Prova Quattroruote Freemont
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Prova Quattroruote Freemont
PROVA SU STRADA FIAT FREEMONT L’ «americana» non delude: abitabilità per sette, gran bagagliaio e prestazioni interessanti. Deriva dalla Dodge Journey, ma è di tutt’altra qualità: nuovi gli interni, i motori, l’assetto. E ha un prezzo, tutto compreso, che sembra «coreano» di Andrea Sansovini 144 QUATTRORUOTE Luglio 2011 FREEMONT TESTO.indd 144 15/06/11 14.42 2.0 Multijet 170 CV Urban • € 28.851 • 1.956 cm3 • 125 kW (170 CV) • 4 cilindri turbodiesel • Bollo: € 354,75 Luglio 2011 QUATTRORUOTE FREEMONT TESTO.indd 145 145 15/06/11 14.42 PROVA SU STRADA Fiat Freemont 2.0 Multijet Q uasi cinque metri (4,89 per la precisione), sette posti veri e una linea che più americana non si può. La prima «torinese» yankee è una crossover, via di mezzo tra Suv, monovolume e famigliare sportiveggiante; un’auto per il tempo libero, ma anche per il percorso casa-uf- è la prima Fiat per le famiglie e garantisce un’enormità di spazio a disposizione, una qualità di buon livello, tanti accessori di serie e un prezzo «coreano». Quella in prova, la 2.0 Multijet 170 CV Urban, che è la più cara, costa 28.700 euro. ficio. Inutile girarci attorno: la Freemont non è proprio originalissima. Nasce sulla base della Dodge Journey, ma è stata profondamente rivista, dagli interni al motore, dalle sospensioni allo sterzo, per incontrare i gusti europei, che in fatto di auto sono un tantino diversi da quelli d’Oltreoceano. Insomma, è un mix di quel che c’è di buono tra Torino e Detroit. Dai tempi della Croma, ESTERNO Di sicuro, non passa inosservata. Muso imponente, col cofa- 8 7 6 5 9 3 4 10 2 1 11 12 13 FREEMONT TESTO.indd 146 15/06/11 12.07 no alto e piatto come una fuoristrada, fianchi lunghissimi e squadrati, parafanghi sporgenti, posteriore massiccio. La carrozzeria è quella della Journey, con calandra e marchio diversi, fanali modificati e gl’immancabili Led per le luci dietro. Non si può dire che l’auto sembri più piccola di quello che è. Più lunga di una Ulysse (di una ventina di centimetri), la Freemont è anche alta (175 cm con le barre) e larga (188). I cerchi di lega da 17 pollici, di serie, appaiono addirittura piccoli, e infatti a richiesta si possono montare quelli da 19 (la differenza è di soli 400 euro, ma chi non vuole svenarsi al primo cambio gomme, eviti). Una curiosità: gli indicatori di direzione laterali sono sulla carrozzeria e non sugli specchietti esterni, a differenza di molte auto recenti. Strumenti a «binocolo», completi di temperatura dell’acqua. Il trip computer, al centro, si scorre coi tasti sul volante POSTO GUIDA La plancia è stata completamente ridisegnata, rispetto a quella della Dodge Journey, e i materiali sono nettamente migliori. Quelle plastiche dall’aspetto un po’ economico, che apparentemente soddisfano il gran pubblico americano, sono state sostituite con «mescole» più morbide al tatto. Al centro della console, poi, domina la sce- 15 14 1 Sedile guidatore con regolazioni elettriche 2 Regolazione specchietti retrovisori esterni, anche richiudibili, e alzacristalli anteriori e posteriori, con blocco per i bambini 3 Comandi trip computer; sotto il volante, ricerca stazioni radio 4 Cruise control; sotto il volante, volume radio 5 Sotto la bocchetta del climatizzatore si trova la manopola delle luci 6 Quadro strumenti con al centro il display del computer di bordo: per azzerare i contachilometri parziali occorre entrare nel menu sulle informazioni di viaggio 7 Tasto Start per l’avviamento senza chiave 8 Bocchette climatizzatore regolabili 9 Display da 8 pollici per autoradio e navigatore (optional); i comandi secondari dell’auto, dal climatizzatore tri-zona alle impostazioni luci, si regolano con il touch screen 10 Manopole climatizzatore zona anteriore 11 Leva cambio a sei marce 12 Portalattine e posacenere 13 Bracciolo con vaschetta portaoggetti e, sotto, vano con prese Aux e Usb 14 Sedile passeggero con portaoggetti estraibile 