Febbraio - N° 44 - IT-AL
Transcript
CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA Almanacco latinoamericano notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo Il Presidente Chavez entra nella storia. Comunque. E forse re Juan Carlos di Borbone si pente di quel “porque no te callas?!”. Il senso di Evo per le nazionalizzazioni. Ecuador: dallo Stato borghese allo Stato popolare… Elba Esther Gordillo in carcere: la rivoluzione messicana. Sempre in cima ai sondaggi la primera dama, Nadine Heredia. I buoni dati economici cileni fanno litigare i due precandidati, di destra. Una delegazione di parlamentari colombiani a L’Avana rilancia le trattative di pace con una proposta …interessante. Il PT festeggia i 10 anni di governo, con Dilma, Lula e …Zé! Cuba: è il momento di Miguel Diaz-Canel (o no?). Nuova coppia (presidenziale) argentina? …ma non con Scioli. Cristina: “non cambierò la Costituzione, state tranquilli”. Paraguay al voto, comunque c’è un Lino. Il salvadoregno Saca vuol tornare, alla Presidenza. Nove milioni di dollari per il Machu Picchu antartico. Un miliardo e 300 milioni di dollari per l’Atacama Large Millimeter Array. Argentina: a processo i militari criminali del Plan Condor. Haiti: a processo Baby Doc. Non è mai troppo tardi. L’Argentina, regala al mondo il piemontese Francesco (Beppe Grillo ha ancora dubbi sullo ius soli?). AGENDA POLITICA Con un intervento, durato oltre tre ore, la Presidenta dell’ARGENTINA, Cristina Kirchner, ha inaugurato la 131a sessione ordinaria dei lavori della Camera dei Deputati. Con foga, coerentemente con il suo stile, la Presidenta ha difeso i 10 anni di gestione kirchnerista del potere, definendoli un “decennio guadagnato”, riferendosi ai progressi relativi alla crescita economica, inclusione sociale e lotta della povertà. Nel discorso non ha mai toccato il controverso nodo dell’inflazione, che rappresenta un problema sempre più grave per lo sviluppo del paese. Gran parte dell’intervento ha riguardato la giustizia. Dopo aver rivendicato l’esigenza che i tempi della giustizia siano più “rapidi”, soprattutto per quanto riguarda i funzionari pubblici (che a volte “finiscono per essere condannati dai media, senza esserlo nella realtà”, ha esclamato Cristina, evocando le dure polemiche con il gruppo Clarìn), ha introdotto il tema della “democratizzazione del sistema giudiziario”, annunciando che il Almanacco latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 anno V • numero 44 • febbraio 2013 Rubriche: n Agenda politica n Agenda regionale Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Haiti, Honduras, Messico, Panama, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana, Uruguay, Venezuela 1 14 n Agenda bilaterale 14 n Agenda delle segnalazioni 14 n Tra Italia e America Latina: n Agenda CeSPI/CEIAL n Farnesina e dintorni Eventi/segnalazioni, Libri www.donatodisanto.com 15 Cara lettrice, caro lettore... 15 15 Questo Almanacco è uno strumento del CEIAL (Consiglio Economico Italiano per l’America Latina), che il CeSPI mette a disposizione di un numero limitato e qualificato di persone interessate per ragioni istituzionali, sociali, culturali, politiche o imprenditoriali ai rapporti tra l’Italia e l’America latina. Tranne i corsivi, che esprimono opinioni di chi li firma o del curatore Donato Di Santo, tutti gli altri testi sono notizie raccolte e selezionate dalle Agenzie di stampa o dai mezzi di informazione nazionali ed internazionali. La stesura redazionale è di Gianandrea Rossi. Per comunicare con l’Almanacco: [email protected] CeSPI Centro Studi di Politica Internazionale Piazza Margana, 39 - 0186 Roma – Italia Tel. *39 06 6990630 - Fax *39 06 6784104 [email protected] www.cespi.it Almanacco latinoamericano anno V • numero 44 • febbraio 2013 notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA governo presenterà in Parlamento un “proposta di riforma del Consiglio della Magistratura, e dei criteri di ingresso nella carriera giudiziaria”, sostenendo l’opportunità che la totalità dei membri del Consiglio della Magistratura siano eletti dal popolo, e aggiungendo di non ritenere obbligatorio che la funzione di magistrato sia riservata ai professionisti del Diritto ma che, al contrario, essa possa vedere l’accesso di qualunque cittadino superi gli esami previsti. Ha aggiunto che presenterà un progetto per la creazione di Corti di Cassazione nei Tribunali civili e commerciali, che saranno delle “terze istanze giudiziali, per alleggerire il sistema e garantire la trasparenza”. Secondo quanto preannunciato dalla Presidenta nel suo intervento, nei prossimi mesi verrà presentata la proposta di una Ley de responsabilidad del Estado, volta a “garantire che lo Stato non sia trattato come un’impresa privata”. Ferma la condanna dell’opposizione. Il senatore Mario Cimadevilla, ed il deputato Oscar Aguad, entrambi della UCR, hanno ribadito che “il progetto presentato dalla Presidenta è incostituzionale”. Hermes Binner, leader del Frente amplio progresista (FAP) ha criticato il governo nazionale, accusandolo di portare avanti una politica che “risponde ad un solo comando, stiamo andando verso una specie di ‘monogoverno’ le cui conseguenze potranno essere molto negative”. Gustavo Larreta, Capo di Gabinetto della città di Buenos Aires, del PRO, ha parlato di “visione egemonica” riferendosi alla proposta di riforma avanzata dalla Casa Rosada. Anche il Presidente della Asociación de magistrados y funcionarios de la Justicia, Luis Cabral, si è opposto nettamente alla riforma proposta dall’Esecutivo argentino, ed ha ribadito che “l’elezione popolare di giudici e magistrati è incostituzionale”. Più cauta, invece la reazione del Presidente del Consiglio della Magistratura, Mario Fera che, a sorpresa, ha definito la proposta “una sfida”. Il magistrato, legato al kirchnerismo, pur rimandando un giudizio più complessivo a dopo la divulgazione dei dettagli della proposta di riforma, ha inoltre dichiarato “c’è uno spazio, dentro la Costituzione, per il rinnovamento, sono sfide che la nostra società deve essere disposta ad intraprendere, sempre dentro le regole costituzionali”. Altro tema molto sentito, e atteso dall’opinione pubblica oltre che dal mondo politico argentino, la questione di un eventuale cambiamento della Costituzione, per rendere possibile la rielezione della Presidenta che, invece, ha sprezzantemente dichiarato: “non riformeremo alcuna Costituzione, stiano pure tranquilli”. L’intervento della Kirchner al Parlamento ha passato in rassegna altri temi, come la difesa della legge di ratifica dell’accordo raggiunto con le Autorità iraniane (siglato in Etiopia lo scorso gennaio), per la creazione di una Commissione della verità, formata da 5 magistrati internazionali, per i indagare i fatti relativi alla strage dell’Amia del 1994. La legge è stata approvata dalla Camera, poco prima dell’inaugurazione della nuova sessione parlamentare, con un voto (131 favorevoli e 113 contrari), fortemente contestato dall’opposizione e dalla comunità ebraica argentina, che la bolla come una concessione delle Autorità argentine in cambio di presunti accordi di cooperazione con il governo di Teheran (anche in materia nucleare). Inoltre, la Presidenta ha ribadito che l’Argentina non accetterà alcuna sentenza che imponga allo Stato di corrispondere ai creditori dei cosiddetti “fondos buitres”, compensi diversi da quelli accordati ai sottoscrittori delle due offerte fatte nel 2005 e 2010. Almanacco Nelle prossime settimane, infatti, il Tribunale di New York emetterà una sentenza in merito al ricorso presentato da un fondo statunitense (NML), di risarcimento per circa 1.3 miliardi di dollari, a seguito del default del 2001.“Se dessero ragione alle posizioni assurde dei fondi, l’Argentina fallirà di nuovo e non potrà pagare”, ha tuonato la Presidenta. Si abbassano i toni interni al PJ, in concomitanza con la perdita di peso dell’ipotesi di una eventuale ricandidatura di Cristina nel 2015. In occasione dell’inaugurazione della 141a sessione del Consiglio della Provincia di Buenos Aires, quasi coincidente con il discorso della Kirchner alla Camera, il Governatore ha mostrato un atteggiamento più disteso verso la Casa Rosada, dopo mesi di sorda contrapposizione, che hanno visto l’amministrazione provinciale ed il governo spesso in forte contrasto fra loro, per i ritardi nei trasferimenti finanziari statali al governo di La Plata. Daniel Scioli ha ribadito l’impegno per “una gestione integrata, con il governo nazionale ed i municipi”, elogiando la gestione della Presidenta. Sempre in questo clima conciliatorio e dialogante, Scioli ha più volte fatto riferimento alla necessità di rimodulare l’erogazione finanziaria, ricordando che la Provincia di Buenos Aires perde ogni anno una parte dei contributi previsti dal Fondo de reparaciòn historica del Conurbano, oltre che a quella di “migliorare la capacità di autofinanziamento della Provincia”. Nel suo discorso Scioli, schierandosi indirettamente a difesa del governo nazionale, ha inoltre chiesto “pazienza” ai diversi sindacati e ai lavoratori pubblici (soprattutto insegnanti), che in questi giorni stanno organizzando imponenti scioperi contro il governo di Buenos Aires (circa una settimana di blocco delle lezioni, proprio alla ripresa della scuola dopo la pausa estiva), per chiedere aumenti salariali (30% contro il 22% offerto dal governo). Sempre con lo stesso spirito di distensione, Scioli ha infine concluso ringraziando tutti “i contribuenti bonaerensi”, che pagano le imposte ad una amministrazione sempre più in difficoltà nel garantire i servizi riconoscendo, di fatto, a questa fascia sociale il ruolo chiave per il futuro della provincia e dell’Argentina. In effetti, la gestione di Scioli, è funestata dalla scarsità di risorse. A spiegare questa “riappacificazione” è, almeno in parte, l’esigenza di assicurarsi un più costante trasferimento di fondi dal governo centrale. Infatti, oltre agli scioperi degli insegnati, ciò che complica l’amministrazione sono i servizi pubblici, sempre più carenti e scadenti, nei settori scolastico, medico ed infrastrutturale causa, a loro volta, di proteste e tensioni anche da settori amici. Per esempio: Kunkel, deputato del PJ, è intervenuto più volte per sottolineare le criticità della gestione di Scioli, e svariati amministratori peronisti, guidati da Sergio Uribarri, Governatore di Entre Rios, ha criticato aspramente il suo omologo di Buenos Aires, invitandolo “a perdere meno tempo con i media, a chiarire la sua strategia per le presidenziali, e a dedicarsi maggiormente all’amministrazione della provincia”. Rimane teso il clima tra governo e sindacati. Hugo Moyano, che guida una protesta di camionisti che tiene bloccati 37 grandi supermercati, in attesa di ricevere dal governo l’ok per l’assunzione di mille impiegati, è tornato ad attaccare il governo: “Chi tradisce i diritti dei lavoratori tradisce la patria, non siamo cambiati noi, è cambiato il governo. Con Nestor questo non succedeva”, riferendosi alla recente decisione del governo di “non opporsi” all’aumento degli stipendi dei parlamentari. La giustizia argentina ha avviato i processi contro gli ex dittatori, Jorge Rafael Videla e Reynaldo Bignone, per crimini contro l’uma- latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 2 Almanacco latinoamericano anno V • numero 44 • febbraio 2013 notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA nità, compiuti durante l’ultima dittatura, nell’ambito del “Plan Condor”.Assieme a loro verranno giudicati l’ex generale Luciano Benjamín Menéndez (che già cumula la pena di sette ergastoli), e gli ex ufficiali Eduardo Samuel de Lío, Santiago Riveros, Ramón Díaz Bessone, Miguel Ángel Furci e Antonio Vañek. Il giudizio, articolato in tre cause, consentirà di indagare sulla sorte di 108 persone, che si presume furono sequestrate, detenute e torturati nel campo di detenzione clandestino “Orletti”, di Buenos Aires, considerato la base logistica del “Plan Condor”. Questo processo ha un’importanza fondamentale, perché dimostrerà che ci fu un’associazione illecita tra le dittature sudamericane per arrestare e far sparire oppositori politici”, si legge nella requisitoria dell’accusa. Il 13 marzo, dopo un paio d’ore di riflessione successive alla elezione a Papa del Cardinale Jorge Bergoglio, la Presidenta Cristina Kirchner ha dichiarato:“Es nuestro deseo que tenga, al asumir la conducción y guía de la Iglesia, una fructífera tarea pastoral desempeñando tan grandes responsabilidades en pos de la justicia, la igualdad, la fraternidad y la paz de la humanidad. Le hago llegar a Su Santidad mi consideración y respeto”. Dal punto di vista economico segnaliamo la conferma, da parte delle fonti ufficiali, che la crescita del 2012 si è attestata a +1,9%, mentre per il 2013 il governo prevede un’espansione di circa il doppio, pari al 4%. Il nuovo amministratore delegato di YPF, nazionalizzata lo scorso aprile, ha annunciato in una conferenza stampa che dall’inizio della sua gestione il gruppo, espropriato a Repsol, ha aumentato la sua produzione di greggio del 2,5%. È tornato nuovamente al centro dell’agenda politica della BOLIVIA il tema delle nazionalizzazioni. Ancora una volta a farne le spese sono gli investimenti spagnoli. Con un decreto governativo, annunciato dallo stesso Presidente Evo Morales a febbraio, le Autorità di La Paz, hanno proceduto alla nazionalizzazione della società SABSA, di proprietà della spagnola Abertis y Aena, cui era affidata la gestione dei servizi aereoportuali di La Paz, Cochabamba e Santa Cruz. Il provvedimento, è stato preso dopo il recente collasso di alcuni aeroporti, dovuto al costante aumento del traffico aereoportuale.