Conferenza - Guzzi e Scardovelli
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Conferenza - Guzzi e Scardovelli
MARCO GUZZI Ve r s o u n a n u o v a u m a n i t à Tr a s c r i z i o n e a c u r a d i Francesca De Munari INTERVENTO DI MARCO GUZZI [03:35] Credo che dobbiamo anche valutare la particolarità della forma dell’incontro. Cioè ci incontriamo qui a Milano con Mauro e tantissimi amici, amichevolmente, umilmente, fraternamente e ci incontriamo semplicemente per impostare però le basi di un progetto molto ambizioso. Ci incontriamo anche, direi, in pace: tutte cose che non sono affatto ovvie, specialmente quando vengono dette. Molti dei convegni sulla pace, dei capi di stato, delle grandi organizzazioni, anche delle chiese... sono così poco pacifici! Esprimono, manifestano e comunicano così poca, vera umiltà, fraternità, semplicità... Più lo dicono e meno lo esprimono. Noi invece cerchiamo di incontrarci in pace come viandanti, cioè percependoci e accogliendoci per quello che realmente siamo, a mio parere: siamo veramente viandanti, anche un po’ sbandati. Siamo pellegrini che vengono ognuno da un proprio deserto. Dobbiamo dircelo come primo elemento, ma come vedrete, è il primo di vari elementi... Viene sempre mistificato, camuffato, nascosto, minimizzato, sottovalutato, ma la nostra, è una civiltà in stato terminale. U n g r a n d e p o e t a d e l l o s c o r s o s e c o l o R e n è C h a r, n e l 1 9 6 9 (con la lucidità die poeti che io amo che, come ho cercato di mostrare nelle mie ricerche, hanno rappresentato negli ultimi cento anni gli ultimi sprazzi di lucidità visionaria e profetica in occidente, spesso folli perchè schizzati, senza un un ordine, senza un disciplica interiore, con delle illumination rimbaudiane all’interno di notti psichiche spesso fitte, ma non per questo meno lucidi quei lampi!) ebbene lui diceva: “Le civiltà grasso superfluo. 1 La storia fallisce, Dio in assenza di Dio non scavalca più i nostri muri diffidenti, l’uomo bramisce all’orecchio dell’uomo, il tempo si svia, la fissione è in corso. Che altro? All’uomo devastato la scienza non può fornire altro che un faro cieco, un arma di angoscia, arnesi senza istruzioni. Al più demente: il fischietto di manovra. Questa visione delle cose è molto presente in quello che sia io, che Mauro, che forse molti di voi sanno e sentono. E’ la lucidità di una visione radicale, perché non c’è niente di più anestetizzante di una visone della crisi che non sia radicale. E’ come una vaccinazione, no ? “Sì sì, va tutto male, stiamo andando alla rovina... ma senti un po’, quand’è che ti compri la nuova Vo l k s W a g e n ? ” “La Chiesa è in crisi, è in crisi... i cardinali sono ricchi!” Ma che è, una novità? Il problema non è che i cardinali vivano in case di 700 metri quadrati, il problema è perché come e quando la Chiesa si è organizzata in forma feudale, con i signorotti che vivono nei castelli. Da secoli. Quindi se uno vuole contestare questo deve contestare la struttura feudale della Chiesa, non è un fatto morale il problema. Capite? Quindi non vedere la radicalità della crisi fino in fondo è un ottimo modo per anestetizzarci e mantenerci nella confusione. Ma, ripeto, nonostante questa lucidità che va mantenuta, il nostro spirito in questo incontro è un altro, non è il piagnisteo. Non è la lamentazione impotente. Un altro grande poeta francese, Saint-John Perse, quando nel 1960 vinse il premio Nobel, fece un discorso memorabile a Stoccolma (eravamo nel 60, un’altra fase tremenda, c’era il pericolo della guerra atomica...caliamoci in quegli anni) dove disse, tra l’altro: “I peggiori rivolgimenti della storia non sono che ritmi stagionali in un più vasto ciclo di concatenazioni e rinnovamenti.” 