15 Bocchetta laterale climatizzatore regolabile na l’ampio schermo touch screen da 8 pollici, dal quale si accede non solo all’autoradio, ma a tutte le funzioni secondarie della vettura, dal climatizzatore tri-zona all’eventuale navigatore satellitare (optional da 1.000 euro, al momento non disponibile come conseguenza dello tsunami giapponese). L’impressione è di essere davvero su una grande Fiat, ma lo spirito yankee riemerge nei comandi. Vi eravate abituati a uscire dall’auto con le luci accese? Beh, qui parte il cicalino, a ricordare che bisogna girare l’interruttore (le altre Fiat le spengono da sole). Piccole cose, ampiamente tollerabili. I comandi sul volante, poi, nascondono le funzioni dell’autoradio sotto la corona, per lasciare in vista quelle del trip computer e del telefono, ma si impara presto a gestire tutto comodamente. Un’altra differenza riguarda il blocco/sblocco automatico delle Luglio 2011 QUATTRORUOTE FREEMONT TESTO.indd 147 147 15/06/11 12.07 PROVA SU STRADA Fiat Freemont 2.0 Multijet porte: quando il guidatore esce, le altre porte restano chiuse a chiave… se si deve recuperare la valigetta dal sedile dietro, o un bimbo, ci si deve ricordare di premere sul tastino col lucchetto aperto sulla portiera. Oppure si può modificare l’impostazione «all’americana», attraverso il menu dell’auto, scegliendo l’apertura di tutte le porte. A proposito di porte, a differenza di molte crossover e monovolume, nei pannelli interni non è stato ricavato il classico vano per la bottiglia da 1,5 litri. Al massimo, s’infila quella da mezzo litro. Molto comodi i sedili, con i rivestimenti di pelle «regalati» sulle Urban per il periodo di lancio (poi costeranno 1.250 euro). Il guidatore può raggiungere senza sforzi le regolazioni elettriche, di serie. Sul padiglione, infine, si trova l’utile specchio a grandangolo, che permette di tenere sott’occhio i viaggiatori delle ultime file. Interni da vera monovolume: sedile guida con regolazioni elettriche, divano scorrevole e ribaltabile con un solo movimento, poltrone a scomparsa in fondo, dove possono viaggiare anche due adulti. La selleria di pelle (da 1.250 euro) è offerta gratis sulle Urban per il periodo di lancio INTERNI Con un passo di 2,89 metri, per i progettisti non è stato difficile ricavare spazio per sette. Il problema, casomai, poteva essere l’accessibilità. Se le vere monovolume possono permettersi lunghe porte scorrevoli, per una quasi-Suv (che l’anno prossimo arriverà davvero in versione 4x4) questa soluzione era difficilmente praticabile. L’alternativa? Portiere che si spalancano a perpendicolo (esattamente a 90°) per facilitare l’ingresso e poi una sola leva sul fianco dei sedili in seconda fila per chiuderli a libro e farli scorrere in avanti, creando un varco per le poltroncine in fondo. Un meccanismo semplice ed efficace, anche se riportare indietro il sedile è un po’ più faticoso. I centimetri a disposizione sono sufficienti per tutti, occorre solo un po’ di attenzione ai piedi, cioè non lasciarli sui «binari». Tra l’altro, la Freemont non è per forza a sette posti: la terza fila è un «non-optional», nel senso che sarebbe di serie, ma ci si può rinunciare e il prezzo scende di 500 euro. A conferma della vocazione familiare della crossover, invece, si trovano due rialzini («child-booster») ai posti esterni del divano, ideali per i bambini cresciuti abbastanza da non aver più l’obbligo del seggiolino vero e proprio, ma che con quei dieci centimetri sotto vedono meglio fuori e soprattutto si ritrovano le cinture al punto giusto. L’abitacolo, in generale, è ben fatto e ricco di portaoggetti, ci sono vetri scuri che proteggono dal sole – e dagli sguardi – e bocchette del climatizzatore sul padiglione, per la seconda e terza fila, con la possibilità di regolare la temperatura diversamente dai posti davanti (il tri-zona è di serie sulla Urban). Con tutti i posti occupati, inevitabilmente, il bagagliaio si riduce drasticamente (tra gli schienali della terza fila e il portellone