Hollywood vs Fast food - Federazione dei Verdi
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Hollywood vs Fast food - Federazione dei Verdi
Roncaglia & Wijkander Organo ufficiale di informazione della Federazione dei Verdi Anno III • n.138 • domenica 22 luglio 2007 Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma • Direttore responsabile: Enrico Fontana • Comitato editoriale: Roberto Poletti, Giuseppe Trepiccione, Gianpaolo Silvestri (inserto Mappe) • Editore: undicidue srl, via R. Fiore, 8 - Roma Stampa: Rotopress, via E. Ortolani , 33 - Roma • Reg. Trib. di Roma n. 34 del 7/2/2005 • Redazione: via A. Salandra, 6 - 00187 Roma - tel. 0642030616 - fax 0642004600 - [email protected] • Stampato su carta ecologica • La testata fruisce dei contributi di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250 VIETATO AI MINORI. Si ringrazia l’editore per lo spazio concesso. Foto: Daniele Fiore CLIMA SAVE THE CHILDREN LAVORA PERCHÉ IN TUTTO IL MONDO V E N G A R I C O N O S C I U T O A I M I N O R I I L D I R I T T O A L L’ I S T R U Z I O N E . Nel mondo sono oltre 77 milioni i bambini che non hanno la possibilità di andare a scuola. Save the Children opera per garantire il diritto all’istruzione a tutti i minori, senza alcuna discriminazione, collaborando con le comunità e autorità locali per costruire scuole, fornire assistenza e materiale scolastico. Save the Children dal 1919 lotta per i diritti dei bambini e per migliorare le loro condizioni di vita in tutto il mondo. Per il tuo contributo, chiama il 06.4807001 www.savethechildren.it “La presenza di due premi Nobel al patto per il clima dei Verdi e’ il segno che oggi parte il grande cantiere del nuovo partito ecologista, una grande costituente” di cui l’Italia ha bisogno “per andare avanti e diventare il paese leader delle fonti rinovabili”. Cosi’ il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio lancia il nuovo cantiere ecologista, intervenendo alla prima assemblea degli aderenti al patto per il clima, cui hanno partecipato anche i due premi Nobel per la fisica Carlo Rubbia e Zhores Aferov e il padre del “patto”, il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli. A tale proposito, aggiunge il ministro, “noi proporremo almeno 10 centrali ad energia solare da costruire nei prossimi anni”, seguendo il progetto “gia’ inserito nel Dpef”. Secondo Pecoraro infatti, e’ ora di dire basta “all’Italia fanalino di coda dell’innovazione. Noi vogliamo finalmente anche nuovi imprenditori che investano nel futuro invece di chiedere solo contributi”. Il solare e’ una grande opportunita’ che non abbiamo ancora utilizzato bene aggiunge Carlo Rubbia, “ma per farlo e’ necessario cambiare teconologie utilizzando quelle capaci di competere in modo costruttivo, oltre ad avere la capacita’ industriale di produrre questi oggetti” In Spagna, prosegue il premio Nobel, “ci sono trenta centrali, dunque perche’ non ce ne dovrebbero essere dieci in Italia?”. “I dati dell’Apat sulle emissioni di Co2 nel 2006 dimostrano ciò che diciamo da tempo: sulla politica energetica è necessaria un’inversione di tendenza”. Lo dice il capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Bonelli. “Ora si apra un tavolo con il ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani. Noi Verdi - continua - proponiamo una moratoria del carbone, un combustibile vero nemico numero uno dell’ambiente, come sostengono scienziati, premi Nobel come Rubbia ed esponenti politici come Al Gore”. “Su questo tema non bisogna avere incertezze, come invece accade in alcuni partiti della coalizione dell’Unione: serve piuttosto - conclude Bonelli - un contributo forte contro i cambiamenti climatici, necessario più che mai anche da un punto di vista etico”. rinnovabili nelle Leader L a presenza di due Nobel, Carlo Rubbia e Zhores Alferov, al ‘patto per il clima’ lanciato dai Verdi e’ il segno che ormai parte il cantiere di un nuovo partito, di una grande costituente