezza qual è l’attuazione della nuova legge provinciale in tema di revisione dei
piani di studio.
Qui credo che dobbiamo fare veramente appello alla capacità di
elaborazione dei nostri docenti,
ma dobbiamo fare appello anche
al lavoro comune ad una filiera disciplinare con i docenti della nostra università. E c’è anche
bisogno di dare stabilità a questa
collaborazione.
Un’opportunità straordinaria sarà data dall’attivazione prossima
proprio a Rovereto di un Centro
di riferimento di competenze
per la didattica e per l’aggiornamento di insegnanti che noi vogliamo appunto attivare e gestire in piena partnership anche con
l’Università di Trento. Il Trentino ha dispiegato poi un pacchetto di interventi mirati a garantire ai capaci e meritevoli l’accesso
ai livelli più alti della formazione. Proprio nelle settimane scorse
insieme con il rettore, sono stato
presso alcune facoltà per illustrare tutte le azioni che sono state
studiate per rimuovere le barriere
economiche per l’accesso a tutta
la gamma dell’alta formazione in
Trentino e per altro anche fuori
dal Trentino.
Un’impegnativa sfida poi nell’ambito dell’accordo di programma è
legata alla necessità di rafforzare i rapporti all’interno del sistema trentino dell’alta formazione
e della ricerca, sia sul versante degli istituti di ricerca sia sul fronte delle imprese. In particolare il
rapporto di collaborazione con le
due nuove fondazioni Kessler e
Mach - ex Itc e S. Michele vede
tempi maturi per un dottorato in
biotech verde che Università di
Trento e Fondazione Mach potrebbero costruire insieme.”
43
Scheda
Ero prigioniera – “Una voce
ammutolita. Un corpo inchiodato alla carrozzina. Una
bambina segnata fin dalla nascita dall’asfissia e da un grave danno neuromotorio, considerata per anni irrecuperabile,
perché non parla e gli altri non
capiscono che lei capisce tutto. E
poi, finalmente, qualcuno pensa di darle un computer speciale
affinché si possa esprimere. Così
Maria Grazia Fusari rinasce e
comincia a liberarsi dalla prigionia della sua invalidità e
dell’incomprensione. L’autobiografia di Mariagrazia Fusari è
una storia vera, straordinaria,
che appassiona come un romanzo: la disperazione, la solitudine, cure dolorosissime affrontate
nella speranza di guarire, di diventare «normale», e poi rivelatesi gli inganni di medici senza
scrupoli e umanità.”
Mariagrazia Fusari, (Tione di Trento, 1970) ha conseguito il diploma dell’Università popolare trentina nel 1990.
Vive con sua madre a Larido,
Bleggio superiore, in Trentino. Nel 1991 ha pubblicato
Non ho che parole scritte (Libreria Paideia).
Mariagrazia Fusari, ERO
PRIGIONIERA,
Collana
“Impronte” Casa editrice Il
Margine, Trento, 2007 pp.
224, € 15,00
44
SEGNALIAMO
il libro
LETTO DA…
…una giovane scrittrice e pubblicista
“...quello che Mariagrazia ha scritto non è soltanto un racconto su
di sé, sul suo percorso di formazione: è al tempo stesso un colorato
affresco della comunità che si è creata di volta in volta attorno a
lei, e delle risposte che questa comunità ha cercato di dare ai suoi
bisogni e alle sue esigenze.”
Se esistessero uomini capaci di volare, sicuramente si chiederebbero
come possano vivere pienamente gli
altri uomini, perennemente ancorati a terra.