“Non ci sono stati miglioramenti nel servizio, non ci sono stati investimenti, non ci sono stati ampliamenti degli aeroporti”, ha dichiarato Morales durante l’annuncio della nazionalizzazione. In effetti secondo gli accordi siglati nel 2005, SABSA avrebbe dovuto investire circa 53 milioni di dollari per realizzare nuove infrastrutture aereoportuali, di cui 26 entro il 2011, contro i 5 investiti. Da pare sua, la società spagnola ha denunciato la scorrettezza del provvedimento, lamentando per altro che si tratta del terzo provvedimento di nazionalizzazione preso contro gli investimenti spagnoli. Secondo gli investitori spagnoli, la compagnia non ha potuto effettuare gli investimenti previsti, a causa del mancato aggiornamento delle tariffe dei servizi aereoportuali, rimaste bloccate ai livelli del 2001. La vicenda è stata già affidata ad un arbitrato internazionale ma, comunque, aggrava le relazioni tra i due paesi: il Presidente Morales, non ha esitato a definire “una rapina” l’attività della SABSA nel paese, ricordando che mentre gli spagnoli accumulano guadagni, “lo Stato boliviano non riceve alcun beneficio economico”. Con l’avvicinarsi del 2014 -anno elettorale- torna ad occupare ampio spazio sui giornali il tema della possibilità di una ricandidatura (la terza), di Evo Morales per il periodo 2015-2020.Ad inneAlmanacco scare il dibattito è stato, questa volta, il quesito del Senato al Tribunale Costituzionale, volto a dirimere la questione relativa alla possibilità di ricandidatura del Presidente in carica. In effetti, per quanto molti abbiano sottolineato che la Costituzione del 2009 non ammetta alcuna possibilità per Morales di ricandidarsi (tra gli altri, questa è la posizione dell’ex Presidente Carlos Mesa), molti settori governativi ritengono che, poiché il primo mandato -quello iniziato nel 2005, prima dell’entrata in vigore della Costituzione- non è stato concluso, Evo Morales potrebbe aspirare, anche in ticket con suo Vice Presidente, Garcia Linera, a concorrere nuovamente alle elezioni presidenziali, che si terranno nel novembre del prossimo anno. Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano “Pagina siete” della società Ipsos, il 54% della popolazione appoggerebbe un terzo mandato del Presidente Evo Morales, a conferma del margine di ampio consenso di cui gode attualmente l’Esecutivo. Secondo l’opposizione, che ha più volte minacciato di ricorrere al Tribunale contro un eventuale nuovo mandato di Morlaes, oltre che un problema costituzionale, quello della ricandidatura di Morales “rappresenterebbe un problema etico e politico”, ha ribadito Fabian Yaksic, leader del Movimiento sin Miedo (MSM), uno dei principali antagonisti del MAS. Duro anche Samuel Doria Medina, leader di Unidad Nacionàl, che ha criticato il “tentativo di Morales di farsi autorizzare dal Tribunale costituzionale, eludendo una riforma costituzionale o un referendum”. Buone notizie sul fronte economico. Secondo i dati pubblicati dal periodico bollettino del Banco central, a febbraio le riserve nazionali del paese sono aumentate, superando il record dei 14 miliardi di dollari (con un incremento netto, dall’inizio dell’anno, di 173 milioni). A salire, inoltre, la componente in oro massiccio delle riserve, che supera gli oltre due miliardi di dollari, tra le più alte dei paesi latinoamericani. Secondo quanto annunciato dal Governatore del Banco Central, Marcelo Zabalaga, nei prossimi giorni e in accordo con le decisioni del governo, circa un miliardo e 200 milioni di dollari di riserve verranno trasferiti al Banco di Sviluppo Produttivo del paese, per alimentare le linee di credito del Fondo per la Rivoluzione Industriale e Produttiva, destinate a sostenere le imprese e gli investimenti in infrastrutture. Importanti novità sul tema dei diritti umani. L’Asamblea Nacional ha approvato una legge per la tutela dei diritti delle donne, la “Ley Integral para garantizar las Mujeres”, cui hanno lavorato con tenacia la vice Ministra della Giustizia, l’esponente indigena Isabela Ortega, e la Presidente del Palamento, Betty Tejada.Tra le principali novità introdotte nel Codice penale, il reato di femminicidio, con la sanzione di un pena di 30 anni di carcere. La norma prevede una casistica di 17 forme di violenza fisica, psicologica, sessuale ed economica. Clima da campagna elettorale in BRASILE, anche se le elezioni presidenziali saranno solo il prossimo anno. Dopo le vicende delle ultime settimane, che hanno portato il PSDB a ufficializzare la candidatura di Aecio Neves (vedi Almanacco n°43), il PT e la coalizione governativa hanno accelerato i tempi della propria mobilitazione. In occasione dell’anniversario dei 33 anni della fondazione del PT e, soprattutto, dei “primi” 10 anni al governo, il PT ha organizzato una grande manifestazione per rilanciare l’immagine del partito, offuscata negli ultimi due anni dalle note vicende che hanno colpito il governo Rousseff: dopo le molteplici dimissioni di Ministri, che hanno costellato il primo anno di latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 3 Almanacco latinoamericano anno V • numero 44 • febbraio 2013 notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA governo di Dilma, negli ultimi mesi dell’anno scorso si è aggiunta la feroce offensiva mediatica costruita attorno al processo del “mensalão”, che ha contribuito a deteriorare ulteriormente l’immagine del partito.A questa manifestazione, tenutasi a San Paolo, hanno preso parte tutti i dirigenti del partito, la stessa Presidente Rousseff, l’ex Presidente Lula e l’ex Ministro da Casa Civil, José Dirceu. Nel suo intervento, Lula ha attaccato l’opposizione, difendendo l’azione del PT al governo del paese e, soprattutto, ha annunciato che il PT punterà sulla ricandidatura di Dilma Rousseff nel 2014, sciogliendo così ogni dubbio su una sua eventuale ridiscesa in campo, e coniando lo slogan “il decennio che ha cambiato il Brasile”. Nel suo intervento, Lula ha anche affrontare il tema della corruzione, che tante polemiche ha suscitato e suscita nell’opinione pubblica:“non abbiano paura di confrontarci neanche sul tema della corruzione, e io dubito che vi sia stato nella storia un governo che abbia avuto maggior trasparenza, ed abbia adottato maggiori strumenti per combattere la corruzione che il nostro”. L’evento, suscitando dure polemiche da parte dell’opposizione, è stato concluso da Dilma Rousseff che, con un lungo discorso, ha risposto alle molte critiche dei mezzi di comunicazione e dei leader degli altri partiti, ed ha di fatto confermato la propria ricandidatura. Dilma è arrivata ad affermare “non abbiamo ereditato nulla, abbiamo solo costruito”, e contro questa lettura della storia recente si è particolarmente scagliato l’ex Presidente, Fernando Henrique Cardoso. In un passaggio successivo la Rousseff ha poi scandito che “il Brasile ha dimostrato al mondo che il pilastro economico e quello sociale non sono incompatibili”. Il PSDB ha subito indetto un evento pubblico, presso il Senato a Brasilia, nel quale Aecio Neves, ha attaccato duramente il PT e l’attuale ceto di governo, sottolineando le “gravi difficoltà in cui versa il paese e le conseguenze del rallentamento dell’economia, e dell’aumento dell’inflazione”, e strumentalizzando le recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto il PT. Neves, rivolgendosi al PT, ha rimarcato la contraddizione di un partito che “da un lato usa la moralità come bandiera elettorale per poi scendere in piazza a difendere i condannati del mensalão. Al di la dei toni, il confronto politico è già arrivato –anticipando di molto i tempi della prossima contesa elettorale presidenzialead un vero e proprio passaggio di fase, sia rispetto alla gestione del governo e alla rimodulazione dei rapporti di forza interni alla maggioranza, che nei rapporti governo-opposizione. Una conferma in tal senso arriva anche dal ritorno nella scena politica dell’ex senatrice Marina Silva (già Ministro dell’Ambiente del governo Lula e poi avversaria di Dilma alle ultime elezioni), che proprio nelle ultime settimane ha avviato le procedure per la nascita del suo nuovo partito “Rede Sustentabilidade”, che dovrà raccogliere nelle prossime settimane almeno 500 mila firme in almeno nove Stati, per poter partecipare alla competizione presidenziale del 2014. Marina Silva dice che la sua Rede “è la risposta alla crisi del sistema politico monopolistico dei partiti” e attacca l’attuale Presidente colpevole, ai suoi occhi, di essere solo un “amministratore e di non avere una visione strategica delle sfide del Brasile e dell’esigenza di cambiamento del modello di sviluppo”. Marina Silva ha anche avviato relazioni internazionali con movimenti sociali antipartiti: dopo il Cile, dove si è riunita –a porte chiuse- con i capi della rivolta studentesca, il 10 marzo era a Buenos Aires, ad una assemblea con il pastore della Chiesa pentecostale Nueva vida, Guillermo Prein, che ha anche parlato delAlmanacco l’esperienza italiana e di Beppe Grillo. Se la proposta dell’ex senatrice prenderà forma, si aggiungerà un nuovo elemento nello scenario, già complesso, della situazione politica brasiliana verso le elezioni del 2014. Nelle ultime settimane vi sono stati anche alcuni movimenti interessanti all’interno del PMDB, la prima forza politica in Parlamento, con l’elezione dei Presidenti dei due rami del Congresso, Camera e Senato, rispettivamente Renan Calheiros ed Henrique Alves, che hanno attribuito al PMDB maggior margine di controllo sull’agenda di governo e su quella parlamentare. E, non a caso, proprio nelle ultime settimane il Congresso ha espresso voto contrario al veto presidenziale, apposto lo scorso novembre, sulla legge petrolifera approvata dal Parlamento (vedi Almanacco n° 41), eliminando così il principio secondo cui le royalties petrolifere sarebbero state ripartite in maggior misura a favore degli Stati produttori (come voluto dal PT), e non equamente a favore di tutti gli Stati brasiliani. È, secondo molti osservatori, la dimostrazione della forza delle pressioni rappresentate in Parlamento dal PMDB, rafforzatesi con il controllo completo del Congresso attraverso le due presidenze. L’aumento di influenza del PMDB nel Parlamento, avrà l’effetto di rafforzare la probabilità che il partito torni ad occupare il posto di vice Presidente nella formula presidenziale, recentemente minacciato dai recenti movimenti di altri alleati di governo, come il PSB di Eduardo Campos. In effetti, i recenti contatti tra la Rousseff e Campos avevano lasciato spazio ad interpretazioni che accreditavano la possibilità per il Governatore del Pernambuco (messosi a viaggiare per gli Stati del Nord-Est come se già fosse candidato), di giocare la carta della Vice Presidenza già del 2014, a scapito del PMDB. Il fatto che, successivamente, il Governatore abbia annunciato altri investimenti federali per il Nord Est, probabilmente sancisce il rinnovato patto tra PT e PSB, anche senza una candidatura di Campos per il 2014: in una riunione con i 186 “Prefeitos” (sindaci) pernambucani, il leader socialista ha annunciato investimenti per 229 milioni di reais. Altre indiscrezioni giornalistiche, invece, riferiscono di movimenti di Sergio Cabral, Governatore dello Stato di Rio de Janeiro, che potrebbe ambire a posizioni di rilievo dopo il 2014, secondo quanto dichiarato dal Senatore del PMDB Eduardo Cunha, che ha comunque confermato la solidità della formula Rousseff-Temer per il 2014. In tale ottica, potrebbe essere letto il recente viaggio di Lula a Rio de Janeiro, per aiutare Cabral a superare lo stallo generato da uno sciopero degli operai che stanno costruendo il nuovo stadio della città, in vista dei prossimi mondiali. In attesa di eventuali rimpasti della compagine governativa (rafforzata, comunque, dai risultati elettorali dello scorso ottobre, che hanno premiato i due “maggiori azionisti”, PT e PMDB), la Presidente Dilma Rousseff è intervenuta alla riunione del Consiglio Economico e Sociale, ricordando che nel 2013 l’economia del Brasile potrebbe crescere del 3%, anche se esistono ancora “serie minacce” che ciò non avvenga. In effetti, nonostante le recenti stime del Banco Central sulla crescita del PIL nel 2012 (che supererebbe di poco l’1%), la Presidente ha affermato che “vede un clima favorevole”.A sostenere tale trend, sarebbero gli investimenti, come confermato da un intervento del Ministro dello Sviluppo e dell’Industria, Fernando Pimentel. Entro il 2016 sono attesi 1.900 miliardi di dollari di investimenti, tra settore pubblico e privato, elemento questo “in netta controtendenza con gli altri paesi del mondo colpiti dalla crisi”, secondo latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 4 Almanacco latinoamericano anno V • numero 44 • febbraio 2013 notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA quanto dichiarato dallo stesso Ministro sulla base delle previsioni effettuate dal BNDS.