Arcobaleno n. 38 – festa patronale 2016

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Arcobaleno n. 38 – festa patronale 2016
PERIODICO
DELLA
PARROCChIA SANTA MARIA
DELLA
STELLA – DRUENTO –
ANNO
Maria, Madre di Misericordia
Carissimi,
la festa patronale della Madonna del Rosario
nell’Anno Santo della Misericordia ci invita a
guardare a Maria, come la Madre del Giubileo.
Ci ricorda Papa Francesco che: “In una delle
preghiere più care al popolo cristiano, la Salve
Regina, chiamiamo Maria “madre di misericordia”. Lei ha sperimentato la misericordia divina,
ed ha accolto nel suo seno la fonte stessa di questa misericordia: Gesù Cristo. Lei, che ha sempre vissuto intimamente unita a suo Figlio, sa
meglio di chiunque altro ciò che Egli vuole: che
tutti gli uomini si salvino, che a nessuno venga
mai a mancare la tenerezza e la consolazione di
Dio. Che Maria, Madre di Misericordia, ci aiuti
a comprendere quanto Dio ci ama”. Le scene
dell’annunciazione e del Magnificat, dove si
cita espressamente la “misericordia”, come pure
quelle delle nozze di Cana e di Maria ai piedi
della croce, offrono un piccolo compendio di
come la misericordia divina fosse presente e
operante in Maria. Questa riflessione può
illuminare e rendere chiaro il senso
delle opere di misericordia che ci vengono sollecitate, con particolare forza,
durante questo anno di Giubileo.
La Salve Regina esprime valori religiosi perenni: – la coscienza del
bisogno di misericordia; la consapevolezza di essere in terra di
esilio; il vivere in un mondo
quale luogo di edificazione del
Regno; il desiderio di contemplare il volto di Cristo; il ricorso
fiducioso alla Madre della
Misericordia, cui Dio ha affidato
una particolare missione di grazia
e di intercessione in favore del
suo popolo. Per tali valori la
Salve Regina è stata ed è
amata da generazioni di
fedeli. È preghiera autentica, da riscoprire sulle labbra di quelli del nostro
tempo. Il popolo cristiano invoca la Madre
della Misericordia perché riconosce in lei la
misericordia
del
Padre
in
forma
materna, fatta cioè
di tenerezza, gratuità, generosità, accoglienza. Pensiamo ad esempio agli ex-voto
N. D. de La Salette
e alle tavolette votive appese sui muri dei santuari: attestano che Maria mostra la sua misericordia aiutando nei pericoli, ottenendo guarigioni e grazie. Il titolo «Madre della
Misericordia» – presente nella Salve Regina –
giustamente la celebra. Anzitutto perché è la
Madre di Colui che è Misericordia, Cristo.
Inoltre, perché tale titolo ci ricorda che Gesù al
Calvario ha offerto alla Chiesa una madre:
«Ecco tua Madre» (Gv 19 25), quale guida e
conforto ai figli pellegrinanti sulla terra.
Il rivolgersi fiducioso alla Madre della
Misericordia non è solo per il popolo devoto
richiesta di intercessione per i peccati, ma soprattutto implorazione del suo aiuto a divenire misericordiosi.
Sollecitati da Papa Francesco, ci poniamoci
allora una semplice domanda: cosa significa per
noi essere misericordiosi? Letteralmente vuol
dire avere un cuore sensibile alle miserie
altrui, essere pronti a soccorrere. Significa
accorgersi dell’altro invece di «girare alla
larga», essere sensibile alle sue necessità,
aiutarlo concretamente, im-pegnando i
propri mezzi, il tempo, le forze e la stessa vita. Consapevoli che nel cammino
cristiano siamo soggetti a cadute ed errori, imploriamo aiuto da colei che – come
nessun altro – ha sperimentato la misericordia di Dio: si è sentita guardata con amore
e amata da lui, proclamando nel
Magnificat che la sua misericordia si
«estende di generazione in generazione» (Lc 1, 50).
Pertanto, nel pregare/cantare
alla Madre della Misericordia attraverso la Salve Regina possiamo ogni
giorno impegnarci a seguire Cristo, la
via che la Madre di Dio ci insegna a
percorrere: «Qualsiasi cosa vi dica,
fatela» (Gv 2, 5). Come? Deponendo
sentimenti d’ira e propositi di vendetta
verso chi ci affligge, riprendendo dialoghi interrotti, vincendo il male con il
bene, l’odio con l’amore, opponendo
all’indifferenza l’amore, all’offesa il
perdono, all’ingratitudine la riconoscenza. Che sia davvero così l’insegnamento dell’ Anno della Misericordia!
“che la dolcezza dello sguardo di Maria,
Madre della Misericordia, ci accompagni affinché possiamo riscoprire la gioia
della tenerezza di Dio”.
don Dante,
parroco
XXIII, N. 38 – FESTA PATRONALE 2016
Madre Teresa
è Santa
Domenica 4 settembre, Papa Francesco ha
canonizzato Madre Teresa di Calcutta: “In un
epoca di dilagante egoismo, Madre Teresa è stata
un’instancabile contestatrice dell’egoismo e ha
contestato con l’esempio della vita, che è ben più
difficile del contestare con le parole. Madre Teresa
ha avuto il coraggio di difendere la famiglia e ha
gridato senza paura che ogni aggressione alla
famiglia è un’aggressione alla pace nel mondo,
perché la pace del mondo si costruisce nelle famiglie. Madre Teresa ha difeso la vita umana dal concepimento fino all’ultimo respiro del moribondo…” (Card. Angelo Comastri)
L’uomo è irragionevole,
illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO
Se fai il Bene,
ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA’ IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi,
troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI
Il Bene
che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA’ IL BENE
L’Onestà e la Sincerità
ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA,
SII FRANCO ED ONESTO
Quello che per anni hai costruito
può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA
Dà al mondo il meglio di te
e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA,
DA’ IL MEGLIO DI TE.
Assemblea Diocesana Giugno 2016:
le linee diocesane per il prossimo anno pastorale
L’arcivescovo Nosiglia durante l’Assemblea
Diocesana, a giugno, ha presentato le sfide della
Chiesa Locale: Missionarietà e Riassetto territoriale,
sottolineando l’importanza di orientare tutti gli
impegni a rafforzare la Sinodalità. Il termine
Sinodalità indica non tanto qualcosa da fare, ma un
modo di essere, usando un’espressione sintetica ma
chiara: “la Chiesa non fa un Sinodo, ma è Sinodo”.
