Dal lavoro al pensionamento PERSONAGGI DEL PASSATO

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Dal lavoro al pensionamento PERSONAGGI DEL PASSATO
COP 4/10
24-03-2010
8:20
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Esperienza
n. 4/2010 Anno 60° - Poste Italiane S.P.A. - spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma1,
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Mensile di attualità, cultura e informazione
PREVIDENZA: Dal lavoro
al pensionamento
PERSONAGGI DEL PASSATO: Cavour
I GRANDI FIUMI: Il Tamigi
UOMINI E AZIENDE: Corsi SpA
L’INTERVISTA: Leonardo Chelazzi
GIOIELLI D’ITALIA: Castel
Sant’Angelo
II COP 5‰
25-03-2010
15:44
Pagina II
IL TUO CINQUE PER MILLE:
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Sommario 4_10
25-03-2010
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DIRETTORE RESPONSABILE
Franco Panzolini
CONSULENTE EDITORIALE Raffaello Uboldi
SERVIZI Martine O. Belhadi (Personaggi del
passato), Paola Giovetti, Elena Grazini, Ettore Nuara (Lo sport), Riccardo Tucci jr, Raffaello Uboldi, Nora Villa (Made in Italy).
AFFARI SOCIALI Franco Panzolini (Previdenza), Marco Curri (Fisco), Mauro Masini
(Giustizia), Lotario Paladini (Noi e gli altri),
Igor Uboldi (Economia).
OPINIONI Franco Panzolini (Editoriale), Riccardo Tucci (L’angolo del Presidente), Igor
Uboldi (Visti da fuori), Maria Venturi (Vizi e
virtù).
R UBRICHE Fabio Bonacina (Francobolli),
Carlo Pieracci (Scienza), Raffaele C. Costa
(Monete), Il Cruscante (Non dite ma dite),
Wolfi Ferrero (Cultura), Mamma Giovanna
(Cucina), Terenzio Grazini (Posta Condominiale), Iolanda Proietti (Civiltà della Tavola),
Gianna Vannucchi (Collezionismo), Clemy
(Ambiente (e scoperte) - Animali), Carlo
D’Onofrio (Piante e non solo), Giuliana Valci (Oroscopo).
HANNO COLLABORATO Roberto Antognozzi,
Dedy Ferrari Clerici, Giulio Conter, Alberto
U. Rogi, Raimondo Tassini, Maria Luisa Urbano.
GRAFICA Annalisa Gatti
IMPAGINAZIONE Roberta Greco
SEGRETERIA DI REDAZIONE Elena Buccini
EDITORE A.N.L.A.
Associazione Nazionale Seniores d’Azienda
Via Monte delle Gioie, 13 - 00199 Roma
Tel. 06/86321128 r.a.
Fax 06/86322076
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FOTOLITO G.S.A. s.r.l. - 00040 Ariccia (Rm)
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AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE ROMA
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RESPONSABILE DELLE ATTIVITÀ EDITORIALI
Terenzio Grazini
ABBONAMENTI - Annuo euro 20,00 (estero
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mezzo di c/c postale n. 77884005 intestato a: Anla, Via Monte delle Gioie, 13 00199 Roma. Iva assolta dall’Editore ai
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Finito di stampare il 30-03-2010
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Editori Giornali
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Iscritta al n. 22 del registro delle
Associazioni di Promozione Sociale
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PRESIDENTE NAZIONALE Riccardo Tucci
COMITATO ESECUTIVO Alberto Urbinati, Lorenzo Cafferati, Vincenzo D’Angelo, Marcello Lamioni, Teresa Spampanato, Gino
Toffoli, Terenzio Grazini, Lotario Paladini,
Franco Panzolini.
SOMMARIO
OPINIONI
Editoriale – Storie di ordinaria corruzione .................................................................. 5
Vizi e virtù – Quelli che non dicono mai “non so” ...................................................... 6
Visti da fuori – Usa e Cina ai ferri corti....................................................................... 7
Primo piano – La popolazione italiana nell’esame dell’Istat ................................... 8-9
AFFARI SOCIALI
Dai lettori ...............................................................................................................10-12
Il fatto • Nel sud dell’Uzbekistan trovata la fortezza di Alessandro Magno
• Non dite… ma dite… • Anche il carcere aiuta a scrivere
Previdenza - Dal lavoro al pensionamento .......................................................... 14-17
Legale - Istituti di pagamento, una novità nel credito ............................................... 18
Sanità - La salute del clandestino .............................................................................. 19
Economia - “Avatar” perde l’Oscar ma vince a Wall Street ...................................... 20
VIAGGI
Gioielli d’Italia – Castel Sant’Angelo ................................................................. 22-23
I grandi fiumi – Il Tamigi..................................................................................... 24-25
L’ITALIA CHE LAVORA
Uomini e Aziende - Corsi SpA ............................................................................. 26-29
NOTIZIE ANLA................................................................................................. 30-36
Circolo Anziani del Lavoro Electrolux Zanussi, Gruppo Anziani Fata,
Gruppo Lavoratori Seniores Riello Legnago, Gruppo Seniores Telecom
Italia, Gruppo Wärstilä, Lovato Electric SpA, Seniores Palazzetti.
Anla Toscana. Lettere, arte, storia e via via. Le nostre Sedi.
Rinnovo cariche e organizzazione.
Made in Italy - Cala il turismo fuorché quello religioso ........................................... 39
STORIE
L’intervista - Leonardo Chelazzi ......................................................................... 40-41
Personaggi del passato - Camillo Benso, conte di Cavour .................................. 42-43
Italia per bene - La cera, arte antica rivalutata nel presente ..................................... 44
ATTUALITÀ
Scienza e tecnica - I “geoneutrini” per studiare la Terra ........................................... 45
Sport - Dopo Vancouver 2010 .............................................................................. 48-49
Al calcio italiano conviene tifare Inter …………………. .................................... 50-51
Cultura - Come scoprire i tesori dei Ducati di Parma e Piacenza ........................ 52-54
Il libro del mese - Le grandi Mostre
ESPERIENZA FAMIGLIA
Consigli per la casa ................................................................................................... 55
Medicina – Il versamento pleurico ............................................................................ 56
Posta condominiale.................................................................................................... 57
Monete – Quando i Signori erano anche falsari ......................................................... 58
Francobolli – La fine dei dentelli?............................................................................. 59
Computer – Superare le barriere grazie al Web......................................................... 60
Collezionismo – Per aziende e banche un addio all’arte ........................................... 61
Civiltà della tavola – Troppo cibo finisce nei rifiuti ............................................ 62-63
Storia e tradizioni del poliedrico mondo del vino (3)............................................. 63
I vitigni del territorio e della cultura enoica nazionale
Sangiovese e varietà bianche (seconda parte)
Cuciniere – Ricette per un anno, di mamma Giovanna ............................................. 64
Piante – Anche gli animali hanno un’anima?............................................................. 65
Auto – Dai numeri alle stelle ...................................................................................... 65
Oroscopo ................................................................................................................... 66
Abb. mondadori 2010
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EDITORIALE
25-03-2010
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OPINIONI
EDITORIALE
di Franco Panzolini
STORIE DI ORDINARIA
CORRUZIONE
N
vata e i reati connessi, misure sulla “Da Corot a Monet – La natura protagoresponsabilità del- nista”, è il titolo della grande mostra al
le imprese, agen- Complesso del Vittoriano a Roma. Da
qui la copertina di questo numero di
zie specializzate Esperienza col quadro-capolavoro di Alnella lotta alla cor- fred Sisley: “Sentiero da By al Bois des
ruzione, controllo Roches-Courtaut” (v. anche il servizio a
e protezione di te- pag. 53). Un omaggio alla natura fatto
di colori aerei, leggeri, quasi un preanstimoni e collabo- nuncio di primavera
ratori di giustizia;
quella civile definisce in modo più
ampio la corruzione, prevede il risarcimento dei danni derivanti dalla corruzione e sanziona con la nullità i contratti
che ne sono il frutto. Alcuni dei più importanti contenuti
delle due Convenzioni sono stati ripresi con la direttivaquadro Cee del 2003: la “comunitaria” 2008 ha fissato i
criteri dettagliati per recepirla, ma la delega non è stata
esercitata né da Prodi né da Berlusconi. C’è quindi da constatare che, purtroppo, l’inerzia bipartisan dei nostri Governi non ha permesso alla società italiana di liberarsi dalla
“ordinaria” corruzione, se non altro perché mai considerata una “emergenza”, né un reato di “grave allarme sociale”.
Se si ritarda ancora la cura, il rischio che corre la società è
l’indifferenza, anzi, ancor peggio, percepire i fatti come
“normali”: è il decadimento della morale ovvero, che è lo
stesso, della morale fai-da-te. Per la maggioranza dei cittadini non c’è più una regola morale oggettiva, chi commette la corruzione, grande o piccola, se non viene “beccato”,
si assolve con il solito ipocrita interrogativo “che male c’è?
La gente poi sta perdendo il sano concetto della morale individuale: per arricchirsi, per godersi la vita, per non avere
preoccupazioni di sorta non ci sono più limiti di religione,
di famiglia, di amicizia, di tradizioni, ecc., quello che conta è “avere” e perciò scambiare favori contro denaro, per
chi lo può e se lo ritiene necessario, va benissimo. E non si
mettano altre scuse, come quelle delle idee o della politica,
se corruzione è, è marciume sia della persona che la commette che di quella che la induce.
Nell’attesa della nuova raffica di avvisi di garanzia contro
personalità coinvolte in inchieste sulla corruzione, da attenderci perché queste inchieste sono come gli esami che non
finiscono mai, passate le polemiche pre-post elezioni regionali, è auspicabile che Governo e partiti di entrambi gli
schieramenti non perdano ulteriore tempo prezioso e si
mettano all’opera per varare le riforme che tutti i cittadini
auspicano: sono queste l’unico e vero “vaccino” contro il
virus della corruzione.
on sono bastate le grandi inchieste, succedutesi ai fatti di Tangentopoli e che hanno
riempito le cronache della seconda Repubblica (ammesso che sia nata), come peraltro
è stato per la prima (ammesso che sia passata), a scardinare la corruzione dalla vita pubblica italiana.
Nell’Italia di oggi per chi non si è ancora arreso la corruzione sembra il tumore maligno nella fase avanzata della
metastasi, con la sola differenza che nell’organismo umano potrebbe portare alla morte, in quello sociale certamente alla diffusione dell’ingiustizia a qualsiasi livello: nel
2009, ha riferito il procuratore generale della Corte dei
Conti, le denunce per fatti di corruzione sono cresciute del
229 per cento rispetto all’anno precedente.
Lo schema delle storie della corruzione, ormai divenuta
“ordinaria”, è sempre lo stesso: chi detiene un potere (pubblico o privato) lo usa a vantaggio di un soggetto esterno,
chiamiamolo “controparte”, ricevendone un corrispettivo.
E’ il solito connubio tra affari e politica, che non sempre
rende possibile individuare da che parte si trovino il corruttore e il corrotto, perché spesso si tratta di commistione
pubblico-privato, come nei casi dei servizi pubblici e della
sanità, che non fanno passar giorno senza registrare qua e
là episodi di malgoverno.
E’ questa oggi la più grave, e più urgente da risolvere,
“questione morale”. La corruzione non è solo appannaggio
dei politici o dei grossi affaristi, il suo processo di contaminazione dei rapporti sociali ha generato un nuovo fenomeno criminoso, la “mini-corruzione”: politici e funzionari di
enti o istituzioni locali coinvolti, piccoli i favori concessi,
banali o quasi le motivazioni, modeste le somme di denaro
corrisposte, è la corruzione che si trova nelle piccole cose
e a tutti i livelli.
Molto possono in favore della legalità le imprese. La Confindustria ha predisposto un “codice etico” per tutte le imprese, pubbliche e private, valido per l’intero territorio nazionale. Il fango è fango e con esso non si scherza perché
si finisce per esserne imbrattati: la cronaca ci informa che
gli imprenditori sono nel contempo vittime e rei della corruzione, ma se cominciano loro a fronteggiare seriamente
il fenomeno, si può sperare in un regresso della disonestà.
Va bene il disegno di legge presentato dal Governo per inasprire la lotta alla corruzione, meglio se vi fossero abbinate le due Convenzioni del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la repressione dei fatti corruttivi pubblici e privati,
firmate dall’Italia nel 1999 e non ancora ratificate: quella
in materia penale prevede, oltre all’obbligo degli Stati
membri di punire severamente la corruzione pubblica e pri-
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VIZI E VIRTù 6
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Pagina 6
OPINIONI
di Maria Venturi
VIZI E VIRTU’
QUELLI CHE NON DICONO MAI “NON SO”
A
ffrontare un problema non significa affatto
trovarne la soluzione o la via d’uscita.
Nessuna divergenza di natura politica,
etica o ideologica può appianarsi con una
rissa perché, alla fine, ciascuno resterà con le proprie
convinzioni. Il presunto colpevole di un omicidio non
verrà assolto o condannato in un processo mediatico
se neppure i giudici riescono a trovare, fra i tanti
indizi, una prova certa: sono considerazioni di
elementare buon senso che tutti, credo, condividono.
La sola eccezione è rappresentata dalla categoria,
sempre crescente, dei cosiddetti opinionisti televisivi
chiamati a esprimere il loro pensiero sugli argomenti
più disparati: fatti di cronaca, gossip, costume, rapporti di coppia, proposte di nuove leggi, disagio giovanile, droga, scuola, evasione fiscale…
Mi sono creata la nomea della snob perché, a volte
per reali impedimenti e altre volte accampando un
pretesto credibile, rifiuto da tempo gli inviti di alcuni
programmi di intrattenimento. La verità è che con il
trascorrere degli anni mi sento sempre più inadeguata al ruolo di opinionista. Come avviene nei periodi di
confusione e di insicurezza, la gente ha bisogno di verità, parole illuminanti, giudizi sicuri. In una parola,
di certezze. E la Tv gliele dà attraverso “esperti” che,
di fronte a qualunque tema si affronti, esibiscono
l’identica preparazione e l’identica assenza di dubbi.
Purtroppo io ho pochissime certezze e, non essendo
una tuttologa, potrei esprimermi solamente sui pochi
argomenti che, per lavoro o per esperienza personale,
conosco a fondo. Per il resto, dovrei onestamente ammettere di non essere preparata: ma i “non so” non
fanno audience.
Lo confesso: qualche volta, assistendo a questo o quel
dibattito, mi piacerebbe che alle “verità” strillate si alternasse una pausa di silenzio o qualche affermazione
dubbiosa. Il massimo sarebbe udire il leale “non so”
di cui sopra.
Per esempio: è opportuno abbassare la
maggiore età ai sedici anni? Se n’è dibattuto molto, con opinionisti spaccati in due:
assolutamente favorevoli o polemicamente
contrari.
Il risultato di queste spaccature è che anche
l’opinione pubblica si arrocca su due fronti
chiudendo la mente a ogni dubbio e ulteriori riflessioni.
Altro tema gettonatissimo: le escort meritano solidarietà e compassione, in quanto
“usate” come merce di scambio, oppure sono le allegre testimonial di disvalori quali
smania di visibilità, di successo facile, di
scorciatoie indecenti? Un parterre dei sette
o otto “soliti noti”, costretti a esprimersi in
tre minuti (in Tv il tempo è tiranno!), riesce
solo a confondere le idee, a spegnere l’autonomia di giudizio degli spettatori.
E’ all’assenza di “non so”, dal bombardamento di pseudo-certezze, dal frenetico accavallarsi di argomentazioni superficiali e
abbozzate che nascono l’incomunicabilità
e l’intolleranza della gente comune. Il Paese è sempre più radicalmente diviso in due
anche perché, come gli urlatori di verità rivelate, ha perduto la capacità di ascoltare le
ragioni degli altri e, talvolta, di mettere in
■
discussione le proprie.
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visti da fuori 7
24-03-2010
8:46
Pagina 7
OPINIONI
VISTI DA FUORI
USA E CINA AI FERRI CORTI
La diatriba riguarda soprattutto il rapporto dollaro-yuan
D
opo settimane di scambi sempre più irritati, è toccato al premier Wen Jiabao
fare il punto sulla situazione dei rapporti fra la Cina e gli Stati Uniti. Terzo per
importanza nella gerarchia del partito
comunista, ma primo nel declinare la politica economica di Pechino, Wen è in genere noto come uomo
tranquillo, quasi una figura paterna, tant’è che in Cina è soprannominato “il premier della gente”. E nella
conferenza stampa che ha chiuso la sessione annuale
del Parlamento cinese, Wen ha mantenuto i suoi toni
pacati, ma non per questo ha rinunciato a mandare
messaggi taglienti a Washington. Ha ribadito le proteste per l’incontro fra Obama e il Dalai Lama, e per la
vendita di armi a Taiwan, due gesti definiti addirittura come «violazioni della sovranità cinese», e ha ammonito che ora sta a Washington «riparare». Ma il
punto più aspro della conferenza è stato di carattere
economico, perché la Cina sente di doversi difendere
a spada tratta contro le recenti richieste giunte sia dagli Stati Uniti che dall’Europa per una rivalutazione
della sua moneta. Così Wen ha giocato d’anticipo e
non solo ha insistito che lo yuan non ha colpa degli
squilibri commerciali esistenti e quindi resterà dov’è
adesso, ma ha accusato gli altri di voler fare del protezionismo ai danni delle esportazioni cinesi: «Noi –
ha detto – siamo per il libero commercio e io penso
che svalutare la propria moneta per aumentare le
esportazioni, o fare pressioni su altri Paesi perché ri-
valutino la loro, siano azioni protezionistiche».
Dunque il capitolo economico promette di essere il
punto focale della diatriba continua fra Washington
e Pechino. Gli americani, che soffrono per un deficit commerciale di 225 miliardi nei confronti della
Cina, dipendono da Pechino anche perché circa 800
miliardi di dollari dei loro titoli del Tesoro sono in
mano cinese. Legate a doppio filo, le due potenze si
trovano in fasi economiche diverse: la Cina galoppa, gli Usa stanno uscendo con molta lentezza dalla crisi. E infatti Wen ha chiesto agli americani di
«intraprendere passi concreti per migliorare l’economia (e di conseguenza proteggere l’immenso investimento che il suo Paese ha in America)». Invece ha ignorato il recente appello di Obama che aveva proposto per lo yuan «un cambio più orientato
verso il mercato».
E’ in questa posizione particolarmente rigida di
Wen che va letto un ammonimento ai legislatori
americani: il prossimo 15 aprile difatti il Dipartimento del Tesoro deve presentare al Congresso il
suo rapporto sulle politiche monetarie mondiali.
Esiste il rischio che la Cina venga accusata di “manipolare” a proprio vantaggio i cambi, nel qual caso gli Stati Uniti potrebbero imporre nuovi dazi alle importazioni dalla Cina. Staremo a vedere. E’
certo comunque che la disputa continua, senza che
si possa intravedere la fine.
I.U.
Wen Jiabao
Barack Obama
7
primo piano 8-9
24-03-2010
8:49
Pagina 8
OPINIONI
di Lotario Paladini
PRIMO PIANO
D
a oltre 130 anni
l’Istat
pubblica
l’Annuario Statistico Italiano. Con esso
alla fine di ogni anno viene offerto un “ritratto completo e aggiornato del Paese,” utile
agli addetti ai lavori per i molti dati riportati, e per la chiara esposizione delle informazioni, di facile
consultazione per i non specialisti.
Le cifre e le notizie sulla popolazione residente nel nostro Paese sono una piccola parte del contenuto
dell’Annuario statistico. Cercheremo di esporre quelle ritenute di un
qualche interesse per i nostri lettori. Scontato che chi volesse approfondire questi argomenti o conoscerne di nuovi potrà sempre rife-
LA POPOLAZIONE ITALIANA
NELL’ESAME DELL’ISTAT
Siamo sempre a crescita zero.
Solo gli immigrati consentono un aumento dei residenti
rirsi all’Annuario Statistico Italiano 2009 sito Web www.istat.it.
Alla fine dell’anno 2008 la popolazione italiana per la prima volta
nella storia del Paese ha superato la
soglia dei 60 milioni. I residenti
erano infatti 60.045.068, circa
426.000 più del 2007. L’incremento è dovuto maggiormente al saldo
attivo del movimento migratorio (+
434.245 unità) che neutralizza l’effetto negativo del saldo naturale.
Con il 12 per cento dei circa 500
milioni di abitanti dell’Unione europea, l’Italia (60 milioni) rappresenta il quarto Paese per importanza demografica dopo Germania
(82,3 milioni), Francia (64,4 milioni) e Regno Unito (61,6 milioni).
Oltre un terzo della popolazione
italiana è concentrata in tre regioni:
Lombardia (16,2 per cento), Campania (9,7 per cento) e Lazio (9,4
per cento). Calabria e Basilicata sono le due regioni caratterizzate da
una diminuzione della popolazione
(le morti superano le nascite).
La vita media degli italiani è di 84
anni per le donne e di circa 79 per
gli uomini. I due valori pongono
l’Italia ai primi posti nella graduatoria dell’Unione Europea.
L’invecchiamento della popolazione di un Paese è misurato per lo più
con un indicatore detto “indice di
vecchiaia,” dato dal rapporto percentuale della popolazione in età
maggiore di 64 anni e quella con
meno di 15 anni.
Nell’Unione Europea (a 27 Paesi),
la Germania con l’indice di 146,4
per cento, ha sottratto all’Italia, rimasta intorno al 143 per cento, il
primato di nazione “più vecchia”,
mentre il valore medio dell’Unione
è di 108,6 per cento.
8
Il processo di invecchiamento della
popolazione italiana prosegue comunque a un ritmo costante, con
aumento numerico e in percentuale
degli ultra sessantacinquenni e dei
“grandi vecchi”, 80 anni e più. La
regione italiana “più anziana” è la
Liguria, più giovane la Calabria.
Trieste e Savona sono le province
con tasso di vecchiaia più elevato,
seguite a breve distanza da Ferrara,
Genova e La Spezia.
Il nostro Paese, senza l’immigrazione, permane in una condizione
di crescita zero, infatti i tassi di natalità e di mortalità si attestano su
livelli pari, rispettivamente 9,6 e
9,8 ogni mille abitanti. Nel contesto
europeo l’Italia insieme a Malta,
Austria e Germania, si colloca in
coda alla classifica UE per tasso di
natalità. I livelli di fecondità, 1,41
figli per donna, anche se in lieve
primo piano 8-9
24-03-2010
8:49
Pagina 9
L’incremento demografico della popolazione
italiana è da ascriversi prevalentemente
a un saldo migratorio positivo
crescita dopo il minimo storico di
1,19 figli toccato nel 1995, ci pone
molto in basso nella graduatoria
delle maggiori Nazioni dell’UE.
I matrimoni, dopo la ripresa dei primi anni del nuovo millennio, segnano una battuta d’arresto. Il matrimonio celebrato con rito religioso rimane ancora la scelta più diffusa fra le coppie, soprattutto al Sud.
L’Italia e l’Irlanda sono i Paesi europei con la minore incidenza di divorzi. Si divorzia meno che nel resto d’Europa, ma il fenomeno è in
crescita anche da noi.
L’incremento demografico della
popolazione italiana è da ascriversi
prevalentemente a un saldo migratorio positivo con l’estero. La popolazione residente straniera, più
che raddoppiata tra il 2001 e il
2008, al primo gennaio 2009 era
poco meno di quattro milioni e rap-
presentava il 6,5 per cento della popolazione totale. I cittadini stranieri in possesso di un valido permesso di soggiorno nel 2007 erano circa due milioni. Permessi rilasciati
in prevalenza nelle regioni del
Nord e del Centro-Nord.
Molto limitato è il numero di possessori della cittadinanza italiana,
circa 40.000, in buona parte ottenuto da richiesta di matrimonio con
cittadino italiano.
Più di un quinto degli stranieri proviene dall’Africa; un quarto da Paesi extracomunitari dell’Europa
Centro orientale; il 30 per cento da
Paesi dell’UE; il 7,4 per cento da
Paesi dell’America Latina, il 5 per
cento dall’Asia. Interessante poter
esaminare come le varie nazionalità di immigrati si siano dislocate
nelle diverse regioni e città italiane,
come approfondire la partecipazione degli stranieri al mercato del lavoro, ben due su tre risultano occupati.
Pur nei limiti dello spazio a disposizione, è doverosa una piccola riflessione sul cosiddetto “Indice di
dipendenza”, talvolta forse citato in
modo improprio. Viene calcolato
dal rapporto tra la popolazione residente in età non attiva (da 0 a 14
anni e da 65 e oltre) e la popolazione in età lavorativa (da 15 a 64 anni). Tale rapporto misura “il carico
9
sociale ed economico teorico sulla
popolazione attiva”. In parole povere quanto più aumentano gli anziani e i figli fino a 14 anni, tanto
maggiore sarà il carico economico
che dovrà sopportare la popolazione attiva”, cioè lavorativa. Quando
questo rapporto supera il 50 per
cento, si ha una situazione di disquilibrio generazionale. L’Italia
come molte nazioni dell’UE supera
la soglia con il 51,7 per cento dietro
la Francia (53,4 per cento) e la Svezia (52,2).
Nulla da ridire sulla definizione,
sui calcoli e sulle conclusioni del
citato indice di dipendenza; importante non accreditare le conseguenze negative dello squilibrio generazionale all’aumento della popolazione ultra 65enne, aumento che da
tutti i punti di vista è un fatto positivo. Anche sotto l’aspetto economico gli ultra sessantacinquenni
con la loro pensione, i loro risparmi, l’aiuto quotidiano prestato a figli e nipoti, senza valutare che molti continuano a lavorare fino a tarda
età, quindi ad arricchire il Paese,
non arrecano certamente uno squilibrio generazionale. Squilibrio che
invece provoca la diminuzione delle nascite, dovuta spesso a una
mancata politica familiare, oltre
che all’aborto e al cresciuto egoi■
smo della moderna società.
dai lettori 10-13
25-03-2010
15:50
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AFFARI SOCIALI
DAI LETTORI
▼ AGGREGATI SI’
AGGREGATI NO
Faccio parte attualmente
di un gruppo sportivo del
mio quartiere e organizzo
gite in pullman in “privato”, senza interessare le
Agenzie turistiche.
Secondo la legge le comitive devono essere composte di soli associati, in
quanto gli aggregati che
normalmente pagano qualcosa in più dell’effettivo
costo, costituiscono “attività commerciali” e quindi
in concorrenza con le
Agenzie turistiche.
Mi sono procurato la legge
che dovrebbe essere la n.
135 del 29 marzo 2001.
Infatti prevede che: “Le
associazioni senza scopo
di lucro, che operano per
finalità ricreative, culturali, religiose o sociali, sono
autorizzate ad esercitare le
attività di cui al comma 1
esclusivamente per i propri aderenti ed associati…”.
Quindi per essere in regola
si dovrebbe estendere il
tesseramento a tutti i partecipanti, formare una distinta firmata da un responsabile dell’Associazione indicata sul fronte
del pullman e in caso di richiesta ogni passeggero
presentare la tessera e un
documento di identità.
L’argomento
interessa
molte associazioni affiliate
all’Anla, perciò un approfondimento con una risposta su “Esperienza” potrebbe aiutare coloro che si
occupano di volontariato e
preposti a tali iniziative.
Fernando Piervitali
Brescia
IL FATTO
NEL SUD DELL’UZBEKISTAN
TROVATA LA FORTEZZA DI ALESSANDRO MAGNO
Una fortezza di Alessandro magno nel sud dell’Uzbekistan: è un nuovo tassello nel grandioso quadro dell’avanzata verso Oriente con cui il macedone
sbaragliò l’impero persiano e giunse ai confini dell’India. Esplorata da una missione uzbeco-tedesca guidata da Leonid Sverchkov
e Nikolaus Boroffka, la fortezza è ora fra i temi “forti” di una mostra in corso al Reiss-Engelhorn Museum di Mannheim: “Alessandro Magno e l’apertura al mondo”.