“Il 2013 sarà un anno con una forte crescita degli investimenti”, ha proseguito Pimentel, ricordando che “gran parte di questi investimenti riguarderanno la realizzazione di infrastrutture”. La Presidente ha varato, nelle scorse settimane, un nuovo strumento per la lotta alla povertà, obiettivo che continua a costituire uno degli assi portanti del suo governo. Sulla scia di quanto già fatto ad inizio del suo mandato con il lancio del programma Brasil sem Miseria (di fatto un ampliamento del programma Bolsa familha, di Lula), che già garantisce un reddito minimo a 19 milioni e mezzo di brasiliani iscrittisi dal giugno 2011 a tutto il 2012, con il nuovo intervento altri due milioni e mezzo di beneficiari vedranno assicurata una integrazione che permetterà loro di avere un reddito non inferiore ai 70 reais.“Brasil sem Miseria é oggi il piano sociale più efficiente, più grande ed inclusivo al mondo, e continua a dare risultati in termini di inclusione sociale, garanzia di reddito ed acceso ai servizi pubblici”, ha dichiarato la Rousseff. La Presidente ha ricordato, infine, che esistono ancora centinaia di migliaia di persone che continuano a vivere in condizioni di estrema povertà. Buone notizie sul fronte delle energie rinnovabili. Secondo i dati diffusi questa settimana dal Consiglio mondiale per l’energia eolica (Gwec), il Brasile è leader in America Latina per quanto riguarda l’energia prodotta dal vento. Il Gwec ha rilevato che la capacità installata nel paese sudamericano è cresciuta da 1.077 MW a 2.508 MW, mentre in tutta l’America Latina il totale è passato da 2.280 a 3.505 MW. L’Associazione brasiliana per l’energia eolica (Abeolica), ha sottolineato che fino ad ora si sono investiti 7 miliardi di reais nel settore e si prevede di raggiungere i 50 mila milioni nel 2020. Solo notizie positive sul fronte economico in arrivo dal CILE, “saremo tra i paesi con maggior crescita nel mondo”, ha dichiarato il Presidente, Sebastian Piñera, commentando i dati relativi alla crescita rilevata nel mese di gennaio, diffusi dall’IMACEC, pari al 6,7%.“Il nostro paese sta migliorando l’occupazione e i salari e questo sta avvenendo nel bel mezzo della crisi mondiale”, ha aggiunto Piñera, riferendosi anche ai dati della disoccupazione, che a gennaio si è fermata al 6%. Il Ministro delle Finanze, Felipe Larrain, mantiene, come previsione di crescita, per il 2013, una stima pari al 5%. In crescita, ad inizio anno, anche l’avanzo commerciale: circa 461 milioni. Nelle ultime settimane, il governo ha deciso di iniettare due miliardi di dollari, accumulati con l’avanzo fiscale dell’anno scorso, nei propri fondi sovrani: il fondo di stabilizzazione sociale ed il fondo di riserva delle pensioni, secondo quanto dichiarato dal Ministro Larraìn. Immediati gli effetti di queste notizie sulla popolarità del Presidente della Repubblica, che torna a crescere. Secondo l’agenzia Adimark, nelle ultime settimane la popolarità del Presidente si attesterebbe, infatti, al 38%, il livello più alto dal maggio 2011. Tale dato potrebbe indicare una rimonta del centrodestra in vista delle prossime elezioni presidenziali del prossimo novembre. A danneggiare il clima positivo per il centrodestra, l’innalzarsi della tensione, nelle ultime settimane, tra i due pre-candidati presidenziali, che il prossimo 30 giugno disputeranno le primarie di coalizione. Negli ultimi giorni, in coincidenza dell’anniversario del terremoto,Andrés Allemand, precandidato di RN, ha preso parte Almanacco ad una cerimonia di commemorazione organizzata dalla Fundación desafío levantemos Chile, organizzata dal cognato Felipe Cubillos. Laurence Golborne, il pre-candidato dell’UDI, ha attaccato il suo contendente, denunciando la strategia di approfittare “del dolore delle famiglie” per fare campagna elettorale. Secca la replica di Allemand, attraverso un’intervista al quotidiano “La Tercera”, in cui ha sottolineato lo scadimento della campagna elettorale:“ho esperienza di campagne elettorali, e la verità è che non ricordo un’offesa così grave”, ha dichiarato commentando l’accaduto. Come osservato da alcuni commentatori, questo episodio ha innescato un meccanismo di polemica sempre più accesa che, al di la della contrapposizione politica, ha messo in evidenza una forte polemica personale, suscitando le preoccupazioni di importanti leader del centro destra, come il presidente dell’UDI, Patricio Melero, e dello stesso Presidente della Repubblica. Sul fronte dell’opposizione ancora nulla si muove. L’ex Presidente, Michelle Bachelet (forte di sondaggi che l’accreditano del 54%, secondo la CEP) dovrebbe rientrare a Santiago, per la fine del suo mandato presso le Nazioni Unite, nel corso del mese di marzo. Intanto alcuni esponenti, stanno lavorando per allargare l’alleanza base della Concertaciòn”. Il Presidente del Partito Socialista, Osvaldo Andrade, ha avviato trattative con Alejandro Navarro (uno dei “discolos”, usciti nel 2008 dalla Concertacion, per fondare il Movimento Amplio Social), affinché torni a sostenere il progetto presidenziale del centrosinistra, che probabilmente dopo le primarie, sarà guidato da Michelle Bachelet. La Corte di Appello di Santiago ha posto un nuovo freno alla realizzazione della centrale termica di Punta Alcalde, dando seguito ad un ricorso presentato da una comunità di pescatori della regione di Atacama. Il progetto che, con un investimento di 1.4 miliardi di dollari, prevedere l’istallazione di circa 740 Megawatt, era studiato per fornire elettricità all’attività estrattiva del paese, subisce così un nuovo stallo. La centrale di Punta Alcalde, è la prima centrale elettrica a carbone dotata di particolari accorgimenti atti a ridurre al massimo l’impatto ambientale. Continua l’impegno del Cile a favore della ricerca scientifica internazionale. Il Presidente Sebastián Piñera ha inaugurato sul plateau di Chanjantor, a 5mila metri di altitudine nel deserto di Atacama l’“Atacama Large Millimeter Array” (ALMA), un impianto di 66 antenne che verranno utilizzate per osservare l’universo più lontano. Si tratta del maggior complesso astronomico terrestre caratterizzato da radiotelescopi, atti ad intercettare le onde millimetriche e submillimetriche, riuscendo così a penetrare nelle nebulose. L’attuale Direttore dell’impianto, Thijs de Graauw, ha dichiarato che questo colossale progetto “cambierà la nostra idea sulla formazione delle stelle e ci aiuterà a sapere di che natura è la materia oscura”. Si tratta inoltre del più costoso osservatorio al mondo, con un costo 1.3 miliardi di dollari, realizzato grazie alla cooperazione tra Cile, Usa, Europa, Giappone e Taiwan. Importanti passi in avanti nel lungo negoziato di pace tra FARC e le Autorità governative della COLOMBIA, ripreso da pochi giorni, dopo una nuova pausa, in un clima di ottimismo. “Ci riusciremo. Uniti possiamo costruire una patria di pace, sicura e con giustizia sociale: questa è la nostra ambizione”, ha dichiarato il Presidente Santos alla vigilia della VII ronda di negoziati, che latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 5 Almanacco latinoamericano anno V • numero 44 • febbraio 2013 notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA si articolerà fino a Pasqua. Durante l’ultima pausa una delegazione parlamentare colombiana si è recata a L’Avana per incontrare la delegazione di negoziatori delle FARC. A guidarla il Presidente del Senato, Roy Barreras, insieme ai parlamentari Alfonso Prada, Juan Mario Laserna, Ivan Cepeda, Gloria Ines Ramirez e Guillermo Rivera. Partiti su mandato dello stesso Presidente Juan Manuel Santos, i parlamentari colombiani, aggiungendo la propri iniziativa all’attività negoziale della delegazione governativa guidata da Humberto de La Calle, hanno dato un altro segnale concreto di rafforzamento del dialogo politico in atto con i guerriglieri formulando la proposta di “un ingresso nello scenario politico già alle prossime elezioni presidenziali del 2014”. La delegazione delle FARC ha ricevuto, con una certa sorpresa, la delegazione parlamentare sottolineando “l’alto impatto politico immediato” di tale iniziativa, secondo quanto dichiarato da uno dei negoziatori FARC, Andrés Paris. Successivamente, il cosiddetto “Ministro degli Esteri delle FARC”, Rodrigo Granda, ha ribadito che la guerriglia non “ha ambizioni politiche”, ricordando che “in generale i membri delle FARC non aspirano a posti di rappresentanza”. In un comunicato ufficiale della guerriglia si legge che “le FARC sono disponibili a discutere con la delegazione parlamentare i punti ritenuti pertinenti per dare impulso e sostegno all’obiettivo supremo della pace e di conseguenza sono disponibili a valutare congiuntamente i progressi fatti fino ad oggi”. In occasione di questa riunione la delegazione delle FARC ha consegnato ai parlamentari i documenti relativi ai negoziati in corso, a partire dai testi inerenti la proposta di riforma agraria avanzata dal gruppo guerrigliero, considerata ancora il primo punto, non risolto, dell’agenda delle trattative. Inoltre Paris ha ricordato ai parlamentari che il Parlamento colombiano detiene molti degli strumenti giuridici ed istituzionali “che potrebbero permettere l’avanzamento o lo stallo dello steso processo di pace”. Dopo i molti mesi di trattativa, e le più recenti difficoltà dovute all’inasprimento della tensione post cessate il fuoco unilaterale, questo importante segnale di distensione politica delinea un’offensiva “istituzionale”, mirata a dare una scossa al negoziato che, secondo molti osservatori, potrebbe rischiare di bloccarsi. In effetti, attorno all’esito del negoziato si giocano molte delle possibilità per Santos di potersi ricandidare l’anno prossimo alle elezioni. Per quanto sia ancora lontana la scadenza per i termini della presentazione della sua ricandidatura (il prossimo 25 novembre), molte sono le speculazioni in circolazione sui principali quotidiani del paese. Secondo alcuni sondaggi la maggioranza della popolazione sarebbe contraria (60%), ad una ricandidatura del Presidente uscente, appoggiato invece dal 40%. Che, in effetti, nel paese, si sita respirando un clima pre-elettorale, lo si evince dalle mosse dell’opposizione, che ha visto l’ex Presidente Alvaro Uribe rilasciare alcune dichiarazioni di sostegno a possibili candidati (visto che per se stesso ha previsto di candidarsi al Senato) come: Carlos Holmes Trujillo (ex Ministro degli Interni), Francisco Santos (ex Vice Presidente), ed Ivan Zuluaga (ex Ministro delle Finanze). Nelle scorse settimane, inoltre, Uribe ha inaugurato il suo nuovo partito Centro Democratico, affermando “noi non siamo né di sinistra né di destra, siamo un’espressione democratica di centro che crede fermamente nell’equilibrio tra sicurezza e giustizia”. Intanto, nell’incertezza della ricandidatura o meno di Juan Manuel Santos, vengono pubblicati diversi sondaggi su chi potrebbe profilarsi Almanacco come eventuale candidato. Il più favorito, secondo la società Datexco, sarebbe il leader del partito Liberale, German Vargas Lleras, che otterrebbe circa il 15% dei consensi, seguito da Sergio Fajardo 14,90%, e dal Vice Presidente,Angelino Garzón 10,40%. E proprio il Vice Presidente della Repubblica, recentemente recuperatosi dalla malattia che lo ha colpito nei mesi scorsi, è tornato a giocare un importante ruolo di mediatore politico nel conflitto che ha visto contrapposti Esecutivo e associazioni dei cafeteros, da giorni in sciopero perché chiedono un aumento dei sussidi governativi alla raccolta, pari a 175 mila pesos, mentre il governo non concede di andare oltre i 160 mila. Angelino Garzon, incaricato proprio in questi gironi di coordinare il tavolo di dialogo (cui prendono parte anche i Ministri delle finanze, Mauricio Cárdenas, degli Interni, Fernando Carrillo, e l’alto Consigliere per il dialogo sociale, Luis Eduardo “Lucho” Garzón), è riuscito a convincere i leader delle associazioni ad accettare la proposta di mediazione del governo (145 mila pesos), rassicurandoli sul fatto che “il governo rispetterà l’accordo raggiunto, che non potrà costare oltre un miliardo di pesos” per il paese. Dal punto di vista economico segnaliamo la decisione del Banco Central di procedere ad un taglio del tasso di interesse del denaro di 0,25 punti, fino al 3,75%, a conferma della percezione di un certo rallentamento della crescita. Di tratta di una misura presa all’indomani della valutazione dei dati che attestano un calo della domanda interna all’inizio dell’anno, e un