Arcobaleno n. 38 – festa patronale 2016
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Arcobaleno n. 38 – festa patronale 2016
PERIODICO DELLA PARROCChIA SANTA MARIA DELLA STELLA – DRUENTO – ANNO Maria, Madre di Misericordia Carissimi, la festa patronale della Madonna del Rosario nell’Anno Santo della Misericordia ci invita a guardare a Maria, come la Madre del Giubileo. Ci ricorda Papa Francesco che: “In una delle preghiere più care al popolo cristiano, la Salve Regina, chiamiamo Maria “madre di misericordia”. Lei ha sperimentato la misericordia divina, ed ha accolto nel suo seno la fonte stessa di questa misericordia: Gesù Cristo. Lei, che ha sempre vissuto intimamente unita a suo Figlio, sa meglio di chiunque altro ciò che Egli vuole: che tutti gli uomini si salvino, che a nessuno venga mai a mancare la tenerezza e la consolazione di Dio. Che Maria, Madre di Misericordia, ci aiuti a comprendere quanto Dio ci ama”. Le scene dell’annunciazione e del Magnificat, dove si cita espressamente la “misericordia”, come pure quelle delle nozze di Cana e di Maria ai piedi della croce, offrono un piccolo compendio di come la misericordia divina fosse presente e operante in Maria. Questa riflessione può illuminare e rendere chiaro il senso delle opere di misericordia che ci vengono sollecitate, con particolare forza, durante questo anno di Giubileo. La Salve Regina esprime valori religiosi perenni: – la coscienza del bisogno di misericordia; la consapevolezza di essere in terra di esilio; il vivere in un mondo quale luogo di edificazione del Regno; il desiderio di contemplare il volto di Cristo; il ricorso fiducioso alla Madre della Misericordia, cui Dio ha affidato una particolare missione di grazia e di intercessione in favore del suo popolo. Per tali valori la Salve Regina è stata ed è amata da generazioni di fedeli. È preghiera autentica, da riscoprire sulle labbra di quelli del nostro tempo. Il popolo cristiano invoca la Madre della Misericordia perché riconosce in lei la misericordia del Padre in forma materna, fatta cioè di tenerezza, gratuità, generosità, accoglienza. Pensiamo ad esempio agli ex-voto N. D. de La Salette e alle tavolette votive appese sui muri dei santuari: attestano che Maria mostra la sua misericordia aiutando nei pericoli, ottenendo guarigioni e grazie. Il titolo «Madre della Misericordia» – presente nella Salve Regina – giustamente la celebra. Anzitutto perché è la Madre di Colui che è Misericordia, Cristo. Inoltre, perché tale titolo ci ricorda che Gesù al Calvario ha offerto alla Chiesa una madre: «Ecco tua Madre» (Gv 19 25), quale guida e conforto ai figli pellegrinanti sulla terra. Il rivolgersi fiducioso alla Madre della Misericordia non è solo per il popolo devoto richiesta di intercessione per i peccati, ma soprattutto implorazione del suo aiuto a divenire misericordiosi. Sollecitati da Papa Francesco, ci poniamoci allora una semplice domanda: cosa significa per noi essere misericordiosi? Letteralmente vuol dire avere un cuore sensibile alle miserie altrui, essere pronti a soccorrere. Significa accorgersi dell’altro invece di «girare alla larga», essere sensibile alle sue necessità, aiutarlo concretamente, im-pegnando i propri mezzi, il tempo, le forze e la stessa vita. Consapevoli che nel cammino cristiano siamo soggetti a cadute ed errori, imploriamo aiuto da colei che – come nessun altro – ha sperimentato la misericordia di Dio: si è sentita guardata con amore e amata da lui, proclamando nel Magnificat che la sua misericordia si «estende di generazione in generazione» (Lc 1, 50). Pertanto, nel pregare/cantare alla Madre della Misericordia attraverso la Salve Regina possiamo ogni giorno impegnarci a seguire Cristo, la via che la Madre di Dio ci insegna a percorrere: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2, 5). Come? Deponendo sentimenti d’ira e propositi di vendetta verso chi ci affligge, riprendendo dialoghi interrotti, vincendo il male con il bene, l’odio con l’amore, opponendo all’indifferenza l’amore, all’offesa il perdono, all’ingratitudine la riconoscenza. Che sia davvero così l’insegnamento dell’ Anno della Misericordia! “che la dolcezza dello sguardo di Maria, Madre della Misericordia, ci accompagni affinché possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio”. don Dante, parroco XXIII, N. 38 – FESTA PATRONALE 2016 Madre Teresa è Santa Domenica 4 settembre, Papa Francesco ha canonizzato Madre Teresa di Calcutta: “In un epoca di dilagante egoismo, Madre Teresa è stata un’instancabile contestatrice dell’egoismo e ha contestato con l’esempio della vita, che è ben più difficile del contestare con le parole. Madre Teresa ha avuto il coraggio di difendere la famiglia e ha gridato senza paura che ogni aggressione alla famiglia è un’aggressione alla pace nel mondo, perché la pace del mondo si costruisce nelle famiglie. Madre Teresa ha difeso la vita umana dal concepimento fino all’ultimo respiro del moribondo…” (Card. Angelo Comastri) L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico NON IMPORTA, AMALO Se fai il Bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici NON IMPORTA, FA’ IL BENE Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici NON IMPORTA, REALIZZALI Il Bene che fai verrà domani dimenticato NON IMPORTA, FA’ IL BENE L’Onestà e la Sincerità ti rendono vulnerabile NON IMPORTA, SII FRANCO ED ONESTO Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo NON IMPORTA, COSTRUISCI Se aiuti la gente, se ne risentirà NON IMPORTA, AIUTALA Dà al mondo il meglio di te e ti prenderanno a calci NON IMPORTA, DA’ IL MEGLIO DI TE. Assemblea Diocesana Giugno 2016: le linee diocesane per il prossimo anno pastorale L’arcivescovo Nosiglia durante l’Assemblea Diocesana, a giugno, ha presentato le sfide della Chiesa Locale: Missionarietà e Riassetto territoriale, sottolineando l’importanza di orientare tutti gli impegni a rafforzare la Sinodalità. Il termine Sinodalità indica non tanto qualcosa da fare, ma un modo di essere, usando un’espressione sintetica ma chiara: “la Chiesa non