Barco Mediceo - Associazione Culturale Orizzonti
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Barco Mediceo - Associazione Culturale Orizzonti
DIRETTORE RESPONSABILE MASSIMO MANCINI Orizzonti-associazione culturale MENSILE DI LAMPORECCHIO E LARCIANO ASSOCIAZIONE CULTURALE In copertina: le mura del Barco Mediceo servizio a pag. 4 NUMERO 22 OTTOBRE 2010 Anno III n°9 - Ottobre 2010 mensile “Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB PISTOIA” con Dea Party RENDI UNICO IL TUO EVENTO Affidati all’esperienza di DEA PARTY per l’organizzazione di banchetti nuziali, cocktail party, comunioni, colazioni di lavoro e cene di gala, presso il Vostro domicilio o in locations appositamente scelte. L’ editoriale del Direttore: “DA QUESTO NUMERO, ORIZZONTI ARRIVA ANCHE A LARCIANO” n saluto ai nuovi lettori di Larciano. Come annunciato dal mese di ottobre il mensile U Orizzonti sbarca sul territorio del comune di Larciano. La nostra Associazione Culturale, di cui il mensile Orizzonti è lo strumento divulgativo delle nostre idee, ha avuto fin dalla nascita l’obiettivo di dare alle notizie un respiro territoriale ampio. I contenuti di Orizzonti rimarranno gli stessi. Attenzione alle storie delle persone. Approfondimenti storici ed artistici del nostro territorio e spazio agli amministratori, con i quali, attraverso le lettere al mensile, si potrà instaurare un rapporto diretto. La nuova struttura di Orizzonti: ci sarà una prima parte riservata ad articoli di carattere generale. Si segue con pagine, bene evidenziate con scritto in alto il nome di Lamporecchio che parleranno chiaramente di questo comune ed altre riservate al territorio di Larciano. Per concludere lo sport, con particolare riguardo alle due società calcistiche maggiormente rappresentative Lampo e Larcianese. Un’altra novità sarà l’Agenda, una pagina dove saranno pubblicati indirizzi e numeri telefonici utili al cittadino e daremo spazio ai momenti di festa , come agli anniversari di matrimonio, lauree e compleanni. Per concludere, spero che questa nuova organizzazione di pagine piaccia al lettore e che il mensile Orizzonti possa anche a Larciano, avere lo stesso successo d’interesse che ha riscosso a Lamporecchio. Chiaramente siamo disponibili ad accettare qualsiasi vostro consiglio, critica anche cattiva, tesi a migliorare il Mensile Orizzonti, che deve diventare nel tempo, (non nascondiamo di essere ambiziosi) un patrimonio della nostra comunità. Massimo Mancini IL SALUTO DEL SINDACO DI LARCIANO a nascita di un nuovo strumento di informazione o una sua maggiore difL fusione, come in questo caso con l’arrivo anche a Larciano del periodico Orizzonti, è sempre una bella notizia per la Democrazia, in particolare in questo non facile momento. Poter accedere a piu’ voci, ampliare le fonti di informazione messe a disposizione dei cittadini consente di accrescerne il senso civico, la partecipazione e la consapevolezza. Orizzonti si propone inoltre di dar voce anche alle comunità, alle persone ed a tutti coloro che hanno a cuore il proprio territorio con spirito pluralista e di servizio. Per questo accolgo con grande favore l’arrivo anche a Larciano di questo periodico di informazione ringraziando e augurando ogni bene al suo Direttore ed a tutti i suoi collaboratori. Il Sindaco di Larciano Antonio Pappalardo Associazione Culturale Orizzonti - Registrazione Tribunale di Pistoia n. 7/2008 del 11/11/2008 # Direttore Responsabile: Massimo Mancini Redazione : Massimo Mancini, Stefano Ferrali - Pubblicità: Stefano Ferrali - Sede Via G. Di Vittorio, 25 - Lamporecchio (PT) Tel/Fax 0573/803029 - e.mail : [email protected] - Stampa e Grafica: Nuova Tipografia Romani - Monsummano Terme (PT)Fotografie: M. Mancini, S. Ferrali, V. Ciurli, R.Vezzosi, M. Leone, “Foto Alex”, “Foto Maurizio” e “Foto Nucci” *Anno 3 n. 9 Ottobre 2010* Pag. 2 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 I TOSCANA 2013... IL MONDIALE IN CASA NOSTRA! medaglia d’oro mondial 29 settembre scorle era senz’altro portare so, Il congresso a buon fine la candidadell’UCI ha assegnato tura di “Firenze 2013”. all’Italia, e specificataCome organizzatore e mente alla Toscana, il tecnico, ho disegnato il Mondiale di ciclismo del percorso iridato affinché 2013. La corsa si svolquesto Campionato del gerà da Lucca a Firenze e attraverserà la ValdiMondo potesse passare nelle nostre strade, quinnievole toccando Montecatini, Monsummano, di il 29 di settembre, quando il Presidente dell’UCI Larciano e Lamporecchio, per salire sul San Pat McQuaid ha dato il responso finale, trasforBaronto e proseguire per Firenze via Quarrata mando la nostra candidatura in assegnazione, e Poggio a Caiano. Una notizia bellissima per posso senz’altro dire di aver toccato il cielo con tutti gli appassionati di ciclismo, ma anche una un dito. Sono molto orgoglioso di questo, so che grande opportunità per il nostro territorio. La priin questi tre anni sarà molto dura e tanti saranma cosa che mi viene da dire è: “Era ora!”. Non Andrea Tafi no gli impegni da assolvere, però se saremo tutti poteva essere più accettato, se non come un’asuniti, sono sicuro che riusciremo a realizzare veramente surdità sportiva, il fatto che mai fosse stato organizzato un un evento memorabile. Abbiamo la forza per farlo, la pasCampionato del Mondo nella regione dove il ciclismo vanta, da sempre, il maggior numero di praticanti e appassiona- sione della nostra gente ci aiuterà. Sarà anche un evento ti, dove sono nati campionissimi (non ne cito per non far che avrà importanti risvolti sociali e turistici, un’occasione torti a nessuno) che hanno fatto la storia di questo sport. da sfruttare con unità d’intenti e intelligenza, perché in Credo che la federazione internazionale non abbia fatto al- grado di dare una grande spinta a tutto il nostro territorio tro che riconoscere, oserei dire, un nostro diritto di veder verso un futuro migliore. Questo è il nostro vero obiettitransitare la sfida iridata sulle strade di casa nostra. Qui vo, ed oggi sono orgoglioso di poter dire che dopo il Giro in Toscana esiste un fiorire di società ciclistiche che non ha d’Italia del 2005, tutta la Valdinievole, ma in particolare uguali sul territorio nazionale (e forse internazionale), che gli abitanti di Lamporecchio e Larciano, avranno un nuovo coprono tutte le categorie agonistiche, dai giovanissimi fino e importantissimo avvenimento storico da vivere tutti inai professionisti. Società che hanno saputo valorizzare an- sieme, un evento unico nel suo genere, visto che mai nel che campioni stranieri che hanno scelto questa zona come passato, sono arrivati in Toscana i Campionati del Mondo base logistica della loro attività sportiva (e in qualche caso di Ciclismo! Invito tutti a farne tesoro e chiedo a tutta la anche dopo). Pensiamo a campioni del recente passato popolazione di stare unita e coesa con noi organizzatori, in come Rolf Sorensen, o del presente come Jaroslav Popo- modo che questo evento possa veramente far conoscere vic, Cadel Evans e Mark Cavendish. Vale la pena ricordare le eccellenze del nostro territorio in tutto il mondo”. che anche Pistoia sarà giustamente coinvolta come sede Ringraziamo Andrea Tafi per il suo impegno e per la sua dispodi partenza di diverse gare a cronometro, poiché, per chi nibilità, è un argomento importante, e nei prossimi mesi non lo sapesse, proprio la Firenze-Pistoia, disputata addi- avremo modo di parlarne in maniera più approfonS.F. rittura nel 1870, fu la prima corsa contro il tempo dispu- dita. tata nel mondo intero. Abbiamo intervistato Andrea Tafi, membro del comitato organizzatore, e indimenticato campione nostrano. Andrea era presente in Australia, quando l’UCI ha finalmente preso la decisione giusta: “Il mio rientro dall’Australia, è stato particolarmente ricco di soddisfazione. Gli obiettivi erano molteplici.., è vero che sarebbe stato il massimo veder vincere un italiano nel mondiale su strada, nella nostra zona abbiamo grandi campioni che avrebbero potuto farlo; devo dire però, che per quanto riguarda me direttamente e i cittadini di Lamporecchio (N.d.R. Andrea è assessore allo sport), la mia vera e.mail : [email protected] NERI SRL - Via Cerbaia, 327 Lamporecchio (PT) tel. 0573 82918 - fax 0573 82879 ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 3 Sui sentieri del Montalbano 2^ parte: scopriamo il di Stefano Ferrali “BARCO REALE MEDICEO” el mese scorso abbiamo N parlato delle piacevoli sorprese che possiamo tro- compito di tutelare il patrimonio faunistico e boschivo della varci di fronte percorrendo i tenuta. Era presentieri del Montalbano, la vista una rigida salvaguarstoria della nostra terra ha dia degli alberi (querce, radici importanti nella “zona cerri, castagni, gelsi, pini, alta” e credo valga la pena lecci, abeti, olmi, noci, cidi riscoprirle, proteggerle pressi, ecc.) e del sottoboed apprezzarle. Chi, supesco (scope, ginepri, mirto, rato il ristorante “Casa di marruca, ecc.), mentre monte” (tra Porciano e San molto curato era il manteBaronto), decidesse di pernimento delle mura. La correre il sentiero, segnato selvaggina nobile come dal CAI con il n. 00 e poi cinghiali, lepri, fagiani, 300, (N.d.R. che porta fino oche e daini era riservata a S. Alluccio, per proseguire alle cacce del Granduca, fino a Poggio alla Malva), per la cui tutela fu ufficialdopo pochi passi, noterà Porciano: l’inizio del sentiero dopo il “Madonnino” (nel riquadro) mente emesso un bando che il bosco è diviso in due Foto sotto: la porta di “Poggio alla Malva” a Carmignano granducale il 7 maggio da un muro che sicuramen1626, che dettava regole ben precise di te non è di recente costruziocaccia e prevedeva pene severissime per i ne: questi sono i resti del trasgressori. Il Barco però, era popolato da “Barco Reale Mediceo” (da tante altre specie meno pregiate che rapcui ha preso il nome il bel presentavano una grande fonte di approvcampeggio che si trova sopra vigionamento alimentare, per i contadini San Baronto). Nel lontano che abitavano nelle fattorie all’interno del1624, la potentissima famiglia la bandita. In tempi difficili come quelli, Medici fece realizzare questa anche nel nostro paese non mancarono imponente costruzione che bracconieri, le cui gesta sono entrate delimitava un’immensa risernelle leggende popolari, che sfidavano il va di caccia (o bandita), i lacontrollo delle guardie medicee pur di imvori terminarono nel maggio del 1626 sotto il regno di Ferdinando I. Gli obiettivi erano possessarsi di carni pregiate da rivendere al mercato quelli di impedire agli animali di disperdersi e di protegge- nero. Il rischio era comunque molto grosso: i “Birri” re l’area dai bracconieri, salvaguardando razze pregiate di erano autorizzati a tagliare a tutti i cacciatori di selvaggina come fagiani, lepri, starne…ecc., tutto questo frodo la mano destra, la prima volta, ed il piede per avere un ambiente sempre disponibile per le battute destro in caso di ripetuta caccia abusiva. Come indi caccia, che era l’hobby preferito dei signori fiorentini. dicato prima, il muro aveva la lunghezza di circa 55 km, Per far questo era necessario realizzare un ambiente otti- partiva da Poggio alla Malva, dove ancora oggi possiamale per la vita e la riproduzione degli animali: le robuste mo ammirare la famosa porta d’accesso, costruita cirmura del Barco e i numerosi guardiacaccia al cui interno ca mezzo secolo prima del Barco Reale. Attraverso queoperavano, avevano questo scopo. Lungo il percorso del sta, era possibile accedere al “Barchetto della Pineta”, un muro (degli originari 55 km ne restano tracce per circa primo esperimento di riserva di caccia esclusiva delimita30), erano presenti circa sessantacinque punti d’accesso. ta da solide mura. In questo “progenitore del Barco”, si All’interno della riserva si trovavano numerose fattorie allevavano i daini bianchi e come questo, molti altri “recome quella di Ginestre, di Artimino e molte case abitate cinti” e “uccelliere” erano presenti sul Montalbano prima dai Birri [La parola birro è una storpiatura della dispre- della realizzazione del progetto definitivo. Quando fu ulgiativa parola sbirro, proviene dal termine latino “birrum”, timato, il muro raggiungeva Vitolini, Mignana, Faltoche significa casacca o mantello rosso con i quali spesso gnano, Papiano, sfiorava San Baronto, aggirava il erano vestiti i sergenti della corte o gli agenti di sicurezza. Montalbano spingendosi sul lato nord oltre il Colle di Ancora oggi, le persone anziane del ns. paese, spesso Montefiore, arrivava a Montemagno (dove nei pressi definiscono il fante del gioco delle carte con la parola del cimitero, è possibile visitare ancora una delle case “birro”] (da vedere il Casino dei Birri sul monte Pietrama- delle guardie del Barco), sfiorava Campiglio e Villa la rina dove le guardie del Granduca di Toscana avevano la Magia, risaliva subito sopra le case di Lucciano, Monloro “base logistica”). I sorveglianti del Barco avevano il torio e Buriano, raggiungeva Spazzavento, oltrepas- Pag. 4 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 riscopriamo la “riserva di caccia dei Medici” sava a nord il borgo di Bacchereto, segno evidente che le maestranze superava Santa Cristina a Mezzagranducali stavano già da tempo lavona e, infine, si ricongiungeva con rando in quel periodo alla costruzione Artimino, dove si trova la grande del muro. Del resto, anche il bando d’ villa La Ferdinanda (più conosciuta istituzione della riserva del 7 maggio come “Villa dei Cento Camini” 1626 presenta quest’opera come già per la caratteristica serie di camini ultimata: si dice infatti che la circonfedalle varie forme che svettano sul renza del “recinto di muro [...] come tetto), che era la residenza di caccia benissimo apparente, non ha bisogno dei Medici. A questo punto, mi semdi altra confinazione per notizia di nesbra utile sottolineare quanto Ferdisuno”. La cappella del Barco dunque nando I amasse il Montalbano e venne eretta nel 1624 e benedetta dal Artimino in particolare. parroco di Faltognano Don DesiNon solo per la caccia, ma derio Cinelli; nel vicino bosco della anche per il suo clima mite, Porciglia sono visibili le vestigia del sopra: particolare delle mura del Barco, come scrisse in una delle muro del Barco, in molti tratti ben consotto: scene di caccia al tempo dei sue lettere alla moglie Criservato. Con l’avvento dei Lorena nel Medici stina di Lorena, il 3 gen1738, la gestione diretta delle fattorie naio 1596: “Mia Altezza granducali fu affidata agli affittuari, Reale, oggi ero ad Artimiche avevano il compito di anticipare la rendita al prono e credetemi, è stato prietario. Sempre ai Lorena si deve la suddivisione del come se avessi ritrovato la Barco in dieci parti, chiamate decimi, per la rotazione primavera”. Un giorno che dei tagli degli alberi. Questa dettagliata organizzaFerdinando I. era in cima zione fa capire che nella metà del Settecento l’interesalla collina, chiamò l’archise per il Barco era esclusivamente legato al commercio tetto Bernardo Buontadel legname: dopo la seconda metà del XVIII secolo, lenti e disse: “Esattamenper vari motivi, ma soprattutto per i costosi lavori di te qui intorno, dove mi manutenzione necessari, il Barco venne dimenticato. potete vedere ora, mi piaSuccessivamente, il granduca Pietro Leopoldo, tentò di cerebbe avere un palazzo ripristinare il Barco, ma venne fermato nelle sue intengrande abbastanza per me zioni dalle ingenti spese che si sarebbero dovute afe la mia intera corte; vi frontare: così il 13 luglio 1772 giunse inevitabile la chiedo di prendervi cura di questo, ma muovetevi”. Nel sbandita del Barco Reale, che decretò anche la vendi1594, il Granduca con la sua corte faceva il suo ingresso ta delle fattorie in esso contenute e la demolizione di ala “Villa la Ferdinanda”. Facendo ricerche per compila- cuni tratti delle mura. Una delle sezioni meglio conservare quest’articolo, mi è piaciuto immaginarmi come fosse te è sicuramente quella che possiamo vedere nel il nostro territorio quando i Medici effettuavano le loro territorio di Lamporecchio, esattamente pochi mebattute di caccia. Ma non soltanto all’interno del Barco: tri sulla destra dopo aver superato il “Madonnino non dimentichiamoci, infatti, che la nobile famiglia fio- del Montefiore”. Il problema dello smantellamento del rentina si era fatta costruire diverse ville in zona.. del muro ebbe il suo momento peggiore nell’ottocento, quanresto le strade erano poche, insidiose e polverose, cosa do le pietre del Barco vennero usate per delimitare c’era di meglio per chi aveva una tale potenza economi- poderi e terreni privati, ed anche oggi purtroppo, è