Lezione 7 - Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione
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Lezione 7 - Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione
Corso di laurea in Scienze dell‟Educazione A. A. 2011 / 2012 Istituzioni di Linguistica (M-Z) Dr. Giorgio Francesco Arcodia ([email protected]) 1. Le lingue d’Europa: lo spazio geolinguistico europeo Europa come appendice del continente asiatico: delimitata a nord dalle regioni artiche, a ovest dall‟oceano Atlantico, a sud dal mar Mediterraneo → i confini orientali dell‟Europa, convenzionalmente, sono fatti coincidere con i monti Urali e del Caucaso. “rilievi montuosi che non rappresentano, né furono mai, confini invalicabili e che, piuttosto, funzionarono da tramiti, anche se non sempre agevoli, tra Europa e Asia” (Banfi, E., 1993, La trama storica dell’Europa linguistica: dalla fine del I alla fine del II millennio, in Banfi, E. (a cura di), La formazione dell’Europa linguistica, Firenze, La Nuova Italia) “I confini geografici fra Europa e Asia, come avviene fra le nazioni, non coincidono con quelli linguistici e una volta di più si osserva come le catene montuose non siano barriere invalicabili: sui due versanti degli Urali troviamo infatti lingue appartenenti agli stessi raggruppamenti genetici o legate comunque da affinità tipologica. Il confine orientale non segno un‟interruzione, ma cade su una continuità garantita a nord dalle lingue uraliche e a sud dalle lingue altaiche” (Nocentini, A., 2002, L’Europa linguistica: profilo storico e tipologico, Firenze, Le Monnier) → la delimitazione del territorio europeo rispetto a quello asiatico deve tenere conto di aspetti socio-culturali e storico-politici →Alcuni propongono che anche l‟Armenia e la Georgia siano da considerarsi parte del territorio europeo (Hagège, Claude, 1992, La souffle de la langue. Voies et destins des parlers de l’Europe, Paris, Jacob) 1.1 Quadro linguistico dell’Europa contemporanea Caratteristiche essenziali dell‟Europa linguistica: (a) Grande frammentazione linguistica; più di sessanta lingue statutarie (riconosciute dalle Costituzioni dei singoli stati), oltre ad un numero non definibile di lingue non statutarie (b) Sostanziale omogeneità genealogica; la maggior parte delle lingue parlate nel territorio europeo appartengono alla famiglia indoeuropea, mentre la componente non indoeuropea è minoritaria (basco, lingue uraliche / ugrofinniche, maltese, turco, calmucco) → tuttavia, l‟Europa non è sempre stata “indoeuropea” (cf. 2) (c) La distribuzione dei gruppi linguistici in Europa era già definita attorno alla fine del I millennio dell‟èra volgare → fa eccezione la regione dell‟Europa sud-orientale (penisola balcanica) interessata dall‟espansione dell‟Impero Ottomano → in tempi più recenti, l‟Europa è stata (ed è tuttora) interessata da notevoli flussi immigratori, che hanno arricchito il “patrimonio linguistico” del continente 1.1.1 Europa indoeuropea ed Europa non indoeuropea Le lingue indoeuropee sono diffuse in un territorio che si estende tra Europa ed Asia. Gruppi linguistici estinti della famiglia indoeuropea: (1) Lingue anatoliche → diffuse nella Turchia asiatica (Anatolia), lingue quali l‟ittito, il lidio, il licio e il luvio; sostituite progressivamente dalla lingua e dalla cultura greche (gruppo estinto attorno al I sec. d.C.) (2) Lingue tocarie → parlate da una popolazione indoeuropea, nel territorio dell‟attuale Xinjiang (Cina occidentale); due varietà, denominate convenzionalmente “tocario A” e “tocario B” → lingue indoeuropee più orientali, sopraffatte da lingue turciche e cinesi (ca. VIII sec. d. C.) Gruppi