ecologista”. L’affermazione del leader dei Verdi e ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ben sintetizza l’esito della prima convention dei sottoscrittori del ‘Patto per il clima’, lanciato dal Sole che ride, tenutasi il 20 luglio a Roma. “L’Italia deve diventare il Paese leader delle energie rinnovabili: noi - ha detto Pecoraro Scanio - proporremo almeno dieci centrali a energia solare da costruire nei prossimi anni. Progetto, questo, gia’ inserito nel Dpef. Noi, infatti, vogliamo finalmente anche nuovi imprenditori che investano sul futuro invece di chiedere solo contributi”. Il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, richiamato in Italia dal ministro dell’Ambiente, ha sottolineato come “il sole sia una grande opportunita’ per l’Italia, ma non ancora utilizzata. Occorre cambiare tecnologie per usarla bene e renderla capace di competere in modo costruttivo. Il problema riguarda la capacita’ industriale: in Spagna di queste centrali ce ne sono 30, perche’ non 10 “L’Italia deve diventare il Paese leader delle energie rinnovabili: noi - ha detto Pecoraro Scanio - proporremo almeno dieci centrali a energia solare da costruire nei prossimi anni” in Italia?”. Quanto al ‘patto per il clima’, a spiegare gli obiettivi del movimento che dovra’ avviare la costituente ecologista ci ha pensato il promotore del Patto, Angelo Bonelli, Capogruppo dei Verdi alla Camera, che ha ricordato “le migliaia di adesioni già pervenute, tra le quali quelle di Fabio Mussi, Stefano Rodotà, Diego Abatantuono, Claudia Cardinale, lo stesso Nobel Carlo Rubbia, Jeremy Rifkin, Alberto Asor Rosa, Gianfranco Amendola, Catia Bastioli, Beppe Grillo, Don Gallo, Derrick De Kerchkove, Carlin Petrini, Domenico De Masi, Giobbe Covatta”. ‘L’appello - ha detto Bonelli - e’ rivolto a singoli cittadini, associazioni ambientaliste e animaliste, al mondo del volontariato e a quello agricolo, al mondo della ricerca e della scienza, a chi condivide gli allarmi sull’emergenza clima. L’obiettivo è avviare una Costituente ecologista dei Verdi nel 2008. Io - spiega - nella Costituente vedo anche le imprese: siamo stanchi degli scontri con Confindustria, che deve capire che l’ ambiente non e’ affatto un ostacolo allo sviluppo”. Dunque, una giornata dedicata a temi innovativi e per i quali i Verdi si battono con determinazione. Compito decisivo della politica italiana è quello di non continuare a farsi risucchiare nelle sterili polemiche tipiche di un dibattito sempre più sclerotizzato, provinciale e spesso privo di contenuti concreti, dimostrando con ciò di non voler rimanere indietro su priorità di livello planetario. Una ‘mission’ ambientale che accomuni tutti, nessuno escluso, non è più rinviabile. Valerio Ceva Grimaldi Hollywood vs Fast food T re anni fa usciva il crudo e ironico film documentario “Super size me”, in cui il regista ed interprete Morgan Spurlock si sottoponeva ad una dieta di soli panini, patatine e bibite gassate. La pellicola era la spietata cronaca del suo progressivo tracollo psicofisico causato da un’alimentazione del genere. Una colorita denuncia, supportata dagli interventi di medici, nutrizionisti, gastroenterologi, contro i fast food, principali imputati dell’obesità dilagante negli USA, paese dove i cibi malsani fanno più vittime del fumo. Ma l’allarme non è certo limitato al paese a stelle e strisce, vista la globalizzazione selvaggia di catene di ristorazione come McDonald’s o Burger King. La minaccia è presente potenzialmente in tutti gli angoli del mondo, così come ovunque ha la capacità di arrivare un’altra collaudata macchina produttiva americana: il cinema. E’ un testo di aperta denuncia contro l’impero americano del panino quello da cui è tratto il film “Fast food nation”, in uscita in Italia in questo weekend. Il libro inchiesta da cui prende le mosse è il bestseller del 2001 di Eric Schlosser “Fast food nation: the dark side of the All-American Meal”, dove venivano esaminati