La località si chiama Kurganzol, nella regione di Surkhandarya, a nord del fiume
Amu Darya (antico Oxus) che divide l’Uzbekistan dall’Afghanistan: non lontanissima a settentrione è la più nota Samarcanda, che in epoca classica si chiamava Maracanda, ed era compresa nell’Impero persiano.
Sappiamo che Alessandro, muovendo nel 329 a.C. dalla vicina Bactriana per impadronirsi della Sogdiana (regioni “strategiche”, in quanto poste sul percorso di antichissime vie carovaniere), fece costruire oltre l’Oxus sei fortezze: Kurganzol è la prima ad essere ritrovata, e domina dall’alto un ampio panorama semidesertico. Ha avuto varie fasi di realizzazione: nel suo assetto definitivo presenta una cinta muraria a pianta circolare, con sei torri aggettanti; all’interno erano gli alloggi per la guarnigione e per i comandanti, e sono stati rimessi in luce soprattutto questi ultimi, addossati al circuito difensivo. Si tratta di una serie di cinque ambienti di varia grandezza e destinazione, fra cui spicca la stanza numero
quattro. Era un bagno: particolarmente ben conservata è una grande vasca di terracotta.
Sarebbe una forzatura dire che questo era il “bagno di Alessandro”; non è una forzatura,
invece, sottolineare che si tratta dell’unico impianto del genere, testimonianza di stili di vita “greci”, trovato per quest’epoca nell’Asia centrale.
R.T.jr
Occorre intenderci nell’uso del termine “aggregati”, nel senso che non
si dovrebbe mai parlare
di aggregato ad una manifestazione, ma socio
aggregato.
L’Anla ha previsto, con
circolare inviata a tutte le
associazioni “affiliate”, la
figura del “Socio aggregato del Gruppo Aziendale”, cioè della persona
che, pur non avendo i requisiti prescritti per la generalità dei soci, vuole
partecipare alle attività e
alle manifestazioni del
Gruppo stesso.
Il possesso della tessera Anla consente di partecipare
alle attività di qualsiasi
Gruppo ad essa aderente e,
pertanto, risponde agli obblighi fiscali e assicurativi
previsti dalla legge.
▼ TASSAZIONE
MOBILITA’
Sono un socio Anla ed un
fedele lettore di “Esperienza”.
Lavoro in un’Azienda
che, come tante in questo momento, sta attraversando un periodo di
crisi e prevede di ricorrere alla CIGS ed alla
Mobilità.
Dall’Inps ho rilevato che
l’importo dell’indennità
10
di mobilità per i primi 12
mesi è il 100 per cento
del trattamento di Cassa
integrazione straordinaria, per i periodi successivi è l’80 per cento del
predetto importo. Dall’importo lordo, nel primo anno, va detratto il
5,84 per cento.
La mia domanda è, l’importo che rimane, e che
l’Inps definisce netto, è
soggetto a tassazione?
L’eventuale contributo che
l’Azienda è disposta ad
erogare, in aggiunta all’indennità è soggetto a tassazione?
Oscar Tonini
Pistoia
dai lettori 10-13
24-03-2010
8:56
Pagina 11
“GABOLA” NEL VOCABOLARIO
Le somme corrisposte ai
lavoratori per Cig o per
indennità di mobilità sono
soggette alla tassazione
separata, che perciò non
viene versata dall’Inps,
che in questi casi non riveste la qualifica di sostituto
di imposta; vale a dire che
l’imposta deve essere versata dal lavoratore con la
propria dichiarazione dei
redditi.
L’eventuale contributo che
l’Azienda versa in aggiunta all’indennità, deve essere tassato in via ordinaria
e la ritenuta d’acconto
operata dallo stesso datore di lavoro, quale sostituto di imposta.
▼ FARE
TESTAMENTO
Sono un genitore con moglie e due figli a cui vorrei
dividere i miei beni immobili avuti per successione
(una casa e un terreno
agricolo) tramite testamento olografo. Il terreno
e la casa hanno valore diverso ed io vorrei agevolare uno dei miei figli. Nel
testamento devo obbligatoriamente assegnare una
quota a mia moglie? Se
non lo faccio sarà nullo
anche nell’ipotesi che lei
morisse prima di me?
Sarei grato se mi consigliaste come fare per non
incorrere ad un annullamento del testamento per
la non conformità alle norme vigenti.
Inoltre, chiedo: come potrò correggere il testamento fatto se avrò dei ripensamenti in futuro?
Mia moglie ha solo beni
Un anonimo lettore toscano mi chiede lumi su una parola letta sulla prima pagina del Corriere della sera del 3
febbraio scorso. Questa parola è gabola, il cui senso,
precisa, è comprensibile attraverso il contesto, ma, dice,
“l’ho cercata sul vocabolario e non c’era”. In effetti il termine adoperato dal quotidiano (e attribuito all’on. Massimo D’Alema) è una voce dialettale, di un dialetto peraltro non riconducibile alla memoria infantile del parlamentare. Ed è vero che non tutti i vocabolari la riportano; io l’ho trovata solo su qualcuno. Per lo Zingarelli
2010 il termine gàbola è una variante dialettale di càbala, è in uso nel settentrione d’Italia e significa “piccolo
imbroglio, raggiro”. Nel Dizionario storico dei gerghi italiani di Ernesto Ferrero, il termine gabola figura sotto la
voce gabolista, di cui si dà
questa definizione: “Truffatore, imbroglione (Torino, Milano). Anche dialettale e popolare,
da cabala, cui si riferisce scherzosamente il milanese gàbola, truffa, raggiro. Gàbol o gàbola in Cherubini vale coso, bordello, arnese (Coss’eel quell gabol lì?... l’è on gariboldin,
un grimaldello), ma anche raggiro, pateracchio, affaraccio; gabolìtt, raggiri. A Torino, gabolé, gabolisé è anche fantasticare, progettare, macchinare (Lotti)”.
Resta da dire del termine italiano càbala, che sempre secondo lo Zingarelli ha tre significati diversi. In primo luogo indica una corrente del misticismo ebraico medievale che considera la creazione del mondo come processo di emanazioni in forma di lettere. Da questo significato si ha l’estensione del termine a indicare la tecnica popolare di indovinare il
futuro per mezzo di lettere, di numeri, di figure o di sogni. Infine, in modo figurato, cabala significa appunto intrigo, imbroglio. E in tal senso è usata anche dal Manzoni: “Chi sa
che imbroglio avran fatto laggiù, che cabale”. Etimologicamente, cabala deriva dall’ebraico qabbÇlÇh che significa propriamente “legge tradizionale, tradizione”. Da precisare infine che la cabaletta non è un diminutivo di cabala, ma indica una breve aria d’opera, molto orecchiabile e ritmicamente semplice.
NON DITE...MA DITE…
GLI ERRORI DEI CANDIDATI
▲
Un lettore di Gattinara, il signor Augusto Bot, col quale ho già avuto il piacere di colloquiare in questa rubrica su problemi di lingua e stile, mi ha mandato la fotocopia di due
articoli del quotidiano La Stampa, nei quali si stigmatizzano alcuni errori marchiani e altri, a mio avviso, più lievi. Tra i primi metterei gli sfondoni dei laureati che hanno partecipato al concorso per funzionario dell’Ufficio appalti del Comune di Orbetello, nessuno dei
quali è stato ammesso agli orali o perché avevano scritto senz’acca alcune voci del verbo
avere che invece obbligatoriamente la richiedono (esempi, io ho, egli ha), o perché avevano scritto leggittimo anziché legittimo, o infine per aver staccato la a iniziale dell’aggettivo anomala (ossia avevano scritto a nomala). Altri errori sono segnalati da Mina nella sua
rubrica sul quotidiano, che testimoniano la scarsa conoscenza del significato di parole anche comuni da parte di persone come gli insegnanti, che sbagliano le seguenti frasi fatte:
ognuno dovrebbe partecipare alla colletta dando il suo piccolo attributo (anziché contributo) personale; pensaci prima di riflettere (anziché agire), la lingua batte dove il dente
vuole (anziché duole), tu non sei proprio uno sterco (anziché stinco) di santo. Basta, vi state coagulando (anziché coalizzando) contro di me, il troppo scoppia (anziché stroppia),
non so più a che santo riavvolgermi (anziché rivolgermi). E ancora: la pubertà è l’età in cui
si passa dall’infanzia all’adulterio (anziché adolescenza), credo che lui stabbia (anziché
stia) dicendo la verità, davanti alla sua prepotenza resto illibato (anziché allibito), verrà in
ufficio una stragista (anziché stagista) per il tirocinio. Considero invece più lieve la forma
“se lo sapevo non venivo” rispetto al corretto “se lo avessi saputo non sarei venuto”, naturalmente in un registro colloquiale e non scritto: ma se fossero tutti così, gli errori…
(il Cruscante)
segue a pag. 12
11
dai lettori 10-13
24-03-2010
8:56
Pagina 12
AFFARI SOCIALI
DAI LETTORI
mobili e vorrebbe sapere
se potrà lasciarmi usufruttuario, certamente con testamento, se morisse prima di me.
Carlo Botta
Augusta (Sr)
I beni ricevuti in eredità
non entrano nella comunione con il coniuge, quindi la casa e il terremo
agricolo sono e restano interamente di proprietà
dell’erede.
Nel testamento si può disporre liberamente dei
suddetti beni ad esclusione
della quota cosiddetta di
riserva che, qualora eredi
siano il coniuge e due figli,
consiste in un quarto del
patrimonio per il coniuge
e la metà del patrimonio
per i due figli. Pertanto la
quota disponibile, che il
testatore può lasciare in
eredità a chi vuole (anche
ad un solo figlio) è un
quarto del patrimonio.
Il testamento può essere
sempre modificato, con
data successiva e rispettando la stessa forma del
precedente (se olografo,
cioè scritto a mano, o notarile o altro).
Per i beni mobili valgono
le stesse regole degli immobili. L’usufrutto si può stabilire anche per i beni mobili, ma non modifica i diritti dei legittimi eredi, riguarda solo il possesso in
uso temporaneo (anche a
vita).
▼ VOUCHER
• Ho letto il vostro articolo
su “Esperienza” (n.1-2010)
sul lavoro occasionale.
Domanda: i voucher sono
IL FATTO
ANCHE IL CARCERE AIUTA A SCRIVERE
Da sempre nelle carceri si legge. In moltissimi penitenziari ci sono biblioteche, una delle prime nacque a San Vittore negli anni Cinquanta: i detenuti si autotassavano per mantenere una loro biblioteca ben fornita e molto aggiornata, finché non intervenne il ministero a vietare l’autofinanziamento. Ci sono anche i detenuti che scrivono, e alcuni sono entrati nella storia della letteratura: da
Luigi Settembrini a Wole Soynka, da Reinaldo Arenas a Vaclav Havel. Nessuno finora aveva tuttavia
pensato di usare le prigioni come vivaio per nuovi
scrittori. L’idea è venuta ai promotori del premio
“Racconti dal carcere”. E’ un’iniziativa che si rivolge a tutti gli ospiti (anche stranieri) dei penitenziari
italiani, chiamati a inviare un loro racconto autobiografico. I venti migliori racconti saranno affidati alla
cura di altrettanti scrittori professionisti: il tutor lavorerà insieme all’autore-detenuto, lo aiuterà a elaborare il testo in forma letteraria e vi aggiungerà una sua introduzione. Si otterranno così venti racconti (e venti introduzioni) da
pubblicare. I più belli riceveranno anche un premio.
“Racconti dal carcere” nasce da un’idea della giornalista Antonella Bolelli Ferrera. Ad organizzarla sono il dipartimento Affari penitenziari del ministero della Giustizia e la Siae.
«La Società italiana autori ed editori ha il dovere di stimolare e promuovere la creatività»,
spiega il presidente Giorgio Assumma. «Non possiamo considerare la Siae solo come un
esattore che riscuote gabelle».
Gli scrittori che faranno da tutor sono ancora da individuare, al momento ha dato per certa la sua disponibilità Giordano Bruno Guerri. Chi invece ha sposato l’iniziativa “in veste
di madrina” è Dacia Maraini.
E.G.
utilizzabili anche per lavoratori in Cassa integrazione, esempio a 0 ore (come
lavoro occasionale accessorio)?
Gianpaolo Nardi
Torino
voglia effettuare lavori domestici nei giorni liberi
per 3-4 ore settimanali.
Francesco Garrassini
Garbarino
Segrate (Mi)
I lavori domestici per i
quali si possono utilizzare i
voucher riguardano quelle
prestazioni svolte esclusivamente in maniera occasionale, discontinua e saltuaria, per far fronte ad
esigenze familiari relative
alla cura della famiglia e
della casa, ma che non presentano il carattere della
abitualità, per esempio nel
caso del “babysittering”.
E’possibile. Il ministro del
Welfare, Sacconi, lo ha
stabilito in via sperimentale per il 2009-2010 per un
importo massimo annuo di
3.000 (tremila) euro.
• Vorrei sapere se la normativa sul “lavoro occasionale” con il sistema dei
voucher può applicarsi anche ai privati per lavori domestici e cioè ad un lavoratore extracomunitario
con permesso ed occupazione fissa regolari che,
per arrotondare le entrate,
▼ PRO MATTEO
RICCI
Nel numero di febbraio il
12
servizio “Personaggi del
passato” è dedicato a Matteo Ricci. Ebbene Treviso
ospita dal 24 ottobre fino
al 9 maggio una mostra dal
titolo “I Segreti della Città
Proibita - Matteo Ricci alla corte dei Ming”. La
ospita il Museo Casa dei
Carraresi che continua sul
filone Cina. Poiché la rivista non riportava che c’è la
mostra mi sono permessa
queste righe.
Maria Pignat
Treviso
Ringraziamo la nostra
gentile lettrice per la segnalazione, che volentieri
riportiamo in queste pagine a beneficio di tutti coloro che saranno interessati
a visitare la mostra di Tre■
viso.
sierra silvana 13
24-03-2010
8:59
Pagina 13
SELVA DI FASANO - PUGLIA - VALLE D’ITRIA
H otel S ierra S ilvana****
ARTE – NATURA – ENOGASTRONOMIA – MARE – RELAX – ESCURSIONI
Situato sulle colline che circondano Fasano, graziosa cittadina
sulla costa barese, in un’ oasi di verde, immerso nel fascino
della natura, l‘Hotel Sierra Silvana offre un raffinato Resort a
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eleganti, il suo bel parco e la
splendida piscina, per l’impeccabile servizio di trasferimento alla
spiaggia di Torre Canne di cui
abbiamo usufruito quotidianamente. Siamo rimasti affascinati
dalla bellezza del paesaggio che
caratterizza l’intera zona, le distese di ulivi secolari, i trulli, i
bianchi paesini a picco sul mare... La posizione dell’albergo è
veramente strategica e consente
di
effettuare innumerevoli
escursioni.
Un ringraziamento particolare a
tutto il personale dell’albergo per
la gentilezza e la disponibilita’
che ha sempre riservato a noi ed
alla nostra bambina. Ringraziandola per l’opportunita’ che ci ha
voluto gentilmente riservare.
(firmato: socio ANLA provincia di
Brescia)
affari sociali 14-18
24-03-2010
9:04
Pagina 14
AFFARI SOCIALI
PREVIDENZA
di Franco Panzolini
Lo scorso 10 marzo presso la sede del Cnel di Roma è stata
presentata la ricerca “Dal lavoro al pensionamento. Più a lungo al
lavoro e più attivi in pensione”, promossa dalla Fondazione
Esperienza e realizzata in collaborazione con l’Università di Torino e
il Laboratorio R. Revelli, pubblicata in un volume a cura di Claudio
Malpede e Claudia Villoso, edito da Franco Angeli nel 2009.
Forniamo un sunto dei contenuti della ricerca, ad eccezione, per
esigenze di spazio, delle parti squisitamente tecniche e senza la
riproduzione dei numerosi grafici e tabelle dimostrativi. Nel testo a
fianco un breve resoconto degli interventi alla presentazione
DAL LAVORO AL PENSIONAMENTO
I risultati della ricerca promossa dalla Fondazione Esperienza
LA PRESENTAZIONE
LA RICERCA
Il lavoro dei “giovani anziani”
Nella prima parte dell’indagine si evidenzia la dinamica
demografica in atto, cioè l’invecchiamento della popolazione e la riduzione del rapporto tra le persone inattive e
quelle in età lavorativa, che porterà, in assenza di cambiamenti nelle tendenze di pensionamento, la percentuale di
inattivi sui lavoratori al 70 per cento nel 2050 nei Paesi europei, con il primato in Italia del 93 per cento. Se non cambia nulla, non ci sarà la copertura finanziaria per il pagamento delle pensioni e non ci saranno abbastanza lavoratori per soddisfare il bisogno di manodopera delle imprese.
Per contrastare gli effetti negativi dell’evoluzione demografica, l’Unione europea, da alcuni anni, ha indicato come obiettivo da perseguire quello del prolungamento della
vita lavorativa e dell’aumento dell’occupazione tra i lavoratori anziani. Nel 2001 è stato fissato un obiettivo del tasso medio di occupazione degli anziani fino al 50 per cento
entro il 2010. I Paesi europei, nel loro complesso, come rilevato da Eurostat nel 2008, stanno convergendo verso tale obiettivo; ma l’Italia, con il tasso di occupazione degli
anziani al 34,4 per cento, occupa l’ultimo posto.
Nel 2008 i lavoratori con più di 55 anni in Italia sono quasi 3 milioni e rappresentano il 12 per cento dell’occupazione totale. A partire dal 1992 si è assistito ad un invecchiamento degli occupati, che però ha interessato le classi di
età centrali rispetto ai giovani. Sul versante dei tassi di partecipazione, ossia del rapporto tra le forze di lavoro (coloro che partecipano al mercato del lavoro, siano essi occupati o disoccupati) e la popolazione, si evidenzia il loro
brusco declino non appena superata la soglia dei 55 anni.
14
Apre i lavori il nostro presidente ing. Riccardo Tucci, il
quale saluta e ringrazia le personalità presenti, anche a nome dei presidenti dell’Ugaf e dell’Anse, e illustra le motivazioni dell’iniziativa, che vanno ricercate negli obiettivi di tutela dell’anzianato del lavoro.
Dopo aver espresso il disappunto per l’assenza (anche se
giustificata) del rappresentante del Governo, on. Viespoli,
sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Tucci ha evidenziato la validità e l’attualità della proposta di legge di iniziativa popolare, nata dalla collaborazione di Anla, Ugaf, Anse e presentata al Senato il 3 giugno del 2008, che però, malgrado i quasi due anni trascorsi, ancora non è stata presa in esame dalla Commissione Lavoro alla quale è stata assegnata.
Pur nella consapevolezza che la proposta non può essere
accantonata, per il suo carattere di iniziativa popolare, e
che il regolamento del Senato prevede l’obbligo di consultare i promotori, Tucci si dice molto preoccupato per lo stallo in cui si trova. Si può trovare una giustificazione del ritardo nella crisi finanziaria di cui tuttora soffriamo le conseguenze, cioè mancanza nel bilancio pubblico di risorse disponibili, ma la gravità delle condizioni economiche in cui
si trovano i pensionati d’annata, di fronte ai quali non è più
possibile rimanere indifferenti, deve spingere i responsabili del Governo e della politica a prendere con urgenza
provvedimenti legislativi mirati ad attenuare le loro difficoltà, anche se di limitata incidenza in attesa di tempi migliori.
Fermo restando che l’obiettivo della proposta di legge è la
rivalutazione delle pensioni d’annata attraverso un inter-
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Al tavolo della Presidenza:
da sin. Claudia Villosio, Giuseppe Roma,
Riccardo Tucci, Paolo Campiglia,
Roberto Savini Zangrandi, Amedeo Croce
segue a pag. 16
15
vento con carattere d’urgenza, come lo fu l’unico ed ultimo
adottato con decreto legge del 22 dicembre 1990 (cioè 20
anni fa e da allora niente più), i promotori della proposta
hanno indicato all’art. 1 la via per un primo intervento, che
non presenta grosse difficoltà né di attuazione né di costo:
è l’introduzione del cosiddetto Paniere del pensionato. Si
tratta di riformare l’attuale paniere Istat, valido per tutti,
scindendone uno specifico per i pensionati, ossia con i
componenti più in uso delle persone anziane, e prevedere
l’adeguamento delle pensioni nella misura del 100 per cento all’indice risultante annualmente dal nuovo paniere, indipendentemente dall’importo del trattamento ricevuto.
Su questa rivendicazione, afferma Tucci, non siamo finalmente soli, anche i sindacati si sono mossi in tal senso. Bisogna insistere, e le tre associazioni promotrici lo faranno,
cercando anche e offrendo, se sarà consentito, la collaborazione degli stessi sindacati.
Non sarebbe il nuovo paniere la soluzione al problema della progressiva perdita del potere di acquisto delle pensioni; ma certamente un atto di giustizia sociale, primo segnale per i pensionati in difficoltà che l’iceberg dell’indifferenza comincia a sciogliersi e che sarà possibile, una volta finalmente usciti dalla crisi, riproporre all’attenzione del Parlamento e del Governo le problematiche dei pensionati
d’annata.
Tucci conclude nel rassicurare infine i nostri associati ed in
particolare i firmatari della proposta sul costante impegno
delle Associazioni promotrici affinché questa, senza ulteriori ritardi, venga ripresa dalla Commissione Lavoro e porta-
▲
▲
Il prolungamento della vita lavorativa
Il prolungamento della vita lavorativa è considerato da più
parti condizione necessaria (ma non sufficiente) al fine di
attenuare l’impatto negativo che l’invecchiamento demografico potrebbe avere sulla crescita economica. La dinamica demografica in atto nel nostro Paese farà sì che entro
10-15 anni quasi tutti i nati negli anni del baby boom siano in pensione o prossimi ad entrarvi, con la conseguenza
che la forza-lavoro italiana si ridurrà, nel migliore dei casi,
di 4-5 milioni di unità rispetto ai livelli attuali. La coesione sociale potrebbe quindi essere a rischio in un futuro non
troppo lontano. Senza contare che l’uscita precoce dal mercato del lavoro di molti lavoratori anziani, ma ancora del
tutto abili al lavoro, determina uno spreco di capitale umano che va a scapito di tutto il Paese.
Nel nostro mercato sono tuttavia presenti diversi ostacoli
ad un effettivo innalzamento dei tassi di occupazione degli
anziani. Alcuni provengono dal lato dell’offerta: molti lavoratori anziani non vedono l’ora di potersi ritirare in pensione; molti altri dal lato della domanda: le imprese tendono a disfarsi degli anziani anche per via del loro maggior
costo e le possibilità di reimpiego dei disoccupati anziani
sono scarse.
Il successo delle politiche per promuovere l’invecchiamento attivo dipende largamente dalla presenza o meno di
cambiamenti nelle strategie, tanto all’interno della singola
azienda, quanto nel mercato del lavoro in generale, riguardo alla gestione delle risorse umane e del fattore età. Spesso le imprese sono vittime di (quasi) schizofrenia: da un la-
segue a pag. 16
affari sociali 14-18
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to dichiarano di essere a conoscenza
del problema, dall’altro perseguono la
strada del prepensionamento o di altri
strumenti di esubero sia per affrontare
crisi strutturali sia per abbassare il costo medio del lavoro. L’ottica delle
imprese è limitata al breve periodo, se
non del brevissimo. Gli interventi hanno natura congiunturale e le poche
volte che le politiche di investimento
in risorse umane hanno natura strutturale fanno parte di più ampi processi
riorganizzativi (ad esempio in seguito
ad acquisizioni o fusioni societarie).
La conseguenza è che troppo tardi le
aziende scoprono di aver perso la loro base di esperienza,
sacrificata all’altare del costo del lavoro.
Eppure emerge anche come la “risorsa anziano” venga
percepita come un fattore chiave del successo: l’apporto
dell’esperienza, la cultura del lavoro più in sintonia con le
aspettative del management e perché no, rispetto ai giovani precari, anche la minore paura del futuro, sono tutti elementi che favorirebbero il prolungamento del rapporto di
lavoro, in presenza di una seria e costante attività di formazione mirata.
Vi sono alcuni punti di snodo da mettere in discussione e
da porre all’attenzione della politica, per consentire – in un
futuro ormai alle porte – un effettivo prolungamento della
vita lavorativa dei “giovani anziani”: aspetti individuali,
fattori di costo e struttura degli incentivi, struttura contrattuale e legislativa, convivenza giovani e anziani.
ta all’esame dell’aula del Senato
Il dr. Paolo Campiglia, presidente della Fondazione
Esperienza, nell’introdurre la presentazione della ricerca, si ricollega alla precedente del 2000 sul tema dei lavoratori anziani, della quale può considerarsi la logica
prosecuzione, confermando l’attenzione della Fondazione alle problematiche di quelle persone “sopravvissute”
alle tante ristrutturazioni, per analizzarle nel delicato
momento del passaggio dal lavoro alla pensione, ma
anche in previsione di un prolungamento della vita lavorativa.
Se oggi, in una strategia di sopravvivenza, gli ammortizzatori sociali rappresentano lo strumento di gestione più
diffuso, c’è da ritenere che, sostiene Campiglia, superata la crisi e in un quadro di riferimento meno negativo,
le aziende saranno obbligate a tenere più a lungo le persone. Occorre quindi affrontare il tema del prolungamento della vita lavorativa senza farsi condizionare da
Il tempo della pensione
Il dibattito economico sull’esigenza di lavorare più a lun- facili stereotipi, ma ricercando soluzioni concrete attrago si inserisce in un ben più ampio sistema di riflessione verso politiche di formazione, riqualificazione professiosulla terza età, dove a macinare teorie e soluzioni si alter- nale e interventi sull’organizzazione del lavoro.
nano sociologi, psicologi, geriatri, biologi e pensionati. La La dr.ssa Claudia Villoso, coautrice della ricerca e
conquista della longevità è innanzitutto un fattore di cui del relativo volume di esposizione dei risultati, ne ha inirallegrarsi, per gli individui che hanno la fortuna di cono- ziato l’esposizione (della quale è riportata una sintesi a
scerla e per la società nel suo complesso che vede nell’au- fianco), con l’ausilio di appropriate sfide, partendo dal
mento degli anni di vita un importante risultato del pro- rapporto dell’Onu sull’invecchiamento della popolaziogresso medico-scientifico. Viviamo di più perché viviamo ne, dove si dimostra che tale fenomeno è senza precedenti, è pervasivo, è duraturo e ha profonde implicaziomeglio rispetto al passato.
A partire da questa consapevolezza possiamo individuare ni nel mondo del lavoro (come la presenza di over 65),
tre tipi di invecchiamento: demografico, biologico (coinci- ma anche per molti aspetti della nostra vita. Tale dinamidente con il deterioramento delle capacità funzionali), so- ca demografica è determinata da fattori positivi e delle
ciale (determinato dall’anticipo del termine delle età so- loro relazioni causali (aumento della longevità, migliori
condizioni sanitarie, progresso della scienza medico-chicialmente rilevanti).
L’aumento dell’aspettativa di vita pone nuove sfide alla rurgica, controllo delle nascite e, ma gli effetti si vedranpolitica: oltre alle urgenze economiche occorre prestare at- no solo nel lungo periodo, riduzione del tasso di mortatenzione alla sfera privata degli individui che vivono più a lità infantile), avrà importanti ripercussioni sul mercato
lungo e si ritrovano in un eccesso di tempo libero a dispo- del lavoro: in molti Paesi il numero delle persone che
sizione. In molti Paesi sono state avviate iniziative per sen- raggiungeranno l’età pensionabile, non solo sarà in co16
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Due immagini della sala dove
è stata presentata la ricerca
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AFFARI SOCIALI
PREVIDENZA
sibilizzare l’opinione pubblica sul tema e incoraggiare il
prolungamento della vita attiva o sono state promulgate riforme del sistema pensionistico, che di fatto posticipano il
tempo della pensione.
