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Allegato: «All 1 PROTOCOLLO EMERGENZE
Dipartimento Prevenzione Medica
Azienda certificata
ISO 9001:2008
All. 1 alla delibera n. 514 del 30/12/2014
EMERGENZE DI SANITÀ PUBBLICA
Protocollo d’Intervento ASL di Cremona
REVISIONE ANNO 2014
ASL di Cremona ha valutato in più occasioni le necessità d’intervento derivanti da situazioni emergenziali
con l’intento di prevederle, prevenirle e gestirle. Alle emergenze ordinarie, bagaglio dell’attività quotidiana
(incidentalità nei luoghi di lavoro, allerte alimentari, focolai epidemici,..), si sono aggiunte emergenze
straordinarie, che hanno imposto una visione più unitaria delle azioni. All’usuale attività di previsione e
prevenzione attuata ordinariamente con gli interventi di vigilanza negli insediamenti produttivi, acquedotti,
industrie alimentari, industrie a rischio di incidente rilevante, ecc. e di monitoraggio delle malattie infettive
per la ricerca di cluster, si è quindi evidenziata la necessità di approntare procedure per il contenimento dei
rischi e dei danni derivanti da situazioni emergenziali straordinarie.
Per queste ultime: alle prime procedure, relative al rischio idrogeologico e ad eventi sismici, si sono
affiancati momenti di rielaborazione in particolare successivi al 2001. La cultura che è emersa all’interno
degli organi istituzionali deputati a far fronte alle emergenze, A.S.L. inclusa, ha di fatto privilegiato un
processo di coordinamento quale mai prima si era attuato e che ha coinvolto anche altri ambiti, quale le
industrie a rischio d’incidente rilevante, la pandemia influenzale, il rischio legato a trasporti di materiale
fissile, rieditando anche gli interventi di protezione civile. Dopo l’esperienza delle emergenze antrace e
SARS, in sede locale ed in particolare con il coordinamento dell’Ufficio del Governo della provincia di
Cremona, si è aperto un tavolo permanente che, nel rispetto delle competenze dei vari organi istituzionali, ha
dato unitarietà e rigore al processo d’intervento in emergenza, comprendendo in tale ampia definizione anche
i disastri naturali, più propriamente compito del Comitato Provinciale di Difesa Civile.
Il “Piano provinciale di difesa da attacchi terroristici di tipo biologico, chimico, radiologico e nucleare”,
stilato con il concorso di tutti gli Enti su input dell’Ufficio Territoriale del Governo, nell’ambito dei proprio
compiti istituzionali, e che è stato periodicamente oggetto di revisione, ha fatto da modello per ogni tipo di
emergenza assimilabile in quanto ad esiti per la popolazione e l’ambiente: analogo, nei vari piani specifici, è
quindi il dettaglio delle competenze degli attori, i flussi di attivazione ed informativi, i coordinamenti,
l’individuazione dei responsabili sanitario e tecnico dei soccorsi quali direttori della gestione operativa sul
campo.
Ultima esercitazione sul campo nell’ottobre 2013, con simulazione di evento sismico nel territorio cremasco.
CI02.00.01 rev.01 del 30/03/2010
1. LIVELLO DI RESPONSABILITÀ NELLE SITUAZIONI EMERGENZIALI
La Direzione Sanitaria:
- Membro del C.C.S. (Centro Coordinamento Soccorsi)
- Istituisce l’Unità di Crisi Locale (UCL), ne indirizza le azioni e ne coordina le attività
- Gestisce i rapporti istituzionali, su delega della Direzione Generale ASL
- Coinvolge e coordina le strutture sanitarie territoriali, le farmacie, MMG e PLS, RSA, laboratori
- Cura i rapporti con il livello regionale
La Direzione del DPM:
- coadiuva o, su delega, sostituisce il Direttore Sanitario nel C.C.S.
