La didattica del francese in Italia e le nuove tecnologie

Transcript

La didattica del francese in Italia e le nuove tecnologie
797
maria rosaria compagnone
La didattica del francese in Italia
e le nuove tecnologie
Creato per promuovere l'apprendimento delle lingue, difendere il plurilinguismo e incoraggiare gli scambi internazionali, il
salone Expolangues eÁ un evento unico che riunisce da piuÁ di 25
anni i protagonisti del mercato linguistico e informa sulle novitaÁ
riguardo la didattica delle lingue in Europa e piuÁ nello specifico del
F.L.E. (FrancËais Langue EÂtrangeÁre). Nello scegliere la Commissione europea quale ospite d'onore, l'edizione 2009 ha manifestato
il desiderio di avanzare nella direzione degli impegni presi dal
Consiglio europeo a favore della promozione delle lingue e delle
culture. E la Francia, la cui presidenza del Consiglio d'Europa si eÁ
appena conclusa, ha proposto e ottenuto l'adozione di una risoluzione 1 relativa a una strategia europea a favore del multilinguismo
invitando gli stati membri a:
promuovere il multilinguismo allo scopo di rinforzare la
coesione sociale, il dialogo interculturale e la costruzione
europea;
rinforzare l'apprendimento delle lingue nel corso di tutta la
vita cercando di fornire, fin dalla piuÁ giovane etaÁ, un'offerta
diversificata e di qualitaÁ dell'insegnamento delle lingue e
delle culture in modo da permettere ai giovani di acquisire
la padronanza di almeno due lingue straniere;
favorire il multilinguismo come punto di forza per la competitivitaÁ dell'economia europea, la mobilitaÁ e l'impiego
delle persone;
promuovere la diversitaÁ linguistica e il dialogo interculturale rinforzando il sostegno alla traduzione al fine di favorire
1
Documento parlamentare, L'apprendimento delle lingue, il multilinguismo e il
dialogo interculturale, la diversitaÁ culturale e l'economia numerica, Bruxelles, 8 dicembre 2008.
798
Maria Rosaria Compagnone
la diffusione delle idee e dei saperi, e la circolazione delle
opere nell'Europa e nel mondo;
promuovere le lingue europee nel mondo.
1. La politica europea delle lingue e le scelte nazionali
Attualmente, in ciascun paese dell'Unione Europea, l'insegnamento delle lingue straniere e quindi del F.L.E. eÁ inserito nel contesto europeo del consiglio di Lisbona del marzo del 2000 e di
quello di Barcellona del 2002 che si sono prefissi l'obiettivo di rendere piuÁ dinamica l'economia europea nel nome della conoscenza
e della formazione. In questa prospettiva lo sviluppo delle competenze linguistiche eÁ considerato come prioritario all'interno del
sistema scolastico che deve avvalersi di pratiche innovatrici e adeguate per migliorare la qualitaÁ e l'efficienza dell'insegnamento
delle lingue. I professori occupano, di conseguenza, un posto di
primo piano in quanto attori del processo insegnamento/apprendimento e hanno il compito di vigilare e contribuire efficacemente
alla realizzazione degli obiettivi prefissati, primo fra tutti migliorare lo studio della lingua straniera.
PiuÁ nello specifico, se consideriamo il sistema educativo del
nostro paese, il francese resiste saldamente nella scuola italiana
dove eÁ la seconda lingua insegnata dopo l'inglese ed eÁ questa una
scelta che bisogna rinforzare, promuovere e migliorare. La diminuzione dell'insegnamento del francese infatti non eÁ recente ma
rimonta ad una diecina di anni fa, nel seno di un contesto mondializzato dove l'inglese ha trovato un posto di maggior spicco grazie
alla sua importanza nelle comunicazioni internazionali che siano
esse private, pubbliche, commerciali o scientifiche. Se la stessa
Unione europea ed i singoli politici in un primo momento sono
stati costretti a sostenere l'utilizzo del'inglese a livello internazionale, l'attuale politica volta al plurilinguismo dimostra un cambio
di posizione importante pur essendo conscia che la domanda sociale dell'inglese eÁ destinata a rimanere una componente imprescindibile da ogni politica linguistica. Tenendo presente cioÁ l'impegno per il plurilinguismo e in modo particolare per la promozione
del F.L.E. necessita di una volontaÁ politica chiara e di investimenti
di risorse umane e finanziarie a piuÁ livelli.