storia e scandali dell’industria americana della ristorazione più veloce, economica e malsana. Nella sua pur coerente trasposizione cinematografica, il regista Richard Linklater ha preferito, piuttosto che realizzare un documentario, raccontare una storia: il viaggio del direttore marketing della Mickey’s Food Restaurants attraverso la filiera produttiva degli hamburger. Mo- tivo: la sospetta presenza di feci all’interno dei suoi prodotti. Da qui l’infernale tour per i mattatoi, la scoperta di quali scarti animali finiscano nei panini, le precarie condizioni lavorative dei clandestini, le aberranti storie che si intrecciano dietro e lungo la catena di montaggio dei fast food americani. “Fast Food Nation”, è un’aperta e convincente denuncia, dove il dato più forte è forse dato dal cast, composto in gran parte da attori di grosso calibro, come Bruce Willis, Patricia Arquette, Ethan Hawke, Avril Lavigne, Greg Kinnear. Segno questo che l’industria cinematografica hollywoodiana ha finalmente sviluppato una coscienza sana e coraggiosa, ruolo affidato in passato solamente a mal supportate produzioni minori. Diego Carmignani BIOLOGICO La festa del biologico pagina 2 INTERVISTA Intervista ad Marco Lion - II parte pagina 3 Notizie Verdi TV dal lunedì al venerdì alle 21.30 su EcoTV Sky 906 e in streaming su www.ecotv.it 2 domenica 22 luglio 2007 TERRORISMO Bonelli: nessuno lo sottovaluti o lo strumentalizzi “Il terrorismo è un pericolo serio e grave che nessuno puo’ permettersi di sottuvalutare o di strumentalizzare per piccoli interessi di bottega. Ed infatti questo governo e questa maggioranza non l’hanno sottovalutato. Il Governo e le forze di polizia hanno fatto uno straordinario lavoro di prevenzione, che toccherà poi alla magistratura vagliare. Non è con le dichiarazioni ad effetto ma con i fatti che si affronta il problema”. Lo ha dichiarato Angelo Bonelli Capogruppo alla Camera dei Verdi. “La politica deve essere unita nei confronti di un rischio così alto, invece di perdersi in dichiarazioni deliranti e polemiche, buone solo ai fini della lotta politica interna - ha concluso il capogruppo del Sole che ride a Montecitorio -. Invece di fare polemica bisogna ringraziare il Governo e le forze dell’ordine che stanno facendo un grandissimo lavoro per la sicurezza del nostro Paese”. PENSIONI Pecoraro: buon compromesso ora parola ai lavoratori “L’accordo sulle pensioni per i Verdi è un buon compromesso e adesso la parola passi ai lavoratori, che vanno ascoltati. Ora il governo e la maggioranza devono dare risposte ai giovani ed applicare il programma dell’Unione. Prossimi obiettivi dovranno essere il varo di un grande piano contro il precariato, l’istituzione del reddito di cittadinanza e l’incentivazione degli ecolavori ”. Lo afferma il presidente dei Verdi e ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. “L’accordo raggiunto dal Governo e dalle organizzazioni sindacali per il superamento dello scalone appare a una prima lettura ragionevole perché garantisce di superare le rigidità della legge Maroni inserendo la flessibilità nell’uscita dal mercato del lavoro”. Lo dichiara il vicepresidente del gruppo Verdi – Pdci Natale Ripamonti. I Verdi esprimeranno un giudizio definitivo dopo la riunione del Consiglio nazionale federale. Ribadiamo, comunque, che le priorità, a questo punto, sono quelle di adottare politiche più incisive a favore dei giovani e dei veri poveri, per esempio gli incapienti. Mi auguro - conclude l’esponente dei Verdi - che ci sia da parte di tutta la maggioranza un sostegno di questo accordo facendo prevalere gli interessi generali del Paese e lasciando, per una volta, da parte i distinguo da qualsiasi parte possano provenire”. La festa del biologico L’ Altra Campagna, la prima festa nazionale del biologico, si è conclusa con un bilancio più che positivo. La tre giorni di eventi, mercatini, incontri, spettacoli, organizzata dall’Associazione Italiana Agricoltura