Piano Formativo Regionale - Automotive - Linea 1

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Piano Formativo Regionale - Automotive - Linea 1
ALLEGATO
B
Piano formativo per la filiera automotive - Provincia Autonoma di Trento
PIANO FORMATIVO cod____ 1
Linea 1 - SVILUPPO TERRITORIALE
TITOLO: Piano formativo per la filiera automotive
REGIONE: Provincia Autonoma di Trento
Il Piano Formativo sarà allegato al/i Progetto/i di Formazione presentati nell’ambito dello stesso Piano
1
Da compilarsi a cura di FONDARTIGIANATO
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° - 2011
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CARATTERISTICHE DEL PIANO FORMATIVO
Ambito di
riferimento e
tipologia
dell‟intervento
X Aziendale
X Individuale
X Interaziendale
X Territoriale
X Distrettuale
X Filiera
X Settoriale
X Intersettoriale
Settore/i
produttivo/i
Il presente Piano formativo riguarda la filiera dell‟automotive e si colloca nell‟ambito del Piano formativo per lo sviluppo
territoriale della Provincia Autonoma di Trento.
Territorio/i
Il presente Piano formativo fa riferimento al territorio della Provincia Autonoma di Trento
Il presente Piano formativo, definito in accordo con le Parti Sociali costituenti il Fondo Artigianato Formazione, è basato
sull‟analisi dell‟attuale contesto economico e produttivo nazionale e locale, sulla valutazione previsionale delle tendenze di
mercato e delle possibilità di sviluppo economico e del tessuto produttivo locale e sull‟analisi dei fabbisogni formativi e di
competenze tecnico-professionali richieste dai lavoratori e dalle aziende artigiane locali, con specifico riferimento alla filiera
dell‟automotive.
Priorità
Orientamenti
Obiettivi specifici
Quello dell‟automotive è un settore particolarmente significativo per l‟economia locale, sia dal punto di vista degli addetti,
sia considerando l‟elevato numero di aziende artigiane che vi operano. Il settore dell‟autoriparazione ha risentito degli effetti
della crisi che dal IV trimestre 2008 si è fatta sentire in modo chiaro anche in Trentino. Gli effetti della crisi, connessi
soprattutto alla diminuita capacità (e propensione) alla spesa nel mercato dell‟automobile e nei settori collegati, non si sono
ancora esauriti e si combinano con la costante evoluzione e innovazione di settore, soprattutto per quanto riguarda le
componenti motoristiche e gli impianti nell‟autoveicolo, che comporta un bisogno continuo di aggiornamento professionale.
La formazione continua deve quindi essere finalizzata a migliorare il livello di qualificazione e sviluppare le capacità tecnicoprofessionali dei lavoratori, consolidandone la figura professionale, assicurandone la stabilità occupazionale e consentendo
alle aziende di generare valore attraverso il lavoro delle proprie risorse umane. La formazione gioca un ruolo primario anche
nel supportare l‟adattabilità alla continua evoluzione organizzativa, tecnica, tecnologica e, in generale, dei modi di fare
business in un mercato globalizzato e sempre più concorrenziale.
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Finalità e orientamenti generali
Recependo e confermando le finalità generali per la realizzazione di attività di formazione continua espresse nell‟Invito 1°2011 di Fondartigianato, tra le priorità generali individuate si evidenziano le seguenti:
a) rafforzare i sistemi territoriali attraverso lo sviluppo di nuove e/o maggiori competenze per le persone e la conseguente
competitività di impresa attraverso anche politiche formative mirate a sostenere e promuovere interventi per specifici
ambiti di azione o rivolti a target mirati di utenza, includendo il migliorare e valorizzare le organizzazioni ed i processi di
lavoro (anche attraverso la loro messa in sicurezza), stimolare e integrare politiche di sostegno allo sviluppo economicoproduttivo ed occupazionale, realizzare strumenti mirati, modelli organizzativi specifici, tipologie di innovazione
produttive e processi di integrazione e collaborazione trasversale e tra Regioni e territori diversi;
b) rafforzare il sistema delle competenze delle persone, la competitività delle imprese, lo sviluppo dei territori, dei settori e
degli specifici contesti produttivi locali e offrire opportunità formative per valorizzare il capitale umano, considerando la
rapidissima evoluzione delle tecnologie e la necessità di una formazione mirata, efficace e contestuale sia tecnicoprofessionale sia organizzativa, manageriale e anche trasversale;
c) favorire ed innovare le metodologie e i processi di apprendimento, promuovendo modelli di riferimento condivisi di
approccio metodologico, strumentale e di contenuti, per la diffusione di buone prassi e l‟apprendimento collaborativo;
d) dare impulso a un modello di dichiarazione delle competenze acquisite durante l‟esperienza formativa e spendibili sul
mercato del lavoro regionale e interregionale, con la finalità di sostenere percorsi di formalizzazione/certificazione delle
competenze;
e) favorire la messa a disposizione di imprese e lavoratori delle competenze ed esperienze formative utili a rispondere ai
fabbisogni formativi per la crescita professionale dei lavoratori e lo sviluppo della competitività delle aziende artigiane nel
mercato locale e globale, stimolando il consolidamento di aggregazioni e reti e sostenere i processi di integrazione dei
sistemi locali di sviluppo economico e produttivo che consentano alle realtà artigiane, spesso di piccole dimensioni, di
crescere e potersi confrontare con realtà di medie grandi dimensioni anche fuori dai confini locali e nazionali;
f) sostenere e diffondere la cultura della formazione continua, con particolare attenzione alle piccole e piccolissime
imprese, rafforzando le politiche di promozione e di sostegno allo sviluppo del mercato del lavoro locale e il
consolidamento di politiche di inclusione;
g) favorire la predisposizione e la realizzazione di interventi di formazione continua che, impiegando contestualmente sia i
contributi del fondo che le risorse individuate e rese disponibili dai soggetti pubblici e/o privati a livello regionale,
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integrino la platea dei destinatari creando maggiori occasioni di rafforzamento dell‟occupabilità e nuova occupazione per
le persone e più solide opportunità di tenuta e di crescita per il sistema “impresa”.
Il presente Piano formativo comprende azioni di tipo "preventivo" e/o "curativo": entrambe le tipologie di interventi sono
strettamente correlate ed integrate tra loro in quanto, se pur basate su logiche diverse, rappresentano fasi cicliche o
periodiche dei contesti produttivi.
Hanno carattere preventivo tutti gli interventi diretti alla crescita della formazione continua finalizzati a migliorare la tenuta
e la competitività dell‟impresa sul mercato, affrontare le sfide dei nuovi mercati, prevenire crisi settoriali, territoriali o
aziendali ed accrescere le competenze professionali e l‟occupabilità dei lavoratori, aggiornando e migliorando le competenze
professionali dei lavoratori rispetto alle opportunità di mercato, alle innovazioni tecnologiche di prodotto e di processo, alle
modificazioni che intervengono nei processi produttivi, all‟evoluzione delle professionalità e degli assetti normativi di
riferimento.
Hanno carattere curativo tutti gli interventi rivolti al mantenimento dei livelli occupazionali, al superamento di crisi settoriali,
territoriali o aziendali, alla diversificazione delle competenze professionali dei lavoratori, con particolare attenzione ai
lavoratori a rischio di obsolescenza professionale (ad esempio con basse qualifiche o lavoratori anziani).
Priorità e obiettivi specifici – formazione continua a sostegno dei sistemi territoriali di competenza e
competitività (linea 1 dell’invito 1°-2011) – filiera dell’automotive
L‟analisi del settore presentata nel Piano operativo annuale 2008 di CNA/Unione Servizi alla Comunità (all‟interno del Piano
strategico 2008-2009) mostra che a partire dalla seconda metà degli anni ‟90 il mercato dell‟autoriparazione ha iniziato una
profonda riorganizzazione che ha coinvolto tutti gli operatori della filiera, dal produttore di ricambi al cliente finale. Accanto
alla tradizionale importanza delle competenze tecniche, la gestione manageriale e la visione strategica del business e
dell‟impresa stanno acquisendo un ruolo sempre più importante, dato l‟aumento della competitività e della complessità
dell‟intera filiera. L‟importanza strategica ed economica del post-vendita è ravvisabile nella molteplicità di trasformazioni in
atto, che vedono coinvolti diversi soggetti tra cui case automobilistiche, produttori e distributori di ricambi, catene in
franchising, aggregazioni tra autoriparatori indipendenti, ecc. Inoltre, l‟aumento di competizione tra le case produttrici nelle
attività di vendita di autovetture, ha progressivamente determinato sia una riduzione dei margini di redditività che un
aumento dell‟attenzione rivolta alle attività di post vendita.
I principali aspetti che nell‟analisi di CNA hanno influenzato l‟evoluzione del post-vendita sono:
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l‟aumento della componente tecnologica nei veicoli;
la maggiore affidabilità delle vetture (che unitamente allo sviluppo tecnologico ha contribuito a ridurre il numero di
interventi di assistenza programmati a parità di chilometraggio);
la crescita di importanza progettuale e commerciale dei “componentisti” (mercato dei componenti);
la progressiva internazionalizzazione di numerosi operatori in tutte le aree (produzione, distribuzione e assistenza);
l‟entrata nel mercato dell‟assistenza di nuovi competitor (catene in soft franchising, fast fit, specialisti, ecc.);
la riorganizzazione della filiera distributiva di ricambi.