La didattica del francese in Italia e le nuove tecnologie
799
2. Le prospettive in didattica
``Le don des langues n'est autre chose que le don de l'eÂcoute.''
(Alfred Tomatis, Nous sommes tous neÂs polyglottes)
L'arrivo nel campo della didattica delle lingue straniere dei prodotti multimediali ha suscitato e continua a suscitare reazioni disparate e a volte contrastanti: dall'entusiasmo alla paura, dalla speranza
alla delusione. Come osservano Jeanne-Antide Huynh e Sylvie
Plane 2 alle tradizionali difficoltaÁ con cui sono soliti misurarsi gli
insegnanti se ne aggiunge un'altra non trascurabile e cioeÁ il sentimento di insicurezza nei riguardi delle nuove tecnologie la cui padronanza eÁ difficile da assicurare a causa della loro continua evoluzione. Il fatto poi che si sia impiegato del tempo a trovare una denominazione stabile per le tecnologie informatiche che partecipano al
processo di insegnamento mostra che il loro posto eÁ ancora mal
definito nelle istituzioni scolastiche. Inizialmente intitolate TIC
(Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione), si eÁ in seguito parlato di NTIC dove N segnala la novitaÁ (Nuove Tecnologie
dell'Informazione e della Comunicazione). Ma al di laÁ delle denominazioni semplici o altisonanti, eÁ fuori discussione che l'utilizzo delle
nuove tecnologie nella didattica delle lingue straniere abbia determinato una vera e propria rivoluzione metodologica. Come afferma
Henriette Walter: «Le temps n'est plus ouÁ le professeur de langue pouvait en toute bonne conscience faire reposer son enseignement sur un
manuel ayant fait ses preuves depuis longtemps et donnant l'image
rassurante d'une langue stable et d'une norme reconnue 3.» Insegnare
il francese, difatti, non eÁ piuÁ una semplice questione di grammatica e
di ortografia. «Parler une langue eÂtrangeÁre, c'est reÂapprendre aÁ eÂcouter 4» dichiarano Elisabeth Lhote e ReÂgine Llorca e se tale affermazione puoÁ sembrare provocatoria, eÁ cominciando con l'ascoltare
molto prima di pronunciare cioÁ che sia che il bambino costruisce il
suo linguaggio nella lingua materna. Se eÁ risaputo infatti che la
2
p. 8.
Huynh J.-A et Plane S. (2000), PreÂsentation in Le francËais aujourd'hui, në 129,
3
Walter H. (2001), Le FrancËais en mouvement in Le FrancËais dans le monde,
janvier 2001, p. 8.
4
Lhote E. et Llorca R. (2001), Le geste, outil d'eÂcoute in Le francËais dans le
monde, janvier 2001, p. 161.
