Libri – Novità - Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale
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Libri – Novità - Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale
Libri – Novità Servizio di aggiornamenti bibliografici - FSC XXXXV (28/02/2013): Febbraio A cura del prof. Tadek Lewicki I seguenti sono nuovi acquisti già catalogati nel settore comunicazione sociale della Biblioteca centrale dell’UPS: http://biblioteca.unisal.it/ Gli abstract sono stati pubblicati originalmente nei siti web delle diverse case editrici o in quelli d’alcune librerie on-line. L’obiettivo di queste pagine è quello di far conoscere le novità bibliografiche del settore comunicazione sociale della nostra biblioteca e promuovere la loro consultazione. NOVITA del 2013: alla fine vengono pubblicate le schede dei libri acquistati da altre Facoltà dell’UPS con dei contenuti dell’interesse scientifico e di ricerca della FSC. Arnoldi, Mary Jo. Playing with time: art and performance in central Mali. Bloomington, Indiana; Indianapolis, Indiana University Press, 1995. UPS 74-D-4 Twice a year in the central Malian region of Segou, communities put aside daily routines to observe and participate in elaborate puppet masquerades produced by local youth associations. These performances rank among the region's most celebrated artistic events. Mary Jo Arnoldi weaves a vivid account of this vibrant West African theater tradition from the interrelated vantage points of the players, the audiences, and the artists who make the masquerades and puppets. Basing her work on current theory in anthropology, art, and performance studies, she examines in depth the processes by which Malians create an affective and dramatic vehicle that expresses their individual, social, and historical identities. Generously illustrated with field photographs and incorporating materials from the author's extensive interviews with sculptors and performers, this performance-centered study foregrounds time, change, and human agency. It recognizes the theater as a dynamic arena of artistic action and a site for the production of cultural knowledge. Arnoldi (associate curator of African Ethnology and Art, Smithsonian Institution) weaves a vivid account of a West African theater tradition from the perspectives of the performers, the audiences, and the local youth associations who make elaborate puppet masquerades and sculpted masks. She examines the creative processes involved in this young people's theater, and how the tradition expresses individual, social, and historical identities. Includes color and b&w photos, plus song lyrics. Annotation c. Book News, Inc., Portland, OR (booknews.com) Table of Contents List of Illustrations Preface: Playing with Time: Art, Puppetry, and Performance Acknowledgments Note on Orthography 1 A Bamana Tonko Festival, Kirango, June 1979 1 2 The Definition and History of the Segou Puppet Masquerade Theatre 18 3 The Sogo bo's Expressive Forms 58 4 Time, Timing, and the Performance Process 107 5 Bringing the Past into the Present in Masquerade Theatre 131 6 The Production of Meaning and the Play of Interpretations 149 Conclusion: Kuma man nyi; Kumabaliya fana man nyi 186 1 Notes 191 Glossary 205 Masquerade List 209 Bibliography 213 Index 221 In: http://www.barnesandnoble.com/w/playing-with-time-mary-jo-arnoldi/1112389539 Brera, Gianni - Raffaelli, Massimo. Il più bel gioco del mondo: scritti di calcio (1949-1982). 4. ed. Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 2010. UPS 20-B-4950 Il gioco del calcio è una sorta di mistero agonistico. Il suo fascino viene forse dalla sfericità della palla, che per essere sempre e dovunque in perfetto equilibrio si trova in certo modo a mimare la prodigiosa armonia dei mondi. Gianni Brera Quando Gianni Brera ha cominciato a scrivere di calcio, alla fine degli anni Quaranta, questo sport esisteva in Italia da mezzo secolo ma non c’era un linguaggio che ne sapesse raccontare le dinamiche, la storia, i risvolti tecnici, umani e culturali. Brera ha dato al calcio italiano una lingua e persino una mitologia. Questa antologia (accompagnata da uno scritto biografico di Paolo Brera) alterna resoconti di partite a ritratti di calciatori, ricordi autobiografici a rilievi teorici, pagine dove convivono l’epica popolare degli eroi della domenica e le raffinate escursioni di un saggista. Insieme con gli estri di un vero fuoriclasse della scrittura. Massimo Raffaeli scrive di critica letteraria, tra l’altro su "il manifesto". I suoi contributi sono raccolti in diversi volumi fra cui Don Chisciotte e le macchine. Scritti su Paolo Volponi (peQuod, 2007). Gianni Brera (1919-1992), direttore a trent’anni della "Gazzetta dello Sport", è stato poi inviato ed editorialista per "Il Giorno", "Guerin Sportivo", "Il Giornale" e "la Repubblica". Scrittore di sport (atletica, ciclismo, boxe, calcio) e di enogastronomia, ma anche romanziere, ha firmato decine di volumi fra i quali Addio, bicicletta (1964), Storia critica del calcio italiano (1975) e Coppi e il diavolo (1981). In: http://bur.rcslibri.corriere.it/libro/1813_il_gioco_piu_bello_del_mondo_brera.html. Castells, Manuel. Redes de indignaciòn y esperanza: los movimientos sociales en la era de Internet. Madrid, Alianza, 2012. UPS 32-C-3600 Ocurrió cuando nadie lo esperaba. En un mundo presa de la crisis económica, el cinismo político, la vaciedad cultural y la desesperanza, simplemente ocurrió. Conectadas a través de las redes sociales de Internet, las personas empezaron a agruparse en esos espacios de autonomía y, desde la seguridad del ciberespacio, pasaron a ocupar las calles y a elaborar proyectos ligados a sus verdaderas preocupaciones, por encima de las ideologías y de los intereses dominantes, reclamando su derecho a hacer historia. En todos los casos ignoraron a los partidos políticos, desconfiaron de los medios de comunicación, no reconocieron ningún liderazgo y rechazaron toda organización formal, debatiendo colectivamente y tomando sus decisiones en asambleas locales y a través de Internet. Desde Túnez e Islandia hasta la revolución egipcia y el movimiento Ocupar Wall Street, pasando por los indignados en España, Manuel Castells arroja luz sobre esos movimientos —su formación, su dinámica, sus valores y sus perspectivas de transformación social—, que han llegado a alcanzar a 82 países. Al hilo de su esclarecedor y apasionante análisis, identifica las nuevas vías del cambio social que han surgido en este siglo y plantea hipótesis sobre sus implicaciones prácticas. Un libro, en definitiva, imprescindible para comprender —y cambiar— nuestro mundo. In: http://www.alianzaeditorial.es/fichaGeneral/ficha.php?obrcod=3201912&web=34. 