A questi elementi se ne aggiungono altri i cui effetti sono ancora poco visibili, come ad esempio la maggiore diffusione di
formule di possesso dell‟autovettura senza proprietà (ad esempio leasing e noleggio) e l‟aumento delle flotte aziendali (che
in Italia rappresentano circa un quarto delle vendite complessive annuali di autovetture nuove, a fronte di percentuali ben
più rilevanti negli altri principali mercati europei).
I cambiamenti in atto, inoltre, sono stati accelerati dall‟introduzione del Regolamento n. 1400/02, che ha introdotto diverse
nuove norme che regolano anche l‟attività di assistenza e la vendita di ricambi. Fino ad oggi gli effetti diretti del nuovo
regolamento sembrano limitati, tuttavia è opinione condivisa che sia ancora troppo presto per fare un bilancio, e gli effetti
più forti si produrranno nel tempo, a causa della grande frammentazione e dell‟elevato numero di operatori che
caratterizzano questo settore, che comporta rischi imprenditoriali del comparto che suggeriscono una attenta valutazione di
pro e contro delle soluzioni innovative.
In quest‟ottica vi sono degli elementi imprescindibili per qualsiasi tipologia di operatore, sui quali sarà necessario investire in
formazione nei prossimi anni per rimanere nel mercato:
tecnologia e attrezzature di intervento,
sistemi gestionali e formazione manageriale,
gestione dei rapporti e delle sinergie con tutti gli operatori e stakeholders del settore (dalle case produttrici fino alla
compagnie assicurative),
efficienza nei processi (riduzione degli sprechi e ottimizzazione delle risorse).
Nel quadro delle finalità e degli orientamenti generali delineati, le priorità individuate dalle Parti Sociali costituenti il Fondo
Artigianato Formazione a sostegno dei sistemi territoriali di competenza e competitività e, nello specifico, per la filiera
dell‟automotive, sono le seguenti:
• promuovere interventi mirati al sostegno di strategie e innovazioni organizzative, produttive e di mercato, valorizzando le
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peculiarità e i processi in atto di riorganizzazione del settore dell‟autoriparazione locale;
• favorire e sostenere processi di crescita professionale e di carriera, con particolare riferimento alla
certificabilità/certificazione delle competenze, ai processi di riconoscimento delle figure professionali di settore e alle
competenze legate all‟evoluzione tecnica e tecnologica di settore;
• incentivare la partecipazione delle donne ai percorsi formativi e sostenere l‟occupazione femminile:
o per rafforzare l‟occupazione/occupabilità e le pari opportunità nelle imprese del settore, anche oltre i ruoli
“tradizionalmente” femminili;
o per ridurre le disparità di genere e per valorizzare le competenze distintive in una prospettiva si sviluppo di sistema;
o per favorire percorsi di carriera, creando e/o rafforzando le responsabilità tecnico/organizzative;
o per innovare e armonizzare l‟organizzazione del lavoro, ad esempio prevedendo interventi sui tempi e sugli orari di
lavoro e la loro conciliazione con i bisogni delle donne, oppure sperimentando nuovi modelli organizzativi;
• favorire la partecipazione dei lavoratori stranieri alla formazione continua:
o
per sostenere i processi di integrazione lavorativa e sociale;
o per sostenere i processi di mobilità nei mercati del lavoro degli stati dell‟ Unione Europea.
In relazione alle suddette priorità sono rilevabili le seguenti finalizzazioni per obiettivi:
• sostenere le persone e le organizzazioni nei processi di cambiamento e innovazione, sia in chiave curativa per superare
situazioni di difficoltà e crisi, sia in chiave anticipatoria per rafforzare la competitività, e il valore aggiunto con cui ci si
propone nel mercato, consolidando e valorizzando le peculiarità del tessuto imprenditoriale e produttivo artigianale ma
allo stesso tempo promuovendo la capacità di aprirsi a nuove opportunità e nuovi mercati;
• favorire politiche integrate di sviluppo locale e rafforzare il ruolo e il possibile valore aggiunto dei sistemi diffusi di piccola
e piccolissima impresa, con particolare attenzione al fare rete (in ottica di aggregazioni di imprese similari, di distretti di
aziende integrate, di filiere);
• innovare i processi, le metodologie e i modelli di erogazione della formazione continua;
• incentivare politiche e azioni per la partecipazione, le pari opportunità e la non discriminazione dei soggetti meno forti.
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In particolare, per quanto attiene alla priorità specifica relativa all‟occupazione femminile:
• favorire l‟accesso alla formazione e l‟innovazione dei sistemi e dei processi organizzativi aziendali;
• affermare politiche e prassi di mainstreaming;
e, per quanto attiene ai lavoratori stranieri:
• mettere a disposizione attività di formazione continua mirata alla tipologia di utenza individuata;
• affermare politiche e prassi di inclusione;
• realizzare azioni di pari opportunità e non discriminazione.
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Finalità
Validità e
durata Piano
Eventuale
Interazione/Int
egrazione con
altri interventi
di formazione
ed altre fonti di
finanziamento
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X Competitività di Sistema
X Sviluppo Locale
X Competitività di impresa
X Qualità prodotto/processo
X Innovazioni
A valere sull‟insieme delle scadenze dell‟Invito 1° - 2011
ACCORDI DI PROGRAMMA E/O PROGRAMMAZIONE INTEGRATA TRA PARTI SOCIALI E ISTITUZIONI OVVERO SOGGETTI PUBBLICI E/O PRIVATI
REGIONALI E/O PROVINCIALI: (Descrivere brevemente le caratteristiche della integrazione degli interventi)
Risorse
necessarie
per gli
interventi
previsti
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Descrizione contesto e sua evoluzione
In Europa 665.000 aziende - prevalentemente piccole e medie imprese e aziende artigiane – e circa 3.000.000 di addetti, in
Italia oltre 100.000 aziende e 350.000 addetti, forniscono componenti e servizi competitivi e di qualità all‟assistenza ed al
post-vendita automobilistico. Si tratta di un settore dinamico, in generale collegato al mercato dell‟auto (anche se con alcune
caratteristiche peculiari che lo differenziano dal mercato dell‟auto), caratterizzato, in particolare in Italia, da una notevole
frammentazione: il mercato dell‟assistenza nel 2003 vedeva coinvolti oltre 80.000 operatori, di cui 17.500 riparatori
autorizzati, 40.000 officine indipendenti, 18.000 carrozzerie indipendenti, 5.500 gommisti, 4.000 elettrauto e 200 fast fit. In
Trentino, la rilevazione condotta nel 2006 ha portato a contare 660 imprese che si occupano di manutenzione e riparazione di
autoveicoli, per un totale di 1.964 addetti. La dimensione delle imprese locali si caratterizza per un significativo peso delle
unità con meno di 3 addetti (71% del totale) e la struttura dell‟occupazione presenta una preminenza del lavoro autonomo
(60% del totale) a fronte di un volume di occupazione dipendente attestato sulle 793 unità.
Sociale
Economico
Produttivo
Dal punto di vista delle caratteristiche economiche e produttive, la filiera dell‟automotive ha visto negli ultimi 10-15 anni la
comparsa di nuovi modelli di business, tra questi rivestono un ruolo di primaria importanza le reti in soft franchising e i fast
fit. L‟avvento di formule innovative come queste ha favorito l‟aumento della concorrenza nel post vendita (e della complessità
e articolazione del settore), ma ha anche indotto molti riparatori indipendenti ad entrare a far parte di queste realtà,
cercando di trarre beneficio da formule di aggregazione. Nonostante sia caratterizzato da estrema frammentazione
produttiva, il tessuto locale ha espresso quindi alcune forme di aggregazione, tra cui è significativa l‟esperienza del Consorzio
Autoriparatori Artigiani Trentini (CAAT) che nasce con l‟obiettivo specifico di definire strategie comuni, coordinare e gestire
sinergicamente le risorse di undici consorzi distribuiti sul territorio della Provincia di Trento. Nato nel 1998, il CAAT può
contare su 230 soci distribuiti in tutto il territorio della provincia e su 704 addetti, dei quali 327 dipendenti.
In Italia, in generale, la diffusione dei nuovi modelli di business e aggregazione è stata più lenta e meno significativa che in
altri paesi europei, probabilmente a causa del forte radicamento nel territorio dei riparatori indipendenti e per le
caratteristiche proprie dell‟automobilista italiano, spesso alla ricerca di un prezzo molto competitivo e di un rapporto diretto
con il riparatore. Dalla fine degli anni ‟90 il settore della riparazione indipendente (ossia gli operatori che non espongono il
marchio di un costruttore) sta attraversando una profonda fase di riorganizzazione. Vi sono diversi elementi che influiscono
sulle dinamiche di questi cambiamenti, tra cui quelli che si riscontrano nella maggior parte dei mercati sono: la rapida
evoluzione tecnologica, la maggiore affidabilità delle autovetture e allungamento degli intervalli di assistenza programmati, la
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necessità di investire in formazione, aggiornamento e attrezzature, l‟aumento della competizione, le dimensioni medie
inferiori rispetto ai riparatori autorizzati, l‟aumento del periodo di garanzia offerto dalle case automobilistiche e la necessità di
ampliare l‟offerta di prodotti e servizi e di utilizzare nuove strategie di marketing.