L’arcivescovo ci ricorda l’importanza di essere
Chiesa Universale in cammino, nei due aspetti,
Chiesa capace di accogliere e valorizzare le diversità e le ricchezze di ciascuno e l’impegno di ogni
battezzato (e non solo.. ) a contribuire al dialogo,
all’ascolto, alla programmazione e infine all’operare insieme, seguendo la Parola di Dio. Non una
Chiesa piramidale gerarchica (in cui decide qualcuno) e non una Chiesa democratica (in cui esistono
maggioranze e minoranze) ma una Chiesa Popolo
di Dio che abbraccia tutti, guidata dallo Spirito, e
impegnata a percorrere la strada indicata da Cristo
e iniziata dalle prime comunità degli Apostoli. Una
Chiesa che cresce e si fortifica dei tanti e diversi
carismi, quello dei sacerdoti e dei religiosi di guidare la Comunità a quello dei laici di testimoniare il
Vangelo nella famiglia, nel lavoro e nella società.
Ogni carisma è dono e grazia di Dio e va ascoltato, lasciato crescere, coltivato, protetto, formato e
messo a disposizione di tutti: questa è la responsabilità che il Popolo di Dio è chiamato a sviluppare
ogni giorno e per tutta la vita. Questa è la quotidiana (stra-)ordinaria Sinodalità della Chiesa.
Alla luce della Sinodalità, va ripresa anche l’esortazione di Papa Francesco alla Missionarietà del
discorso alla Chiesa di Firenze 2015. Riflettere sulla
Evangelii Gaudium e meditare su una Chiesa in
Uscita che percorre le “cinque vie” (uscire, abitare,
annunciare, educare, trasfigurare) per raggiungere i
soggetti prioritari della pastorale: la famiglia, i giovani e i poveri. L’Arcivescovo propone di organizzare incontri di riflessione e meditazione comunitaria nelle parrocchie favorendo la partecipazione e i
lavori di gruppo (tralasciando le conferenze in cui
parla una sola persona).
Non si tratta di aggiungere servizi o offerte, ma
di creare relazioni, dialogo e incontro, per ribadire
l’annuncio del Vangelo, accompagnare sulla via
della Fede e raggiungere le periferie attraverso il
maggior coinvolgimento dei laici. Il Mondo
Giovanile (“frontiera più difficile, ma anche più
necessaria”), annuncia, sarà il soggetto principale
del prossimo lavoro pastorale biennale (20162018).
Altro aspetto da portare avanti, alla luce della
Sinodalità, è il Riassetto Diocesano Territoriale.
Il cuore del territorio diocesano sono e restano
le Parrocchie, e ognuna deve avere un Consiglio
Pastorale ed un Consiglio Affari Economici che
operano in sinergia e collaborazione, le Parrocchie
sono raggruppate in Unità Pastorali, per avere a disposizione un maggior numero di risorse e promuovere la formazione e la coesione popolare.
Formazione Comunione e Missione sono i cardini
di ogni Unità Pastorale.
All’interno di ogni Unità Pastorale è attiva un
Equipe Pastorale, una “cabina di regia” che si
incontra 4 volte all’anno, formata da religiosi e laici
delle diverse parrocchie con il compito di mettere
in pratica il programma diocesano adattandolo alle
realtà territoriale specifica.
In ogni Unità Pastorale operano alcune
Commissioni coordinate da un operatore che abbia
frequentato il corso SFOP (Servizio Formazione
Operatori Pastorali). Le principali Commissioni
sono: 1) Catechesi, Liturgia e Missione; 2) Carità e
Azione Sociale; 3) Pastorale della Famiglia; 4)
Pastorale dei Giovani e della Scolastica). Per ogni
ambito delle Commissioni sono state redatte Lettere
Pastorali, per precisare obiettivi e contenuti, in
modo che tutti i fedeli possano vivere la loro Fede
in una stessa Chiesa Universale.
La necessità di bilanciare le Unità Pastorali ha
portato in questi anni a spostare un buon numero di
Parroci e trattandosi di un momento delicato,
l’Arcivescovo chiede un’attenzione particolare
nella gestione del cambiamento per realizzare un
passaggio graduale valorizzando il lavoro svolto in
precedenza.
In un territorio con molte chiese, cappelle, confraternite, istituti religiosi, ma sempre meno religiosi, lo spostamento dei Parroci e l’accorpamento di
alcune Parrocchie sono scelte obbligatorie. I
Parroci dovranno seguire Comunità dislocate sul
territorio, per questo sarà sempre più cruciale la
collaborazione fra religiosi presenti sul territorio e
laici. La Scuola Diocesana per Operatori Pastorali è
stata pensata con questo obiettivo: gli operatori che
frequentano lo SFOP diventeranno risorse preziose
da valorizzare e coinvolgere nelle singole parrocchie e nell’unità pastorale.
Secondo le dichiarazioni conclusive dell’arcivescovo Nosiglia, in uno scenario di profondo cambiamento, occorre riflettere sul ruolo dei sacerdoti
affinché ai compiti tradizionali non si sommino
incarichi e incombenze che possono essere affidate
ad altri soggetti. Il futuro richiederà un ritorno al
ruolo essenziale dei Parroci e il rafforzamento di
un’Equipe Permanente che li coadiuvi negli altri
incarichi.
Il contesto attuale richiede di rivitalizzare l’azione pastorale: potenziare la Pastorale Missionaria
per raggiungere le persone nella vita concreta con
particolare attenzione alle difficoltà spirituali e
sociali.
Famiglie Giovani e Poveri, saranno i soggetti da
raggiungere, da cercare e incontrare anche fuori
dalle strutture più tradizionali. E per farlo, occorre,
secondo l’Arcivescovo, nuovo slancio per riflettere
e agire insieme, coinvolgendo la maggior numero
di risorse presenti, sempre ispirati dalla preghiera in
riferimento al Vangelo e sotto la guida della Chiesa
Locale. Solo così si potrà realizzare la forza della
speranza e ottenere frutti buoni e duraturi.
Lorena
Dal Consiglio Pastorale Parrocchiale
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Dall’ultimo resoconto su Arcobaleno di
marzo si sono tenuti due incontri del CPP: Il
primo il 21 aprile dopo le festività pasquali e il
secondo il 21 giugno dopo l’Assemblea generale
della nostra diocesi.