2 Centro studi sul teatro medioevale e rinascimentale. Convegno di studio (16: 1992: Roma-Anagni) - Chiabò, Maria - Doglio, Federico. Esperienze dello spettacolo religioso nell'Europa del Quattrocento: convegno di studi: Roma, 17-20 giugno 1992, Anagni, 21 giungo 1992. Viterbo, Centro studi sul teatro medioevale e rinascimentale, 1993. UPS 74-C-219(16) Anno 1992 “Esperienze dello spettacolo religioso nell’Europa del Quattrocento”. Atti del Convegno (Torre d’Orfeo Editrice, pp. 372, L. 45.000) con le relazioni di: Giovanni Cherubini, Principi e città alla fine del Medioevo. Raimondo Guarino, Prospettive dello spettacolo religioso nell’Italia del Quattrocento. Claudio Leopardi, Il problema del monachesimo e la Firenze del Quattrocento. Paola Ventrone, La Sacra Rappresentazione fiorentina: aspetti e problemi. Nerida Newbigin, Le Sacre Rappresentazioni nella Firenze laurenziana. Giovanni Ponte, Tradizione agiografica e realtà quattrocentesca nel S. Onofrio di C. Castellani. Giulio Cattin, La musica nelle sacre rappresentazioni fiorentine. Il caso della rappresentazione di S. Onofrio. Jean Lacroix, L’angelo regista della Sacra Rappresentazione. Richard Axton, Theatre-in-the-round in the 15th century Britain. Jean Subrenat, Eve repentante et pardonnée. Une expérience spirituelle originale dans le drame religieux français du XVe siècle. Graham Runnalls, Le Mystère français un drame romantique? Angel Chiclana Cardona, Estructura dramática de algunos textos medievales en la lengua castellana. Nina Kiraly, Religious theatre in Russia, Hungary and Poland in the 15th and 16th centuries. Jarmila Veltrusky, La mondanité de Marie Madeleine: beauté, joie, péché. Ezio Alberione, Bibliografia italiana Raffaella Bonvicino, Bibliografia straniera. Centro studi sul teatro medioevale e rinascimentale. Convegno internazionale (23: 1999: Anagni) - Chiabò, Maria - Doglio, Federico. Letteratura e drammaturgia dei pellegrinaggi: convegno internazionale, Anagni 10-11-12 settembre 1999. Roma, Torre d'Orfeo, 2000. UPS 74-C-219(23) Nell’imminenza dell’Anno Santo 2000, è naturale che il tema del XXIII Convegno affronti un fenomeno suggestivo ma raramente frequentato. Suggestivo per la quantità e ricchezza dei contributi che dotti pellegrini di ogni parte d’Europa, e artisti, poeti, religiosi e laici di diverse epoche, hanno offerto all’attenzione dei posteri. Poco frequentato, fuori dalla cerchia degli specialisti di storia religiosa o dei devoti (che tuttora percorrono i “cammini” verso Roma, Gerusalemme, Santiago), in tempi come i nostri di generica religiosità e sostanziale secolarizzazione. Il Convegno, come sempre, sarà animato dall’intervento di studiosi attivi in un reciproco rapporto interdisciplinare, mentre lo spettacolo, che porterà in scena, dopo secoli d’oblio, due rappresentazioni fiorentine della fine del ‘400 che hanno per tema il pellegrinaggio a Santiago e le sue drammatiche vicende, offrirà al pubblico e agli studiosi l’occasione per condividere una rara ed intensa esperienza. Infine, poiché il Convegno è da anni incardinato nel festival di Anagni (27 agosto – 12 settembre), altri spettacoli, musicali e coreografici, arricchiranno la tematica del Convegno. La prima rappresentazione di “Storie di Pellegrini” di Anonimo Fiorentino del ‘400 avrà luogo in Piazza della Pace. Regia di Salvo Bitonti. Centro studi sul teatro medioevale e rinascimentale. Convegno internazionale (24: 2000: Anagni) - Chiabò, Maria - Doglio, Federico. Martiri e santi in scena: XXIV convegno internazionale, Anagni 7-10 settembre 2000. Roma, Torre d'Orfeo, 2001. UPS 74-C-219(24) 3 Continuando nella sua sistematica esplorazione dei temi culturali che hanno ispirato, nelle diverse epoche e nazioni, la drammaturgia europea. il Centro Studi, in occasione delle celebrazioni giubilari dell’Anno Santo 2000, ha programmato il suo XXIV Convegno Internazionale sul tema: “Martiri e Santi in scena”. Per la prima volta per iniziativa di un Centro di ricerche teatrali, studiosi di diverse discipline, storici della religione, dell’agiografia e del martirologio, di letteratura spirituale, d’arte e di musica, recheranno il loro contributo alla conoscenza di una vicenda plurisecolare, disegnando il ricco terreno su cui è cresciuta nel tempo la fioritura del teatro dei memorabili esempi e degli eroici sacrifici dei Santi. Come ogni anno, uno spettacolo medioevale-rinascimentale illustrerà il tema del Convegno, questa volta sarà “Santo Alessio”, di autore anonimo fiorentino della fine del Quattrocento, testimonianza di una strenua dedizione alle leggi del Cristo. Inoltre, per evocare la drammatica vicenda di Bonifacio VIII, promotore del Giubileo, verrà rappresentato il nuovo testo “Lo schiaffo di Anagni” di un autore di oggi, Mario Prosperi. Prima rappresentazione di “Santo Alessio” di Anonimo Fiorentino del Quattrocento verrà rappresentata dal Gruppo di Studio dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma diretto da Giuseppe Rocca. Centro studi sul teatro medioevale e rinascimentale. Convegno internazionale (25: 2001: Roma) - Chiabò, Maria - Doglio, Federico. Satira e beffa nelle commedie europee del Rinascimento: XXV convegno internazionale, Roma, 6-9 settembre 2001. Roma, Torre d'Orfeo, 2002. UPS 74-C-219(25) Dopo i due ultimi convegni, dedicati allo studio della drammaturgia d’ispirazione religiosa, sul martirologio e l’agiografia, in occasione delle celebrazioni per il Giubileo dell’Anno Santo 2000, il Centro Studi riprende l’analisi delle forme profane e, in particolare, delle forme comiche. Già nel ‘93 si era posto allo studio il problema delle origini della commedia in lingua e l’esemplificazione era stata offerta da un’ottima edizione