Transizione verso la pensione
L’Istat ha condotto nel 2007 una rilevazione ad hoc: “Transizione verso la pensione e conclusione dell’attività lavorativa”. Un primo aspetto analizzato riguarda la riduzione
dell’orario di lavoro in vista della pensione. La diffusione
di forme di lavoro part-time o comunque ad orario ridotto
nelle fasi finali della carriera, è considerato come un fattore di estrema importanza per aumentare le possibilità di occupazione dei lavoratori più anziani e permettere una più
graduale transizione verso la pensione. L’indagine Istat tuttavia mostra che meno del 3 per cento degli occupati tra 50
e 69 anni ha ridotto l’orario di lavoro in vista della pensione, e solo una quota di poco superiore conta di farlo entro
qualche anno.
L’importanza della flessibilità di orario nelle scelte tra il
prolungamento della vita lavorativa e la pensione è confermata anche dal fatto che il 16,4 per cento degli occupati potrebbe ritardare la scelta di andare in pensione se avesse la
possibilità di usufruire di una maggiore flessibilità oraria
(orari di ingresso e di uscita dal posto di lavoro non rigidi,
possibilità di adottare un orario a tempo parziale, recupero
compensativo di ore di lavoro prestate in eccesso, gestione
di una banca delle ore).
Mantenere in salute il proprio cervello e la sua plasticità
durante tutta la vita diventa un importante obiettivo per la
salute pubblica. Obiettivo che può essere raggiunto attraverso la formazione permanente, non solo per il lavoro durante tutta la carriera, ma anche per il tempo della pensio■
ne (lifelong learning) e il volontariato.
17
stante crescita, ma supererà il numero delle persone in entrata sul mercato del lavoro.
In Italia si invecchia più che altrove, si
vive più a lungo e la natalità è bassa:
affrontare la questione dell’invecchiamento della popolazione è dunque
un’emergenza a livello nazionale.
L’Unione Europea sollecita i governi
nazionali a prendere atto delle problematiche dell’invecchiamento e a
programmare interventi per ridurne
l’impatto negativo sul mercato del lavoro. Due azioni in particolare, conclude la dr.ssa Villoso, si rendono necessarie ed urgenti: 1) prolungare la
vita attiva dei lavoratori, ovvero spostare in avanti la data del pensionamento; 2) formare i lavoratori durante tutta la loro carriera, la cosiddetta lifelong learning.
Il prof. Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, ha rilevato, trattando di invecchiamento della popolazione, che non ci si deve fermare ai riflessi, positivi o negativi che siano, sul mercato del lavoro, ma concentrare
l’attenzione sulla “longevità attiva”.
Sarebbe ora, afferma il prof. Roma, che accanto agli incentivi per l’imprenditoria giovanile, il Governo vari un
piano di incentivi per l’imprenditoria senile.
Il dr. Roberto Savini Zangrandi, presidente nazionale dell’Aidp - Associazione Italiana per la Direzione del
Personale - ha esordito con una ammissione che nella ricerca è stata evidenziata negativamente in molte imprese: l’assenza di sensibilità alla “risorsa anziano”. Infatti,
dice il dr. Zangrandi, quando nell’impresa si decide una
riduzione di costi del personale, si procede ai tagli senza
distinguere tra lavoratore anziano e lavoratore non anziano. E questo è un male, perché sarebbe meglio verificare la produttività del lavoratore. La “risorsa anziano”
costa di più, ma va intesa come un bene di valore per
l’azienda.
Il dr. Amedeo Croce, consigliere del Cnel, ha posto in
evidenza i rischi della perdita dell’autostima nel progredire dell’invecchiamento. Ha inoltre osservato che il nostro
sistema previdenziale ha superato, anche se con difficoltà, la recente crisi economica, ma non potrà superarne
un’altra se sarà di durata superiore a 1-2 anni, perché allora verrebbe meno la copertura finanziaria per il pagamento delle pensioni.
Il “passaggio generazionale” nel mercato del lavoro può
garantire la permanenza dell’utilità del lavoratore anziano attraverso la sua “fidelizzazione” alla propria azienda, nel senso di sentirla come sua e quindi difenderne
■
l’immagine e la promozione commerciale.
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AFFARI SOCIALI
di Mauro Masini
LEGALE
D
al 1° marzo è entrata in
vigore anche in Italia
la direttiva comunitaria sui servizi di pagamento, la “Direttiva
Psd”, recepita con il decreto legislativo n. 11/2010, che consente ai consumatori di potersi rivolgere, per regolare le loro spese, oltre a banche,
bancoposta, istituti di moneta elettronica, a nuovi soggetti denominati
Ip, istituti di pagamento.
Premesso che sono imprese autorizzate dalla Banca d’Italia, iscritte in
un apposito albo (consultabile su Internet) come, ad esempio: operatori
telefonici, supermercati, catene di distribuzione carburanti; per essere autorizzate dovranno disporre di un patrimonio minimo, che varia secondo
l’attività alla quale sono abilitate, rispondere a requisiti di onorabilità e
professionalità, possedere una struttura organizzativa adeguata, garantire la trasparenza e aderire all’arbitrato bancario e finanziario.
Gli Ip potranno prestare i seguenti
servizi:
• effettuare pagamenti e detenere i
fondi della clientela ricevuti a tal fine, denominati “conti di pagamento”, non produttivi di interesse;
• prestare servizi operativi e servizi
accessori strettamente connessi, come garanzie dell’esecuzione di operazioni di pagamento, servizi di cambio, custodia e trattamento di dati;
• gestire sistemi di pagamento;
• concedere finanziamenti purché accessori di servizi di pagamento, senza utilizzo di fondi ricevuti o detenuti ai fini dell’esecuzione di un’operazione di pagamento, di breve durata
(massimo 12 mesi). Condizione fondamentale per l’impresa che gestisce
l’Ip è che, a fronte del rischio di credito derivante dai finanziamenti concessi, sia mantenuta la dotazione patrimoniale minima.
Gli Ip non potranno invece esercitare attività di raccolta del risparmio,
che rimane riservata al sistema bancario.
ISTITUTI DI PAGAMENTO:
UNA NOVITA’ NEL CREDITO
I “conti di pagamento” possono essere utilizzati dai consumatori per
micro pagamenti, tipo spesa nei supermercati, rifornimento di carburanti, parcheggi, spettacoli, sottoscrizione di abbonamenti, ed anche per
effettuare bonifici e acquisti su Internet; i pagamenti si possono effettua-
re con carte prepagate, carte di credito, carte di debito o con cellulari.
Gli stessi conti possono essere alimentati presso gli Ip con denaro
contante, trasferimento di denaro
da conti correnti o carte, accredito
di stipendi, rimesse di denaro dal■
l’estero.
E’ LEGGE IL “COLLEGATO LAVORO”
A
distanza di ben quattro anni dalla sua prima edizione e dopo due anni di
rimpalli tra Camera e Senato, finalmente è stato approvato ai primi di marzo dal Senato in via definitiva il pacchetto che riforma alcune norme del
welfare e del lavoro, detto “Collegato lavoro alla Finanziaria 2007”.
In attesa della pubblicazione della legge e della relazione accompagnatoria sulla Gazzetta Ufficiale, possiamo anticipare le principali misure, che nel prossimo
numero della rivista verranno commentate in questa rubrica e in quella della Previdenza. Interessa il “legale”: la eliminazione dell’obbligo del tentativo di conciliazione prima di adire il giudice nelle cause di lavoro (art. 410 Cod. proc. civ.),
alcune modifiche sugli arbitrati nelle controversie di lavoro e nella procedura dei
licenziamenti, l’inasprimento delle sanzioni per la lotta al sommerso.
Interessa la “previdenza”: la riforma dell’apprendistato, degli ammortizzatori sociali e degli incentivi all’occupazione (che sarebbe meglio chiamare “assistenza”), l’aspettativa e la mobilità nel Pubblico impiego e, infine (anzi, finalmente)
la disciplina sul pensionamento anticipato di chi svolge lavori usuranti.
18
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AFFARI SOCIALI
SANITA’
LA SALUTE DEL CLANDESTINO
D
icono i bilanci della
Asl che l’assistenza
ai 500 mila immigrati senza permesso di
soggiorno presenti in
Italia è costata 120 euro a persona,
per un ammontare di 60 milioni di
euro nel 2009.
Il Testo Unico sull’immigrazione
(art. 35, comma 3, Dpr n. 286/98,
modificato dalla n. 189/02, cosiddetta legge Bossi-Fini) prevede che
agli immigrati clandestini e indigenti vengano assicurati “nei presidi pubblici e accreditati, le cure
ambulatoriali e ospedaliere urgenti
o comunque essenziali, ancorché
continuative, per malattia e infortunio e siano estesi i programmi di
medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva”. Sono in particolare garantiti:
a) la tutela sociale della gravidanza e della maternità, a parità di
trattamento con le cittadine italiane;
b) la tutela della salute del minore
in esecuzione della Convenzione
sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989;
c) le vaccinazioni secondo la normativa e nell’ambito di interventi di campagne di prevenzione
collettiva autorizzati dalle regioni;
d) gli interventi di profilassi internazionale;
e) la profilassi, la diagnosi e la cura delle malattie infettive ed
eventuale bonifica dei relativi focolai.
Le prestazioni sono erogate senza oneri a carico dei richiedenti
qualora privi di risorse economiche sufficienti, fatte salve le
quote di partecipazione alla spesa a parità con i cittadini italiani.
Stp, Straniero temporaneamente
presente, è il codice alfanumerico
di ingresso del clandestino in dayhospital agli ospedali e ambulatori
del Ssn, che ha una durata di 6 mesi (rinnovabile in alcuni casi) e viene consegnato al paziente, colpito
da un evento acuto da malattia o infortunio; ma una volta entrato, ad
eccezione delle strutture di emergenza, come i pronto soccorso, il
trattamento non è uguale per tutti
ed è diverso tra regione e regione,
tra ospedale e ospedale. Comunque
di fatto è esclusa l’assistenza per le
malattie croniche, stante il limite di
validità del codice Stp.
Ci sono poi difficoltà di carattere
burocratico per le prescrizioni, perché il clandestino non ha il medico
di base e l’unico a potergli rilasciare una ricetta è il medico del pronto soccorso, quindi la prestazione
ospedaliera o ambulatoriale è limitata al completamento di un intervento o ad una terapia a carattere
provvisorio.
L’immigrato malato Stp è di solito
una persona con problemi chirurgici o traumatologici. Nella maggior
parte delle regioni questi pazienti
19
sono trattati esclusivamente dai
pronto soccorso, mentre per gli esami specifici e le cure le Asl, anche
per superare problemi linguistici e
culturali, si appoggiano alla collaborazione di associazioni “no profit”, del tipo Medici senza frontiere.
Si danno anche casi di ambulatori
privati dedicati agli Stp, gestiti da
associazioni di volontariato con
personale amministrativo, medici e
mediatori culturali.
Gran parte delle prestazioni sanitarie riguarda giovani e bambini: intossicazioni da monossido di carbonio (per riscaldamento con apparecchi difettosi), infezioni respiratorie, faringiti, dissenterie, valutabili al pronto soccorso come “codice bianco” cioè situazioni non gravi, che perciò potrebbero essere risolte dal medico di base, se ci fosse. Si può concludere che prevedere l’assistenza del medico di medicina generale anche per i clandestini renderebbe più giusta e solidale
l’assistenza sanitaria a queste persone, che sono fuggite dal degrado
e sono venute da noi con la speranza di una vita dignitosa.
F.P.
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AFFARI SOCIALI
di Igor Uboldi
A
lla fine non c’è l’ha
fatta. “Avatar”, il film
metà reale e metà animazione diretto da
James Cameron non
ha vinto la mitica statuetta d’oro
della notte delle mille stelle, ma
una cosa è sicura: un Oscar “Avatar” lo ha avuto, ed è quello di Wall
Street.
Produttrice e distributrice del film è
la 20th Century Fox, la grande casa
hollywoodiana di proprietà della
NewsCorp, la società che fa capo al
magnate dell’editoria Rupert Murdoch. Ebbene, grazie allo straordinario successo al botteghino di
“Avatar” - 2,5 miliardi di dollari in
tutto il mondo, un record assoluto –
le azioni di NwesCorp sono volate
a Wall Street e hanno conseguito
nell’arco dell’ultimo anno un rialzo
del 170 per cento, quasi il triplo rispetto alla risalita dell’indice
S&P500 che si è ripreso del 60 per
cento rispetto ai minimi toccati a
marzo 2009. Insomma, la Fox ha
guadagnato 500 milioni di dollari
tondi tondi, e non bisogna dimenticare che la casa cinematografica
contribuisce al 20 per cento dei
profitti di NewsCorp.
“Avatar” ha avuto anche un altro
pregio, e cioè quello di catapultare i
guadagni di Hollywood nel suo
complesso a oltre dieci miliardi di
dollari in un anno, un aumento dell’8
per cento rispetto al 2008, la cifra più
alta mai conseguita nella storia di
questa industria. Gli spettatori sono
cresciuti solo del 3 per cento, e la
differenza tra pubblico e incasso si
spiega con il maggior costo del biglietto di ingresso per i film in 3-D,
una tecnologia “vecchia” tornata in
auge di recente e che ha aiutato molto a risollevare gli incassi delle sale
cinematografiche.
Dopo la Fox, è stata un’annata buona anche per la Disney che ha visto
raddoppiare il prezzo delle sue
azioni grazie anche al successo del
cartone animato “Up”, secondo
ECONOMIA
“AVATAR” PERDE L’OSCAR
MA VINCE A WALL STREET
nella classifica di incassi dopo
“Avatar” con 727 milioni di dollari,
e con buone aspettative per la performance di “Alice in Wonderland”, e per quella di “Toy Story 3”
la cui uscita è prevista a giugno.
Tutti film che dovrebbero contribuire a far crescere ulteriormente la
quotazione azionaria della Disney.
E’ pur vero che la frequentazione
dei cinema resta inferiore a quella
degli anni d’oro prima dell’avvento
della Tv, un tempo in cui due terzi
degli americani andavano al cinema, contro il 10 per cento che frequenta le sale al giorno d’oggi. Ma
la televisione può anche rappresentare una grandissima opportunità
per i produttori. Nel 2009, infatti, la
vendita dei diritti di riprodurre
film, telefilm e cartoni animati sui
canali televisivi di 175 Paesi al
mondo ha generato 2 miliardi di
dollari per gli studi cinematografici
Warner Brothers. Senza contare
che le grandi Case di produzione e
distribuzione non fanno affari solamente con gli incassi dei film che
producono di anno in anno, ma an20
che con la rivendita dei titoli che
hanno nelle rispettive videoteche e
che immettono nuovamente sul
mercato di anno in anno, una collezione che rappresenta la vera ricchezza di chi produce film da oltre
mezzo secolo.
La biblioteca di Time Warner, per
esempio, vanta 45 mila ore di filmati ed è fra le più ricche. La performance in Borsa dei titoli Time
Warner è stata inferiore a quella
della media del mercato nel corso
dell’anno (+34 per cento), ma questo andamento è giustificato dalle
molte trasformazioni subite dall’azienda che ha divorziato dall’operatore Internet AOL dopo un
burrascoso matrimonio durato un
decennio.
I problemi aziendali spiegano anche l’andamento non proprio spettacolare in Borsa dei titoli Universal, lo studio che ha prodotto “Inglorious Basterds” di Quentin Tarantino. Il controllo, infatti, sta passando da General Electric a Comcast, il più grande operatore di Tv
■
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12/9-19/9
23/8-30/8.......56,00
12/6-09/7.......48,00 Supplemento
31/8-11/9
singola .............7,00
10/7-06/8.......54,00
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curata, specialità pesce. Parcheggio. Apertura da giugno a settembre. Prezzi agevolati di pensione completa compreso servizio spiaggia per soci Anla e familiari
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VIAGGI
di Raimondo Tassini
GIOIELLI D’ITALIA
CASTEL SANT’ANGELO
• Nato come sepolcro dell’imperatore Adriano • In seguito roccaforte dei Papi
• Oggi uno dei monumenti più visitati a Roma
E’
uno dei monumenti
di Roma fra i più visitati dai turisti, anche a motivo dello
straordinario panorama che si gode dai suoi spalti. Pochi
tuttavia ne conoscono la storia, che è
varia e complessa, un esempio fra gli
altri delle vicissitudini del Paese. Riassumendo si può dire che la vicenda di
Castel Sant’Angelo coincide sostanzialmente con le vicende di Roma, al
punto che può risultare impossibile
scindere due entità così profondamente compenetrate: i mutamenti, i rivolgimenti, le miserie e le glorie della città sembrano puntualmente riflettersi
nel castello-fortezza che domina le rive del Tevere, oggigiorno all’altezza
del ponte Vittorio Emanuele II, o meglio del ponte di Sant’Angelo, su quello che, ovviamente, si chiama Lungotevere Castello. Nasce nel 123 d.C. in
origine come sepolcro voluto dall’imperatore Adriano in un’area allora periferica di Roma.
Un sepolcro per sé e per la propria stir-
pe, vista anche
l’importanza di
questo imperatore nella storia dell’antico impero. Aveva
allora un basamento quadrato sul quale si innalzava
una mole cilindrica sovrastata
a sua volta da un tumulo erboreo
a forma di cono. In mezzo si levava una costruzione quadrata simile
ad un’ara, con tre aule sovrapposte
per le tombe imperiali, sopra di esse
una quadriglia in bronzo, e per accedervi una rampa elicoidale (i quattro
torrioni laterali vennero aggiunti nel
Cinquecento, in pieno Rinascimento).
E fino al 403 d.C. il mausoleo assolve
alla sua funzione originaria, per essere
poi incluso, regnante Onofrio, imperatore d’Occidente, nelle mura cosiddette aureliane, costruite per volere dell’imperatore Aureliano al fine di migliorare la cintura difensiva della Città
Eterna. Passano i secoli e l’edificio assume sempre più l’aspetto e la funzione di un castello.
22
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Accanto, i guardiani del castello: S. Paolo e
S. Pietro. In apertura, la statua dell’angelo
che rinfodera la spada
Baluardo avanzato sul Tevere, le potenti famiglie romane se ne contendono il possesso che sembra garantire una
posizione preminente nel confuso ordinamento dell’Urbe feudo dei pontefici.
Sarà dunque la roccaforte del senatore
Teofilatto, in seguito dei Crescenzi, dei
Pierleoni e degli Orsini. Ed è proprio
un pontefice della famiglia Orsini, Papa Niccolò III, a far realizzare il Passetto di Borgo, che collega in una sorta di
continuità insieme fisica ed ideale il
Vaticano a Castel Sant’Angelo. Da allora ad oggi l’edificio monumentale ha
subito non poche trasformazioni ed aggiunte, pur mantenendo a lungo la funzione di una fortezza a difesa della Roma dei papi. Via via gli viene aggiunta
la torre, più avanti gli appartamenti
pontifici nei quali rifugiarsi in caso di
pericolo, gli vengono affidati gli archivi e il tesoro vaticano (grazie alla sua
struttura solida e fortificata che gli offre una fama di imprendibilità).
Nel 1367 le chiavi del castello sono
consegnate al Papa Urbano V per sollecitare il rientro della Curia a Roma
dall’esilio avignonese. Gregorio VII vi
rimane assediato. I Borgia vi rinchiudono le loro vittime. Giordano Bruno
vi è processato. Il conte di Cagliostro
ci viene imprigionato. E così i patrioti
del Risorgimento. Quanto all’angelo
che lo sovrasta – da qui il nome del castello – deriva da una leggenda che risale allo scatenarsi della peste sotto il
pontificato di San Gregorio Magno.
Una leggenda che fa coincidere la fine
dell’epidemia con la comparsa di un
angelo che si sarebbe posato sopra il
mausoleo nell’atto di riporre la spada
nel fodero, quale simbolo della grazia
concessa dal Signore Iddio ai peccatori in terra. Da allora al presente la statua è stata sostituita ben sei volte, per
consunzione – come l’originale, che
era di legno – o per rottura – come la
versione in marmo – fino all’attuale
statua di bronzo.
Ovvio che con il cambiamento di funzione – da mausoleo a fortezza – la
struttura dell’edificio sia stata ampiamente rimodellata, attraverso una lunghissima serie di interventi. Nuove
strutture si sono sommate a quelle
preesistenti, alterandole, modificandole, e talvolta addirittura cancellandole,
in un continuo processo di trasformazioni che sembrano integrarsi l’una
con l’altra senza soluzione di continui-
23
tà. La storia variegata del castello, con
le sue molte metamorfosi, pare essersi
sedimentata nel complicato intrico di
sotterranei, ambienti, logge, scale e
cortili che ne costituiscono l’assetto attuale. Alla struttura originaria si sommano le costruzioni successive, compenetrandosi tuttavia e fondendosi le
une con le altre, dando vita a un organismo sfaccettato e complesso, carico
di storia e di valenze simboliche. Nel
presente è un Museo nazionale.
Un Museo dove si possono ammirare
collezioni di armi antiche, suppellettili, sculture rinascimentali, documenti,
e splendidi affreschi dovuti fra gli altri
a Raffaello, Giulio Romano, del Bramante, o di Lorenzo Lotto man mano
che si percorrono le sale di Clemente
VII, la loggia o l’appartamento di Paolo III, la sala dell’Adrianeo, o quella
dei Festoni. Per una lunga storia fatta
di misteri, di armi, di sangue, e anche
di cultura.
■
I Grandi Fiumi 224-25
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di Alberto U. Rogi
I
l Tamigi nasce dalle colline di
Costwold Hills, ed è lungo
soltanto 338 chilometri finché non si getta nel Mare del
Nord. Poco tragitto dunque,
ma importante e carico di storia. E’
stato testimone di tutte le vicende
che hanno interessato Londra e l’Inghilterra, una risorsa economica fondamentale per lo sviluppo del Paese,
con un porto aperto verso il mondo,
e oggi una via d’acqua che ispira romanzieri e pittori, oltre che luogo di
turismo. I primi a comprenderne
l’importanza furono i romani, quando nel 43 d.C. le legioni dell’imperatore Claudio invasero ed occuparono
la Britannia, costruendo fortificazioni lungo tutto lo scorrere del Tamigi,
incluso un grande accampamento a
Dorcester. Nella città allora chiamata Londinium (che poi diventò Londra) eressero un primo ponte, e un
secondo a Staines dove le barche po-
Pagina 24
VIAGGI
I GRANDI FIUMI
IL TAMIGI
• Lungo appena 338 chilometri, ma determinante
nella storia d’Inghilterra
• Gli invasori romani furono i primi
a comprenderne l’importanza
• Oggi è solcato soprattutto da imbarcazioni turistiche
tevano passare dal mare al fiume, e
viceversa, a seconda delle maree.
Cioè senza bisogno del vento o di far
forza sui remi. Il nascere della produzione agricola nelle regioni attraversate dal Tamigi, della pesca, e
dell’utilizzo a fini commerciali di
questa via d’acqua risale invece soprattutto ai sassoni, non senza degli
accesi conflitti fra coloro che volevano usare il fiume per la pesca o per
costruirvi mulini e quelli cui il fiume
serviva per spostarsi o per trasporta24
re merci. Il progresso economico e la
nascita di ricchi monasteri lungo il
corso del Tamigi attrassero l’attenzione dei temuti vichinghi che penetrarono nel fiume con 330 imbarcazioni razziando e distruggendo tutto
quello che incontravano, compresa
l’abbazia di Chertsey. Guglielmo il
Conquistatore a partire dal 1066 occupò l’Inghilterra partendo dalla valle del Tamigi, e costruendo lungo il
fiume molti castelli, quelli di Wallingford, di Rochester, di Windsor, e la
I Grandi Fiumi 224-25
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L’inconfondibile torre del castello
di Windsor. Sotto, in abiti d’epoca
al tradizionale Boat Rally di Henley.
In basso, le barriere del Tamigi.
In apertura, il Tower Bridge
famosa Torre di Londra.
Da notare che per il suo regime regolare il fiume è navigabile per buona
parte del corso, anche se, data la
scarsa profondità, le navi di maggior
tonnellaggio per entrare nel porto di
Londra dovevano attendere l’alta
marea. Sul Tamigi nacque la Royal
Navy al tempo dei Tudor, fu la maggiore arteria commerciale britannica
fino agli anni Cinquanta del ‘900, il
fiume protettore contro i nemici, il
fiume che portava nella capitale britannica le merci provenienti da un
impero sterminato. Per secoli una
sorta di grande padre, era il tempo allorché avere una casa che si affacciava sul fiume conferiva un prestigio
tutto particolare ai suoi proprietari
(come del resto accade ancora oggigiorno). Il declino dell’Impero britannico partendo dal secondo dopoguerra ha poi ridotto notevolmente
l’importanza commerciale del Tamigi, anche se al London Bridge non è
raro veder passare ancora delle navi
di grosso cabotaggio.
Navi dirette verso il centro londinese. Ma sono a maggioranza navi da
crociera; a parte il fatto che tra il
chiudersi del ‘900 e l’aprirsi del
2000 Londra non ha più la qualifica
ufficiale di un porto. Le autorità di
controllo e i mezzi del Porto di Londra sono stati infatti trasferiti alla foce del Tamigi, a Tilbury. Nel contempo il fiume è stato inserito in un
gigantesco programma di depurazio-
ne e di pulizia che ha dato quasi subito i suoi frutti, la vita acquatica del
Tamigi, sparita da secoli, sta pian
piano tornando. Importante anche un
perfezionato sistema di controllo
delle correnti, noto come Thames
Barrier (le Barriere del Tamigi) in
grado di prevenire alluvioni e cata-
25
strofi per quelle aree di Londra che si
trovano sotto il livello del fiume.
Punto di forza di queste barriere è la
cosiddetta Jubilee River, un complesso con il compito di incanalare le
acque in caso di alluvione.
A concentrare di nuovo l’attenzione
sul Tamigi è stata nel gennaio 2006
una balena di cinque metri di lunghezza che ha risalito il fiume fino al
centro di Londra. Tutta la città si fermò a guardare il cetaceo, e la notizia
fece il giro del mondo. Purtroppo nonostante gli sforzi per salvarla, la balena morì sulla chiatta dov’era stata
messa per riportarla verso il mare.
Oggi il fiume è diventato una delle
fonti primarie di svago e di divertimento per i londinesi come per i turisti. Sono molti i battelli che prestano servizio sul Tamigi per spostarsi
fino al centro di Londra. E questo è
certamente un modo originale per
conoscere la capitale britannica da
una insolita prospettiva, quella a cui
in tempi passati erano abituati re e
regine. Vedere i più importanti monumenti della città alla velocità della
corrente è una esperienza da compiere, con percorrenze che durano da
trenta minuti a quattro ore.
Per gli amanti del canottaggio c’è infine un appuntamento d’obbligo. Ed
è la tradizionale regata che da anni
vede contrapposte le due Università
■
di Cambridge e di Oxford.
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L’ITALIA CHE LAVORA
di Raffaello Uboldi
Partiamo da una dichiarazione di principio, dovuta a Francesco Corsi, là dove
dice: «Il mio obbiettivo è sempre stato quello di dimostrare la serietà e la professionalità
del mio servizio alla clientela con i
fatti e non solo con le parole». E ancora: «A tutt’oggi i miei figli, seguendo il mio esempio, con sacrificio, ma con orgoglio vedono la nostra azienda acquistare credibilità,
fiducia, con una clientela sempre
più vasta». Quattro figli, e tutti in
azienda, dove cominciano ad affacciarsi anche i nipoti. E come afferma un depliant aziendale: Presentiamo una vasta gamma di servizi
che risolvono le più svariate problematiche nel commercio e nel trasporto. Automezzi refrigerati, di alta
tecnologia, ritirano le merci dalle
varie zone d’Italia e le depositano
nel proprio Centro di Coordinamento sito in Verona presso il Quadrante Europa. Questa struttura dotata di celle frigorifere da 0° a 4°
(per i prodotti freschi) e -30° (per le
merci surgelate), garantisce la continuità della “catena del freddo”.