fa un Sinodo, ma è Sinodo”. L’arcivescovo ci ricorda l’importanza di essere Chiesa Universale in cammino, nei due aspetti, Chiesa capace di accogliere e valorizzare le diversità e le ricchezze di ciascuno e l’impegno di ogni battezzato (e non solo.. ) a contribuire al dialogo, all’ascolto, alla programmazione e infine all’operare insieme, seguendo la Parola di Dio. Non una Chiesa piramidale gerarchica (in cui decide qualcuno) e non una Chiesa democratica (in cui esistono maggioranze e minoranze) ma una Chiesa Popolo di Dio che abbraccia tutti, guidata dallo Spirito, e impegnata a percorrere la strada indicata da Cristo e iniziata dalle prime comunità degli Apostoli. Una Chiesa che cresce e si fortifica dei tanti e diversi carismi, quello dei sacerdoti e dei religiosi di guidare la Comunità a quello dei laici di testimoniare il Vangelo nella famiglia, nel lavoro e nella società. Ogni carisma è dono e grazia di Dio e va ascoltato, lasciato crescere, coltivato, protetto, formato e messo a disposizione di tutti: questa è la responsabilità che il Popolo di Dio è chiamato a sviluppare ogni giorno e per tutta la vita. Questa è la quotidiana (stra-)ordinaria Sinodalità della Chiesa. Alla luce della Sinodalità, va ripresa anche l’esortazione di Papa Francesco alla Missionarietà del discorso alla Chiesa di Firenze 2015. Riflettere sulla Evangelii Gaudium e meditare su una Chiesa in Uscita che percorre le “cinque vie” (uscire, abitare, annunciare, educare, trasfigurare) per raggiungere i soggetti prioritari della pastorale: la famiglia, i giovani e i poveri. L’Arcivescovo propone di organizzare incontri di riflessione e meditazione comunitaria nelle parrocchie favorendo la partecipazione e i lavori di gruppo (tralasciando le conferenze in cui parla una sola persona). Non si tratta di aggiungere servizi o offerte, ma di creare relazioni, dialogo e incontro, per ribadire l’annuncio del Vangelo, accompagnare sulla via della Fede e raggiungere le periferie attraverso il maggior coinvolgimento dei laici. Il Mondo Giovanile (“frontiera più difficile, ma anche più necessaria”), annuncia, sarà il soggetto principale del prossimo lavoro pastorale biennale (20162018). Altro aspetto da portare avanti, alla luce della Sinodalità, è il Riassetto Diocesano Territoriale. Il cuore del territorio diocesano sono e restano le Parrocchie, e ognuna deve avere un Consiglio Pastorale ed un Consiglio Affari Economici che operano in sinergia e collaborazione, le Parrocchie sono raggruppate in Unità Pastorali, per avere a disposizione un maggior numero di risorse e promuovere la formazione e la coesione popolare. Formazione Comunione e Missione sono i cardini di ogni Unità Pastorale. All’interno di ogni Unità Pastorale è attiva un Equipe Pastorale, una “cabina di regia” che si incontra 4 volte all’anno, formata da religiosi e laici delle diverse parrocchie con il compito di mettere in pratica il programma diocesano adattandolo alle realtà territoriale specifica. In ogni Unità Pastorale operano alcune Commissioni coordinate da un operatore che abbia frequentato il corso SFOP (Servizio Formazione Operatori Pastorali). Le principali Commissioni sono: 1) Catechesi, Liturgia e Missione; 2) Carità e Azione Sociale; 3) Pastorale della Famiglia; 4) Pastorale dei Giovani e della Scolastica). Per ogni ambito delle Commissioni sono state redatte Lettere Pastorali, per precisare obiettivi e contenuti, in modo che tutti i fedeli possano vivere la loro Fede in una stessa Chiesa Universale. La necessità di bilanciare le Unità Pastorali ha portato in questi anni a spostare un buon numero di Parroci e trattandosi di un momento delicato, l’Arcivescovo chiede un’attenzione particolare nella gestione del cambiamento per realizzare un passaggio graduale valorizzando il lavoro svolto in precedenza. In un territorio con molte chiese, cappelle, confraternite, istituti religiosi, ma sempre meno religiosi, lo spostamento dei Parroci e l’accorpamento di alcune Parrocchie sono scelte obbligatorie. I Parroci dovranno seguire Comunità dislocate sul territorio, per questo sarà sempre più cruciale la collaborazione fra religiosi presenti sul territorio e laici. La Scuola Diocesana per Operatori Pastorali è stata pensata con questo obiettivo: gli operatori che frequentano lo SFOP diventeranno risorse preziose da valorizzare e coinvolgere nelle singole parrocchie e nell’unità pastorale. Secondo le dichiarazioni conclusive dell’arcivescovo Nosiglia, in uno scenario di profondo cambiamento, occorre riflettere sul ruolo dei sacerdoti affinché ai compiti tradizionali non si sommino incarichi e incombenze che possono essere affidate ad altri soggetti. Il futuro richiederà un ritorno al ruolo essenziale dei Parroci e il rafforzamento di un’Equipe Permanente che li coadiuvi negli altri incarichi. Il contesto attuale richiede di rivitalizzare l’azione pastorale: potenziare la Pastorale Missionaria per raggiungere le persone nella vita concreta con particolare attenzione alle difficoltà spirituali e sociali. Famiglie Giovani e Poveri, saranno i soggetti da raggiungere, da cercare e incontrare anche fuori dalle strutture più tradizionali. E per farlo, occorre, secondo l’Arcivescovo, nuovo slancio per riflettere e agire insieme, coinvolgendo la maggior numero di risorse presenti, sempre ispirati dalla preghiera in riferimento al Vangelo e sotto la guida della Chiesa Locale. Solo così si potrà realizzare la forza della speranza e ottenere frutti buoni e duraturi. Lorena Dal Consiglio Pastorale Parrocchiale 2 Dall’ultimo resoconto su Arcobaleno di marzo si sono tenuti due incontri del CPP: Il primo il 21 aprile dopo le festività pasquali e il secondo il 21 giugno dopo l’Assemblea generale della nostra diocesi. Nel primo si è posta l’attenzione sulla verifica delle attività pastorali svolte durante i periodi quaresimale e pasquale. Si è riscontrata una buona partecipazione ai momenti liturgici quotidiani ma anche, e forse soprattutto, alle occasioni particolari come la Cena del digiuno, la Via Crucis per le strade, Triduo