La crescente importanza del post vendita nel settore automobilistico ha comportato, anche da parte delle stesse case
automobilistiche e dei produttori di ricambi, una sempre maggiore attenzione all‟after-market (post-vendita) che si è
concretizzata in particolare nello sviluppo di nuove reti di assistenza. I trend che dovrebbero caratterizzare nei prossimi anni
tali reti di assistenza potrebbero prevedere:
la progressiva riduzione del numero di riparatori;
la continua espansione delle reti di soft franchising e fast fit tra i riparatori indipendenti;
un ruolo crescente delle informazioni e delle innovazioni tecniche, la cui gestione e diffusione rappresentano dei fattori
chiave per qualsiasi player;
l‟aumento degli accordi tra soggetti appartenenti anche a categorie diverse fra loro (es. concessionari e riparatori
indipendenti) per raggiungere sinergie che permettano di conservare la propria indipendenza e migliorare l‟efficienza
nella gestione di alcune attività.
Un altro tema che caratterizza l‟evoluzione del settore è la sempre maggior attenzione ai temi della tutela ambientale, della
riduzione delle emissioni inquinanti e l‟interesse crescente per motorizzazioni alternative (gpl, metano, ibridi, ecc.). I clienti
finali guardano con crescente interesse ai nuovi modelli di autoveicoli a basse emissioni e alta efficienza energetica, spinti da
motivazioni ambientalistiche ma anche da concrete necessità legate alla necessità di circolare anche in situazioni di blocco o
limite del traffico per motivi di inquinamento. Le stesse aziende pongono oggi maggiore attenzione alle tematiche “green”,
sempre per motivi concreti di possibilità di circolazione anche con divieti o blocco del traffico per inquinamento, ma anche
ragioni di immagine, sensibilità ecologica e tutela ambientale. Le motorizzazioni alternative si stanno diffondendo non solo fra
utilitarie e city car, bensì anche fra veicoli tradizionalmente invisi agli ambientalisti, come i SUV. Questo accelera l‟innovazione
nel settore ma aggiunge ulteriore importanza all‟aggiornamento professionale degli operatori.
Mercato
Il mercato dell‟auto sta attraversando un momento di difficoltà, iniziato con la crisi economica globale e proseguito con una
parabola discendente di tutti gli indicatori del settore.
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Dopo i dati drammatici del 2009, che però danno una chiara visione del‟impatto della crisi sul mercato dell‟auto e quindi sulle
difficoltà che si sono ribaltate anche sui settori collegati – come quello dell‟automotive, i dati congiunturali più recenti
indicano che il trend non pare aver cambiato rotta: il 2010 è il terzo anno di crisi e complessivamente in Italia fa registrare un
calo ancora sostenuto (-9,2%), diventando l‟anno peggiore degli ultimi 14 in termini di immatricolazioni. Il mese di dicembre
è arrivato a perdere fino al -21,7% e il 2011 si è aperto con dati molto simili: le immatricolazioni in Italia a gennaio hanno
avuto un calo del -20,7%
Il mercato della manutenzione e riparazione di autoveicoli ha avuto un andamento crescente negli ultimi anni pre-crisi. I
motivi alla base di questo andamento sono da ricercare nella riduzione dei margini di redditività nella vendita di autoveicoli e
quindi nel conseguente aumento dell‟interesse per le attività post-vendita da parte dei diversi soggetti della filiera, dalle case
automobilistiche ai produttori e distributori di ricambi e fino agli operatori di settore. Il mercato della manutenzione e
riparazione di autoveicoli ha risentito della crisi economica, anche se in misura e con modalità diversificate, non subendo
direttamente il contraccolpo della crisi del mercato dell‟auto e, in alcuni casi, essendone favorito (ad esempio per quanto
riguarda manutenzione e riparazione di veicoli usati sempre più anziani).
Le reti di riparatori autorizzati, dapprima sviluppatesi per lo stimolo delle case costruttrici, hanno subito dopo il 2000 un
notevole ridimensionamento, con una diminuzione di quasi il 25% in 5 anni, ma con la definitiva entrata in vigore del
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Regolamento n. 1400/02 le case automobilistiche hanno mediamente riallineato verso l‟alto gli standard del post vendita. I
riparatori indipendenti hanno avuto percorsi di evoluzione e dimensioni molto diverse e sono cresciuti in Italia in numero ben
superiore a quello registrato in altri paesi, dove si sono spesso sviluppate delle forme organizzative più evolute. Negli ultimi
15-20 anni tali imprese stanno vivendo una fare di ristrutturazione e riorganizzazione legata a cambiate condizioni
contestuali, tecnologiche, professionali e di competizione globale. Molti riparatori indipendenti hanno avuto difficoltà ad
investire nelle competenze tecniche, le attrezzature e la formazione necessarie per riparare autoveicoli sempre più complessi
a livello tecnologico, ed il settore ha lentamente perso terreno rispetto alle reti autorizzate. Il settore indipendente ha tuttavia
conosciuto un considerevole consolidamento ed un adeguamento strutturale notevole, che ne hanno migliorato la capacità
competitiva. In particolare, sono emerse grandi catene di officine di riparazione indipendenti, che offrono un numero
maggiore di servizi ai consumatori. Anche se i prezzi delle riparazioni sono cresciuti, a causa dell'aumento dei costi della
manodopera specializzata e dei maggiori investimenti in attrezzature e formazione necessarie per gli autoveicoli moderni, i
costi annui di manutenzione degli autoveicoli sono scesi in termini reali grazie all'aumento degli intervalli tra un intervento e
l'altro e alla maggior affidabilità.
Il servizio post-vendita ha quindi assunto un ruolo di assoluto rilievo nell‟ambito del mercato degli autoveicoli, evidenziando, a
fronte di una diminuita redditività della vendita dell‟autoveicoli, una significativa possibilità di espansione e di profittabilità che
ha attratto case automobilistiche e produttori di ricambi e che ha innescato la nascita di nuove reti di assistenza.
Una ricerca condotta da Pricewaterhouse nel 2005 ha reso evidente la crescente importanza del servizio poste vendita: nel
caso dei costruttori di auto i ricambi hanno rappresentato mediamente il 10% del fatturato ma ben il 50% dei profitti, mentre
per i concessionari il business del post vendita (assistenza + ricambi) ha rappresentato globalmente circa il 12% dei ricavi e il
42% dei profitti.
L‟organizzazione e lo sviluppo del mercato dei ricambi, connessi alle reti post-vendita, hanno un impatto significativo
nell‟evoluzione dell‟attività di assistenza e riparazione: tra i principali cambiamenti che interessano la filiera dei ricambi
possiamo segnalare la progressiva esternalizzazione anche nell‟attività di sviluppo e progettazione da parte delle case
automobilistiche verso i produttori di ricambi, i fenomeni di espansione, acquisizioni e fusioni che hanno creato dei colossi
della componentistica (in grado di influire fortemente sulle scelte delle case automobilistiche sia in termini strategici che
economici), la creazione e lo sviluppo di gruppi di distribuzione di ricambi con una dimensione internazionale sempre più
rilevante, le strategie sempre più aggressive dei produttori e distributori di ricambi verso l‟attività di assistenza attraverso la
creazione di reti di soft franchising e di fast fit e la riduzione del numero di ricambisti locali.
Se le strategie delle case automobilistiche per quanto riguarda i nuovi autoveicoli sembrano essere principalmente orientate
verso evoluzione tecnologica, maggiore affidabilità delle vetture, aumento della competizione, nuove normative, ecc., dal
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punto di vista dei servizi post-vendita esse pare si muovono nelle seguenti direzioni:
una maggiore rilevanza strategica per l‟assistenza vendita (che spesso si traduce in una maggiore attenzione agli aspetti
organizzativi e alla presenza di figure qualificate);
l‟aumento degli standard qualitativi legati a formazione e attrezzature (soprattutto marchi “premium”);
l‟aumento della durata della garanzia (per tutelare la rete autorizzata e fidelizzare i clienti);
la proposta di pacchetti di manutenzione a condizioni vantaggiose (per mantenere i clienti anche al termine del periodo
di garanzia);
una maggiore capillarità della rete di assistenza (analisi di geo-marketing sempre più importanti);
lo studio di nuovi sistemi di incentivazione basati sulla soddisfazione del cliente nel post vendita.
I trend di evoluzione del mercato relativo ai servizi post-vendita sembrano indirizzarsi verso un maggiore presidio da parte dei
concessionari, finalizzato ad una gestione più strutturata e manageriale delle attività e mirante a fidelizzare il cliente. La
tendenza che pare emergere è quella di un rinnovato sforzo di marketing volto a migliorare l‟offerta, acquisendo informazioni
più dettagliate e profilando i clienti, coprendo con più sistematicità l‟intero mercato e lavorando su pacchetti di assistenza e
garanzia e su sull‟assistenza ai clienti.