ca, se non il costruirsi una bella dimora dietro tutti gli divenuto per persone senza scrupoli, una sorta di cava angoli? Da tutto questo è venuta fuori un’immagine mol- per reperire agevolmente pietre da costruzione. Per porto suggestiva, che rappresenta un mondo dove credo re fine a questo scempio, come Orizzonti, ma anche e fosse facile incrociare gruppi di cavalieri con i cani da soprattutto come cittadini, chiediamo alle autorità di porcaccia al seguito, frotte di servitori sgambettanti e falco- re maggiore attenzione sulla tutela di un bene artistico nieri con i loro grossi guanti, dove il rapace stava “appol- che fa parte della storia del nostro territorio, i resti del laiato”. Quando poi passavano il signore e i suoi nobili muro sono un “bene culturale” che va salvaguardato e amici, con i loro mantelli e i cappelli piumati, credo che valorizzato per poter consentire, anche alle generazioni dovesse essere veramente un bello spettacolo. Ma tor- future, di poter comprendere quanto sia grande il legame niamo al Barco, il termine racchiude il significato stesso tra la famiglia Medici e il nostro territorio. dell’ambiente che fu creato, infatti Barco significa “recinStefano Ferrali to per animali selvatici da caccia”. L’opera fu realizzata in Testi e siti web consultati: due anni, i muri furono costruiti con pietre di arenaria Lassi e Pisacreta “Il Barco Reale Mediceo. una riserva granducale sul e di arenaria macigno (a grana medio-grossa) legate Montalbano” - Firenze, Consorzio interprovinciale per il Montalbano con calce, le mura erano mediamente alte circa 2 metri e Comune di Quarrata, 1985” ed era dotato di cancelli, piccoli ponti per il passaggio Sito web Regione Toscana - turismointoscana.it delle acque e un complesso sistema fognario per il de- Valerio Bonfanti “Percorsi nella storia e nell’arte di un paese del flusso delle stesse, ma, mentre i cancelli sono del tutto Montalbano: Lamporecchio” C.R.T. 1997 scomparsi, restano ancora piccole tracce dei ponti e cateratte. Il Barco Reale può essere considerato una costruzione unica per il suo tempo, non solo per la gestione faunistica ma anche dal punto di vista della flora. Infatti, nelle fattorie comprese nel Barco venivano coltivate piante rare, anche provenienti da luoghi lontani, una tradizione medicea già in uso ai tempi di Lorenzo il Magnifico. Nella zona di Faltognano, dove era presente una porta di accesso, possiamo trovare la denominata “Cappella del Barco”, questa piccola chiesetta è molto importante perché in relazione ad essa, nel 1624, possiamo avere la prima notizia sulla “grande muraglia” del Montalbano: è il “ricordo”, scritto il 6 ottobre di quell’anno dal parroco della chiesa di Santa Maria a Faltognano, della benedizione data il giorno stesso a un “tabernacolo”, la cui “muraglia [...] la fece la fabrica del Bargo di Sua Maestà Granduca Ferdinando secondo Granduca di Toscana”: ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 5 Il cinese morto F a parte delle leggende metropolitane che nessuno dei cinesi da noi immigrati possa mai morire perché nessuno avrebbe mai visto un funerale riguardante un membro di questa comunità. Riporto da internet: “La considerazione da cui si parte è sempre la stessa: perché non si vede mai un funerale cinese? Che fine fanno i corpi dei defunti? C’è chi pensa che vengano i cadaveri vengano sciolti nell’acido, altri che sono sicuri di averli mangiati dentro un involtino primavera (per altro veramente buoni anche se un po’ pesanti come antipasto); c’è chi invece crede all’opera di cosche mafiose che operano scambi di documenti” per motivi di malaffare rimandando i cadaveri congelati in patria oppure seppellendoli clandestinamente. La realtà è molto più prosaica dal momento che la popolazione cinese immigrata in Italia è molto giovane, l’età media è di 29 anni per le donne e di 31 per gli uomini, solo il 6% supera i 50 anni; non c’è popolazione anziana, la mortalità risulta pertanto bassissima, legata per lo più ad incidenti ed infortuni e la stessa mortalità infantile è bassa perché i bambini vengono rimandati in patria appena nati per tornare all’età di 9-10 anni. L’immigrazione cinese nel nostro paese risale all’inizio degli anni ottanta ed i 20enni di allora adesso hanno cinquant’anni, classe di età per la quale la mortalità non è ancora troppo elevata. Ad abbassare l’indice di mortalità di questa popolazione contribuiscono inoltre fattori come l’usanza di andarsi a curare in patria per malattie gravi (i cinesi credono molto alla loro medicina anche se alternativa) e l’usanza, in voga fino a poco tempo fa, di tornare in patria dopo i 50 anni avendo accumulato con il duro lavoro di che vivere in modo decoroso (un po’ come negli anni ottanta i nostri emigrati del sud tornavano a casa con la pensione svizzera o tedesca); quest’ultimo costume-usanza è venuto diminuendo negli ultimi anni da quando i cinesi di I generazione preferiscono rimanere accanto a figli e nipoti nati e cresciuti qui. In Cina il funerale è una cosa seria, molto solenne ed invasivo fatto da lunghe preghiere, marce su strada con bande musicali e frastuono, poco compatibili con le nostre usanze, per cui spesso la salma del caro estinto cinese viene rimandata in patria né più né meno di come avviene per un connazionale italiano morto all’estero; tuttavia a ben guardare nei cimiteri di Prato e di Milano le tombe dei cinesi risultano in appropriata percentuale rispetto alle tombe delle altre nazionalità estere ed in percentuale congrua rispetto a quelle degli italiani. Il problema non riguarda tuttavia solamente i cinesi ma tutte le nazionalità di stranieri presenti: avete mai sentito parlare di un albanese morto? O di un senegalese piuttosto che un marocchino, un rumeno o un egiziano? Di questi non si parla, mentre del cinese proprio perché diverso da noi, e la cura del Dr. Tommaso Rubino diversità fa mistero, se ne fa un caso degno di cronaca e pettegolezzo; il cinese appare molto più strano ai nostri occhi dei marocchini che se vogliano sono molto affini a noi meridionali…, per questo un tempo dicevano che, viste le mie origini, potevo essere considerato mezzo africano, nonostante gli occhi verdi ed i capelli fluenti e biondi - si fa per dire naturalmente -, posso pertanto dire che aver perso i capelli ed avere ormai, ahimè, la barba bianca e non più il cespio (detto alla maniera dei pisani) di capelli ricci e boccoluti ha contribuito a salvarmi. Aneddoto per aneddoto posso anche dire che al tempo in cui andava di moda Mal dei Primitives (quello di Furia cavallo del west per intendersi) che aveva il caschetto di capelli liscissimi, le ragazze, avendo io i capelli quasi da negro (so che non mi ci credete, ma vi giuro che è vero..), non mi si filavano neanche di striscio, poi fortunatamente arrivò Battisti con i suoi meravigliosi cincinni e mi sono salvato!!!Tornando comunque al nostro argomento principale c’è da dire che in Italia muoiono circa 4000 stranieri all’anno, per lo più extracomunitari, uno ogni 15.000 abitanti, il 50% in Emilia Romagna dove le politiche di accoglienza hanno favorito una forte immigrazione ed integrazione (Parma - come leggo da un recente articolo su La Stampa - è una delle città dove l’integrazione è meglio riuscita) ed il rimpatrio di queste salme è spesso molto costoso (circa 6.5€ per kg di peso, con una media di 120 kg per la preparazione della bara per essere trasportata in maniera congrua, più il costo del funerale e le spese di spedizione del pacco - scusate il termine poco riverente ma non ne ho trovato altri - contenete il defunto. La famiglia preferisce pertanto far intraprendere al congiunto il viaggio di ritorno quando ancora in vita e le condizioni non sono ancora molto precarie, come è successo ad una mia paziente di nazionalità albanese i cui parenti la hanno accompagnata in aereo verso casa qualche settimana prima della dipartita. E’ molto bello infine quello che si verifica, specie fra le comunità nord africane, che al momento del decesso di uno di loro, si fanno delle bellissime feste per poter con una colletta fra i partecipanti aiutare la famiglia a sostenere le spese del rimpatrio. Morale…. anche se si dice che ce l’ho con gli albanesi perché non stanno mai alle regole, saltano sempre le fila, sono lamentoni e fanno casino e vengono sempre alla fine dell’ambulatorio, spesso senza appuntamento, (è vero caro Cesare-Qazim Tafa da Lamporecchio…?), benvenuti a voi extracomunitari, se no a me chi me la paga un giorno la pensione? Dr. Tommaso Rubino Via Antonio Gramsci, 93 51035 Lamporecchio (PT) Tel./Fax 0573 82380 Pag. 6 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 I CONSIGLI DELL’AVVOCATO - RUBRICA A CURA DELLO STUDIO LEGALE “NICOLIN-FAGNI” Chi ha ragione nel caso di investimento del pedone ? a cura dell’Avvocato Alessandro Fagni nche nell’attività professionale, accade spesso A di trovarsi di fronte al caso dell’investimento di un pedone da parte di un veicolo a motore. Non sempre, però, si riesce immediatamente a stabilire quali siano le responsabilità dei protagonisti della vicenda, ovvero del pedone stesso o del conducente. E’ utile quindi ripercorrere brevemente i casi in cui possa escludersi o ridursi grandemente la responsabilità del conducente. Nel caso di investimento del pedone opera, innanzitutto, una presunzione a favore di quest’ultimo sancita dall’art. 2054, comma 1 del codice civile che prevede che, qualora l’investimento produca un danno al pedone, il conducente del veicolo sarà obbligato al risarcimento se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare l’evento. Ciò, nella pratica, può accadere generalmente nel caso in cui sia il pedone a tenere una condotta contraria ai doveri di diligenza previsti dalla legge. Un caso emblematico che è interessante riportare, è stato affrontato dal una recente sentenza della Cassazione (sez. penale, n.27740/07) sul caso di attraversamento improvviso di un pedo- ne. La Corte ha stabilito che il conducente è sempre tenuto a vigilare al fine di avvistare il pedone per prevenire situazioni di pericolo. Grava quindi sul conducente l’obbligo di “ispezionare continuamente la strada che sta per L’AVVOCATO impegnare, ALESSANDRO FAGNI mantenendo un costante controllo del veicolo in rapporto alle condizioni della strada stessa e del traffico”. Al fine di escludere la responsabilità del conducente è, perciò, necessario che lo stesso si sia trovato, per motivi estranei ad ogni suo obbligo di diligenza, nella oggettiva impossibilità di avvistare il pedone e di osservarne i movimenti, attuati in modo rapido ed inatteso. Occorre, inoltre che nessuna infrazione alle norme della circolazione stradale ed a quelle di comune prudenza sia riscontrabile nel suo comportamento. Obbligazioni CIRIO: tante le vittorie di Confconsumatori onostante siano passati alcuni anni, sono anN cora molti i risparmiatori che si rivolgono alla Confconsumatori perchè truffati con la vendita dei titoli Cirio e la conseguente perdita dei propri risparmi. In provincia di Pistoia, le pratiche aperte sono decine, così come sono molte le sentenze già emesse in favore dei risparmiatori. Da tempo è al lavoro uno specifico servizio della Confconsumatori di Pistoia per poter consigliare ed assistere al meglio i cittadini truffati. I casi più frequenti sono quelli che coinvolgono le banche che, tra il 2001 ed il 2002, cedettero titoli Cirio senza precisare che l’azienda stava fallendo e che quindi le obbligazioni vendute erano ormai “titoli spazzatura” che non potevano essere ceduti a piccoli risparmiatori. Ci sono anche casi i cui i titoli furono ceduti da alcuni promotori finanziari legati ad assicurazioni del nord che piazzavano i titoli direttamente a casa dei risparmiatori. La Confconsuma- tori può vantare però una serie di successi, non solo sul fronte bond Argentina, ma anche Cirio con numerose sentenze dei Tribunali che hanno permesso ai cittadini di rientrare in possesso dei soldi perduti. L’autorità giudiziaria ha infatti sancito che i titoli erano così speculativi, che non potevano essere venduti a semplici risparmiatori, che le banche sapevano della situazione debitoria della Cirio e che spesso, tali vendite avvenivano addirittura senza la consegna dei documenti sui rischi dell’investimento. “Abbiamo un pool di legali - precisa il neo presidente provinciale Stefano Ragionieri - che ha acquisito sul campo una vasta esperienza e che può fornire una completa consulenza sul caso dei bond Cirio. C’è ancora tempo per ottenere giustizia”. A breve ci saranno altre sentenze del Tribunale di Pistoia e la Confconsumatori si aspetta altri successi. ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 7 L’AGENDA DI ORIZZONTI Domenica 19 Settembre u.s. abbiamo festeggiato i nostri 50 anni di matrimonio. E’ stato bellissimo e sentiamo l’obbligo di ringraziare; Il Sindaco che ha messo a nostra disposizione la sala consiliare, il suo tempo e quello di tutta la gente coinvolta, la redazione di <ORIZZONTI> per gli auguri e la gentilezza dimostrata. E’ stato bellissimo risposarsi in Comune. GRAZIE GRAZIE A TUTTI Il 18 ottobre 2010 Sandra Slitti e Gery Bisoli hanno festeggiato i loro 30 anni di matrimonio. Per loro un augurio speciale dai genitori, dalle sorelle, dai cognati e da tutti i nipoti...e dalla redazione di Orizzonti. 13 Ottobre 2010 NOZZE D’ORO. 8 settembre 2010 Marisa e Romano Frullini Bonfanti Nello e Fanciullacci Bruna hanno festeggiato i loro 50 anni di matrimonio. Tanti auguri... i figli Paolo e Roberto, le nuore Stefania e Reana, i nipoti Ambra, Andrea e Chiara...e dalla redazione di Orizzonti. Guido Giannoni e Anna Paola Grani hanno festeggiato i cinquanta anni di matrimonio. Alla felice coppia tanti auguri da parte dei figli Mario e Antonella, il genero Riccardo, la nuora Paola, i nipoti Nicola e Giorgia, dai parenti, gli amici e la Redazione di Orizzonti. Ferruccio e Anna Ubaldi 50 ANNI DI MATRIMONIO. Il 15 dello scorso mese ho celebrato con mia moglie Anna Bettaccini le nozze d’oro in chiesa con a fianco i nostri quattro figli. E’ stata una cerimonia molto importante per noi ed è stata celebrata con pochi intimi. Poi naturalmente abbiamo tutti insieme festeggiato a tavola con nuore, generi e nipoti con tanta gioia e allegria. Devo tutta la mia riconoscenza a mia moglie Anna, che mi accompagnato per tutti questi anni condividendo gioie e dolori, sostenendomi quando ne avevo bisogno e sopportando talvolta i miei malumori. Mi ha regalato quattro figli, li ha allattati e accuditi, li abbiamo cresciuti insieme e li ha sempre mandati ben vestiti e “lavati e stirati” con ogni cura. Tutto questo svolgendo il suo lavoro d’insegnante con professionalità e con amore. Mi ha dato tanto ed ha riempito la mia vita; è stata e sarà sempre il mio Amore. Ora conto di celebrare con lei fra 25 anni le nozze di diamante, io non ho fretta, aspetto con calma… Ferruccio Ubaldi Auguri dalla redazione di Orizzonti Pag. 8 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 AGENDA NOZZE D’OROAlessandro Secchioni e Paola Giannoni, titolari della nota Oreficeria, hanno festeggiato i cinquanta anni di matrimonio. Il giorno 6 ottobre del 1960 si unirono in matrimonio. Mezzo secolo dopo hanno festeggiato insieme agli amici e parenti, prima con la celebrazione della Messa e poi grande festa alla Villa Rospigliosi. Alla felice coppia tanti auguri e complimenti dal figlio Luca, dai parenti, gli amici e da tutta la Redazione di Orizzonti. Inviateci le Vostre foto e dediche, le pubblicheremo sul nostro giornale. NOTIZIE UTILI E RICORRENZE Auguri a Matteo Rosselli, dallo zio Andrea. Lo zio Andrea Palamidessi, augura al nipotino MATTEO ROSSELLI al compimento del quarto anno, il 19 Ottobre 2010, cento di questi giorni felici. Altrettanti auguri dai genitori, nonni e bisnonni, che tutti insieme lo festeggeranno all’Agriturismo Sommavilla, di Orbignano Lamporecchio. AGGIORNAMENTO SERVIZI OFFERTI DALLA CASA DELLA SALUTE • TUTTI I SERVIZI DELLA CROCE VERDE, compresa la guardia medica e i servizi del 118 (ambulanze) dal 4 di ottobre si sono trasferiti all’interno dei locali della Casa della Salute. I numeri telefonici sono rimasti invariati. • L’OCULISTA non presta più servizio presso il poliambulatorio di Spicchio ma dal 20 di ottobre è presente all’interno della Casa della Salute sempre il lunedì dalle 7.30 alle 12.30. Si ricorda che per prenotare ci si deve rivolge al CUP tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 12.00 presso la Casa della Salute oppure di può prenotare tramite il telecup componendo il seguente numero: 848800709 • ECOGRAFIE: le ecografie offerte all’interno dei locali della Casa