Ero forestiero - Caritas diocesana Arezzo-Cortona

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Ero forestiero - Caritas diocesana Arezzo-Cortona
CARITAS di Arezzo-Cortona-Sansepolcro
14 novembre 2015
“Ero forestiero”
Esodo 23,1-9
1
Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di
un’ingiustizia. 2 Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per
deviare verso la maggioranza, per falsare la giustizia.
3 Non favorirai nemmeno il debole nel suo processo.
4 Quando incontrerai il bue del tuo nemico o il suo asino dispersi, glieli dovrai ricondurre. 5 Quando
vedrai l’asino del tuo nemico accasciarsi sotto il carico, non abbandonarlo a se stesso: mettiti con
lui ad aiutarlo.
6 Non farai deviare il giudizio del povero, che si rivolge a te nel suo processo.
7 Ti terrai lontano da parola menzognera. Non far morire l’innocente e il giusto, perché io non
assolvo il colpevole.
8 Non accetterai doni, perché il dono acceca chi ha gli occhi aperti e perverte anche le parole dei
giusti.
9 Non opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del forestiero, perché siete stati forestieri
nel paese d’Egitto.
Testi del Deuteronomio
Primo testo: 10,16-22
16 Circoncidete dunque il vostro cuore ostinato e non indurite più la vostra nuca; 17 perché il
Signore vostro Dio è il Dio degli dei, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e terribile, che non
usa parzialità e non accetta regali, 18 rende giustizia all’orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli
dá pane e vestito. 19 Amate dunque il forestiero, poiché anche voi foste forestieri nel paese
d’Egitto. 20 Temi il Signore tuo Dio, a lui servi, restagli fedele e giura nel suo nome: 21 Egli è
l’oggetto della tua lode, Egli è il tuo Dio; ha fatto per te quelle cose grandi e tremende che i tuoi
occhi hanno visto. 22 I tuoi padri scesero in Egitto in numero di settanta persone; ora il Signore tuo
Dio ti ha reso numeroso come le stelle dei cieli.
Secondo testo: 16,11-14
11 Gioirai davanti al Signore tuo Dio tu, tuo figlio, tua figlia, il tuo schiavo e la tua schiava, il levita
che sarà nelle tue città e l’orfano e la vedova che saranno in mezzo a te, nel luogo che il Signore
tuo Dio avrà scelto per stabilirvi il suo nome. 12 Ti ricorderai che sei stato schiavo in Egitto e
osserverai e metterai in pratica queste leggi.
13 Celebrerai la festa delle capanne per sette giorni, quando raccoglierai il prodotto della tua aia e
del tuo torchio; 14 gioirai in questa tua festa, tu, tuo figlio e tua figlia, il tuo schiavo e la tua schiava
e il levita, il forestiero, l’orfano e la vedova che saranno entro le tue città.
Terzo testo: 14,28-29
28 Alla fine di ogni triennio metterai da parte tutte le decime del tuo provento del terzo anno e le
deporrai entro le tue città; 29 il levita, che non ha parte né eredità con te, l’orfano e la vedova che
saranno entro le tue città, verranno, mangeranno e si sazieranno, perché il Signore tuo Dio ti
benedica in ogni lavoro a cui avrai messo mano.
Quarto testo: 1,16-17
16 In quel tempo diedi quest’ordine ai vostri giudici: Ascoltate le cause dei vostri fratelli e giudicate
con giustizia le questioni che uno può avere con il fratello o con lo straniero che sta presso di lui.
17 Nei vostri giudizi non avrete riguardi personali, darete ascolto al piccolo come al grande; non
temerete alcun uomo, poiché il giudizio appartiene a Dio; le cause troppo difficili per voi le
presenterete a me e io le ascolterò. 18 In quel tempo io vi ordinai tutte le cose che dovevate fare.
Rut 1,1-19a
1
Al tempo in cui governavano i giudici, ci fu nel paese una carestia e un uomo di Betlemme di
Giuda emigrò nella campagna di Moab, con la moglie e i suoi due figli. 2 Quest’uomo si chiamava
Elimèlech, sua moglie Noemi e i suoi due figli Maclon e Chilion; erano Efratei di Betlemme di
Giuda. Giunti nella campagna di Moab, vi si stabilirono. 3 Poi Elimèlech, marito di Noemi, morì ed
essa rimase con i due figli. 4 Questi sposarono donne di Moab, delle quali una si chiamava Orpa e
l’altra Rut. Abitavano in quel luogo da circa dieci anni, 5 quando anche Maclon e Chilion morirono
tutti e due e la donna rimase priva dei suoi due figli e del marito.
