verbale 13 dic_paesaggio agricolo

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verbale 13 dic_paesaggio agricolo
Progetto 3P – Tavolo “Paesaggio agricolo e dei terrazzamenti”
Verbale dell’incontro del 13 dicembre 2007
Presenti:
Nome
Baschè Anna Maria
Bazzoni Giancarlo
Calvi Guido
Cervelli Piergiovanni
Fioletti Gabriella
Sartori Liliana
Sfondrini Antonio
Crimella Anna
Trentin Marina
Organizzazione
Italia Nostra
Alternativa Ambiente
Parco dell'Adamello
Associazione amici del sentiero etrusco celtico
Ristoro Premassone
Consorzio della castagna
Comune di Breno
Staff 3P (Città Possibili srl)
Staff 3P (Pafin srl)
L’incontro è iniziato con un riassunto del lavoro svolto la volta precedente e del percorso che porterà i tavoli a definire una
politica partecipata per il Parco dell’Adamello.
Scopo della serata era la conclusione del lavoro di inventario e lettura partecipata del Paesaggio agricolo e dei terrazzamenti,
in vista del prossimo forum plenario e del futuro lavoro di individuazione degli obiettivi e della Politica per la fascia di medio
versante del Parco.
La prima attività svolta ha riguardato il completamento del lavoro di scomposizione iniziato il 22 novembre scorso.
In particolare si è provveduto a compilare la matrice per gli ambienti a prato e pascolo e per quelli non più agricoli, ma che
mantengono elementi significativi della passata vocazione, rappresentati a titolo esemplificativo rispettivamente dal
comprensorio Gaver-Bazena-Crocedomini (cui è stata aggiunta la zona di Zumella) e dalla Località Zimilina, sotto Cevo.
Il lavoro di scomposizione è stato svolto sulla base di una griglia articolata in elementi “morfologico-strutturali”, “vedutistici”
e “simbolici”, a loro volta declinati secondo un dettaglio maggiore e compilata dai partecipanti mediante il lavoro individuale
svolto durante lo scorso incontro.
A questo proposito, (come richiesto il 22 novembre dalla facilitatrice) alcuni dei partecipanti hanno proseguito a casa il
lavoro di scomposizione per altri ambienti rilevati come significativi nella fase di inventario; tali contributi, relativi alle aree
di Ponte di Legno, dell’Alta Valle Camonica, della Località Deria, della zona di Paspardo e Cimbergo e dell’area individuata
dalla Malga Premassone, dal rifugio Gnutti e dal rifugio Baitone, andranno ad arricchire il report sul paesaggio in via di
definizione.
La matrice seguente sintetizza il lavoro di completamento svolto nel tavolo.
Elementi morfologici - strutturali
STRUTTURA
(morfologia,
colture, …)
MARGINI E
CONFINI
1
Esempio di area a prato e/o pascolo
(Gaver-Bazena-Crocedomini + Zumella)
Area a pascolo, minacciata dall’avanzamento del bosco
(peccete e lariceti)
Esempio di area non più agricola, che mantiene
caratteristiche della passata vocazione (loc. Zimilina)
La zona è caratterizzata da terreni scoscesi, originariamente
terrazzati, caratterizzati dalla presenza di noci. Si rilevano
progressivi fenomeni di dissesto idrogeologico da monte
I limiti sono abbastanza netti, costituiti dai boschi. A monte
invece sono costituiti da rocce e incolti d’alta quota
I confini sono costituiti sia da bosco a forte rinnovazione, sia
da castagneti belli, ma non gestiti
ELEMENTI
NATURALI
CARATTERIZZANTI
Si rilevano zone umide di grande pregio (Val Fredda, Piana
del Gaver); la zona è caratterizzata dalla presenza di rocce e
picchi che la sovrastano (Corna Bianca)
La zona è caratterizzata dalla presenza di una fonte di acqua
ferruginosa
PRESENZA DI
EDIFICI
Sono presenti grandi malghe collettive comunali; a Zumella
sono invece presenti malghe individuali e diverse baite, oltre
a un rifugio
La zona è molto accessibile per il pascolo. Attualmente una
strada asfaltata ne facilita l’accesso turistico. Sussiste una
viabilità secondaria per le maghe, ma insufficiente per
l’utilizzo che se ne fa. La zona presenta anche una datata
palificazione elettrica tuttora funzionante1
A Zumella sono presenti due malghe di nuova costruzione che
presentano caratteri di assoluta estraneità rispetto al
contesto; in generale si rileva un rischio di disordine
antropico, soprattutto in prossimità delle malghe
Si rilevano vecchi fienili tipici e recinzioni un tempo
utilizzate per il ricovero degli ovini
ALTRE
INFRASTRUTTURE
ELEMENTI DI
DEGRADO
C’è una strada agro-silvo-pastorale percorribile con mezzi
4x4. In generale le infrastrutture viarie sono scarse
È stato da poco realizzato un intervento di manutenzione
idraulica in prossimità della fonte ferruginosa che ha però
amplificato il fenomeno di dissesto idrogeologico
Tale palificazione da alcuni partecipanti viene percepita come un elemento di degrado, mentre da altri è ritenuta comunque caratteristica e non disturbante per lo sguardo.