scenica de “Il Negromante” dell’Ariosto. Nel ‘95, in tre successivi convegni (due in Italia e uno in Francia) era stata illustrata, da diverse prospettive, la nascita della “Commedia improvvisa o dell’Arte” ed era stata rappresentata “La pazzia d’Isabella”. Ancora, nel ‘97, analizzando i caratteri delle opere e degli spettacoli studenteschi nelle università del Quattrocento, si era allestita la “Philogenia” del Pisani. Quest’anno il convegno si propone di osservare i caratteri satirici, sarcastici, grotteschi emergenti da alcune note commedie europee composte da autori che intendevano reagire, con queste opere, agli eccessi del potere, al malcostume sociale, all’ottusità della massa. “La Cortigiana”, scritta da Aretino nella Roma curiale del 1525, ci è sembrata essere ben rappresentativa della tematica del nostro convegno. Nel Giardino dell’Istituto Nazionale di Studi Romani verrà rappresentata “La Cortigiana” di Pietro Aretino in regia di Mario Prosperi. Centro studi sul teatro medioevale e rinascimentale. Convegno internazionale (31: 2007: Roma) - Chiabò, Maria - Doglio, Federico. Umor nero, astuzia e sarcasmo nei testi comici popolareschi dell'Europa tardomedioevale: XXXI convegno internazionale, Roma, 2-5 ottobre 2007. Roma, Torre d'Orfeo, 2008. UPS 74-C-219(31) Il Centro Studi, nel corso del 2006, ha celebrato il suo XXX Convegno Internazionale e concluso un ciclo di esplorazioni sul teatro antico italiano (medioevale, umanistico rinascimentale, primo tempo di Barocco), di riscoperte e ripubblicazione di testi rari, di rappresentazioni teatrali sui temi dei Convegni, rappresentazioni che sono state filmate o videoregistrate, costituendo, con quarantacinque spettacoli, l’unica cine-videoteca sul teatro antico esistente in Europa. In realtà, il Centro che è stato creato a Viterbo nel 1975, ha ospitato anche nel 1983 il IV Colloquio della Società International pour l’Etude du Théâtre 4 Médiéval, e nel corso degli anni ha effettuato seminari e settimane di studi in Francia, Spagna e Svizzera. Questo significativo insieme di attività culturali ed artistiche in favore della diffusione della conoscenza dell’antico teatro italiano, prospettato sul piano europeo grazie ai contributi di studiosi di diversi paesi, si è concluso con quest’anno e costituirà materia per la pubblicazione di un volume, accompagnato da un DVD antologico degli spettacoli realizzati. Col 2007 il Centro, corrispondendo alle richieste rivolte da studiosi di diversi paesi europei, estenderà il suo ambito di ricerca e sperimentazione alle letterature drammatiche e alle forme di spettacolo, colte e popolari, realizzate fra il Medioevo e l’età barocca, nei maggiori centri d’Europa. Così, nel 2007, il Centro propone un Convegno-Rassegna, da realizzarsi in un teatro romano nel mese di ottobre, animato da almeno quindici specialisti di vari paesi e di diverse discipline (storia, letteratura, drammaturgia, iconografia, musicologia), impegnati a trattare il tema del XXXI Convegno “Umor nero. Astuzia e sarcasmo nei testi comici popolareschi dell’Europa tardomedioevale”. Con loro alcuni registi presenteranno le videoregistrazioni di spettacoli attinenti il tema del comico, realizzati in precedenti Convegni, altri realizzeranno alcuni testi d’epoca che ben illustrano questo tema. In particolare si prevede che il regista Giuseppe Rocca realizzi scene della tradizione comica popolaresca italiana dei secoli XIII-XVI fino al Ruzante con i suoi allievi attori dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma, che il regista Mario Prosperi con la compagnia del Teatro Politecnico rappresenti momenti della celebre farsa francese “Farce de Maître Patelin” e “Il ladro di pecore” tratto dalla “Seconda Pastorum” del Ciclo inglese di Wakefield; infine che il gruppo universitario della Facoltà di Filologia dell’Università di Valencia reciti alcuni “pasos” di Torres Naharro. Come sempre, i testi rari e tradotti per l’occasione in lingua italiana saranno editi a cura del Centro, gli spettacoli saranno videoregistrati, gli Atti del Convegno 2006 saranno distribuiti ai convegnisti e ai critici (recheranno come sempre in frontespizio il nome del Ministero dei Beni Culturali). Maria Chiabò, Direttrice del CSTM&R e Federico Doglio, Presidente del CSTM&R. Centro studi sul teatro medioevale e rinascimentale. Convegno internazionale (32: 2008: Roma) - Chiabò, Maria - Doglio, Federico. Fortuna europea della Commedia dell'arte: XXXII convegno internazionale, Roma, 2-5 ottobre 2008. Roma, Torre d'Orfeo, 2009. UPS 74-C-219(32) Continuando le ricerche iniziate nel 1995, per la preparazione del Convegno “Origini della Commedia improvvisa o dell’Arte”, quest’anno gli studiosi offriranno una panoramica sulla fortuna europea che gli attori straordinari della tradizione italiana conseguirono nei principali paesi influenzando, fra il XVI ed il XVII secolo, la vita teatrale ed i suoi multiformi modi espressivi. Fu l’influenza che modificò non solo il mestiere dell’attore ma pure l’impegno degli autori, il rapporto con il pubblico, che stimolò la riflessione critica sul significato stesso dello spettacolo e le sue implicazioni sociali e morali. Il successo internazionale ebbe ricadute significative anche nell’ambito delle arti figurative e della musica. Lo spettacolo che illustra il tema del Convegno è “Le Festin de Pierre” che Domenico Biancolelli, esponente degli attori italiani in Francia, scrisse e recitò, in gara con Molière che s’alternava con lui sul palcoscenico del Palais-Royal, nel 1665 (o ’68). Alcuni studiosi giudicano il canovaccio una “libera interpretazione in chiave farsesca del Dom Juan di Molière” (15 febbraio 1665) prima degli interventi censori. Tradotto ed adattato in occasione del Convegno, il testo viene rappresentato per la prima volta in Italia. Corda, Andrea. La formazione al giornalismo: dal praticantato alle scuole. Cagliari, CUEC, 2011. UPS 32-B-2212 5 In passato valeva il detto: “Il giornalismo si impara in redazione”. Bastava appropriarsi dei segreti del mestiere per essere un buon giornalista. Oggi, invece, alla conoscenza dei meccanismi di redazione e all’esperienza sul campo occorre affiancare un solido bagaglio culturale, che