2 Cioè anche questa crisi terminale, non è che una fase di cicli ampi di morte e rinascita! “Le civiltà giunte a maturità non muoiono a causa dei patemi di un autunno, non fanno che cambiare. Solo l’inerzia è pericolosa.” L’ u o m o p o e t i c o è l ’ u o m o n e l l a s u a e s s e n z a , n e l l a v e r a s u a e s s e n z a l’uomo è creativo, è poetico. Ognuno è poetico. Quindi: “Poeta è colui che spezza per noi l’abitudine. E dica a tutti, chiaramente, il gusto di vivere questo tempo forte. Perché l’ora è grande e nuova nella quale conoscerci di nuovo.” Questo è lo spirito giusto. Quest’ora è estrema, quello che dice Char è vero. Basta accendere il telegiornale, e vedi i peggiori dementi della terra con i fischietti di manovra. In tutti gli ambiti, purtroppo. [11:52] Questo è dato, ma non è che il punto di partenza. Lo spirito che ci deve muovere anche oggi è un altro. E’ quello dell’insurrezione, della rigenerazione, della consapevolezza che il punto finale è il punto iniziale. Potenzialmente, non meccanicamente, non è una necessità storica: siamo fuori dai determinismi storicistici del IX e del XX secolo. Sarà una libera scelta. Dipende da noi se questa fase terminale potrà manifestarsi e rivelarsi come fase inaugurale di una grande nuova età d e l l a s t o r i a d e l p i a n e t a Te r r a . Questo è il livello: una nuova grande età della storia dell’uomo sul p i a n e t a Te r r a . 3 Ci incontriamo amichevolmente, nel senso che questo incontro è nato dopo tanti incontri che abbiamo avuto con Mauro, con gli amici di Mauro, Carolina, Marta... ci siamo sentiti, ci siamo visti, sono venuti a Roma, abbiamo dialogato. Cioè, è un incontro culturale che nasce da relazioni. Ci incontriamo per convergere verso l’essenziale. Ma ci incontriamo anche fisicamente, e questo è qualcosa di assolutamente nuovo. Le forme attuali della comunicazione del sapere sono tutt’altre. Sono fondate sull’estraneità, sull’ostilità più o meno mascherata tra le persone che partecipano ai vari convegni, congressi... per non p a r l a r e d e i t a l k - s h o w, c h e a n d r e b b e r o p r o i b i t i a l m e n o a i m i n o r i d i 35-40 anni. Sono osceni! Questo è osceno! Dobbiamo cambiare le categorie dell’estetica, della morale. Ballarò, Di Martedì... sono programmi osceni. Capisco, uno a tarda notte, in orari riservati magari li può anche vedere. Ognuno ha i suoi vizi, no? Dobbiamo anche accettare che siamo deboli... ma non che me li sbatti in prima serata tutte le sere, 3-4 ore, queste cose oscene, piene di menzogne e visioni microscopiche. Menzogne e menzogne: menzogne perchè menzogne, e menzogne perchè illustrano il mondo in un modo menzoniero, te lo fanno vedere in modo fasullo. T i danno le categorie fasulle per leggere la crisi economica, la crisi umana. Anche qui ti anestetizzano, ti vaccinano. [15:18] Noi inv e c e d e s i d e r i a m o c o s t r u i re u n s a p e re c h e s i b a s i s u relazioni c h e c re s c o n o , d i p e r s o n e c h e v o g l i a n o i n s i e m e t o r nare all’es s enzia le , c he v oglion o i n s i e me c e rc a re i l p ro p r i o c u o re. Che parolone! Per carità, il cuore! Che romanticismo! Ma il cuore vero non è solo quello dei Baci Perugina, eh? Il cuore vero è il più intimo appello che grida in ognuno di noi. 4 Come dice Eliot, nei quartetti, in un verso molto bello: “Con la forza di questo amore, e la voce di questo appello che ognuno sente dentro di sè, non cesseremo di esplorare. E alla fine dell’esplorazione saremo al punto di partenza, e sapremo il luogo per la prima volta”. Noi vogliamo tornare in questo luogo, vogliamo tornare insieme in questo luogo dove forse siamo sempre stati, ma che non abbiamo mai vissuto consapevolmente. Vo g l i a m o t o r n a r e i n s i e m e i n q u e s t o l u o g o e i m p a r a r e a dimorarvi, in questo luogo di integrità e di centratura. Vo g l i a m o t o r n a r e n e l l u o g o i n c u i s t i a m o r i n a s c e n d o , a d e s s o . Questo luogo è