È il nostro grande limite – quest’impossibilità di immaginare un’esistenza diversa, fuori da noi stessi – che il
libro di Mariagrazia sfida. Un uomo
che non abbia un handicap può,
certamente e con le migliori intenzioni, scrivere un libro sull’handicap; ma lo farà sempre con inconsapevole ed incolpevole pietismo,
pensando a ciò che manca a quella
vita per essere quello che lui ritiene
vita anziché a quello che c’è. Mariagrazia non porta lo sguardo dell’altro sul suo mondo, bensì il proprio:
lo sguardo di una ragazza che, dalla nascita, convive con un handicap
che le impedisce di camminare, di
parlare con scioltezza, di vivere molte delle esperienze che per noi sono
quotidiane al punto di essere ormai
logore. Ma il suo non è un mondo
di assenze o impedimenti. È, semplicemente, la sua vita, in cui è naturale spostarsi con la carrozzina, cercare di farsi capire o comunicare con
gli altri attraverso la voce di un assistente, scrivere al computer con un
“fungo sensore”. Ciò che per noi è
quasi impensabile costituisce il nutrimento e la ricchezza di ogni suo
giorno, l’aria che respira.
Ad una società dominata dal disperato desiderio di sconfiggere tutte le limitazioni, che non vuol riconoscere
l’esistenza di un’etica o di leggi naturali e nasconde un’espressione angosciata sotto le maschere dell’opu-
lenza e della libidine, Mariagrazia
insegna il coraggio dell’accettazione
dei propri limiti. Non è una rinunciataria, tutt’altro: tenace, disposta a
tentare tutto il necessario per riuscire a sviluppare le proprie capacità e
vivere intensamente, non si dispera
per la propria condizione, né desidera ciò che é al di là delle possibilità che le sono concesse. Ancora di
più: non si mente e non mente. Chi
è abituato a confrontarsi con la sostanza delle cose non ha bisogno di
maschere o di abbellimenti; Mariagrazia non cerca frasi d’effetto, non
deve inventare nulla: si limita a portare in scrittura – quelle poche battute al minuto che danno tutto un
altro sapore alle parole – gli entusiasmi e le paure, gli errori ed i ripensamenti, gli equivoci e le ingenuità di
una bambina che cresce e si fa adulta. Non si schermisce: racconta cose
che tutti hanno vissuto ma come
nessuno lo fa, con assoluta franchezza, ed in tal modo ti trascina a forza
in tutti quei sentimenti che hai cercato di smussare, che normalmente
ti trovi a dissimulare per non mettere in imbarazzo gli altri. La gioia
dei riti familiari: il pranzo della festa
con i nonni, i filò in giardino con
le vicine, l’atmosfera magica che circonda mamma e papà mentre si vestono – quasi solennemente – per la
messa di Natale. Il dolore atroce che
ti scava dentro quando perdi una
persona amata profondamente, ed il
vuoto in cui ti senti sospeso mentre
tutti cercano goffamente di trascinare via il tuo pensiero da lei e tu vorresti soltanto piangere fino a morin.11 novembre 2007
Le parole per dirlo
re a tua volta. La sua assoluta fedeltà
alla verità dei fatti l’aiuta a sfuggire
al formalismo che così spesso ingessa i dialoghi scritti, restituendoci il
sapore buono e ruvido dell’“italiano
dialettizzato” che chi vive in Trentino ha sempre sentito parlare nella
propria casa d’infanzia.
Ma quello che Mariagrazia ha scritto non è soltanto un racconto su di
sé, sul suo percorso di formazione:
è al tempo stesso un colorato affresco della comunità che si è creata di
volta in volta attorno a lei, e delle risposte che questa comunità ha cercato di dare ai suoi bisogni e alle sue
esigenze. È, quindi, anche la storia
di tante persone che si imbattono in
un imprevisto, in una terra ignota,
e del modo in cui vi fanno fronte.
Per essere conquistati da Mariagrazia, dal suo carattere generoso e sensibile, c’è infatti un grosso ostacolo
da superare: si potrebbe chiamarla “la barriera dell’ascolto”. È l’abitudine a porre a fondamento della
comunicazione la parola e non ciò
che si vuole significare, a non cercare suggerimenti irraggiungibili ai
sensi. Questa sfida, cui Mariagrazia
involontariamente sottopone chi la
incontra, ha i suoi vincitori ed i suoi
vinti.