garantisca al cronista competenza e credibilità. Il praticantato ha mostrato diverse lacune sotto il duplice punto di vista dell’accesso – chiuso e discrezionale – e della formazione: monodimensionale. Le scuole di giornalismo – create nel 1989-1990 come strada alternativa al praticantato – possono invece garantire una preparazione multimediale e a tutto campo affiancando la teoria alla pratica, coniugando il learning by job con il training accademico. Questo libro spiega come, attraverso questa nuova strada, l’Italia si è avvicinata ad altre nazioni europee e soprattutto agli Usa, dove le scuole di giornalismo costituiscono la fonte più accreditata per l’accesso alla professione. In definitiva, uno scambio reciproco tra la nostra esperienza e la best practise americana non può che portarci verso una formazione più completa e polivalente. Andrea Corda (Carbonia 1981), laureato in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, collabora dal 2006 con la cattedra di Storia del Giornalismo dell’Università degli Studi di Cagliari. Giornalista pubblicista, scrive per diversi quotidiani ed è attualmente direttore responsabile della testata giornalistica radiofonica di “Radioluna”. Lavora a un progetto di ricerca storica sull’informazione in Sardegna dagli anni ’50 a oggi. In: http://www.cuec.eu/index.php/2011/10/la-formazione-al-giornalismo-dal-praticantato-allescuole/. Costa, Antonio. Saper vedere il cinema. Nuova ed. Milano, Bompiani, 2011. UPS 32-B-1572 Che cos’è il cinema? Cosa è stato e cosa sarà? Come funziona dal punto di vista tecnico ed economico, narrativo e comunicativo? Questo libro, che esce in nuova edizione riveduta e aggiornata dopo più di venti ristampe, mostra come e dove trovare le risposte a queste domande: ora esaminando le fasi di una sceneggiatura, ora studiando il funzionamento degli effetti speciali nel cinema digitale, ora analizzando gli stili di regia. La trattazione, corredata da molti esempi, prende sempre le mosse dall’esperienza dello spettatore, disorientato dall’eccesso di offerta di immagini nell’universo dei new media. Questo libro, integrando la prospettiva storica con l’analisi delle componenti della comunicazione filmica, costituisce un’agile introduzione alla conoscenza dei vari assetti del linguaggio filmico nelle diverse età del cinema e dei rapporti tra tecnica e linguaggio. In: http://bompiani.rcslibri.corriere.it/libro/6790_saper_vedere_il_cinema_costa.html. Costa, Antonio. Saper vedere il cinema. 3. ed. Milano, Bompiani, 1988. UPS 63.6-B-31 Cinema. Costa, Antonio. Saper vedere il cinema. 9. ed. Milano, Bompiani, 1995. UPS 32-B-1502(22). Costa, Antonio. Saper vedere il cinema. 5. ed ed. Milano, Bompiani, 1991. UPS 63-04-D-090; UPS 32-B-487; UPS 32-B-1502(10) Cinema. Cucchi, Riccardo, ed. Clamoroso al Cibali: "Tutto il calcio minuto per minuto": quando la radio diventa storia. 2. ed. Argelato (BO): Minerva, 2010. UPS 32-C-3659 “Tutto il calcio minuto per minuto”, una delle trasmissioni più popolari della Rai, il 10 gennaio scorso ha compiuto i suoi primi cinquant’anni. Un compleanno importante per la storia della radiofonia e del nostro Paese, l’occasione per rievocare e risvegliare le emozioni di un programma di successo nato grazie alla brillante intuizione di Guglielmo Moretti, capo del pool sportivo, Sergio Zavoli, all’epoca responsabile della redazione radiocronache della Rai e Roberto Bortoluzzi che di “Tutto il calcio” fu l’ideale padrone di casa per 27 anni prima di lasciare il testimone nelle mani di Massimo De Luca e poi di Alfredo Provenzali. Un appuntamento che ha saputo regalare queste emozioni a milioni di radioascoltatori. E che, 6 mezzo secolo dopo, ancora regala. Nomi che riaccendono il ricordo e la fantasia dei tifosi: Niccolò Carosio, capostipite in assoluto delle prime radiocronache di calcio, Enrico Ameri, Sandro Ciotti, Claudio Ferretti, Ezio Luzzi. Personaggi che si sono impressi, con la bravura, la voce e la loro spiccata personalità, nei timpani e nel cuore degli italiani, sempre più fedeli al rito consolidato della domenica pomeriggio. Rito che negli anni Sessanta vedeva come protagonista pressoché indiscussa la radio, mezzo di comunicazione tra i più immediati che, con l’avvento della televisione e delle tecnologie sempre più sofisticate, ha dovuto raccogliere una sfida importante per continuare a stare al passo con i tempi. E dunque, Riccardo Cucchi, Bruno Gentili, Giulio Delfino, Filippo Corsini, Francesco Repice e molti, molti altri che, “rubando” il mestiere ai vecchi maestri hanno portato avanti la bandiera di una trasmissione unica, che non somiglia a nessun’altra. Attraverso le voci e le memorie di grandi giornalisti, di allora e di oggi, con questo libro si vuole ripercorrere la storia di un programma, dei suoi attori principali e secondari, ma al contempo la storia di un Paese e del suo costume attraverso cinquanta anni di calcio e di fede sportiva. E allora, mettiamoci comodi. “Gentili ascoltatori buon pomeriggio… I campi collegati sono nell’ordine … Al microfono i colleghi… Via con i risultati dei primi tempi”. Con la radio è così. Chiudi gli occhi e vivi sognando la partita, trasportato dalla corrente di una voce ormai amica e ... “Scusa, scusa Ameri” … “Scusa Ciotti, il Milan è passato in vantaggio”… E allora l’adrenalina entra in circolo e sì, può accadere che si sia testimoni, in diretta, di un risultato inaspettato, incredibile. Magari, “clamoroso al Cibali!”