linguistici maggiori: (3) Lingue romanze (o neolatine) → sistemi linguistici derivati dal latino, una lingua italica occidentale; le lingue romanze statutarie sono portoghese, gallego, spagnolo (o castigliano), catalano, francese, italiano, romeno; esempi di lingue romanze non statutarie sono l‟aragonese, l‟occitano (o provenzale), il còrso, il giudeo-spagnolo, etc. → il romeno e le sue varietà sono gli unici rappresentanti della antica latinità balcanica → distinzione importante tra ambiente romanzo occidentale (spagnolo, portoghese, francese) e orientale (italiano, romeno); la linea di separazione convenzionale tra i due gruppi è la Rimini – La Spezia (o, meglio, Senigallia – Massa) N.B.: lingue italiche = lingue indoeuropee dell‟Italia antica (latino, osco-umbro, messapico, etc.) (4) Lingue germaniche → articolate in tre sottogruppi principali; lingue germaniche occidentali (inglese, tedesco, nederlandese…), settentrionali (danese, svedese, norvegese…) e orientali (gotico, vandalo, burgundo) → il ramo orientale è estinto, le lingue germaniche orientali non sono sopravvissute → all‟interno del ramo occidentale vi è una importante distinzione tra dialetti alto-tedeschi (tra cui il tedesco standard) e basso-tedeschi (5) Lingue slave → articolate nei sottogruppi occidentale (ceco, polacco…), orientale (russo, ucraino…) e meridionale (sloveno, serbo e croato, bulgaro…) → la lingua di cultura che è stata comune a tutti i popoli slavi ortodossi è l‟antico slavo ecclesiastico (o paleoslavo), veicolo dell‟evangelizzazione dei popoli slavi dalla seconda metà del IX secolo d.C. → la lingua slava con più locutori e diffusa sul territorio più ampio è il russo (143 milioni di parlanti, più 110 milioni di persone che parlano il russo come seconda lingua) (dati da Lewis, M. P., 2009, Ethnologue: Languages of the World (16° edizione), Dallas, SIL International) Gruppi linguistici “minori”: (6) Lingue baltiche → lingue nazionali delle repubbliche baltiche Lettonia e Lituania, attestate a partire dal XVI secolo → una importante lingua baltica era il prussiano antico, parlato nei territori prussiani fino al XVIII secolo e sostituita dal tedesco (7) Lingue celtiche → articolate nei sottogruppi del celtico continentale (gallico, celtiberico, galatico…) e del celtico insulare (irlandese, scozzese, gallese); il gruppo insulare è ulteriormente diviso nei rami goidelico / gaelico (irlandese, scozzese…) e brittonico / britannico (gallese, bretone) → le lingue celtiche continentali erano parlate nel territorio europeo (Francia, Germania meridionale, Austria, Italia settentrionale, Spagna) e nell‟Anatolia centrale (attuale Turchia), all‟altezza del I millennio a. C.; nei primi secoli della nostra èra si sono estinte → l‟unica varietà celtica che è prima lingua di un paese è l‟irlandese nella Repubblica d‟Irlanda (accanto all‟inglese); lo scozzese è parlato da circa 66.000 persone, mentre il gallese ha 530.000 locutori (ma solo una piccola parte di essi è monolingue); il bretone (parlato in Francia) ha circa mezzo milione di locutori, ma gode di scarso prestigio (dati da Lewis, M. P., 2009, Ethnologue: Languages of the World (16° edizione), Dallas, SIL International) Lingue indoeuropee isolate: (8) Neogreco → “figlio „unico‟ di una tradizione linguistica indeuropea che risulta essere la più antica, per documentazione, tra quelle presenti in Europa” (Banfi, E. & Grandi, N., 2003, Lingue d’Europa, Roma, Carocci) → la forma popolare (dimotikì) del neogreco è caratterizzata da numerosi prestiti di origine turca e romanza Ess.: sokáki „vicolo‟ < turco sokak, deftéri „quaderno‟ < turco defter; suffisso veneziano –áda (liakáda „sole cocente‟, prasináda „verde intenso‟) → dialetti neogreci sono parlati anche nell‟Italia meridionale, nel Salento e nell‟Aspromonte (9) Albanese → lingua con notevoli influssi greci, latini, romanzi, slavi e turchi; l‟albanese è distinto in due varietà il ghego (settentrionale) e il tosco (meridionale), su cui si basa la lingua standardì; varietà di albanese sono parlate anche nell‟Italia meridionale (comunità arbrësh) e dagli albanesi emigrati in Europa, Stati Uniti, Australia, etc. → cf. shkollë „scuola‟ < veneziano scola, dyfek „fucile‟ < turco tüfek (10) Armeno → la varietà orientale è lingua ufficiale della Repubblica d‟Armenia, ha molte caratteristiche in comune con turco, farsi (persiano moderno) e lingue caucasiche meridionali, come la mancanza di distinzione di genere; a causa dell‟elevato numero di prestiti lessicali ricevuti dalle lingue con cui era in contatto, una parte significativa del lessico armeno è costituita di elementi non-indoeuropei (Dum-Tragut, J., 2009, Armenian, Amsterdam-Philadelphia, John Benjamins) Gruppi linguistici non-indoeuropei d‟Europa: (11) Basco: lingua isolata, parlata in una regione compresa tra Spagna e Francia, isola linguistica all‟interno di un‟area interamente romanza → lingua di più antico insediamento dell‟Europa occidentale, parlata nella regione dei Pirenei settentrionali prima dell‟indoeuropeizzazione d‟Europa (cf. 2) → il basco ha un futuro incerto: ha un numero di parlanti molto ridotto, è frammentato sia dal punto di vista linguistico che geografico (confine franco-spagnolo) ed è sottoposto alla pressione del francese e dello spagnolo (12) Lingue uraliche → divise in due principali gruppi, lingue ugro-finniche (ungherese, finnico, estone…) e samoiede (ostiaco, nenets…) ; diffuse su un territorio vastissimo, dalla Norvegia settentrionale (regione del Finnmark) fino al fiume Jenisej, in Siberia → la continuità territoriale delle lingue uraliche è molto bassa, e spesso le popolazioni uraliche vivono in regioni abitante da una maggioranza parlante lingue diverse (mordvini in aree russofone, Sami in Norvegia, etc.) (13) Lingue mongole → gruppo linguistico considerato (non unanimemente!!) parte di una (macro-)famiglia altaica, che comprenderebbe anche le lingue turche; la lingua più importante del gruppo è il mongolo (della Repubblica di Mongolia), l‟unica lingua presente sul territorio europeo è il calmucco, parlato nella Repubblica di Calmucchia (Federazione Russa; ca. 140.000 locutori) → i calmucchi sono l‟unica popolazione in Europa di religione buddhista (lamaista); il tibetano classico è la lingua religiosa e in calmucco sono presenti numerosi prestiti da tale lingua (e dal sanscrito), come degtr „libro‟ (< tib. class. deγ-thér) (14) Lingue turche: famiglia composta da una trentina di lingue, diffuse dai balcani fino all‟Asia centrale, con una certa continuità territoriale; i rami della famiglia rappresentati in Europa (o, meglio, tra Asia ed Europa) sono quello occidentale (baschiro, tataro…) e quello meridionale (turco di Turchia o ottomano, azeri…) → la distribuzione delle lingue turche è il risultato del nomadismo che caratterizzava le genti turche, originarie dell‟Asia centrale (regione dell‟Altai) → in inglese (così come in altre lingue) sono disponibili termini diversi per indicare le „lingue turche‟ (Turkic) e la lingua turca di Turchia (Turkish), mentre in italiano no e, pertanto, si usa la dizione “turco di Turchia” per indicare la lingua standard della Repubblica di Turchia → le lingue turche sono caratterizzate da una forte omogeneità (con l‟eccezione del ciuvascio), che ne rende difficile la classificazione; ad