reale, vivente, comunitario. E’ uno per tutti! È un unico luogo, capite? E’ il luogo che stiamo tutti in questo momento percependo come qualche cosa di promettente. E’ lì che vogliamo tornare, e vogliamo tornarci insieme. Ancora Renè Char parla di questo luogo, e dice: “dove (Capito? dove è un luogo) dove lo spirito non sradica più, ma ripianta e cura” È finito il tempo dove o spirito doveva distruggere: c’è anche una funzione distruttiva dello spirito. Ma non basta più! La distruzione e la trasgressione fine a se stessa sta diventando la metodologia fondamentale dei conservatori, di chi vuole mantenere e peggiorare lo stato delle cose, e illude gli uomini che trasgressioncine da quattro soldi, ben pubblicizzate su tutti i giornali tutti i giorni, rappresentino chissà quali avanzamenti della civiltà. Questo appartiene ad una fase superata della storia umana, quando lo Spirito, per crescere, ha dovuto decostruire molto, criticare molto. Viva Nietzsche, Viva Freud, viva Foucalut, Viva Derrida... Ma la loro epoca è chiusa, nel senso che sono state acquisite ormai certe cose! Oggi è poetico chi fonda! 5 Non è poetico l’adolescente che continua a criticare il papà! Che comunque va sempre criticato.... ma ormai è morto! E stiamo a criticare. Ma diventa papà tu! Fammi vedere tu una nuova legge che sappia leggere il mondo, che sappia trasmettere la vita. Fammela vedere! “Dove lo Spirito non sradica più, ma ripianta e cura, io nasco. Dove ha inizio l’infanzia del popolo, io amo.” È una nascita comune, è una nascita del popolo, non è un fatto individualistico. È una nascita in cultura, è una nascita di comunità. Bene, questo modo di fare cultura è ancora embrionale. Ancora utlizzando una metafora di Char potremmo dire che “I mattinieri” così lui chiamava i poeti, “I mattinieri sono pochi”. Pochi sono i mattinieri, pochi sono i nascenti, pochi sono gli insorti. Anche se tutti, questo, lo sentiamo dentro. Questo mondo sembra procedere in una direzione decisamente opposta. [...] Il mondo, la società, la cultura in cui viviamo continuano a portare l’uomo lontano da sé, verso forme di alienazione: questa società, questa civiltà, ci distrae, ci distoglie dalle vere domande, ci deprime. Ci vuole così. Che ci sia dietro un complotto più o meno consapevole è irrilevante. Il processo è questo... Il processo è fortissimo nella direzione della distrazione, dell’alienazione e quindi della depressione dell’uomo. Ciò che ci vogliono dire nel profondo è che non c’è niente da fare. There Is No Alternative: TINA, non ci son alternative, non fatevi illusioni. Non fate nessuna insurrezione. Non c’è nessuna insurrezione possibile. Abbiamo intorno a noi una cortina fumogena quotidiana, sempre più densa, per occultare la fine catastrofica di questa società, che pure non possono nascondere quando devono tirar fuori dei dati reali. 6 Una cultura di massa delirante, una cultura alta e specialistica, autoreferenziale e a parimenti folle, per tanti aspetti. Un dibattito politico alienante e desolante... Ci occupiamo da anni dell’ICI , dell’IMU, di queste cose, dello 0,2% 0,5%, mentre i dati della settimana scorsa su Milano ci dicono che ci stiamo semplicemente estinguendo. Tr a u n p o ’ i l p r o b l e m a d e l l ’ I M U , d e l l ’ I C I , d i c h i s a r à ? D e i c a d a v e r i ? Sarà problema di tassa funeraria e cimiteriale. A Milano il 43% degli abitanti oggi è single... il 43%! Il 25% sono coppie senza figli, e siamo quindi circa al 70%. Le coppie con figli sono poco più del 20-21%. Ci occupiamo dei più ridicoli regolamenti dell’Unione Europea mentre il pianeta esplode, e la psiche umana va in frantumi. E questa spaventosa messa in scena, con tante sue varianti, questa sorta di esposizione universale del nulla e dell’uomo mercificato occupa ormai tutti o quasi tutti gli spazi. Possiede tutti i mezzi di comunicazione, impone il suo ordine del