Da qui ripartono per il resto dell’Europa – e in un prossimo futuro anche
verso la Russia. Con dei camion, o
UOMINI E AZIENDE
CORSI SpA
meglio dei Tir, che a vederli mettono
soggezione, tanto sono al tempo stesso massicci ed eleganti nella modernità dei loro componenti. Non manca, ove possibile, un interscambio fra
gomma e rotaia, oppure, una volta
raggiunto il nord Europa, fra autotreni e navi. Il tutto con lo scopo di far
giungere le merci a destinazione nelle migliori delle condizioni. Ovvio
poi che oltre all’Europa centrale ed
orientale vengano serviti anche il Veneto, il Trentino, la Lombardia, il
Friuli e l’Emilia-Romagna. Al vertice
un uomo, Francesco Corsi, che sa
che cosa significa essere al volante di
uno di questi mastodonti, visto che
c’è stato egli stesso, e che di conseguenza non chiede a nessuno di rischiare la propria vita in una gara sull’asfalto, convinto che sia importante
la regolarità delle consegne, ma non
a scapito della sicurezza.
Come si garantisce più avanti: “Informazioni e quotazioni vengono
fornite dall’ufficio commerciale e
• Una delle maggiori aziende italiane
per il trasporto su strada
• Con una flotta di ben cento Tir
• Ne parlano Francesco e Giacomo Corsi
26
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U
Francesco Corsi
50
ANNI
DI ATTIVITÀ
dura – del sud italiano e in futuro
container provenienti da Egitto e
Turchia. Le strutture sono qualificate, e di alta tecnologia. Molta la cura degli automezzi, che vengono di
continuo monitorati al fine di garantirne la perfetta funzionalità.
Non deve sorprendere, date queste
premesse, che la Corsi Autotrasporti SpA sia oggi una delle maggiori, e
migliori imprese del settore, conseguenza del lavoro appassionato, di
un uomo e dei suoi figli (senza dimenticare mogli e nipoti).
27
▲
operativo a disposizione 24 ore su
24. Garantiamo anche le operazioni di sdoganamento e assistenza a
tutte le frontiere con una nostra organizzazione”. Una impresa che all’interno del mercato di Monaco di
Baviera può contare su un proprio
ufficio, al fine di “poter essere quotidianamente a contatto e offrire
sempre più assistenza e professionalità ai propri clienti”. E a Taranto,
all’interno del porto, un centro capace di raccogliere per convogliarle
verso Verona le merci – frutta e ver-
na grande azienda di
trasporto, con una flotta di ben cento Tir, tutti muniti di celle frigorifere per trasportare soprattutto
frutta e verdura in Austria, Germania, Belgio, Repubblica Ceca,
Slovacchia, Polonia e Olanda, e
ritornare con della carne fresca
per il mercato italiano. Questa
azienda come nasce?
Francesco Corsi: Cominciai nel
1957 con un solo autocarro. Trasportavo ghiaia, tegole, cementi e
via via. In seguito presi a trasportare il collettame, coprendo tutta la
provincia veronese, e più avanti allargandomi a Milano, Chiasso,
Ponte Chiasso. C’erano poi i grossi
spedizionieri che trasportavano
derrate alimentari e io li rifornivo
del ghiaccio necessario alla conservazione. Più avanti, nel 1961, mi
allargai a Innsbruck, a Ginevra, fino a raggiungere Monaco di Baviera, da qui Stoccarda, Norimberga,
Francoforte, Colonia, Dusseldorf…
Trasportando frutta e verdura?
Fondamentalmente allora la frutta, e
cominciando a imbarcare carne nel
viaggio di ritorno, benché non ci fossero ancora i “TermoKing“, come
adesso, quanto piuttosto delle celle
segue a pag. 28
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L’ITALIA CHE LAVORA
UOMINI E AZIENDE
▲
con del ghiaccio e delle ventole. Più
avanti sono nati i frigoriferi a benzina, che però si surriscaldavano causando non pochi problemi, e quasi
subito quelli a diesel, più moderni e
meglio funzionanti e più sicuri. In
seguito i miei figli hanno raggiunto
la maggiore età, e allora ho creato
con loro la società attuale, prima una
Srl, e adesso una SpA, con 150 dipendenti diretti. Un’azienda nata in
modo semplice, con la collaborazione di tutta la famiglia (Giacomo, il
mio braccio destro; Franco, operativo alla movimentazione; Claudio, a
seguire i trasporti; Barbara alla contabilità), mia moglie compresa che ci
aspetta fino a mezzanotte per la cena! e oggi con l’aggiunta dei nipoti.
E’ stato faticoso?
Le dirò solo che in una impresa come
la nostra si lavora 365 giorni di fila,
dal primo all’ultimo giorno dell’anno.
Come mai?
Perché operiamo sul “fresco”, che è
fin troppo sensibile, molto delicato,
bisogna tener conto di tantissimi
fattori, la neve magari, o un incidente, o una contestazione del prodotto, una serie di realtà che incidono sul lavoro della grande distribuzione, molto diverso dal lavoro di
ogni altra industria.
Avete cominciato con un camion.
Poi… qual è stato il momento in
cui avete compreso che potevate
moltiplicarvi, prima un altro Tir,
poi due, e via via fino a cento che
non è cosa da poco?
E’ stato un passaggio graduale,
man mano che scoprivo di avere
dei figli che credevano nel lavoro.
Giacomo Corsi: Vorrei aggiungere
che mio padre è stato un precursore
della logistica, quello che da subito ha
messo a disposizione dei committenti
delle celle frigorifere modernissime,
molto ordine nelle richieste che ci
pervenivano, e dei Tir fra i migliori.
Un altro dei segreti del vostro successo?
Direi il fatto di avere sempre marciato per conto nostro, senza dipendere
da questa o quell’azienda che poteva
anche finir male. Insomma l’aver deciso di fare da soli anche trasportando prodotti di una certa deperibilità.
28
Ancora, l’aver messo in piedi una
vera e propria catena del freddo, non
solo sui Tir, ma con depositi nostri e
molto avanzati, perfino in anticipo
sulle leggi che sono venute successivamente.
In seguito?
Vorrei aggiungere la liberalizzazione
delle dogane nei Paesi del Mercato
Comune europeo, che ha consentito
alle merci di viaggiare più velocemente. Un altro appuntamento che
non ci ha trovato impreparati.
Da dove vi rifornite di frutta e verdura fresca?
Dalla Puglia, dove abbiamo una
nostra sede, ma anche nel resto del
Paese.
E fuori dal confini italiani?
Abbiamo subito trovato delle aziende disposte a collaborare coi noi, anche a motivo della nostra onestà di
comportamenti. Per fare un esempio,
la merce che noi trasportiamo non è
merce anonima, ha sempre e dovunque una “tracciabilità Corsi”, quindi
il cliente può telefonarci giorno o
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notte che sia per sapere dove si trova
la merce che ha comandato, ci basta
il tempo di contattare l’autista e la risposta è subito pronta.
Prevalentemente che genere di
merci trasportate?
Arance e pomodori di Sicilia, l’uva
della Puglia, frutta e verdura dell’Emilia, ortaggi dal Lazio, e in genere mettiamo insieme dei prosciutti, delle mozzarelle, magari del vino,
anche se per lo più evitiamo il trasporto generalizzato.
E per esempio dalla Germania?
Francesco Corsi: L’importazione
maggiore da parte nostra è sulla
carne.
Affidandoci alle cifre, quanti camion movimentate ogni giorno?
Sui venticinque, e ogni camion viaggia su una media dai dieci ai quindici clienti.
E oggi avete un centinaio di Tir,
questi “bisonti” della strada, come
talvolta vengono chiamati…
Esatto, ed acquistarli è una bella cifra di spesa, così come garantirne
l’efficienza.
I conducenti?
Cerchiamo sempre di avere persone
capaci, in grado di inserirsi facilmente nel nostro tipo di lavoro, disponibili a compiere i sacrifici necessari.
E quest’anno?
Giacomo Corsi: Celebreremo i cinquant’anni di attività.
A livello italiano si può dire che
siete una delle maggiori aziende di
trasporto?
50
ANNI
DI ATTIVITÀ
Sul “fresco” sicuramente sì..
E il trasporto per ferrovia, che cosa ne pensate?
Francesco Corsi: Dipende da tante
cose, per esempio da un riammodernamento del sistema ferroviario italiano. Un fenomeno, delle possibilità
a cui guardiamo con attenzione, non
escludendo nulla a priori. Perché, va
detto con chiarezza, non basta il sistema ferrovia, occorrono strutture
adeguate, partendo per esempio dalle celle frigorifere sui vagoni, che
per altro verso riducono lo spazio destinato al carico. Forse si potrà pensare a delle soluzioni miste partendo
dalle distanze corte.
Il vostro bilancio?
29
Nell’ultimo anno di 23 milioni di
euro.
Con che marca di camion?
A prevalenza Iveco, cioè Fiat.
Lei è anche presidente del Raggruppamento trasporti e logistica
di Confindustria Veneto. Mi sembra un bel riconoscimento…
Penso che lo sia.
I rapporti con la burocrazia statale?
Difficili, promesse tante, blocchi
enormi, specie in rapporto agli altri
Paesi europei, dove i trasportatori godono di vantaggi che noi non abbiamo. Questo spiega perché vi sia qualcuno che ha fissato all’estero magari
■
la propria sede direzionale.
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ANLA NOTIZIE
CIRCOLO ANZIANI DEL LAVORO ELECTROLUX ZANUSSI
GRUPPO ANZIANI ZML
INDUSTRIES SPA
Premiazione di due nuovi soci durante la cerimonia annuale svoltasi a Maniago lo
scorso dicembre.
Nella foto, partendo da sin.,
l’amministratore delegato
Fernando Bordin, il neo socio Natalino Cortiuola, il
presidente del Gruppo Anziani, Enzo Piai, il neo socio
Daniele Volpatti, e il direttore amministrativo, Paolo Gaspardo.
ANLA TOSCANA
• Un notevole successo ha
avuto la nuova visita, con la
guida del prof. Napoli, al museo Stibbert di Firenze, coinvolgendo grandi e piccini. Il
progetto del nostro Consiglio
Regionale di avvicinamento
dei più giovani e rivolto alle famiglie, sta così portando i primi buoni risultati. Il 9 maggio
p.v. sarà pure dedicata ai più
piccoli una gita al Giardino
dei Tarocchi di Capalbio, ove
non mancherà una sosta in riva al mare su una delle più
belle spiagge della Toscana.
Un’altra iniziativa dedicata ai
bambini è prevista per sabato
20 novembre con la visita ad
uno dei monumenti più significativi di Firenze, alla “Casa
del Duca” in Palazzo Vecchio.
• Dall’inizio dell’anno una serie di iniziative culturali ha
contrassegnato l’attività del
Consiglio, a cominciare dalle
classiche visite “Riscoprire Firenze” e ad altre visite esclusive come quella al Museo di
Orsanmichele e al nuovo Museo di Casa Martelli.
Tre poi le visite guidate alla
mostra su de Chirico a Palazzo Strozzi di Firenze per
poter capire ed apprezzare, grazie alla guida del
prof. Napoli, alcune opere,
utili a dare uno sguardo sulla pittura Metafisica.
GRUPPO LAVORATORI SENIORES RIELLO LEGNAGO
Incontro conviviale dei soci seniores della Riello di Legnago, anche per eleggere i nuovi membri del Consiglio direttivo (v. in “Rinnovo Cariche e Organizzazione”). Una foto ricordo era
d’obbligo.
• Nona edizione del Torneo di
Tre.Bri.Sco (tressette, briscola e
scopa), che ha designato i
campioni 2010. Ha prevalso
la coppia Maurizio D’Angelo
e Renzo Giunti su quella formata da Lorenzo Cosci ed Arrigo Nannicini. Terzi e quarti
classificati, rispettivamente,
Alessandro Tomasi con Terenzio Mirannalti e Alessandro
Torracchi con Guglielmo Domenichelli. Premi per tutti, e
due grandi coppe ai campioni
(vedi foto a des.).
30
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1
SENIORES PALAZZETTI
Visita organizzata dal Gruppo Seniores della Palazzetti
allo stabilimento triestino della Illy Caffè, e da qui nella
cittadina di Pirano.
Il gruppo era accompagnato
dai signori Lelio e Cinzia Palazzetti, e dal suo presidente, Bruno Rivenotto. Ad accoglierli alla Illy Caffè la presidente onoraria, Signora
Anna Illy, oltre ad uno staff
di collaboratori aziendali.
Quindi trasferimento a Pirano (con tappa al Duomo di
San Giorgio) e al rientro a
Portorose.
Nelle foto: 1, i partecipanti
al viaggio; 2, un momento
della visita alla Illy Caffè.
2
LOVATO ELECTRIC SPA
Presso la “Tenuta Colle Piajo” di Nembro la consueta
Festa degli auguri per i dipendenti e i pensionati iscritti all’Anla della Lovato Electric, una Società che produ-
ce componenti elettrici per
automazione industriale, che
occupa 252 dipendenti e
che è situata nel Comune di
Gorle (Bergamo).
Nel corso dell’incontro il
presidente della Società, Pietro Cacciavillani, ha premiato i dipendenti che festeggiavano il 25°, 30°, 35° e 40°
anno di fedeltà aziendale.
Ha partecipato alla manife-
31
stazione, portando i saluti
dell’Anla provinciale di Bergamo, il vicepresidente Mario Ubbiali.
Nella foto, i presenti alla
manifestazione.
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9:12
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26/06 – 29/06
02/05 – 28/05
30/06 – 14/07
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notizieanla 30-36
25-03-2010
16:08
ANLA NOTIZIE
GRUPPO
SENIORES
TELECOM ITALIA
Al Centro Congressi dell’Hotel Selene di Pomezia (Roma) l’annuale assemblea dei
Soci Alatel Lazio. Nella sua
relazione introduttiva, il presidente regionale, Gian Carlo Pasquini, illustrando la
nuova organizzazione del
Consiglio a seguito delle recenti elezioni, ha voluto sottolineare la responsabilità
dei vari fiduciari e consiglieri nella ricerca di ogni iniziativa tesa sempre più al proselitismo. Si è parlato anche
di quanto svolto nel 2009 e
di quanto programmato per
il 2010 in tema di attività sociali e di coinvolgimento dei
soci alle varie forme di associazionismo.
Nelle foto: 1, il tavolo della
Presidenza; 2 e 3, alcune
panoramiche della sala.
Pagina 34
LETTERE, STORIE, ARTE E VIA VIA
Franco Zoja, originario di
Este, in provincia di Padova,
risiede a Torino dal 1958. I
primi approcci alle lettere si
sono manifestati quando, in
gita scolastica, con carretta
e cavallo, ha fatto visita alla
casa del Petrarca, ad Arquà, sui colli Euganei, cicerone la preside della scuola
media. Successivamente si è
formato sui classici latini
(Orazio e Lucrezio, soprattutto).
Tra gli anni Ottanta e Novanta si è dedicato alle ricerche filosofiche, preferendo
le tematiche del razionalismo. Ha tradotto i più importanti poeti tedeschi. Considera la poesia come una disciplina eletta da pochi, per
questo snobbata dai più. E’
contro la tassa sui premi letterari.
Ha pubblicato: La voce sepolta, 1977; Atheste, 1979;
Filopolemia, 1984; Esocronie, 1985; Perimetro delle
parole, 1987; L’altro di sé e
germina, 1990; Semastigmai, 1993; Particulae ,
1996; Versi di quartiere ,
2001; Momenti nella Bassa
Padana, 2003; Il valico degli anni, 2005; Reperti del
mito, 2008; Momenti di grecità, 2008.
Ha ricevuto giudizi positivi
da G. Bárberi Squarotti, G.
Manacorda, F. Ulivi, P. Ruffil-
li, F. Bandini, A. Zanzotto, F.
Piccinelli, D. Rondoni, R. Carifi e altri.
Adesso torna alle lettere con
il volume di poesie “Essenzialità delle parole” (Genesi
Editrice, pagg. 72, 8,00 euro). Come sempre offrendo
una bella prova di sé, della
sua fantasia, delle sue doti
nell’arte dello scrivere.
1
2
3
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notizieanla 30-36
24-03-2010
9:53
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1
GRUPPO
ANZIANI FATA
• Assemblea annuale del
Gruppo Anziani Fata, per
discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno: relazione Bilancio Consuntivo
anno 2009; votazioni con
relativo scrutinio per l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo triennio 2010-2012 (v.
in “Rinnovo Cariche e Organizzazione”).
• E inoltre, serata di gala
con l’ingresso di sei nuovi
soci: dr. Ignazio Moncada
(presidente Fata SpA), Lina
Caltagirone, Agostino De Filippi, Luigi Ciardo, Ignazio
Contorno, Alessandra Marchetti. Presente il direttore
generale Fata, dr. Lombardi,
sono stati consegnati i distintivi e copia dello Statuto ai
dipendenti che nel corso del
2009 hanno raggiunto il
prestigioso traguardo di 20
anni di servizio.
Il presidente del Gruppo Anziani Fata, Valter Actis, prendendo dal canto suo la parola prima della consegna
dei distintivi, ha trasmesso ai
soci e alle rispettive famiglie
un messaggio di auguri personali e del Comitato direttivo, unitamente a quello del
presidente onorario del
Gruppo Anziani, Gaetano
Di Rosa.
Nel corso della cerimonia
sono state consegnate le
borse di studio “Fernando
Creonti” a: Valentina Bertaglia, Alice Colberdaldo, Patrizia Giannini, Alessandro
Donini, Paolo Leone, Fabio
Ricca.
E le borse di studio “Aulo Simonatti” a: Chiara Agliassa,
Davide Castagno, Jacopo
Mulatero.
Nelle foto: 1, il Consiglio direttivo durante la premiazione; 2, il presidente Ignazio
Moncada con i nuovi soci;
3, il presidente con i figli dei
dipendenti premiati con la
borsa di studio.
2
3
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notizieanla 30-36
24-03-2010
9:54
Pagina 36
ANLA NOTIZIE
GRUPPO WÄRSTILÄ
Presso l’Hotel Jolly di Corso
Cavour a Trieste sono stati
premiati i dipendenti della
Wärstilä Italia, azienda leader al mondo nella costruzione di motori diesel. Il premio
di fedeltà è stato conferito a
quei dipendenti che hanno
raggiunto un’anzianità di servizio di anni 40, 35, 30, 25.
Assente l’amministratore delegato, ing. Sergio Razeto, per
sopraggiunti impegni di lavoro, il discorso augurale è stato tenuto dall’ing. Barbone,
coadiuvato dal dr. Bragoni (v.
foto), alla presenza dei rappresentanti Anla Gruppo
Wärstilä.
L’ing. Barbone ha citato l’attuale momento di crisi generale. Anche questa azienda ne
ha risentito, ma in misura minore rispetto ad altri settori industriali.
Belicpetri, Roberto Berné,
Giuliano Bertocchi, Paolo
Biancolillo, Ervino Blasco,
Paolo Boiti, Lucio Bonetta,
Bruno Bordon, Fabio Bosiglau, Fabio Bossi, Stefano
Braicovich, Mario Brandolin,
Luisa Bruschaini, Roberto
Campagna, Loriana Carini,
Walter Casagrande, Fulvio
Cassano, Fulvio Cavani,
Maurizio Ceccherini, Silvano Cergol, Mauro Cernaz,
Bruno Corazza, Giuliano
Sergio Corda, Giorgio Cramersteter, Renato Cramesteter, Marino Dapinguente, Enzo Degennaro, Fabio Degrassi, Fabio Deldin, Giorgio Delise, Dario Dellavalle,
Fabio Deste, Renzo Dovetti,
Franco Ferro, Ramiro Flego,
Giancarlo Fuser, Giulio Galvano, Fabio Gandolfo, Fulvio Giaschi, Marino Glavi-
Questi i premiati:
40 anni
Luciano Astolfi, Edoardo Bembi, Olivio Cucchiaroni, Antonio Fortuna, Ofer Gatto, Bruno German, Claudio Marchesich, Stelio Marchi, Sergio
Millich, Carlo Radesich, Roberto Rizzitelli, Paolo Volpin,
Sergio Zudini.
35 anni
Diego Bossi, Giovanni Budin,
Tiziano Ceunja, Rosatea Cicala, Gabriella Gei, Elio Geromella, Fulvio Gori, Bruno Izzinosa, Cinzia Lonegher, Diego Loredan, Alberto Mastrangelo, Doriano Mestroni, Lucio
Mircovich, Franco Re, Orietta
Sala, Sergio Smiul, Claudio
Tamaro, Mario Zacchigna,
Riccardo Zudini.
30 anni
Bruno Arena, Rocco Barbieri, Fabio Battistella, Flavio
na, Marino Iurincich, Sonia
Komar, Giuliana Lazzar,
Giorgio Leban, Luigi Lofaro,
Marino Marini, Fabio Martini, Maurizio Melucci, Mario
Miclaucich, Dario Milossa,
Davide Moggioli, Fulvio Mozenic, Grazia Nardin, Roberto Orel, Bruno Pacchialat, Giuseppe Paiero, Fulvio
Palcich, Maurizio Pecchiari,
Marzio Potasso, Sergio Predonzani, Sergio Pregarc, Albino Prelz, Mauro Rasman,
Giovanni Roy Rossi, Salvatore Russo, Paolo Ruzzier, Giuseppe Saia, Roberto Sandrin, Claudio Saule, Fabio
Spagnul, Sergio Stradi, Vanda Svara, Livio Trasoni,
Mauro Vattovaz, Gino Vesnaver, Patrizio Volpe, Loris
Sobec.
25 anni
Angelo Piccardo.
RINNOVO CARICHE E ORGANIZZAZIONE
GRUPPO SENIORES
TELECOM ITALIA
Comitato Esecutivo
Riccardo Tucci ( Presidente
nazionale) , Giancarlo Pasquini e Ettore Staiano (Vicepresidenti nazionali) ,
Amedeo D’Ormea, Giampaolo Spallarossa, Bruno
Terranova, Carlo Trabaldo
Togna; Franco Panzolini
(Segretario generale), Giorgio Martella (Vicesegretario
generale).
Paolo Crivellaro, Liguria:
Giampaolo Spallarossa, Emilia Romagna: Antonio Ferrante, Toscana: Stefano Di Ruggiero, Marche-Umbria: Bruno
Terranova, Lazio: Giancarlo
Pasquini, Abruzzo-Molise: Vittorio Cirillo, Campania-Basilicata: Amedeo D’Ormea, Puglia: Ettore Staiano, Calabria:
Antonio Gareri, Sicilia: Pietro
Raciti, Sardegna: Antonio Orgiana, Spille d’Oro Olivetti:
Mario Caglieris.
Collegio sindacale
Enrico Casini ( Presidente ),
Guido Festa, Elio Penta.
Collegio dei Probiviri
Achille Malpensi (Presidente),
Liberatore Calogiuri, Luigi Di
Castri.
Consigli Regionali
Presidenti Piemonte-Valle
d’Aosta: Carlo Trabaldo Togna, Lombardia: Fiorenzo
Benzoni, Trentino A.A.: Giuseppe Baratieri, Friuli V.G.:
Romano Sciortino, Veneto:
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GRUPPO LAVORATORI
SENIORES RIELLO
LEGNAGO (Vr)
Presidente e Cassiere Nazzareno Conzonato; Vicepresidente Roberto Peruzzo, Segretario Daniela Bassi.
GRUPPO ANZIANI FATA
TORINO
Presidente Valter Actis; Vicepresidente Emanuele Interlici;
Segretario Massimo Di Mauro.
SEDI ANLA 2010 giusto
24-03-2010
10:05
Pagina 37
LE NOSTRE SEDI
PRESIDENZA NAZIONALE E SEGRETERIA GENERALE
Via Monte delle Gioie, 13 - 00199 Roma - Tel. 06/86321128 – Fax 06/86322076
dal lun. al ven. 9.00-13.30/14.00-17.00
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PIEMONTE
Lorenzo Cafferati
• 10141 Torino
Ugo Bassino
Corso Monte Cucco, 133
Tel. 011/3821238 – 3853483
Fax 011/3853879
e-mail: [email protected]
dal lun. al gio. 9.00-12.00 - 15.00-17.30
Nicola Sola
• 14100 Asti
Via M. D’Azeglio, 42
Tel. e fax 0141/593281
• 12100 Cuneo
Sergio Gazzano
Via XX Settembre, 42
Tel. e fax 0171/65699
e-mail: [email protected]
dal lun. al ven. 8.30-12.30 /14.00-18.00
LOMBARDIA
Luigi Golzi
• 20121 Milano
O. Malaguzzi
Via Marsala, 6
Tel. 02/29010446–078
Fax 02/29010458
e-mail: [email protected]
dal lun. al ven. 9.30-13.00
• 24121 Bergamo
Emilio Betelli
c/o Associazione Combattenti e Reduci
Via Masone, 1
Tel. e fax 035/222422
e-mail: [email protected]
lun. 16.00-18.30 mer. 9.00-11.30
Bruno Iukich
Merc. 14.00-17.00
• 22100 Como
Giuseppe Carletti
Via Dante Alighieri, 80
Tel.031/255429
fax 031/255297
Mar. e gio. dalle 14,30 alle 16,30
• 26100 Cremona
Enzo Franzini
c/o Associazione Industriali
Piazza Cadorna, 6
Tel. 0372/4171
fax 0372/417340
lun. e ven. 10.00-11.30
Previo appuntamento
• 27100 Pavia
Via Taegio, 5
Tel. 0382/382363
Fax 0382/382442
Gian Franco Rossi
mar. e ven. 16-17.30
gio. 10.00-12.00
• 25124 Brescia
Via Corfù, 81
Tel. 030/2998421
fax 030/2998422
• 46100 Mantova Alberto Ceccherini
Via F. Corridoni, 13
Tel. 0376/332309 - Fax 0376/332596
cell. 338/7771764
• 21100 Varese
Luigi O. Gariboldi
c/o Associazione Combattenti e Reduci
Via C. Battisti, 21
Tel. 0332/280190
dal lun. al ven. 9.30-11.30
VENETO
Arrigo Pizzolon
• 35122 Padova
Walter Ronchi
Via Dante, 41
Tel. e fax 049/654488
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dal lun. al ven. ore 9.00-12.00
• 32100 Belluno
Lina Azzalini
Piazza A. De Luca, 8
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merc. 10.00-12.00
• 45100 Rovigo Bruno Meneghello
Via Martiri di Belfiore, 19
Tel. e fax 0425/460233
lun. 10.00-12.00 mart. 15.00-17.00
giov. 9.00-12.00
• 31100 Treviso
Lando Arbizzani
Piazza del Duomo, 19
Tel. e fax 0422/590700
dal lun. al ven. ore 9.30-11.00
• 37121 Verona Epifanio Lissandrini
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mar. e ven. 9.00-11.30/14.00-16.30
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LIGURIA
Giampaolo Spallarossa
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Benito Varriale
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18038 Sanremo (Im)
Tel. e fax 0184/534192
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• 36100 Vicenza
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Contrà Vescovado, 11
Tel e fax 0444/544319
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Walter Sinis
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Tel. 0187/253242 - fax 0187/253258
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SEDI ANLA 2010 giusto
24-03-2010
10:12
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LE NOSTRE SEDI
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ANLA
• 19125 Sez. La Spezia Est G. Gianardi
Stradone Doria, 102
mar. 10-12/gio. 15-17
• 54011 Sez. Aulla
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mer. 9.30-11.30
• 17100 Savona Franco Cavallero
Piazza delle Nazioni, 7 rosso
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c/o Telecom - Via Tiburtina 419-pal A
Tel. 085/4308442 - 4313983
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dal lun. al ven. 10.00-13.00
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Teresa Spampanato
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mar. e ven. 14.00-17.30
TOSCANA
Vincenzo D’Angelo
• 50122 Firenze
Via dei Neri, 27
Tel. 055/2302590 (oppure segr. telef.)