rimangono solo 40 centimetri). Ma all’occorrenza si possono abbattere tutti gli schienali, compreso quello di fianco al guidatore, e trasformare la Freemont in una vettura da carichi straordinari. Persino assi o mensole lunghe tre metri non rappresentano un problema. PRESTAZIONI Rispetto alla Journey (vedere la prova pubblicata nell’ottobre 2008), la gemella «torinese» è un fulmine. Merito, soprattutto, del 2.0 Multijet di ultima generazione (la Dodge montava ancora il vecchio turbodiesel di provenienza Volkswagen, con iniettori-pompa). Quasi 200 km/h di velocità massima e 0-100 di 10,8 secondi la piazzano di diritto tra le migliori della categoria. Ottime credenziali, insomma. Il quattro cilindri firmato FiatPowertrain risente di una certa rumorosità a freddo, ma si rivela ben abbinato all’auto, grazie ai suoi 170 CV di potenza e alla gran coppia (350 Newtonmetri) disponibile da 1.750 a 2.500 giri/minuto, con un’erogazione regolare, un tiro convincente e una discreta elasticità, provata Due particolari da vera «family-car»: lo specchio a grandangolo per controllare i passeggeri dietro e i due child-booster, rialzini sui sedili esterni del divano. La seconda fila, tra l’altro, è leggermente più alta dei posti davanti, per dare una buona visuale ai passeggeri. Con tutti gli schienali abbattuti (qui a destra), il vano è pronto per un trasloco 148 QUATTRORUOTE Luglio 2011 FREEMONT TESTO.indd 148 15/06/11 12.07 ACCESSORI PRINCIPALI (in euro) Freemont • Prezzo di listino 28.851 • Prezzo della vettura provata 30.551 • Abs ed Esp (con Hill holder) di serie • Airbag frontali, laterali e a tendina di serie • Autoradio con lettore Cd, Mp3, prese Aux e Usb di serie • Barre longitudinali sul tetto di serie • Bluetooth di serie • Cambio automatico - [1] • Cerchi di lega da 17 pollici di serie • Cerchi di lega da 19 pollici 400 • Climatizzatore automatico tri-zona di serie • Divano scorrevole di serie • Fari allo xeno - • Fari fendinebbia di serie • Interni di materiale pregiato 1.250 [2] • Navigatore satellitare 1.000 • Regolatore di velocità di serie • Retrovisori regolabili e riscaldabili elettricamente di serie • Ruotino di scorta (in sostituzione del kit) 100 • Sedile guidatore a regolazione elettrica di serie • Sensori di parcheggio posteriori di serie • Sistema automatico apertura porte e tasto Start di serie • Terza fila di sedili di serie [3] • Tetto apribile elettricamente 500 • Vernice metallizzata 700 • Volante multifunzione di pelle di serie • Volante regolabile in altezza e profondità di serie In rosso: presente su vettura provata. Note: [1] Il cambio automatico sarà disponibile solo dall’anno prossimo; [2] In offerta nel periodo di lancio (include sedili anteriori riscaldabili); [3] Rinunciando alla terza fila di sedili e al climatizzatore tri-zona, il prezzo è inferiore di 500 euro. Luglio 2011 QUATTRORUOTE FREEMONT TESTO.indd 149 149 15/06/11 12.07 PROVA SU STRADA Fiat Freemont 2.0 Multijet anche dalle riprese in sesta, che rende la guida poco stressante. Certo, con un bell’automatico sarebbe ancora meglio, ma si dovrà aspettare l’anno prossimo. Per ora si deve imparare a convivere con un buon sei marce manuale, che risente di qualche impuntamento e soprattutto di una frizione pesante (15,2 kg, che è come andare in palestra per rinforzare il quadricipite sinistro). CONSUMO Con 30 cavalli in aggiunta e prestazioni più brillanti, rispetto alla già assetata Journey, si temevano cattive notizie sul fronte dei consumi. Al contrario, la Freemont segna percorrenze dignitosissime, nettamente superiori a quelle della Dodge (10 km/litro). La media di 11,5 km/ litro è buona anche a confronto con monovolume recenti come la Volkwagen Sharan (vedere la prova uscita nel numero di febbraio) e conferma le buone qualità del 2.0 Multijet. I risultati più soddisfacenti si ottengono sulle statali, ma non deve preoccuparsi troppo nemmeno chi guida più di frequente in città (media di 11,5 km/litro) o in autostrada, dove si resta al di sopra dei fatidici «dieci con un litro». SU STRADA Niente male, per un macchinone di questa mole (oltre alle dimensioni, stiamo parlando di un’auto di quasi due tonnellate). Lo sterzo è meno leggero e più diretto rispetto a quello della Journey, e le sospensioni non sono così «morbidone». La Freemont, insomma, è «americana» solo d’origine e non rinuncia a un certo piacere di guida. Nelle prove di stabilità, si apprezzano la linearità dei cambi di direzione, i buoni inserimenti e il rollio ben contenuto. Rimane un po’ di sottosterzo quando si prendono le curve troppo allegramente, ma l’Esp sa intervenire con la giusta efficacia per evitare La scheda del collaudatore Maurizio Bré FACILITÀ DI GUIDA Sempre facile, buona visibilità FEELING IN PISTA Si comporta bene INSERIMENTO IN CURVA Buono, se non si esagera con la velocità... GRIP Nessun problema STABILITÀ Attenzione al sottosterzo SENSIBILITÀ FRENI Pedale un po’ spugnoso INTERVENTO ESP All’occorrenza, sa essere molto deciso che l’auto si scomponga. Persino nel giro di pista tirato (fatto in 1’ 35’’) si scopre un assetto «sano», in grado di affrontare il misto stretto e i curvoni ad alta velocità senza patemi. Casomai, qualche problema arriva dai freni, poco modulabili e penalizzati dal pedale spugnoso. La Freemont è meno «all’americana», rispetto alla Journey da cui deriva: la guida sui percorsi ricchi di curve anche in pendenza non delude CONFORT Gli ammortizzatori, seppur «europeizzati» e quindi induriti rispetto alla Journey, assorbono bene le asperità della strada e garantiscono viaggi comodi. Qualche scossone arriva solo passando su tombini o gradini, specialmente ai posti dietro. Infine, buona l’insonorizzazione dell’abitacolo: il confort è ottimo anche in autostrada. •••• 150 QUATTRORUOTE Luglio 2011 FREEMONT TESTO.indd 150 16/06/11 13.10 CONSUMO MEDIO Omologato Rilevato 15,6 km/l 11,5 km/l Bassa emissione CO2 OMOLOGATO RILEVATO Alta emissione CO2 A B C D E F G Fino a 100 g/km da 101 a 141 g/km da 141 a 170 g/km da 171 a 190 g/km da 191 a 240 g/km da 241 a 301 g/km Oltre 301 g/km Luglio 2011 QUATTRORUOTE FREEMONT TESTO.indd 151 151 15/06/11 12.08 PROVA SU STRADA Fiat Freemont 2.0 Multijet L’esame qualità Si è rifatta la plastica R Esterno Superfici carrozzeria Giochi e profili Scocca Insonorizzazione e guarnizioni Interno Materiali e accoppiamenti Sedili Funzionalità ★★★★ ★★★ ★★★★ ★★★★ ★★★ ★★★★ ★★★★★ Tipica cura delle vetture pensate anche per gli Usa è quella di sigillare il vano motore con guarnizioni (sopra, a sinistra) per evitare l’ingresso di neve e di polvere, che possono provocare danni. A destra: l’allineamento tra paraurti e parafanghi anteriori e posteriori non è molto preciso CARATTERISTICHE TECNICHE fornite dal costruttore Fiat Freemont 2.0 Multijet 170 CV Urban • Motore: anteriore trasversale, diesel - 4 cilindri in linea Alesaggio 83,0 mm - Corsa 90,4 mm - Cilindrata 1.956 cm3 Potenza max 125 kW (170 CV) a 4.000 giri/min - Coppia max 350 Nm da 1.750 a 2.500 giri/min - Blocco cilindri di ghisa e testa di lega leggera - Rapporto di compressione 16,5:1 - Distribuzione 16 valvole con due assi a camme (cinghia dentata) - Iniezione diretta common rail, turbocompressore a geometria variabile e intercooler. • Trasmissione: trazione anteriore - Cambio manuale a 6 marce. • Pneumatici: 225/65 R17 102H - Kit di riparazione. • Corpo vettura: 5 porte, 7 posti - Avantreno a ruote indipendenti, braccio trasversale con montante telescopico (schema MacPherson) e braccio obliquo, molla elicoidale, barra stabilizzatrice - Retrotreno a ruote indipendenti, bracci multipli, molla elicoidale, barra stabilizzatrice - Ammortizzatori idraulici - Freni a disco, anteriori autoventilanti, Abs ed Esp - Sterzo a cremagliera, servocomando idraulico - Serbatoio 77,6 litri. • Dimensioni e massa: passo 2,890 m - Carreggiata ant. 1,571 m, post. 1,582 m - Lunghezza 4,888 m - Larghezza 1,878 m Altezza 1,691 m - Massa 1.874 kg, rimorchiabile 1.100 kg - Bagagliaio da 136 a 1.461 dm3 . • Prodotta a: Toluca (Messico). ispetto