Nel primo si è posta l’attenzione sulla verifica
delle attività pastorali svolte durante i periodi quaresimale e pasquale. Si è riscontrata una buona
partecipazione ai momenti liturgici quotidiani ma
anche, e forse soprattutto, alle occasioni particolari come la Cena del digiuno, la Via Crucis per le
strade, Triduo e Veglia Pasquale. Molto significativa l’attività pastorale legata all’Anno della
Misericordia con i vari pellegrinaggi alla Porta
Santa, la Festa della Famiglia, l’incontro con il
cappellano delle carceri giovanili, gli incontri di
adorazione del primo giovedì del mese (questi
meriterebbero forse un po’ più di attenzione da
parte della comunità tutta). All’inizio dell’incontro
Don Dante, proprio riferendosi al numero e alla
varietà di occasioni che sempre vengono proposte, ha voluto puntualizzare, come considerazione generale, che la partecipazione appare molto
legata al gruppo o la commissione interessata alla
preparazione, mentre la presenza e il coinvolgimento degli altri gruppi e della comunità allargata e
molto ridotto: facciamo fatica a vivere l’aspetto
comunitario di tutte queste iniziative. Allo stesso
tempo ricorda l’importanza della missionarietà e
dell’impegno pastorale di ognuno di noi come cristiani; le persone impegnate nella comunità sono
sempre meno e sempre più vecchie: la comunità ha
bisogno anche di forze nuove. Don Dante allarga il
discorso nel ricordare che non siamo come isole,
non possiamo essere ancorati al nostro piccolo
mondo, ma siamo chiamati a guardare a comunità
più ampie come la Unità Pastorale, la Diocesi, la
Chiesa di cui facciamo parte.
Il secondo incontro, considerato che tutte le attività parrocchiali sono già definite e molte già iniziate, nasce con l’intento di coinvolgere il Consiglio
a prepararsi al prossimo CPP di settembre che ha il
compito di delineare le linee programmatiche del
prossimo anno pastorale. Vengono proposti due
momenti di riflessione: la proiezione video del discorso di Papa Francesco al Convegno ecclesiale di
Firenze del novembre 2015 su “Il nuovo
Umanesimo in Gesù Cristo” e la relazione conclusiva di Mons. Nosiglia , arcivescovo di Torino,
all’Assemblea Diocesana del 10 giugno 2016. In
tutti e due i documenti vengono evidenziate due
parole guida nel cammino di crescita della
Chiesa e di ogni singolo battezzato: l’evangelizzazione e la sinodalità, vale a dire un cammino
condiviso e coordinato. In ognuno degli interventi il documento di riferimento indicato dalla riflessione è la Esortazione Apostolica Evangelii
Gaudium di Papa Francesco.
I temi dunque del prossimo Consiglio
Pastorale Parrocchiale si possono riassumere in
comunità (gruppi e parrocchia, corresponsabilità
laicale) e sulla ecclesialità (Unità Pastorale,
Diocesi, Chiesa) in un clima di sinodalità. Si svolgerà il 16 settembre a partire dalle ore 19 per disporre di maggior tempo per il dialogo e il confronto per meglio delineare il cammino del
Consiglio, ma soprattutto il cammino pastorale di
tutta la nostra comunità parrocchiale.
Stefano
Grazie e
Benvenuti!
Il periodo estivo è anche il tempo dell’avvicendarsi di sacerdoti e suore nel servizio pastorale della nostra comunità. Vogliamo dire Grazie a
chi ci lascia per altri servizi e Benvenuti a chi inizia un cammino con noi.
”Non essere invadente per non essere respinto.
Non essere distante per non essere dimenticato”
(Siracide 13,10). L’entrata di Suor Filippina nella
nostra comunità è stata così, è entrata con passo
leggero, senza invadenza ma presente e vicino a
ciascuno di noi. Non è necessario conoscersi anni
per creare rapporti umani duraturi e sinceri e Suor
Filippina lo ha dimostrato, la sua permanenza a
Druento è durata poco meno di un anno ma in
questo lasso di tempo ha instaurato con tutti noi,
giovani, adulti e bambini, un rapporto profondo di
amicizia, stima e collaborazione.
Seneca ha scritto “la legge del dono da amico
ad amico è che l’uno si dimentichi presto di aver
dato, e l’altro si ricordi sempre di aver ricevuto”. E
con il cuore colmo di gratitudine per tutto quello
che da te, Suor Filippina abbiamo ricevuto in
abbondanza che ti abbracciamo e trasformiamo
questo abbraccio in una unica parola scritta...
GRAZIE!
Suor Filippina continuerà la sua vita consacrata come superiora alla Casa Madre di Pinerolo e
diamo il Benvenuto a Suor Franca che proviene
dalla Casa Madre di Pinerolo, per la sua presenza
con Suor Adriana e per un fecondo apostolato tra
noi. Impareremo a conoscerla e a volerle bene
come abbiamo fatto con le altre suore che si sono
avvicendate nella nostra comunità.
Anche il salesiano don Claudio è stato destinato ad altro servizio pastorale e quindi lascia, dopo
tre anni, il suo servizio festivo a san Domenico.
Siamo riconoscenti per aver spezzato ogni domenica il pane della Parola, del Corpo di Cristo e aver
donato la misericordia di Dio nel sacramento della
confessione. Grazie! Ringraziamo anche di cuore la
comunità salesiana di Valdocco che, nonostante la
grande crisi di sacerdoti, destina ancora alla nostra
parrocchia don Guido. Gli diamo il Benvenuto tra
noi perché possiamo fare insieme un altro tratto di
strada sostenuti dalla forza dell’Eucaristia che verrà
ogni domenica a celebrare.
Amoris Laetitia
Erano davvero molti i cristiani in attesa dell’ultima Esortazione apostolica postsinodale di papa
Francesco.
Diversi, poi, si aspettavano un documento
breve, capace di dire una parola semplice e risolutiva circa la questione che, più di tutte, ha attirato in
questi ultimi anni l’attenzione del mondo mediatico
ed ecclesiale: la situazione dei divorziati riposati.
Ci si è trovati, al contrario, davanti ad un documento papale di insolita lunghezza, preoccupato di
non disperdere tutto il patrimonio che la lunga discussione dei padri sinodali ha consegnato e capace
di non ridurre né la profondità del Vangelo né la
vasta e complessa realtà della famiglia ad una sola
questione.
Ciò non significa che si sia fatta, però, la “politica dello struzzo”. Il documento offre, al contrario,
un criterio preciso con il quale vedere come definitività del Vangelo e complessità (e fragilità) della
concreta vita delle famiglie, lungi dall’essere antitetici, debbano comporsi. Si tratta del criterio del
discernimento, da operare caso per caso, situazione
per situazione, famiglia per famiglia e persona per
persona; e con il quale domandarsi che cosa, in
concreto, si sia chiamati a scegliere e a fare per
seguire realmente il Signore e il suo Vangelo.
Solo una lettura preconcetta può confondere
tale criterio con una visione relativista o, peggio,
lassista. Quasi a voler scongiurare ogni possibile
deriva di questo genere, papa Francesco dice con
estrema e inequivocabile chiarezza: «per evitare
qualsiasi interpretazione deviata, ricordo che in
nessun modo la Chiesa deve rinunciare a proporre
l’ideale pieno del matrimonio, il progetto di Dio in
tutta la sua grandezza (…). La tiepidezza, qualsiasi
forma di relativismo, o un eccessivo rispetto al
momento di proporlo, sarebbero una mancanza di
fedeltà al Vangelo e anche una mancanza di amore
della Chiesa verso i giovani stessi» (n. 307). E non
vi è dubbio che l’ideale pieno sia quello di un’unione indissolubile e di un amore che non può che
essere per sempre!