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Descrizione processi e loro evoluzione
Lavorativi
L‟evoluzione tecnologica e il processo di cambiamento che il settore ha vissuto negli ultimi due decenni ha coinvolto tutti gli
aspetti dell‟impresa, sia per quanto riguarda i processi tecnico-produttivi e quindi il fabbisogno di aggiornamento tecnicoprofessionale dei lavoratori, sia per gli ambiti di organizzazione, gestione e amministrazione. Nonostante le difficoltà legate
alle piccole dimensioni, anche a carattere economico e finanziario, molte aziende hanno dovuto rivedere e aggiornare i propri
processi lavorativi, dotandosi di nuovi macchinari e di nuove tecnologie, ad esempio per la diagnostica della funzionalità e dei
problemi dell‟autoveicolo, e, contemporaneamente, acquisire le competenze necessarie al loro utilizzo e alla loro gestione. Il
passaggio all‟elettronica e all‟informatica, per molte imprese, si è trasformato in un passaggio generazionale, portando una
revisione dei processi lavorativi: così come gli autoriparatori più anziani, nati come carburatoristi e meccanici hanno
affrontato il passaggio all‟iniezione diretta e all‟elettronica, così la nuova generazione di artigiani imprenditori sta adesso
affrontando il passaggio verso la diagnosi elettronica e computerizzata degli autoveicoli e la manutenzione di componenti
elettroniche. Ad esempio, la diagnostica computerizzata consente all‟operatore di effettuare un completo check-up del
veicolo, dal suo funzionamento a eventuali problemi o criticità registrate dalla centralina elettronica di bordo, fornendo in
tempo reale una scheda informativa sullo stato di funzionamento, sui danni e sul tipo di riparazione necessaria. La ricaduta
principale si ha, quindi, sulla razionalizzazione dei tempi di intervento e sull‟ottimizzazione del processo di riparazione, infatti
la diagnosi elettronica comporta la progressiva scomparsa della competenza di mestiere tipica della fase di individuazione del
guasto, mentre richiede un continuo aggiornamento per quanto riguarda l‟uso delle attrezzature informatiche. La necessità di
un aggiornamento continuo non è solo imputabile all‟uso della diagnostica informatica, ma anche alla continua produzione di
nuovi modelli di autovetture, con livelli sempre più alti di complessità costruttiva e con un uso sempre più spinto
dell‟elettronica.
Anche nel campo dell‟autocarrozzeria le innovazioni tecnologiche sono state rilevanti e hanno comportato la revisione dei
processi di lavoro. Un esempio è costituito dalla messa in dima per la riparazione dei veicoli danneggiati. Le dime attualmente
in uso sono universali, e possono quindi essere usate per la maggior parte dei veicoli, portando a nuove procedure per la
lavorazione. Anche nell‟ambito delle lavorazioni sulla carrozzeria si stanno diffondendo i computer e i software per la
valutazione del danno, con la produzione guidata in tempo reale del preventivo di riparazione, a volte addirittura con la stima
dei tempi di lavorazione, delle procedure di lavorazione e con l‟eventuale verifica presso i fornitori della disponibilità dei
ricambi e il loro ordine. La stessa tipologia di sistemi informatici consente di collegarsi con le case produttrici per accedere
direttamente al magazzino, identificando non solo pezzi di ricambio ma ogni dettaglio, come ad esempio i codici per le
vernici, recuperando descrizione tecnica, eventuali istruzioni per il montaggio/sostituzione ed effettuando subito l‟ordine
online.
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Il settore dell‟automotive ha visto negli anni notevoli cambiamenti anche di tipo organizzativo, sia interno (quindi con
riferimento ai processi lavorativi e alla gestione delle risorse interne) che relativamente alle modalità di operare nei mercati e
di relazionarsi con gli altri soggetti del contesto.
Organizzativi
Si sono evidenziate, anche nell‟ambito locale, alcune tendenze di cambiamento dell‟organizzazione delle aziende nel settore,
tra le quali:
spostamento della domanda di assistenza verso le vetture dai 4 ai 10 anni, seguendo un trend di mercato che si è
accentuato con l‟attuale crisi economica, portando alla necessità di mantenere per periodi di tempo maggiori
competenze e modalità di lavoro legate a tali prodotti;
allungamento della garanzia a 4-5 anni e creazione di pacchetti di assistenza sempre più flessibili da parte delle case
automobilistiche per cercare di aumentare la fedeltà alle proprie reti ufficiali, con sviluppo quindi di tale canale di
assistenza post-vendita;
necessità di programmare sempre meglio gli investimenti in attrezzature e formazione da parte di tutte le tipologie di
operatori, sia in ragione della continua evoluzione tecnica e tecnologica, sia considerando i costi delle apparecchiature e
degli strumenti da acquisire;
diminuzione del numero di riparatori indipendenti a causa delle loro ridotte dimensioni che spesso non permettono di
sostenere gli investimenti minimi richiesti, e per l‟assenza di ricambio generazionale, e conseguente sviluppo di reti,
aggregazioni e sinergie tra i soggetti, anche con ottica di filiera;
possibile creazione di gruppi aggregati di riparatori indipendenti specializzati in diverse attività (officina, carrozzeria,
centro diagnosi, gommista, revisione, etc.) ed ubicati nella medesima struttura per ridurre i costi e sfruttare le sinergie
che consentono di fornire un servizio completo e di qualità;
necessità di sistemi informativi sempre più evoluti ed integrati per ricevere informazioni tecniche, intervenire sulle
vetture e ordinare i ricambi, nonché per fidelizzare il cliente attraverso un‟accurata profilazione della storia del suo
veicolo, con la necessità quindi di un rinnovamento dell‟organizzazione interna delle funzioni e delle risorse;
possibile nascita di nuovi soggetti specializzati in interventi ed operazioni legate all‟elettronica e alle nuove tecnologie
informatiche, magari in sinergia con operatori più tradizionali (l‟incidenza della componente elettronica in un autoveicolo
sta aumentando con un trend che lascia presagire che costituirà a breve uno degli elementi di maggior valore aggiunto
del veicolo).
A questi fattori si aggiungono nuovi modelli di business, in particolare nell‟ambito degli operatori indipendenti, che hanno
reagito all‟evoluzione e rafforzamento delle reti di riparatori autorizzati creando reti concorrenti e catene in franchising con
standard comuni, in modo da rispondere meglio alle richieste dei consumatori di servizi di alta qualità, efficienti ed affidabili.
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L‟innovazione è una delle caratteristiche principali di un settore, quello dell‟automotive, dove convergono nuove tecnologie,
nuovi sistemi di costruzione, innovazione di design e comfort, sostenibilità ambientale, risparmio energetico, utilizzo di
modalità alternative di generare l‟energia e quindi il moto. L‟industria dell‟automotive, pur operando in un contesto di
domanda stazionaria, tipica dei mercati maturi, e in presenza di una regolamentazione complessa che produce vincoli sempre
più stringenti, dimostra grande vitalità. Le sfide sempre più difficili, la competitività sempre più accentuata hanno prodotto
forti investimenti in ricerca e sviluppo i quali si traducono in nuove tecnologie che pervadono anche altri mercati.
L‟automotive, insieme a tutta la sua filiera, sta alla base dell‟avanzamento tecnologico ed industriale del sistema economico.
Ma anche dal punto di vista organizzativo e del mercato negli ultimi due decenni il settore è stato interessato da notevoli
cambiamenti, sia nelle modalità di gestire i processi di lavoro, sia nelle modalità di organizzare l‟attività dell‟impresa e, in
generale, dell‟intera filiera.
La capacità di recepire, utilizzare e sfruttare l‟innovazione è fondamentale per creare valore per il cliente e quindi per essere
competitivi in un mercato sempre più difficile e concorrenziale, dove oggi anche le case costruttrici e i produttori di ricambi
hanno un interesse diretto a giocare un ruolo da protagonisti, aumentando quindi la pressione sulle piccole aziende artigiane
spesso indipendenti dai marchi.
Innovazione
La Pubblica Amministrazione locale ha fatto dell‟innovazione e della capacità i trasferirla al tessuto produttivo uno degli
elementi fondanti della politica economica, investendo risorse significative in progetti e strutture a supporto di tali politiche.
L‟innovazione nella filiera dell‟automotive assume forme diverse:
-
Innovazione di prodotto e di processo, considerando le novità che continuamente sono proposte dai costruttori, dai
designer, dagli ingegneri che pensano e propongono prodotti innovativi, con caratteristiche particolari (dall‟utilizzo di
forme ibride di alimentazione, all‟utilizzo di pannelli fotovoltaici per ricaricare le batterie, a sensori e allarmi in ausilio alla
guida, tanto per citarne alcuni), ma anche dal punto di vista dei processi di lavoro vi è un continuo evolversi di nuove
modalità e procedure (si pensi solamente al passaggio dalla diagnosi effettuata „manualmente‟ da un addetto alla
diagnosi completamente automatizzata che arriva a proporre anche come risolvere il guasto individuato).
-
Innovazione tecnica e tecnologica, ovvero l‟introduzione e l‟integrazione nell‟azienda e nei processi di nuove tecnologie,
macchinari, strumenti o l‟impiego di nuove tecniche produttive, con particolare riferimento alla diffusione dell‟elettronica
e delle nuove tecnologie dell‟informazione e della comunicazione. Ad oggi stanno assumendo importanza crescente
anche tutte le tecnologie legate alla diminuzione dell‟impatto ambientale, al risparmio dei consumi e all‟utilizzo di forme
alternative di produzione di energia. Al solo scopo di dare un esempio, la figura che segue illustra l‟impatto
dell‟innovazione tecnica e tecnologica in un autoveicolo: le componenti elettriche, elettroniche e software costituiscono
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ormai quasi il 50% del valore dell‟intero veicolo.