Elementi
vedutistici
Elementi simbolici
CONTESTO
PAESAGGISTICO
(elementi di
spicco)
GRADEVOLEZZA
I pascoli sono l’elemento caratterizzante, arricchito dai
caratteristici picchi sovrastanti in roccia bianca calcarea,
unici in tutto il Parco (Corna Bianca)
Nella zona è presente il sito archeologico del Sentiero
etrusco-celtico
L’ambiente è molto dolce, in contrasto coi picchi sovrastanti,
il che lo rende particolarmente piacevole
L’area genera in chi la frequenta un totale senso di benessere
interiore e di pace
FAMA TURISTICA
Zona fruita per svago sia dai locali che dai turisti (sia
invernali, sia estivi)
Il turismo è esclusivamente “di ritorno” da parte di persone
che un tempo vivevano nella zona
IDENTITÀ LOCALE
Le zone sono da sempre considerate “la montagna dei
Brenesi” e “la montagna dei Paspardesi”, cui gli abitanti sono
molto affezionati. Sono esempi per tutto il Parco di come
dovrebbe essere gestito il pascolo: si tratta delle zone
agricole di alta montagna per eccellenza, essendo tuttora
fonti di sostentamento con elevata richiesta di malghe, in cui
vengono realizzati i prodotti tipici della tradizione, venduti
localmente anche presso i rifugi.
È un’area segnalata su siti internet, su brochure e citata su
riviste (Magazine Franciacorta) in relazione sia alla fonte
ferruginosa che al sito archeologico.
Sono stati fatti diversi investimenti sulla zona per renderla
turistica.
La seconda parte dell’incontro ha avuto per oggetto l’analisi dell’evoluzione temporale del territorio, sotto due diversi
aspetti: quello morfologico e quello socio-economico. Grazie alle numerose fotografie portate dai partecipanti e messe a
disposizione dal Parco, è stato possibile visualizzare le trasformazioni avvenute nel tempo per i diversi ambienti considerati
durante il percorso.
Tale lavoro di analisi è partito dalla condivisione delle trasformazioni avvenute nel tempo e dei loro effetti, cioè le
caratteristiche attuali del territorio, aspetti in gran parte già emersi durante i precedenti lavori di scomposizione degli
ambienti significativi e riportati nella seguente matrice di sintesi.