giorno in modo assoluto, totalitario. Ho provato a far mettere sul Corriere della Sera almeno una nota informativa di questo evento: non credo di esserci riuscito, nemmeno due righe... perché loro devono pubblicare cento pagine di fesserie, ma un evento come questo, che forse una qualche particolarità, curiosità, ce lo potrebbe avere, no. Perchè loro hanno un naso sottile, e preferiscono dare mezza pagina all’ultima stupidaggine culturale trasgressiva. Se io venivo qui con scritto sul sedere “morte al Papa”, allora qui tutti i giornalisti, no? “Accademico pontificio che dice morte al Papa col sedere scoperto” Quello subito, paginona, intervista! Dobbiamo essere consapevoli di questo, perché altrimenti non capiamo la gravità delle cose. Dobbiamo comprendere più a fondo che la forma di umanità che sta tracollando, di cui stiamo parlando, coincide però con una figurazione antropologica molto bassa. Cioè, ragazzi, qui il problema non è il Capitalismo, eh, magari! 7 Qui il capitalismo è l’ultima parte di una storia molto complessa, complicata, lunga, che si può addirittura far risalire ai primordi dell’umanità. È una figurazione ampia di uomo, che sta manifestando la sua follia: quest’uomo io amo chiamarlo in tanti modi: ego-centrato, egoico-bellico, ma quest’uomo ha dominato tutta la Storia che conosciamo, interamente... In forme se volete sempre più gravi ed esplicite, ma interamente! Ed è questa forma di soggettività che va rovesciata, perché altrimenti ricadiamo, come è stato detto, nelle proiezioni ideologiche che si illudevano di cambiare il mondo cambiando solo le strutture esterne. Qui noi ormai nel XXI secolo sappiamo che se ci potrà e ci dovrà essere un cambiamento, questo cambiamento sarà un processo lunghissimo, contemporaneamente interiore ed esterno, nell’anima e nella Storia, nella psiche e nell’economia, indissociabilmente! Sarà un altro modo di intendere la cultura e di fare politica. E si sentono dei baluginii qui e lì. Oggi appunto neò Corriere della Sera c’era un articolo di Galli della Loggia s u l l ’ u l t i m o l i b r o d i Tr o n t i , c h e d i c e v a d e l l e c o s e c h e f o r s e s a r e b b e s t a t o interessante mettere in completamento con quello che stiamo dicendo noi, perchè noi da un certo punto di vista abbiamo già fatto 3-4 passi oltre! Però bene,no? Quando si va bene o male nella stessa direzione è già un ottimo risultato. Ecco sia chiaro appunto che qui il problema è molto complesso, non è soltanto il capitalismo in crisi. Amo citare questa frase di Ronald Laing, una grande psichiatra del XX secolo. Lui, nella metà degli anni ’70, diceva: “Viviamo in un mondo secolare. Per adattarsi a questo mondo il bambino abdica alla sua estasi.” “L'enfant abdique son extase” che è un verso di Mallarme. “C’è una profezia in Amos, secondo cui verrà un tempo in cui si verificherà una carestia sulla terra. Non fame di pane, non 8 sete di acqua, ma fame e sete di udire le parole di Dio. Questo tempo è giunto, è l’epoca in cui viviamo” Questo è uno psichiatra ragazzi, eh? E’ un mistico ma essenzialmente uno psichiatra. E continua: “La vera sanità mentale richiede che in un modo o in un altro l’io normale scompaia.” Questo è il livello! Non l’occidente capitalistico solamente... Ma l’IO nella sua forma ordinaria di assetto mentale! È quello il luogo del rovesciamento antropologico. “Quel falso io che è riuscito ad adattarsi alla nostra realtà sociale alienata richiede la vera sanità mentale, che emergano i mediatori archetipici interni del potere divino.” Dobbiamo entrare in contatto con aree della psiche più profonde di questo io ordinario. “E che attraverso questa morte” È una morte, sottolineamolo tutti, perchè altrimenti torniamo nell’illusione dell’ ‘800 e del ‘900. Qui si tratta di morire ad una certa forma di soggettività per rinascere ad un’altra inaudita forma di umanità