certo rallentamento del sistema economico, dovuto ad un calo della produzione industriale, penalizzata dalla mancanza di adeguati investimenti nei settori chiave. Proprio nelle ultime settimane, il Ministro delle Finanze, Cardenas, ha lanciato l’allarme: se non vi saranno nuovi investimenti il settore petrolifero entrerà in crisi entro i prossimi 8 anni, visto che i giacimenti attivi si stanno avviando verso l’esaurimento,“i risultati di Ecopetrol del 2012 sono ancora peggiori di quelli dell’anno precedente. Il nostro obiettivo è cercare di aumentare le riserve, ma per aumentare le riserve occorre esplorare, e per esplorare occorre investire”. Lo scorso 24 febbraio si è insediato a CUBA il nuovo Parlamento, Asamblea del poder popular. A pochi giorni dall’annuncio della morte del Presidente venezuelano, Hugo Chavez, il Presidente di Cuba, Raul Castro, ha annunciato una importante novità per il futuro dell’isola: l’approvazione imminente, da parte del Parlamento monopartitico, della Riforma costituzionale che introduce il limite massimo di due mandati per le cariche istituzionali dello Stato, e l’annuncio che quello appena iniziato sarà l’ultimo mandato per Raul Castro (alla guida del governo dell’isola dal 2008). Miguel Diaz-Canel è stato designato Vice Presidente della Repubblica, Vice Presidente del Consiglio di Stato e Vice Presidente del Consiglio dei Ministri. Il 52enne Ministro dell’Educazione prende così il posto di Juan Ramon Machado Ventura, numero due dell’isola dal 1993. Novità anche per quanto riguarda la Presidenza del Parlamento che, dopo la rinuncia di Ricardo Alarcòn, anch’egli alla guida dell’organismo legislativo da 20 anni, sarà presieduto dal più giovane Esteban Lazo. Sono questi “i primi indizi di riforma politica sull’isola”, secondo quanto ha scritto Rafael Rojas in un recente articolo. Questo importante segnale di “ringiovanimento” delle cariche istituzionali è considerato, da molti osservatori, un’importante tappa nel processo di riforme già in atto nell’isola (proprio nelle ultime settimane sono stati introdotti nuovi meccanismi per l’ac- latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 6 Almanacco latinoamericano anno V • numero 44 • febbraio 2013 notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA ceso al credito per i lavoratori autonomi), e uno stimolo per velocizzare ed incentivare il processo di “actualizaciòn economica”, offrendo al paese segni di progressivo cambiamento del sistema politico ed istituzionale. Per quanto giudicato “non sufficiente” dal Dipartimento di Stato statunitense, il quale ha auspicato che Cuba possa quanto prima “godere dei pieni diritti democratici”, in effetti la designazione di Miguel Diaz-Canel alla successione, rappresenta una novità importante. Originario di una città minore, Villa Clara, in cui si è laureato come ingegnere elettronico, ha conosciuto la politica nella militanza di base nel partito locale fin quando, nel 1991, è stato eletto nel Comitato Centrale e nel 2003 è poi diventato il componente più giovane del Burò politico del Partito comunista cubano. Dopo l’uscita di scena di Fidel, nel 2009, sotto la Presidenza di Raul è stato nominato Ministro dell’Educazione e nel 2012 è stato promosso Vice Presidente con la delega per l’Educazione. La designazione di Miguel Diaz-Canel rappresenta un forte segnale di discontinuità per la tradizione castrista: dopo Felipe Pérez-Roque, Roberto Robaina e Carlos Lage, tutti defenestrati, e Arnaldo Ochoa, giustiziato, ora tocca a Miguel Diaz-Canel, che vanta un proprio percorso politico di base e che non è stato trasferito dall’organizzazione giovanile del partito direttamente ai vertici dello Stato. Per la prima volta la carica di Vice Presidente del Consiglio di Stato e dei Ministri è nelle mani di una persona nata dopo la rivoluzione e senza vincoli di parentela con la famiglia Castro. L’autorevolezza di Diaz-Canel è meritocratica, né storica né dinastica, e nasce nelle strutture locali del partito in cui si è già prodotto un importante ricambio generazionale: questa novità potrebbe rappresentare un valore aggiunto, in questa fase di transizione in cui si delinea, per l’isola, un orizzonte senza la presenza dei Castro. Novità anche sul fronte della dissidenza interna. Si sono alleati due gruppi di opposizione: l’Union patriotica de Cuba (Unpacu), guidata da Daniel Ferrer, ed il Foro antitotalitario unido (Fantu), guidato da Guillermo Fariñas. Il nuovo movimento adotta il nome di Unpacu, è rappresentato su tutto il territorio nazionale (con circa un migliaio di aderenti), e si pone l’obiettivo di diventare “una solida e dinamica organizzazione di massa, che utilizzi metodi pacifici di ordine informatico, accademico e mediatico, per chiamare alla disobbedienza civile sull’isola”, secondo quanto dichiarato nel documento di presentazione del movimento. Tra gli altri ne fanno parte:Angel Moya, Diosdado Gonzalez, Eudardo Diaz Fleites, Ivan Hernandez Carrillo, Pedro Arguelle Moran (i prigionieri del “gruppo dei 75” che, dopo la liberazione avvenuta nel 2010, rifiutarono la deportazione all’estero e rimasero a Cuba). Anche Eilzardo Sanchez Santa-Cruz, Coordinatore della Commissione per i diritti umani e la riconciliazione nazionale, figura tra i sostenitori dell’Unpacu. Rimane sempre alto il livello di tensione sulla tematica dei diritti umani, come testimoniato dalla morte di Antonio Ribalta Juco, deceduto a causa di uno sciopero della fame di 38 giorni (attuato per “rivendicare la propria innocenza di fronte ad una accusa penale”), e dal periodico rapporto della Commissione di Elizardo Sanchez, che rivela che a febbraio vi sono state circa 500 casi di arresti e brevi detenzioni per motivi politici e civili. Come previsto dai sondaggi, il Presidente uscente, Rafael Correa, ha vinto al primo turno le elezioni in ECUADOR, con 4.9 Almanacco milioni di voti, il 57,1%. Il suo principale contendete, Guillermo Lasso, si è fermato al 22,7% e sotto quota due milioni di voti. A seguire, si sono classificati l’ex Presidente, Lucio Gutierrez, che ha preso il 6,7% dei voti: Mauricio Rodas, con il 3,9%; e l’imprenditore Alvaro Noboa, fermatosi al 3,7%. L’ex alleato di Correa, Alberto Acosta, si è invece fermato al terz’ultimo posto con il 3,2%. Altra vittoria importante per il Presidente ha riguardato il posizionamento delle forze parlamentari, che attribuisce alla coalizione di governo una maggioranza netta nella Asamblea Nacional in cui “Alianza Pais”, il partito del presidente, si è aggiudicata il 54,2% dei voti (che potrebbero tradursi in almeno 9899 seggi dei 137), ovvero la maggioranza assoluta insieme ad “Avanza”, piccolo partito alleato di Correa, con 5 seggi. Risultato insoddisfacente, invece, per il partito CREO di Guillermo Lasso, che ottiene 12 seggi (e si attesta come seconda forza parlamentare); seguito dal Partido social cristiano, con 6 seggi; netta sconfitta per Lucio Gutierrez, il cui partito scende da 19 a 6 seggi; così come la formazione politica di sinistra ed indigenista formata dalla somma di “Unidad plurinacional de las izquierdas”, di Alberto Acosta, e dal “Movimento popular democratico” Pachakutic. È questa la principale novità del secondo ed ultimo mandato di Rafael Correa che, dopo il voto, ha dichiarato “non mi ricandiderò nel 2017”. Il prossimo 24 maggio si avvierà, quindi, l’ultimo mandato del Presidente “ispiratore” della revoluciòn ciudadana, destinata a lasciare un segno nella storia del paese. Non a caso, lo stesso Correa ha definito “storica” questa vittoria, che conferma l’ampio margine di fiducia conquistato dal Presidente negli anni passati. Con questa solida maggioranza (con la quale il Presidente sarà libero anche di varare riforme costituzionali), il nuovo governo si propone di completare il percorso di trasformazione del paese, superando definitivamente il modello che egli stesso ha definito “dello Stato borghese”.“Abbiamo fatto molte leggi, però dobbiamo ancora trasformare questo Stato borghese in uno Stato popolare (qualunque cosa ciò voglia dire), e per questo serve modificare la Costituzione”. In particolare Correa ha fatto riferimento ad alcune leggi di riforma bloccate nel corso dell’ultimo mandato, a causa della mancanza di una maggioranza parlamentare autonoma del suo governo: “la Legge di Sicurezza, la Legge Energetica, il Codice di Sviluppo Umano, il Codice Penale”. Altro capitolo cruciale, nel prossimo mandato, sarà rappresentato dalla ripresa dell’attività estrattiva, con nuovi investimenti esteri fino ad oggi osteggiati dalla componente più radicale della passata maggioranza di governo. Proprio il tema minerario fu la causa della cacciata di Alberto Acosta -schieratosi a fianco del le popolazioni indigene contrari alle attività estrattive- dal governo di Correa. La creazione delle condizioni per maggiori investimenti nel paese, secondo alcuni osservatori, costituirà uno degli assi fondamentali del prossimo quadriennio, attraverso una trasformazione del programma della “revoluciòn ciudadana”, che sembra “scostarsi progressivamente da una prospettiva eminentemente ecologista”, come ha sottolineato Simon Pachano, della FLACSO. Così, nel pieno della crisi internazionale che ha rallentato la crescita anche dello Stato petrolifero sudamericano (che nel 2012 ha visto flettersi dall’8 al 5% il ritmo di crescita della propria economia), Rafael Correa rilancia l’importanza “strategica” di latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 7 Almanacco latinoamericano anno V • numero 44 • febbraio 2013 notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA aumentare un flusso consistente di investimenti esteri nel paese, per accelerare l’attività estrattiva: “i settori strategici sono la grande sfida del futuro, per controllare l’economia e sostenere le politiche sociali”, ha dichiarato Correa nel suo intervento a poche ore dalla rielezione.Tra i principali progetti in essere, spiccano quelli energetici. La famosa Rafineria del pacifico (che, si spera, possa proseguire anche dopo la morte di Chavez), che prevede un investimento di 12.5 miliardi di dollari, ed alcune centrali idroelettriche (come il progetto Coca Codo Sinclair, già in fase di esecuzione), con i quali l’Ecuador ambisce a diventare paese esportatore di energia ai paesi vicini. Si va definendo lo scenario per le prossime elezioni presidenziali del 2014 in EL SALVADOR: il Tribunal supremo electoràl le ha fissate per il prossimo 2 febbraio. L’ex Presidente, Antonio Saca, ha subito annunciato la propria candidatura, avviando la rincorsa ai pre-candidati delle altre forze politiche, già scesi in campo: Salvador Sanchez Ceren del FMLN, e Norman Quijano, di ARENA. “Cercherò di vincere le elezioni presidenziali con un’ampia coalizione politica”, ha dichiarato durante un evento organizzato in un hotel della capitale con i suoi sostenitori. A conferma di questa volontà, la presenza di rappresentanti di tre forze politiche, GANA (scissione di ARENA, nel 2009), CN e PES, raccolte nella sigla “Movimiento de unidad”, che assieme ad altri 150 organismi costituiranno la base della sua alleanza elettorale. Accompagnato da moglie e figli, nel suo breve discorso Saca ha promesso di “lavorare per un’Amministrazione aperta ai cittadini e al controllo permanente”, ha sostenuto inoltre che “El Salvador ha bisogno di un grande accordo politico, economico e sociale, capace di costruire politiche pubbliche dello Stato, e che consenta di riorganizzare il paese, risolvere i problemi più urgenti e pianificare il nostro sviluppo per i prossimi 25 anni”. L’ex Presidente ha poi passato in rassegna alcune delle tematiche che caratterizzeranno la sua azione in caso di vittoria, soffermandosi in particolare su quelle “del lavoro, dell’industrializzazione del paese, e dello sviluppo dell’educazione”, ed ha rivelato di essersi riunito con gli imprenditori. Infine, si è impegnato a mantenere i programmi sociali avviati dal governo di Mauricio Funes, in particolare quelli sanitari, ed ha rivolto un appello ai suoi contendenti di FMLN e di ARENA, “per una campagna elettorale pacata e incentrata sui problemi del paese”. Durante la sua missione in Spagna (vedi Agenda regionale), che ha preceduto lo scalo fatto a Roma per una visita allo Stato del Vaticano, ma non con le Autorità italiane, il Presidente del GUATEMALA, Otto Pérez Molina, ha annunciato che il suo governo ha varato un piano per attrarre circa 27 miliardi di dollari di investimenti dall’estero, destinati alla realizzazione di infrastrutture ed alla generazione di elettricità, e con l’obiettivo di costruire porti, aeroporti, pozzi petroliferi e di stimolare il settore manifatturiero. Rimane al centro dell’agenda di governo il tema della sicurezza interna al paese. Nelle ultime settimane alcuni, nuovi, episodi di violenza minorile hanno riportato l’attenzione mediatica sulla tragedia del coinvolgimento dei minori nelle azioni criminali delle bande armate. Il Ministro degli Interni ha ribadito che “questo fenomeno è in crescita a causa del fatto che la legge