6 Allora si alzò con le sue nuore per andarsene dalla campagna di Moab, perché aveva sentito
dire che il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane. 7 Partì dunque con le due nuore da
quel luogo e mentre era in cammino per tornare nel paese di Giuda 8 Noemi disse alle due nuore:
“Andate, tornate ciascuna a casa di vostra madre; il Signore usi bontà con voi, come voi avete
fatto con quelli che sono morti e con me! 9 Il Signore conceda a ciascuna di voi di trovare riposo in
casa di un marito”. Essa le baciò, ma quelle piansero ad alta voce 10 e le dissero: “No, noi verremo
con te al tuo popolo”. 11 Noemi rispose: “Tornate indietro, figlie mie! Perché verreste con me? Ho io
ancora figli in seno, che possano diventare vostri mariti? 12 Tornate indietro, figlie mie, andate! Io
sono troppo vecchia per avere un marito. Se dicessi: Ne ho speranza, e se anche avessi un
marito questa notte e anche partorissi figli, 13 vorreste voi aspettare che diventino grandi e vi
asterreste per questo dal maritarvi? No, figlie mie; io sono troppo infelice per potervi giovare,
perché la mano del Signore è stesa contro di me”. 14 Allora esse alzarono la voce e piansero di
nuovo; Orpa baciò la suocera e partì, ma Rut non si staccò da lei. 15 Allora Noemi le disse: “Ecco,
tua cognata è tornata al suo popolo e ai suoi dei; torna indietro anche tu, come tua cognata”. 16 Ma
Rut rispose: “Non insistere con me perché ti abbandoni e torni indietro senza di te; perché dove
andrai tu andrò anch’io; dove ti fermerai mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio
sarà il mio Dio; 17 dove morirai tu, morirò anch’io e vi sarò sepolta. Il Signore mi punisca come
vuole, se altra cosa che la morte mi separerà da te”. 18 Quando Noemi la vide così decisa ad
accompagnarla, cessò di insistere. 19 Così fecero il viaggio insieme fino a Betlemme.
Luca 10,25-37
Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: “Maestro, che devo fare per ereditare la
vita eterna? ”. 26 Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi? ”. 27 Costui
rispose: “ Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua
forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”. 28 E Gesù: “Hai risposto bene; fà
questo e vivrai”.
29 Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo? ”. 30 Gesù riprese:
“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo
percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso, un sacerdote scendeva
per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. 32 Anche un levita, giunto
in quel luogo, lo vide e passò oltre. 33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli
accanto lo vide e n’ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e
vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno
seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che
spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. 36 Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di
colui che è incappato nei briganti? ”. 37 Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli
disse: “Và e anche tu fa' lo stesso”.
25
Prima lettera di Pietro
Primo testo: 1,1-2
1 Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai fedeli dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadòcia,
nell’Asia e nella Bitinia, eletti 2 secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione
dello Spirito, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo sangue: grazia e pace a voi
in abbondanza.
Secondo testo: 2,11-12
11 Carissimi,
io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai desideri della carne che fanno
guerra all’anima. 12 La vostra condotta tra i pagani sia irreprensibile, perché mentre vi calunniano
come malfattori, al vedere le vostre buone opere giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio.
La parabola di Giona: capitoli 3-4
3 1 Fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore: 2 “Alzati, và a Ninive la
grande città e annunzia loro quanto ti dirò”. 3 Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del
Signore. Ninive era una città molto grande, di tre giornate di cammino. 4 Giona cominciò a
percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: “Ancora quaranta giorni e Ninive sarà
distrutta”. 5 I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più
grande al più piccolo. 6 Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto,
si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. 7 Poi fu proclamato in Ninive questo decreto, per
ordine del re e dei suoi grandi: “Uomini e animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non
pascolino, non bevano acqua. 8 Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio con tutte le
forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. 9 Chi
sa che Dio non cambi, si impietosisca, deponga il suo ardente sdegno sì che noi non moriamo? ”.
10 Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si
impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
4 1 Ma Giona ne provò grande dispiacere e ne fu indispettito. 2 Pregò il Signore: “Signore, non
era forse questo che dicevo quand’ero nel mio paese? Per ciò mi affrettai a fuggire a Tarsis;
perché so che tu sei un Dio misericordioso e clemente, longanime, di grande amore e che ti lasci
impietosire riguardo al male minacciato. 3 Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per
me morire che vivere! ”. 4 Ma il Signore gli rispose: “Ti sembra giusto essere sdegnato così? ”.
5 Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì un riparo di frasche e vi si mise
all’ombra in attesa di vedere ciò che sarebbe avvenuto nella città. 6 Allora il Signore Dio fece
crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona per fare ombra sulla sua testa e liberarlo dal suo
male. Giona provò una grande gioia per quel ricino.
7 Ma il giorno dopo, allo spuntar dell’alba, Dio mandò un verme a rodere il ricino e questo si seccò.
8 Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un vento d’oriente, afoso. Il sole colpì la testa di
Giona, che si sentì venir meno e chiese di morire, dicendo: “Meglio per me morire che vivere”.
9 Dio disse a Giona: “Ti sembra giusto essere così sdegnato per una pianta di ricino? ”. Egli
rispose: “Sì, è giusto; ne sono sdegnato al punto da invocare la morte! ”. 10 Ma il Signore gli
rispose: “Tu ti dai pena per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non
hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita: 11 e io non dovrei aver pietà
di Ninive, quella grande città, nella quale sono più di centoventimila persone, che non sanno
distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali? ”.