Evoluzione economia e
aspetti sociali collegati
Evoluzione morfologia e
struttura
Esempio di terrazzamenti ben
gestiti (Località Lavarino)
–
–
–
–
–
–
Esempio di area tuttora agricola
(Dane, sotto Sonico)
il bosco è avanzato
aumentano le piante (castagni)
malate
è aumentato l’inquinamento
atmosferico dovuto alle attività
di fondo valle
la visuale è cambiata a causa
della presenza di attività
industriali sul fondovalle
le abitazioni sono state in gran
parte abbandonate
–
l’economia della zona è
cambiata: dove un tempo
l’attività di sfalcio, coltivazione
e gestione del terrazzamento
era legata al sostentamento, ora
vi si dedicano in molto pochi, e
come attività semi-volontaria
–
–
–
le coltivazioni si sono ridotte e
modificate: non si pratica più la
rotazione, anche a causa
dell’alluvione che nell’87 ha
modificato sensibilmente la
qualità dei suoli, indebolendoli
sul territorio compaiono
progressivamente porzioni
incolte, che prima non c’erano
il settore agricolo, un tempo
primario per il sostentamento dei
centri limitrofi, è in progressiva
contrazione
anche la cultura dei luoghi sta
lentamente scomparendo e
questo porta ad avere meno cura
del territorio (fenomeni di
disordine antropico)
Esempio di area a prato o a
pascolo
(Gaver, Bazena e Crocedomini +
Zumella)
– le aree a pascolo si sono
progressivamente ridotte a causa
dell’avanzamento del bosco
– sono comparse malghe di nuova
edificazione non in armonia con il
contesto paesaggistico (Zumella)
–
l’economia della zona,
originariamente basata
sull’allevamento e la gestione dei
pascoli, si sta progressivamente
trasformando: la vocazione del
territorio è ora prevalentemente
turistica (si rileva tuttavia come
quest’area sia tuttora il migliore
esempio di zona agricola d’alta
montagna in tutto il Parco)
Esempio di area che mantiene
caratteristiche della passata
vocazione agricola
(Località Zimilina, sotto Cevo)
– la zona è oggi soggetta a dissesti
idrogeologici causati dalla
carenza di gestione (il versante è
piuttosto scosceso: un tempo i
terrazzamenti conferivano
stabilità)
–
storicamente zona agricola, ora
risulta tendenzialmente
abbandonata
A margine di tale analisi, la maggior parte dell’attività ha riguardato la valutazione delle cause che nel tempo hanno
determinato le trasformazioni rilevate.
Questo lavoro è stato realizzato grazie all’identificazione su una linea del tempo degli eventi che hanno indotto cambiamenti
sia sul territorio, sia sulla vita delle persone che lo abitavano o lo abitano tuttora.
La figura ne illustra gli esiti.
I primi fenomeni che hanno generato cambiamenti nel territorio del Parco dal punto di vista agricolo risalgono all’inizio del
secolo scorso (primi ‘900), anni in cui si insediano nel fondovalle le prime aziende (siderurgiche, idroelettriche e tessili), che
nel tempo hanno contribuito a generare ricchezza e conseguente benessere tra la popolazione della valle. Tuttavia in questo
primo periodo l’attività agricola non ne risente: le aziende sono ancora poche e all’interno delle famiglie ci si organizza per
mantenere sia il lavoro in fabbrica sia le attività agricole e pastorali. Fra gli anni ’30 e gli anni ’50 le cose iniziano a cambiare:
nel momento di massimo sfruttamento agricolo del territorio, l’Istituto Nazionale dell’Economia Agraria pubblica un rapporto
di denuncia delle condizioni di sovrappopolamento delle montagne, cui sono associati fenomeni di degrado sociale (peraltro
non avvertiti dalle popolazioni locali). Da ciò iniziano a derivare politiche che disincentivano le attività agricole (fra cui la
Legge Serpieri, che introduce severe misure sulla stabilità dei versanti e conseguenti limitazioni alle pratiche agrarie
montane).
Nello stesso periodo anche la struttura sociale subisce modifiche: le donne, finora impegnate prevalentemente in attività
domestiche e agricole-pastorali, iniziano anch’esse a lavorare in fabbrica, contribuendo a determinare una sensibile riduzione
del numero di addetti dedicati alle attività tradizionali.