800
Maria Rosaria Compagnone
parola in una lingua straniera eÁ segnata dalle abitudini motrici acquisite nella lingua materna, eÁ molto meno risaputo che la lingua
materna lascia la sua impronta sul modo di ascoltare. Lhote e Llorca
sostengono che ciascuno di noi sviluppa ed acquisisce nel corso della
costruzione del linguaggio (nella lingua materna) un comportamento di ascolto che daÁ la prioritaÁ al ritmo e all'intonazione rispetto
alle altre unitaÁ quali le parole e le frasi. Di conseguenza il ritmo della
lingua materna condiziona non solo il comportamento di ascolto ma
anche l'attivitaÁ di produzione e comprensione orale. La prosodia e la
fonologia diventano fondamentali unitamente alle componenti lessicali e morfosintattiche perche eÁ insieme che questi elementi partecipano alla costruzione del senso e devono quindi essere integrati
nelle strategie di insegnamento/apprendimento. EÂlisabeth GuimbretieÁre 5 insiste sul fatto che a livello segmentale come soprasegmentale l'apprendimento deve avvenire il piuÁ velocemente possibile, fin dal primo contatto con il francese, per permettere una migliore comprensione del discorso e una capacitaÁ all'autonomia. Ritardare o trascurare questi aspetti non aiuta il discente anzi lo penalizza pesantemente in materia di comprensione orale. Gli insegnanti
hanno, in modo particolare nei confronti della prosodia (intonazione
e ritmo), l'impressione che si tratti di un campo di difficile accesso e
dai contorni vaghi. Fra le opinioni piuÁ ricorrenti c'eÁ quella dell'impossibilitaÁ di acquisire nel campo della pronuncia la competenza di
un parlante nativo dopo una certa etaÁ. Quindi, premesso che non eÁ
possibile raggiungere quest'obiettivo in modo soddisfacente, molti
insegnanti riducono fortemente il loro livello di esigenza e si considerano giaÁ fortunati se i loro discenti pronunciano in modo sufficientemente corretto per essere compresi. Se ne deduce che nella gerarchia delle prioritaÁ pedagogiche il posto accordato alla fonetica eÁ
secondario, a volte quasi inesistente. Come afferma Bernard Dufeur:
«La porteÂe et l'importance de la prononciation non seulement dans la
communication mais aussi dans l'apprentissage en geÂneÂral sont sousestimeÂes. Une bonne prononciation est souvent consideÂreÂe comme un
luxe, il semble s'agir d'un travail sur des nuances 6.»
L'accordare la giusta importanza ai tratti prosodici e segmen5
Guimbretiere E. (2001), La prosodie: un passage oblige pour la comprehension
orale in Le francËais dans le monde, janvier 2001, p. 156-157.
6
Dufeu, B. L'importance de la prononciation dans l'apprentissage d'une langue
eÂtrangeÁre in www.francparler.org du 07/04/2008.
La didattica del francese in Italia e le nuove tecnologie
801
tali della lingua straniera, invece, permette ai discenti di stabilire
una forma di contatto con la lingua e soprattutto di sviluppare attitudini e strategie essenziali per l'apprendimento. La padronanza
della corretta pronuncia facilita difatti il processo di comprensione.
Quando si pensa alla pronuncia si pensa, solitamente, al vantaggio
da parte de parlante di farsi comprendere meglio senza prestare
attenzione al fatto che una corretta pronuncia ha importanza anche
sulla capacitaÁ di comprensione da parte del parlante stesso.
2.1 «Musique de la langue»
La didattica del FLE dovrebbe pertanto dare ampio spazio alla
fonetica e alla prosodia in modo che il discente possa confrontarsi
con un il nuovo modello fonetico per sviluppare efficaci strategie di
comprensione e di produzione orale. Queste riflessioni costringono
quindi ad un nuovo esame del rapporto tra fonetica e didattica nell'insegnamento del francese, rapporto non sempre idilliaco poicheÂ
la fonetica occupa spesso un posto di secondo piano rispetto alla
grammatica che da sempre assorbe quasi tutto il tempo messo a
disposizione per l'insegnamento. Louis Porcher 7 propone al riguardo una vera e propria collaborazione interdisciplinare tra fonetica e didattica delle lingue straniere. Non dello stesso parere eÁ
Freland-Ricard che afferma: «Le probleÁme prioritaire n'est pas d'ordre interdisciplinaire (bien que cet aspect ne doive pas eÃtre minimiseÂ)
mais fondamentalement disciplinaire. Il reÂside bien dans ``un manque
de concepts theÂoriques et meÂthodologiques''» 8. Dichiarando che il
problema eÁ di ordine disciplinare, Freland-Ricard afferma la mancanza di concetti teorici e metodologici riguardo l'insegnamento
della fonetica. E su questa linea Sophie Aubin introduce per la
prima volta il concetto di «musique de la langue» partendo dalla
nozione di musica intesa come «L'art de combiner des sons, de les
organiser dans le temps, de les produire harmonieusement graÃce au
corps humain, selon des reÁgles speÂcifiques» 9 ed estendendola alla
7
Porcher, L. (1987), Simples propos d'un usager in Etudes de Linguistique AppliqueÂe, 80, p. 134.
8
Freland-Ricard, M. (1996), ``Mal formeÂs ou mal informeÂs?'', Revue de PhoneÂtique AppliqueÂe, 118-119, p. 110.