Vince chi “si porta una mano all’orecchio” per ascoltare più a fondo,
chi – come l’amata preside – cerca
nello sguardo un altro canale di comunicazione, chi supera la diffidenza e la paura tentando di saltare la
barriera e raggiungere Mariagrazia,
nella certezza che “al di là” troverà
buona accoglienza e un mare di significati inusuali e bellissimi. La storia di questa ragazza di Ponte Arche
mostra come certi uomini e bambini siano capaci di superare la paura
del diverso in modo creativo: simbolo dell’innata capacità costruttiva
dell’essere umano è l’amichetta dell’asilo che, accorgendosi che Mariagrazia è in grado di spazzar via, con
uno solo dei suoi movimenti, le costruzioni di mattoncini dei compan.11 novembre 2007
gni, la invita a giocare con loro al
“terremoto”. I vincitori sono tanti, a
partire da mamma e papà che, con
il loro amore, le regalano un’infanzia felice e sicurezza nelle proprie capacità.
Sconfitto è chi resta imprigionato
nella ragnatela dell’esitazione, chi
non vuole rischiare e quindi rimane indietro, ancorato alle sue certezze, sordo alle parole dello sguardo che lo cerca da oltre la barriera.
Ma guai a chi scaglia la prima pietra, nessuno di noi può dire con coscienza che riuscirebbe a fare il salto,
quando gli fosse richiesto: nel rapporto con gli altri siamo tutti timorosi e diffidenti, e Mariagrazia non
fa altro che mettere a nudo la nostra
poco dignitosa verità.
Infine, di questo fresco libro stupisce il profondo senso morale: il
tentativo continuo di Mariagrazia,
anche di fronte ai soprusi o alle incomprensioni, di comportarsi rettamente. La accompagna uno sguardo tanto comprensivo nei confronti
delle mancanze altrui quanto lucido
e severo su di sé, che la porta a non
indulgere nell’autocommiserazione
o nell’autocompiacimento. Rimane
l’impressione che proprio lei, abitante di un mondo in cui il tempo
sembra più lento, in cui per fare una
cosa bisogna vivere di lunghe attese e di pazienti tentativi, sia divenuta custode dei comandamenti che ci
dovrebbero insegnare come vivere
con amore ed umiltà: onora i suoi
genitori e tutti gli altri esseri umani,
non si concede di mentire, vive in
profondità il significato delle Feste
che per noi, oggi, sono solo occasione di corse pazze nei negozi. Sembra
che oggi tutto sia così rapido da non
darci il tempo di assimilare il significato di una morale comune, di farlo
nostro e di applicarlo. Ci voleva una
Mariagrazia per farcelo riscoprire.
Astrid Mazzola
Scrittrice
www.senzaombrello.it
[…]
Il segno del pugno
Nacqui verso l’una di notte del
16 aprile 1970, all’ospedale di
Tione di Trento.
Secondo i vari esami, ai quali mia madre si era sottoposta
accuratamente durante i nove
mesi d’attesa, tutto sarebbe dovuto andar bene ed io avrei dovuto essere la bella bambina
tanto desiderata da mamma e
papà.
Addirittura, prima di giungere all’ospedale, visto che stava
benino, mia madre decise, assieme a mio padre, di fermarsi
un momento a casa di mia zia
Rina, sorella di mio padre, a
Saone: una breve sosta, il tempo necessario per avvisare la zia
del mio imminente arrivo; infatti, essendo la prima nipote
della famiglia dei Fusari, c’era
in tutti una certa trepidazione
per la gioiosa attesa.
Nacqui, dunque, verso l’una di
notte.
Durante il parto mia madre
ebbe un prolasso del funicolo;
non fu subito assistita da un
medico, ma solamente da una
levatrice, la quale, mentre il
personale del reparto di maternità rintracciava il medico
di turno – e nel far questo sarà
trascorso un abbondante quarto d’ora o forse anche di più –,
mi tenne dentro e di questo suo
“tenermi dentro” porto tuttora
il segno del pugno in fondo alla
mia schiena.
Di conseguenza io fui colpita
da paralisi cerebrale con asfissia
pallida: la più brutta che c’è.
Non piansi subito, non emisi
quel pianto gioioso che solitamente dà inizio ad ogni vita,
ma piansi solamente alle cinque del mattino.