. See more at: http://www.minervaedizioni.com/SchedaProdotto.aspx?oid=2cf2ea61-1b01-426b-b91d-8b2 4354ecb49#sthash.q9sjx4Xh.dpuf In: http://www.minervaedizioni.com/SchedaProdotto.aspx?oid=2cf2ea61-1b01-426b-b91d-8b2 4354ecb49 Duch, Lluis. Religiòn y comunicaciòn. Barcelona, Fragmenta Editorial, 2012. UPS 32-B-2213(13) Las comunidades religiosas son lo que son en función de la calidad o falta de calidad de sus transmisiones. La profunda crisis que experimentan las religiones constituidas no es sino una de las secuelas más negativas de su incapacidad para establecer corrientes polifónicas de comunicación y de empatía entre sus creyentes y, en definitiva, entre los seres humanos con inquietudes espirituales. Cualquier futuro saludable y humanizador de la religión, de la familia, de la cultura y de las formas políticas dependerá de un modo directo de la salud de la palabra humana y de su oportuna contextualización comunicativa en cada aquí y ahora. Lluís Duch expone con rigor y claridad la creciente importancia que adquieren hoy los medios de comunicación como nueva estructura de acogida, en detrimento de las tres estructuras de acogida clásicas (codescendencia, corresidencia y cotrascendencia, es decir, familia, ciudad y religión). Explora también el concepto de tradición, la importancia del símbolo, la diferencia entre información y comunicación, la crisis de confianza en las instituciones religosas, la aceleración del tempo vital, la erosión de lo sagrado y la revolución de lo creíble. Lluís Duch (Barcelona, 1936) es doctor en antropología y teología por la Universidad de Tubinga y ha sido profesor en la Facultad de Ciencias de la Comunicación de la Universidad Autónoma de Barcelona, en el Instituto Superior de Ciencias Religiosas San Fructuoso de Tarragona y en la Abadía de Montserrat. Es monje de Montserrat desde 1961. Ha estudiado los distintos lenguajes de los universos simbólicos y míticos y su concreción en la vida cotidiana de nuestros días. En estos últimos años ha publicado una Antropología de la vida cotidiana que tiene como referencia más importante la situación de las transmisiones efectuadas por las estructuras de acogida. Ha traducido al catalán y al castellano escritos de Lutero, Müntzer, Silesius, Schleiermacher y Bonhoeffer. Es autor de más de cincuenta libros y opúsculos, y de trescientos artículos y colaboraciones en obras colectivas. Su dilatada 7 trayectoria intelectual ha sido reconocida y estudiada en el libro de homenaje Empalabrar el mundo. El pensamiento antropológico de Lluís Duch (Fragmenta, 2011). In: http://www.fragmenta.cat/es/fragmentos/cataleg/fragmentos/151605. Giovanardi, Claudio. L'italiano da scrivere: strutture, risposte, proposte. Napoli, Liguori, 2010. UPS 35-C-1145(28) Esiste ancora l’italiano standard? È possibile insegnare un modello di riferimento dell’italiano scritto (e anche parlato)? Come comportarsi di fronte alle nuove scritture imposte da Internet? A queste e a molte altre domande intende rispondere questo libro che – pur dedicando ampio spazio alle strutture grammaticali, lessicali e testuali della nostra lingua – non rinuncia a intrattenere con il lettore un dialogo fitto di suggerimenti e proposte operative. Il volume si compone di otto capitoli. Nel primo si COMUNICAZIONE.enl Page 6 affrontano i problemi legati al tipo di italiano da insegnare nella scuola e quelli legati alla rivoluzione culturale che stiamo vivendo con il passaggio dall’età dell’homo sapiens a quella dell’homo videns. Gli altri sette affrontano altrettanti aspetti della struttura dell’italiano di oggi: grafia, lessico e neologia, frase semplice, frase complessa, cos’è un testo, tipologia dei testi con particolare riguardo a quelli scolastici, punteggiatura. Al libro è collegato un Eserciziario che consente di verificare il livello di apprendimento degli studenti circa gli argomenti trattati nel volume. Claudio Giovanardi è professore ordinario di Linguistica italiana presso l’Università Roma Tre. È autore di saggi sulla comunicazione scritta dell’italiano, sull’influsso dell’inglese sull’italiano, sulla lingua del teatro e sul rapporto lingua-dialetto a Roma. Tra le pubblicazioni più recenti: Le strategie dell’italiano scritto, Bologna 2001 (con Maurizio Dardano); Lingua e dialetto a teatro. Sondaggi otto-novecenteschi, Roma 2007. Ha curato l’edizione critica di G. Filoteo Achillini, Annotationi della volgar lingua, Pescara 2005, il volume nonché Lessico e formazione delle parole. Studi offerti a Maurizio Dardano per il suo 70° compleanno, Firenze 2005. È socio ordinario dell’Arcadia e del Centro Studi G.G. Belli; è socio corrispondente dell’Istituto di Studi Romani. In: http://www.liguori.it/schedanew.asp?isbn=4895. Harcup, Tony. Alternative journalism, alternative voices. London; New York, Routledge, 2013. UPS 32-C-3801 Bringing together new and classic work by Tony Harcup, this book considers the development of alternative journalism from the 1970s up until today. Bringing theory and practice together, Harcup builds an understanding of alternative media through the use of detailed case studies and surveys. Including opinions of journalists who have worked in both mainstream and alternative media, he considers the motivations, practices and roles of alternative journalism as well as delving into ethical considerations. Moving from the history of alternative journalism, Harcup considers the recent spread of 'citizen journalism' and the use of social media, and asks what the role of alternative journalism is today. Foreword: Local Journalism, Radical Reporting and the Everyday Section 1: Alternative Media, Alternative Voices 1. Introduction: From ‘Native Reporting’ to ‘Native Researching’ 2. An Insurrection in Words: East End Voices in the 1970s Section 2: The Alternative Local Press: A Critical Overview 3. A Northern Star: Leeds Other Paper and the Alternative Press 1974-1994 4. The Alternative Local Press Section 3: Reporting From The Ground Up: Alternative Journalism In Practice 5. ‘The Unspoken – Said’: The Journalism of Alternative Media 6. It Wasn’t All About Arthur: Alternative Media and the Miners’ Strike 7. Reporting the Voices of the Voiceless During the Miners’ Strike: an Early Form of ‘Citizen Journalism’ Section 4: Alternative Media Activists: Motivations And Reflections 8. ‘I’m Doing this to Change the World’: Journalism in Alternative and Mainstream Media 9. Citizens in the Newsroom: Democracy, Ethics and Journalism 10. Alternative Journalism as Active Citizenship Section 8 5: Alternative Media Today and Tomorrow 11. Alternative Journalism: Oppositional Reporting in Practice Appendix 1. Statements published in The Other Paper, LOP and Northern Star Appendix 2. Views on the News Appendix 3. National Conference of Alternative Papers Index Tony Harcup is Senior Lecturer at the Department of Journalism Studies, University of Sheffield. His previous publications include: Journalism: Principles and Practice (2nd