della Salute di Lamporecchio sono di 2° livello, questo significa che si potranno fare quelle ecografie che servono a chiarire dei dubbi diagnostici o per un follow-up, quindi sarà il medico di famiglia a indicare al cittadino se l’ecografia che il cittadino deve fare può effettuarla a Lamporecchio. Una volta al mese l’ecografia sarà dedicata solo alla tiroide e le altre due volte saranno effettuate per gli altri organi. • UROLOGO: le sedute per le visite urologiche saranno raddoppiate per qualche mese per accogliere i cittadini di Monsummano perché il loro ambulatorio è in fase di ristrutturazione • PEDIATRA: la dottoressa Galvao Priene, ha vinto il concorso per cui è lei la nuova pediatra di Lamporecchio. Per avere lei come pediatra è necessario fare la scelta a Monsummano o a Larciano, il passaggio dei pazienti non è automatico. La pediatra precedente era un sostituto e non un vincitore di bando è per questo che seguiva tutti i pazienti del dott. Vettori. Si ricorda che le visite ambulatoriali vanno prenotate telefonando allo 0572/463426 dalle ore 8 alle ore 10. I giorni in cui riceve sono: LUNEDI’MERCOLEDI’-VENERDI’ dalle ore 10 alle ore 13, MARTEDI’ e GIOVEDI’ dalle ore 15 alle ore 18. Reperibilità telefonica: tel. 3201798052, può essere richiesta dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle ore 10 e durante l’orario degli ambulatori solo per le urgenze. Per le consulenze telefoniche possono essere richieste il LUNEDI’-MERCOLEDI’-VENERDI’ dalle ore 15 alle ore 10 e il MARTEDI’ e GIOVEDI’ dalle ore 12 alle ore 14 e i PRE-FESTIVI E I SABATI dalle ore 8.30 alle ore 10 Le richieste per le visite domiciliari, vanno fatte sempre telefonando a: 3201798052 entro le ore 10, per i casi in cui il bambino non può essere trasportato e su valutazione del pediatra. ««Martedì 2 novembre 2010 alle ore 21 presso la sede della P.A. Croce Verde di Lamporecchio p.zza IV novembre INIZIANO I NUOVI CORSI PER SOCCORRITORE. I corsi sono gratuiti e si terranno di martedì e giovedì. È il momento buono per avvicinarsi al mondo del volontariato»» ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 9 UNA SCENA DA WESTERN TUTTA ITALIANA degli articoli che ho scritto per questo mensiItenlediuno ho narrato la vita e le idee di un mio avo da parMadre, adesso voglio raccontare la straordinaria avventura vissuta da un mio antenato da parte di Padre. Devo premettere alcune notizie sulla mia famiglia. La famiglia Ubaldi è di lontana origine lucchese, ma il ramo principale si è estinto. Come tutte le famiglie di una certa rilevanza adottava il “Maggiorasco”, ossia una legge che imponeva che solo il primogenito maschio fosse l’erede universale, mentre ai fratelli toccavano le briciole. Normalmente per qualcuna delle figlie veniva stabilita una dote e potevano accasarsi, ma spesso il destino di molte ragazze era il convento non potendo i genitori mettere insieme tanto denaro per diverse doti all’altezza del prestigio della famiglia. Ai maschi, ossia ai cadetti erano aperte tre strade, la carriera militare, quella ecclesiastica oppure, se ne erano capaci, lo studio e quindi una professione liberale come il medico, lo speziale o l’avvocato. Nel 500 un cadetto di casa Ubaldi, tale Balduccio, aveva studiato giurisprudenza e lavorava a Lucca presso un famoso Notaio che si occupava degli affari delle famiglie più importanti della Toscana ed anche di fuori del Granducato. Capitò così che una ricca famiglia di Gubbio si rivolse allo Studio per non so che affari ed il Notaio e quindi anche Balduccio fecero conoscenza e parteciparono a feste e pranzi invitati dalla famiglia umbra composta di padre, madre ed una figlia, nel periodo che passavano le acque in una stazione termale vicina. In breve Balduccio e la ragazza s’innamorarono e dopo circa un anno si sposarono. Fu così che Ser Balduccio degli Ubaldi (il Ser gli spettava come Notaio) si trasferì a Gubbio nello Stato Pontificio e la famiglia prosperò per diverse generazioni. Verso gli anni 30 del 1800 due fratelli Ubaldi, Enrico e Alessandro, entrambi medici – Cerusici ottennero una condotta nel Lazio, in piena Ciociaria vicino a Frosinone. Occorre ricordare che in quell’epoca l’Umbria e il Lazio facevano parte dello Stato Pontificio e quindi i due fratelli non ebbero difficoltà a trasferirsi, Enrico a Ceccano e Alessandro a Guarcino. Ad Alessandro, il nonno di mio Padre, toccò la condotta più disagevole e più povera, molto grande perché comprendeva un’intera montagna che arrivava a più di millecento metri, con straducce disagevoli e mulattiere e per di più infestata dai briganti. Il Dottore presto si fece una clientela, e riscosse la stima dei suoi concittadini e appena poté si costruì una casetta e prese moglie. La sua vita era assai dura, allora un medico doveva visitare i pazienti nei posti più sperduti e ricucire ferite, ridurre e ingessare le fratture, togliere le tonsille, i denti, intervenire nei parti difficili e talvolta operare con mezzi eroici su di un tavolo di cucina senza altra assistenza dei parenti e senza altra anestesia che una bottiglia di grappa e qualche pallina d’oppio. Per poter raggiungere i suoi pazienti si era munito di di Ferruccio Ubaldi due mezzi: un calessino molto piccolo e robusto con un cavallino per le strade praticabili ed una mula da cavalcare per i viottoli quasi impossibili della montagna. Un giorno, mentre percorreva col suo calesse la strada più alta accessibile si vide fermare da due ceffi col cappello a cono, giacconi di pecora e soprattutto due tromboni, che non erano strumenti musicali, ma bensì due fucili con la canna che finiva a tromba e che caricati a pallettoni erano forse più devastanti di un odierno fucile d’assalto. Uno dei briganti teneva la cavezza del cavallo e subito parlò: “Non vi spaventate Dottore, non vogliamo farvi alcun male, ma dovete lasciare al mio compare il calesse, io vi benderò gli occhi e vi porterò da un amico ferito. Voi lo curerete e non vi ruberemo niente, anzi vi daremo il vostro avere. Non cercate di ribellarvi, ne andrebbe della vostra vita…” Il mio bisnonno dovette fare di necessità virtù e seguì docilmente il brigante che spesso lo prendeva per mano per fargli superare qualche tratto difficile. Alessandro sentiva contro gli stivali la vegetazione del sottobosco e dopo un cammino lungo e disagevole gli fu tolta la benda in una grotta piena di briganti. Il Dottore riconobbe subito l’anfratto che gli aveva dato ricetto da un temporale durante una battuta di caccia all’orso, ma non lo fece capire. Sdraiato su di un pagliericcio c’era un pezzo d’uomo privo di sensi e tutto insanguinato e lui lo riconobbe subito, era il famosissimo, anzi il famigerato brigante Gasbaroni, conosciuto e passato alla storia come “Gasperone”. Il ferito, durante una sparatoria con i Bersaglieri Pontifici, che era un corpo formato per lo più da ex banditi in funzione anti briganti, si era buscato una palla in pieno petto ed ora era febbricitante e col respiro corto. I poveri contadini e paesani odiavano i Bersaglieri Pontifici che erano prepotenti e sfruttatori quasi come quelli cui davano la caccia. Il medico si accorse immediatamente della gravità del ferito ed in un primo momento somministrò al paziente un antipiretico sciolto in una tazza e raccomandò di tenergli sulla fronte panni bagnati con acqua gelida e questo era possibile data la presenza lì vicino di un’acqua che veniva dalla roccia e così ghiaccia da non poterci tener le mani. Pulì come meglio poté la ferita, la disinfettò con la grappa mentre quattro briganti tenevano fermo il loro capo. “Per adesso non posso fare altro, domattina presto verrò con i ferri chirurgici e le medicine necessarie, fatemi trovare dei lenzuoli fini e bolliti e cercherò di guarirlo, ma vi avverto che non sarà facile”. Il capo di quella masnada lo avvisò: “Voi curatelo e guaritelo, voi siete un bravo chirurgo, ma dovete fare più del possibile, dalla salute di Gasperone dipende anche la vostra e della vostra famiglia”. Il mio avo assicurò che ci avrebbe messo tutto il suo talento e rese noto che aveva riconosciuto la grotta e quindi sarebbe stato inutile bendarlo ancora. L’indoma- Pag. 10 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 ni sarebbe venuto con la mula ed avrebbe avuto l’oc- Io sono propenso a credere alla borsa piena d’oro, è una corrente per l’operazione. I Briganti lo lasciarono an- fine così romanzesca! dare, fidandosi della sua parola La storia è autentica, ho un quad’onore: sarebbe tornato e non dro dove il pittore ha ritratto il Dott. ne avrebbe fiatato con nessuno. Alessandro Ubaldi in marsina, molto Il giorno dopo all’alba il dottore somigliante a mio Padre che si chiapartì a cavallo della mula, equimava come lui, e con uno strano paggiato della borsa che portaferro chirurgico in mano, forse prova sempre con sé e di una casprio quello per estrarre le pallottole. setta contenete i ferri chirurgici. Il mio figlio maggiore è a sua Raggiunse la grotta e trovò il fevolta un Alessandro Ubaldi. rito sveglio e quasi sfebbrato. Lo Nel 1949 mio Padre mi portò a avvertì che gli avrebbe fatto Roma e poi a Guarcino, perché il molto male, ma era necessario Comune gli richiedeva decenni di togliere la palla dal torace. Propitasse arretrate su una sessantinò al brigante una mezza bottina di ettari siti nel Comune stesso. glia di grappa e tre palline di opQuando arrivammo nel paese fumpio, dopodiché lo fece reggere da mo ospiti di un cugino di mio Padre cinque compari, due alle braccia, e parlando col Sindaco sapemmo due alle gambe e uno alla testa. che c’era una eredità mai rivendicaDopo aver ripulito la ferita provò a ta che spettava al Cav. Alessandro cercare con le dita la palla ma doUbaldi, che poteva rifiutarla ed allora vette usare il bisturi per avere più sarebbe stata assegnata allo Stato. posto, infine adoprò una strana Si trattava di mezza montagna, tutta pinza fatta a forbice con in cima roccia e pezzi di bosco spelacchiato, due anelli, atti ad afferrare una praticamente di nessun valore, ma il sfera. I calibri dei fucili d’allora ad Sindaco pregò mio Padre di accettaavancarica erano spaventosi, la re il bene per poi donarlo a Guarcino Il Dr. Alessandro Ubaldi, nelle sue mani palla era circa di 50 grammi e pur che ne aveva bisogno per farci passi può notare l’attrezzo che gli consentì di salvare la vita al brigante Gasperone non avendo leso alcun organo vitasare una strada, naturalmente le le, aveva forato un polmone e si era tasse pregresse sarebbero state anfermata contro la scapola incrinannullate e le spese di trasferimento a dola. Il mio bisnonno riuscì a estrarre il proiettile mentre carico del Comune. Quella proprietà era stata comprata il disgraziato urlava come un ossesso e meno male che dal Dottore come zona di caccia e poi era stata dimentii suoi più robusti amici lo tennero durante l’operazione cata; mio Padre acconsentì alla donazione e ci tratteneme quando il chirurgo cauterizzò la ferita con un ferro ro- mo una quindicina di giorni in paese che adesso è una vente. Non lo ricucì subito nel timore d’infezione e final- cittadina turistica. A cena lo zio Igino, il nostro ospite, mente il disgraziato a causa dell’oppio si addormentò. ci offriva immancabilmente qualche sottile fetta di proI briganti ripulirono svelti il rozzo tavolo che era servito da sciutto d’orso che aveva avuto da un pastore, era un cibo lettino operatorio, misero una tovaglia e offrirono al dottore prezioso perché ormai gli orsi erano molto rari. Il sapore la colazione: cacio, ricotta, prosciutto d’orso, dal delicatis- di quel salume era indescrivibile, non ho assaggiato mai simo sapore di nocciola, pane e latte caprino. Come cono- più un prosciutto tanto squisito. A quei giorni l’orso marsco il sapore del prosciutto d’orso? Lo spiegherò più avanti. sicano non era protetto, anzi era considerato un nocivo Il medico per una ventina di giorni assisté il suo ec- e i pastori gli sparavano in difesa delle loro pecore ma cezionale paziente, lo ricucì e poi lo giudicò fuori pe- anche per la pelliccia e le carni molto apprezzate dell’aniricolo. Forse fu l’arte medica, forse la forte fibra del male. Sta di fatto che sui monti della Ciociaria l’orso purbrigante, fatto sta che guarì perfettamente, tan- troppo è estinto da più di cinquant’anni. Anche questa to che continuò a far danni per diversi anni ancora. è storia, minima, ma spero che vi abbia interessato. Gasperone donò al medico un bellissimo orologio d’oro con una pesante catena ed una pelliccia d’orso per ripararsi le gambe d’inverno sul calesse. Gli assicurò -----------------------solennemente che avrebbe goduto per sempre delSegue breve storia del brigante Gasperone: la la sua protezione e che nessuno mai si sarebbe potuto permettere di mancargli di rispetto… Da “Senatus Populus Que Romanus”, il sito della Dice… si dice… il paese mormorò a lungo di una grossa Roma Papale: «Antonio Gasbaroni da Sonnino, in arte somma che il mio avo avrebbe ricevuto in regalo dal bri- brigante Gasperone “il lupo di Sonnino”, di megante, si favoleggiò di una borsa piena di monete d’oro… stiere vaccaro, a 22 anni era, come si legge in un Sarà vero? Sarà una favola? Chissà! I maligni sostennero che il dottore subito dopo l’avventura ingrandì la casa… rapporto della polizia, “di statura alta, corporatura Ferruccio Ubaldi snella, viso ovale, bocca naso e mento regolari, ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 11 segue il brigante Gasperone poco vaiolato, barba nascente color castagno, capelli simili legati a codino, avente agli orecchi gli orecchini d’oro a navicella, vestito con pezze e ciocie, calzoni corti, corpetto e giacchetta di velluto blu, cappello di feltro negro, tondo a cupolone.” Il suo primo omicidio avvenne in un duello per la conquista di una ragazza di nome Maria, nel quale uccise il suo rivale di nome Claudio. Il cugino di questi lo accusò del delitto e Antonio uccise anche lui e un certo “Giggi”. Datosi alla macchia, visse felicemente per qualche tempo con Maria ma quando questa gli confessò di averlo tradito prima con Claudio, ammazzò anche lei. Negli anni seguenti si macchiò di moltissimi delitti, fra i quali il massacro di quattro carabinieri “infiltrati” che egli scoperse; uccisi i poveretti, ne mozzò le orecchie e le mandò al delegato di Frosinone. Quando il Rettore del Seminario di Terracina volle indurlo al pentimento, egli finse di convincersi e bussò alla porta del convento insieme ad un compagno per esservi accolto. Una volta dentro, nottetempo aprì le porte ai compagni che presero tutti i seminaristi, li condussero nelle campagne e chiesero il riscatto. Una volta sequestrò due ufficiali austriaci e dopo averli depredati di tutto, chiese un riscatto di ventimila scudi. Il comandante delle forze austriache rispose che invece che ventimila scudi avrebbe mandato ventimila uomini; infatti le guarnigioni austriache si mossero verso la zona e strinsero la banda di Gasperone in una morsa, ma questi, con la sui solita abilità, riuscì a sfuggire all’accerchiamento. Dopo altre imprese brigantesche cominciò a sentirsi lusingato della fama conquistata e si atteggiò a protettore del popolo sfidando spesso le autorità e abbandonando sempre più spesso la vita di macchia per concedersi a feste e balli. Ma era pur sempre il brigante più ricercato e perciò il suo rifugio restavano sempre le foreste e le paludi, una vita che, malgrado avesse solo una trentina d’anni, lo aveva logorato fisicamente. Stanco della vita disagiata, malgrado avesse giurato di non arrendersi mai, decise di costituirsi e lo fece con l’intercessione di un sacerdote, don Pietro Pellegrino. Dopo varie destinazioni, Gasperone fu rinchiuso nel carcere di Civitavecchia dove ricevette, oltre molta corrispondenza, anche la visita di A. Dumas. Da lì fu trasferito a Spoleto e a Civitacastellana. Nel 1870, con la presa di Roma, Gasperone venne graziato dopo 46 anni di prigione, ed andò ad abitare a Roma al Vicolo del Piede dove si manteneva lavorando a maglia. Morì a 90 anni nell’Ospizio di Abbiategrasso» UNA PASSEGGIATA TRA NATURA E POESIA - na Domenica di settembre in una giornata che, col U vento leggero e un cielo nuvoloso a tratti, preannuncia l’arrivo dell’autunno. Insieme a mia figlia ho deciso di visitare il Parco della Villa Rospigliosi: mi sembrava proprio il giorno adatto. Voglia di natura, ma anche di una vena poetica che solo alberi dai fusti leggeri e possenti e cespugli di fiori colorati ti possono dare. Mentre camminavo spiegavo alla mia bambina dove ci stavamo dirigendo, per farle sentire la mia voce ma anche perché abituare i bambini al suono delle parole dicono faccia abbia effetti