alla Dodge Journey, provata nell’ottobre 2008 e dalla quale la Freemont deriva (anche lei prodotta in Messico, come riporta la stampigliatura nel vano motore), si notano consistenti e positivi effetti della cura Fiat, per quanto riguarda la scelta dei materiali, in particolare dei rivestimenti interni. La plastica della plancia è morbida, come pure il rivestimento della zona superiore delle porte, dove l’accostamento tra la pelle del pannello e la plastica è ben fatto. I giochi tra la plancia, le bocchette della ventilazione e la strumentazione sono precisi. Un po’ dimesso, però, l’aspetto della plastica verniciata utilizzata per la console centrale nella zona della leva del cambio. È soltanto un dettaglio, ma denota l’attenzione alla praticità e alla comodità d’uso: i due incavi ricavati nel rivestimento interno del portellone sono rivestiti inferiormente con materiale morbido, che rende più piacevole e sicura la presa delle mani durante la chiusura. Ben fatti anche i comandi della climatizzazione, con pomelli di regolazione morbidi al tatto e che oppongono una gradevole resistenza alla rotazione. Non ancora impeccabili gli accostamenti esterni tra le parti di lamiera e di plastica, con giochi variabili tra le diverse superfici e tra le parti mobili e la carrozzeria. Si nota sia nel frontale (qui a sinistra) sia, in modo più evidente, dietro. Dove il gioco tra la carrozzeria e la parte del gruppo ottico fissa è differente rispetto a quello tra il portellone e la parte interna del fanale. Il 2.0 diesel da 140 e 170 CV ha pompa olio a cilindrata variabile (1) per ridurre i consumi di carburante, catalizzatore e Dpf (2) molto vicini alle valvole di scarico, per evitare problemi in città, e common rail Multijet di ultima generazione (3) 3 2 1 152 QUATTRORUOTE Luglio 2011 FREEMONT TESTO.indd 152 15/06/11 12.08 L’esame in officina Tutto accessibile tranne la batteria Potrebbe migliorare pure la protezione delle guide di lamiera (in particolare a livello dei loro spigoli posteriori), sulle quali scorrono i sedili della seconda fila: vengono messe a vista quando si ribaltano i sedili per accedere alla terza fila. La verniciatura è di buona fattura e non vi sono evidenti variazioni di finitura tra le superfici realizzate con materiali differenti, quali lamierati, scudi paraurti e portellone. Ben fatte anche le guarnizioni delle porte, che comprendono un anello interno, in corrispondenza della battuta dello sportello sulla scocca, un altro anello sulle porte e un labbro esterno che impedisce l’ingresso di polvere e di acqua. Emilio Brambilla Numerosi e ben realizzati i portaoggetti. Nella foto, uno dei due posizionati sotto i piedi dei passeggeri della seconda fila di sedili. Ha la vaschetta rimovibile ed è protetto da un coperchio La tecnica Scocca Usa, meccanica italiana Sotto la scocca americana, rispetto alla quale ha ricevuto numerose modifiche, troviamo diesel e relativi cambi manuali che sono italiani: i Multijet da 140 e 170 CV sono meccanicamente uguali, hanno lo stesso turbo a geometria variabile, pompa olio a cilindrata regolabile e tecnologia Multijet d’ultima generazione (fino a otto iniezioni per ogni fase di combustione). A cambiare è la mappatura della centralina, come si può notare dai diversi regimi di potenza e di coppia FREEMONT TESTO.indd 153 massima. Abbinata al Multijet più potente, arriverà anche la trazione integrale, proposta in abbinamento al cambio automatico con convertitore di coppia e sei marce. Le sospensioni sono a ruote indipendenti anche dietro. Il 36% della scocca utilizza lamiere d’acciaio ad alta resistenza, che permettono di contenere il peso, come il portellone posteriore di plastica. Sollevando la Freemont, si apprezzano le sospensioni posteriori a ruote indipendenti (sopra), ancorate a una robusta traversa di lamiera stampata. Un’architettura progettata tenendo conto che la vettura verrà proposta anche con la trazione integrale. La parte sottoscocca anteriore è completamente carenata, mentre lungo la