ed, 2009); The Ethical Journalist (2007); Newspaper Journalism (2010, co-authored with Peter Cole) and A Northern Star: Leeds Other Paper and the alternative press 1974-1994 (1994). In: http://www.routledge.com/books/details/9780415521895/ Maietti, Andrea. Com'era bello con Gianni Brera. Arezzo, Limina, 2002. UPS 24-C-1854 Da quando se n’è andato, pochi giorni prima del Natale 1992, Gianni Brera è oggetto di un vero e proprio pellegrinaggio ai luoghi della sua memoria, che sono soprattutto le sue irripetibili pagine di sport e di racconti padani. Un fenomeno di fedeltà e di nostalgia che ha pochi eguali in Italia specialmente in tempi che tendono a dimenticare in fretta. Andrea Maietti ripropone qui il suo saggio (Il calciolinguaggio di Gianni Brera) sui neologismi breriani (da libero a centrocampista, da pretattica a pallagol), i suoi epiteti antonomastici (da Abatino a Rombo di tuono), le sue invenzioni attributive (barbino, bridipsichico, cachettico, pellagroso, posaglutei, tripallico). Lo aggiorna di voci sfuggite nella precedente pubblicazione. Soprattutto lo arricchisce di commosse pagine biografiche: una vita trascorsa accanto al gran lombardo, colto nella sua alta dimensione di humanitas e in quella che Maietti chiama la poetica dell’addio, una visione del mondo che avvicina Brera a grandi della letteratura come Hemingway e Leopardi. COMUNICAZIONE.enl Page 7 Insieme, singolarissime testimonianze di devozione breriana: dal professore universitario che ha sul suo comodino Derek Walcott e gli Arcimatti di Brera al pittore ciociaro che ha fatto una galleria di quadri ispirati al mondo breriano; da una ragazza toscana, ignara di sport, innamoratasi della scrittura del gran lombardo al giovane insegnante che sostiene di aver trovato Gesù Cristo attraverso le pagine di Brera. Ce n’è abbastanza per un libro che fissa con accattivante scrittura (non immemore degli insegnamenti del maestro) un mito della storia sportiva e letteraria del Novecento italiano. In: http://www.andreamaietti.it/limina-edizioni_2688565.html. Menestò, Enrico - Bisogna, Fabio, eds. Iacopone da Todi e l'arte in Umbria nel Duecento. Milano: Skira, 2006. UPS 17-D-1612 Il catalogo, pubblicato in occasione della mostra organizzata per le Celebrazioni del VII Centenario della morte, intende ricostruire la vita, l’opera e la complessa figura di Iacopone da Todi in rapporto al clima storico e culturale della seconda metà del XIII secolo e approfondire il suggestivo dialogo tra la sua produzione poetica e l’arte figurativa umbra del Duecento. La vicenda umana, mistica e letteraria del santo di Todi viene abilmente ricostruita attraverso un ricco corpo di fonti storico-documentarie, agiografiche, letterarie, iconografiche. Accanto a questa prima parte trova spazio una significativa selezione di opere d’arte prodotte in Umbria al tempo di Iacopone come tavole dipinte, sculture, miniature, oggetti di oreficeria rappresentanti i principali temi toccati dall’autore nei suoi scritti. Iacopo Benedetti da Todi, detto Iacopone, (ca. 1230-1306), è una delle figure più affascinanti del francescanesimo delle origini e certo uno dei più grandi poeti della letteratura italiana di sempre. La notorietà storica del personaggio è legata agli ultimi anni della sua vita: il suo nome appare nel cosiddetto manifesto di Lunghezza (10 maggio 1297), col quale i cardinali Colonna, appoggiando le rivendicazioni degli Spirituali, denunciano l'illegittimità del papato di Bonifacio VIII; Iacopone è fra i testimoni ufficiali e subirà la 9 reazione papale: scomunica, assedio di Palestrina, carcere perpetuo (1298), da cui uscì solo alla morte di Bonifacio (1303). Questi ultimi anni della vita di Iacopone sono i più noti, documentati anche da alcune sue laude, tra le più celebri, a Celestino e a Bonifacio. Per il resto, nulla si sa di storicamente attendibile. La maggior parte delle notizie sulla sua vita deriva da una biografia leggendaria composta oltre centocinquanta anni dopo la morte del francescano. Todi, Palazzo del Popolo 1 dicembre 2006 – 2 maggio 2007 Il catalogo ufficiale è disponibile presso il bookshop della mostra e presso il bookstore di via Torino 61 a Milano e dal 24 gennaio 2007 in tutte le librerie italiane. - See more at: http://www.skira.net/arte-antica/cataloghi/iacopone-da-todi.html#sthash.bkvPVsfB.dpuf In: http://www.skira.net/arte-antica/cataloghi/iacopone-da-todi.html Moragas, Miquel de, ed. La comunicacion: de los origenes a Internet. Barcelona: Gedisa, 2012. UPS 32-C-3708. La comunicación: De los orígenes a Internet aparece en un esce-nario de aceleradas trasformaciones de nuestra sociedad. En los diversos capítulos de esta obra, Tecumseh Fitch analiza la evolu-ción biológica del lenguaje y Umberto Eco recorre los cambios "de Internet a Gutenberg". Joan Majó describe la evolución de las tecnologías de la comunicación humana hasta la digitalización y la convergencia entre la informática y las telecomunicaciones. Miquel de Moragas y Urs Gasser analizan los impactos de la comunicación en la cultura y la educación. Ashley Beale se aproxima a los importantes cambios que la globalización significa para las culturas nacionales y las formas políticas tradicionales de los estados-nación y Peter Dahlgren considera cómo la participación política en la democracia moderna puede verse potenciada, pero también manipulada por el uso de internet y los nuevos medios de comunicación. Todos los autores coinciden en rechazar posiciones deterministas en las relaciones entre comunicación, tecnologías y beneficios sociales. En este libro la comunicación aparece como un fenómeno transversal que afecta a la cultura, la economía, la política, la educación, la vida cotidiana y el entretenimiento. Es, en particular, un elemento central del debate actual sobre la democracia. En todos los capítulos de este libro emerge una cuestión central: ¿hasta qué punto los cambios en la comunicación favorecen, potencian o perjudican la participación y la diversidad? Miguel (ed.) de Moragas (Barcelona, 1943) es catedrático de comunicación de la Universidad Autónoma de Barcelona, ha sido uno de los fundadores de los estudios universitarios de comunicación en España. Dos veces decano de la Facultad de Ciencias de la Información y vicerrector de investigación de la UAB. En 1988 fundó el Centro de Estudios Olímpicos y en 2000 el Instituto de la Comunicación (InCom UAB). Es miembro del Institut d’Estudis Catalans, y fue primer presidente de la Societat catalana de comunicació. Desde 2008 preside la Asociación Española de Investigación de la Comunicación (AE-IC). Es miembro de consejos de editoriales de numerosas revistas internacionales, entre ellas European Journal of communication, Zer (Bilbao), Revista latinoamericana de ciencias de la comunicación (ALAIC), Signo y pensamiento (Bogotá), Telos (Telefónica), Intercom (Brasil). Otero Bello, Edison. Teorias de la comunicaciòn. 