L’ideale evangelico, proprio perché tale, non
può essere però né un macigno da gettare sulle persone e di cui non si colga la forza umanizzante, né
qualcosa di totalmente invivibile in alcune concrete situazioni dalle quali, pur con tutta la buona
volontà, ci si trovi impossibilitati ad uscire: salvo a
costo di rinunciare, per altra via, allo stesso ideale
evangelico. Si pensi alla situazione di quanti sono
ormai sposati stabilmente in seconde nozze e con
figli, consapevoli dell’irregolarità della propria
situazione e per i quali, tuttavia, il tornare indietro
significherebbe di fatto cadere in nuove colpe (cfr.
n. 298).
Come si compongono, dunque, la proposta
evangelica e la variegata situazione in cui si trovano a vivere le persone e le famiglie? Solo attraverso
la via del discernimento che induce a chiedersi,
dentro la concreta situazione in cui ci si trova a
vivere e con le forze di cui si dispone, come avvicinarsi il più possibile all’ideale evangelico.
Ciò non significa abdicare alla “legge”, che
dovrà richiamare le “cose generali”. Da essa non ci
si può tuttavia attendere che presenti quale sia il
bene concreto nella varietà delle situazioni in cui le
persone, le coppie e le famiglie vivono (cfr. n. 304).
Per questo è necessario discernere, nella consapevolezza che non c’è situazione in cui non si possa
e debba ricercare e vivere almeno qualcosa dell’ideale evangelico.
Sono molte le conseguenze di una tale prospettiva, sulla quale si dovrà tornare ancora per lungo
tempo a meditare. Mi pare importante attirare l’attenzione su un punto in particolare. Tra i soggetti
che debbono intervenire in un tale discernimento
sono segnalati i pastori. Ora, se non si vuole cadere
in una smentita in atto del criterio offerto
dall’Esortazione di Francesco a livello di Chiese
locali, non si può non riconoscere che i pastori che
si trovano più immediatamente coinvolti nel discernimento siano i preti. Sono essi ad accostare normalmente le famiglie, a conoscerne la storia, a
sapere quali possano essere stati i motivi che hanno
determinato una data situazione, ecc. Spetterà, dunque, a loro affiancare una coppia o la singola persona per ascoltare, consigliare, sostenere, offrire
elementi utili al discernimento...
Una tale affermazione implica, però, che i preti
avvertano di non svolgere il ministero da isolati o
“battitori liberi”. Non è chi non veda, infatti, che
non soltanto le situazioni familiari, ma anche i preti
sono diversi; e non è chi non sappia che, troppo
spesso, i criteri di giudizio da essi offerti possono
risultare addirittura antitetici, al punto da confondere o dare l’impressione di soggettivismo. Un compito come quello consegnato dall’Esortazione postsinodale richiede che si torni, in ogni Chiesa locale,
a prendere consapevolezza che il ministero del
prete esiste dentro un presbiterio. L’attenzione
ecclesiale autentica alle singole situazioni richiederà sempre più che i preti, sotto la guida del vescovo, sentano di far parte di un soggetto collettivo; che
si confrontino; che ricerchino insieme quel Vangelo
che, di volta in volta, va annunciato alle famiglie e
alle persone in un modo tale che sia per essi reale e
vivibile. Il che, evidentemente, coinvolge ad altro
livello, i vescovi stessi. Anche ad essi spetta di
avvertire una responsabilità da condividere con
quanti presiedono altre Chiese.
Forse il compito che il papa consegna alla
Chiesa rende ancora più evidente e urgente, ai
diversi livelli della vita ecclesiale, non solo la necessità di una riflessione ma, ancor più, di una “pratica
sinodale”.
Don Roberto
Incontro e benedizione
delle famiglie
È una bella tradizione quella del parroco di
incontrare e visitare le famiglie nel periodo dopo
la Pasqua. Ho iniziato ad aprile la visita alle famiglie residenti in una zona della nostra parrocchia
per quattro pomeriggi alla settimana fino alla metà
di giugno. È stata un’occasione importante e preziosa per conoscere persone e famiglie, per un
incontro personale con ciascuno, condividendo da
vicino gioie, fatiche, difficoltà e sofferenze, la
trama quotidiana della vita di ognuno.
Nell’incontro, oltre ad una conoscenza personale,
si rende anche presente il Signore come compagno
di viaggio che si manifesta Via, Verità e Vita con
l’augurio di lasciarci illuminare, guidare e aiutare
dalla Parola di vita e di salvezza di Gesù, espressa
nella benedizione. Voglio esprimere un affettuoso,
cordiale e sincero GRAZIE a tutti e a ciascuno.
Grazie a chi ha espresso particolare gioia e
apprezzamento per questa iniziativa e ha partecipato vivendo con fede questo breve momento di
preghiera;
Grazie a chi ha riorganizzato il proprio pomeriggio
pur di essere presente alla benedizione;
Grazie a chi garbatamente e coerentemente con le
proprie scelte ha deciso di non aderire;
Grazie a chi, pur essendo di religione diversa mi
ha accolto con rispetto, con cordialità;
Grazie a chi ha voluto lasciare un’offerta libera per
le tante necessità della parrocchia.
Il prossimo anno dopo Pasqua, a Dio piacendo,
continuerò la visita e benedizione ad un’altra zona
della parrocchia.
dD
3
L’ “impronta” dell’estate
Prima di voltare pagina e dare inizio ad un nuovo anno pastorale vogliamo ancora soffermarci un attimo sull’estate e ringraziare il Signore e tutte le persone che si so
zione educativa dell’Oratorio ha investito tempo, energie e risorse. Grazie a chi da casa ci ha accompagnati con la preghiera personale per il buon esito delle iniziative e
ti al mondo per “vegetare”, per passarcela comodamente, per fare della vita un divano che ci addormenti; al contrario, siamo venuti per un’altra cosa, per lasciare un’
paghiamo è molto ma molto caro: perdiamo la libertà... C’è una grande paralisi, quando cominciamo a pensare che felicità è sinonimo di comodità, che essere felice è
“oltre”. Gesù non è il Signore del confort, della sicurezza e della comodità. Per seguire Gesù, bisogna avere una dose di coraggio, bisogna decidersi a cambiare il divano
aspetta te. Dio viene a rompere le nostre chiusure, viene ad aprire le porte delle nostre vite, delle nostre visioni, dei nostri sguardi. Dio viene ad aprire tutto ciò che ti c
sfida... Questo tempo accetta solo giocatori titolari in campo, non c’è posto per riserve. Il mondo di oggi vi chiede di essere protagonisti della storia perché la vita è bel
pronta che segni la storia, che segni la tua storia e la storia di tanti.” Speriamo di essere stati capaci di lasciare questa impronta ne cuore dei ragazzi e giovani.