soggettività. È un processo iniziatico: morire ad una forma di soggettività per nascere in un’altra si chiama, nella storia antropologica, iniziazione. In tutte le civiltà umane, a vari livelli. Anche nella civiltà cristiano-occidentale l’adesione alla fede cristiana si ha con il battesimo, che è un’iniziazione, cioè una morte battesimale nell’acqua, in cui l’uomo vecchio viene dissolto per rigenerarsi nello spirito. “E che attraverso questa morte avvenga una rinascita che porti ad un nuovo tipo di funzionamento dell’IO, in cui esso sia il servitore del divino e non più il suo traditore.” 9 Ecco, questo ragazzi è il livello. [30:30] Ecco, questo ragazzi è il livello dove dobbiamo condurre la riflessione. Il livello nel quale siamo. Noi siamo in questo livello, cioè stiamo sperimentando tutti il tracollo, il collasso, la crisi terminale di un certo modo di essere Marco Guzzi, Mauro Scardovelli e ognuno di noi, e stiamo vivendo la passione, talvolta terribile, per una rigenerazione della nostra identità, che spesso non sappiamo come vivere, non trovando fuori delle scuole, dei Maestri, che ci aiutino. Un punto importante, secondo me, per comprendere questo passaggio, è che la forma di soggettività di cui parla Laing, che sta morendo nella sua pazzia, è un io profondamente recluso in se stesso, è un io autarchico, cioè è un io che presume di essere principio di se stesso, di essere auto mobile. Io sono sta scatoletta qui e mi auto muovo. Io sono il produttore delle mie parole: quello che vi sto dicendo lo dico IO! Lo dico IO! Come dicono i bambini, lo dico IO! Purtroppo o per fortuna non è affatto così. Il ‘900 più avanzato ci ha insegnato che in realtà questo io che sembra così autarchico, solido, che si gestisce da solo, è al più un’illusione. Non esiste. E’ una pretesa, è una presunzione. Noi non siamo fatti c o s ì . J e e s t u n a u t r e ” d i c e R i m b a u d . L’ i o è a b i t a t o , è p l u r a l e . s o n o state dette tante cose, no? Nietzsche diceva che non c’è l’ “IO”, ci son gli “II”, che litigano tra loro da morire, fanno la guerra. Freud, Jung, ci hanno insegnato che quello che noi chiamiamo “io” è un livello molto superficiale, una crosticina dell’essere, di quello che io sono. Molto non sappiamo, non conosciamo. Ecco, il nuovo io, quello che sta nascendo, quello di cui parla Laing quando dice che “attiva mediatori archetipici”, è un io che è consapevole in questo, si mette in ascolto di queste profondità. 10 Non è più un io che presume di parlare in proprio, ma è un io che sa che anche il proprio parlare è ascoltare. Heidegger diceva “Die Sprache spricht”, il linguaggio parla, non sei tu che parli. Le parole che sto dicendo adesso non sono mie. E’ il linguaggio che parla. E’ l’Italiano in tutte le sue risonanze, che vengono da altre lingue: dal latino, dal sanscrito, dal greco, sono millenni di umanità, pensiero, spirito... sono spiriti che parlano nelle parole! Io non li controllo, non li conosco! Me ne rendo conto dicendolo: ecco perché cambia la forma del sapere e della trasmissione del sapere. Io non posso oggi venire qui o in un qualunque luogo e leggervi un discorso già bello confezionato e tutto chiuso, perché sarebbe contraddittorio con quello che sto dicendo. Perchè l’io che sta nascendo è un io in ascolto. Quindi io ho degli appunti, ma poi devo essere in ascolto di quello che accade, devo dare parola a questo evento, che io non potevo prevedere quando a casa mia, con la mia pennetta verde, disegnavo le parole. Capite? L’ i o c h e s t a n a s c e n d o è u n i o p i ù r e l a z i o n a l e . E ’ u n i o p i ù relazionale, un io che ascolta. E q u i n d i , p o c h i v e r s i d i u n a l t r o g r a n d e p o e t a Yv e s B o n n e f o y. Yv e s B o n n e f o y è u n p o e t o a n c o r a v i v o , c o n c u i h o a v u t o r a p p o r t i molto amichevoli. Dice: “Se questa notte è altro dalla notte, risorgi lontana voce benefica Risveglia l’argilla più grave in cui abbia dormito il seme. Parla, non ero più che terra bramosa Ecco al fine parole d’alba e di pioggia, ma parla, ch’io sia la terra propizia Parla, se esiste ancora un giorno seppellito” Se c’è ancora un giorno seppellito in questa notte, se questa notte è altro dalla notte, solo un’altra parola che ce lo potrà dire, una parola che scaturisca però dalle nostre profondità. Altra e al contempo quanto più propria. 