e Veglia Pasquale. Molto significativa l’attività pastorale legata all’Anno della Misericordia con i vari pellegrinaggi alla Porta Santa, la Festa della Famiglia, l’incontro con il cappellano delle carceri giovanili, gli incontri di adorazione del primo giovedì del mese (questi meriterebbero forse un po’ più di attenzione da parte della comunità tutta). All’inizio dell’incontro Don Dante, proprio riferendosi al numero e alla varietà di occasioni che sempre vengono proposte, ha voluto puntualizzare, come considerazione generale, che la partecipazione appare molto legata al gruppo o la commissione interessata alla preparazione, mentre la presenza e il coinvolgimento degli altri gruppi e della comunità allargata e molto ridotto: facciamo fatica a vivere l’aspetto comunitario di tutte queste iniziative. Allo stesso tempo ricorda l’importanza della missionarietà e dell’impegno pastorale di ognuno di noi come cristiani; le persone impegnate nella comunità sono sempre meno e sempre più vecchie: la comunità ha bisogno anche di forze nuove. Don Dante allarga il discorso nel ricordare che non siamo come isole, non possiamo essere ancorati al nostro piccolo mondo, ma siamo chiamati a guardare a comunità più ampie come la Unità Pastorale, la Diocesi, la Chiesa di cui facciamo parte. Il secondo incontro, considerato che tutte le attività parrocchiali sono già definite e molte già iniziate, nasce con l’intento di coinvolgere il Consiglio a prepararsi al prossimo CPP di settembre che ha il compito di delineare le linee programmatiche del prossimo anno pastorale. Vengono proposti due momenti di riflessione: la proiezione video del discorso di Papa Francesco al Convegno ecclesiale di Firenze del novembre 2015 su “Il nuovo Umanesimo in Gesù Cristo” e la relazione conclusiva di Mons. Nosiglia , arcivescovo di Torino, all’Assemblea Diocesana del 10 giugno 2016. In tutti e due i documenti vengono evidenziate due parole guida nel cammino di crescita della Chiesa e di ogni singolo battezzato: l’evangelizzazione e la sinodalità, vale a dire un cammino condiviso e coordinato. In ognuno degli interventi il documento di riferimento indicato dalla riflessione è la Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco. I temi dunque del prossimo Consiglio Pastorale Parrocchiale si possono riassumere in comunità (gruppi e parrocchia, corresponsabilità laicale) e sulla ecclesialità (Unità Pastorale, Diocesi, Chiesa) in un clima di sinodalità. Si svolgerà il 16 settembre a partire dalle ore 19 per disporre di maggior tempo per il dialogo e il confronto per meglio delineare il cammino del Consiglio, ma soprattutto il cammino pastorale di tutta la nostra comunità parrocchiale. Stefano Grazie e Benvenuti! Il periodo estivo è anche il tempo dell’avvicendarsi di sacerdoti e suore nel servizio pastorale della nostra comunità. Vogliamo dire Grazie a chi ci lascia per altri servizi e Benvenuti a chi inizia un cammino con noi. ”Non essere invadente per non essere respinto. Non essere distante per non essere dimenticato” (Siracide 13,10). L’entrata di Suor Filippina nella nostra comunità è stata così, è entrata con passo leggero, senza invadenza ma presente e vicino a ciascuno di noi. Non è necessario conoscersi anni per creare rapporti umani duraturi e sinceri e Suor Filippina lo ha dimostrato, la sua permanenza a Druento è durata poco meno di un anno ma in questo lasso di tempo ha instaurato con tutti noi, giovani, adulti e bambini, un rapporto profondo di amicizia, stima e collaborazione. Seneca ha scritto “la legge del dono da amico ad amico è che l’uno si dimentichi presto di aver dato, e l’altro si ricordi sempre di aver ricevuto”. E con il cuore colmo di gratitudine per tutto quello che da te, Suor Filippina abbiamo ricevuto in abbondanza che ti abbracciamo e trasformiamo questo abbraccio in una unica parola scritta... GRAZIE! Suor Filippina continuerà la sua vita consacrata come superiora alla Casa Madre di Pinerolo e diamo il Benvenuto a Suor Franca che proviene dalla Casa Madre di Pinerolo, per la sua presenza con Suor Adriana e per un fecondo apostolato tra noi. Impareremo a conoscerla e a volerle bene come abbiamo fatto con le altre suore che si sono avvicendate nella nostra comunità. Anche il salesiano don Claudio è stato destinato ad altro servizio pastorale e quindi lascia, dopo tre anni, il suo servizio festivo a san Domenico. Siamo riconoscenti per aver spezzato ogni domenica il pane della Parola, del Corpo di Cristo e aver donato la misericordia di Dio nel sacramento della confessione. Grazie! Ringraziamo anche di cuore la comunità salesiana di Valdocco che, nonostante la grande crisi di sacerdoti, destina ancora alla nostra parrocchia don Guido. Gli diamo il Benvenuto tra noi perché possiamo fare insieme un altro tratto di strada sostenuti dalla forza dell’Eucaristia che verrà ogni domenica a celebrare. Amoris Laetitia Erano davvero molti i cristiani in attesa dell’ultima Esortazione apostolica postsinodale di papa Francesco. Diversi, poi, si aspettavano un documento breve, capace di dire una parola semplice e risolutiva circa la questione che, più di tutte, ha attirato in questi ultimi anni l’attenzione del mondo mediatico ed ecclesiale: la situazione dei divorziati riposati. Ci si è trovati, al contrario, davanti ad un documento papale di insolita lunghezza, preoccupato di non disperdere tutto il patrimonio che la lunga discussione dei padri sinodali ha consegnato e capace di non ridurre né la profondità del Vangelo né la vasta e complessa realtà della famiglia ad una sola questione. Ciò non significa che si sia fatta, però, la “politica dello struzzo”. Il documento offre, al contrario, un criterio preciso con il quale vedere come definitività del Vangelo e complessità (e fragilità) della concreta vita delle famiglie, lungi dall’essere antitetici, debbano comporsi. Si tratta del criterio del discernimento, da operare caso per caso, situazione per situazione, famiglia per famiglia e persona per persona; e con il quale domandarsi che cosa, in concreto, si