Biologica e da Carta, si è svolta dal 13 al 15 luglio a Grottammare (AP), nelle Marche. Grazie anche alla collaborazione del Comune di Grottammare e della Provincia di Ascoli Piceno. I due incontri più seguiti dell’Altra Campagna sono stati: L’AIA e Il CORTILE. La prima, che si è svolta venerdì 13 alle ore 18, ha messo a confronto i partecipanti sulla difesa della terra e sul commercio alternativo del biologico in Italia. Anna Ciaperoni di AIAB ha parlato delle l’importanza di promuovere la filiera corta per ridare forza al rapporto tra consumatori e produttori del luogo, indebolito dalla grande distribuzione. Gino Girolomoni, presidente dell’Associazione Mediterranea Agricoltura Biologica, ha citato la sua trentennale esperienza con la cooperativa Alce Nero, tra le maggiori aziende biologiche in Italia, per spostare l’attenzione sulla necessità di superare il paradosso dell’Italia, primo produttore europeo di biologico e solo undicesimo, per quanto riguarda i consumi. Si è L’altra campagna. Esperimento riuscito per la festa del bio A cura di Eduardo Cuoco parlato di Comunità e tutela del territorio, invece, nell’incontro Il Cortile, sabato 14 alle 17.30. Pierluigi Sullo, direttore di Carta, ha introdotto i rappresentanti di numerose realtà locali che in tutta Italia si sono rese protagoniste di un processo di partecipazione condivisa alle scelte politiche del territorio. Massimo Rossi, presidente della Provincia di Ascoli Piceno, ha parlato dei risultati positivi dati all’esperienza di “bilancio partecipativo”, che ha coinvolto i cittadini della zona nella gestione della “cosa pubblica”. Presenti anche Paolo Cacciari, Alberto Zoratti di Fair, e Maurizio Spedaletti di Banca etica. Molto gradite sono state anche le iniziative collaterali, tra cui il laboratorio per fare la pizza bio, curato dall’associazione pizzaioli marchigiani e “Laboratorio al sole”, per avvicinare i bambini al consumo critico. Nel gazebo di AIAB, “I Bio Golosi”, sulla spiaggia di Grottammare, sono stati preparati aperitivi bio, cocktail in costume, degustazione di bevande, gelati. (AIAB) Durante la manifestazione è stata inoltre presentata la “Magna- Il Biologico, una “pacifica rivoluzione” Vini Biologici A cura di Eduardo Cuoco I n Italia, la superficie vitata indirizzata all’agricoltura biologica supera i 37.000 ha ed il numero delle aziende impegnate è pari al 10% del totale delle aziende biologiche. Numeri importanti, che legati alla dinamicità di queste imprese ed alla loro capacità di relazionarsi con il mercato internazionale, fanno di questo settore un riferimento e non solo per il comparto bio. La maggior parte delle aziende non è ancora arrivata a valorizzare il vino come di produzione biologica e le uve, e i vini, finiscono indistinti nel mercato “convenzionale”, anche se, il numero di coloro che “imbottigliano”, aumenta di anno in anno. Il biologico è riferimento per caratterizzare maggiormente il prodotto, per “distinguersi” in un mercato globale sempre combattuto. Qualcuno diceva che molte “rivoluzioni” sono nate in cantina e l’affermazione è sicuramente di buon auspicio se pensiamo ai cambiamenti che sono necessari per la nostra agricoltura. Ed il Biologico è sicuramente una “pacifica rivoluzione” che sta attraversando l’agricoltura e conquista i consumatori. I dati, diffusi recentemente da Coldiretti, dicono che nel 2007 i consumi familiari di alimenti biologici sono aumentati del 10%. Fra gli alimenti naturali, stanno conoscendo un vero e proprio boom i prodotti per l’infanzia (+51%) e riso e pasta (+26%) (consumi domestici di prodotti biologici confezionati relativi al primo trimestre 2007, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). I maggiori consumatori di prodotti biologici, precisa la Coldiretti, risiedono al Nord, con il 73% del totale degli acquisti, mentre il 19% nel Centro e in Sardegna e appena l’8% al Sud e in Sicilia. La crescita del settore biologico in Italia trova riscontro