11 Non un’altra parola nel senso che viene appunto da un luogo esterno, estraneo, ma altra nel senso che scaturisce dalla mia origine. E quindi mi invera. È altra ma tutto al contrario di ciò che mi aliena. E’ un’altra voce che invece mi fa me stesso, più proprio, mi rivela. Ancora un punto, un punto importante: per questa grande fase che stiamo vivendo dobbiamo capire un’altra cosa. Questa nuova soggettività di cui parliamo è in cammino da molto tempo dentro la storia dell’umanità. Non facciamoci le solite illusioni moderne che tutto nasca con noi! Le abbiamo già viste, ricordiamocele, perché hanno portato male. I rivoluzionari francesi addirittura volevano cambiare e hanno cambiato il calendario. Ma sì, basta, cambiamo la misurazione del tempo! Cambiamo il nome delle stagioni, dei mesi. Anche il Fascismo... Una nuova era: anno primo, anno secondo... Meno male che queste ere duran poco: il terzo millennio del Reich è durato dodici anni, e bastardi sono, pure! Durano poco. Quindi è un’illusione tipicamente novecentesca quella di fraintendere quello che sta accadendo e che accadeva anche allora, cioè un cambiamento di umanità di tipo antropologico che dura secoli, con il me egoico, che dice “Sono io, adesso cambio tutto, tutto è nuovo”. Non è così! Questa nuova soggettività relazionale è in cammino da secoli dentro la Storia: dobbiamo riconoscere questa Storia, reinterpretare questa Storia. Vo g l i o d i r e q u e s t o , p e r c h é i n c e r t i a m b i e n t i r i c o r r e s p e s s o u n antimodernismo, un’antimodernità, un’antimodernità ingenua, estremamente ingenua. Come se la modernità fosse un errore. Ma stiamo scherzando? Attenzione, perché qui si rischia veramente di prendere lucciole per lanterne. La modernità è ambigua, su questo non c’è dubbio, e credo che ciò che ho detto fino ad ora non consente di pensare che io abbia un visione facilmente ottimistica, ma la modernità è tante cose. 12 L’ i n d i v i d u a z i o n e s o g g e t t i v a d e l l a m o d e r n i t à , i n L o c k e p e r esempio, è alla radici delle libertà alle quali credo nessuno di noi qui vorrebbe rinunciare: abbiamo conquistato la libertà di religione e di coscienza attraverso anche quel processo di soggettivizzazione individualistica che poi ha portato a fenomeni degenerativi, certo, che però non erano evitabili. La soluzione non è indietro ragazzi, per carità di Dio, studiamo meglio la storia! Quando evochiamo possibili soluzioni o migliori condizioni nel passato, studiamo meglio quel passato! Studiamo meglio com’era la società comunitaria nella Grecia di Aristotele... Che cosa intendeva Aristotele per comunità? Certo, la comunità di uomini liberi: che erano lui e quattro amici. Quelli erano gli uomini liberi, la comunità dei pensatori, dei filosofi. Poi c’erano una sotto-categoria umana che erano tutti quelli che svolgevano lavori manuali; poi una terza categoria ancora più bassa che erano le donne; e poi c’erano gli schiavi, la stragrande maggioranza, che dovevano servire a far vivere i filosofi nella loro comunità filosofica. Questa era la Grecia id Aristoteòle. Non facciamoci idealismi astratti: noi non vogliamo perdere nulla della Storia della modernità, vogliamo proseguirla. Diciamo una cosa molto chiara: i progetti sacrosanti della modernità, cioè la maggiore libertà dell’uomo, la maggiore giustizia, la maggiore