sia chiamati a scegliere e a fare per seguire realmente il Signore e il suo Vangelo. Solo una lettura preconcetta può confondere tale criterio con una visione relativista o, peggio, lassista. Quasi a voler scongiurare ogni possibile deriva di questo genere, papa Francesco dice con estrema e inequivocabile chiarezza: «per evitare qualsiasi interpretazione deviata, ricordo che in nessun modo la Chiesa deve rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio, il progetto di Dio in tutta la sua grandezza (…). La tiepidezza, qualsiasi forma di relativismo, o un eccessivo rispetto al momento di proporlo, sarebbero una mancanza di fedeltà al Vangelo e anche una mancanza di amore della Chiesa verso i giovani stessi» (n. 307). E non vi è dubbio che l’ideale pieno sia quello di un’unione indissolubile e di un amore che non può che essere per sempre! L’ideale evangelico, proprio perché tale, non può essere però né un macigno da gettare sulle persone e di cui non si colga la forza umanizzante, né qualcosa di totalmente invivibile in alcune concrete situazioni dalle quali, pur con tutta la buona volontà, ci si trovi impossibilitati ad uscire: salvo a costo di rinunciare, per altra via, allo stesso ideale evangelico. Si pensi alla situazione di quanti sono ormai sposati stabilmente in seconde nozze e con figli, consapevoli dell’irregolarità della propria situazione e per i quali, tuttavia, il tornare indietro significherebbe di fatto cadere in nuove colpe (cfr. n. 298). Come si compongono, dunque, la proposta evangelica e la variegata situazione in cui si trovano a vivere le persone e le famiglie? Solo attraverso la via del discernimento che induce a chiedersi, dentro la concreta situazione in cui ci si trova a vivere e con le forze di cui si dispone, come avvicinarsi il più possibile all’ideale evangelico. Ciò non significa abdicare alla “legge”, che dovrà richiamare le “cose generali”. Da essa non ci si può tuttavia attendere che presenti quale sia il bene concreto nella varietà delle situazioni in cui le persone, le coppie e le famiglie vivono (cfr. n. 304). Per questo è necessario discernere, nella consapevolezza che non c’è situazione in cui non si possa e debba ricercare e vivere almeno qualcosa dell’ideale evangelico. Sono molte le conseguenze di una tale prospettiva, sulla quale si dovrà tornare ancora per lungo tempo a meditare. Mi pare importante attirare l’attenzione su un punto in particolare. Tra i soggetti che debbono intervenire in un tale discernimento sono segnalati i pastori. Ora, se non si vuole cadere in una smentita in atto del criterio offerto dall’Esortazione di Francesco a livello di Chiese locali, non si può non riconoscere che i pastori che si trovano più immediatamente coinvolti nel discernimento siano i preti. Sono essi ad accostare normalmente le famiglie, a conoscerne la storia, a sapere quali possano essere stati i motivi che hanno determinato una data situazione, ecc. Spetterà, dunque, a loro affiancare una coppia o la singola persona per ascoltare, consigliare, sostenere, offrire elementi utili al discernimento... Una tale affermazione implica, però, che i preti avvertano di non svolgere il ministero da isolati o “battitori liberi”. Non è chi non veda, infatti, che non soltanto le situazioni familiari, ma anche i preti sono diversi; e non è chi non sappia che, troppo spesso, i criteri di giudizio da essi offerti possono risultare addirittura antitetici, al punto da confondere o dare l’impressione di soggettivismo. Un compito come quello consegnato dall’Esortazione postsinodale richiede che si torni, in ogni Chiesa locale, a prendere consapevolezza che il ministero del prete esiste dentro un presbiterio. L’attenzione ecclesiale autentica alle singole situazioni richiederà sempre più che i preti, sotto la guida del vescovo, sentano di far parte di un soggetto collettivo; che si confrontino; che ricerchino insieme quel Vangelo che, di volta in volta, va annunciato alle famiglie e alle persone in un modo tale che sia per essi reale e vivibile. Il che, evidentemente, coinvolge ad altro livello, i vescovi stessi. Anche ad essi spetta di avvertire una responsabilità da condividere con quanti presiedono altre Chiese. Forse il compito che il papa consegna alla Chiesa rende ancora più evidente e urgente, ai diversi livelli della vita ecclesiale, non solo la necessità di una riflessione ma, ancor più, di una “pratica sinodale”. Don Roberto Incontro e benedizione delle famiglie È una bella tradizione quella del parroco di incontrare e visitare le famiglie nel periodo dopo la Pasqua. Ho iniziato ad aprile la visita alle famiglie residenti in una zona della nostra parrocchia per quattro pomeriggi alla settimana fino alla metà di giugno. È stata un’occasione importante e preziosa per conoscere persone e famiglie, per un incontro personale con ciascuno, condividendo da vicino gioie, fatiche, difficoltà e sofferenze, la trama quotidiana della vita di ognuno. Nell’incontro, oltre ad una conoscenza personale, si rende anche presente il Signore come compagno di viaggio che si manifesta Via, Verità e Vita con l’augurio di lasciarci illuminare, guidare e aiutare dalla Parola di vita e di salvezza di Gesù, espressa nella benedizione. Voglio esprimere un affettuoso, cordiale e sincero GRAZIE a tutti e a ciascuno. Grazie a chi ha espresso particolare gioia e apprezzamento per questa iniziativa e ha partecipato vivendo con fede questo breve momento di preghiera; Grazie a chi ha riorganizzato il proprio pomeriggio pur di essere presente alla benedizione; Grazie a chi garbatamente e coerentemente con le proprie scelte ha deciso di non aderire; Grazie a chi, pur essendo di religione diversa mi ha accolto con rispetto, con cordialità; Grazie a chi ha voluto lasciare un’offerta libera per le tante necessità della parrocchia. Il prossimo anno dopo Pasqua, a Dio piacendo, continuerò la visita e benedizione ad un’altra zona della parrocchia. dD 3 L’ “impronta” dell’estate Prima di voltare pagina e dare inizio ad un nuovo anno pastorale vogliamo ancora