anche nell’aumento degli addetti. Nel 2004, il numero totale di operatori (comprendenti i produttori agricoli, i preparatori, gli importatori) ‘bio’ era di circa 41mila persone, mentre nel 2005 la cifra è salita a 50mila, segnando un incremento del 22% in un anno. La maggior parte degli addetti è rappresentata dai produttori agricoli (circa 45mila nel 2005) e dai preparatori (4.600 circa), mentre gli importatori rappresentano una piccola parte (185). L’Italia, quarto produttore mondiale e primo nella Ue, con un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio dell’Unione, conferma la sua leadership, che comporta anche l’impegno di svolgere un ruolo d’avanguardia per difendere il settore e per valorizzarlo adeguatamente. Carta” del mangiar buono, sano e rispettoso dell’ambiente. Sono i dieci i punti della Carta: dalla scelta dei prodotti biologici alla scelta di quelli di stagione, dall’acquisto in azienda alle confezioni biodegradabili. Ecco il decalogo del mangiare bene: 1. Scegli i prodotti biologici: L’agricoltura biologica favorisce un’economia equa, tutela l’ambiente e la salute del consumatore. 2. Scegli i prodotti tradizionali: Il cibo legato al territorio favorisce la conoscenza e la valorizzazione del ruolo dell’agricoltura, anche in aree “marginali”. 3. Scegli i prodotti di stagione: Produrre cibo secondo i cicli naturali e senza forzature riduce l’impatto produttivo degli alimenti sull’ambiente. 4. Scegli i prodotti che risparmiano acqua e energia: La produzione del cibo deve essere fatta tenendo in debito conto non solo parametri economici, ma anche il corretto uso delle risorse. 5. Acquista nelle aziende agricole: La vendita diretta consente di lasciare al contadino un maggiore valore aggiunto nella commercializzazione del cibo, di avere una migliore qualità del cibo e di costruire nuovi legami sociali. 6. Riduci i chilometri dal luogo di produzione a quello di consumo: Il trasporto del cibo è spesso in funzione solo d’interessi economici. Il trasporto del cibo ne riduce la qualità e ha un pesante impatto sull’ambiente. 7. Scegli i prodotti di imprese che tutelano il lavoro buono: Il cibo è buono se è ottenuto da lavoratori che vedono soddisfatte le proprie esigenze e le proprie condizioni lavorative. 8. Favorisci la biodivesità ed evita ogni prodotto Ogm: L’omologazione del cibo è dannosa per l’agricoltura, per l’ambiente e per la salute. 9. Premia la trasparenza nelle informazioni: La migliore forma di garanzia sulla qualità del cibo è data dalla trasparenza delle imprese impegnate nella sua produzione. 10. Scegli le confezioni biodegradabili: I contenitori sono, purtroppo, parte del cibo che acquistiamo. La qualità del cibo passa anche per le su forme di presentazione. In poche parole, scegli la società della convivialità e della decrescita felice. 3 domenica 22 luglio 2007 Azioni consapevoli Il futuro dell’agricoltura Intervista di Vittoria Gallelli a Marco Lion - Seconda parte T estimonianza di tutto questo è la grave situazione del Po. L’abbassamento del livello d’acqua del maggiore bacino di irrigazione sta superando i minimi storici e si parla di coltivazione di riso a “secco”. Partiranno a piedi da Firenze e arriveranno a Bologna. Andrea Seminara: ”Una forte e singolare dimostrazione di abbattimento delle emissioni di CO2 legate ai trasporti”. Firenze-Bologna a piedi, 105 km di speranza ecologica per “Zero Emissioni” P artiranno a piedi da Firenze e arriveranno a Bologna. Andrea Seminara: ”Una forte e singolare dimostrazione di abbattimento delle emissioni di CO2 legate ai trasporti”. Firenze-Bologna a piedi, 105 km di speranza ecologica per “Zero Emissioni” È stato fissato per il 9 di settembre l’appuntamento che vedrà riuniti, e armati di borraccia, i sostenitori del viaggio “a emissioni zero”. Da Firenze a Bologna attraversando a piedi antiche e tortuose vie, dimenticando per otto giorni e sette notti autostrade e confortevoli alberghi ma