Fax 055/219820
e-mail: [email protected]
lun. merc. ven. 16.00-18.00
• 61100 Pesaro
Otello Stefanini
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Tel. 0721/371840 - Fax 0721/374680
mar. e ven. 9.30-12.00
UMBRIA
Paolo Guerra
• 06124 Perugia
Via Santini, 8
Tel. 075-40036 - Fax 075-5867169
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mer. e ven. dalle 9.00 alle 12.00
LAZIO
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• 00154 Roma Roberto Malasoma
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Tel. 06/57250046-57305153
fax 06/57136224
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CAMPANIA
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Emilio Iuliano
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dal lun. al ven. 9.00-12.30
• 81100 Caserta
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Largo S. Sebastiano
c/o Centro Servizi Culturali S. Agostino
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Lun. e mer. 9,30-12 mar. e ven 16-19
PUGLIA
Antonio Cortese
• 70125 Bari
Stefano Gliubich
Via Junipero Serra, 13
Tel. 080/5461090
Tel e fax 080/5461107
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dal lun. al ven. 9.30-12.30
• 72100 Brindisi Rosario Montanaro
Via Cappuccini, 119
Tel. 0831/511222
cell. 333/7605380
e-mail: [email protected]
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• 74100 Taranto Angela Casavola
Via Atenisio, 3/d - Tel. 099/7325187
dal lun. al ven. 15.30-17.00
• 03100 Frosinone
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Colle San Pietro, 2
T0el e fax 0775/210583
• 04013 Latina
Angelo Movizzo
Largo Platone - Lotto 39/D
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SICILIA
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• 90141 Palermo
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Via della Mazzetta, 7
Tel. e fax 0761/324505
e-mail: [email protected]
• 96100 Siracusa Salvatore Allegri
Viale Teracati, 104
Tel e fax 0931/448230
cell. 335/6924937
mar. e ven. dalle 9.00-13.00
lun e merc 9-11 ven. 16.00-18.00
Made in italy 39
24-03-2010
10:14
Pagina 39
L’ITALIA CHE LAVORA
MADE IN ITALY
L
a BIT, Borsa Internazionale
del Turismo, che si è svolta
a Milano, come di consueto, ha tracciato una radiografia realistica della situazione e, insieme, il bilancio con il quale si è
chiuso nel 2009 nel nostro Paese il
settore del turismo. Le cifre che lo
hanno contrassegnato non sono confortanti, ma se può essere di consolazione, neanche per i nostri concorrenti lo sono state, nessuno escluso. Per
tornare a noi, la flessione si è spalmata sui vari settori coinvolti: alberghiero, trasporto aereo, agriturismo, congressuale, culturale. Due i comparti
che si sono salvati, le crociere e i pellegrinaggi religiosi. Per il resto, i turisti stranieri, che hanno risentito della
crisi ancor più di noi, hanno cancellato spesso le vacanze e i viaggi culturali in Italia, mentre gli italiani hanno
ridotto il periodo di ferie. La BIT
compie 30 anni di attività e va riconosciuto che di strada ne ha fatta, passando da 294 espositori degli inizi,
provenienti da 24 Paesi, e 36 mila visitatori, ai 5 mila espositori di oggi in
arrivo da 130 nazioni e circa 150 mila visitatori. Un traguardo positivo
ombreggiato, oggi, da numerosi problemi da affrontare, sia pure accompagnati da caute speranze di ripresa.
All’interno della BIT i protagonisti
del settore di punta per la nostra economia hanno esposto le preoccupazioni derivate dalla crisi e avanzato le
proposte più adeguate alla loro soluzione. La Federalberghi ha denunciato una flessione di presenze e di conseguenza la diminuzione dell’occupazione del 3 per cento, reiterando, inoltre, che l’aliquota Iva del 10 per cento è troppo elevata e incide in modo
sensibile sui prezzi di alberghi e ristoranti. In Francia e Spagna, nostri
competitori, l’Iva pesa rispettivamente del 5,5 e del 7 per cento. In altri
Stati, al contrario, è di molto superiore, come in Danimarca (25 per cento)
e poco meno in Germania e Gran
Bretagna. Severi i dati che riguardano
le Agenzie di viaggio. Lo scorso anno
di Nora Villa
CALA IL TURISMO FUORCHE’
QUELLO RELIGIOSO
Lo ha constatato la Borsa internazionale del settore
mille di loro hanno chiuso. Le ragioni
vanno attribuite alla crisi, ma anche
alla concorrenza del Web e alla tendenza alle vacanze fai da te.
Secondo Henley World, si prevede
che nei Paesi turisticamente più evoluti, tra i quali l’Italia, salirà di un terzo la percentuale delle vacanze organizzate in proprio, così come i pacchetti di viaggio low cost e i last minute. E c’è da registrare la flessione
dei viaggi d’affari, gli spostamenti dei
manager da una località all’altra. Le
aziende cercano di ridimensionare le
spese sostituendoli con video conferenze. Alle richieste rivolte al Governo da parte degli operatori, pur consapevole del momento di difficoltà, Michela Vittoria Brambilla, ministro per
le Attività Turistiche, assicurando la
sua costante attenzione alle varie problematiche della filiera, ha annunciato l’arrivo di un significativo numero
di “buoni” che permetteranno a famiglie a basso reddito di fruire di una
vacanza, nei periodi non di punta, in
39
località turistiche nazionali. Una nota
di ottimismo la porta in bilancio il settore delle crociere, che esce indenne
dalla crisi, pur riducendo i margini di
guadagno, ma con le navi da diporto
sempre piene. CostaCrociere ha superato lo scorso anno 1,2 milioni di passeggeri e per l’anno in corso punta a
ospitarne un milione e mezzo. Il buon
risultato si deve alla decisione di destagionalizzare i viaggi in base ad accordi presi con le autorità turistiche di
Dubai, Singapore e Shanghai.
Il gradimento del pubblico verso i
viaggi in mare è tale che i cantieri europei hanno, per il triennio 2009/
2012, contratti per 38 nuove cruise
ships, navi da crociera, per una capacità complessiva di 85 mila persone.
Oltre a ciò verranno sviluppati accordi con numerose compagnie aeree per
portare i crocieristi dal punto di attracco finale a casa (home port).
L’altro settore che non conosce crisi è
quello dei viaggi religiosi. Sono milioni gli italiani, anche nell’anno appena trascorso, che si sono messi in
cammino per visitare celebri santuari,
chiese antiche e via via. Al top della
classifica si trova San Pietro a Roma,
seguito dal Santuario di Padre Pio a
San Giovanni Rotondo, da Loreto e
da Sant’Antonio da Padova. Il richiamo del sacro esercita sempre grande
suggestione e muove, al contempo,
importanti cifre sul piano economico.
Ma, in definitiva, la vera ripresa si
avrà, ammettono gli operatori, quando la crisi attuale sarà superata e la
nuova situazione concederà agli italiani e agli stranieri di tornare a permettersi una vacanza, ricordando al
Governo di rivedere la politica fiscale
e, sopratutto, di promuovere in ogni
■
circostanza il brand Italia.
Intervista 40-41
24-03-2010
10:22
Pagina 40
STORIE
di Raffaello Uboldi
L’INTERVISTA
LEONARDO CHELAZZI
A
ll’interno della Sezione di Fisiologia
Umana, è alla testa
di un gruppo di ricercatori nel quadro
del Dipartimento di Scienze Neurologiche, Neuropsicologiche,
Morfologiche e Motorie dell’Università di Verona. In concreto di
cosa si occupa?
Leonardo Chelazzi: Facciamo ricerca riguardante le funzioni del
cervello. Cercando di comprendere
• Un lavoro appassionante sulle funzioni
“attenzionali” del nostro cervello
• Per poi curare tante disfunzioni,
fra queste la schiavitù della droga
• Con tutte le difficoltà che si incontrano
a fare ricerca in Italia
come queste funzioni si attuano
nella mente di ogni individuo, di
persone normali, ma anche di persone con qualche anomalia, con
qualche deficit. Cerchiamo di comprendere le basi cerebrali di queste
funzioni, le cosiddette funzioni superiori.
Con quale obbiettivo?
Diciamo che si gioca su due fronti.
Un fronte che possiamo definire di
natura filosofica, cioè il desiderio
di comprendere in modo più approfondito e vero la natura umana attraverso la conoscenza dei meccanismi che guidano la nostra mente.
Soprattutto in un ambito specifico
che è quello sul quale abbiamo maturato una notevole esperienza e
conoscenza, cioè quello delle funzioni attenzionali. Comprendere
come e perché l’attenzione, l’inte40
resse di ciascuno di noi di momento in momento è diretta verso taluni stimoli rispetto ad altri presenti
nell’ambiente. Dobbiamo ricordarci che l’ambiente che ci circonda
attraverso il tatto, la vista, l’udito,
l’olfatto, il gusto, e così via dicendo inonda il nostro cervello di informazioni, in quantità enorme,
molto più di quelle che riusciamo
realmente a cogliere, ad esserne
Intervista 40-41
24-03-2010
10:22
Pagina 41
Un gruppo di ricercatori con al centro,
il professor Chelazzi (professore ordinario
di Neurofisiologia e presidente dell’Associazione
per le Neuroscienze Giuseppe Moruzzi
www.associazione-moruzzi.it);
seconda da sin., Chiara Della Libera
(www.attention-lab.net)
consapevoli, a ricordare. Di conseguenza la capacità del nostro cervello di acquisire una caratteristica
di comportamento intelligente, cioè
finalizzato al raggiungimento di un
obiettivo dipende proprio dalle funzioni attenzionali. Questo è il motivo per cui sono oggetto del nostro
interesse.
E avete capito molto
di più?
Direi assolutamente di
sì.
Ad esempio?
Assieme alla comunità
internazionale che si occupa di questi argomenti abbiamo capito alcuni
principi fondamentali,
sia dal punto di vista del
fenomeno attenzionale,
sia da quello dei meccanismi cerebrali sottostanti, rispetto a quanto se ne sapeva
venti o trent’anni fa quando questa
funzione era esclusivo appannaggio
di ipotesi, di speculazione di qualche
brillante psicologo, ma la conoscenza di questa funzione era estremamente vaga.
E comprendendone di più quale
vantaggio ne avremo?
Qui tocchiamo il secondo obiettivo
che noi perseguiamo. Pur ritenendo
che il primo passo debba essere un
approfondimento delle nostre conoscenze in questo ambito di studio, cosa sempre importante, partendo dal momento in cui le abbiamo comprese molte possono essere
le ripercussioni in ambito applicativo, educativo, riabilitativo. Visto
che le funzioni attenzionali sono il
cardine di un comportamento intelligente e finalizzato, ne consegue
che i disturbi di queste funzioni ci
portano ad una enorme varietà di
psicopatologie, l’autismo, la dislessia, la schizofrenia, solo per citarne
alcune. C’è inoltre un altro ambito
che possiamo definire di patologia
disfunzionale, cioè la tossicodipendenza. Anche in questo ambito si
ritiene che una alterata funzione attenzionale sia un aspetto di importanza cruciale.
Ad esempio?
Ad esempio nella misura in cui quella che si verifica è una esasperata
tendenza ad orientare la propria attenzione verso stimoli ambientali
che richiamano questo vizio.
E per l’uomo in quanto individuo
sociale?
Rispondo rammentando che lo studio degli stimoli ambientali può indubbiamente far chiarezza su
aspetti molto importanti del rapporto fra l’individuo e l’ambiente, fra
l’individuo e la società che lo circonda.
Oltre questo di Verona ci sono in
Italia altri Centri di studio su
questi problemi?
Certamente, ad esempio presso
l’Università di Trento, e in altri
quattro o cinque Centri con i quali
intratteniamo rapporti di collaborazione.
41
E fuori dal nostro Paese?
C’è oggigiorno una comunità internazionale che fortunatamente non
conosce confini.
Come state a fondi, o meglio che
cosa si fa in Italia per aiutare la
ricerca?
Dal punto di vista governativo la situazione è drammatica, occorre per
resistere una tenacia incredibile, a
fronte di finanziamenti erogati col
contagocce. Fortunatamente ci sono finanziamenti da parte di fondazioni private.
Lei che ci ascolta è una giovane
ricercatrice. Come mai una persona, ripeto giovane, entra in un
settore dove sa per principio che
sarà sottopagata?
Chiara Della Libera: Per passione,
certamente.
Ha mai pensato di lasciare questo
Paese?
Talvolta sì, anche se questa scelta
poteva creare non pochi problemi
familiari.
Leonardo Chelazzi: Se mi è consentito, direi che non è tanto grave che
un ricercatore se ne vada altrove, oggi che c’è la possibilità di un interscambio continuo di esperienze. E’
grave, è disperante quando un giovane ricercatore a fronte delle troppe
difficoltà che incontra abbandona il
campo. Questa è la vera perdita, la
■
peggior “fuga” possibile.
personaggi 42-43
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Pagina 42
STORIE
di Martine O. Belhadi
PERSONAGGI DEL PASSATO
CAMILLO BENSO, CONTE DI CAVOUR
• Uno dei grandi “padri della Patria”
• Secondo Giovanni Spadolini: «L’unico uomo di Stato
per uno Stato che ancora non c’era»
N
on è che si sia subito
convertito all’idea di
una Italia unita dalle
Alpi al Canale di Sicilia, anzi per parecchio
tempo Camillo Benso, conte di Cavour, si limitò ad accarezzare l’idea di
un forte regno del Nord italiano, con
alla testa la monarchia dei Savoia. Ma
da abilissimo diplomatico qual era
seppe sfruttare al meglio la spedizione di Garibaldi in Sicilia, ordinando la
contemporanea invasione dello Stato
pontificio, Roma esclusa. E certamente fu per buona misura opera sua
se il 17 marzo del 1861 fu possibile
proclamare il Regno d’Italia, un insieme di 22 milioni di abitanti che per la
prima volta dopo tanti anni di disunione ricompariva sulla scena mondiale. Morì di lì a poco, nel giugno
successivo, e si dice che ricevendo,
febbricitante, la visita del re, Vittorio
42
Emanuele II, gli abbia sussurrato, come una sorta di eredità, questa frase:
«Libera Chiesa in libero Stato».
Una frase, occorre dirlo, alla base oggigiorno di quell’articolo della Carta
costituzionale italiana che afferma la
libertà di tutte le religioni di fronte alla legge. Quanto al resto non c’è dubbio che con la sua scomparsa il Paese
di allora abbia perso un capo prestigioso e competente. Per trovarne uno
dello stesso livello occorre arrivare a
Giovanni Giolitti. Personaggio privo
di scrupoli confidava “nel genio dell’intrigo spinto fino all’eroismo”. Ma
non ha avuto certamente torto Piero
Gobetti nel dire di Cavour che «il ministro piemontese sovrasta i suoi contemporanei perché guarda ai problemi con l’occhio dell’uomo di Stato».
E secondo Spadolini: «Fu l’unico uomo di Stato per uno Stato che ancora
non c’era», soprattutto per il fatto che
personaggi 42-43
24-03-2010
10:50
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Accanto, un’immagine di Vittorio Emanuele II. In basso, la battaglia
di Calatafimi in Sicilia. In apertura, lo scontro tra l’esercito FrancoPiemontese e gli austriaci a Magenta. Sotto, un ritratto di Cavour
eseguito da Francesco Hayez nel 1864
Cavour, morendo, lasciava dietro di
sé un’Italia “unita, ma non unificata”,
tanto essendo ancora il divario fra le
province settentrionali e quelle meridionali.
Non per questo Cavour - a duecento
anni dalla nascita – non merita il riconoscimento commosso dell’insieme
degli italiani. Era nato a Torino il 10
agosto del 1810, per morirvi nel
1861. Da giovane intraprende la carriera militare, che tuttavia gli va stretta, anche per la politica oscurantista
dell’allora Regno di Sardegna. Per
quattro anni viaggia in Europa, studiando gli effetti della rivoluzione industriale, in particolare i principi economici, sociali e politici del liberalismo britannico. Rientrato in Piemonte si occupa soprattutto di agricoltura,
ma anche di economia e della diffusione di scuole e di asili. Infine scopre
la politica; soprattutto “quella politica
della via di mezzo fra gli eccessi dei
rivoluzionari e dei reazionari”. Guardava a Garibaldi con molta diffidenza, e a Mazzini con parecchio timore,
tant’è che fece sempre il possibile per
strappare all’uno e all’altro l’appellativo di “padre della Patria”.
Nel governo entra chiamatovi da
D’Azeglio come ministro dell’Agricoltura, del Commercio e della Marina, in seguito passa alle Finanze
conquistandovi una tale posizione di
primo piano da venir chiamato nel
novembre del 1852 alla Presidenza
del Consiglio (a soli quarantadue anni di età, cosa non usuale per l’epoca). Non piaceva a nessuno, non alla
destra parlamentare che lo riteneva
un pericoloso giacobino, non alla sinistra che non credeva alle sue intenzioni riformatrici. Ma tutti gli debbono riconoscere una enorme capacità
di lavoro. In politica interna si dedica a fare del Piemonte uno Stato costituzionale, ispirato ad un liberalismo misurato e progressivo, rinnova
profondamente l’agricoltura, l’industria, il commercio, il sistema bancario e quello fiscale. Con lui il Regno
di Sardegna cambia faccia; e Cavour
avverte il bisogno
di una audace politica estera capace di fare uscire il
Piemonte
dall’isolamento.
Per questo caldeggia la partecipazione alla spedizione di Crimea
dove gli italiani si
mettono in luce
nella battaglia di Sebastopoli, cosa
che vale al Piemonte l’ammissione al
Congresso di pace a Parigi. Il 21 luglio 1858 Cavour incontra Napoleone
III a Plombières, gettando le basi per
una alleanza con la Francia e contro
l’Austria. In compenso dell’aiuto prestato, alla Francia viene garantita la
cessione di Nizza e della Savoia . La
II guerra di indipendenza, condotta
contro l’Austria da un esercito francopiemontese, consente l’acquisizione
della Lombardia, ma l’estendersi del
movimento democratico-nazionale
suscita nei francesi il timore di veder
nascere al di qua delle Alpi uno Stato
italiano troppo forte e concorrenziale.
L’armistizio di Villafranca ne è il risultato diretto, senza che la Francia rinunci alle sue pretese territoriali. Deluso, Cavour abbandona la guida del
governo, proclamando di volersi riti-
43
rare a vita privata.
Una decisione a
cui nessuno crede.
Difatti ben presto
ritorna al governo, per trovarsi di
fronte alla spedizione dei Mille e
all’impresa di Garibaldi in Sicilia
nei cui confronti
assume il più equivoco degli atteggiamenti, perfino condannandola agli
inizi, salvo far intervenire contro i
Borboni l’esercito piemontese che occupa anche, scendendo al sud, gli Stati pontifici, e così sottraendo il moto
risorgimentale al repubblicanesimo di
Mazzini e al decisionismo spinto di
Garibaldi. Nel 1861 viene proclamato
il Regno d’Italia, fuori al momento
solamente Roma, il Veneto, Trento e
Trieste. La morte che lo coglie nel
marzo successivo lo strappa precocemente alla vita e gli impedisce di vedere il completamento del suo capolavoro politico, sottraendo al neonato
Regno italiano l’aiuto e l’apporto che
indubbiamente sarebbe derivato dalle
sue molte, e versatili capacità. Il più
comunque è fatto; ricordando che
senza di lui l’Italia probabilmente non
■
sarebbe nata.
storie di un'italia 44
24-03-2010
10:53
Pagina 44
STORIE
ITALIA
PERFUORI
BENE
VISTI DA
di Igor Uboldi
di Elena Grazini
LA CERA, ARTE ANTICA RIVALUTATA
NEL PRESENTE
E’ quanto fanno Orsola Mirti Mancinelli e il marito, due appassionati artigiani
D
a una stalla, adibita ad animali, a laboratorio di oggetti in cera. Questa è la storia di
Cere di Trex e di Orsola Mirti Mancinelli,
44 anni, che insieme al marito ha iniziato
questa avventura nel 2003.
Una storia di famiglia che sgorga dall’amore per la terra e i suoi frutti. Infatti l’azienda, a pochi chilometri dal
centro storico di Assisi, alle pendici del Monte Subasio,
ha inizio dal nonno di Orsola e si sviluppa come attività agricola, specializzata, in primis, nella coltivazione
dei cereali e delle olive (da cui il frantoio) ed, in ultimo, in un agriturismo. Col desiderio, nel 2003, di dare
vita ad una professione che nasce da questa passione
per la natura.
Orsola, laureata in economia e commercio, con esperienze lavorative lontane dal mondo agricolo, inerenti
la certificazione di qualità di prodotto, decide di lanciarsi nell’attività di famiglia insieme al marito dando
vita ad una cereria artigianale, il cui laboratorio, molto
caratteristico, è situato nel cuore di Assisi e le cui finestre si affacciano su un “quadro” (per contattare il laboratorio: 075-813378).
«Ad “iniziarmi” nella lavorazione della cera fu una signora che svolgeva questo lavoro da sempre e che mi
ha insegnato i trucchi del mestiere», racconta Orsola
Mirti Mancinelli. «Insieme a mio marito decidemmo di
dedicarci alla produzione di candele e di
oggetti in cera distanti dalla produzione industriale,
collaborando con architetti e scultori,
prestando molta attenzione al design e
lavorando o sul promozionale (quindi
oggetti finalizzati ad eventi) o sulla “lunga vita”, ossia
su creazioni a marchio del cliente, introdotte nella produzione istituzionale, come nel caso dell’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella di Firenze,
o ancora, sempre più frequentemente, laddove lo si ritenga utile, manteniamo il nostro marchio, considerato
prodotto d’eccellenza».
Un caso quello della cereria Trex che è stato analizzato e studiato anche dall’Eurispes, che di loro scrive:
“Eccellenza non significa solo grandi fatturati, ma vuol
dire soprattutto grandi idee. È il caso del Laboratorio
Cere di Trex, azienda produttrice di candele che si è sicuramente qualificata per innovazione del prodotto,
per filosofia e volontà. Nonostante il mercato in questo
settore sia in forte crisi, i requisiti sopra elencati hanno
portato questa piccola realtà a farsi notare e a guadagnarsi uno spazio tra le eccellenze italiane”.
Una produzione di nicchia che oggi vanta un punto di
vendita su Roma, in zona Eur, (per contatti: 0645438708) e che presto ne avrà un altro nel cuore della Capitale.
«Fin dall’inizio mi ha sempre motivata la passione per
questo tipo di materiale che si modella molto bene anche se, indubbiamente, come per ogni artigiano che si
rispetti è fondamentale la capacità manuale», spiega
Orsola Mirti Mancinelli. «Attualmente tra gli oggetti
che realizziamo le
lanterne in cera sono
sicuramente
quelle preferite dalla nostra clientela,
ma la mia creatività
negli ultimi tempi
sta spaziando pure
in oggettistica realizzata con carta fat■
ta a mano».
44
scienza e tecnica 45
24-03-2010
10:55
Pagina 45
ATTUALITA’
SCIENZA E TECNICA
di Carlo Pieracci
P
articelle talmente elusive da
poter passare da una parte all’altra della Terra sono state
rilevate per la prima volta da
scienziati del laboratorio dell’Istituto
Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) del
Gran Sasso: sono i geoneutrini, antineutrini che rappresentano la più piccola particella di antimateria proveniente
dall’interno della Terra, laddove si forma il calore del nostro pianeta. Queste
piccolissime particelle sono messaggeE’ una scoperta prevalentemente italiana
re di ciò che avviene a migliaia di chilometri sotto la crosta terrestre, quando
elementi radioattivi come l’uranio decadono e producono di acqua deionizzata, e che a sua volta racchiude un’altra
grandi quantità di calore che muove i Continenti, scioglie le sfera di acciaio inossidabile (diametro 13,7 metri). Querocce e le trasforma in magma e lava vulcanici. Secondo gli st’ultima è anche la struttura di supporto dei fotomoltipliscienziati che hanno effettuato l’esperimento, coordinati da catori, oltre ad includere una sfera di nylon del diametro di
Gianpaolo Bellini dell’Infn di Milano, i geoneutrini sono la 11 metri che funge da schermo verso il radon. All’interno
prova che questa radioattività è una delle principali fonti di della seconda sfera di acciaio sono stati montati 2.200 foenergia del nostro pianeta e che, al contrario di quanto si tomoltiplicatori, una sorta di lampade che assorbono e ripensava, al centro della Terra non vi sarebbe una sorta di levano la luce, anziché emetterla. Infine, un’altra sfera più
enorme reattore nucleare che da solo è in grado di produrre piccola di nylon del diametro di 8,5 metri, che è un po’ cotutta l’energia per scaldare il pianeta.
me “il nucleo” dell’apparato, contiene circa 300 tonnellaPer il professor Gianpaolo Bellini, uno studio esteso dei te di scintillatore liquido, composto di fluoro e pseudocugeoneutrini in vari punti della superficie terrestre, potrà mene (un polimero generalmente usato nel campo delle refornire informazioni più precise sul calore prodotto nel sine, nei coloranti e in farmaceutica). Ogni volta che un
mantello, e quindi sui moti convettivi che sono alla base neutrino interagisce con la sfera, vengono prodotti i fotodei fenomeni vulcanici e dei movimenti tettonici. La “cat- ni, particelle di luce rilevate dai fotomoltiplicatori.
tura” dei geoneutrini è stata possibile grazie all’esperimen- Considerato il pieno successo di Borexino nello studio del
to Borexino che già stava rilevando neutrini provenienti Sole, i ricercatori del Gran Sasso hanno pensato di “puntadal Sole. I neutrini, particelle elementari, sono il prodotto re” Borexino anche verso il centro della Terra per ascoltarpiù abbondante delle reazioni nucleari che avvengono al- ne il cuore pulsante. Infatti finora lo studio della composil’interno del Sole.
zione dell’interno della Terra è sempre stato limitato a pochi
I neutrini, per loro natura, interagiscono molto poco con la chilometri, mentre quello degli strati più profondi avveniva
materia tanto da potere attraversare, indenni, l’intero Uni- tramite il metodo indiretto, ossia tramite la sismologia e la
verso e, a partire dai primi anni 60, la loro “cattura” ha rap- composizione chimica delle rocce più superficiali.
presentato una vera e propria sfida per gli astrofisici di tut- Ora, però, grazie allo studio del decadimento radioattivo
to il mondo. Ma più di recente si è scoperto che il neutri- come l’uranio-238, il potassio-40 e il torio-232, nonché la
no può “oscillare”, ossia cambiare il proprio numero quan- conseguente emissione di antineutrini dei quali si può vetico, il cosiddetto sapore.
dere il flusso e lo spettro, sarà possibile fare un vero conE’ proprio per studiare l’oscillazione dei neutrini prove- trollo sperimentale dei modelli geologici sulla composinienti dal Sole che all’inizio degli anni ‘90 l’Università di zione più profonda della Terra.
Milano avviò, insieme ad altri istituti di ricerca internazio- Borexino è il frutto della collaborazione internazionale di
nali, l’esperimento Borexino. La costruzione del rilevato- cento ricercatori non solo italiani, ma anche statunitensi,
re, iniziata nel 1996, terminò nel 2007 (inclusa un’interru- francesi, tedeschi e russi; grazie alla purezza dei materiali
zione di tre anni).
con i quali è costruito e, non ultimo, alla sua collocazione
Borexino, costruito con materiali selezionati per la loro a 1.400 metri di profondità sotto il più grande massiccio
bassa radioattività, è un insieme di gusci o sfere in grado dell’Italia centrale, lontano da sorgenti radiogene che posdi evitare la contaminazione dalla radioattività di fondo e sono interferire nelle rilevazioni, ha prodotto la prima midi quella emessa dagli stessi materiali da costruzione (il ra- sura mondiale di geoneutrini provenienti dall’interno della
don). In pratica si tratta di una cupola di acciaio inossida- Terra. Non senza avere prima fornito importanti informabile del diametro di 18 metri contenente 2.500 tonnellate zioni sul funzionamento interno del Sole.
■
I “GEONEUTRINI”
PER STUDIARE LA TERRA
45
ventidalmondoviaggi NUOVO
25-03-2010
16:29
Pagina 46
PROPOSTE
SIRIA, GIORDANIA,
GERUSALEMME & BETLEMME
Partenza da Roma/Milano/Venezia - 14 giorni
TURCHIA:
Aleppo, San Simeone, Ebla, Apamea, Crac dei Cavalieri, Hama, Palmira, Bosra, Damasco - Amman, la Valle del Giordano, il meraviglioso scenario di Wadi Rum, Jerash e l’unicità di Petra, museo a cielo
aperto. E … alla fine, Gerusalemme e Betlemme.