9
Aubin S. (1996), La didactique de la musique du francËais: sa leÂgitimiteÂ, son
interdisciplinariteÂ, theÁse de doctorat, Rouen. (1997). Villeneuve d'Ascq, Presses Universitaires du Septentrion. (2003), p. 72. Lille, Atelier National de Reproduction des theÁses.
802
Maria Rosaria Compagnone
lingua. Se infatti la parola eÁ l'attuazione della lingua, la musica ne eÁ
la massima realizzazione, la concretizzazione di particolaritaÁ e sfumature che sono di ordine culturale, sociale, individuale e che si
esprimono proprio con l'utilizzo della lingua. E difatti la musica di
una lingua straniera eÁ un fattore determinante per l'attrazione o il
rigetto della lingua stessa poiche ogni discente eÁ provvisto di una
sensibilitaÁ auditiva e di un senso estetico. Troppo spesso l'insegnamento del FLE eÁ avvenuto ai danni della una scarsa qualitaÁ della
produzione dei suoni rovinando il piacere di comunicare attraverso
la melodia della lingua. Accordare spazio alla corretta pronuncia dei
suoni di una lingua straniera significa motivare e contribuire alla
buona formazione dei discenti. La pronuncia rappresenta l'aspetto
fisico della lingua straniera e nel contempo esprime le sensazioni e
le emozioni del parlante. Dare spazio alla pronuncia significa ritrovare una concezione olistica dell'apprendimento. In questo contesto
le nuove tecnologie possono fornire un validissimo aiuto.
3. Il ruolo delle TIC nell'insegnamento del FLE
L'utilizzazione delle TIC nell'insegnamento del FLE richiede
da parte dei docenti una minima formazione tecnologica indispensabile. Tuttavia il campo delle TIC non puoÁ essere considerato
come fine aÁ se stesso. Esso eÁ un supporto rispetto al quale l'insegnante resta il protagonista e non il consumatore passivo dei prodotti multimediali.
Si tratta dunque di valorizzare i contenuti della comunicazione
linguistica attraverso la scelta dei supporti. Vediamo allora le principali caratteristiche di alcuni di essi.
3.1 I CD-rom
Finita l'era delle registrazioni su nastro, i CD-rom didattici
sono dei prodotti che presentano un'ottima qualitaÁ del suono e
che possono essere utilizzati in classe o in auto-apprendimento.
Essi permettono di sensibilizzare i discenti alla pronuncia della
lingua straniera con l'aiuto di esercizi ideati ad hoc, ne deriva
quindi un contatto facilitato grazie al quale la lingua perde pian
piano una parte del suo carattere straniero per essere riconosciuta
ed integrata. Alcuni esercizi di pronuncia, inoltre, risvegliano nel
La didattica del francese in Italia e le nuove tecnologie
803
discente un piacere di comprensione e riproduzione permettendo
di assaporare meglio la sonoritaÁ della lingua straniera.
I vantaggi sono:
la potenzialitaÁ del sussidio in vista dell'acquisizione di saperi
specifici e del lessico culturale (costruzioni quotidiane della
lingua, esercizi, espressioni idiomatiche...);
le possibilitaÁ di interattivitaÁ in funzione degli interessi e degli obiettivi;
le possibilitaÁ di lavoro individuale o di gruppo;
le modalitaÁ di verifica e valutazione della propria formazione.
Un limite dei cd-rom puoÁ essere rappresentato dalle attivitaÁ
spesso basate su tipologie che richiamano approcci metodologici
riconducibili allo strutturalismo ma si auspica che i miglioramenti
della tecnologia e una piuÁ consapevole e qualificata collaborazione
tra informatici e autori esperti in didattica della lingua porti rapidamente al superamento di questa fase.
3.2 I DVD
I DVD presentano il vantaggio di associare all'elemento visivo
quello auditivo e quindi di riprodurre quelle caratteristiche proprie
dei testi orali che facilitano la comprensione o completano l'apprendimento come gli indici visivi, la mimica o i gesti.
La maggior parte dei DVD sono realizzati a partire da documenti
autentici (estratti di telegiornali, piccole trasmissioni, documentari)
in modo da dare una percezione reale della lingua e della cultura.