-
Innovazione organizzativa, includendo i cambiamenti che sono introdotti nel modo in cui l‟impresa si struttura e gestisce
le risorse interne per realizzare il proprio business e i modi con cui l‟azienda si rapporta e interagisce con il contesto
circostante. L‟organizzazione interna, determinata anche dalla dimensione e dalla caratterizzazione produttiva
dell‟impresa, ha visto negli anni una revisione dei ruoli, delle figure professionali e quindi delle relazioni tra essi,
assumendo forme diverse in base alle strategie e alle modalità di condurre il business decise dall‟imprenditore. Dal punto
di vista del contesto e delle relazioni esterne, il settore ha visto negli anni la nascita di forme nuove di business, tra le
quali vi sono le reti in soft franchising e i fast fit, le aggregazioni di soggetti indipendenti (come il consorzio CAAT), la
nascita di soggetti fortemente specializzati su nicchie di mercato (dalla riparazione dei vetri delle automobili alla
programmazione delle centraline elettroniche).
L‟innovazione può essere di tipo endogeno, generata cioè attraverso idee e progetti interni o svolti in collaborazione con altri
soggetti (principalmente legata agli ambiti gestionali e organizzativi e alla revisione dei processi lavorativi per raggiungere
migliori performance), o di tipo esogeno, in cui l‟azienda si rivolge all‟esterno per identificare quanto ritiene possa essergli
utile (tipicamente acquistando macchinari, strumenti, tecnologie e formazione specialistica). Ambedue queste modalità
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devono essere incoraggiate e stimolate, sviluppando anche attraverso la formazione, capacità strategiche di crescita e
sviluppo aziendale e, quindi, territoriale.
In generale, il regolamento di esenzione per categoria (reg. 1400/02) è riuscito a proteggere la concorrenza tra riparatori
autorizzati e ha condotto all'introduzione di sistemi di riparazione selettivi qualitativi. Di conseguenza, le forze di mercato
hanno determinato un aumento dei riparatori autorizzati in quanto tutti i riparatori che soddisfano i criteri oggettivi possono
diventare membri di una rete. Anche se i costruttori di autoveicoli hanno fissato standard di qualità più elevati per le loro reti
di riparatori autorizzati, questo non sembra essere andato a scapito degli interessi dei consumatori. Le nuove norme non solo
hanno aumentato la qualità della fornitura dei servizi, ma hanno avuto un'influenza anche sul settore indipendente, che ha
reagito creando reti concorrenti e catene in franchising con standard comuni, in modo da rispondere meglio alle richieste dei
consumatori di servizi di alta qualità, efficienti ed affidabili.
Tra i nuovi modelli di business comparsi nel mercato dell‟assistenza post-vendita si distinguono le reti in soft franchising e i
fast fit.
Mercato
Le formule in soft franchising sono costituite da quelle catene di riparatori indipendenti contraddistinte da un marchio
comune e le cui caratteristiche possono essere sintetizzate come segue:
investimento contenuto (nell‟ordine di qualche migliaio di euro all‟anno);
autonomia operativa (offerta di servizi e prezzi decisi dal singolo riparatore);
accesso privilegiato a ricambi, attrezzature e informazioni tecniche (la maggior parte di queste reti è nata su iniziativa di
produttori e distributori di ricambi);
possibilità/obbligatorietà di frequentare corsi di formazione e aggiornamento;
possibilità di accedere ad altri servizi (offerta di finanziamento ai clienti per gli interventi eseguiti, assistenza stradale,
garanzie sui lavori svolti, ecc.).
I fast fit sono, invece, delle organizzazioni più “rigide”, nelle quali agli aderenti viene normalmente richiesto di adeguarsi ad
una serie di standard operativi piuttosto rigorosi che riguardano:
l‟offerta di servizi (spesso limitata ad operazioni rapide) e dei relativi prezzi;
l‟organizzazione dei processi;
le attrezzature;
la formazione e l‟aggiornamento del personale;
le attività di marketing e l‟immagine.
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I fast fit richiedono però degli investimenti superiori (spesso nell‟ordine dei 40.000-50.000 euro, cifra che non tiene conto
delle attrezzature ma che include uno stock minimo di ricambi), a fronte spesso di una sorta di esclusiva di zona e di
campagne di marketing da parte della società affiliante.
Negli ultimi 4-5 anni si sono sviluppate altre forme intermedie che hanno caratteristiche per certi versi simili alle reti in soft
franchising e per altri ai fast fit. È possibile distinguere due “categorie” principali:
le catene di operatori specializzati (es. gommisti, riparatori di vetri, carrozzerie “rapide”, ecc.);
le reti “alternative” sviluppate dalle case automobilistiche per cercare di mantenere o aumentare la propria quota di
mercato nel post vendita (di questo tema parleremo più specificatamente al termine del paragrafo).
Una nota particolare meritano i nuovi trend di mercato rivolti ai carburanti alternativi: anche per il 2009 il mercato italiano
delle automobili a metano e gpl sarà in costante aumento, una tendenza rafforzata sia dalla crescente consapevolezza
ecologica degli automobilisti, che dalla difficile congiuntura economica. Accanto a combustibili alternativi, anche le auto ibride
ed elettriche stanno incominciando a conquistare quote di mercato, rappresentando quindi una nicchia in potenziale sviluppo
nei prossimi anni.
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Descrizione tecnologie e prodotto/i e loro innovazione
Per l‟attività di manutenzione, anche quella ordinaria, i riparatori devono dotarsi di apparecchiature sempre più sofisticate da
usare sia nell‟attività di diagnostica che in quella di riparazione vera e propria. Proprio a causa dei contenuti tecnologici e
degli elevati investimenti necessari per l‟acquisto delle diverse apparecchiature, negli ultimissimi anni sembra che le reti
ufficiali siano riuscite ad invertire un trend negativo che durava da diversi anni, circa il ricorso ai riparatori autorizzati. Infatti,
nei principali mercati europei i clienti con vetture di età compresa tra i 3 e i 5 anni (ossia subito dopo la scadenza delle
garanzia minima offerta per legge) hanno aumentato la fedeltà ai riparatori autorizzati.
Tecnologie e
prodotti
Guardando all‟evoluzione della tecnologia nell‟ambito automobilistico, molti esperti concordano nel ritenere che nel prossimo
quinquennio l‟impatto più significativo, anche con riferimento all‟attività di post vendita, sarà legato allo sviluppo dei seguenti
aspetti:
Sistemi “by- wire”, comprendono tutte quelle apparecchiature che permettono di interagire con la vettura “da remoto”
(ossia ad una certa distanza dal veicolo);
Sistemi di telecomunicazione, ossia la trasmissione di informazioni di vario genere tra la vettura e un certo numero di
provider;
“Scatole nere”, ossia quelle apparecchiature che registrano tutto quello che succede alla guida di una vettura;
Abbattimento dei livelli di inquinamento, la normativa europea sta diventando sempre più stringente in materia di
impatto ambientale e la riduzione delle emissioni rappresenta un‟asticella che si sta innalzando sempre di più.
Oltre all‟evoluzione tecnologica in sé, bisogna anche tenere conto della crescente affidabilità delle vetture: nella figura
seguente è illustrato il miglioramento dell‟affidabilità degli autoveicoli in base alla loro età (viene rappresentato il numero di
auto con almeno un guasto per anno).
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Tra il 1993 e il 2005 le auto con almeno un guasto all‟anno nei principali mercati europei sono passate dal 25% all‟8% ed in
particolare è costantemente migliorata l‟affidabilità delle vetture meno recenti. Inoltre i guasti delle vetture sono sempre più
legati all‟elettronica, addirittura oltre il 50% nel 2004, e molti si verificano già nel primo anno (rappresentano quasi un quarto
di tutti gli inconvenienti).
Tutti gli operatori dell‟assistenza dovranno pianificare investimenti costanti in attrezzature generiche, speciali e attrezzature
diagnostiche (e nel loro aggiornamento), nei sistemi informatici (e nel loro aggiornamento), nella formazione tecnica e
manageriale.
Per avere dei termini di paragone è utile osservare quanto richiesto mediamente ai riparatori autorizzati da parte delle case
automobilistiche. Con riferimento alla Corporate Identity (l‟insieme di tutto ciò che ha a che fare con il marchio), alle
attrezzature specifiche e al sistema informativo, l‟investimento medio si avvicina ai 40.000 euro, in genere sono le
attrezzature specifiche l‟elemento più dispendioso (normalmente superiore ai 20.000 euro), a cui in media se ne devono
aggiungere altri 3-4.000 per l‟aggiornamento annuale. Il sistema informativo richiede generalmente 7-8.000 euro (per una
realtà che parte da zero) a cui occorre aggiungerne a poco meno di 2.000 all‟anno per il relativo aggiornamento.
È possibile prevedere che nei prossimi anni anche le officine indipendenti debbano investire risorse simili per l‟acquisto di
attrezzature e sistemi informatici necessari per intervenire su vetture sempre più sofisticate, che oggi generalmente sono
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ancora servite dalle officine autorizzate.
Descrizione fabbisogni formativi
In Italia la formazione continua e permanente per i lavoratori dipendenti delle imprese artigiane assume un‟importanza
strategica, visto il ruolo peculiare che queste imprese rivestono nel tessuto produttivo nazionale, sia in termini di fatturato che
in termini di occupazione e occupabilità. Nel comparto dell‟artigianato, storicamente, i processi di formazione e di
apprendimento si sono svolti principalmente attraverso l‟affiancamento, l‟apprendistato e l‟esperienza diretta nel luogo di
lavoro. Una formazione quasi completamente basata sul fare, sull‟attività produttiva quotidiana e sullo scambio informale di
conoscenze. Oggi questa modalità quando non è accompagnata da percorsi formali di aggiornamento e formazione, risulta
inadeguata per fronteggiare le trasformazioni tecnologiche, produttive e di mercato che si stanno imponendo con grande
forza nei processi organizzativi e produttivi e nelle nuove strategie di business.