I TESORI
DELL’ANATOLIA
Avendo esaurito i posti disponibili per la partenza
del 2 ottobre, si sta predisponendo una seconda partenza
per il 18 ottobre
Maravilhosa paixão
BRASIL: PASSIONE MERAVIGLIOSA
Partenza 4 novembre 2010 – 18 giorni
9 giorni
da Roma/Milano/Venezia:
Avendo esaurito
i posti disponibili
per la partenza
del 26 ottobre,
si sta predisponendo
una seconda partenza
per il 28 ottobre
Alla scoperta delle diverse realtà del Brasile: l’incanto di Rio de
Janeiro con la mitica Copacabana, le scuole di samba e le favelas; la
languida Bahìa, vera anima del Brasile con il culto del Condomblè e
della Capoeira (antica danza con cui gli schiavi si difendevano dalle
frustate dell’uomo bianco); l’avveniristica Brasilia; la natura selvaggia
e prorompente delle cascate di Iguaçu; Manaus, porta dell’Amazzonia, con una “quattro giorni” in Ecopark Village immerso nel “polmone
del mondo” (fenomeno unico “l’incontro delle acque” del Rio Negro e
del Rio Solimoes per formare il Rio delle Amazzoni).
Quota di partecipazione da Milano: € 3.650,00 partenze da altre città su richiesta
Soci ANLA* € 3.600,00
Tasse aeroportuali internazionali e interne in Brasile (al 20/01/2010) € 280,00
Pensione completa – hotel e lodge 4 stelle - accompagnatore dall’Italia
MAROCCO, le citta’ imperiali e la via delle kasbah
oltre il medio e basso Atlante
Partenza: 3 ottobre 2010 - 11 giorni
Alla scoperta di un Marocco fuori dai sentieri più battuti: dalle favolose oasi verdeggianti alle dune
scolpite dai venti del Sahara, senza tralasciare le invitanti città di Ouarzazate e di Marrakech. Casablanca con la famosa Corniche - Rabat, moderna capitale del Marocco – Meknes con la Bab Mansour, la
porta più bella del Marocco – il sito romano di Volubilis - Fes, la più antica e nobile delle città imperiali –
attraverso la suggestiva via delle 1000 Kasbahs fino a Ouarzazate, naturale set cinematografico e
Marrakech, la millenaria … infine, ultime tappe, Essaouria e El Jadida.
Quota di partecipazione da Roma/Milano – minimo 30 partecipanti - € 1.560,00
Soci ANLA* € 1.510,00 Tasse aeroportuali (al 20-12-2009): € 110,00
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Pagina 47
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cambiò la storia del mondo - Bretagna, luogo incantato dalle antiche leggende celtiche, il ricco patrimonio storico ed architettonico, regione di marinai e di leggende,
lunghe spiagge e graziosi porticcioli dalle case di granito - Loira, visiteremo i Castelli
di Amboise e Chenonceau... e infine Parigi
Quota di partecipazione da Roma/Milano – 30 partecipanti - € 1.340,00
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scoprendo l’America,
un viaggio lungo… un sogno
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sport nuara 48-49
24-03-2010
11:08
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ATTUALITA’
SPORT
di Ettore Nuara
Occorre rifondare il nostro sci olimpico.
Per evitare delle magre figure
DOPO VANCOUVER 2010
D
alle Olimpiadi invernali
di Vancouver a quelle di
Sochi (Russia) 2014 vi
sono quattro anni per rivoluzionare e rifondare
lo sci olimpico italiano. La disfatta di
Vancouver per i nostri sport invernali in
quasi tutte le categorie sia maschili che
femminili è stata bruciante, e come accade in questi casi, tutti sono stati mobilitati, senza aspettare il rinnovo delle cariche sociali della Federazione Sciistica. A
Torino nel 2006 lo sci olimpico italiano
in occasione di quelle Olimpiadi fu esaltato da 11 medaglie, a Vancouver 2010
con le cinque medaglie conquistate (magro bottino) è sommerso dall’ignominia,
dalla depressione più cocente, da critiche
impietose di accuse e contraccuse tra dirigenti e tecnici e tra gli stessi atleti.
In Italia, in tutti i campi, si va da un eccesso all’altro: dall’euforia di un successo pur effimero allo scoramento più totale per una debacle. Dispiacere, delusio-
ne, rabbia sono stati i sentimenti espressi dal presidente del Coni, Gianni Petrucci, che insieme al direttore generale
Pagnozzi ha bollato con il punteggio di
5,5 i risultati finali della spedizione azzurra. E meno male che a mitigare lo
sconforto c’è l’oro di Giuliano Razzoli,
che ha vinto lo slalom speciale dopo 22
anni da quando a Calgary nel 1988 si
impose quel “guascone” di Alberto
Tomba. E come non apprezzare la prova
di Pietro Piller Cottrer, che dopo una gara sempre in testa si è dovuto accontentare del secondo posto nella 15 km di
fondo di tecnica libera, conquistando la
medaglia d’argento? Medaglia di bronzo
per Arianna Fontana nei 500 metri dello
short track, unica donna della équipe italiana che ha vinto una medaglia. Bronzo
anche per Alessandro Pittin nella combinata nordica, e bronzo per il veterano
(37 anni) Armin Zoeggeler, re dello slittino, e cinque volte medagliato nelle cinque Olimpiadi che ha disputato.
48
Deludente la prova 50 km di Giorgio Di
Centa (oro a Torino 2006), ma ancor più
toccante la delusione per il flop di Carolina Kostner nel pattinaggio di figura.
Un crollo psicofisico dell’atleta bolzanina: quattro salti avvolgenti, di difficile
attuazione, che nel planare a terra nel giro di un minuto hanno provocato quattro
cadute che le hanno fatto perdere punti,
di fronte alle prestazioni superlative della sud-coreana Yu Na Kim (oro), della
giapponese Mao Asada (argento) e della
canadese Jannie Rochette (bronzo), che
ha gareggiato nonostante la morte della
madre. Ora c’è da dire che la sconfitta di
Carolina ha suscitato critiche impietose
anche da parte di importanti dirigenti del
Coni (ci sono le registrazioni televisive)
che l’hanno definita per le sue precarie
condizioni caratteriali non certo una
campionessa. Affermazioni azzardate e
non meditate. Non era forse Carolina
Kostner la ragazza che appena diciottenne e via via sino all’Europeo di quest’an-
sport nuara 48-49
24-03-2010
11:09
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In apertura, Giuliano Razzoli oro nello slalom speciale e Armin Zoeggeler bronzo
nello slittino
no (oro nella sua specialità) si è coperta
di gloria arricchendo il suo medagliere
di un argento e di tre ori? Ora la Kostner
a Sochi non ci sarà: nel 2014 avrà 27 anni e forse non avrà più la voglia di gareggiare. Intanto l’aspettiamo tra non molto
ai Mondiali di Torino per un pronto riscatto, sempre che abbia eliminato le sue
fragilità e abbia dominato la sua emotività, in modo da svolgere con successo il
vorticoso giro di flip e loop (termini tecnici per definire i doppi e i tripli salti).
L’Italia alla fine della manifestazione di
Vancouver si è piazzata al 16° posto grazie anche all’oro di Giuliano Razzoli. Il
Canada è primo per il numero degli oro
(14), seconda è la Germania (10 ori), terzi sono gli Stati Uniti (9 ori). Per il punteggio totale di medaglie primi sono gli
Stati Uniti (punti 37), seguiti dalla Germania (punti 30) e dal Canada (punti
26). Gli azzurri, rispetto a Torino 2006,
non hanno raggiunto gli obiettivi prefissi, fallendo quindi nella 50 km, nella
staffetta 4x10 km maschile con Valbusa
in grave difficoltà, nella staffetta 4x5
femminile, nel pattinaggio, nella velocità maschile sui 500 metri con Fabris
(medaglia d’oro a Torino), preda di una
gara incolore, nei 1.500 maschili, nel
bob maschile a due, nella staffetta 3.000
metri femminile dello short track e nel
doppio maschile. Ora è tempo di ricostruire. Federsci e Federghiaccio dopo le
prossime elezioni per il rinnovo delle cariche sono chiamate a varare nuovi programmi e attuare nuove strategie per risalire la china ed avranno la massima
collaborazione dal Coni.
Nello sci alpino si riparte da Giuliano
Razzoli, aiutando i giovani a crescere. In
questa stessa specilaità femminile c’è
stato il quarto posto di Johanna Schnarf
che è venuta a Vancouver all’ultimo momento, ma si dovrebbe allargare il campo ad altre atlete. Per quanto riguarda
slittino e bob che ci hanno spesso dato le
maggiori soddisfazioni in fatto di risultati, occorre preservare la sopravvivenza
della pista di Cesana, perché se chiude
questa pista andranno all’aria tutti i programmi per far progredire queste due
specialità. E quindi per il pattinaggio di
Sopra, Alessandro Pittin bronzo
nella combinata nordica; a fianco, Arianna Fontana medaglia di
bronzo nei 500 metri dello short
track
velocità è necessario recuperare Fabris
(ha tutte le potenzialità tecniche ed agonistiche per riemergere), mettendogli
accanto una squadra di giovani emergenti, prepararli, istruirli in modo che
possano competere a livello internazionale. Per il pattinaggio artistico di figura
bisogna far crescere i maestri italiani,
convincere a rimanere al suo posto la
coppia Faiella-Scali, e dare fiducia a
Contesti, sperando che all’orizzonte appaiano nuovi talenti. Nello sci di fondo
sulla scia di Pietro Piller Cottrer il lavoro consisterà nel fare scelte difficili e coraggiose. Nel settore maschile sono state seguite poco le seconde linee – come
sostiene l’ex direttore agonistico Alessandro Vanoi - e quindi bisogna cambiare strategia per i prossimi quattro anni:
avere più soldi e dare la possibilità agli
atleti di sciare più spesso.
Sulla ribalta internazionale sono frattanto apparsi atleti come Bill Demong e
Johnny Spillane nella combinata nordica, Vincent Tay nei 100 km di Biathlon,
la staffetta della Svezia e della Norvegia; nello sci alpino Bode Miller Kostelic e Zurbriggen, e nel super G dello sci
alpino il coriaceo Svindal. Tra le donne:
nella velocità Nesbitt (Canada) Gerzitsen (Olanda) e Van Ressen (Olanda), e
nella combinata nordica donne la Fischbacher e Lindsey Vonn. E non dimentichiamoci gli slittinisti Oberstolz e
49
Gruber. Tra i nostri giovani, improntando il lavoro sulla massima serietà e
competenza, si può fare affidamento
nello sci alpino su Werner Heel (classe
1982), Cristof Inneerhofer (1984) e Peter Fill (1982) per la velocità. Si spera
nel recupero di Manfred Moelgg (1982)
atleta capace, ma che soffre la tensione
della gara. Tra le donne, la cui situazione psicofisica è disperata, una grande
speranza è la giovane Federica Frignone, come Silvia Rupil (1985) di Gemona, e una conferma quale Arianna Fontana nello short track, oltre alla coppia
di danza sul ghiaccio Luca Lanotte
(1985) e Anna Cappellini (1987). Tra gli
uomini, a proposito del fondo, oltre a
Pittin ci sono Luca Runggaldier (1987)
Armin Bauer (1990) e Giuseppe Michielli (1985), mentre nello slittino con
l’indistruttibile Armin Zoeggeler guardano avanti Reinhold Rainer (1973) e
soprattutto David Mair (1984). Nel
ghiaccio veloce oltre a Enrico Fabris
(1981) ci sono i progressi di Matteo
Anesi (1984) da apprezzare e da non
sottovalutare. Ed infine occorre potenziare l’hockey su ghiaccio che a Vancouver non era presente perché non
qualificato per le Olimpiadi. Gli appassionati vorrebbero vedere una squadra
forte e competitiva. Come un tempo
erano i Diavoli rossi, audaci, provocatori e irresistibili.
■
sport tucci 50-51
24-03-2010
11:26
Pagina 50
ATTUALITA’
SPORT
di Riccardo Tucci jr
T
utti a favore e tutti contro nello stesso momento. Questo l’incredibile paradosso di cui
è protagonista l’Inter,
l’unica squadra al mondo che gode di
diversa considerazione a seconda
della competizione alla quale partecipa. In Campionato la formazione di
Mourinho, in quanto dominatrice incontrastata per quattro anni consecutivi, attira le antipatie di tutti coloro
che vorrebbero un Campionato più
equilibrato. Antipatie acuite dal fatto
che, dopo tanto tempo, l’Inter sta accusando un calo tanto inaspettato
quanto fisiologico consentendo a Milan e Roma di sperare nell’aggancio
in vetta o addirittura nel sorpasso. E
così ogni domenica i tifosi nerazzurri
si sentono addosso gli occhi di tutti
gli sportivi italiani che sperano in un
passo falso della capolista in nome di
un Campionato più combattuto.
Di contro l’Inter è l’unica compagine
italiana rimasta in gara nelle competizioni europee e quindi ha l’incitamento di tutta Italia per la vittoria finale.
Ma si tratta di puro patriottismo oppure c’è qualcos’altro sotto? Trattandosi
di cultura calcistica italiana, la risposta dev’essere necessariamente la seconda. L’Inter deve vincere la Champions League non solo per rispolverare una bacheca dalla quale il principale trofeo continentale manca dal lontano 1965, ma anche per aiutare
l’Italia, “minacciata” dalla Germania, a conservare quattro posti
in
Champions
League nella stagione 2011-2012.
José
Mourinho
sulla Germania. I punti vengono calcolati nel modo seguente: ogni squadra ne riceve due per la vittoria, uno
per il pareggio ed uno di bonus per il
passaggio del turno. Il totale ottenuto
si divide per il numero di squadre al
via delle coppe, ossia sette per l’Italia
e sei per la Germania. L’Inter è l’unica superstite italiana. Immaginando
che vinca il trofeo imponendosi in
tutte le partite, può segnare 12 punti,
che divisi per 7 darebbero un coeffi-
AL CALCIO ITALIANO
CONVIENE TIFARE INTER
Questo perché il numero di squadre
per ogni Paese nelle coppe europee è
determinato dal cosiddetto coefficiente Uefa e viene calcolato assommando i risultati di tutte le squadre di una
Federazione nelle competizioni europee durante le ultime cinque stagioni.
Le tre prime del ranking dispongono
di quattro squadre in Champions League e di tre in Europa League. Dal
quarto al sesto rango, si perde una formazione nella competizione regina.
Alla fine di ogni stagione, l’Uefa
pubblica un nuovo ranking che entra
in vigore un anno più tardi. L’Italia è
certa di avere quattro squadre in
Champions League nel 2010-11,
mentre vi è grande
incertezza per quella
successiva. Attualmente terza in graduatoria, dietro Inghilterra e Spagna,
l’Italia conta infatti
appena più di un
punto di vantaggio
ciente di 1,714. La Germania conta
ancora tre squadre in lizza: il Bayern
in Champions, Amburgo e Wolfsburg
in Europa League. Il massimo teorico sarebbe di 12 punti per il Bayern e
di 17 Wolfsburg ed Amburgo insieme. Si arriverebbe a 29 punti, quindi
un coefficiente di 4,833 punti.
Dopo i sorteggi di Champions League ed Europa League si sono messe
però decisamente molto bene le cose
per l’Italia. In Europa League nonostante le due compagini tedesche rimaste abbiano evitato le quattro
“big” della manifestazione, ci ha
pensato l’urna a “giocare” un brutto
scherzo accoppiandole nel caso di
passaggio alle semifinali (togliendo,
quindi, la possibilità di alimentare ulteriormente il ranking tedesco). Sul
fronte Champions League il Bayern,
unica squadra tedesca, ha pescato il
Manchester Utd, mentre l’Inter il
più abbordabile CSKA Mosca. Per
questo motivo il passaggio del turno
dell’Inter e l’eliminazione della squadra tedesca, indipendentemente a
questo punto anche dai risultati delle
due squadre tedesche in Europa League (che comunque, al massimo potrebbero fruttare 2,833 punti), potrebbe continuare a garantire il terzo
posto dell’Italia nel Ranking UEFA
anche nella prossima stagione.
sport tucci 50-51
24-03-2010
11:27
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Bisognerà fare attenzione però, perché considerando che l’eventuale passaggio del turno dei quarti delle due
squadre tedesche in Europa League,
frutterebbe alla Germania la quasi
certezza di almeno 1,833 punti, l’Inter
dovrà necessariamente passare il turno contro il CSKA per evitare il clamoroso sorpasso già al termine di
questa stagione.
Una situazione dunque che dà il segnale inequivocabile della lenta deriva in cui si è infilato il calcio italiano,
privo di un valido modello di riferimento e vistosamente indietro rispetto agli altri Paesi del Vecchio Continente. E’ inutile dare la colpa al sistema del ranking che è stato messo in
dubbio dai maggiori esponenti del
calcio italiano. Infatti si sostiene che
il punteggio sia quasi fittizio e non
veritiero visto che il Milan ha vinto
negli ultimi dieci anni due finali, disputandone un’altra poi persa e vincendo due Supercoppe europee e un
Campionato del mondo per club, ecc.
Ma la classifica viene stilata in base
al merito conquistato da una Nazione nell’ interezza del suo movimento
calcistico, e non vincolata al successo dei singoli club.
In ogni caso converrebbe fare il tifo
per il calcio italiano sia a livello di
Nazionale che di club in Europa e
nel Mondo per evitare la sciagurata
perdita di un posto in Champions,
con tutte le appendici economiche
negative che questa eventualità si
porterebbe dietro. Sì perché quest’eventualità significherebbe ancora
minori introiti nelle casse dei più forti club italiani e penalizzerebbe ulteriormente un Campionato già impoverito e nettamente sceso di livello
rispetto agli altri Campionati europei. Non solo, ma si delineerebbero
scenari potenzialmente pericolosi
per tutte quelle squadre “in via di
sviluppo” del calibro di Genoa, Fiorentina e Napoli, che investono tanto
per centrare quel quarto posto che
vale come trampolino di lancio per
■
l’Europa che conta.
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51
cultura 52-54
24-03-2010
11:33
Pagina 52
ATTUALITA’
di Dedy Ferrari Clerici
CULTURA
COME SCOPRIRE I TESORI DEL DUCATO
DI PARMA E PIACENZA
vventurarsi alla scoperta della “mappa dei tesori” del Ducato di Parma e Piacenza: una inconsueta e stimolante
avventura tra i manieri e le rocche
organizzata dall’Associazione Castelli del Ducato per accogliere la
nuova stagione con entusiasmi rinnovati.
L’aria primaverile in viso, la voglia
di uscire e ritrovare il contatto con la
natura, in percorsi poco battuti dal
traffico (che ci ossessiona quotidianamente) e per chi volesse alternare
l’auto a una salutare bici, nelle orecchie il rumore dei raggi che si alternano velocemente in un susseguirsi
di emozioni, su per i colli, poi giù
nella pianura e la mente sgombra per
aprirsi davanti alla bellezza dei gioielli dell’Associazione Castelli del
Ducato di Parma e Piacenza.
Circa 180 chilometri da dividersi in
due giorni per un weekend alla scoperta dei manieri delle colline emiliane, anche in sella a una bicicletta,
assaporando il silenzio di questi luoghi incantati e riscoprendo antiche
fortezze che si svelano lentamente,
immerse in un paesaggio di dolci
colline. La “mappa dei tesori” parte
da Fidenza in direzione Parco Fluviale dello Stirone, per fare tappa al
Castello di Scipione dei Marchesi
Pallavicino (Pr) a pochi minuti da
Salsomaggiore, una struttura militare di difesa ingentilita da un elegante
loggiato seicentesco, il tutto circondato da un suggestivo borgo di origine medievale, ancora abitato dalla
famiglia dei marchesi. Proseguendo
sulla strada in direzione Piacenza si
arriva alle mura del Borgo e Castello di Vigoleno (Pc), della famiglia
Scotti, dove la duchessa Maria Ruspoli di Gramon ospitò grandi artisti
A
Castello di Scipione dei Marchesi Pallavicino
e letterati, perché là in alto sulla collina a fare da padrona sono eleganza,
raffinatezza ed estrema cura dei dettagli, inoltre i più appassionati potranno regalarsi una sosta dormendo
tra queste antiche mura, circondate
da un parco a terrazze dagli zampillanti giochi d’acqua. E poi si giunge
a Castell’Arquato (Pc), città d’arte
dove si erge la maestosa Rocca Viscontea, baluardo del romanticismo,
con i suoi eleganti giardini italiani,
parchi francesi, parterre, ponticelli,
fontane e statue per farsi catturare
dall’autenticità di uno stile eclettico
e unico nel suo genere. Il percorso
prosegue verso le rive del fiume
Trebbia dove sorge la sontuosa residenza del Castello di Rivalta (Pc) da
sette secoli proprietà dei conti Zanardi Landi, tradizionale meta della famiglia reale d’Inghilterra, amante
della caccia. Nel borgo antico si trovano 12 stanze di lusso per trascorrere anche solo una notte in un suggestivo silenzio d’altri tempi. Non lontano si giunge poi al Castello e Rocca di Agazzano (Pc), particolare
unione di una struttura difensiva militare (la Rocca) con l’eleganza di
una dimora signorile rinascimentale
52
che si erge a fianco.
In fuga lungo stradine di campagna
si arriva all’austero Castello di Paderna (Pc), icona dell’immaginario
collettivo con tanto di fossato trabordante d’acqua, doppio ponte levatoio, torri fortificate e la chiesa antica,
oggi divenuto Azienda agricola biologica.
Ultimo tesoro della mappa: l’Abbazia di Chiaravalle della Colomba
(Pc), fondata da San Bernardo,
composta dalla Chiesa dedicata a
Santa Maria Assunta, un esempio
architettonico di spiritualità cistercense e dal chiostro duecentesco
perfettamente conservato. Ancora
due pedalate (perché no?) e si è di
nuovo a Fidenza. Oltre alle tappe
seguite, a catturare l’attenzione saranno diverse “fermate culturali”
che si susseguono lungo il percorso
come l’Oratorio di Vigoleno, il
Museo Geologico di Castell’Arquato, il Battistero e la Chiesa di
San Giovanni a Vigolo Marchese.
All’interno di ogni castello viene distribuita la mappa dell’intero percorso con chiare segnalazioni di strade e
soste, mentre per il pernottamento si
consigliano il Castello di Vigoleno,
cultura 52-54
24-03-2010
11:34
Pagina 53
ATTUALITA’
LE GRANDI MOSTRE
Info: Associazione Castelli del Ducato di Parma e Piacenza – Club di
Prodotto; tel. 0521-823221;
0521-823220; fax 0521-823246
la Torre di San Martino (Rivalta),
l’azienda agrituristica Case Riglio
(Pontenure) e il Palazzo della Commenda (Chiaravalle della Colomba).
Prima di partire, ai viaggiatori buongustai, e non solo, la consultazione
dell’edizione 2010 delle “Ricordanze di Sapori” nei Castelli del Ducato
di Parma e Piacenza, come dire
“metti una sera a cena a Corte, a banchettare in compagnia di eleganti dame e nobili cavalieri” (calendario,
info e prenotazioni www.castellidelducato.it).
Senza dimenticare la Card del Ducato - un vero e proprio pass per poter
accedere a luoghi particolari quali
antichi alloggi nei manieri, ristoranti
tipici, botteghe d’epoca, musei - che
da quest’anno è diventata internazionale, grazie all’associazione dei circuiti nazionali con quelli dei Castelli
■
della Loira.
di Wolfy Ferrero
LA NATURA PROTAGONISTA
I
l Vittoriano ospita (fino al 29
giugno) un evento di assoluto valore artistico-culturale: la mostra
“Corot, Monet, Sisley e Pissarro…
La Natura protagonista”. Realizzata in collaborazione con prestigiose
collezioni private e con i più famosi musei di tutto il mondo (tra i quali l’Art Institute di Chicago, il Metropolitan Museum di New York, la
National Gallery di Washington, la
Bibliotheque Nationale de France
di Parigi e il Museo Ermitage di
San Pietroburgo), l’esposizione
vanta la presenza di circa 150 opere tra dipinti, lavori su carta e fotografie d’epoca. Il visitatore potrà
quindi ammirare le realizzazioni di
alcuni degli artisti più noti dell’Impressionismo (movimento nato nella seconda metà dell’Ottocento)
tutte legate al tema dell’evoluzione
della natura. La rassegna prende
spunto dalle scelte dei pittori della
Scuola di Barbizon che decisero di
tralasciare la rappresentazione classica e pittoresca della natura per dare spazio alla raffigurazione di un
paesaggio più selvaggio. Da qui il
nuovo linguaggio artistico con cui
gli Impressionisti, a partire dalla fine del XIX secolo, raffigurarono il
paesaggio, tentando di integrare
due mondi opposti tra loro, ovvero
la natura e l’industria, la città e la
campagna.
IL LIBRO DEL MESE
S
celto da Esperienza per i suoi lettori: “La vita senza me”, di Maria Venturi, Edit. Rizzoli,
pagg. 304, 17,90 euro.
Bisogna dare atto a Maria Venturi di saper muovere al meglio i personaggi dei suoi romanzi.
Li costruisce a tutto tondo, con le loro virtù, passioni e debolezze, attimi di forza e di cedimento, non li scopre d’un tratto, ma pagina dopo pagina, li fa interagire come fossero attori in scena, non è un caso che molti dei suoi libri siano stati adattati a fiction televisive di molto successo. Un altro degli aspetti peculiari è la partecipazione di cui dà prova nei confronti di tanti
drammi, davanti ai problemi dell’esistenza. Maria Venturi non pronuncia sentenze inappellabili – non sarebbe nella sua natura di scrittrice – ma è chiaro a chi vadano le sue simpatie, nel
caso di questo ultimo romanzo ai più deboli, ai più indifesi, ai figli che sono le prime vittime
dell’egoismo degli adulti. Vittime di padri troppo indaffarati per trovare il tempo di dire loro
che li amano.
Di madri che li usano per ottenere, nel caso di un divorzio, le migliori condizioni economiche
possibili. Di nonni che li sottraggono alla loro madre naturale, quasi a compenso di un figlio
perduto. Un figlio che del resto quella paternità non la voleva affatto, anche perché nessuno
gli aveva insegnato quale gioia possa dare l’apparire di una nuova vita. Due i personaggi di spicco del romanzo, Salvatrice,
chiamata Sally, una giovane donna messa incinta sotto i diciotto anni, e subito scaricata dal ragazzo che diceva di amarla, frastornata dagli avvenimenti che le giostrano intorno, abilmente raggirata da chi avrebbe il compito di proteggerla, e invece la
convince a dare in adozione la figlia appena nata, salvo rinchiudersi da quel momento in avanti, traumatizzata da una simile
esperienza, nella gabbia di un lavoro di poco conto, in una assenza di emozioni dove, appunto, la vita scorre “senza me”.
E Oliviero Belli, sulla quarantina, un imprenditore rampante nel campo dell’alta moda, che nel corso di una causa di divorzio
ha visto il figlio affidato ad una madre che glielo aizza contro; un figlio che si è dato alla droga. Due persone, Sally ed Oliviero, molto lontani per condizione sociale, età e cultura, che tuttavia si incontrano e si amano, attratti dalla comune solitudine,
dall’amarezza di quei figli perduti che è difficile recuperare. Alla fine tutto si aggiusta, e non è detto che nella vita fuori da un
romanzo una tale situazione si concluda al meglio. Ma la Venturi dà prova dello stesso ottimismo che l’ha aiutata a superare
quell’insorgere di un male che per alcuni anni le ha impedito di scrivere. Come dice in un distico d’apertura: “La felicità è figlia del dolore che quando ci abbandona, ci restituisce la voglia della vita”. Ne è uscito un racconto straordinario, che insegna
tante cose a ciascuno di noi.
(a cura di Raffaello Uboldi)
53
cultura 52-54
24-03-2010
11:34
Pagina 54
ATTUALITA’
LE GRANDI MOSTRE
CARAVAGGIO E I DORIA
n binomio da non perdere: la riapertura degli interni
restaurati e dei giardini della Villa del Principe, la
più vasta e sontuosa dimora nobiliare della città di Genova, e l’allestimento di una grande mostra che, partendo
dalla celeberrima “Fuga in Egitto” di Caravaggio presenta, per la prima volta, oltre ottanta dipinti di pittura di
paesaggio, tutti tratti dalle Collezioni delle diverse dimore della dinastia Doria Pamphilj, molti dei quali inediti.