positivi. Dopo essere entrati dall’arco, la camminata anticipa già un bellissimo percorso: il ponte dà un certo brivido; è il fascino dell’altezza, ma è soprattutto la visione che si apre davanti agli occhi. Chi mi conosce sa che sono un’inguaribile romantica, e, vedere di fronte a me quel collage di verde e petali dai mille colori, è un tuffo al cuore. Le piante che assecondano il cammino incorniciano il viale che, alla luce del tramonto, ricorda i quadri di Monet. E’ difficile riprodurre in parole ciò che la vibrazione della luce conferisce alla natura. Le rose, che timide si affacciano tra le foglie e le spine, i cespugli di calle che hanno perso il loro fiore di calice, ma che rigogliosi ostentano un verde smeraldo. E poi altri cespugli che si intrecciano tra loro per ridare a quel famoso viale, l’antichità, il fascino di un luogo che conserva la sua storia. Il gioiello che rende questo giardino una perla dei sensi è la fontana: amo l’acqua come elemento, ma ancor di più impazzisco per le fontane, che a seconda del riflettere della luce, diventano specchi magici, ove le increspature dell’acqua sembrano lame d’argento e diamante. Il leone fiero ed immobile sta lì a guardia e custode di un getto di Valentina Fiorineschi d’acqua, che incessante, ci fa pensare alla ciclicità della vita, a tutti i suoi attimi, alcuni dei quali non tornano più. D’un tratto lo sguardo abbraccia circolare il giardino con al centro il fortino; non una semplice costruzione di mattoncini ma baluardo di una storia. La vista si ammorbidisce e si posa sugli altri cespugli che incorniciano il prato verde e il fortino sta lì, a ricordarci il passato. E’ bello che si sia conservato intatto, come testimone di un tempo che fu ma che ancora è: noi siamo quello che siamo stati. Il nostro piacevole iter no è ancora giunto a conclusione: le sculture che campeggiano or qua or là sul prato di erba verde e lucida, sembrano sagome di uomini. Sono i visitatori virtuali, sono le vestali che custodiscono tutta quella bellezza verde, sono semplicemente immagini della nostra mente, che incarnano ciò che vogliamo noi. Il sole si era abbassato, il vento era ormai troppo pungente: era arrivato il momento di rientrare. Alle spalle ho lasciato quel giardino che per quasi un’ora era diventato il giardino dei miei sogni tra le vibrazioni sonore e lo scintillio della luce; quel giardino era stato la proiezione di un posto segreto dell’anima, che tutti noi abbiamo, ma che a volte, fa fatica a venire fuori. Per l’ennesima volta ho capito che i luoghi, anche i più comuni, hanno una magia speciale, se solo lo vogliamo; diventano fantastiche realtà che ci possono dare momenti di poesia e verità. Un giorno, quando mia figlia sarà più grande, spero di raccontarle di questa passeggiata, di una domenica come tutte le altre, ma che invece è stata preludio di serenità e vita. Pag. 12 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 Valentina Fiorineschi L’AZIENDA NEL PASSAGGIO GENERAZIONALE -Iª parte- il fisco spiegato dal Dott. Spartaco Capaccioli l tessuto economico-imprenditoriale della nostra Imicro zona è caratterizzato dalla massiccia presenza di e piccole imprese, caratteristica che si rispec- chia pienamente nell’intero territorio italiano. In effetti secondo un recente studio a carattere nazionale la quota di imprese con meno di 10 addetti è pari al 95% del totale; le società di capitali rappresentano solamente il 9% del totale delle realtà imprenditoriali. Il 43% degli imprenditori ha più di 60 anni ed una buona fetta di essi dovrà affrontare entro i prossimi 10 anni il delicato momento del passaggio generazionale, visto dai più come un problema piuttosto che un’opportunità. Questo perché, trattandosi di imprenditori che hanno costruito sulla propria pelle ogni passo della crescita dell’azienda, sono spesso gli unici depositari del knowhow, delle conoscenza dirette dei clienti, dei fornitori, dei metodi di lavorazione e quant’altro. Trattandosi quasi sempre di aziende familiari, la famiglia stessa si occupa anche della gestione operativa e non di rado presta la propria opera lavorativa all’interno del processo produttivo e non è affatto disposta a rinunciarvi a favore di soggetti estranei all’ambito familiare. Questo significa che non esistono (o sono molto scarse) figure professionali di management esterne al nucleo familiare che possano aiutare i parenti dell’imprenditore nel momento del passaggio del testimone o in un periodo immediatamente successivo; inoltre, eventuali figure manageriali esterne, inserite nel contesto dell’azienda familiare, accettano, più o meno esplicitamente e consapevolmente, il fatto che la propria attività risulti condizionata in modo determinante dalla famiglia proprietaria; il tutto a discapito della validità della scelte strategiche aziendali che risultano, in ultima analisi, sempre e comunque sottoposte al parere ultimo e vincolante dell’imprenditore e della sua famiglia. Questo aspetto, aggiunto ad una lenta reazione ai cambiamenti imposti dalle dinamiche di mercato, porta al risultato che statisticamente meno di un terzo delle imprese sopravvive alla seconda generazione e di queste un ulteriore 50% scompare tra la seconda e la terza generazione. Occorre essere sempre consapevoli che, quando si parla di destinazione dell’azienda, l’elemento dominante non è la razionalità bensì l’emotività che coinvolge tutti i soggetti interessati e che prevale su qualsiasi considerazione tecnica. Tuttavia questa fase dell’azienda rappresenta una eccellente occasione per “alleggerire” la struttura di tutto ciò che non è utile, coerente e funzionale. In effetti la dote dell’imprenditorialità non è, per sua natura, ereditaria e spesso l’imprenditore preferisce trasmettere la proprietà e la direzione dell’impresa ai propri figli senza considerarne le attitudini, i desideri e le vocazioni. Su queste basi dobbiamo porsi la domanda di quando sia il “momento giusto” per iniziare a pensare al passaggio generazionale. La risposta è quel momento in cui sono maggiori le possibilità di realizzare una operazione efficace, con il minore sforzo per le persone coin- volte ed i minori costi. Tale momento si verifica normalmente quando: 1. l’azienda ha raggiunto un significativo grado di maturità strutturale e di mercato, tale da consentire di analizzare le dinamiche interne e le prospettive future con un certo grado di affidabilità; 2. la struttura della famiglia si è assestata, sia sotto il profilo del numero dei componenti che della definizione delle aspirazioni esistenziali, della preparazione professionale e delle attitudini lavorative; 3. l’ipotesi della successione è ancora lontana, del tutto astratta e teorica. È risaputo che la “visione” del futuro è una prerogativa tipica degli imprenditori, e come il successo imprenditoriale sia legato alla capacità di interrogarsi sulle conseguenze delle proprie scelte e sugli scenari che verranno. Impostare il passaggio generazionale richiede esattamente lo stesso approccio: guardare alla realtà di oggi cercando di prefigurare come potranno svilupparsi i vari fenomeni ed i comportamenti delle parti in gioco rispetto ad un determinato obiettivo. Si parte quindi a riflettere sui punti di forza e di debolezza che l’azienda ha maturato al suo interno. Nelle piccole imprese il valore non è rappresentato tanto dai documenti contabili quanto dai profili distintivi, da caratteristiche qualitative spesso individuabili nella figura stessa dell’imprenditore. La principale criticità associata alla successione è proprio quella di destabilizzare tali equilibri consolidati, aumentando il numero di soggetti coinvolti e modificando i “pesi relativi” di ciascuno di essi, sia per quanto riguarda i poteri decisionali che per la partecipazione agli utili dell’attività. Tra l’altro, tali “pesi relativi” si basano molto spesso su situazioni di fatto, quali la competenza specifica o l’impegno lavorativo, che hanno poco a che vedere con la quota di partecipazione sociale o con gli incarichi formali (presidente, amministratore delegato), sui quali invece tende normalmente a concentrarsi maggiormente l’attenzione dei soggetti sopravvenuti con l’avvicendamento successorio. Dott. Spartaco Capaccioli segue nel prossimo numero ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag.13 L’intervista del mese a cura del Direttore Massimo Mancini PAOLO NUCCI, sono passati davanti alla sua macchina fotografica, i più importanti eventi sportivi del mondo negli ultimi 16 anni al 1994 segue, con la D sua macchina fotografica, i principali avvenimenti macchine fotografiche. Nel 1985, iniziando l’attività di fotografo, ho capito subito che questo sarebbe stato il mio lavoro Nel 1987 ho aperto il negozio a Lamporecchio e da allora, grazie alla collaborazione di mia moglie Katiuscia, tutto è andato bene”. sportivi mondiali. Iniziò con il campionato mondiale di calcio negli Stati Uniti, quando la nazionale italiana era allenata da Arrigo Sacchi e perse la finalissima ai rigori contro il Brasile. L’ultimo mondiale è stato quello disputato in Sud Africa, dove l’Italia ha avuto un risulCi racconti la tua prima tato, diciamo meno fortunato. esperienza internazionale Si tratta del fotografo Paolo da fotografo? Nucci. Ha uno studio fotograPaolo Nucci allo stadio di Stoccarda, fico in via Verdi, a Lampodurante i mondiali di calcio del 2006 “Era l’anno 1994, l’Agenzia recchio, che gestisce insieme Olimpia m’incaricò di seguire alla moglie Katiuscia, ma lui i mondiali di calcio negli Stati per diversi periodi dell’anno è Uniti. Avevo 28 anni e senza tanto pensarci partii in giro per il mondo a immortalare con la sua preziosissima macchina fotografica i fatti, i personaggi per questa nuova avventura. Fu un’esperienza belpiù importanti sulla scena mondiale. E’inserito in la e molto faticosa. Ai quei tempi non esisteva anuna lista di circa venti fotografici a livello nazio- cora il digitale, pertanto dovevamo inviare in Italia nale, che sono stati sempre presenti alle principali i rullini, tramite il volo aereo. Mi ricordo la finalissimanifestazioni internazionali. Come abbiamo det- ma di Los Angeles. Alle 5 di mattina eravamo già in to, iniziò la sua esperienza internazionale nel 1994 fila allo stadio per entrare a bordo del campo. Alle ore 12.00, orario d’inizio con i mondiali degli Stati della gara, la temperatuUniti, ma aveva già avura era di 40 gradi. Finita to un’esperienza nel 1990 la partita, con i rullini di con i mondiali che si sono foto fatte, corsi all’aedisputati in Italia. Ha proroporto. Un’ora di macseguito nel 1998 in Franchina, nel traffico di una cia, nel 2002 in Corea e grande città, e arrivato Giappone, nel 2006 in allo scalo, li consegnai a Germania e infine e paruna persona, che salito a liamo di questa estate in bordo dell’aereo, li portò Sud Africa. Nel frattempo a Fiumicino dove c’era è stato presente alle Olimun addetto ad aspettapiadi di Atene nel 2004 re. Sarebbe bastato un e a quelle di Pechino nel piccolo ritardo o qualche 2008 e ha detto che ci sarà problema imprevisto e sicuramente alle Olimpiadi tutto sarebbe saltato. di Londra del 2012. Un Oggi tutto è cambiapersonaggio, un professionista di grande valore che Yokohama (Giappone) 2002: Ronaldo immortalato to. Posso inviare la foto direttamente dal mio lavora a Lamporecchio, mi da Paolo Nucci, dopo il 2° gol segnato alla Germacomputer, dallo stadio, nia nella finale del campionato del mondo. Sullo ha destato molta curiosità sfondo si nota un giovane Ronaldinho. all’indirizzo che desidero. e stimolato domande che noi gli abbiamo posto. Durante l’intervista ho avuto la possibilità di vedere il suo archivio fotografico. Una ricchezza d’immagini, di fatti storici legati allo sport, un archivio davvero straordinario. Paolo Nucci ha un patrimonio di ricordi fotografici, MODA GIOVANE di cui deve andare fiero e custodirlo con estrema gelosia. Quando ti è iniziata questa grande passione per la fotografia? “Fin da ragazzino mi piaceva molto fotografare. I miei primi stipendi li ho usati per comprarmi delle Pag. 14 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 Paolo Nucci: con il suo obbiettivo, ha immortalato i più grandi eventi sportivi Tecnicamente lavoriamo con più facilità, anche se c’è molta più concorrenza e meno protezione economica da parte delle Agenzie fotografiche”. rire nelle prime pagine dei loro giornali sportivi. Facevano da contorno ad una scrittura per me indecifrabile, ma davano l’idea precisa dell’evento. La foto che racconta. Davvero molto bello”. In questi anni a giro per il mondo mi racconti l’esperienza più bella? Ti sei stancato di girare il mondo? “La vittoria dell’Italia, ai mondiali tedeschi, fu un’emozione unica. Fummo contagiati dall’euforia di tutto l’ambiente azzurro e vissi quel momento di gioia in simbiosi con la squadra azzurra”. Quanti personaggi famosi hai fotografato? “Assolutamente no. Ogni volta che parto e prendo l’aereo, l’emozione è sempre la stessa. Il desiderio di conoscere nuovi posti e persone, immortalarli con la mia macchina fotografica. Dopo tutti questi anni di lavoro, posso dire con estrema sincerità, che sono molto contento delle scelte che ho fatto. Ringrazio molto mia moglie Katiuscia, una donna meravigliosa, che riesce mandare avanti il negozio spesso da sola e spero che mia figlia Francesca, al suo primo anno di scuola superiore, prenda la mia stessa strada e si appassioni alla fotografia. Nei sarei molto contento”. “Tantissimi. Molte mie foto sono apparse su più importati Berlino 2006 : Gigi Buffon a giornali a livello nazionale ed braccia alzate dopo la vittoria anche internazionale. La foto Massimo Mancini del mondiale 2006. Una delle di Buffon seduto, foto di Paolo più conosciute e pubblicate sui giornali di tutto ma a braccia alil mondo zate, dopo la vittoria del mondiale in Germania è apparsa su molte riviste. Un’altra foto è stata utilizzata per fare la copertina al libro scritto da Marcello Lippi sulla vittoria al Mondiale, senza dimenticare i flash su Roberto Baggio, Zidane, Ronaldo, Maradona o le vittorie internazionali dei club italiani. Ricordo con piacere, ai mondiali di calcio in Giappone e Corea, Berlino 2006 : l’Italia è CAMPIONE DEL MONDO! Questa foto quando viaggiavo scattata da Paolo Nucci è famosissima essendo stata utilizzata anche sul “Metro”, vedevo dall’ ex C.T. azzurro Marcello Lippi, come copertina del suo libro le mie foto compa“La squadra” (Conversazione con Rosa Alberoni) - 2006 Rizzoli - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 15 Lamporecchio 9 NOVEMBRE 2010 ORE 21,00. Presso la sala della Croce Verde, dislocata nella Casa della Salute, presentazione del libro del Dr. Rubino : “Le droghe incolori”. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. Potete trovare il libro in tutte le edicole del nostro territorio o presso la nostra Redazione a Lamporecchio, Via G. Di Vittorio n. 25 ommaso Rubino è un nostro assiduo colT laboratore. Una delle firme di punta del mensile Orizzonti. Lo stimo molto sia come persona che come professionista e in qualità di Redazione abbiamo sempre dato, e lo faremo per il futuro, ampio spazio ai suoi scritti. Tommaso è un personaggio assai conosciuto del nostro paese. Ha la capacità di parlare di argomenti interessanti da una visione medica. Ma lo fa in modo scanzonato, alternando battute simpatiche a verità e informazioni scientifiche. Ne ho avuto la conferma, dopo un’indagine eseguita fra i lettori: il suo modo di scrivere arriva direttamente alla gente, alle persone comuni. Dietro la facciata di uomo burlone e simpatico, troviamo un grande professionista, che cura con passione il suo lavoro, meritando la piena fiducia. Quando, conversando mi ha proposto, a conclusione della tetralogia sui vizi degli uomini (vino, donne, caffè e fumo), che avrebbe voluto affrontare il tema delle droghe, in maniera approfondita ed esauriente, da un suo punto di vista, ho pensato subito alla pubblicazione di questo inserto. Gli abbiamo dedicato tutto lo spazio che voleva, senza porgli limiti. Non ci proponiamo, e su questo Tommaso è d’accordo, grandi obiettivi scientifici. Abbiamo fatto leggere il lavoro ai responsabili del Sert, per non incorrere in inesattezze. Tommaso desidera soltanto, e su questo sono pienamente d’accordo, arrivare, grazie al suo linguaggio diretto, a più persone possibili. Dare informazioni, consigli su un argomento così difficile e delicato, lo ritengo molto utile a tutti: giovani e meno giovani. Ringrazio Tommaso Rubino per l’ottimo lavoro svolto e per la collaborazione che tiene con il nostro mensile. Auspico che questa pubblicazione sia letta dal maggiore numero di persone e che si dimostri un utile strumento d’informazione e di sensibilizzazione su questo delicato argomento. Massimo Mancini Orizzonti ringrazia il personale del Ser.T di Montecatini Terme e le Aziende e le Associazioni che hanno contribuito alla realizzazione del libro: • ML Masi - Lamporecchio • Autodemolizioni Leporatti Mario e • AVIS - sezione Lamporecchio • Pubblica Assistenza “Croce Verde” Lamporecchio Roberto SNC - Lamporecchio • Autocarrozzeria “La Nuova” - Larciano Pag. 16 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 Lamporecchio Alla ricerca di un rifugio per animali abbandonati a quinta mostra del bastardino, tenutasi ai Giardini L Pubblici di Lamporecchio il 19 settembre 2010, inaugura, assieme all’autunno, la nuova stagione dell’asso- di Maddalena Mirandi tesa di un eventuale affidamento ed i gatti malati o traumatizzati che hanno necessità di cure costanti, fino, come già specificato, ad un massimo di 60 giorni. Questa localizzazione del canile, posto strategicamente vicino all’ambulatorio veterinario del Dott. Giannetti, dovrebbe rappresentare un luogo dove portare l’animale dopo che è stato curato, dal momento che la struttura veterinaria ASL è insufficiente a coprire il reale fabbisogno territoriale. Dalla sua nascita ad oggi l’associazione ha effettuato circa 180 interventi su animali curati e poi affidati; da maggio a settembre 2010 una media di 10-15 gatti sono stati curati, svezzati e poi adottati mentre, per i cani, si parla di circa 20 cani salvati dal 2006 ad oggi. Il lavoro dell’associazione, infatti, mira ad eliminare i randagi, aumentando il numero degli animali domestici. Purtroppo, come specifica la presidente “è stato fatto molto sul campo, per gli animali, ma poca informazione a livello territoriale e, su questo punto vogliamo lavorare, poiché il volontariato ed il tesseramento rappresentano l’unica alternativa possibile per i nostri amici a quattro zampe”. Ad oggi, la disponibilità sul C/C postale dell’associazione è di circa 7.500 euro, oltre al denaro investito in assistenza agli animali e nella prima costituzione del canile sanitario, mentre il ricavato della Mostra del Bastardino è stato di 1.170 euro. Chi chiamare se trovate un animale randagio o ferito? I contatti del Rifugio Onlus sono: 346 8784366 per emergenze; 327 7522912 per informazioni o su facebook “Il Rifugio”. L’Associazione, inoltre, ringrazia sentitamente tutto il suo staff per l’attività svolta, il Dott. Gianni Giannetti per l’assistenza veterinaria che ha prestato e presterà in futuro, i negozianti di Lamporecchio che hanno contribuito alla realizzazione della Mostra del Bastardino, gli sponsor, i partecipanti e tutti i tesserati che ancora oggi sostengono il suo operato e… vi aspetta per realizzare un vero rifugio per i nostri amici animali! ciazione S. O. S. quattro zampe, passata allo stato di Onlus come Associazione Il Rifugio. La presidente dell’associazione Luana Morelli inaugura con queste parole l’apertura della mostra, che ha visto la partecipazione di ben 38 meticci e 27 cani di razza (nonostante le condizioni climatiche non proprio favorevoli): “(…)la nostra associazione ha tenuto la propria assemblea pochi giorni fa e vogliamo rilanciare la nostra attività: più informazione e più formazione, dei volontari ma anche di voi, proprietari di cani e gatti, per essere sempre più pronti a capirne i bisogni; inoltre vogliamo ripartire per la realizzazione del rifugio per gli animali, randagi ed abbandonati (…)”. Queste poche e chiare parole sintetizzano gli intenti dell’associazione, nata a luglio 2006 dalla passione di persone come Luana Morelli, Silvia Parini, il Dott. Gianni Giannetti e altri, sensibili alle problematiche – come il randagismo, l’incuria, il maltrattamento e l’abbandono – dei nostri amici a quattro zampe, cani o gatti. L’obiettivo dell’associazione è la realizzazione di una struttura di prima accoglienza (e non di un canile o di un gattile, n. d. r.) dove gli animali possano restare fino a un massimo di 60 giorni, il tempo necessario per essere curati e per trovare un padrone o, viceveversa, per prendere la strada per il canile o il gattile. Il terreno adibito a questo progetto è l’area posta dietro il depuratore di Via Volta a Lamporecchio, concessa in comodato d’uso all’associazione, che è riuscita ad ottenere l’approvazione del progetto per un canile sanitario, che avrà la forma di una struttura architettonica flessibile e leggera costituita da due box “Chi non ha mai posseduto un dove verranno posti i cani o i gatcane, non può sapere cosa signiti. Il preventivo per ogni box è di 6300 euro. Che tipo di fichi essere amato” (Shopenauer) prestazioni sanitarie verranno effettuate nel rifugio? Nel Maddalena Mirandi rifugio verrà posto il cane in convalescenza in at- ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 17 Lamporecchio omenica 10 ottobre 2010, nella ChieD sa di S. Stefano, si è insediato il nuovo parroco delle parrocchie di Lampo- Due nuovi personaggi di spicco sono entrati a far parte della nostra comunità: il nuovo parroco Don Andrea Mati e il nuovo Dirigente Scolastico Prof.ssa Daniela Mancini recchio e Orbignano, Don Andrea Mati. È stata una bellissima giornata di festa per tutta la comunità di Lamporecchio, la S. Messa delle 11 è stata celebrata dal Vescovo di Pistoia S.E. Mons. Mansueto Bianchi ed erano presenti le autorità civili e le associazioni di volontariato, con in testa il sindaco Giuseppe Chiaramonte. Molte anche le presenze di comuni cittadini provenienti dalla Ferruccia(dove Don Andrea ha esercitato le sue prime esperienze di sacerdozio in aiuto al locale parroco Don Enrico Petrelli), a testimonianza dell’affetto che il giovane prete in poco tempo si è saputo meritare. Durante la celebrazione, Don Andrea ha chiesto la collaborazione dei parrocchiani ed ha sottolineato la sua disponibilità all’ascolto. La solenne cerimonia è stata seguita da una festa, alla quale ha partecipato tutta la cittadinanaza. Come primo gesto, Don Andrea ha detto di voler subito andare a visitare gli ammalati del paese per far sentire il conforto della fede attraverso la sua presenza. Ci sembra doveroso ringraziare Padre Oscar che in questi mesi di “vacatio” ha ben interpretato il suo ruolo di guida spirituale. A questo punto, come “Orizzonti”, non ci resta che accogliere il nuovo parroco con un caloroso benvenuto L’Istituto Comprensivo di e fargli i nostri più sinceri auguri Lamporecchio ha un nuovo di buona permanenza a Lampodirigente scolastico. recchio. Si tratta della professoressa Daniela Mancini. Una preside a metà servizio, in quanto impegnata con altre scuole medie superiori di Empoli. A Lamporecchio sarà presente due giorni la settimana (sempre il lunedì e qualche mercoledì) e sarà possibile incontrarla, prendendo un appuntamento attraverso la segreteria della scuola. La professoressa Daniela Mancini, che conosce bene la realtà di Lamporecchio, essendo nativa di Cerreto Guidi, ha detto che intende promuovere tutti quei progetti scolastici che valorizzano l’ambiente circostante e ringrazia il sindaco Giuseppe Chiaramonte e la Giunta comunale per la disponibilità dimostrata. COMPRAVENDITA AFFITTASI CESSIONI AZIENDALI Pag. 18 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 AGRARIA MONTALBANO DOVE PUOI COLTIVARE LA TUA PASSIONE S “NON SARÀ SOLO UN’AVVENTURA” ono 3 anni proprio in questi giorni che abbiamo avviato l’esperienza della Agraria Montalbano. Andando controcorrente e sfidando luoghi comuni e tante sicurezze, possiamo affermare ormai di essere un’impresa consolidata nel panorama locale. Certo, abbiamo voglia di mettere in discussione certezze acquisite provando ad ampliare i settori di intervento, entrando in contatto con nuove realtà e il nostro dinamismo ci fa esplorare nuove strade. Ma rimaniamo con piedi e testa ancorati alla terra, la nostra terra e i nostri agricoltori che dobbiamo ringraziare ancora una volta per la grande fiducia che ci accordano e che ci ha permesso di superare tante difficoltà. Sappiamo cos’è l’economia di mercato e come e quanto siano cambiati i tempi e di come anche in un settore tradizionalista come l’agricoltura ormai occorra sempre di più capacità organizzativa, competenza tecnica e onestà intellettuale per essere all’altezza della situazione. Forse è proprio per questo che questa azienda continua la propria crescita. Della serie ”tranquilli, siamo piccoli ma cresceremo”. E intanto una delle più grandi gioie è entrata anche nei nostri locali: il 3 ottobre è nato Gabriele e con il suo arrivo è cresciuto di numero il gruppo dei sostenitori dell’Agraria Montalbano e a dire il vero già questa notizia basterebbe a darci una grande soddisfazione ma tornando allo scopo principale di questa pagina, vogliamo segnalare i buoni risultati dei numerosi vignaioli che, sfidando un’estate capricciosa e abitudini consolidate, si sono confrontati con le nostre proposte tecniche e hanno realizzato una buona vendemmia con risultati che solo due mesi prima dubitavano di raggiungere. La particolare attenzione a ricercare nuovi prodotti tecnici ci ha permesso di dare un contributo vero alla buona riuscita di questa vendemmia. Negli oliveti le prospettive di raccolto, nonostante i massicci attacchi di mosca olearia che hanno colpito numerose zone del nostro comprensorio, sono buone; dai nostri sopralluoghi sono emersi anche attacchi tardivi di tignola oltre ad un numero ben superiore rispetto agli anni passati di attacchi di mosca olearia. A tal proposito il consiglio che possiamo dare è quello di anticipare il raccolto, naturalmente stando sempre attenti ai limiti di carenza dei prodotti antiparassitari usati (che – lo vogliamo ricordare ancora – per i più comuni insetticidi sono di 30 giorni). Dario Bechini Da ricordare SI SEMINA: in serra: da fine agosto: lattuga da serra, ravanelli, bietola, rucola, valeriana. in pieno campo: bietola, carote, cavolo rapa, cicoria di Treviso, ravanelli, fagiolini, spinaci estivi, radicchio da taglio, cipolle bianche; da fine agosto, si semina la cipolla di Tropea. SI TRAPIANTA: in pieno campo: porri, cavolo fiore, verza, scarole, indivie, cicorie, cavolo Bruxelles, finocchi, fragole frigoconservate. SI RACCOGLIE: in pieno campo: pomodori, melanzane, peperoni, lattughe, cipolle, patate, agli, fagioli da sgranare, zucchine, cetrioli, ravanelli, fagiolini, barberosse, radicchi, meloni, cocomeri; da fine agosto: rucola, cardi, radicchi, zucche. IN GIARDINO: si eliminano le erbe infestanti e si apporta adeguata irrigazione e, da fine agosto, si procede alle potature verdi e alle cimature delle piante sempreverdi. NEL PRATO: godetevelo. Ma alla fine di agosto, se volete o dovete effettuare un taglio dell’erba e siamo in presenza di siccità, alzate il taglio a 4,5 – 5 cm. Fiocco azzurro in casa da Dario e Martina. Il giorno tre ottobre è nato Gabriele. Al neonato ed ai genitori, ( nostri carissimi amici), tanti auguri e congratulazioni per il felice evento da tutta la Redazione di Orizzonti. NEL FRUTTETO: anche nel frutteto si passa alle varie raccolte: susine, pesche, pere, mele estive; da fine agosto: uva da tavola, fichi, melograne. IL PROVERBIO DEL MESE: “Se piove tra luglio e agosto, piove miele, olio e mosto”. Naturalmente, per le esigenze di ognuno, siamo a disposizione per sopralluoghi in azienda e per consulenze personalizzate presso la nostra sede in Via P. Togliatti, 334 a Lamporecchio ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 19 LA POSTA DI “ORIZZONTI” Dalle tante segnalazioni arrivate in redazione, a nome dei cittadini di Lamporecchio, portiamo all’attenzione degli amministratori e della società civile alcuni problemi: 1) Cani e controlli: “Mi capita spesso di attraversare i giardini che si trovano tra le scuole elementari e la COOP, Vi chiedo perché la gente porta a spasso i cani impunemente (a volte anche sciolti!) anche se ci sono cartelli ben evidenti che lo vietano? Vigili fategli una bella multa!” Giuseppe 2) Complimenti e attenzione alla nostra storia: “Ciao Massimo. Complimenti a Michela Cammili per l’articolo su Pistoia sotterranea. Troppo spesso trascuriamo le cose interessanti, che forse, sbagliando, ci sembrano meno interessanti perché troppo vicine. Saluti”. Marco Ravagli 3) Cimitero inaccessibile per i disabili: “Spett.le Direttore di Orizzonti, le scrivo per segnalare che sono anni che i cittadini chiedono uno scivolo per consentire l’accesso ai disabili nel cimitero di Lamporecchio. Visto che fino ad oggi nessuno ha fatto niente...speriamo ci riesca Orizzonti!” Fabrizio 4) Bambini e Pediatri: “Gentile Redazione di Orizzonti, vorrei fare un appunto su una cosa molto importante. Sono mamma di due bambini in età pediatrica e avendo un’attività al pubblico, parlo spesso con altre mamme. Una mia cliente mi ha informato che, essendo arrivata la pediatra definitiva, alla Casa della Salute le hanno detto che siamo obbligati ad andare alla USL della Vergine dei Pini o a Larciano al pubblico soccorso, per la scelta di questa. Nessuno ci ha informato, o meglio chi lo doveva fare non lo ha fatto! E poi chiedo..quando ci viene rifiutato un appuntamento perché non ce ne sono più o magari un bimbo si sente male dopo l’orario di prenotazione, un genitore che cosa deve fare? Forse un pediatra solo, in questo paese, può non bastare a soddisfare tutte le necessità , visto che i bambini sono tanti e saranno presto ancora di più, visto che tanti ne hanno le persone che sono venute recentemente ad abitare qui da altri paesi. P.S. Comunque ben arrivata alla nuova pediatra. Grazie - Una mamma - Lettera firmata. N.d.R. > su questo argomento, sono state date ampie informazioni in questo numero a pag. 22. 5) Le auto in centro vanno troppo veloci: “Perché in Via Gramsci le auto possono passare come fossero ad una gara di Formula 1? Pochi giorni fa, un furgone della TNT è passato ad una tale velocità che faceva paura, meno male che nessuno stava attraversando la strada. Chiediamo maggiore attenzione”. Una negoziante - Lettera Firmata 6)I problemi di Via Santa Brigida: “Spett.le Direttore, già era ed è difficile convivere con il problema piccioni che nessuno sembra abbia la minima volontà di risolvere. Adesso dal retro del mio negozio, cioè in Via Santa Brigida, anche lei può venire ad ammirare un bel transito di ratti, pantegane e simili. Inoltre, da alcuni giorni si è aperto un vecchio portone (chi è il proprietario??) dove è emersa una scala ripida che porta in un seminterrato dove c’è ogni tipo di rifiuto. Uno spettacolo indecente al quale credo l’amministrazione comunale, l’ASL o chi di dovere, debba porre rimedio con la massima urgenza, anche perché quella scala è pericolosa e potrebbe caderci un bambino o qualcuno che passa casualmente di li. Grazie” Lettera firmata e sollecitazione a risolvere il problema, comunicata anche da altri 2 negozianti. 8)Via Giusti, radice molto pericolosa: Ci è stata segnalata la presenza di 7) Ex cinema Berni: una radice affiorante molto pericolosa in “SIAMO IN GUERRA?” Via Giusti (nella foto) nei pressi del Bar .... attendiamo risposte. “La Perla”. Alcuni cittadini hanno chiesto la rimozione immediata perchè potrebbe causare rovinose cadute soprattutto a chi transita con Via S. Brigida e il portone un motofantasma rino. «Per q u e s t o problema abbiamo interpellato direttamente l’amministrazione comunale, che ci ha comunicato che tale strada è di competenza “provinciale” e più volte è stato sollecitato un intervento. Sarà cura del comune richiedere nuovamente alla Provincia di provvedere con urgenza» VUOI RICEVERE ORIZZONTI DIRETTAMENTE A CASA TUA? DIVENTA SOCIO E LA RIVISTA TI ARRIVERÀ COMODAMENTE PER POSTA contatta la Redazione allo 0573 803029 “DITELO ALLA REDAZIONE” Invitiamo i lettori a contattare, tramite posta o e.mail, la redazione di “Orizzonti” per segnalare problematiche, proposte o suggerimenti, daremo voce alle vostre idee ed alle vostre segnalazioni che saranno pubblicate in forma anonima nel totale rispetto della privacy - LE LETTERE DEVONO COMUNQUE ESSERE FIRMATE, ALTRIMENTI NON POTRANNO ESSERE PUBBLICATE - tel./fax 0573-803029 - e.mail: [email protected] - Pag. 20 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 Lamporecchio L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE rIsponde: 1) Orizzonti n. 21.... un chiosco all’interno dei “giardinetti”? - Risponde l’Assessore ai lavori pubblici e patrimonio artistico Simone Martini: “L’idea di un chiosco nel Parco dei Giardinetti merita certamente di essere approfondita. Le problematiche d’inserimento però non sono di facile soluzione, viste le norme di tutela che gravano sui giardini storici che limitano non solo le realizzazioni di manufatti, ma anche la destinazione d’uso degli stessi, nel rispetto e compatibilità dei luoghi tutelati. L’amministrazione si impegnerà a valutare comunque tale possibilità, anche attraverso l’inserimento di strutture temporanee a basso impatto e completamente reversibili che necessitino di minime infrastrutture fisse.” 