uguaglianza, la maggiore conoscenza della natura e la potenza tecnica, non sono in sé il diavolo, sono cose ambigue che sono arrivate ad un punto però in cui il loro sviluppo ambiguo richiede una revisione radicale. Cioè, se vogliamo proseguire quelle traiettorie, dobbiamo rovesciare la soggettività che le possa portare avanti. È un po’ complesso il concetto, ma è questo. Un grande teologo protestante ha detto una cosa che vi voglio citare, perché è utile: sto parlando di Jürgen Moltmann. Scrive: 13 “il progetto della civiltà tecnico scientifica occidentale è una scelta diventata ormai fatale per l’umanità. Noi non possiamo più continuare a svilupparlo come abbiamo fatto fino ad ora. Perchè ciò significherebbe andare incontro a catastrofi planetarie. Ma non possiamo nemmeno sottrarci a questo p r o g e t t o , a b b a n d o n a n d o i l m o n d o a l l a s u a r o v i n a . L’ u n i c a strada percorribile è quella di una ristrutturazione di fondo dello stesso mondo moderno. E allora reinventiamolo questo mondo” Questo stiamo cercando di dire. [42:28] Ultimo punto. Dobbiamo anche dirci un’ultima cosa, dopo averci detto queste cose belle. (Siamo in una fase treminale, ma una fase potenzialmente inaugurale; questo io nuovo rinnovato è più relazionale, si scopre abitato, si scopre in ascolto, si scopre interconnesso; questo non è nuovo ma ha una storia, una storia che va capita, che è quella della modernità, dell’intero ciclo cristiano occidentale) Ci dobbiamo confrontare con l’io inaugurato da cristo. Cioè questo io relazionale cos’ha a che fare con l’io inaugurato da cristo che è l’io relazionale per antonomasia? Queste sono domande che non possiamo non farci se vogliamo ragionare sul serio...cioè antropologicamente, per i prossimi secoli, non per i prossimi 10 minuti. Detto questo c’è un ultimo punto che dobbiamo dirci: questo processo non ci viene naturale. Non è facile, e non ci viene naturale. Quindi, anche qui, criticare con serietà, rigore, tutte quelle forme superficiali che ci parlano di cambiamenti e liberazioni, sia in ambito psicologico che in ambito spirituale, che la fanno un po’ troppo semplice. E quindi, barano. Quello che stiamo dicendo è un processo invece molto complicato! 14 Dedicare la propria vita a cercare con grande umiltà e pertinacia a essere un po’ meno egoici e un po’ più relazionali è un lavoro quotidiano di tutta la vita, e non otterrai chissà quali risultati. Ma quelli che otterrai saranno molto soddisfacenti, perché basta poco, basta un goccio di ghiacciaio sciolto nel mio cuore per darmi una pace e un senso di ciò che faccio, che null’altra cosa al mondo può darmi. Ma questo noi ce lo dobbiamo dire. Quando parliamo di io ego-centrato, e qui Mauro è maestro, parliamo di cose dure, di difese dure, resistenze dure, incrostazioni dure, psichiche, terrori, automatismi rigidi e duri, che scattano come molle d’acciaio dentro l’anima dell’uomo. Quindi usciamo anche qui dall’ideologia illuministica, dall’illusione che l’uomo con un po’ di razionalità e un po’ di moralità diventi un santo. Basta con ste balle! Non è vero, e lo ha dimostrato purtroppo la storia e celo dimostra la vita se la smettiamo di raccontarci balle. Quindi dobbiamo necessariamente allestire itinerari, luoghi, eventi in cui gli umani trasmigranti, che siamo tutti noi (noi siamo tutti migranti antropologici, in migrazione antropologica) possano essere accolti e possano essere accompagnati e aiutati a condividere un processo immenso, che può essere bellissimo! Può essere bellissimo! Questo tempo potrà diventare veramente uno dei tempi più straordinari che la storia ricorderà! Se riusciremo a trasformare le nostre paure e le nostre resistenze nella forza della dinamica trasformativa che tentano di fermare, diventeremo tutti dei bolidi creativi e forse contribuiremo alla nascita di un’umanità rigenerata. Auguri! 15