2. ed. Buenos Aires, Editorial Universitaria, 2004. UPS 32-C-3658 Este texto expone el tenor de las principales tendencias interpretativas en materia de comunicación y medios de comunicación, rastreando en sus bases intelectuales y reconstruyendo su desarrollo en el tiempo. Manejando las fuentes bibliográficas originales y, al mismo tiempo, poniendo a la vista el estado de los debates más recientes en el área, constituye un valioso libro de consulta sobre el tema para docentes y estudiantes en 10 disciplinas y profesiones relativas a las teorías de la comunicación, la sociología, la psicología, el periodismo y la publicidad. Los autores más relevantes, los libros más significativos, las discusiones más importantes están reunidos en este volumen, sumados a una extensa bibliografía especializada y plenamente actual. DEL AUTOR Edison Otero es filósofo y profesor de los programas de Magister en Docencia e Investigación Universitaria y de Reforma Procesal Penal, así como de la carrera de Ciencias Políticas en la Universidad Central de Chile, institución de la que es también Vicerrector Académico. Es autor, entre otros, de los libros "Defensa del Oficio Intelectual" (1996), "Comunicación Social" (1999), "Diccionario de Comunicación" (2000), "Diccionario de Epistemología" (2001), y "Ensayos de Epistemología" (2002). http://www.buscalibre.com/teorias-de-la-comunicacion-edison-otero-universitaria/p/170yb8 8. Pira, Francesco - Femia, Matteo. Bruno Pizzul: una voce nazionale. Milano, Lupetti, 2012. UPS 32-B-2211 Con la prefazione di Riccardo Cucchi e testimonianze di Italo Cucci, Eleonora Giovio e Daniele Redaelli. Bruno Pizzul, è uno dei telecronisti più amati della tv italiana. Un uomo schivo che non ama palcoscenici e celebrazioni. Quella di Pizzul è una di quelle storie che sarebbe piaciuta ad Enzo Biagi. Perché è la vita di un italiano vero che da calciatore (ha marcato anche il grande Omar Sivori) prima, e da telecronista dopo, ha girato l’Italia e il mondo. Gli aneddoti, i grandi personaggi che ha conosciuto e incontrato, i suoi valori, un calcio bello da giocare e da raccontare oggi offuscato da terribili ombre e personaggi loschi. Bruno Pizzul ha narrato a milioni di italiani il calcio pulito come soltanto un grande professionista sa fare. E’ partito da Cormons, cittadina al confine con la Slovenia, ed è arrivato dove ogni buon giornalista sportivo sarebbe voluto arrivare. I suoi ricordi e i suoi scoop giornalistici, i dialoghi con Nicolò Carosio e la sua enorme passione: la Nazionale. Dalle punizioni al Liceo perché doveva correre a prendere il treno, alle gradite imitazioni in televisione, ed ancora all’amore per il vino. "Il segreto del canto risiede tra la vibrazione della voce di chi canta ed il battito del cuore di chi ascolta" diceva il poeta e scrittore libanese Gibran Khalil. È forse stata la straordinaria simbiosi che si è creata tra la cantilena familiare della voce di Bruno e l’udito, da essa rassicurato, di milioni di appassionati il segreto del successo popolare di Pizzul. Quasi fosse una forma d’arte, il suo timbro inconfondibile è entrato nell’immaginario di tutti, per decenni, facendone quasi uno di casa. Un abbraccio, quello con la sua voce, dato dal fatto che quella sonorità portava con sé quel garbo e quella saggezza, tipicamente friulani, che lo spettatore riconosceva immediatamente dal suo tono pacato ma competente. E accadeva mentre raccontava un rigore, un’azione, uno scontro di gioco. Nulla a che vedere con le telecronache urlate, frementi, schizofreniche di oggi, che descrivono un calcio talvolta ancora appassionante. Per precisa volontà degli autori, Francesco Pira e Matteo Femia, e di Bruno Pizzul, di concerto con l’editore tutti i diritti d’autore ricavati dalla vendita del libro saranno devoluti alla Fondazione Stefano Borgonovo. www.fondazionestefanoborgonovo.it In: http://www.faustolupettieditore.it/catalogo.asp?id=192. COMUNICAZIONE.enl Page 8 Rainie, Harrison - Weliman, Barry. Networked: the new social operating system. Cambridge, Massachusetts; London, MIT Press, 2012. UPS 32-C-3657 Daily life is connected life, its rhythms driven by endless email pings and responses, the chimes and beeps of continually arriving text messages, tweets and retweets, Facebook 11 updates, pictures and videos to post and discuss. Our perpetual connectedness gives us endless opportunities to be part of the give-and-take of networking. Some worry that this new environment makes us isolated and lonely. But in Networked, Lee Rainie and Barry Wellman show how the large, loosely knit social circles of networked individuals expand opportunities for learning, problem solving, decision making, and personal interaction. The new social operating system of “networked individualism” liberates us from the restrictions of tightly knit groups; it also requires us to develop networking skills and strategies, work on maintaining ties, and balance multiple overlapping networks. Rainie and Wellman outline the “triple revolution” that has brought on this transformation: the rise of social networking, the capacity of the Internet to empower individuals, and the always-on connectivity of mobile devices. Drawing on extensive evidence, they examine how the move to networked individualism has expanded personal relationships beyond households and neighborhoods; transformed work into less hierarchical, more team-driven enterprises; encouraged individuals to create and share content; and changed the way people obtain