Vacanze Insieme 2016
die a
Messa Campo delle Me
Camp
(Val Susa)
au Beaulard
te
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a
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Campo Scou
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Campo triennio superi
ori Sorgenti del Maira
e nel cuore dei ragazzi!
ono messe in gioco affinché le proposte parrocchiali per ragazzi, giovani e adulti potessero concretizzarsi nel miglior modo possibile. Un GRAZIE a chi credendo nell’aestive... pronti per iniziare un nuovo cammino, lasciando a tutti le parole di Papa Francesco ai giovani alla Veglia della GMG di Cracovia: “Cari giovani, non siamo venu’IMPRONTA. È molto triste passare nella vita senza lasciare un’impronta. Ma quando scegliamo la comodità, confondendo felicità con consumare, allora il prezzo che
camminare nella vita addormentato o narcotizzato, che l’unico modo di essere felice è stare come intontito. Amici, Gesù è il Signore del rischio, è il Signore del sempre
o con un paio di scarpe che ti aiutino a camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate... Dio aspetta qualcosa da te. Avete capito? Dio vuole qualcosa da te, Dio
chiude. Ti sta invitando a sognare, vuole farti vedere che il mondo con te può essere diverso. È così: se tu non ci metti il meglio di te, il mondo non sarà diverso. È una
lla sempre che vogliamo viverla, sempre che vogliamo lasciare un’impronta. Per questo, amici, oggi Gesù ti invita, ti chiama a lasciare la tua impronta nella vita, un’im-
Campo biennio superi
ori a Frono Alpi Graie
a Forno Alpi Graie
po Scout Reparto a Nie
lla Belbo (Langhe)
Ligure
itari a Santa Margherita
Campo Giovani/Univers
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Campo/Route Scout Cla
Pellegrinaggio Parrocchi
ale ad Augusta (Germani
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5
Le parole della Spiritualità. Crescere di don Paolo
Crescere ha il medesimo etimo di creare.
Noi non siamo stati creati una volta per tutte,
siamo in continua creazione. In crescita appunto.
Per questo che per vivere veramente occorre
rinascere continuamente, come dice Gesù a
Nicodemo nel Vangelo di Giovanni. Chi pensa
di essere già arrivato, è di fatto un morto.
Crescere ha assonanza col temine ascendere.
La vita è un lento esercizio di ascesi. Si è
chiamati a vivere come fa l’asceta. Bella parola
derivante da askètes: colui che fa esercizi, che si
esercita. Si cresce, si ascende verso il compimento di sé, esercitandosi a vivere, ma solo in un
determinato modo. Perché non tutti i modi di
vivere fanno vivere. C’è una modalità che compie, trasforma, trasfigura, altre che sfigurano.
Solo il modo dell’amore feconda e porta a
compimento. Ogni altra fa regredire, fa implodere. È fallimento. «Noi non discendiamo dagli
animali, ma ascendiamo dagli animali» (A.
Fogazzaro). Crescere è passare dall’animalità
all’umanità. Non si nasce uomini, lo si diventa,
crescendo in umanità. Chi tradisce l’umano,
rimane bestiale.
Siamo venuti alla luce come semi; la vita che
ci è stata donata, è il tempo, sufficiente e necessario perché si possa sbocciare.
Ma il seme – come per un misterioso paradosso - per poter deflagrare in tutta la sua potenzialità, necessita di essere posto in un solco, che
in latino chiamasi lira, e lì morire. Una vita che
rinuncia a seguire questa logica naturale, di
immergersi nel solco buio e umido della terra, è
una vita de-lirante, cioè giocata fuori dal solco,
e dunque folle, sterile, infeconda. Ciò che non
muore nell’amore, non potrà mai conoscere vita.
Lo ebbe a dire già Gesù di Nazaret: Il chicco di
grano se non muore rimane solo senza portare
frutto (cfr. Gv 14, 24). E noi sappiamo, per esperienza, che l’amore riporta la vittoria solo laddove viene sconfitto.
Crescere è costruire se stessi, come una
splendida opera d’arte, un costruire la propria
statua. La statua si dà per sottrazione, non per
addizione: più marmo viene asportato più emerge il capolavoro. Per cui crescere è in realtà un
diminuire, rinunciare al proprio ego, perché il
vero Sé possa finalmente affermarsi.
Cristo continua ad essere lì a ricordarci che
crescere nell’amore è l’unico modo per vivere
davvero. Se non si cresce in umanità, si vivrà
come fantasmi in questa nostra storia, e di fatto
impossibilitati d’oltrepassare il limite estremo
della nostra vita, ossia la nostra morte.
CATECHISTA: PRESENZA NON SCONTATA
Il mese di settembre segna la ripresa di tutte le
attività parrocchiali e riprendono i catechismi. Le
famiglie che iscrivono i propri figli al cammino di
fede, danno per scontato che ci siano sempre i
catechisti. Non è così! È sempre più difficile trovare adulti disponibili e soprattutto motivati nello
svolgere questo prezioso servizio pastorale. Essere
catechista è una vocazione che coinvolge la propria vita: adulti che nella Chiesa donano il loro
tempo ad insegnare e testimoniare la fede ai bambini e ragazzi, che percorrono necessariamente un
cammino di formazione spirituale, religioso, metodologico e didattico, ma soprattutto ad essere catechista con la propria testimonianza di vita. Papa
Francesco richiamava: “Essere catechista significa
dare testimonianza della propria fede, essere
coerente nella propria vita. E questo non è facile...
le parole vengono, ma prima la testimonianza.
Essere catechisti chiede amore, sempre più forte a
Cristo e amore al suo popolo santo”. Allora in questo mese affidiamo al Signore i catechisti, perché
susciti il desiderio nel cuore di tanti adulti/genitori
di impegnarsi nel seguire e annunciare nella catechesi alle giovani generazioni, Gesù Buon Pastore
e Maestro buono e condurre a Lui i nostri ragazzi.
Grazie di cuore a chi con impegno e fedeltà svolge questo servizio nella nostra parrocchia. La fatica c’è, ma lavorare per il Signore riempie il cuore
di gioia ed aiuta a crescere nella fede personale.
Dopo l’incontro con i genitori di tutti i gruppi e l’iscrizione
IL CATECHISMO INIZIERÀ DOMENICA 16 OTTOBRE con la S. MESSA
ore 11,15 celebrata all’ “Isola che c’è” con il Mandato dei catechisti/animatori
e la BENEDIZIONE DEGLI ZAINI della Scuola
per tutti i ragazzi delle ELEMENTARI e MEDIE.
I ragazzi portino il loro zainetto scolastico!
Nella settimana seguente inizieranno i vari incontri secondo gli orari stabiliti.