guatemalteca prevede l’impunità per i minori, che vengono così utilizzati Almanacco come baby-sicari”. “Il fatto che non li si possa perseguire penalmente, costituisce il principale stimolo per questi gruppi che, ormai, coinvolgono minori in ogni tipo di delitto”, ha dichiarato all’Agenzia EFE, Rodolfo Díaz, uno degli avvocati della Fondazione “Sobrevivientes”, impegnata a difendere i minori coinvolti in un tragico avvenimento accaduto a Città del Guatemala: un 22enne, assieme ad un 17enne e ad un 11enne, hanno assassinato due bambine di 3 e 7 anni. A poco più di tre anni dal devastante terremoto del 2010 ad HAITI la situazione è ancora molto grave. Sono arrivati al Portau-Prince solo il 56% degli aiuti promessi dalla comunità internazionale (circa 3 miliardi e 600 milioni di euro). Più di 355.000 persone vivono ancora nei campi profughi in condizioni disumane ed il 54% della popolazione si trova ad affrontare condizioni di estrema povertà. Al di la delle grandi promesse fatte dopo la tragedia, immani sono i problemi di una popolazione ancora considerata la più povera dell’emisfero. Gravissime le conseguenze per la vita sull’isola: proprio questa scarsità di fondi, ha indotto il governo nei giorni scorsi ad adottare una misura di controllo sulla circolazione del dollaro finalizzata a drenare dal mercato corrente la valuta USA, con l’obiettivo di “aumentare le riserve” considerate indispensabili, in assenza delle donazioni promesse, per l’acquisto di beni dall’estero. L’ex dittatore haitiano Jean-Claude Duvalier (1971-1986), rientrato nel gennaio 2011, dopo 25 anni di esilio in Francia, è apparso per la prima volta in Tribunale nella capitale per rispondere delle accuse di crimini contro l’umanità e appropriazione indebita di fondi. Nella sala dell’udienza erano presenti molte vittime chiamate a testimoniare. Fuori del Tribunale, decine di persone vestite di rosso e nero (i colori del vecchio regime), hanno manifestato a favore dell’ex dittatore, gridando “Viva Duvalier!”. L’Esecutivo guidato di Porfirio Lobo, Presidente dell’HONDURAS, ha annunciato un piano di privatizzazioni per alcune delle principali società statali. Per far fronte al forte rallentamento della crescita economica (nel 2012 si prevede un’espansione compresa tra il 3,3% (secondo l’FMI) ed il 3,5%, dopo il 4,5% del 2012) e, soprattutto, al deficit fiscale che nel 2012 si è attestato al 6,5% (e che per l’anno in corso si dovrebbe attestare al 4,5%), che impedisce allo Stato di sostenere le proprie imprese. Il governo ha così annunciato che la Empresa nacional de Energia eletrica (ENEE), la Empresa hondureña de Telecomunicaciones (HONDUTEL), e la Empresa nacional Portuaria (ENP), saranno ricapitalizzate con investimenti privati (si stima circa 400 milioni di dollari per ogni entità, come prima fase). “Stiamo facendo degli sforzi perché si riesca a superare questa situazione e raccogliere liquidità per far fronte ai nostri debiti”, ha dichiarato il Ministro della Pianificazione, Julio Raudels. Nei mesi scorsi, migliaia di impegnati pubblici hanno manifestato per chiedere aumenti salariali, 126 cantieri sono stati fermati per la sospensione dei pagamenti da parte dello Stato, anche gli ospedali e le farmacie sono sull’orlo della paralisi per lo stesso motivo. Alcune settimane fa è stata avviata la prima privatizzazione, con la ricapitalizzazione della società di Puerto Cartés, il porto atlantico più importante del paese, grazie all’intervento dell’impresa filippina International container terminals service. latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 8 Almanacco latinoamericano anno V • numero 44 • febbraio 2013 notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA Rimane alto, nel paese, l’allarme violenza. Secondo un rapporto dell’Università Nazionale Autonoma dell’Honduras, nel 2012 il tasso di omicidi nel paese si conferma come il più alto al mondo: 86,5 ogni 100 mila abitanti, con un trend in calo (2 in meno rispetto all’anno precedente), dopo anni di crescita smisurata di 7/8 unità all’anno. Secondo le organizzazioni della società civile e secondo la relatrice dello stesso rapporto, la professoressa Julieta Castellanos, tale dato mostra l’insufficienza delle politiche intraprese dal governo in materia di sicurezza. Negli ultimi mesi, le Autorità di Tegucigalpa hanno, da un lato aumentato gli agenti su strada per coadiuvare la polizia, con l’invio di 2.000 unità in più, dall’altro hanno avviato un processo di “depurazione” delle unità locali di polizia, spesso conniventi con i gruppi criminali. Il Ministro della Sicurezza, Pompeyo Bonilla, valuta positivamente l’inversione di tendenza dopo anni di crescita del tasso di omicidi, e la ascrive all’efficacia delle politiche intraprese dal governo Lobo, “oltre 4.000 poliziotti dei 14.500 esistenti, devono essere dimessi dalle loro funzioni per corruzione o per aver compiuto altri reati”, ha infatti ammesso il Ministro. Importante colpo di scena in MESSICO.Ad un giorno dall’approvazione in Parlamento della più volte annunciata e discussa riforma del settore della scuola (vedi Almanacco n°41), la Procura generale della Repubblica ha emesso un mandato di arresto per Elba Esther Gordillo, storica leader sindacale del SNTE (cui sono affiliati circa un milione e 200mila maestri), con l’accusa di aver deviato ingenti quantità di fondi dalle casse del sindacato a favore di conti personali. Secondo il procuratore Jesus Murillo Karam, le risorse sono state “sistematicamente sviate” per finanziare spese private e acquisti in negozi di lusso negli Stati Uniti e Svizzera, operazioni di chirurgia plastica, e addirittura per un aereo privato.Tra il 2008 e il 2012 circa 204 milioni di dollari sarebbero stati spesi a fini personali. La vicenda rappresenta un fatto senza precedenti: dopo anni di promesse di intervento contro un sistema di corruzione generalizzato del settore, per la prima volta e con il sostegno del Presidente, viene dato un colpo duro alla corruzione. L’arresto della Gordillo rappresenta anche la messa in discussione di un mondo sindacale che, nei decenni, ha contribuito a paralizzare lo sviluppo del paese. Non a caso la sindacalista, da oltre 20 anni alla guida del SNTE (aveva raggiunto tale incarico come dirigente del PRI, partito da cui è poi fuoriuscita nel 2006), ha più volte criticato la riforma appena votata, perché avrebbe “messo a repentaglio l’istruzione pubblica”, secondo quanto dichiarato dalla stessa leader sindacale durante la discussione parlamentare mentre, per il Presidente, la riforma è “un pilastro dell’istruzione e della scuola pubblica”. In effetti a destare le ire della Gordillo, come più volte emerso nel dibattito che ha preceduto l’approvazione della riforma, lo svincolamento delle carriere scolastiche dal controllo sindacale, con l’obiettivo di introdurre criteri di trasparenza e merito nelle carriere dei maestri. Il SNTE ha rapidamente proceduto alla nomina di un nuovo leader, Diaz de La Torre, già Segretario Generale del Sindacato. Dopo la sua elezione, De La Torre ha ribadito che il sindacato si trova in un “momento storico”, ricordato l’importanza del fatto che, tra le prime priorità del governo, vi sia il nodo educazione, e attaccato quanti hanno criticato la riforma varata dal governo. A meno di tre mesi dal suo insediamento, Peña Nieto, dopo la Almanacco firma del “Pacto por el México”, incassa un altro importante successo, consolidando il 56% di approvazione, secondo quanto rilevato dal sondaggio pubblicato dal quotidiano “El Universal”. Gustavo Madero, leader del PAN, ha auspicato che l’arresto della leader del SNTE sia di “esempio per altri settori e di monito a coloro che ostacolano la nostra democrazia”. Sulla stessa linea il PRD che, invita il Presidente a non ridurre l’episodio ad “un solo fatto mediatico”, ricordando le molte altre riforme necessarie al paese. L’arresto della Gordillo, potrebbe costituire un importante avviso per molte altre reti e sistemi di potere ancora legate al vecchio PRI, come quella del CTM (il sindacato dei lavoratori messicani) il cui leader, Joaquin Gamboa Pascoe, aveva avvertito il Presidente alla vigilia del suo insediamento, che se avesse proceduto ad una riforma del mondo del lavoro avrebbe tolto il suo sostegno al governo.Altra riforma riguarderà, nel prossimo futuro, il capitolo energetico. Proprio a febbraio, Pemex ha diffuso i dati della sua produzione, in riduzione (-0,25% rispetto al 2011), a causa dei mancati investimenti nell’esplorazione e nella produzione, anche se crescono i profitti del 5,4%. Secondo quanto dichiarato da Carlos Morales Gil, Direttore del settore esplorazione e produzione di Pemex, il calo della produzione si deve “ad un progressivo esaurimento naturale dei pozzi in sfruttamento”. La sfida del governo consisterà nella possibilità di investimenti privati nel settore, considerati indispensabili per l’aumento delle attività produttive e sempre più imprescindibili per un paese con il potenziale di crescita come quello del Messico (che nel 2013 potrebbe crescere con un +3,5%). Ai primi di marzo, nuova riforma in Parlamento. Con l’appoggio dei tre partiti sottoscrittori del Pacto por el México, più il PVEM, il governo ha presentato un’ambiziosa legge sulle telecomunicazioni. Si è trattato di un atto inedito, sostenuto da interventi dei leader di quattro partiti, Peña Nieto ha presentato alla nazione l’ambizioso progetto di legge, che si pone l’obiettivo di assicurare la copertura universale dei servizi televisivi, radiofonici, telefonici e dei dati, a prezzi accessibili e di qualità, garantendo la varietà dei contenuti. La riforma (che introduce una modifica costituzionale), obbliga inoltre lo Stato a garantire la libertà di espressione, accesso all’informazione veritiera, alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, inclusa la banda larga. Intanto è tornato sulla scena politica l’ex Sindaco di Città del Messico, Marcel Ebrard, e corre per la presidenza del PRD. In una settimana ha incontrato tutti gli eletti e i vertici del partito, ha criticato l’esasperato personalismo di Andres Manuel Lopez Obrador, e proposto una piattaforma riformista per il PRD. Scende la disoccupazione in Messico. La percentuale dei senza lavoro a dicembre è passata al 4,9%, dal 5,2 di novembre. In calo anche la disoccupazione giovanile al 9,1% e quella femminile, scesa dal 5,3 al 5,1. Nel complesso, rileva l’OCSE, il numero di disoccupati in Messico si è attestato, a dicembre, a quota 2.5 milioni, in calo dai 2.6 milioni registrati a novembre. Arrivano le prime critiche delle associazioni della società civile per i diritti umani, contro il nuovo governo messicano. Secondo un recente rapporto di Amnesty International, il governo del Messico starebbe “relativizzando il fenomeno delle sparizioni forzate nel paese”, come “premessa per una impunità che favorirebbe il ripetersi di tali delitti”, riferendosi alle dichiarazioni della Segreteria per i Diritti Umani, secondo cui della lista di 26.121 sparizioni denunciate, 20.915 sono già oggetto di indagini giudi- latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 9 Almanacco latinoamericano anno V • numero 44 • febbraio 2013 notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA ziarie, mentre per le rimanenti non sono ancora in corso procedimenti ufficiali di ricerca. Il maggiore partito di opposizione a PANAMA, il PRD, ha scelto con le elezioni primarie interne svoltesi lo scorso 25 febbraio, l’ex Sindaco di Città di Panama, Juan Carlos Navarro, come candidato presidenziale per le elezioni generali del 4 maggio 2014. Navarro, 51 anni, è diventato il candidato presidenziale del Partito rivoluzionario democratico (PRD), socialdemocratico, conquistando oltre il 90% dei voti contro 16 altri avversari. “Il paese è sulla strada sbagliata, Panama ha bisogno di una profonda trasformazione ed è per questo che ho accettato questa sfida”, ha dichiarato Navarro dopo il trionfo, accompagnato dagli ex Presidenti Ernesto Pérez Balladares (1994-1999) e Martin Torrijos (2004-2009). Si è aperta ufficialmente la campagna elettorale per le prossime elezioni presidenziali del prossimo 21 aprile in PARAGUAY, cui prenderanno parte 3 milioni e 600 mila di elettori. Dopo l’incidente e la morte dell’ex generale Lino Oviedo, candidato del partito Unace il suo posto, a capo del partito e a candidato presidenziale, è stato occupato da suo nipote, Lino Oviedo Sanchez. Il PLRA, Partido liberal radical autentico, ha cercato un accordo elettorale con l’Unace, ma senza successo. Secondo un sondaggio della società Enrique Taka Chase, il candidato del Partido Colorado, Horacio Cartés, arriverà primo con il 38,5% dei voti, seguito da Efrain Alegre del PLRA al 24,5%, da Miguel Carrizosa del partito Patria Querida il 10,3%, seguito da Mario Ferreiro del partito Avanza Pais con il 9,4% e, a seguire, il nipote di Lino Oviedo con il 5,7%,Anibal Carrillo Iramain con il 2,9% e Lilian Soto, con l’1,5%. A pochi giorni dall’inizio della campagna elettorale i toni si sono già fatti