adeguandosi, piuttosto, agli standard dei viandanti e dei pellegrini, dormendo nei rifugi e nelle locande di fortuna. Almeno fino al 16 quando i sostenitori dell’iniziativa arriveranno in Piazza S. Stefano a Bologna, data in cui la città promuoverà la giornata “Zero Emissioni”. Il progetto nasce per idea di Azzero CO2, società di servizi creata da Legambiente, Kyoto Club e l’Istituto di ricerche Ambiente Italia, con lo scopo di diffondere in Italia una cultura fortemente orientata al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto attraverso la riduzione delle emissioni di gas climalteranti in atmosfera. Con tale obiettivo, AzzeroCO2 offre ad Enti pubblici, imprese e singoli cittadini un’opportunità concreta per contribuire a combattere l’effetto serra e il rischio di cambiamento climatico. “Si tratta di una forte e singolare dimostrazione di abbattimento delle emissioni di CO2 legate ai trasporti - dice Andrea Seminara, direttore Marketing e Comunicazione di AzzeroCO2- il loro viaggio, che non avrà alcun tipo di impatto sull’ambiente, rappresenta un invito ad un uso più razionale dei mezzi di trasporto e a privilegiare quelli pubblici”. Basti pensare che un tragitto in auto da Firenze a Bologna (A/R) produce una media di 42 kg di CO2 a persona, mentre lo stesso percorso fatto in treno regionale ne produce “solo” 10 kg. “Spostarsi a piedi o in bici, laddove e’ possibile, diventa dunque una valida risposta all’inquinamento nelle nostre città”, conclude Seminara. Grande solidarietà ed approvazione per l’iniziativa è arrivata anche da “Le Vie dei Canti”, un’associazione composta da un gruppo di appassionati camminatori che visitano il mondo ispirati da interventi letterari. “Invitiamo a utilizzare le gambe, la testa e il cuore. Il nostro motto e’ camminare in piccoli gruppi sui sentieri del mondo, con disponibilità ad incontrare l’altro e accettare le reciproche differenze - dice Maurizio Baldini, fondatore di ‘Le Vie dei Canti’- parafrasando Brèton: la maggior parte dei nostri contemporanei si e’ scordata di aver iniziato con i piedi, pensando di discendere direttamente dall’automobile. Il nostro pianeta e’ ammalato e per risollevarne le sorti dobbiamo intervenire con azioni consapevoli”. Susanna Novella La coltivazione a secco potrebbe essere una soluzione. Però bisogna vedere di che tipo di riso si tratta perché qualcuno propone di utilizzare questo riso a secco geneticamente modificato. Ma allo stato attuale non troviamo solo la coltura di riso a rischio, un’altra coltura importante, che non se la passa bene, è il mais. Quest’ultimo, coltivato principalmente nel Nord e centro Italia, viene utilizzato anche per l’alimentazione animale in particolare per la produzione del latte e per i suini. E’ un’agricoltura che ha difficoltà con questo clima, in quanto necessita di tanta acqua ed è probabile che nel futuro la situazione peggiorerà. Si prospetta di conseguenza che l’Italia produrrà più frumento e vite in quantità maggiore rispetto a riso e mais. Accadrà una piccola rivoluzione nel mondo agricolo che dobbiamo saper governare ugualmente in quanto l’attuale situazione impone delle soluzioni drastiche di mitigazione. Se non sarà più possibile coltivare il mais bisognerà trovare altre soluzioni. Un altro problema è dato dal fatto che l’acqua dolce sta venendo a mancare venendo sostituita da quella salata, comportando, come sta avvenendo a Ferrara per l’allevamento delle vongole, dei forti disagi. Nel Ferrarese, dove c’è il delta del Po, il cuneo salino sta risalendo praticamente il corso del fiume. L’altra situazione strana è che con il Po in secca il fiume sembrerebbe meno inquinato di prima, ma solo apparentemente in quanto i detriti inquinanti tendono a insediarsi sul fondo del bacino. Nei fiumi in secca si sono creati degli accumuli di rifiuti che sono delle vere e proprie discariche a cielo aperto. Il Po in quanto ubicato geograficamente in una zona industrializzata porta a mare una