[…]
45
la recensione
OCSE PISA
Le valutazioni internazionali
Le valutazioni internazionali e la scuola italiana, è il titolo di un corposo volumetto di crica 400 pagine fresco di stampa della Zanichelli,
nella collana “Idee per insegnare”, scritto da quattro esperti del settore, e che certamente potrà
interessare chi nella scuola si occupa di valutazione, ma anche chi
voglia capire qualcosa di più sulle indagini internazionali che tanto interesse
hanno suscitato e
continuano a suscitare a livello di opinione pubblica.
Un vademecum,
una guida utile...
Una sorta di vademecum sulle valutazioni internazionali, ma anche
un manuale non solo per chi è proprio “dentro” le tematiche della valutazione internazionale della scuola e
dell’istruzione in senso più lato. Insomma: una buona guida per chi voglia capire qualcosa di più, le motivazioni, i retroscena, ma anche per chi voglia avere
sottomano i test maggiormente utilizzati nelle indagini OCSE - PISA, ma non solo e capirne anche le motivazioni della scelta, l’articolazione e l’uso più appropriato. Il risvolto di copertina dichiara esplicitamente
che “il volume si rivolge agli insegnanti che desiderano
aggiornarsi sulle ricerche internazionali sugli apprendimenti, in particolare sull’indagine PISA (Program fort
International Student Assessment) che valuta ogni tre
anni le competenze dei quindicenni in lettura, matematica e scienze.
Come spesso si legge sui giornali, i risultati degli studenti italiani in queste valutazioni non sono incoraggianti; fermarsi a questo dato di fatto, però, non basta.
Le prove PISA, infatti, forniscono numerosi strumenti che aiutano i docenti a identificare e correggere i
punti deboli dei ragazzi e possono costituire una solida base da cui ricavare idee per una didattica fondata
sulle competenze. Lo scopo di questo libro è guidare
gli insegnanti alla scoperta di tali strumenti.”
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L’incipit
Non capita spesso che un volume cominci con ubn
elenco quasi ossessivo di titoli dei mass media sui
“Numeri che fanno notizia”: “Gli australiani ottengono più punteggi migliori di un test mondiale” (“The
Australian”, 8 dicembre 2004). “Gli studenti canadesi retrocedono” (“Le Devoir”, Québec, 8 dicembre
2004) [...] “Agli studenti di Hong Kong e della Finlandia i conti tornano” (“International Herald Tribune”, 7 dicembre 2004)... L’elenco potrebbe continuare fino ai titoli di questi giorni sui mass media italiani,
ma anche su quelli trentini, ogni qualvolta vengono
presentate indagini internazionali sull’apprendimento della lettura, della matematica ecc. ecc..
Gli autori partono proprio dalla premessa che “lo spazio che i risultati di PISA e quelli di altre indagini
comparate internazionali hanno ultimamente occupato nei media dimostra che la scuola e i temi dell’istruzione e della formazione occupano oggi un posto centrale nel dibattito politico a livello internazionale e,
per molti Paesi, a livello nazionale, con un crescente interesse dei governi e dell’opinione pubblica per la
qualità della scuola” per sostenere anche l’urgenza di
andare più in profondità, di aiutare a capire anche i
“non addetti ai lavori” sui meccanismi sottesi.
Come si è arrivati a catalizzare in questo modo l’attenzione sulla scuola e sui risultati dei sistemi scolastici?
In queste pagine ripercorriamo le principali tappe delle indagini comparate internazionali in campo educativo, per vedere il cammino che è stato fatto dagli inizi
fino ad oggi e gli elementi di continuità e di novità che caratterizzano in particolare l’indagine OCSEPISA.
Guai, però, pensare che il testo sia una “banalizzazione” di un discorso serio e complesso come quello affrontato, anzi, proprio “gli addetti ai lavoro” si
troveranno tra le mani un’agile guida, seria, ampia e
documentata alle valutazioni internazionali, a cominciare da quelle OCSE-PISA.