Relazionali
La caratteristica principale dell‟economia della conoscenza, verso cui l‟intera Europa è chiamata a spostarsi, è rappresentata
dalla trasformazioni dei processi lavorativi, che tendono sempre più ad essere caratterizzati da contenuti di conoscenza in
continua evoluzione, da aspetti relazionali, di creatività e di iniziativa personale; tutte componenti determinanti di quello che
possiamo definire il nuovo “lavoro di qualità”. Sono, questi, gli aspetti intangibili legati alle qualità personali, al bagaglio di
conoscenze e competenze condivise, al capitale umano, all‟insieme delle relazioni di coloro che a vario titolo sono coinvolti nel
processo lavorativo, cioè all‟insieme del “sapere essere” e del “sapere fare” delle persone. Uno dei punti di forza delle attività
artigianali è sicuramente legato alla conoscenza tecnica, alla specializzazione e all‟alta qualità produttiva espresse, e alla
possibilità di adattarsi prontamente alle richieste dei singoli clienti. Questo modello è tuttavia messo in difficoltà dal bisogno di
aggiornare continuamente le competenze tecnico-professionali per rimanere al passo e competitivi rispetto all‟evoluzione del
settore, ma soprattutto è cresciuta la necessità di completare gli aspetti tecnici con abilità trasversali e di comunicazione,
capacità di gestione della relazione con tutti i soggetti (clienti, fornitori, colleghi, ecc.) e attitudine a collaborare e condividere
informazioni e conoscenze predisposizione al controllo organizzativo delle proprie strutture, all‟aspetto economico-finanziario
delle proprie commesse, alla conoscenza dei propri clienti e allo studio attento delle loro richieste e soddisfazioni.
L‟organizzazione del lavoro nelle imprese di autoriparazione varia in funzione della quantità di servizi offerti, tuttavia il
rapporto con il cliente è di fondamentale importanza per il successo dell‟impresa. Alla luce di ciò, le politiche di marketing si
sono radicalmente modificate e si giocano prevalentemente sul rapporto con il cliente e sull‟offerta di servizi aggiuntivi al fine
di aumentarne la fidelizzazione e il numero. Rientrano in questa sfera la pubblicizzazione delle attività e dei servizi offerti e le
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strategie di investimento nel settore del marketing e della comunicazione.
Di fondamentale importanza sono, inoltre, i rapporti con le case produttrici di automobili, con i fornitori dei ricambi e con i
circuiti di soft franchising e fast fit. Inoltre è radicalmente cambiato il rapporto delle imprese di autoriaparazione con le
compagnie assicurative, le quali non offrono più i servizi di intermediazione tra officina e cliente. Adesso è l‟autoriparatore,
soprattutto il carrozziere, che deve mediare il rapporto tra assicurazione perito e cliente, contattando direttamente la
compagnia e fissando l‟appuntamento tra cliente e perito. Dunque per gli operatori del settore queste nuove e determinanti
relazioni commerciali comportano una competenza comunicativa solida e all‟altezza delle situazioni.
Per l‟attivazione di un reale processo di miglioramento sono necessari, insieme alla diffusione di modelli di reti di impresa, il
riconoscimento e la presa di coscienza di queste situazioni e la conseguente disponibilità al cambiamento.
In un‟epoca in cui i mercati si ampliano fino a divenire spesse volte globali, la competitività fra le imprese cresce e le
tecnologie evolvono in modo estremamente rapido, quello delle risorse umane, in particolare modo delle risorse umane
informate competenti, addestrate e formate, diviene un argomento meritevole di speciali attenzioni. In questa chiave, la
individuazione delle esigenze di formazione connesse alla creazione di adeguati profili professionali ed allo sviluppo delle
relative competenze tecnico-professionali e specialistiche diviene uno snodo cruciale.
Seguendo lo schema proposto nel Piano formativo per lo sviluppo territoriale della Provincia Autonoma di Trento e nel Piano
formativo nazionale per il settore delle autoriparazioni di Fondartigianato, è possibile descrivere e distinguere in macroaree i
diversi ambiti di attività distintivi del settore. La descrizione delle necessità di formazione recupera e approfondisce l‟analisi dei
fabbisogni condotta dalle Parti Sociali in Trentino nel 2006 proprio nel settore dell‟automotive.
Di processo
Gli ambiti nei quali possono essere individuati e progettati percorsi di formazione continua riguardano i processi primari di
business (quelli che generano il valore dell‟azienda) e i processi di supporto (quelli di supporto ai processi di business), quindi
includono i processi:
- tecnico-produttivi
- gestionali e organizzativi
Queste due macroaree definiscono in maniera teorica i macroprocessi operativi dell‟impresa, sulla base dei quali leggere e
interpretare i fabbisogni e la domanda formativa dei lavoratori della filiera automotive.
Per quanto riguarda il macroprocesso tecnico-produttivo, i principali ambiti in cui si conferma la presenza di un fabbisogno
formativo sono:
- qualità del servizio,
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-
logistica e ambiente di lavoro,
specializzazione di intervento,
innovazione delle procedure di intervento,
intervento meccanico,
intervento elettronico,
carrozzeria,
verniciatura,
uso delle nuove tecnologie dell‟ITC nell‟intervento produttivo,
sicurezza e salute in ambito produttivo.
Per quanto riguarda il macroprocesso gestionale e organizzativo, i principali ambiti in cui si conferma la presenza di un
fabbisogno formativo sono:
- imprenditoriale, commerciale e marketing,
- amministrativo e gestionale, con particolare riferimento ai nuovi sistemi di gestione,
- rapporto con le compagnie assicurative per la gestione del sinistro
- rapporto con le case automobilistiche,
- rapporto con i fornitori,
- logistica,
- sicurezza, ambiente e gestione rifiuti,
- rapporto con il cliente,
- diagnosi e preventivazione,
- gestione delle nuove tecnologie dell‟ITC nella gestione e organizzazione del lavoro.
(altro)
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Descrizione processi di apprendimento
Nel presente Piano formativo di settore si fa riferimento alle indicazioni metodologiche e organizzative descritte nel Piano formativo per lo sviluppo
territoriale della Provincia Autonoma di Trento
Requisiti prioritari per la qualità degli interventi formativi
Metodologie
Le seguenti indicazioni metodologiche sono di fondamentale importanza per rispondere ai fabbisogni formativi espressi dalle
imprese e dai lavoratori. Sono ritenute prioritarie e vanno pertanto pienamente soddisfatte nella progettazione della proposta
formativa.
Definizione dei destinatari e considerazione delle necessità lavorative
È importante avere sempre chiaro e ben definito il target cui si rivolge l‟intervento di formazione, individuando le modalità di
erogazione più opportune e adeguate.
La progettazione dell‟intervento deve quindi tener conto:
 delle caratteristiche dei beneficiari (ruoli aziendali, titoli di studio e attestati di altri percorsi, esperienze pregresse,
motivazioni, conoscenze iniziali ed eventuali carenze), precisando eventuali prerequisiti per poter accedere al percorso
formativo;
 delle caratteristiche aziendali o consortili (dimensioni, organizzazione, ecc.) e del contesto settoriale in cui essi operano;
 delle necessità lavorative rispetto alla frequenza degli interventi (più o meno diluiti nel tempo), alla stagionalità
produttiva (presenza di periodi di picchi lavorativi/produttivi), nella scelta del contesto, dell‟area, del territorio dove
realizzare il percorso formativo, riducendo al minimo le complicazioni logistiche le differenze di organizzazione del lavoro
tra singole imprese, per assicurare la presenza del maggior numero di lavoratori e ridurre al minimo i disagi delle
imprese.
Stretta correlazione tra obiettivi formativi, risultati attesi e relative competenze traguardo
Definire e proporre obiettivi formativi specifici orientati a risultati attesi e strategici, con una chiara visione del punto da cui si
è partiti e del punto di arrivo, cioè del “sapere fare dopo”.
Durata del percorso adeguata agli obiettivi e ai risultati da conseguire
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Particolarmente stringente è la coerenza tra obiettivi formativi, relativi contenuti e durata dell‟intervento per raggiungere
concretamente le competenze traguardo prefigurate.
Senza rinunciare a corsi di specializzazione e riqualificazione di durata significativa in ragione di obiettivi e competenze target
specifiche, appare opportuno considerare con attenzione la possibilità che i corsi siano realizzati con la durata minima di ore
indispensabile per formare le competenze traguardo, in alternanza all‟attività lavorativa per facilitare il trasferimento
contestuale in agire professionale degli apprendimenti, e siano ripetuti nel tempo (formazione continua) per garantire la
diffusione delle competenze soprattutto di base, a fasce più ampie possibili di lavoratori.
Definizione dei macro-processi e delle aree di competenza
Distinguere chiaramente i macroprocessi:
 macroprocesso tecnico-produttivo, e relativi ambiti;
 macroprocesso manageriale, gestionale e organizzativo, e relativi ambiti.
Le




aree di competenza di riferimento si distinguono in:
competenze tecnico-produttive;
competenze manageriali, gestionali e organizzative;
competenze trasversali, relazionali e di comunicazione;
competenze strategiche.