2) Orizzonti n. 21.... disponibilità e richiesta contenitori per rifiuti speciali : “Ricordando che i cittadini possono recarsi negli appositi Uffici o rivolgersi all’Amministrazione per porre le loro domande senza dover passare attraverso un giornale, rispondiamo al quesito posto dalla consigliera Palandri e dalla signora Monica Manganelli. 1) Per ciò che riguarda il contenitore dei medicinali scaduti, risulta a questa Amministrazione che la Farmacia di San Baronto è stata dotata di tale contenitore da diversi anni 2) Per quanto riguarda i contenitori dei rifiuti speciali Publiambiente ricorda che: • aghi prodotti da utenze domestiche in caso di malattia cronica: se le cure vengono prestate da personale USL, tale personale è TENUTO a portare via tutto (aghi, garze, prodotti usati per medicazioni, ecc…). Se il paziente si fa le iniezioni da solo si consiglia fortemente di mettere in sicurezza gli aghi utilizzando un barattolo in vetro (es. marmellata) o plastica rigida (es. sapone per mani) e conferirlo nel contenitore grigio quando è pieno. Sporadicamente è possibile conferire tale materiale anche nel cassonetto (presso il comune) dei pannolini dei bambini e dopo al Centro di Raccolta (quando sarà aperto). Chi ha il contenitore speciale per i pannolini può conferire tali aghi (sempre ben chiusi nel barattolo) tramite quello. Non è possibile effettuare punti di accumulo sul territorio tramite contenitori speciali perché sono rifiuti urbani per i quali la normativa non prevede sistemi separati di raccolta. In caso di utilizzo occasionale di siringhe (influenza) preoccuparsi incappucciare correttamente l’ago e conferirlo nel contenitore grigio. • La raccolta dei toner usati è in fase transitoria perché Publiambiente sta sostituendo la ditta che effettuava questo servizio con un’altra. Nel prossimo numero daremo informazioni puntuali e dettagliate.” 3) Orizzonti n. 21.... Fiera Lamporecchio, perché chiudere il traffico al mattino? - Risponde l’Assessore alle attività produttive, Polizia municipale, commercio... Alberto Tellini: “Scusandoci per il disagio creato in occasione della Corsa Ciclistica durante la Fiera annuale cercheremo, per il prossimo anno, di ritardare il più possibile la chiusura delle vie centrali, pur dovendo tener conto dei problemi organizzativi che richiede tale manifestazione.” E’ stata completata un’opera che permetterà a circa 60 utenze di usufruire di un servizio fortemente atteso. Il matrimonio in teatro? A Lamporecchio si può!! Sposarsi in un luogo particolare e scenografico è desiderio di molti: quale miglior posto allora di un teatro carico di storia e velluti? A Lamporecchio è possibile celebrare matrimoni civili al Teatro Comunale! Se il matrimonio è il giorno che deve essere vissuto da protagonisti, quale luogo migliore di un palcoscenico, un ambiente suggestivo in grado di lasciare un ricordo indimenticabile del giorno più bello della vita. Forse non tutti sanno che è possibile noleggiare il ristrutturato Teatro Comunale di Lamporecchio per tale scopo, la richiesta deve essere fatta almeno 15 gg prima dell’evento. Il soggetto richiedente, dopo aver verificato con il Comune la disponibilità della struttura per la data scelta, compilerà una richiesta scritta che verrà protocollata. Gli addobbi saranno predisposti dagli sposi a proprie spese e successivamente dovranno essere rimossi. Il Comune di Lamporecchio, con delibera di Giunta n. 130 del 6 Novembre 2009, ha disposto che per la Celebrazione dei matrimoni presso il Teatro Comunale venga pagata una tariffa di € 300 + IVA tot. € 360, necessaria per rimborso spese. -----------------------------------------------------------COMUNICAZIONI Venerdì scorso è stata attivata la rete di metanizzazione recentemente realizzata in via Matteotti, via Minghetti e località Spicchio. Un progetto che rientra nella programmazione pluriennale di estensione della rete di metanizzazione che negli ultimi anni ha visto la positiva e fattiva collaborazione tra il Comune di Lamporecchio e l’Azienda Toscana Energia Spa. ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 21 Lamporecchio Q “IL PAESE DI OZ” un progetto educativo rivolto a uesto progetto nasce dalla collaborazione fra Scuola - Amministrazio- ragazzi e famiglie ne Comunale - Operatori di associazioni ASSESSORATO ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE collegate all’ASL 3-zona Valdinievole e la DEL COMUNE DI LAMPORECCHIO Società della Salute. “Il Paese di Oz” è la realizzazione di un bisogno educativo condiviso da molte SONO APERTE LE ISCRIZIONI AL PROGETTO famiglie del nostro comune: un luogo che posEDUCATIVO “IL PAESE DI OZ” a.s. 2010-11 sa accogliere i ragazzi durante il pomeriggio, VI ASPETTIAMO NUMEROSI dove si possono fare esperienze educative culturali e sportive, dove vi siano amici per condividere l’esperienza. Tutto questo è “Il Paese di Oz”: un SEDE: le attività si svolgono presso l’Istituto Comprencentro di attività pomeridiana extrascolastica dove sivo di Lamporecchio (il momento del pranzo presso la i ragazzi tra i 6 ed i 14 anni, guidati da due educa- sala mensa della scuola Primaria e le attività presso la tori, svolgono i compiti e seguono attività di labo- scuola Secondaria) ratori creativi e sportivi. Le attività creative spesso s’intrecciano con quelle proposte in orario scolastico ORARI: il lunedì e il mercoledì dalle 12,40 alle 17,30 - il martedì e il giovedì dalle 12,40 fino alle 17,00 così da realizzare percorsi condivisi nei quali i ragazzi sperimentano il loro essere protagonisti attivi e LA FREQUENZA: dovrà essere di minimo due giorni costruttori del loro apprendere ad essere e a saper settimanali fare. Tutte le attività proposte tendono a favorire la comunicazione interpersonale, l’aggregazione ed il ATTIVITÀ E LABORATORI: ogni giorno sono presenti confronto con gli altri. Negli anni questa realtà edu- due educatori che seguiranno il gruppo dei ragazzi in tutcativa è divenuta un esempio costruttivo della con- te le attività previste: un primo spazio dedicato ai comvivenza tra individui diversi per cultura, religione ed piti e l’altro a giochi strutturati e laboratori creativi e/o abilità: “Il Paese di Oz” si è caratterizzato come il sportivi. Le attività creative svolte durante l’anno sono luogo dove l’incontro di queste diversità si trasfor- essenzialmente finalizzate alla realizzazione di un progetto allargato a tutto l’Istituto Comprensivo di Lampoma nella meravigliosa e semplice magia del cresce- recchio. re serenamente insieme, giocando e confrontandosi sulle attività che di volta in volta vengono proposte. DURATA: le attività inizieranno indicativamente il 15 noLe attività de “Il Paese di Oz” che si svolgono presso vembre 2010 e termineranno il 26 maggio 2011 l’Istituto Comprensivo di Lamporecchio inizieranno indicativamente il 15 novembre 2010 e termine- SERVIZI: per permettere la partecipazione al progetto ranno il 26 maggio 2011. Ilo progetto è comple- è possibile usufruire del servizio di mensa e trasporto tamente gratuito, eccetto il costo del pasto che scolastico, come già precedentemente richiesti è a carico delle famiglie. Come tutte le cose belle anche “Il Paese di Oz” ha una piccola spina: può ISCRIZIONI: le iscrizioni sono già aperte e scadono l’11 novembre 2010 (termine tassativo) presso accogliere solo 50 bambini che si alterneranno dal l’U.R.P. (Ufficio relazioni con il pubblico) del Comune di lunedì al giovedì. Lamporecchio dal lunedì al venerdì dalle ore 09,00 alle 13,00. Il sabato dalle 09,00 alle 12,00 ESAME DOMANDE: una commissione esaminerà le richieste pervenute tenendo conto delle esigenze didattiche, familiari, di particolari problematiche sociali e di quant’altro necessario al raggiungimento degli obiettivi del progetto AMMISSIONE AL PROGETTO: l’ammissione o meno al progetto, nonché la data d’inizio, saranno comunicati a cura del competente Ufficio in forma scritta direttamente alla famiglia. COSTO: il progetto è completamente gratuito, eccet- Studio e divertimen- to l’eventuale costo del pasto che è a carico delle famito al “Paese di OZ” glie. Pag. 22 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 Larciano “STRAGIOCHIAMO” una importante iniziativa che ha coinvolto i nostri ragazzi a cura dell’Assesore ai servizi sociali Fabrizio Falasca l giorno 26/09/2010 si è conclusa ire economicamente alla l’iniziativa“STRAGIOCHIAMO”. Un trasferta, hanno supgruppo di bimbi di Larciano, accomportato i loro figli con la pagnati dai genitori e dall’Assessore loro presenza discreta ai Fabrizio Falasca, hanno disputato le fimargini dei campi spornali dell’iniziativa sportiva “STRAGIOtivi, istaurando con loro CHIAMO” nel Comune di Marrubio in un legame affettivo profondo. È stato un provincia di Oristano in Sardegna. trionfo e una valorizzazione della faSi ricorda che la prima tappa di “stramiglia, dello sport e delle istituzioni che giochiamo” si è svolta qui a Larciano con la presenza e l’accompagnamento dove ha visto la partecipazione spordell’Assessore ha dimostrato la vicinantiva di circa 200 bimbi za e l’amicizia che l’istituzione frequentanti le scuole “ COMUNE “ ha verso i propri dell’infanzia, primarie cittadini. Un ringraziamento da e secondarie di Larparte di questa Amministraziociano. Il premio per i ne, oltre che ai bambini e fafinalisti è stato quello miglie, va all’Amministrazione di poter partecipare di Marrubiu nella persona del alle finali in SardeSindaco e dall’Assessore allo gna. Sport e Pubblica Istruzione. La La squadra di Larsperanza è che questa bellissiciano anche se non ma esperienza di vita si possa vincitrice delle finali ripetere anche l’anno prossimo si è ben classificaperché e un evento bellissita è ha dimostrato di mo che merita di svilupparsi aver capito lo spirito ancor di più nel nostro terdell’iniziativa: lealtà, ritorio. La conclusione dell’inisolidarietà e comziativa è stata riportata nella petitività. Difatti il seduta del Consiglio Comunale loro comportamendi Martedi 28 u.s. Dove ha visto to nelle varie attività l’intervento del Sindaco Antonio sportive è stato soliPappalardo, dell’Assessore alle politiche dale tra i componenti Sociali il quale testualmente ha detto «È del gruppo sportivo, si stata un’esperienza di Vita per i ragazzi è sviluppato un gioco e anche per i genitori, oltre a servire a collettivo e non inloro a formargli una cultura ed etica spordividuale, rispettantiva che tanto manca nella nostra società. do l’avversario, non Non ho parole per ringraziare tutti, Fadimenticando che si miglie, ragazzi, funzionari del comune e trattava di un gioco e sopratutto il Comune di Marrubiu che non di una battaglia, tanto ha fatto per ospitarci. Niente di più come spesso avviene bello poteva essere fatto, oggi come mai in generale in altre servono queste iniziative, per formare le gare sportive. Indigenerazioni future in grado di trasferire i spensabile è stato principi e valori fondamentali per vita» e l’aiuto e la partecipadi un genitore che a nome di tutti gli altri zione dei genitori, ha espresso i loro ringraziamenti e la che oltre ha contribusoddisfazione dell’iniziativa. I ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 23 Larciano Storia e presente di un concorso di pittura: A “Il Cinghiale” - (I PARTE) nche questo settembre, per il XII anno, si è tenuta nel periodo della Fiera di Larciano la riedizione del Concorso di pittura “Il Cinghiale”. La manifestazione, nata nel 1967, fu promossa da un comitato organizzatore composto da Romolo Bagnoli, Roberto Balducci, Giuseppe Blaugero, Fortunato Ciattini, Andrea Dami, Giulio Fedi, Graziano Mazzei, Mario Silla Monti e Giuseppe Spinelli. Come scriveva nella presentazione alla prima edizione il dottore farmacista Atto Monti, la mostra-concorso si proponeva di “portare la pittura incontro al popolo, stimolarne la curiosità per sollecitarne il godimento”. “Quanta gente”, continuava il presidente di giuria, “specie fra le popolazioni rurali, non s’è mai fermata davanti ad una tela o ad un affresco, non ha mai goduto la gioia della comunione col pensiero di un artista, che è anche fruttuosissimo arricchimento dell’animo”. Le parole del Monti si inserivano all’interno di una riflessione più generale su un paese di provincia, ricco di attività produttive già affermate (gli scopifici), che già in quegli anni vivevano un primo rallentamento della produzione dovuto a “ragioni di concorrenza e altre ancora” e di altre nascenti in ascesa (calzifici, fabbriche di scarpe, ciabatte e stracci). La scelta del nome da dare al concorso cadde sull’antico simbolo del castello di Larciano: il cinghiale. Lo stemma è tutt’ora visibile all’interno della pieve di S.Silvestro a Larciano Castello: un esempio marmoreo si trova sul fonte battesimale (1532), a sinistra dello stemma mediceo; l’altro è dipinto su una semicolonna alla sinistra dell’altare maggiore e, nonostante sia parzialmente nascosto dall’effige di San Giovanni di Dio, è possibile leggere il motto riportato al di sotto della figura. La formula (“Patronatus Cumunitatis Larciani”) testimonia la sua antica origine; il latino usato, infatti, è un latino decaduto risalente indicativamente all’alto medioevo (il termine in latino corretto sarebbe stato “comunitatis”). Probabilmente fu proprio il parroco di Larciano a stilare il motto, poiché il vocabolo “patronatus” sembra appartenere al diritto canonico. Per quanto riguarda la scelta del simbolo del cinghiale si sostengono più ipotesi. La più accreditata vuole che di Michela Cammilli le pendici del colle di Larciano, così come tutto il Montalbano, fossero anticamente disabitate, coperte da fitti boscaglie e affollate da branchi di cinghiali, al punto di identificare il colle di Larciano come “il colle del cinghiale”. Con l’aumento della popolazione e lo sviluppo della coltura dell’olivo, a discapito della boscaglia, la presenza del cinghiale diminuì sensibilmente. Alternativamente, l’iconografia del cinghiale potrebbe avere valenza simbolica; questo animale, infatti, è rinomato per la sua spietata e istintiva avversione nei confronti dei rettili, che caccia, dilania e mangia con estrema ferocia. Il fonte battesiNon è da escludere, quindi, che l’emblema vomale nella pieve di S. Silvestro lesse richiamarsi a questa particolare attitudi(Larciano ne nei confronti del serpente, atavico simbolo Castello) di ogni male e peccato. La prima edizione del premio era definita “estemporanea” perché i pittori avrebbero dovuto rappresentare, nell’arco di due giornate (sabato e domenica) scorci o scene di vita del territorio larcianese. Il regolamento prevedeva che i partecipanti si presentassero nei giorni stabiliti presso la segreteria del comitato organizzatore per timbrare i supporti bianchi e che li riconsegnassero nel tardo pomeriggio della domenica; era concessa qualsiasi tecnica (olio, tempera, acquerello, disegno e incisione), così come la timbratura di Lo stemma con il più supporti, anche se una sola opera sarebbe cinghiale sul fonte stata destinata alla mostra. Nel caso in cui le battesimale (pieve di S. Silvestro, condizioni atmosferiche non avessero consenLarciano Castello) tito di dipingere all’aria aperta, il concorso sarebbe stato rinviato al sabato e alla domenica successivi. Potevano partecipare al concorso tutti gli artisti italiani e stranieri residenti in Italia, anche se la prima edizione del premio vide la partecipazione di pittori provenienti in prevalenza dalla Toscana. L’opera vincitrice fu quella di Donatello Bertocci, raffigurante la rocca di Larciano che campeggiava sui rilievi sottostanti coperti di olivi, il tutto soffuso dalla nebbia mattutina. La giuria, composta da sei membri e presieduta da Atto Monti, assegnò sette premi in denaro; i primi tre furono finanziati dal Comune di Larciano e gli altri dagli sponsor. Trattandosi di premiStemma di Larciano Castelacquisto, ogni dipinto diventava proprietà lo e simbolo del concorso dello sponsor che aveva offerto la quota Pag. 24 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 Segue: “Il Cinghiale” un fiore all’occhiello per il comune di Larciano relativa ai premi in successione. Il regolamento ha sempre previsto che il primo premio fosse offerto dal Comune di Larciano, con lo scopo di riunire tutte le opere vincitrici delle varie edizioni