3.3 I siti Internet
Il docente che decide di utilizzare Internet all'interno della
propria attivitaÁ didattica deve assumere un ruolo diverso da quello
tradizionale: non deve cioeÁ insegnare come usare la rete, ma deve
far sõÁ che i propri allievi assimilino le tecniche e le strategie necessarie per sfruttare il web al fine di migliorare le proprie conoscenze. L'uso piuÁ immediato di Internet eÁ quello di ``navigare''
con i propri studenti alla ricerca di siti interessanti di carattere
pedagogico, culturale e sociale. Si puoÁ entrare in collegamento
con istituzioni e biblioteche, leggere quotidiani e riviste in lingua,
guardare notiziari o anche programmi televisivi. Uno dei siti realizzati con lo scopo di essere un valido sussidio per l'insegnamento
804
Maria Rosaria Compagnone
del FLE eÁ il sito www.tv5monde.org che presenta, oltre a documenti audio-video (telegiornali, documentari e cartoni animati in
lingua francese e sottotitolati), delle schede pedagogiche per l'insegnante e per i discenti da utilizzare in classe. Ben elaborata eÁ
anche la rubrica strutturata per l'auto-apprendimento del FLE.
Esistono inoltre corsi di lingua in rete, alcuni dei quali prevedono la presenza di un tutor per guidare ed aiutare lo studente,
altri basati su eserciziari, approfondimenti culturali, grammaticali
e dizionari elettronici, con il vantaggio, rispetto ai CD-Rom, di essere sempre aggiornabili e perfezionabili dall'autore. Un esempio eÁ
offerto dal sito www.didierlatitudes.com , un sito con esercizi autocorrettivi suddivisi in unitaÁ.
L'offerta della rete eÁ certamente vastissima, per questo risulta
fondamentale il ruolo del docente in quanto ``filtro'' che guidi gli
allievi nel mare delle informazioni proposte da Internet.
3.4 I software
Recenti ricerche compiute in glottodidattica certificano gli effetti positivi della multimedialitaÁ sulla comprensione, sulla qualitaÁquantitaÁ dell'apprendimento e sullo sviluppo della motivazione. La
scelta dei software eÁ di fondamentale importanza, sia per selezionare
il materiale da utilizzare come integrazione al percorso didattico, sia
per preparare attivitaÁ specifiche relative ai bisogni linguistici quali lo
studio della fonetica, del lessico, delle strutture grammaticali e delle
funzioni comunicative. Occorre quindi che il docente sappia valutare
le caratteristiche dei software in commercio per poter usufruire al
meglio dei vantaggi didattici del multimediale. La qualitaÁ dipende
inoltre, oltre che dai contenuti offerti, dalla ricchezza delle proposte
didattiche, dalla cura con cui sono stati creati, dal grado di interattivitaÁ, dalla qualitaÁ delle risposte ricevute dai discenti.
Per quanto riguarda l'apprendimento della lingua francese c'eÁ
un discreto mercato di software.
L'ultima novitaÁ consiste nella creazione di speciali software
che abituano l'orecchio alle frequenze della lingua che si vuole
apprendere e modificano la pronuncia in tempo reale con un consecutivo miglioramento della comprensione e dell'espressione
orale. Questi software si basano sul principio delle frequenze dominanti. L'orecchio umano eÁ difatti abituato alle frequenze dominanti, al ritmo e alla musicalitaÁ della lingua materna. Di conse-
La didattica del francese in Italia e le nuove tecnologie
805
guenza il discente tende a pronunciare le lingue straniere come la
lingua materna. Questi software modulano la voce in tempo reale
con la frequenza dominante della lingua che si vuole apprendere
permettendo al discente di ascoltare la sua voce modulata e di
migliorare rapidamente e facilmente la pronuncia.
La creazione di software di questo tipo risponde all'esigenza di
dare maggiore spazio alla corretta pronuncia dei suoni della lingua
straniera fin dai primi stadi dell'apprendimento.
3.5 MP3
Se la rivoluzione tecnologica sta cambiando la didattica, questo cambiamento eÁ ancora piuÁ visibile e redditizio nel campo dell'apprendimento delle lingue straniere. Molti insegnanti si avvalgono oggigiorno di nuovi strumenti tecnologici come il lettore MP3.