Gli autori sono esperti di pedagogia sperimentale e
hanno fatto parte del gruppo di lavoro PISA presso
INVALSI (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione).
(m.c.)
M.T. Siniscalco - R. Bolletta - M. Mayer - S.
Pozio, Le valutazioni internazionali e la scuola italiana, Idee per insegnare, Bo. Zanichelli,
pp. 402 € 25,00
n.11 novembre 2007
schede
STORIA
Insegnamento e ricerca storica
La rivista quadrimestrale “Storiae”, edita dalla Intendenza Scolastica Italiana di Bolzano, è curata dal Lab*doc storia/Geschichte, il
centro servizi per la didattica della storia. La rivista si caratterizza
come ponte tra ricerca storica e scuola, spazio di confronto e scambio. Una pubblicazione pensata e realizzata per e dalle scuole.
Approccio al “fare storia”
Il fine è quello di fornire alle scuole e diffondere nella realtà dei docenti l’approccio al fare storia, inteso come la capacità di far acquisire
ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze tutte quelle competenze che diano loro la possibilità di leggere il presente con
consapevolezza critica, di orientarsi nel mondo, di rapportarsi con altre culture e altri contesti di vita.
Nata nel gennaio 2003 ed arrivata al
suo quarto anno di pubblicazione,
la rivista si apre sempre con l’editoriale della Sovrintendente Scolastica
di Bolzano, Bruna Visentin Rauzi,
ed è suddivisa in sezioni, da l’opinione dello storico, alle storie ed i
racconti, dalla memoria e dalle rubriche interne, ai percorsi didattici
su multimedialità, storiografia, beni
culturali e musei.
Documentazione
di esperienze
Non mancano gli spazi per le esperienze, ricerche nelle scuole, documentazione; e poi le associazioni,
n.11 novembre 2007
lo sguardo sul territorio ed i Convegni.
Nel numero 2 dell’anno 4, in tutto 98 pagine, ritroviamo l’intervista con la docente di didattica della
storia della facoltà di Scienze della
formazione della Libera Università di Bolzano, Maria Teresa Rabitti, esperta nella formazione dei docenti.
Nella sezione Storie, un approfondimento nel labirinto della scrittura autobiografica, nello spazio dei
percorsi ben tre proposte didattiche che coinvolgono diversi gradi di
scuola, un approccio allo studio dei
graffiti romani fino alle origini della
città di Bolzano.
I ragazzi si raccontano nelle pagine
successive, presentando una ricerca storica sulle scuole di Merano nel
XIX secolo.
I Dossier
Allegati alla rivista spesso sono presenti i Dossier, ad oggi nove pubblicazioni; nel numero di settembre
2006 ad esempio, “L’Accordo di Parigi” del 1946, la cronaca, le testimonianze dirette dei protagonisti, docu-
menti originali, immagini d’epoca.
È presente anche il Dossier “Chiese
a Bolzano”, materiale destinato alle
scuole sulle problematiche storicoartistiche delle chiese del territorio.
Anche la rivista n 3 di Dicembre
2006 ha allegato due Dossier, il primo “XX secolo a Castel Tirolo. Materiali per le scuole: 1945-2000”,
dedicato alla mostra permanente
Ricordi dal XX secolo, allestita nel
Mastio di Castel Tirolo (Museo storico-culturale della Provincia di Bolzano), un materiale di lavoro con
cui guidare gli studenti alla visita del
Mastio o sui quali attivare percorsi
laboratoriali anche in classe.
Un secondo Dossier raccoglie i materiali della Mostra “U baro drom –
La lunga strada – Der lange Weg”,
proposta alla galleria Civica dell’Assessorato alla Cultura e Spettacolo
di Bolzano; preziosi strumenti di
riflessione sul modo in cui la cultura occidentale si è rappresentata nel
corso del tempo, con arte, letteratura, poesia, musica, il mondo del popolo zingaro, di Rom e Sinti.