parte centrale del pianale le tubazioni dei freni e della climatizzazione corrono a vista. Vi è abbondante materiale fonoassorbente all’interno dei parafanghi anteriori (sotto, a sinistra), che concorre allo smorzamento della rumorosità. La batteria d’avviamento è posizionata sotto la scatola fusibili, in posizione non raggiungibile facilmente in caso di sostituzione, mentre i morsetti per un eventuale avviamento con i cavi d’emergenza sono in posizione molto agevole. Il connettore elettrico dei retronebbia (che non sono obbligatori negli Usa) è stato posizionato all’interno dello scudo paraurti, in basso e senza protezioni specifiche (sotto, a destra). Verifica Sblocco cofano motore Controllo e rabbocco olio motore Facile Media Difficile ■ ■ ■ Sostituzione olio motore e filtro Rabbocco liquido refrigerante Riempimento liquido lavavetri ■ ■ ■ Accessibilità batteria Accessibilità fusibili ■ ■ ■ Sostituzione lampade anteriori Sostituzione lampade posteriori Accessibilità attrezzi e scorta ■ 15/06/11 12.08 PRESTAZIONI RILEVATE SULLA PISTA DI VAIRANO (PV) DAL CENTRO PROVE DI «QUATTRORUOTE» VELOCITÀ E REGIMI FRENATA Massima (km/h) 195,685 Regime a velocità max (giri/min) Regime a 130 km/h (giri/min) Scarto tachimetrico a 130 km/h (%) 4.050 in VI 2.700 in VI 4,3 Spazio d’arresto (decelerazione) Velocità in km/h metri (g) 100 (a min carico) 46,3 (0,85) 100 (a max carico) 100 (a max carico a caldo) 160 (a min carico) 100 (su asfalto asciutto + pavé) 100 (su asfalto bagnato + ghiaccio) 44,4 (0,89) 45,0 (0,87) 110,3 (0,91) 49,3 (0,80) 103,4 (0,38) CONSUMI - Percorrenze in VI Velocità in km/h km/litro 90 100 18,2 16,1 130 11,2 140 Resistenza a 100 km/h (kW/CV) Rendimento a 100 km/h (%) 10,0 21,9/29,7 35,3 MEDIE D’USO - Percorrenze (autonomia) Tipo di percorso km/litro (km) Città Statale Autostrada 11,5 (893) 13,3 (1.038) 10,2 (796) Media generale 11,5 (898) ACCELERAZIONE Insufficiente Discreta RESISTENZA FRENI Spazio d’arresto in metri (10 frenate da 100 km/h a pieno carico) 1 44,4 2 43,6 3 44,0 4 45,3 5 44,6 6 45,3 7 44,3 8 45,0 9 44,5 Spazi d’arresto lunghi, in particolare nelle frenate a minimo carico. Buon comportamento su fondi differenziati: sul pavé la vettura mantiene una corretta traiettoria, pur trasmettendo al volante qualche vibrazione di troppo; sul marmo si ottiene un risultato del tutto soddisfacente. Nel test di affaticamento, gli spazi di arresto sono costanti e addirittura corsa e consistenza del pedale migliorano alla fine della prova. 45,0 10 30 40 Ottimo 50 m Discreto Insuff. CONFORT ACUSTICO Velocità in km/h Tempo in secondi 0-60 4,7 0-100 10,8 A.I. (Indice Articolazione) 100 CONFORT ACUSTICO 0-130 0-160 18,2 30,8 90 400 m da fermo 17,7 80 Velocità d’uscita (km/h) 128,8 1 km da fermo 32,3 Velocità d’uscita (km/h) 162,5 70 60 Anteriore 50 Insufficiente Ottima Ottimo Buono Priva di dispositivi come lo Start&Stop, con una mole di quasi due tonnellate e un’aerodinamica non vantaggiosa, la Freemont riesce a segnare percorrenze medie più che dignitose: meglio della vecchia Journey. M Discreta Scarso Discreto Editoriale Domus Sistema di Qualità certificato Iso 9001:2008 PROVA SU STRADA Posteriore Ottima 40 RIPRESA in VI - A min/max carico DISAGIO ACUSTICO Velocità in km/h Tempo in secondi 70-90 70-100 6,5/6,8 9,4/10,0 70-120 15,9/17,4 70-140 1 km da 70 km/h Velocità d’uscita km/h 30-60 in III (prontezza motore) 23,6/25,9 31,0 154,3 4,1 Insufficiente Discreta 30 90 100 110 120 130 140 150 160 km/h Il confort acustico è ottimo, davanti e dietro, fino al limite di velocità autostradale: a 130 km/h l’Indice di Articolazione segna 65 (64 col sensore sui posti anteriori e 66 sui posteriori), una performance addirittura superiore a quella di una confortevole monovolume come la Volkswagen Sharan (che aveva ottenuto un valore medio, già molto buono, di 64). Il turbodiesel 2.0 Multijet è abbastanza silenzioso di suo, ma gran parte del merito va all’ottima insonorizzazione dell’abitacolo. Ottima 154 QUATTRORUOTE Luglio 2011 FREEMONT PAGELLA.indd 