L'obiettivo eÁ quello di moltiplicare il tempo di esposizione dei discenti alla lingua e di stabilire i bisogni di ciascuno di essi. Il lettore
MP3, ad esempio, non eÁ piuÁ solo un semplice strumento di svago
col quale si ascolta la musica preferita ma esso diventa un dispositivo nel quale si possono scaricare in podcasting emissioni radio e
documenti sonori in lingua originale.
Tutte le radio francesi e francofone, infatti, hanno sul loro sito
un'area riservata al podcasting da cui eÁ possibile scaricare giornali
radio, trasmissioni, cronache di eventi sportivi. Il lettore MP3 piccolo,
leggero e pratico, puoÁ essere portato ovunque permettendo quindi
una fruizione continua dei documenti sonori in lingua straniera.
3.6 E-learning
L'informatica applicata allo studio delle lingue straniere ha
dato vita all'e-learning ovvero alla formazione a distanza. Se i vantaggi come l'abbattimento dei costi e dei problemi legati al tempo e
agli spostamenti sono apparsi da subito chiari, non trascurabili
peroÁ sono alcuni fattori che determinano in molti casi l'insuccesso
come la mancanza di motivazione. Solo, davanti al computer, il
discente perde pian piano l'interesse mostrando difficoltaÁ a mantenere una certa costanza. Spesso, infatti, lo sforzo per l'apprendimento puoÁ risultare piuÁ duro rispetto a quello richiesto dalla formazione classica. Nel caso dei corsi a distanza il discente non puoÁ
avere un ruolo passivo ma deve, al contrario, essere l'attore principale della sua formazione.
806
Maria Rosaria Compagnone
Non bisogna inoltre dimenticare che uno dei maggiori limiti
dell'e-learning eÁ il suo stretto legame con la tecnologia per cui ogni
connessione puoÁ rappresentare un problema potenziale. La scelta
di una piattaforma adatta eÁ di grande importanza cosõÁ come quella
del tutor, figura di primo piano per motivare, monitorare ed aiutare
in caso di difficoltaÁ.
4. Conclusioni
I vantaggi dell'applicazione delle nuove tecnologie e della
multimedialitaÁ all'insegnamento di una lingua e della sua musica
possono essere davvero tanti. I supporti sopra citati, peroÁ, presuppongono un modo di insegnare che modifichi la figura dell'insegnante, privandolo della sua centralitaÁ, e che accordi, in modo
particolare all'inizio dell'apprendimento, un'enorme importanza
alla padronanza dei tratti prosodici e soprasegmentali della lingua
straniera. Queste semplici considerazioni portano dunque a riflettere su come trarre vantaggio delle novitaÁ per aprirsi ad esperienze
che diano ampio spazio alla fonetica e alla prosodia nella gerarchia
delle prioritaÁ pedagogiche.
BIBLIOGRAFIA
Aubin S., La didactique de la musique du francËais: sa leÂgitimiteÂ, son interdisciplinariteÂ. TheÁse de doctorat, Rouen, 1997. Villeneuve d'Ascq, Presses Universitaires du Septentrion, 2003.
Documento parlamentare, L'apprendimento delle lingue, il multilinguismo e il dialogo interculturale, la diversitaÁ culturale e l'economia numerica. Bruxelles, 8 dicembre 2008.
Dufeu B., L'importance de la prononciation dans l'apprentissage d'une langue eÂtrangeÁre in www.francparler.org del 07/04/2008.
Freland-Ricard M., Mal formeÂs ou mal informeÂs?, «Revue de PhoneÂtique
AppliqueÂe», në 118-119, 1996.
Guimbretiere E., La prosodie: un passage oblige pour la comprehension
orale in Le francËais dans le monde, janvier 2001.
Huynh J.-A, Plane S., PreÂsentation in Le francËais aujourd'hui, në 129, 2000.
Lhote E. et Llorca R., Le geste, outil d'eÂcoute in Le francËais dans le monde,
janvier 2001.
Porcher, L., Simples propos d'un usager in «Etudes de Linguistique AppliqueÂe», në 80, 1987.
Walter H., Le FrancËais en mouvement in Le FrancËais dans le monde, janvier 2001.