(si veda in calce al Piano formativo per lo sviluppo territoriale della Provincia Autonoma di Trento lo schema di riferimento
per la descrizione delle competenze traguardo)
Valutazione delle competenze traguardo e loro riconoscibilità nel contesto professionale e lavorativo
Progettare interventi di formazione in cui le competenze traguardo siano rese esplicite e riconoscibili all‟interno di contesti
professionali e lavorativi, una volta acquisite, attraverso azioni di valutazione coerenti, allo scopo di favorire la trasparenza e
la riconoscibilità delle competenze acquisite dai lavoratori, rendendole dimostrabili e spendibili anche in situazioni di transito
e cambiamento nel contesto di lavoro.
La valutazione delle competenze traguardo può orientarsi:
-
ad una valutazione degli apprendimenti acquisiti con il percorso formativo tramite test e/o prove pratiche che verifichino
la spendibilità concreta delle competenze raggiunte nel contesto lavorativo, in una prospettiva di auto-valutazione degli
apprendimenti raggiunti e di messa in trasparenza degli esiti ottenuti,
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oppure
-
ad un sistema di valutazione che conduca formalmente alla certificabilità delle competenze, in base a standard o
meccanismi di certificazione già riconosciuti, oppure promuovendo azioni e sistemi, anche sperimentali, di certificazione.
La scelta di adottare un simile sistema di valutazione prevede la somministrazione di test e l‟effettuazione di prove
teorico-pratiche in situazioni strettamente correlate alle competenze traguardo. La certificabilità delle competenze e la
certificazione delle competenze traguardo potrà essere collegata a dispositivi che sono in corso di definizione in provincia
di Trento, quali il libretto formativo, che dovrebbe essere il documento per formalizzare le competenze acquisite sia dalla
formazione in apprendistato, sia dalla formazione specialistica e continua durante l‟arco della vita lavorativa.
La valutazione non potrà comunque limitarsi ad un questionario di gradimento o ad una discussione di gruppo sulla
percezione e auto-valutazione degli apprendimenti, ma dovrà essere indirizzata prioritariamente al singolo individuo e al suo
percorso di crescita professionale.
Sviluppare un‟ottica di sistema senza trascurare le specificità
È fortemente auspicabile che gli interventi di formazione siano rivolti a gruppi (anche piccoli) di imprese o consorzi,
accomunati dal tipo di servizio, di prodotto e dalla medesima domanda formativa. Questo consente di strutturare la domanda
di formazione all‟interno di percorsi unificanti, permette una maggiore diffusione delle conoscenze e promuove un‟ottica di
sistema, anche quando si opera a livello di piccoli gruppi e di piccole imprese, facilitando nel contempo anche alle piccole e
micro imprese la partecipazione alla formazione.
Questo duplice sguardo “integrato”, rivolto quindi a competenze utili:
- sia alle necessità particolari per lo sviluppo competitivo della singola azienda (dimensione specifica)
- sia nell‟ambito di filiera/distretto, di rete o, più in generale, di sistema in cui la stessa azienda opera o intende operare
(dimensione di sistema)
è fortemente privilegiato in quanto più coerente alla realtà essendo sempre più forte l‟integrazione tra competenze
specialistiche utili all‟azienda e quelle generalmente utili nella filiera/distretto o rete/sistema di riferimento. In questa
prospettiva “g-local” si determina di fatto il superamento del concetto di trasferibilità legato all‟una o all‟altra dimensione
nella polarità concettuale tra specifico e generale.
Disporre di materiali e attrezzature idonei ad una formazione di qualità
È necessario scegliere con grande oculatezza i luoghi di formazione. È necessario disporre di laboratori e di idonee
attrezzature e materiali che consentano lo sviluppo, oltre che delle conoscenze e degli aspetti teorici, anche delle capacità e
competenze pratiche, elemento fondamentale nel lavoro artigiano. Di qui nasce l‟esigenza di valorizzare le risorse
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tecnologiche presenti sul territorio tramite, ad esempio i Centri di Formazione Professionale provinciali, spesso collocabili in
una fascia di eccellenza, per individuare sedi adeguate per gli interventi formativi e di addestramento soprattutto a carattere
interaziendale. Questo al fine di promuovere anche a questo livello la logica di sistema che ispira questo Piano, oltre a
privilegiare una logica di efficienza nel razionalizzare l‟uso delle risorse di qualità disponibili sul territorio.
Organizzare interventi omogenei per specificità produttiva e territoriale
Dove e quando è necessario, è opportuno che gli interventi di formazione considerino attentamente le diverse
specificità/specializzazioni territoriali e produttive di settore/distretto/filiera/rete, e sappiano progettare e mettere a punto
una offerta formativa coerente con la diversa concentrazione territoriale e produttiva delle imprese. Tipicamente queste
diversità si realizzano nei distretti industriali e nei sistemi produttivi locali di piccole e medie imprese.
Complessivamente si richiede che il progetto formativo risponda alle seguenti caratteristiche e quindi sia:
- Unificante, cioè capace di integrare linguaggi, culture e modalità produttive e organizzative proprie di differenti imprese e
territori in modalità didattiche e comunicative comuni;
- Adeguato alla struttura dell‟impresa e alle sue necessità produttive e organizzative;
- Rispettoso delle caratteristiche individuali e professionali dei partecipanti, delle loro motivazioni;
- Consapevole, perché sviluppa, tra i partecipanti, un percorso cognitivo in grado di valutare e integrare i diversi livelli di
complessità professionale e organizzativi del contesto lavorativo;
- Significativo, capace di rendere chiaro il senso e il significato delle conoscenze e delle competenze professionali, oltre che
la loro modalità di utilizzo concreto;
- Contestuale, con una definizione precisa del contesto produttivo e lavorativo di riferimento e del “qui ed ora” progettuali;
- Trasparente rispetto alle necessità e ai fabbisogni formativi dell‟utenza, rendendo sempre visibile la relazione tra
domanda di formazione e offerta formativa;
- Esplicito nel pianificare l‟intervento formativo per l‟impresa e il lavoratore, quantificando sempre chiaramente il divario tra
livello di conoscenze in partenza e quello previsto in arrivo;
- Solido, cioè sostenuto da modelli pedagogici e formativi chiari e ben esplicitati;
- Completo, cioè basato su una programmazione didattica conclusa, definita e riproducibile;
- Valutabile rispetto ai metodi e agli obiettivi che si pone, alla situazione da cui parte e ai risultati a cui aspira;
- Preciso nel definire e valutare la performance finale e i risultati ottenuti dai partecipanti;
- Misurabile, in grado di quantificare con precisione i livelli di prestazione raggiunti e da raggiungere;
- Competente, cioè basato su metodi, strumenti, materiali e contesti didattici adeguati e sostenuto da docenti esperti e
aggiornati in materia;
- Documentabile, in grado di creare una documentazione a prova e garanzia della sua efficacia;
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Versatile, cioè caratterizzato dalla presenza di percorsi misti, con momenti di formazione d‟aula, esperienze di laboratorio
e momenti di (auto)apprendimento nei contesti di lavoro;
Moderno, cioè in grado di proporre e utilizzare, quando effettivamente utili, nuove tecnologie e strumenti multimediali a
distanza;
Strategico, in grado di fornire un vantaggio competitivo ai lavoratori e alle imprese;
Preventivo, in grado di progettare e agire anche in un‟ottica di medio e lungo termine;
Efficace, nel definire e raggiungere i propri obiettivi formativi , ed efficiente, nell‟impiego delle risorse per raggiungere i
risultati pianificati.
Si raccomanda, nella preparazione dei progetti formativi da proporre a Fondartigianato nell‟ambito dell‟Invito 1° - 2011, di
fare riferimento al Manuale di progettazione – Linee guida di supporto tecnico e metodologico realizzato da RSO Spa
(aggiornato ad aprile 2011) e reso disponibile assieme all‟invito stesso.
Strumenti
Un modello formativo adeguato deve sapere descrivere chiaramente gli strumenti di formazione coerenti con l‟impianto
progettuale (contesto aziendale/settoriale, tipologia di destinatari, obiettivi e competenze traguardo, contenuti, metodologie
previste, ecc.).
Oltre a specificare le attrezzature tecniche e tecnologiche specifiche, è opportuno indicare:
Modalità
organizzative
-
gli spazi e i luoghi della formazione (azienda, laboratorio, ambiente attrezzato, postazione per la formazione a distanza
(FAD), ambiente per lo stage esterno, setting di apprendimento, ecc. );
-
i tempi, specificando la quantità di ore di formazione necessaria in relazione agli obiettivi formativi e a un adeguato
sviluppo dei contenuti;
-
la ricorsività e la modularità degli interventi formativi per rispondere ad esigenze sia di brevità / specificità dei singoli
interventi, sia di approfondimento / specializzazione con interventi diversi, programmati in un lasso temporale
prolungato, nell‟ottica di un piano di sviluppo articolato e non di azioni “spot”.
Per quanto riguarda tale ambito, si rimanda alla struttura progettuale basata sull‟impianto articolato per Unità di
Competenze, così come indicato dalla modulistica riferita alla descrizione dei Progetti di formazione a corredo dell‟Invito 1° 2011 di Fondartigianato.
Per gli aspetti di monitoraggio e di valutazione finale del percorso formativo si rimanda al Manuale di progettazione – Linee
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guida di supporto tecnico e metodologico realizzato da RSO Spa e reso disponibile assieme all‟invito citato di Fondartigianato,
oltre alle indicazioni sulle modalità di valutazione fornite alla sezione “Requisiti prioritari per la qualità degli interventi
formativi”.