molto duri. Sia il PLRA che le forze progressiste hanno avviato una forte offensiva nei confronti di Cartés, accusato si essere il “rappresentante del narcotraffico” alle elezioni. Il colorado risponde sostenendo che, al contrario, sarebbe proprio il PLRA ad essere coinvolto e ammanicato con i gruppi criminali narcotrafficanti. In vista del voto sono state accreditate le Missioni di osservazione elettorale: dell’OSA (che sarà guidata da Oscar Arias, ex Presidente del costa Rica e Premio Nobel per la pace), e dell’UNASUR che, nonostante le difficoltà legate alla sospensione del paese dall’organismo di integrazione sudamericana dopo l’uscita di scena di Lugo, sarà presente nel paese con una propria missione guidata dall’ex Primo Ministro peruviano Salomon Lerner. Il tema della sicurezza torna ad occupare i primi posti dell’agenda di governo in PERÙ.A seguito di recenti episodi di violenza, che hanno visto la morte di un commerciante e di un giornalista del quotidiano “El Comercio” il Primo Ministro, Juan Jiménez, è corso ai ripari con misure volte anche ad arginare le forti polemiche (che hanno preso di mira lo stesso Presidente, Ollanta Humala). Secondo un sondaggio Datum, infatti, il 45% della popolazione crede che il Presidente non sia stato in grado di contrastare la violenza nel paese. È stato fatto dimettere il Capo della Polizia, Raul Salazar, come risposta del governo alle sempre più forti pressioni della società civile, esasperata per l’ondata di vioAlmanacco lenza nel paese. Il Presidente ha inoltre sottolineato che il suo governo ha già speso quasi 500 milioni di dollari per la riforma della polizia, ed ha infine ricordato che, quello della sicurezza,“è un problema strutturale del paese, dovuto alla mancanza di provvedimenti presi dai miei predecessori”. In arrivo nuovi investimenti per la regione di Piura.A conclusione del VII Consiglio dei Ministri “decentralizzato”, svoltosi nel dipartimento di Piura, il Primo Ministro, Jimenez, ha infatti annunciato che verrà stanziato nei prossimi mesi un miliardo di dollari per progetti infrastrutturali nell’area: per la realizzazione di opere viarie, di elettrificazione e costruzione di fognature. Il Primo Ministro ha inoltre ricordato che tali opere verranno costruite attraverso “un dialogo costruttivo e positivo con la popolazione”. Mentre il clima politico del paese vive momenti di alta tensione in vista dell’imminente referendum revocatorio per il Sindaco di Lima, Susana Villaràn (vedi Almanacco n°43), diversi sondaggi mostrano una flessione della percentuale di elettori orientata a revocare il mandato alla Villaran (sarebbe scesa al 54% circa), mentre aumenta la percentuale di coloro che non vogliono revocarle il mandato (circa il 40%). Intanto, rimane alto il livello di consenso del Presidente Humala, secondo Ipsos, al 56%, dato che traduce in termini di consenso popolare l’ottimismo relativo alla crescita del PIL nel 2012 che, secondo il governo, si sarebbe espanso di circa il 6,5%, trainato dalla crescita della domanda interna nei settore dei servizi e delle costruzioni Comunque permane più alto il livello di gradimento della “primera dama” Nadine Heredia: come ha sottolineato Mirko Lauer, sul quotidiano “la Republica”, il protrarsi di questo dualismo potrebbe nel lungo periodo danneggiare la candidatura del governo all’appuntamento delle prossime presidenziali del 2016. Segnaliamo infine che il Presidente Humala ha rilanciato, dopo un sopralluogo, il progetto della base scientifica antartica denominata “Macchu Picchu”, con un ulteriore stanziamento di 9 milioni di dollari. Durante un intervento presso la Asamblea nacional, il Presidente della REPUBBLICA DOMINICANA, Danilo Medina, ha tracciato un bilancio del suo primo semestre di governo, sottolineando i risultati raggiunti in materia di educazione e politiche sociali: la destinazione del 4% del PIL a favore della formazione pre-universitaria, come previsto dalla Costituzione (fino ad oggi mai rispettata), il varo di un piano di alfabetizzazione primaria per circa 850 mila persone, l’avvio di programmi di ampliamento della rete territoriale della salute pubblica, in modo da includere nel servizio oltre un milione di cittadini attualmente esclusi. Il Fondo Monetario Internazionale, un suo recente rapporto, ha approvato le misure a favore dell’inclusione sociale nel paese, ribadendo però l’urgenza per la Repubblica Dominicana di aggredire il problema del deficit fiscale “che in una fase di rallentamento della crescita (dal 7,8% del 2010 al 4,5% del 2012), potrebbero determinare un rischio al ribasso”. A tal fine il Fondo monetario ha prescritto l’avvio di una urgente riforma fiscale che “abolisca le troppe esenzioni e migliori la trasparenza”. Nelle ultime settimane Medina ha avviato un confronto con la società canadese Barrick Gold, con il proposito di rinegoziare un contratto relativo alle attività nella miniera aurifera di Pueblo latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 10 Almanacco latinoamericano anno V • numero 44 • febbraio 2013 notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA Viejo. Il nodo della controversia è rappresentato dalla volontà del governo di adeguare la divisone degli incassi (per aumentare le entrate per lo Stato), che dopo l’aumento del 600% del prezzo dell’oro risultano anacronistici nei valori fissati nel 2002, al momento della firma del contrato. A poco più di un anno dalle prossime elezioni presidenziali, l’ex Presidente dell’URUGUAY,Tabaré Vázquez, ha annunciato che sarà il candidato del “Frente Amplio” (che si candida a governare il paese per un terzo mandato consecutivo), alle prossime elezioni presidenziali del giugno 2014, confermando le voci che già circolavano nel paese, e che lo accreditano vincitore con il 47,5% dei consensi. In un’intervista pubblicata sul settimanale “Busqueda”,Tabaré Vazquez ha esplicitamente affermato di accettare la proposta di candidatura solo a patto che Pepe Mujica, attuale Presidente, e Danilo Astori, attuale Vice Presidente, lo sosterranno insieme. Astori, ha declinato fin d’ora l’offerta di ricandidatura alla Vice Presidenza (per altro non contemplata dalla Costituzione), rimettendolo nelle mani del Frente Amplio. In effetti, l’ex Presidente –che vuole al suo fianco sia Mujica che Astori- ha ribadito di non voler fare “modifiche sostanziali” all’attuale politica economica, e di voler proseguire con la riforma fiscale e le politiche di investimento già avviate da questo governo. In tal senso, l’identificazione del nome per la Vice Presidenza, sarà cruciale per confermare l’accordo interno al Frente Amplio, tra le forze più di sinistra e quelle più moderate. Segnaliamo, sul pian interno, un nuovo scontro tra il Presidente della Repubblica (ed il suo partito, MPP, ex tupamaros), e la Suprema Corte di Giustizia, che ha sentenziato come incostituzionale una norma votata dal Parlamento, che impedisce la prescrizione per i reati compiuti durante la dittatura militare. Secondo l’MPP, la sentenza “rappresenta un ostacolo sul cammino della ricerca della verità e della giustizia”,per cui il partito prederà tutte le misure possibili, in Parlamento. Per contro, le forze di opposizione hanno denunciato che l’MPP sta tentando di sottoporre ad una sorta di “giudizio politico” la Corte Suprema di Giustizia. Il Presidente, José Pepe Mujica, ha nominato come nuova Ministra della Salute, Susana Muñiz, al posto di Jorge Venegas, che ha dovuto lasciare il suo incarico a causa di impedimenti costituzionali (per il fatto di essere un cileno naturalizzato uruguayano, dopo la denuncia depositata dal Partido Colorad al Tribunale elettorale). Muñiz, che è un medico, funzionario dell’ASSE, l’Ente che amministra gli ospedali statali, è stata indicata dal Partido comunista, cui apparteneva anche il suo predecessore. Lo scorso 8 marzo 55 delegazioni straniere e 32 Capi di Stato e di Governo hanno partecipato, in VENEZUELA, ai funerali del Presidente Hugo Chavez Frias: una giornata che passerà alla storia del paese, come testimoniato dall’enorme folla che ha voluto salutare per l’ultima volta il leader bolivariano, la cui salma è stata imbalsamata ed esposta nel Museo Storico Militare di Caracas, in attesa di essere deposta per sempre in un mausoleo acanto ai resti del libertador Simon Bolivar. Presenti tutti i Presidenti latinoamericani (solo Dilma Rousseff e Cristina Kirchner hanno dovuto lasciare Caracas prima dell’inizio della cerimonia), il Presidente dell’Iran, Ahmadinejad, ed il bielorusso Luka?enko. Per l’UE, delegazioni governative di Portogallo, Francia, Olanda, Finlandia, Danimarca e Grecia, oltre al Principe Almanacco ereditario di Spagna Felipe di Borbone, mentre l’Italia è stata rappresentata dal nostro Ambasciatore. Gli USA hanno inviato una delegazione parlamentare, accompagnata dal leader del movimento peri diritti civili, reverendo Jesse Jackson al quale è stata anche concessa la parola, che ha utilizzato per esortare Venezuela e Stati Uniti alla riconciliazione e al dialogo. Nel suo intervento conclusivo della cerimonia, durata oltre tre ore, il designato Nicolas Maduro non ha mancato l’occasione per avviare –di fatto- la campagna per le prossime elezioni presidenziali, convocate dal Tribunale elettorale per il prossimo 14 aprile. Ricorrendo a man bassa alla retorica bolivariana, nella quale il defunto Presidente era maestro indiscusso, Maduro ha cercato di consolidare, innanzitutto davanti al popolo chavista, la propria figura di prescelto, di erede e di candidato. Nel suo discorso sono emersi gli assi che, probabilmente, costituiranno l’ossatura della sua campagna elettorale: difendere l’indipendenza del paese, conquistata da Chavez e consolidata nel corso di 14 anni; rilanciare il progetto bolivariano del “socialismo del XXI secolo”; conservare al Venezuela il ruolo pesante, nella geopolitica regionale ed emisferica, che Chavez ha conquistato; consolidare un modello di sviluppo basato sulla “giustizia e l’inclusione sociale, e la sostenibilità ambientale”. In serata, dopo la cerimonia della nomina del “reggente”, officiata da Deosdato Cabello, che ha affidato al Vice Presidente e candidato PSUV il governo del paese, Nicolàs Maduro si è presentato alla Asamblea Nacionàl con un discorso che, sostanzialmente, ha ricalcato i toni di quello pronunciato la mattina durante i funerali. Nello suo intervento, Maduro ha indicato in Jorge Arreaza, ex Ministro di Scienza e Tecnologia ma -soprattutto- genero di Chavez, il candidato a vice Presidente. Il leader della MUD, l’alleanza dei partiti di opposizione, Henrique Capriles (che non ha partecipato ai funerali perché non invitato), ha duramente criticato la decisione di nominare Presidente reggente Nicolàs Maduro, definendola “in aperta violazione dell’articolo 233 della Costituzione che prevede, in caso di prematura scomparsa del Presidente, che la reggenza venga affidata al Presidente della Asamblea Nacionàl (in questo caso, a Deosdado Cabello, ndr), e non al Vice Presidente della Repubblica” che si appresta a candidarsi per le elezioni presidenziali. Capriles ha usato parole durissime e, rivolgendosi direttamente a Maduro ha affermato “il popolo non ti ha eletto Presidente!”. Cabello ha definito le dichiarazioni di Capriles “una dichiarazione di guerra”. La sentenza “ad personam” del Tribunale Supremo di Giustizia ha consentito a Cabello, di trasferire direttamente a Maduro, Vice Presidente, la carica di reggente (analogamente, del resto, a quanto deciso dal medesimo TSJ lo scorso 9 gennaio, quando aveva autorizzato la nomina di Maduro aVice Presidente in assenza del giuramento costituzionale da parte Chavez, ed in assenza dello stesso Chavez, ricoverato a L’Avana). Dopo un periodo di relativa distensione con il Vice Presidente Maduro, caratterizzata dalla decisione di accettare (sulla scia della prudente posizione statunitense), la sentenza del Tribunale Supremo di Giustizia che assegnava la Vice Presidenza a Maduro), l’opposizione politica è tornata all’attacco, non partecipando alla seduta della Asamblea Nacionàl che ha insediato Maduro. Va comunque segnalato una spaccatura all’interno della MUD, con la decisone del partito Copei di non seguire la scelta di Capriles, e di partecipare ai lavori della Asamblea Nacional. latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 11 Almanacco latinoamericano anno V • numero 44 • febbraio 2013 notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA La nomina di Maduro a Presidente reggente, per quanto ritenuta incostituzionale, esegue le volontà del defunto Presidente. Infatti, alla vigilia del suo ultimo intervento chirurgico -in occasione della designazione di Nicolás Maduro a suo Vice- Chávez aveva voluto accanto a sé anche l’esponente dell’altra anima del chavismo, Diosdado Cabello. Dopo un periodo di difficile equilibrio tra i due, sembra essere progressivamente emerso -negli ultimi due mesi- un primato di Maduro, forte anche dalle strette relazioni con le Autorità cubane. Il Presidente reggente appare, comunque, ben conscio della forza del Presidente della Asamblea Nacional, soprattutto in alcuni settori dell’economia (controllo di PDVSA), e nelle Forze armate (dalle cui fila proviene), oltre che nel PSUV, al cui interno è presente una milizia armata, di decine di migliaia di persone, che risponde direttamente a Cabello. I lunghi mesi della forzata assenza fisica di Chávez, hanno permesso un lento consolidarsi della visibilità mediatica del Vice Presidente, ora Presidente reggente. Negli ultimi mesi Maduro aveva sostituito il Presidente in molte riunioni internazionali (Vertice UE-CELAC di Santiago, riunione dell’ALBA, vertice della CELAC, riunione di PetroCaribe), aveva guidato parate militari e manifestazioni istituzionali e, soprattutto, aveva inaugurato opere sociali e gestito lunghissime trasmissioni televisive a reti unificate anche se, è fuor di dubbio, senza l’enorme carisma e la straordinaria capacità mediatica che tutti riconoscevano a Chavez. Nei giorni scorsi moltissimi sono stati gli spot televisivi, con protagonista un Maduro molto più giovane, impegnato in svariate attività della “rivoluzione bolivariana”, corredati da slogan del tipo “con Chávez tutto, senza Maduro e il popolo nulla!”, sbilenca parafrasi del castrista “Con la revolución todo, fuera de la revolución nada!”