soffermarci un attimo sull’estate e ringraziare il Signore e tutte le persone che si so zione educativa dell’Oratorio ha investito tempo, energie e risorse. Grazie a chi da casa ci ha accompagnati con la preghiera personale per il buon esito delle iniziative e ti al mondo per “vegetare”, per passarcela comodamente, per fare della vita un divano che ci addormenti; al contrario, siamo venuti per un’altra cosa, per lasciare un’ paghiamo è molto ma molto caro: perdiamo la libertà... C’è una grande paralisi, quando cominciamo a pensare che felicità è sinonimo di comodità, che essere felice è “oltre”. Gesù non è il Signore del confort, della sicurezza e della comodità. Per seguire Gesù, bisogna avere una dose di coraggio, bisogna decidersi a cambiare il divano aspetta te. Dio viene a rompere le nostre chiusure, viene ad aprire le porte delle nostre vite, delle nostre visioni, dei nostri sguardi. Dio viene ad aprire tutto ciò che ti c sfida... Questo tempo accetta solo giocatori titolari in campo, non c’è posto per riserve. Il mondo di oggi vi chiede di essere protagonisti della storia perché la vita è bel pronta che segni la storia, che segni la tua storia e la storia di tanti.” Speriamo di essere stati capaci di lasciare questa impronta ne cuore dei ragazzi e giovani. Vacanze Insieme 2016 die a Messa Campo delle Me Camp (Val Susa) au Beaulard te ha C a o t Branc Campo Scou 4 Campo triennio superi ori Sorgenti del Maira e nel cuore dei ragazzi! ono messe in gioco affinché le proposte parrocchiali per ragazzi, giovani e adulti potessero concretizzarsi nel miglior modo possibile. Un GRAZIE a chi credendo nell’aestive... pronti per iniziare un nuovo cammino, lasciando a tutti le parole di Papa Francesco ai giovani alla Veglia della GMG di Cracovia: “Cari giovani, non siamo venu’IMPRONTA. È molto triste passare nella vita senza lasciare un’impronta. Ma quando scegliamo la comodità, confondendo felicità con consumare, allora il prezzo che camminare nella vita addormentato o narcotizzato, che l’unico modo di essere felice è stare come intontito. Amici, Gesù è il Signore del rischio, è il Signore del sempre o con un paio di scarpe che ti aiutino a camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate... Dio aspetta qualcosa da te. Avete capito? Dio vuole qualcosa da te, Dio chiude. Ti sta invitando a sognare, vuole farti vedere che il mondo con te può essere diverso. È così: se tu non ci metti il meglio di te, il mondo non sarà diverso. È una lla sempre che vogliamo viverla, sempre che vogliamo lasciare un’impronta. Per questo, amici, oggi Gesù ti invita, ti chiama a lasciare la tua impronta nella vita, un’im- Campo biennio superi ori a Frono Alpi Graie a Forno Alpi Graie po Scout Reparto a Nie lla Belbo (Langhe) Ligure itari a Santa Margherita Campo Giovani/Univers a n ad Ardèche in Franci Campo/Route Scout Cla Pellegrinaggio Parrocchi ale ad Augusta (Germani a) 5 Le parole della Spiritualità. Crescere di don Paolo Crescere ha il medesimo etimo di creare. Noi non siamo stati creati una volta per tutte, siamo in continua creazione. In crescita appunto. Per questo che per vivere veramente occorre rinascere continuamente, come dice Gesù a Nicodemo nel Vangelo di Giovanni. Chi pensa di essere già arrivato, è di fatto un morto. Crescere ha assonanza col temine ascendere. La vita è un lento esercizio di ascesi. Si è chiamati a vivere come fa l’asceta. Bella parola derivante da askètes: colui che fa esercizi, che si esercita. Si cresce, si ascende verso il compimento di sé, esercitandosi a vivere, ma solo in un determinato modo. Perché non tutti i modi di vivere fanno vivere. C’è una modalità che compie, trasforma, trasfigura, altre che sfigurano. Solo il modo dell’amore feconda e porta a compimento. Ogni altra fa regredire, fa implodere. È fallimento. «Noi non discendiamo dagli animali, ma ascendiamo dagli animali» (A. Fogazzaro). Crescere è passare dall’animalità all’umanità. Non si nasce uomini, lo si diventa, crescendo in umanità. Chi tradisce l’umano, rimane bestiale. Siamo venuti alla luce come semi; la vita che ci è stata donata, è il tempo, sufficiente e necessario perché si possa sbocciare. Ma il seme – come per un misterioso paradosso - per poter deflagrare in tutta la sua potenzialità, necessita di essere posto in un solco, che in latino chiamasi lira, e lì morire. Una vita che rinuncia a seguire questa logica naturale, di immergersi nel solco buio e umido della terra, è una vita de-lirante, cioè giocata fuori dal solco, e dunque folle, sterile, infeconda. Ciò che non muore nell’amore, non potrà mai conoscere vita. Lo ebbe a dire già Gesù di Nazaret: Il chicco di grano se non muore rimane solo senza portare frutto (cfr. Gv 14, 24). E noi sappiamo, per esperienza, che l’amore riporta la vittoria solo laddove viene sconfitto. Crescere è costruire se stessi, come una splendida opera d’arte, un costruire la propria statua. La statua si dà per sottrazione, non per addizione: più marmo viene asportato più emerge il capolavoro. Per cui crescere è in realtà un diminuire, rinunciare al proprio ego, perché il vero Sé possa finalmente affermarsi. Cristo continua ad essere lì a ricordarci che crescere nell’amore è l’unico modo per vivere davvero. Se non si cresce in umanità, si vivrà come fantasmi in questa nostra storia, e di fatto impossibilitati d’oltrepassare il limite estremo della nostra vita, ossia la nostra morte. CATECHISTA: PRESENZA NON SCONTATA Il mese di settembre segna la ripresa di tutte le attività parrocchiali e riprendono i catechismi. Le famiglie che iscrivono i propri figli al cammino di fede, danno per scontato che ci siano sempre i catechisti. Non è così! È sempre più difficile trovare adulti disponibili e soprattutto motivati nello svolgere questo prezioso servizio pastorale. Essere catechista è una vocazione che coinvolge la propria vita: adulti che nella Chiesa donano il loro tempo ad insegnare e testimoniare la fede ai bambini e ragazzi, che percorrono necessariamente un cammino di formazione spirituale, religioso, metodologico