154 15/06/11 12.10 PROVE DINAMICHE - Tenuta di strada e stabilità Accelerazione laterale (g) 0,89 Cambio di corsia su bagnato (km/h) 89 Cambio di corsia in rettilineo (velocità km/h) 160 Cambio di corsia in curva (km/h) 98 Nella prova di tenuta di strada si registra un’accelerazione laterale di 0,89 g, tutto sommato soddisfacente per una vettura di queste dimensioni, «naturalmente» portata a un comportamento sottosterzante: l’appoggio avviene in modo regolare, ma lento, mentre la traiettoria si mantiene correttamente, pur con una certa tendenza dell’avantreno a scivolare verso l’esterno. Il test su asfalto bagnato, superato a 89 km/h, evidenzia una progressiva lentezza nel cambio di direzione, con interventi massicci dell’Esp, comunque efficaci. Nei rapidi cambi di corsia sul rettilineo (a 160 km/h), invece, lo sterzo si comporta con linearità e discreta velocità; il rollio non disturba e gli interventi dell’Esp, a volte molto decisi, permettono di ottenere buoni riallineamenti alla fine della manovra. Infine, nei test di stabilità in curva su asciutto, c’è sempre un po’ di sottosterzo, ma l’auto dà molta sicurezza. Cambio di corsia su bagnato Insufficiente Discreto Ottimo Discreto Ottimo Cambio di corsia in curva Insufficiente RUMOROSITÀ Velocità in km/h dB(A) 50 (su asfalto) 50 (su asfalto drenante) 50 (su pavé) 57,0 62,5 71,0 Max in accelerazione 74,3 La misurazione dei decibel conferma che la Freemont è un’auto molto ben insonorizzata: persino sul pavé passa senza troppo chiasso. dB(A) 70 70 60 80 50 90 70 60 80 50 60 km/h 60 90 80 50 90 km/h GIRO PISTA 90 130 km/h CONFORT SOSPENSIONI Curva Sud Scarso Curva Nord 1,1 0,5 Fotocellula MIGLIOR TEMPO 1’35”88 Acceleratore a fondo Acceleratore parzializzato Ottimo 1,0 1,0 0,9 1,5 1,9 2,0 2,2 1,9 2,5 2,5 2,5 3,0 2,4 2,9 3,5 Discreto 3,4 3,6 m/s2 Frenata Pista asciutta Temperatura aria 25 °C Pavé Gradino 50 km/h 30 km/h Caditoie stradali Rotaie Lastroni Passo carraio ■ Anteriore ■ Posteriore Temperatura asfalto 39 °C Nonostante massa e dimensioni, il comportamento in pista è «sano», grazie al rollio abbastanza contenuto e agli ammortizzatori ben frenati, soprattutto in estensione. I cambi di direzione repentini non mettono in difficoltà, anche se lo sterzo è un po’ lento e trasmette con lieve ritardo quel che succede. Buona progressione del motore, freni migliorabili. Luglio 2011 QUATTRORUOTE FREEMONT PAGELLA.indd 155 155 15/06/11 12.11 PROVA SU STRADA n° 3.162 Fiat Freemont 2.0 Multijet 170 CV Urban ABITABILITÀ misure in centimetri 93-108 175 50 3-49 POSTO GUIDA misure in centimetri 95 92 40 45 20-32 35-42 71 46 40 77 289 489 50 22 123 136 120 100 100 190 214 199-210 Con un passo di 289 centimetri, questa crossover riesce a offrire l’abitabilità di una vera monovolume: sette posti con la terza fila utilizzabile anche da due adulti. La seconda fila scorre di 12 centimetri e permette di utilizzare al meglio lo spazio disponibile. Nessun problema in altezza: anche in fondo, due passeggeri di statura alta non rischiano di toccare con la testa. Ampie regolazioni del volante, in altezza e in profondità, e del sedile, tutte elettriche tranne che per reclinare lo schienale. Guidatori di ogni corporatura trovano la posizione corretta. Buono anche l’angolo delle gambe, ben distese. 108 57-63 125° 83 30 65 Insuff. Suff. Discreto Buono Ottimo ■ ■ ■ Alto Medio Basso BAGAGLIAIO VISIBILITÀ misure in centimetri angoli bui misurati col laser: 123° Nessun fastidio dai montanti anteriori, massicci ma non troppo inclinati. La visibilità diventa problematica solo in retro, nelle manovre, dove però ci si può affidare ai sensori di parcheggio: il panettone «sparisce» sotto i 10 metri. 10° 11° 9° 25° Vano a fondo piatto e ben sfruttabile, in tantissime combinazioni diverse: con i cinque posti «classici», si va da un minimo di 426 litri (col divano tutto indietro) a 508 litri. La seconda fila è frazionabile (60/40) e consente di viaggiare in tre con un grande carico. Si può reclinare anche lo schienale del passeggero anteriore, ricavando un «corridoio» di tre metri. Con tutti e sette i posti, invece, dietro restano 40 centimetri di profondità, praticamente come il bagagliaio di un’utilitaria. 