Alla fine degli anni ’50 iniziano a essere messe a punto politiche territoriali ed economiche a livello europeo (all’epoca dalla
CEE), che prevedevano l’introduzione di limiti di produzione per le aziende estrattive e parallelamente di incentivi per la
produzione agricola; tuttavia tali direttive sono risultate non adeguate alle zone montane, dove di fatto venivano coltivati
prodotti non annoverati tra quelli incentivati (questo fenomeno è avvenuto su tutto l’arco alpino, con l’esclusione delle
regioni e province a statuto speciale).
Con gli anni ’60 e ’70, infine, il boom economico che ha caratterizzato l’intero Paese ha determinato il fiorire di numerose
altre aziende (metallurgiche e tessili) che hanno assorbito praticamente tutta la manodopera a disposizione nella valle.
Nell’’87, ad accentuare questo fenomeno, ha contribuito l’alluvione che ha modificato drasticamente la qualità dei suoli del
fondovalle; in tale occasione e in tale periodo storico-economico non si è ritenuto opportuno risanare gli esiti di tale disastro,
rinunciando di fatto a una risorsa importante.
In generale, le politiche di sviluppo definite a livello italiano hanno avuto come aspetto caratterizzante l’esaltazione (e la
successiva esasperazione) di un’unica attività per volta, quale quella estrattiva e siderurgica in questa zona, tralasciando
tutto il resto. Ora che tali attività industriali sono in declino (all’incirca dal 2000), il territorio sta tentando di promuovere
forme di turismo responsabili.
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, infine, il turismo esiste nella valle da tantissimi anni, a partire dal dopo-guerra
della prima guerra mondiale. Un picco significativo si è avuto dopo i campionati del mondo invernali, tenutisi nei primi anni
’60, che hanno generato flussi considerevoli di turisti “d’elite”, soprattutto nell’area di Ponte di Legno.
In chiusura dell’incontro sono state illustrate al gruppo le attività future previste dal percorso. Il lavoro di inventario e lettura
partecipata del paesaggio sarà la base su cui verrà articolata la prossima fase di individuazione di obiettivi condivisi per la
Politica del Parco; durante il forum plenario, che si terrà il 21 febbraio 2008, verrà rendicontato il lavoro svolto finora dai
tre tavoli di lavoro sulle diverse componenti del paesaggio e prenderà il via la fase successiva.
In vista di tale appuntamento, si intende lavorare al completamento dell’inventario con le indicazioni degli abitanti del
territorio del Parco che non hanno partecipato ai tavoli: a questo scopo verrà distribuito un questionario sintetico volto a
rilevare eventuali ulteriori ambienti significativi sui tre temi del paesaggio sviluppati dai gruppi di lavoro.
Per quanto riguarda invece la lettura del paesaggio, verranno individuati alcune particolari persone non presenti ai tavoli,
rappresentanti di interessi diffusi o esperti rispetto ai temi trattati, che possano fornire un contributo aggiuntivo significativo.
Per tali soggetti è previsto lo svolgimento di un’intervista volta a completare la scomposizione degli ambienti o l’analisi delle
trasformazioni. A questo proposito lo staff 3P elaborerà brevi liste di soggetti da sottoporre all’attenzione dei partecipanti ai
tavoli in modo che possano essere integrate. È stato infine chiesto ai partecipanti stessi di collaborare alla realizzazione delle
interviste nel caso in cui conoscessero personalmente le persone individuate dalle liste o eventuali altre che ritenessero
idonee.
Come ultima attività di completamento di questa prima fase, si sta inoltre valutando la possibilità di organizzare alcuni eventi
di vicinato nelle zone individuate dai tavoli come esemplificative delle diverse tipologie di paesaggio per valorizzare il
contributo dei cittadini che le abitano. Gli eventi di vicinato verrebbero organizzati in concomitanza di eventi già organizzati
sul territorio (feste di paese, saghe, ecc.); per quanto riguarda il tavolo in oggetto, tuttavia, i partecipanti non ne erano a
conoscenza per il periodo di interesse (da ora fino a fine gennaio).
Seguiranno le comunicazioni circa le liste da condividere dei soggetti cui sottoporre le interviste e i dettagli relativi al forum
plenario di febbraio.
Nel frattempo le facilitatrici augurano a tutti buone feste!