- cura l’adozione di direttive, linee-guida
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-
definisce le necessità di intervento relativamente a personale e mezzi, assumendone la gestione
diretta
è responsabile delle comunicazioni con il Direttore Sanitario
si avvale dei responsabili dei Servizi e dei Direttori di Distretto per l’attuazione delle risposte
all’emergenza quando queste riguardino ampie porzioni del territorio
2. PROCEDURA GENERALE DI INTERVENTO OPERATIVO DA PARTE DEL PERSONALE
AFFERENTE AL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE MEDICO
Il Dipartimento di Prevenzione Medico dell’ASL ha verificato, nel corso dei numerosi incontri effettuati in
questi anni al proprio interno ed al Tavolo della Prefettura, che la corretta e tempestiva gestione delle
emergenze, di qualsiasi natura ed origine esse siano, è subordinato, prioritariamente, non solo alla
disponibilità di mezzi e attrezzature (che peraltro sono reperibili presso le varie istituzioni) o di protocolli
(pure esistenti all’interno di ogni ambito), quanto al coordinamento e ad una rigida catena di comando.
Denominatori comuni alle varie procedure sono 3 flussi di attivazione:
A) attivazione dell’ASL in emergenze senza allarme (emergenze ordinarie: incidentalità nei luoghi di
lavoro, allerte alimentari, intossicazioni da CO,..)
L’istituto della Guardia Igienica permanente (GI) assicura l’intervento di personale tecnico e/o sanitario
dell’ASL a tutela della salute della collettività 24 ore al giorno per tutti i giorni dell’anno. Al di fuori
dell’orario di servizio tale istituto viene denominato Pronta Disponibilità (PD).
L’orario di servizio è stabilito dall’Azienda nel periodo dalle 8 alle 17 nei giorni feriali (da lunedì a
venerdì).
L’attivazione della GI avviene:
1)
in orario di servizio (da lunedì a venerdì dalle ore 08:00 alle ore 17:00):
Centralino ASL - tel. 0372/4971
2)
fuori orario di servizio (PD):
Centralino Azienda Ospedaliera “Ospedale Maggiore di Crema” - tel. 0373/2801
Orario di servizio
Centralino ASL
Servizio ASL
Cittadini
Istituzioni
(senza
allarme)
Centralino ospedale di
Crema
Tecnici
reperibili
Medico
reperibile
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Fuori orario di
servizio
Per la descrizione particolareggiata vedi il “Protocollo pronta disponibilità”.
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B) In caso di emergenze con allarme nell’ambito della Difesa Civile o Protezione Civile
(emergenze straordinarie: rischio idrogeologico, eventi terroristici,..) i relativi piani provinciali
prevedono, quale denominatore comune, il seguente flusso di attivazione:
Istituzione che rileva l’allarme
115
Enti coinvolti
Tale flusso, presente in tutti i Piani di Emergenza e concordato sin dal 2002 con tutti gli Enti (Prefettura,
Sindaci, Amministrazione Provinciale, VV.F., Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale, ARPA,
AREU, Protezione Civile) sfocia nell’attivazione del Centro di Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) presso la
Prefettura. In questa sede si dà avvio all’attuazione del Piano d’intervento.
In questi casi è prevista l’attivazione diretta, da parte degli enti istituzionali, non della Guardia Igienica
Permanente, ma direttamente del Direttore Sanitario e del Direttore Dipartimento di Prevenzione Medico
Emergenze con allarme
Direttore Sanitario
Direttore DPM
Il Direttore Sanitario / Direttore del Dipartimento di Prevenzione Medico prende immediatamente
contatti con il livello regionale.
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Il Direttore Sanitario, in relazione a situazioni emergenziali complesse, dispone l’immediata istituzione
dell’Unità di Crisi Locale ASL con individuazione dei servizi coinvolti nella gestione della risposta
all’allarme (elenco dei nominativi e n. di cellulare dei responsabili predisposto ed aggiornato è a disposizione
del Direttore Sanitario e del Direttore DPM per un’attivazione immediata) e ne coordina le attività.
All’interno del C.C.S. vengono prese tutte le decisioni operative.
La tipologia di allarme condiziona i passi successivi:
invio di personale al Centro Operativo Medico (COM) (è sempre a disposizione in ASL un’auto per le
emergenze, già dotata di 4 set completi di dispositivi di protezione individuale, oltre a materiale per prelievi).
- coinvolgimento MMG e PLS
- coinvolgimento strutture sanitarie, socio-sanitarie e ambulatoriali private.