Dalla Commissione
Carità Parrocchiale
San Vincenzo: in queste poche righe volevamo
semplicemente rendere noto a tutti la nostra necessità di trovare nuovi volontari per poter continuare
a garantire il servizio che attualmente forniamo a
chi ce lo richiede.
In questo ultimo periodo, infatti, c’è stata una
preoccupante riduzione di volontari che, per vari e
giustificati motivi, hanno dovuto purtroppo rinunciare alla loro partecipazione. Di conseguenza la
nostra operatività è diventata, naturalmente, più difficoltosa; da questa realtà nasce la nostra richiesta di
disponibilità da parte di persone di buona volontà
per ovviare a questa situazione. Cogliamo l’occasione per augurarvi una buona festa patronale e
della nostra Madonna del rosario.
Le Consorelle ed i Confratelli della Conferenza
Centro d’Ascolto: Al mare ho incontrato due
anziane sorelle, vecchie amiche di mia madre,
entrambe nubili. Una delle prime cose che mi
hanno raccontato è stata la decisione di lasciare la
loro casa e la loro discreta collezione di quadri (una
delle sorelle è pittrice) ad una Associazione che si
occupa di bambini, e della quale condividono gli
obiettivi e i metodi. Erano così contente nel raccontarmi questa decisione! “Sai, dicevano, alla nostra
morte non ci saranno squallide controversie sull’eredità da parte dei nostri parenti con i quali siamo
poco in contatto, ma un aiuto di un certo valore a
chi sappiamo veramente bisognoso!”
Proporre di imitare le due sorelle forse è cosa
indelicata, tuttavia mi sembra utile far conoscere
questa possibilità che oltre a fare del bene dà gioia
a chi pensa di dare ai suoi beni un valore di carità.
Sono tantissime le Associazioni ONLUS che
accettano lasciti di beni mobili ed immobili, dando
tutte le informazioni su come effettuarle.
Buona Festa Patronale anche da parte nostra e
ancora tanti ringraziamenti per coloro che, in qualsiasi modo, ci sostengono!
una volontaria del Centro d’Ascolto
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“Il Commercio Equo-Solidale non è beneficenza, ma
una scelta di consumo quotidiano: buona per i produttori, buona per i consumatori e buona per l’ambiente.”
Il Gruppo EQUISTANDO CAMBILMONDO vende i prodotti del Commercio Equo-Solidale al di fuori delle Chiese con
i consueti banchetti. Le prossime date in cui ci potete trovarci sono:
23 ottobre – 20 novembre – 18 dicembre
Grazie a tutti Voi!!!
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SimonaGigi, VivianaFrancesco, ChiaraDaniele, SimonaFabrizio
Ricordare per non dimenticare
In questi ultimi mesi siamo stati chiamati come
comunità a salutare e affidare alla misericordia di
Dio alcuni uomini e donne consacrati al Signore
che hanno segnato il cammino della nostra parrocchia o da essa sono partiti per missioni lontane.
don FRANCESCO CAVALLO
parroco di Druento (1968-1988)
don Francesco alla festa di san Domenico nel 2013
Il 25 marzo 2016, Annunciazione del Signore e
giorno della sepoltura di Gesù, don Francesco
Cavallo ha consegnato il suo spirito nelle mani del
Padre. A nome di tutta la nostra parrocchia druentina, vogliamo dedicare queste poche righe al nostro
pastore che ci ha guidati per un ventennio. Come
non ricordare con simpatia e affetto questo anziano
sacerdote, anzi questo pastore e amico che nel
1953 con altri diciassette compagni seminaristi salivano all’altare per essere ordinati sacerdoti.
Pensiamo che nella mente e nel cuore di moltissime
persone, non solo druentine, sia impressa l’immagine di questo “uomo” di Dio. Crediamo di poter
affermare almeno per la nostra esperienza, che non
si sia mai stancato né lamentato di dedicarsi al
“gregge” che man mano gli veniva affidato dal
Signore nelle varie parrocchie (bisogna sempre
guardare avanti... diceva). Il dono di Don Francesco
sembrava (consentiteci il termine) quello della profezia: respirava a pieni polmoni la nuova primavera
della Chiesa. Come non ricordarlo all’inizio del suo
mandato qui in Druento: lo stimolo, per allora noi
giovani, ad entrare a lavorare nella Vigna... nacque
in quegli anni il gruppo Scout, il gruppo giovanile,
la spinta a rinvigorire il nuovo oratorio... le interessanti e proficue discussioni dopo la chiusura del
Concilio Vaticano II e il ruolo affascinante che
Prossimamente…
(Le date sono sicure, alcune un po’ meno…
e sempre se Dio vuole!)
• Martedì 1°novembre Tutti i Santi:
Ss. Messe festive e alle ore 15 al Cimitero
• Mercoledì 2 novembre Defunti:
Ss. Messe ore 10,30 e 15 al Cimitero
• Domenica 20 novembre:
ore 16 Celebrazione Cresime
• Gruppi di Ascolto nelle Case:
Venerdì 25 novembre – venerdì 2
e 9 dicembre ore 20,45
• Martedì 8 dicembre: A Roma apertura Porta
Santa del Giubileo della Misericordia
• Venerdì 16 dicembre:
ore 17 e 18 Inizio della Novena di Natale
Gli altri appuntamenti comunitari
li potete trovare sul calendario parrocchiale.
avrebbero ricoperto i laici nella Chiesa. Discussioni
non solo sul magistero, ma anche di politica.
Ricordiamo gli incontri serali con don Ermis Segatti,
con don Jozef Rajçak, con don Marco Arnolfo...
Crediamo di essere stati tra le prime comunità ad
aver avuto sotto lo stimolo dell’allora cardinal
Pellegrino, i primi Ministri Straordinari della
Comunione, l’apertura al Diaconato Permanente, e
ai gruppi di adulti nati successivamente: furono
anni benedetti e fecondi di speciali consacrazioni
religiose e sacerdotali. Ma il dono più spiccato di
don Francesco oltre alla sua umiltà (a volte ci chiedeva di come era andata l’omelia... se aveva detto
delle eresie... sapeva mettersi in discussione) ci è
parso essere quello della relazione, il rapporto
umano: nessuno per lui qui in Druento gli era estraneo. Fino all’ultimo quando ormai era in... diciamo
“pensione” ha mantenuto vivo il ricordo delle persone, delle famiglie e le loro situazioni: soprattutto
di quelli emigrati qui al nord. Ancora di recente in
qualche occasione nel nostro paese, chi lo rincontrava, o lo incontrava non rimaneva indifferente alla
sua empatia e famigliarità. Li guardava, li ascoltava
e gli stringeva la mano delicatamente come se
dicesse ad un vecchio amico ritrovato “Ciao! Come
stai?” Ancora si potrebbe scrivere, ma terminiamo
qui... augurando a tutti di cuore di poter incontrare
sempre Uomini di Dio innamorati di Cristo e della
sua Chiesa. Siamo grati e riconoscenti come
Comunità al Signore di aver ricevuto questo dono.