. Altra personalità interessante del chavismo, emersa in questi mesi –probabilmente non destinata ad un ruolo meramente gregarioè quella del neo Ministro degli Esteri, Elías Jaua, che rappresenta a sua volta un’altra anima del chavismo: quella più giovane, svincolata dal settore militarista di Cabello, ma anche meno legata all’osservanza cubana che caratterizza Maduro. Dopo i segnali di “continuità”, dati da Maduro nei primi giorni di uscita di scena di Chávez, soprattutto rispetto all’ALBA e al sistema di PetroCaribe (con le due riunioni cui si faceva riferimento sopra), nel corso di un recente intervento pubblico -precedente la morte di CahvezJaua ha delineato alcune novità nelle relazioni internazionali del Venezuela: rilanciando la prospettiva di integrazione latinoamericana non solo attraverso la creatura chavista dell’ALBA, ma anche attraverso l’UNASUR, e la più giovane CELAC; ribadendo la “volontà” di riavvicinare Caracas a Washington (non era ancora stata decretata l’espulsione dell’addetto militare dell’Ambasciata USA); assegnando un mandato ufficiale per i rapporti con gli USA, all’Ambasciatore venezuelano all’OSA, Roy Chaderton, rispondendo in questo modo alle “aperture” giunte dal Dipartimento di Stato che, nei mesi scorsi attraverso il Segretario di Stato aggiunto per l’emisfero occidentale, Roberta Jacobson, aveva indicato una possibile agenda comune per riaprire il dialogo e i rapporti, incentrata sui temi della sicurezza internazionale, della lotta al narcotraffico e sui più stringenti dossier energetici. Si apre ora una breve, ma tesa, campagna elettorale in cui Maduro giocherà il ruolo di Presidente reggente sommato a quello di candidato. Nell’opposizione, anche dopo la decisione di designare Henrique Capriles a candidato unitario, rimangono vivi alcuni dissidi interni, emersi dopo la sconfitta dello scorso ottobre, che ora tornano a generare divergenze e conflitti. Almanacco Dalla sua parte, in questa breve campagna elettorale, Maduro avrà i profondi rapporti con la regione e la comunità internazionale, sviluppati nei lunghi anni di Ministro degli Esteri (dal 2006), durante i quali ha affiancato il protagonismo di Chavez sullo scenario internazionale, nella costruzione dell’ALBA, nella reggenza della Segreteria generale dell’UNASUR e nella Presidenza di turno della CELAC.Anche per questo, molti paesi della regione hanno di fatto- avallato internazionalmente il ruolo di reggente affidato a Maduro: in particolare il Brasile (che, comunque, attraverso le dichiarazioni di Dilma Rousseff, ha ricordato anche la visione “non sempre coincidente” con le politiche di Chavez), la Colombia (la Ministro degli Esteri si era subito recata Caracas, per visitare Maduro ed il neo Ministro degli Esteri, Elías Jaua), e anche gli USA (che avevano taciuto sulla legittimità della assegnazione della Vice Presidenza a Maduro “in assenza” del giuramento costituzionale del Presidente, avallando la controversa interpretazione costituzionale offerta dal Tribunale Supremo di Giustizia). u AGENDA REGIONALE Rimane alta la tensione tra Bolivia e Cile, per via della detenzione di tre militari boliviani, arrestati lo scorso gennaio con l’accusa di ingresso illegale -con armi- della frontiera. Secondo le Autorità boliviane, i loro militari si trovano in una operazione di inseguimento di alcuni contrabbandieri di automobili. A seguito del rifiuto dei tre sodati di dichiararsi colpevoli, e quindi essere espulsi dal paese, il Cile ha intrapreso un processo a loro carico. La Bolivia ha presentato una denuncia presso le Nazioni Unite, sostenendo che i tre sarebbero “prigionieri politici”, trattenuti come forma di rappresaglia in risposta all’iter legale avviato dalla Bolivia per il problema dell’accesso al mare:“Sono convinto che i tre soldati siano prigionieri politici” ha ribadito il Morales, che ha evidenziato la “superbia” non del popolo cileno bensì del Presidente Piñera. Ad alimentare la tensione tra i due paesi contribuiscono anche alcune dichiarazioni del Ministro Juan Ramon Quintana, che ha sollevato dubbi sul ruolo svolto dai carabineros cileni:“avranno qualche responsabilità i carabineros, presenti nella zona di contrabbando, circa la libertà di movimento di cui godevano i contrabbandieri?”, si è chiesto. Il Presidente Piñera ha chiesto pubblicamente al Presidente Morales “maggior rispetto per la verità e per il diritto internazionale”, ribadendo che il Cile “conserva comunque un atteggiamento improntato al dialogo con tutti i paesi vicini, inclusa la Bolivia, e la speranza di relazioni di maggior collaborazione ed integrazione nel futuro”. Visita del Ministro degli Esteri dell’Uruguay, Luis Almagro, a Cuba per sviluppare “il grande potenziale” dei rapporti tra i due paesi. In questo momento Cuba è presidente di turno della CELAC mentre l’Uruguay lo è del Mercosur. Durante una riunione in Brasile, il Ministro degli Esteri argentino Timmerman e il suo omologo Patriota, hanno ribadito la volontà dei due paesi di normalizzare la situazione interna al Mercosur (dopo le elezioni presidenziali in Paraguay) per poi riprendere, entro l’anno, le trattative commerciali con l’UE. Alla vigilia dell’annuncio della morte di Hugo Chavez, si è svolta a Caracas la riunione del decimo Consiglio politico dell’Alleanza bolivariana, dove si è latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 12 Almanacco latinoamericano anno V • numero 44 • febbraio 2013 notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA discusso del Tratado de comercio de los pueblos (TCP), basato sugli scambi realizzati con la moneta, virtuale e bolivariana, del sucre.“Il Sucre è uno egli strumenti ideati dal nostro Presidente (Chavez, ndr), per avanzare nel risparmio valutario, per lo sviluppo dei nostri popoli e per svincolarci progressivamente dall’economia capitalista mondiale”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri del Venezuela, Elias Jaua, al termine della prima transazione finanziaria con cui il governo venezuelano ha pagato, in sucre, 55 tonnellate di fagioli neri:“Con questa transazione, realizzata con una nostra moneta, dei popoli dell’ALBA, abbiamo dimostrato che un altro mondo è possibile”, ha dichiarato il Ministro Jaua. Prosegue la campagna internazionale della Bolivia a favore del riconoscimento della legittimità della coltivazione della foglia di coca per gli sui tradizionali. Il Presidente Evo Morales, intervenendo a Vienna in occasione dell’inaugurazione del 56a sessione della Commissione ONU per la droga, ha sostenuto la necessità di legalizzare la produzione della foglia di coca ed ha riaffermato l’impegno del suo governo nella lotta al narcotraffico, sfidando i paesi consumatori a “rivedere la propria strategia” e criticando l’uso politico ed economico strumentale che viene fatto di questo tema. Inoltre, sempre nella riunione di Vienna, la Presidente esecutiva della Commissione nazionale per lo sviluppo della vita senza droga del Perù, e rappresentante dell’UNASUR, Carmen Masias, ha dichiarato che Bolivia, Perù e Brasile lavoreranno con un’agenda comune contro il narcotraffico nelle zone di frontiera. Si è svolta a San José la riunione periodica del Sistema di Integrazione Centro Americano, SICA, alla presenza dei Presidenti Daniel Ortega, Mauricio Funes e Danilo Medina. La Presidente di turno, la costaricense Laura Chinchilla, ha dichiarando che “il Centro America è pronto per entrare in una nuova tappa di evoluzione e modernizzazione”. In particolare, la Presidente del Costa Rica, si è rivolta al Presidente del Messico, Enrique Peña Nieto, invitato come osservatore, dichiarando che “l’aiuto del Messico sarà fondamentale”. Peña Nieto ha risposto che il primo passo da intraprendere per rafforzare le relazioni tra Centro America e Messico sarà quello di un Trattato di libero commercio, con uno quadro regolatorio che agevoli la produzione di ricchezza per i più poveri”. Successivamente il Parlamento del Costa Rica ha ratificato il Trattato di libero commercio che riunifica gli accordi esistenti con gli altri paesi dell’America Centrale ed il Messico. Il via libera della Asamblea legislativa costaricense, arrivato dopo il nulla osta della Corte Costituzionale, si riferisce al Trattato bilaterale firmato con il Messico nel 1995, inserendolo e unificandolo con quello in corso con El Salvador, Honduras, Guatemala e Nicaragua. È questo un passo in avanti che consentirà di migliorare “i processi doganali e modernizzare le norme in materia di investimenti e servizi”, ha dichiarato il Ministro del Commercio estero del Costa Rica,Anabel Gonzalez. L’intercambio commerciale tra Messico e Costa Rica, è passato dai 491 milioni di dollari del 2000, al miliardo e 411 milioni del 2011, a un ritmo di crescita del 10,1 per cento l’anno. Relazioni con gli USA. Segnaliamo la forte attenzione del Dipartimento di Stato all’evoluzione dello scenario politico in Venezuela. Si conferma, al riguardo, una specie di rapporto bidirezionale: da un lato, il mantenimento di un alto livello di tensione, con l’espulsione di due funzionari Almanacco dall’Ambasciata venezuelana a Washington, in risposta all’analogo provvedimento preso da Caracas; dall’altro, un costante tentativo di avvicinamento alle Autorità di Caracas (vedi Agenda politica).A fine mese Roberta Jacobson, Segretario di Stato aggiunto per l’emisfero occidentale, in un breafing con la stampa, ha ribadito che “gli USA possono giocare un ruolo nella transizione venezuelana, sostenendo processo elettorale libero, aperto e giusto”.Tali dichiarazioni fanno seguito all’atteggiamento avuto nelle settimane passate, quando gli USA hanno –di fatto- riconosciuto la sentenza del Tribunale supremo di giustizia venezuelano, che legittimava la Vice Presidenza a Maduro in assenza del giuramento di Chavez. Una delegazione parlamentare democratica, guidata dal senatore Patrick Leahy, si è recata a L’Avana, alla vigilia dello storico annuncio di Raul Castro: nell’incontro, secondo quanto si legge nel comunicato ufficiale, sono stati “affrontati temi di interesse bilaterale” inoltre, secondo alcune indiscrezioni di parte statunitense, i parlamentari avrebbero visitato il connazionale Alan Gross, arrestato due anni fa per attività illegali e condannato a 15 anni di carcere. Relazioni con l’UE: il Presidente della Bolivia, Evo Morales, in visita ufficiale a Parigi: alla fine della riunione, i due Capi di Stato hanno espresso forte soddisfazione per l’incontro, al punto che Morales, ha ribadito che “vogliamo avere buone relazioni con tutta l’Europa, e per questo abbiamo chiesto al Presidente Hollande che la Francia sia per la Bolivia la porta dell’Europa, soprattutto perché conosciamo molto bene la tecnologia europea e francese”. Oltre agli incontri ufficiali, Morales ha avuto una serie di incontri con i vertici dell’industria francese: Airbus,Thales, GDF Suez,Alstom, RATP. Visita del Presidente del Guatemala, Otto Pérez Molina, in Spagna, ricevuto con tutti gli onori dal Primo Ministro spagnolo ha ricordato l’ottimo stato delle relazioni bilaterali, che ha fatto si che il Guatemala sia “il primo paese per destinazioni di fondi della cooperazione spagnola allo sviluppo nel 2012” (erogati a seguito del terremoto dello scorso novembre). Il Re di Spagna ha inoltre fatto riferimento ai progressi raggiunti con l’Amministrazione di Pérez Molina in termini di sicurezza giuridica, che il paese centroamericano offre agli investitori spagnoli. Uno degli obiettivi della visita è proprio la ricerca di nuovi investimenti:“le imprese spagnole sapranno senza dubbio apprezzare l‘impegno del vostro governo per consolidare un buon clima di affari in un quadro di certezza giuridica e fiducia degli investitori”, ha dichiarato Juan Carlos di Borbone, dicendosi sicuro che la “stabilità economica e le positive prospettive di progetti infrastrutturali stimoleranno le nostre imprese”. Peggiorano invece le relazioni della Spagna con la Bolivia, a seguito della terza nazionalizzazione realizzata dalla Autorità di la Paz a danno di investitori spagnoli, quella della Sabsa, la filiale di Abertis, che gestisce i tre principali aeroporti del paese.