information. Rainie and Wellman guide us through the challenges and opportunities of living in the evolving world of networked individuals. Lee Rainie is Director of the Pew Research Center’s Internet & American Life Project and former managing editor of U.S. News and World Report. Barry Wellman is the S. D. Clark Professor of Sociology at the University of Toronto, where he directs NetLab. In: http://mitpress.mit.edu/books/networked. Sullivan, John L. Media audiences: effects, users, institutions, and power. Los Angeles ecc., Sage, 2013. UPS 32-C-3802 Whether we are watching TV, surfing the Internet, listening to our iPods, or reading a novel, we are all engaged with media as a member of an audience. Despite the widespread use of this term in our popular culture, the meaning of “audience” is complex, and it has undergone significant historical shifts as new forms of mediated communication have developed from print, telegraphy, and radio to film, television, and the Internet. Media Audiences explores the concept of media audiences from four broad perspectives: as “victims” of mass media, as market constructions and commodities, as users of media, and as producers and subcultures of mass media. The goal of the text is for students to be able to think critically about the role and status of media audiences in contemporary society, reflecting on their relative power in relation to institutional media producers. 1. History and Concept of the Audience PART I. AUDIENCES AS OBJECTS 2. Effects of Media Messages PART II. AUDIENCES AS INSTITUTIONAL CONSTRUCTIONS 3. Public Opinion and Audience Citizenship 4. Media Ratings and Target Marketing PART III. AUDIENCES AS ACTIVE USERS OF MEDIA 5. Uses and Gratifications 6. Interpreting and Decoding Mass Media Texts 7. Reception Contexts & Media Rituals PART IV. AUDIENCES AS PRODUCERS AND SUBCULTURES 8. Media Fandom and Audience Subcultures 9. Online, Interactive Audiences in a Digital Media World 10. Conclusion: Audience Agency in New Contexts John L. Sullivan is Associate Professor of Media & Communication at Muhlenberg College in Allentown, PA. He earned his B.A. in German and Media Studies from Pomona College and his M.A. and Ph.D. in Communication from the Annenberg School for Communication at the University of Pennsylvania. Dr. Sullivan’s research explores the links between media 12 industries and systems of social and economic power. More specifically, he focuses on audience constructions within media organizations, the implementation of U.S. media policies, and the political economy of cultural production. Recently, Dr. Sullivan has begun a longer-term project to study the political economy of free, open source software (F/OSS) movements. COMUNICAZIONE.enl Page 9 In: http://www.sagepub.com/booksProdDesc.nav?prodId=Book233337#tabview=title Libri acquistati da altre Facoltà dell’UPS, con dei contenuti dell’interesse della FSC: Deighton, Hilary J. Day in the Life of Ancient Rome. London, Bloomsbury Academic, 1992. Seminario di "Latinitas" 70.43-B-81 "A Day in the Life of Ancient Rome" sets out to answer some of the questions often posed by students, the general public, and even by teachers, about what it was actually like to live in Ancient Rome. Taking the framework of a typical day in the life of the city and its people, the book is divided into Morning, Afternoon and Evening, guiding the reader though the daily experiences of the people in ancient Rome. This book is ideal for teachers and school pupils of Classical Civilisation and provides a foundation for those looking at the culture of the ancient Romans. Hilary J. Deighton is the author of three books, A Day in the Life of Ancient Rome, A Day in the Life of Ancient Athens and Weather-god in Hittitie Anatolia. In: http://books.google.it/books?id=GxFmQgAACAAJ Deighton, Hilary J. A Day in the Life of Ancient Athens. London, Bristol Classical Press, 1995. Seminario di "Latinitas" 70.42-B-48 A Day in the Life of Ancient Athens sets out to answer some of the questions often posed by students, the general public, and even teachers, about what it was actually like to live in Ancient Athens. Taking the framework of a typical day in the life of the city and its people, this volume looks at the minutiae of everyday living. Much is known about the great achievements of Athens, but information about the ordinary round of life -- about food, furniture, and fashion, about make-up and laundry, children's games and the whole industry based on the favored masculine pastime of the dinner party -- is hard to find. This book draws together information from a wide range ofsources: from court cases to after-dinner stories, tragedy to comedy, painted pottery to gravestones, bringing the ordinary Athenian to life. In this volume, one can learn what was Plato's favorite food, the Ancient Greek cure for a hangover, what to use for baby food and the Greek version of aromatherapy. Linda Hennessy's illustrations, drawn from original source material, help the reader to enter the window of the unfamiliar but fascinating Ancient Athens. Hilary J. Deighton worked in educational publishing, journalism and PR, before teaching Classical Studies and History. She currently lecturers in Classical Civilization at Filton College, Bristol. In: http://books.google.it/books?id=fSUsAQAAMAAJ Edwards, Michael. The Attic orators. London, Bristol Classical Press, 1994. Seminario di "Latinitas" 70.36-B-200 The speeches of the Attic orators were mostly composed for delivery in the Athenian law-courts and assembly, and at other public meetings such as state funerals, in the late fifth and fourth centuries BC. They contain much information about, and valuable insights 13 into, the life, thought, and institutions of classical Athens, while at the same time being central evidence for the development of Athenian prose literature. This accessible book includes chapters on each of the ten Attic orators (Antiphon, Andocides, Lysias, Isocrates, Isaeus, Demosthenes, Aeschines, Lycurgus, Hyperides, Dinarchus) -- their lives, literary style and works -- as well as a survey of the origins of oratory in Greece. In: http://books.google.it/books?id=7bNfAAAAMAAJ 14