esempio, la parola per „testa‟ è <baş> nel turco di Turchia, ma anche in gaugaso, azeri, turkmeno, tataro (di Kazan), baschiro, nogài, kazako, kirghiso, uigurico, etc. → dall‟Europa alla Siberia orientale!! (Manzelli, G., 1993, Le lingue turche, in Banfi, E. (a cura di), La formazione dell’Europa linguistica, Firenze, La Nuova Italia) (15) Lingue semitiche → l‟unica lingua semitica parlata in un paese europeo è il maltese, lingua ufficiale di Malta; il maltese è l‟unica lingua semitica parlata in un paese a maggioranza cristiana e che è resa grafematicamente mediante l‟alfabeto latino → Malta è stata una terra di conquista per molti popoli (fenici, arabi, ostrogoti, normanni, inglesi, italiani); la lingua maltese conserva tracce di molte delle lingue di quei popoli; il 35-40% del lessico maltese è costituito da elementi stranieri, soprattutto siculo-italiani (gvern, palazz, relazzjoni, istrutturi, muskolu, forn, furketta, serp…) (16) Lingue caucasiche → lingue parlate nell‟area montuosa tra Mar Nero e Mar Caspio, divise nei gruppi meridionale (o cartveliche), nord-occidentale e nord-orientale; l‟unica lingua caucasica (cartvelica) con un alfabeto proprio e lo statuto di lingua ufficiale di un paese indipendente è il georgiano (nella Repubblica di Georgia) → lingue tipologicamente molto diverse da quelle dell‟Europa stricto sensu (Springfield Tomelleri, V., 2008, La “famiglia” delle lingue caucasiche, in Banfi, E. & Grandi, N. (a cura di), Le lingue extraeuropee: Africa e Asia, Roma, Carocci) Altri sistemi indoeuropei: (17) Lingue indo-iraniche → lingue indoeuropee parlate in Asia (Hindi, Urdu, Persiano, etc.); le uniche parlate indo-arie del continente europeo sono quelle degli zingari, dette lingue “romani”, originarie dell‟India nord-occidentale → probabilmente, solo il 20% dei rom padroneggia una varietà romani → nelle parlate degli zigane sono presenti numerosi elementi lessicali provenienti dalle lingue dei paesi di transito delle popolazioni zingare (drom „viaggio‟ < gr. drómos, méro „mare‟ < ted. Meer…) (Manzelli, G., 1993, Un caso a sé: le parlate degli zingari (le lingue indoiraniche d’Europa), in Banfi, E. (a cura di), La formazione dell’Europa linguistica, Firenze, La Nuova Italia) 2. Questioni tipologiche Ordine delle parole nelle lingue d‟Europa: SVO: lingue romanze; albanese; neogreco; lingue germaniche; lingue slave; lingue baltiche; bretone; finnico, estone; maltese SOV: lingue indo-arie (lingue degli zingari, pur in modo non uniforme); lingue ugro-finniche ad eccezione del finnico e dell‟estone; basco; lingue turche; calmucco. VSO: lingue celtiche (ad eccezione del bretone) → ordine dominante SVO → svedese, norvegese e danese: SVO, Pr, GN, AN → finnico ed estone: SVO, Po, GN, NA 2.1 Contatto linguistico in Europa “Si può in effetti supporre che i frequenti e massicci spostamenti di popoli ‒ o, in ottica linguistica, di ampi gruppi di parlanti ‒, indubbiamente agevolati dall‟assenza di barriere naturali davvero ostiche e invalicabili, abbiano creato le condizioni per una propagazione anche di tratti linguistici. (...) Se le lingue parlate in una specifica regione sviluppano tratti comuni per il fatto di essere geograficamente contigue, questa regione può essere definita un‟area linguistica” (Banfi, E. & Grandi, N., 2003, Lingue d’Europa, Roma, Carocci). “By linguistic area (also sometimes called Sprachbund, convergence area, diffusion area, adstratum, and affinité linguistique) is usually meant an area characterized by a number of linguistic features which are shared, due to diffusion, by a number of languages either unrelated or from different subgroups of the same family, in