Lab*doc storia/Geschichte, per le scuole
Il Lab*doc storia /Geschichte è un
servizio per le scuole: offre ai dirigenti scolastici e agli insegnanti consulenza su progetti e percorsi
di storia locale, nazionale ed internazionale. Mette a disposizione attraverso il sito www.emscuola.org/
labdocstoria materiali di lavoro, documenti, fonti, proposte didattiche;
ha sede presso l’intendenza Scolastica Italiana di Bolzano, presso il “Palazzo Plaza”, via del Ronco 2 - Bolzano. Il laboratorio e la rivista sono
coordinati dalla docente Milena
Cossetto, dirigente scolastica e pubblicista, esperta di storia e didattica
della storia.
(M.A.)
Per richiedere la rivista
“STORIA”
Telefono: 0471/411328
Fax: 0471/ 411309
[email protected]
www.emscuola.org/labdocstoria
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LA SCUOLA AL MUSEO
Museo Tridentino di Scienze Naturali
EVOLUZIONE
Progetto scuola media IC Tn 3
Durante l’anno scolastico 2006/07 la classe III E
dell’Istituto Comprensivo Trento 3, ha affrontato un argomento di grande attualità: l’evoluzione.
L’unità didattica è stata introdotta dalla visione del
documentario “Il viaggio di Charles Darwin”, trasmesso dalla Rai nella serie “Ulisse, il piacere della
scoperta” nel quale, alla fiction sulla vita e sul viaggio di Darwin a bordo del Beagle, si alternano interventi di approfondimento sugli aspetti scientifici del lavoro del naturalista inglese.
Documentario in classe
La proiezione del documentario, spesso interrotta per commentare e approfondire con gli studenti i vari momenti del viaggio, ha richiesto in totale
quattro ore circa distribuite in due giornate. Questo
percorso è stato sintetizzato sui quaderni di lavoro
ed ha costituito importante materiale per lo studio.
Sono state affrontate anche letture tratte da un volume scritto da Richard Keynes, bisnipote di Darwin,
dal titolo “Fossili, fringuelli e fuegini”, edito da Bollati-Boringhieri. Una pagina ha affascinato particolarmente i ragazzi, quella in cui Darwin descrive la
sua esplorazione della foresta brasiliana:
“La parola delizia non basta a descrivere i trasporti di piacere di un naturalista che cammina da solo
in una foresta brasiliana. È difficile dire ciò che mi
ha colpito di più. La vegetazione lussureggiante forse: l’eleganza delle erbe, la novità delle piante parassite, il ronzio degli insetti è così forte che di sera lo si
può sentire a bordo di una nave ancorata a centinaia
di iarde dalla riva […] a una persona appassionata di
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storia naturale una giornata come questa provoca un piacere come forse
non riuscirà più a provare.[…]”.
Adattamento all’ambiente
In un altro momento significativo del filmato Alberto Angela mostra i fringuelli catturati dal naturalista inglese alle isole Galàpagos e conservati presso il
museo di Storia naturale di Londra. La discussione
con gli alunni a questo punto si è concentrata sulla diversità dei becchi degli uccelli delle Galàpagos e
sulle considerazioni circa l’adattamento all’ambiente, aspetto fondamentale nell’evoluzione.
È stato quindi affrontato il dibattito fra creazionisti
ed evoluzionisti, i cui aspetti più significativi sono
stati approfonditi avvalendosi di articoli di stampa e
di testi che analizzano il problema.
Successivamente è stato proiettato il film, del 1960,
di Stanley Kramer “Inherit the Wind”, in cui si racconta il processo che, nel 1925, a Dayton (Tennessee), oppose i sostenitori dell’evoluzionismo ai creazionisti, che avrebbero voluto bandire dalle scuole
americane l’insegnamento del darwinismo.
Nel mese di maggio la classe ha visitato la mostra allestita al MTSN, “La scimmia nuda”, apprezzandone sia l’impostazione didattica sia il messaggio di
fondo: far comprendere quale sia il posto dell’uomo
nella natura e la sua storia evolutiva in rapporto agli
altri esseri viventi e all’ambiente. Diverse le sezioni
che gli studenti hanno ritenuto significative, dal posto dell’uomo nella natura, ai temi più attuali.