Un pensiero e un caro ricordo a tutta la sua famiglia. Grazie e ciao don Francesco!
Vito V.
GRAZIE, GIUSEPPINA
rocchia, al cammino delle consorelle più in difficoltà ed alle giovani. Lascia un grande esempio di
presenza cristiana nascosta, silenziosa ma significativa di dedizione al prossimo e di amore al Signore
nella vita di preghiera.
IN MEMORIA di
suor FRANCA LIDIA COChIS
Vittoria nasce a Druento il 22 giugno 1939. A
soli 17 anni, il 5 novembre 1956, entra nell’Istituto
delle Suore Missionarie della Consolata con il
nome di Suor Franca Lidia. Dal 1962 al 1965 è in
Inghilterra a Ware e a Kendal. Il suo desiderio di
essere missionaria si realizza all’inizio del 1969
quando parte per la missione, destinazione
Tanzania, dove metterà a frutto la sua preparazione, nei vari dispensari delle missioni in cui sono
presenti le missionarie della Consolata. È la lingua
del popolo che lei ha amato, servito e curato per
tanti anni in Tanzania ed è segno della sua profonda inculturazione con la gente, per la quale si
era donata fino in fondo e che, fino ad oggi, si
ricorda del bene che lei ha fatto. Un lungo cammino missionario la cui ultima tappa sarà la comunità di Venaria dove arriva a gennaio del 2014 e
muore il 25 giugno 2016. La ricordiamo al
Signore, grati per tutto il bene che questa “druentina” ha fatto e seminato nelle missioni.
Proposte formative parrocchiali
2016/2017
Ottobre 2016
All’età di 80 anni, l’11 Aprile, è andata incontro
al Signore Cancian Giuseppina. Nata a Zenson di
Piave il 24/08/1935 si è consacrata definitivamente
al Signore il 7/08/1973 nella famiglia paolina
nell’Istituto Maria Santissima Annunziata. È stata
iscritta all’Azione Cattolica e ne ha percorso tutte le
tappe. Si dimostrava contenta di essere
Annunziatina, era una sorella positiva e collaborativa nella vita di gruppo, pronta a sostenere ed incoraggiare le varie iniziative. Al tempo di don Cavallo
aveva dato inizio a Vacanze Insieme all’Oratorio e
alle varie attività per i giovani con i Campi a
Chiomonte. Nel periodo della pensione ha potuto
dedicarsi con più impegno alla parrocchia seguendo i gruppi di ascolto, il rosario ed occupandosi del
decoro della chiesa e della vita comunitaria parrocchiale. Aveva una particolare delicatezza per la preparazione della biancheria e dei fiori, in cui dimostrava il suo amore perché il Signore fosse trattato
con i dovuto decoro. Ha vissuto con fede e accettazione il breve e improvviso periodo di malattia e ha
sempre continuato ad interessarsi alla vita della par-
Incontri nel GIUBILEO della Misericordia
LA VITA MORALE
Misericordia e stile di vita
per tutta la COMUNITÀ
(giovani, adulti, genitori, catechisti…)
desiderosi di approfondire questo tema nell’Anno Santo
nel Salone dell’Oratorio alle ore 20,45
MERCOLEDÌ 12 ottobre
“L’agire morale cristiano”
relatore: Clara Di Mezza,
docente di morale alla Facoltà Teologica – Torino
MERCOLEDÌ 19 ottobre
“Il primato della coscienza morale”
relatore: don Giuseppe Zeppegno,
docente di morale alla Facoltà Teologica – Torino
MERCOLEDÌ 26 ottobre
“Libertà umana, peccato e conversione”
relatore: suor Carla Corbella,
docente di morale alla Facoltà Teologica – Torino
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>> anagrafe parrocchiale
Dal 1 marzo al 31 agosto 2016
Con il Battesimo sono entrati nella nostra
comunità:
02 Damiani Arianna – 03 Nardulli Aurora – 04
Natalicchio Samuele – 05 Patafi Gabriele
Filippo – 06 Secci Gaia – 07 Bonaldo Gianluca
– 08 Caserta Mattia 09 – Cucinotta Antonino
Federico – 10 Guadagno Samuele – 11
Legrottaglie Andrea – 12 Andrei Gabriel – 13
Aiosa Samuele – 14 Cacciato Nicole – 15 De
Virgilio Leon – 16 Dino Arianna – 17 Muller
William 18 Portelli Federico – 19 Dipasquale
Azzurra 20- Labruzzo Chloe Maria – 21 Cietto
Gabriele – 22 Schillaci Liam – 23 Vendola
Diego – 24 Tornesello Mattia
Con il Sacramento del matrimonio hanno
formato una comunità:
01 Iannazzo Alex e Bresino Elisa – 02 Coca
Costel Cezar e Benchea Rozica – 03 Bruzzone
Gabriele e Magnaguagno Noemi – 04 Torretta
Stefano e Andreotti Sara – 05 Bellu Matteo e
Pioli Gloria – 06 Limisani Marcello e Petracca
Marta – 07 Passalacqua Fabio e Alacqua
Stefania – 08 Cufari Giuseppe e Concu Noemi
– 09 Tornesello Christian e Negro Stefania
Riposano nella pace del Signore:
11 Fazio Antonina in Marangon (66) – 12 Startari
Luigi (67) – 13 Braida Fiorina ved. Mussino (86)
– 14 Granzotto Maria Luigia ved. Scarpa (97) –
15 Di Novo Maria ved. Terranova (81) – 16
Suppo Giuseppe (80) – 17 Lombardo Giuseppe
(68) – 18 Barella Marco (46) – 19 Gatti Silvano
(85) – 20 Cancian Giuseppina Maria (80) – 21
Bonaglia Maria Gabrielle in Genero (73) – 22
Liuzzi Rosa ved. Melle (90) – 23 Cuniglio Pietro
(63) – 24 Re Pietro (87) – 25 Governali Leoluca
(58) – 26 Franco Giuseppe (89) – 27 Ledda
Gemma ved. Abrardi (89) – 28 Dosio Angela
ved. Calandra (89) – 29 Ferrero Carla ved.
Pelissetti (90) – 30 Sessa Pietra ved. Fanseca (78)
– 31 Coppola Antonio (97) – 32 Dragna Maria
Giuseppa in Perricone (86) – 33 Cannarsa
Giuseppe (68) – 34 Pellegrino Alfonso (88) – 35
Ruggeri Vanda ved. Balma (91) – 36 Calamai
Franco (80) – 37 Casano Benito (77) – 38 Bruno
Calogero (65) – 39 Bedino Augusto (76) 40
Scarafia Valentino (90) – 41 Fassio Bongiovanni
Giovanni (76) – 42 Bonora Marco (Walter) (57) 43 La Rocca Luigi (81) – 44 Serrao Tommaso
ved. Punzone (71) – 45 Gallotto Metilde ved.