e didattico, ma soprattutto ad essere catechista con la propria testimonianza di vita. Papa Francesco richiamava: “Essere catechista significa dare testimonianza della propria fede, essere coerente nella propria vita. E questo non è facile... le parole vengono, ma prima la testimonianza. Essere catechisti chiede amore, sempre più forte a Cristo e amore al suo popolo santo”. Allora in questo mese affidiamo al Signore i catechisti, perché susciti il desiderio nel cuore di tanti adulti/genitori di impegnarsi nel seguire e annunciare nella catechesi alle giovani generazioni, Gesù Buon Pastore e Maestro buono e condurre a Lui i nostri ragazzi. Grazie di cuore a chi con impegno e fedeltà svolge questo servizio nella nostra parrocchia. La fatica c’è, ma lavorare per il Signore riempie il cuore di gioia ed aiuta a crescere nella fede personale. Dopo l’incontro con i genitori di tutti i gruppi e l’iscrizione IL CATECHISMO INIZIERÀ DOMENICA 16 OTTOBRE con la S. MESSA ore 11,15 celebrata all’ “Isola che c’è” con il Mandato dei catechisti/animatori e la BENEDIZIONE DEGLI ZAINI della Scuola per tutti i ragazzi delle ELEMENTARI e MEDIE. I ragazzi portino il loro zainetto scolastico! Nella settimana seguente inizieranno i vari incontri secondo gli orari stabiliti. Dalla Commissione Carità Parrocchiale San Vincenzo: in queste poche righe volevamo semplicemente rendere noto a tutti la nostra necessità di trovare nuovi volontari per poter continuare a garantire il servizio che attualmente forniamo a chi ce lo richiede. In questo ultimo periodo, infatti, c’è stata una preoccupante riduzione di volontari che, per vari e giustificati motivi, hanno dovuto purtroppo rinunciare alla loro partecipazione. Di conseguenza la nostra operatività è diventata, naturalmente, più difficoltosa; da questa realtà nasce la nostra richiesta di disponibilità da parte di persone di buona volontà per ovviare a questa situazione. Cogliamo l’occasione per augurarvi una buona festa patronale e della nostra Madonna del rosario. Le Consorelle ed i Confratelli della Conferenza Centro d’Ascolto: Al mare ho incontrato due anziane sorelle, vecchie amiche di mia madre, entrambe nubili. Una delle prime cose che mi hanno raccontato è stata la decisione di lasciare la loro casa e la loro discreta collezione di quadri (una delle sorelle è pittrice) ad una Associazione che si occupa di bambini, e della quale condividono gli obiettivi e i metodi. Erano così contente nel raccontarmi questa decisione! “Sai, dicevano, alla nostra morte non ci saranno squallide controversie sull’eredità da parte dei nostri parenti con i quali siamo poco in contatto, ma un aiuto di un certo valore a chi sappiamo veramente bisognoso!” Proporre di imitare le due sorelle forse è cosa indelicata, tuttavia mi sembra utile far conoscere questa possibilità che oltre a fare del bene dà gioia a chi pensa di dare ai suoi beni un valore di carità. Sono tantissime le Associazioni ONLUS che accettano lasciti di beni mobili ed immobili, dando tutte le informazioni su come effettuarle. Buona Festa Patronale anche da parte nostra e ancora tanti ringraziamenti per coloro che, in qualsiasi modo, ci sostengono! una volontaria del Centro d’Ascolto 7J B 3PNB " %S VFOU P 50 5FM 5PS U F EFD PS BU F J O QBTU B EJ [ VDD IFS P 8FEEJ OH $BL FT $VQD BL FT $BL FQPQT 5PS U F U S BEJ [ J POBM J 1BT U J D D FS J B G S FTD B 1BTU J D D FS J B T FDD B 4BM BU J OJ F TV PS EJ OB[J POF U VU U P RVFM M P D IF EFT J EFS BU F “Il Commercio Equo-Solidale non è beneficenza, ma una scelta di consumo quotidiano: buona per i produttori, buona per i consumatori e buona per l’ambiente.” Il Gruppo EQUISTANDO CAMBILMONDO vende i prodotti del Commercio Equo-Solidale al di fuori delle Chiese con i consueti banchetti. Le prossime date in cui ci potete trovarci sono: 23 ottobre – 20 novembre – 18 dicembre Grazie a tutti Voi!!! 6 SimonaGigi, VivianaFrancesco, ChiaraDaniele, SimonaFabrizio Ricordare per non dimenticare In questi ultimi mesi siamo stati chiamati come comunità a salutare e affidare alla misericordia di Dio alcuni uomini e donne consacrati al Signore che hanno segnato il cammino della nostra parrocchia o da essa sono partiti per missioni lontane. don FRANCESCO CAVALLO parroco di Druento (1968-1988) don Francesco alla festa di san Domenico nel 2013 Il 25 marzo 2016, Annunciazione del Signore e giorno della sepoltura di Gesù, don Francesco Cavallo ha consegnato il suo spirito nelle mani del Padre. A nome di tutta la nostra parrocchia druentina, vogliamo dedicare queste poche righe al nostro pastore che ci ha guidati per un ventennio. Come non ricordare con simpatia e affetto questo anziano sacerdote, anzi questo pastore e amico che nel 1953 con altri diciassette compagni seminaristi salivano all’altare per essere ordinati sacerdoti. Pensiamo che nella mente e nel cuore di moltissime persone, non solo druentine, sia impressa l’immagine di questo “uomo” di Dio. Crediamo di poter affermare almeno per la nostra esperienza, che non si sia mai stancato né lamentato di dedicarsi al “gregge” che man mano gli veniva affidato dal Signore nelle varie parrocchie (bisogna sempre guardare avanti... diceva). Il dono di Don Francesco sembrava (consentiteci il termine) quello della profezia: respirava a pieni polmoni la nuova primavera della Chiesa. Come non ricordarlo all’inizio del suo mandato qui in Druento: lo stimolo, per allora noi giovani, ad entrare a lavorare nella Vigna... nacque in quegli anni il gruppo Scout, il gruppo giovanile, la spinta a rinvigorire il nuovo oratorio... le interessanti e proficue discussioni dopo la chiusura del Concilio Vaticano II e il ruolo affascinante che Prossimamente… (Le date sono sicure, alcune un po’ meno… e sempre se Dio vuole!) • Martedì 1°novembre Tutti i Santi: Ss. Messe festive e alle ore 15 al Cimitero • Mercoledì 2 novembre Defunti: Ss. Messe ore 10,30 e 15 al Cimitero • Domenica 20 novembre: ore 16 Celebrazione Cresime • Gruppi di Ascolto nelle Case: Venerdì 25 novembre – venerdì 2 e 9 dicembre ore 20,45 • Martedì 8 dicembre: A Roma apertura Porta Santa del Giubileo della Misericordia • Venerdì 16 dicembre: ore 17 e 18 Inizio della Novena di Natale Gli altri appuntamenti comunitari li potete trovare sul calendario parrocchiale. avrebbero ricoperto i laici nella Chiesa. Discussioni non solo sul magistero, ma anche di politica. Ricordiamo gli incontri serali con don Ermis Segatti, con don Jozef Rajçak, con don Marco Arnolfo... Crediamo di essere stati tra le prime comunità ad aver avuto sotto lo stimolo dell’allora cardinal Pellegrino, i primi Ministri Straordinari della Comunione, l’apertura al Diaconato Permanente, e ai gruppi di adulti nati successivamente: furono anni benedetti e fecondi di speciali consacrazioni religiose e sacerdotali. Ma il dono più spiccato di don Francesco oltre alla sua umiltà (a volte ci chiedeva di come era andata l’omelia... se aveva detto delle eresie... sapeva mettersi in discussione) ci è parso essere quello della relazione, il rapporto umano: nessuno per lui qui in Druento gli era estraneo. Fino all’ultimo quando ormai era in... diciamo “pensione” ha mantenuto vivo il ricordo delle persone, delle famiglie e le loro situazioni: soprattutto di quelli emigrati qui al nord. Ancora di recente in qualche occasione nel nostro paese, chi lo rincontrava, o lo incontrava non rimaneva indifferente alla sua empatia e famigliarità. Li guardava, li ascoltava e gli stringeva la mano delicatamente come se dicesse ad un vecchio amico ritrovato “Ciao! Come stai?” Ancora si potrebbe scrivere, ma terminiamo qui... augurando a tutti di cuore di poter incontrare sempre Uomini di Dio innamorati di Cristo e della sua Chiesa. Siamo grati e riconoscenti come Comunità al Signore di aver ricevuto questo dono. Un pensiero e un caro ricordo a tutta la sua famiglia. Grazie e ciao don Francesco! Vito V. GRAZIE, GIUSEPPINA rocchia, al cammino delle consorelle più in difficoltà ed alle giovani. Lascia un grande esempio di presenza cristiana nascosta, silenziosa ma significativa di dedizione al prossimo e di amore al Signore nella vita di preghiera. IN MEMORIA di suor FRANCA LIDIA COChIS Vittoria nasce a Druento il 22 giugno 1939. A soli 17 anni, il 5 novembre 1956, entra nell’Istituto delle Suore Missionarie della Consolata con il nome di Suor Franca Lidia. Dal 1962 al 1965 è in Inghilterra a Ware e a Kendal. Il suo desiderio di essere missionaria si realizza all’inizio del 1969 quando parte per la missione, destinazione Tanzania, dove metterà a frutto la sua preparazione, nei vari dispensari delle missioni in cui sono presenti le missionarie della Consolata. È la lingua del popolo che lei ha amato, servito e curato per tanti anni in Tanzania ed è segno della sua profonda inculturazione con la gente, per la quale si era donata fino in fondo e che, fino ad oggi, si ricorda del bene che lei ha fatto. Un lungo cammino missionario la cui ultima tappa sarà la comunità di Venaria dove arriva a gennaio del 2014 e muore il 25 giugno 2016. La ricordiamo al Signore, grati per tutto il bene che questa “druentina” ha fatto e seminato nelle missioni. Proposte formative parrocchiali 2016/2017 Ottobre 2016 All’età di 80 anni, l’11 Aprile, è andata incontro al Signore Cancian Giuseppina. Nata a Zenson di Piave il 24/08/1935 si è consacrata definitivamente al Signore il 7/08/1973 nella famiglia paolina nell’Istituto Maria Santissima Annunziata. È stata iscritta all’Azione Cattolica e ne ha percorso tutte le tappe. Si dimostrava contenta di essere Annunziatina, era una sorella positiva e collaborativa nella vita di gruppo, pronta a sostenere ed incoraggiare le varie iniziative. Al tempo di don Cavallo aveva dato inizio a Vacanze Insieme all’Oratorio e alle varie attività per i giovani con i Campi a Chiomonte. Nel periodo della pensione ha potuto dedicarsi con più impegno alla parrocchia seguendo i gruppi di ascolto, il rosario ed occupandosi del decoro della chiesa e della vita comunitaria parrocchiale. Aveva una particolare delicatezza per la preparazione della biancheria e dei fiori, in cui dimostrava il suo amore perché il Signore fosse trattato con i dovuto decoro. Ha vissuto con fede e accettazione il breve e improvviso periodo di malattia e ha sempre continuato ad interessarsi alla vita della par- Incontri nel GIUBILEO della Misericordia LA VITA MORALE Misericordia e stile di vita per tutta la COMUNITÀ (giovani, adulti, genitori, catechisti…) desiderosi di approfondire questo tema nell’Anno Santo nel Salone dell’Oratorio alle ore 20,45 MERCOLEDÌ 12 ottobre “L’agire morale cristiano” relatore: Clara Di Mezza, docente di morale alla Facoltà Teologica – Torino MERCOLEDÌ 19 ottobre “Il primato della coscienza morale” relatore: don Giuseppe Zeppegno, docente di morale alla Facoltà Teologica – Torino MERCOLEDÌ 26 ottobre “Libertà umana, peccato e conversione” relatore: suor Carla Corbella, docente di morale alla Facoltà Teologica – Torino 7 >> anagrafe parrocchiale Dal 1 marzo al 31 agosto 2016 Con il Battesimo sono entrati nella nostra comunità: 02 Damiani Arianna – 03 Nardulli Aurora – 04 Natalicchio Samuele – 05 Patafi Gabriele Filippo – 06 Secci Gaia – 07 Bonaldo Gianluca – 08 Caserta Mattia 09 – Cucinotta Antonino Federico – 10 Guadagno Samuele – 11 Legrottaglie Andrea – 12 Andrei Gabriel – 13 Aiosa Samuele – 14 Cacciato Nicole – 15 De Virgilio Leon – 16 Dino Arianna – 17 Muller William 18 Portelli Federico – 19 Dipasquale Azzurra 20- Labruzzo Chloe Maria – 21 Cietto Gabriele – 22 Schillaci Liam – 23 Vendola Diego – 24 Tornesello Mattia Con il Sacramento del matrimonio hanno formato una comunità: 01 Iannazzo Alex e Bresino Elisa – 02 Coca Costel Cezar e Benchea Rozica – 03 Bruzzone Gabriele e Magnaguagno Noemi – 04 Torretta Stefano e Andreotti Sara – 05 Bellu Matteo e Pioli Gloria – 06 Limisani Marcello e Petracca Marta – 07 Passalacqua Fabio e Alacqua Stefania – 08 Cufari Giuseppe e Concu Noemi – 09 Tornesello Christian e Negro Stefania Riposano nella pace del Signore: 11 Fazio Antonina in Marangon (66) – 12 Startari Luigi (67) – 13 Braida Fiorina ved. Mussino (86) – 14 