Il posto dell’uomo
Non solo condividiamo il 99,9% di DNA con qualunque altro uomo e il 98% con gli scimpanzè, ma
anche il 90% con i topi, il 21% con i vermi e il 7%
con un semplice batterio come l’Escherichia coli:
una schiacciante dimostrazione della continuità della vita sulla Terra!
Dal tempo di Darwin gli scienziati hanno cominciato a sottolineare le caratteristiche in comune tra
gli esseri umani e gli animali. Tutto ciò porta ad una
nuova definizione di cosa è specificatamente umano? Nonostante la graduale accettazione, con la teoria dell’evoluzione, dell’origine comune di uomini e
animali, la concezione del posto dell’umanità nella
Natura è rimasta quasi invariata: Homo sapiens è ancora visto come al di fuori, se non spesso al di sopra
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della Natura, in una posizione privilegiata all’interno
del regno animale.
Non esiste però ragione scientifica di dubitare che
l’Uomo, come qualsiasi altro organismo, si sia originato attraverso i meccanismi dell’evoluzione biologica. A 150 anni di distanza la teoria di Darwin resta
ancora valida nelle sue linee base: nel fatto che le specie viventi discendano da un antenato comune e nel
ruolo dell’ambiente nel determinarne le mutazioni.
L’evoluzione è una realtà.
L’unicità dell’uomo?
In cosa l’uomo si differenzia dagli altri animali, nel
bene e nel male?
Nessun altro grande animale è distribuito su tutta la
terra, di cui controlla gran parte delle risorse e si riproduce in tutti gli habitat, dai deserti e dall’Artico
alle foreste pluviali tropicali. Nessun grande animale selvatico rivaleggia in numero con l’uomo. Homo
Sapiens è caratterizzato dalla postura eretta, un grande cervello, la destrezza manuale, un complesso uso
di strumenti, l’abilità nella caccia e la capacità di un
linguaggio parlato e di ragionamento astratto.
La maggior parte degli esseri umani inoltre indossa
indumenti e apprezza l’arte e molti hanno una fede
religiosa. La nostra unicità risiede sicuramente nei
tratti culturali, che ci danno un così grande potere di
modificare l’ambiente: il linguaggio, l’arte, la tecnologia e l’agricoltura. L’uomo però si distingue anche
per attributi più sinistri, come il genocidio, la tortura, le guerre e lo sterminio di altre specie animali e
vegetali. Il linguaggio, l’arte, l’agricoltura, i comportamenti sessuali, persino la propensione alla violenza
e al genocidio hanno antecedenti diretti in altre specie animali, passati in noi attraverso le leggi dell’evoluzione. Non potremmo mai capire il nostro livello
di unicità senza prima conoscere quello che condividiamo con i nostri parenti più prossimi.
La nascita dell’arte
Cosa c’è dietro l’impulso umano di elaborare, di abbellire, di rendere straordinario l’ordinario? In ogni
società le persone decorano se stesse, i loro manufatti, il loro ambiente, creano musiche, danze, poesie o
teatro. Le spiegazioni di tipo evoluzionistico per questo comportamento si concentrano sul fatto che mostrare creatività, qualità fisiche, estetiche o intellettuali aumenta il successo riproduttivo, specialmente
quello del maschio, e sarebbe quindi strettamente legato alla selezione sessuale. In realtà però l’arte serve anche per comunicare messaggi di vario tipo: mistico, religioso, scientifico, poetico, sentimentale o
semplicemente per combattere la noia e procurare
piacere.
E il mondo animale possiede analogie estetiche, architettoniche e musicali a quelle della nostra specie:
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come la splendida coda del pavone, i nidi degli uccelli giardinieri o il canto degli uccelli.
Nel futuro c’è speranza?