“Ci sono imprese buone, naturalmente, come Respol, con cui la Bolivia intrattiene eccellenti relazioni e a cui sono pienamente garantiti gli investimenti e gli utili”, ha dichiarato Morales in un’intervista per buttare acqua sul fuoco (vedi Agenda politica). L’intervento su Sabsa segue di pochi mesi quelli che il governo ha disposto nei confronti di Transportadora de Electricidad, filiale di Red Eléctrica, e di quattro filiali boliviane di Iberdrola. L’ultima mossa “non amichevole” della Bolivia, ha assicurato il Ministro degli Esteri spa- latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 13 Almanacco latinoamericano anno V • numero 44 • febbraio 2013 notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA gnolo José Manuel García-Margallo, forza Madrid a riconsiderare i rapporti con il paese andino. È entrato in vigore l’Accordo di associazione dell’UE con il Perù: “dò il benvenuto all’applicazione dell’accordo con il Perù e espero che presto potremo fare lo stesso annuncio con la Colombia”, ha dichiarato il Commissario UE al Commercio, Karel De Gucht, ricordando che questo accordo “rappresenta un passo importante nel rafforzamento delle nostre relazioni commerciali e di investimenti in entrambi i paesi, soprattutto in tempi di crisi economica”. Non accenna a calare la tensione tra Londra e Buenos Aires. La Presidenta argentina Cristina Kirchner ha, infatti, dichiarato che non intende riconoscere la legittimità del referendum svoltosi nei giorni scorsi tra gli abitanti delle isole Malvinas, in cui il 98,3% dei votanti ha espresso la volontà di rimanere sotto la giurisdizione britannica. “L’Argentina rispetti la volontà degli abitanti delle isole Falkland di rimanere britannici”, ha dichiarato il premier David Cameron, spiegando che il voto quasi unanime è stato il “messaggio più chiaro possibile e l’Argentina dovrebbe prenderne atto. Le isole Falkland possono essere a migliaia di chilometri di distanza, ma sono inglesi in tutto e per tutto, ed è così che vogliono restare, e tutti dovrebbe sapere che saremo sempre lì per difenderle”. L’UE ed il Brasile hanno riaffermato nei giorni scorsi l’impegno di arrivare ad un Accordo di associazione tra UE e Mercosur, secondo quanto recentemente dichiarato dall’Ambasciatore brasiliano a Bruxelles Ricardo Neiva Tavares (nominato Ambasciatore a Roma), e dal Direttore per le Americhe della UE, Cristian Leffler. I negoziati, ripresi nel 2010, sono di nuovo ad uno stallo (rallentato anche dalle difficoltà interne del Mercosur). Per quanto i riguarda i rapporti dell’UE con il Brasile segnaliamo la nomina, da parte del Presidente Barroso, di un gruppo tecnico di lavoro per affrontare i nodi che frenano competitività e investimenti e per rafforzare e stimolare gli scambi nell’innovazione tecnologica del settore industriale, implementando programmi di ricerca e sviluppo, a favore delle PMI, in vista del prossimo vertice UEBrasile del 2014. Il gruppo è costituito da Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione, Commissario per l’Industria e l’imprenditoria, Karel De Gucht, Commissario al Commercio, e Marie Geoghean Quinn, Commissario alla Ricerca. Dal punto di vista dei rapporti con l’Asia, segnaliamo la visita del Primo ministro russo Dimitri Medvedev, a Brasilia e a L’Avana. A Brasilia i due paesi BRICS, hanno avviato un’agenda di cooperazione mirata ad incentivare le relazioni commerciali, obiettivo cui è stata dedicata la VI riunione della Commissione mista bilaterale, con la scelta di innalzare l’interscambio bilaterale dagli attuali 5.9 a 10 miliardi di dollari. Tra le misure adottate ricordiamo quelle per facilitare l’importazione in Brasile del grano russo e l’esportazione della soia e della carne brasiliana. Particolare rilievo ha avuto il dossier militare, che ha visto sancito l’accordo per l’acquisto di cinque batterie di missili antiaerei russi.“I nostri armamenti sono buoni se si considera il livello, e competitivi se si considera il prezzo”, ha dichiarato Medvedev, ricordando che il suo governo è “disponibile a condividere tecnologia in un quadro di mutuo beneficio”, facendo riferimento alla creazione di imprese miste, capaci di operare a vantaggio di entrambi i paesi. Medvedev, che ha inaugurato la VI riunione della Commissione mista bilaterale, Almanacco insieme al Vice Presidente del Brasile Michel Temer, ha successivamente incontrato la Presidente, Dilma Rousseff. Nello scalo cubano, il Primo ministro russo ha annunciato la decisione di tagliare 30 milioni di dollari dal debito cubano con la antica URSS (attraverso un piano di rifinanziamento -a dieci anni- che dovrà essere redatto ed eventualmente firmato entro maggio), e di noleggiare 8 aerei militari al governo cubano. Mosca fornirà all’isola tre aerei di linea Ilyushin-96-400, tre bimotori Antonov AN-158 e due Tupolev TU-204SM. Il Vice Presidente dell’Iran, Ali Saeidlo, ha compiuto una visita a Cuba come “inviato speciale” del Presidente Mahmud Ahmadinejad, per “riunirsi con i dirigenti cubani e realizzare altre attività”, si legge nel breve comunicato ufficiale. Per quanto riguarda le relazioni con l’Africa, segnaliamo il costante protagonismo brasiliano. La Presidente Dilma Rousseff, ha compiuto una visita ufficiale ad Abuja, in Nigeria, durante la quale si è riunita con il suo omologo Goodluck Jonathan. Alla fine dell’incontro, durato oltre ore, i due Presidenti hanno firmato l’Accordo che avvia il meccanismo della Commissione mista bilaterale, finalizzato a sostenere la crescita dell’interscambio (che, dal 2002 al 2012, è passato da 1.5 miliardi a 9), e ad affrontare i temi legati agli idrocarburi (Petrobras è attiva da 14 anni nel paese africano), quelli energetici e quelli agricoli. u AGENDA BILATERALE FARNESINA E DINTORNI n All’inizio di febbraio, a Brasilia, si è tenuta la riunione del Meccanismo di dialogo politico Italia-Brasile. La delegazione italiana è stata guidata dall’Ambasciatore Michele Valensise, Segretario Generale del MAE. Sono stati affrontati vari temi, tra i quali anche quelli controversi, e si è riaperta una prospettiva di maggiore collaborazione. n Dallo scorso gennaio il nuovo Direttore Generale della DGMO è Efisio Luigi Marras, che sostituisce Giandomenico Magliano, nominato Ambasciatore d’Italia a Parigi. n Dallo scorso gennaio il nuovo Ambasciatore d’Italia a Brasilia è Raffaele Trombetta. n Dallo scorso gennaio il nuovo Ambasciatore d’Italia ad Asuncion è Antonella Cavallari. u AGENDA DELLE SEGNALAZIONI EVENTI/SEGNALAZIONI n Brasilia, il 13 marzo si è tenuto un seminario su “La collaborazione italo-brasiliana per lo sviluppo delle infrastrutture”, organizzato dall’Ambasciata d’Italia, al quale hanno partecipato da parte brasiliana, la Ministro da Casa Civil, Gleisi Hoffmann, il Ministro dei Trasporti, Sergio Passos, il Ministro dell’Ambiente, Izabela Vieira Teixeira, e da parte italiana, il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, e il Presidente dell’Agenzia ICE, Riccardo Monti. latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 14 Almanacco latinoamericano anno V • numero 44 • febbraio 2013 notizie dall’America Latina a cura di Donato Di Santo CEIAL COMITATO ECONOMICO ITALIANO PER L ’ AMERICA LATINA n Genova, dal 15 marzo al 21 aprile, presso Palazzo Ducale, mostra Tina Modotti: un nuovo sguardo organizzata dalla Fondazione Casa America, dall’Ambasciata del Messico in Italia e Consolato Onorario del Messico a Genova, e dalla Fondazione Genova Palazzo Ducale. n Roma, 15 febbraio 2013, si è tenuto il seminario della Fondazione Lelio Basso su “UE-ItaliaAmerica latina: quali politiche”, vi hanno partecipato: Gianni Pittella,Vice Presidente del Parlamento Europeo; Luis Yañez-Barnuevo, Presidente della Delegazione del PE per il Mercosud; José Luis Rhi-Sausi, Direttore del CeSPI; Giorgio Malfatti, Segretario Generale dell’IILA; Donato Di Santo, Coordinatore Conferenze Italia-America latina; Gildo Baraldi, Direttore OICS; Sergio Bassoli, Resp. America latina CGIL; Giuseppe Iuliano, del CES; Giampiero Rasimelli, del Progetto Brasil Proximo; Salvatore Senese, della Fondazione Basso; Alfredo Somoza, Presidente ICEI, Elena Paciotti, Presidente Fondazione Basso. n Parigi, 14 febbraio 2013, la CAF e Sciences Po hanno organizzato un Seminario su: “Las relaciones entre América latina y Europa”. La prima sessione ha avuto per titolo “América latina y Europa en el nuevo contexto internacional: actores y proyectos frente a la crisis. Como se perciben la amplitud de los cambios en curso en las dos regiones? Qué escenario de salida de crisis se vislumbran en la Union Europea? América latina se encamina a asumir un nuevo rol en el escenario internacional?”. Moderador: Olivier Dabène, Profesor, Sciences Po. Panelistas: Juan Carlos Echeverry, ex Ministro de Hacienda de Colombia; Yves Saint-Geours, DG administracion MAE, Francia, ed ex Ambasciatore in Brasile; Donato Di Santo, ex Sottosegretario agli Esteri, Italia; Ernesto Talvi, Director CERES Uruguay; Christian Lequesne, Director del CERI, Sciences Po. Le conclusioni generali dell’evento sono state di Enrique Garcia, Presidente della CAF. LIBRI n Riceviamo e segnaliamo il libro di Luiz Dulci “Um salto para o futuro. Como o governo Lula colocou o Brasil na rota do desenvolvimento”, edito da Fundação Perseu Abramo e Instituto Lula, marzo 2013. n Riceviamo e segnaliamo il libro di Andrea Goldstein e Giorgio Trebeschi “L’economia del Brasile”, edizioni il Mulino, 2012. n Riceviamo e segnaliamo il libro di Horacio Verbitky “Doppio gioco. L’Argentina cattolica e militare”, Fandango libri. u TRA ITALIA E AMERICA LATINA… …molte novità, documenti, immagini, su www.donatodisanto.com AGENDA CeSPI/CEIAL Chi volesse ricevere informazioni sulle attività del CEIAL, Comitato Economico Italiano per l’America Latina, progetto del CeSPI, può scrivere a: [email protected] CARA LETTRICE, CARO LETTORE… …l’Almanacco latinoamericano è uno strumento d’informazione che, accanto alla caratteristica –alquanto atipica- di essere prodotto artigianalmente (con la cura e la dedizione, ma anche con i limiti dell’autentico artigianato), e diffuso gratuitamente, annovera anche quella di essere spesso “rigirato” ad altri indirizzi da parte di coloro che lo ricevono direttamente da noi. Questo, per il curatore e la redazione dell’Almanacco, è motivo di soddisfazione: più circola questo strumento di avvicinamento all’America latina e più siamo contenti. Se lei, cara lettrice e caro lettore, fosse tra coloro che ricevono l’Almanacco di “seconda mano”, attraverso altre persone, e volesse invece riceverlo regolarmente (sempre gratuitamente), direttamente da noi della redazione, allora non ha che da scriverci una semplice mail e attiveremo l’invio all’indirizzo che lei ci indicherà. Può scriverci a: [email protected] u Nel caso non l’avesse ancora fatto: se l’Almanacco latinoamericano è di suo gradimento e vuole continuare a riceverlo la preghiamo di mandare una mail a [email protected] per segnalare esplicitamente la sua volontà: non vogliamo essere invadenti, per questo chiediamo una sua conferma. Inoltre se ritiene di segnalarci persone, con relative e-mail, a cui mandare l’Almanacco latinoamericano, saremo lieti di farlo. Almanacco latinoamericano • anno V • numero 44 • febbraio 2013 Chiuso in redazione il 14 marzo 2013 15
Documenti analoghi
Settembre 2010 - N° 15
tale decisione sarebbe incostituzionale. Secondo molti esponenti
del governo e vari parlamentari della maggioranza, non sussisterebbero problemi legati alla nuova Costituzione dello Stato plurinazi...
Ottobre - N° 52 - Donato Di Santo
risultato dell’11 agosto); seguito dal candidato del Frente para
la Victoria, Sergio Insaurralde, che si ferma al 32,1%. Il
Peronismo dissidente si impone anche a Cordoba, Chubut, San
Luis e Salta....
Luglio 2010 - N° 13
Sembra delinearsi, nel progetto di accusa, un intreccio molto stretto che potrebbe non escludere un nesso tra episodi di corruzione
Almanacco
gennaio - n° 79 - Donato Di Santo
tenuto il primo Consiglio dei Ministri decentrato, nella Provincia
di Salta, che ha visto la partecipazione del Governatore di
Cordoba Juan Schiaretti. Il Presidente Macri ha inoltre annunciato la ...
giugno - n°72 - Donato Di Santo
Massa, che per quanto pericolosa per la capacità di attrarre alcuni settori del peronismo dissidente, di fatto non apporterà ulteriori consensi alla candidatura di Macri che, secondo tutti i sondag...
luglio - n°73 - Donato Di Santo
nel “Triangulo Norte”, per il sostegno al progetto “Plan para la prosperidad” (avviato dai governi dei 3 paesi –Guatemala, El Salvador e
Honduras- con il BID), con la richiesta al Congresso di circ...