Marletti (90) – 46 Soncin Alfio (83) – 47 Pioli
Rosetta ved. Morello (86) – 48 Cicero Carmelo
(80) – 49 Garzena Giuseppe (90) – 50 Ferrero
Ilario (86) – 51 Albrile Teresio (87) – 52 Forvilla
Domenica in Piedinovi (82) – 53 Leto Isidoro
(87)
FESTA PATRONALE 2016
“Beata Vergine del Rosario”
PREPARAZIONE alla FESTA
da lunedì 26 settembre a sabato 1 ottobre
Chiesa Ss. Trinità
ogni sera ore 17,30 S. ROSARIO
e ore 18 S. MESSA
presieduta da diversi sacerdoti
nel ministero delle Opere di Misericordia
CONFESSIONI
Mercoledì 28 settembre ore 9,00 – 10, 30
e ogni sera ore 17 - 18 don Dante
Sabato 1 ottobre ore 10 – 11,30 Sacerdote passionista
Domenica 2 ottobre
FESTA della BEATA VERGINE del ROSARIO
Orario Ss. Messe: ore 8,30 Ss. Trinità – ore 9,30
a san Domenico – ore 18 a San Michele
ore 10,30 S. MESSA SOLENNE in san Michele
presieduta da Mons. Marino Basso,
parroco di Pecetto e Missionario
della Misericordia in questo anno santo;
segue la PROCESSIONE
con la statua della Madonna del Rosario.
Partecipa la Banda Musicale
(chiesa San Michele, via al Castello, C.so Brero,
via don Cocchi, via Casale, via Roma per poi
raggiungere la Chiesa della Ss. Trinità)
Si invita ad addobbare il percorso
si concluderà la celebrazione alla Ss.Trinità
con la SUPPLICA alla Madonna.
Sono invitate le Autorità Civili, i Gruppi,
le Associazioni presenti sul territorio,
per vivere un momento di preghiera
e di festa comunitaria nel ricordo
della Vergine del Rosario.
ore 15,30: Benedizione e consacrazione alla
Madonna dei bambini 0 – 5 anni
e Benedizione delle mamme
in attesa di un bimbo.
Sono invitati i bambini battezzati nell’anno
con invito particolare alle Scuole dell’Infanzia
e a tutti i bambini e ragazzi.
Lunedì 3 ottobre
ore 8,30 S. Messa
in suffragio di tutti i parrocchiani defunti
alla chiesa S. Maria della Stella al Cimitero
_________________________________________
MOSTRA
sulle Opere di Misericordia alla Ss. Trinità
BANCO di BENEFICENZA
allestito dai giovani dell’Oratorio
a favore delle opere parrocchiali
8
“ARCOBALENO”
Supplemento a “Il giornale della comunità”
Reg. Trib. To n. 279 del’8.3.1978
Dir. resp. Marco Bonatti
via al Castello 6 – 10040 DRUENTO
tel. 011 984 67 20
e-mail: [email protected]
sito Parrocchia: www.parrocchiadruento.it
Copia distributia gratuitamente.
Sono gradite collaborazioni ed offerte.
INFORMAZIONI PASTORALI
ORARIO Ss. MESSE
Feriale
Ss. Trinità: lunedì e giovedì ore 18,30
martedì, mercoledì e venerdì ore 8,30
sabato e vigilie: ore 18,00
Festivo
Ss. Trinità: ore 8,30 e 18,00
S. Domenico: ore 10,00
S. Michele: ore 11,15
La Ss. Trinità rimane aperta dalle ore 7,45 alle 19
CONFESSIONI
Il parroco si rende disponibile per questo ministero:
• tutti i mercoledì: alla Ss. Trinità
dalle ore 9,00 alle 10,30
• nei giorni festivi durante la Messa quando non
celebra
• nei giorni feriali su richiesta dopo la Messa
• in qualunque momento su richiesta
UFFICIO PARROCChIALE
per Ss.Messe, certificati, pratiche, colloqui...
dal lunedì al venerdì:
ore 9.15 - 12 e ore 15 - 17
al sabato ore 9.15 - 12
il Parroco è presente in Ufficio:
mercoledì - giovedì - venerdì ore 19 - 19,30
sabato ore 11 – 12 (celebrazioni permettendo)
Per Battesimi, Matrimoni, Sacramenti, nulla
osta… contattare o presentarsi dal Parroco in
questi giorni e orari.
Nei giorni festivi e altri orari l’Ufficio è ChIUSO.
Si prega di rispettare l’orario!
N.B. Chi desidera avere un colloquio con il parroco
può farlo sempre, previo appuntamento, sapendo di
fare cosa gradita.
IL SACRAMENTO del BATTESIMO:
- la seconda domenica di ogni mese, secondo il calendario prefissato, alle ore 10 o 16 alla Ss. Trinità.
- l’ultima domenica del mese, un battesimo durante la
Messa delle ore 10,00 (Filatoio) - 11,15 (S. Michele) 18,00 (Ss. Trinità)
I genitori che desiderano far battezzare il figlio/a
si presentino in Ufficio Parrocchiale alla sera dal parroco: mercoledì, giovedì, venerdì ore 19 - 19,30 o
sabato ore 11 – 12 e nel primo incontro-colloquio
con il Parroco scelgono la data della Celebrazione e
il cammino di preparazione con la partecipazione
alle due sere del corso.
MATRIMONI
I fidanzati che intendono sposarsi in chiesa,
sono invitati a presentarsi in Ufficio Parrocchiale
almeno sei mesi prima per un colloquio con il
parroco, concordare la data, gli incontri di preparazione e preparare i documenti necessari. Si
ricorda che i Matrimoni si celebrano a San
Michele solo: Sabato mattino ore 11 o pomeriggio
ore 16. Ci si può sposare nella parrocchia dello
sposo, della sposa o dove si và ad abitare.
Seguendo le norme diocesane e dell’Unità
Pastorale non si accolgono sposi che non rientrino in una di queste tre opzioni. Non vengono
celebrati in Quaresima e per sposarsi in chiesa,
oltre al corso per fidanzati è bene aver ricevuto il
Sacramento della Cresima.
Redazione: Chiara Cozzolongo, Lorena Donadonibus, Bianca Fucci, don Dante Ginestrone, Antonio Petrucci, Rosario Sardisco, Carlo Solej, Bruno Spampinato, Silvia Varetto
Progetto grafico e impaginazione: Daniela Alberti – Stampa: Tipografia commerciale s.r.l. – Venaria Reale – tel. 011 455 38 88