Granzotto Maria Luigia ved. Scarpa (97) – 15 Di Novo Maria ved. Terranova (81) – 16 Suppo Giuseppe (80) – 17 Lombardo Giuseppe (68) – 18 Barella Marco (46) – 19 Gatti Silvano (85) – 20 Cancian Giuseppina Maria (80) – 21 Bonaglia Maria Gabrielle in Genero (73) – 22 Liuzzi Rosa ved. Melle (90) – 23 Cuniglio Pietro (63) – 24 Re Pietro (87) – 25 Governali Leoluca (58) – 26 Franco Giuseppe (89) – 27 Ledda Gemma ved. Abrardi (89) – 28 Dosio Angela ved. Calandra (89) – 29 Ferrero Carla ved. Pelissetti (90) – 30 Sessa Pietra ved. Fanseca (78) – 31 Coppola Antonio (97) – 32 Dragna Maria Giuseppa in Perricone (86) – 33 Cannarsa Giuseppe (68) – 34 Pellegrino Alfonso (88) – 35 Ruggeri Vanda ved. Balma (91) – 36 Calamai Franco (80) – 37 Casano Benito (77) – 38 Bruno Calogero (65) – 39 Bedino Augusto (76) 40 Scarafia Valentino (90) – 41 Fassio Bongiovanni Giovanni (76) – 42 Bonora Marco (Walter) (57) 43 La Rocca Luigi (81) – 44 Serrao Tommaso ved. Punzone (71) – 45 Gallotto Metilde ved. Marletti (90) – 46 Soncin Alfio (83) – 47 Pioli Rosetta ved. Morello (86) – 48 Cicero Carmelo (80) – 49 Garzena Giuseppe (90) – 50 Ferrero Ilario (86) – 51 Albrile Teresio (87) – 52 Forvilla Domenica in Piedinovi (82) – 53 Leto Isidoro (87) FESTA PATRONALE 2016 “Beata Vergine del Rosario” PREPARAZIONE alla FESTA da lunedì 26 settembre a sabato 1 ottobre Chiesa Ss. Trinità ogni sera ore 17,30 S. ROSARIO e ore 18 S. MESSA presieduta da diversi sacerdoti nel ministero delle Opere di Misericordia CONFESSIONI Mercoledì 28 settembre ore 9,00 – 10, 30 e ogni sera ore 17 - 18 don Dante Sabato 1 ottobre ore 10 – 11,30 Sacerdote passionista Domenica 2 ottobre FESTA della BEATA VERGINE del ROSARIO Orario Ss. Messe: ore 8,30 Ss. Trinità – ore 9,30 a san Domenico – ore 18 a San Michele ore 10,30 S. MESSA SOLENNE in san Michele presieduta da Mons. Marino Basso, parroco di Pecetto e Missionario della Misericordia in questo anno santo; segue la PROCESSIONE con la statua della Madonna del Rosario. Partecipa la Banda Musicale (chiesa San Michele, via al Castello, C.so Brero, via don Cocchi, via Casale, via Roma per poi raggiungere la Chiesa della Ss. Trinità) Si invita ad addobbare il percorso si concluderà la celebrazione alla Ss.Trinità con la SUPPLICA alla Madonna. Sono invitate le Autorità Civili, i Gruppi, le Associazioni presenti sul territorio, per vivere un momento di preghiera e di festa comunitaria nel ricordo della Vergine del Rosario. ore 15,30: Benedizione e consacrazione alla Madonna dei bambini 0 – 5 anni e Benedizione delle mamme in attesa di un bimbo. Sono invitati i bambini battezzati nell’anno con invito particolare alle Scuole dell’Infanzia e a tutti i bambini e ragazzi. Lunedì 3 ottobre ore 8,30 S. Messa in suffragio di tutti i parrocchiani defunti alla chiesa S. Maria della Stella al Cimitero _________________________________________ MOSTRA sulle Opere di Misericordia alla Ss. Trinità BANCO di BENEFICENZA allestito dai giovani dell’Oratorio a favore delle opere parrocchiali 8 “ARCOBALENO” Supplemento a “Il giornale della comunità” Reg. Trib. To n. 279 del’8.3.1978 Dir. resp. Marco Bonatti via al Castello 6 – 10040 DRUENTO tel. 011 984 67 20 e-mail: [email protected] sito Parrocchia: www.parrocchiadruento.it Copia distributia gratuitamente. Sono gradite collaborazioni ed offerte. INFORMAZIONI PASTORALI ORARIO Ss. MESSE Feriale Ss. Trinità: lunedì e giovedì ore 18,30 martedì, mercoledì e venerdì ore 8,30 sabato e vigilie: ore 18,00 Festivo Ss. Trinità: ore 8,30 e 18,00 S. Domenico: ore 10,00 S. Michele: ore 11,15 La Ss. Trinità rimane aperta dalle ore 7,45 alle 19 CONFESSIONI Il parroco si rende disponibile per questo ministero: • tutti i mercoledì: alla Ss. Trinità dalle ore 9,00 alle 10,30 • nei giorni festivi durante la Messa quando non celebra • nei giorni feriali su richiesta dopo la Messa • in qualunque momento su richiesta UFFICIO PARROCChIALE per Ss.Messe, certificati, pratiche, colloqui... dal lunedì al venerdì: ore 9.15 - 12 e ore 15 - 17 al sabato ore 9.15 - 12 il Parroco è presente in Ufficio: mercoledì - giovedì - venerdì ore 19 - 19,30 sabato ore 11 – 12 (celebrazioni permettendo) Per Battesimi, Matrimoni, Sacramenti, nulla osta… contattare o presentarsi dal Parroco in questi giorni e orari. Nei giorni festivi e altri orari l’Ufficio è ChIUSO. Si prega di rispettare l’orario! N.B. Chi desidera avere un colloquio con il parroco può farlo sempre, previo appuntamento, sapendo di fare cosa gradita. IL SACRAMENTO del BATTESIMO: - la seconda domenica di ogni mese, secondo il calendario prefissato, alle ore 10 o 16 alla Ss. Trinità. - l’ultima domenica del mese, un battesimo durante la Messa delle ore 10,00 (Filatoio) - 11,15 (S. Michele) 18,00 (Ss. Trinità) I genitori che desiderano far battezzare il figlio/a si presentino in Ufficio Parrocchiale alla sera dal parroco: mercoledì, giovedì, venerdì ore 19 - 19,30 o sabato ore 11 – 12 e nel primo incontro-colloquio con il Parroco scelgono la data della Celebrazione e il cammino di preparazione con la partecipazione alle due sere del corso. MATRIMONI I fidanzati che intendono sposarsi in chiesa, sono invitati a presentarsi in Ufficio Parrocchiale almeno sei mesi prima per un colloquio con il parroco, concordare la data, gli incontri di preparazione e preparare i documenti necessari. Si ricorda che i Matrimoni si celebrano a San Michele solo: Sabato mattino ore 11 o pomeriggio ore 16. Ci si può sposare nella parrocchia dello sposo, della sposa o dove si và ad abitare. Seguendo le norme diocesane e dell’Unità Pastorale non si accolgono sposi che non rientrino in una di queste tre opzioni. Non vengono celebrati in Quaresima e per sposarsi in chiesa, oltre al corso per fidanzati è bene aver ricevuto il Sacramento della Cresima. Redazione: Chiara Cozzolongo, Lorena Donadonibus, Bianca Fucci, don Dante Ginestrone, Antonio Petrucci, Rosario Sardisco, Carlo Solej, Bruno Spampinato, Silvia Varetto Progetto grafico e impaginazione: Daniela Alberti – Stampa: Tipografia commerciale s.r.l. – Venaria Reale – tel. 011 455 38 88