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C) In caso di emergenze con allarme prevalentemente sanitario (emergenze straordinarie: pandemie,
focolai epidemici, emergenze stagionali,..): il Direttore Sanitario, coadiuvato dal Direttore DPM:
- dispone l’immediata istituzione dell’UCL ASL, se necessario, e ne coordina le attività
- allerta le istituzioni coinvolte nella risposta all’emergenza e ne coordina le attività
- coinvolge MMG e PLS, strutture sanitarie, socio-sanitarie e ambulatoriali pubbliche e private
- gestisce i rapporti con il livello regionale
- gestisce la comunicazione
In quest’ambito sono state stilate specifiche procedure:
“Linee Guida per la gestione di focolai di influenza aviaria”, di concerto con il Dipartimento di
Prevenzione Veterinaria.
“Piano Locale di preparazione ad una Pandemia influenzale (PPL) dell’ASL della provincia di Cremona”
Le procedure con allarme sono state oggetto di specifici corsi di formazione ed addestramento.
3. PROCEDURE INTEGRATE PREVISTE DAI PIANI PROVINCIALI DI EMERGENZA
I vari piani stilati prevedono le seguenti fasi comuni:
1^ fase: allarme ed emergenza
Pronto intervento: chi rileva l’allarme deve darne la prima comunicazione ai Vigili del Fuoco che:
a) mettono in atto le azioni urgenti di messa in sicurezza e delimitazione delle zone di pericolo (rossa,
gialla, verde) con il concorso delle forze dell’ordine
b) coinvolgono le forze dell’ordine per il blocco del traffico e degli accessi
c) coinvolgono l’AREU per la gestione dei soccorsi sanitari immediati, l’attivazione delle unità
operative ospedaliere e la costituzione del posto medico avanzato
d) attivano tutti gli Enti coinvolti nella risposta immediata ed il Prefetto, che procederà alla
convocazione del C.C.S.
2^ fase: entro 60 minuti dall’allerta
a) AREU: attivazione dei Piani ospedalieri per le maxi-emergenze
b) ASL: coordinamento degli interventi delle unità d’offerta sanitaria territoriali (strutture sanitarie
private, ambulatori, RSA, MMG e PLS, continuità assistenziale); allerta dell’unità di intervento su
mezzo di emergenza (medico e 2 tecnici della prevenzione) per l’invio a C.O.M.
c) Prefettura: avviso di convocazione del C.C.S.
3^ fase: ore successive all’evento
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a) C.C.S.: valutazione dei rischi e definizione degli interventi per la limitazione del danno. L’ASL
attuerà la procedura sopradescritta, con il coinvolgimento di tutti i servizi interessati, per
l’effettuazione di controlli e prelievi di matrici, proposte di ordinanze e provvedimenti cautelativi,
coordinamento del comparto sanitario.
Tutti Piani di emergenza provinciali contemplano un elenco degli impianti critici o sensibili, secretato per
ragioni di sicurezza e disponibili solo ai membri del C.C.S.
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Per quanto attiene i raccordi tra l’ASL e le due Aziende Ospedaliere del territorio, dotate di propri piani
d’emergenza, esse sono dettagliate all’interno dei Piani Provinciali e constano di:
1. individuazione e monitoraggio, nell’ambito della rete di prevenzione e profilassi delle malattie
infettive, di eventi collegabili a cluster (di concerto con i MMG/PLS);
2. collegamento all’interno del C.C.S. in merito all’emergenza di ricovero (attivazione da parte
dell’A.S.L. delle strutture private accreditate, in analogia col piano per le emergenze stagionali);
3. comunicazioni con il Laboratorio di Prevenzione per interventi di competenza;
4. valutazione di rischi evolutivi e monitoraggio sanitario (di concerto anche con MMG/PLS).
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Le attività di cui al punto 1) sono attuate come prevenzione nel corso di tutto l’anno. Quelle di cui ai punti 2)
e 3) vengono gestite nell’ambito del C.C.S. dal Direttore Sanitario/Direttore del Dipartimento di Prevenzione
Medico e dal responsabile dell’AREU (responsabile sanitario dei soccorsi); per il punto 4) ci si avvale anche
della collaborazione con A.R.P.A.
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