all’interno dell’edificio comunale, andando a creare una sorta di mostra permanente per la collettività. La novità della seconda edizione (1968) fu che ogni artista presentasse anche un’opera di studio a chiarimento del suo lavoro estemporaneo, anche se alla gara erano ammesse soltanto le opere ex Lo stemma (parzialmente tempore. Vi parteciparono nomi nascosto) all’interno della conosciuti della pittura contempieve di San Silvestro poranea provenienti da numerose regioni, delineando così il carattere nazionale del concorso. Dal 1969 (III edizione) si iniziarono al premiare sia le opere di studio che quelle estemporanee e ogni pittore poteva partecipare indistintamente a uno o ad ambedue i concorsi. In quell’anno fu pubblicato l’unico cata‘Il tavolo rosa’ di Pier Luigi Allelogo completo relativo grini, vincitore sezione ‘Opere di alla rassegna; oltre alla studio’ del 1969 storia de “Il Cinghiale” e del suo logo, vi erano riportati i nomi di tutti i partecipanti e dei vincitori, con le immagini bianco e nero dei dipinti premiati. Una curiosità relativa all’edizione del 1969 è la presenza di un giovanissimo espositore, Ugo Nardelli, di appena sei anni; tra l’altro, la sua opera si mise in evidenza e gli fu assegnata una delle medaglie d’argento. Nel regolamento del 1971 comparve per la prima volta la richiesta di una quota di partecipazione al concorso; anche attualmente la manifestazione si autofinanzia con le iscrizioni dei singoli artisti. Al momento della compilazione della scheda di adesione l’autore doveva indicare, oltre che le proprie generalità, anche il prezzo per un eventuale acquisto delle sue opere. Nell’invito del 1978 si diceva, addirittura, che “dal comitato organizzatore è stata svolta opera di sensibilizzazione verso varie famiglie del comune al fine di indurle ad acquistare opere esposte in mo- stra” e si presumeva che vi sarebbero stati molti probabili acquirenti. Anche adesso, nelle sere della mostra e nei giorni successivi, non è raro che si presentino persone interessate alle opere esposte. Le speranze dei primi promotori de “Il Cinghiale” sembra che non siano state affatto deluse. Nel 1971 la galleria d’arte “Art Gallery 70”, situata a Pistoia in via Porta al Borgo, offriva ai primi cinque vincitori della sezione “Opere di studio” la possibilità di una mostra collettiPrima brochure del concorso, va della durata di due 1967 settimane, allestita nel mese seguente. Negli anni compresi tra il 1973 e il 1977 o forse proprio nel 1978 fu introdotta l’ultima sostanziale modifica al concorso, ovvero l’ammissione di sole opere di studio. Le motivazioni di tale scelta credo vadano cercate sia nel maggiore impegno organizzativo richiesto da un concorso estemporaneo, sia nella necessità di un budget adeguato per sostenere due sezioni di gara distinte. Non nego che sarebbe stimolante vedere il paese di San Rocco, la campagna dei dintorni e il colle di Larciano ospitare di nuovo artisti impegnati a trasporre sulla tela il loro “sentire Larciano”, in stili e metodi tanto eterogenei quanto lo sarebbero le loro personalità. -FINE PRIMA PARTE- segue il prossimo mese • Per le ipotesi sullo stemma di Larciano Castello cfr. Atto Monti, “Il Cinghiale” in “3° Concorso di pittura-Premio Comune di Larciano”, La Toscografica, Empoli, 1969. • Ringrazio Don Agostino Cecchin, parroco della pieve di San Silvestro di Larciano Castello. • Un sincero ringraziamento a Valter Viti, presidente della manifestazione, che ha messo a mia disposizione la sua personale raccolta di inviti relativi alle prime edizioni del concorso di pittura. Michela Cammilli ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 25 OFFERTA BENVENUTO Prova la nuova tecnologia approfittando di questa esclusiva! MENO IL 50% SU UN TRATTAMENTO VISO o CORPO ...valido per tutto il 2010 il buono non è cumulabile VISO - Trattamento delle rughe - Rilassamento della pelle, lassità cutanea - Ringiovanimento generale del viso - Effetto lifting naturale - Azione contro acne e pelle impura - Miglioramento generale della qualità della pelle CORPO - Cellulite - Adiposità localizzata - Rassodamento cutaneo corpo e seno - Miglioramento generale della qualità della pelle - Massima efficacia in assoluta sicurezza I benefici sono evidenti subito dai primi trattamenti, con effetto progressivo durante le sedute ed i mesi successivi. Pag. 26 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 Larciano I PADULE DI FUCECCHIO «Lungo le rotte migratorie» in lizza per il Panda d’oro Il WWF seleziona il progetto per l’oscar della biodiversità l Padule candidato all’oscar della biodiversità. La riserva del Padule di Fucecchio è stata selezionata tra i sette candidati per il Panda d’oro 2010, premio nazionale conferito dal Wwf alle migliori iniziative sulla biodiversità. Per essere più corretti, a concorrere per il prestigioso premio è il progetto “Lungo le rotte migratorie”, realizzato in Padule dalla provincia con il contributo scientifico del Centro di ricerca e documentazione del Padule. La candidatura rappresenta un motivo di orgoglio e una cassa di risonanza per l’area, che nell’arco di circa dieci anni è stata restituita all’equilibrio della natura grazie alla sinergia dei numerosi enti coinvolti. Tra questi, oltre la provincia ed il Centro, anche la Regione Toscana (cofinanziatore del progetto), il Consorzio di Bonifica, enti locali e privati. Ricordiamo che il prestigioso riconoscimento sarà assegnato il 29 ottobre anche sulla base di un voto popolare, che è possibile inviare all’associazione attraverso il sito www.wwf.it (N.d.R. quando Orizzonti uscirà non sarà più possibile votare, perché la scadenza ha la data del 18 ottobre). Entusiasmo per la notizia da parte del presidente del centro di ricerca, Luigi Turini, e dell’assessore provinciale all’ambiente Rino Fragai. Larciano “Il Padule è una realtà importante che sta finalmente emergendo a livello nazionale, - il commento dell’assessore Fragai - grazie a questa candidatura spero in un grande ritorno d’immagine per tutta l’area”. Proiettato nel futuro pure il presidente Turini: “Abbiamo lavorato e combattuto tanto per la protezione di quest’area. Adesso il nostro prossimo obiettivo è quello di realizzare presto il nuovo centro visite, progetto elaborato in sinergia tra pubblico e privato, con il fondamentale contributo della famiglia Alfano, che ha donato i terreni. Il Panda d’oro è un premio prestigioso, ma il Padule in passato ha ricevuto anche un altro premio, di grande valore affettivo, direttamente da Indro Montanelli”. Ricordiamo che il progetto selezionato ha coinvolto le aree umide della Toscana settentrionale con importanti interventi di ripristino dell’habitat palustri. L’obiettivo è quello di rendere naturale l’area protetta, idonea ad ospitare numerose specie vegetale e animali, in particolare l’avifauna. L’area protetta pistoiese è stata caratterizzata fin dall’inizio da una gestione molto attiva finalizzata a promuovere la conservazione della diversità biologica, la ricerca scientifica e la fruizione da parte del pubblico. : presentato il libro “Il Padule era la nostra fabbrica” All’interno dei locali del Centro Visite di Castelmartini è stato presentato il libro intitolato “Il Padule era la nostra fabbrica. Economia e ambiente del Padule di Fucecchio nel primo novecento” Sono intervenuti il sindaco di Larciano Antonio Pappalardo, il presidente del Centro RDP del Padule di Fucecchio, Luigi Turini, il professore ordinario di Geografia Storica all’Università di Firenze, Leonardo Rombai e l’autore del libro Valerio Santini. L’iniziativa è stata promossa dell’assessorato alla cultura del comune di Larciano e dal Centro di Documentazione e promozione del Padule d Fucecchio. Questo nell’ambito della campagna promossa dalla Regione Toscana denominata “Tipi da biblioteca” che aderisce a quella nazionale, organizzata dal Ministero per i beni culturali “Ottobre piovono i libri”. L’autore Valerio Santini, nato a Empoli nel 1983, si è laureato in Storia e Civiltà all’Università di Pisa. Nell’anno 2010 ha concluso il master in Sviluppo sostenibile e gestione dei sistemi ambientali presso l’Università di Bologna. Nella copertina del libro l’autore spiega molto bene il contenuto dell’elaborato la natura del Padule di Fucecchio, la più estesa area umida interna italiana, assume tratti spesso “diversi” ma suggestivi e misteriosi, i confini tra acqua e terra sono labili e indefiniti. A questo caratteristico assetto naturale si dovevano l’originalità e la particolarità dell’economia locale, fondata su attività secolari quali la navigazione interna, la caccia, la pesca e infine la raccolta e la lavorazione delle erbe palustri. Di tali attività si legge nel volume presentato, attraverso fonti bibliografiche, archiviste e iconografiche, ma soprattutto grazie alle interviste rilasciate da uomini e donne nati nella prima metà del secolo scorso, ultimi testimoni dell’economia “paludana”. Massimo Mancini ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 27 Larciano : “PULIAMO IL MONDO” - una iniziativa dell’Assessore all’ambiente del Comune di Larciano, Sandro Magrini l Comune di Larciano, Identi, come negli anni preceha dedicato un’atten- zione particolare a “Puliamo il mondo”, organizzata nell’ambito dell’iniziativa di Legambiente su scala nazionale. Gli alunni di tutte le scuole del Comune sono stati coinvolti nelle attività di pulizia e conoscenza dell’ambiente che li circonda, con un programma articolato su due giorni, 25 e 26 settembre, dalla scuola materna alle elementari fino alle medie, con la collaborazione dell’Istituto Comprensivo Francesco Ferrucci. Il Comune, con la collaborazione dell’Oleificio Cooperativo Montalbano, di Publiambiente e della Coop. Vinicola Chianti Montalbano, ha fornito a tutti i ragazzi l’attrezzatura per raccogliere i rifiuti. Le attività sono state organizzate tenendo conto dell’età dei ragazzi: le scuole materne hanno “lavorato” nei giardini intorno all’istituto, quelli più grandi invece hanno intrapreso attività sempre più impe- Larciano gnative, fino alle ultime classi che hanno operato sul Percorso Salute. Come sempre, i ragazzi si sono buttati in queste attività con grandissimo entusiasmo, cogliendo l’opportunità molto seriamente. Anche quest’anno è stato raccolto molto materiale abbandonato per la nostra inciviltà, ma è stato rilevato che questi abbandoni sono in lenta diminuzione. Speriamo che la sensibilizzazione, a partire dai ragazzi a scuola fino a tutte le famiglie (anche tramite i nuovi metodi di raccolta dei rifiuti), porti ad un aumento costante della coscienza civica e della cura dell’ambiente, diminuendo il materiale abbandonato. Questa iniziativa rientra infatti nel programma che l’Amministrazione Comunale e l’Istituto Comprensivo stanno portando avanti per la sensibilizzazione dei ragazzi sulle tematiche della protezione dell’ambiente e della corretta gestione dei rifiuti. In questo ambito sono stati organizzati corsi di istruzione ed altri se ne terranno durante l’anno scolastico in corso. Per incrementare l’utilizzo dell’acqua pubblica e diminuire la produzione di rifiuti, è stata installata una fontanella all’interno dell’istituto scolastico, dove i ragazzi possono riempire le borracce (igieniche e lavabili) che verranno fornite loro. :“Inaugurata la nuova mensa scolastica” - parla l’Assesore alla Pubblica Istruzione Fabrizio Gabbanini on una semplice cerimonia di inaugurazione il 25 C settembre scorso il Sindaco del Comune di Larciano Antonio Pappalardo, accompagnato dall’Assessore alla Pubbilca Istruzione Fabrizio Gabbanini e dal Preside dell’Istituto Comprensivo F. Ferrucci Prof. Andrea Faini, ha tagliato nastro tricolore per la nuova mensa scolastica allestita presso la scuola primaria dell’Istituto Comprensivo F. Ferrucci. Una struttura nuova, moderna, comoda, scrupolosamente idonea alle esigenze degli alunni e dei propri insegnanti, che oltre ad essere un luogo in cui consumare un pranzo è un spazio accogliente che può favorire la funzione di educazione alimentare che le mense scolastiche dovrebbero avere. I pasti saranno debitamente preparati e confezionati dai Cuochi della cucina comunale di Biccimurri, e saranno trasportati in contenitori isotermici e con un autovettura dedicata unicamente a tale funzione in modo da garantire l’igiene e la qualità del menu. L’Amministrazione Comunale e in particolare l’Assessore alla P. Istruzione Gabbanini hanno fortemente lavorato e fortemente voluto questa nuova struttura e grazie della collaborazione di tutti, a partire dalla scuola: il Preside Dott. Andrea Faini e Responsabile Amministrativo della scuola Rita Desideri in prima fila, ma anche le insegnanti il personale ATA sempre disponibili per migliorare i servizi scolastici, è stato possibile realizzare la nuova mensa scolastica. In un momento in cui su più fronti gli enti locali devono quotidianamente confrontarsi con continui e indiscriminati tagli alle risorse pubbliche in particolare al mondo della scuola, il Comune di Larciano ha destinato importanti risorse economiche e umane per poter raggiungere il risultato credendo sull’importanza di una scuola pubblica all’altezza della missione assegnata. Pag. 28 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 Nella foto, il taglio del nastro da parte del Sindaco Winter Check Up! il tuo Bosch Car Service ti regala sicurezza 20% di sconto su tutti i ricambi in promozione offerta valida dal 11/10/2010 al 04/12/2010 Batterie Bosch prestazioni e affidabilità in qualunque condizione di utilizzo Spazzole Bosch visibilità, sicurezza e silenziosità di funzionamento garantite Lampadine Bosch efficienza e sicurezza nella guida Candele e candelette Bosch avviamenti immediati nel massimo rispetto dell’ambiente Filtri Bosch gamma completa per la protezione di motore e passeggeri Via C.A. Dalla Chiesa, 39 51036 LARCIANO (PT) Tel. 0573 849007 [email protected] Gli esperti in Viaggi di Nozze e non solo… Via M. 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I benefici sarebbero molti: raccolte le firme per chiedere il referiduzione dei rifiuti (bottiglie di plastirendum che ripubblicizzerà l’acqua, ca), risparmio di denaro per le famiglie togliendola ai privati. Alternativa per (a Lamporecchio il risparmio è arrivato Larciano – da sempre per l’acqua puba 120mila euro), miglioramento della blica - si è impegnata molto per tale qualità dell’acqua e sensibilizzazione iniziativa, raccogliendo oltre 400 firme sul valore dell’acqua. Infine, l’installadi cittadini. Un piccolo comune come il zione di fontane pubbliche nella piazza nostro ha così superato comuni molto del paese potrebbe contribuire a rivipiù grandi come Montecatini, Montatalizzarla, incrementando il numero di le, Serravalle, Pieve, Lamporecchio e persone che quotidianamente accedoMonsummano. no a negozi e bar e dando finalmente un senso all’inutile chiosco. In ConPrimi interventi su via Cecinese: siglio, la Giunta ha bocciato la nostra merito della petizione “L’inutile chiosco” proposta ma ha dovuto cambiare idea A dicembre, abbiamo promosso una quando si è venuti a sapere che in tutti vasta raccolta di firme per presentare gli altri comuni della Valdinievole – Larin Provincia una petizione dei cittadini ciano escluso - la Provincia aveva previsto la realiz- che chiedesse lavori di miglioramento di via Cecizazione delle fontanelle. nese. E’ stato un enorme successo con più di 300 firme raccolte. Dopo averla depositata, la ProvinAbolire i Consorzi di Bonifica, cia ha realizzato già due interventi per allargare la ma la Giunta dice NO strada in punti pericolosi, anche se continueremo a Su proposta della Lega, si è discusso in Consiglio vigilare perché si realizzino altri interventi di migliodella proposta – già avanzata anni fa da Alternati- ramento. va – di chiedere l’abolizione dei Consorzi di Bonifica per dare l’ennesimo contributo a diminuire gli inutili Tariffa sulla raccolta dei rifiuti: costi della politica. Oltretutto, abbiamo sostenuto aumenti del 40% come i Consorzi svolgono compiti importanti senza In attesa della nuova tariffazione legata al sistema che i suoi membri siano eletti democraticamente di raccolta “porta a porta” (per il quale ci battiamo dai cittadini. Purtroppo, l’attuale amministrazione da 3 anni), l’ultima spedizione delle bollette della ha difeso i Consorzi, bocciando ancora questa giu- tariffa dei rifiuti, ha fatto registrare un aumento di sta proposta. circa il 40% rispetto al 2009. Il calcolo dell’aumento è evidente se guardiamo due dati: 1) l’incremento Idee concrete per migliorare la vita della quota fissa che da 0,48 euro del 2009 è pasdegli abitanti del Castello sato a 0,78 euro del 2010, prendendo come rifePer mantenere gli impegni presi in campagna eletto- rimento un nucleo familiare di 1 componente; 2) rale, i nostri consiglieri hanno avanzato in Consiglio l’esempio di alcune famiglie che per tutto il 2009 una lunga serie di proposte concrete per migliorare hanno pagato 160 euro, mentre con la sola bolletta l’abitato di Larciano Castello, dalla più assidua e mi- semestrale del 2010 hanno già dovuto pagare oltre gliore manutenzione e pulizia di strade, piazze e ci- 130 euro. Pag.30 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 CALCIO GIOVANILE PAGINA REALIZZATA DALLA DITTA FABO - Via Cecinese, 84 - Larciano - PT Nastri adesivi e biadesivi. Squadra Giovanissimi B classe 1997 Accompagnatori Picchi Luca e Bindi Roberto Allenatore Saccoccio Mauro L di Massimo Mancini a squadra dei giovanissimi 97 guidata dal mister Saccoccio Mauro, uomo di grande esperienza calcistica, che ha militato in squadre professionistiche come il Napoli e l’Empoli, ha dato dimostrazione di grande crescita e nelle prime partite di campionato ha brillato su tutte le avversarie, eccetto lo scontro con il Margine Coperta (ma questo non fa testo). Una squadra forte, dinamica, con all’interno alcuni interessanti giovani. Sicuramente di brillante avvenire. Una delle migliori gare di questo inizio stagione, la formazione Giovanissimi B del Montalbano, l’ha disputata contro la squadra pistoiese Breda. Nel primo tempo i ragazzi di mister Saccoccio hanno messo a segno tre reti. Il primo ad opera di Lucchesi con un tiro dal limite; a seguire due goal del Brittoli: il primo su passaggio filtrante di Panelli, il secondo su lancio in profondità di Bindi. Nel secondo tempo l’andamento della gara non è cambiato. La squadra del Montalbano ha giocato perennemente nell’area avversaria mettendo a segno una rete di Niccolai con tiro da fuori area, e per finire il Panelli ha messo la ciliegina sulla torta andando in goal con un’azione personale. Un cinque a zero meritato a dimostrazione della grande forza di questa squadra. Accompagnatori: Picchi Luca e Bindi Roberto Allenatore: Saccoccio Mauro. Calciatori: Tarabusi Matteo, Dodaj Anduel, Panelli Gabriele, Brittoli Giovanni, Matteini Samuel, Giorgi Lorenzo, Benassai Gregorio, Impellizzeri Samuele, Siciliano Samuele, Picchi Fabio, Cau Niccolò, Bindi Davide, Madonia Antonino, Niccolai Leonardo, Biscardi Riccardo, Lumeri Marco, Luongo Fabio. ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 31 Vincenzo Nibali, il trionfo nella Vuelta di Spagna nel racconto di Stefano Ferrali di chi è andato a vederlo di persona l 18 settembre, alle 3 del mattino, Raniero Bindi mette in moto la sua ra il 18 settembre scorIparte auto, con lui ci sono Carlo Franceschi e Carlo Alberto Malucchi. Si Eso, la “Vuelta” di Spagna in direzione di Bergamo per prendere l’aereo delle 8.30, destina- non era ancora ufficialmen- zione Madrid! Oggi è il gran giorno, è la tappa decisiva della “Vuelta di Spagna”, Vincenzo ha bisogno di sostegno, e gli “amici” del Fan Club non possono mancare. Arrivati a Madrid, prendono un’ auto a noleggio e dopo 80/90 km arrivano a destinazione: davanti a loro c’è “La Bola del mundo”, una montagna strana, quasi irreale, con pendenze che vanno fino al 20%. Salire in cima non è facile, decidono di posizionarsi in maniera strategica, formano una “staffetta” che consenta di seguire e incitare Vincenzo nei momenti più difficili e pericolosi, perché “bisogna portare a casa la Maglia Roja”. Carlo Franceschi si dispone a 3.500 mt. dal traguardo, Carlo Alberto Malucchi a 2.700 e poco dopo Raniero Bindi, quello più resistente, per dare l’incitamento finale. “Eravamo in 3 contro 100.000 - ci racconta Raniero - la montagna era una bolgia, sembrava di essere al Bernabeu. Tutti incitavano Mosquera che stava effettuando il massimo sforzo e guadagnava secondi (N.d.R. a quel punto il vantaggio dello spagnolo era di 18 sec.), in quel momento tutta la montagna, meno noi 3, credeva che fosse fatta. Carlo Alberto, dando il cambio a Carlo, ha iniziato a correre vicino a Nibali gridando e facendogli coraggio, io l’ho atteso poco più avanti e ho inseguito e incitato Vincenzo fino all’estremo delle mie forze. Da lì in poi il distacco è cominciato a scendere progressivamente, mi ricordo bene che gli ho detto: «Vai..è lì! Si piglia...si mangia..!». - Più tardi Nibali, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha dichiarato di aver pensato, che in quel momento a Raniero, poteva venirgli un infarto! - Man mano che Vincenzo recuperava metri e secondi, la montagna si ammutoliva, noi eravamo stremati, ci siamo rannicchiati allora vicino alle rocce e con il cellulare ci siamo collegati con Meri Malucchi in Italia, che ci dava i dati esatti della corsa. A quel punto abbiamo capito che era fatta, ci siamo messi a urlare e piangere come bambini, tanto che i tifosi spagnoli guardavano noi invece dei corridori che stavano arrivando! Siamo andati all’arrivo e ci siamo raggruppati insieme ai dirigenti della Liquigas Doimo sotto il palco, Vincenzo è uscito e prima di andare sul podio per la premiazione è venuto ad abbracciarci: una gioia immensa, indescrivibile. Abbiamo esultato insieme, forse nemmeno lui aveva ancora capito la grandezza della sua impresa. Siamo scesi a piedi da quella montagna che ora era diventata nostra amica, tutti si complimentavano con noi, ci davano il cinque alla maniera degli americani e ci dicevano “Nibali ..muy bien!!”, una grande prova I “Cannibali” alla Vuelta: di sportività per loro, una gioia inRaniero Bindi (stremato ma felice) e dimenticabile per noi. Carlo Alberto Malucchi Pag. 32 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 te finita, ma il grande Marco Pastonesi sulla Gazzetta dell Sport scriveva: “È nata una stella! Vent’anni dopo Marco Giovannetti, il Giro di Spagna torna un dominio italiano. E Nibali è la nuova faccia del ciclismo italiano..”. In quel giorno, Vincenzo aveva compiuto un’impresa memorabile, una di quelle che passano alla storia e rimangono impresse per sempre nella memoria degli appassionati di questo sport. Era stato protagonista di una sfida 1 contro 1, di quelle che fanno del ciclismo uno sport unico e meraviglioso. In questi casi lo scenario può essere uno solo: la montagna! Ma non poteva essere una qualsiasi, già il nome impressiona a pronunciarlo: “Bola del mundo”! Gli spagnoli la chiamano così (palla del mondo) perché in cima è totalmente priva di vegetazione, ma forse era più giusto chiamarla “fine del mondo”, visto che per tornar giù qualcuno ha dovuto prendere la seggiovia. È una salita innaturale, una colata di cemento di 3 km e 300 mt, in inverno è una stazione sciistica, mentre sulla vetta c’è un ripetitore della tv. Ed è proprio sulla strada utilizzata dai fuoristrada per salire a fare manutenzione alla vecchia stazione televisiva che Vincenzo Nibali e il suo rivale (idolo di casa) Ezequiel Mosquera si sono sfidati a duello: in palio c’era la maglia rossa di leader ed il conseguente trionfo a Madrid il giorno dopo. Sul traguardo Mosquera è transitato per primo ma la Vuelta l’ha vinta Vincenzo Nibali che ha compiuto un vero e proprio capolavoro, resistendo agli attacchi dello spagnolo sulla terribile salita finale. Proprio sul traguardo, Nibali ha raggiunto Mosquera, che aveva avuto un vantaggio massimo di 16” sul corridore della Liquigas. è parso evidente a tutti che Nibali ha lasciato la tappa allo spagnolo, senza sprintare. È Nibali il Re di Spagna...da Re il suo ritorno a Mastromarco! Il “fondamentale” incitamento di Raniero Bindi sulla Bola del Mundo da sin. Marco Giovannetti (fino a pochi giorni fa ultimo vincitore Il bagno di folla all’aeroporto di Firenze italiano della Vuelta), il sindaco Chiaramonte, Vincenzo Nibali e Andrea Tafi L’arrivo del pulman in centro Enzino sul balcone del Municipio di Lamporecchio Un gesto di grande classe e signorilità, confermato dallo stesso Nibali, al quale abbiamo chiesto al ritorno in Italia lumi su quell’episodio: “Ho fatto vincere la tappa a Mosquera...se la meritava. Ero già arrivato due volte secondo..non c’è due senza tre! -ci ha detto ridendo- Quello che mi interessava veramente era la maglia rossa. Inoltre penso che sia meglio avere crediti che debiti!”. Vincenzo ci ha raccontato anche, che è stato felice di ricevere un sms di congratulazioni dai “rivali” Giovanni Visconti e Luca Scinto: “Mi ha fatto piacere, se s’invertiranno le parti ricambierò” . Vincenzo è un ragazzo fantastico, la sua gente gli ha tributato un’accoglienza memorabile al ritorno dalla Spagna, riportiamo ancora alcune parole di Marco Pastonesi dalla Gazzetta dello Sport: “....Vincenzo Nibali atterra alle 15.34, la valigia appare alle 16.02, la porta si spalanca alle 16.06 fra cori da curva sud e gradinata nord... bandiere e striscioni azzurri del Fan Club Cannibali, sciarpe e coccarde rosse come la Vuelta. Due pullman forniti gratis da Ancillotti più qualche macchina privata. Clacson. Nel corteo Enzino è rapito, inghiottito, divorato: sopravvive più a stento che non sulla Bola del Mundo. E a metà viaggio, per accontentare tutti, scende da un pullman e sale sull’ altro. Più ci si avvicina a casa, più il corteo s’ ingrossa. Mastromarco è rossa. «Per una scenografia come si deve, domenica abbiamo fatto riaprire le fabbriche racconta Meri Malucchi, anima dei Cannibali -. Quattro chilometri di tessuto rosso, largo un metro e mezzo». Rossi balconi e finestre, rosse vie e piazza, rossi bar e profumerie, rossa perfino la chiesa. Si sa, don Francesco, il priore, è un autentico Cannibale: l’ altro giorno, per il trionfo alla Vuelta, ha acceso il motorino e le campane sono andate avanti un’ ora, instancabili. A Lamporecchio, Nibali entra in municipio, sale al primo piano, si affaccia alla finestra e ringrazia tutti. Accanto a lui, a incoronarlo (striscione: «Onore al re di Spagna»), Marco Giovannetti e Andrea Tafi. Giovannetti: «Vent’ anni dopo la mia vittoria, felice che sia stato proprio Vincenzo. Non mi sento cancellato, semmai sostituito, o meglio rappresentato». E per terra, ma su un tappeto rosso lungo 100 metri, finalmente Enzino entra in casa per mangiare un boccone, fare la valigia e precipitarsi in macchina al raduno della Nazionale a Busto Arsizio. «Non me l’ aspettavo proprio, stavolta si è esagerato, ho i brividi dappertutto ». Questo è Vicenzo Nibali, la stampa spagnola ha scritto: «Il miglior vincitore» «Nibali è il miglior vincitore possibile per la Vuelta 2010. E’ giovane e ha un grande futuro davanti». Per finire Marca: «Colossale!». Stefano Ferrali ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 33 Larcianese TANTA VOGLIA DI RISALIRE ... di Luca Pieri 25 maggio 1998: La grande cavalcata che ha portato partiamo da questo giorno, data ”storica” in cui la la viola fino alle soglie del professioLarcianese battendo lo Squinzano si aggiudicò la nismo è iniziata verso la metà deCoppa Italia Dilettanti, ossia l’apice della lunga sto- gli anni ottanta e proseguita poi nei ria del sodalizio viola che racchiude momenti im- primi anni novanta, a suon di gol e di vittorie la Larcianese è arrivata fino alla portanti e campionati prestiSerie D (dove ha disputato giosi. un totale di sei campionati) Larcianese e Larciano sono e Larciano si è fatta conosceandati avanti sempre parallere in gran parte d’Italia e ha lamente, infatti è sempre staaccostato il suo nome a città to forte il legame tra il paese e a squadre sicuramente più e la propria squadra di calcio importanti. L’economia della fin dalle origini: una vecchia Società si è sempre basata, fotografia del 1922, tutt’ora giustamente, sulla realtà del presente nella sede di via paese, facendosi sempre dare Ferrucci, ne è la testimonianl’appellativo di “Società seria”, za lampante in quanto i soci dove il passo non è mai stato fondatori presenti nella foto fatto più lungo della gamba. erano tutti di Larciano e svenLe recenti delusioni, ovvero la tolavano una bandiera con la retrocessione dal campionato stella a otto punte, stemma di Eccellenza, vanno calcolate del Comune. come incidenti di percorso e Dicevamo della conquista non come segnali di resa, la della Coppa Italia, un successo che rimarrà per sempre L’esultanza di Matteo Mangoni dopo il primo voglia di far bene c’è ora come lo è sempre stata, lo spirito è indelebile nella mente di tutgol stagionale in campionato segnato alla ti i tifosi viola, la squadra dei prima giornata con la Cuoiopelli (l’altro nella quello giusto e la speranza è foto è la giovane promessa Pietro Citera) di poter tornare il prima pospresidenti Alderotti e Niccolai, sibile più in alto. di mister Melani e di capitan Dopo la sconfitta nei play off “Banana” Bartolomei che allo stadio Cei dello scorso torneo anche quest’anno alzò il trofeo vinto ai calci di rigore conla Società ha come sogno nel cassetto tro lo Squinzano (compagine pugliese) quello di provare a disputare un came che permise alla Larcianese di dispupionato da protagonista, purtroppo i ritare, l’anno successivo, il campionasultati iniziali non sono stati troppo into di Interregionale per la prima volta coraggianti ma la strada è ancora lunga nella sua storia. Questo trionfo cancellò e c’è il tempo necessario per risalire la in parte una delle più grandi delusioni china. Se osserviamo i quadri sia sociepatite da tutta la Larciano sportiva: la tari che tecnici ci accorgiamo, ancora sconfitta contro il Banco di Roma, proIl “capitano” della una volta, che gli organigrammi sono prio in finale di Coppa Italia, allo stadio Larcianese, Simone composti interamente da larcianesi, Olimpico nel 1975. Fagni premiato questo sta proprio a dimostrare che Il vecchio stadio comunale venne codurante la serata dei siamo di fronte alla squadra del “pastruito nel 1934, prima di allora qual“Top 11” ese”. Una novità è rappresentata dalla che partita veniva disputata addirittura presenza di due co-presidenti: Gianin piazza!!!, ed è stato teatro di tante carlo Carbone ha affiancato Sandro Beneforti, già in battaglie e testimone di altrettante vittorie fino al 1996, anno in cui ha passato il testimone al nuovo carica ormai da otto anni, e orientato per il futuro impianto intitolato a Idilio Cei, larcianese d.o.c. e ad un progetto importante basato sui giovani. con una lunga militanza come portiere della Lazio in serie A. Luca Pieri Pag. 34 - ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 Lampo Montecatini Terme 14/10/10: La Lampo è stata la società che ha ricevuto il numero maggiore di premi durante la manifestazione, denominata Top 11, organizzata dal quotidiano La Nazione, per quanto riguarda i protagonisti della passata stagione. Un’annata esaltante che ha visto la formazione azzurra operare una grande rimonta e alla fine vincere i play off, che le hanno dato il lasciapassare per accedere al campionato di Eccellenza. Una giuria di giornalisti della Valdinievole, in base ai voti dati ai giocatori nell’arco della stagione, ha determinato le classifiche. Il direttore tecnico Carlo Panati ha ricevuto il premio a nome della società Lampo per la grande stagione disputata, che ha visto il passaggio di Il “capitano” Daniele Ciattini categoria. Poi si è passato ai giocatori. Ben quattro atleti della Lampo hanno vinto il Top 11 per ruolo. Si tratta della punta Palazzolo (vincitore anche della classifica dei cannonieri), dei centrocampisti Sorini e Fabiani e del difensore Ciattini. Per chiudere la serata è stato premiato anche Andrea Petroni, riconosciuto come il migliore allenatore della Valdinievole. Tutti i protagonisti hanno avuto parole di ringraziamento per l’organizzazione, promettendo di fare bene anche in questa stagione. Molto soddisfatto il commento dell’attuale presidente della Lampo Marzio Venturini, il quale si è detto orgoglioso per i riconoscimenti ricevuti, a dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto. TOP 11: a Montecatini, presso il ristorante “Z-Point”, la Lampo fa “cappotto” di premi, a conclusione di una stagione trionfale di Massimo Mancini Il Direttore tecnico Carlo Panati ritira il premio per la società Lampo Massimiliano Fabiani L’allenatore della Lampo, Andrea Petroni Matteo Sorini ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010 - Pag. 35 www.sel-electric.com SEL s.p.a. - Via Amendola 51035 Lamporecchio (PT) Tel. 0573 80051 Fax 0573 803110 ORIZZONTI - ANNO 3 - N. 22 OTTOBRE 2010
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strada è vicinale ed è stata recentemente riasfaltata con spesa a carico degli abitanti e proprietari residenti (NON TUTTI PERO’!) e ad un contributo dell’Amministrazione Comunale,
dopo anni di tot...