46 174-208 106-139 106-118 CAPACITÀ 508 litri 26° 10° AGILITÀ IN MANOVRA Diametro sterzata tra muri 32° 21° Giri volante 2,9 12,4 m 6° Discreto Buono AERODINAMICA Insufficiente Discreta Ottima Cx stradale Cx 0,393 10,0 m Sforzo volante in manovra 2,5 kg Discreto Sforzo frizione 15,2 kg Insufficiente DATI VETTURA IN PROVA Chilometri percorsi 1.645 Massa (kg) 1.961 Ripartizione massa ant./post. (%) 57-43 Pneumatici Yokohama Aspec A 349 225/65R17 102H 156 QUATTRORUOTE Luglio 2011 FREEMONT PAGELLA.indd 156 15/06/11 17.10 IN SINTESI Non dite a nessuno che è una Dodge Journey travestita. Anche perché non sarebbe vero. Con l’ottimo turbodiesel «made in Italy», l’assetto rivisto e gli interni rifatti, e di qualità elevata, la Freemont diventa una crossover davvero interessante. Buone prestazioni, anche se la frizione è pesante e le frenate un po’ lunghe. Con una ricca dotazione di serie, il listino parte da 25.700 euro... difficile trovare un’offerta migliore. PAGELLA Freemont POSTO GUIDA ★★★★ Tanto spazio attorno al guidatore e regolazioni ampie per il volante e (elettriche) per il sedile. PLANCIA E COMANDI ★★★✩ All’americana: razionale, ma con comandi differenti rispetto alle Fiat «italiane». STRUMENTAZIONE ★★★✩ Quadranti grandi e leggibili, su toni rossoneri. Non immediato l’accesso al trip computer. CLIMATIZZAZIONE ★★★★★ Automatico tri-zona, gestibile dal display touchscreen, con bocchette sul padiglione. VISIBILITÀ ★★★✩ In marcia si valutano bene gli ingombri della vettura. In manovra ci si aiuta coi sensori. FINITURA ★★★★ Rispetto alla Dodge, da cui deriva, si notano miglioramenti nei materiali, piacevoli al tatto. ACCESSORI ★★★✩ Segue la scuola coreana: tutto, o quasi, di serie. La Urban, al lancio, ha pure la pelle. DOTAZIONI SICUREZZA ★★★★ Sei airbag, Esp, cinture di sicurezza anteriori regolabili in altezza, Isofix e rialzi per i bimbi. ABITABILITÀ ★★★★★ Sette posti «veri», con la terza fila utilizzabile anche da due adulti. Accessibilità discreta. BAGAGLIAIO ★★★★✩ I sedili di terza fila ripiegati sul fondo alzano il piano di carico. Però lo spazio rimane tanto. CONFORT ★★★★ Assetto «europeizzato» rispetto alla Journey: le sospensioni assorbono bene le asperità. MOTORE ★★★★✩ L’ottimo due litri Multijet da 170 CV (lo stesso della Giulietta) spinge bene ed è elastico. ACCELERAZIONE ★★★★ La trazione anteriore tende a sgommare, a causa del peso e della potenza. Buoni tempi. RIPRESA ★★★★ Il turbodiesel è pronto anche dai bassi regimi: 70-120 in sesta in 15,9 secondi. CAMBIO ★★★ Frizione pesante (15,2 kg di sforzo per la gamba sinistra), qualche impuntamento. STERZO ★★★★ Più diretto e meno leggero di quello della Journey, conserva un’impostazione turistica. FRENI ★★✩ Spazi lunghi e pedale spugnoso. Bene su fondi differenziati e nessun sintomo di fading. SU STRADA ★★★✩ Abbastanza agile, nonostante una certa tendenza al sottosterzo. L’Esp la rende sicura. CONSUMO ★★★★ In media fa 11,5 km/litro: niente male per una sette posti da due tonnellate. PREZZO ★★★★★ L’offerta di lancio a 24.900 euro vale cinque stelle: speriamo che duri. GARANZIA ★★ Due anni senza limiti di percorrenza, il minimo previsto dalla normativa europea. ★ Insufficiente ★★ Sufficiente ★★★ Discreto ★★★★ Buono ★★★★★ Ottimo ✩ Vale 1/2 stella PREGI Abitabilità per sette, con un semplice meccanismo per richiudere a libro la seconda fila e accedere alla terza senza contorsioni. Climatizzatore a tre zone, con bocchette sul padiglione, anche per i posti dietro. DIFETTI Spazi di frenata lunghi, in particolare nelle prove a minimo carico. Trip computer poco intuitivo: per azzerare il contachilometri parziale occorre addentrarsi nei menu. www.quattroruote.it/forums/provesustrada.cfm Luglio 2011 QUATTRORUOTE FREEMONT PAGELLA.indd 157 157 15/06/11 16.52
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