A proporlo, fino al 26 settembre, è la Società Arti Doria
Pamphilj, presieduta dalla principessa Gesine Pogson
Doria Pamphilj.
Era il 1521 quando Andrea Doria, ammiraglio e uomo
d’armi leggendario, diede il via ai lavori che avrebbero
portato alla costruzione della meravigliosa villa affacciata sul mare di Genova. Questa sarebbe divenuta il luogo
di pace al rientro dai suoi innumerevoli viaggi e la dimora prescelta per i suoi successori: la famiglia Doria Pamphilj. In questa villa Andrea Doria diede vita ad una grande corte rinascimentale, di cui fecero parte artisti come
Perino del Vaga, che si occupò della decorazione e degli
arredi di gran parte delle sale. La Villa venne poi ampliata dal successore di Andrea, Giovanni Andrea I, con il
quale raggiunse il suo massimo splendore.
E’ in questi sontuosi ambienti che si apre la grande mostra “Caravaggio e l’arte della fuga. La pittura di paesaggio nelle Ville Doria Pamphilj”: circa ottanta opere,
in parte mai esposte, che documentano come la storia
del collezionismo e mecenatismo della celebre dinastia
genovese sia stata fortemente caratterizzata, nel corso
della sua lunga storia, dalla costruzione e dall’allestimento di magnifiche ville extra urbane, oggi monumenti nazionali.
(Elena Grazini)
U
L’AQUILA E IL DRAGONE
Per la prima volta in Italia
e al mondo una mostra dà
l’opportunità di paragonare i due più importanti imperi della storia, l’Impero
Romano e le Dinastie cinesi Qin e Han nel periodo
che va dal II sec. a.C. al II
sec. d.C. Attraverso
l’esposizione congiunta di
oltre 300 capolavori, sono
ricostruite le tappe e i momenti salienti del sorgere e
dello sviluppo dei due imperi e vengono messi in luce aspetti della vita quotidiana, della società e della
comunicazione sociale,
del culto e dell’economia.
Sono messe a confronto,
“in parallelo”, le testimonianze dei traguardi raggiunti nei vari settori dell’arte, della scienza e della
tecnica. Oltre agli ormai
famosi guerrieri di terracotta, si possono ammirare
straordinarie statuette di
ceramica che raccontano i
costumi, la moda, le arti
cavalleresche e militari
della cultura cinese, affiancati a maestosi gruppi
statuari in marmo, affreschi, mosaici, utensili in
argento, altari funebri appartenenti alla tradizione
artistica dell’impero romano.
La rassegna, dal 1° aprile
al 5 settembre, a Palazzo
Reale di Milano, per poi
LA LENCI A TORINO
alazzo Madama, Museo Civico d’Arte Antica,
Fondazione Torino Musei e la Consulta per la valorizzazione dei beni artisti e culturali di Torino promuovono (fino al 27 giugno) una mostra dedicata alla
manifattura Lenci, in particolare alla produzione in ceramica di piccole e grandi sculture d’arredo create nei
laboratori torinesi della Lenci tra il 1927 e il 1937.
La mostra, allestita grazie ai prestiti di collezionisti privati, che rendono eccezionalmente disponibili al pubblico pezzi altrimenti preclusi alla visione, propone oltre 100 sculture in ceramica, affiancate da numerosi
gessi preparatori, disegni e bozzetti che permetteranno
al pubblico di apprezzare la qualità artistica della produzione Lenci e di coglierne le diverse fasi produttive,
da quella creativa degli artisti alla realizzazione industriale.
P
54
trasferirsi a Roma a fine
settembre, è il risultato di
una cooperazione pluriennale tra il ministero per i
Beni e le Attività Culturali
della Repubblica Italiana e
l’omologo State Administration for Cultural Heritage della Repubblica Popolare Cinese.
Un progetto che ha visto la
sua prima tappa a Pechino,
al Beijing World Art Museum (29 luglio-4 ottobre
2009), in occasione delle
celebrazioni per il 60° Anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese e successivamente a Luoyang, dal 29
ottobre 2009 al 15 gennaio
2010.
Unica nel suo genere, la
mostra vede la partecipazione delle più importanti
sedi museali di Cina e Italia con quasi 50 musei
coinvolti e oltre 300 serie
di oggetti. La parte italiana
della rassegna è curata dal
professor Stefano De Caro, direttore generale per i
Beni Archeologici del MIBAC, mentre la sezione
cinese è curata dal professor Xu Pingfang (capo dell’Istituto di ricerca archeologica dell’accademia cinese di Studi sociali, direttore della Società cinese di
archeologia).
(Riccardo Tucci jr)
esperienza famiglia 55
24-03-2010
11:38
Pagina 55
Esperienza
famiglia
In casa… c’è sempre tanto, tantissimo da fare. Esperienza, su queste pagine,
vi racconta qualche aneddoto e vi offre alcuni, sommessi, consigli
I BONSAI
Quasi tutti i bonsai crescono bene
all’aperto, ma vi sono alcune specie
adatte ad essere coltivate a casa:
per esempio il ficus benjamina.
Per il bonsai è essenziale la luce.
Ruotare la pianta di frequente (così
riceverà la luce in modo uniforme).
Non deve superare la temperatura
di 22 gradi né scendere sotto i
12/15, infatti possono cadere le foglie. Innaffiate un giorno su tre, ma
spruzzate le foglie tutti i giorni. Sistemate il vaso lontano dalle fonti
di calore, non deve essere colpito
dai raggi diretti del sole. Non sopportano l’acqua calcarea, quindi
prima di usarla lasciatela riposare
in una bottiglia di plastica per un
giorno.
Tenete presente che un bonsai può
stare per almeno tre anni nello stesso contenitore dove si trova nel momento in cui lo acquistate.
ACCUDIRE GLI ANIMALI
• Integratori alimentari: recuperate e
fate raffreddare l’acqua di cottura
delle verdure, arricchirà di vitamine
e sapore il cibo dei vostri animali.
• Lotta ai parassiti: se volete proteggere il vostro cane dalle pulci strofinategli il pelo con la scorza di un limone o di un’arancia.
• Per tenere lontani i pidocchi
sciacquate l’animale ogni due settimane con una soluzione contenente
acqua e un 5 per cento di aceto
bianco.
• Bagno a secco: invece di immergere il cane in acqua, strofinatelo con
bicarbonato di sodio e poi spazzolatelo. Il bicarbonato agisce come deodorante e come prodotto di pulizia a
secco.
PASTICCERIA
• Perché la pasta delle crostate, di
qualunque tipo, non si ritiri durante la cottura fatela riposare in
frigorifero 10/15 minuti prima di
farcirla e cuocerla.
• Per addensare una crema fredda
troppo liquida incorporatevi albumi o panna montata. Se invece
fosse troppo densa unite latte.
• Per togliere dallo stampo torte,
budini e sformati che non si staccano, appoggiate per qualche
istante il recipiente caldo su una
superficie fredda, poi rovesciatelo
su un piatto battendo sul fondo
con la mano aperta.
55
IN BREVE
Indumenti scuri, come fissare il colore
Una eccessiva quantità di detersivo
tende a scolorire gli indumenti: un rimedio può essere quello di aggiungere un po’ di sale nel cestello della
lavatrice.
Odore di candeggina
Per togliere dalle mani l’odore della
candeggina basta lavarle con il dentifricio al posto del sapone.
Sterilizzare i canovacci
Un metodo utile per sterilizzare i canovacci da cucina è metterli, quando
sono asciutti e piegati, nel forno a
microonde per 20 minuti.
Arance più succose
Le arance daranno più succo se, prima di spremerle, le terrete immerse
un paio di minuti nell’acqua calda.
medicina 56
24-03-2010
11:42
Pagina 56
ESPERIENZA FAMIGLIA
di Roberto Pellicciari
L
a parete interna della gabbia toracica e la superficie
esterna dei polmoni sono
rivestite da due membrane sierose chiamate rispettivamente
“pleura parietale” e “pleura viscerale”. Le pleure, grazie alla superficie
liscia ed al liquido - circa 10-20 ml,
contenuto nello spazio da esse delimitato (cavo pleurico) e che funziona un po’ come un lubrificante - rendono possibile lo scorrimento dei
polmoni durante gli atti respiratori. Il
liquido, simile al plasma, ma con un
minor contenuto proteico, viene immesso nel cavo pleurico dalla pleura
parietale attraverso un meccanismo
di filtraggio per poi essere riassorbito dalla pleura viscerale ed in piccola parte anche dai vasi linfatici. La
capacità di riassorbimento è sempre
maggiore di quella di filtraggio; pertanto il liquido non si accumula mai.
Ma se è presente una patologia in
grado di alterare questo rapporto il
liquido può aumentare anche notevolmente (1,5–2 litri!) generando un
versamento pleurico.
Le cause del versamento possono essere di origine pleurica primitiva: infezioni tubercolari, virali batteriche,
neoplasie (mesotelioma), esposizione professionale a sostanze tossiche
(esempio asbesto, talco, silice), traumi del torace (esempio con frattura
costale). Ma il versamento pleurico
può anche essere causato da patologie sistemiche (esempio insufficienza cardiaca congestizia, sindrome
nefrosica, cirrosi epatica, lupus eritematoso sistemico), malattie che colpiscono altri organi (esempio metastasi da tumori della mammella, linfoma, pancreatite) e patologie polmonari (infezioni, neoplasie, embolia polmonare).
I sintomi (respiro corto, aumento
della frequenza respiratoria, tachicardia, mancanza di forze) sono dovuti alla mancata espansione del polmone che non sarà più in grado di
svolgere correttamente la sua funzione di ossigenazione del sangue. Altri
MEDICINA
IL VERSAMENTO PLEURICO
Quali gli esami per combatterlo al meglio
sintomi (esempio tosse, febbre, dolore toracico) possono essere causati
dalla patologia scatenante il versamento. L’iter diagnostico inizia con
una anamnesi ed un esame obiettivo
molto accurato. L’esame del torace
permette al medico di fare diagnosi
di versamento se questo è già di discreta entità. La diagnosi deve essere confermata da una radiografia del
torace, una eventuale ecografia pleurica e, se necessario, una TC del torace. La “toracentesi” è anch’esso un
esame fondamentale, soprattutto in
caso di patologie primitive della
pleura; essa consiste nel pungere con
un ago apposito la parete toracica,
raggiungere lo spazio pleurico e prelevare dei campioni di liquido. Gli
esami a cui sottoporre il campione
sono molti e permettono di effettuare una diagnosi accurata. Già il semplice esame macroscopico del liquido pleurico (esempio sieroso, purulento, emorragico) può essere utile
per la diagnosi.
Una grossa differenziazione sulla natura del versamento pleurico viene
fatta in base al contenuto di proteine
nel liquido. Infatti un rapporto tra
proteine nel liquido pleurico e quelle
del siero maggiore di 0,5 indica la
56
presenza di un essudato (tipico delle
patologie della pleura); mentre un
rapporto minore di 0,5 indica la presenza di un trasudato (tipico delle
malattie sistemiche con versamento).
E’ inoltre possibile eseguire una ricerca microbiologica sul liquido
pleurico per stabilirne per esempio la
natura batterica o tubercolare, nonché eseguire una ricerca citologica
per cellule tumorali. In aggiunta, possono essere determinati una serie di
parametri in grado di indirizzare in
modo più specifico la diagnosi
(esempio acidità, presenza di glucosio, acido ialuronico, LDH, amilasi,
CEA, linfociti, complemento). La toracentesi ha anche una finalità terapeutica in quanto permette di drenare
il versamento con immediate ripercussioni positive sulla capacità respiratoria ed i sintomi. La biopsia pleurica può essere eseguita sotto guida
TC ma, se necessario, può essere effettuata con una “toracoscopia”: attraverso una breccia cutanea si inserisce nel cavo pleurico uno strumento
detto appunto “toracoscopio” che
consente di osservare direttamente la
presenza di eventuali lesioni e di eseguire delle biopsie mirate. Inoltre è
utile eseguire una emogasanalisi, per
valutare lo stato di ossigenazione del
sangue. In caso di sospetto di patologie polmonari è consigliato sottoporsi anche ad una fibrobroncoscopia. Il
versamento pleurico può rappresentare l’espressione di una moltitudine
di patologie sistemiche o provenienti
da altri organi o primitive della pleura; a volte banali e ad auto risoluzione (esempio pleurite virale), ma a
volte ben più serie (esempio mesotelioma). E’ quindi opportuno in caso
di persistenza dei sintomi su indicati
rivolgersi al proprio medico di fiducia per un attento esame obiettivo del
■
torace.
condominio 57
24-03-2010
11:43
Pagina 57
ESPERIENZA FAMIGLIA
di Terenzio Grazini
POSTA CONDOMINIALE
RISCALDAMENTO CENTRALIZZATO, COME DISTACCARSI
Il condomino può unilateralmente e legittimamente
rinunciare al servizio di riscaldamento centralizzato,
quindi staccare le diramazioni della sua unità immobiliare dall’impianto
comune, anche senza il
consenso dell’assemblea
e/o dell’amministratore
purché non gli sia impedito dal regolamento condominiale contrattuale, alle
seguenti condizioni, che lo
stesso interessato dovrà
provare con una perizia
asseverata di un “termotecnico”:
- che dal suo distacco non
deriverà un aggravio di
spese per coloro che continuano a usufruire del centralizzato;
- che non ne verrà un danno alla funzionalità dell’impianto o uno squilibrio
termico tale da pregiudicare la regolare erogazione del servizio;
- che contribuirà ugualmente alle spese di manutenzione e conservazione
dell’impianto.
In proposito si deve tener
conto degli articoli 1117 e
1118 Cod. civ.: il primo cita l’impianto di riscaldamento nell’elenco delle
“parti comuni” con carattere di irrinunciabilità
(salvo votazione favorevole di tutti i condomini) e
l’altro, al secondo comma,
stabilisce che il condomino non può, rinunziando
al diritto sulle cose comuni, sottrarsi al contributo
nelle spese per la loro conservazione.
Potrebbe verificarsi anche l’ipotesi che il “di-
• Sono socio Anla da trent’anni e un pensionato. Per
favore vorrei sapere con sicurezza se nell’anno 2009
è stata emessa una legge nazionale relativa al distacco dal riscaldamento centralizzato, in quanto il mio
amministratore sostiene che non è più possibile staccarsi.
Un altro condomino, negli anni scorsi, si è già distaccato pagando solo le spese di manutenzione della caldaia.
Potrebbe inviarmi tale legge o indicarmi da dove
posso scaricarla? Non so a chi rivolgermi.
Abito a Milano ed ho una seconda casa in Liguria,
dove vado due mesi all’anno. Sono trent’anni che
pago il riscaldamento pur non usufruendone.
Non intendo effettuare modifiche, mettendo il riscaldamento a gas o fare altre diramazioni, ma solo chiudere l’ingresso dei miei caloriferi.
Ho già comunicato per iscritto all’amministratore
che intendo distaccarmi dal riscaldamento, ma entro
giugno ci sarà la riunione e vi sarei grato se poteste
rispondermi prima di allora.
Mario Prandoni
Milano
staccato” sia tenuto ad
accollarsi gli eventuali
maggiori oneri che gli altri condomini si vedessero costretti a sopportare
in conseguenza della diminuzione del numero dei
rimasti collegati all’impianto, oppure quale quo-
ta forfetaria a compensazione per il calore che
l’unità immobiliare staccata continuerebbe a godere indirettamente stante la sua collocazione all’interno del fabbricato.
Sono queste tuttavia
eventualità che presup-
57
• E’ da qualche anno che
nel mio condominio, stiamo “in lotta” per il riscaldamento centralizzato,
che ci costa molto in riparazioni perché ha superato il quarto di secolo.
Molti di noi, precisamente 8 su 14, se ne sono distaccati, lasciando la
maggior parte dei costi in
carico agli altri. Ora sembra che, finalmente, siamo quasi tutti d’accordo,
nella messa fuori esercizio. La discussione prosegue però sulla maggioranza necessaria in assemblea per la delibera.
Grazie anticipate per il
parere del vostro esperto.
Saverio Filippo
Bologna
pongono una prova rigorosa e facilmente soggetta a contestazione.
Non ci sono state leggi
emanate sull’argomento,
dopo quella famosa sul risparmio termico (la n. 10
del 1991). Le condizioni
sopra esposte sono frutto di
sentenze della
Corte di cassazione. Citiamo le
più importanti in
materia: n. 5974
del 25 marzo
2004, n. 680 del
14
gennaio
2005, n. 8737
del 27 aprile
2005, n. 7518
del 30 marzo
2006, n. 15079
del 30 giugno
2006 e n. 7708
del 29 marzo
■
2007.
franco-monete 58-59
24-03-2010
di Raffaele C. Costa
I
l desiderio del facile
arricchimento non è
prerogativa dei giorni
nostri. In più di un caso Signori e Signorotti che
dall’imperatore (o da altra
autorità) avevano ottenuto
l’ambito privilegio di battere proprie monete, non disdegnarono di far coniare
esemplari d’imitazione,
adulterati o falsificati. Solo
uno pagò caro la sua furbizia. Si tratta del principe Siro di Correggio il quale,
non riuscendo a far fronte
alla multa di 300 mila fiorini d’oro, poi ridotti a 230
mila, inflittagli dall’Imperatore, si vide confiscato il
Principato, passato nel
1636 agli Estensi.
Non per questo, a parere di
Arturo Lusuardi, Siro va
considerato come il “Principe dei falsari”. Certo è
stato un «tirchio, uno speculatore, direttamente ed
indirettamente colpevole
delle frodi commesse sotto
il suo governo. Ma non sono stati da meno i Tizzoni
di Desana, gli Spinola di
Tessarolo, i Fieschi di Messerano, i Trivulzio di Retegno o i Gonzaga, tanto per
citarne alcuni».
Giusto, a questo punto,
porsi la domanda: ma
perché lo facevano, pur
conoscendo i guai cui potevano andare incontro?
La risposta la fornisce lo
stesso Lusuardi: «I sudditi di questi piccoli Stati
venivano talmente spremuti con tasse che a malapena riuscivano a vivere; ma le corti dei Principi, dei Duchi e Conti necessitavano di enormi
somme per condurre una
vita dignitosa per il loro
11:52
Pagina 58
ESPERIENZA FAMIGLIA
MONETE
QUANDO I SIGNORI ERANO
ANCHE FALSARI
Fra questi il principe Siro di Correggio, e molti altri
L’ongaro contraffatto
da Camillo di Correggio
(1597–1605), acquistato
per 1.700 euro
grado. D’altra parte, la
Corte Imperiale era continuamente assetata di denaro e non perdeva occasione, attraverso conferme d’investiture, concessioni di titoli od altro, per
pretendere sempre corresponsioni di somme piuttosto rilevanti».
Il modo migliore per fare
quattrini era quindi quello
di speculare sul peso e sul
titolo delle monete: ovviamente erano prese di mira
maggiormente quelle straniere per l’evidente difficoltà di accertarne la pro-
IN
venienza.
Tra le monete che Siro batté con una grammatura inferiore a quella dichiarata
(allora le monete “valevano” per il quantitativo di
metallo prezioso che contenevano) figurano una serie
di ducatoni, con o senza data, battuti con grammature
che vanno da 28,33 a 25,42
grammi, contro i regolamentari 31,75 grammi.
Nella casata dei Correggio,
anche i predecessori di Siro
manipolarono a loro favore
le monete. Il conte Camillo, sul trono dal 1597 al
BREVE
Pressoché in contemporanea sono stati pubblicati due catalo-
ghi riservati alle sole monete e banconote in euro. Quello
edito da Gigante con il titolo €urocoins 2010 (290 pagine,
12,50 euro) repertoria i vari spiccioli e, tra le monete commemorative, solo quelle d’Italia, San Marino e Vaticano.
Per parte sua Euro 2010 (372 pagine, 16,50 euro) edito dall’Unificato, riproduce e quota tutte le monete circolanti e
commemorative, e la cartamoneta in euro. Anche da questa edizione dell’Unificato risulta che la Francia detiene il
primato, del tutto negativo, in fatto di numero di monete
coniate nel corso del 2009.
(R.C.C.)
58
1605, mandò a produrre
nella propria Zecca un ongaro, contraffazione del ducato d’oro, detto per l’appunto ongaro, che re Ferdinando I d’Austria e d’Ungheria (1527-1564) aveva
fatto produrre nella zecca
di Kremnitz. Per non essere tacciato di falso, il conte
Camillo provvide – come
all’epoca era uso di fare – a
far incidere una scritta locale, vale a dire Tu nos ab
hoste protege che, secondo
Lusuardi, alluderebbe alle
macchinazioni della Spagna che mirava al possesso
di Correggio come piazzaforte al sud del Po. Offerto
in vendita pubblica Nomisma, l’ongaro del duca Camillo ha spuntato un prezzo di 1.700 euro. Decisamente più contesa è risultata una monetina all’apparenza modesta: un cavallotto da 6 soldi dei conti Camillo e Fabrizio (15801597), passata da una stima
di 300 euro al realizzo di
■
1.600 euro.
franco-monete 58-59
25-03-2010
16:12
Pagina 59
ESPERIENZA FAMIGLIA
di Fabio Bonacina
FRANCOBOLLI
“
I francobolli sono
semplicemente introvabili: nelle tabaccherie si trovano solo e sempre le serie
della posta prioritaria ordinaria”; mentre agli uffici
postali utilizzano “una fascetta bianca col valore”,
cioè le impronte stampate
con le “tp label”. E se si va
allo sportello filatelico o allo spazio filatelia (sempre
che siano comodi da raggiungere) l’operatore “è
costretto, da una assurda
procedura, a scaricare su
pc, con relativo codice,
ogni francobollo che vende”. Insomma, chiede ad
“Esperienza” il lettore
Franco Ricca, che senso ha
collezionare francobolli attuali, “perché i fatti dimostrano che sono emessi praticamente soltanto perché li
comprino i collezionisti?”.
Parole condivisibili, certo,
ma che vanno inquadrate in
un contesto più ampio. È
chiaro che il francobollo,
dal punto di vista operativo, è una bella invenzione
che si è dimostrata utile per
tanto tempo (nel 2010 si festeggia il 170° anniversario
del “Penny black”, quello
che la tradizione considera
come il primo francobollo
in assoluto) ed ha resistito
molto di più di tante altre,
fra cui - per restare nel settore delle comunicazioni il telegrafo elettrico, le valvole o i dischi in vinile. Sarebbe però assurdo e antieconomico impiegarli oggi
per la corrispondenza quotidiana di una grande azienda, anche se diverse ricerche sottolineano che una
lettera con una bella carta
valore attira di più l’atten-
LA FINE DEI DENTELLI?
Se lo chiede un lettore, ma...
zione del destinatario rispetto ad una con un’impronta a stampa anonima.
Il francobollo ha avuto un
ampio ruolo non solo dal
punto di vista pratico, ma
pure da quelli storico, politico, tecnico, economico,
sociologico, e tanti studiosi
lo hanno evidenziato.
Ed oggi, cos’è? Già l’infelice terminologia adottata
da Poste Italiane lo testimonia: una “emissione filatelica”, ossia un prodotto
commerciale fra i tanti, da
vendere giusto per raggiungere gli incassi previsti all’inizio dell’anno. Qualcosa di più di un gadget, ma
un oggetto il cui ruolo formale è stato decisamente
soppiantato da altri significati. Detto questo, non è assolutamente il caso di...
stracciarsi le vesti. È necessario esserne consapevoli,
poi ognuno compie le proprie scelte. Se piace, se diverte, se dà qualcosa a livello culturale, perché non
continuare? Altro è il discorso economico: spendendo meno di sessantatré
euro l’anno (è il costo nominale delle cartevalori italiane prodotte nel 2009),
non si può parlare di investimento, in questo e in un
qualsiasi altro campo. La
filatelia, però, offre materiale che può dare anche
soddisfazioni a carattere finanziario, a condizione di
conoscere il settore e sapersi muovere. In più, rispetto
ad altre forme, permette di
■
divertirsi e conoscere.
Tra i punti di riferimento per i collezionisti voluti da Poste Italiane
figurano gli spazi filatelia, operativi a Milano, Napoli, Roma, Trieste
(nella foto) e Venezia
Lo scrivevano già un secolo fa!
A proposito di previsioni
nefaste: il fatto che il francobollo sia destinato al
pensionamento non è un
leit-motiv attuale. “V’ha
chi crede prossima la sparizione dei francobolli in uso
per l’affrancatura delle lettere a causa delle molte,
delle troppe falsificazioni...
Inoltre il francobollo esige
troppo lavoro. Si calcola a
40 miliardi i francobolli
che si consumano in un anno nel mondo. Per allestire
questa enorme quantità di
francobolli, occorrono in
media 1.400.000 persone
che lavorino un anno, stimato di 300 giornate lavorative. Già sono in uso in
Germania macchine automatiche le quali appongono un timbro di affrancatura nelle buste alle lettere
raccomandate mediante introduzione di una moneta
59
del valore corrente. Credesi
che tali macchine, semplificate ed enormemente diffuse, siano destinate a sostituire il francobollo”. La
nota, intitolata “La fine dei
francobolli?” è stata pubblicata dalla “Domenica
del corriere” nel numero
del 6 marzo... 1910, un secolo fa, mentre altri testi
coevi parlano della minaccia perpetrata con le affrancature meccaniche che non
hanno soppiantato il francobollo, ma hanno rappresentato un percorso - oggi
sostanzialmente superato alternativo e interessante,
come ha dimostrato, nella
sua vita già trentennale,
l’Associazione italiana collezionisti di affrancature
meccaniche, il sodalizio
del settore più grande al
mondo.
(F.B.)
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ESPERIENZA FAMIGLIA
di Maria Luisa Urbano
I
nternet non è solo divertimento
e distrazione, ma può essere
molto di più, soprattutto un
aiuto per chi è in difficoltà. Può
annullare le barriere e le distanze,
tanto più per chi è disabile. Da questa semplice considerazione sono nati il portale Web del “Siva - Servizio
informazione e valutazione ausili”
della Fondazione don Carlo Gnocchi
onlus, e il suo fratello maggiore “Eastin - Rete di informazione europea
sulle tecnologie per la disabilità e
l’autonomia”, ovvero il sito dove
confluiscono e sono indicizzate le informazioni e gli archivi di ausili in
commercio provenienti dai sette diversi portali nazionali che aderiscono alla Rete internazionale dei sistemi informativi su tecnologia e disabilità (Iaatip). Basta entrare nelle pagine di ricerca del sito italiano, portale.siva.it, o di quello europeo, eastin.info, e digitare una parola chiave, ad esempio carrozzina, per accedere a una banca dati ricchissima dove potrete confrontare centinaia di
prodotti differenti (per la mobilità, la
lettura e la scrittura, la cucina, le pulizie, l’igiene personale...), ciascuno
raccontato con una foto e una scheda
tecnica. Si tratta quindi di uno strumento utile per svolgere tutte le indagini preliminari alla richiesta di un
nuovo ausilio presso il medico prescrittore. Ma non solo. La quantità di
informazioni a disposizione via Internet è tale che consente di scoprire
ausili innovativi vagliando mercati
diversi da quello italiano.
All’interno di questi motori di ricerca gli ausili sono indicizzati tenendo
conto di due fattori essenziali
(l’utenza potenziale e il sistema di
classificazione) e di una serie di sottoinsiemi mirati (tipologia di ausilio
e azienda produttrice). Perciò è possibile immettere una parola chiave,
ma anche seguire un percorso di
esclusione progressiva scegliendo
quanti e quali dei sette portali nazionali indagare, oppure ancora si può
decidere se far capo alla classifica-
COMPUTER
SUPERARE LE BARRIERE
GRAZIE AL WEB
zione secondo lo standard internazionale “Iso 9999:2007”, oppure agli
elenchi del nostro “Nomenclatore
Tariffario” (DM 332/99 del ministero della Sanità). Alla base di Eastin
c’è infatti un grande lavoro di armonizzazione sia tra le banche dati di
partenza, poiché i diversi Stati nazionali attuano politiche diverse nell’elaborare l’offerta di riferimento e
le procedure di attribuzione degli ausili, sia tra i sistemi di classificazione
e le terminologie di indicizzazione
degli ausili: ad esempio, mentre il
nomenclatore italiano li suddivide in
tre elenchi separati di prodotti (su
misura; pronti per la vendita; in comodato d’uso), il sistema internazionale Iso segue una struttura ramificata ad albero.