a geographically contiguous area” (Campbell, L., 1994, Grammar: Typological and Areal Issues, in Asher, R. E. & Simpson, J. M. Y. (eds.), The Encyclopedia of Language and Linguistics, Oxford, Pergamon) → Europa come „area di diffusione‟ (spread zone): area in cui le lingue tendono a diffondersi velocemente e rapidamente (assenza di barriere geofisiche invalicabili, rapporti continui tra i popoli) (Nichols, J., 1992, Linguistic Diversity in Space and Time, Chicago and London, The University of Chicago Press) Tratti comuni dovuti a: (1) parentela; (2) analogie di natura tipologica; (3) contatto tra i parlanti La nozione di „tipo areale‟ “the individual traits shared by members of a linguistic area cannot possibly be expected to be exclusive. However, the specific combination of a whole array of such traits might turn out to be a unique case in the world of language” (Stolz, T., 2002, No Sprachbund beyond this line! On the age-old discussion of how to define a linguistic area, in Ramat, P. & Stolz, T. (eds.), Mediterranean Languages, Bochum, Universitätsverlag Dr. Brockmeyer) 2.2 L’area linguistica di Carlo Magno (Standard Average European) Principali lingue interessate Famiglia indoeuropea: lingue germaniche (soprattutto occidentali), lingue romanze (soprattutto il francese e la varietà settentrionale dell'italiano), lingue slave, greco e albanese, lingue celtiche, lingue baltiche. Famiglia afroasiatica: maltese. Famiglia ugro-finnica: ungherese, finnico. Famiglia altaica: turco (di Turchia), calmucco. Lingue isolate: basco. 2.2.1 Alcuni tratti caratteristici Somiglianze lessicali: → Ruolo del greco antico e del latino, sia come fonte diretta di prestiti e come modello per calchi (pag. 2, 3 e 4). Cfr. Leopardi, Zibaldone, 1821: “da qualche tempo tutte le lingue colte d‟Europa hanno un buon numero di voci comuni [...] le stesse in tute le lingue colte, eccetto piccole modificazioni particolari, per lo più nella desinenza” → Ruolo del greco e del latino nell‟immissione nella varietà standard delle lingue europee, per la mediazione di linguaggi specialistici, di elementi „neoclassici‟ del tipo di filo‒, antropo‒, (‒)logo(‒), biblio‒, (‒)grafo(‒), bio‒, etc. che costituiscono una delle strategie più impiegate per la coniazione di neologismi. Ess.: gr. ant. ἄγγελος → lat. angelus → basco aingeru, ungh. angyal, etc. ἐπίζκοπος → lat. episcopus → basco apezpiku, ungh. püspök, etc. Greco antico ζσν-είδηζις lat. con-scientia got. miÞ-wissei fr. con-science ted. Ge-wissen ingl. con-science svd. sam-vete prestito calco evoluzione storica russo со-весть isl. sam-viska Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2011/ 2012 – [email protected] Greco antico θέαηρον lat. theatrum sp. teatro basco teatro fr. theatre rus. театр it. teatro ted. Theater malt. teatru calmucco teatr est. teater norv. teater sv. teater finn. teatteri lapp. teáhter prestito calco evoluzione storica 21 turco tiyatro Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2011/ 2012 – [email protected] Ordine dei costituenti maggiori della frase indipendente assertiva relativamente rigido: SVO It. Gianni beve il vino, ingl. Mark plays football, etc. → ted. Ich liebe dich „ti amo‟, der alte Mann kommt heute nach Hause „l‟uomo anziano viene oggi a casa‟ VERSUS vor zwei tagen habe ich mit ihm gesprochen „ho parlato con lui due giorni fa‟. → lingue celtiche tendenzialmente VSO (eccezione: bretone) → ungherese, basco, turco e calmucco SOV 22 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2011/ 2012 – [email protected] Uso di „avere‟ ed „essere‟ come ausiliari: it.: passato prossimo futuro anteriore fr. : passé composé plus-que-parfait