La specie umana non dovrebbe dimenticare il suo legame di interdipendenza con l’ambiente e con i propri simili. Anche se l’impulso alla violenza o al dominio sulla natura può essere innato in noi, ciò non
ha mai impedito alle società umane di opporsi a tali
istinti riducendo l’impatto sull’ambiente, preservando le specie e gli habitat naturali, arrestando l’incremento demografico, limitando o eliminando le armi
nucleari e sviluppando mezzi pacifici per risolvere le controversie internazionali. Al termine dell’anno scolastico molti studenti e studentesse della classe
hanno scelto l’evoluzione come argomento del loro
colloquio d’esame di terza media, dimostrando, nelle loro esposizioni, tutto l’interesse suscitato in loro
da questo lavoro.
Carlo Listo
Docente di Scienze matematiche scuola media
“Bronzetti-Segantini” - I.C. Trento 3
Fonti utilizzate:
- Giulio Mezzetti, La natura e la scienza, La Nuova Italia, Firenze 1986
- Franca Fabris Silvia Zanetti, I temi della Scienza
vol. 6 , Trevisini editore 2001
- Richard Keynes, Fossili, fringuelli e fuegini, Bollati-Boringhieri, 2006
- Piero ed Alberto Angela, Il viaggio di Charles
Darwin “Ulisse, il piacere della scoperta”, produzione Rai 2006
- “Inherit the Wind” 1960 film di Stanley Kramer
- Presentazione del percorso espositivo “La scimmia nuda storia naturale dell’umanità” Scienza
e Arte in una mostra interattiva al Museo Tridentino di Scienze Naturali. Trento 7 aprile
2007 - 6 gennaio 2008
A cura di Claudia Lauro
curatrice della mostra
strumenti - il libro
QUARTO ANNO
Stato dell’arte
della sperimentazione
“Da qualificati a tecnici”, la sperimentazione dei quarti anni di diploma professionale in alternanza formativa nella Provincia di Trento, questo il volume, a cura
di Mauro Frisanco, presentato al convegno di martedì 4 dicembre 2007; un testo che vuole essere un librostrumento da consultare, al suo interno l’esperienza di
ricerca-azione messa in atto in quest’ultimo quadriennio 2003-07, di realizzazione dei quarti anni di formazione professionale; la possibilità quindi, per gli studenti
che ottengono la qualifica professionale, di accedere ad
un quarto anno formativo per acquisire il diploma professionale.
Il testo riporta e richiama il contesto di avvio della sperimentazione, i risultati e le riflessioni critiche da più punti
di vista rispetto all’analisi degli esiti di questi primi anni di percorso.
Sono delineate le principali questioni che si sono dovute affrontare sul piano politico, istituzionale, tecnico e operativo, le soluzioni adottate, gli aspetti che hanno permesso di tracciare le linee guida ed i programmi.
All’interno del volume, introduzione e conclusioni a cura di Michele Pellerey, professore
emerito, già Ordinario di Didattica, dal 2003 membro del gruppo incaricato dalla Provincia di definire e costruire la filiera della formazione professionale; il processo di innovazione
e l’accordo con le parti sociali, affrontato da Olga Turrini, responsabile dell’area Interventi Comunitari della Struttura di Assistenza tecnica al Fondo Sociale Europeo dell’ISFOL, le
scelte di governance, nel secondo capitolo, a cura di Daniela Carlini, direttore incarico speciale di supporto alla programmazione formativa della Provincia Autonoma di Trento; a cura
di Mauro Frisanco, esperto di formazione professionale, dal 2003 membro del gruppo di
lavoro, gli aspetti strategici dell’impianto, i percorsi sperimentali ed un primo bilancio.
In appendice la delibera, la documentazione e gli strumenti legati a questo percorso.
Un testo che richiama le linee portanti del modello progettuale del quarto anno, rivolto a chi
è coinvolto in ruoli di programmazione e progettazione formativa, ai ricercatori impegnati
sul tema dell’apprendimento e a tutte le figure che operano all’interno del sistema di formazione professionale ( docenti, tutor…).
Mauro Frisanco (a cura di), Da qualificati a tecnici - La sperimentazione dei quarti
anni di diploma professionale in alternanza formativa nella Provincia di Trento, FrancoAngeli Editore, Milano 2007, pp.191, Euro 18,00
n.11 novembre 2007