L’aggiornamento della banca dati, infine, è un aspetto di fondamentale importanza e avviene in stretta relazione
con le aziende produttrici, alle quali è
demandato il compito di compilare le
schede tecniche dei prodotti. In Italia
è poi il sevizio Siva della Fondazione
a verificare le informazioni, autorizzarne la pubblicazione e imporne un
periodico aggiornamento sulla base
dei listini di vendita.
“Siva” ed “Eastin” fanno comunque
60
parte di uno stesso progetto nato in
Italia nel 2003, l’anno europeo delle
persone con disabilità, a partire da un
input del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Fu la Fondazione
don Gnocchi a realizzare allora il
portale italiano e poi a farsi promotrice e coordinatrice anche dello sviluppo dell’alleanza Iaatip e di “Eastin” (attivo dall’ottobre 2008), che
oggi riuniscono il contributo dei siti
di ausili costruiti via via in Belgio,
Germania, Spagna, Danimarca,
Francia e Gran Bretagna.
Il prossimo obiettivo è quello di portare il supporto della banca dati di
“Siva” negli studi dei medici del Sistema sanitario nazionale, per facilitarne il lavoro, evitando errori di prescrizione e facendo circolare informazioni aggiornate sull’offerta di
mercato e il grado d’innovazione
tecnologica raggiunto dal settore. I
riscontri in merito da parte della Società italiana di medicina fisica e riabilitazione (Simfer) sono positivi e
quindi, se il sistema supererà la fase
di prova, potrebbe alfine stabilire
una relazione permanente tra tutti i
soggetti coinvolti: persone con disabilità, aziende produttrici, operatori
■
socio-sanitari e medici.
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ESPERIENZA FAMIGLIA
COLLEZIONISMO
di Ida Spada
PER AZIENDE E BANCHE
UN ADDIO ALL’ARTE
La crisi gli impone di mettere all’asta quadri e via via
A
lle Aste, ragazzi! L’invocazione risuona in parecchie multinazionali dai
nomi risonanti che, investite e coinvolte dalla crisi attuale, si
vedono costrette a vendere i gioielli
di famiglia. Da un paio d’anni a questa parte dai caveau, dai forzieri, dalle pareti degli uffici di presidenza di
aziende e banche sono uscite pregiatissime collezioni d’arte moderna e
contemporanea, per finire sui tavoli
delle Case d’Asta internazionali. In
Italia la prima è stata Alitalia, ma in
America dove la crisi è iniziata, sono
numerose le società interessate tanto
che nel 2009 il totale realizzato da
queste vendite ha procurato un movimento di 1,2 milioni di euro, grandemente apprezzate dai collezionisti
che hanno potuto, finalmente, prendere visione di opere mai viste in
precedenza, e avendone la possibilità di acquistarle, utilizzando la crisi
come una opportunità per
incrementare la propria raccolta. Tra le più cospicue
c’era la Collezione d’Arte
Moderna di Lehman Brothers, la prima a doversi misurare con la dura realtà del
momento, in buona compagnia di uno studio legale internazionale, quello di Heller Ehrman. Numerosi nomi del gotha industriale
americano hanno già venduto il loro patrimonio artistico, un investimento fatto
a suo tempo con lungimiranza, dal momento che le
oltre mille opere, ad esempio della filiale olandese
della American Tobacco,
all’asta in questi giorni ad
Amsterdam, sono stimate oltre 4 milioni di euro. Comprendono artisti
provenienti da 40 Paesi, nomi noti
come Arman, Niki de St. Phalle, che
ha appena tenuto una mostra a Roma, l’ungherese Vasarely, gli italiani
Boetti e Santomaso, acquistati quasi
tutti negli anni Cinquanta del secolo
scorso. Le stime che ci riguardano
vedono Boetti a quota 60/80 mila euro e Santomaso a 80/120 mila euro.
Il prossimo giugno andranno poi all’asta da Sotheby’s a New York, oltre
1.200 pezzi della collezione Polaroid, la Società che introdusse sul
mercato per la prima volta l’invenzione rivoluzionaria di Edwin Land,
per ottenere la stampa immediata
dello scatto fotografico. La Polaroid
ha fatto bancarotta e si vede costretta a vendere il suo archivio di foto
vintage e non solo. Sicuramente una
golosa occasione per gli amanti degli
scatti d’epoca. Numerose banche e
61
aziende in anni di espansione economica, come quelli seguiti alla fine
del secondo conflitto mondiale, avevano investito in arte, ma la crisi sta
ridisegnando equilibri nel mondo del
collezionismo. Generalmente parlando, gli addetti ai lavori, artisti, critici, galleristi, parlano dell’attuale
momento come di un riassetto che
era necessario per spazzare via speculazioni, e bolle d’aria, così come
talenti privi di spessore. Ma i nomi
storici si sono salvati. Gli artisti veramente validi restano sulla breccia
con sicurezza.
E investire in arte continua ad essere
una buona scelta, come dimostrano
del resto le aziende che lo avevano
fatto a suo tempo, e realizzano adesso dei capitali che permettono loro di
■
rimettersi in pista.
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ESPERIENZA FAMIGLIA
di Jolanda Proietti
CIVILTA’ DELLA TAVOLA
TROPPO CIBO FINISCE NEI RIFIUTI
Ogni anno vanno al macero 6 milioni di tonnellate
I
l ministro Renato
Brunetta mangia gli
yogurt anche se sono
scaduti da un paio di
giorni. E’ il risvolto della
crisi per alcuni, ma anche
una battaglia “no global”
contro il consumismo esasperato e lo spreco. Le cifre di questo settore sono
sicuramente sorprendenti.
Tra i rifiuti finisce il 15 per
cento del pane e della pasta che viene venduta in
Italia, il 12 per cento della
frutta e della verdura, e addirittura il 18 per cento
della carne. Nell’insieme
sono 4 mila le tonnellate di
cibo non consumato, al
giorno, che viene eliminato, circa 600 euro all’anno
a testa. Evidentemente siamo, ma che sorpresa, un
popolo di spreconi. E lo
siamo tutti, supermercati,
negozi, mense aziendali,
scuole, ospedali, cittadiniindividui. Perché succede
questo? Le ragioni sono
diverse. Può trattarsi della
stagionalità, come per i panettoni e le uova di Pasqua
invendute che vengono
tolte dagli scaffali dopo le
feste, ma può anche succedere che un’azienda decida di cambiare il packaging, l’impacchettatura
per presentare il prodotto
con un’altra veste, e sono
casi in cui gli alimenti sono integri e commestibili.
Se si aggiunge a ciò il capriccio del clima, gelate
improvvise o periodi di
secco o, al contrario, troppa acqua, che mandano in
rovina i raccolti, è stato
calcolato che sono 6 milioni le tonnellate di cibo che
vengono scartate nel nostro Paese ogni anno. Da
qualche anno si è sviluppata però una maggiore
coscienza alimentare e con
lo slogan: “Convertire lo
spreco in risorsa”, anche
l’Italia è partita con una
campagna organizzata di
raccolta che comincia a
dare dei risultati positivi.
E’ nato il Banco Alimentare Onlus, che raccoglie e
distribuisce agli enti e alle
associazioni convenzionate, le eccedenze alimentari
a livello nazionale. E c’è
Agea, l’Agenzia per le
erogazioni in agricoltura,
che fa lo stesso lavoro con
il surplus della produzione
ortofrutticola, nonché della grande distribuzione e
della ristorazione. Il BA ha
sedi in tutta Italia ed è
membro di una federazione europea di cui fanno
parte 174 Banchi in 12
Paesi che assistono oltre 8
mila strutture e quasi un
milione e mezzo di indi-
genti. E c’è Siticibo (siti è
la traduzione del termine
inglese city), specializzato
nella raccolta del cibo cotto e fresco presso mense
aziendali, scolastiche, alberghi, e che nel giro di
poche ore, non più di 24,
lo consegna a destinazione
degli enti preordinati. Per
ciò che riguarda gli ospedali, le cifre sono rilevanti.
Nei nosocomi italiani, dove il cibo dovrebbe essere
gradevole al palato, ma
anche adeguato dal punto
di vista dietetico, e nono-
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STORIA E TRADIZIONI DEL POLIEDRICO MONDO DEL VINO (4)
stante che negli ultimi anni si siano registrati progressi in sicurezza e qualità, la situazione è deprimente. Su 240 mila pasti
serviti annualmente, il 45
per cento finisce nella
spazzatura. L’operatività
dei vari soggetti promotori
deve essere tempestiva ed
efficiente, affermano a
questo punto le varie organizzazioni, l’ideale sarebbe raccogliere, distribuire,
consumare tutto nel giro di
pochi chilometri, senza
costi di conservazione e di
trasporto. Vi sono poi iniziative locali dovute saltuariamente a catene di
grande distribuzione per
una raccolta alimentare solidale in sinergia con il
Banco Alimentare o la Caritas nei supermercati che
aderiscono all’iniziativa.
Nel Lazio, in seguito a
questi appuntamenti, lo
scorso anno sono state distribuite 275 tonnellate di
derrate alimentari a persone in situazioni di disagio.
Contro lo spreco, in Inghilterra, alcuni supermercati collocano ogni giorno
in un contenitore segnalato, scatolette, vasetti, succhi di frutta, vicinissimi alla scadenza o scaduti il
giorno prima ad un prezzo
inferiore. Ne approfittano
in molti. Gli alimenti, in
genere, scaduti da poche
ore, sono ancora perfettamente commestibili. Molto resta, comunque, ancora
da fare per ridurre o eliminare il grande spreco e sviluppare una maggiore coscienza alimentare. Le risorse del pianeta, ci viene
sempre ricordato, non so■
no infinite.
I VITIGNI DEL TERRITORIO
E DELLA CULTURA ENOICA NAZIONALE (seconda parte)
di Roberto Antognozzi
SANGIOVESE E VARIETA’ BIANCHE
l Sangiovese, il secondo vitigno rosso italiano per importanza, è la base di vini
molto famosi come Brunello, Chianti e Vino Nobile di Montepulciano, tutti prodotti in Toscana.
Il Forgiano e il Montefalco, gli altri due vini importanti ottenuti da questa uva, sono
umbri.
Anche la Romagna ha vaste estensioni a Sangiovese, ma a differenza degli eccellenti e complessi vini della Toscana, troveremo qualità e spessore nelle zone di produzioni collinari più elevate.
Si ritiene che questo vitigno fosse già conosciuto dagli Etruschi; i suoi vini sono caratterizzati da un’acidità vivace e dalla struttura complessa del suo tannino.
Per ovviare al fatto che questo vitigno maturi tardivamente ed è sensibile al freddo,
che gli provoca un’acidità elevata e una non adeguata maturazione fenolica, il suo vino, in passato, era generalmente tagliato con altre varietà per conferirgli colore, gusto di frutta e zuccheri che tra l’altro rappresentavano la ricetta tradizionale del Chianti Classico fino a qualche anno fa; oggi si è sperimentato con successo di tagliare il
Sangiovese con vitigni francesi come Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.
Il Sassicaia, il primo importante vino italiano ottenuto con Cabernet Sauvignon, ha
dimostrato che questo vitigno si adatta benissimo al nostro terroir: i “vini da tavola”
super tuscans, che hanno fatto guadagnare all’enologia italiana fama internazionale,
si basano su questo modello.
Il Merlot, invece, fu utilizzato per molti anni nella produzione di vini per il grande
pubblico, leggeri e aciduli, e fu solo agli inizi degli anni Novanta che i Merlot toscani e successivamente friulani arrivarono sul mercato con le caratteristiche peculiari
del vitigno ben espresse come intensità del colore, morbidezza, una solida struttura
tannica e begli aromi di frutta.
Molto diversa la storia dei vini bianchi.
Poche zone del nostro Paese sono veramente adatte a produrre bianchi di qualità superiore; per esempio il Moscato Bianco, usato in purezza nella produzione del vino
Moscato d’Asti (tappo raso, non spumante) e degli splendidi vini da dessert dell’isola di Pantelleria oltre ad alcuni cloni di Malvasia, molto interessanti se allevati con
rese compatibili con la risposta qualitativa e non massivamente quantitativa.
Fra i vini ottenuti dal Trebbiano nessuno si distingue per la complessità del gusto
tranne vere, rarissime eccezioni come qualche illuminata produzione abruzzese.
Il Garganega è da considerare nella sua espressione qualitativa con la denominazione Recioto di Soave e tuttavia non gli è riuscito, e neppure al bianco toscano Vernaccia, ai piemontesi Arneis e Cortese e al
marchigiano Verdicchio, di fare dell’Italia la patria dei vini bianchi.
Nel quadro della avvenuta rivoluzione
enologica italiana c’è tuttavia un forte
affidamento produttivo verso le varietà
internazionali bianche come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc, allevato
un po’ dappertutto sul territorio nazionale, ma che dà comunque valide e costanti rese qualitative solo in Friuli e
Alto Adige.
I
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ESPERIENZA FAMIGLIA
di Mamma Giovanna
CUCINIERE
RICETTE PER UN ANNO
PICKLES DI RAVANELLI
INSALATA DI PORRI
Per un barattolo di condimento
Ingredienti: un bel mazzo di ravanelli non troppo grossi,
20 cl di aceto bianco, 50 g di zucchero, 6 granelli di pepe, 1 chiodo di garofano, 2 foglie di alloro, mezzo cucchiaino di sale fino.
Ritirare le foglie e lavare i ravanelli. Asciugarli bene con
carta assorbente. Tagliarli in due nel senso della lunghezza e metterli in un barattolo a chiusura ermetica. Portare
ad ebollizione l’aceto con lo zucchero, il sale e un po’
d’acqua. Lasciar bollire per un minuto e versare ancora
caldo sui ravanelli. Chiudere con il coperchio e lasciar riposare per 12 ore. Questo condimento si mantiene in frigorifero per quattro settimane.
CON SCAMPI IN SALSA
DI MELA VERDE
Per 4 persone
Ingredienti: 8 scampi, 8
piccoli porri nuovi, 1 avocado, 2 limoni, una mela
verde (Granny Smith), 4
cucchiai di olio extravergine d’oliva, 10 granelli di
coriandolo, 6 bacche di pepe della Giamaica, 2 gocce
di tabasco, erba cipollina.
In una ciotola preparare la
marinata mescolando il
succo di un limone, un coriandolo schiacciato, le
bacche di pepe della Giamaica.
Pulire e lavare accuratamente i porri e tagliarli in
pezzi di 2 cm circa. Farli
cuocere in acqua bollente
salata per 5 minuti, prima
di scolarli e passarli rapidamente sotto l’acqua fredda
per fermare la cottura. Scolare.
Sgusciare gli scampi lasciando solo la coda del carapace. Adagiarli in un
piatto fondo e versare la
PASTA CON LE VERDURINE DI PRIMAVERA
Per 4 persone
Ingredienti: 400 g di rigatoni, 500 g di verdurine fresche di primavera: piccoli asparagi, zucchine tenere,
pisellini e favette sgranati, fagiolini sfilati.
Sciacquare le verdure. Tagliare le zucchine a fette
sottili e gli asparagi in quattro nel senso della lunghezza.
Sbollentare tutte le verdure in acqua bollente salata
per 2 minuti. Scolare. In una padella capiente far
saltare le verdure con un po’ di olio extravergine
d’oliva finché siano cotte al dente. Levare dal fuoco e pepare generosamente. Cuocere la pasta sempre
al dente in abbondante acqua bollente salata. Scolare
e versare nella padella. Mantecare rapidamente aggiungendo un filo d’olio, se necessario, e del parmigiano reggiano o del pecorino.
PASTICCIO D’AGNELLO ALLA “SCOZZESE”
Per 6 persone
Ingredienti:
- per la pasta : 300 g di farina, 1 uovo, 150
g di burro molto morbido.
- per il pasticcio: 250 g di carne di agnello disossata (coscia o spalla), 100 g di lardo grasso, 80 g di zucchero di canna, la
scorza grattugiata di un limone non trattato, una presa di cannella, una presa di noce moscata.
Preparare la pasta con la farina e il burro.
Aggiungere l’uovo e un po’ d’acqua, salare e lavorare rapidamente la pasta per ottenere una preparazione liscia e omogenea.
Farla riposare al fresco, imballata con pellicola, per almeno un ora.
Riscaldare il forno a 200°. Macinare la car-
ne e il lardo e farli rosolare in una padella
con un po’ d’olio.
Far raffreddare la carne per qualche minuto e aggiungere la scorza di limone. Salare
leggermente e aggiungere lo zucchero e le
spezie. Mescolare di nuovo accuratamente.
Stendere la pasta su 2 mm circa e tagliare
dei cerchi un po’ più grandi degli stampini
che andrete ad utilizzare in modo che la pasta ne fuoriesca. Mettere una generosa cucchiaiata di farcitura e ripiegare la pasta verso il centro dello stampino, lasciando uno
spazio al centro per la fuoriuscita del vapore. Infornare per 30 minuti circa. A cottura
ultimata, levare dal forno, spolverare leggermente con zucchero fino e far raffreddare. Servire tiepido con una insalata.
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marinata. Mettere in fresco
per 20 minuti.
Pelare l’avocado, affettarlo
sottilmente e bagnarlo con
il succo di mezzo limone
per evitare che annerisca.
Lavare la mela, affettarne
sottilmente una metà e
grattugiare l’altra metà. Irrorare con il succo di mezzo limone.
Mescolare 3 cucchiai di
olio con il tabasco e la polpa di mela. Salare e pepare.
In una padella far riscaldare un cucchiaio d’olio e far
saltare gli scampi per 5 minuti su fuoco vivo. Su ogni
piatto di portata stendere
uno strato di salsa alla mela e adagiare sopra le fette
di avocado, di mela, pezzi
di porri e due scampi. Decorare con l’erba cipollina.
SORBETTO “AL MINUTO”
Per 4 persone
Ingredienti: una busta di
frutti di bosco surgelati,
125 g di panna (o mascarpone), 4 cucchiai di zucchero, qualche goccia di
vaniglia liquida.
Frullare senza scongelare i
frutti di bosco con gli altri
ingredienti e servire subito.
piante-auto 65
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ESPERIENZA FAMIGLIA
ANIMALI
AUTO
di Clemy
di Giulio Conter
ANCHE GLI ANIMALI
HANNO UN’ANIMA?
DAI NUMERI ALLE STELLE
Cercherà di rispondere
una Università tedesca
C
hi non ha mai posseduto un cane non sa cosa significhi essere amato. Ne era convinto il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer, al punto da
chiamare il suo amico a quattro zampe Atma,
anima del mondo. Già, l’anima; ma gli animali ce l’hanno? A questa domanda (e non solo) proveranno a rispondere i docenti del nuovo Istituto universitario di Zoologia
teologica della facoltà teologica di Münster, in Germania,
dove negli anni Sessanta ha insegnato anche l’attuale pontefice Joseph Ratzinger, grande amante dei gatti.
L’obiettivo del Centro, fondato e diretto dal sacerdote cappuccino Rainer Hagencord, è portare maggiore attenzione
agli animali anche nell’insegnamento della religione e, in
dialogo con la scienza, superare la visione antropocentrica
dell’uomo quale unico essere vivente dotato di anima,
mettendo anche in evidenza l’innegabile parentela fra essere umano e animale. Un compito non facile, perché, se
l’80 per cento dei tedeschi si dice certo che cani e gatti siano forniti di un’anima, seguito dal 49 per cento degli italiani, la dottrina cattolica sul tema non è univoca. E la
scienza di anima degli animali si è occupata raramente.
«L’anima è un concetto religioso», sentenzia l’etologo
Giorgio Celli. «La scienza può parlare di pensiero. E su
questo fronte la differenza tra uomini e animali è solo di
grado. Anche le api pensano, un po’ come noi, seppure in
maniera meno complessa».
Più provocatoria la tesi di Luisella Battaglia, docente di filosofia morale e bioetica all’Università di Genova e membro del Comitato nazionale di bioetica: «Se l’anima esistesse, accomunando uomo e animale, potrebbe identificarsi nel dna».
E gli animali provano emozioni simili a quelle umane? Su
questo punto la scienza non si tira indietro. «E’ impossibile
negare che abbiano un’emotività», afferma Enrico Alleva,
direttore di neuroscienze comportamentali all’Istituto superiore di sanità. «Ansiolitici e antidepressivi in commercio
sono testati sugli animali e funzionano sui topi come nell’uomo». Persino le mucche, comunemente considerate un
po’ ottuse, hanno una vita mentale: portano rancore, provano amicizia o antipatia verso gli altri esemplari della mandria, si eccitano di fronte a piccole sfide, come hanno mostrato attraverso l’osservazione della vita in fattoria alcuni
scienziati inglesi già nel 2005. Quanto all’anima vedremo
che cosa ci dirà la scienza. E’ comunque fuor di dubbio che
■
il dibattito porterà acqua al mulino dei vegetariani.
Audi A4 cinque stelle in sicurezza
S
e a bordo dall’automobile viaggiano solo adulti occhio al 36. Se si trasportano bambini il 49
è l’obiettivo massimo. Se si viaggia in città dove i pedoni a volte confidano nelle strisce quasi fossero bunker inespugnabili: 36, ma non quello di
prima. Se proprio si vuole essere pignoli fino in fondo
il 7 identifica il top della presenza dei sistemi di sicurezza. Shakeriamo il tutto ed ecco comparire le stelle,
quelle che l’European New Car Assessment Programme (EuroNCAP), in italiano acronimo di “Programma
europeo di valutazione dei nuovi modelli di automobili”, si assegna per definire le modalità di valutazione
della sicurezza delle automobili nuove. Tralasciando
sia i test relativi alla protezione dei pedoni, in caso di
investimento, sia la presenza di sistemi di sicurezza a
bordo del veicolo, ecco un esempio: Audi A4 nel 2009
ha totalizzato 33 per la protezione degli adulti, 41 per
quella dei bambini per un totale di cinque stelle. La Suzuki Alto solo tre stelle perché i valori sono risultati rispettivamente 20 e 23. Viene spontaneo pensare che al
momento dell’acquisto di una nuova auto sia prioritario investigare e interrogare il venditore circa numeri e
stelle. Auspicabile, ma irrealistico. Non tutti lo fanno e
quelli più attenti rischiano di trovarsi di fronte ad un
concessionario preparatissimo in tema di gadget e
nuances di colore, ma assolutamente digiuno circa i severi test di EuroNCAP. E allora può capitare che la
scelta dell’auto sia influenzata più dallo sconto che
dalla sicurezza con tutto ciò che ne consegue. A proposito: chi ha bambini piccoli ed è costretto al tourbillon
asilo-nonni-baby sitter non dovrebbe fare a meno di
“Isofix” che non è un nuovo tipo di colla, ma una coppia di supporti in acciaio saldati al telaio dell’auto do■
ve agganciare il seggiolino della creatura.
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oroscopo
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Aprile 2010
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ESPERIENZA FAMIGLIA
OROSCOPO
di Giuliana Valci
BILANCIA 23 settembre - 23 ottobre
Attività – situazione lavorativa soddisfacente, ma che
richiede più metodo per non accumulare impegni.
Affetti – in amore giocate meglio le vostre carte; talvolta, pur di vincere, si può anche bluffare.
Salute – possono insorgere disturbi intestinali.
Incontri positivi con: Toro, Vergine, Pesci.
Attività – piccoli, ma fruttuosi passi in avanti, e un pizzico di fortuna favoriranno le vostre ambizioni.
Affetti – affronterete con piglio sicuro un necessario
chiarimento sentimentale; dopo, tornerà a splendere il
sole.
Salute – lievi fastidi epatici; regolate l’alimentazione.
Incontri positivi con: Ariete, Leone, Pesci.
TORO 20 aprile - 20 maggio
Attività – con un ritrovato equilibrio interiore risolverete
felicemente un’annosa querelle.
Affetti – si rarefanno dubbi e incertezze; il periodo appare sotto buoni auspici per recuperare il terreno perduto.
Salute – buono stato generale.
Incontri positivi con: Cancro, Bilancia, Capricorno.
GEMELLI 21 maggio - 21 giugno
Attività – possibili errori di valutazione dovuti alla fretta; date più fiducia alla vostra creatività.
Affetti – dissapori nei rapporti sentimentali; qualcuno
non approva la vostra eccessiva diffidenza.
Salute – lieve calo di energie.
Incontri positivi con: Ariete, Leone, Scorpione.
Attività – cambiamenti in atto, non fatevi cogliere di
sorpresa da possibili imprevisti.
Affetti – latente insoddisfazione sentimentale. Contrasti
e incomprensioni in seno alla famiglia. Controllate la
gelosia.
Salute – mantenetevi attivi e occhio alla bilancia.
Incontri positivi con: Cancro, Vergine, Sagittario.
LEONE 23 luglio - 22 agosto
Attività – dovrete contare sulle vostre forze per far quadrare i conti; clima favorevole a nuovi progetti.
Affetti – non arrendetevi al primo ostacolo, occorre più
diplomazia e meno grinta per superare una piccola crisi.
Salute – episodi di insonnia.
Incontri positivi con: Gemelli, Bilancia, Capricorno.
VERGINE 23 agosto - 22 settembre
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ARIETE 21 marzo - 19 aprile
CANCRO 22 giugno - 22 luglio
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Attività – utilizzerete al meglio il vostro bagaglio
d’esperienza; possibili nuovi contatti o collaborazioni.
Affetti – successo nelle amicizie; in amore i vostri desideri saranno esauditi. Un romantico viaggio all’orizzonte.
Salute – movimenti articolari in ripresa.
Incontri positivi con: Toro, Scorpione, Acquario.
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SCORPIONE 24 ottobre - 22 novembre
Attività – intraprendenza e buon senso guideranno le
vostre iniziative. Fruttuose evoluzioni.
Affetti – audaci in amore, farete punteggio pieno puntando sul magnetismo e sul mistero.
Salute – ritorno di energie.
Incontri positivi con: Ariete, Leone, Acquario.
SAGITTARIO 23 novembre - 21 dicembre
Attività – potete osare più del previsto nella vostra attività, troverete con facilità un accordo di collaborazione.
Affetti – schiarite sul fronte sentimentale. Una relazione
può diventare importante e duratura. Spontaneità vincente.
Salute – piccoli fastidi stagionali.
Incontri positivi con: Toro, Bilancia, Capricorno.
CAPRICORNO 22 dicembre - 20 gennaio
Attività – dimostrerete ampia disponibilità e capacità
organizzative nel superare una difficoltà lavorativa.
Affetti – un clima di amicizia e di distensione favorirà
gli scambi affettivi. Nuovi amori all’orizzonte.
Salute – piccoli fastidi di natura allergica.
Incontri positivi con: Toro, Gemelli, Scorpione.
ACQUARIO 21 gennaio - 19 febbraio
Attività – con più di un jolly in mano, potrete pilotare
facilmente una nuova situazione a vostro vantaggio.
Affetti – il periodo segnala instabilità nell’area sentimentale; emergerà il contrasto tra cuore e ragione.
Salute – d’aprile non ti scoprire.
Incontri positivi con: Ariete, Gemelli, Sagittario.
PESCI 20 febbraio - 20 marzo
Attività – cautela nel prendere decisioni risolutive; il
periodo appare più adatto a progettare una vacanza.
Affetti – ascoltate con più attenzione i messaggi del
vostro cuore, sono segnali da non sottovalutare.
Salute – buon equilibrio psicofisico.
Incontri positivi con: Bilancia, Scorpione, Acquario.
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Progetto2
24-03-2010
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Doc. ok
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