quantità importante di rifiuti urbani ma anche chimici creando dei grandi problemi quando sfocia nel Mar Adriatico. Cosa pensa di fare la Commissione Agricoltura per porre rimedio a questo stato di crisi? Noi, insieme con la Commissione Ambiente, abbiamo lavorato su questo documento in cui si chiedeva lo stato di emergenza e una cabina di regia che gestisse la crisi. Stiamo lavorando anche in altri settori, stiamo mettendo mano al nostro sistema di acquedotti e di gestione dell’acqua in agricoltura che in molti casi è un sistema vecchio o, ancora peggio, inesistente. Negli anni passati eravamo abituati ad avere tanta pioggia al Nord e poca pioggia al Sud. Così, mentre al Sud vi è una dotazione infrastrutturale consistente anche se con gravi problemi idrici, al Nord invece troviamo delle carenze infrastrutturali in quanto nessuno poteva immaginare una così forte modificazione climatica. Invece a mio giudizio bisognava essere più preparati a riguardo in quanto i cambiamenti climatici derivano dalle azioni dell’uomo che attraverso la produzione di gas serra alteranti hanno sconvolto il nostro pianeta. Noi dal nostro canto stiamo cercando delle valide soluzioni, abbiamo il dovere di fare qualcosa prima che sia troppo tardi. La Commissione agricoltura sta avviando delle importanti iniziative nel settore delle agrienergie, c’è ne può parlare? A riguardo vi posso comunicare che vi sono alcune proposte di legge, una è stata presentata da me e un’altra dal collega Verde, Massimo Fundarò. Stiamo lavorando in un settore che alcuni lo definiscono il futuro dell’agricoltura. Non è proprio così. Sulle agri-energie abbiamo sicuramente un ruolo importante ed è, a mio parere, necessario che anche questo settore si sviluppi per uscire dalla schiavitù del petrolio. Ma per come è fatto il nostro paese e la nostra agricoltura non penso al momento che con l’agro- energia si riuscirà a eliminare i nostri problemi di gestione di energia e di produzione di carburante per mezzi di locomozione. Anche perché c’è il rischio che si sostituisca un agricoltura fatta per l’alimentazione ad una agricoltura completamente diver- sa. Posso capire che Nazioni con un altro tipo di estensione come la Francia o la Spagna riescano a produrre quantità notevoli di biodiesel da mais o da altri tipi di coltura, ma loro hanno un territorio più favorevole. Dobbiamo agire sulle cosiddette aree marginali, le aree abbandonate ai fini dell’avvio della produzione agro-energetica, sapendo che non riusciremmo a colmare il nostro deficit. Dall’altra parte non vogliamo che l’agroenergia diventi un altro disastro per l’ambiente. Già oggi in Italia importiamo l’olio di palma dalla Malesia e Indonesia che serve ad alcune centrali di produzione di energia elettrica, ma per produrre questo olio di palma vengono abbattute delle foreste fluviali, in più per trasportarlo si consuma combustibile fossile, di conseguenza il bilancio ambientale è sfavorevole e questo va assolutamente evitato. Il punto su cui abbiamo un parere unanime riguarda le dimensioni della filiera produttiva, che riteniamo debba avere un raggio molto ristretto di azioni. E’ utile che l’agricoltore non sia il fornitore delle aziende petrolifere o di chi si occupa di energia ma deve pensare all’agro-energia per il proprio fabbisogno di energia elettrica. A tal proposito ricordo che abbiamo degli obblighi comunitari molto rigidi che hanno cambiato la rotta della politica del governo Berlusconi sull’agro-energia che aveva tolto la possibilità di produrla. Credo che nel giro di pochi anni dovremo aumentare la percentuale di biodiesel. Un altro aspetto che voglio sottolineare è che l’agricoltura deve produrre biomasse necessarie per il proprio fabbisogno di energia elettrica e quella in eccedenza cederla all’ENEL. Tutto ciò, ripeto, per rimanere con un bilancio ambientale positivo va fatto in un ambito molto ristretto, il migliore è un raggio di 10 massimo 30 chilometri. Vittoria Gallelli