Documentazione
(utilizzo materiali e
prodotti di esperienze
precedenti)
La documentazione utilizzata e l‟insieme di materiali prodotti e resi disponibili nei progetti formativi deve essere adeguata e
conforme alle modalità di erogazione e agli obiettivi dei progetti formativi da realizzare e coerente con le indicazioni e le
richieste dell‟Invito 1° - 2011 di Fondartigianato.
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Contenuti formativi da sviluppare
I contenuti formativi da sviluppare sono descritti di seguito, seguendo l‟organizzazione per macroprocessi e aree di intervento.
Macroprocesso gestionale e organizzativo
Area A - Impresa e Qualità produttiva
- Gestione della commessa, pianificazione e programmazione
- L'Azienda: evoluzione e strutture organizzative, re-engineering e miglioramento continuo
- La qualità nella realtà aziendale, sistemi di qualità e sistemi integrati QSA
- Relazione tra qualità e costi
- Normativa su sicurezza e ambiente, gestione dei rifiuti
- Quadro normativo nazionale ed internazionale di riferimento di settore
- Relazioni con i clienti e customer satisfaction;
Area B - Gestione economica e amministrazione
- Conoscenze e competenze specialistiche di funzione/ruolo (amministrative, contabili, gestione economiche)
- Procedure e strumenti della contabilità analitica, tecniche di controllo e riduzione dei costi
- Procedure e strumenti di settore (gestione vendite e passaggi, procedure di revisione, rapporti con le assicurazioni, ecc.)
- Procedure e strumenti di diagnosi e preventivazione, raccordo con risorse interne ed esterne
- Gestione della logistica e magazzino
- Metodologie di calcolo del danno
- Utilizzo delle ICT e strumenti informatici di settore
Area C - Analisi di mercato, marketing, imprenditorialità
- Definizione delle esigenze di mercato per prodotti/servizi, benchmarking e analisi di mercato;
- Identificazione delle esigenze esplicite ed implicite dei clienti, soddisfazione del cliente
- Sistemi di "fidelizzazione" dei clienti
- Innovazione, ricerca e sviluppo, miglioramento
- Politiche e strategie imprenditoriali, manageriali e di sviluppo aziendale
- Utilizzo delle ICT e strumenti informatici di settore
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Area D - Relazione con le case madri e i fornitori
- Modalità operative per valutare il mercato di riferimento (automobile, motocicli, mezzi commerciali e di trasporto), le case automobilistiche e
i fornitori di materiali e servizi
- Definizione dei requisiti di fornitura dei beni, tipologia ed estensione dei controlli da eseguire sui fornitori in genere, verifica del
mantenimento nel tempo delle capacità e delle prestazioni dei fornitori
- Vantaggi e svantaggi delle reti, dei consorzi di imprese e delle nuove forme di aggregazione e collaborazione
- Gestione della comunicazione e del rapporto con i fornitori
- Tecniche, procedure e strumenti di supporto per l'attività di approvvigionamento
- Relazione con le compagnie assicurative
- Gestione dei sinistri
- Conoscenza delle nuove tecnologie dell‟ICT per comunicare e acquisire informazioni da case produttrici e fornitori.
Macroprocesso tecnico-produttivo
Area E – Produzione e servizio
- Struttura organizzativa e modalità operative per l'attività di produzione, progettazione e ottimizzazione organizzativa e produttiva
- L‟organizzazione del lavoro e delle risorse umane come fattore di ottimizzazione e di successo per l‟impresa
- Pianificazione e programmazione delle attività, definizione delle attrezzature e delle modalità operative per l'esecuzione dei controlli,
definizione di ruoli e responsabilità
- Definizione delle modalità produttive ed approntamento delle istruzioni di lavoro, definizione delle specifiche in riferimento ai requisiti
connessi con la sicurezza, l'ambiente ed altri regolamenti e direttive locali, nazionali, europee
- Qualificazione e certificazione di prodotti/processi/servizi, gestione della documentazione e della certificazione di qualità
- Analisi delle difettosità, identificazione e segregazione del prodotto e del servizio non conforme, interventi correttivi
- Gestione della logistica, del magazzino, delle scorte e nuovi sistemi di approvvigionamento on-time
- La gestione del magazzino;
- Analisi del costo e delle performance di processo
Area F – Metodi, tecnologie, interventi: il “Saper fare” nell’autoriparazione
In questa area sono trattati alcuni dei principali temi riguardanti la formazione professionalizzante. Gli interventi e i percorsi sono divisi in 3
macro aree. Per ogni macroarea è fornito un elenco indicativo di contenuti che non intende essere esaustivo, ma fornisce solamente degli spunti
e delle indicazioni che orientino i progetti di formazione
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Macroarea 1 – Riparazioni meccaniche ed elettromeccaniche
- Gestione Motore
- Telaio
- Trasmissione
- Il circuito di avviamento e ricarica
- Sistemi di accensione elettronica
- Iniezione benzina e diesel
- I Gas di scarico e dispositivi anti inquinamento
- Impianto elettrico
- Sistemi di sicurezza
- Tecnologie di rete di bordo e sistemi di comunicazione
- Riscaldamento e climatizzazione
- Sistemi di autodiagnostica
- Sistemi di installazione e manutenzione di impianti GPL e metano
- Sistemi di sicurezza automobilistica
o Airbag
o Sistemi elettronici per sospensioni
o Sistemi di trasmissione a controllo elettronico
o Sistemi di frenatura e antislittamento
Macroarea 2 – Carrozzeria e verniciatura
- Carrozzeria
o Materiali di costruzione impiegati in carrozzeria
o Esaminare un veicolo sinistrato
o Tipologia delle deformazioni
o Sistemi di riquadratura delle scocche e sistemi di misurazione bi e tridimensionali
o Tecniche di raddrizzatura dell'acciaio
o Impiego e riparazione dell'alluminio
o Saldatura dell'acciaio e dell'alluminio
- Verniciatura
o Attrezzature e materiali per la verniciatura
o Cicli di verniciatura
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Verniciatura della plastica
Verniciatura ecologici e le relative normative
Rischi professionali connessi alla verniciatura
Colorimetria
Caratteristiche ed effetti delle diverse vernici
Estimotecnica automobilistica
Riparazione dei danni grandine
Tecniche di microritocco e riparazione veloce
Tecniche di design in autocarrozzeria.
Nei contenuti formativi oggetto di possibili percorsi di formazione si include anche l‟insieme di conoscenze e competenze relative alla gestione
delle operazioni di revisione periodica di veicoli a motore, con particolare riferimento al Responsabile Tecnico di operazioni di revisione periodica
dei veicoli a motore.
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Priorità dell’intervento
“PREVENTIVO”:
X
anticipare i bisogni di formazione
X
aggiornare e migliorare le competenze professionali rispetto a opportunità di mercato/innovazioni tecnologiche/modificazioni dei processi
produttivi/evoluzione delle professionalità
X
adeguare la qualificazione professionale dei lavoratori
“CURATIVO”:
X
rispondere ai bisogni formativi specifici
X
riqualificare i lavoratori
X
aggiornare e migliorare le competenze professionali rispetto a opportunità di mercato/innovazioni tecnologiche/modificazioni dei processi
produttivi/evoluzione delle professionalità
X
acquisire nuove qualificazioni professionali
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Descrizione ruoli e profili professionali destinatari dell’azione
Ruoli
Profili
professionali
I ruoli coinvolti nell‟attività del presente Piano formativo sono quelli dei dipendenti delle imprese del settore, relativamente a
tutte le funzioni e le mansioni professionali ricoperte all‟interno dell‟impresa.
Il presente Piano Formativo si orienta sia verso la formazione di profili professionali strategici per il settore e l‟impresa, sia
verso vere e proprie figure dedicate che acquisiranno nuove qualifiche. In altri casi i si tratterà di aggiornare le competenze di
figure e profili professionali esistenti e operanti all‟interno dell‟impresa. Si tratta di interventi formativi che coinvolgono in
maniera diretta gli addetti delle imprese del settore, ed in maniera indiretta anche gli imprenditori che possono contribuire
ad illustrare le principali regole che determinano la qualità dei processi e dei prodotti in questione.
AZIENDE/TERRITORI
(descrizione dei bacini di riferimento e
Aziende con sede nella Provincia Autonoma di Trento e che rispettano i vincoli per la partecipazione previsti
dall‟invito 1°-2011.
della tipologia, numero delle aziende e
dei territori interessati)
PROGETTO/I
(indicazione del Progetto/i
finalizzato/i alla realizzazione del
Le tipologie di progetti che possono essere presentati con riferimento al presente invito devono essere coerenti con le
indicazioni sviluppate nel presente piano rispetto alla Linea 1 “Sviluppo territoriale” dell‟invito 1°-2011 di
Fondartigianato e sono descritti nella sezione “Ambito di riferimento e tipologia dell‟intervento”.
Piano Formativo)
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ASSOCIAZIONE ARTIGIANI E PICCOLE
Il Presidente
Roberto De Laurentis
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Il Segretario Generale
Lorenzo Pomini
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S.R. UIL
DI~· ENTO
UIL DEL TRENTINO 122 TRENTO-via MOlli, 20/1
Il Segretario Generi ~' 04,611378111-Fax O 11376199
Ermano Monari
C.Flsc.e P.IVA 800 "0223
Trento, 31 agosto 2011
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