Ieri ho camminato per tre ore Maria è arrivata in ritardo Ormai Luca sarà già arrivato Ils sont partis Nous avons ri Ils avaient pris leur décision ing.: present continuous She is watching television now present perfect They have met my parents past perfect I got to the stadium at 7.15, but the game had started at 7.30 → le lingue non indeuropee d‟Europa non hanno il verbo avere (tranne il basco) 23 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2011/ 2012 – [email protected] Presenza simultanea di articoli definiti ed indefiniti: Francese: ART. DEFINITO Maschile Femminile Singolare le (l’) la (l’) Plurale les ART. INDEFINITO Maschile Femminile un une des le héros, un garçon, l’étudiant, une fille, la boîte, des journaux, l’université, des femmes... Italiano: Singolare Plurale ART. DEFINITO Maschile Femminile il (l’) la (l’) i / gli le ART. INDEFINITO Maschile Femminile un / uno una (un’) dei / degli delle → le lingue slave non hanno articoli, il finnico e il turco non hanno articoli definiti, le lingue celtiche hanno solo l‟articolo definito (eccezione: il bretone, unica lingua continentale, ha anche un articolo indefinito) 24 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2011/ 2012 – [email protected] Carattere non pro-drop: Lingue pro-drop (dall‟inglese pronoun „pronome‟ e to drop „lasciar cadere‟) o „a soggetto nullo‟ tollerano l‟omissione del pronome personale in posizione di soggetto nella frase dichiarativa; nelle lingue non pro-drop, al contrario, la mancata espressione del soggetto produce frasi agrammaticali. ing. They eat an apple *Eat an apple fr. Ils mangent une pomme *Mangent une pomme vs. it. Essi mangiano una mela Mangiano una mela 25 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2011/ 2012 – [email protected] Paradigmi di caso fortemente semplificati e di tipo nominativo-accusativo: Italiano: pronomi tonici tu (nomin.), te (acc.), ti (dat.). → lingue slave: polacco 7 casi, russo 6, serbo-croato 7 → ungherese: oltre 20 casi (!!) → basco: sistema di caso ergativo-assolutivo 26 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2011/ 2012 – [email protected] 2.2.2 Argomenti a sostegno dell’ipotesi areale → Se i tratti comuni fossero stati ereditati dalla protolingua, essi dovrebbero essere ricostruibili; inoltre, essi dovrebbero essere diffusi in maniera omogenea (cfr. lingue baltiche e celtiche) → Se l‟occorrenza degli “europeismi” fosse dovuta all‟azione di tendenze tipologiche generali, dovremmo ritrovare la stessa combinazione di tratti in altre aree (→ caveat: la nostra conoscenza delle lingue del mondo è incompleta!!) → L‟interessamento di livelli quali lessico, morfologia e sintassi è indice di contatti sistematici e prolungati (evidenza storica) 27 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2011/ 2012 – [email protected] Ipotesi sui fattori che hanno portato alla convergenza areale: → ritenzione di caratteristiche proto-indoeuropee o influsso di lingue non indoeuropee (vasconiche): la maggior parte dei tratti SAE non sono attestati nelle lingue indoeuropee antiche e sono troppo recenti; il basco (unica lingua vasconica) non possiede la maggior parte dei tratti SAE → contatti avvenuti nella fase di transizione tra l‟epoca tardo-antica e l‟alto medioevo: plausibile per molti dei tratti SAE → l‟influsso del latino, lingua comune di cultura dell‟Europa medievale: a parte la negazione e i pronomi relativi, i tratti SAE non erano presenti in latino. (Haspelmath, M., 2001, The European linguistic area: Standard Average European, in Haspelmath, M. et al., Language Typology and Language Universals, Berlin – New York, Walter de Gruyter) 28